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Sport
Il calcio nel caos

 

Il Commissario Rossi continua nel suo mandato. Assegnato lo scudetto all’Inter

26/07 Il commissario straordinario della Figc, Guido Rossi, incassa a denti stretti i verdetti alleggeriti della Corte federale su calciopoli e va avanti, almeno fino a scadenza di mandato: niente dimissioni, come qualcuno aveva ipotizzato alla luce di quelle sentenze troppo distanti dall'affresco dipinto da Francesco Saverio Borrelli dopo la maratona di interrogatori, e anche dallo scenario di "illeciti gravissimi" che lo stesso Rossi aveva evidenziato parlando della crisi del pallone alla commissione cultura della Camera. E il day-after del processo lo vedeva come il grande sconfitto, pronto a farsi da parte: e invece non sarà così, perché il professore, attaccato da più fronti, ha invece ricevuto il sostegno soprattutto delle cariche politiche. Insomma diversi rappresentanti del governo, prima tra tutte il ministro allo sport Giovanna Melandri, hanno espresso il pieno sostegno al commissario chiamato a gestire una situazione di grave crisi e che non può lasciare proprio ora. "Solo pettegolezzi - ha tagliato corto al Melandri - Rossi ha un compito importante. Bisogna andare avanti e riscrivere le regole. Questo compito spetta al commissario". Insomma il professore non è solo nella sua missione quasi impossibile e anche per telefono gli è stato fatto sentire tutto l'appoggio: con il Coni nessun contatto, a parte la telefonata di lunedì scorso dopo la nomina di Pierluigi Casiraghi a tecnico dell'Under 21. Di certo la prossima giunta esecutiva, fissata per il primo agosto, facendo il punto sulle federazione, non trascurerà quella sulla carta più importante di tutti, la Figc e la gestione commissariale di Rossi. E Rossi, all'indomani delle sentenze che forse si aspettava ma che certo non ha gradito, si è presentato a Via Allegri per una intensa giornata di lavoro: prima l'incontro con il vicecommissario Demetrio Albertini per parlare di calcio giocato e della nuova gestione delle nazionali giovani, con l'arrivo di Casiraghi e Zola, poi il via libera ufficiale per assegnare lo scudetto del 2006 all'Inter. Il commissario ha infatti recepito il parere dei saggi (Gerhard Aigner, Massimo Coccia e Roberto Pardolesi incaricati per dirimere la questione) che hanno indicato chiaramente come nel caso specifico il titolo vada assegnato alla squadra che risulta prima in classifica, tenuto conto delle sanzioni. I nerazzurri di Massimo Moratti, che festeggiano senza festa, il 14/o titolo della loro storia. Resta invece vacante quello revocato alla Juventus nella stagione finita sotto inchiesta. Insomma, il professore non molla: si è impegnato a rifondare il calcio e con la riscrittura delle regole lo farà. Gli ostacoli non mancheranno, ma Rossi va avanti comunque.

Sandro Mazzola “Uno scudetto non paragonabile ai miei”. Donadoni "Contento per l'Inter". Mancini "Lo scudetto degli onesti". Facchetti "Scudetto della correttezza"

26/07 "Mi sembrava normale che lo scudetto finisse nelle mani dell'Inter: la prima e la seconda della classifica sono state retrocesse e i nerazzurri sono rimasti al comando. Non credo ci sia da meravigliarsi". Così Sandro Mazzola, bandiera dell'Inter di Helenio Herrera e della Nazionale di Ferruccio Valcareggi (storica la sua staffetta a 'Messico '70' con il rivale milanista Gianni Rivera), commenta l'assegnazione all'Inter dello scudetto 2005/06. "Decisione giusta? Cosa dire: oggi c'é una classifica e l'Inter si trova al primo posto - aggiunge Mazzola - Nessun dubbio, dunque, sull'assegnazione del titolo. Questo scudetto non è paragonabile a quelli che conquistai io in nerazzurro, erano scudetti diversi e stagioni diverse quelle. Erano altri tempi, adesso è successo quello che è successo. C'é una classifica, normale quindi che il premio finale sia andato all'Inter". Mazzola invita i tifosi di fede nerazzurra a essere doppiamente soddisfatti. "Per lo scudetto - aggiunge - e soprattutto perché l'Inter non è coinvolta in determinate situazioni". "Questo scudetto - conclude l'ex capitano della 'Beneamata', che torna sul trono d'Italia a distanza di diciassette anni - non è come quello che vinci sul campo, è chiaro, però se la legge è questa, mi sembra giusto che a esultare sia proprio l'Inter. Da qualche giorno leggo la classifica e vedo l'Inter in testa".
"Prendiamo atto dell'assegnazione fatta. C'erano le motivazioni. Sono contento per l'Inter". Così il neo commissario tecnico della Nazionale, Roberto Donadoni, ai microfoni di Rai 1 nel corso dell'intervallo della partita amichevole Inter-Monaco a Bolzano, risponde ad una domanda sull'assegnazione dello scudetto 2005-06 ai nerazzurri. A proposito di Francesco Totti, intenzionato a lasciare la Nazionale, Donadoni ha aggiunto: "Non ho parlato con Totti".
"E' uno scudetto meritato e lo cuciamo al petto perché è giusto così, è il giusto premio per gli onesti", questo il commento a caldo di Roberto Mancini, prima del test amichevole contro il Monaco allo stadio 'Druso' di Bolzano, sull'acquisizione automatica da parte dell'Inter del titolo di Campione d'Italia 2005-2006. Lo si legge sul sito internet della squadra interista. "Festeggiare in campo sappiamo tutti che è un'altra cosa - ha aggiunto il tecnico nerazzurro -, ma questo scudetto deve essere una motivazione in più per la prossima stagione"
"Questo è lo scudetto della correttezza e del rispetto delle regole". Così, dopo una lunga telefonata con Massimo Moratti, Giacinto Facchetti ha commentato, in una dichiarazione diffusa in serata dal sito della società nerazzurra, l'assegnazione automatica all'Inter del titolo di campione d'Italia 2005-2006. "Uno scudetto - ha aggiunto il presidente dell'Inter - ottenuto da una squadra che ha dimostrato di avere forza tecnica e spirito importanti. E' uno scudetto che arriva nel momento in cui il calcio italiano ha deciso di mettere al centro di tutto la questione etica. Per questo motivo è uno scudetto che ha un doppio significato".

A Reggio il Consiglio comunale discute della Reggina

26/07 Seduta straordinaria per il Consiglio Comunale di Reggio chiamato a discutere su un unico argomento: "Reggina Calcio patrimonio cittadino - iniziative a tutela". Una riunione convocata dal presidente dell'assemblea Aurelio Chizzoniti, che ha anche fatto sua una richiesta del sindaco della città Giuseppe Scopelliti alla luce del presunto coinvolgimento nella vicenda-calciopoli della società amaranto, il cui presidente Lillo Foti è stato destinatario di un avviso di garanzia da parte della Procura di Napoli. Alla seduta partecipa anche il capo-gabinetto dell'Amministrazione Provinciale Maurizio Condipodero in rappresenta del presidente Giuseppe Morabito assente per impegni istituzionali. In apertura dei lavori il presidente Chizzoniti ha letto in aula una lettera inviata dal coordinatore del movimento Diritti Civili Franco Corbelli, invitato a partecipare ma impossibilitato perché impegnato in altra sede, il quale ha espresso: "vicinanza e solidarietà alla squadra e alla città di Reggio in questa battaglia di giustizia giusta. Reggio e la Reggina meritano rispetto per la loro lunga, prestigiosa storia e non possono certo subire nuovi torti e nuove ingiustizie sportive come già avvenne nel campionato 2000-2001 culminato con un immeritata retrocessione. E come personalmente ho denunciato su tutta la stampa italiana e anche alla magistratura". Chizzoniti ha poi ricordato i motivi che lo hanno indotto, di concerto con il sindaco Scopelliti, a convocare una seduta ad hoc per discutere sulla situazione della Reggina, premettendo che "c'é in tutti rispetto per le iniziative della Magistratura ma c'é anche la doverosa volontà di tutelare gli interessi della città". Il Presidente dell'Assemblea ha quindi fatto notare come "sia da approfondire e da chiarire la sequenza cronologica della trasmissione degli atti da parte della Magistratura Ordinaria a quella Federale e la notifica mediatica al presidente Foti, avvenuta con alcuni giorni di anticipo. Appare poi opportuno, corretto e doveroso - ha proseguito Chizzoniti - che l'Assise assembleare si occupi della difesa delle regioni del club calcistico reggino, sul versante prettamente istituzionale anche alla luce di quanto fatto dalle Amministrazioni Locali di Bologna in ordine alla iniziative tese a sostenere presunte responsabilità della Reggina Calcio la cui retrocessione consentirebbe il ripescaggio della società emiliana". In apertura di dibattito è intervenuto il consigliere Paolo Gatto il quale, dopo aver effettuato un excursus della storia della Reggina che segue ormai da oltre trent'anni, anche in qualità di primo presidente del club Boys, ha criticato gli organi di stampa nazionali poiché "ci attaccano giornalmente". Quindi, ha chiesto che "in quelle poche righe che ci concedono scrivano della nostra estraneità alla vicenda". In conclusione, Gatto ha preannunciato che "protesteremo con tutti i club dislocati in tutta Italia avviando un'opera di volantinaggio, perché la Reggina è un patrimonio di tutti e va difesa e tutelata". A seguire l'intervento di Demetrio Pellicanò, il quale si è soffermato sul "processo mediatico senza precedenti che ha riguardato la vicenda calciopoli". Ma anche sul senso dello sport nel calcio che nel corso degli ultimi anni si è modificato a detrimento dei valori più puri per trasformarsi in un business. "La Reggina - ha detto ancora Pellicanò - è un patrimonio della città della Calabria del Sud. E' l'immagine più bella più vera che abbiamo esportato in questi anni. Non basta una telefonata, con la quale non si chiedono favori, ma rispetto, considerazione, per infangare una città che vuole risorgere e che ha affidato anche alla Reggina le sue speranze di rinascita". Teorie sostenute anche dal consigliere Antonino Nicolò, il quale ha rimarcato che "la nostra squadra deve essere difesa ed anche se la giustizia sembra ancora una volta aver fallito, mi auguro comunque che si possa fare pulizia nel mondo del calcio combattendo le strumentalizzazioni". Dopo l'intervento di Nicolo', e' stato Enzo Sidari, consigliere delegato del sindaco Giuseppe Scopelliti ai settori Turismo e Spettacolo ad esternare la sue considerazioni riguardo le vicende della Reggina, e esprimere ottimismo in merito: ''Mi auguro che il prossimo campionato tiferemo ancora per la nostra squadra in serie A'', ha infatti concluso. ''Il consiglio comunale ¿ ha poi evidenziato Francesco Gangemi - dovra' essere presente sino a quando al vicenda sara' conclusa, si spera, naturalmente nei migliore dei modi. Auspico anche un coinvolgimento dei sindaci delle altre province reggine, perche' la squadra amaranto rappresenta un patrimonio comune''. E' stato dunque il consigliere d'opposizione Massimo Canale ad intervenire sottolineando, ''colpito dalla campagna diffamatoria nei confronti della Reggina'', come sia ''fondamentale difendere la compagine amaranto, il suo valore simbolico'', ma evidenziando altresi' il suo disappunto in merito ad alcuni passaggi dell'ordine del giorno. ''Una discussione importante ¿ ha precisato poi Paolo Arillotta - che riguarda una realta' significativa di una Citta' che vuole crescere. Mi auguro che la seduta si concluda con un documento unitario''. Il concetto di condivisione chiave di lettura anche dell'intervento di Maurizio Condipodero, Capo Gabinetto dell'Amministrazione Provinciale, invitata a partecipare all'odierna assemblea. ''Aldila' delle indagini e delle sentenze che seguiranno - ha dichiarato - e' evidente la campagna denigratoria condotta nei confronti della squadra e della Citta'. Questo Consiglio Comunale dovra' produrre un documento unanime finalizzato a tutelare il nome della Reggina come simbolo di Reggio Calabria''. ''Per quanto mi riguarda ¿ ha detto il sindaco Giuseppe Scopelliti ¿ la Reggina si discute senza 'ma' e senza 'se'. In una situazione del genere bisogna imparare a far quadrato: oggi dobbiamo testimoniare la nostra presenza, la nostra vicinanza ferma e convinta alla squadra amaranto. In altre parole il senso della convocazione del Civico Consesso. E' importante approvare un documento unitario, e credo che i due ordini del giorno presentati possano trovare sintesi e condivisione. Un'indagine vedeva un'ipotesi di coinvolgimento della Reggina, condizione dalla quale poi la squadra e' risultata estranea, salvo che essere coinvolta di nuovo da un'altra procura sugli stessi temi e con la stampa che in anticipo ha annunciato il deferimento: questi sono i dati che devono destare preoccupazione. La Reggina va difesa, siamo contro i processi mediatici e la squadra, quale patrimonio di tutti, va tutela anche dall'Amministrazione Comunale in tutte le sue espressioni e quindi, in primis, il Consiglio Comunale. Venerdi' sera (cioe' la giornata in cui allo stadio si terra' la manifestazione dei club organizzati) sara' un momento di festa che deve registrare la partecipazione di tutti; un momento che dara' dimostrazione di civilta', al quale anch'io saro' presente. Dobbiamo far sentire anche alla squadra in ritiro la nostra fiducia ed il nostro supporto. Reggio Calabria e' una citta' che sta crescendo e la reggina fa parte di questo percorso''. Dopo il sindaco ha preso la parola Nuccio Barilla', il quale prima di illustrare l'ulteriore ordine del giorno, ha parlato di un ''consiglio comunale doveroso, a fronte di un'aggressione mediatica alimentata ad arte''. Il consiglio comunale e' andato avanti con l'intervento del consigliere La Face: ''Credo nella tempestivita' di questo Consiglio - sono state le parole del Consigliere - si devono difendere la sportivita' ed il ruolo rappresentato dalla Reggina nel mondo del calcio. Partecipero' alla manifestazione della tifoseria organizzata''. Giovanni Pensabene ha riconosciuto il valore dello sport come fenomeno incredibile che unisce tutto il mondo ed ha sottolineato l'importanza della nostra squadra di calcio, ormai unica nella massima serie e veicolo di immagine per Reggio Calabria. Per il consigliere Cutuli tutto cio' che sta accadendo ''Costituisce un oltraggio per la squadra, la citta', la provincia ed anche per la regione''. Successivamente e' intervenuto l'assessore allo sport Giuseppe Agliano: ''Il Consiglio comunale si sta distinguendo in questo momento di difficolta' ¿ ha affermato Agliano - bene ha fatto il Sindaco a puntare il dito su questa condizione mediatica che ha investito la citta'. Accogliamo l'invito della tifoseria a partecipare per testimoniare una fede ed una passione ad una squadra che ha portato il nome di Reggio alla ribalta''. Cosi' Gesuele Vilasi: ''Esprimo solidarieta' al presidente Foti per l'avviso di garanzia ricevuto non solo perche' sono perplesso ma anche per il modo in cui vengono pubblicizzati determinati atti. La citta' la Societa' e la Regione meritano la serie A''.

Chiesta l’esclusione del Milan dalla Champions

26/07 L'ammissione del Milan e degli altri club italiani alle coppe europee deve essere ancora formalizzata e il fatto che si riunisca domani una commissione apposita, secondo quanto afferma un portavoce dell'Uefa, non è un fatto usuale. Il rappresentante del massimo organo calcistico europeo non lo dice esplicitamente, ma lascia intendere che non tutto è scontato. La commissione d'emergenza dell'Uefa, presieduta dal presidente Johansson, si riunirà infatti domani mattina per dare il suo placet all'iscrizione dei club ammessi alle competizioni europee. "Non è usuale per la commissione d'emergenza riunirsi per decidere sugli accessi dei club - ha voluto sottolineare il portavoce dell'Uefa - L'incontro è stato convocato per esaminare tutti gli ingressi dei club ed in particolare l'ammissione dei club italiani". Con l'introduzione del sistema delle licenze Uefa l'ammissione dei club alle coppe europee non è legata solo alla posizione raggiunta nel campionato nazionale. "I club devono essere solidi anche dal punto di vista etico e l'ultima parola sull'ammissione dipende proprio dall'Uefa - ha aggiunto il portavoce - Le società che hanno gettato discredito sul mondo del calcio, o sono coinvolte in attività illecite, non necessariamente giocheranno nelle coppe, anche se la classifica del loro campionato li ammette di diritto. Le coppe europee per club sono competizioni Uefa e le regole le stabilisce quest'istituzione". Una decisione definitiva, dunque, sarà presa domani mattina da questa commissione Uefa di cui faranno parte non solo il presidente della Uefa Lennart Johansson, ma anche il vicepresidente turco Senes Erzik, l'olandese Jeu Sprengers e un altro membro del comitato esecutivo.
La presenza del Milan ai prossimi preliminari di Champions League ha provocato l'ira di Gervais Martel, presidente del Lens e dell'unione dei club professionistici francesi, che ha fatto richiesta all'Uefa per "escludere il Milan" dal terzo turno dei preliminari di Champions League. Secondo Martel non si può ignorare quanto dimostrato dal processo su calciopoli: "L'ultimo processo ha dimostrato che il campionato italiano è stato truccato - ha spiegato Martel - ma con un colpo di bacchetta magica il verdetto della Corte Federale ha deciso di penalizzare il Milan permettendogli però di partecipare alla Champions League". Il presidente del Lens si auspica adesso che l'Uefa intervenga decretando l'esclusione dei rossoneri: "Spero che l'Uefa non ammetta il Milan - ha aggiunto - sarebbe incredibile che un club privato del suo titolo di vice-campione d'Italia partecipasse alla più importante competizione europea". Il Lens, quarto nella scorsa 'Ligue' francese, alle spalle di Lione, Bordeaux e Lilla, vorrebbe prendere il posto dei rossoneri, visto che in Francia solo le prime tre classificate hanno accesso alla Champions League, anche se Martel nega un interesse di parte: "La mia è una domanda che viene dal calcio francese nel suo insieme".

Nulla di fatto per la Presidenza di Lega, Se ne parla l'8 agosto

26/07 L'assemblea elettiva era un obbligo, una scadenza da rispettare ad ogni costo per evitare che il commissariamento, più volte paventato, alla fine diventasse realtà in presenza di una Lega Calcio paralizzata, senza un presidente dopo le dimissionsi di Galliani e la fine del mandato a tempo di Massimo Cellino. E i 41 rappresentanti dei club di serie A e B hanno oggi santificato l' assemblea elettiva con due 'distratte' e poco convinte chiamate alle urne e altrettanti scrutini senza un vincitore. Se ne parlerà l'8 agosto. D'altra parte non c'era un vero e proprio candidato né un programma: la carica da ricoprire era quella di presidente pro-tempore per un periodo di un mese e mezzo al massimo in attesa di poter nominare un 'vero' presidente della confindustria del calcio secondo i dettami del nuovo regolamento che lo vuole "esterno" al mondo dei club. Con la testa rivolta a tutt'altro, con i postumi della sbornia di ieri sera per le sentenze della Corte Federale, divisi tra le lamentele per le stangate e la necessità di preparare ricorsi alla Camera di Conciliazione del Coni e al Tar gli uni, e i rimpianti per quello che poteva essere e non è stato gli altri, i presidenti non hanno trovato di meglio che bruciare sull'altare dei loro contrasti - quelli veri - il nome eccellente di Massimo Moratti nel corso di una giornata 'vecchia maniera'. A sera la situazione è la seguente: l'assemblea è aperta ma aggiornata e il tecnicismo 'tura' l'urgenza. Nel frattempo si cercherà di appianare le divergenze - quelle vere - che non sono tra la scelta di Massimo Moratti e di un altro a fare da traghettatore, ma di metodo. Secondo molte società sarebbe stato più opportuno approvare prima in assemblea la riforma del regolamento la cui bozza, elaborata da un comitato del quale fanno parte tra gli altri Riccardo Garrone, Maurizio Riccardi e Rosella Sensi, è già stata approvata dal Consiglio di Lega. E' quella la vera rivoluzione perché, oltre al presidente esterno, detta tutte le regole di governance attese soprattutto dalle piccole. L'iniziativa di Maurizio Zamparini di convocare ieri una riunione informale e di candidare Massimo Moratti, viene presa male, come una sorta di forzatura e comunque di qualcosa di non concordato. Del resto, lo stesso Zamparini, stando a quando riferisce Riccardo Garrone in una conferenza stampa al termine della giornata, "in quattro giorni ha officiato sette diversi presidenti, proposto comitati che non sono possibili a termini del vigente regolamento e detto cose deflagranti come asserire che il Consiglio di Lega fosse delegittimato". Un'ipotesi che, di conseguenza, metteva in discussione anche la nomina, effettuata dallo stesso consiglio, di Massimo Cellino che se ne risente. E in fondo, anche se nessuno lo confessa apertamente, si temeva che l'elezione di una personalità forte come Moratti potesse consentire di prendere tempo sull'approvazione del regolamento e quindi, sulla elezione di un presidente e di un manager esterno. Insomma con un presidente come Moratti - è la teoria dei contrari - si rischiava di andare alle calende greche col regolamento. Da parte sua Massimo Moratti, possibilista ieri sera, si dice non disponibile al suo arrivo in via Rosellini. E' turbato dalle prime reazioni di alcuni suoi colleghi che non ha particolarmente gradito. "Invece - racconta ancora Garrone - un presidente prende il microfono in assemblea e lo candida". Prende 22 voti contro gli 8 di Rosella Sensi (che non è candidata), 11 vanno dispersi tra bianche e nulle. Al secondo scrutinio Moratti scende a 10 voti, la Sensi sale a 9, Matarrese 5 e due pure per l'ex presidente della Federcalcio Franco Carraro. Moratti a quel punto si ritira e la gran parte dei presidenti abbandona l'assemblea. Si rivedranno l'8 agosto e, nel frattempo, per dirla come l'ha spiegata Garrone, "avranno il tempo di valutare meglio la bozza di nuovo regolamento che peraltro ha trovato ampia condivisione nei principi fondamentali".

Coboldi Gigli “Andava bene la A con la penalizzazione”

26/07 "Andava bene la A con penalizzazione". Così il neo presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli spiega le ragioni che porteranno certamente i bianconeri ad appellarsi. "Io mi aspettavo che alla Juve fossero date delle pene in linea con quelle delle altre squadre - ha detto Cobolli Gigli arrivando in Lega Calcio a Milano -. Sentenze che non giudico e mi possono anche andar bene. Trovo, però, che vi sia un grande divario tra le pene decise per la Juve e quelle delle altre". Cobolli Gigli vuole chiarire che la società bianconera non ha mai inteso patteggiare la serie B: "Noi abbiamo sempre puntato alla A. Poi sapendo che c'erano tutta una serie di interpretazioni e così via non è che ci illudevamo. Ci aspettavamo una A con penalizzazione, forse con un campionato tolto ma non il secondo e la Champions che si poteva pure fare". La Juventus comunque si attrezza per ogni evenienza. "In ogni caso - prosegue Cobolli Gigli - cercheremo di avere una squadra competitiva e i calciatori che decideranno di rimanere con noi, in questo momento con un'ipotesi di B ma sapendo che faremo di tutto per cercare di ritornare in A e recuperare la nostra posizione, dovranno anche loro prendere la loro decisione". Il presidente bianconero fotografa la situazione attuale del mercato in uscita dei bianconeri: "Mutu, Zambrotta e Thuram sono le cessioni ufficiali". Cobolli Gigli definisce invece "negoziazioni molto avanzate" quelle che riguardano Cannavaro e Emerson (anche se il capitano della nazionale campione del mondo sventola già una maglia bianca del Real con il numero 5 ereditato da Zidane). "Stiamo infine discutendo intorno a Vieira". Precisa che "non stiamo invece parlando di Buffon con il Milan e finché il giocatore, che deve essere uno dei pilastri del rilancio juventino, dice che sta bene alla Juve, io me lo tengo". Ma se dovesse scegliere uno tra Ibrahimovic, Trezeguet e Buffon da tenere a tutti i costi? "Terrei conto anche dell' età", conclude Cobolli Gigli.

Il centrodestra attacca Guido Rossi e Saverio Borrelli

26/07 Nel giorno del quattordicesimo scudetto dell'Inter, un tricolore atteso dal 1989 e arrivato all'indomani delle sentenze della Caf che hanno spedito per le prima volta nella sua storia la Juventus in serie B, la grande storia di 'calciopoli' è lontana dall'essere conclusa. Mentre tutti, club e singoli imputati, annunciano ricorsi e preparano le carte bollate, il centrodestra manda alla sbarra il commissario straordinario della Figc Guido Rossi e il capo dell'ufficio indagini Francesco Saverio Borrelli. "Si dimettano immediatamente", tuona la Cdl con il solo distinguo di Alleanza Nazionale. Contro di loro - recita la requisitoria dell'accusa - una prova schiacciante: se tutto si è risolto con una manciata di punti di penalizzazione e tre squadre in serie A, allora vuol dire che il marcio non era poi così diffuso come sostenevano. Insomma, i due avrebbero fatto tanto rumore per (quasi) nulla. Apprezzamenti, invece, da tutta l'Unione. Hanno svolto un buon lavoro e questo è solo l'inizio, ora - è l'arringa della difesa - avanti con riforma dei diritti Tv e forse delle società quotate in borsa. Giù le mani da Guido Rossi, perché la Figc "va avanti con lui", dice il ministro Melandri. In carica da due mesi, per il commissario della Figc i giorni a cavallo delle due sentenze della Caf sono stati i più duri, impegnato come è stato a schivare le "cannonate sparate dai politici di entrambi i poli", come commenta con amarezza Pietro Folena, deputato del Prc e presidente della commissione Cultura della Camera, quella competente per lo sport. "La commissione - spiega Folena - che ha ascoltato Rossi e che spera di continuare con lui il rilancio del calcio italiano". Detto, fatto? Neanche per sogno. L'Udc, con Ciocchetti, pretende le "scuse da parte di Borrelli, Ruperto e Rossi che in questi mesi hanno speso parole di fuoco per un calcio che, infine, non è poi così malato". Per Ronconi, altro centrista, "ormai il calcio è regolato da una giustizia 'all'amatricianà che non ha nessuna credibilità" e si augura che presto "l'avventura del 'signor Rossi' sia ingloriosamente conclusa". Tra i 'testimoni' dell'accusa anche Roberto Maroni (Lega) e Maurizio Paniz (Fi), il primo a proporre l'amnistia per tutti gli imputati di 'calciopoli'. Guido Rossi - è il loro ragionamento - si è dimostrato completamente inadeguato a gestire il mondo del calcio, cosa aspetta a dimettersi? Non si presenta in tribunale An: il presidente (e tifoso del Bologna e, in subordine, della Lazio) Gianfranco Fini si dice "totalmente indifferente" alle vicende di 'calciopoli', mentre Maurizio Gasparri si limita ad un commento ironico: "Questa Figc meriterebbe Moggi presidente, come simbolo di una sentenza ridicola dall'epilogo farsesco". Per la maggioranza il lavoro svolto da Rossi e Borrelli merita il massimo rispetto. A loro il merito di "una sentenza equilibrata", secondo il senatore dell'Ulivo e ex pm Felice Casson. Parole d'elogio le spende ancora oggi il ministro Melandri: "Rossi, lo ribadisco, ha l'importante compito di riscrivere le regole del mondo del calcio. Questo è solo l'inizio". Una medaglia sul petto l'appunta ad entrambi Paolo Cento: "Rossi ha tenuto duro per mesi, contro tutto e tutti. Borrelli ha lavorato in tempi rapidi per costruire un solido quadro delle indagini". Ma, forse, l'attestato di stima più sincero è quello del deputato della Rosa nel Pugno Salvatore Buglio: "Hanno svolto un ottimo lavoro, senza faziosità e in una situazione ambientale difficile. Chiederne le dimissioni è una mossa folcloristica di chi vuole tornare al calcio inquinato, senza regole, il calcio di Moggi. E se lo dico io che sono juventino..."

Sentenze contestate. Tutti ricorrono tranne il Milan. Ora la parola alla camera di conciliazione

28/07 La parola fine è ancora lontana. Chi voleva che i due gradi di giudizio esaurissero la bufera sollevata dallo scandalo delle intercettazioni si è dovuto ricredere e già da tempo: il giorno dopo i verdetti d'appello emessi dalla Corte federale quello che doveva essere "lo scandalo più grande che la storia del calcio avesse mai conosciuto" di certo si è ridimensionato. Ma non sui tempi. Perché la corsa a suon di carte bollate degli avvocati non conosce soste e dopo la gara di ritorno con l'appello, stanno per scattare i tempi supplementari con la camera di conciliazione del Coni e poi il Tar. Juventus, Lazio e Fiorentina hanno già annunciato di proseguire la battaglia per arrivare ad ulteriori riduzioni di pena: solo il Milan conferma di non condividere la sanzione comminata, ma ha già fatto sapere che accetta il verdetto e non andrà avanti con i ricorsi. Lo farà invece Adriano Galliani, che non ci sta a pagare seppure solo nove mesi di inibizione. Ma per il club rossonero, sicuro fino a oggi di dover sì partire con l'handicap di 8 punti la prossima stagione, ma certo di giocarsi l'accesso in Champions, adesso potrebbero esserci nuovi intoppi. La squadra di Ancelotti compare nella lista dei club italiani da iscrivere alle coppe europee, ma c'é un giallo perché l'unione europea del calcio sembra aver sollevato qualche perplessità sulla partecipazione del Milan. Una decisione, pare, sarà presa domani: il caso verrà esaminato dalla commissione d'emergenza dell'Uefa, con una pratica inusuale perché l'organo del calcio europeo non interviene sulle liste presentate dalle singole federazioni. Ma la vicenda italiana fa giurisprudenza a sé e l'Uefa ha deciso di studiare nello specifico il caso. La società rossonera però dice di non aver avuto alcuna comunicazione a riguardo, ed è certa che venerdì a Nyon sarà nelle griglie del sorteggio che apre le porte all'Europa del pallone che conta. Insomma a 24 ore dagli sconti, calciopoli non rientra. E ci si prepara alla prossima tappa, quella che passa per il Coni. Un passaggio che club, ma anche dirigenti e arbitri condannati (possono fare domanda anche quelli con una sanzione inferiore ai 120 giorni ma con l'autorizzazione della Figc) devono fare se poi vogliono chiedere giustizia al Tar. E oggi molti avvocati si sono portati avanti con il lavoro, chiedendo le modalità per presentare la domanda (serve il pagamento e la richiesta in Figc). La data della seduta non è stata ancora fissata, perché ricorsi al Foro Italico non sono ancora formalmente pervenuti, ma di certo non sarà prima della prossima settimana. Comunque in quella sede i condannati con la federcalcio, che sarà la controparte, dovranno cercare la conciliazione. Insomma un patteggiamento che vista la posizione della Figc sembrerebbe piuttosto improbabile. Ma se l'obiettivo è quello di arrivare davanti ai giudici amministrativi della terza sezione del Tar del Lazio, questa è l'unica strada: anche la Juventus, che in un primo tempo era sembrata contraria a ricorrere alla giustizia ordinaria ha cambiato rotta ed è decisa a difendersi in tutte le sedi. Anche la Lazio non si ferma, e pure la Fiorentina vuole andare avanti, anche se molti non nascondono la perplessità di arrivare fino al Tar. Passi per i dirigenti finiti alla sbarra, ma sulle società qualche dubbio in più si pone. Ma la serie A con handicap non va bene a Lazio e Fiorentina, così come non ci sta la Juve a finire nel Purgatorio della serie cadetta e con 17 punti da recuperare. I tempi sono destinati a slittare e di molto, mettendo a serio rischio la regolare partenza dei campionati. Come se non bastasse sul calcio pesa ancora la coda dell'inchiesta che ha già portato alle condanne di secondo grado: l'ufficio indagini ha infatti ripreso le audizioni, sentendo gli arbitri De Marco e Pieri, Saccani, e i guardalinee Rossomando, Papi e Niccolai. Interrogatori in tono minore, perché Francesco Saverio Borrelli torna a Roma solo domani quando il suo staff dovrebbe sentire ancora il presidente della Reggina, Lillo Foti, Bergamo e De Santis, che hanno ricevuto il secondo avviso di garanzia da Napoli.

Ministro Melandri: “Pieno rispetto per le sentenze”

26/07 "Il governo non esprime sensazioni sulle sentenze della Corte federale, io mi sono astenuta dal commentare tutti i gradi di giudizio di questo procedimento sul calcio: non l'ho fatto quando il procuratore Palazzi aveva avanzato le sue richieste; non l'ho fatto nemmeno successivamente, quando è arrivata la sentenza di primo grado e naturalmente non lo faccio nemmeno oggi, dopo avere appreso dei verdetti della Corte federale". Il commento del ministro dello Sport, Giovanna Melandri, alle sentenze d'appello sullo scandalo del calcio che sono state emesse ieri sera a Roma dalla Corte federale, non dà adito ad alcuna interpretazione. Il ministro sottolinea il suo "pieno rispetto per le sentenze dei giudici". "Sia per quelle che mi piacciono sia per quelle che non mi piacciono", aggiunge. "Mi limito a dire - fa notare Giovanna Melandri - che il calcio italiano ha bisogno di trasformazioni profonde, ha bisogno di una rifondazione profonda e ha inoltre bisogno di nuove regole. Il governo è fortemente impegnato nella riscrittura delle nuove regole". Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, aveva auspicato una "totale riscrittura delle regole, ma senza grandi stravolgimenti", il ministro dello Sport ricorda che "questo governo ha cominciato con la riforma dei diritti televisivi, d'ora in avanti procederemo su altri terreni: si va dalla riforma della normativa sulle società professionistiche di calcio, con riferimento al tema del rapporto fra le stesse società e gli stadi e alle problematiche inerenti le nuove regole interne, che appunto andranno riscritte". La Melandri ribadisce piena fiducia del governo per l'operato del commissario straordinario Guido Rossi che ieri ha subito numerosi, e in talune circostanze violenti, attacchi da parte di tesserati, o comunque di personaggi che gravitano a vario titolo nel mondo del pallone. "Il commissario Rossi - è l'opinione del ministro dello Sport - ha un compito importante, delicato, che non cambia certo oggi: il suo compito è di riscrivere le regole che riguardano i controlli dal punto di vista del sistema arbitrale e dei controlli finanziari sulle società, ma anche per quanto concerne la giustizia sportiva". Sorride il ministro Melandri a chi le fa notare che molti giornali oggi riportavano notizie allarmanti sul futuro del Professore in via Gregorio Allegri. In molti hanno detto e scritto che Guido Rossi, soprattutto perché deluso dai reiterati attacchi contro il suo operato e contro la sua persona, avrebbe confidato ai suoi più stretti collaboratori di voler lasciare ad altri il timone del traghetto. "Ma questi sono solo pettegolezzi, che non vale nemmeno la pena di commentare - taglia corto Giovanna Melandri - Lo ribadisco: Rossi ha un compito importante. Bisogna andare avanti assieme a lui con serenità e riscrivere le regole interne. E' chiaro che questo compito spetta al commissario straordinario"

Moggi alla ribalta: “Ora parlo io”

26/07 Dopo due mesi di silenzio quasi totale, Luciano Moggi ha detto che vuole tornare a parlare. Evidentemente, le conclusioni della corte federale d' appello non sono andate giù all' ex re del calciomercato, che ha convocato a Torino alcuni giornalisti per dire la sua. "Oggi parlo io", avrebbe confidato ad alcuni amici Big Luciano. "E siccome nessuno ha difeso la Juve, lo faccio io", é la sua dichiarazione riportata oggi dal Giornale. L' appuntamento è per oggi pomeriggio all' Atahotel Concorde di Torino, quello in cui negli ultimi anni trascorreva il fine settimana in ritiro con la Juventus. L' orario, forse dopo le 16, è però ancora top secret. L' intenzione dell' ex dirigente bianconero sarebbe stata di incontrarsi con pochi giornalisti, ma la notizia del suo ritorno a Torino, e soprattutto della decisione di far sapere la sua, si é sparsa in fretta. Non è escluso pertanto che di fronte all' albergo in cui Moggi si è fatto riservare una saletta ci sarà la fila di cronisti e telecamere. "Sono contento per chi è riuscito a salvarsi, ma scontento per la Juve che difenderò in tutte le sedi opportune". Ha detto Luciano Moggi all'indomani delle sentenze d'appello che hanno lasciato in serie B solo il club bianconero. "La Juve non ha niente da farsi perdonare - ha osservato in un incontro con i giornalisti - perché i suoi dirigenti si sono comportati sempre nel modo giusto. Tutto quello che è stato detto e fatto verrà smontato. E' giusto che la Juventus ricorra e anch'io lo farò all'estremo limite".
"E' ancora da vedere se riusciranno a togliere Moggi dal mondo del calcio". Lo ha detto Luciano Moggi al termine della conferenza stampa convocata a Torino all'indomani della sentenza d'appello della giustizia sportiva. "Adesso però devo riflettere e torno al mare dove sono stato negli ultimi giorni. In tutta questa diatriba, comunque, mi fa piacere che la gente mi dica che è con me e che capisce cosa mi stanno facendo. La verità, però, prima o poi verrà a galla".
"Io a capo di un sistema? Ho l'impressione che l'unico sistema fosse quello che voleva fregare noi e la Juventus". Luciano Moggi smonta così il cosiddetto teorema su cui si è basato il processo contro la Juventus per illecito sportivo. "Chi ci guadagnava? Non il calcio", ha aggiunto rispondendo ai giornalisti che ha incontrato in un albergo di Torino.
Luciano Moggi non ha rilasciato alcun commento sulla sentenza d'appello nei confronti dell'ex presidente della Figc, Franco Carraro. "Carraro? Leggete il dispositivo della sentenza che lo ha assolto - ha risposto ai giornalisti l'ex dirigente bianconero. "Mi stupisce solo che io fossi a capo di un sistema e poi dalla sentenza di ieri spariscono i miei presunti complici...".
"La giustizia sportiva è andata avanti senza cercare riscontri". E' l' accusa che Luciano Moggi ha lanciato oggi pomeriggio da Torino nei confronti di chi ha gestito il maxiprocesso sugli illeciti sportivi. "Io non contesto niente - ha aggiunto l' ex dirigente bianconero - dico solo quello che non ho fatto. Nella vita ci vogliono le prove...". Moggi se l' è presa in particolare con il procuratore Stefano Palazzi e il commissario straordinario della Figc, Guido Rossi: "Su loro ha ragione Della Valle - ha affermato Moggi - mi è piaciuto molto quello che ha detto ieri sera", quando il presidente onorario della Fiorentina ha cioé chiesto le dimissioni di entrambi. "Una tiratina di orecchie - ha concluso al riguardo Big Luciano - la meriterebbe pure il presidente del Coni, Gianni Petrucci, che come commissario straordinario ha nominato un ex legale ed ex membro del cda dell' Inter".
C' è anche l' allenatore dell' Inter, Roberto Mancini, tra i bersagli di Luciano Moggi, che all' indomani della sentenza di appello della giustizia sportiva ha voluto incontrare i giornalisti in un albergo di Torino. "Sette o otto mesi fa - ha ricordato Moggi - in una sua intervista disse: 'a Moggi non rispondo, lo fara' lui nelle sedi opportuné. Una dichiarazione che mi ha impressionato molto, perché o sapeva qualcosa o, se non lo sapeva, ha tirato ad indovinare e ci ha azzeccato". Moggi se l' è poi presa anche con l' ex direttore della Gazzetta dello Sport, Candido Cannavò, di cui ha letto un breve passaggio di un suo articolo: "Parlava della vicenda passaporti e c' era scritto 'nel caso dell' Inter l' accertamento dovrà portare a sanzioni drastiché. Peccato che oggi aspetti ancora da lui una risposta - ha detto a proposito del noto giornalista - sui passaporti falsi dell' Inter, sulle cene di Facchetti (il presidente dell' Inter, ndr) con i designatori arbitrali e sui colloqui che sempre Facchetti aveva con Pairetto. Cannavò - ha concluso - farebbe meglio a stare zitto anziché parlare di Moggiopoli".

La rabbia del Genoa “Enorme sproporzione rispetto a quanto toccato a noi”

26/07 Dalla serie A conquistata sul campo alla serie C con 3 punti di penalizzazione per l'illecito consumato all'ultima giornata di campionato nella partita con il Venezia. E' la sorte che toccò al Genoa l'anno scorso, al termine di un lungo e tortuoso iter processuale davanti alla giustizia sportiva. Oggi, di fronte alla sentenza della Corte Federale su calciopoli, la società rossoblù non ci sta e reagisce con sdegno alla diversità di trattamento ricevuto rispetto alle altre squadre appena dodici mesi fa. "Allo sforzo, in larga parte infruttuoso, dei giudici sportivi di stabilire una certa proporzionalità interna tra gli odierni incolpati - scrivono in un comunicato gli avvocati del Genoa, D'Angelo e Carbone - non ha fatto riscontro una pur minima preoccupazione di rispettare una proporzionalità con le pene inflitte al Genoa e ai suoi dirigenti. Al Genoa, per la supposta combine di una sola gara, che non risulta avere influito sul suo esito e che è certo non abbia influito sull' esito del campionato, è stata tolta la promozione in serie A (che era stata conseguita indipendentemente dall'illecito) ed è stata comminata la retrocessione in C1 con penalizzazione di 3 punti". "La Fiorentina - prosegue il comunicato dei legali rossoblù - per aver aderito al sistema di inquinamento e per comportamenti relativi ad almeno 3 gare, evitando così la retrocessione in Serie B, non è stata privata del vantaggio conseguito grazie all'illecito (la permanenza in serie A), non ha subito la retrocessione, ma solo una penalizzazione di punteggio. La Juventus, per aver costituito e gestito un sistema organico di condizionamento del regolare funzionamento e della imparzialità del settore arbitrale, realizzato per almeno un campionato, ma presumibilmente per alcuni, è sì penalizzata con la perdita di due scudetti, ma viene retrocessa di una sola serie, con una penalizzazione di punteggio che non compromette le sue chances di promozione". "Sono sufficienti questi elementi di comparazione - scrivono ancora D'Angelo e Carbone - per giudicare dell'enormità della sproporzione del trattamento del Genoa rispetto a quello delle altre squadre, e della gravità dell'ingiustizia che ne risulta. Fiorentina, Juventus e Milan godono di un enorme peso di potere, economico, politico e mediatico che, particolarmente nel periodo intercorrente tra la decisione della CAF e quella della Corte Federale, si è espresso con intensità e in modo multiforme nella direzione della indulgenza". Nel documento i legali del Genoa se la prendono anche con le istituzioni locali. "Genova ha mostrato, ancora una volta, di contare assai poco, anche comparativamente a città meno popolose come Firenze; ha mostrato di non sapere, a volte di non volere, contare; neanche per reclamare garanzie dovute".

Pessotto vuole ricominciare con una nuova vita. La famiglia chiede il silenzio stampa

26/07 Gianluca Pessotto ha preso coscienza del suo gesto ed è ora determinato a cominciare una nuova vita: "voglio farcela, voglio guarire" ha detto al prof. Donato Munno, psichiatra della Clinica psichiatrica delle Molinette di Torino, che sta seguendo da vicino il suo recupero. "E' molto motivato a curarsi - ha spiegato Munno - a farsi seguire e a guarire. La prende come una sfida sportiva, ma ha bisogno di un coach. La forza ce l' ha". "Seguiamo Gianluca Pessotto da una quindicina di giorni - ha precisato Donato Munno ricordando che la prossima settimana l' ex giocatore lascerà il reparto di rianimazione - cioé da quando lui è stato in grado di poter collaborare e fare un minimo di colloquio. Gradatamente sta uscendo da una situazione di depressione che gli ha provocato una grossa sofferenza psichica a lui ed ai famigliari. Lui è consapevole del suo disagio, ha accettato le terapie farmacologiche, di tipo prevalentemente antidepressivo, ed ha richiesto anche un supporto psico terapico che lo accompagni in questo percorso di guarigione". Quella di oggi è stata l' ultima conferenza stampa dei sanitari. La famiglia, ha spiegato il direttore generale delle Molinette Giuseppe Galanzino, che era affiancato anche dal primario di rianimazione Pier Paolo Donadio, ha chiesto il silenzio stampa. "Chiediamo il rispetto di questa sofferenza - ha detto Munno - lasciateci lavorare nel silenzio. Questo è il lavoro degli psichiatrici. E' un lavoro sotterraneo che non può essere coronato da bollettini sanitari continui. Se ci sarà bisogno di dare notizia lo vedremo molto più avanti. La nostra tempistica da una parte è imprevedibile e da una parte è molto lunga. Sono mesi e mesi di trattamenti". Munno ha poi ribadito che Pessotto "e" conscio della sua depressioné". "Aveva una lacuna amnesica importante - ha spiegato - su un fatto accaduto che tutti sappiamo. Gradatamente noi lo portiamo a ricordare e a ripercorre le ore che ha nascosto a se stesso. E' un lavoro che abbiamo già iniziato a fare e che lui stesso ci ha richiesto di poter fare. All' ipotesi di quanto era accaduto c' era arrivato quasi da solo. C'é bastato poco per comunicargli la notizia. Pensava all' incidente perché gli era stato detto così, ma poi ha accettato quello che è stato il nostro chiarimento". Il team manager bianconero, ha sottolineato lo psichiatra, aveva una depressione "che durava da parecchio tempo". "Ultimamente - ha aggiunto - si era un po' complicata, ma non aveva mai fatto terapie farmacologie. Adesso da 15 giorni le sta facendo e quindi ne sente già il beneficio. Tutto ovviamente va anche in parallelo con la situazione fisica e organica. Le cose si intrecciano. Per guarire ci vorrà qualche anno. Ci sono vari tipi di depressione - ha spiegato - che derivano dai fatti di vita, da problemi psicologici infantili non risolti e da fattori biologici. Le forme più frequenti sono quelle miste. Non è facile valutare per noi quanto dell' una o dell' altra possano costituire la causa. Avere smesso di giocare può essere stata una componente. Per quello che mi ha detto non mi pare che centri molto. Lui aveva recuperato questa nuova dimensione di manager che gli consentiva comunque di stare a fianco ai calciatori. Certo un certo trapasso l'avrà patito". Pessotto e la moglie hanno parlato tra loro di quanto è accaduto. "Ciò che è successo - ha concluso lo psichiatra - consentirà un rapporto più autentico tra marito e moglie. Il ricordo di questa sofferenza li unirà moltissimo".

Servizi precedenti

25/07: Sconti per tutti (o quasi) nella sentenza di secondo grado. Milan in Champions, Fiorentina e Lazio in A con penalizzazioni. La Juve in B a -17. reazioni e commenti. Ma nessuno è contento.

24/07: Il Milan fa la voce grossa, Palazzi non ci sente: “Un campionato falsato”. Eventuali ricorsi al TAR discussi il 10 agosto. Reggina: Foti, “solo clamore”. I tifosi “basta fango”. Il comune convoca un Consiglio. Carraro “Sono stravolto”. Juve, Lazio e Fiorentina attendono impazienti. Il Milan chiede il proscioglimento. Casiraghi e Zola alla guida dell’Under 21. Matarrese “Non sono candidato alla presidenza della Lega”. Pessotto “Vorrei vedere la sentenza in diretta”. Il legale di Paparesta “Inaccettabile attacco dell’Associazione Arbitri”.

23/07: Secondo giorno di udienze con Juve, Lazio e Fiorentina. Sandulli “Domani si chiude”. Il Presidente del Bologna fiducioso “Torneremo in A”. Ancelotti, Maldini, Tassotti e Costacurta in visita d Pessotto. La Juve teme un tonfo. Sgarbi “Borrelli sta lavorando per niente”. Le difese di Juve, Lazio e Fiorentina.

22/07: Palazzi conferma l’esclusione della Juve e chiede la B per il Milan con tre ounti di penalizzazione. Conclusa la prima giornata della Corte Federale si riprende domenica. La Corte accoglie alcune richiese e respinge le eccezioni sollevate dalle difese. Il legale di Carraro chiede il proscioglimento. Il processo parte con i ricorsi delle difese e le eccezioni. Lotito: “Sono qui per appurare la verità”. La Juve chiede la permanenza in A.

21/07: Processo a calciopoli, secondo tempo. Parte il secondo, e ultimo, grado. Carraro: “Mai parlato con il Presidente della CAF per il caso Mozart. Mazzarri (Reggina) “Sono davvero imbufalito”. Il comune di Reggio propone un collegio di difesa istituzionale. Corbelli “Pronto a testimoniare a favore della Reggina”. Prodi “Non tollereremo scene come quelle di Firenze. Spero non paghi solo il mio Bologna”. Nuova legge sui diritti TV, apprezzamenti bipartizan. Ministro Melandri “Per i diritti TV si torna alla trattativa collettiva”

20/07: Reggina nella bufera. Avviso di garanzia a Foti, Bergamo De Santis, De Marco e Pieri. Secondo la Procura di Napoli la Reggina subalterna alla Juve. Le intercettazioni di Foti. La verità di De Santis. Secondo la Lazio la chiave di tutto è Carraro. Rossi assicura “nessuno slittamento dei campionati. A breve l’assegnazione dello scudetto”. Mediaset vuole rinegoziare i diritti TV. Il Governo pensa ai rimedi

19/07: Foti “Non ci sono gli estremi per deferire la Reggina”. Zamparini accusa Galliani che minaccia querele. Cellino non risponde. Il presidente della Corte, Sandulli, invita i club ad accettare i verdetti. Ricorsi al TAR: cosa prevede la legge. Scudetto all’Inter: al lavoro una commissione apposita. Nuovi scenari e opportunità per i calciatori disoccupati. Donadoni prende servizio come CT. La Uefa respinge la richiesta dell’Empoli

18/07: Parte l’appello. Sabato la prima camera di consiglio. Presentati tutti i ricorsi. Foti (Reggina) “Sulla 2a inchiesta solo chiacchiere”. Cellino presidente di Lega fino al 26. Matarrese “Prima gli uomini e poi le regole”. Difesa Juve: Pene sproporzionate. Donadoni prende servizio come CT. La Uefa respinge la richiesta dell’Empoli

17/07: La Corte Federale è pronta. Sabato l’appello. Palazzi si oppone alle sentenze di primo grado. Ulivieri: “La legge sportiva è chiarissima”. I francesi vogliono i posti Champions League delle italiane. Il Presidente dell’Empoli scrive a Rossi e alla Melandri per la Uefa. Moggi su Repubblica “Il mostro non sono io”. I tifosi di Firenze occupano per due volte la stazione. Pessotto fuori pericolo incontra le figliole: “Sono felicissimo”

16/07: Cecchi Gori “I veri capi sono Carraro, Giraudo e Galliani”. Ora spazio ai ricorsi. A rischio il via dei campionati. Ministro Melandri “Le sentenze vanno rispettate. A giorni le regole sul diritto TV”. I legali della Juve pronti con il ricorso. La difesa della Lazio è convinta di smontare la tesi della CAF.

15/07: Parte la seconda tranche dell’inchiesta, in arrivo i deferimenti. Corbelli: “Si indaghi sul ripescaggio della Fiorentina”. Della Valle “La nostra strategia non cambia”. Mazzarri (Reggina) “Non siamo coinvolti. Salvezza ottenuta sul campo”. Le difese affilano le armi. Capezzone (RNP) “Mano leggera dei giudici per il Milan”. Il presidente della Juve più sereno, a rischio 500 ml di contratti e Dechamp accetat la sfida. Lotito pronto a tutto. L’Empoli chiede la licenza Uefa. Zeman “Ora c’è da sperare che le irregolarità non si ripetano”. Prima operazione di Guido Rossi: Viterbese ammessa in C2

14/07 Sentenza choc: Juve in B a -30, Milan in A (-15) senza Champions, Lazio (-7) e Fiorentina (-12) in B. Tolti due scudetti alla Juve. Come saranno i prossimi campionati di A e B. Le reazioni di Juve, Milan, Fiorentina e Lazio. Le richieste dell'accusa e il dispositivo emesso. Disordini a Firenze. Alla procura di Torino indagini aperte

13/07: Aspettando la sentenza l'AIA da piazza pulita: fuori nove arbitri, tra di loro anche Dattilo. Protesta il sindaco di Gioiosa. Il Tribunale di Roma respinge il fallimento della Fiorentina di Cecchi Gori : “Amarezza per il danno subito”. Berlusconi attacca tutti. Borrelli “Berlusconi? Non mi aspetto che parli a mio favore”. Rossi “Non mi interessa ciò che dice Berlusconi”. Moggi si difende “La vittima era la Juve”. Il giovane Donadoni sostituisce Lippi alla guida della Nazionale. Lenti miglioramenti per Pessotto, visitato oggi da Buffon, Ferrara, Legrottaglie e Conte.

12/07: Rossi “Il calcio è seriamente malato, sentenze eque ma nessuna amnistia. Alla Uefa basta la sentenza di primo grado. Illeciti impensabili”. Ministro Melandri “Ne usciremo a testa alta.Il calcio locomotiva dello sport italiano”. Borrelli riprende gli interrogatori. Tutti contro l’amnistia. Lippi lascia la nazionale da signore. Non ha digerito le polemiche ad inizio mondiali. Donadoni probabile successore. Gigi Riva “Lippi un grande uomo”. Petrucci “Revisione della legge 91 per voltare pagina”. Tombolini e Rosetti ascoltati dall’Ufficio indagini. Lippi visita Pessotto “L’ho trovato bene”. Condizioni stazionarie.

11/07: Slitta a venerdì la sentenza della CAF. La UEFA detta i tempi e prova a dare una mano. Entro il 25 la lista dei clubs e aggiunge "Chi ricorre al TAR è fuori dalla Uefa". Mediaset non paga, la Lega fa la voce grossa. Consegnta a Rossi la bozza del regolamento per i procuratori.In Parlamento spunta l’indulto. Rivera contro l’amnistia “Si rispetti la legge”. Riva “La Figc? Adesso non esiste”. Cannavaro porta la coppa a Pessotto tra lacrime e sorrisi.

09/07: Martedì o mercoledì le sentenze in diretta. Rizzo “Nessuna amnistia”. In lieve recupero le condizioni di Pessotto

08/07: La CAF in camera di consiglio. C’è attesa per le sentenze. Le intercettazioni in onda su radio e tv. Avv. Taormina “Il migliore è Ruperto. Giustizia verrà fatta”. Mediaset non paga i diritti degli highlights di serie A. Dichiarazione bipartizan di Rizzo e Di Centa “No all’amnistia”. Il legale della Lazio preannuncia, ancor prima delle sentenze, il ricorso al TAR. Stazionarie le condizioni di Pessotto. L’ospedale consiglia di evitare le visite.

07/07: Chiuso il dibattimento ora si attende la sentenza. Mastella chiede clemenza, poi precisa “Nessuna amnistia”. Ruperto sbotta “Qui si fa sul serio. Nessuno strozza le difese”. Il legale di De Santis precisa “Con Moggi nessuna telefonata” e poi "Sospendere il giudizio". Bertini “Immagino un futuro da arbitro legale”. Rizzo (Pdci) “Occorre fare pulizia”. Peggiorano le condizioni di Pessotto. Febbre e problemi epatici. Stop alle visite e niente finale in tv.

06/07: Continuano le difese: Il Milan contrattacca e la Lazio si proclama innocente. Il Milan scarica Meani e la Fiorentina decide di non parlare. Folena “Ridicolo parlare di processo sommario”. Il legale di Carraro “Ha difeso le istituzioni, va prosciolto”. Il Legale di Messina “pieno proscioglimento”. Siparietto di Ruperto. Pessotto stabile. Al suo capezzale arriva Boniperti. I medici “Tappe normali del decorso”.

05/07 Ruperto tiene tutti a posto: “Ora veniamo al sodo”. E’ il turno delle difese: La Juve chiede esplicitamente la B. Lotito e Della Valle no. Ministro Melandri “Nessun complotto politico. I successi non cancellano scandali”. Rossi “La giustizia farà il suo corso”. Da Carraro a Lotito le difese danno il meglio di se. Pessotto vuol vedere la finale. Conte gli porta la notizia. Condizioni stazionarie.

04/07 Richieste pesanti di Palazzi: Juve in C, Milan Fiorentina e Lazio in B, fuori dirigenti e arbitri coinvolti. Ruperto “Non ci sono tempi predeterminati”. Reazioni di Mazzini. Berlusconi, De Sisti, De Santis, Pairetto, Paparesta, Tagliavento, Ingargiola, Galliani, Chiamparino. Addio ad una generazione di arbitri. Leggero peggioramento per Pessotto, ma i medici sono ottimisti. Capello lo va a trovare.

03/07 Pugno duro della CAF: respinte tutte le eccezioni. I nove punti dell’ordinanza di Ruperto. I legali chiedono di escludere le intercettazioni ma Palazzi ribadisce la loro validità. Si apre il mercato, Borrelli invoca il rispetto delle regole. Stabili le condizioni di Pessotto. In visita la madre e anche Nedved.

02/07: Si parte, pronti per il maxiprocesso al calcio. Avvocati all’attacco. Pessotto migliora. I medici ottimisti. Montero torna dall’Uruguay per il suo amico Pessotto.

01/07: Il Presidente della corte federale, De Lise, si autosospende. Week end tranquillo prima del maxiprocesso. Pessotto migliora, apre gli occhi e riconosce le persone. La moglie “Sono più sollevata”. A Torino la giornata dell’orgoglio bianconero, in 20.000 in corteo. Secondo un indagine Moggi colpevole del calciopoli e Del Piero con Elkann fautori della rinascita della Juve

30/06 Secondo i legali di Bergamo e Pairetto, intercettazioni inutilizzabili nel processo. Entro il 26 luglio il nuovo presidente di Lega (che non sarà un presidente di club) e nuove regole. La Lazio contesta la nomina di Rossi. Si affilano le armi per il processo. Galliani assicura “Tutti i club di A e B sono in regola”. Il rinvio non preoccupa la UEFA. Cellino: I dirigenti abbiano diritto a difendersi. Quadro clinico grave per Pessotto, ma lui resiste.

29/06: Il processo al calcio parte ma viene rinviato a lunedì. Si inseriscono cinque club. Ministro Melandri “Nessuna amnistia, dal processo mi aspetto giustizia. Moggi doveva presentarsi”. Il Codacons chiede la diretta TV del processo. Quattro club a rischio. Rossi: “Nessuna sorpresa, tempi rispettati”. Le memorie difensive e le istanze dei club. Dattilo: “Dopo la gogna nessuno parla della mia estraneità”. Parte la nuova Juve. Per Pessotto un cauto ottimismo

28/06 Parte il maxiprocesso su ‘calciopoli’. Borrelli “Nessuno screzio con Palazzi. Spero tempi rapidi per il processo”. Delio Rossi “Il processo non cambierà il giudizio dei tifosi”. Aliberti “La Covisoc un sistema truccato”. Foti “La Reggina indipendente da Juve e Moggi”. Gazzoni pronto a costituirsi parte civile. De Santis vuole denunciare Ancelotti. Migliora lievemente Pessotto. La moglie chiede rispetto. L’Antitrust diffida Mediaset per i diritti TV “Solo sul digitale terrestre”

27/06 Ripartita a pieni giri l’indagine di Borrelli. Cellino batte i pugni. Moggi in TV attacca Carraro e le lobby del pallone. Moratti chiede trasparenza. Perquisita la sede del Sora. Pessotto vola giù dall’abbaino della sede della Juve: è gravissimo. L’anno più nero della Juve. Baldini “Sostituire anche Palazzi”. La Commissione cultura della Camera vara il programma di indagine. GEA: A Roma le audizioni di Capello e Giraudo

26/06 Riparte l’inchiesta di Borrelli con le comprimarie, sentito l’Arezzo. Arriva il processo, i legali della difesa cercano scappatoie. Tronchetti Provera d’accordo con Moratti “Gli scudetti agli onesti”. Ancora un mese da presidente di Lega per Galliani. Piazzola “Indagate su Zeman”. Baldini “Cambiate le persone in ufficio indagini ma non è cambiato il giudice Palazzi”. Le memorie di fensive di Juve, Milan, lazio e Fiorentina

25/06 Moratti “Un colpo di spugna sarebbe molto grave. Sentenze esemplari o vado all'estero”. Lolli “Nessun colpo di spugna, le inchieste avanzano”. D’Ambrosio “No all’amnistia. Lo scandalo è grave”. Confermate le cene a casa di Giraudo con Pairetto, Bergamo e Moggi. Bergamo “Meani si interessava per conto di Galliani”. Carlo Piazzola “Allontanato dal sistema. Il mondo del calcio deve chiedere scusa a Sensi ”

24/06 Lunedì Borrelli riprende il lavoro. Nel suo mirino le iscrizioni ai campionati e i diritti TV. Commissario Rossi “Potrei cambiare il format dei campionati. Vietate le vendite dei marchi”. Gazzoni (Bologna) “Iscrizioni fasulle per anni”. Corbelli si costituisce parte civile contro Carraro e Della Valle. De Santis al contrattacco. Il Financial Times scettico sulla retrocessione della Juve. Le conclusioni dell’inchiesta di Borrelli

23/06 Dopo i deferimenti spazio alla difesa. De Santis attacca Ancelotti. Abete “Il mondo del calcio attende giustizia”. Blatter: “In Italia situazione seria ma Rossi e Borrelli sono preparati”. Il processo partirà il 29 giugno. Galliani “Ma quale secessione del calcio”. Della Valle “Siamo innocenti”. I sociologi sentenziano: Il calcio un business e non più uno sport

22/06 Scattano i deferimenti. Nel calderone Juve, Milan, Fiorentina e Lazio. Galliani lascia la Lega. Le accuse e i nomi. Costituito il collegio giudicante. La Juve: verificheremo le accuse. La Fiorentina pronta a difendersi. Berlusconi “Mai avuto vantaggi in campo”. Garrone “Giorni difficili, ma la Sampdoria è fuori”. Speculazioni in borsa: in rialzo i titoli di Lazio, Juve e Milan

21/06 Domani i deferimenti, Di Sebastiano segretario della FIGC. Ghirelli si dimette. Abete: Il deferimento dopo le 18 segno di buon senso. Lippi “Non so niente dei deferimenti”. La Porta (Barça) “Moggi in Spagna non potrebbe esistere”. Berlusconi: “Il Milan defraudato”. Perquisita la sede dello Standard Liegi. Zamparini (Palermo) “Faremo la Champions League”

20/06 Cominciano i deferimenti, in moto gli avvocati. I parlamentari scrivono a Rossi “Ora ripescaggi trasparenti”. Prosegue l’indagine disciplinare del CSM sui magistrati coinvolti in calciopoli. De Santis a Matrix racconta la sua verità. Caselli ribatte a De Santis “Mai parlato di arbitri con lui”. Oriali: “Gli scudetti revocati non interessano all’Inter”. Il Ministro Amato ironizza “Mi spiace che il ‘Toro’ non possa incontrare la Juve”. Gattuso “Assurdo andare in B per un trapianto di capelli”

19/06 Borrelli chiude l’inchiesta con una relazione di 180 pagine. Ora tocca a Palazzi “Il calcio deve rimanere imprevedibile. Il sistema può guarire”. A rischio la sponsorizzazione degli arbitri. Quattro arresti per il caso Gaucci. Andreotti “Qualcuno pagherà dazio”. Zamparini (Palermo) “Si torni al sorteggio integrale”

18/06 Si tirano le somme. Dal Palazzo fanno sapere che useranno il pugno di ferro. In attesa della relazione di Borrelli. Gentile (FI) alla procura di Napoli “Sentire Pagliuso sulla estromissione del Cosenza”. Il Genoa va in B, ma Preziosi non festeggia “Troppa rabbia”. 30 mila tifosi rossoblu festeggiano la fine di un incubo

17/06 Il difensore Antonaccio denuncia su di un libro la “realtà oscura” della serie C. “Corruzioni, compromessi e ricatti”. L'ex Presidente del Cosenza, Pagliuso, aspetta la chiamata del Procuratore Borrelli (Video con intervista) anche per la C. Il Procuratore Borrelli prepara le relazioni. Nella prima tranche d’inchiesta ci sono Juve, Lazio, Fiorentina, Milan, Samp. Petrucci “Di amnistia non se ne parla proprio”

16/06 Ripresi gli interrogatori, sentiti Garrone e Marotta. Rossi completa la CAF. Processo vicino. Dai politci tifosi del Torino un no all’amnistia: “Ed ora restituiteci lo scudetto del 1927” . Dalla CAF alla Corte Federale rito abbreviato. Stabiliti tempi e modalità del processo. Secondo Adiconsum falsato il 30% delle partite del campionato 2003/04. La Fiorentina replica a Preziosi: “La cena con Moggi c’è stata, ma nessuna festa”. Cellino (Cagliari) “Mi auguro che tutto sia un grosso errore. Serve una presidenza super-partes”

15/06 Il calabrese Ruperto nominato presidente della CAF. Pagliuso (Cosenza) “Adeguarsi allo strapotere Juve dava privilegi”. Chiesta audizione a Borrelli. Il CSM vieta ai magistrati di occuparsi di giustizia sportiva. Revocati tutti gli incarichi. Ministro Melandri “Si va verso la vendita collettiva dei diritti televisivi”. Rossi “Se Galliani è in conflitto di interessi non è un mio problema”.

14/06 Il Commissario Rossi nomina Agnolin commissario dell’Associazione Arbitri. Casarin “L’arbitro torni ad essere l’uomo misterioso”. L’azzeramento della CAF è questione di ore. Si va verso la nomina di Ruperto. Pagliuso chiede la riammissione in serie B del Cosenza Calcio 1914. Intercettazioni sui PM. Paparesta si difende: “Carriera stroncata se denunciavo l’irruzione di Moggi”. Prosegue l’inchiesta GEA. A Napoli prosegue l’inchiesta stralcio che riguarda giudici e polizia. La Juve ricomincia da Cobolli Gigli e Tardelli

13/06 Chiuso il primo filone di indagini. Il Presidente della Corte d’Appello Federale, Martellino, si difende. Processo doppio. Si allarga l’inchiesta del CSM. Mercoledì le decisioni del plenum. Abete e De Rossi: Nessuna amnistia anche se vinciamo. Buffon “Bello sudare la maglia per l’Italia”. I favori della “cupola” alla Lazio. La Juve riparte voltando pagina in fretta: nuovo Cda.

12/06 Girando da Borrelli “Nessuna gara era preordinata”. Ascoltato il dipendente della Federcalcio Galati “Chi si oppone viene vessato”. Anche la Samp nell’indagine. Blatter “Trovati i problemi ora si va verso le soluzioni”. La Lega va verso la riscrittura del regolamento. E poi Galliani, Sacchi, Di Pietro, Campana, Pescante.

11/06 Una domenica tranquilla. Lunedì Giraudo da Borrelli. Il Legale di Titomanlio “Nessun muro di reticenza”. Trezeguet “Aspettiamo la giustizia sportiva”. Gli sponsor della Juve ripongono la loro fiducia nella società

10/06 Borrelli si concede una pausa. Il Presidente Cellino “Rossi chieda consigli ai presidenti onesti”. Secondo il legale di Lotito il campionato slitta a dicembre. Del Piero “Spero che per la Juve si risolva nel migliore dei modi” L’assistente Titomanlio: “Pronti a collaborare”

09/06 Borrelli contro un “muro difensivo concordato”. Maxi audizione con Meani (Milan): quasi otto ore. Non esiste alcun super teste. Tre ore di interrogatorio per Carraro e tre anche per Pieroni. Pirrone replica a Bergamo: “Io scarso e onesto, lui invece?”. Catricalà “Presto regole per i procuratori”. Adiconsum presenta uno studio sugli errori arbitrali dal 2002 al 2004. Avv. Coppi: “Il Coni potrebbe costituirsi parte civile”

08/06 Bergamo interrogato per nove ore “Fatto fuori da Pairetto e Lanese”. Per Pairetto sei ore di interrogatorio. Moggi dice no a Borrelli. Oggi tocca a Carraro. Della Valle “Non abbiamo fatto nulla di strano”. L’AIA rigetta il ricorso di De Santis: non andrà ai mondiali. Galliani ascoltato per due ore. L’Antitrust collabora con Rossi

07/06 Interrogatori fiume per De Santis e Paparesta. Borrelli: “Nessun pentito. Entro 10 giorni la relazione alla Procura sportiva”. La Commissione Cultura della Camera avvierà un indagine. Pirrone: “Già da tempo denunciavo pressioni”. Gaucci Jr: “C’è ancora paura della ‘cupola’

06/06 Borrelli mette sotto torchio gli arbitri. No Intertoto per il calcio italiano. E Rossi incassa l’ok di Uefa e Fifa. Corioni: “Girando la mente, Galliani gli obbediva”. Lazio e Juve nel mirino di Borrelli. Rossi incontra Galliani: Nessuna accordo sulla gestione della Lega. Blatter “Felice della reazione delle autorità italiane”

05/06 Borrelli a tutto campo, vuol vederci chiaro su tutto. E il Coni ricorre alla Caf per la sentenza su Agricola per il doping. Mazzarri ascoltato dal PM di Napoli. Cesare Geronzi ascoltato per due ore dai PM. L’ex segretaria della CAN, Fazi, non risponde. Pelè “Spero che la giustizia punisca tutti”. Blatter “Ci vogliono arbitri professionisti”

04/06 Borrelli in azione: L'arbitro Pirrone interrogato per tre ore. Il Milan si ribella: “Una campagna contro”. Lite in un bar per calciopoli, ci scappa il morto

03/06 Cannavaro e Trezeguet interrogati dai PM a Roma. La Procura di Torino vuol riaprire l’inchiesta sulle designazioni. Undici giorni per rifondare la Juve. Somma “Non cambia nulla. Moggi resterà sempre un grande”

02/06 Il procuratore Borrelli pronto per il maxiprocesso. Ombre sulla partita Udinese-Milan del 2005: Galliani e Pozzo non ci stanno. Galliani: “Siamo stati danneggiati”. Il Legale di Moggi replica a Galliani “Ha letto tutte le intercettazioni?”. Spalletti in procura a Napoli.

01/06 Il commissario Rossi: “Una situazione che non pensavo così grave”. Secondo l’ex vicecapo dell’Ufficio indagini Juve e Fiorentina in B. Galliani pronto a lasciare. Preziosi sentito dalla Procura di Napoli. Nevio Scala: “Tutto deprimente. Con gli azzurri si può andare avanti”.

31/05 Calcio nel caos: Lotito ai PM: “Lazio pulita”. Il difensore di Moggi: “Il Milan il vero potere”. I rossoneri "Manovre diversive". Petrucci “Voltiamo pagina, torniamo a parlare di sport”. Verdone “Di fronte allo scandalo del calcio mi vergogno di essere italiano”. Zeman “Io alla Juve? Non potrei. Ipotesi Baggio? sarebbe solo per immagine”.

29-30/05 Calcio nel caos: Caso Gea,sentito l'arbitro cosentino Palmieri: “Mai rilasciato interviste”. Lazio nei guai: aggiotaggio per Lotito. Niente incarichi sportivi per i magistrati del CSM. Avv. Grassani “Milan in B, ipotesi per ora non ipotizzabile”. Del Piero “Orgoglioso di essere juventino”. V.Franza "Ipotesi A per il Messina". Ieri sentito Della Valle.

28/05 Calcio nel caos: Per Borrelli una settimana intensa. Bonfrisco “Paparesta fuori dalle regole”. Gattuso: “Qualcuno sputa nel piatto”.

27/05 Calcio nel caos: L’inchiesta entra nel vivo. Borrelli al lavoro e Lippi difende il figlio. Commissario Rossi: “Sconti per nessuno”. Sacchi e Agnolin: “Chi ha sbagliato paghi”. Lippi: “In Italia chi è indagato è già condannato”. Peruzzi accusa: “Moggi il pastore e noi il gregge”.

26/05 Calcio nel caos: Gli atti passano a Borrelli: Parte ufficialmente “Piedi Puliti”. Galliani rimane solo, si dimette Zamparini. Gigi Riva: “Beckembauer ha parlato da bambino”. Cossiga: “Tangentopoli era più onesta”. Sacchi: “Torniamo al calcio di prima, senza banchieri e politica”. Il figlio di Lippi indagato a Roma e Milano.

25/05 Calcio nel caos: Interrogatori a Napoli e Roma e perquisizioni della GdF. Cannavaro ci ripensa. Albertini: “Pensavo ci fosse sudditanza psicologica, invece...”. Cecchi Gori “Affossato perchè scomodo. I 5 anni più brutti della mia vita”. Licenza Uefa per 14 club: manca la Lazio. I tiofosi si costituiscono parte civile. Gli ex vogliono Boniperti presidente della Juve

24/05 Calcio nel caos: La Lega Calcio cerca nuove regole. Alla Gea e ad Alessandro Moggi oltre il 10% del mercato delle procure. Conti: “Lotta al conflitto d’interessi”. La Finanza nella sede del Crotone e della Reggina. Buffon in Procura. Galliani confermato in Lega. Cannavaro: “Gli scudetti della Juve, meritati”

23/05 Calcio nel caos: Il commissario della FIGC, Rossi, nomina il procuratore Borrelli capo ufficio indagini. Scatta “Piedi puliti”. A Napoli sfilano i testi. perquisita la sede della Torres

22/05 Calcio nel caos: Lippi rimane al suo posto. Moggi cita Berlusconi. Chieste le dimissioni di Galliani che le respinge, l’inchiesta va avanti. Moggi: “Un’imboscata di Galliani”. Guido Rossi: “Beckenbauer ne approfitta”. Avv. Stagliano “La Juve in B”

21/05 Calcio nel caos: Moggi ebbe un ruolo importante nelle elezioni di Carraro e Galliani. Tardelli replica a Beckenbauer “Anche in Germania c’è il marcio”. Chieste le dimissioni di Lippi. Le intercettazioni di De Santis

20/05 Calcio nel caos: Il potere assoluto di Moggi. Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi. Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali. Le tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno

19/05 Calcio nel caos: La Gea controllava anche Reggina, Livorno e Siena. Gazzoni: “Le dimissioni di Carraro sono finte”. Interrogati Lippi e Zeman. Si dimette il Generale Pappa

18/05 Calcio nel caos: Il Commissario Rossi fa piazza pulita. Le intercettazioni di Carraro e Moggi che preparavano le elezioni in Lega. Menzionato Pisanu. Sospesi nove arbitri, la Finanza a casa di Moggi e nella sede della Juve

17/05 Calcio nel caos: Il Commissario Rossi al lavoro. Spunta il filone doping. Dopo il vertice delle Procure, nuovi accertamenti. Definite le competenze delle Procure di Roma e Napoli.

16/05 Calcio nel caos: Guido Rossi commissario della FIGC chiamato a sistemare il calcio e le sue regole. Petrucci rassicura Lippi “Verrò a trovarti con Rossi”.

 

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