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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Sport: Calcio
Il Tar fissa la data per la Juve. Oggi l’esito della Corte Federale per la Reggina 25/08 Le precisazioni della Juve, le richieste del Messina, la
Corte Federale sul caso Reggina e il nuovo sfogo di Luciano Moggi.
Dopo oltre tre mesi lo scandalo calciopoli continua a far parlare
di se' e le prospettive non sono rosee perche' all'orizzonte si
attendono nuove intense giornate. Fari puntati, ovviamente, sul
ricorso al Tar che la Juventus ha presentato contro le sentenze
della giustizia sportiva e che hanno suscitato l'ira di Federcalcio,
Coni e Fifa. Al di la' della violazione della clausola compromissoria,
quello che ha fatto sobbalzare i vertici federali e' stata la richiesta
di risarcimento di 130 milioni di euro avanzata dal club bianconero
per la retrocessione in B. Oggi, pero', la Juve ha chiarito in una
nota di "non aver quantificato alcuna domanda di risarcimento
all'indirizzo della Federcalcio o di altri organismi federali, e
conferma di aver presentato istanza di sospensiva cautelare al Tar
del Lazio, allo scopo di evitare che ai danni gia' subito fino ad
ora, si possano sommare le pesantissime conseguenze di una eventuale
retrocessione" nel campionato cadetto. In altre parole i 130
milioni di euro sarebbero piu' semplicemente una quantificazione
del danno economico che la Juve subirebbe se fossero confermate
le decisioni della Corte Federale. Il Tar del Lazio, intanto, ha
fissato per il prossimo 1 settembre l'udienza che discutera' il
ricorso dei bianconeri, con Coni, Figc, Lega calcio di A e B, Ministero
per i Giovani e lo Sport, Inter e Messina parti resistenti. Ma sulla
presenza del Ministero c'e' un piccolo giallo, perche' il sottosegretario
allo Sport Giovanni Lolli, intervenuto a "Radio Radio",
ha smentito la notizia. "Mi sono sentito un quarto d'ora fa
con il ministro Melandri - ha dichiarato - La Juve ci ha tirato
in ballo notificandoci il ricorso, ma noi non abbiamo preso alcuna
decisione in merito. Del resto non vedo l'opportunita' dell'ingresso
del Ministero in questa vicenda e, pur essendo solidale con quanto
fatto finora dalla Figc e dal Coni e sconcertato per la posizione
radicale sostenuta dalla Juventus, un nostro intervento non mi pare
opportuno". L'1 settembre il Tar esaminera' anche il ricorso
presentato da un piccolo gruppo di azionisti bianconeri, mentre
la Figc ha dato mandato al proprio penalista di fiducia, l'avvocato
Tito Lucrezia Milella, perche' esamini la valanga di esposti e denunce
da tifosi, associazioni di tifosi e soggetti di ogni tipo giunte
in via Allegri. Nel frattempo il Messina non resta a guardare. Il
presidente Pietro Franza ha annunciato di aver mandato una lettera
a Figc, Coni e Ministero dello Sport in cui chiede che venga decretata
ufficialmente l'ammissione in A del Messina, ottenendo anche l'appoggio
della Regione Siciliana e del Comune. Oggi e' stato poi il giorno
della Reggina alla Corte Federale. L'istanza di ricusazione presentata
da Brescia e Treviso e' stata respinta e i due club non sono stati
ammessi al processo, mentre nel ruolo di terzo interessato e' stato
riconosciuto il Lecce, visto che in caso di retrocessione in B della
Reggina, toccherebbe ai salentini il ripescaggio nella massima serie.
Il procuratore federale, Stefano Palazzi ha ribadito le richieste
presentate gia' alla Caf, invocando la retrocessione in B della
Reggina con 15 punti di penalizzazione mentre il club calabrese,
ovviamente, ha chiesto il proscioglimento. Il legale di Foti, Francesco
Gaetano Scoca, ha difeso il suo assistito sostenendo che "era
lo stesso Bergamo a invitare i presidenti a rivolgersi a lui per
avere informazioni sulle designazioni" e all'avvocato del Lecce
che ha paragonato il presidente calabrese a Moggi ha risposto che
al confronto Foti e' "una figura lillipuziana". Soddisfatto
il numero uno del club amaranto al termine dell'udienza. "Sono
molto piu' sereno e soprattutto molto felice per come i miei legali
hanno impostato la difesa del club e quella del sottoscritto - ha
detto all'uscita dalla sede di via Allegri - Noi abbiamo fornito
tutte le spiegazioni necessarie a chiarire la nostra condotta -
continua Foti - Un passo avanti? Penso proprio di si'". La
Corte Federale ha annunciato che la sentenza non sara' letta pubblicamente
ma depositata in segreteria come avvenuto con la Caf: domani, intorno
alle 13, e' atteso l'esito. Protagonista della scena odierna anche
Luciano Moggi. L'ex dirigente della Juve ha tenuto oggi una conferenza
stampa in cui ha sparato a zero su tutti da Guido Rossi a Gianni
Petrucci, dall'ex presidente della Figc Franco Carraro al giornalista
Candido Cannavo', passando per Roberto Mancini e soprattutto per
l'Inter. "Negli atti del processo si dice che i singoli risultati
non sono stati alterati - ha attaccato Moggi - E allora mi chiedo:
come si fa ad alterare una classifica senza alterare un singolo
risultato? Io e Giraudo non abbiamo fatto niente, abbiamo cercato
di proteggere la Juventus e il primo da cui ci dovevamo proteggere
era Franco Carraro. Noi l'abbiamo votato? Si puo' anche sbagliare".
E sull'assegnazione del tricolore all'Inter ha aggiunto: "lo
scudetto degli onesti? Ma se hanno fatto giocare Recoba con un passaporto
falso. Trovo ingiusto aver dato lo scudetto all'Inter, che per bocca
del suo presidente ha detto che Moggi e' ferito. Ma a Moratti dico
che io non sono ferito, sono piu' vivo che mai". Foti “Felice della difesa dei miei legali. Ho fiducia nella giustizia sportiva”. I legali chiedono il proscioglimneto 25/08 ''Sono strafelice nella difesa dei miei legali'', cosi' ha
esordito il presidente della Reggina, Lillo Foti, al termine dell'udienza
della Corte Federale sul caso del lecito sportivo della societa'
calabrese. Quando hanno chiesto al presidente della societa' calabrese
se fosse sua intenzione ricorre anche al Tar in caso di una sentenza
sfavorevole da parte della CF, il patron amaranto ha risposto: ''ho
fiducia nelle istituzioni ho sempre scelto un basso profilo per
esaltare i valori della mia societa'. Io porto rispetto e gradirei
averlo, mentre spesso sono stato by-passato. Credo che la giustizia
sportiva possa determinare tutti i fatti cosi' come si sono svolti.
Anche qui alla Corte Federale sono state date tutte le spiegazioni
per tutto quello che e' successo''. - Pezzo forte del ragionamento
della difesa del Reggina calcio nell'udienza presso la Corte Federale
in corso di svolgimento negli uffici della Figc a Roma, e' stato
controbattere le motivazioni della Procura federale e del Lecce
calcio. Sia la pubblica accusa che la societa' salentina avevano
infatti chiesto l'applicazione della penalizzazione ai danni della
societa' calabrese per la stagione in corso: il che avrebbe significato
penalizzare il Lecce alla fine della stagione 2005-2006 con la conseguente
retrocessione in B. Secondo l'avvocato Morace, il difensore degli
amaranto, ''un atto di slealta' none' un illecito sportivo: gia'
la sanzione commissionata dalla Caf e' sproporzionata, anche perche'
il comportamento della Reggina none ' qualificabile come altre societa'
- ha spiegato il difensore nella sua arringa - quindi una sanzione
nel punteggio per la stagione in corso e' sproporzionata per atti
di lealta' sportivo. Se - ha insistito Morace - ogni comportamento
del presidente Foti non si e' tradotto in favori in classifica e'
iniquo penalizzare la societa' nel punteggio, perche' Foti non aveva
alcuna intenzione di ottenere vantaggi in classifica''. Ma il legale
della Reggina ha poi insistito su un punto decisivo a favore dei
calabresi nel contestare la richiesta di penalizzazione al termine
dello scorso campionato: ''Gia' penalizzare di 15 punti - cosa che
ha sanzionato la Caf - la Reggina per il campionato 2006-2007 equivale
di fatto a una retrocessione per il prossimo anno. E' noto infatti
che l'obiettivo della societa' amaranto e' la salvezza, con uno
o due punti di vantaggio o addirittura conquistarla agli spareggi.
A questo punto e' impossibile anche rafforzare l'organico perche'
la Reggina non vive in un contesto ricco come il nord insisto quindi
per il proscioglimento della societa'. Reggina e Arezzo sperano in uno sconto Si e' conclusa in serata l'udienza presso la Corte Federale che
riguardava il presunto illecito dell'Arezzo. I toscani, per bocca
dell'avvocato D'Avirro, hanno ribadito l'innocenza della societa'.
Prendendo spunto da quanto sta accadendo per altri club, D'Avirro
si e' anche dichiarato disposto a fermare in questa sede i passi
legali dell'Arezzo qualora l'eventuale penalizzazione fosse contenuta
a qualche punto: niente Tar quindi in cambio di un robusto sconto
di pena. La Procura federale invece ha chiesto la conferma della
sentenza della Caf, cioe' Arezzo penalizzato in B con -9 punti.
La Corte Federale presieduta da Piero Sandulli aprira' domani mattina
la Camera di Consiglio e i dispositivi delle sentenze sui casi Reggina
e Arezzo sono previsti nella giornata. I legali del Lecce sperano 25/08 Con l'arrivo del presidente Piero Sandulli e dello staff di legali della Reggina è iniziata l'udienza della Corte Federale che deve esaminare il caso di illecito a carico della società calabrese. Insieme con Sandulli quattro sono i giudici della Cf: Salvatore Catalano, Mario Sanino, Mario Serio e Silvio Traverso. Grande fiducia c'é nel clan dei legali del Lecce, terza parte nel procedimento. Secondo l'avvocato Mario Tonucci, la Corte non dovrebbe discostarsi nel giudizio che ha già dato nel caso di Lazio, Fiorentina e Juventus. "Alla Lazio furono dati, per quattro episodi contestati di violazione dell'art. 1, 30 punti di penalizzazione nel campionato di competenza cioé 2005-2006, e 11 punti in serie B nel prossimo. Ora, visto che alla Reggina la Caf ha contestato sette violazioni di articolo 1, con soli 15 punti di penalizzazione nel prossimo campionato - ha spiegato l'avvocato dei salentini - non c'é uguale sanzione punitiva, visto che per un numero maggiore di illeciti non è stata penalizzata nel campionato di competenza. In parole povere. per più reati la Reggina ha avuto meno punizione. Noi crediamo che la Corte Federale nel suo giudizio debba assegnare dei punti di penalizzazione alla Reggina anche nel campionato di competenza, cioé lo scorso campionato. E' una situazione molto delicata: se così non dovesse accadere ci aspettiamo, con un cambio drastico di giudizio, da parte di Lazio, Fiorentina e la stessa Juventus, azioni molto pesanti di risarcimento", ha concluso molto fiducioso l'avvocato del Lecce. Moggi “Juve ed io condannati senza prove” e spara a zero su tutti 13/08 E' una sentenza quanto mai ingiusta, quella ai danni della Juventus e di Luciano Moggi. Chi l' ha emessa, adesso la dovrà spiegare a 13 milioni di tifosi, perché è come se avesse condannato loro. L' ex direttore generale bianconero attacca ancora il mondo del calcio, da lui ritenuto ipocrita e porta alla propria difesa accorata ulteriori argomenti, il principale dei quali è l' assoluta consapevolezza, da parte di tutto l' ambiente, di come stavano le cose nel pianeta calcio. Non è mai esistito un sistema Moggi ed è ingiusto essere accusati di illecito sportivo, mentre altri sono stati assolti o condannati solo per slealtà: Moggi fa di questo punto il nucleo portante della propria arringa. Ce n'é per tutti: Carraro, Rossi, Petrucci, Moratti, Mancini, Baldini, Pasqualin. Il teorema difensivo è duplice: non ci può essere corruttore se non ci sono i corrotti (cioé gli assolti) e poi tutti sapevano. Sull' ex presidente federale gli strali più acuti: "Ha avuto il coraggio di ricorrere contro la multa. Dovevano dargli anche un premio. Ma se era proprio lui il primo da cui ci dovevamo difendere! Poco prima di Juve-Inter telefonò a Paolo Bergamo per dirgli che non si potevano fare favori a noi, perché di li a poco ci sarebbero state le elezioni in Lega". Non ci sono prove di illecito a mio carico, ribadisce con forza oggi. E allora, perché ricorrere all' articolo 6? "Recita che la classifica deve essere ottenuta in modo corretto. A noi non hanno contestato di aver falsato risultati: e allora senza alterare quelli, come si può alterare la classifica?". Ma la rabbia di Moggi raggiunge il culmine quando cita i personaggi che, secondo lui, sono stati pienamente coinvolti nell' affossamento della Juventus e dei suoi dirigenti. Il primo è Roberto Mancini: "Se ha parlato tanto e in quel modo, è perché sapeva già prima delle intercettazioni". Così come Gianni Petrucci sapeva che Guido Rossi era stato consigliere dell' Inter e "non doveva nominarlo commissario della Figc". Ma c' è di più: Rossi era all' Inter quando scoppiò il caso dei passaporti falsi, quando anche Franco Baldini, "quello che adesso fa il moralizzatore", fu squalificato per un anno. E' ancora Moggi a ricordarlo, dopo aver risposto a Moratti, che avrebbe negato di avere sottoscritto tempo fa un accordo con lui: "Chiedete a lui di tirarlo fuori, io ce l' ho. Lo farò dopo Moratti, se occorrerà". All' Inter, Moggi riserva sarcasmo a go-go: "E' stata una bella soddisfazione lo scudetto a tavolino, è lo scudetto degli onesti. Ma è onesto chi fa giocare Recoba con un passaporto falso? Lo scudetto lo abbiamo vinto noi, nessuno può contestarlo, perché non sono state provate alterazioni dei risultati delle partite 2004-2005. Se volevano togliercelo, piuttosto avrebbero dovuto darlo alla Roma di giovani". Ma Moggi sospetta anche più o meno velatamente che dietro alle intercettazioni ci siano interessi legati a Marco Tronchetti Provera: "Ho pensato a qualcosa dopo le dichiarazioni di Facchetti e Mancini. Ma ci vogliono le prove, così come ci volevano per condannarci. E' invece non ci sono. In Italia c' è un garante della privacy che ha un lavoro difficile perché si sa che c' è spionaggio industriale. Ma il cittadino deve essere difeso, è un suo diritto. Se ci fossero state schede telefoniche extraterrestri, sarebbero state controllate anche quelle". L' ex dg bianconero è tornato a parlare di arbitri, ribadendo che la sua intenzione era solo quella di averne di capaci e non di controllarli: "Hanno detto che sapevo prima le designazioni degli assistenti. Ma bastava telefonare alla segreteria della Can e si poteva sapere in modo legale un quarto d' ora prima che arrivassero i fax ai club. De Santis prima di annullare il gol di Cannavaro in Juve-Parma del 2001, aveva concesso un angolo che non c' era. Quando il Milan, due anni fa andò a Firenze con tre diffidati, Pirlo, Kakà e Sedoorf, non furono sanzionati nonostante una partita molto dura e la domenica successiva affrontò al completo noi che eravamo senza Ibrahimovic. E allora? Dov' è il condizionamento?". Ma il Moggi attuale è più che mai battagliero anche sul futuro: non ci sta a fare la vittima sacrificale e decide di togliersi la soddisfazione di raccontare come funzionava il mondo del calcio. A mò di esempio cita il procuratore Claudio Pasqualin: "Quando ci portò Montero, mi disse: non dirgli che prendo la provvigione da voi, così posso prenderla da lui. Il suo assistito Guidolin un giorno disse che con lui aveva migliorato solo le sue prestazioni da ciclista. E' un incapace e per questo teme che io torni in pista. Ma d' altronde questo è un mondo in cui parlano tutti, anche Pieroni". Alla Juventus, si intuisce, é ancora molto legato emotivamente: "L' avvocato Zaccone intendeva dire che la B sarebbe stata giusta solo se ci fosse stato un trattamento equo, non certo che riteneva giusta la sentenza. Sul caso-Reggina il magistrato ha detto che non esiste un sistema Moggi, ma che ognuno fa per sé. E allora, perché al presidente Foti è stato contestato solo l' articolo 1 e non il 6?". E chiude con una sinistra profezia: "Con questi dirigenti stiamo rovinando il calcio italiano".
Brescia e Treviso contro la Corte Federale “Viola le norme” 25/08 Dura presa di posizione da parte dei legali di Treviso e
Brescia. Gli avvocati Francesco Stilo e Bruno Catalanotti, che avevano
presentato istanza di ricusazione della Corte Federale, hanno commentato
con durezza il mancato accoglimento dell'istanza. In un lungo comunicato
stampa pubblicato dal sito internet del Treviso, i legali scrivono:
"Dopo l'odierna decisione, non ci sono piu' dubbi: la Corte
Federale nella sua attuale composizione non intende conformare i
suoi provvedimenti alle norme vigenti. Gia' nella decisione del
4 agosto aveva violato in modo gravissimo l'articolo 6 del Codice
di Giustizia Sportiva sull'illecito sportivo, dandone un'interpretazione
"nuova", che ha modificato e mortificato una linea giurisprudenziale
trentennale, alla cui stregua sono state in passato inflitte severe
sanzioni. Oggi, la Corte si e' superata, giudicando su una istanza
di ricusazione rivolta contro tutti i suoi componenti cosi' offendendo
un principio di civilta' giuridica da tutti condiviso, secondo il
quale sulla ricusazione non puo' decidere il giudice ricusato. La
Corte avrebbe dovuto rinviare gli atti al Commissario Straordinario,
il solo in grado nell'attuale momento nella vita' della FIGC di
pronunciarsi sul legittimo rifiuto di Brescia e Treviso di farsi
giudicare da chi si era gia' pronunciato sullo stesso tema processuale".
"La Corte, invece - continua la nota -, ha scelto una giustizia
domestica: si e' data ragione da sola! Brescia e Treviso rifiutano
di confrontarsi con simili giudici e per questo non sono interessate
alle motivazioni della loro decisione. Solo per fornire all'opinione
pubblica una corretta informazione, si ritiene utile precisare che
Brescia e Treviso, ammesse senza problemi di sorta sia dalla CAF
che dalla Corte nel procedimento contro Juventus, Lazio, Fiorentina
e Milan, sorprendentemente non erano state invece autorizzate a
partecipare al procedimento contro la Reggina. Ciononostante, in
forza dell'articolo 37 comma 7^ del Codice di Giustizia Sportiva
secondo il quale le societa' escluse in primo grado possono presentare
appello e partecipare al secondo grado, Brescia e Treviso hanno
proposto tempestiva impugnazione e sono state convocate ritualmente
dalla Corte Federale a partecipare all'odierno dibattimento. I giudici
della Corte > che non avevano titolo per decidere, come si e'
detto > escludendo dopo averle ammesse Brescia e Treviso hanno
comunque deciso male, mossi verosimilmente dal risentimento verso
chi li aveva ricusati". Del Piero difende il ricorso e accusa Capello 25/08 Il volto della nuova Juventus ha lo stesso sorriso degli
ultimi dodici anni: quello di Alessandro Del Piero. A 31 anni suonati,
il numero dieci bianconero è sempre più il simbolo
bianconero. Non solo in campo, come conferma il gol lampo dell'altra
sera in Coppa Italia, ma anche fuori, dove affronta con disinvoltura
qualuque argomento. Dalla vicenda calciopoli, di cui parla per difendere
la decisione della sua società di ricorrere al Tar, al controverso
rapporto con l' ex tecnico Fabio Capello: "Qui nessuno lo rimpiange".
In mezzora di conferenza stampa, il campione juventino distribuisce
carezze e schiaffi senza mai scomporsi. Le prime sono per la sua
Juve, l' amore per cui ha accettato di restare a Torino anche nelle
incertezze di questa estate. "Una decisione coraggiosa - ammette
- come quella di Buffon, Nedved, Trezeguet e gli altri che hanno
accettato di restare". I motivi di questa scelta di vita sono
più d' uno: "Prima di tutto - spiega - per continuare
a far parte di una società gloriosa, poi perché sto
bene a Torino ed ho un legame speciale con i tifosi. Ed anche perché
mi sento molto vicino ad Andrea Agnelli e a John e Lapo Elkann.
Il nostro rapporto negli ultimi mesi è cresciuto molto e
sapere che il loro progetto è quello di creare una nuova
identità con me come punto di riferimento è davvero
gratificante". E pensare che neanche un paio di mesi fa, quando
non era ancora campione del mondo, stava pensando di cambiare aria.
"C' era una situazione - rivela il numero dieci bianconero
- che mi portava lontano da Torino, molto probabilmente all' estero
perché dopo una carriera come la mia alla Juventus finire
in un' altra squadra italiana non avrebbe senso". E invece
è stata proprio quella "situazione", come la definisce
del Piero, a volare via, con destinazione Madrid. "Sì,
è vero, quella situazione è andata in Spagna",
confessa togliendosi qualche sassolino dalle scarpe. "Il rapporto
professionale con Capello - dice senza mezzi termini - non era soddisfacente
sotto molti punti di vista. Rimanere con lui sarebbe stato molto
difficile, me ne sarei andato all' estero". Il problema con
il suo ex tecnico, "non era soltanto per come mi utilizzava
- continua - ma anche nella gestione del gruppo. Una squadra è
fatta anche di entusiasmo, di piacere di stare assieme, di gruppo,
non è solo una macchina per vincere". Cosa che, per
altro, alla Vecchia Signora è riuscita solo a metà:
"Lo scorso anno abbiamo strappato uno scudetto, é vero
- è l' opinione di Del Piero - ma siamo usciti molto presto
dalla Champions. E se il Werder Brema avesse avuto un portiere vero,
forse lo avremmo fatto ancora prima. Comunque - fa notare - per
come lavoravamo lo scorso anno ce lo siamo meritato". Acqua
passata ormai, "e il fatto che nessuno rimpianga Capello -
chiosa il campione del mondo - la dice lunga su quelli che sono
stati questi due anni con lui". Niente a che vedere con l'
ambiente che Deschamps, pur fra mille difficoltà, sta creando.
"L' ho sempre stimato - dice del suo nuovo tecnico - e mi sembra
che le premesse per far bene ci siano tutte. L' inizio non poteva
essere migliore. Speriamo solo che tutto quello che ci sta capitando
finisca al più presto perché anche noi, come i tifosi,
non vediamo l' ora di vedere il calcio giocato". Prima, però,
bisogna ancora vedere come andrà a finire il ricorso al Tar
per riavere la serie A: "Quello che sta facendo la società
è giusto - sottolinea Del Piero - era un passaggio obbligatorio
per la disparità di giudizio che c' è stata. Il trattamento
deve essere uguale per tutti, non si può dare una sentenza
e poi confermarla in appello solo per la Juve. Mi sembra che sia
stata fatta un po' di confusione". Tanto più che l'
ultimo scudetto "é figlio di quello che si è
visto sul campo - afferma orgoglioso - dove abbiamo dimostrato di
essere più forti". Tutto il resto lo fa soltanto "sorridere".
Compresi i festeggiamenti degli interisti per lo scudetto vinto
a tavolino. I legali della Juve: “Ma Della Valle non è peggio di Moggi?” La situazione di Diego Della Valle, presidente onorario della Fiorentina,
non è peggiore da quella di Luciano Moggi? E allora perché
i viola, alla fine del processo "Calciopoli", hanno ottenuto
una pena più lieve di quella della Juventus? Sono gli interrogativi
contenuti nel ricorso al Tar del Lazio presentato dalla società
bianconera. Gli avvocati della Signora, nell' affermare che la condanna
alla serie B (con 17 punti di penalizzazione) è eccessiva,
hanno preso come esempio il trattamento riservato dai giudici sportivi
alla Fiorentina, condannata solo per responsabilità oggettiva
perché, come scrivono gli avvocati, Della Valle "non
ha la rappresentanza legale della società". "Una
decisione - aggiungono - della quale ci rallegriamo, ma che è
fondata sulla forma; ci domandiamo se, per chi conosce la tematica
dell' amministratore di fatto, non sia questa (riferita alla posizione
del maggiore azionista viola - ndr) una situazione assai peggiore
e diversa da quella ritenuta per Moggi". L' allora direttore
generale della Juventus, all' epoca dei fatti, secondo lo staff
legale bianconero "non aveva alcun mandato a rappresentare
la società" e "spesso agiva come commerciante in
proprio, direttamente o indirettamente tramite la Gea". Per
questo motivo - è la conclusione - la Juventus non può
rispondere a titolo di responsabilità diretta, esattamente
come é stato ritenuto per la Fiorentina. Una delle 61 pagine
del ricorso è dedicata a smentire il presunto "patteggiamento"
di cui si sarebbe reso protagonista l' avvocato Cesare Zaccone nel
corso di un' udienza. La Corte Federale, infatti, ha motivato i
17 punti di penalizzazione dicendo che sono "molto prossimi
alla dichiarazione di congruità della pena resa esplicita
in primo grado dal difensore della società su espressa sollecitazione
del presidente del collegio". "Evidentemente - scrivono
gli avvocati - la Corte non solo non conosce la inesistenza del
patteggiamento nel giudizio sportivo, e ancor meno le cautele che
una dichiarazione di pena concordata richiede; ma non considera
il momento processuale nel quale intervenne quel dialogo, del tutto
informale, fra il presidente del collegio e il difensore".
L' episodio, infatti, viene interpretato dai legali bianconeri in
termini assai diversi: a una sollecitazione del giudice, "la
risposta fu che la pena avrebbe dovuto rispettare un identico trattamento
a quello riservato alle altre squadre deferite, per le quali era
stata richiesta dal procuratore federale la retrocessione in serie
B". I legali della Juve precisano “Limitati a quantificare il danno” 25/08 La Juventus non ha chiesto 130 milioni di danni alla Figc,
ma, nel suo ricorso al Tar contro le sentenze di calciopoli, si
è limitata a calcolare il danno derivante da una sanzione
ritenuta eccessiva: la retrocessione in serie B. La precisazione
arriva dallo staff legale della società bianconera. "Quel
dato - spiega l' avvocato Riccardo Montanaro - serve per far capire
l' entità del danno che patiremmo da questa operazione".
"E' da tenere presente - aggiunge - che persino se dovessimo
mantenere il diritto all' iscrizione al prossimo campionato di serie
A, cosa di cui siamo convinti, perderemmo l' equivalente di quasi
140 miliardi di lire". La Juventus, precisa ancora l' amministrativista,
si è comunque riservata di chiedere un risarcimento "per
eccesso di sanzione", perché così viene considerato,
in casa bianconera, il declassamento fra i cadetti. Successivamente
la stessa società bianconera ha diffuso un comunicato ufficiale
per precisare di "non aver quantificato, allo stato, alcuna
domanda di risarcimento all' indirizzo della Federcalcio o di altri
organismi federali". La Juventus ribadisce di "aver presentato
istanza di sospensiva cautelare al Tar del Lazio allo scopo di evitare
che ai danni già subiti fino ad ora si possano sommare le
pesantissime conseguenze di una eventuale retrocessione in serie
B". La società "riafferma - conclude la nota -
la propria volontà di collaborare con gli organi federali
impegnati nell' opera di rinnovamento del calcio italiano e auspica,
nell' interesse di tutti, che vengano individuate modalità
di penalizzazione in linea con il principio di equità". Nel caso Treviso entrano Lazio e Fiorentina come terze interessate 25/08 Lazio e Fiorentina sono state ammesse come terze interessate
all'udienza di conciliazione del Treviso. Scadeva infatti oggi il
termine per presentare le domande delle società terze nelle
conciliazioni previste per il 29 agosto prossimo: in calendario
nella camera del Coni i ricorsi di Fiorentina, Milan e Treviso appunto.
Il club biancoceleste che ha fallito la sua conciliazione con la
Figc mercoledì scorso ha fatto istanza come terza interessata,
così come i viola che nello stesso giorno, il 29 agosto,
tenteranno la conciliazione per rivedere le sentenze di secondo
grado di calciopoli. Il presidente della Camera di conciliazione
del Coni, il prof. Ronzani, ha autorizzato gli interventi e pertanto
Lazio e Fiorentina "sono invitate a prendere parte all'incontro
che si terrà martedì alle 15,30 davanti al conciliatore,
il prof. Francesco Tufarelli". Intanto è stata fissata
la data dell'udienza dell'ex addetto agli arbitri del Milan, Leonardo
Meani: la conciliazione si terrà il 18 settembre alle ore
11 davanti al conciliatore, l'avvocato Carlo Guglielmo Izzo. Spalletti “Un dramma lo slittamento della stagione” 25/08 "Se dovessero slittare i campionati si creerebbero dei
problemi". E' una sorte di invito a rispettare gli interessi
generali quello che fa Luciano Spalletti. La Juventus ha presentato
ricorso al Tar e l'ipotesi che l'inizio del campionato italiano
possa ulteriormente subire uno slittamento è concreta. Spalletti
spera non sarà così. "Ci sono delle programmazioni
fatte da altre società che verrebbero penalizzate. La federazione
non può rimanere prigioniera dopo tutti i gradi di giudizio
che ci sono stati. Per tutelare una società si rischia di
danneggiare le altre. Ma io ho fiducia nella nostra federazione
e in tutti i cambiamenti che vorrà apportare". Il Poggibonsi ammesso in C2 25/08 La Corte federale ha stabilito oggi che in C2 al posto dello
Spoleto neo promosso dalla serie D, ma escluso successivamente per
carenza di documentazioni, giocherà il Poggibonsi, altra
società di serie D, indicata dal comitato interregionale.
Contro l'inserimento di una società di serie D si era opposto
il Castel San Pietro retrocesso dall'ultimo campionato di C2. La
questione era stata sollevata presso la corte federale che ha deciso
a favore del Poggibonsi. La FIGC esamina gli esposti per valutare eventuali illeciti 25/08 Una valanga di esposti e denunce da tifosi, associazioni
di tifosi e soggetti di ogni tipo. La Federcalcio vuole vederci
chiaro ed e' per questo che ha dato mandato al proprio penalista
di fiducia, l'avvocato Tito Lucrezia Milella, di "esaminare
una serie di esposti, denunce, ricorsi presentati a vario titolo
alla Federazione e/o ad organi di giustizia sportivi e non da societa',
tesserati, tifosi o simpatizzanti. Cio' affinche' valuti - si legge
in una nota della Federcalcio - se i contenuti di tali iniziative,
prima face pretestuosi, integrino ipotesi di illeciti in quanto
finalizzati a determinare impedimenti e/o turbative nell'attivita'
di rilievo pubblicistico della Federazione". Dalle urne della Uefa messo male il Palermo 25/08 Esordio di fuoco per il Palermo in Coppa Uefa, con sfida
all'Upton Park contro i "martelli" del West Ham, squadra
londinese che in attacco ha un Bobby Zamora già capocannoniere
con tre gol in questo scorcio di Premier League. Meglio dei rosanero
è andato il Chievo, anche se lo Sporting Braga può
contare su una vecchia volpe, Joao Pinto. Addirittura sconosciute
le avversarie di Parma (i russi del Rubin Kazan) e dell'esordiente
Livorno (gli austriaci del Pasching). A Montecarlo, le quattro italiane
si erano presentate al meglio: tutte teste di serie, anche Palermo
e Livorno, grazie al coefficiente "nazionale" (sono italiane,
il punteggio cresce). Il Palermo è stato particolarmente
sfortunato, pescando forse la squadra più forte fra le 40
"non teste di serie", piegata dal Liverpool soltanto ai
rigori nella finale di Coppa d'Inghilterra disputata nel maggio
scorso. Gli Hammers londinesi hanno cominciato il campionato alla
grande, quattro punti dopo due partite e Zamora irrefrenabile. Il
centravanti, 25 anni, dopo aver fallito al Tottenham, sembra sulla
strada giusta per affermarsi come uno dei migliori attaccanti inglesi.
Ha un grande fiuto del gol e "vede" la porta da ogni posizione.
Sembra crescere di partita in partita all'ombra di un compagno "anziano"
che ha molto da insegnarli, il 51 volte nazionale Teddy Sheringham.
Dietro Zamora, spicca un elemento del vivaio, Anton Ferdinand, difensore
fratello del più celebre Rio. Per Guidolin, c'é almeno
la consolazione di giocare il ritorno al 'Barbera'. Il Chievo, dopo
il brutale impatto europeo con il Levski Sofia, e il sogno sfumato
della Champions, dovrà continuare a rimanere all'erta nonostante
lo Sporting Braga abbia curriculum europeo modesto e nome non altisonante.
E' di fatto diventata la terza squadra del Portogallo dopo Benfica,
Sporting e Porto, l'anno scorso ha battuto in campionato entrambe
e ha messo in mostra un gioco che tiene fede al soprannome di 'Mio
Arsenal' che diede alla squadra un suo allenatore negli anni Trenta,
José Szabo, di ritorno da una sfida ad Highbury. In quell'occasione,
fra l'altro, Szabo riuscì a far assumere ai suoi - soprannominati
da allora "arsenalistas" i colori della squadra londinese,
bianco e rosso, al posto del tradizionale verde. La stella si chiama
Andres Madrid, argentino, centrocampista offensivo di 24 anni che
fa gola a molte grandi europee, ma il vecchio Joao Pinto, 36 anni,
probabilmente alla sua ultima stagione da calciatore, è il
leader. Pochi eletti conoscevano il Rubin Kazan, avversario russo
praticamente sconosciuto del Parma. All'andata si dovrà viaggiare
per 800 km a est di Mosca per arrivare nella capitale tatara (la
regione è il Tatarstan). Il Kazan, che non giocava nel campionato
sovietico, è emerso in quello russo appena tre anni fa, classificandosi
subito ai primi posti. Quest'anno è settimo in classifica,
a una decina di punti dal CSKA Mosca. Esordiente contro esordiente
in Livorno-Pasching, due novità in Europa. Gli austriaci,
in campionato, hanno bloccato sull'1-1 il Salisburgo di Trapattoni
e Matthaeus. L'anno scorso il Pasching, un sobborgo di Linz con
squadra di proprietà di un fondo di investimenti con sede
nel Principato di Monaco, è arrivato terzo in campionato.
Detiene il record di promozioni consecutive in Austria: quattro,
dalla serie D alla A. Gli accoppiamenti della UEFA per le italiane 25/08 Questi gli accoppiamenti e il calendario delle quattro italiane
impegnate nel primo turno ad eliminazione diretta della Coppa Uefa: Orari e arbitri del terzo turno di Coppa Italia 25/08 La Figc ha reso noti gli orari e le terne arbitrali designate
per il terzo turno eliminatorio della Coppa Italia in programma
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