Ripartita a pieni giri l’indagine di Borrelli.
Cellino batte i pugni. Moggi in TV attacca Carraro e le lobby del
pallone.
27/06 Il processo e' alle porte, e Francesco Saverio Borrelli si
rituffa nelle indagini. E' ripartita l'inchiesta bis su 'calciopoli':
lo staff presieduto dall'ex capo di Mani Pulite deve fare luce anche
sui 'pesci piccoli' finiti a vario titolo nelle intercettazioni,
capire se Siena, Reggina, Arezzo, e forse anche Empoli abbiano partecipato
all'illecito per il quale sono gia' state rinviati a giudizio Juve,
Lazio, Fiorentina e Milan. In Figc riprende la sfilata in tono minore:
ma il copione e' lo stesso gia' sentito dai big passati sotto il
fuoco di domande degli 007 federali. Muro difensivo c'era prima,
muro difensivo c'e' anche adesso, eccezion fatta, forse, per Massimo
Cellino; ma lui nell'inchiesta e' solo un teste e lo sfogo alla
fine dell'audizione per il patron del Cagliari e' quasi d'obbligo.
Un'ora di audizione per poi dire: ''Le persone che hanno sporcato
il calcio devono sparire da questo mondo, e in modo definitivo'',
la pesante richiesta del presidente cagliaritano. Pare che il numero
uno del club rossoblu' abbia dato diverse indicazioni agli uomini
dell'Ufficio Indagini, e allo stesso Borrelli, dalla Lega al campionato
di calcio, e la spartizione dei diritti televisivi. Dunque, un interrogatorio
veloce, ma piuttosto esaustivo. Non e' escluso, inoltre, che Cellino
venga richiamato, magari per confrontare altre dichiarazioni che
verranno rese note in questi giorni da altri presidenti convocati.
''Sono a disposizione di Borrelli, l'ho detto anche a lui diverse
volte, anche perche' mi piace e mi fido'', ha detto piu' volte lo
stesso Cellino. Il patron cagliaritano e' stato l'unico protagonista
della giornata, anche perche' potrebbe essere stato molto utile
per questa seconda parte dell'inchiesta. ''Sanzioni? Non me ne frega
niente delle sanzioni o delle multe - ha aggiunto tuonando il numero
uno del Cagliari -. Nel calcio ci sono tanti dirigenti, giocatori
e arbitri per bene e non e' affatto giusto che, per colpa di qualche
malandrino, si faccia di tutta l'erba un fascio''. ''Non bisogna
dire - ha proseguito - 'Muoia Sansone con tutti i filistei', ma
solo 'Muoia Sansone', lasciando in pace i filistei, ossia la parte
buona. Dal canto mio, sono molto contento, speriamo che adesso si
faccia il lavoro che non e' stato fatto fino ad oggi e io sono fiducioso,
anche perche' ora abbiamo un altro Governo e altro partito che,
magari, ha interessi, ma non certo legami con il calcio''. Ne ha
per tutti Massimo Cellino: ''La combriccola romana? La denunciai
io, con arbitri e guardalinee, era ed e' una vergogna. Ho denunciato
piu' volte questa situazione, prima all'Ufficio indagini, poi anche
alla Procura, anche quella di Catania, tramite esposti, ma arrivavano
arbitri che ti venivano a minacciare. Cosa potevi fare? Moggi e
Giraudo, poi, sapevano di essere diventati come una ghigliottina,
bisognava solo stare lontani da loro''. E ancora, senza tregua:
''Galliani? Adriano e' una brava persona, diciamo che ha sopportato
quello che non doveva sopportare, ma non era lui l'artefice. Lotito?
Per favore, non me lo nominate neppure, anche perche' quello che
fa quello li' lascia il tempo che trova...''. Oltre a Cellino sono
stati sentiti anche l'ex ds del Messina Mariano Fabiani che non
ha voluto parlare; Fabrizio Corsi dell'Empoli che, come tutti, si
e' dichiarato ''tranquillo'', anche perche' ''se tutti quelli che
sono venuti qui dicono di essere sereni, figuratevi se non puo'
esserlo l'Empoli''. Oltre a loro sono stati interrogati Viscidi,
ex allenatore del Vicenza, in merito alla partita di serie B con
l'Empoli, e Bonsignore del Messina. Per lui l'interrogatorio e'
durato tre ore. Domani tocca al presidente della Reggina, Lillo
Foti, a quello del Messina Franza e a un rappresentante del Siena,
forse Perinetti.
Moggi al contrattacco “Carraro contro la
Juve”
27/06 Luciano Moggi al contrattacco. L'ex direttore generale della
Juventus, ospite della trasmissione "Ballaro'", parla
a ruota libera sullo scandalo calciopoli e racconta le sue verita'.
"Non sono venuto a difendermi, ma la cattiveria di questo periodo
ha dell'incredibile ed ha distrutto la mia famiglia", ha esordito
il presunto numero uno di quella 'cupola' del calcio ipotizzata
dalla Procura di Napoli. Moggi non ci sta a essere il capro espiatorio
("in queste settimane sono state messe in piedi persino delle
rubriche, dipingendomi come il colpevole prima ancora del processo")
e ribadisce che, pur non essendo "un santo", non ha fatto
altro che difendersi perche' "per combattere i diavoli, bisognava
quanto meno essere alla loro altezza. Io e Giraudo eravamo un piccolo
fortino, ci difendevamo dalle varie lobby", e' la sua versione.
Ma Moggi non si limita a stare sulla difensiva, anzi. "Dubbi
che Carraro volesse andare contro la Juve? Non e' un dubbio, ma
una certezza - ha aggiunto ancora Moggi - In un'intercettazione
di novembre, Carraro dice 'lunedi' c'e' l'elezione in Lega, mi raccomando
di non fare favori alla Juve". L'ex dirigente bianconero ribadisce,
puntando contro il Milan, che "il potere economico ce l'ha
chi possiede i diritti tv e le televisioni", mentre sul suo
rapporto con i designatori sottolinea di non aver "mai chiesto
un arbitro, volevamo soltanto che ci fossero i migliori arbitri
e che la Juve non fosse danneggiata". Dichiarazioni pesanti,
che riflettono anche quella che sara' la linea difensiva del club
torinese, come anticipato dal legale Cesare Zaccone ("ci difenderemo
sostenendo che c'erano tanti sistemi e ognuno portava acqua al suo
mulino"), secondo il quale dall'intera vicenda emerge "un'opera
di lobby, non di delinquenza". Ma oggi non e' solo il Moggi-day
perche' a Roma l'ufficio indagini della Figc guidato da Francesco
Saverio Borrelli sta proseguendo il suo lavoro sugli altri filoni
di calciopoli: iscrizioni, scommesse e calciomercato. Oggi sono
sfilati davanti agli 007 federali l'ex ds del Messina ora al Genoa
Fabiani, l'ex tecnico del Vicenda Viscidi, il presidente dell'Empoli
Corsi e soprattutto quello del Cagliari Cellino. "Ho cercato
di sopravvivere e di abbassare la testa, anche vigliaccamente -
ha poi raccontato il numero uno rossoblu - ma capitemi, avevo una
azienda in questo sistema calcio. Per sedici anni sono stato vessato
dal sistema, per notti intere sono rimasto sveglio a pensare di
fare quella telefonata che mi avrebbe agevolato e creato alleanze
importanti ma non l'ho voluta mai fare neanche sotto tortura".
Cellino ha fiducia in Borrelli e Rossi e si augura che i responsabili
dello scandalo spariscano perche' "sono i singoli uomini che
hanno insozzato il calcio". E mentre domani sono attesi i presidenti
di Reggina e Messina Foti e Franza, Massimo Moratti continua a chiedere
l'assegnazione dell'ultimo scudetto alla sua Inter, l'unica grande
squadra che sembra uscire pulita dalla vicenda. Si fa calda, intanto,
l'atmosfera in vista del processo alla Caf anche se Borrelli cerca
di gettare acqua sul fuoco smentendo i presunti dissapori con il
procuratore federale Palazzi. "Dal punto di vista giuridico
disciplinare non c'e' alcuna discrepanza tra di noi - ha spiegato
il capo dell'ufficio indagini - Forse ci sono delle diverse sfumature,
ma non e' il caso di sdrammatizzare". In attesa del processo
sportivo e delle prime sentenze, la commissione cultura della Camera
ha intanto varato definitivamente il programma di indagine conoscitiva
"sulle recenti vicende relative al calcio professionistico",
con particolare riferimento al sistema delle regole e dei controlli.
E anche qui si annunciano numerose e interessanti audizioni.
Moratti chiede trasparenza
27/06 "Lo slogan della campagna abbonamenti 2006-2007 e di
questo workshop e' 'Io sono Interista'. E' un motivo di ancora maggiore
orgoglio. Una risposta normale a chi chiede cosa succede in questo
momento in Italia, a me e' capitato all'estero che mi chiedessero
se fossi o no coinvolto nel calcio e l'unica cosa che potevo rispondere
era 'io sono interista' e cosi' smettevano di chiedere sul resto.
E' una difesa". Massimo Moratti e' intervenuto al Workshop
dell'Inter in corso di svolgimento al "Chia Laguna Resort".
Moratti ha parlato della situazione del calcio italiano, sconvolto
dalla scandalo "calciopoli". "Posso dire che questo
e' uno slogan normale per una societa' e che sarebbe stato detto
a prescindere dallo scandalo e che poi in questo momento si puo'
sposare bene - riporta il sito inter.it - e che rappresenta una
distizione, o anche una difesa, nel senso di non farmi domande sullo
scandalo perche' io non lo so. Ancora stupito di qualcosa? Stupito
si rimane. Se non si rimanesse stupiti sarebbe una cosa brutta -
sottolinea Moratti - se pensassimo che tutto questo sia normale,
non dico solo nel campo calcistico, ma tutto quello che succede
di questo genere anche in altri campi, vorrebbe dire che abbiamo
perso il piacere di vivere, perche' ci abituiamo a cose negative
considerandole come dei mezzi normali, per difenderci, come dice
qualcuno, o per attaccare. Io credo sia bene rimanere stupiti, perche'
se non si rimane stupiti, vorrebbe dire che queste cose si accettano,
invece sono da non accettare, poi ciascuno di noi sbaglia, pero'
in linea di massima, teoricamente e anche praticamente, non sono
da accettare". Moratti ribadisce che lo scudetto dovrebbe essere
assegnato all'Inter. "Mi hanno chiesto se lo scudetto fosse
da revocare o andasse dato alla prima squadra che fosse risultata
essere fuori da questo scandalo e casualmente siamo noi la prima
squadra - precisa - questa era una risposta ad una domanda. Poi
secondo, vincerlo sul campo... io lo considero vinto sul campo,
perche' altrimenti vuol dire che non abbiamo capito che poi si e'
provato che gli altri non l'hanno vinto solo sul campo". Il
patron nerazzurro non vuole sbilanciarsi su quelle che saranno le
sanzioni. "Preferisco non fare ipotesi, di ipotesi se ne possono
fare mille, ma preferisco non dare ipotesi, primo perche' e' antipatico
per chi e' coinvolto, in fin dei conti, al di la' della colpa e'
brutto trovarsi coinvolti in questo genere di cose, secondo per
chi deve giudicare questo coinvolgimento. Non mi va di fare nessuna
ipotesi. Io credo che il fenomeno calcio sia un fenomento pubblico,
che ha molto piu' simbolismo di qualsiasi altra cosa, sia nelle
cose belle che in quelle meno belle, sfortunatamente e' premiato
e paga per la gravita' che imprime e che trasmette. Bisogna saper
accettare sia la parte positiva che la parte negativa, quindi credo
sia abbastanza normale che chi sia coinvolto si aspetti anche di
dover pagare per la gravita' di aver insegnato che tutto quello
che e' piu' furbo e piu' intelligente abbia lo stesso valore se
non maggiore". "Credo che la nuova impostazione sia per
la Federazione, per la Lega, prima di tutto uno spirito di servizio
maggiore, meno chiuso su se stesso e un po' piu' con spirtio di
servizio. La Federazione e' a seguito del calcio, e' a seguito della
gente, e' a servizio di qualche cosa che deve svilupparsi e far
piacere alla gente ed essere trasparente. Per quanto riguarda la
Lega credo sia la stessa cosa, un'associazione di persone che cercheranno
di fare il bene dello sport. Cosa vorra' dire? Anche cambiare certe
determinate situazioni di carattere economico? Puo' darsi. Se tutto
e' condotto, diretto, con degli obiettivi che sono messi dentro
delle condizioni di sapere che il futuro sara' piu' sano per tutti,
e' accettabile tutto quello che possiamo pensare. Possiamo anche
trovare il piu' grande professionista del mondo, ma l'importante
e' trovare qualcuno che in realta' ci creda in questa cosa e la
faccia con la collaborazione di tutti. In questo non c'e' nessuna
critica nelle persone che ci sono state fino ad adesso, che hanno
vissuto in una realta' diversa. La nuova realta' deve essere una
realta' che io credo debba essere condotta con mentalita' certamente
pulita da tutte queste polemiche e che imposti le cose in maniera
tale da dare lunga vita al calcio. Indifferente che il presidente
di Lega sia anche presidente di un club? Credo valga il passato.
E' importante pensare che ci sia una persona esterna perche' questo
darebbe un taglio totale con le esperienze gia' fatte". Moratti
ha parlato anche dell'ipotesi di iscrivere il club in un'altro campionato
se non fosse fatta giustizia. "Non e' un ipotesi tanto per
fare. E non e' un ipotesi tanto per fuggire dalla realta'. Devo
essere sincero, personalmente non mi fiderei. Se io avessi saputo
a meta' degli altri campionati che questa situazione fosse vera,
cosa dovevo fare? Presenti la squadra la domenica? Quindi se dovessi
trovarmi di nuovo in una situazione di dubbio di questo genere,
considererei il fatto di capire se fosse giusto continuare. Non
penso di offendere nessuno dicendo, andiamo a vedere se da altre
parti ci accolgono con maggiore piacere che qui. Nel momento in
cui risulti fuori da questa situazione devi anche fare in modo di
lavorare sempre meglio - conclude Moratti - a parte il fatto che
sei anche obbligato a far bene dal punto di vista calcistico. Devi
assolutamente migliorare anche dal punto di vista dei rapporti e
delle responsabilita', puo' anche essere prendendosi responsabilita'
anche in Lega, anche fidandosi di piu' delle persone che ti stanno
affianco cosi' da farlo con piu' facilita'".
Perquisita la sede del Sora
27/06 Quattro persone sono indagate dalla Procura di Cassino con
le ipotesi di reato di truffa e violazione delle norme societarie.
Al centro dell'inchiesta condotta dal pm Carlo Canaia c'e' il 'Sora
Calcio', attorno al quale ruotano le persone che questa mattina
hanno subito all'alba perquisizioni domiciliari. Gli agenti del
Commissariato di Sora hanno bussato stamane alle porte di Mario
Paolini, ex presidente della squadra, radiata dalla C1 lo scorso
anno per la sua posizione debitoria; di Enzo Di Stefano ex sindaco
ed ex consigliere regionale del Lazio, nonche' uomo vicino alla
societa' bianconera; ed infine perquisizione anche a casa di Antonio
Signore, ultimo presidente, e nella sede della societa'. Stando
alle indiscrezioni l'inchiesta, in cui e' coinvolto anche l'avvocato
Walter Tersigni che e' stato consulente legale del Sora Calcio,
sarebbe partita dalle dichiarazioni di alcuni candidati nel corso
dell'ultima campagna elettorale per la poltrona di sindaco in paese.
Con una lettera aperta inviata al locale commissariato di Polizia,
avanzavano l'ipotesi di un coinvolgimento del Sora Calcio nell'inchiesta
Calciopoli per i rapporti tra la squadra sorana e la Juventus.
Moggi in TV attacca le lobby del pallone
27/06 "Io e Giraudo sembravamo mostri, ma eravamo un piccolo
fortino in un mondo in cui il presidente federale doveva essere
guardato con attenzione perche' poteva fare danni". L'ex direttore
generale della Juventus, Luciano Moggi, intervistato dal conduttore
di Ballaro' Giovanni Floris (in onda su Raitre), si difende dall'accusa
di essere stato a capo della cupola del calcio e attacca "le
tante lobby" che ruotano attorno al pallone. Moggi fa un nome
in particolare, quello di Franco Carraro, ex presidente della Figc,
a proposito del quale ricorda un'intercettazione del novembre 2004:
"In quella telefonata - rileva Moggi - Carraro dice al suo
interlocutore: lunedi' ci sono le elezioni in Lega, non devono essere
fatti favori alla Juve. Cio' conferma i nostri timori riguardanti
Carraro. E' una certezza che volesse andare contro la Juventus".
Cosi' Moggi giustifica la fitta relazione con il designatore Paolo
Bergamo e, in particolare, quella telefonata in cui appare chiaro
come suggerisse la griglia arbitrale: "Eravamo stati messi
in guardia e ci siamo messi a origliare, a difenderci, abbiamo parlato
coi designatori, ma non abbiamo mai chiesto un arbitro, volevamo
solo che la nostra societa' non fosse danneggiata. E' vero, siamo
anche andati a cena da Bergamo prima di Livorno-Juve, ma ci sono
andati pure Facchetti, Tanzi e tanti altri". E le schede telefoniche
intestate in Svizzera? "A Bergamo ho dato due ricariche. Mi
sono trovato a parlare di cose mie, della conduzione societaria,
dei problemi di mercato, dei biglietti omaggio. Usavo un sistema
particolare per non fare sapere niente a nessuno, nemmeno ai giornalisti.
E poi, se Collina ha detto che poteva parlare quanto voleva con
i dirigenti del Milan, allora potevamo farlo anche noi". La
famiglia Agnelli non ha nascosto a volte la propria insofferenza
rispetto ad alcuni comportamenti della dirigenza, ma Moggi ribatte:
"La Juve sapeva tutto, anche le virgole, io non ho mai agito
di mia iniziative. Le cose venivano concordate e poi messe in atto.
Non e' vero che sono stato licenziato. Mi sono dimesso sia dalla
Juve che da quell'ordinamento in cui non mi ritrovavo piu'. Il calcio
mi ha dato tanto ma mi ha fatto anche molto male". E quando
parla di questi ultimi mesi l'ex dg bianconero non trattiene le
lacrime: "Tanta cattiveria ha distrutto la mia famiglia e quella
di mio figlio. Laddove c'era la gioia di vivere, ora c'e' il dolore.
Sono stato crocifisso e incolpato prima ancora del processo. Ma
senza di me e Giraudo il calcio non sara' migliore, anzi e' probabile
che peggiori perche' continueranno a proliferare tante lobby. D'altronde,
io non ho mai partecipato ad un'assemblea di Lega o Figc, non ci
tenevo nemmeno. Non sono un santo ma non sono stato in un ambiente
di angeli. Ci difendevamo per combattere contro i diavoli".
Moggi ricorda che le elezioni di Lega "sono una questione di
soldi, dipendono da chi ha il potere economico, cioe' da chi possiede
i diritti tv e le televisioni", facendo riferimento al Milan.
Ma subito dopo precisa: "Se in questi anni si e' assistito
al duopolio Juve-Milan e' perche' sono le societa' meglio organizzate".
Quindi una stoccata ad uno dei suoi accusatori, l'ex ds della Roma
Franco Baldini: "Farebbe meglio a stare zitto, lui era il direttore
sportivo della Rolex degli arbitri", alludendo ai regali di
Sensi che scatenarono un putiferio nella stagione 1999-2000. Moggi,
nel corso dell'intervista, ha anche dato la sua versione sul presunto
sequestro di Paparesta al Granillo: "E' una barzelletta, ho
solo girato la chiave dicendo poi all'addetto agli arbitri di aprire
la porta. Non l'ho chiuso nello spogliatoio, lo ha confermato anche
il vice presidente della Reggina". Infine, l'ex dg della Juve
difende la Gea ("sono ragazzini che non hanno il pelo di chi
e' da tanti anni nel calcio") e invita gli inquirenti ad allargare
le indagini: "Se si vuole analizzare a fondo il mondo del calcio,
bisogna operare a 360 gradi. Intercettando tutti i dirigenti si
scoprirebbero cose piccanti".
Cattiveria incredibile e famiglia distrutta
"Sono qui per rispetto della mia famgilia, della
Juve e dei milioni di tifosi che gioivano della forza della squadra.
Non sono venuto a difendermi, ma la cattiveria di questo periodo
ha dell'incredibile ed ha distrutto la mia famiglia". Sono
le prime parole, che hanno preceduto le lacrime, pronunciate da
Luciano Moggi in un'intervista a tu per tu con il conduttore di
"Ballaro'" Giovanni Floris. "Penso alla famiglia
di mio figlio -ha proseguito l'ex dg della Juve-, l'hanno messa
in crisi, laddove c'era la gioia di vivere adesso c'e' il dolore".
Alla domanda su quale fosse l'attuale lavoro di Moggi, l'interessato
ha risposto con "studio" prima di precisare di non essere
stato licenziato dalla Juve. "No, ho dato io le dimissioni
sia dal c.d.a. che come d.g. e da quell'ordinamento in cui non mi
ritrovavo piu'". Moggi spiega anche perche' ha ritenuto di
non dover comparire da Borrelli. "Non e' una mancanza di rispetto
nei confronti della Figc e di Borrelli, non ritenevo plausibile
fare l'interrogatorio anche perche' Giraudo ha detto le cose che
avrei detto io". Infine l'amarezza:"In queste settimane
sono state messe in piedi persino delle rubriche, dipingendomi come
il colpevole prima ancora del processo" ha detto ancora Moggi.
Pessotto vola giù dall’abbaino della
sede della Juve: è gravissimo
27/06 Un volo di una ventina di metri nel vuoto e tanti perche':
ha ancora molti aspetti da chiarire il tentativo di suicidio messo
in atto oggi dall' ex terzino della Juventus, Gianluca Pessotto,
35 anni, che si e' lanciato nel vuoto da un abbaino sul tetto della
palazzina della societa' bianconera in corso Galileo Ferraris. L'
indiziata maggiore e' la depressione legata al recente addio al
calcio giocato, ma soltanto il ''professore'', cosi' come viene
chiamato Pessotto nell'ambiente calcistico, potra' chiarire i dubbi
quando sara' interrogato dal sostituto procuratore Andrea Calice
che ha aperto un' inchiesta ed ha coordinato personalmente, nella
sede della Juventus, gli accertamenti della Squadra mobile di Torino
guidata da Sergio Molino. Anche il questore, Rodolfo Poli, ha fatto
un sopralluogo. Quel che e' certo e' che, impugnando nella mano
destra un rosario, Pessotto, designato a partire dal mese di luglio
nuovo team manager al posto di Alessio Secco, e' uscito da un abbaino
sul tetto, ha posato cellulare, agenda elettronica e chiavi dell'
auto e poi si e' lasciato cadere ''in piedi'' nel cortile interno,
piombando sulla fiancata sinistra dell' Alfa Romeo 147 grigia del
vicepresidente Roberto Bettega, di cui ha divelto anche lo specchietto
sinistro. L' auto e le gambe gli hanno fatto da ''ammortizzatori''.
Pessotto e' caduto sul fianco sinistro, senza pero' battere la testa.
Sull'asfalto non ha lasciato nessuna traccia di sangue. I soccorsi
sono stati immediati. Un' impiegata della Juventus ha visto precipitare
il corpo senza riconoscerlo, il primo ad intervenire e' stato un
addetto della sicurezza che era alla reception della sede bianconera.
Dopo avere scorto il giocatore semi incosciente che si lamentava
per i dolori, ha chiamato la centrale operativa del 118 che e' intervenuta
con ''un codice giallo'' (paziente in gravi condizioni ma non in
pericolo di vita) ed ha trasportato Pessotto al pronto soccorso
dell' ospedale Molinette. ''Sono incredulo, non avrei mai immaginato
una cosa del genere, non riesco a trovare una spiegazione'', ha
detto attonito Roberto Bettega quando e' sceso in cortile per capire
cosa era successo. Tutto e' accaduto tra le 12,20 e le 12,30. Pessotto,
arrivato dieci minuti prima in sede con la Grande Punto della moglie,
ha parcheggiato nel garage sotterraneo l' auto per non incontrare
nessuno. Il primo bollettino medico delle 16 ha definito le condizioni
del giocatore stabili ''compatibilmente alla grave situazione generale''.
L' ex calciatore e' stato sottoposto a intervento endovascolare
per bloccare l' emorragia interna provocata dalla lesione all' arteria
ipogastrica di sinistra. Il bollettino e' stato letto dal direttore
del Risk management delle Molinette, Marco Rapellino. Pessotto,
che e' in prognosi riservata, presenta fratture alle 5 vertebre
lombari, una frattura al sacro coccige, una dilatazione da trauma
della zona pubica, una contusione polmonare, un ''assai voluminoso''
ematoma retroperitoneale e un altro ematoma che occupa tutto lo
scavo pelvico, dovuto principalmente alla lesione dell' arteria
ipogastrica. Il medico ha anche spiegato che la Tac a cui Pessotto
e' stato sottoposto non ha evidenziato lesioni midollari, ma che
''serviranno altri accertamenti''. Sarebbe pero' escluso il pericolo
di paralisi. ''Il paziente restera' sedato per 48-72 ore. Dopo potra'
essere risvegliato se non sorgeranno complicazioni'', ha aggiunto
il medico. In serata secondo bollettino e un filo di ottimismo in
piu' Pessotto e' stato anche sottoposto a trasfusioni di sangue.
Il giocatore non ha lesioni craniche, se non una lieve frattura
mascellare e al momento dell' arrivo in ospedale era ''molto sofferente,
ma cosciente e muoveva le gambe'', ha ancora detto Rabellino. In
serata il calciatore e' stato sottoposto a un secondo intervento
chirurgico per stabilizzare la frattura del bacino. Un terzo intervento
e' previsto per domani mattina e servira' per ridurre le fratture
a una gamba e a un piede. Sfiorata la morte, per Gianluca Pessotto
e' ora il tempo dei perche' di quel gesto. Se lo chiedono la moglie
Reana, subito corsa in ospedale, le due figlie, la societa' bianconera
(''La Juventus abbraccia il suo team Manager Gianluca Pessotto e
tifa per lui in questo momento difficile, nella speranza di vederlo
tornare presto in squadra'', ha affermato in un comunicato) e soprattutto
tutti i suoi ex compagni. In serata a Torino sono arrivati con un
volo privato dalla Germania Alessandro Del Piero, Gianluca Zambrotta
e Ciro Ferrara. In ospedale sono anche andati a trovarlo Andrea
Agnelli, Valentina Zambrotta, moglie di Gianluca, il nuovo presidente
della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli, ed altri manager dello staff
bianconero. Auguri di pronta guarigione gli sono stati inviati dal
ministro dello Sport Giovanna Melandri. Per tutto il giorno, comunque,
le illazioni si sono sprecate sulle motivazioni: dallo sconcerto
per essersi trovato forse troppo frettolosamente dietro una scrivania
ai rapporti conflittuali con la moglie, passando addirittura per
un male incurabile. ''Notizia priva di fondamento'' quest' ultima
per il medico della societa' bianconera Riccardo Agricola e per
i medici delle Molinette. C' e' comunque un dato certo: Gianluca
Pessotto era in cura per depressione. Oggi aveva preso un appuntamento
con uno psicologo che gli era stato consigliato da Agricola. Uno
stato di depressione di cui era a conoscenza sia la famiglia che
la societa'
Zambretta, Del Piero e Ferrara vanno a trovare Pessotto
in ospedale
I giocatori juventini Del Piero, Ferrara e Zambrotta sono arrivati
poco fa all'ospedale Molinette di Torino, dove dal primo pomeriggio
di oggi e' ricoverato Gianluca Pessotto. Zambrotta, Del Piero e
Ferrara, che sono giunti a bordo di un fuoristrada nero con i vetri
oscurati, avevano lasciato nel pomeriggio di oggi la Germania, dove
sono in corso i mondiali di calcio, appena avuta la notizia dell'incidente
a Pessotto. Poco prima all'ospedale Molinette di Torino era arrivato
anche il medico sociale della Juventus Riccardo Agricola. Alessandro
Del Piero, Gianluca Zambrotta e Ciro Ferrara, dopo una visita di
circa un'ora e venti minuti, hanno lasciato l'ospedale delle Molinette
dove e' ricoverato Gianluca Pessotto. L'ex giocatore della Juventus
e' stato sottosposto ad una risonanza magnetica, mentre non e' ancora
stato eseguito l'intervento per la stabilizzazione del bacino. Il
prossimo bollettino medico verra' diramato domani mattina alle 10.
Pessotto sul campo instancabile
Sul campo, Pessotto e' stato un giocatore instancabile e umile,
pronto senza batter ciglio ad adattarsi al cambiamento di ruolo
e posizione, da destra e sinistra e viceversa, in difesa e a centrocampo.
Fuori dal campo e' sempre stato apprezzato per l'equilibrio nei
giudizi, per un grado di cultura non certo usuale tra i calciatori.
Se c'era da chiedere un parere su argomenti extracalcistici, era
immancabilmente lui l'interlocutore della squadra bianconera. Per
questo, Pessotto e' stato soprannominato il 'professore' e per questo
chi conosce Pessotto ha accolto con incredulita' la notizia del
suo tentato suicidio. A chi l'aveva incontrato qualche giorno fa
nel centro di Torino, a dire il vero, non era sfuggito che il neo
team manager della Juventus apparisse dimagrito e preoccupato per
le sorti del club bianconero per il quale ha giocato le ultime 11
stagioni. Forse, inoltre, era davvero dispiaciuto per avere appeso
gli scarpini al chiodo. ''Per adesso gli allenamenti, le partite
non mi mancano - aveva confidato - chissa' se sara' la stessa cosa
quando comincera' la prossima stagione''. Trentaseienne di Latisana
(Udine), Pessotto dopo essere cresciuto nelle giovanili del Milan,
aveva esordito in serie A nel Torino, nella stagione 94/95, l'anno
successivo pero' passo' sulla sponda bianconera, diventandone ben
presto una colonna. La costanza del rendimento ne hanno fatto uno
dei punti fermi, per Lippi, Ancelotti e Capello. La sua gioia piu'
grande da calciatore era stata probabilmente la Champions League
vinta a Roma contro l'Ajax, dieci anni fa, una delle piu' grandi
delusioni l'infortunio al legamento crociato che gli ha fatto saltare
i Mondiali del 2002 in Corea e Giappone. Quest'anno ha cominciato
ad accusare la fatica di una carriera dispendiosa e ha collezionato
appena 10 presenze nell'ultimo campionato. Cosi', d'accordo con
la societa', ha deciso di fare il grande passo, da giocatore a dirigente
e ha accettato l'offerta di subentrare al neo direttore sportivo
Alessio Secco nel ruolo di team manager, il trait d'union tra la
dirigenza e la squadra.
L’anno più nero della Juve
27/06 Nei sogni dei tifosi e nei programmi della societa' per la
Juventus doveva essere l'anno dell'accoppiata scudetto-Champions
League, del sospirato avvio dei grandiosi lavori dello stadio, di
nuove consacrazioni sportive e commerciali. Invece, la Signora del
calcio sempre piu' invecchiata dalle rughe e' entrata in un tunnel
del quale non riesce a vedere la fine. L'ultracentenaria storia
bianconera e' stata sconvolta dallo scandalo delle intercettazioni,
una vicenda che ha prodotto un vero terremoto societario e che rischia
di mandarla nell'inferno della B o, addirittura, della C1. Oggi,
proprio mentre gli avvocati affilavano le armi per l'imminente inizio
del processo sportivo, e' arrivato un nuovo fulmine a ciel sereno,
la tragedia di Pessotto. Per chi lavora nel club di corso Galileo
Ferraris e per i milioni di tifosi sparsi in tutta Italia, e nel
mondo, e' una stagione di sofferenze mai provate. E nel libro delle
pagine nere senza bianco c'e' anche la brutta disavventura di uno
juventino doc, quel Lapo Elkann trovato rantolante per un'overdose
di droga una mattina dell'ottobre scorso. Il tentato suicidio di
Pessotto intristisce ancora di piu' un'estate gia' ricca di problemi
e di ansie per il club bianconero. Adesso le lacrime versate dai
bianconeri ad aprile per l'eliminazione dalla Champions per mano
dell'Arsenal, ennesimo fallimento europeo, sono davvero poca cosa.
I guai piu' seri sono cominciati poche settimane piu' tardi, con
la squadra in affanno ma ancora capace di tenere a distanza il Milan
al vertice della serie A. Il pianto del vicepresidente Roberto Bettega
all'ultima partita al 'Delle Alpi', i lacrimoni di Moggi a Bari
una settimana dopo, proprio il giorno del 29/o scudetto, quando
annunciava il suo addio al calcio, resteranno per sempre immagini
significative della disgraziata stagione bianconera. Lo scoppio
di 'Calciopoli ' e' stato deflagrante per il club di corso Galileo
Ferraris, costretto a rivedere tutti i suoi piani e a restare ancora
per qualche settimana nella piu' completa incertezza sul suo futuro.
Che ne sara' di Capello, dei campioni in maglia bianconera, del
progetto per il nuovo stadio? Tutto fermo, fino a quando la giustizia
sportiva non emettera' i verdetti. Le inchieste hanno spazzato via
manager celebrati fino a poche ore prima dell'inizio di 'Calciopoli':
il direttore generale bianconero Luciano Moggi, campione di abilita'
e spregiudicatezza sul mercato, l'amministratore delegato Antonio
Giraudo, manager capace di guidare un club sempre ai vertici a sette
anni consecutivi di utili nel bilancio e di varare i grandi progetti
immobiliari per stagioni ancora piu' floride. Poi l'inchiesta li
ha spazzati via, la societa' li ha messi alla porta ed e' cominciata
la laboriosa ricostruzione, con il manager dell'Ifil Carlo Sant'Albano
a guidare il piano di rinascita. Una rifondazione piena di punti
interrogativi, con il timore sempre piu' incombente della retrocessione,
di due scudetti cancellati, di una squadra completamente da rifare,
di campioni sotto contratto in partenza, di un probabile cambio
di allenatore da fare. Il puzzle della nuova Juventus ha ancora
tante tessere mancanti, ma una di quelle gia' sistemate era stata
la nomina di Pessotto nelle vesti di team manager. E proprio lui
ha scritto oggi un'altra pagina dell'orribile anno bianconero
Baldini “Sostituire anche Palazzi”
27/06 Franco Baldini critica la scelta di lasciare Stefano Palazzi
a capo della Procura. L'ex direttore sportivo della Roma, in un'intervista
a Ballaro', ha sottolineato come per il maxi processo che si sta
istruendo a Calciopoli, Palazzi, che vestira' i panni dell'accusa,
e' l'unica figura del vecchio sistema ancora in piedi. ''Adesso
e' cambiato tutto - ha detto Baldini - c'e' il commissario straordinario,
e' cambiato il capo dell'Ufficio indagini ed e' arrivato Borrelli,
Agnolin e' diventato commissario dell'Aia e Palazzi e' l'unico dell'
'ancien regime'. Per me questo e' sbagliato perche' serviva una
figura terza nel momento in cui abbiamo di fronte un maxi processo
che deve giudicare il sistema calcio''. Baldini mette in risalto
anche un altro elemento: la differenza tra la relazione di Borrelli
e i deferimenti fatti scattare da Palazzi. ''Ho notato una discrepanza
tra il lavoro di Borrelli e i deferimenti del procuratore - ha proseguito
Baldini - l'Ufficio indagini metteva sotto accusa un intero sistema
mentre dai deferimenti si evince che Palazzi ha voluto analizzare
i singoli episodi. Non mi sembra questa la strada giusta per un
maxi processo dove sotto accusa doveva finire un intero sistema''.
La Commissione cultura della Camera vara il programma
di indagine
27/06 La commissione cultura della Camera ha varato definitivamente
il programma di indagine conoscitiva "sulle recenti vicende
relative al calcio professionistico", il cosiddetto scandalo
di "calciopoli", con particolare riferimento al sistema
delle regole e dei controlli. L'indagine conoscitiva dovrebbe concludersi
entro il 31 ottobre 2006. "Il mondo del calcio sta attraversando
una crisi diffusa della quale i recenti scandali rappresentano la
manifestazione piu' grave ed eclatante, ma non la sola -si legge
nella premessa del programma dell'indagine-. Si e' assistito infatti
in questi anni ad una alterazione dei tradizionali equilibri organizzativi
e finanziari del sistema e dei rapporti tra le sue diverse componenti,
che ha determinato contrapposizioni di interessi tra le societa'
di vertice, inserite in un circuito sportivo e spettacolare di livello
europeo, le societa' minori degli stessi campionati professionistici,
le societa' dilettantistiche e di base. Le emergenze finanziarie
e organizzative che hanno interessato il settore hanno d'altro canto
gia' indotto la Commissione cultura, nella XIV legislatura, a svolgere
un'indagine conoscitiva volta ad analizzare le cause di tali squilibri
nel calcio professionistico. In quella occasione e' stata avviata
una riflessione che ha coinvolto gli operatori del settore, nell'intento
di accelerare il processo di rinnovamento interno chiesto da tutte
le parti audite nel corso dell'indagine, anche in riferimento al
tema dell'introduzione delle recenti innovazioni tecnologiche nel
settore televisivo e degli accordi che alcune societa' sportive
hanno stipulato sulla vendita dei diritti televisivi". "I
nuovi fatti emersi nel corso del mese di maggio 2006, in concomitanza
con la conclusione del campionato di calcio di Serie A 2005/2006
-si legge ancora-, hanno indotto peraltro la Commissione cultura
a svolgere un nuovo approfondimento su tali questioni, allo scopo
di conoscerne la dinamica ed approfondirne le cause. La Commissione
intenderebbe inoltre acquisire elementi utili al fine di mettere
a punto eventuali interventi legislativi nei settori interessati
dall'indagine". La Commissione fissa anche gli obiettivi del
proprio lavoro ed al riguardo intende conoscere "l'evoluzione
degli eventi relativi al funzionamento delle regole e dei controlli
nel settore del calcio professionistico riscontrati nel maggio 2006,
con particolare riferimento alle cause che li hanno determinati;
le problematiche connesse al sistema di finanziamento delle societa'
professionistiche e a quello dei controlli; le questioni relative
all'utilizzo dei diritti televisivi, anche rispetto all'uso delle
nuove tecnologie; il ruolo assunto dai soggetti che operano nel
mondo del calcio in relazione agli eventi realizzatisi, con particolare
riferimento a quello degli agenti di calciatori e degli operatori
del settore arbitrale". E per questo ci saranno numerose audizioni
che riguarderanno i seguenti soggetti: competenti rappresentanti
di Governo, in particolare il Ministro per le politiche giovanili
e le attivita' sportive; il Presidente dell'Autorita' Garante della
concorrenza e del mercato; il Commissario e altri rappresentanti
della Figc; il Presidente e altri rappresentanti del CONI; rappresentanti
di CONSOB e di organismi di controllo interno di settore; rappresentanti
dell'Ordine dei giornalisti; rappresentanti di Lega nazionale professionisti,
Lega professionisti Serie C e Lega nazionale dilettanti; rappresentanti
delle associazioni calciatori; rappresentanti di imprese radiotelevisive;
rappresentanti di altri organismi e associazioni operanti nel settore,
tra cui arbitri, procuratori, allenatori; personalita' ed esperti
del mondo del calcio e dello sport in generale.
Ministro Melandri: “Dopo il processo moralizzare
il sistema”
27/06 Il ministro dello Sport Giovanna Melandri, presente a "Ballaro'"
ha commentato l'intervista di Luciano Moggi. "Se Moggi ha inteso
difendersi, mi pare - ha detto Melandri -che l'avrebbe potuto fare
con una strategia difensiva piu' opportuna: andare al processo sportivo.
Ci si difende nei processi e non dai processi". Il ministro
ha poi aggiunto che "ora occorre attendere gli esiti della
Giustizia e poi affrontare il tema della cosiddetta 'rifondazione
del calcio', la locomotiva deragliata del sistema sportivo italiano.
Occorre cambiare le regole, il regime attraverso cui si negoziano
i diritti tv e rivedere alcune strutture, a partire dal sistema
di designazione degli arbitraggi che deve offrire chiare garanzie
di imparzialita'". Melandri ha ricordato che a livello europeo
esistono precise raccomandazioni in merito a principi e regole del
sistema calcio, comprese quelle relative ai limiti per gli ingaggi
dei giocatori.
GEA: A Roma le audizioni di Capello e Giraudo
27/06 Potrebbero svolgersi mercoledì alla procura della
Repubblica di Roma le audizioni dell'allenatore della Juventus Fabio
Capello e dell'ex Ad bianconero Antonio Giraudo. Capello e Giraudo
sono infatti nel calendario delle persone informate sui fatti che
i pm Luca Palamara e Maria Cristina Palaia intendono convocare nel
quadro degli accertamenti e delle attivita' istruttorie che stanno
svolgendo nell'ambito dell'inchiesta Gea World che vede indagati
a Roma per il reato di illecita concorrenza con minacce e violenza,
tra gli altri, Luciano e Alessandro Moggi, Chiara Geronzi, Davide
Lippi.
Servizi precedenti
26/06
Riparte l’inchiesta di Borrelli con
le comprimarie, sentito l’Arezzo. Arriva
il processo, i legali della difesa cercano scappatoie. Tronchetti
Provera d’accordo con Moratti “Gli scudetti agli onesti”.
Ancora un mese da presidente di Lega per Galliani.
Piazzola “Indagate su Zeman”. Baldini
“Cambiate le persone in ufficio indagini ma non è cambiato
il giudice Palazzi”. Le memorie di fensive
di Juve, Milan, lazio e Fiorentina
25/06
Moratti “Un colpo di spugna sarebbe
molto grave. Sentenze esemplari o vado all'estero”. Lolli
“Nessun colpo di spugna, le inchieste avanzano”. D’Ambrosio
“No all’amnistia. Lo scandalo è grave”.
Confermate le cene a casa di Giraudo con Pairetto,
Bergamo e Moggi. Bergamo “Meani si interessava per
conto di Galliani”. Carlo Piazzola “Allontanato
dal sistema. Il mondo del calcio deve chiedere scusa a Sensi ”
24/06
Lunedì Borrelli riprende il lavoro.
Nel suo mirino le iscrizioni ai campionati e i diritti TV. Commissario
Rossi “Potrei cambiare il format dei campionati. Vietate le
vendite dei marchi”. Gazzoni (Bologna) “Iscrizioni
fasulle per anni”. Corbelli si costituisce
parte civile contro Carraro e Della Valle. De Santis al contrattacco.
Il Financial Times scettico sulla retrocessione
della Juve. Le conclusioni dell’inchiesta
di Borrelli
23/06
Dopo i deferimenti spazio alla difesa. De
Santis attacca Ancelotti. Abete “Il
mondo del calcio attende giustizia”. Blatter: “In
Italia situazione seria ma Rossi e Borrelli sono preparati”.
Il processo partirà il 29 giugno.
Galliani “Ma quale secessione del calcio”. Della
Valle “Siamo innocenti”. I sociologi
sentenziano: Il calcio un business e non più uno sport
22/06
Scattano i deferimenti. Nel calderone Juve,
Milan, Fiorentina e Lazio. Galliani lascia la Lega. Le
accuse e i nomi. Costituito il collegio giudicante. La
Juve: verificheremo le accuse. La Fiorentina pronta a difendersi.
Berlusconi “Mai avuto vantaggi in campo”.
Garrone “Giorni difficili, ma la Sampdoria
è fuori”. Speculazioni in borsa:
in rialzo i titoli di Lazio, Juve e Milan
21/06
Domani i deferimenti, Di Sebastiano segretario
della FIGC. Ghirelli si dimette. Abete:
Il deferimento dopo le 18 segno di buon senso. Lippi
“Non so niente dei deferimenti”. La Porta (Barça)
“Moggi in Spagna non potrebbe esistere”. Berlusconi:
“Il Milan defraudato”. Perquisita
la sede dello Standard Liegi. Zamparini (Palermo)
“Faremo la Champions League”
20/06
Cominciano i deferimenti, in moto gli avvocati.
I parlamentari scrivono a Rossi “Ora
ripescaggi trasparenti”. Prosegue l’indagine
disciplinare del CSM sui magistrati coinvolti in calciopoli. De
Santis a Matrix racconta la sua verità. Caselli ribatte
a De Santis “Mai parlato di arbitri con lui”. Oriali:
“Gli scudetti revocati non interessano all’Inter”.
Il Ministro Amato ironizza “Mi spiace
che il ‘Toro’ non possa incontrare la Juve”. Gattuso
“Assurdo andare in B per un trapianto di capelli”
19/06
Borrelli chiude l’inchiesta con una
relazione di 180 pagine. Ora tocca a Palazzi “Il
calcio deve rimanere imprevedibile. Il sistema può
guarire”. A rischio la sponsorizzazione
degli arbitri. Quattro arresti per il caso Gaucci. Andreotti
“Qualcuno pagherà dazio”. Zamparini
(Palermo) “Si torni al sorteggio integrale”
18/06
Si tirano le somme. Dal Palazzo fanno sapere
che useranno il pugno di ferro. In attesa
della relazione di Borrelli. Gentile (FI) alla procura di
Napoli “Sentire Pagliuso sulla estromissione del Cosenza”.
Il Genoa va in B, ma Preziosi non festeggia
“Troppa rabbia”. 30 mila tifosi
rossoblu festeggiano la fine di un incubo
17/06
Il difensore Antonaccio denuncia su di un
libro la “realtà oscura” della serie C. “Corruzioni,
compromessi e ricatti”. L'ex Presidente
del Cosenza, Pagliuso, aspetta la chiamata del Procuratore Borrelli
(Video con intervista) anche per la C. Il Procuratore Borrelli
prepara le relazioni. Nella prima tranche
d’inchiesta ci sono Juve, Lazio, Fiorentina, Milan, Samp.
Petrucci “Di amnistia non se ne parla
proprio”
16/06
Ripresi gli interrogatori, sentiti Garrone
e Marotta. Rossi completa la CAF. Processo vicino. Dai
politci tifosi del Torino un no all’amnistia: “Ed ora
restituiteci lo scudetto del 1927” . Dalla CAF alla
Corte Federale rito abbreviato. Stabiliti tempi e modalità
del processo. Secondo Adiconsum falsato il
30% delle partite del campionato 2003/04. La
Fiorentina replica a Preziosi: “La cena con Moggi c’è
stata, ma nessuna festa”. Cellino (Cagliari) “Mi
auguro che tutto sia un grosso errore. Serve una presidenza super-partes”
15/06 Il calabrese Ruperto nominato presidente
della CAF. Pagliuso (Cosenza) “Adeguarsi
allo strapotere Juve dava privilegi”. Chiesta audizione a
Borrelli. Il CSM vieta ai magistrati di occuparsi di giustizia
sportiva. Revocati tutti gli incarichi. Ministro
Melandri “Si va verso la vendita collettiva dei diritti televisivi”.
Rossi “Se Galliani è in conflitto
di interessi non è un mio problema”.
14/06
Il Commissario Rossi nomina Agnolin commissario
dell’Associazione Arbitri. Casarin “L’arbitro
torni ad essere l’uomo misterioso”. L’azzeramento
della CAF è questione di ore. Si va verso la nomina di Ruperto.
Pagliuso chiede la riammissione in serie B
del Cosenza Calcio 1914. Intercettazioni sui
PM. Paparesta si difende: “Carriera stroncata se denunciavo
l’irruzione di Moggi”. Prosegue
l’inchiesta GEA. A Napoli prosegue l’inchiesta
stralcio che riguarda giudici e polizia. La
Juve ricomincia da Cobolli Gigli e Tardelli
13/06
Chiuso il primo filone di indagini. Il
Presidente della Corte d’Appello Federale, Martellino, si
difende. Processo doppio. Si allarga l’inchiesta del
CSM. Mercoledì le decisioni del plenum. Abete
e De Rossi: Nessuna amnistia anche se vinciamo. Buffon
“Bello sudare la maglia per l’Italia”. I
favori della “cupola” alla Lazio. La
Juve riparte voltando pagina in fretta: nuovo Cda.
12/06
Girando da Borrelli “Nessuna gara era
preordinata”. Ascoltato il dipendente
della Federcalcio Galati “Chi si oppone viene vessato”.
Anche la Samp nell’indagine. Blatter
“Trovati i problemi ora si va verso le soluzioni”. La
Lega va verso la riscrittura del regolamento. E poi Galliani,
Sacchi, Di Pietro, Campana, Pescante.
11/06
Una domenica tranquilla. Lunedì Giraudo
da Borrelli. Il Legale di Titomanlio “Nessun
muro di reticenza”. Trezeguet “Aspettiamo la
giustizia sportiva”. Gli sponsor della
Juve ripongono la loro fiducia nella società
10/06
Borrelli si concede una pausa. Il
Presidente Cellino “Rossi chieda consigli ai presidenti onesti”.
Secondo il legale di Lotito il campionato slitta a dicembre. Del
Piero “Spero che per la Juve si risolva nel migliore dei modi”
L’assistente Titomanlio: “Pronti a collaborare”
09/06
Borrelli contro un “muro difensivo concordato”.
Maxi audizione con Meani (Milan): quasi otto ore. Non
esiste alcun super teste. Tre ore di interrogatorio per Carraro
e tre anche per Pieroni. Pirrone replica a
Bergamo: “Io scarso e onesto, lui invece?”. Catricalà
“Presto regole per i procuratori”. Adiconsum
presenta uno studio sugli errori arbitrali dal 2002 al 2004.
Avv. Coppi: “Il Coni potrebbe costituirsi parte civile”
08/06
Bergamo interrogato per nove ore “Fatto
fuori da Pairetto e Lanese”. Per Pairetto sei ore di interrogatorio.
Moggi dice no a Borrelli. Oggi tocca
a Carraro. Della Valle “Non abbiamo
fatto nulla di strano”. L’AIA rigetta il ricorso
di De Santis: non andrà ai mondiali. Galliani
ascoltato per due ore. L’Antitrust collabora con Rossi
07/06
Interrogatori fiume per De Santis e Paparesta.
Borrelli: “Nessun pentito. Entro 10
giorni la relazione alla Procura sportiva”. La Commissione
Cultura della Camera avvierà un indagine. Pirrone:
“Già da tempo denunciavo pressioni”. Gaucci
Jr: “C’è ancora paura della ‘cupola’”
06/06
Borrelli mette sotto torchio gli arbitri.
No Intertoto per il calcio italiano.
E Rossi incassa l’ok di Uefa e Fifa. Corioni:
“Girando la mente, Galliani gli obbediva”. Lazio
e Juve nel mirino di Borrelli. Rossi incontra
Galliani: Nessuna accordo sulla gestione della Lega. Blatter
“Felice della reazione delle autorità italiane”
05/06
Borrelli a tutto campo, vuol vederci chiaro
su tutto. E il Coni ricorre alla Caf per la
sentenza su Agricola per il doping. Mazzarri ascoltato dal
PM di Napoli. Cesare Geronzi ascoltato per
due ore dai PM. L’ex segretaria della CAN, Fazi, non
risponde. Pelè “Spero che la
giustizia punisca tutti”. Blatter “Ci vogliono
arbitri professionisti”
04/06
Borrelli in azione: L'arbitro Pirrone interrogato
per tre ore. Il Milan si ribella: “Una
campagna contro”. Lite in un bar per calciopoli, ci
scappa il morto
03/06
Cannavaro e Trezeguet interrogati dai PM a
Roma. La Procura di Torino vuol riaprire l’inchiesta
sulle designazioni. Undici giorni per rifondare la Juve.
Somma “Non cambia nulla. Moggi resterà
sempre un grande”
02/06
Il procuratore Borrelli pronto per il maxiprocesso.
Ombre sulla partita Udinese-Milan del 2005:
Galliani e Pozzo non ci stanno. Galliani: “Siamo stati
danneggiati”. Il Legale di Moggi replica
a Galliani “Ha letto tutte le intercettazioni?”.
Spalletti in procura a Napoli.
01/06
Il commissario Rossi: “Una situazione
che non pensavo così grave”. Secondo
l’ex vicecapo dell’Ufficio indagini Juve e Fiorentina
in B. Galliani pronto a lasciare. Preziosi
sentito dalla Procura di Napoli. Nevio Scala: “Tutto
deprimente. Con gli azzurri si può andare avanti”.
31/05
Calcio nel caos: Lotito ai PM: “Lazio
pulita”. Il difensore di Moggi: “Il
Milan il vero potere”. I rossoneri "Manovre diversive".
Petrucci “Voltiamo pagina, torniamo a parlare di sport”.
Verdone “Di fronte allo scandalo del
calcio mi vergogno di essere italiano”. Zeman “Io
alla Juve? Non potrei. Ipotesi Baggio? sarebbe solo per immagine”.
29-30/05
Calcio nel caos: Caso Gea,sentito l'arbitro
cosentino Palmieri: “Mai rilasciato interviste”. Lazio
nei guai: aggiotaggio per Lotito. Niente incarichi sportivi per
i magistrati del CSM. Avv. Grassani “Milan in B, ipotesi
per ora non ipotizzabile”. Del Piero
“Orgoglioso di essere juventino”. V.Franza "Ipotesi
A per il Messina". Ieri sentito Della Valle.
28/05
Calcio nel caos: Per Borrelli una settimana
intensa. Bonfrisco “Paparesta fuori
dalle regole”. Gattuso: “Qualcuno sputa nel piatto”.
27/05
Calcio nel caos: L’inchiesta entra nel
vivo. Borrelli al lavoro e Lippi difende il
figlio. Commissario Rossi: “Sconti per nessuno”.
Sacchi e Agnolin: “Chi ha sbagliato
paghi”. Lippi: “In Italia chi è indagato
è già condannato”. Peruzzi
accusa: “Moggi il pastore e noi il gregge”.
26/05
Calcio nel caos: Gli atti passano a Borrelli:
Parte ufficialmente “Piedi Puliti”. Galliani
rimane solo, si dimette Zamparini. Gigi Riva: “Beckembauer
ha parlato da bambino”. Cossiga: “Tangentopoli
era più onesta”. Sacchi: “Torniamo al
calcio di prima, senza banchieri e politica”. Il
figlio di Lippi indagato a Roma e Milano.
25/05
Calcio nel caos: Interrogatori a Napoli e
Roma e perquisizioni della GdF. Cannavaro
ci ripensa. Albertini: “Pensavo ci fosse sudditanza
psicologica, invece...”. Cecchi Gori
“Affossato perchè scomodo. I 5 anni più brutti
della mia vita”. Licenza Uefa per 14 club: manca la
Lazio. I tiofosi
si costituiscono parte civile. Gli ex vogliono
Boniperti presidente della Juve
24/05
Calcio nel caos: La Lega Calcio cerca nuove
regole. Alla Gea e ad Alessandro Moggi oltre
il 10% del mercato delle procure. Conti: “Lotta al
conflitto d’interessi”. La Finanza
nella sede del Crotone e della Reggina. Buffon in Procura.
Galliani confermato in Lega. Cannavaro:
“Gli scudetti della Juve, meritati”
23/05
Calcio nel caos: Il commissario della FIGC,
Rossi, nomina il procuratore Borrelli capo ufficio indagini. Scatta
“Piedi puliti”. A Napoli sfilano i testi.
perquisita la sede della
Torres
22/05
Calcio nel caos: Lippi rimane al suo posto.
Moggi cita Berlusconi. Chieste le dimissioni
di Galliani che le respinge, l’inchiesta va avanti.
Moggi: “Un’imboscata di Galliani”. Guido
Rossi: “Beckenbauer ne approfitta”. Avv.
Stagliano “La Juve in B”
21/05
Calcio nel caos: Moggi ebbe un ruolo importante
nelle elezioni di Carraro e Galliani. Tardelli replica a
Beckenbauer “Anche in Germania c’è il marcio”.
Chieste le dimissioni di Lippi. Le
intercettazioni di De Santis
20/05
Calcio nel caos: Il potere assoluto di Moggi.
Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi.
Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali. Le
tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno
19/05
Calcio nel caos: La Gea controllava anche
Reggina, Livorno e Siena. Gazzoni: “Le dimissioni di
Carraro sono finte”. Interrogati Lippi
e Zeman. Si dimette il Generale Pappa
18/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi fa piazza
pulita. Le intercettazioni di Carraro e Moggi che preparavano
le elezioni in Lega. Menzionato Pisanu. Sospesi
nove arbitri, la Finanza a casa di Moggi e nella sede della Juve
17/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi al lavoro.
Spunta il filone doping. Dopo il vertice delle Procure, nuovi
accertamenti. Definite le competenze delle
Procure di Roma e Napoli.
16/05
Calcio nel caos: Guido Rossi commissario della
FIGC chiamato a sistemare il calcio e le sue regole. Petrucci
rassicura Lippi “Verrò a trovarti con Rossi”.