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Sport
Il calcio nel caos

 

Il potere assoluto di Moggi. Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi.

20/05 Sara' un lunedi' intenso quello che coincidera' con il primo giorno del raduno della nazionale a Coverciano. I Mondiali, lontani 20 giorni, non c'entrano. A tenere banco sara' sempre lo scandalo che sta travolgendo ad ogni livello il calcio italiano, una vicenda di proporzioni vastissime che con il passare dei giorni si allarga a macchia d'olio. Dopo le novita' sul filo delle indagini relativo alla Gea, con l'elenco dei nomi di giocatori, allenatori e dirigenti riconducibili alla societa' finita nel mirino della Procura di Roma, lunedi' i magistrati capitolini riprenderanno il ciclo delle audizioni e degli interrogatori, che potrebbero riguardare ancora il Ct azzurro Marcello Lippi. Sul fronte sportivo la Figc da martedi' passera' ufficialmente nelle mani del commissario Guido Rossi, che dovra' sbrigare in breve tempo la fondamentale questione della nomina del nuovo Ufficio Indagini, caduto in blocco con le dimissioni del generale della Guardia di Finanza Italo Pappa. Dimissioni alle quali seguiranno anche quelle del generale delle Fiamme Gialle Francesco Attardi, il quale ha annunciato che lunedi' prossimo ''presentera' alla Federazione italiana gioco calcio le proprie dimissioni irrevocabili da collaboratore dell'ufficio indagini''. Il generale Attardi la settimana prossima sara' ascoltato dai pubblici ministeri del Tribunale di Napoli, ai quali ha chiesto di essere sentito ''al fine di poter dimostrare la mia assoluta estraneita' alle vicende oggetto dell'indagine''. Il giorno dell'interrogatorio non e' ancora stato stabilito. Intanto i risvolti dello scandalo-intercettazioni continuano a moltiplicarsi abbattendosi sul sistema-calcio. Secondo un'informativa dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Roma era assoluto il potere di Luciano Moggi e della Gea sul calciomercato. In base a quanto risulta dalle indagini condotte alla trattativa, definita ''inquietante'', che ha portato il centrocampista Giuliano Giannichedda dalla Lazio alla Juventus, l'ex dg della Juventus non decideva le sole mosse dei bianconeri, ma imponeva le proprie decisioni anche ad altri club, stabilendo dove e come i giocatori dovevano essere trasferiti. ''Inquietante si puo' definire il movimento che Zavaglia ed i due Moggi hanno architettato attorno al calciatore Giuliano Giannichedda -si legge nell'informativa - il quale pur avendo una inclinazione particolare per i colori nerazzurri dell'Inter, se non altro per incontrare nuovamente l'allenatore amico Roberto Mancini, nulla ha potuto la sua volonta' allorquando Luciano Moggi ha deciso che il calciatore non doveva assolutamente sfuggire dalla sua morsa, per vestire la maglia bianconera, alzando tra il giocatore e tutto il resto del calcio un muro impenetrabile''. Secondo gli inquirenti grazie al potere di Moggi la Juventus riusci' a strappare il giocatore all'Inter con un'offerta inferiore di ''circa 500mila euro'' a quella dell'Inter. Moggi aveva la capacita' di ''sbilanciare'' gli equilibri di mercato a favore della Juve e, conseguentemente, a discapito degli altri club, arrivando a ''raggirare'' anche i presidenti con i quali era in trattativa, come nel caso di Claudio Lotito, ''convinto che Giannichedda sarebbe rimasto con il club biancazzurro''. Secondo i Carabinieri Moggi regolava ''arbitrariamente a proprio vantaggio il calciomercato riuscendo ad accrescere ''a suo piacimento il potenziale'' della Juventus ottenendo contemporaneamente ''il mancato rafforzamento delle altre squadre, soprattutto quelle piu' impegnate nella corsa al campionato''. La trattativa per Giannichedda appare piuttosto elaborata. A condurla sono Franco Zavaglia e Alessandro Moggi, che contattano anche Oreste Cinquini (all'epoca dei fatti ds dell'Udinese ed attualmente al Parma) ''per evitare che il giocatore faccia tutto da solo in virtu' della conoscenza con Mancini''. Zavaglia e Alessandro Moggi insistono per far arrivare il centrocampista alla Juventus, anche perche' la loro commissione sarebbe maggiore rispetto a quella che percepirebbero dall'Inter (500 mila euro anziche' 300 mila). Ma deve intervenire direttamente anche Luciano Moggi, che propone ad un certo punto uno scambio a Lotito, e per avere Cesar e Giannichedda alla Juve offre Appiah e Kapo. Lotito osserva che l'operazione andrebbe a discapito dell'Inter, ma Moggi tranquillizza il presidente della Lazio affermando di non preoccuparsi degli stipendi. Le conversazioni per la trattativa-Giannichedda, sono anche l'occasione per trattare altre questioni. Zavaglia, ad esempio, si raccomanda con Lotito per il tecnico della Primavera della Lazio, Roberto Mattioli, o informa Alessandro Moggi di aver convinto il giovane Primavera della Juventus, Giovinco, a non cambiare procuratore nonostante le numerose richieste. Nella trattativa-Giannichedda, Luciano Moggi chiama direttamente il giocatore, tentato dall'offerta piu' vantaggiosa da parte dell'Inter e dalla presenza nel club nerazzurro del tecnico Roberto Mancini. Moggi invita Giannichedda ad accettare l'offerta della Juve ''perche' all'Inter si esporrebbe a brutte figure''. Ma Moggi aveva anche il potere di impedire che un giocatore finisse ad una squadra avversaria. In questo senso interveniva direttamente con i presidenti, come nel caso ancora una volta di Lotito e della Lazio, nella trattativa per Cesar all'Inter, cosi' come per De Luca e il Siena, per evitare l'arrivo, sempre al club nerazzurro, del brasiliano Taddei. E proprio il numero uno del club toscano oggi ha preso le distanze dal cosiddetto 'sistema Moggi'. ''La Gea? Io non so neanche dove sta'', ha detto De Luca smentendo di essere tra i presidenti agli ordini della societa' di procuratori che fa capo ad Alessandro Moggi. Ma il patron senese non e' solo. Sono in molti, infatti, a prendere le distanze dalla Gea o, quanto meno, a ridimensionare i rapporti intrattenuti con Moggi Junior e soci. ''E' capitato di aver trattato qualche giocatore -ha detto ancora De Luca- anche se non personalmente perche' per questo ci sono i tecnici. Ma quale appoggio avrei avuto? Mi sono salvato all'ultimo momento la scorsa stagione, quando non abbiamo avuto neanche un rigore a favore. Quest'anno siamo arrivati ultimi in Serie A, cerchiamo di essere seri''. L'ex giocatore del Siena, Stefano Argilli, ha dichiarato di essere stato fatto fuori dal Siena per colpa della Gea. ''Questa e' un'altra cosa farneticante'', ha commentato a questo proposito il presidente del club toscano. ''Il giocatore -ha aggiunto de Luca- aveva un contratto scaduto, era stato operato al ginocchio, e a 34 anni voleva un triennale molto oneroso. Il tecnico, d'accordo con la societa', gli ha proposto solo un anno, e lui dice che e' stata la Gea a farlo fuori. Si e' trattato solo di scelta tecnica''. Anche un ex dirigente come Fabrizio Lucchesi, che ha lavorato con Roma e Fiorentina, ammette dei contatti ''assolutamente normali dato il tipo di lavoro'', con la Gea, ma ci tiene a precisare di ''essere sempre stato indipendente''. ''Faccio questo lavoro da vent`anni -ha affermato Lucchesi- e non si puo' non avere un rapporto cordiale e professionale con i procuratori, pero' l'ho fatto sempre nel mio interesse e in quello di chi mi pagava''. Lucchesi non si dice sorpreso dal potere esercitato dalla Gea: ''La Gea era un elemento importante, era una cosa che si sapeva. Ma e' normale, perche' e' composta da tante persone, e ognuna ha il suo portafoglio di atleti. E' inevitabile che in ogni squadra ci sia un giocatore della Gea''. ''Da parte mia -ha ribadito- posso dire di non aver mai subito pressioni''. Ascoltato in procura a Napoli, il ds dell'Udinese, Pietro Leonardi, ha chiarito che ''dato il lavoro che faccio, ho rapporti cordiali con tutti i procuratori e non solo con alcuni. Lo ritengo un comportamento coerente''. Sui rapporti del club friulano e la Gea Leonardi ha sottolineato: ''Andate a vedere quanti giocatori della Gea ci sono nell'Udinese: soltanto il secondo portiere''. L'audizione con i pm napoletani? ''Serena e cordiale'', ha tagliato corto il ds del club friulano. E' invece ricorso ad un comunicato ufficiale l'allenatore del Palermo, Giuseppe Papadopulo, che riguardo un suo legame con la GEA World, ha precisato di ''non aver mai conferito alcun mandato di rappresentanza o assistenza ne' alla GEA ne' ad altri agenti od agenzie e di aver sempre esercitato la professione in forma autonoma''. Insomma la Gea era ovunque, ma apparentemente nessuno o quasi aveva a che fare con lei. Secondo gli inquirenti, tra i dirigenti nell'orbita della Gea ci sarebbe anche Lillo Foti. Il presidente della Reggina oggi ha preso la parola per spiegare il contenuto di un'intercettazione relativa ad una conversazione con l'ex designatore Paolo Bergamo: ''Volevo solo attenzione. L'intercettazione si riferisce ad una partita che la Reggina ha perso 3-1. Magari da questa telefonata si puo' ricavare un'impressione sbagliata. Io mi ero soltanto rivolto al designatore degli arbitri per avere la certezza che ci fosse maggiore attenzione da parte del direttore di gara''.

Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali

20/05 Franz Beckenbauer commenta duramente la 'calciopoli' italiana: "Tutto questo verra' pagato in campo". Il 'Kaiser', presidente del comitato organizzatore della Coppa del mondo di Germania 2006, ha proseguito: "In Italia e' successa la cosa piu' grave del calcio mondiale". Beckenbauer ha poi aggiunto: "L'Italia ha un buon tecnico e un buon gruppo, ma e' fuori dalle favorite e scontera' il risvolto psicologico di tutta questa vicenda in campo". E ancora: "Pensavo che certe cose potessero accadere solo in Germania (dove nella scorsa stagione si verificarono episodi di corruzione arbitrale, sebbene legati a caterie inferiori, ndr). Invece in Italia e' stato fatto di peggio".

Le tre settimane che hanno sconvolto il mondo del calcio

I vertici di Figc e Associazione arbitri azzerati, cosi' come l'Ufficio indagini federale; nove direttori di gara sospesi insieme a 10 guardalinee; Juventus, Lazio, Fiorentina e (in misura minore) Milan che tremano in attesa di conoscere il proprio destino; 41 persone indagate tra dirigenti e presidenti di club, direttori di gara, giornalisti, poliziotti, alti ufficiali della GdF; perquisizioni nelle case di giocatori e in sedi di societa'. E ancora, sospetti su ingaggi in nero ed un giro di scommesse illecite in cui compare, tra gli altri, Gianluigi Buffon, portiere di Juve e nazionale. Mentre la marea delle intercettazioni disposte dalla magistratura porta alla luce la ragnatela di rapporti che - secondo gli inquirenti - hanno falsato la regolarita' del campionato 2004-'05 e, piu' in generale, condizionato l'intero sistema del calcio professionistico italiano nell'interesse della Juventus e di altre societa' 'amiche'. Il tutto sotto l'ala della potente Gea, sospettata di ricorrere a metodi non sempre trasparenti per ottenere la procura di giocatori ed allenatori, per poi imporre i propri assistiti non solo ai club, ma addirittura in azzurro. E' bastato meno di un mese a 'Calciopoli' per produrre effetti devastanti sul calcio italiano. Per non parlare di quelli futuri. Cancellati dalla ribalta sportiva personaggi che ne facevano parte da decenni, come il presidente della Federcalcio Franco Carraro ed il direttore generale della Juventus Luciano Moggi. Dirigente ammirato e temuto, quest' ultimo sarebbe al vertice di quella che viene definita la 'cupola' del pallone, insieme all'amministratore delegato bianconero Antonio Giraudo, al vice presidente Figc Innocenzo Mazzini, agli ex designatori Bergamo e Pairetto ed all'arbitro Massimo De Santis. Per tutti l'accusa e' pesante: associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Ma a carico di Moggi e Giraudo c'e' anche il sequestro di persona, per aver chiuso a chiave nel suo spogliatoio l'arbitro Paparesta dopo Reggina-Juventus del 6 novembre 2004. Le voci sull'approssimarsi di uno scandalo calcistico di enorme portata, con il coinvolgimento di personaggi di spicco ed arbitri, si rincorrono dalla meta' di aprile. Il 2 maggio la Figc esce allo scoperto. Una nota precisa che il 21 settembre 2005 un dossier con ''ampia e copiosa documentazione'' e' stata consegnata a Carraro dal capo della procura di Torino Marcello Maddalena. Si tratta dell'archiviazione di una inchiesta promossa per verificare una ipotesi di frode sportiva. Le carte passano all'Ufficio indagini che conclude il proprio lavoro il 4 marzo e attesta ''l'inesistenza di fatti penalmente rilevanti''. Ma il 13 marzo arriva la trascrizione di centinaia di telefonate che necessitano ''ulteriori approfondimenti''. La Figc aggiunge che e' stata informata la procura di Roma che sta indagando sulla Gea World - presieduta da Alessandro Moggi, figlio di 'Big Luciano' - e le sue ramificazioni. E' l'inizio del terremoto. Da qui in poi il pallone imbocca un tunnel del quale e' difficile vedere l'uscita. Si comincia a parlare di 'metodo Moggi' per riassumere il vortice di telefonate (una media di 400 al giorno, tra fatte e ricevute) con cui il 'deus ex machina' bianconero tesse i suoi rapporti con designatori, arbitri, guardalinee, giornalisti e dirigenti di altri club. Insomma, tutti coloro che possono contribuire a portare la Juventus alla conquista dello scudetto. Dalle intercettazioni emergono le voci di Claudio Lotito, dei fratelli Della Valle - rispettivamente patron di Lazio e Fiorentina - del presidente della Figc Carraro, ma anche di due ministri del governo Berlusconi (Pisanu e Siniscalco, senza pero' alcuna rilevanza penale). Un vortice di indagini che al momento coinvolge sei procure: da Torino a Parma lungo il binario delle scommesse; da Roma a Napoli tra vicenda Gea ed intercettazioni telefoniche sulla passata stagione. Passando per Udine (ancora scommesse) e Reggio Calabria, che sta valutando le conseguenze penali del presunto sequestro dell'arbitro Paparesta.

Le tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno

20/05 E' finito l'ottimismo che si era diffuso tra i supporter del Messina che, dopo lo scandalo che ha colpito il mondo del calcio, erano fiduciosi su una punizione esemplare nei confronti della Juventus; punizione che avrebbe potuto riportare i giallorossi in A. Adesso resta la speranza che la squadra possa uscire pulita dai sospetti che si addensano su di essa. Ma le notizie provenienti dalle procure gettano ombre su alcune partite dello scorso campionato e sui rapporti tenuti con la Gea da parte di tre ex direttori sportivi della società. Tutto ciò ha fatto precipitare il morale dei tifosi. Nonostante questo, molti supporter sono ancora fiduciosi e anche i politici non disperano. "A quanto pare c'era un gruppo di imprenditori che gestiva il mondo del pallone, con cui sembra che anche il Messina abbia tenuto dei rapporti, mi auguro che siano stati corretti. Se avessimo avuto 'coperture' - aggiunge - non ci saremmo trovati in serie B". Mimmi Genovese, componente del comitato provinciale della Federazione calcistica di Messina, tenta di buttare acqua sul fuoco: "La squadra è retrocessa e dalle indagini della procura di Napoli ne è uscita indenne. Moggi del Messina se ne è sempre fregato, non ci ha mai amati, così come dimostrato dalla campagna acquisti di quest'anno. Avere giocatori, allenatori o direttori sportivi vicini alla Gea non è reato, l'importante che non ci siano state partite truccate". Fiducioso sembra essere anche il capo del tifo, Nino Martorana, di 'Gioventu' giallorossà, il club di tifosi organizzati più rappresentativo della curva sud: "Il rapporto con la Gea sembra solido - dice Martorana - ma in verità non c'era nulla. Siamo tranquilli come tifosi del Messina e delusi per quello che è successo nel mondo del calcio". Infine, il consigliere comunale dei Ds, Alessandro Rella, spiega che "se anche il Messina fosse coinvolto sarebbe ancora più deprecabile, non essendo riuscitito a restare in serie A".
Per i tifosi del Crotone la società calabrese non può essere considerata una "succursale di qualche altra squadra di calcio" ed i rapporti con la Gea non erano "ne di sudditanza ne di dipendenza". "E' vero - sostiene Pasquale Pantisano, sostenitore dei rossoblù - la nostra squadra ha un buon rapporto con la Gea, ha avuto e ha ancora diversi giocatori in prestito dalla Juventus, ma mi pare di poter sostenere senza problemi che il rapporto è paritetico con altri procuratori e squadre. Noi qui abbiamo avuto calciatori in prestito da Inter, Palermo, ne abbiamo quest'anno due del Lecce, abbiamo avuto dal Milan Pasquale Foggia, che quest'anno è stata la rivelazione del campionato di serie A. Insomma, prima di poter dire che il Crotone dipende totalmente dalla Gea mi pare che c'é una bella differenza". Altro tifosi, rivangano il passato per arrivare a spiegare il rapporto Gea-Crotone. "Noi dodici anni fa - fanno notare - eravamo in promozione e da lì, grazie al presidente Vrenna ed a talenti locali siamo arrivati in serie C dove, per forza di cose ci siamo confrontati con il calcio professionistico. E' stato grazie alle capacità imprenditoriali del presidente, che è riuscito a fare campionati dignitosi senza grandi spese che ci troviamo qui. E' logico che, essendo il Crotone una piccola società debba ricorrere a prestiti per avere un organico di una certa qualità. La Gea ha contribuito a dare al Crotone quei giovani talenti che qui sono cresciuti, hanno fatto bene e adesso vediamo fare bene in serie A". "Nella passata stagione aggiunge un altro supporter ci siamo salvati all'ultima giornata grazie a Gian Piero Gasperini che non mi risulta sia della Gea. Gasperini, dopo essere stato esonerato, è tornato a sostituire un allenatore, Agostinelli, che è della Gea. Se avessimo avuto una dipendenza dalla Gea non penso che questo sarebbe stato possibile".
Nonostante nel resto dell' Italia calcistica ci sia tanto fermento e preoccupazione, a Reggio Calabria si vivono queste giornate con un certo senso di tranquillità. "Non crediamo - ha detto uno degli Ultras, Nunzio Paviglianiti - che la Reggina c' entri in questa brutta faccenda perché anzi la Reggina durante questa stagione e anche quelle scorse è stata invece al centro di tante ingiustizie e di tante persecuzioni da parte degli arbitri. Quindi al contrario la Reggina dovrebbe essere una delle società vittime del meccanismo perverso che sta venendo fuori. Probabilmente qualcuno sta cercando anche di infangare l' onorabilità di una società seria che si è guadagnata una fama molto pulita in queste ultime stagioni". I tifosi seguono però con attenzione l' evolversi delle vicende relative ai rapporti della società Reggina Calcio o per meglio dire del presidente Lillo Foti e dell' ex direttore sportivo Gabriele Martino con la Gea, la società dei Moggi, che é al centro della bufera calcistica. "La Reggina - ha detto il coordinatore del Comando Ultrà Cuva Nord (Cucn 84), Giovanni Filoramo - non crediamo che c' entri niente in tutte queste vicende. Sicuramente nel polverone di questo scandalo dava fastidio che la Reggina non fosse stata finora coinvolta. Già lo scorso anno prima dell' ultimo campionato c' era già stata una campagna contro la società amaranto per quanto riguardava la regolarità dell' iscrizione e delle fidejussioni richieste. Non riteniamo che i rapporti che il presidente Lillo Foti ha potuto avere con la Gea, che possono essere anche rapporti di amicizie dirette o che giocatori della Gea abbiano militato e militino nella Reggina Calcio, siano la prova di chissà quale combine, di chissà quale coinvolgimento". "Aspettiamo comunque lo svolgimento completo delle indagini - ha concluso Filoramo - e le decisioni che la magistratura vorrà prendere per capire come stanno le cose. Crediamo però nella estraneità della nostra squadra".

In attesa degli interrogatori, un sabato “tranquillo”

20/05 La quiete dopo la tempesta. La settimana thrilling del calcio italiano travolto dallo scandalo intercettazioni si avvia verso una conclusione soft, con un sabato caratterizzato dalla riflessione e dalle smentite. Oggi la procura piu' attiva e' stata quella di Napoli, dove i pm Beatrice e Narducci hanno interrogato il dg dell'Udinese Pietro Leonardi e l'amministratore delegato della Cisco Roma, Giuseppe Cionci, nell'ambito dell'indagine sull'elezione di Franco Carrato alla presidenza della Figc. "Sono stato sentito sul periodo di tre mesi in cui ero vicepresidente della Lega di serie C e ho detto tutto quello che doveva essere detto", ha dichiarato Leonardi, nel 2004 dirigente della Reggiana. La procura partenopea, dunque, sta cercando di scavare a fondo il "sistema Moggi" e quale ruolo abbia avuto l'ex dg della Juventus nelle elezioni federali. Giornata di pausa invece a Roma dove ieri e' stato sentito il ct della Nazionale Lippi (sul quale, intanto, aumentano le pressioni perche' si dimetta). I pm Palamara e Palaia si sarebbero dedicati allo studio degli atti trasmessi dai colleghi di Napoli sulla Gea World, rispetto alla quale sono in corso accertamenti patrimoniali. Ma a partire da lunedi' ricominceranno gli interrogatori e gia' questo pomeriggio i magistrati hanno cominciato a fare le prime convocazioni. Chi verra' sentito ancora non si sa e Palamara, che ha anche fortemente criticato la fuga di notizie che sta caratterizzando le indagini di calciopoli, non ha escluso di voler chiamare persone che sono state gia' ascoltate. E mentre a Firenze sarebbe stato aperto un fascicolo sul presunto dossier contro Diego Della Valle, in Federcalcio si sta pensando ai nuovi vertici dell'ufficio indagini che verranno nominati la prossima settimana a seguito delle dimissioni di Italo Pappa. Ma come si diceva all'inizio, oggi e' stata anche la giornata delle smentite. Dopo la pubblicazione dei nomi di presidenti, dirigenti e allenatori che sarebbero "manipolati" dalla Gea, non sono mancati i "precisiamo". A partire da Roberto Mancini, che in una nota pubblicata sul sito dell'Inter, afferma di non aver "mai avuto nessun vincolo contrattuale per quello che riguarda la mia professione di allenatore". Piu' diretto il tecnico del Palermo Giuseppe Papadopulo, che sostiene "di non aver mai conferito alcun mandato di rappresentanza o assistenza ne' alla Gea ne' ad altri agenti od agenzie e di aver sempre esercitato la professione in forma autonoma". Posizione simile anche a quella dell'ex direttore sportivo della Fiorentina Fabrizio Lucchesi, il quale ha dichiarato "non ho mai subito pressioni ne' ho avuto con la Gea dei rapporti particolari". Perotti, Gregucci, De Luca, Corradi: tutti sono pronti a ribadire la loro distanza dalla societa' guidata da Alessandro Moggi. Lo scandalo, comunque, ha ormai assunto dimensioni enormi, tanto che oggi sono arrivate le "bacchettate" prima di Blatter, che paragona l'Italia a un paese del terzo mondo, e poi di Beckenbauer, secondo il quale che quanto successo danneggera' la Nazionale ai Mondiali. "Avranno la testa altrove, e' uno scandalo troppo grosso che condizionera' sicuramente i giocatori italiani", ha dichiarato il Kaiser. Un pizzico di serenita', infine, in casa Juve. Le dichiarazioni rilasciate a "La Stampa" da John Elkann ("la famiglia sara' sempre vicina alla squadra, non staremo a subire passivamente il polverone") proiettano un futuro meno nero, anche se di questi tempi e' meglio muoversi con i piedi di piombo. Perche' dopo la quiete un'altra tempesta potrebbe ancora arrivare. Ed in questo senso si deve leggere la convocazione, a quanto pare, da parte della Consob per le societa' quotate in Borsa.

Il diario della giornata

20/05 La settimana volge al termine con la lunga cronaca dell'inchiesta su calciopoli, che sta travolgendo lo sport piu' amato d'Italia. Piovono ancora pesanti giudizi all'indirizzo di un sistema sempre piu' compromesso dalle intercettazioni telefoniche che mettono in ginocchio la credibilita' del calcio. Ecco gli sviluppi della giornata:
09.08: "Questo sistema e' collassato". Lo ha dichiarato oggi l'Onorevole Mario Pescante a "Omnibus Weekend", contenitore di La7 che ha affrontato il dibattito intitolato "Calcio: tempi supplementari", in riferimento alla bufera che sta investendo il calcio italiano. "Al di la' dei singoli interventi credo si debba partire con la giustizia ordinaria e quella sportiva in tempi brevi. Che diano risposte brevi sulle responsabilita', risposte precise e senza eccezioni. E' assolutamente necessario che il mondo del calcio riscriva certe regole ma non solo il mondo del calcio. Serve un discorso di ricambio generazionale, non anagrafico, ma inserire una dirigenza di coloro che non sono rimasti coinvolti", ha aggiunto Pescante.
09.14: "E' indubbiamente il momento piu' difficile per gli arbitri". Lo ha dichiarato oggi l'ex arbitro di serie A Angelo Bonfrisco sempre a "Omnibus Weekend". "L'errore arbitrale e' figlio di una partita di calcio, paradossalmente puo' decidere una gara ma questo e' scritto nel regolamento. L'arbitro lo si puo' perdonare, oggi gli sportivi non perdonando i comportamenti degli arbitri. La storia di Paparesta e' grave, spiace perche' e' un amico, tecnicamente il migliore in questo momento, ma se uno come lui ha problemi a scrivere il referto, siamo arrivati a livelli gravissimi.
09.26: John Elkann, vicepresidente della Fiat, ha rilasciato una lunga intervista pubblicata oggi dal quotidiano "La Stampa" nel quale fa chiarezza sul dififcile momento in casa Juventus. "Il nuovo consiglio di amministrazione sara' composto da professionisti e grandi sportivi. In questo momento e' importante rafforzare la Juventus inserendo esperti di sport e professionisti con competenze specifiche. Ma la famiglia sara' sempre vicina alla squadra".
09.34: In merito alla presenza del nome di Roberto Mancini tra gli assistiti della Gea, il tecnico dell'Inter, con una nota sul sito ufficiale del club nerazzurro precisa: "Come ho gia' spiegato in altre occasioni e anche alle autorita' competenti, non ho mai avuto nessun vincolo contrattuale per quello che riguarda la mia professione di allenatore. Quando ero tecnico della Lazio ho solo valutato delle sponsorizzazioni commerciali che mi erano state proposte".
10.46: Giovanni Trapattoni, ex ct della Nazionale, esprime tutta la solidarieta' nei confronti di Lippi: "Il lavoro di Lippi e' alla luce del sole" - dichiara Trap - il lavoro di un ct e' piu' che mai alla luce del sole e io lo posso dire. A me non va di lapidare le persone. Aspettiamo che il fumo si diradi, poi si potra' giudicare. Con Moggi c'e' sempre stato rispetto, stavamo ad una spanna di distanza, non ho mai avuto bisogno di lui. so pero' che quando era a Napoli, ha aiutato degli allenatori, quindi l'indignazione del mondo del calcio e' un po' ipocrita. La Cupola e' esasperazione".
12.13: L'allenatore del Palermo Giuseppe Papadopulo, in merito ad alcune notizie apparse oggi sui giornali riguardo un suo legame con la GEA World, precisa "di non aver mai conferito alcun mandato di rappresentanza o assistenza ne' alla GEA ne' ad altri agenti od agenzie e di aver sempre esercitato la professione in forma autonoma - si legge in una nota il club rosanero - si chiede pertanto, ai sensi della legge sulla stampa, che tale precisazione venga pubblicata con la stessa rilevanza con cui sono state divulgate le suddette notizie".
13.51: "E' assurdo che gli arbitri si facciano influenzare. La prima caratteristica di un direttore di gara e' l'indipendenza di giudizio". L'ex fischietto Graziano Cesari, intervenuto nei corso di "Deejay Football Club". "Non c'e' nulla di male se un presidente chiama il designatore per chiedere informazioni - continua Cesari - ma ci sono state delle pressioni inopportune e difficili da ascoltare".
14.08: "Se chi ha la possibilita' non tronca la piovra in modo tale da rendere chiaro che certi scandali non si ripeteranno mai piu', allora il calcio e' finito". Lo ha detto il presidente di An ed ex vice premier Gianfranco Fini, a Palermo, intervenuto al Conservatorio del capoluogo siciliano a margine di una manifestazione elettorale. "Chi ha sbagliato -ha aggiunto l'ex Ministro degli Esteri- paghi e paghi in modo tale da far passare in futuro la voglia di ripensarci".
14.13: "Che la Gea fosse importante sul mercato era ovvio, visto che ogni associato portava un portafoglio di giocatori per un numero totale rilevante. Con me pero' non ci ha mai provato nessuno, alla Fiorentina c'erano solo Cejas, il terzo portiere, e Chiellini, che poi sarebbe andato in Nazionale: non ho mai subito pressioni ne' ho avuto con la Gea dei rapporti particolari". E' il commento dell'ex dirigente di Fuiorentine Roma Fabrizio Lucchesi. "In quindici anni di vita professionale - ha aggiunto - non ho mai pagato una fattura alla Gea: tra me e questa c'era cordialita', cosi' come con altri procuratori".
15.44: "Ho avuto rapporti con la Gea come con tutti gli altri procuratori, l'avevo gia' detto in tempi non sospetti. Per il resto basta vedere quanti giocatori della Gea ci sono nell'Udinese: solo il secondo portiere". A parlare e' il direttore generale del club friulano, Pietro Leonardi. "Sono stato sentito sul periodo di tre mesi in cui ero vicepresidente della Lega di serie C - racconta Leonardi - e ho detto tutto quello che doveva essere detto. Io amico di Moggi? Sono le solite etichette".
17.11: "In questo momento non si sa nulla del futuro di Miccoli - sono le parole del suo procuratore, Francesco Caliandro, riportate dal quotidiano portoghese 'Record' - Ma se la Juve verra' retrocessa in serie B, il giocatore potra' rescindere il suo contratto".
17.17: "L'Italia paghera' sul campo ai Mondiali il risvolto psicologico di questo scandalo che sta imperversando". E' quello che pensa il presidente del comitato organizzatore di Germania 2006 Franz Beckenbauer.

Il calcio vero di scena alla partita del cuore al Bentegodi

Il "calcio vero" non è quello delle intercettazioni telefoniche e delle inchieste giudiziarie di questi giorni, ma quello che lunedì sera andrà in scena con la 'Partita del Cuore' allo stadio Bentegodi di Verona. Parola di Enrico Fabris, il campionissimo delle Olimpiadi invernali di Torino, che per beneficenza ha deciso di togliersi i pattini con cui ha vinto tre medaglie olimpiche (due ori e un bronzo) e di indossare gli scarpini da calcio. "La partita di lunedì non ha nulla a che vedere con gli scandali che stanno sconvolgendo il mondo del pallone", assicura Fabris che con la squadra dei campioni dello sport (tra gli altri Stefano Baldini, Armin Zoeggeler e Giorgio Di Centa) affronterà per beneficenza la nazionale cantanti. "Lo spirito con cui giocheremo - aggiunge - sarà quello del calcio vero, che è divertimento e passione". Due ingredienti di cui non c' é traccia nelle telefonate che stanno inguaiando dirigenti, arbitri e procuratori. "Colpa dei troppi soldi che girano attorno a questo sport", afferma il pattinatore. "Quando il business è così grande - sottolinea - la corruzione è inevitabile. Nel calcio, purtroppo, ci sono troppi interessi". Parla da innamorato tradito, Fabris: "Quando gli allenamenti me lo permettono - racconta - non mi faccio mai mancare una partita con gli amici. E seguo anche il campionato: faccio il tifo per il Milan, ma mi scateno solo in occasione dei Mondiali, quando c' è di mezzo l' Italia. Con tutto quello che sta accadendo adesso, però, francamente mi sento molto meno tifoso". Come fare allora per riconquistare questo fan deluso? "L' unico modo sarebbe quello di valorizzare di più le discipline come il pattinaggio", è la ricetta dell' olimpionico che nella Partita del Cuore farà l' attaccante. "In uno sport come il mio - spiega - dove si vive con 30 mila euro l' anno, si va avanti solo con la passione. E' ora di cominciare a togliere un po' al calcio e di premiare i sacrifici". Non è retorica, quella di Fabris, ma un appello a recuperare i valori dello sport che gli hanno permesso di diventare il volto più bello delle Olimpiadi. "Ho sempre riconosciuto l' inferiorità del pattinaggio allo sport - conclude - ma è proprio per questo motivo che 'ho menato duro'. Sapevo che prima o poi i risultati sarebbero arrivati..."

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