Interrogatori a Napoli e Roma e perquisizioni
della GdF. Cannavaro ci ripensa
25/05 Interrogatori a Napoli e Roma, perquisizioni della Guardia
di Finanza in tutta Italia nell'ambito dell'inchiesta sul falso
in bilancio condotta dalla Procura di Torino. Si snoda su questi
due filoni l'ennesima intensa giornata della calciopoli italiana,
che ha visto oggi tra i maggiori protagonisti l'ex designatore Paolo
Bergamo. Per lui piu' di otto ore di interrogatorio davanti ai pm
della procura partenopea Narducci e Beatrice. Al centro dell'audizione
i suoi rapporti con l'ex dg della Juventus Luciano Moggi, col quale,
secondo quanto emerso dalle intercettazioni, avrebbe spesso concordato
gli arbitri per le partite del campionato 2004-05. "Io penso
a difendere me, non a diferende Moggi - ha dichiarato Bergamo all'uscita
dalla procura di Napoli - Se mi richiedeserro di fare il designatore
lo rifarei senza alcun tentennamento, il solo fatto di essere venuto
a parlare mi da' sollievo". Mentre a Napoli e' stato sentito
solo Bergamo, che verra' comunque riascoltato quasi certamente all'inizio
della prossima settimana, a Roma sono stati diversi i nomi illustri
a sfilare davanti agli investigatori. Tra questi il presidente del
Genoa Enrico Preziosi, interrogato in qualita' di testimone nella
caserma del nucleo operativo dei carabinieri della capitale, nell'ambito
dell'inchiesta della Procura di Napoli. "Se dovessimo comparare
la nostra punizione con quella da infliggere alla Juve, dovrebbe
andare a giocare tra i dilettanti - sono state le sue parole - C'era
la volonta' di retrocedere il Genoa per pulire il calcio ed e' incredibile
che ancora dopo un anno non si sappia di chi fossero quei bigliettini
che sbeffeggiavano l'imputato e il suo avvocato nel corso del processo
davanti alla Disciplinare". Sempre a Roma, ma in relazione
all'inchiesta sulla Gea, e' stata la volta dei presidenti di Siena
e Livorno De Luca e Spinelli e del ds del club toscano Perinetti,
tutti e tre sentiti come persone informate sui fatti dai pm Palamara
e Palaia. "Abbiamo parlato di Mutu e Chiellini - ha raccontato
Aldo Spinelli - Gli ho spiegato come sono avvenute le cose ossia
perche' abbiamo dato Chiellini alla Juve invece che alla Roma. I
bianconeri ci pagavano 6 milioni e mezzo e la Roma due. Moggi? Lo
conosco da tempo, con lui ho sempre fatto le cose in regola, alla
luce del sole". Di poche parole invece Giorgio Perinetti, che
non e' voluto entrare sul contenuto dell'audizione limitandosi a
un "sono tranquillo". Sulla stessa linea d'onda Paolo
De Luca, che ha ribadito la propria fiducia nella magistratura sottolineando
di aver "risposto in maniera chiara a tutte le domande".
Proseguono le indagini anche nella Procura di Torino, per conto
della quale la Fiamme Gialle hanno perquisito diverse sedi di societa'
nell'ambito dell'inchiesta sul falso in bilancio. I pm stanno indagando
sugli scambi di giocatori avvenuti tra il club bianconero e le altre
squadre in periodo che va dal 2000 al 2005. Oggi e' toccato alle
due milanesi, nelle cui sedi sono stati acquisiti i documenti relativi
ai contratti di Carini e D'Amato (Inter) e Beretta e Cingolani (Milan).
Prima la Gdf aveva fatto visita alla Triestina, dove sono state
messe sotto osservazione le cessioni di Gentile, Beretta e Max Vieri,
al Vicenza per l'ingaggio di Scardina dal Crotone, al Messina, al
Cagliari per l'arrivo di Carini, e al Padova, in relazione al trasferimento
di Gastaldello alla Juventus, avvenuto nel 2002. Ma oggi e' stato
anche il giorno del dietrofront di Fabio Cannavaro, che dopo aver
difeso Moggi e' tornato sui suoi passi, probabilmente in seguito
alla strigliata del commissario della Figc Guido Rossi. "Leggendo
i giornali ho la sensazione che il mio pensiero non sia stato trasmesso
in maniera giusta - ha spiegato il capitano della Nazionale - Sono
convintissimo che nel calcio chi ha sbagliato, come nella vita,
debba pagare, dobbiamo ridare credibilita' al nostro calcio".
Oggi ha fatto sentire la sua voce, attraverso il proprio blog, anche
Gigi Buffon, sentito ieri a Parma in relazione all'inchiesta sulle
scommesse clandestine. "Adesso mi sento veramente libero di
concentrarmi sul Mondiale, senza altri pensieri per la testa - ha
scritto il portiere azzurro - Ho chiarito quello che dovevo chiarire
e sto molto meglio, e' come se mi fossi tolto un peso". Ma
di questi tempi sono tanti a togliersi pesi e sassolini, dal Luciano
Gaucci ancora latitante a Santo Domingo ("A Moggi ho dovuto
regalare tre tele di De Chirico, una tangente") al redivivo
Vittorio Cecchi Gori ("il fallimento della Fiorentina e' stato
orchestrato dall'alto perche' ero un personaggio scomodo e non sottostavo
ad alcun potere"). In Federazione, intanto, prosegue il restyling:
Guido Rossi ha nominato la dottoressa Maria Jose' Falcicchia, vice
questore aggiunto della Polizia di Stato, vice capo dell'ufficio
Indagini ora diretto da Francesco Saverio Borrelli.
Cannavaro ci ripensa
25/05 Guido Rossi chiede di tornare in aula e lo 'studente' Fabio
Cannavaro esegue: dopo le dichiarazioni rilasciate ieri dal capitano
della Nazionale italiana (''Penso che il sistema venuto a galla
con le intercettazioni riguardasse tutti, tutto il nostro calcio
'' e ''Solo il telefono di Moggi era sotto controllo. Non sono state
intercettate tutte le societa' e non tutti i club erano sotto controllo'')
che avevano procurato qualche irritazione nei vertici federali.
''Serve un chiarimento'', aveva tuonato Giancarlo Abete, capo della
delegazione azzurra ai Mondiali di Germania 2006. ''Per come la
comunicazione e' apparsa -ha detto Abete-, c'e' necessita' di effettuare
chiarimenti per dare il senso di cio' che Cannavaro voleva dire.
La nazionale ha necessita' di lavorare per i Mondiali e di essere
un punto di riferimento, dal punto di vista morale, nel panorama
del calcio che vive un momento di difficolta'''. Oggi quindi il
difensore della Juventus e' riapparso il sala stampa a Coverciano
per chiarire le sue posizioni. ''Ieri non sono riuscito a trasmettere
il mio pensiero -ha esordito Cannavaro- chi ha sbagliato, deve pagare.
Voglio un calcio giusto, pulito, serio. Ho fiducia nella giustizia
ordinaria e nella giustizia sportiva. Voglio ringraziare il commissario
Rossi che ha dimostrato di essere molto vicino a questa squadra.
Noi abbiamo un compito difficilissimo e lo sappiamo. Leggendo stamattina
i giornali, mi sono reso conto che ieri non sono riuscito a trasmettere
il mio pensiero nel modo giusto''. Difende i propri colori, quelli
rossoneri, Andrea Pirlo che chiede venga fatta giustizia. ''Non
immaginavamo si sarebbe arrivati a questo. Il vero sistema non era
questo, perche' ognuno avrebbe dovuto fare il proprio lavoro e farlo
bene, ma purtroppo cosi' non e' stato. Qualche episodio dubbio ci
aveva fatto pensare un po' male ma non immaginavamo che si sarebbe
arrivati a questo. Ora aspettiamo le decisioni della giustizia.
Bisogna fare pulizia come si sta facendo e soprattutto ripristinare
il rispetto delle regole''. ''Ogni mattina facciamo colazione con
i giornali e scopriamo sempre cose nuove. Ora pero' -conclude Pirlo-
in noi c'e' solo voglia di tornare a giocare un calcio pulito, come
si faceva da bambini. Da questa vicenda usciamo tutti danneggiati,
dai giocatori fino ai tifosi. La nostra posizione? Noi del Milan
siamo pulitissimi -spiega- perche' abbiamo fatto le cose nel migliore
dei modi. Le intercettazioni che ci riguardano non sono di grande
gravita' perche' il nostro addetto agli arbitri ha telefonato soltanto
per avere notizie in merito alle designazioni arbitrali''. Per fortuna
che la giornata di Coverciano e' stata 'mitigata' da avvenimenti
'extracalcistici' come la foto ufficiale e la presentazione dell'inno.
In mattinata la truppa di Lippi ha posato per le rituali foto pre-Mondiali,
prima in divisa da gioco e poi con quella di rappresentanza, firmata
Dolce&Gabbana. Quindi e' stata la volta del gruppo musicale
dei Pooh che ha presentato la canzone 'Cuore Azzurro' un inno che,
come spiegano gli stessi Pooh, ''punta sullo scambio di ruoli tra
pubblico e calciatori: 'Noi con voi, voi con noi', dove il fine
comune non si identifichi necessariamente ed esclusivamente nella
vittoria ma anche e soprattutto nella sportivita' e nella partecipazione''.
Oltre alla versione dei professionisti del microfono ce ne sara'
una cantata da alcuni degli azzurri, tra i quali Alberto Gilardino,
Alessandro Del Piero, Fabio Cannavaro, Gianluigi Buffon, Luca Toni
e Francesco Totti. Ma a Coverciano si e' parlato anche di calcio
giocato e di campo con Pirlo che non si sente di poter fare il vice-Totti
e difende il 4-3-1-2 che ha dato all'Italia tante soddisfazioni
premondiali. ''Il 4-3-1-2 e' il modulo che ci sta dando piu' soddisfazioni
-dice il centrocampista-. Io al posto di Totti come trequartista?
Come vice Totti non mi vedo piu' e sono contento invece della posizione
in cui gioco adesso e con cui ho conquistato la Nazionale''. In
sala stampa si e' poi presentato Massimo Oddo, che in Nazionale
ha fatto 'dentro e fuori'. ''Sono orgoglioso della mia convocazione
-spiega il biancoceleste- perche' prima ero nel giro del Nazionale,
poi ne sono uscito e alla fine sono riuscito a far ricredere il
tecnico con le mie prestazioni, questa per me e' una grande gratificazione''.
Il microfono e' poi passato ad una delle 'riserve' Marco Marchionni.
''Un anno fa giocavo lo spareggio per la B, ora sono in ritiro con
questi grandi campioni -dice l'ex parmense- sono consapevole di
essere riserva ma mi auguro di andare in vacanza perche' vorrebbe
dire che nessuno si e' fatto male. Sono felice di essere tra i primi
27 in Italia e spero che questo sia un buon viatico per il futuro.
L'unico rammarico e' che mi sia capitato un infortunio che mi ha
tenuto fuori nel momento sbagliato della stagione, ma va bene anche
cosi'''.
Albertini: “Pensavo ci fosse sudditanza
psicologica, invece...”
24/05 Demetrio Albertini si e' gia' calato nel ruolo di vicecommissario
della Figc. Abito blu, sorriso a trentadue denti, Albertini ha partecipato
alla presentazione dell'inno che accompagnera' la Nazionale al Mondiale.
Nella circostanza, l'ex centrocampista del Milan e del Barcellona
ha ribadito quelle che sono le sue funzioni in seno alla Federazione.
"Sono a disposizione della nazionale, ne' come politico, ne'
come dirigente, ma come ex giocatore e in questa ottica aiutero'
il commissario Guido Rossi nello sviluppo della nuova attivita'
- ha dichiarato Albertini - Mi occupero' anche dei rapporti con
l'Uefa ma bisogna impegnarsi tutti quanti per ridare credibilita'
al nostro calcio, uscito con le ossa rotte da questa vicenda. Ora
e' opportuno, rimboccandosi le maniche, non fare un passo indietro,
ma dieci in avanti". Albertini con franchezza ha rivelato che
non avrebbe "mai pensato che il calcio fosse compromesso fino
a questo punto. Qualcosa lo potevo supporre, ma non in questo ambito.
Pensavo principalmente alla sudditanza, ma li' mi fermavo. Perche'
noi giocatori non l'abbiamo mai denunciata? Perche' credevo che
si trattasse di pura e semplice sudditanza. Ma il discorso non andava
oltre. Ed invece c'era ben altro".La chiamata del Coni lo ha
sorpreso, anche "perche' mi stavo preparando a vivere il mondiale
come commentatore per Sky", rivela Albertini. L'ex centrocampista
del Milan dice di non aver parlato dell'argomento intercettazioni
con i giocatori della nazionale, con i quali e' a disposizione "per
mettere al loro servizio la mia esperienza calcistica. Ci siamo
visti, ma non abbiamo affrontato la delicata questione, limitandoci
a salutarci. Il gruppo mi e' sembrato sereno e tranquillo, la loro
fortuna e' che ora arriva il Mondiale, una competizione bella, forse
unica, che deve essere affrontata nella giusta maniera, anche perche'
l'Italia puo' recitare il ruolo della protagonista".
Cecchi Gori “Affossato perchè scomodo.
I 5 anni più brutti della mia vita”
"Mi hanno voluto affossare perche' ero un personaggio scomodo
e non mi sottomettevo al potere. Sono stati i cinque anni piu' brutti
della mia vita, ma resto sempre in piedi". Vittorio Cecchi
Gori torna a parlare, convocando una conferenza stampa a Roma per
parlare, con il supporto dei suoi legali, delle vicende giudiziarie
della "vecchia" Fiorentina. Quello del produttore cinematografico
e' innanzitutto un j'accuse contro la "cupola" che governava
il calcio e che e' al centro delle indagini di "calciopoli".
"Una volta hanno cercato di manomettermi anche la formazione
della Fiorentina, ai tempi di Ranieri, perche' loro controllavano
tutto, falsavano persino il torneo di Viareggio. Moggi ha sempre
girato alla larga da me, perche' io mi sono speso per il bene del
calcio, battendomi contro la cupola e i vari Carraro, Nizzola e
Matarrese. Me l'hanno fatta pagare - sostiene Cecchi Gori - tramando
un complotto contro di me. Quello della Fiorentina e' stato un fallimento
orchestrato dall'alto. Mi hanno accusato di riciclaggio salvo archiviare
l'indagine dopo due anni. E poi la Fiorentina era una casa di cristallo:
non abbiamo mai fatto una plusvalenza per aggiustare i bilanci.
La mia societa' e' stata un esempio per il calcio, eppure e' stata
l'unica ad essere perseguitata dalla Covisoc". Sono stati i
legali di Cecchi Gori ad approfondire le vicende giudiziarie legate
al fallimento del vecchio club, avvenuto quattro anni fa. "Da
un'indagine della procura di Genova - ha detto l'avvocato Marino
- e' emerso un quadro inquietante. Una serie di elementi induce
a ritenere che il fallimento della Fiorentina sia stato una conseguenza
scontata". L'entourage di Cecchi Gori ha messo a disposizione
della stampa la documentazione relativa alle indagini che hanno
visto coinvolto il giudice fallimentare Sebastiano Puliga. "Puliga
- afferma l'avvocato Marino - ha operato in contrasto con i doveri
d'imparzialita' e correttezza propri di un magistrato. La stessa
assegnazione a Puliga dell'incarico, come spiegano gli inquirenti
di Genova, e' stata pilotata, manomettendo il sistema informatico".
La tesi sposata dai legali di Cecchi Gori e' che ci fosse un'organizzazione
tesa ad accelerare il fallimento del vecchio club favorendo il subentro
di un nuovo gruppo, facente capo alla societa' Azione Viola, "costituita
prima del fallimento della Fiorentina da soggetti indagati e legati
ad interessi economici con Puliga". Ma le accuse di Cecchi
Gori non risparmiano neanche il curatore fallimentare del vecchio
club, Enrico Fazzini: "Il riassetto economico della societa'
viola - racconta l'avvocato Marino - avrebbe potuto essere eseguito
con la cessione dei calciatori piu' quotati, invece il prof. Fazzini
ha utilizzato la liquidita' presente per estinguere debiti che potevano
essere differiti". Viene tirato in ballo anche Enrico Preziosi,
che e' stato ascoltato dai carabinieri in un'audizione, nell'ambito
dell'inchiesta della procura di Genova: "Preziosi disse che
nel luglio del 2002 - ricostruisce Marino - diede al sindaco Domenici
la disponibilita' a rilevare la Fiorentina, visto che sarebbe nata
una nuova societa' che non aveva alcun legame con la vecchia. Ma
come? Si azzardavano pronostici due mesi prima dell'effettiva dichiarazione
di fallimento del club?". Infine, l'avvocato Gaetano Franchina
rileva presunte irregolarita' nelle fasi giudiziarie: "Cecchi
Gori non e' stato giudicato dal giudice naturale precostituito per
legge, inoltre ci sono state violazioni del contraddittorio e abbiamo
prova che la controparte dei giudizi di Firenze conosceva i provvedimenti
prima della loro emanazione". Nei prossimi giorni l'ex patron
della Fiorentina chiedera' un'audizione al ministro di Giustizia,
Clemente Mastella, ed al commissario straordinario della Figc, Guido
Rossi, per esprimere la sua versione dei fatti sulle vicende che
portarono al fallimento del suo vecchio club.
Licenza Uefa per 14 club: manca la Lazio
Sono 14 i club della serie A italiana da poco conclusa che hanno
ottenuto la licenza Uefa per la prossima stagione. Lo ha reso noto
la Figc. Nella lista non c'e' il nome della Lazio, ma la societa'
romana si e' fatta trovare preparata a questa notizia, che le era
stata anticipata nei giorni scorsi da fonti vicine alla federazione,
al punto che gli uomini del presidente Lotito stanno gia' preparando
il ricorso per la presentazione del quale c'e' tempo fino a domani.
Le societa' che hanno ottenuto la licenza Uefa (indispensabile per
potersi iscrivere alle Coppe) sono Chievo, Fiorentina, Inter, Juventus,
Lecce, Livorno, Messina, Milan, Palermo, Parma, Roma, Sampdoria,
Treviso e Udinese.
I tiofosi si costituiscono parte civile
I tifosi si riservano di costituirsi parte civile "se dovessero
emergere responsabilità rilevanti" nelle vicende che
hanno travolto il sistema calcio, e rivendicano un ruolo di "primario
interlocutore delle istituzioni in questa fase di riscrizione delle
regole". Sono queste le decisioni principali prese oggi a Milano
presso lo stadio Meazza, in una riunione del Consiglio Direttivo
della Federazione Italiana Sostenitori Squadre Calcio (FISSC) -
Club Italia. Erano presenti i delegati di Inter, Milan, Juventus,
Fiorentina, Cagliari, Lecce, Perugia, Reggiana, Padova, Monza e
Como. "Il Consiglio della FISSC, che riunisce oltre 5.000 Clubs
organizzati in rappresentanza di milioni di tifosi, alla luce delle
ultime vicende che hanno travolto il sistema calcio, rivendica il
proprio ruolo di primario interlocutore delle istituzioni - si legge
nel comunicato diffuso al termine della riunione -. Ciò soprattutto
in questa fase di 'riscrizione delle regole' affinché il
rinnovamento prospettato non debba generare solo un azzeramento
che penalizzi le esigenze e gli interessi dei tifosi e degli sportivi
che si riconoscono nei Clubs organizzati". "Se dovessero
emergere responsabilità rilevanti, la FISSC si riserva di
costituirsi parte civile per tutelare gli interessi di tutti coloro
che consumano il prodotto calcio. La FISSC invita inoltre il CONI
ad elaborare uno 'Statuto del Tifoso' che possa garantire il corretto
e puntuale esercizio reciproco dei diritti/doveri di ciascuna parte
interessata". Intanto però, nell'imminenza dei campionati
del mondo, i tifosi italiani sono pronti a stringersi intorno agli
azzurri, "nella considerazione che comunque la Nazionale Italiana
rappresenta la massima espressione sportiva di tutti i veri appassionati
del calcio".
Otto ore di interrogatorio per l’ex designatore
Bergamo
Otto ore e venti minuti davanti ai pm, decine di telefonate, compresa
quella ormai famosa sulla griglia propedeutica ai sorteggi arbitrali,
registrate su nastro da riascoltare con attenzione e ''spiegare''
agli inquirenti. E' stato un autentico tour de force per l'ex designatore
Paolo Bergamo l'interrogatorio nella sede della procura di Napoli
al Centro Direzionale, cominciato stamattina una decina di minuti
prima delle 10 e concluso, dopo una breve pausa pranzo (panini,
acqua minerale e caffe') alle 18.20 quando Bergamo, con al fianco
il suo legale, l'avvocato Gaetano Scalise, e' ricomparso all'uscita
della procura trovando il passo sbarrato da decine di giornalisti,
fotografi e operatori televisivi. L'interrogatorio e' stato il piu'
lungo finora tra quelli disposti nel corso di questa inchiesta e
non puo' definirsi ancora concluso, come ha annunciato l'avvocato
Scalise rivelando che ci sara' un prossimo nuovo appuntamento con
i magistrati napoletani, i pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci,
e il procuratore aggiunto Franco Roberti, che coordina l'inchiesta.
La durata e, soprattutto, certe frasi strappate dai giornalisti
al legale e all'indagato, consentono di ipotizzare che la giornata
sia stata ''proficua'' per gli inquirenti, che stanno cercando di
arricchire con nuovi elementi il gia' sconcertante scenario emerso
dalle intercettazioni telefoniche. ''E' stato un interrogatorio
lungo e fruttuoso, abbiamo chiarito quello che c'era da chiarire
con soddisfazione nostra e dell'ufficio'' ha detto l'avvocato Scalise
parlando con i giornalisti. ''L'interrogatorio e' stato rimandato
per completare quello che c'e' da completare'', ha aggiunto il penalista
che ha definito l'interrogatorio ''non collaborativo ma chiarificatore
della posizione di Bergamo''. Bergamo, dal suo canto, si e' limitato
a rispondere a poche domande dei cronisti: ''Conosco Moggi da sempre,
ho fatto l'arbitro dal 1973''. Ha difeso Moggi durante l'interrogatorio?
''Devo difendere me non devo difendere Moggi'' ha risposto Bergamo.
''Sono molto rinfrancato, e' stato un sollievo parlare'' ha poi
aggiunto l'ex arbitro. Il bilancio della giornata sarebbe ritenuto
positivo dagli inquirenti, secondo le indiscrezioni raccolte, e
tale impressione sarebbe confermata dalla decisione di risentire
in tempi brevi l'indagato. Al termine, i magistrati si sono trattenuti
ancora qualche ora in ufficio per esaminare gli atti e mettere a
punto le nuove iniziative, alla luce degli elementi raccolti in
questi ultimi giorni. Mentre a Napoli si svolgeva l'interrogatorio
di Paolo Bergamo, nella caserma dei carabinieri del Nucleo operativo
di Roma i militari, su delega dei pm partenopei, ascoltavano Enrico
Preziosi, presidente del Genoa Calcio. Preziosi e' stato interrogato
in qualita' di persona informata sui fatti, ed e' stato chiamato
a rispondere su presunte pressioni esercitate da Luciano Moggi e
su alcuni risultati di incontri di calcio relativi al campionato
2004/2005.
D’Onofrio: Scaricato dalla FIGC dopo la
perizia antidoping sulla Juve
"Mi sembra di aver vissuto un aspetto parziale di una vicenda
più ampia. E sto capendo cose che fino a poco tempo fa mi
erano sembrate molto strane". Così, in una intervista
all'Espresso anticipata dal settimanale, Giuseppe d'Onofrio, docente
di Ematologia alla Cattolica di Roma, rilegge la sua esperienza
di perito del tribunale di Torino al processo per doping che coinvolgeva
dirigenti della Juventus. "Appena prima che scoppiasse quest'ultimo
scandalo - spiega - sono stato scaricato senza neppure una telefonata
dalla commissione antidoping della Figc, per la quale svolgevo una
funzione di collaboratore ematologo. Mi occupavo dei protocolli
da stabilire per i test sui calciatori". "Penso che ci
siano state pressioni di qualche dirigente Figc - aggiunge D'Onofrio
- Qualcuno mi ha detto che ai vertici della federazione la mia perizia
al processo di Torino non era stata affatto gradita". E all'intervistatore
che ipotizza un intervento dell'ex vicepresidente federale Innocenzo
Mazzini, l'ematologo replica: "Diciamo che adesso che tutti
i vertici Figc sono stati cambiati, compreso Mazzini, mi aspetto
o che mi spieghino i motivi scientifici della mia rimozione oppure
che mi riammettano nella commissione antidoping". Intanto D'Onofrio
sta lavorando su un altro caso: quello del giocatore della Fiorentina
Bruno Beatrice morto nel 1987 per leucemia, dopo aver subito un
lungo trattamento di raggi Roentgen per riprendersi più in
fretta da una pubalgia. Sì - conferma D'Onofrio che sul caso
sta lavorando con la dottoressa Giuseppina Fortuna, radioterapista
- sto finendo la perizia. Abbiamo analizzato il midollo di Beatrice,
scoprendo che la leucemia di cui è morto non era linfoblastica
(come dichiarato al tempo), ma di un altro tipo, compatibile con
le radiazioni subite". Il che significa? "Che ora la questione,
per i magistrati, è soprattutto stabilire se quelle radiazioni
ci sono effettivamente state. A Villa Camerata, l'istituto di Firenze
di cui parla la vedova Beatrice, non è stata conservata alcuna
cartella clinica. Decideranno i giudici: io, ancora una volta, ho
fatto solo il mio lavoro di ematologo".
Perqusizioni della finanza nelle sedi di Milan,
Inter, Como e Vicenza
Militari della Guardia di Finanza di Milano hanno acquisito oggi
atti nelle sedi della società Milan e Inter su ordine della
Procura di Torino, nell'ambito dell'inchiesta avviata dai magistrati
torinesi per falso in bilancio che vede indagato l'ex management
della Juventus. A quanto si è saputo, i responsabili delle
società avrebbero fornito ai militari della Guardia di Finanza
tutti i documenti loro richiesti e riguardanti la compravendita
di alcuni giocatori. Ieri era stata invece la Guardia di finanza
di Como, sempre su delega della Procura di Torino, a acquisire dei
documenti nella sede della società lariana. Visita della
Guardia di Finanza anche nella sede del Vicenza Calcio, dove questa
mattina le Fiamme Gialle hanno acquisito la documentazione relativa
al contratto di trasferimento, in compartecipazione, del giocatore
Francesco Scardina dal Crotone F.C. Lo ha reso noto la società
veneta precisando che la visita é durata un' ora, durante
la quale il Nucleo provinciale della Guardia di Finanza "ha
chiesto e ottenuto" la documentazione sul contratto di trasferimento
del calciatore. .
Gli ex vogliono Boniperti presidente della Juve
Qualora Giampiero Boniperti venisse designato per la carica di
presidente della "nuova" Juventus e qualora alla fine
dovesse accettare, puo' sapere sin d'ora che i suoi ragazzi d'un
tempo, quelli della Juve stravincente degli anni '80 con Trapattoni
in panchina, sono tutti dalla sua parte. Non avrebbe che l'imbarazzo
della scelta su chi scegliere eventualmente per collaborare con
lui alla ricostruzione dell'immagine e della juventinita' e soprattutto
potrebbe contare in qualsiasi momento sul loro appoggio. E' questo
il risultato di un sondaggio che l' ha condotto tra gli juventini
del passato, dopo la ventilata possibilita', suggerita ieri dal
Direttore editoriale dell' Italo Cucci e sottolineata oggi anche
dalla Gazzetta dello Sport, che Boniperti possa diventare il nuovo
presidente della societa' bianconera. "Si tratta di un'ipotesi
importante perche' e' un uomo carico di esperienza e quindi e anche
di successi che hanno permesso alla Juve di arrivare dove e' arrivata
-ha detto al riguardo il capitano storico della Juve, Beppe Furino-.
Non so cosa ci possa essere meglio in circolazione, per me sarebbe
la persona giusta. Io personalmente lavorerei volentieri con lui,
ho gia' lavorato in passato con lui, mi conosce, sa quali sono le
mie doti, le mie qualita' ed anche i miei difetti". Poche parole,
come al solito, ma intense quelle che ha usato Dino Zoff parlando
di Giampiero Boniperti, che "e' stato sempre un grande presidente,
posso solo dire bene di lui" ha detto Dino, mentre Marco Tardelli
si e' detto eventualmente "contento per lui qualora questa
scelta venisse confermata con la nomina ufficiale. "Penso potrebbe
risollevare le sorti della Juventus e per questo il mio e' un parere
favorevole". Piu' articolato il pensiero dello stopper di quel
tempo, Sergio Brio, che saluta con grande emozione questa eventualita'.
"Direi che se fosse Boniperti presidente della Juve sarei ben
felice. Sono stato insieme a lui 16 anni, conosco la persona, sarebbe
una scelta davvero fantastica, vorrebbe dire dare credibilita' ad
una societa' un po' bistrattata in questo periodo. Lo ritengo l'uomo
ideale per il rilancio dell'immagine e della juventinita'. Sarebbe
al posto giusto, piu' juventino di lui non c'e' nessuno". Ed
al leccese Brio, fa eco il sardo Antonello Cuccureddu, il primo
acquisto di Boniperti presidente nei primi anni settanta. "Non
posso che pensarne bene; sono stato con lui per 12 anni da giocatore
e 9 nel settore giovanile. Penso che sia la persona giusta, ma dipende
se se la sente lui, e' stato un grande da giocatore e da dirigente,
ha fatto tanto, per me in questo momento per dare serenita', tranquillita'
e professionalita' serve una persona come lui". on si discosta
da queste valutazioni positive nei confronti di Boniperti neppure
il "barone" Franco Causio:"Me lo auguro di cuore,
Boniperti e' una persona importante. Credo ci voglia uno come lui,
un personaggio carismatico. Lui e' la persona adatta in questo momento".
Pur con qualche distinguo, soprattutto legata alla voglia dello
stesso Boniperti di assumere un impegno cosi' gravoso, anche Zibi'
Boniek si e' detto convinto che sarebbe una scelta azzeccata. "E'
una notizia bella, carina, simpatica anche perche' si parla di una
persona che e' stata il simbolo di una Juve che fu. Adesso non so
se c'e' ancora la voglia da parte sua di assumere un incarico che
richiede un lavoro molto pesante, di ricostruzione. Come personaggio
non gli si puo' dire nulla, ma bisogna vedere se e' un'indicazione
o un depistaggio. La credibilita' della Juve secondo me rimane sempre
perche' quanto fatto da questi dirigenti non ha nulla a che vedere
con i tifosi. Chiaro che se arrivasse Boniperti sarebbe un chiaro
messaggio per tutto il mondo del calcio ed in particolare per quello
juventino". Infine Stefano Tacconi, che a Boniperti preferirebbe
Platini. "Sicuramente Boniperti ha dato alla famiglia Agnelli
tutta la sua vita, sia da calciatore che da Presidente -ha detto
il portiere che ha sostituito Zoff-. Normale che in questo momento
possa servire una figura come lui che possa ridare credibilita'
ai tifosi bianconeri. Io metterei pero' Platini, una persona importante
che capisce di calcio, che avrebbe tutte le buone qualita'. Avrei
fatto una nuova triade con Platini e altri due giocatori del passato,
un po' come il Milan".
Marchionni non è deluso: “Con la
Juve anche in B”
"Non sono pentito di aver firmato per la Juventus, alla fine
si tratta pur sempre di una delle squadre più forti e importanti,
anche se fosse in serie B". Così Marco Marchionni ha
zittito chi pensava che l'ex centrocampista del Parma fosse deluso,
pentito e preoccupato pensando all'esito che potrebbero avere le
inchieste in corso e alle possibili ripercussioni sulla sua futura
squadra. "Ho fatto una scelta convinta e rimango di quest'avviso",
ha proseguito il giocatore. Il quale è stato poi invitato
a fare un piccolo passo indietro, rievocando Lecce-Parma dello scorso
campionato, una delle partite maggiormente sotto esame: "Io
quella volta non giocai perché ero infortunato, ho letto
quel che ha detto Vignaroli a proposito dell'arbitraggio di De Santis,
forse dovrebbe essere risentito. Di sicuro quel direttore di gara
non aiutò granché il Parma, ci ritrovammo a giocare
lo spareggio con il Bologna con diverse assenze, per fortuna poi
andò bene per noi. Comunque ho sempre creduto e continuo
a credere alla buona fede degli arbitri nonostante quel che si legge
e si sente in questi giorni". Marchionni chiude con una battuta
per sdrammatizzare un po' il momento: "Quando andai al Parma
sappiamo quel che successe a quella società e le difficoltà
che ha vissuto, ora in mezzo al caos c'é la Juve: mi auguro
di non essere io a portare sfortuna".
Oddo: “Con la Gea non ho mai avuto problemi”
"Ho sempre avuto un rapporto molto professionale con la Gea
e con Alessandro Moggi, con lui non ho mai avuto problemi e non
ce ne sono neppure adesso". Massimo Oddo non rinnega nulla
delle sue scelte e non sputa sentenze prima dei verdetti. Il difensore
della Lazio chiarisce: "Cominciamo dalla Gea. In questi giorni
sento tanti dare giudizi e addirittura sentenze. Ma nessuno ora
può e deve permetterselo. Quali elementi ci sono per farlo?
Per quanto mi riguarda, da quando mi sono legato alla Gea non ho
mai cambiato squadra e, ci tengo a sottolinearlo, sono arrivato
in Nazionale in modo chiaro, non per la Gea". Per ribadirlo
racconta della sua altalenante esperienza azzurra: "Sono stato
in Nazionale con Trapattoni, ho fatto un Europeo, poi sono uscito
dal giro per un anno e mezzo. Ora faccio parte della spedizione
per il Mondiale. Vuol dire che ho lavorato bene e che il ct l'ha
riconosciuto. Prima evidentemente pensava che c'era chi stava dando
più di me". Anche su di lui, come sul resto del gruppo
azzurro, pesa la difficile situazione del calcio italiano, senza
contare che lo stesso Oddo fa parte di uno dei club più coinvolti
e ritenuti a rischio di penalizzazioni: "Da tre anni sono alla
Lazio e mi sono fatto la scorza dura - sorride - Che ci fosse un
po' di sudditanza c'era da aspettarselo, esiste anche nella vita
nei confronti dei potenti. Ma quanto emerso in questi giorni va
oltre l'immaginazione. Però, come già detto, non si
possono dare giudizi e sentenze. Le indagini non sono ancora finite,
bisogna aspettare". Allo stesso modo liquida chi gli chiede
se sarebbe un errore penalizzare Lazio e Fiorentina: "Se le
facessero retrocedere insieme alla Juve sarebbe davvero una gran
bella serie B. Battute a parte, non intendo difendere Lotito ma
leggendo certe intercettazioni la sensazione che ho avuto è
che fossero telefonate di un presidente di club al capo di tutti
i presidenti perché ci fossero un po' più di rispetto
e attenzione verso la sua società. Da parte mia ho sempre
pensato che l'arbitro è un essere umano e come tale può
sbagliare. Non ho mai fatto cattivi pensieri, neppure durante quel
Lazio- Fiorentina dell'anno scorso finita sotto esame: ricordo che
noi giocatori commettemmo molti errori, poteva quindi starcene uno
del direttore di gara". Davanti alle 10 regole proposte dall'Antitrust
risponde: "Per me adesso conta solo ridare fiducia ai tifosi
e a chi ama questo sport e lo si può fare solo ricominciando
in modo pulito. Come il calcio che vivevo da bambino, con tanto
entusiasmo e la voglia di festeggiare con gli amici una bella vittoria".
Taglia corto sul futuro: "Ci sono troppe distrazioni, se ci
mettiamo anche a parlare di calciomercato è la fine. Comunque
in Nazionale ci sono grandi giocatori e i grandi giocatori non vanno
in B". .
Pirlo “Non sono daccordo con Cannavaro”
Dopo Nesta, Gilardino e Gattuso, anche Andrea Pirlo sfoggia serenità
malgrado le ultime notizie di un dossier dei carabinieri che dà
conto di intercettazioni in cui parla di arbitri il dirigente del
Milan Leonardo Meani e in cui compare pure il nome di Adriano Galliani.
"Meani è l'addetto ai rapporti con gli arbitri, avrà
fatto qualche domanda ma sempre nel rispetto delle regole. Lo stesso
avvocato del Milan ci ha tutti tranquillizzati - afferma il centrocampista
rossonero - E per quanto riguarda noi giocatori abbiamo sempre fatto
il nostro dovere". Pirlo è convinto che la sua società
non rischia nulla: "Meani ha fatto solo delle telefonate quando
abbiamo subito dei torti chiedendo maggiore attenzione". Resta
la delusione provata davanti agli scandali che hanno travolto il
calcio italiano: "Mi sono sentito deluso e danneggiato come
tutti quelli che amano il calcio e come chi ha sempre cercato di
fare il proprio lavoro nel modo migliore. Per Cannavaro era il sistema
Italia? Per me non è così, non ho mai avuto sospetti
o sensazioni particolari a parte qualche episodio discutibile. Moggi?
E' sempre stato considerato un bravo dirigente e i risultati d'altronde
parlano per lui. E anche se oggi, per quanto sta emergendo, non
tutti quei risultati possono sembrare limpidi, sul campo gli juventini
hanno sempre dimostrato di essere una squadra forte. In ogni caso
chi ha sbagliato deve pagare". Quindi fa un appello: "Vogliamo
un calcio pulito come quando eravamo bambini spensierati".
Nell'attesa lancia la sfida alle rivali: "Forse dietro gli
attacchi di Beckenbauer si nasconde il timore che l'Italia possa
fare troppo bene ai Mondiali. Non posso fare altro che ribadirlo:
siamo sicuri che arriveremo fino in fondo". .
Gaucci “Io vittima della cupola”
"Luciano Gaucci sorseggia sulla spiaggia di Santo Domingo
il calice della vendetta. I suoi nemici, Franco Carraro e Luciano
Moggi, sono nei guai. E lui si toglie qualche sassolino dalla scarpa"
comincia così una intervista all'ex presidente del Perugia
che uscirà sul numero dell'Espresso in edicola domani e di
cui il settimanale ha dato una anticipazione. "Queste intercettazioni
- ribadisce Gaucci - dimostrano che io avevo visto giusto. Sono
una vittima della cupola. E ora vogliono arrestare me, mentre Cesare
Geronzi, coinvolto nei crack Cirio e Parmalat, è libero.
Nel 1993 sono andato a cena con un arbitro, mi hanno squalificato
per tre anni e hanno mandato in serie C il Perugia. Moggi ne ha
incontrati a centinaia e nessuno finora gli ha fatto nulla. Per
non parlare di quello che mi è costato, tra orologi e quadri
di grande valore". "A Moggi - specifica l'ex patron del
Perugia - ho dovuto regalare tre tele di de Chirico. La più
importante era 'Le muse inquietanti', una splendida pittura metafisica
del 1917. Poi una marina di Venezia e un paesaggio". "Questi
ultimi li ho pagati 200 milioni di lire ciascuno - sottolinea Gaucci
- Ma il primo è un capolavoro: nel 90 mi è costato
700 milioni, ora vale sui 3 milioni di euro. Era appeso nel mio
salone quando l'ha visto Moggi, con cui stavo parlando di affari.
Se ne è innamorato e me lo ha chiesto. Io ho risposto di
no, ma lui è tornato poche ore dopo e mi ha detto: 'Mi devi
dare quel quadro'. Sono stato costretto a eseguire". L'ha minacciata?
viene chiesto a Gaucci "No - la risposta -. Ma lui sapeva bene
che, quando forzava la mano, poteva fare quello che voleva. Io la
definirei una tangente". "Perché era un ricatto
- replica l'ex numero uno del Perugia alla domanda del perché
abbia accettato - Per fare un colpo al calcio mercato dovevi passare
da Moggi. E così, oltre alla percentuale che si prendeva
la Gea del figlio Alessandro, dovevo dare pure i quadri a Luciano.
Mi creda: quel de Chirico non lo avrei mai regalato, ma non avevo
scelta. O rompevo con lui o dovevo cedere". Altro bersaglio
di Gaucci è il presidente di Capitalia Cesare Geronzi. A
lui dice di avere regalato "otto quadri, tra cui un Guttuso.
Geronzi comandava su tutti nel calcio. E io ho dovuto sottostare
ai suoi voleri. Gli ho fatto bella la villa, con la fontana e gli
alberi secolari della Puglia che si trovano nel suo parco. I miei
uomini curavano i lavori di manutenzione. Gli compravo il pesce
fresco a Terracina per le sue cene. E così via". Poi
la rottura: "Quando la Figc del suo amico Carraro ha mandato
in serie C il mio Catania. Prima gli ho spedito una lettera e lui
mi ha rassicurato. Ci siamo incontrati con alcuni politici amici
e lui ha promesso che mi avrebbe dato i soldi. Poi non lo ha fatto".
In quei momenti rassicurazioni gli sarebbero arrivate anche dall'ex
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta: "Sì.
Lui mi ha detto di stare tranquillo che tutto si sarebbe sistemato.
Letta mi ha chiamato anche a Santo Domingo per tranquillizzarmi.
Ma io non mi fidavo più". Quanto alla Gea, Gaucci sostiene
di avere versato in nero alla società "Circa 15 miliardi
di lire. Solo per la cessione di Liverani alla Lazio, hanno voluto
il 15 per cento in nero: 3 miliardi e 750 milioni". .
Il diario della giornata
Continuano le audizioni e gli interrogatori e prosegue anche il
lavoro della Guardia di Finanza che oggi ha effettuato altre perquisizioni
nelle sedi dei club di A, tra queste anche quelle di Milan e Inter.
Da Coverciano, invece, il capitano della Nazionale, Fabio Cannavaro,
torna in sala stampa per chiarire le dichiarazioni rilasciate ieri
in merito alla vicenda "calciopoli ". Questo il film della
giornata:
10.22: Paolo Bergamo, ex designatore arbitrale, arriva in Procura
a Napoli per essere ascoltato in merito alle inchieste sul calcio
che lo vedono fra gli indagati. Bergamo, accompagnato dall'avvocato
Scalise, non ha rilasciato dichiarazioni.
12.21: Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, si presenta nella
caserma del nucleo operativo dei carabinieri di Roma davanti ai
pm che lo ascolteranno in qualita' di persona informata sui fatti.
13.05: Guardia di Finanza negli uffici della Triestina per acquisire
documenti su alcune operazioni di mercato concluse con la Juventus.
13.43: "A Moggi ho dovuto regalare tre tele di de Chirico.
La piu' importante era "Le muse inquietanti", una splendida
pittura metafisica del 1917. Poi una marina di Venezia e un paesaggio.
Questi ultimi li ho pagati 200 milioni di lire ciascuno. Ma il primo
e' un capolavoro: nel '90 mi e' costato 700 milioni, ora vale sui
3 milioni di euro. Era appeso nel mio salone quando l'ha visto Moggi,
con cui stavo parlando di affari. Se ne e' innamorato e me lo ha
chiesto. Io ho risposto di no, ma lui e' tornato poche ore dopo
e mi ha detto: 'Mi devi dare quel quadro'. Una minaccia? La definirei
una tangente". Sono stato costretto a eseguire". Lo ha
denunciato in un'intervista all'Espresso in edicola domani l'ex
presidente del Perugia "Queste intercettazioni dimostrano che
io avevo visto giusto. Sono una vittima della cupola. E ora vogliono
arrestare me, mentre Cesare Geronzi, coinvolto nei crack Cirio e
Parmalat, e' libero".
14.15: Il Cagliari ha comunicato in una nota pubblicata sul proprio
sito ufficiale che, "in esecuzione del procedimento contro
i dirigenti della Juventus, Moggi e Giraudo, avviato dalla procura
di Torino, nella mattinata odierna la Guardia di Finanza si e' presentata
presso la sede della Cagliari Calcio per richiedere l'acquisizione
della documentazione inerente il tesseramento del calciatore Fabian
Carini, documenti che son stati loro regolarmente consegnati".
Le Fiamme Gialle hanno lasciato la sede della societa' rossoblu
intorno alle 11.30.
14.17: Marco Marchionni non gira le spalle alla Juve e conferma
di essere soddisfatto della scelta fatta, nonostante il polverone
che investe la societa' bianconera che nei mesi scorsi gli ha fatto
firmare un contratto quinquennale strappandolo alla concorrenza.
"Ho scelto la Juve - ha dichiarato Marchionni - perche' voglio
far parte di questa societa'. Non torno indietro, voglio giocare
nella Juve, ma se i dirigenti hanno altre idee che me lo dicano".
14.19: Per Andrea Pirlo il Milan non e' coinvolto nello scandalo
delle intercettazioni. "Il Milan e' pulito - ribadisce - Meani,
il nostro dirigente coinvolto ha telefonato soltanto per avere notizie
in merito alla designazioni arbitrale. Non si possono paragonare
queste azioni a quelle di Moggi".
14.23: Massimo Oddo, difende la sua societa' e la scagiona dallo
scandalo "calciopoli" nel quale si trova coinvolta per
le intercettazioni che riguardano il presidente Claudio Lotito.
"Sono convinto che la Lazio sia strapulita e che uscira' senza
problemi da questa situazione, le intercettazioni che riguardano
Lotito sono soltanto chiarimenti che lui rivolgeva ai suoi interlocutori".
14.30: Demetrio Albertini, a Coverciano per incontrare gli azzurri,
ribadisce il suo ruolo di vicecommissario in federazione. "Sono
a disposizione della nazionale non come politico e dirigente ma
come ex giocatore. Aiuto il Commissario Rossi a sviluppare attivita'
sportive. Mi occupero' anche dei rapporti con l'Uefa. Tutto questo
perche' e' necessario ridare credibilita' al nostro calcio, facendo
non un passo indietro, ma dieci in avanti".
14.39: E' un Gigi Buffon sereno quello che si confessa dalle pagine
del suo blog personale. Il portiere della Nazionale e della Juventus,
coinvolto nella vicenda scommesse e ieri ascoltato dai pm di Parma
che conducono l'inchiesta, rompe il silenzio stampa e dice di essersi
tolto un peso con l'interrogatorio di ieri. "Adesso mi sento
veramente libero di concentrarmi sul Mondiale, senza altri pensieri
per la testa - scrive Buffon -. Ho chiarito quello che dovevo chiarire
e sto molto meglio, e' come se mi fossi tolto un peso".
15.12: Dopo Preziosi e Perinetti, e' la volta di Aldo Spinelli,
presidente del Livorno, convocato dai pm romani che conducono l'inchiesta
sulla Gea.
16.12: "Ma come, io sono il vincitore morale di questa storia,
tutto sto scandalo l'ho tirato fuori io e adesso, invece di farmi
salire sul carro con tutti gli onori, invece di dirmi 'Biscardi
lei merita una medaglia', tentano di infangarmi dicendo che facevo
gli impicci", cosi' Aldo Biscardi in un'intervista rilasciata
a "Panorama". "Moggi era una fonte, ne' piu' ne'
meno di tante altre. Se avessero intercettato il mio cellulare avrebbero
scoperto che parlo cosi' con tutti, che tutti mi chiamano per dirmi
' e fammi sto piacere'... E io a tutti dico 'si vabbe', poi vedo
che posso fare...". Poi pero' cio' che conta e' quello che
faccio vedere in tv, se accetto la richiesta dei potenti o se me
ne fotto e faccio di testa mia".
16.16: Il Padova ha reso noto che oggi "su disposizione del
tribunale di Torino, e' stata fornita alla Guardia di Finanza tutta
la documentazione richiesta in merito al trasferimento del calciatore
Daniele Gastaldello dal Padova alla Juventus, avvenuto nel 2002".
16.46: "Gli ultimi 5 anni sono stati i piu' brutti della mia
vita ma io resto sempre in piedi. Il fallimento della Fiorentina
e' stato orchestrato dall'alto perche' ero un personaggio scomodo
e non sottostavo ad alcun potere". Lo ha dichiarato Vittorio
Cecchi Gori, nel corso di una conferenza stampa questo pomeriggio
a Roma, convocata per parlare delle vicende giudiziarie della vecchia
Fiorentina. "Moggi girava alla larga da me - ha aggiunto -
ho sempre contrastato il potere di Torino ed il sistema portato
avanti da gente come Carraro, Nizzola e Matarrese".
18.21: Proseguono le perquisizioni ad ampio raggio da parte della
Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta sui presunti falsi
in bilancio della Juventus. Oggi la Gdf ha perquisito le sedi di
Milan e Inter. L'inchiesta sta analizzando gli scambi di giocatori
avvenuti tra il club bianconero e le altre squadre nel periodo che
va dal 2000 al 2005.
18.24: In riferimento a quanto riportato da alcuni organi di informazione,
il Bologna precisa in una nota "di non aver partecipato alla
votazione del documento finale approvato dall'Assemblea Generale
della Lega in segno di dissenso rispetto a qualsiasi soluzione che
non preveda preliminarmente il cambiamento degli attuali vertici".
18.25: "Se dovessimo paragonare la nostra punizione con quella
da infliggere alla Juve, dovrebbe andare a giocare tra i dilettanti".
Lo ha detto il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, lasciando
la caserma del nucleo operativo dei carabinieri di Roma, dove e'
stato ascoltato dagli investigatori nell'ambito dell'inchiesta della
Procura di Napoli. "C'era la volonta' di retrocedere il Genoa
per pulire il calcio - ha aggiunto - E' incredibile che ancora dopo
un anno non si sappia di chi fossero quei bigliettini che sbeffeggiavano
l'imputato e il suo avvocato nel corso del processo davanti alla
Disciplinare. C'e' stato un atteggiamento vessativo verso il Genoa".
18.41: "Io penso a difendere me, non a difendere Moggi. Se
mi richiedeserro di fare il designatore lo rifarei senza alcun tentennamento,
il solo fatto di essere venuto a parlare mi da' sollievo".
Lo ha dichiarato ai giornalisti all'uscita dalla Procura di Napoli
l'ex designatore Paolo Bergamo, ascoltato oggi dai magistrati nell'ambito
di calciopoli. L'interrogatorio, che e' durato 8 ore e mezza, riprendera'
quasi certamente all'inizio della prossima settimana.
19.10: "Abbiamo parlato di Mutu e Chiellini". Cosi' il
presidente del Livorno Aldo Spinelli ai giornalisti, lasciando il
Palazzo di Giustizia di Roma dopo essere stato interrogato, come
persona informata sui fatti, dai pm Luca Palamara e Maria Cristina
Palaia. "Ho spiegato perche' abbiamo dato Chiellini alla Juve
invece che alla Roma. I bianconeri ci pagavano 6 milioni e mezzo
e la Roma 2. Moggi? Lo conosco da tempo, con lui ho sempre fatto
le cose in regola, alla luce del sole".
19.11: La GdF ha perquisito la sede del Messina. Gli adempimenti
dei finanzieri rientrano nel filone giudiziario della Procura di
Torino che indaga sul reato di falso in bilancio. Su disposizione
della procura di Messina sono stati acquisiti documenti ritenuti
utili per le indagini.
19.17: "Sono tranquillo". Solo poche parole da parte del
direttore sportivo del Siena Giorgio Perinetti, dopo due ore e mezza
di audizione davanti ai magistrati romani che indagano sulla Gea.
Perinetti non e' voluto entrare nel merito dell'audizione.
19.30: In un comunicato stampa il Milan precisa la posizione in
merito alla vicenda intercettazioni: "1) Nessun incontro fra
l'ad Galliani e l'ex arbitro Collina. 2) Galliani non ha mai intrattenuto
conversazioni con i designatori arbitrali o con i dirigenti dell'Aia
o della Can aventi ad oggetto designazioni di assistenti o di arbitri.
3) Il dossier Paparesta e' cosa del tutto estranea al ruolo di Paparesta
quale arbitro, di Galliani quale ad del Milan e dello stesso Milan.
Come peraltro Paparesta ha gia' dichiarato, Galliani, a richiesta
di quest'ultimo, si limito' a far trasmettere dalla sua segretaria
al dott. Letta un documento relativo ad attivita' connesse al Consorzio
Asso Bio Diesel, del quale Paparesta era revisore contabile. 4)
Le conversazioni telefoniche riferite a Leonardo Meani dimostrano
con sempre maggiore incisivita' che il sistema organizzato da terzi,
oltre che esclusivo, era di tale solidita' da non conoscere possibili
contrasti. Dimostrano inoltre che il Milan non ha mai inteso utilizzare,
ne' mai ha utilizzato, quei sistemi, ma ha viceversa solo richiesto,
talora con forza, di essere trattato con giustizia ed equita'".
19.34: Una donna vice capo dell'ufficio indagini della Federcalcio.
Lo ha deciso il commissario straordinario della Figc, Guido Rossi,
che ha nominato la dottoressa Maria Jose' Falcicchia, vice questore
aggiunto della Polizia di Stato, vice capo
dell'ufficio Indagini ora diretto da Francesco Saverio Borrelli.
20.11: L'Inter comunica in una nota che "in ordine all'acquisizione
di documenti avvenuta questa mattina nella sede di via Durini dalla
Guardia di Finanza su delega dall'Autorita' Giudiziaria, in piena
collaborazione con le indagini in corso e' stata fornita la documentazione
richiesta".
20.14: Dopo due ore di interrogatorio in procura, a Roma, il presidente
del Siena, Paolo De Luca, e' soddisfatto: "Ho risposto in modo
esauriente, abbiamo massima fiducia nella giustizia e siamo tranquilli".
20.22: In relazione all'acquisizione di documenti operata oggi dalla
Guardia di Finanza su mandato della Procura della Repubblica di
Torino, il Milan ha reso noto che "si tratta di documentazione
gia' acquisita nel febbraio 2004 dalla Procura della Repubblica
di Roma e nell'aprile 2005 dalla Procura della Repubblica di Milano".
Servizi precedenti
24/05
Calcio nel caos: La Lega Calcio cerca nuove
regole. Alla Gea e ad Alessandro Moggi oltre
il 10% del mercato delle procure. Conti: “Lotta al
conflitto d’interessi”. La Finanza
nella sede del Crotone e della Reggina. Buffon in Procura.
Galliani confermato in Lega. Cannavaro:
“Gli scudetti della Juve, meritati”
23/05
Calcio nel caos: Il commissario della FIGC,
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“Piedi puliti”. A Napoli sfilano i testi.
perquisita la sede della
Torres
22/05
Calcio nel caos: Lippi rimane al suo posto.
Moggi cita Berlusconi. Chieste le dimissioni
di Galliani che le respinge, l’inchiesta va avanti.
Moggi: “Un’imboscata di Galliani”. Guido
Rossi: “Beckenbauer ne approfitta”. Avv.
Stagliano “La Juve in B”
21/05
Calcio nel caos: Moggi ebbe un ruolo importante
nelle elezioni di Carraro e Galliani. Tardelli replica a
Beckenbauer “Anche in Germania c’è il marcio”.
Chieste le dimissioni di Lippi. Le
intercettazioni di De Santis
20/05
Calcio nel caos: Il potere assoluto di Moggi.
Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi.
Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali. Le
tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno
19/05
Calcio nel caos: La Gea controllava anche
Reggina, Livorno e Siena. Gazzoni: “Le dimissioni di
Carraro sono finte”. Interrogati Lippi
e Zeman. Si dimette il Generale Pappa
18/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi fa piazza
pulita. Le intercettazioni di Carraro e Moggi che preparavano
le elezioni in Lega. Menzionato Pisanu. Sospesi
nove arbitri, la Finanza a casa di Moggi e nella sede della Juve
17/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi al lavoro.
Spunta il filone doping. Dopo il vertice delle Procure, nuovi
accertamenti. Definite le competenze delle
Procure di Roma e Napoli.
16/05
Calcio nel caos: Guido Rossi commissario della
FIGC chiamato a sistemare il calcio e le sue regole. Petrucci
rassicura Lippi “Verrò a trovarti con Rossi”.