Parte la seconda tranche dell’inchiesta,
in arrivo i deferimenti
15/07 Si ritirano gli atti, si riascoltano le bobine con il dibattimento,
si rileggono punto per punto le motivazioni delle sentenze, insomma
si prepara il contrattacco. Il giorno dopo il terremoto della Caf
che ha spedito all'inferno Juve, Lazio e Fiorentina, salvato in
parte il Milan e condannato alcuni dei protagonisti chiave dello
scandalo del pallone, è già corsa all'appello: la
Corte federale, affidata a Piero Sandulli dopo l'autosospensione
di Pasquale De Lise non avrà molto tempo a disposizione se
vorrà rispettare i tempi chiesti dall'Uefa per la lista dei
club che devono partecipare alle coppe. L'Unione europea del calcio
è convinta che l'Italia ce la farà a mettere il punto
in tempo utile: certo la Corte chiamata a emettere i verdetti definitivi
non riuscirà a riunirsi prima di venerdì, quando sarà
già il 21 luglio. I club, ma anche i condannati hanno già
annunciato di voler percorrere tutte le strade per ridurre, quanto
meno, la stangata. Chi ha deciso di ritirare tutti gli atti della
Caf (oltre al dispositivo della sentenza anche le registrazioni
del processo, le difese) avrà tre giorni di tempo a partire
da domani (chi non ne ha fatto richiesta può comunicare via
fax alla corte e alla controparte la volontà del ricorso).
Insomma fino a martedì: due giorni (mercoledì e giovedì)
serviranno per notificare alle parti terze interessate (Lecce, Messina,
Bologna, Treviso, Brescia e Arezzo, i sei club che avevano chiesto
l'ammissione al processo) gli avvenuti ricorsi per permettere loro
di fare le controdeduzioni. La Corte, che si riunirà nello
stesso hotel in cui Cesare Ruperto ha letto ieri le sentenze che
hanno schiantato il calcio, entrerà nel merito e questo ridà
speranza a molti dei condannati. A parte i club che hanno già
dichiarato guerra alle sentenze, degli incolpati quello che vuole
arrivare fino in fondo è Massimo De Santis: l'arbitro condannato
a 4 anni e mezzo, più dei suoi ex capi (due anni e mezzo
la pena per Pairetto, così come per Lanese), proprio non
ci sta. Il suo staff sta preparando le contromosse nel dettaglio:
intanto si attaccherà alla motivazione della sentenza di
condanna in cui non viene riconosciuto l'illecito strutturato così
come aveva scritto Francesco Saverio Borrelli nella sua relazione
a conclusione della fase istruttoria, e di fatto ammorbidita l'ipotesi
del 'sistema' su cui il procuratore Stefano Palazzi cercava di inchiodare
i deferiti. "C'é troppa sproporzione nella sanzione
comminata, punito più dei designatori" rimarca l'avvocatessa
dell'ormai ex arbitro. Loro chiederanno anche gli ultimi interrogatori
dell'ufficio indagini, quelli della seconda tranche che rientra
comunque nello stesso illecito già punito dalla Caf. In particolare
le audizioni che riguardano il Lecce, per la gara con il Parma,
quella in base alla quale sarebbe stato condannato in primo grado
proprio De Santis. "Vogliamo sentire anche l'interrogatorio
di Zeman" dice il suo legale. E proprio sul secondo filone
(coinvolte Reggina, Siena, Lecce, Empoli e Arezzo, ma le posizioni
non sembrano compromesse) il pool dell'ex capo di Mani Pulite ha
esaurito con Pierluigi Collina e Pantaleo Corvino le audizioni:
su questa tranche l'ufficio indagini è già al lavoro
per la seconda relazione e sono in arrivo i deferimenti per la coda
del maxi processo. L'ufficio di Borrelli sta però ancora
aspettando le nuove carte della Procura di Napoli: un'appendice
al faldone che ha già sconvolto il calcio e che potrebbe
tirare in ballo altri club e che sarebbe in arrivo proprio la prossima
settimana. Ancora giornate calde, con i riflettori che si sposteranno
sulla Corte presieduta da Sandulli: in secondo grave le pene potrebbero
essere ritoccate. Ma si giocherà tutto sulle penalizzazioni:
qualche punto in meno potranno spuntare le società condannate.
Difficile salvarsi dalla retrocessione: questo potrebbe avvenire
solo se i dirigenti finiti alla sbarra (Moggi e Giraudo per la Juve,
Lotito per la Lazio e i Della Valle per la Fiorentina) venissero
assolti. In caso di conferma di condanna, tutti trascinerebbero
in B i club di appartenenza per la responsabilità diretta
che impone il codice di giustizia sportiva. Insomma una missione
difficile. Ma c'é già chi, in barba ai divieti e non
dovendo fare i conti con l'Uefa, pensa agli altri tribunali per
farsi giustizia. La Fiorentina avrà dalla sua parte anche
il sostegno degli enti locali, perché il sindaco Domenici
sta pensando di ricorrere al Tar. La partita non è ancora
finita.
Corbelli: “Si indaghi sul ripescaggio della
Fiorentina”
15/07 Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli,
dopo i verdetti della Caf, chiede che "venga finalmente accertata
la verita' e fatta giustizia sull'illegittimo ripescaggio della
Fiorentina dalla serie C2 alla B, nell'estate del 2003, a danno
del Cosenza Calcio 1914, cancellato da tutti i campionati professionistici
per un giorno di ritardo nella presentazione della documentazione".
Lo stesso Corbelli preannuncia a questo proposito un nuovo esposto-denuncia
per sollecitare la giustizia sportiva e quella ordinaria ad aprire
subito una inchiesta su "questa oscura vicenda e per disporre,
d'ufficio, la immediata riammissione del Cosenza Calcio nei campionati
professionistici. Dentro Calciopoli c'e' un grande scandalo di cui
nessuno parla: e' il ripescaggio della Fiorentina, nel 2003, dalla
serie C2 alla B a danno del Cosenza Calcio 1914, cancellato ingiustamente
da tutti i campionati professionistici per un ritardo di 24 ore
nella presentazione di alcuni documenti. Uno scandalo. Una colossale
ingiustizia che grida ancora oggi vendetta. Hanno approfittato della
difficoltà del Cosenza calcio per cancellare la squadra calabrese
e ripescare, al suo posto, la Fiorentina di Diego Della Valle, oggi
condannato dalla Caf per l'inchiesta su Calciopoli. L'ex presidente
della Figc, Franco Carraro, ha ammesso in una recente intervista
che 'per i ripescaggi del 2003 abbiamo violato le regole'. Dovrebbe
bastare questa grave ammissione per fare scattare una inchiesta
su questa pagina oscura e inquietante del calcio italiano”.
Della Valle “La nostra strategia non cambia”
15/07 ''La nostra strategia difensiva non cambia: la verita' e'
una sola e non cambia mai''. Lo ha detto il patron della Fiorentina
Diego Della Valle al termine del lungo incontro con lo staff degli
avvocati tenutosi a Firenze e al quale hanno partecipato anche il
fratello e presidente della societa' Andrea, e il sindaco di Firenze
Leonardo Domenici. ''Noi abbiamo fiducia nella giustizia che ha
tempo per fare i processi - ha ribadito Della Valle -. Abbiamo fiducia
anche nella magistratura, ma adesso bisogna fare in modo che i processi
vengano fatti in modo corretto, ascoltando le prove, i testimoni,
non innamorandosi soltanto di quello che il procuratore federale
puo' avere scritto, magari anche in buona fede, ma con la fretta
che lo ha portato a scrivere anche un sacco di cose non giuste''.
L'incontro si e' svolto questo pomeriggio nello studio dell'avvocato
Giuseppe Morbidelli ed erano presenti tutti i legali impegnati a
costruire la difesa della Fiorentina davanti alla Corte federale.
Il patron viola conferma di non voler fare polemiche, ''ma ora vogliamo
un processo vero, lo vuole la Fiorentina, la citta', la tifoseria
e la nostra famiglia. Speriamo che ci diano la possibilita' di dimostrare
che noi non c'entriamo nulla''. Infine Della Valle, rivolgendosi
ai tifosi, li ha invitati a restare ''calmi e civili come sempre''
Il giorno dopo la sentenza della Caf che ha mandato la Fiorentina
in B con 12 punti di penalizzazione rabbia e delusione sono ancora
fortissimi. Sia a Firenze che dentro la societa' viola. Ma al di
la' delle parole c'e' adesso voglia di contestare e dare battaglia.
Lo ribadisce il presidente onorario del club viola Diego Della Valle:
''Ho trascorso la notte a leggere la sentenza - ha detto il patron
della Fiorentina a Sky -, ero curioso di vedere che cosa c'era scritto
e ho ritrovato tutte le perplessita' riscontrate nelle precedenti
carte. E' mancato il tempo necessario per fare un processo per verificare
tutto con le prove, e' la prima volta che vedo una giustizia dividere
il processo in base alle date delle coppe. Da certe intercettazioni
telefoniche uno puo' capire tutto e il contrario di tutto. C'e'
un 'teorema Palazzi': la Fiorentina secondo lui e' stata vessata
e poi e' andata da qualcuno chinando la testa. Queste cose non esistono
e abbiamo voglia di spiegarlo a qualcuno''. Della Valle potrebbe
andare domani a Folgaria a far visita a tecnico e giocatori in ritiro,
che da stasera hanno deciso che parleranno ''solo attraverso il
lavoro sul campo'', ovvero il silenzio stampa. Intanto i legali
viola sono al lavoro, impugneranno la sentenza e presenteranno ricorso
alla Corte Federale. Se anche in appello i provvedimenti dovessero
essere confermati allora la societa' si rivolgera' al Tar e lo stesso
potrebbe fare il Comune di Firenze come fatto intendere dal sindaco
Leonardo Domenici che ha partecipato a Firenze ad una riunione con
dirigenti e avvocati del club viola. Via via saranno percorse tutte
le strade possibili per dimostrare l'innocenza della Fiorentina
e arrivare all'assoluzione piena. Nell'attesa la citta' non accetta
l'ennesima mazzata sulla sua squadra. Alza la voce il sindaco Domenici
contro il commissario straordinario della Federcalcio Guido Rossi
e il ministro dello sport Giovanna Melandri: ''Sono sorpreso quando
Rossi dice che chi ricorrera' al Tar non verra' ammesso al campionato
e che e' stato fatto un processo giusto. E' stato negato il diritto
delle difese a difendersi e da un processo ingiusto, che andrebbe
rifatto, non poteva che venir fuori una sentenza ingiusta. E non
concordo con il ministro Melandri per cui le sentenze non si commentano
ma si rispettano. Qui non stiamo parlando della sentenza della Corte
di cassazione di un grande processo, ma del primo grado della giustizia
sportiva. Quindi la commento e pure la critico''. Firenze ha ragione
a ribellarsi, continua il sindaco, ma entro confini civili, bollando
come ''nemici della' citta'', quel gruppo di tifosi che la notte
scorsa, dopo il corteo spontaneo di circa 200 ultras viola, ha aggredito
un fotografo, in precedenza rapinato di una macchina fotografica
e ora ricoverato in prognosi riservata. Episodio condannato anche
dal tifo organizzato che per lunedi', alle 17.30, sotto la curva
Fiesole allo stadio Franchi, ha organizzato un maxi raduno. Alla
sentenza della Caf non ci sta neanche il presidente della Provincia
Matteo Renzi che allestira' un maxi schermo nella sede di Palazzo
Medici Riccardi, per trasmettere i torti arbitrali subiti dai viola
nel 2004-05. La squadra continua intanto la preparazione a Folgaria
e domani giochera' la prima amichevole. Prandelli, anticipando il
silenzio stampa, gia' stamani aveva disdetto la prevista conferenza-stampa.
A parlare era stato invece il ds Corvino: ''Non ci meritiamo quanto
stiamo vivendo'', aveva spiegato, ribadendo che non sara' smantellato
l'organico rafforzato per la Champions. E l'ulteriore conferma arriva
dallo stesso Della Valle parlando di Toni: ''Vengo da una famiglia
dove quando si fanno i contratti si rispettano. Toni e' un giocatore
della Fiorentina e fino a prova contraria e' qui che deve stare''.
Mazzarri (Reggina) “Non siamo coinvolti.
Salvezza ottenuta sul campo”
"Le sentenze è giusto che siano esemplari per chi ha
sbagliato però bisogna stare attenti a chi non è stato
attore di queste cose, come le squadre". Così l' allenatore
della Reggina, Walter Mazzarri, ha commentato la sentenza giunta
a conclusione dell' indagine sportiva su calciopoli. Mazzarri, incontrando
i giornalisti alla vigilia della partenza della Reggina per il ritiro
in Valle d' Aosta, ha anche parlato della seconda tranche dell'
inchiesta che coinvolge anche la sua squadra. "Per quanto riguarda
la nostra posizione - ha detto - non voglio nemmeno pensarci. Dico
solo che nei miei due anni di gestione la Reggina ha ampiamente
meritato sul campo quanto ottenuto, anzi nella stagione 2004/05
sono stati molto più numerosi gli episodi a nostro sfavore
che il contrario. I risultati ce li siamo sudati sul campo e con
quanta fatica".
Le difese affilano le armi
Dimenticati dopo soli cinque giorni i festeggiamenti per la conquista
della quarta coppa del mondo della sua storia, l'Italia del calcio
si interroga sul proprio futuro il giorno dopo le sentenze della
Caf che rischiano di rivoluzionare il prossimo campionato. Juventus,
Fiorentina e Lazio in B, Milan in A ma con 15 punti di penalizzazione:
queste le decisioni della Commissione. In attesa dell'appello, i
club non coinvolti mantengono la prudenza, mentre le "quattro
sorelle" continuano nella loro linea difensiva a oltranza.
A partire dalla Juventus che, oltre alla retrocessione tra i cadetti,
dove finirebbe per la prima volta nella storia, potrebbe scontare
30 punti di penalizzazione. La squadra proprio oggi e' ripartita
da Didier Deschamps. "Siamo irritati ma meno tesi rispetto
a ieri. Siamo convinti che in appello prevarranno le nostre ragioni,
ma al momento siamo in serie B e a meno 30 - ha detto il presidente
bianconero Cobolli Gigli nel giorno della presentazione del nuovo
tecnico -. Sono ancora piu' convinto che dovremo restare in serie
A. Ho passato la notte a leggere le motivazioni e siamo convinti
che non giustifichino le decisioni prese dalla Corte d'appello federale".
Pena congrua? Una B senza penalita'". E se l'amministratore
delegato Jean Claud Blanc ha ribadito che la societa' non si fara'
prendere per il collo in sede di calciomercato ("Proteggeremo
gli interessi della societa'. La nostra posizione e' di non permettere
a nessuno di trarre vantaggio da questa situazione"), proprio
il neo tecnico Deschamps pensa che un ritorno immediato nella massima
serie, da -30, e' praticamente impossibile. "E' una penalizzazione
molto importante, difficilmente si potra' raggiungere in un anno
la serie A. Forse ci vorranno due anni, cambia il progetto sportivo,
ma se dobbiamo partire da quel punto faremo in modo di fare il massimo
comunque". Se sara' impossibile per la Juventus ritornare in
serie A nel giro di una stagione, la risalita partendo da -12 sara'
quantomeno difficile per la Fiorentina che, per bocca di Diego Della
Valle, continua a ribadire la propria innocenza e ad esprimere dubbi
sulle motivazioni che hanno portato alla sentenza: "Ho letto
la sentenza per vedere cosa c'era di nuovo da quella che aveva scritto
Palazzi. L'ho letta per rispetto di Ruperto e leggendola ho ritrovato
le stesse perplessita' delle carte lette nelle volte precedenti".
Per il presidente onorario viola, "a questo processo manca
il tempo necessario per poter veramente fare un processo, con verifiche,
testimoni e confronti di persone. Quando dico che esiste un teorema
Palazzi, lo dico per rispetto del suo lavoro. Secondo lui la Fiorentina
e' stata massacrata e poi ha chinato la testa. Di tutto questo non
e' successo nulla, vorremmo poterlo dire a qualcuno ma presentandoci
con carte, documenti e raffronti. Ebbene, con quel processo ci sentiremmo
molto tranquilli". Ha parlato anche Claudio Lotito, che in
un'intervista all'emittente radiofonica GRT ha ribadito la propria
tesi difensiva: "Non conosco alcun arbitro, non ho chiesto
direzioni specifiche, non ho mai avuto rapporti con i designatori,
ne' cercato vantaggi. Mi sono solo lamentato dell'arbitraggio di
Reggina-Lazio". Oltre al presidente biancoceleste, prima di
chiudersi in silenzio stampa, hanno parlato attraverso un comunicato
lo staff tecnico e la squadra. "E' una sentenza inaudita ed
assurda. Da parte nostra essendo con orgoglio tesserati per la Lazio
continueremo a fare al meglio il nostro lavoro per questa societa'.
Confidiamo che il tempo e la giustizia restituisca cio' che abbiamo
ottenuto sul campo. Preferiamo proseguire il silenzio stampa".
Tutto tace in casa Milan, almeno a livello societario. Dopo aver
definito la decisione della Caf "affetta da straordinaria ingiustizia",
nel club rossonero si sono espressi Alberto Gilardino e Cristian
Brocchi. Due voci, un unico concetto: "Dobbiamo giocare la
Champions, 15 punti di penalita' sono troppi". Ma se quattro
club piangono, gli altri, almeno apparentemente, non ridono, ma
mantengono la prudenza per un verdetto che non e' ancora definitivo.
Soltanto il "solito" Zeman e' andato controcorrente e
da Lecce ha dichiarato: "La sentenza di ieri poteva essere
ancora piu' pesante, tutto puo' accadere ancora nel processo d'appello
- ha detto l'allenatore boemo - le sentenze possono essere ritoccate
in maniera piu' forte o piu' debole. Come potrebbe anche accedere
che tutto rimanga come adesso". E mentre l'Empoli chiede la
licenza per partecipare alla prossima coppa Uefa, da Inter ("Aspettiamo
l'appello", ha detto il neo acquisto Olivier Dacourt) e Roma
arriva totale prudenza. "Mi farebbe piacere giocare in Champions,
ma in questo momento provo comunque amarezza per tutti quei sostenitori
delle squadre penalizzate che pagheranno per colpe non loro",
ha detto Luciano Spalletti. A cui ha fatto eco Rosella Sensi, amministratore
delegato della Roma, secondo la quale "adesso non bisogna avere
fretta ne' nel giudicare, ne' nel gioire e soprattutto bisogna rispettare
il sentimento di tutti i tifosi che saranno penalizzati e di cio'
che stanno provando".
Ruperto il giorno dopo, stanco ma sereno
La voce un po' roca tradisce la stanchezza. Ma Cesare Ruperto e'
sereno. Agli amici racconta di aver fatto solo il suo dovere, guidato
da ''spirito di servizio''. A 81 anni il presidente della Caf che
ha fatto retrocedere in B Juve, Lazio e Fiorentina, oggi si riposa.
Neanche le udienze della Cassazione o quelle della Corte Costituzionale
sono mai state cosi' lunghe: undici-dodici ore per sette giorni
e mezzo. Ma il collegio - confida Ruperto alle persone piu' vicine
- era meraviglioso, uno dei migliori che abbia presieduto in oltre
50 anni di attivita' in magistratura. Uomo mite, disponibile al
dialogo, innamorato della sua Calabria (''Una terra nel cuore'',
e' il libro che scrisse tre anni fa), Ruperto allarga le braccia
quando gli riferiscono delle critiche alla sua sentenza che ha terremotato
il mondo del calcio. Si rifa' alle 154 pagine, meditate e discusse
assieme agli altri quattro giudici della Caf. Non sa dire se quella
sentenza sia severa o indulgente: la decisione - fa notare l'ex
presidente della Corte Costituzionale - e' stata presa solo sulla
base di atti. Nessuna influenza, dunque. La vittoria dell'Italia
ai mondiali e' stata un motivo di gioia, ma non poteva e non doveva
influenzare il verdetto. Certo, chi come Ruperto porta una ''terra
nel cuore'' e vive nel religioso ricordo della moglie scomparsa
non puo' rimanere di ghiaccio. ''Non mi fa piacere se la decisione
viene considerata severa. Umanamente mi dispiace. Un giudice gode
solo quando assolve, altrimenti sarebbe un sadico'', dice Ruperto
a chi gli sta vicino. La giustizia sportiva e' diversa da quella
ordinaria. Ruperto se ne e' reso conto quando un mese fa ha accettato
l'incarico. Ma ritiene che sia giusto cosi': e' una differenza che
va accettata e alla quale bisogna stare. E' vero che ha lavorato
dodici ore al giorno per una decisione che ora dovra' passare il
vaglio della Corte Federale e della giustizia amministrativa, ma
la vittoria dell'Italia ai mondiali Ruperto non se l'e' persa. Come
tutte le altre partite della nazionale. I mondiali del '34 e del
'38 li segui' per radio. Poi e' arrivata la tv... E anche stavolta,
nonostante il peso di dover decidere (indirettamente) sul destino
di calciatori campioni del mondo, Ruperto non ha perso neanche un'azione
dell'Italia di Lippi. Vittoria ai calci di rigore. Ha gioito anche
il presidente della Caf. Per spirito di patria, innanzitutto.
Capezzone (RNP) “Mano leggera dei giudici
per il Milan”
"Mi pare che i giudici abbiano usato una mano leggera nei
confronti del Milan, a fronte della severita' riservata alle altre
societa'. Eppure, dal fronte berlusconiano, si prosegue sulla linea
del pianto: 'pianto preventivo' prima della sentenza, 'pianto successivo"'
ora, immagino anche con l'obiettivo di 'creare un clima' per il
giudizio d'appello". Lo ha detto Daniele Capezzone, segretario
di Radicali italiani, Presidente della Commissione attivita' produttive
della Camera. "Vorrei ricordare - ha aggiunto - che comunque,
in questa vicenda, vi era un uomo del Milan che, in contatto con
Galliani o comunque riferendogli, teneva relazioni (a quanto pare,
opache) con esponenti del mondo arbitrale. Eppure, il Milan resta
in A, e con una penalizzazione non cosi' drammatica. Morale: battuta
per battuta, a quanti anche stavolta gridano alle 'toghe rosse',
risponderei che in questo caso, semmai, le toghe sono state, al
limite, benevolmente 'rossonere'".
Escluso il sequestro di Paparesta
''La completa lettura della decisione ci fa dire che il nostro
appello a distinguere, distinguere, distinguere non poteva trovare
piu' autorevole condivisione da parte della Caf'': e' il commento
dell'avv. Gianluigi Pellegrino difensore dell' arbitro Gianluca
Paparesta, quest' ultimo ''inibito'' per tre mesi dalla Caf. ''Gia'
nel complesso la sentenza distingue episodi e condotte giungendo
per moltissimi profili ad escludere o comunque circoscrivere le
responsabilita'. Quanto a Paparesta - continua Pellegrino - e' fatta
finalmente giustizia dell' episodio del cosiddetto sequestro. L'unica
refertazione che Paparesta non ha compiuto e' quella delle proteste
di Moggi e Giraudo. Sequestro non ce ne fu e si vi fosse stato Paparesta
avrebbe non solo refertato a fini sportivi ma anche denunciato come
ogni altro cittadino. L'episodio in realta' e' stato ricostruito
dal responsabile arbitri della Reggina che quando ha visto Moggi
girare la chiave della porta l'ha immediatamente riaperta dando
atto che di nulla potevano essersi accorti arbitro e guardialinee
dall'interno dello spogliatoio''. ''Resta quindi - prosegue l' avvocato
Pellegrino - solo la mancata refertazione delle proteste sulle quali
Paparesta lascio' correre perche' la Juve era stata effettivamente
penalizzata per un rigore che Paparesta non aveva visto perche'
coperto ed il finale di partita era stato incandescente per un gol
che Paparesta aveva annullato alla stessa Juve all'ultimo minuto
dimostrando sul campo la sua piena autonomia di giudizio. Per il
resto l'esistenza di un minaccioso metus dei dirigenti juventino
su tutto il sistema arbitrale e' ampiamente descritto nella sentenza''.
''La verita' quindi - aggiunge il difensore dell' arbitro - e' finalmente
ricostruita prima dalla stessa Procura Federale e poi dalla Caf.
Paparesta ha sin dall'inizio riconosciuto la piena legittimita'
della giustizia sportiva in un sistema che dovra' ora conoscere
una pronta ricostruzione cui lo stesso Paparesta arbitro internazionale
da tutti apprezzato ha il dovere prima ancora che il diritto di
partecipare. Riteniamo che in sede di appello le decisioni della
Caf, correttissime nelle impostazioni, potranno essere mitigate
quanto all'entita' della sanzione. Ma anche se cio' non dovesse
avvenire - conclude l' avvocato Pellegrino - Paparesta riconoscera'
pienamente la punizione per la mancata refertazione pronto, al termine
dei tre mesi di sospensione, a contribuire alla ripartenza del calcio
italiano e del suo settore arbitrale''
Nessuna dichiarazione dell’Inter
"Preferisco non fare nessun commento su queste cose in questo
momento perché ci sarà ancora l'appello. Non è
il momento giusto per parlare, aspettiamo": Olivier Dacourt
è da pochi giorni all'Inter, ma già rappresenta bene
la linea della società nerazzurra sulle sentenze emesse dalla
Caf. L'Inter ha scelto infatti la linea del più assoluto
silenzio dopo i verdetti di ieri, in attesa che anche la Corte federale
emetta la sentenza di secondo grado. Anche i dirigenti presenti
oggi ad Appiano Gentile per la presentazione di Dacourt, infatti,
hanno evitato accuratamente l'argomento e sia il direttore tecnico
Marco Branca che il consulente di mercato Gabriele Oriali hanno
scelto di non commentare le sanzioni inflitte ieri a club e dirigenti.
Il presidente della Juve più sereno
Smaltita la rabbia dei primi minuti dopo la sentenza su calciopoli
diramata ieri sera, in casa bianconera si sono ricomposti tutti
in sintonia con lo stile Juve che ha contraddistinto la storia del
club e che con il nuovo corso torna prepotentemente di moda. Alla
presentazione della squadra, l'ira del presidente Giovanni Cobolli
Gigli ha lasciato spazio alla compostezza di un altro Cobolli Gigli,
quello che presentando la stagione sportiva 2006/2007 ha cercato
anche di abbozzare un sorriso nel commentare i fatti di poche ore
prima:"La giornata di ieri non ci ha favorito molto - ha detto
-. Siamo ancora innervositi ma siamo convinti che in appello verranno
accolte le nostre ragioni". Il presidente, lasciato il giusto
spazio a Deschamps, e' poi tornato sull'argomento:"Io sono
ancora convinto che noi dovremo restare in A. Abbiamo passato la
notte a leggere le motivazioni addotte nel sanzionarci e le stesse
non giustificano le decisioni prese dalla giustizia sportiva perche'
si fa riferimento solo all'articolo uno del codice di giustizia
sportiva e non all'articolo sei dello stesso codice. Un insieme
di peccati veniali non puo' equivalere ad un peccato mortale. Il
nostro legale ha ancora due giorni di tempo per scrivere la difesa.
Speriamo in una A "meno meno" ma anche una B piena non
sarebbe un cattivo risultato. Sono convinto che il ricorso verra'
accolto". Il presidente ha poi sottolineato anche la volonta',
gia' ribadita ieri sera, di non svendere i giocatori ma di valutare
caso per caso:"La giusta causa non puo' essere invocata se
si rispettano le regole contrattuali. Chiaramente le decisioni verranno
prese a seconda dei casi". Al suo fianco era seduto Jean-Claude
Blanc, amministratore delegato del club che in tema di calciomercato
ha aggiunto:"Dobbiamo proteggere gli interessi della societa'.
La nostra posizione e' quella di non permettere a nessuno di trarre
vantaggio da questa situazione. Per i prossimi due anni costruiremo
una squadra il piu' competitiva possibile. Ma in tutto questo contera'
molto la volonta' dei giocatori di condividere il progetto. Per
chi vorra' andare via, pero', se le offerte di mercato che ci arriveranno
non saranno adeguate alle nostre richieste, non le prenderemo nemmeno
in considerazione. I nostri giocatori sono un patrimonio da tutelare".
Blanc si e' detto convinto di essere ad un punto di svolta nella
storia della Juve:"Il rapporto con tifosi e partner dovra'
rimanere lo stesso - conclude .. Stiamo per scrivere una pagina
piu' nuova e piu' bella della storia di questa societa'".
E la juve parte da Dechamps
La Juventus riparte da Didier Deschamps. L'inizio del raduno bianconero
e la presentazione del nuovo allenatore arrivano il giorno dopo
la chiusura del processo davanti alla Commissione d'appello federale.
Pesante il verdetto per i bianconeri: retrocessione in serie B e
30 punti di penalizzazione, revoca dello scudetto 2005 e mancata
assegnazione dello scudetto 2006. Non il miglior modo, insomma,
per cominciare. Ma il tecnico, che in bianconero ha gia' scritto
pagine importanti da calciatore, cerca di guardare al futuro in
positivo: ''Sono molto contento, fiero e orgoglioso che una squadra
come la Juve mi abbia scelto e la ringrazio per la fiducia'', dice
Deschamps ''Ho provato delusione e tristezza quando ho sentito la
sentenza -ammette il francese durante la conferenza stampa di presentazione-.
Fa male, molto male, ma dobbiamo reagire. E' nei momenti difficili
che si vede il carattere delle persone. Certo, se dovessimo partire
con 30 punti di penalizzazione, sarebbe molto difficile riuscire
a tornare subito in serie A, ma c'e' ancora la sentenza di secondo
grado. Al momento non conosciamo ancora quale sara' il nostro punto
di partenza ed e' ovvio che da questo dipendera' il nostro progetto
sportivo, ma in ogni caso faremo in modo di ottenere il massimo''.
In bianconero, Deschamps ha vinto tutto tra il 1994 e il 1999. Arrivato
dopo aver vestito la maglia dell'Olympique Marsiglia, ha vissuto
da protagonista tutta la 'prima era' di Marcello Lippi, contribuendo
in maniera determinante alla conquista di 3 scudetti, 1 Champions
League, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Supercoppa europea. ''I valori
che avevo da giocatore -dice oggi- li ho mantenuti e li chiedero'
anche alla squadra. Mi aspetto da tutti entusiasmo, abnegazione
e ambizione. Dobbiamo fare onore a questa maglia e riportare la
Juve nel posto che le compete, in Italia e a livello internazionale''.
Alla fine del campionato 1998-1999, condizionato dalle dimissioni
di Lippi e dall'arrivo a meta' stagione di Carlo Ancelotti, il regista
cambio' aria. Prima un'esperienza in Inghilterra, al Chelsea, poi
una parentesi spagnola al Valencia. Alla fine, il passaggio al di
la' della barricata e l'inizio di una nuova carriera da allenatore.
Deschamps poteva diventare allenatore della Juventus gia' 2 anni
fa. Dopo la conclusione del secondo ciclo di Marcello Lippi, l'ex
capitano della nazionale francese era uno dei principali candidati
alla panchina della Vecchia Signora. Dal ballottaggio con Cesare
Prandelli, pero', non uscirono vincitori. Umberto Agnelli decise
di puntare su Fabio Capello e Deschamps, che aveva appena sfiorato
la Champions League con il Monaco, rimase a guidare la squadra del
Principato. I risultati, pero', non sono stati soddisfacenti e il
matrimonio con la societa' biancorossa e' terminato prima del previsto.
Nel frattempo, si e' sciolto il legame tra la Juve e Capello. Gia'
in primavera, il nome di Deschamps ha cominciato ad essere associato
alla panchina bianconera. In lizza, in una corsa durata oltre due
mesi, anche Roberto Donadoni e Alberto Zaccheroni. La nuova Juventus
alla fine ha puntato su un tecnico dal Dna bianconero. Una scelta
'di cuore', almeno in parte, nel momento piu' nero della storia
del club. Il nuovo tecnico ha gia' sondato il terreno, parlando
nei giorni scorsi con i giocatori, molti dei quali di ritorno dalla
vittoriosa avventura al Mondiale: ''Era importante che li sentissi.
Ho fatto i complimenti ai campioni e ho detto a tutti che conto
su di loro e che sono molto importanti per noi. Chi rimarra'? Dipendera'
dal nostro punto di partenza: per alcuni ci puo' stare un anno di
'purgatorio' in serie B, ma se la situazione dovesse restare quella
attuale e dovessimo pensare di impiegare due anni per risalire,
sarebbe piu' complicato''. Dopo la sentenza della Caf i 'pezzi pregiati'
della Juventus sono sempre piu' oggetto di desiderio dei grandi
club italiani e non. Secondo i media spagnoli, le trattative per
il passaggio di Fabio Cannavaro, Gianluca Zambrotta ed Emerson al
Real Madrid sono quasi andate in porto. I tre, insomma, raggiungerebbero
Fabio Capello. Deschamps, pero', li vorrebbe con se': ''Mi piacerebbe
che rimanessero tutti, ma si dovranno valutare le singole situazioni
e le esigenze della societa'. Non mi piace fare nomi, ma se proprio
devo farne uno, dico Cannavaro: per tutto quello che rappresenta
e che ha fatto sul campo e' un giocatore importantissimo''. Rimarra'
Alessandro Del Piero, capitano e simbolo del club: ''Lui e' una
bandiera -spiega Deschamps-. Ha fatto una scelta di vita ed e' un
esempio che potrebbe spingere altri suoi compagni a prendere parte
a questa avventura''. Probabilmente restera' anche Pavel Nedved,
orientato a rinunciare per il momento ai propositi di ritiro: ''Ho
parlato anche con Pavel -conferma il nuovo tecnico- e anche lui
voleva far parte del nostro progetto''. Molti big, pero', inevitabilmente
saluteranno. La nuova Juventus fara' dunque affidamento sui giovani:
''Io non guardo la data di nascita quando devo decidere chi far
giocare -dice il francese-. Se un ragazzo ha diciannove anni, ma
e' bravo, gioca. Certo, la Juve ha l'esigenza di vincere sempre,
ma l'eta' per me non e' comunque un criterio per scegliere i titolari''.
Il momento nero del club bianconero, abituato a ben altri palcoscenici
rispetto a quelli che si prospettano, sembra non preoccupare piu'
di tanto Deschamps. La nuova sfida e' riportare in alto la squadra,
non importa se ci vorra' un anno o due. Non cambia, secondo lui,
l'immagine della Vecchia Signora, gli avversari restano avversari
e i tifosi restano tifosi: ''Chi ci odiava -afferma-, ci odiera'
ancora di piu' e chi ci amava lo fara' ancora di piu'''.
A rischio i contratti
La sentenza della Caf, che ha spedito in serie B, Juventus, Fiorentina
e Lazio e lasciato il Milan serie A, ma senza Champions League,
rischia di costare molto caro alle societa' coinvolte. Per loro,
in particolare per i tre club costretti a scendere di categoria,
potrebbe rimpicciolirsi, e non poco, una torta che, tra diritti
televisivi e sponsor vale centinaia di milioni di euro, oltre 500
- tra contratti di sponsorizzazione pluriennali e diritti televisivi
- per la sola Juventus. La societa' bianconera, insieme alla Lazio,
ha gia' visto prendere il volo, in Borsa, 101,1 milioni di euro
in capitalizzazione di mercato dall'inizio della vicenda Calciopoli.
La discesa nella cadetteria di bianconeri, viola, e biancazzurri,
oltre a lasciare un 'buco' nel campionato della massima serie fa
aleggiare, in capo alle societa' lo spettro di milioni di euro bruciati
sotto forma di possibili rinegoziazioni dei contratti televisivi
e di quelli di sponsorizzazione, senza contare i mancati introiti
per Juve, Fiorentina e Milan legati alla Champions League. Elementi
di non poco conto, soprattutto per la Vecchia Signora. Il club torinese,
nella stagione 2004-2005 ha archiviato ricavi per 230 milioni di
euro, la maggior parte dei quali in arrivo dalle televisioni e dalle
radio e dalle sponsorizzazioni. Questi, se si considerano gli accordi
pluriennali in essere siglati dai vertici piemontesi con aziende
di spicco, tra le altre big del calibro di Nike e Tamoil, dovrebbero
garantire, nel corso degli anni, una cifra complessiva intorno ai
600 milioni di euro. Dal mondo dell'etere, nel 2004-2005, sono volati
nei forzieri di Piazza Crimea 101,6 milioni di euro (per il biennio
2007-2009, il digitale terrestre di Mediaset dovrebbe garantire
218 milioni di euro complessivi) mentre dagli sponsor ne sono giunti
182,1. Dai partner tecnici sono invece arrivati 38,8 milioni di
euro mentre l'ingresso in Champions League ha fruttato 14,9 milioni
di euro. Tra le voci, piu' consistenti, ma lontana anni luce, la
tradizionale vendita dei biglietti capace di portare in dote 6,7
milioni di euro per quanto riguarda il campionato. Difficile, ora,
quantificare le possibili perdite in casa juventina. Lo scorso maggio,
in una nota inviata alla Consob, la stessa Juventus spiegava come,
nel caso di retrocessione in B, sarebbe stata costretta a considerare
l'ipotesi di una rinegoziazione dei propri contratti. I contratti
televisivi per le stagioni 2007-2008 e seguenti stipulati con RTI
e Sky - veniva spiegato - prevedono l'obbligo di rinegoziazione
in buona fede del corrispettivo in caso di retrocessione in serie
B mentre il rapporto stretto con la Nike, prevede la facolta' di
recesso in caso di esclusione dalle competizioni nazionali o internazionali
o in caso di mancata partecipazione al campionato di serie A per
due stagioni sportive consecutive. Quanto al contratto di sponsorizzazione
con Tamoil, invece, e' previsto il recesso in caso di mancata partecipazione
al campionato di serie A e in caso di condanna per gravi violazioni
della normativa. Un quadro difficile, insomma (nonostante la dote
di 13 milioni di appassionati juventini capace di far riflettere
gli sponsor) che pare toccare, seppure in maniera diversa anche
le altre societa' coinvolte nello scandalo calcio. Il Milan, forte
di ricavi pari a 236 milioni di euro, non dovrebbe temere per i
73 milioni di euro in arrivo dai diritti tv ma dovra' dire addio
ai denari della Champions League, mentre la Fiorentina, 32 milioni
di ricavi, dovra' capire cosa succedera' dei 18,5 milioni in arrivo
dalle tv e la Lazio, 75 milioni di euro in ricavi, dei 21 milioni
di euro, sempre in arrivo dalle televisioni. In attesa dell'appello
innanzi alla giustizia sportiva e, forse di ricorsi innanzi a quella
amministrativa si pone, poi, l'interrogativo per le societa' quotate
in Borsa: Juve e Lazio. Le due squadre potrebbero anche considerare
un'ipotesi delisting. Questa, secondo indiscrezioni, potrebbe costare
loro circa 125 milioni di euro.
Lotito pronto a tutto
"La giustizia ordinaria se vuole puo' fare tutto. Spiegatemi
come dovevo difendermi dai torti arbitrali". Il giorno dopo
le sentenze shock della Caf, Claudio Lotito e' un fiume in piena.
Ai microfoni di una radio, il presidente della Lazio urla la propria
innocenza e quella del club biancoceleste: "Questa inchiesta
e' tutta anomala. La mia unica colpa e' quella di aver parlato con
Carraro per far cessare il perpetrarsi di errori arbitrali nei nostri
confronti. Mi sono rivolto al presidente federale perche' lui stesso
lo aveva piu' volte ufficialmente suggerito al fine di evitare clamori
giornalistici. Se non potevamo reclamare ne' tramite la stampa,
ne' in altro modo, come avremmo dovuto difenderci?". Lotito
respinge ogni accusa: "Non conosco alcun arbitro, non ho chiesto
direzioni specifiche, non ho mai avuto rapporti con i designatori,
ne' cercato vantaggi. Mi sono solo lamentato dell'arbitraggio di
Reggina-Lazio. In quell'occasione si erano verificate delle situazioni
non in linea con il regolamento. Risulta agli atti che Foti era
entrato nello spogliatoio del direttore di gara. Io mi sono fatto
sentire esclusivamente nelle sedi gerarchiche preposte". Il
numero uno biancoceleste e' gia' proiettato verso il prossimo grado
di giudizio: "La possibilita' che venga invalidato il processo?
Adesso andiamo per gradi. Confido nella professionalita' della Corte
Federale e mi auguro che, avendo approccio e tempi giusti, possa
verificare come i comportamenti della Lazio e del sottoscritto siano
sempre stati all'insegna del rispetto delle norme e dei principi
sia etici che deontologici. Lo confermano, del resto, i proscioglimenti
degli arbitri Messina, Rocchi e Tagliavento. L'importante e' che
venga data la possilita' alla difesa di spiegare fatti e motivazioni.
Se non dovessimo avere riscontri dalla Corte Federale, ma e' un'eventualita'
alla quale non voglio nemmeno pensare, passeremo alle sedi giurisdizionali
successive. Questo e' un dato incontrovertibile. Ci avvarremo di
tutte le istituzioni preposte, arrivando anche a situazioni estreme".
Lotito e' pronto ad aggrapparsi anche alla giustizia ordinaria:
"Bloccare i campionati e incidere anche sulle coppe europee?
Se vuole, puo' fare tutto. Ma ci deve essere la volonta' di farlo
perche' gia' in primo grado si poteva capire l'estraneita' della
Lazio a certe situazioni". Il presidente biancoceleste non
ha digerito la fuga di notizie e la pubblicazione anticipata delle
sentenze sugli organi di stampa: "Questo fa capire come e'
stata condotta l'intera vicenda. In una situazione del genere c'e'
anche una valutazione penale. Quanto accaduto e' assurdo, ma in
Italia ormai non ci si puo' meravigliare di nulla". Lotito
nega di essere preoccupato per le possibili ripercussioni sui giocatori:
"Peruzzi? Non l'ho ancora sentito perche' e' in vacanza, ma
lo faro' a breve. Ho speso 20 milioni di euro e sto incrementando
gli investimenti. Cio' dimostra che non ho timore di aver commesso
qualcosa". In chiusura, Lotito si rivolge al Comune di Roma:
"Mi auguro che consideri l'importanza e il ruolo di questo
club a livello politico-sociale per la citta' e prenda le distanze
dai comportamenti di certa gente, che mira solo ad interessi di
altra natura e ad estromettermi dalla Lazio per appropriarsene attraverso
interposte persone".
Poi spara sui tifosi
Il giorno dopo le sentenze la Lazio va avanti. Deposita la dichiarazione
d'appello e prepara le motivazioni che consegnerà martedì
mattina. Dal canto suo, invece, il presidente Claudio Lotito, che
nel tardo pomeriggio ha raggiunto la squadra in Austria, rincara
la dose e spara in modo pesante su chi continua a contestarlo anche
dopo la condanna della serie B. "Se qualcuno si illude che
io possa lasciare il club, si sbaglia di grosso - ha detto - Piuttosto
certe vicende fanno aumentare la voglia di potenziare la squadra
e fare valere i diritti della società. Non accetto atti intimidatori
volti a creare azioni di estorsione. Ai tifosi dico di stare tranquilli".
E di tentata estorsione Lotito ha parlato anche al microfono di
Sky: "Da tempo c'é una estorsione per costringermi a
vendere la società, ho sollecitato le istituzioni a intervenire.
Per me, infatti, sono il braccio armato di interessi nascosti. Per
fortuna, questi, sono una sparuta minoranza, mentre la maggioranza
silenziosa è tutta con me". Accuse molto pesanti quelle
del patron della Lazio, soprattutto dopo la sentenza di ieri. Adesso
Lotito parlerà alla squadra e spiegherà ad ogni giocatore
che la società non rischia nulla. Ribadirà che il
club non c'entra nulla e che la società si farà valere
in tutte le sedi opportune. "Fino alla giustizia ordinaria",
ha tuonato il patron della squadra biancoceleste. I veri problemi
arriveranno se la Corte Federale dovesse confermare la retrocessione.
Dal punto di vista sportivo, infatti, sarebbe una sentenza non appellabile.
I legali della società e lo stesso Lotito invece hanno intenzione
di andare avanti fino al Tar. Con la Lazio in B però probabilmente
tutti gli sponsor e le piattaforme televisive, Sky in testa, chiederanno
di ridiscutere i contratti. "Di sicuro la Lazio non fallirà
se dovesse restare in serie B", ha assicurato l'avvocato Gentile.
Il legale, però, solleva un altro problema molto serio. "La
Caf non si rende conto di quello che ha fatto - ha spiegato l'avvocato
-. Sapete che se restiamo in B, rischiamo seriamente di perdere
i diritti sportivi sui giocatori? Qualcuno potrebbe venire da noi
e dire: ho firmato un contratto con la Lazio in A, non in B, quindi
vado via". Ipotesi che riguarderebbe Peruzzi, Oddo, Zauri,
Pandev, Rocchi e tanti altri. "Noi a quel punto - ha aggiunto
Gentile - potremmo avere le mani legate dal punto di vista giuridico.
Anche per questo motivo siamo indignati perché non si sono
resi conto di quello che hanno fatto, ossia un danno enorme".
La Lazio, comunque, è sicura del fatto suo. Le tre partite
(con Parma, Bologna e Chievo) sulle quali la Caf non ha ravvisato
illecito danno fiducia per l'appello. I legali sono ottimisti, anche
perché le "motivazioni della Caf sono fragili"
e tutto ciò non fa che aumentare l'ottimismo in casa biancoceleste.
"Non conosco alcun arbitro - ha aggiunto Lotito -, non ho chiesto
direzioni specifiche, non ho mai avuto rapporti con i designatori,
né cercato vantaggi. Mi sono solo lamentato dell'arbitraggio
di Reggina-Lazio". "In quell'occasione - ha detto il presidente
- si erano verificate delle situazioni non in linea con il regolamento.
Risulta agli atti che Foti era entrato nello spogliatoio del direttore
di gara. Io mi sono fatto sentire esclusivamente nelle sedi gerarchiche
preposte".
L’Empoli chiede la licenza Uefa
15/07 Lunedì prossimo l'Empoli calcio attiverà la
procedura d'urgenza per chiedere la licenza Uefa. Lo ha detto il
presidente degli azzurri Fabrizio Corsi spiegando che se la richiesta
verrà accolta, l'Empoli - attualmente qualificato alla coppa
Uefa dopo le sentenze di ieri (che hanno retrocesso in serie B Juventus,
Fiorentina e Lazio e penalizzato il Milan di 44 punti in classifica)
ma impossibilitato a prendere parte alla coppe, perché sprovvisto
della licenza Uefa -, potrà partecipare alla competizione
europee. "Attiveremo la procedura d'urgenza", ha spiegato
Corsi. "Lo facciamo - ha spiegato Corsi - visto che non abbiamo
fatto richiesta nei tempi canonici previsti. Speriamo che la nostra
domanda venga accolta, anche considerando il contesto straordinario
che si è creato dopo le sentenze di ieri. Per noi si tratterebbe
di un'opportunità unica, per certi versi irripetibile, considerate
le nostre dimensioni. Noi ci crediamo, aspettiamo fiduciosi".
Anche l'allenatore Luigi Cagni e i calciatori hanno accolto con
entusiasmo questa possibilità. "La squadra ha avallato
la nostra richiesta con molto entusiasmo - ha aggiunto il presidente
azzurro - e lo stesso vale per tutti i tifosi che sono in fibrillazione
per questa grande opportunità".
Zeman “Ora c’è da sperare che
le irregolarità non si ripetano”
"Credo che se i giudici hanno valutato cosi' e' una valutazione
da accettare e spero che tutto sia stato fatto al fine di aiutare
il calcio a migliorarsi. I giudici hanno fatto le loro valutazioni,
hanno una specifica conoscenza del regolamento, sono venute fuori
tante irregolarit5 e c'e' ora da sperare che non si ripetano".
Una conferenza stampa con piu' temi quella tenuta da Zeman, a conclusione
delle prove da campo a Calimera, nel giorno che precede la partenza
per Tarvisio e segue la lettura delle sentenze della Caf. A proposito
delle intercettazioni Zeman dice: "Puo' essere un mezzo non
bellissimo, ma evidententemente era l'unico modo per far vedere
cosa c'era nel calcio. La cosa che mi sorprende e' la gente che
si scandalizza dell'uso delle intercettazioni senza che si preoccupi
di quello che e' il contenuto delle intercettazioni". Non si
pronuncia sulle possibilita' del secondo grado di giudizio: "Non
posso dare giudizio. Io, da uomo di sport - conclude l'allenatore
boemo - posso solo augurarmi che cio' che si fa lo si fa con giudizio
razionale ed equo da parte degli organi competententi".
Ministro Melandri: “Ora nuove regole al
calcio italiano e a quello europeo”
Il ministro per lo sport e i problemi giovanili, Giovanna Melandri,
auspica la definizione di nuove regole per il calcio italiano ed
europeo. "Il calcio italiano e in generale quello europeo hanno
bisogno di nuove regole. Il nostro governo già lavora in
questa direzione", ha detto la Melandri in un'intervista apparsa
oggi sul quotidiano tedesco Der Tagesspiegel. Il ministro italiano
ha osservato come vi siano stati "notevoli scandali di corruzione
con danni nell'ordine di milioni di euro non solo in Italia, ma
anche in Belgio, Finlandia, Germania e Portogallo". "Il
calcio europeo è come una bolla, simile alla New Economy.
A ottobre affronteremo questo problema a livello di consiglio ministeriale
europeo", ha aggiunto Giovanna Melandri che ha ribadito la
sua contrarietà a una eventuale amnistia per ciò che
concerne l'ultimo scandalo nel calcio italiano. "Io sono sempre
stata contraria. Tutti noi dobbiamo rispettare la sentenza della
giustizia sportiva indipendente", ha notato il ministro al
quale è stato chiesto inoltre un parere sulla fissazione
di eventuali limiti massimi negli stipendi dei calciatori professionisti.
"Questo problema - ha detto la Melandri - non può essere
risolto da un paese soltanto. Dobbiamo capire che queste questioni
vanno trattate solo a livello europeo. Io personalmente sono a favore
(di un limite sugli stipendi)". Per il ministro italiano "andrebbero
fissate delle quote massime nei bilanci dei club che potrebbero
essere destinate ai giocatori. Per questo c'é bisogno di
nuove regole valide a livello europeo". "Come un capitalismo
senza regole si divora da solo, così avviene anche nel calcio:
senza nuove regole la bolla scoppierà ", ha osservato
il ministro Melandri nell'intervista al Tagesspiegel.
Codacons “Cambiare le regole”
Sono state rese note le sentenze della Caf su Calciopoli. Per il
Codacons non basta, pero', la punizione dei colpevoli per tutelare
il mondo dello sport. "Fino a che non si cambieranno le regole
sara' sempre possibile tornare a corrompere gli uomini in cambio
di favori - si legge in una nota dell'associazione - per eliminare
ogni sospetto, tutelare il mondo dello sport e garantire i tifosi
da ogni possibile abuso, non basta cambiare i vertici e punire i
colpevoli. E' di tutta evidenza, infatti, che le regole messe in
campo fino ad ora erano inadeguate per prevenire possibili illeciti
sportivi. Dunque occorre dare un segno di discontinuita' anche rispetto
a queste. Di seguito le richieste del Codacons e dell'Associazione
Utenti Sportivi: 1) sorteggio integrale degli arbitri, che, vale
la pena ricordarlo, fu fatto per una sola stagione calcistica nella
quale, guarda caso, vinse il Verona; 2) Sorteggio effettuato in
presenza di Guardia di Finanza ed associazioni di consumatori; 3)
Sorteggio da effettuarsi secondo le regole applicate dai Monopoli
di Stato per le estrazione del lotto, in applicazione del R.D. n.
1077/1940 (il giraruota e' diverso dal fanciullo bendato che estrae
l'urna, che e' diverso dal banditore); 4) Impossibilita' di punire
l'arbitro che sbaglia (no a sospensioni o squalifiche), fatti salvi,
ovviamente, gli illeciti sportivi; 5) Moviola in campo a disposizione
di arbitro e quarto uomo".
La Uefa attende le liste entro il 25 luglio
"Abbiamo piena fiducia nella federcalcio italiana: ci comunicheranno
la lista dei club che parteciperanno alle competizioni europee entro
il 25 luglio, e noi la accetteremo così come è".
All'indomani della sentenza della Caf nel processo su calciopoli,
l'Uefa conferma dunque la sua piena alla federcalcio italiana e,
attraverso il responsabile della comunicazione William Gaillard,
sul suo sito si dice certa di avere la lista dei club italiani che
prenderanno parte alla Champions League e alla Coppa Uefa entro
il 25 luglio prossimo, termine ultimo per la presentazione.
Avv. Grassani “Attenzione a far ricorso
al TAR la Uefa potrebbe sanzionarle”
15/07 I tempi lunghi e le possibili sanzioni da parte di Uefa e
Fifa saranno i principali ostacoli per le squadre (Juve, Lazio,
Fiorentina e Milan) che dopo la sentenza di appello della Corte
federale prevista intorno "al 26-27 luglio" puntano al
ricorso ad altri organi di giudizio diversi da quelli sportivi,
come il Tar e la Corte di giustizia europea. Ne è convinto
il legale del Bologna, Mattia Grassani, avvocato esperto di diritto
sportivo, secondo il quale "i tempi non sono favorevoli al
percorso di tutti questi gradi di giudizio. Per Uefa, Champions
e inizio dei campionati non credo che la Corte di giustizia europea
abbia tempi tali da celebrare in un mese procedimenti". "Bisognerà
vedere - spiega Grassani - quali sono le sanzioni e chi andrà
al Tar visto che sia la Uefa sia la Fifa hanno fatto capire che
potrebbero esserci sanzioni per i club che non riconoscono le sentenze
della giustizia sportiva e vanno davanti alla giustizia ordinaria.
L'esempio della Grecia è abbastanza vicino per quanto concerne
sconfinamenti o ingerenze di componenti extrasportive nel mondo
sportivo. La Grecia è stata bandita da tutte le competizioni
internazionali per club. Poi questo sconfinamento è rientrato
e c'é stata una revoca del bando. Per cui bisogna stare molto
attenti". "Più gravi saranno le sanzioni - sottolinea
però il legale del Bologna - maggiormente saranno motivate
le società ad accedere" ad altri gradi di giudizio.
"Però il limite è molto sottile: per evitare
una sanzione un club che va al Tar rischia di subirne un'altra per
violazione della clausola compromissoria. Diventa un paradosso,
un cortocircuito del sistema. Quindi ci vuole molta cautela prima
di dire Tar o Consiglio di Stato, Tas, Corte di Giustizia europea
... Chi ricorre in ambito extra sportivo per annullare o ridurre
una sanzione - prosegue Grassani - si espone al rischio di riceverne
un'altra: è un cane che si morde la coda e non si finisce
più". L'ipotesi, ricorda Grassani, è quella di
"sanzioni sulla federazione e sui club che violano il blocco
della giustizia sportiva" A proposito delle sentenze della
Caf che mandano in B Juve, Fiorentina e Lazio e lasciano in A il
Milan con una penalizzazione di 15 punti, secondo Grassani "non
dimostrano accanimento e eccesso di afflittività nei confronti
dei condannati. Erano ampiamente attese, anzi rispetto a determinati
profili la sentenza è stata meno pesante di quello che ci
si poteva attendere. Tutti ricorreranno - conclude l'avvocato -.non
tanto i soggetti sanzionati quanto i terzi che attendevano un risultato
diverso da questa decisione". Il Bologna - precisa Grassani
- "é la primissima di tutte le ripescabili, se rimangono
solo tre posti deve sperare nel secondo filone quello del Messina,
Reggina e Siena. Tutti filoni caldi che a breve verranno vagliati
dagli organi di giustizia sportiva". Il giudizio della Corte
federale - ha ricordato infine il legale del Bologna - "é
prevedibile comincì sabato prossimo", mentre per le
sentenze definitive "i tempi di Guido Rossi dovrebbero essere
rispettati" e cioé "il 26-27 luglio". La Corte
federale - conclude Grassani - "sarà sicuramente più
corta e concentrata della Caf. Ci vorranno 2 o 3 giorni per il dibattimento
e 2 o 3 giorni per la camera di consiglio".
Gli arbitri assolti pronti a scendere in campo
Hanno aspettato con trepidazione che Cesare Ruperto, presidente
della Caf, leggesse la sentenza. Alla parola ''prosciolto'', Messina,
Bertini, Rocchi, Tagliavento e Rodomonti (5 degli otto direttori
di gara coinvolti nello scandalo calciopoli) si sono sentiti come
liberati da un incubo terribile. Ora pensano a tornare in campo,
anche se l'ultima parola per eventuali sospensioni spetta al commissario
Aia Luigi Agnolin. L'anno zero dei direttori di gara italiani ha
vissuto ieri il momento piu' drammatico con le prime sentenze di
condanna per De Santis (4 anni e sei mesi), Dondarini (3 anni e
sei mesi), Paparesta (3 mesi), oltre che per il designatore Pairetto
(2 anni e sei mesi) e l'ex presidente dell'Aia Lanese (2 anni e
sei mesi). Eppure dopo questo terremoto, il 'day after' per i cinque
arbitri prosciolti e' un giorno bellissimo, con tanta voglia di
allenarsi e tornare in campo al piu' presto possibile per fare quello
che piu' amano nella vita: arbitrare. Paolo Bertini, internazionale
da 3 anni, da oggi e' un uomo liberate dalle ansie. Gli e' tornato
il sorriso, racconta chi gli e' stato vicino in questi 80 giorni
di calvario. ''Mi sono liberato da un incubo, adesso voglio solo
pensare a rientrare ad arbitrare'', ha detto il direttore di gara
aretino al suo legale, che lo ha portato al successo gia' in primo
grado. L'arbitro, dopo la sentenza di ieri, e' in attesa di vedersi
revocare la sospensione da parte dell'Aia per poter tornare ad arbitrare.
Una liberazione si', ma anche una gioia immensa, questi i sentimenti
condivisi dai 5 prosciolti: ''E' stato dimostrato che Rocchi era
fuori dal sistema. Lui e' contentissimo, ha vissuto momenti molto
duri'', ha commentato Antonio D'Avirro, difensore dell' arbitro
Gianluca Rocchi, 33 anni. Ha ripreso ad allenarsi intensamente da
stamani anche l'arbitro ternano Paolo Tagliavento, 34 anni: ''La
sua vita e' l'arbitraggio'', ha detto il suo difensore, l'avvocato
Manlio Morcella, riprendendo le parole del direttore di gara impossibilitato
a parlare per non violare le norme sportive. Tagliavento, che non
ha abbandonato il lavoro atletico nemmeno nei mesi dell'inchiesta,
ha atteso al mare la decisione della Commissione d'appello federale
che gli e' stata comunicata dal suo legale. Particolarmente felice
anche il 44enne Domenico Messina, internazionale dal '97. I suoi
legali hanno gia' preparato l'istanza scritta da presentare al commissario
dell'Aia, Luigi Agnolin, per la revoca immediata della sospensione.
Merita un discorso a parte il riabilitato 45enne Pasquale Rodomonti.
L'arbitro non potra' infatti tornare ad arbitrare per i raggiunti
limiti di eta', ma per lui che ha seguito con grande sofferenza
questo ultimo capitolo della sua vita da arbitro e' stata davvero
la fine di un incubo terribile. Per conoscere il futuro degli arbitri
prosciolti dalla Caf, bisognera' ora aspettare le decisioni del
commissario dell'Aia, Luigi Agnolin: per capire se Bertini, Messina,
Rocchi e Tagliavento, verranno immediatamente reintegrati ed arruolati
per la squadra della prossima stagione.
Prima operazione di Guido Rossi: Viterbese ammessa
in C2
La Viterbese Calcio è stata ammessa al campionato di serie
C2. Il commissario straordinario della Federcalcio, Guido Rossi,
ha firmato oggi la delibera che accoglie il ricorso della società
contro il provvedimento della Covisoc che, il 7 luglio scorso, le
aveva negato l'iscrizione per il mancato possesso di alcuni requisiti.
In particolare la Covisoc aveva riscontrato il non avvenuto pagamento
degli emolumenti dovuti, fino al mese di marzo 2006 compreso, ai
tesserati, ai lavoratori dipendenti e ai collaboratori, nonché
un buco nel bilancio di 116 mila euro. Contro la decisione della
Covisoc, la società ha immediatamente presentato ricorso
alla Coavisoc, commissione d'appello per la vigilanza e il controllo
delle società di calcio professionistiche, che ha ritenuto
valide le giustificazioni addotte dal nuovo amministratore unico,
Gianni Bisanti, insediatosi nei giorni immediatamente precedenti
alla presentazione della domanda d'iscrizione al campionato 2006-2007.
Bisanti, allo stato è l'unico legale rappresentante della
Viterbese, in quanto il gruppo d'imprenditori che ha rilevato la
società non ha ancora scelto il presidente. Il commissario
straordinario della Federclacio, Guido Rossi, ha quindi deciso "di
confermare il parere favorevole della Coavisoc" e "di
accogliere il ricorso dell'As Viterbese Calcio, disponendo conseguentemente
l'ammissione della stessa al campionato di Serie C2 per la stagione
sportiva 2006-2007".
Servizi precedenti
14/07
Sentenza choc: Juve
in B a -30, Milan in A (-15) senza Champions, Lazio (-7)
e Fiorentina (-12) in B. Tolti due scudetti alla Juve. Come
saranno i prossimi campionati di A e B. Le
reazioni di Juve, Milan, Fiorentina e Lazio. Le richieste
dell'accusa e il dispositivo emesso. Disordini a Firenze. Alla
procura di Torino indagini aperte
13/07:
Aspettando la sentenza l'AIA da piazza pulita:
fuori nove arbitri, tra di loro anche Dattilo. Protesta
il sindaco di Gioiosa. Il Tribunale di Roma respinge il fallimento
della Fiorentina di Cecchi Gori : “Amarezza per il danno subito”.
Berlusconi attacca tutti. Borrelli
“Berlusconi? Non mi aspetto che parli a mio favore”.
Rossi “Non mi interessa ciò che dice
Berlusconi”. Moggi si difende “La
vittima era la Juve”. Il giovane Donadoni sostituisce
Lippi alla guida della Nazionale. Lenti miglioramenti
per Pessotto, visitato oggi da Buffon, Ferrara, Legrottaglie e Conte.
12/07:
Rossi “Il calcio è seriamente
malato, sentenze eque ma nessuna amnistia. Alla Uefa basta la sentenza
di primo grado. Illeciti impensabili”. Ministro
Melandri “Ne usciremo a testa alta.Il calcio locomotiva dello
sport italiano”. Borrelli riprende gli interrogatori.
Tutti contro l’amnistia. Lippi lascia
la nazionale da signore. Non ha digerito le polemiche ad inizio
mondiali. Donadoni probabile successore. Gigi
Riva “Lippi un grande uomo”. Petrucci
“Revisione della legge 91 per voltare pagina”. Tombolini
e Rosetti ascoltati dall’Ufficio indagini. Lippi visita
Pessotto “L’ho trovato bene”. Condizioni stazionarie.
11/07:
Slitta a venerdì la sentenza della
CAF. La UEFA detta i tempi e prova a dare
una mano. Entro il 25 la lista dei clubs e aggiunge "Chi
ricorre al TAR è fuori dalla Uefa". Mediaset
non paga, la Lega fa la voce grossa. Consegnta
a Rossi la bozza del regolamento per i procuratori.In Parlamento
spunta l’indulto. Rivera contro l’amnistia
“Si rispetti la legge”. Riva “La Figc?
Adesso non esiste”. Cannavaro porta
la coppa a Pessotto tra lacrime e sorrisi.
09/07:
Martedì o mercoledì le sentenze
in diretta. Rizzo “Nessuna amnistia”.
In lieve recupero le condizioni di Pessotto
08/07:
La CAF in camera di consiglio. C’è
attesa per le sentenze. Le intercettazioni in onda su radio
e tv. Avv. Taormina “Il migliore è
Ruperto. Giustizia verrà fatta”. Mediaset
non paga i diritti degli highlights di serie A. Dichiarazione
bipartizan di Rizzo e Di Centa “No all’amnistia”.
Il legale della Lazio preannuncia, ancor prima
delle sentenze, il ricorso al TAR. Stazionarie
le condizioni di Pessotto. L’ospedale consiglia di evitare
le visite.
07/07:
Chiuso il dibattimento ora si attende la sentenza.
Mastella chiede clemenza, poi precisa “Nessuna
amnistia”. Ruperto sbotta “Qui si fa sul serio.
Nessuno strozza le difese”. Il legale
di De Santis precisa “Con Moggi nessuna telefonata”
e poi "Sospendere il giudizio". Bertini
“Immagino un futuro da arbitro legale”. Rizzo
(Pdci) “Occorre fare pulizia”. Peggiorano
le condizioni di Pessotto. Febbre e problemi epatici. Stop alle
visite e niente finale in tv.
06/07:
Continuano le difese: Il Milan contrattacca
e la Lazio si proclama innocente. Il Milan
scarica Meani e la Fiorentina decide di non parlare. Folena
“Ridicolo parlare di processo sommario”. Il
legale di Carraro “Ha difeso le istituzioni, va prosciolto”.
Il Legale di Messina “pieno proscioglimento”.
Siparietto di Ruperto. Pessotto stabile. Al
suo capezzale arriva Boniperti. I medici “Tappe normali del
decorso”.
05/07
Ruperto tiene tutti a posto: “Ora veniamo
al sodo”. E’ il turno delle difese:
La Juve chiede esplicitamente la B. Lotito e Della Valle no. Ministro
Melandri “Nessun complotto politico. I successi non cancellano
scandali”. Rossi “La giustizia
farà il suo corso”. Da Carraro
a Lotito le difese danno il meglio di se. Pessotto
vuol vedere la finale. Conte gli porta la notizia. Condizioni stazionarie.
04/07
Richieste pesanti di Palazzi: Juve in C, Milan
Fiorentina e Lazio in B, fuori dirigenti e arbitri coinvolti. Ruperto
“Non ci sono tempi predeterminati”. Reazioni
di Mazzini. Berlusconi, De Sisti, De Santis, Pairetto, Paparesta,
Tagliavento, Ingargiola, Galliani, Chiamparino. Addio
ad una generazione di arbitri. Leggero peggioramento
per Pessotto, ma i medici sono ottimisti. Capello lo va a trovare.
03/07
Pugno duro della CAF: respinte tutte le eccezioni.
I nove punti dell’ordinanza di Ruperto.
I legali chiedono di escludere le intercettazioni ma Palazzi
ribadisce la loro validità. Si apre
il mercato, Borrelli invoca il rispetto delle regole. Stabili
le condizioni di Pessotto. In visita la madre e anche Nedved.
02/07:
Si parte, pronti per il maxiprocesso al calcio.
Avvocati all’attacco. Pessotto
migliora. I medici ottimisti. Montero torna
dall’Uruguay per il suo amico Pessotto.
01/07:
Il Presidente della corte federale, De Lise,
si autosospende. Week end tranquillo prima
del maxiprocesso. Pessotto migliora, apre gli occhi e riconosce
le persone. La moglie “Sono
più sollevata”. A Torino la giornata
dell’orgoglio bianconero, in 20.000 in corteo. Secondo
un indagine Moggi colpevole del calciopoli e Del Piero con Elkann
fautori della rinascita della Juve
30/06
Secondo i legali di Bergamo e Pairetto, intercettazioni
inutilizzabili nel processo. Entro il 26 luglio
il nuovo presidente di Lega (che non sarà un presidente di
club) e nuove regole. La Lazio contesta la nomina di Rossi.
Si affilano le armi per il processo.
Galliani assicura “Tutti i club di A e B sono in regola”.
Il rinvio non preoccupa la UEFA. Cellino:
I dirigenti abbiano diritto a difendersi. Quadro
clinico grave per Pessotto, ma lui resiste.
29/06:
Il processo al calcio parte ma viene rinviato
a lunedì. Si inseriscono cinque club. Ministro
Melandri “Nessuna amnistia, dal processo mi aspetto giustizia.
Moggi doveva presentarsi”. Il Codacons chiede la diretta
TV del processo. Quattro club a rischio.
Rossi: “Nessuna sorpresa, tempi rispettati”. Le
memorie difensive e le istanze dei club. Dattilo:
“Dopo la gogna nessuno parla della mia estraneità”.
Parte la nuova Juve. Per
Pessotto un cauto ottimismo
28/06
Parte il maxiprocesso su ‘calciopoli’.
Borrelli “Nessuno screzio con Palazzi.
Spero tempi rapidi per il processo”. Delio Rossi “Il
processo non cambierà il giudizio dei tifosi”. Aliberti
“La Covisoc un sistema truccato”. Foti “La
Reggina indipendente da Juve e Moggi”. Gazzoni
pronto a costituirsi parte civile. De Santis
vuole denunciare Ancelotti. Migliora lievemente
Pessotto. La moglie chiede rispetto. L’Antitrust
diffida Mediaset per i diritti TV “Solo sul digitale terrestre”
27/06
Ripartita a pieni giri l’indagine di
Borrelli. Cellino batte i pugni. Moggi in TV attacca Carraro e le
lobby del pallone. Moratti chiede trasparenza.
Perquisita la sede del Sora. Pessotto
vola giù dall’abbaino della sede della Juve: è
gravissimo. L’anno più nero della Juve. Baldini
“Sostituire anche Palazzi”. La
Commissione cultura della Camera vara il programma di indagine.
GEA: A Roma le audizioni di Capello e Giraudo
26/06
Riparte l’inchiesta di Borrelli con
le comprimarie, sentito l’Arezzo. Arriva
il processo, i legali della difesa cercano scappatoie. Tronchetti
Provera d’accordo con Moratti “Gli scudetti agli onesti”.
Ancora un mese da presidente di Lega per Galliani.
Piazzola “Indagate su Zeman”. Baldini
“Cambiate le persone in ufficio indagini ma non è cambiato
il giudice Palazzi”. Le memorie di fensive
di Juve, Milan, lazio e Fiorentina
25/06
Moratti “Un colpo di spugna sarebbe
molto grave. Sentenze esemplari o vado all'estero”. Lolli
“Nessun colpo di spugna, le inchieste avanzano”. D’Ambrosio
“No all’amnistia. Lo scandalo è grave”.
Confermate le cene a casa di Giraudo con Pairetto,
Bergamo e Moggi. Bergamo “Meani si interessava per
conto di Galliani”. Carlo Piazzola “Allontanato
dal sistema. Il mondo del calcio deve chiedere scusa a Sensi ”
24/06
Lunedì Borrelli riprende il lavoro.
Nel suo mirino le iscrizioni ai campionati e i diritti TV. Commissario
Rossi “Potrei cambiare il format dei campionati. Vietate le
vendite dei marchi”. Gazzoni (Bologna) “Iscrizioni
fasulle per anni”. Corbelli si costituisce
parte civile contro Carraro e Della Valle. De Santis al contrattacco.
Il Financial Times scettico sulla retrocessione
della Juve. Le conclusioni dell’inchiesta
di Borrelli
23/06
Dopo i deferimenti spazio alla difesa. De
Santis attacca Ancelotti. Abete “Il
mondo del calcio attende giustizia”. Blatter: “In
Italia situazione seria ma Rossi e Borrelli sono preparati”.
Il processo partirà il 29 giugno.
Galliani “Ma quale secessione del calcio”. Della
Valle “Siamo innocenti”. I sociologi
sentenziano: Il calcio un business e non più uno sport
22/06
Scattano i deferimenti. Nel calderone Juve,
Milan, Fiorentina e Lazio. Galliani lascia la Lega. Le
accuse e i nomi. Costituito il collegio giudicante. La
Juve: verificheremo le accuse. La Fiorentina pronta a difendersi.
Berlusconi “Mai avuto vantaggi in campo”.
Garrone “Giorni difficili, ma la Sampdoria
è fuori”. Speculazioni in borsa:
in rialzo i titoli di Lazio, Juve e Milan
21/06
Domani i deferimenti, Di Sebastiano segretario
della FIGC. Ghirelli si dimette. Abete:
Il deferimento dopo le 18 segno di buon senso. Lippi
“Non so niente dei deferimenti”. La Porta (Barça)
“Moggi in Spagna non potrebbe esistere”. Berlusconi:
“Il Milan defraudato”. Perquisita
la sede dello Standard Liegi. Zamparini (Palermo)
“Faremo la Champions League”
20/06
Cominciano i deferimenti, in moto gli avvocati.
I parlamentari scrivono a Rossi “Ora
ripescaggi trasparenti”. Prosegue l’indagine
disciplinare del CSM sui magistrati coinvolti in calciopoli. De
Santis a Matrix racconta la sua verità. Caselli ribatte
a De Santis “Mai parlato di arbitri con lui”. Oriali:
“Gli scudetti revocati non interessano all’Inter”.
Il Ministro Amato ironizza “Mi spiace
che il ‘Toro’ non possa incontrare la Juve”. Gattuso
“Assurdo andare in B per un trapianto di capelli”
19/06
Borrelli chiude l’inchiesta con una
relazione di 180 pagine. Ora tocca a Palazzi “Il
calcio deve rimanere imprevedibile. Il sistema può
guarire”. A rischio la sponsorizzazione
degli arbitri. Quattro arresti per il caso Gaucci. Andreotti
“Qualcuno pagherà dazio”. Zamparini
(Palermo) “Si torni al sorteggio integrale”
18/06
Si tirano le somme. Dal Palazzo fanno sapere
che useranno il pugno di ferro. In attesa
della relazione di Borrelli. Gentile (FI) alla procura di
Napoli “Sentire Pagliuso sulla estromissione del Cosenza”.
Il Genoa va in B, ma Preziosi non festeggia
“Troppa rabbia”. 30 mila tifosi
rossoblu festeggiano la fine di un incubo
17/06
Il difensore Antonaccio denuncia su di un
libro la “realtà oscura” della serie C. “Corruzioni,
compromessi e ricatti”. L'ex Presidente
del Cosenza, Pagliuso, aspetta la chiamata del Procuratore Borrelli
(Video con intervista) anche per la C. Il Procuratore Borrelli
prepara le relazioni. Nella prima tranche
d’inchiesta ci sono Juve, Lazio, Fiorentina, Milan, Samp.
Petrucci “Di amnistia non se ne parla
proprio”
16/06
Ripresi gli interrogatori, sentiti Garrone
e Marotta. Rossi completa la CAF. Processo vicino. Dai
politci tifosi del Torino un no all’amnistia: “Ed ora
restituiteci lo scudetto del 1927” . Dalla CAF alla
Corte Federale rito abbreviato. Stabiliti tempi e modalità
del processo. Secondo Adiconsum falsato il
30% delle partite del campionato 2003/04. La
Fiorentina replica a Preziosi: “La cena con Moggi c’è
stata, ma nessuna festa”. Cellino (Cagliari) “Mi
auguro che tutto sia un grosso errore. Serve una presidenza super-partes”
15/06 Il calabrese Ruperto nominato presidente
della CAF. Pagliuso (Cosenza) “Adeguarsi
allo strapotere Juve dava privilegi”. Chiesta audizione a
Borrelli. Il CSM vieta ai magistrati di occuparsi di giustizia
sportiva. Revocati tutti gli incarichi. Ministro
Melandri “Si va verso la vendita collettiva dei diritti televisivi”.
Rossi “Se Galliani è in conflitto
di interessi non è un mio problema”.
14/06
Il Commissario Rossi nomina Agnolin commissario
dell’Associazione Arbitri. Casarin “L’arbitro
torni ad essere l’uomo misterioso”. L’azzeramento
della CAF è questione di ore. Si va verso la nomina di Ruperto.
Pagliuso chiede la riammissione in serie B
del Cosenza Calcio 1914. Intercettazioni sui
PM. Paparesta si difende: “Carriera stroncata se denunciavo
l’irruzione di Moggi”. Prosegue
l’inchiesta GEA. A Napoli prosegue l’inchiesta
stralcio che riguarda giudici e polizia. La
Juve ricomincia da Cobolli Gigli e Tardelli
13/06
Chiuso il primo filone di indagini. Il
Presidente della Corte d’Appello Federale, Martellino, si
difende. Processo doppio. Si allarga l’inchiesta del
CSM. Mercoledì le decisioni del plenum. Abete
e De Rossi: Nessuna amnistia anche se vinciamo. Buffon
“Bello sudare la maglia per l’Italia”. I
favori della “cupola” alla Lazio. La
Juve riparte voltando pagina in fretta: nuovo Cda.
12/06
Girando da Borrelli “Nessuna gara era
preordinata”. Ascoltato il dipendente
della Federcalcio Galati “Chi si oppone viene vessato”.
Anche la Samp nell’indagine. Blatter
“Trovati i problemi ora si va verso le soluzioni”. La
Lega va verso la riscrittura del regolamento. E poi Galliani,
Sacchi, Di Pietro, Campana, Pescante.
11/06
Una domenica tranquilla. Lunedì Giraudo
da Borrelli. Il Legale di Titomanlio “Nessun
muro di reticenza”. Trezeguet “Aspettiamo la
giustizia sportiva”. Gli sponsor della
Juve ripongono la loro fiducia nella società
10/06
Borrelli si concede una pausa. Il
Presidente Cellino “Rossi chieda consigli ai presidenti onesti”.
Secondo il legale di Lotito il campionato slitta a dicembre. Del
Piero “Spero che per la Juve si risolva nel migliore dei modi”
L’assistente Titomanlio: “Pronti a collaborare”
09/06
Borrelli contro un “muro difensivo concordato”.
Maxi audizione con Meani (Milan): quasi otto ore. Non
esiste alcun super teste. Tre ore di interrogatorio per Carraro
e tre anche per Pieroni. Pirrone replica a
Bergamo: “Io scarso e onesto, lui invece?”. Catricalà
“Presto regole per i procuratori”. Adiconsum
presenta uno studio sugli errori arbitrali dal 2002 al 2004.
Avv. Coppi: “Il Coni potrebbe costituirsi parte civile”
08/06
Bergamo interrogato per nove ore “Fatto
fuori da Pairetto e Lanese”. Per Pairetto sei ore di interrogatorio.
Moggi dice no a Borrelli. Oggi tocca
a Carraro. Della Valle “Non abbiamo
fatto nulla di strano”. L’AIA rigetta il ricorso
di De Santis: non andrà ai mondiali. Galliani
ascoltato per due ore. L’Antitrust collabora con Rossi
07/06
Interrogatori fiume per De Santis e Paparesta.
Borrelli: “Nessun pentito. Entro 10
giorni la relazione alla Procura sportiva”. La Commissione
Cultura della Camera avvierà un indagine. Pirrone:
“Già da tempo denunciavo pressioni”. Gaucci
Jr: “C’è ancora paura della ‘cupola’”
06/06
Borrelli mette sotto torchio gli arbitri.
No Intertoto per il calcio italiano.
E Rossi incassa l’ok di Uefa e Fifa. Corioni:
“Girando la mente, Galliani gli obbediva”. Lazio
e Juve nel mirino di Borrelli. Rossi incontra
Galliani: Nessuna accordo sulla gestione della Lega. Blatter
“Felice della reazione delle autorità italiane”
05/06
Borrelli a tutto campo, vuol vederci chiaro
su tutto. E il Coni ricorre alla Caf per la
sentenza su Agricola per il doping. Mazzarri ascoltato dal
PM di Napoli. Cesare Geronzi ascoltato per
due ore dai PM. L’ex segretaria della CAN, Fazi, non
risponde. Pelè “Spero che la
giustizia punisca tutti”. Blatter “Ci vogliono
arbitri professionisti”
04/06
Borrelli in azione: L'arbitro Pirrone interrogato
per tre ore. Il Milan si ribella: “Una
campagna contro”. Lite in un bar per calciopoli, ci
scappa il morto
03/06
Cannavaro e Trezeguet interrogati dai PM a
Roma. La Procura di Torino vuol riaprire l’inchiesta
sulle designazioni. Undici giorni per rifondare la Juve.
Somma “Non cambia nulla. Moggi resterà
sempre un grande”
02/06
Il procuratore Borrelli pronto per il maxiprocesso.
Ombre sulla partita Udinese-Milan del 2005:
Galliani e Pozzo non ci stanno. Galliani: “Siamo stati
danneggiati”. Il Legale di Moggi replica
a Galliani “Ha letto tutte le intercettazioni?”.
Spalletti in procura a Napoli.
01/06
Il commissario Rossi: “Una situazione
che non pensavo così grave”. Secondo
l’ex vicecapo dell’Ufficio indagini Juve e Fiorentina
in B. Galliani pronto a lasciare. Preziosi
sentito dalla Procura di Napoli. Nevio Scala: “Tutto
deprimente. Con gli azzurri si può andare avanti”.
31/05
Calcio nel caos: Lotito ai PM: “Lazio
pulita”. Il difensore di Moggi: “Il
Milan il vero potere”. I rossoneri "Manovre diversive".
Petrucci “Voltiamo pagina, torniamo a parlare di sport”.
Verdone “Di fronte allo scandalo del
calcio mi vergogno di essere italiano”. Zeman “Io
alla Juve? Non potrei. Ipotesi Baggio? sarebbe solo per immagine”.
29-30/05
Calcio nel caos: Caso Gea,sentito l'arbitro
cosentino Palmieri: “Mai rilasciato interviste”. Lazio
nei guai: aggiotaggio per Lotito. Niente incarichi sportivi per
i magistrati del CSM. Avv. Grassani “Milan in B, ipotesi
per ora non ipotizzabile”. Del Piero
“Orgoglioso di essere juventino”. V.Franza "Ipotesi
A per il Messina". Ieri sentito Della Valle.
28/05
Calcio nel caos: Per Borrelli una settimana
intensa. Bonfrisco “Paparesta fuori
dalle regole”. Gattuso: “Qualcuno sputa nel piatto”.
27/05
Calcio nel caos: L’inchiesta entra nel
vivo. Borrelli al lavoro e Lippi difende il
figlio. Commissario Rossi: “Sconti per nessuno”.
Sacchi e Agnolin: “Chi ha sbagliato
paghi”. Lippi: “In Italia chi è indagato
è già condannato”. Peruzzi
accusa: “Moggi il pastore e noi il gregge”.
26/05
Calcio nel caos: Gli atti passano a Borrelli:
Parte ufficialmente “Piedi Puliti”. Galliani
rimane solo, si dimette Zamparini. Gigi Riva: “Beckembauer
ha parlato da bambino”. Cossiga: “Tangentopoli
era più onesta”. Sacchi: “Torniamo al
calcio di prima, senza banchieri e politica”. Il
figlio di Lippi indagato a Roma e Milano.
25/05
Calcio nel caos: Interrogatori a Napoli e
Roma e perquisizioni della GdF. Cannavaro
ci ripensa. Albertini: “Pensavo ci fosse sudditanza
psicologica, invece...”. Cecchi Gori
“Affossato perchè scomodo. I 5 anni più brutti
della mia vita”. Licenza Uefa per 14 club: manca la
Lazio. I tiofosi
si costituiscono parte civile. Gli ex vogliono
Boniperti presidente della Juve
24/05
Calcio nel caos: La Lega Calcio cerca nuove
regole. Alla Gea e ad Alessandro Moggi oltre
il 10% del mercato delle procure. Conti: “Lotta al
conflitto d’interessi”. La Finanza
nella sede del Crotone e della Reggina. Buffon in Procura.
Galliani confermato in Lega. Cannavaro:
“Gli scudetti della Juve, meritati”
23/05
Calcio nel caos: Il commissario della FIGC,
Rossi, nomina il procuratore Borrelli capo ufficio indagini. Scatta
“Piedi puliti”. A Napoli sfilano i testi.
perquisita la sede della
Torres
22/05
Calcio nel caos: Lippi rimane al suo posto.
Moggi cita Berlusconi. Chieste le dimissioni
di Galliani che le respinge, l’inchiesta va avanti.
Moggi: “Un’imboscata di Galliani”. Guido
Rossi: “Beckenbauer ne approfitta”. Avv.
Stagliano “La Juve in B”
21/05
Calcio nel caos: Moggi ebbe un ruolo importante
nelle elezioni di Carraro e Galliani. Tardelli replica a
Beckenbauer “Anche in Germania c’è il marcio”.
Chieste le dimissioni di Lippi. Le
intercettazioni di De Santis
20/05
Calcio nel caos: Il potere assoluto di Moggi.
Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi.
Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali. Le
tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno
19/05
Calcio nel caos: La Gea controllava anche
Reggina, Livorno e Siena. Gazzoni: “Le dimissioni di
Carraro sono finte”. Interrogati Lippi
e Zeman. Si dimette il Generale Pappa
18/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi fa piazza
pulita. Le intercettazioni di Carraro e Moggi che preparavano
le elezioni in Lega. Menzionato Pisanu. Sospesi
nove arbitri, la Finanza a casa di Moggi e nella sede della Juve
17/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi al lavoro.
Spunta il filone doping. Dopo il vertice delle Procure, nuovi
accertamenti. Definite le competenze delle
Procure di Roma e Napoli.
16/05
Calcio nel caos: Guido Rossi commissario della
FIGC chiamato a sistemare il calcio e le sue regole. Petrucci
rassicura Lippi “Verrò a trovarti con Rossi”.