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Dir.resp. Pippo Gatto |
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I Monumenti dell'Hinterland Cosenza “Cosenza città cosmopolita” questa la definizione che identifica la città dei Bruzi. Cosenza si divide in due, con il cuore commerciale situato su Corso Mazzini e l’ anima nella parte antica meglio conosciuta come “ Cosenza Vecchia”. Tra vicoli e monumenti si respira tutta la cultura cosentina, Molti sono i monumenti da visitare. Il Duomo Il Castello Svevo Un primo nucleo del maniero risale forse al secolo X, ad opera dei Saraceni; in epoca normanna sembra abbia ricevuto già una trasformazione. La prima ristrutturazione ancora oggi individuabile si dovette a Federico II di Svevia; pare che vi dimorasse il figlio di Federico, Enrico VII lo Sciancato, le cui spoglie si presume siano contenute nel sarcofago di epoca romana ubicato nel Duomo. Da fortilizio, l'edificio divenne dimora reale sotto gli Angioini e fu ampliato con l'aggiunta del piano superiore e la creazione di una cappella. Il castello in cui Alfonso d’Aragona trascorse parte della sua adolescenza, nel ‘500 divenne sede di comando militare; nel 1638 ebbe inizio la decadenza con un terremoto che fece rovinare gli appartamenti al piano superiore, due baluardi e una torre. Altre rovine si aggiunsero per i terremoti del 1640 e del 1659. Nel XVII secolo la costruzione fu adattata a seminario; tra l'800 e il '900 i successivi terremoti ridussero l'antico castello allo stato attuale. Di recente è stato oggetto di restauro. La torre ottagonale attualmente visibile risale all'epoca sveva; del periodo angioino rimangono invece gli stemmi, col rastrello e il giglio, nelle serraglie di alcuni vani del lato meridionale. Nel chiostro interno si distinguono ancora gli adattamenti borbonici, dell'epoca cioè in cui il castello divenne penitenziario. Vi si abbraccia un ampio panorama sulla conca di Cosenza, i casali sparsi e i contrafforti della Sila. Palazzo della Prefettura o Palazzo
del Governo Convento e chiesa di S.Francesco di Assisi Il complesso monastico di S.Francesco di Assisi rappresenta il monumento più importante di Cosenza dopo il Duomo. Costituito dal convento dei frati Minori e dalla chiesa, fu fondato nel 1217 dal beato Pietro Cathin, seguace di S.Francesco di Assisi; a causa dei frequenti terremoti e soprattutto per i bombardamenti del 1943, il monastero fu in larga parte distrutto.Il complesso è stato comunque recentemente oggetto di restauri. La chiesa, che originariamente era ad aula unica posta perpendicolarmente a quella attuale, fu trasformata nelle attuali forme barocche intorno al 1657; la facciata venne invece rifatta solo dopo il terremoto del 1854. L'interno, a croce latina, a tre navate divise da colonne (occorre tener presente che l'antica chiesa duecentesca era presso a poco costituita dal transetto attuale) ha un grandioso altar maggiore ligneo settecentesco. All'interno della chiesa, tra le opere di notevole valore artistico presenti insieme agli elementi architettonici di pregio, isolate testimonianze di quanto resta delle forme originali, occorre anche segnalare nella navata sinistra, al 1° altare Crocifisso ligneo del XVIII secolo, al 2° altare la statua marmorea Madonna col Bambino della fine del XVI secolo, nell'abside Perdono di Assisi , tela di Daniele Russo (1618), nella cimasa Crocifisso dello stesso autore, in una nicchia, Immacolata, scultura lignea del ‘700. Nella cappella posta alla fine della 1° navata è presente un interessante arco in pietra del ‘400. Ancora ad opera di Daniele Russo le tele Immacolata e Eterno Padre collocate nel transetto destro (o cappella dell'Immacolata, rifatta nel 1657 da Giovan Domenico Maugerio da Rogliano e rinnovata del 1719 da Giovanni Cavlieri di Napoli). Sulle pareti laterali di detta cappella troviamo anche la tela G.Cenatiempo del 1721, S.Pasquale di Baylon e l'altra tela Incredulità sulla presenza eucaristica. Da due ingressi ai lati dell'altare si passa in un ambiente del secolo XIII, già abside originaria; vi si conservano un coro ligneo del 1505, busti lignei, tele, un grande Crocifisso ligneo del secolo XV e, in un sarcofago ligneo del 1619, il corpo del beato Giovanni da Castrovillari. Anche l'attigua sagrestia, con soffitto ligneo dipinto e le pareti con affreschi dei primi del ‘400, è ricca di notevoli opere d'arte tra le quali rileviamo la tela di S.Francesco di Paola all'interno di un arco di pietra, armadi lignei con episodi della Passione e figure di santi e frati francescani, lo stipo delle reliquie in legno scolpito del secolo XVI contenente argenterie del ‘700. Nella navata destra, in corrispondenza della 3° campata, è presente la lapide del 1641 della famiglia Parise, mentre nell'ultima campata troviamo la Cappella di S.Caterina, riccamente decorata con intagli lignei dorati, con lapide del 1630 sul pavimento, la tela del ‘600 , Martirio di S.Caterina, le piccole sculture lignee raffiguranti S.Agnese e S. Lucia e quella di maggiori dimensioni raffigurante S.Caterina d'Alessandria. Sulle pareti della navata sono presenti sei tele con scene della vita di S.Caterina di Willem Borremans (1705) mentre sul soffitto ligneo intagliato un dipinto con S.Chiara. Nel cimitero sottostante la chiesa troviamo l'Annunciazione, affresco della fine del secolo XIV. Il convento è attualmente sede di un importante raccolta di opere d'arte e del Laboratorio di Conservazione della Soprintendenza per i Beni Ambientali, Artistici e Storici della Calabria. Nel pittoresco chiostro ogivale, con pilastri prismatici si conservano alcune sculture, tra cui un S.Francesco d'Assisi in pietra, un sarcofago marmoreo e vari frammenti e lapidi del secolo XVI-XIX; sulla parete adiacente alla chiesa, affresco frammentario del 1392, con figura di santa e il disegno della chiesa primitiva; sulla stessa parete altro affresco più tardo con Madonna col Bambino. Il Teatro Comunale Alfonso Rendano Il teatro comunale dedicato al pianista Alfonso Rendano di Cosenza, venne costruito dal Comune, su progetto dell'architetto Zumpano, nel periodo 1887-1909 ed inaugurato il 20/11/1909. Successivamente venne gravemente danneggiato da eventi bellici nell'agosto settembre 1943. La ricostruzione venne assicurata attraverso un finanziamento erogato con la legge 26/10/1960 n° 1543. L’amministrazione comunale contribui, con propri fondi, alla esecuzione di opere di sistemazione esterne, al ripristino della facciata secondo il disegno neoclassico originario ed alla costruzione della gradinata nel loggione. La progettazione fu affidata all’architetto Enzo Gentile di Napoli, che presentò il progetto il 30/11/1960. I lavori furono diretti dall'Ufficio del Genio Civile di Cosenza. A cura dello Stato sono stati ricostruiti completamente la sala, i palchi, i corridoi, il palcoscenico ed i servizi.
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