Il potere assoluto di Moggi. Ora è fuga
dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi.
20/05 Sara' un lunedi' intenso quello che coincidera' con il primo
giorno del raduno della nazionale a Coverciano. I Mondiali, lontani
20 giorni, non c'entrano. A tenere banco sara' sempre lo scandalo
che sta travolgendo ad ogni livello il calcio italiano, una vicenda
di proporzioni vastissime che con il passare dei giorni si allarga
a macchia d'olio. Dopo le novita' sul filo delle indagini relativo
alla Gea, con l'elenco dei nomi di giocatori, allenatori e dirigenti
riconducibili alla societa' finita nel mirino della Procura di Roma,
lunedi' i magistrati capitolini riprenderanno il ciclo delle audizioni
e degli interrogatori, che potrebbero riguardare ancora il Ct azzurro
Marcello Lippi. Sul fronte sportivo la Figc da martedi' passera'
ufficialmente nelle mani del commissario Guido Rossi, che dovra'
sbrigare in breve tempo la fondamentale questione della nomina del
nuovo Ufficio Indagini, caduto in blocco con le dimissioni del generale
della Guardia di Finanza Italo Pappa. Dimissioni alle quali seguiranno
anche quelle del generale delle Fiamme Gialle Francesco Attardi,
il quale ha annunciato che lunedi' prossimo ''presentera' alla Federazione
italiana gioco calcio le proprie dimissioni irrevocabili da collaboratore
dell'ufficio indagini''. Il generale Attardi la settimana prossima
sara' ascoltato dai pubblici ministeri del Tribunale di Napoli,
ai quali ha chiesto di essere sentito ''al fine di poter dimostrare
la mia assoluta estraneita' alle vicende oggetto dell'indagine''.
Il giorno dell'interrogatorio non e' ancora stato stabilito. Intanto
i risvolti dello scandalo-intercettazioni continuano a moltiplicarsi
abbattendosi sul sistema-calcio. Secondo un'informativa dei Carabinieri
del Nucleo Operativo di Roma era assoluto il potere di Luciano Moggi
e della Gea sul calciomercato. In base a quanto risulta dalle indagini
condotte alla trattativa, definita ''inquietante'', che ha portato
il centrocampista Giuliano Giannichedda dalla Lazio alla Juventus,
l'ex dg della Juventus non decideva le sole mosse dei bianconeri,
ma imponeva le proprie decisioni anche ad altri club, stabilendo
dove e come i giocatori dovevano essere trasferiti. ''Inquietante
si puo' definire il movimento che Zavaglia ed i due Moggi hanno
architettato attorno al calciatore Giuliano Giannichedda -si legge
nell'informativa - il quale pur avendo una inclinazione particolare
per i colori nerazzurri dell'Inter, se non altro per incontrare
nuovamente l'allenatore amico Roberto Mancini, nulla ha potuto la
sua volonta' allorquando Luciano Moggi ha deciso che il calciatore
non doveva assolutamente sfuggire dalla sua morsa, per vestire la
maglia bianconera, alzando tra il giocatore e tutto il resto del
calcio un muro impenetrabile''. Secondo gli inquirenti grazie al
potere di Moggi la Juventus riusci' a strappare il giocatore all'Inter
con un'offerta inferiore di ''circa 500mila euro'' a quella dell'Inter.
Moggi aveva la capacita' di ''sbilanciare'' gli equilibri di mercato
a favore della Juve e, conseguentemente, a discapito degli altri
club, arrivando a ''raggirare'' anche i presidenti con i quali era
in trattativa, come nel caso di Claudio Lotito, ''convinto che Giannichedda
sarebbe rimasto con il club biancazzurro''. Secondo i Carabinieri
Moggi regolava ''arbitrariamente a proprio vantaggio il calciomercato
riuscendo ad accrescere ''a suo piacimento il potenziale'' della
Juventus ottenendo contemporaneamente ''il mancato rafforzamento
delle altre squadre, soprattutto quelle piu' impegnate nella corsa
al campionato''. La trattativa per Giannichedda appare piuttosto
elaborata. A condurla sono Franco Zavaglia e Alessandro Moggi, che
contattano anche Oreste Cinquini (all'epoca dei fatti ds dell'Udinese
ed attualmente al Parma) ''per evitare che il giocatore faccia tutto
da solo in virtu' della conoscenza con Mancini''. Zavaglia e Alessandro
Moggi insistono per far arrivare il centrocampista alla Juventus,
anche perche' la loro commissione sarebbe maggiore rispetto a quella
che percepirebbero dall'Inter (500 mila euro anziche' 300 mila).
Ma deve intervenire direttamente anche Luciano Moggi, che propone
ad un certo punto uno scambio a Lotito, e per avere Cesar e Giannichedda
alla Juve offre Appiah e Kapo. Lotito osserva che l'operazione andrebbe
a discapito dell'Inter, ma Moggi tranquillizza il presidente della
Lazio affermando di non preoccuparsi degli stipendi. Le conversazioni
per la trattativa-Giannichedda, sono anche l'occasione per trattare
altre questioni. Zavaglia, ad esempio, si raccomanda con Lotito
per il tecnico della Primavera della Lazio, Roberto Mattioli, o
informa Alessandro Moggi di aver convinto il giovane Primavera della
Juventus, Giovinco, a non cambiare procuratore nonostante le numerose
richieste. Nella trattativa-Giannichedda, Luciano Moggi chiama direttamente
il giocatore, tentato dall'offerta piu' vantaggiosa da parte dell'Inter
e dalla presenza nel club nerazzurro del tecnico Roberto Mancini.
Moggi invita Giannichedda ad accettare l'offerta della Juve ''perche'
all'Inter si esporrebbe a brutte figure''. Ma Moggi aveva anche
il potere di impedire che un giocatore finisse ad una squadra avversaria.
In questo senso interveniva direttamente con i presidenti, come
nel caso ancora una volta di Lotito e della Lazio, nella trattativa
per Cesar all'Inter, cosi' come per De Luca e il Siena, per evitare
l'arrivo, sempre al club nerazzurro, del brasiliano Taddei. E proprio
il numero uno del club toscano oggi ha preso le distanze dal cosiddetto
'sistema Moggi'. ''La Gea? Io non so neanche dove sta'', ha detto
De Luca smentendo di essere tra i presidenti agli ordini della societa'
di procuratori che fa capo ad Alessandro Moggi. Ma il patron senese
non e' solo. Sono in molti, infatti, a prendere le distanze dalla
Gea o, quanto meno, a ridimensionare i rapporti intrattenuti con
Moggi Junior e soci. ''E' capitato di aver trattato qualche giocatore
-ha detto ancora De Luca- anche se non personalmente perche' per
questo ci sono i tecnici. Ma quale appoggio avrei avuto? Mi sono
salvato all'ultimo momento la scorsa stagione, quando non abbiamo
avuto neanche un rigore a favore. Quest'anno siamo arrivati ultimi
in Serie A, cerchiamo di essere seri''. L'ex giocatore del Siena,
Stefano Argilli, ha dichiarato di essere stato fatto fuori dal Siena
per colpa della Gea. ''Questa e' un'altra cosa farneticante'', ha
commentato a questo proposito il presidente del club toscano. ''Il
giocatore -ha aggiunto de Luca- aveva un contratto scaduto, era
stato operato al ginocchio, e a 34 anni voleva un triennale molto
oneroso. Il tecnico, d'accordo con la societa', gli ha proposto
solo un anno, e lui dice che e' stata la Gea a farlo fuori. Si e'
trattato solo di scelta tecnica''. Anche un ex dirigente come Fabrizio
Lucchesi, che ha lavorato con Roma e Fiorentina, ammette dei contatti
''assolutamente normali dato il tipo di lavoro'', con la Gea, ma
ci tiene a precisare di ''essere sempre stato indipendente''. ''Faccio
questo lavoro da vent`anni -ha affermato Lucchesi- e non si puo'
non avere un rapporto cordiale e professionale con i procuratori,
pero' l'ho fatto sempre nel mio interesse e in quello di chi mi
pagava''. Lucchesi non si dice sorpreso dal potere esercitato dalla
Gea: ''La Gea era un elemento importante, era una cosa che si sapeva.
Ma e' normale, perche' e' composta da tante persone, e ognuna ha
il suo portafoglio di atleti. E' inevitabile che in ogni squadra
ci sia un giocatore della Gea''. ''Da parte mia -ha ribadito- posso
dire di non aver mai subito pressioni''. Ascoltato in procura a
Napoli, il ds dell'Udinese, Pietro Leonardi, ha chiarito che ''dato
il lavoro che faccio, ho rapporti cordiali con tutti i procuratori
e non solo con alcuni. Lo ritengo un comportamento coerente''. Sui
rapporti del club friulano e la Gea Leonardi ha sottolineato: ''Andate
a vedere quanti giocatori della Gea ci sono nell'Udinese: soltanto
il secondo portiere''. L'audizione con i pm napoletani? ''Serena
e cordiale'', ha tagliato corto il ds del club friulano. E' invece
ricorso ad un comunicato ufficiale l'allenatore del Palermo, Giuseppe
Papadopulo, che riguardo un suo legame con la GEA World, ha precisato
di ''non aver mai conferito alcun mandato di rappresentanza o assistenza
ne' alla GEA ne' ad altri agenti od agenzie e di aver sempre esercitato
la professione in forma autonoma''. Insomma la Gea era ovunque,
ma apparentemente nessuno o quasi aveva a che fare con lei. Secondo
gli inquirenti, tra i dirigenti nell'orbita della Gea ci sarebbe
anche Lillo Foti. Il presidente della Reggina oggi ha preso la parola
per spiegare il contenuto di un'intercettazione relativa ad una
conversazione con l'ex designatore Paolo Bergamo: ''Volevo solo
attenzione. L'intercettazione si riferisce ad una partita che la
Reggina ha perso 3-1. Magari da questa telefonata si puo' ricavare
un'impressione sbagliata. Io mi ero soltanto rivolto al designatore
degli arbitri per avere la certezza che ci fosse maggiore attenzione
da parte del direttore di gara''.
Beckembauer: L’Italia la pagherà
ai Mondiali
20/05 Franz Beckenbauer commenta duramente la 'calciopoli' italiana:
"Tutto questo verra' pagato in campo". Il 'Kaiser', presidente
del comitato organizzatore della Coppa del mondo di Germania 2006,
ha proseguito: "In Italia e' successa la cosa piu' grave del
calcio mondiale". Beckenbauer ha poi aggiunto: "L'Italia
ha un buon tecnico e un buon gruppo, ma e' fuori dalle favorite
e scontera' il risvolto psicologico di tutta questa vicenda in campo".
E ancora: "Pensavo che certe cose potessero accadere solo in
Germania (dove nella scorsa stagione si verificarono episodi di
corruzione arbitrale, sebbene legati a caterie inferiori, ndr).
Invece in Italia e' stato fatto di peggio".
Le tre settimane che hanno sconvolto il mondo
del calcio
I vertici di Figc e Associazione arbitri azzerati, cosi' come l'Ufficio
indagini federale; nove direttori di gara sospesi insieme a 10 guardalinee;
Juventus, Lazio, Fiorentina e (in misura minore) Milan che tremano
in attesa di conoscere il proprio destino; 41 persone indagate tra
dirigenti e presidenti di club, direttori di gara, giornalisti,
poliziotti, alti ufficiali della GdF; perquisizioni nelle case di
giocatori e in sedi di societa'. E ancora, sospetti su ingaggi in
nero ed un giro di scommesse illecite in cui compare, tra gli altri,
Gianluigi Buffon, portiere di Juve e nazionale. Mentre la marea
delle intercettazioni disposte dalla magistratura porta alla luce
la ragnatela di rapporti che - secondo gli inquirenti - hanno falsato
la regolarita' del campionato 2004-'05 e, piu' in generale, condizionato
l'intero sistema del calcio professionistico italiano nell'interesse
della Juventus e di altre societa' 'amiche'. Il tutto sotto l'ala
della potente Gea, sospettata di ricorrere a metodi non sempre trasparenti
per ottenere la procura di giocatori ed allenatori, per poi imporre
i propri assistiti non solo ai club, ma addirittura in azzurro.
E' bastato meno di un mese a 'Calciopoli' per produrre effetti devastanti
sul calcio italiano. Per non parlare di quelli futuri. Cancellati
dalla ribalta sportiva personaggi che ne facevano parte da decenni,
come il presidente della Federcalcio Franco Carraro ed il direttore
generale della Juventus Luciano Moggi. Dirigente ammirato e temuto,
quest' ultimo sarebbe al vertice di quella che viene definita la
'cupola' del pallone, insieme all'amministratore delegato bianconero
Antonio Giraudo, al vice presidente Figc Innocenzo Mazzini, agli
ex designatori Bergamo e Pairetto ed all'arbitro Massimo De Santis.
Per tutti l'accusa e' pesante: associazione a delinquere finalizzata
alla frode sportiva. Ma a carico di Moggi e Giraudo c'e' anche il
sequestro di persona, per aver chiuso a chiave nel suo spogliatoio
l'arbitro Paparesta dopo Reggina-Juventus del 6 novembre 2004. Le
voci sull'approssimarsi di uno scandalo calcistico di enorme portata,
con il coinvolgimento di personaggi di spicco ed arbitri, si rincorrono
dalla meta' di aprile. Il 2 maggio la Figc esce allo scoperto. Una
nota precisa che il 21 settembre 2005 un dossier con ''ampia e copiosa
documentazione'' e' stata consegnata a Carraro dal capo della procura
di Torino Marcello Maddalena. Si tratta dell'archiviazione di una
inchiesta promossa per verificare una ipotesi di frode sportiva.
Le carte passano all'Ufficio indagini che conclude il proprio lavoro
il 4 marzo e attesta ''l'inesistenza di fatti penalmente rilevanti''.
Ma il 13 marzo arriva la trascrizione di centinaia di telefonate
che necessitano ''ulteriori approfondimenti''. La Figc aggiunge
che e' stata informata la procura di Roma che sta indagando sulla
Gea World - presieduta da Alessandro Moggi, figlio di 'Big Luciano'
- e le sue ramificazioni. E' l'inizio del terremoto. Da qui in poi
il pallone imbocca un tunnel del quale e' difficile vedere l'uscita.
Si comincia a parlare di 'metodo Moggi' per riassumere il vortice
di telefonate (una media di 400 al giorno, tra fatte e ricevute)
con cui il 'deus ex machina' bianconero tesse i suoi rapporti con
designatori, arbitri, guardalinee, giornalisti e dirigenti di altri
club. Insomma, tutti coloro che possono contribuire a portare la
Juventus alla conquista dello scudetto. Dalle intercettazioni emergono
le voci di Claudio Lotito, dei fratelli Della Valle - rispettivamente
patron di Lazio e Fiorentina - del presidente della Figc Carraro,
ma anche di due ministri del governo Berlusconi (Pisanu e Siniscalco,
senza pero' alcuna rilevanza penale). Un vortice di indagini che
al momento coinvolge sei procure: da Torino a Parma lungo il binario
delle scommesse; da Roma a Napoli tra vicenda Gea ed intercettazioni
telefoniche sulla passata stagione. Passando per Udine (ancora scommesse)
e Reggio Calabria, che sta valutando le conseguenze penali del presunto
sequestro dell'arbitro Paparesta.
Le tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non
ci stanno
20/05 E' finito l'ottimismo che si era diffuso tra i supporter
del Messina che, dopo lo scandalo che ha colpito il mondo del calcio,
erano fiduciosi su una punizione esemplare nei confronti della Juventus;
punizione che avrebbe potuto riportare i giallorossi in A. Adesso
resta la speranza che la squadra possa uscire pulita dai sospetti
che si addensano su di essa. Ma le notizie provenienti dalle procure
gettano ombre su alcune partite dello scorso campionato e sui rapporti
tenuti con la Gea da parte di tre ex direttori sportivi della società.
Tutto ciò ha fatto precipitare il morale dei tifosi. Nonostante
questo, molti supporter sono ancora fiduciosi e anche i politici
non disperano. "A quanto pare c'era un gruppo di imprenditori
che gestiva il mondo del pallone, con cui sembra che anche il Messina
abbia tenuto dei rapporti, mi auguro che siano stati corretti. Se
avessimo avuto 'coperture' - aggiunge - non ci saremmo trovati in
serie B". Mimmi Genovese, componente del comitato provinciale
della Federazione calcistica di Messina, tenta di buttare acqua
sul fuoco: "La squadra è retrocessa e dalle indagini
della procura di Napoli ne è uscita indenne. Moggi del Messina
se ne è sempre fregato, non ci ha mai amati, così
come dimostrato dalla campagna acquisti di quest'anno. Avere giocatori,
allenatori o direttori sportivi vicini alla Gea non è reato,
l'importante che non ci siano state partite truccate". Fiducioso
sembra essere anche il capo del tifo, Nino Martorana, di 'Gioventu'
giallorossà, il club di tifosi organizzati più rappresentativo
della curva sud: "Il rapporto con la Gea sembra solido - dice
Martorana - ma in verità non c'era nulla. Siamo tranquilli
come tifosi del Messina e delusi per quello che è successo
nel mondo del calcio". Infine, il consigliere comunale dei
Ds, Alessandro Rella, spiega che "se anche il Messina fosse
coinvolto sarebbe ancora più deprecabile, non essendo riuscitito
a restare in serie A".
Per i tifosi del Crotone la società calabrese non può
essere considerata una "succursale di qualche altra squadra
di calcio" ed i rapporti con la Gea non erano "ne di sudditanza
ne di dipendenza". "E' vero - sostiene Pasquale Pantisano,
sostenitore dei rossoblù - la nostra squadra ha un buon rapporto
con la Gea, ha avuto e ha ancora diversi giocatori in prestito dalla
Juventus, ma mi pare di poter sostenere senza problemi che il rapporto
è paritetico con altri procuratori e squadre. Noi qui abbiamo
avuto calciatori in prestito da Inter, Palermo, ne abbiamo quest'anno
due del Lecce, abbiamo avuto dal Milan Pasquale Foggia, che quest'anno
è stata la rivelazione del campionato di serie A. Insomma,
prima di poter dire che il Crotone dipende totalmente dalla Gea
mi pare che c'é una bella differenza". Altro tifosi,
rivangano il passato per arrivare a spiegare il rapporto Gea-Crotone.
"Noi dodici anni fa - fanno notare - eravamo in promozione
e da lì, grazie al presidente Vrenna ed a talenti locali
siamo arrivati in serie C dove, per forza di cose ci siamo confrontati
con il calcio professionistico. E' stato grazie alle capacità
imprenditoriali del presidente, che è riuscito a fare campionati
dignitosi senza grandi spese che ci troviamo qui. E' logico che,
essendo il Crotone una piccola società debba ricorrere a
prestiti per avere un organico di una certa qualità. La Gea
ha contribuito a dare al Crotone quei giovani talenti che qui sono
cresciuti, hanno fatto bene e adesso vediamo fare bene in serie
A". "Nella passata stagione aggiunge un altro supporter
ci siamo salvati all'ultima giornata grazie a Gian Piero Gasperini
che non mi risulta sia della Gea. Gasperini, dopo essere stato esonerato,
è tornato a sostituire un allenatore, Agostinelli, che è
della Gea. Se avessimo avuto una dipendenza dalla Gea non penso
che questo sarebbe stato possibile".
Nonostante nel resto dell' Italia calcistica ci sia tanto fermento
e preoccupazione, a Reggio Calabria si vivono queste giornate con
un certo senso di tranquillità. "Non crediamo - ha detto
uno degli Ultras, Nunzio Paviglianiti - che la Reggina c' entri
in questa brutta faccenda perché anzi la Reggina durante
questa stagione e anche quelle scorse è stata invece al centro
di tante ingiustizie e di tante persecuzioni da parte degli arbitri.
Quindi al contrario la Reggina dovrebbe essere una delle società
vittime del meccanismo perverso che sta venendo fuori. Probabilmente
qualcuno sta cercando anche di infangare l' onorabilità di
una società seria che si è guadagnata una fama molto
pulita in queste ultime stagioni". I tifosi seguono però
con attenzione l' evolversi delle vicende relative ai rapporti della
società Reggina Calcio o per meglio dire del presidente Lillo
Foti e dell' ex direttore sportivo Gabriele Martino con la Gea,
la società dei Moggi, che é al centro della bufera
calcistica. "La Reggina - ha detto il coordinatore del Comando
Ultrà Cuva Nord (Cucn 84), Giovanni Filoramo - non crediamo
che c' entri niente in tutte queste vicende. Sicuramente nel polverone
di questo scandalo dava fastidio che la Reggina non fosse stata
finora coinvolta. Già lo scorso anno prima dell' ultimo campionato
c' era già stata una campagna contro la società amaranto
per quanto riguardava la regolarità dell' iscrizione e delle
fidejussioni richieste. Non riteniamo che i rapporti che il presidente
Lillo Foti ha potuto avere con la Gea, che possono essere anche
rapporti di amicizie dirette o che giocatori della Gea abbiano militato
e militino nella Reggina Calcio, siano la prova di chissà
quale combine, di chissà quale coinvolgimento". "Aspettiamo
comunque lo svolgimento completo delle indagini - ha concluso Filoramo
- e le decisioni che la magistratura vorrà prendere per capire
come stanno le cose. Crediamo però nella estraneità
della nostra squadra".
In attesa degli interrogatori, un sabato “tranquillo”
20/05 La quiete dopo la tempesta. La settimana thrilling del calcio
italiano travolto dallo scandalo intercettazioni si avvia verso
una conclusione soft, con un sabato caratterizzato dalla riflessione
e dalle smentite. Oggi la procura piu' attiva e' stata quella di
Napoli, dove i pm Beatrice e Narducci hanno interrogato il dg dell'Udinese
Pietro Leonardi e l'amministratore delegato della Cisco Roma, Giuseppe
Cionci, nell'ambito dell'indagine sull'elezione di Franco Carrato
alla presidenza della Figc. "Sono stato sentito sul periodo
di tre mesi in cui ero vicepresidente della Lega di serie C e ho
detto tutto quello che doveva essere detto", ha dichiarato
Leonardi, nel 2004 dirigente della Reggiana. La procura partenopea,
dunque, sta cercando di scavare a fondo il "sistema Moggi"
e quale ruolo abbia avuto l'ex dg della Juventus nelle elezioni
federali. Giornata di pausa invece a Roma dove ieri e' stato sentito
il ct della Nazionale Lippi (sul quale, intanto, aumentano le pressioni
perche' si dimetta). I pm Palamara e Palaia si sarebbero dedicati
allo studio degli atti trasmessi dai colleghi di Napoli sulla Gea
World, rispetto alla quale sono in corso accertamenti patrimoniali.
Ma a partire da lunedi' ricominceranno gli interrogatori e gia'
questo pomeriggio i magistrati hanno cominciato a fare le prime
convocazioni. Chi verra' sentito ancora non si sa e Palamara, che
ha anche fortemente criticato la fuga di notizie che sta caratterizzando
le indagini di calciopoli, non ha escluso di voler chiamare persone
che sono state gia' ascoltate. E mentre a Firenze sarebbe stato
aperto un fascicolo sul presunto dossier contro Diego Della Valle,
in Federcalcio si sta pensando ai nuovi vertici dell'ufficio indagini
che verranno nominati la prossima settimana a seguito delle dimissioni
di Italo Pappa. Ma come si diceva all'inizio, oggi e' stata anche
la giornata delle smentite. Dopo la pubblicazione dei nomi di presidenti,
dirigenti e allenatori che sarebbero "manipolati" dalla
Gea, non sono mancati i "precisiamo". A partire da Roberto
Mancini, che in una nota pubblicata sul sito dell'Inter, afferma
di non aver "mai avuto nessun vincolo contrattuale per quello
che riguarda la mia professione di allenatore". Piu' diretto
il tecnico del Palermo Giuseppe Papadopulo, che sostiene "di
non aver mai conferito alcun mandato di rappresentanza o assistenza
ne' alla Gea ne' ad altri agenti od agenzie e di aver sempre esercitato
la professione in forma autonoma". Posizione simile anche a
quella dell'ex direttore sportivo della Fiorentina Fabrizio Lucchesi,
il quale ha dichiarato "non ho mai subito pressioni ne' ho
avuto con la Gea dei rapporti particolari". Perotti, Gregucci,
De Luca, Corradi: tutti sono pronti a ribadire la loro distanza
dalla societa' guidata da Alessandro Moggi. Lo scandalo, comunque,
ha ormai assunto dimensioni enormi, tanto che oggi sono arrivate
le "bacchettate" prima di Blatter, che paragona l'Italia
a un paese del terzo mondo, e poi di Beckenbauer, secondo il quale
che quanto successo danneggera' la Nazionale ai Mondiali. "Avranno
la testa altrove, e' uno scandalo troppo grosso che condizionera'
sicuramente i giocatori italiani", ha dichiarato il Kaiser.
Un pizzico di serenita', infine, in casa Juve. Le dichiarazioni
rilasciate a "La Stampa" da John Elkann ("la famiglia
sara' sempre vicina alla squadra, non staremo a subire passivamente
il polverone") proiettano un futuro meno nero, anche se di
questi tempi e' meglio muoversi con i piedi di piombo. Perche' dopo
la quiete un'altra tempesta potrebbe ancora arrivare. Ed in questo
senso si deve leggere la convocazione, a quanto pare, da parte della
Consob per le societa' quotate in Borsa.
Il diario della giornata
20/05 La settimana volge al termine con la lunga cronaca dell'inchiesta
su calciopoli, che sta travolgendo lo sport piu' amato d'Italia.
Piovono ancora pesanti giudizi all'indirizzo di un sistema sempre
piu' compromesso dalle intercettazioni telefoniche che mettono in
ginocchio la credibilita' del calcio. Ecco gli sviluppi della giornata:
09.08: "Questo sistema e' collassato". Lo ha dichiarato
oggi l'Onorevole Mario Pescante a "Omnibus Weekend", contenitore
di La7 che ha affrontato il dibattito intitolato "Calcio: tempi
supplementari", in riferimento alla bufera che sta investendo
il calcio italiano. "Al di la' dei singoli interventi credo
si debba partire con la giustizia ordinaria e quella sportiva in
tempi brevi. Che diano risposte brevi sulle responsabilita', risposte
precise e senza eccezioni. E' assolutamente necessario che il mondo
del calcio riscriva certe regole ma non solo il mondo del calcio.
Serve un discorso di ricambio generazionale, non anagrafico, ma
inserire una dirigenza di coloro che non sono rimasti coinvolti",
ha aggiunto Pescante.
09.14: "E' indubbiamente il momento piu' difficile per gli
arbitri". Lo ha dichiarato oggi l'ex arbitro di serie A Angelo
Bonfrisco sempre a "Omnibus Weekend". "L'errore arbitrale
e' figlio di una partita di calcio, paradossalmente puo' decidere
una gara ma questo e' scritto nel regolamento. L'arbitro lo si puo'
perdonare, oggi gli sportivi non perdonando i comportamenti degli
arbitri. La storia di Paparesta e' grave, spiace perche' e' un amico,
tecnicamente il migliore in questo momento, ma se uno come lui ha
problemi a scrivere il referto, siamo arrivati a livelli gravissimi.
09.26: John Elkann, vicepresidente della Fiat, ha rilasciato una
lunga intervista pubblicata oggi dal quotidiano "La Stampa"
nel quale fa chiarezza sul dififcile momento in casa Juventus. "Il
nuovo consiglio di amministrazione sara' composto da professionisti
e grandi sportivi. In questo momento e' importante rafforzare la
Juventus inserendo esperti di sport e professionisti con competenze
specifiche. Ma la famiglia sara' sempre vicina alla squadra".
09.34: In merito alla presenza del nome di Roberto Mancini tra gli
assistiti della Gea, il tecnico dell'Inter, con una nota sul sito
ufficiale del club nerazzurro precisa: "Come ho gia' spiegato
in altre occasioni e anche alle autorita' competenti, non ho mai
avuto nessun vincolo contrattuale per quello che riguarda la mia
professione di allenatore. Quando ero tecnico della Lazio ho solo
valutato delle sponsorizzazioni commerciali che mi erano state proposte".
10.46: Giovanni Trapattoni, ex ct della Nazionale, esprime tutta
la solidarieta' nei confronti di Lippi: "Il lavoro di Lippi
e' alla luce del sole" - dichiara Trap - il lavoro di un ct
e' piu' che mai alla luce del sole e io lo posso dire. A me non
va di lapidare le persone. Aspettiamo che il fumo si diradi, poi
si potra' giudicare. Con Moggi c'e' sempre stato rispetto, stavamo
ad una spanna di distanza, non ho mai avuto bisogno di lui. so pero'
che quando era a Napoli, ha aiutato degli allenatori, quindi l'indignazione
del mondo del calcio e' un po' ipocrita. La Cupola e' esasperazione".
12.13: L'allenatore del Palermo Giuseppe Papadopulo, in merito ad
alcune notizie apparse oggi sui giornali riguardo un suo legame
con la GEA World, precisa "di non aver mai conferito alcun
mandato di rappresentanza o assistenza ne' alla GEA ne' ad altri
agenti od agenzie e di aver sempre esercitato la professione in
forma autonoma - si legge in una nota il club rosanero - si chiede
pertanto, ai sensi della legge sulla stampa, che tale precisazione
venga pubblicata con la stessa rilevanza con cui sono state divulgate
le suddette notizie".
13.51: "E' assurdo che gli arbitri si facciano influenzare.
La prima caratteristica di un direttore di gara e' l'indipendenza
di giudizio". L'ex fischietto Graziano Cesari, intervenuto
nei corso di "Deejay Football Club". "Non c'e' nulla
di male se un presidente chiama il designatore per chiedere informazioni
- continua Cesari - ma ci sono state delle pressioni inopportune
e difficili da ascoltare".
14.08: "Se chi ha la possibilita' non tronca la piovra in modo
tale da rendere chiaro che certi scandali non si ripeteranno mai
piu', allora il calcio e' finito". Lo ha detto il presidente
di An ed ex vice premier Gianfranco Fini, a Palermo, intervenuto
al Conservatorio del capoluogo siciliano a margine di una manifestazione
elettorale. "Chi ha sbagliato -ha aggiunto l'ex Ministro degli
Esteri- paghi e paghi in modo tale da far passare in futuro la voglia
di ripensarci".
14.13: "Che la Gea fosse importante sul mercato era ovvio,
visto che ogni associato portava un portafoglio di giocatori per
un numero totale rilevante. Con me pero' non ci ha mai provato nessuno,
alla Fiorentina c'erano solo Cejas, il terzo portiere, e Chiellini,
che poi sarebbe andato in Nazionale: non ho mai subito pressioni
ne' ho avuto con la Gea dei rapporti particolari". E' il commento
dell'ex dirigente di Fuiorentine Roma Fabrizio Lucchesi. "In
quindici anni di vita professionale - ha aggiunto - non ho mai pagato
una fattura alla Gea: tra me e questa c'era cordialita', cosi' come
con altri procuratori".
15.44: "Ho avuto rapporti con la Gea come con tutti gli altri
procuratori, l'avevo gia' detto in tempi non sospetti. Per il resto
basta vedere quanti giocatori della Gea ci sono nell'Udinese: solo
il secondo portiere". A parlare e' il direttore generale del
club friulano, Pietro Leonardi. "Sono stato sentito sul periodo
di tre mesi in cui ero vicepresidente della Lega di serie C - racconta
Leonardi - e ho detto tutto quello che doveva essere detto. Io amico
di Moggi? Sono le solite etichette".
17.11: "In questo momento non si sa nulla del futuro di Miccoli
- sono le parole del suo procuratore, Francesco Caliandro, riportate
dal quotidiano portoghese 'Record' - Ma se la Juve verra' retrocessa
in serie B, il giocatore potra' rescindere il suo contratto".
17.17: "L'Italia paghera' sul campo ai Mondiali il risvolto
psicologico di questo scandalo che sta imperversando". E' quello
che pensa il presidente del comitato organizzatore di Germania 2006
Franz Beckenbauer.
Il calcio vero di scena alla partita del cuore
al Bentegodi
Il "calcio vero" non è quello delle intercettazioni
telefoniche e delle inchieste giudiziarie di questi giorni, ma quello
che lunedì sera andrà in scena con la 'Partita del
Cuore' allo stadio Bentegodi di Verona. Parola di Enrico Fabris,
il campionissimo delle Olimpiadi invernali di Torino, che per beneficenza
ha deciso di togliersi i pattini con cui ha vinto tre medaglie olimpiche
(due ori e un bronzo) e di indossare gli scarpini da calcio. "La
partita di lunedì non ha nulla a che vedere con gli scandali
che stanno sconvolgendo il mondo del pallone", assicura Fabris
che con la squadra dei campioni dello sport (tra gli altri Stefano
Baldini, Armin Zoeggeler e Giorgio Di Centa) affronterà per
beneficenza la nazionale cantanti. "Lo spirito con cui giocheremo
- aggiunge - sarà quello del calcio vero, che è divertimento
e passione". Due ingredienti di cui non c' é traccia
nelle telefonate che stanno inguaiando dirigenti, arbitri e procuratori.
"Colpa dei troppi soldi che girano attorno a questo sport",
afferma il pattinatore. "Quando il business è così
grande - sottolinea - la corruzione è inevitabile. Nel calcio,
purtroppo, ci sono troppi interessi". Parla da innamorato tradito,
Fabris: "Quando gli allenamenti me lo permettono - racconta
- non mi faccio mai mancare una partita con gli amici. E seguo anche
il campionato: faccio il tifo per il Milan, ma mi scateno solo in
occasione dei Mondiali, quando c' è di mezzo l' Italia. Con
tutto quello che sta accadendo adesso, però, francamente
mi sento molto meno tifoso". Come fare allora per riconquistare
questo fan deluso? "L' unico modo sarebbe quello di valorizzare
di più le discipline come il pattinaggio", è
la ricetta dell' olimpionico che nella Partita del Cuore farà
l' attaccante. "In uno sport come il mio - spiega - dove si
vive con 30 mila euro l' anno, si va avanti solo con la passione.
E' ora di cominciare a togliere un po' al calcio e di premiare i
sacrifici". Non è retorica, quella di Fabris, ma un
appello a recuperare i valori dello sport che gli hanno permesso
di diventare il volto più bello delle Olimpiadi. "Ho
sempre riconosciuto l' inferiorità del pattinaggio allo sport
- conclude - ma è proprio per questo motivo che 'ho menato
duro'. Sapevo che prima o poi i risultati sarebbero arrivati..."
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