Il Commissario Rossi al lavoro. Spunta il filone
doping
Seconda giornata da Commissario straordinario della Federcalcio
e giornata gia' di intenso lavoro per Guido Rossi nel suo ufficio
di Milano. Domani, pero', si mettera' in viaggio per Napoli per
una prima presa di contatto con i magistrati partenopei che indagano
su vari filoni del calciogate. Rossi si e' presentato nella veste
di commissario Figc annunciando di non essere preoccupato. D'altro
canto la storia professionale del giurista, padre della legislazione
antitrust in Italia, e' piuttosto ricco di imprese difficili, al
limite dell'impossibile come il salvataggio del gruppo Ferfin-Montedison.
Il crac della famiglia Ferruzzi in piena tangentopoli lascio' sul
terreno debiti per olte 30 mila miliardi di lire. Sotto la regia
della Mediobanca di Enrico Cuccia, Guido Rossi ando' alla presidenza
del gruppo con Enrico Bondi amministratore delegato. Un'operazione
da far tremare i polsi. Nei primi tre anni (Rossi lascio' nel 1995
e Bondi nel 1997) radicale riassetto del gruppo Ferfin-Montedison,
dismissioni per 12 mila miliardi di lire realizzate da Rossi e Bondi
oltre a un profondo ricambio del management a tutti i livelli e
un drastico piano di taglio dei costi che consenti' alla Montedison
di tornare all'utile nel 1997. Per il mondo del calcio, l'idea di
Rossi e' proprio quella di fare una grande pulizia come in Ferfin
a partire dal '92. In quest'opera, il suo braccio operativo sara'
l'avvocato Paolo Nicoletti, uno dei quattro subcommissari che Rossi
nominera' a breve. Intanto, sotto il profilo giudiziario, proseguono
senza sosta le inchieste delle procure. A Napoli si e' tenuto un
vertice con gli inquirenti torinesi e romani dove si e' deciso che
si lavorera' in coordinamento. In particolare, nella Capitale si
indaga anche sui diritti tv e spunta il filon doping. C'e', infatti,
un'intercettazione in cui Moggi chiede al Coni di intervenire a
favore di un giocatore che ha preso una pomata proibita. Da una
conversazione telefonica si evince anche che l'ex Dg della Juve
aveva a disposizione una scorta per lui e per due sue collaboratrici
che fanno shopping e vanno dal dentista. Oggi la Rai ha avviato
un'audit interna sulla vicenda ed ha anche istituito un gruppo di
lavoro costituito da tre membri del cda per esaminare lo ''stato
del sevizio sportivo'', insomma una sorta di commissariamento di
Raisport. Tra le varie dichiarazioni odierne, quella del presidente
di Confindustria e Fiat, Luca Cordero di Montezemolo. Dapprima ha
preferito evitare commenti: ''se dovessi dire quello penso direi
delle cose molto gravi e allora preferisco tacere''. Ma poco dopo,
ha aggiunto, ''e' paradossale e per certi versi salutare, come e'
avvenuto quest'estate per le vicende bancarie, che anche nello sport
sia provvidenziale l'intervento della magistratura''.
Dopo il vertice delle Procure, nuovi accertamenti
17/05 Nuovi accertamenti, nuovi interrogatori e probabilmente nuove
acquisizioni di documenti. Dopo la giornata dedicata ad un vertice
durato diverse ore nella Procura partenopea e al quale hanno partecipato
i magistrati di Roma e Torino, l'inchiesta della Procura di Napoli
andra' avanti dopo aver ''incassato importanti riscontri'' proprio
in questi ultimi giorni al teorema accusatorio. Il primo atto, venerdi',
sara' quello di ascoltare il Ct della nazionale, Marcello Lippi,
che sara' sentito dai pm della Procura di Roma, Luca Palamara e
Cristina Palaia. Una decisione presa durante il vertice delle tre
procure interessate all'inchiesta sul calcio. ''Siamo soddisfatti
- ha detto il pm Palamara, al termine del vertice -; c'e' pieno
coordinamento delle indagini. E' stato un vertice proficuo e le
due procure procederanno parallelamente''. L'inchiesta della procura
napoletana, che sembra destinata a far saltare gli equilibri del
calcio italiano, ha visto una giornata di lavoro anche per i carabinieri
del nucleo operativo di Roma, impegnati da oltre un anno e mezzo
nell'indagine che ha svelato il cosiddetto ''sistema Moggi''. Anche
oggi, cosi' come nei giorni precedenti, gli investigatori di via
In Selci hanno lavorato sul materiale acquisito nei giorni scorsi
sia alla FIGC sia nella sede dell'AIA. Quel materiale, referti arbitrali,
documenti inerenti alle riunioni del consiglio federale e alle elezioni
del vertice della FIGC, ma anche le decisione adottate dopo le segnalazioni
di alcune partite sospette, sono ''analizzate'' dagli investigatori
dell'Arma. Un lavoro che richiedera' molto tempo e anche una buona
dose di pazienza. Gli investigatori del nucleo operativo devono
comparare tutto il materiale acquisito con quanto viene fuori dalla
visione dei filmati delle partite finite sotto inchiesta. L'accusa
ipotizzata dalla Procura napoletana e' che i referti siano stati
''truccati'' con gravi omissioni e che, soprattutto le relazioni
di alcuni commissari siano state influenzate. Ma allo studio degli
investigatori anche il lavoro fatto negli ultimi giorni, proprio
durante la trasferta romana dei pm Narducci e Beatrice che hanno
ascoltato, nella caserma dei carabinieri, molti testimoni eccellenti
del calcio italiano. Le loro deposizioni, di persone informate sui
fatti, sembra abbiano dato una sorta di nuova linfa all'impianto
accusatorio. Gli investigatori e i carabinieri stanno quindi rileggendo
i verbali delle deposizioni rilasciate dell'ex arbitro Pierluigi
Collina, di Carlo Ancelotti, di Roberto Mancini e Adriano Galliani.
Ma anche quella di Vincenzo Paparesta e di diversi guardalinee.
Moggi girava addirittura sotto scorta dei CC
Emergono nuovi particolari dalle intercettazioni dei carabinieri
di Roma: poliziotti a disposizione di Moggi e di due sue amiche.
Secondo i verbali dei carabinieri del Nucleo operativo di Roma,
l'ex dg della Juventus aveva a propria disposizione una scorta per
lui e per due sue collaboratrici, per andare a fare shopping e dal
dentista nella Capitale.
Le Procure di Roma e Napoli definiscono le competenze
E' stato sciolto il potenziale 'nodo' sulle competenze tra le Procure
di Napoli e Roma che indagano sullo scandalo giudiziario che ha
travolto il mondo del calcio. Al termine del vertice di coordinamento
tra le procure, che si è svolto oggi a Napoli, tra i piemme
partenopei (procuratore aggiunto DDA Franco Roberti e i titolari
dell'inchiesta Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci) e i colleghi
romani, Luca Palamara e Maria Cristina Palaia, si è definito
il quadro delle competenze: la Procura di Roma, come era in parte
prevedivibile, rimane titolare degli accertamenti e della indagine
sulla Gea World, la società di intermediazione sportiva guidata
da Alessandro Moggi, mentre la Procura di Napoli conitnuerà
l'inchiesta sull'associazione a delinquere finalizzata alla frode
sportiva. Al vertice napoletano hanno paretcipato anche i pm torinesi:
il procuratore di Torino Marcello Maddalena e i due aggiunti Raffaele
Guariniello e Bruno Pinti. I magistrati piemontesi subito dopo la
riunione di coordinamento con i colleghi partenopei e romani hanno
lasciato il palazzo della Procura senza rilascira dichiarazioni
sull'esito dell'incontro. Ai magistrati torinesi, da quanto si è
appreso al termine dell'incontro, restano le indagini sul presunto
falso in bilancio operato da Antonio Giraudo, l'ex amministratore
delegato della Juventus, nei conti della società bianconera.
A Napoli rimarrà il filone delle frodi
sportive. Indagini al termine
Restera' alla Procura di Napoli il filone delle indagini che riguardano
il reato di frode sportiva. Lo ha riferito ai giornalisti il coordinatore
della Dda, Franco Roberti. ''Procederemo nelle nostre indagini.
Nessuno ha eccepito nulla, anche perche' noi siamo molto avanti.
Siamo quasi al termine e le stiamo portando avanti con grande sollecitudine''.
La celerita' con cui la Procura partenopea sta lavorando e' dovuta,
secondo quanto spiegato da Roberti, alla ''duplice esigenza: da
un lato di terminare l'indagine penale in tempi brevi, dall'altro
di mettere tutto il materiale a disposizione della Figc e dell'Ufficio
Indagini affinche' possa procedere la giustizia sportiva, con i
tempi ristretti che le sono assegnati''. Il reato contestato a Napoli
e' quello di associazione a delinquere finalizzata a frode sportiva.
Roberti ha inoltre riferito che il reato e' stato contestato sia
a coloro raggiunti da avviso di garanzia, sia ''al signor Moggi,
che e' stato invitato a comparire e si e' presentato''. ''Questo
reato - ha concluso Roberti - e tutta una serie di frodi sportive
sono state consumate su ampie zone del territorio nazionale''.
Campana “Una tragedia all’italiana”
17/05 "Sarà una tragedia all'italiana. Ho molti dubbi
sul fatto che il campionato possa cominciare regolarmente e che
per il 27 agosto si possano chiudere le inchieste della giustizia
sportiva". Lo afferma, sul ciclone che ha colpito il calcio,
Sergio Campana, Presidente dell' associazione calciatori, che interviene
sulla vicenda in un'intervista rilasciata al Gazzettino. Per Campana,
il "male" è entrato nel calcio "piano piano"
quando "ha perso spazio l'evento sportivo, sacrificato a profitto
ed affari". Quando in Consiglio federale c'era chi "parlava
di 'prodotto' - dice - e non riuscivo a capire che per lui il 'prodotto'
era la partita di calcio". Allo stato delle cose per Campana
si è giunti in tre fasi: quando "le società sportive
possono avere uno scopo di lucro. Poi la demenziale decisione di
quotare in Borsa le società". Il terzo passaggio é
dato "dagli squilibri economici enormi creati dal riconoscimento
dei diritti soggettivi dei club, che hanno potuto trattare direttamente,
ad esempio, i proventi televisivi". Emerge così per
Campana, il ruolo soffocante delle grandi società. "Si
pensi alle elezioni federali. Le grandi squadre - dice - hanno fatto
quello che hanno voluto. Una volta le chiamavano le 'sette sorelle',
poi Juventus e Milan, con qualche tentativo da parte dell'Inter,
hanno ucciso le altre sorelle". "Negli ultimi anni - aggiunge
- lo sapevano tutti che tra Juve e Milan c'era un accordo, un patto
strategico su questioni come i diritti tivù e le poltrone".
Sui direttori di gara Campana rileva che "l'arbitro, che dovrebbe
essere al di sopra delle parti o dipendere dalla Federazione, è
in realtà pagato con i soldi della Lega e delle società.
E quindi è debole e condizionato". Di Moggi, Campana
dice che "di certo chi è protagonista di questa vicenda
ha capito nel tempo che poteva mettere gli uomini al posto giusto
e creare un potere enorme". A fare male al calcio, per Campana,
sono poi i conflitti di interessi. Tra questi "alcuni sono
clamorosi - sostiene -. Galliani non può essere presidente
del Milan e della Lega". Meno problematico, nella vicenda,
il ruolo della giustizia sportiva, che "non possiede i mezzi
istruttori della giustizia ordinaria" dice Campana e delle
scommesse: "fra tremila calciatori qualche sciocco ed imprudente
c'é sempre". La strada da imboccare per il futuro avverte
Campana è quella che cambia "la qualità dei dirigenti
del calcio che, salvo qualche eccezione, è pessima".
Poi "le regole ci sono basta applicarle" ma ci vuole anche
"una vera indipendenza degli arbitri dalle società e
dalla Lega, al massimo possono dipendere dalla Federazione".
Inoltre "la giustizia sportiva - sottolinea - deve essere indipendente
dall'esecutivo, dal governo del Consiglio. E il Consiglio federale
dovrebbe essere a sua volta 'super partes' rispetto alle componenti".
Bisogna poi, per Campana, "eliminare i conflitti di interessi
a tutti i livelli", e quindi "eliminare lo scopo di lucro
e le quotazioni in Borsa". E infine avviare "una gestione
collettiva e comune - conclude Campana - dei diritti, con un'equa
distribuzione delle risorse, perché chi sta in alto ha ucciso
chi sta in basso. Lo dimostra la crisi gravissima della serie C".
Corioni in Procura
Il presidente del Brescia Calcio, Gino Corioni, è entrato
in Procura poco prima delle 10.30 per essere interrogato dai magistrati
bresciani come persona informata sui fatti. Corioni nei giorni scorsi,
parlando dello scandalo nel mondo del calcio, aveva dichiarato fra
l'altro a un emittente radiofonica: "Se non agivo in un determinato
modo mi mandavano il Brescia in interregionale". Da qui la
convocazione da parte dei magistrati bresciani, che vogliono avere
chiarimenti sul significato di questa accusa. A quanto si è
appreso, a interrogare Corioni dovrebbe essere il pm Paolo Savio.
Il presidente del Brescia, prima di entrare in procura, ai giornalisti
si è limitato a dire: "non so cosa mi chiederanno",
e sorridendo ha aggiunto: "mi chiederanno come sto...".
Pagnozzi: “Io non sono in nessuna azione”
"Non ho compiuto alcuna azione né sono intervenuto
presso alcuno per tutelare chicchessia, come facilmente accertabile".
E' quanto precisato in serata dal segretario generale del Coni Raffaele
Pagnozzi in riferimento a quanto affermato in una "ricostruzione
sceneggiata di una serie di telefonate tra cui una da me ricevuta
da Luciano Moggi" andata in onda nella trasmissione di 'Ballaro''
di questa sera dedicata alle intercettazioni telefoniche nel mondo
del calcio. Pagnozzi aggiunge di avere dato mandato allo studio
dell' avvocato Guido Calvi "affinché mi tuteli nelle
più opportune sedi giudiziarie qualora qualcuno voglia ledere
la mia correttezza e la mia onorabilità, speculando sulla
circostanza".
Davanti ai magistrati sfila la serie A
16/05 Davanti ai magistrati sfila la serie A, quella che conta:
i tecnici di Milan e Inter, Ancelotti e Mancini, il presidente della
Lega e amministratore delegato del Milan Adriano Galliani e l' ex
arbitro Pierluigi Collina, l' ultimo a lasciare la caserma dei carabinieri
di via In Selci a Roma, dove i pm Giuseppe Narducci, Filippo Beatrice
e il procuratore aggiunto della Dda di Napoli Franco Roberti, li
ascoltano come persone informate sui fatti all' interno dell' inchiesta
sul mondo del calcio della procura partenopea. "La speranza
è che la giustizia trionfi", almeno questo è
l' augurio di Roberto Mancini che in una sorta di staffetta milanese
ha preso il posto del suo collega rossonero Carlo Ancelotti, il
primo ad essere ascoltato nella lunghissima giornata di audizioni
durata oltre 12 ore in cui si è cercato di fare luce sulle
intercettazioni che riguardano la partita Perugia-Juventus del 2000:
la sfida vinta dagli umbri che ha dato lo scudetto alla Lazio e
fece nascere critiche sull' opportunità o meno di giocare
una partita condizionata da una lunga interruzione per il diluvio
che si era abbattuto sul Curi. Il tecnico del Milan arrivato intorno
alle 10 ha lasciato dopo circa due ore la caserma senza rilasciare
dichiarazioni. Dopo l'augurio formulato entrando, il tecnico dell'
Inter al termine dell' audizione ha detto di aver risposto ad ogni
domanda posta dagli inquirenti. Adriano Galliani, anche lui sentito
dai pm, ha "risposto in modo puntuale ed esaustivo alle domande
dei pm", da lui definiti "preparati e informati".
Ricordando che il presidente di Lega non si è dimesso "perché
non è indagato" e che la Lega è "un' associazione
di categoria diversa dalla federazione", simile, se si deve
fare un paragone, alla "Confindustria". A chi ricordava
la sua espressione colorita, il "pissi pissi bau bau"
appena le inchieste del calcio sono venute alla luce, Galliani ha
detto di non conoscere i carteggi e che, "come milioni di italiani",
ne è venuto a conoscenza attraverso i giornali. L' amministratore
delegato del Milan ha trovato il tempo di parlare anche di calcio
mercato, ricordando che "Sheva non è in vendita"
e che solamente su richiesta del giocatore potrebbe essere aperta
una trattativa di mercato. Ma secondo indiscrezioni in caso di partenza
dell' attaccante ucraino sarebbe il francese Henry a raggiungere
il club rossonero. Risposta simile da parte di Galliani anche a
chi lo ha interrogato su un possibile interessamento del Milan per
Massimo Oddo: il difensore laziale non è in vendita. L' ex
arbitro Pierluigi Collina, arrivato in caserma intorno alle 15,30
per cominciare la sua audizione dopo circa un' ora, ha trovato il
tempo di fare capolino da una delle finestre della caserma. Solamente
dopo quasi sette ore dal suo arrivo Collina ha lasciato la caserma
a bordo di un' auto con targa tedesca. Lui ai mondiali di Germania
ci sarà. Come commentatore.