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Economia, Finanza e Sviluppo
De Rose (Confindustria) “Positiva l’abolizione della commissione di massimo scoperto della BCC” 22/01 "La decisione adottata dalla Banca di Credito
Cooperativo di Mediocrati di abolire la commissione di massimo scoperto
sui conti correnti bancari è una iniziativa particolarmente
importante e significativa soprattutto alla luce delle difficoltà
di accesso al credito e di costo del denaro che caratterizza la Calabria".
A sostenerlo é stato il presidente degli Industriali calabresi
Umberto De Rose. "Sono questi - ha aggiunto - i segnali concreti
e veri che i calabresi attendono dal mondo bancario che vanno nella
giusta direzione di contribuire a sostenere la fragile economia regionale
e che aiutano a superare ogni sterile polemica sul rapporto banca
e impresa". "Non è solo quanto si risparmia - ha
sostenuto De Rose - ma é il segnale inequivocabile di un Istituto
di Credito nella direzione delle peculiari esigenze delle imprese
e dei cittadini. In un contesto regionale nel quale sia la quantità
che la qualità del credito sono del tutto insoddisfacenti ed
in cui il costo del denaro è il più alto nel paese,
in un sistema in cui il solo accesso al credito è difficoltoso
se non complicato, una tale iniziativa non può che essere accolta
come merita: sensibilità, responsabilità e partecipazione
ad un progetto di rilancio dell'economia e della società calabrese".
"E' una goccia nell'oceano - ha concluso De Rose - ma è
una goccia importante perché dovrebbe e potrebbe essere presa
ad esempio per essere replicata in più Istituzioni finanziarie". Buco di trenta milioni di euro per i capoluoghi calabresi per la manovra ombra 21/01 Saranno all'incirca 30 i milioni di euro che,
nell'arco del triennio 2007-2009, mancheranno all'appello sui bilanci
dei capoluoghi di provinciale calabresi a causa della cosiddetta "manovra-ombra"
derivante dal taglio dei trasferimenti dello Stato per riduzione Ici
e costi della politica. Il dato emerge da un'elaborazione del Sole
24Ore pubblicata nell'edizione di oggi del quotidiano economico. L'intervento
- realizzato attraverso un meccanismo in base al quale il Parlamento
introduce delle norme che dovrebbero aumentare le entrate o diminuire
le spese e stima i proventi tragliando i trasferimenti sulla base
della stima medesima - si concentra sull'Ici dei fabbricati rurali
e sui costi della politica. Nel capoluogo di regione, per il 2008,
il taglio dell'Ici è valutato in 1.870.629 euro mentre dalla
sforbiciata sui costi della politica dovrebbero derivare 746.844 euro;
nel triennio, invece, la somma totale è indicata in 6.772.542
euro. A Reggio Calabria la "manovra-ombra" peserà
quest'anno sull'Ici per 3.115.248 euro mentre sui costi della politica
per 1.243.755 euro; nel triennio calcolati 11.278.640 euro. Tra Ici
e costi della politica, a Cosenza, sono indicati rispettivamente 1.938.668
euro e 774.008 per un totale, nel triennio, di 7.018.877 euro. A Crotone,
nel 2008, 869.714 euro è la somma relativa all'Ici mentre per
i costi della politica 347.231 euro; in totale 3.148.769 euro sono
messi in conto per il periodo 2007-2009 e, infine, Vibo Valentia con
399.130 di euro tagliati per l'Ici e 159.352 euro con un complessivo
pari a 1.445.036 di euro nel triennio. Eurispes: Frena i caro-mattone 29/11 I prezzi delle case nella capitale "potrebbero
essersi stabilizzati per l'esaurirsi nel 2006 dell'effetto traino
del ciclo immobiliare ascendente inaugurato nel 1997". E' quanto
emerge dalla ricerca realizzata dall'Eurispes per conto della Camera
di Commercio di Roma presentata oggi al Rimi 2007. Restano invece
"frizzanti" a Milano - anche se si allungano i tempi di
contrattazione - mentre, tra le altre principali città italiane,
a Torino é prevista una crescita del mercato concentrata nelle
zone centrali. A Venezia il mercato risulta invece statico e i prezzi
di locazione molto alti. Nella capitale nel 2007 le aree centrali
di pregio (5.390 euro/mq) perdono - secondo il monitoraggio Eurispes
- lo 0,37% rispetto al 2006, le aree del centro più economiche
restano stabili a 2.860 euro/mq, le aree semi centrali arretrano dello
-0,96% a 3.080 euro/mq, la periferia di pregio raggiunge i 3.300 euro/mq
(-0,61%). Con quasi 4 milioni di abitanti l'area metropolitana di
Roma si colloca, in Unione Europea, al quarto posto in termini di
popolazione (dopo Londra, Berlino, Madrid). Sono 6,3 su 100 gli italiani
che vivono nell'area metropolitana di Roma e diventano 7 se - spiega
Eurispes - aggreghiamo al dato demografico disponibile la stima dei
city users che lavorano in città durante la settimana. La periferia
economica presenta un valore medio di 1.300 euro/mq, con una lieve
flessione (-0,76%) su base annua. Diversa e variegata la situazione
dei mercati nelle grandi aree urbane italiane. E' Genova la città
dove si acquista di più nei quartieri di residenza. E se Milano
segnala un mercato "frizzante", ma con lunghi tempi di contrattazione,
a Torino é prevista una crescita del mercato delle sostituzioni
nelle zone centrali, mentre a Venezia il mercato risulta statico e
i prezzi di locazione molto alti. A Bologna il mercato è in
stand-by con una tendenza alla tenuta. A Firenze il mercato residenziale
si avvia a chiudere il 2007 con una lieve diminuzione. Nel mezzogiorno
a Bari il mercato tiene, "ma a macchia di leopardo" mentre
a Cagliari il settore risulta "equilibrato". "Poco
dinamico" è invece giudicato il settore a Catania mentre
a Napoli la "flessione" é evidente al contrario di
Palermo dove è "buona la compravendita delle abitazioni" La Falcri accusa la Carime “Nessuna risorsa sul territorio” 05/11 "I dati relativi all'andamento delle principali
banche presenti in Calabria nell'anno 2006 testimoniano come Banca
Carime, nonostante gli impegni della capogruppo Ubi Banca, non sia
riuscita a prestare adeguata assistenza finanziaria al territorio
calabrese". E' quanto afferma, in una nota, Emilio Contrasto
segretario di Falcri Carime e Falcri-Gruppo Ubi secondo cui "dalle
classifiche pubblicate dalla stampa specializzata, apprendiamo che
Banca Carime si colloca al terzultimo posto nel rapporto fra impieghi
a clientela su raccolta diretta mentre 'brilla' per il rapporto fra
il patrimonio, inclusi i fondi, e gli impieghi". "Le scarse
risorse impiegate verso i privati e le piccole e medie imprese calabresi,
peraltro, - prosegue Contrasto - hanno determinato il conseguimento
di un utile netto su patrimonio (Roe del 4,3%) al di sotto della media
conseguita dai competitors diretti. Questi dati purtroppo dimostrano
come la nostra Banca abbia trasferito una parte notevole delle somme
che le sono state affidate dalla clientela sulla raccolta gestita
e amministrata, riducendo fortemente i suoi prestiti. I dati di sintesi,
che riassumono tutte le contraddizioni di una gestione che al momento
sembrerebbe non fondata su una accorta pianificazione delle risorse
disponibili e che collocano Banca Carime nelle ultime posizioni nella
regione, sono, ad esempio, quelli relativi al risultato di gestione
su costo dei dipendenti, margine di interesse su margine di intermediazione
e impieghi su raccolta". Per il segretario della Falcri "tali
indici dimostrano infatti ed in modo inconfutabile come i problemi
di Banca Carime non vadano ricercati, come da tempo qualcuno cerca
di fare, nel numero degli occupati (sceso, peraltro, di oltre il 50%
negli ultimi anni) o nell'eccessivo presunto costo degli stessi ma
esclusivamente nello scarso sviluppo degli impieghi e nell'assenza
di una reale politica di sviluppo della Banca meridionale". "La
scarsa qualità dei risultati complessivi, per quella che è
la prima banca in termini di raccolta della regione Calabria, - sostiene
ancora Contrasto - potrebbe essere notata negativamente anche rispetto
al decantato 'impegno per il territorio' tanto enfatizzato dalla Capogruppo
Ubi Banca che di fatto non esiste. Queste scelte, purtroppo, finiscono
per penalizzare non solo l'intero territorio calabrese ma anche i
lavoratori di Carime che in questo modo vedono diminuite le proprie
aspettative rispetto alle potenzialità che la nostra Banca
potrebbe esprimere e che in passato ha espresso con grande professionalità.
Per queste ragioni, un management attento e lungimirante dovrebbe
immediatamente attivarsi per una decisa inversione di rotta". Sole 24ore: Dimezzata in Calabria l’imposta per gli evasori 03/09 Nel 2006 in Calabria gli evasori fiscali che hanno 'trattato'
con l'Agenzia delle Entrate per chiudere il loro contenzioso con il
Fisco hanno potuto godere, in media, del 50.7% di sconto. E' quanto
riporta questa mattina il 'Sole 24 Ore' che, analizzando la situazione
nazionale, riferisce che in Italia "nel 2006 l'Erario ha siglato
'trattati di pace' con poco meno di 74mila contribuenti, chiudendo
così il 48% degli accertamenti che si erano conclusi con esito
positivo". Ciò ha permesso al Fisco, nel 2006, di incassare
995 milioni a fronte dei 606 milioni del 2005. In questo contesto,
secondo quanto riportato nello stesso articolo, in Calabria chi ha
trattato con l'Erario ha chiuso il suo contenzioso vedendosi abbattere,
in media, più di metà dell'imposta dovuta. Nonostante,
questo, però, in Calabria il tasso di adesione degli evasori
che hanno voluto mettersi in regola è uno tra i più
bassi. A fronte di un'adesione del 66% che si registra in Umbria,
dove rispetto ai dati complessivi il tasso di sconto è tra
i più bassi (25,4%), in Calabria l'adesione è pari al
37%, seguita da Lazio (35%), Sicilia (33%), Campania (32%). Sempre
secondo i dati forniti dal 'Sole 24 Ore', ad ottenere le agevolazioni,
in Calabria, sono stati coloro che si sono visti contestare violazioni
per un importo fino a 189.925 euro. Nessuno sconto, invece, per i
quattro che hanno ottenuto un accertamento superiore. Più fortunati
di questi ultimi, i loro 'colleghi' del Friuli Venezia Giulia, dove
l'adesione è stata del 38,7%, che hanno ottenuto uno sconto
dell'86%. La Calabria tra le regioni a più alto tasso di evasione fiscale 22/08 Solo un cittadino su cinque sa perche' paga le tasse. Quattro
su cinque si considerano sudditi di una amministrazione finanziaria,
troppo burocratizzata, che non eroga i servizi sociali dovuti violando
costantemente i diritti dei contribuenti. Questo e' il risultato dell'indagine,
commissionata dal Tribunale dei diritti del contribuente e condotta,
da Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani su un campione
di 1500 cittadini maggiorenni residenti in Italia. L'indagine sulla
''tax compliance'', visibile sul sito internet www.contribuenti.it,
e' stata realizzata in Italia che e' il paese europeo con maggior
tasso di evasione: su 100 euro di reddito dichiarato sfuggono al fisco
ben 48 euro. La bandiera nera dell'evasione spetta inevitabilmente
al sud dove la quota di imponibile non dichiarato al fisco raggiunge
il 34,5% del totale su scala nazionale, mente il nord - est si colloca
al 18,9%, il nord-ovest al 26,5% ed il centro al 20,1%. Calabria,
Sicilia, Puglia e Campania sono le Regioni in cui l'evasione e' piu'
forte in termini relativi mentre Lazio, Lombardia e Sicilia sono in
termini assoluti le regioni si registrano le quote maggiori di evasione.
Tra i maggiori evasori spiccano gli industriali, con una percentuale
del 32%, i bancari e assicurativi con il 28%, i commercianti con il
12%, gli artigiani con il 11% ed i professionisti con 9%. Fanalino
di coda, ma di non trascurabile ammontare e' l'evasione dei lavoratori
dipendenti, che con un secondo lavoro, quasi sempre ''a nero'', evadono
in totale l' 8%. ''Il dato e' allarmante perche' molte holding bancarie
o industriali hanno sede in Lussemburgo e non pagano le tasse dovute
- commenta il Vittorio Carlomagno, Presidente di Contribuenti.it Associazione
Contribuenti Italiani - ma comunque beneficiano di aiuti di stato
sotto forma di agevolazioni finanziarie, crediti di imposta e leggi
ad hoc''. Perche' si evade? Dall'indagine e' emerso che il 44% dei
contribuenti evade per l'insoddisfazione verso i servizi pubblici
erogati dallo stato o la scarsa cultura della legalita', il 36% per
la complessita' delle norme e solo il 20% evade per la scarsita' dei
controlli. Aumentano le compravendite di immobili (+1.3%). Sud e Cosenza in calo 30/07 Nonostante il rallentamento nelle compravendite di abitazioni,
nel 2006 la casa continua a spingere il mercato immobiliare (che ha
registrato nel complesso un 1,3% in più rispetto al 2005).
Il settore residenziale ha avuto un incremento dell'1,4%, in particolare
al Nord e in provincia. Gli immobili catalogati in Altro (ossia box,
parcheggi, alberghi, immobili pubblici) segnano un +2,2%. Una flessione
invece c'è stata per il terziario (-3,2%) e il commerciale
(-4,3%) dopo un triennio di espansione. Stazionario il volume di compravendite
dei magazzini e del settore produttivo. Lo rileva il settimo rapporto
Immobiliare dell'Agenzia del territorio nel quale si legge che, per
quanto riguarda il settore residenziale, si conferma il trend già
emerso nel 2005 di maggior crescita delle compravendite nei comuni
di provincia e la progressiva riduzione della quota di mercato delle
città capoluogo. In numeri assoluti, nel complesso le compravendite
sono state 1.830.098. In vetta quelle residenziali (il 46,2% del totale)
che sono state 845.051 seguite dalla categoria Altro (772.741), magazzini
(120.922), commerciale (52.684), terziario (21.282), produttivo (17.418).
Per quanto riguarda il solo settore residenziale, il rapporto ha effettuato
una stima per il periodo dal 1985 al 2000 da cui emerge che l'ultimo
ciclo immobiliare è iniziato a partire dal 1997 ed ha registrato
ad oggi un tasso medio annuo di crescita del 6,3% circa. Il volume
di compravendite di abitazioni negli ultimi nove anni è quindi
incrementato del 75% circa, con una "crescita - si legge nel
rapporto - davvero impressionante del mercato residenziale".
Una lieve flessione del settore residenziale si è avuta nel
2001. Mentre il rallentamento verificatosi nel 2006, secondo il rapporto,
è dovuto essenzialmente al decremento delle compravendite nel
centro, mentre il mercato del Nord risulta ancora in crescita (+2,6%)
e quello del Sud è stabile. Per il settore residenziale si
conferma il trend già emerso nel 2005 di maggior crescita delle
compravendite nei comuni di provincia e la progressiva riduzione della
quota di mercato delle città capoluogo: meno quattro punti
percentuali dal 2000 allo scorso anno. "E' confermata l'importanza
dimensionale del mercato residenziale del Nord, che rappresenta mediamente
più del 52% dell'intero mercato in termini di comravendite
relativamente ad uno stock che è pari solamente al 45%".
Nel Nord le compravendite hanno registrato un +2,6% rispetto al 2005,
di cui nei capoluoghi +1% e nel resto della provincia un +3,2%. Nel
centro c'è stata una flessione dello 0,4%, di cui un -3,6%
nei capoluoghi e un +1,9% nella provincia. Infine, il Sud che ha registrato
una lieve crescita dello 0,5% di cui un calo dell'1,3% nei capoluoghi
e un +2,5% nella provincia. Prendendo in esame il tasso tendenziale
annuo, per i capoluoghi e per il resto della provincia, emerge il
maggior incremento medio registrato tra i comuni del resto della provincia,
che mediamente risultano sempre superiori ai rispettivi capoluoghi.
Si nota, infatti, come per diversi capoluoghi, in particolare del
Sud, si abbia un calo consistente del volume di compravendite, superiore
al 10%, quali Cosenza, Salerno, Avellino e Matera, mentre al Centro
si ha solo Viterbo ed al Nord Sondrio ed Udine. Per alcuni capoluoghi,
peraltro, si hanno delle crescite del mercato residenziale sensibilmente
rilevanti, superiori al 10%, quali La Spezia, Belluno, Treviso, Macerata,
Prato, Chieti ed Enna. I comuni del resto della provincia, invece,
hanno un comportamento più uniforme, con incrementi e decrementi
meno accentuati e nella maggior parte dei casi positivi. Sono solo
3 le province con decrementi intorno al 10%, Rieti, Belluno ed Isernia.
Considerando, infine, le sei principali città e le rispettive
province, risulta particolarmente evidente la maggiore espansione
del mercato dei comuni non capoluogo della provincia sia relativamente
alla media nazionale sia a quello delle rispettive città. Un
tasso medio annuo particolarmente elevato si registra nei comuni delle
province di Palermo, Roma e Milano, mentre i valori inferiori si hanno
per le province di Napoli e Genova. Tra le metropoli, Roma è
quella che spicca particolarmente sia per ampiezza del mercato sia
per la sua crescita complessiva nel periodo esaminato: con un tasso
medio annuo del 2,4% è la città dove il mercato residenziale
è cresciuto maggiormente dal 2000, ma tale incremento si è
verificato soprattutto nel 2004 e 2005, mentre il 2006 evidenzia una
sensibile contrazione del volume di compravendite, pari a circa l`8%.
Anche il mercato della relativa provincia è particolarmente
vivace con una crescita costante, anche se in rallentamento nel 2006.
Tra le metropoli del Nord, Torino e Milano, mostrano un andamento
del volume di compravendite piuttosto simile. Ciò è
vero in particolare per le metropoli in cui il mercato risulta stabile
con volumi di compravendita analoghi a quelli del 2000, con una leggera
ripresa nel 2006, maggiormente accentuata per Torino. Per i comuni
della provincia gli andamenti si presentano anche in questo caso simili,
ma solo fino al 2004 (+12,7% rispetto al 2000 per i comuni della provincia
di Milano, +11,4% per quelli Torino). Nel 2005, invece, si assiste
ad un incremento di gran lunga superiore nei comuni della provincia
di Milano (+12,8% rispetto a +2,5%). Nel 2006 prosegue l`espansione
del mercato in entrambe le province, leggermente più accentuata
per quella di Torino, che presenta il maggior tasso tendenziale con
un incremento superiore al 5,6% rispetto al 2005, mentre in quella
di Milano dopo il boom del 2005, si nota un certo rallentamento (+2,2%).
La città di Genova presenta un andamento singolare: si alternano,
infatti un anno di crescita ed uno di decrescita. Così è
stato anche nel 2006, con una crescita però non abbastanza
consistente per compensare il cospicuo calo del 2005. Rispetto al
2000 il mercato è diminuito del 5% circa. La relativa provincia,
mostra andamenti più stabili, in ripresa continua dopo il calo
del 2003 e con un incremento complessivo rispetto al 2000 del 11%
circa. Passando a considerare le due metropoli del Sud, si osserva
che per la città di Napoli l`andamento del mercato residenziale
risulta notevolmente differente rispetto a quello delle altre città.
Il mercato risulta molto più stabile nel resto della provincia,
rispetto a quello di Napoli città. Pur non rilevandosi la crescita
delle altre principali province, comunque, il mercato dei comuni della
provincia di Napoli risulta in lenta continua crescita, con un incremento
delle compravendite superiore al12% dal 2000. Napoli, invece, dopo
il crollo del mercato registrato fino al 2003, quando il numero di
compravendite si ridusse di un 30% circa rispetto al 2000, vede una
buona ripresa nel biennio 2004-05 seguita da una consistente decrescita
nel 2006 (-6,7%). Tra le metropoli è quella con il tasso medio
annuo dal 2000 maggiormente negativo, -4,1%. Anche per la città
di Palermo il mercato residenziale è in calo nel 2005, dopo
un periodo, a partire dal 2002, di continua crescita. Il mercato provinciale,
invece, si presenta ancora in leggere crescita nel 2006, portando
il volume di compravendite a superare del 36% quello del 2000, ma
si nota un consistente rallentamento della crescita pari nel 2006
solamente al 1%. Costo del denaro: Calabria la più cara 28/07 Calabria al top della classifica del carodenaro, mentre la regione dove le famiglie che chiedono un prestito riescono ad avere le condizioni meno esose è il Trentino Alto Adige. Ad affermarlo sulla base della rielaborazione di dati della Banca d'Italia è l'Adusbef. Le banche italiane, accusa l'associazione dei consumatori "oltre a praticare il costo del denaro con un ingiustificabile differenziale fra nord e sud, applicano uno spread medio pari a 6,23 punti fra raccolta e impieghi". E penalizza in modo particolare le famiglie che vedono applicarsi tassi bassi sui loro conti correnti e alti sui prestiti che chiedono. L'Adusbef replica così all'Abi che ha affermato che "tra giugno 2006 e maggio 2007, primo periodo di applicazione della legge Bersani, non vi è stata alcuna differenziazione fra l'andamento dei prezzi delle principali forme di raccolta e di impiego verso il settore delle famiglie". In Calabria così alle "famiglie consumatrici", categoria utilizzata da Bankitalia per i suoi rilevamenti, il denaro costa l'11,28%, seguita dalla Basilicata con il 10,45%. Nel panorama 'meridionale' si inserisce l'eccezione della Valle d'Aosta con il 10,18%, ma subito si torna al Sud con il 10,06% della Puglia. I tassi attivi più bassi sono quelli applicati invece in Trentino con il 6,47%, seguita dal Lazio con il 7,16% e dalla Lombardia con il 7,36%. L'Adusbef mette in evidenza come la remunerazione sui depositi riconosciuta dalle banche ai clienti, la cui media nazionale e pari all'1,31% a dicembre 2006, è da sempre geograficamente diversificata e penalizza soprattutto il Mezzogiorno. I meglio remunerati, infatti, sono i cittadini dell'Italia centrale con l'1,58%, a fronte dell'1,01% riconosciuto al Sud contro. Risultano differenziati geograficamente - aggiunge l'Adusbef - anche i tassi sugli impieghi: l'Italia nord occidentale è quella trattata meglio con il 7,15%, contro il 9,54% del sud. La media nazionale è del 7,57%. - DEPOSITI: A dicembre 2006, i depositi bancari ammontavano a 727,6 miliardi di euro (erano 690,7 miliardi nel dicembre 2005). La media nazionale della remunerazione riconosciuta ai clienti é pari all'1,31%. Ai depositanti dell'Italia centrale è riconosciuto l'1,58%, cioé 27 punti base più della media. Al meridione, invece, è riconosciuto solo l'1,01 %, "ben 57 punti base in meno del Centro e 30 in meno della media". All'Italia nord occidentale e nord orientale sono riconosciuti rispettivamente l'1,25% e l'1,32%. L'analisi per regione mostra come il "Lazio è quello trattato più munificamente (1,75% contro la media nazionale dell'1,31%). Seguono Trentino (1,65%) e Molise (1,43%). Più deboli in fase di contrattazione, le famiglie consumatrici riescono a spuntare - osserva l'Adusbef - tassi inferiori alla media: a fronte dell'1,31% medio, infatti le famiglie spuntano lo 0,90%, cioé lo 0,41% in meno. Una percentuale decisamente inferiore al 3% che riescono a ottenere le amministrazioni pubbliche, il 2,60% delle società finanziarie e all'1,77% delle società non finanziarie. - IMPIEGHI: A dicembre 2006, gli impieghi bancari ammontavano a 1.369,3 miliardi di euro (1.237,9 miliardi dicembre 2005). Come per i tassi sui depositi, anche quelli applicati agli impieghi sono geograficamente diversificati. In questo caso, ad essere trattata meglio è l'Italia Nord Occidentale che con il 7,15% è meno gravata della media nazionale di 42 punti base, pari al 7,57%, e spunta ben il 2,39% in meno rispetto al Meridione (9,54%) che paga circa il 2% in più della media nazionale (7,57%). Sconta un "pessimo tasso" sui fidi anche l'Italia Insulare: l'8,18%, 61 punti base più della media nazionale ed oltre l'1% sull'Italia Nord Occidentale. A fronte di una media nazionale del 7,57%, il tasso applicato alle famiglie consumatrici sale al 7,84%. Ecco di seguito una tabella che riporta i tassi applicati alle famiglie consumatrici (dati 2006) sui conti correnti a vista e sui prestiti regione per regione. La media nazionale sui c/c per le famiglie consumatrici è lo 0,90% (1,31% se si includono anche le società e le amministrazioni), mentre quella sui finanziamenti è del 7,84% (7,57% media nazionale)
REGIONE TASSI SU C/C TASSI PRESTITI In Calabria l’aliquota media dell’ICI è al 6,24 per mille 10/06 L'aliquota media ordinaria dell'Ici in Calabria ha un valore
del 6,24 per mille, mentre il numero dei comuni che applica un'aliquota
tra il 6 e il 7 per mille (aliquota massima consentita) non è
aumentato nel 2007. E' quanto emerge dal primo rapporto dell'Istituto
per la Finanza e l'Economia locale (Ifel) dell'Associazione Nazionale
Comuni Italiani (Anci). L'aliquota media ordinaria Ici, che a livello
nazionale ha un valore del 6,45 per mille, ha registrato in Calabria
un lieve aumento nel corso degli ultimi anni, passando dal 6,21 nel
2005 al 6,22 nel 2006 per arrivare al 6,24 nel 2007. In termini percentuali,
la variazione è stata dello 0,16% tra il 2005 e il 2006 e dello
0,32% tra il 2006 e il 2007. Considerando il periodo 2005-2007, l'aumento
è stato dello 0,48%. All'interno delle regioni del Mezzogiorno,
la provincia che registra un'aliquota media ordinaria minore è
Reggio Calabria con il 5,86 per mille. Ici prima casa: il 78 per cento
dei comuni applicano le detrazioni. Diverso l'andamento dell'aliquota
media sull'abitazione principale in Calabria, che tra il 2005 e il
2006 è rimasta stabile (5,41) per poi scendere a 5,37 nel 2007.
Tutti i comuni calabresi si attestano su un'aliquota superiore al
5 per mille, mentre i comuni che hanno optato per l'applicazione dell'aliquota
al 6 per mille è del 34%. Da notare che la Calabria, con il
78% dei comuni, è al quarto posto in Italia per numero di comuni
che ha deciso di applicare la detrazione base Ici. Relativamente all'addizionale
Irpef dal rapporto dell'Ifel emerge che è cresciuto il gettito,
ma anche le esenzioni Nel 2007. Il gettito derivante dall'addizionale
comunale Irpef è aumentato su tutto il territorio nazionale,
come naturale conseguenza sia dello sblocco della tassa (bloccata
fino al 31 dicembre 2006), che dell'espansione della base imponibile.
Il gettito dell'addizionale comunale Irpef per il 2006 è pari
a circa 1 miliardo 622 milioni di euro.; per il 2007 si prevede un
gettito pari a circa 2 miliardi 354 milioni di euro con un aumento
di 732 milioni di euro. L'aumento percentuale del gettito dell'addizionale
Irpef comunale in Calabria, tra il 2006 e il 2007, è stato
del 26% circa. Tra le Regioni a Statuto ordinario, la Calabria registra
l'incremento di gettito più contenuto dopo Liguria e Basilicata.
In valori assoluti, le entrate sono passate da 40.599.769 euro (2006)
a 51.570.909 euro (2007), mentre l'aliquota media dell'addizionale
Irpef, ponderata sulla base imponibile, è di 0,493. In generale,
in Italia Meridionale si è registrato l'aumento più
contenuto di gettito rispetto al 2006 (più 31.37%). Nel complesso,
in Calabria, l'ammontare delle riduzioni del gettito dell'addizionale
Irpef 2007, come conseguenza delle esenzioni deliberate dai Comuni,
è di 546.875 euro. L'andamento dei trasferimenti dallo Stato
ai Comuni, a livello nazionale, ha registrato tra il 2006 e il 2007
una diminuzione del 3,26%. In Calabria, tra il 2006 e il 2007, la
diminuzione è stata dell'1,65% e del 3,21% tra 2005 e 2007.
I trasferimenti correnti ai comuni calabresi sono diminuiti tra il
2006 e il 2007 (meno 1,94%), mentre quelli in conto capitale sono
cresciuti dell'1,29%. Nel complesso, alla Calabria è destinato
il 4,58% dei trasferimenti nazionali, per un valore pro capite di
281,12 euro (contro una media nazionale di 209,56) e un valore assoluto
di 563. 474.552 euro. Falcri “Criticità nel piano di integrazione di Ubi banca” 03/07 "Dall'informativa sul piano industriale di integrazione,
indirizzata da Ubi Banca alle rappresentanze dei lavoratori, emergono
purtroppo tutte le criticita' e le preoccupazioni che gia' alla vigilia
dell'annuncio dato per la fusione tra Bpu Banca e Banca lombarda erano
state oggetto di intervento della Falcri". Lo afferma Emilio
Contrasto segretario responsabile coordinamento Falcri Ubi "Ad
oggi tali preoccupazioni - aggiunge - aumentano notevolmente a tal
punto da generare un clima di tensione tra i lavoratori del Gruppo
Ubi banca che ancora una volta si vedono coinvolti - ricordiamo che
i lavoratori dell'ex Gruppo BPU hanno gia' subito due piani industriali
che hanno registrato tagli occupazionali per ben 1.500 risorse di
cui il 50% circa a carico della sola Banca Carime che opera nel Meridione
d'Italia - in un progetto industriale che individua nel contenimento
dei costi del personale, da concretizzarsi nella fuoriuscita di ben
circa 1.700 nuove risorse, la leva principale per la crescita economica
del neonato Gruppo Ubi banca. Anche in questa occasione, quindi, il
sacrificio maggiore - dice il sindacalista - viene chiesto ai lavoratori
che gia' vivono condizioni lavorative difficili in quanto sottoposti
a carichi e ritmi di lavori insostenibili in tutte le Banche reti
e nella Capogruppo. Oggettivamente sarebbe invece necessario procedere
all'immissione di nuova e stabile forza lavoro mentre, in modo inaccettabile
ed illogico, si continua a ricorrere alla leva dei tagli occupazionali".
A destare parecchia preoccupazione, inoltre, secondo Contrasto, "contribuiscono
anche le previsioni di mobilita' territoriale e di riconversione professionale
a cui andranno incontro molti lavoratori per effetto del depauperamento
delle Direzioni delle Banche Reti e della riorganizzazione dei poli
di eccellenza oggi collocati sull'intero territorio nazionale. Tali
indiscutibili professionalita', che nel modello federale scelto dall'ex
Gruppo BPU hanno costituito un presidio sicuro ed efficiente per tutti
i territori dove operano le Banche Reti, secondo le previsioni del
piano industriale di integrazione tra Bpu banca e Banca lombarda,
dovrebbero registrare un forte ridimensionamento per effetto di una
riorganizzazione che ha il solo scopo di assicurare sinergie di costo
immediate a discapito di adeguate politiche di sviluppo in grado di
garantire reale supporto ai territori e capaci di proiettare Ubi banca
verso l'ottenimento di ricavi consolidati nel medio e lungo periodo".
Ad avviso della Falcri, "il modello federale a suo tempo previsto
per Bpu viene di fatto completamente superato da tale nuovo assetto
organizzativo. Se le banche reti ed i poli devono rappresentare solo
un fregio per poter pubblicizzare un'attenzione, priva pero' di qualsivoglia
sostanza, verso i territori di riferimento delle ex banche, il top
management di UBI abbia allora il coraggio di procedere in modo definitivo
verso la fusione in un'unica grande azienda con trattamenti uguali
per tutti i dipendenti, cosi' come hanno gia' fatto gli altri grandi
gruppi bancari nazionali. In questa ottica non possiamo anche condividere
la scelta di procedere verso l'outsourcing e la concentrazione delle
attivita' informatiche e di back office in "UBI Sistemi e Servizi"
oggi societa' del Gruppo UBI ma che in futuro potrebbe costituire
un agevole strumento per concretizzare operazioni di cessione dell'asset".
Infine, nell'esprimere un giudizio negativo sul progetto complessivo
che Ubi banca intende perseguire per l'integrazione di Bpu Banca e
Banca Lombarda, la Falcri si dichiara "assolutamente contraria
a qualsiasi soluzione figlia di una impostazione aziendale che prevede
la creazione di valore esclusivamente per gli azionisti mortificando
gli altri stake holder - dipendenti e clientela - che pure sono una
parte importantissima del sistema creditizio senza i quali non esisterebbe
possibilita' di produrre alcuna ricchezza" 26/06 Confidi Magna Grecia ha promosso la nascita di una nuova società,
denominata MagnaGrecia Servizi. Le attività della società
saranno finalizzate alla prestazione di servizi relativi alla gestione
economica, finanziaria ed organizzativa di imprese, banche ed enti.
I soci costituenti di MagnaGrecia Servizi sono il Confidi Magna Grecia
e Banca Carime, ma l’obiettivo è quello di estendere
la partecipazione ad altri soggetti interessati al progetto. Cresce dello 1,8% l’occupazione in Calabria 23/06 L'occupazione, in Calabria, e' cresciuta dell'1,8% nel corso
del 2006, raggiungento le 615 mila unita' (11.132 unita' in piu' rispetto
al 2005). Lo si evince dal Rapporto sull'economia calabrese 2006,
redatto da esperti, a cura di Confindustria Cosenza. La ripresa -
secondo il rapporto - e' risultata in linea con il dato nazionale
(+1,9%) e meridionale (+ 1,6%), testimoniando la fine della stasi,
che aveva caratterizzato il Pese nel 2005. La crescita occupazionale
in Calabria si e' concentrata nei primi sei mesi dell'anno, registrando
una battuta d'arresto nel terzo trimestre e, successivamente, un nuovo
slancio. In analogia all'andamento nazionale e' la componente femminile
a mostrare un maggiore dinamismo, con un aumento dell'occupazione
di 5.677 unita' (+2,7%), a fronte di una variazione nell'occupazione
maschile di 5.455 unita' (+1,3%). All'interno della regione - si legge
nel rapporto sull'economia - una piu' vivace ripresa occupazionale
si manifesta nelle province di Cosenza (+3,4%, corrispondente ad un
incremento assoluto di 7.546 occupati) e Catanzaro (+2,3%, pari a
2.612 unita' occupazionali in piu'), mentre, a Reggio Calabria, la
variazione complessiva e' nulla, come risultato della riduzione dell'occupazione
femminile (-3,2%), che compensa l'aumento degli occupati maschi (+1,8%).
I dati disaggregati per provincia mettono in evidenza un andamento
contrastante, all'interno della regione, della dinamica occupazionale
femminile, che assume segno positivo nel comprensorio di Cosenza (+7,8%),
Crotone (+ 6,3%) e Catanzaro (+2,4%) e negativo per quello di Reggio
Calabria (-3,2%) e Vibo Valentia (0,5%). L'occupazione maschile risulta,
invece, in crescita in tutte le province calabresi, ad eccezione di
quella di Crotone. Situazione poco rosea delle società di capitali del cosentino 20/06 Non è rosea la situazione delle società di capitali
in provincia di Cosenza. E' quanto emerge da una analisi economico-finanziaria
realizzata dal Centro Studi Economico e Finanziario 'Esg 89' e relativa
agli ultimi due esercizi. Il campione preso in esame nel cosentino
riguarda 226 società di capitali (Spa, srl e coopo) e dall'analisi
emerge che nel 2005 l'8,80 per cento dichiara un utile (al netto delle
imposte) superiore ai 500.000 euro, nel 2004 era il 6,7 per cento.
Il 25,6 per cento chiude il bilancio in rosso rispetto al 2004 dove
si era registrata una percentuale del 25 per cento. Il centro studi
'Esg 89' ha analizzato anche la situazione generale in Calabria. Dall'analisi
emerge che 100 società hanno iscritto a bilancio un valore
superiore a 1 mln di euro (nel 2004 erano 94) e 23 un valore superiore
ai 5 mln di euro (nel 2004 erano 24). Sono invece 30 le società
che hanno iscritto a bilancio un valore del Patrimonio inferiore ai
100 mila euro, nel 2004 erano 39. "Il commento finale - ha detto
il direttore del Centro Studi 'Esg 89', Giovanni Giorgetti - sull'analisi
comparata degli ultimi due esercizi del campione delle più
grandi 226 società di capitali della Provincia di Cosenza evidenzia
una realtà economica in moderato peggioramento rispetto lo
scorso esercizio con gli indici presi in considerazione che dimostrano
segnali di cedimento soprattutto per quanto riguarda gli oneri finanziari
e la redditività. Alcuni lievi positivi segnali pervengono
invece dal dato sulla patrimonializzazione e sulla dimensione aziendale".
"Come di consueto - ha aggiunto - abbiamo analizzato la composizione
del mercato secondo la dimensione aziendale: 2 società del
totale superano i 100 mln di Euro di fatturato, nel 2004 erano le
stesse 2, mentre la fascia più numerosa di aziende è
quella che ha un valore inferiore ai 5mln di euro, con il 50,44 per
cento del totale del campione analizzato, lo scorso anno era il 65
per cento; questo a significare l'incremento dimensionale del campione;
mentre la fascia di aziende con un fatturato superiore ai 10mln di
euro registra una percentuale del 23,45 per cento, nel 2004 erano
il 13,4 per cento. Il dato moderatamente confortante che si evidenzia
dall'analisi comparata degli ultimi due bilanci è la consistenza
del fatturato rispetto all'esercizio 2004. Per il 36,7 per cento del
totale si evidenzia una crescita. Sono, inoltre, il 26,5 per cento
del totale, le società che fanno rilevare in bilancio un fatturato
sostanzialmente stabile, il restante 36,8 per cento ha invece registrato
una flessione del Valore della Produzione". "Inoltre - conclude
Giovanni Giorgetti - viene analizzato un altro indice: il rapporto
Oneri Finanziari-Fatturato. Si rileva che il dato anche in questo
caso è in peggioramento rispetto al precedente esercizio. Il
21,6 per cento delle aziende hanno un rapporto superiore e uguale
alla percentuale del 3 per cento rispetto al dato del 12 per cento
del 2004, la media nazionale é vicina al 20 per cento". Mentre diminuiscono in Italia e al Sud, in Calabria aumentano i protesti 13/06 Mentre al Sud si riduce, nel 2006 rispetto al 2005, il numero
dei protesti, in Calabria il fenomeno è vede un doppo aumento:
1,1 per cento in termini di quantitativi e 9,1 in valore. E' quanto
emerge da una ricerca pubblicata stamani dal quotidiano 'Il Sole 24
Ore'. "Il Sud - riporta il quotidiano - anche nel 2006 risulta
essere un'area critica dal punto di vista dei protesti, tenuto conto
che, dopo Lombardia e Lazio, le regioni più protestate d'Italia
sono Campania, Sicilia e Puglia mentre la Calabria, che in classifica
sta un po' più indietro, da sola vale comunque quasi quanto
Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta messe insieme. In Calabria è
emersa una performance negativa che ha riguardato tutte e tre le tipologie
di protesti monitorati dall'Istat e cioé assegni, vaglia, pagherò
e tratte accettate e non accettate". Dall'analisi delle Province
emerge che in Calabria il cosentino conta 25 mila protesti mentre
il reggino non arriva a 18 mila. Quanto al peso delle tipologie di
protesto nella varie regioni ci sono differenze sensibili. In Sicilia,
Calabria e Campania gli assegni sono la voce che incide di più
per quanto riguarda il valore complessivo, arrivando a circa il 60
per cento del totale. In Calabria 23 aziende chiudono con un milione di utile. Ma il 21% è a rosso 05/06 Ventitre società, tra le prime 700 società di
capitale (Spa, Srl e Coop) per fatturato sul territorio regionale
della Calabria, chiudono con un utile superiore a un milione di euro,
mentre il 21,4% chiude il bilancio in rosso ed il 18,6% delle aziende
risultano appesantite dagli oneri finanziari. E' quanto emerge da
uno studio realizzato dal Centro studi economico e finanziario Esg
89, editore della collana degli Annuari Economici d' Italia, sulle
prime 700 società di capitali della Calabria. "Abbiamo
analizzato e classificato i bilanci delle prime 700 società
di capitali per fatturato su tutto il territorio della Calabria -
ha sostenuto Giovanni Giorgetti, direttore del Centro Studi Economico
e Finanziario Esg 89 - realizzando un' analisi macro-economica unica
nel suo genere anche considerando il confronto-trend degli ultimi
due bilanci disponibili depositati alle Camere di Commercio".
Dallo studio emerge che sei società del totale superano i 100
mln di euro di fatturato (nel 2004 erano 5), mentre la fascia più
numerosa di aziende è quella che ha un valore inferiore ai
5 mln di euro, con oltre il 47,6% del totale del campione analizzato
(lo scorso anno era il 57,7%). "Questo - ha sostenuto Giorgetti
- a significare l' incremento dimensionale del campione; mentre la
fascia di aziende con un fatturato compreso fra i 10 e i 20 mln registra
una percentuale del 13,8%". Il dato "moderatamente confortante"
che traspare dall' analisi comparata degli ultimi due bilanci è
la crescita del fatturato rispetto all' esercizio 2004 per quasi la
metà del campione: il 43,8% del totale. Sono il 23,5% del totale,
le società che fanno rilevare in bilancio un fatturato sostanzialmente
stabile (+/- 2%), mentre il restante 32,7% ha invece registrato una
flessione del valore della produzione. Per quanto riguarda la redditività,
dalla ricerca si evince che la situazione del campione delle società
analizzato mostra lievi segnali di miglioramento: infatti l' 8,30%
dichiara un utile (al netto delle imposte) superiore ai 500.000 euro,
nel 2004 era il 7,85%. Il 21,4% chiude il bilancio in rosso e questo
dato è ancora negativo rispetto al 2004 dove si era registrata
una percentuale del 20,4%. "Abbiamo poi preso in considerazione
le società di capitali della regione secondo il valore del
patrimonio netto - ha sostenuto Giorgetti - Si evidenzia che il 40,2%
del campione ha iscritto a bilancio un valore superiore ad un mln
di euro (nel 2004 erano il 39%) e 63 un valore superiore ai 5 mln
di euro (nel 2004 erano 70). Sono invece il 13,5% le società
che hanno iscritto a bilancio un valore del patrimonio inferiore ai
100.000 euro, nel 2004 erano il 16,14%. Inoltre viene analizzato un
altro indice: il rapporto oneri finanziari/fatturato. Si rileva che
il dato anche in questo caso è in peggioramento rispetto al
precedente esercizio. Il 18,6% delle aziende hanno un rapporto superiore
e/o uguale alla percentuale del 3% rispetto al dato dell'17,5% del
2004, (la media nazionale è vicina al 20%)". Il commento
finale sull' analisi comparata degli ultimi due esercizi del campione
delle più grandi 700 società di capitali della Regione
Calabria evidenzia, è scritto in un comunicato, "una realtà
economica in moderato peggioramento rispetto lo scorso esercizio con
gli indici presi in considerazione che dimostrano segnali di cedimento
soprattutto per quanto riguarda gli oneri finanziari. Alcuni positivi
segnali pervengono invece dal dato sulla patrimonializzazione e sulla
dimensione aziendale". In Calabria mutui in aumento del 17.3% 05/06 Nel 2006, rispetto al 2005, il mercato dei mutui in Calabria
è cresciuto del 17,3. E' quanto emerso da una ricerca dell'Osservatorio
Mutui Casa alle Famiglie di Banca per la Casa, la banca multicanale
specializzata nei mutui casa del Gruppo UniCredit, su dati Bankitalia.
Nel 2006 -é scritto in una nota - l'incremento maggiore di
erogato si è registrato a Cosenza con 272 milioni di euro (+20,2%)
rispetto al 2005. In termini percentuali la provincia che ha erogato
di più, insieme a Cosenza, è stata Reggio Calabria con
+20,2% (169 milioni di euro di erogato), seguono Crotone con +17,1%
(67 milioni di euro di erogato), Catanzaro con +11,9% (174 milioni
di euro di erogato) e Vibo Valentia con +11,4% (45 milioni di euro
di erogato). In riferimento all'Italia Meridionale, che comprende
anche le regioni Abruzzi, Molise, Basilicata, Campania e Puglia, la
Calabria si colloca ad oggi al quarto posto per valore dell' erogato
con 728 milioni di euro, confermando nel 2006 una crescita del 17,3%
rispetto al 2005. "Ancora una volta il 2006 è stato un
anno importante - dichiara Pasquale Giamboi, Amministratore Delegato
di Banca per la Casa del Gruppo UniCredit - nel mercato dei mutui.
Va detto che l'ultimo trimestre non è cresciuto rispetto allo
stesso periodo dell'anno precedente, anche in relazione a qualche
segnale di raffreddamento del mercato immobiliare. L'ulteriore incremento
dei tassi annunciato, potrebbe rendere maggiormente riflessive le
famiglie italiane nel ricorso all'indebitamento e più responsabile
la valutazione del credito da parte delle banche". In Calabria maggiori introiti del Fisco dopo gli accertamenti 31/05 Sono "soddisfacenti", in Calabria, i risultati dell'
attività di contrasto all' evasione fiscale messe in atto dall'
Agenzia delle Entrate nel 2006 e nel primo quadrimestre del 2007.
Le riscossioni derivanti da accertamenti, nel corso del 2006, hanno
fatto registrare un incremento di circa il 24% rispetto all' anno
precedente. "L' attività relativa allo scorso anno - è
scritto in un comunicato - evidenzia la tendenza, sempre più
diffusa da parte dei contribuenti sottoposti ad atti di accertamento,
a preferire un accordo transattivo con il Fisco, oppure, a pagare
immediatamente quanto dovuto usufruendo della riduzione delle sanzioni
relative, anziché intraprendere un contenzioso con l' Amministrazione
finanziaria". Scendendo nel dettaglio, sono stati 16.719 gli
accertamenti effettuati l' anno scorso per imposte dirette, Irap e
Iva, con un incremento del 25% rispetto al 2005: di questi, 165 controlli
sono riferiti a contribuenti con un volume d' affari superiore a cinque
milioni di euro, per i quali è stata accertata una maggiore
imposta pari a 27 milioni di euro. Per quanto riguarda invece le società
di capitali, i controlli eseguiti sono stati 660, con una maggiore
imposta accertata di 117 milioni di euro, mentre riguardo a soggetti
che hanno dichiarato crediti Iva, sono stati effettuati 2.284 accertamenti,
con un recupero di 18 milioni di euro di minor credito Iva spettante
e di 21 milioni di euro di imposta a debito. Infine, nel primo quadrimestre
del 2007 sono stati eseguiti 3.992 accertamenti per imposte dirette,
Irap e Iva, e 59 verifiche generali, mentre i verbali di constatazione
notificati a partire dal 29 novembre 2006 sino ad oggi, relativi alla
mancata emissione di scontrini e/o ricevute fiscali, sono stati in
totale 1.541. Convenzione Confidi-Banca Intesa per finanziare le imprese 25/05 Una convenzione mirata a finanziare le politiche di investimento
e di sostegno in favore delle piccole imprese locali è stata
stipulata tra Banca Carime e Confidi Magna Grecia. L' intesa, che
prevede un plafond di 25 milioni di euro, è stata stipulata
dal direttore generale di Banca Carime, Riccardo Sora, e dal presidente
di Confidi Magna Grecia Francesco Coscarella. "La convenzione
si prefigge - è scritto nel testo - anche di accompagnare lo
sviluppo delle aziende tramite l' offerta di prodotti e servizi che,
integrati alla proposta finanziaria, permetteranno di facilitare la
gestione ed ottenere una riduzione significativa dei costi".
"Attraverso l' iniziativa - è scritto in una nota - prende
il via il progetto 'Sostegno alle Pmi', frutto dell' intensa collaborazione
fra la Banca e il Confidi e reso possibile grazie anche al nuovo slancio
generato dall' appartenenza di Carime al Gruppo Ubi Banca, quarto
gruppo bancario italiano. Anche attraverso le società del Gruppo
Ubi Banca, Carime metterà a disposizione delle Piccole medie
imprese associate al Confidi Magna Grecia prodotti ad alto valore
aggiunto ed in particolare: e-commerce (Coralis) il portale internet
che fornisce servizi extrabancari finalizzati a favorire l' incontro
tra domanda e offerta con apposita 'vetrina on-line' e ottenere attraverso
le aste telematiche significativi risparmi per l'acquisto di strumenti
e materiali di consumo necessari per le esigenze aziendali; conti
correnti (Conto Utilio) con opportunità di risparmio su voci
di spesa e consumi, tra cui, carburante, energia e telefonia; coperture
assicurative danni (Bpu Assicurazioni) in grado di proporre le soluzioni
più adatte per proteggere i beni aziendali e l' impresa nel
suo complesso con assistenza personalizzata; accesso alla finanza
agevolata (Sf Consulting) per individuare le opportunità volte
ad ottenere agevolazioni a fronte di programmi di investimento".
"Sul fronte finanziario - è scritto nella nota - il pacchetto
prevede l' erogazione di finanziamenti destinati a investimenti produttivi,
a ristabilire l' equilibrio finanziario, alla ricapitalizzazione aziendale,
alla innovazione tecnologica, al risparmio energetico, alla formazione
del personale, alla certificazione di qualità e ad ogni altra
esigenza finalizzata a creare valore nell'azienda. Il plafond iniziale
messo a disposizione da Banca Carime è di euro 25 milioni di
euro ed i singoli finanziamenti potranno essere di importo fino a
un milione di euro e coprire, anche per intero, il progetto di investimento
dell' impresa" Sud sempre più povero: 7 famiglie povere su 10 sono a Mezzogiorno 23/05 In Italia vivono oltre due milioni e mezzo di famiglie povere,
l'11,1 del numero complessivo. Si tratta di 7 milioni e mezzo di persone
pari al 13,1% della popolazione residente. Lo ricorda l'Istat che,
alla vigilia della Conferenza nazionale della famiglia che si apre
domani a Firenze, fornisce la fotografia del disagio economico delle
famiglie italiane. Ecco alcuni dati. - Il 14,7% delle famiglie arriva
con molta difficoltà alla fine del mese ed il 28,9% non può
far fronte ad una spesa imprevista di importo come 600 euro. Le spese
mediche hanno creato disagio ad una famiglia su 8. Il 5,8% ha avuto
problemi anche per mangiare. Nel Mezzogiorno, il 5% delle persone
non si può permettere un'alimentazione adeguata. - La metà
delle famiglie povere (ci si riferisce alla povertà relativa
quella che considera i consumi) hanno al proprio interno almeno un
componente con più di 65 anni. - Sette famiglie povere su 10
vivono nelle regioni del Sud. - La regione meno povera è l'Emilia-Romagna
(2,5%); segue la provincia di Bolzano (4%) e la Lombardia (3,7%).
In fondo alla classifica, Sicilia (30,8%), Campania (27%), Basilicata
(24,5%). Al sud in positivo spicca l'Abruzzo dove la percentuale di
famiglie povere è l'11,8%. - Le famiglie povere sono quelle
numerose, quelle composte da anziani e/o da disoccupati. I nuclei
con 5 o più componenti presentano livelli di povertà
più elevati: il 26,2% di questi nuclei vive in povertà,
sfiora il 40% al sud. Tra le famiglie con almeno un anziano l'incidenza
di povertà (13,6%) è superiore di oltre 2 punti percentuali
alla media e sale al 15,2% tra quelle con almeno due over 65. A rischio
anche quelle dove il capofamiglia è donna. - Tra le famiglie
in cui è presente almeno un anziano la quota di quelle povere
è diminuita, passando dal 15,5% del 1997 al 13,6% del 2005.
- Le famiglie percepiscono in media 2.750 euro al mese (2004). Ma
quelle meridionali possono contare su 3/4 del reddito di quelle settentrionali.
In Lombardia si ha il reddito medio più alto (32 mila euro),
in Sicilia quello più basso (21 mila). - Quasi 12 milioni di
famiglie percepiscono uno o più redditi da pensione. Per 2.7
milioni la pensione è l'unica fonte di reddito. Possono contare
sulla pensione come unico reddito (quasi 2 mila euro l'anno in meno
della media nazionale) il 27,5% delle famiglie nel mezzogiorno, il
21,2% del nord e il 19,4% del centro. Per 21 mila famiglie, la pensione
sociale rappresenta l'unica fonte di reddito familiare. Assemblea ordinaria della BCC Mediocrati 20/05 L’Assemblea ordinaria 2007 dei soci del Credito Cooperativo
Mediocrati, svoltasi a Montalto Uffugo, conferma la grande capacità
d’attrazione esercitata dalla banca Mediocrati sul territorio
di propria competenza, infatti il numero complessivo dei soci, a fine
2006, era pari a 2.433. Aumentano i finanziamenti delle banche alle imprese calabresi (+15%) 15/05 E' sempre più dinamico il rapporto tra banche e Mezzogiorno, con la Calabria in particolare ai primi posti per quanto riguarda l' erogazione di finanziamenti bancari alle imprese: tra dicembre 2005 e dicembre 2006, infatti, i settori produttivi regionali hanno registrato una crescita del 15% per un ammontare di 7,4 miliardi di euro. A rilevarlo è l' ultimo rapporto dell'Osservatorio permanente banche-imprese (costituito da Abi e 13 associazioni imprenditoriali) presentati dal Presidente di Abi Calabria, Marcello Calbiani. Calbiani, è scritto in una nota, "ha riunito a Cosenza la Commissione regionale per definire un' agenda di lavoro sui temi di interesse comune con imprese e professionisti: in primo piano Basilea2, il ruolo dei Confidi, l' internazionalizzazione, la nuova 488, mentre sono già andati in porto sul territorio alcuni incontri sulla riforma del diritto fallimentare che porterà benefici tangibili all' economia regionale in termini di efficienza e competitività". "La riunione - prosegue la nota - è stata anche occasione per incontrare il Commissario della Camera di commercio di Cosenza, Pietro Rende, ed il presidente dell' Associazione provinciale degli industriali cosentini, Raffaele De Rango". "Il rapporto tra banche e imprese - ha sostenuto Calbiani - si consolida creando, così, le condizioni per una nuova stagione di crescita della nostra regione. E' un buon segnale che il settore creditizio mantenga la sua attenzione verso un' area con grandi potenzialità. Il nostro compito sarà quello di confrontarci e collaborare con i principali attori economici sul territorio per creare nuove opportunità di sviluppo". Tutte le principali province, secondo quanto emerso dal rapporto, hanno segnato un buon incremento dei finanziamenti: in testa Reggio Calabria con una crescita del 22,6% pari a 1,8 miliardi, Catanzaro con 17,1% ha raccolto circa 1,6 miliardi e Cosenza con 2,7 miliardi di euro ha raggiunto un +12%. "Quello della Calabria - conclude la nota - non è un caso isolato, ma rientra in una classifica che ha visto nel 2006 le principali regioni del Mezzogiorno (Campania +24,6% - Sicilia +14,2% - Puglia +13,1%) battere il Nord nella richiesta di finanziamenti per le imprese". Convegno sugli incentivi alle imprese, ultimo bando della 488 nel 2007 10/05 Del sistema degli incentivi alle imprese si è discusso
nel corso di un incontro sul tema "Il sistema degli incentivi
tra passato e futuro" svoltosi a Roma ed organizzato dal segretario
di Presidenza della Camera dei Deputati e presidente della Fondazione
'I Sud del Mondo Onlus', Giuseppe Galati (Udc). Nel corso del convegno
- è scritto in una nota diffusa dal deputato dell'Udc - il
direttore generale per il Coordinamento degli incentivi alle impresé
del Ministero dello sviluppo Economico, Paola Verdinelli De Cesare,
si è soffermata su un'analisi dei risultati delle politiche
in materia di investimenti pubblici e agevolazioni, analizzando le
prospettive della programmazione 2007-2013 e i punti centrali del
decreto 'Industria 2015'. Il Colonnello Giancarlo Pezzuto, comandante
del Nucleo speciale 'Spesa pubblica e Repressione delle frodi comunitarie',
ha evidenziato l'impegno significativo della Guardia di Finanza, citando
dati eloquenti: fra il 2004 e il 2006, le fiamme gialle hanno condotto
6.623 interventi nel settore degli incentivi, individuando 2.117 miliardi
di euro percepiti indebitamente. Pezzuto, in chiusura del suo intervento,
ha ricordato inoltre che nel mirino della magistratura sono finite
oltre 8.500 persone e che, dal gennaio 2005 al settembre 2006, la
Guardia di Finanza ha eseguito importanti sequestri di beni e disponibilità
finanziarie. Secondo il Consigliere Gianfranco Donadio - prosegue
la nota - della Direzione Nazionale Antimafia, dietro le truffe legate
alla legge 488/92 si annidano esponenti della criminalità organizzata:
'briganti che vogliono diventare galantuomini'. La malavita si è
inserita nel business delle società che forniscono consulenze
alle imprese in cerca di finanziamenti, per poi entrare nelle aziende
con un volto 'ripulito', lontano dagli sguardi del fisco e della magistratura.
Donadio ha sollecitato il ministero a lavorare su un quadro statistico
reale, con l'obiettivo di realizzare una contabilità dedicata:
se intorno al meccanismo degli incentivi esiste una casistica giudiziaria
di rilievo, occorre puntare non solo su azioni di repressione ma anche
su politiche efficaci di prevenzione. La gestione degli incentivi
allo sviluppo è stato il tema affrontato da Gianfranco Verzaro,
direttore generale Artigiancassa, che ha approfondito il ruolo delle
banche concessionarie e del ministero dello Sviluppo Economico. Ha
soffermato la sua attenzione sullo scenario dell'Unione europea, sulla
struttura del sistema industriale italiano, sul deficit di competitività,
sulle risposte della Pubblica Amministrazione. Il Vice Ministro allo
Sviluppo Economico, Sergio D'Antoni, ha concluso i lavori del seminario
- conclude la nota - confermando la volontà del governo di
chiudere con la 488: ha ribadito che nel 2007 ci sarà l'ultimo
bando per questa legge di agevolazione che andrà in pensione
proprio in coincidenza con il riordino del sistema degli incentivi
alle imprese che il governo varerà nei prossimi mesi. Ha poi
ricordato l'intenzione del Ministero di concentrarsi sulle questioni
relative al credito d'imposta per investimenti e occupazione, alle
zone franche urbane, agli stage di formazione finalizzati al lavoro.
Tra gli obiettivi evidenziati da D'Antoni, anche una convenzione con
la Cassa Depositi e Prestiti per lo start up delle imprese. Utile netto del +20.7% per Banca Carime nel I trimestre 10/05 Il Cda di Banca Carime ha approvato i risultati al 31.03.2007. La gestione economica ha prodotto un utile netto di 16,1 milioni, in crescita di 2,8 milioni su base annua (+20,7% rispetto ai 13,4 milioni di marzo 2006). Al 31 marzo 2007, il conto economico evidenzia un utile dell'operativita' corrente al lordo delle imposte in crescita del 17,6% a 28,4 milioni rispetto ai 24,1 milioni circa del marzo 2006. Gli impieghi di Banca Carime hanno evidenziato un favorevole andamento anno su anno, con un incremento complessivo dell'aggregato da 3,3 a 3,6 miliardi (+8,5%) determinato dalla crescita sostenuta dei mercati retail (consumatori e piccole aziende) e corporate. La raccolta totale da clientela si e' attestata a 13,7 miliardi (-0,7% su base annua): in particolare, la raccolta diretta e' rimasta invariata rispetto al marzo 2006 a 7 miliardi, mentre la raccolta indiretta si e' ridotta da 6,7 miliardi a 6,6 miliardi a causa della flessione del risparmio amministrato (da 1,8 a 1,6 miliardi) e del risparmio gestito ( da 3,9 a 3,8 miliardi), mentre il risparmio assicurativo ha registrato un incremento del 18,6% da 1,0 a 1,2 miliardi. Al 31 marzo 2007, il patrimonio netto di Banca Carime, incluso l'utile di periodo, risulta pari a 1.561,8 milioni. Abi Calabria “Nuove regole per i fallimenti, porteranno benefici” 08/05 "Le nuove regole introdotte con la riforma del diritto
fallimentare porteranno benefici tangibili all'economia regionale
in termini di efficienza e competitività. Sarà possibile
gestire con più rapidità situazioni di crisi, con il
risultato di un rafforzamento dei livelli di trasparenza e della collaborazione
tra banche e imprese". Lo ha dichiarato, oggi a Cosenza, il Presidente
della Commissione regionale Abi Calabria, Marcello Calbiani, intervenendo
ad un convegno sul "Nuovo diritto fallimentare", e sottolineando
che "abbiamo la possibilità di utilizzare strumenti più
moderni ed efficaci per favorire uno sviluppo concreto dei nostri
settori produttivi". All'incontro sono intervenuti Pierino Rende,
Commissario straordinario della Camera di Commercio di Cosenza, Maurizio
Napolitano, Presidente dell'Ordine dei commercialisti di Cosenza,
Eustachio Ventura, Presidente del Collegio dei ragionieri locali,
e Sergio Battaglia del Settore Affari legali Abi. L'auspicio emerso
nel corso del convegno è che dalle nuove regole emerga un'inversione
di tendenza rispetto allo svantaggio competitivo che l'Italia, soprattutto
il Mezzogiorno, ha nei confronti dell'Europa, anche a causa delle
lungaggini delle procedure fallimentari. Stando alle statistiche,
infatti, mentre all'estero un fallimento si chiude in tre anni e mezzo,
con un recupero in genere del 50% del credito, in Italia per i fallimenti
ci vogliono sette anni, con punte al Sud di dieci anni per un recupero
in media del solo 15% del credito. "Con la riforma - si è
detto - gli obiettivi possibili dovrebbero essere il rilancio della
competitività, la diminuzione del costo del denaro, e l'attrazione
degli investimenti sul territorio". Presentati anche i dati dell'ultimo
rapporto dell'Osservatorio permanente banche-imprese (costituito da
Abi e 13 associazioni imprenditoriali): tra settembre 2005 e settembre
2006 sono stati 13,6 miliardi di euro i finanziamenti bancari al sistema
economico regionale (una crescita del 7,2%). Nello stesso periodo,
per le famiglie i crediti sono stati di 5,4 miliardi (+6,9%) e per
le imprese di 7,1 miliardi (+2,2%). In primo piano tra i settori produttivi
spiccano l'industria con 1,7 miliardi di impieghi e il 6% di crescita,
e l'artigianato con 548 milioni per un incremento annuale del 6,9%. Confidi Magna Grecia approva il bilancio 2006 07/05 Ottocentosettantasei aziende socie, 56 milioni di euro di finanziamenti
per circa 26 milioni di garanzie in essere, 18 milioni di nuovi finanziamenti
erogati nell' anno dalle Banche convenzionate ed un patrimonio consortile
di 6,5 milioni di euro; il tutto confortato da un risultato economico
positivo che conferma il consolidamento dell'equilibrio gestionale.
Sono questi i dati più significativi esposti da Francesco Coscarella,
presidente del Confidi Magna Grecia, nel corso dell' assemblea che
ha approvato il bilancio 2006 del Confidi. "Si tratta di dati
che - afferma Coscarella - confermano come il Confidi Magna Grecia
abbia tutte le carte in regola per continuare a giocare un ruolo da
protagonista in quello che, in base al nuovo scenario normativo, può
definirsi un vero e proprio 'mercato della garanzia', capace di superare
i tradizionali limiti provinciali e settoriali, aprendosi alla competizione
di soggetti forti, dinamici e provenienti da altri territori. Affinché
l' obiettivo di valorizzare il patrimonio di intelligenze e competenze
maturate all' interno del Confidi Magna Grecia possa essere raggiunto
pienamente ed in tempi compatibili con i mutamenti in corso, è
auspicabile la forte e convinta convergenza di quanti, in misura e
differente responsabilità, sono coinvolti in questo processo".
"Per quanto riguarda le prossime iniziative a favore delle Pmi
calabresi - è scritto in una nota - il Confidi Magna Grecia
é pronto ad offrire la propria assistenza e la garanzia consortile
alle imprese operanti in Calabria che vorranno usufruire dei contributi
previsti dalla nuova Legge 598 per il consolidamento delle passività
bancarie a breve e gli investimenti per l' innovazione tecnologica,
tutela ambientale, innovazione organizzativa e commerciale, sicurezza
sui posti di lavoro. Le agevolazioni prevedono, a fronte della concessione
di finanziamenti bancari a medio lungo termine, l' erogazione di contributi
in conto interessi e contributi per l' abbattimento del costo di accesso
alla garanzia di un Confidi regionale come, per l'appunto, il Confidi
Magna Grecia". In Calabria 4.500 posti in meno negli ultimi 5 anni 03/04 4mila e 500 posti di lavoro bruciati negli ultimi cinque anni,
almeno altri 2.600 a rischio. Con metalmeccanico e il tessile in testa
ai settori colpiti dalla crisi. Lo scrive, oggi, il Sole 24 Ore in
un rapporto sull'economia calabrese affidandosi a stime della Uil
regionale. A livello territoriale, secondo Il Sole è stata
la provincia di Vibo Valentia a perdere il maggior numero di occupati
a causa del crollo delle commesse del Nuovo Pignone, azienda ex Eni
venduta alla General Electric. Nello stabilimento che produce scambiatori
e condensatori d'aria si sono persi 300 posti, mentre altri 1.500
sono venuti meno nell'indotto delle piccole imprese che lavorano per
il Nuovo Pignone. Altra area colpita dalla crisi del metalmeccanico
è Reggio Calabria, dove il crollo della commesse delle Officine
Meccaniche Calabresi (gruppo Ansaldo) ha portato alla perdita, nell'indotto,
di 220 posti. Le aziende tessili, presenti soprattutto in provincia
di Cosenza, sono proprio sparite. Così la Marlane-Marzotto
di Praia a Mare, la Manifattura del Crati di Castrovillari e la Foderauto
Bruzia di Belvedere Marittimo chiudendo hanno causato la perdita di
un migliaio di posti di lavoro. Utile netto di 70 milioni per Banca Carime 15/03 Il consiglio di amministrazione di Banca Carime ha approvato
il progetto di bilancio a fine 2006 con una gestione economica che
ha prodotto nell' anno passato un utile netto di 69,4 milioni. Utile
conseguito - è detto in una nota dell' istituto di credito
- senza l'apporto di componenti straordinarie, in crescita di 27,4
milioni su base annua (+65,4% rispetto ai 41,9 milioni del 2005).
Al 31 dicembre 2006, il conto economico evidenzia proventi operativi
per 403,8 milioni di euro contro i 398,5 milioni del 2005 che comprendevano
componenti straordinarie per 21,7. Nella nota carime si sottolinea
l'incremento del margine d'interesse, attestatosi a 269,9 milioni
di euro rispetto ai 255,9 milioni del 2005 (+5,5%) grazie alla positiva
evoluzione degli impieghi e al contributo della raccolta; la sostanziale
stabilità delle commissioni nette pari a 109,4 milioni di euro
(-0,5 milioni rispetto al 2005); la crescita del risultato dell'attività
di negoziazione e di copertura attestatosi a 15,2 milioni di euro
(4,5 milioni nel 2005). Nel corso del 2006 è proseguito - si
aggiunge - il contenimento degli oneri operativi, ridottisi anno su
anno del 10,2%, da 309,9 a 278,3 milioni di euro, grazie soprattutto
alla diminuzione evidenziata dalle spese del personale da 197,3 a
165,2 milioni (-16,3% in parte determinata da minori accantonamenti
straordinari per 26,7 milioni e dalla riduzione del personale) e dalle
rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali
da 13,5 a 12,9 milioni (-4,1%), mentre le altre spese amministrative
hanno registrato un lieve incremento da 99,2 a 100,2 milioni (+1,0%).
Le rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti hanno
evidenziato una contrazione da 12,3 milioni di dicembre 2005 a 10
milioni di dicembre 2006, a comprova della buona qualità del
portafoglio in essere e dell'attenzione posta all'allocazione del
credito. Infine, il risultato di periodo sconta un carico fiscale
di 48,5 milioni di euro (36,9 a dicembre 2005).Tale risultato consentirà
di proporre all'Assemblea degli azionisti un dividendo unitario di
euro 0,04644 alle 1.411.738.948 azioni ordinarie che compongono il
capitale della Banca, detenuto per l'85,8251% da Banche Popolari Unite
Scpa; per il 14,1478% da Aviva SpA e per lo 0,0271% da altri soci.
Gli impieghi di Banca Carime hanno evidenziato un "ottimo andamento
anno su anno", con un incremento complessivo dell'aggregato da
3,3 a 3,7 miliardi di euro (+12,4%) determinato dalla crescita sostenuta
sia del mercato Retail che di quello Corporate. Rimane elevata la
qualità del credito, con un rapporto sofferenze + incagli netti
/totale impieghi pari all'1,19% (1,43% al 31/12/2005). La raccolta
totale da clientela é passata da 13,7 a 13,8 miliardi di euro,
principalmente per effetto della crescita della raccolta diretta (attestatasi
a 7,2 miliardi rispetto ai 7 miliardi di dicembre 2005), mentre la
raccolta indiretta si è ridotta da 6,7 miliardi a 6,6 miliardi
di euro a causa della flessione del risparmio amministrato (da 1,8
a 1,6 miliardi), mentre il risparmio gestito ha registrato un incremento
dell'1,4% da 4,9 a 5 miliardi di euro per effetto della performance
positiva nel risparmio assicurativo (+16,4% a 1,1 miliardi di euro).
Al 31 dicembre 2006, il patrimonio netto di Banca Carime, incluso
l'utile d'esercizio, risulta pari a 1.611,5 milioni di euro. Il coefficiente
di solvibilità individuale è del 19,03% rispetto al
requisito minimo del 7% richiesto per le banche appartenenti ai Gruppi
Bancari. Banca Carime conta, al 31 dicembre 2006, 325 sportelli retail
(di cui 15 in via di dismissione), 7 corporate banking office e 7
private banking office. L'organico risulta composto da 2.700 risorse,
in contrazione di 107 unità rispetto al 31 dicembre 2005. Per l’Istat inflazione al ribasso 14/03 Al netto dei tabacchi l'inflazione a febbraio ha registrato
una variazione tendenziale di +1,7% mentre su base congiunturale è
stata pari a +0,3%. L'andamento dell'inflazione a febbraio, spiega
l'Istat, risente principalmente dell'accelerazione dei prezzi nel
comparto dei servizi i cui effetti sulla dinamica dell'indice generale
dei prezzi al consumo sono stati parzialmente controbilanciati dalla
flessione del ritmo di crescita tendenziale dei prezzi nel settore
dei beni. Un significativo contributo al contenimento dell'inflazione
deriva dal perdurare della fase di flessione dei prezzi dei beni energetici
iniziatosi a settembre 2006. Un freno alla crescita dei prezzi è
dovuto anche al rallentamento sul piano tendenziale dei prezzi dei
beni alimentari nonostante risultino lievemente aumentati rispetto
a gennaio scorso. Un sostegno all'inflazione si deve invece agli aumenti
dei prezzi dei tabacchi. Per quanto riguarda i capitoli di spesa,
gli aumenti più marcati nell'arco degli ultimi 12 mesi hanno
interessato il capitolo bevande alcoliche e tabacchi (+4,6%), abitazione,
acqua, elettricità e combustibili (+4,1%), alimentari e bevande
analcoliche (+2,5%). La tendenza alla flessione dei prezzi è
stata confermata nel capitolo delle comunicazioni (-5% negli ultimi
12 mesi) e nei servizi sanitari e spese per la salute (-1,2% tendenziale).
Sensibilmente inferiore al tasso di inflazione, rileva l'Istat, è
risultato il ritmo di crescita nei trasporti che a febbraio è
risultato pari all'1%. La scomposizione del tasso tendenziale di crescita
dell'indice generale nei contributi imputabili ai diversi capitoli
evidenzia che a febbraio scorso il contributo maggiore é attribuibile
al capitolo abitazione, acqua, elettricità e combustibili che
assieme a quello alimentari e bevande analcoliche spiega oltre il
45% del tasso di inflazione. All'interno del comparto energetico viene
evidenziata la flessione del prezzo della benzina verde che registra
diminuzioni sia rispetto a gennaio scorso (-1,2%) sia rispetto a febbraio
2006 (-4,1%). Il prezzo del gasolio per auto diminuisce sia sul piano
congiunturale (-2,4%) sia su quello tendenziale (-5,9%). Per quanto
riguarda i prodotti energetici per uso domestico, restano stabili
rispetto a gennaio i prezzi del gas (+5,5% la variazione negli ultimi
12 mesi) mentre i combustibili liquidi registrano una diminuzione
del prezzo dello 0,6% su base congiunturale e del 4,7% su quello tendenziale.
Forte la crescita dei prezzi dei tabacchi (+2,7% rispetto a gennaio
e +6% rispetto all'anno precedente). Tra i servizi, l'Istat sottolinea
l'aumento dell'8,1% su base tendenziale della tariffa sui rifiuti
solidi, del 6,6% delle tariffe ferroviarie mentre si riducono i prezzi
dei servizi di telefonia (-0,6% rispetto a gennaio e -0,8% rispetto
al 2006) Per l’Abi “Sono in crescita i finanziamenti ai settori produttivi in Calabria” 13/03 I principali settori produttivi locali hanno raccolto finanziamenti
bancari per 7,1 miliardi di euro (+2,2% tra settembre 2006 e lo stesso
periodo dell' anno precedente) e "stanno mostrando la giusta
vitalità per poter cogliere le opportunità di sviluppo
offerte da una congiuntura economica favorevole". E' quanto afferma
l' Abi (l' Associazione bancaria italiana) in una nota nella quale
si sottolinea che "allo stesso tempo si rafforzano le relazioni
con il sistema bancario e ciò rappresenta una porta d' accesso
importante verso i mercati esteri". E proprio l' internazionalizzazione
come scelta strategica delle banche per spingere le esigenze di crescita
del territorio, è stato l' argomento al centro del convegno
sul tema "Internazionalizzazione e nuovi scenari del rapporto
banca-impresa", svoltosi oggi a Crotone. All' incontro hanno
partecipato il presidente della Commissione regionale, Marcello Calbiani;
il sindaco di Crotone, Peppino Vallone; il presidente della Provincia
di Crotone, Sergio Iritale; il presidente della Camera di Commercio,
Francesco Barretta; il direttore generale del Dipartimento Attività
produttive della Regione, Francesco De Grano; la responsabile del
Servizio studi e promozione economica della Camera di Commercio, Maria
Cilento; il responsabile dell' Ufficio Trade estero di Intesa Sanpaolo,
Alfonso Santilli; i rappresentanti locali di Confindustria, Confagricoltura,
Confartigianato, Confapi, Cna, Confcommercio, Coldiretti e Confcooperative.
Nel corso del convegno sono stati presentati i dati dell' ultimo Osservatorio
permanente sui rapporti banche-imprese (costituito dall' Associazione
bancaria italiana e 13 associazioni imprendioriali) ed è emerso
che i finanziamenti bancari al sistema economico regionale hanno raggiunto
quota 13,6 miliardi di euro per una crescita del 7,2%. Nel dettaglio,
il comparto industriale ha registrato un incremento del 6% con 1,7
miliardi di euro di impieghi; l' artigianato un aumento del 6,9% pari
a 548 milioni di euro; si è mantenuto stabile il settore commerciale
ed alberghiero con circa 2,3 miliardi di euro. Grande disponibilità
nei confronti delle famiglie cui sono stati destinati impieghi complessivi
che ammontano a 5,4 miliardi di euro (+6,9%). Il presidente della
Commissione regionale Abi Calabria, Marcello Calbiani, ha sottolineato
che "l' obiettivo del settore bancario è spingere la presenza
dei nostri settori produttivi nel mercato globale, sviluppando ulteriormente
la capacità di attrazione di investimenti dall'estero sul territorio.
In questo senso, relazioni sempre migliori tra banche e imprese locali
possono dare alla Calabria la possibilità di contribuire a
rilanciare la crescita del Paese" Calabria ultima regione per sportelli bancari procapite 10/03 Trento e' la citta' italiana dove e' piu' facile imbattersi
in una banca, mentre e' Caserta il luogo dove minore e' la diffusione
degli sportelli bancari. Questo, almeno, e' quanto emerge dalla classifica
delle province italiane per numero di sportelli contenuta nel quinto
rapporto annuale sul credito provinciale, realizzato da Unioncamere
in collaborazione con l'Istituto Tagliacarne. A Trento, infatti, si
registra la presenza di uno sportello bancario ogni circa 1.000 abitanti,
mentre a Caserta il rapporto e' di 1 a 5.000. Il rapporto fra abitanti
ed infrastrutture creditizie, rileva lo studio, e' generalmente molto
basso nelle province del Mezzogiorno (non a caso le ultime 10 posizioni
della classifica nazionale sono occupate tutte da province meridionali,
con Caserta, Crotone e Reggio Calabria nelle quali il rapporto numero
di sportelli/popolazione-imprese appare piu' basso). Cio' potrebbe
far ipotizzare un mercato del credito meno concorrenziale che, non
favorendo l'incontro di domanda e offerta, sarebbe una delle cause
del costo del denaro piu' elevato per le imprese meridionali. Di seguito
una tabella con le prime dieci e le ultime dieci province per numero
di sportelli (anno 2005):
Presentato l’undicesimo Rapporto sul credito di Artigiancassa 07/03 Dei 54,8 miliardi di crediti concessi alle imprese artigiane
italiane dal sistema bancario, 675 milioni sono stati destinati ad
imprese artigiane della Calabria. E' questo il dato principale che
emerge dal "Rapporto sul credito e sulla ricchezza finanziaria
delle imprese artigiane 2006", realizzato da Artigiancassa e
giunto all' undicesima edizione. Dal "Rapporto", che analizza
a livello regionale e provinciale i principali fenomeni che caratterizzano
il credito al comparto artigiano, risultano inoltre altri dati sulla
quantità e sulla qualità dei finanziamenti artigiani.
Al 31 dicembre 2005, è scritto nel rapporto, gli impieghi in
essere a favore delle imprese artigiane sono stimati a 54.800 milioni
di euro, pari al 4,4% dell' intero credito bancario al sistema delle
imprese. Nell' evoluzione degli ultimi cinque anni, l' incidenza degli
impieghi artigiani sul totale degli impieghi bancari si è ridotta,
passando dal 4,9% del 2001 al 4,4% del 2005. Dei 54.800 milioni di
euro, 46.800 sono localizzati nelle Regioni del Centro-Nord che, quindi,
assorbono oltre l' 85% degli impieghi artigiani complessivi. "A
livello regionale - rileva il rapporto - risultano differenze significative
in termini di incidenza del credito destinato alle imprese artigiane
sul totale dei crediti bancari alle imprese. Le percentuali più
elevate si registrano nelle Marche (9,4%) e in Umbria e Trentino Alto
Adige (8,3%), le più basse nel Lazio (1,1%) e in Campania (2,2%).
La percentuale della Calabria (5,1%) è superiore alla media
nazionale e a quella del Meridione (in entrambi i casi, 4,4%)".
Su base provinciale, la percentuale finanziamenti artigiani/finanziamenti
totali più alta si registra a Macerata (13,3%), la più
bassa a Roma (0,7%). Nelle province calabresi si registra: Cosenza
6,2%, Vibo Valentia 5,4%, Reggio Calabria 4,5%, Catanzaro e Crotone
4,1%. L' importo medio del finanziamento per singola impresa artigiana
è di 37.100 euro, con una forbice molto ampia tra Centro Nord
(42.700 euro) e Mezzogiorno (21.100 euro). Gli importi medi unitari
più elevati si registrano in Trentino Alto Adige (91.500 euro)
e nelle Marche (59.300 euro), quelli più ridotti in Campania
(13.700 euro) e Lazio e Calabria (17.200 euro). In merito alle diverse
tipologie per dimensioni delle imprese artigiane, l' ammontare degli
impieghi bancari (54.000 milioni di euro) si distribuisce in modo
differenziato: l' incidenza maggiore (52,5% del totale) riguarda le
imprese con 6-19 addetti; le imprese fino a 5 addetti rappresentano
il 42% e quelle con oltre 19 addetti il 5,5%. Per quanto concerne
la qualità del credito erogato alle imprese artigiane su scala
nazionale, il 52,7% dei finanziamenti bancari è a medio/lungo
termine. Le Regioni in cui gli artigiani maggiormente ricorrono al
credito a breve termine sono la Sicilia (51,7%), la Campania (51,4%)e
il Lazio (50,9%); quelle ove vi ricorrono meno sono la Liguria (40,7%),
l'Abruzzo (42,5%) e la Puglia (42,6%). In Calabria, la percentuale
di finanziamenti a breve è del 48,9%. Sul totale del credito
bancario destinato al settore artigiano, la quota agevolata ammonta
a 3.250 milioni di euro, pari al 5,9% del totale. Nel Mezzogiorno
questa quota sale all'11,8% a fronte del 4,9% del Centro-Nord. In
Calabria, la percentuale di finanziamenti artigiani agevolati è
del 7,6%. "La ricchezza finanziaria delle imprese artigiane -
conclude il rapporto - è stimata in 73.900 milioni di euro.
Su base territoriale il 79,2% della ricchezza finanziaria artigiana
è concentrata nel Centro-Nord. Non solo. Quattro regioni, Lombardia
(22,1%), Veneto (10,9%), Emilia Romagna (10,4%) e Piemonte (8,3%)
concentrano da sole oltre la metà del totale nazionale. In
Calabria si concentra l'1,5% del totale". Economia divisa tra eccellenze e negatività tra 228 imprese del cosentino 27/02 E' un'economia divisa tra eccellenze e negatività quella
che emerge dall'analisi dei bilanci delle prime 228 società
della provincia di Cosenza, effettuata dal centro studi economico
e finanziario Esg 89, editore degli Annuari economici. Dall'esame
dei documenti contabili del campione di spa, srl e coop, sono 19 (il
6,7% del totale), le aziende che chiudono con un utile netto prima
delle imposte superiore a 500 mila euro e solo 12 hanno un un risultato
netto superiore a un milione di euro. Il 25% delle società
analizzate, una su quattro, presenta invece un passivo. Regina indiscussa
a livello provinciale è Banca Carime che primeggia in tutte
le categorie prese in considerazione nello studio. La provincia di
Cosenza, secondo quanto viene fuori dalla radiografia di Esg 89, è
costituita perlopiù da piccole e medie imprese, infatti solo
due società superano i 100 milioni di euro di fatturato, mentre
la fascia più numerosa è quella con un fatturato inferiore
ai cinque milioni con oltre il 65% del totale del campione. Il 13,4%
del campione ha poi un fatturato superiore ai 10 milioni. Nella suddivisione
per settori merceologici il Commercio (dettaglio e ingrosso) risulta
il più numeroso (39%), seguito dall'Agricolo-Alimentare (13,2%).
Buona anche la presenza di industrie nel comparto dell'Edilizia con
una percentuale dell'10,5%. "Abbiamo analizzato il campione delle
società di capitali della provincia secondo il totale del patrimonio
netto - afferma Giovanni Giorgetti analista del centro studi - 94
società hanno iscritto a bilancio un valore superiore al 1.000.000
di euro (41% del campione) e 24 con un valore superiore ai cinque
milioni di euro. Sono invece 39 (il 17%) le società che hanno
un valore iscritto a bilancio inferiore ai 100.000 euro". "Inoltre
- prosegue Giorgetti - abbiamo analizzato un altro indice: il rapporto
oneri finanziari/fatturato, dato molto sensibile soprattutto per il
mondo bancario in vista di Basilea 2. Questo dato rileva, infatti,
che il 12% delle società di capitali della provincia di Cosenza
sono nella fascia di 'attenzione', in linea con il dato a livello
nazionale che è del 20% con un rapporto oneri/fatturato superiore
e/o uguale al 3%. Questo fenomeno - conclude Giorgetti - pertanto
non peserà sul sistema economico locale quando le regole di
Basilea 2 entreranno operativamente in vigore" La Calabria tra le quattro regioni più povere d’Europa 19/02 In Italia la più ricca è la Lombardia e la più
povera la Sicilia, ma tra le prime quindici regioni Ue con il più
alto pil per abitante non figura alcuna regione italiana: lo dice
Eurostat, l'ufficio europeo di statistica, che oggi ha reso noto il
prodotto interno lordo per abitante, espresso in standard di potere
d'acquisto, di 268 regioni dell'Ue-27. Secondo i dati, relativi al
2004, la regione di Londra resta la più ricca dell'Unione con
un pil per abitante pari al 303%, considerando 100 la media Ue-27.
Nella nuova fotografia, rispetto a quella diffusa nel settembre scorso
relativa al 2003 ed ancora riferita solo ai 25, quindi senza Romania
e Bulgaria, non figura più alcuna regione italiana nel gruppo
di testa delle più ricche. Dopo Londra, la classifica vede
Lussemburgo, Bruxelles-capitale, Amburgo, Vienna, la regione di Parigi
Ile de France, seguita da tre contee inglesi e dall'Alta Baviera.
In alcune regioni ricche, fa notare Eurostat, il livello di pil per
abitante è tuttavia molto influenzato anche dal flusso di pendolari
che aumentano la produzione ad un livello che non potrebbe essere
raggiunto della sola popolazione residente: è questo il caso,
in particolare, delle grandi città. Per l'Italia, che fino
al 2003 contava la provincia autonoma di Bolzano all'ottavo posto
in Ue, i dati Eurostat indicano la Lombardia al top con un pil pro-capite
del 141,5% rispetto alla media Ue, mentre fanalino di coda è
la Sicilia con il 67,3%. Anche in questo caso, tuttavia, la percentuale
della regione italiana è ben lontana da quella delle più
povere dell'Ue-27, tutte rumene e bulgare, se si escludono tre polacche.
La più povera dei Ventisette è la regione rumena del
Nord-est con il 24% di pil pro-capite rispetto alla media Ue. Tra
le 46 regioni che superano la soglia del 125% del pil pro-capite della
media Ue, otto sono regioni tedesche e inglesi, sette italiane, cinque
olandesi, quattro austriache e tre del Belgio. Nel gruppo di testa
delle italiane, con la Lombardia, anche Bolzano (140,2%), Lazio (131,8%)
ed Emilia Romagna (130,4%). Mentre tra le regioni che si situano sotto
il 75% della media Ue e quindi possono accedere ai fondi strutturali
che Bruxelles destina alle regioni più povere (obiettivo convergenza),
per l'Italia, oltre alla Sicilia, figurano la Puglia (69,8%), la Calabria
(68,5%) e la Campania (68,4%) De Rose (Confindustria) “La pubblica amministrazione non sia una palla al piede” 15/02 ''Il funzionamento della pubblica amministrazione rappresenta,
insieme ad altre piu' 'visibili' emergenze, una urgente necessita'
della Calabria''. E' quanto afferma il presidente di Confindustria
Calabria, Umberto De Rose che annuncia una serie di iniziative come
un ''osservatorio'' sul fenomeno e un numero verde a disposizione
degli imprenditori. ''Le ritardate o mancate risposte, ancor di piu'
di altri fattori - prosegue De Rose - sempre piu' spesso determinano
il successo o l'insuccesso di iniziative imprenditoriali, compromettendo,
in modo sempre piu' crescente, il corretto rapporto fra pubblico e
privato. Prima il grido d'allarme di Callipo, poi le forti dichiarazioni
di inizio anno del Superprefetto Luigi De Sena, ora Speziali; le vittime
impotenti e predestinate sono pero' sempre le stesse: le imprese.
A cio' si aggiunge una classe politica che, a tutti i livelli, sembra
incapace di fornire risposte, soluzioni o certezze ai bisogni ed alle
necessita' dei calabresi ed il quadro, ahime', si dipinge di tinte
sempre piu' fosche''. Per De Rose ''e' giunto pero' il momento di
non rimanere piu' passivi di fronte allo scempio che e' insieme politico,
economico e culturale; gli imprenditori intendono scendere in campo
piu' incisivamente per cambiare le cose. Il tempo delle attese e'
finito. In questo senso vanno, percio', una serie di iniziative che
come Confindustria Calabria, ma anche come Tavolo unitario dell'economia
e del lavoro, si intendono portare avanti per incidere di piu' e meglio
nel difficile rapporto fra la pubblica amministrazione e le imprese''.
''Sul piano prettamente operativo - sottolinea De Rose - la Confindustria,
avendo ben presente che tali atteggiamenti della pubblicazione amministrazione
si perpetuano anche a causa della difficolta' o del timore delle singole
imprese ad agire processualmente a tutela dei propri interessi, intende
agire per loro conto attraverso la formula della procura alla lite
o del mandato collettivo per sostenerne le istanze nel contenzioso.
Inoltre, congiuntamente a tutte le altre categorie economiche, sara'
attivato un numero verde a supporto di un osservatorio che fungera'
da ricettore delle istanze imprenditoriali su tale problematica e
che servira' ad individuare forme e modalita' per un piu' proficuo
e corretto rapporto da concertare con la Regione l'Anci e l'Upi. Con
questa iniziativa si intende ribadire che non e' piu' il tempo delle
parole, e' oramai il tempo dei fatti. E' del tutto evidente che il
problema e' anche e soprattutto di qualificazione dell'intera macchina
amministrativa a tutti i livelli oltre che di semplificazione, ma,
aspettando le riforme che verranno, sosterremo ogni imprenditore nel
difficile cammino verso la 'normalita''' Cosenza la provincia italiana con più lavoratori over 55 14/02 E' Cosenza la provincia italiana in cui si trova il più
alto numero (il 40,7%) di lavoratori che hanno un'età compresa
tra i 55 ed i 64 anni. E' quanto emerge da una elaborazione Job su
dati Istat pubblicata oggi dal quotidiano Il Sole 24 ore. Cosenza
è seguita da Ragusa e L'Aquila, mentre la media nazionale del
tasso di occupazione nella fascia di età 55-64 anni, è
del 31,4%. Guardando agli aspetti negativi, dallo studio emerge anche
che la provincia in cui l'occupazione in generale di donne e uomini
nella fascia di età 15-64 anni, è la più bassa
d'Italia è Crotone, con il 39,6% a fronte di una media nazionale
del 57,5%. Crotone è preceduta di dieci posti da Vibo Valentia,
con il 43,6%. La provincia della città di Pitagora, inoltre,
risulta al penultimo posto nella graduatoria del tasso di occupazione
femminile (23,8%), seguita da Foggia (21,2%), a fronte di una media
nazionale del 45,3%. In Calabria il tasso più alto di disoccupazione. A Bologna lavoro sicuro 04/02 Oltre 2,3 milioni di posti di lavoro in più negli ultimi
dieci anni, due terzi dei quali occupati da donne: tra il 1995 e il
2005 - secondo i dati Istat sulle forze di lavoro 2005 - si è
avuto un vero e proprio boom di occupazione anche se l'incremento
ha riguardato soprattutto il Nord con 1.246.000 posti di lavoro in
più a fronte dei 390.000 registrati al Sud. E se la Mecca per
chi cerca lavoro sembra Bologna con un tasso di disoccupazione medio
nel 2005 al 2,7%, circa un terzo della media nazionale (7,7%) la provincia
più difficile per trovare un impiego è Enna con un tasso
di disoccupazione medio del 19,4%, oltre il doppio della media nazionale.
La Sicilia con il 16,2% di disoccupazione media appare la regione
in cui è più complicato trovare lavoro e quella in cui
il tasso di occupazione è più basso (il 44% delle persone
tra i 15 e i 64 anni a fronte del 57,5% medio italiano) ma è
a Crotone, in Calabria, che si ha la percentuale più bassa
di persone che lavorano (il 39,6%) nella fascia di età considerata
attiva. E' invece sempre l'Emilia la regione in cui si lavora di più
con una percentuale (il 68,4%) vicina agli obiettivi di Lisbona (il
70%). Percentuale già superata a Reggio Emilia (70,8%), provincia
nella quale in assoluto si lavora di più in Italia, e raggiunta
da Modena (70%) mentre Bologna la sfiora con il 69,4%. Il problema
resta comunque in Italia quello del lavoro per i giovani e gli anziani:
se infatti nella fascia tra i 35 e i 44 anni lavorano il 76,3% delle
persone e tra i 45 e i 54 anni il 70,6% la percentuale crolla dopo
i 55 anni con appena il 14% di persone occupate (21,3% tra i maschi,
8,1% tra le femmine). La variazione tra province più ricche
e meno ricche sul fronte del lavoro degli over 55 è meno visibile
con aree del Nord con percentuali al di sotto della media nazionale
(Torino ha l'11,7% degli over 55 al lavoro a fronte dell'11,5% di
Enna mentre già Ragusa ha il 16,9%) anche grazie al largo uso,
soprattutto tra gli uomini, delle pensioni di anzianità. La
provincia che ha la percentuale di anziani al lavoro più alta
è Bolzano con il 19,3% mentre quella che ha la più bassa
è Taranto con il 10,1%. Tra i 15 e i 24 anni risulta al lavoro,
in media sul territorio nazionale, il 25,5% delle persone mentre la
percentuale vola al 69,3% tra i 25 e i 34 anni. Se si considerano
solo i maschi la percentuale di chi lavora nella fascia di età
centrale (35-44 anni) è 'bulgara' con il 91,2% su tutto il
territorio nazionale ma resta alta anche tra i 25 e i 34 (80,1%) e
tra i 45 e i 54 anni (88,1%). Crolla invece tra gli over 55 con il
21,3%. Per le donne la percentuale di persone che lavorano tra i 35
e i 44 anni è invece del 61,3% (molto vicina al 58,2% della
fascia tra i 25 e i 34 anni) con variazioni significative a seconda
dell'area geografica. A fronte dell'88,8% di donne tra i 35 e i 44
anni che lavorano a Bologna appena il 24,8% delle donne nella stessa
fascia è occupata a Foggia seguita da Agrigento con il 25,7%.
Se in Italia il tasso di occupazione maschile medio tra i 15 e i 64
anni è del 69,7% quello delle donne è del 45,3%. Ma
se il tasso di occupazione femminile medio tra i 15 e i 64 anni a
Bologna arriva al 63,2% a Foggia si ferma al 21,2%. Ecco una tabella
con le province con il tasso di disoccupazione più basso: 150 milioni alle PMI da Unicredit e Unionfidi 31/01 Diventa operativo domani il 'Progetto Networking' di UniCredit
Banca e Unionfidi, per accrescere le opportunita' di accesso al credito
delle piccole e medie imprese di Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria,
Lombardia, Trentino, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria. Per
la prima volta Unionfidi ha coinvolto anche altri importanti confidi
locali, rivolgendosi cosi' a un'ampia platea di oltre 12.500 imprese
potenzialmente interessate ad avviare programmi di investimento e
sviluppo. UniCredit Banca mette a disposizione, con scadenza la fine
di luglio di quest'anno, un plafond finanziamenti di 150 milioni per
le imprese associate ad Unionfidi ed ai Confidi locali (Confidi Trento,
Fidindustria Bari, Ga.Fi. Sud e Confidi Magna Grecia) che hanno aderito
all'iniziativa, assistiti da una garanzia Confidi per una quota che
puo' andare dal 60% all'80% del capitale finanziato. L'importo dei
finanziamenti, destinati a investimenti produttivi, rivolti all'innovazione
tecnologica e alla certificazione di qualita', alla formazione e alla
ricapitalizzazione dell'azienda, potra' variare da un minimo di 40
mila fino a un massimo di 500 mila euro e coprire anche per intero
il progetto di investimento dell'impresa. In Calabria le province col pil procapite più basso 28/12 Bolzano si conferma la provincia più ricca d'Italia
in termini di pil pro-capite, mentre Crotone è il fanalino
di coda di un Paese sempre alle prese col divario tra Nord e Sud.
La nuova istantanea sulla situazione delle economie provinciali arriva
dall'Unioncamere-Istituto Tagliacarne che fotografa il capoluogo del
Trentino-Alto Adige al top della classifica con una ricchezza pro
capite pari a 36.868 euro nel 2005 mentre la città calabrese
si piazza all'ultimo posto con un dato pari a meno della metà:
14.139 euro. Tra il 2004 ed il 2005 aumenta così il divario
tra il Pil potenziale della provincia italiana più ricca con
quella più povera. Un dato che, in soldoni, si traduce nel
fatto che la ricchezza prodotta da un residente a Bolzano vale 2,6
volte quella di uno di Crotone. La distanza tra Centro-Nord e Sud
del Paese trova riscontro nel numero di province meridionali presenti
nella classifica in valore assoluto: sono solamente due (Napoli e
Bari) le province del Mezzogiorno tra le prime dieci, e solo dodici
nella metà più alta delle posizioni. In media il valore
della ricchezza prodotta da ogni italiano nel 2005 è stata
di 24.152,13 euro. In termini assoluti, invece, la provincia che produce
di più resta Milano, seguita da vicino da Roma (con un pil
totale pari all 85,5% di quello della capitale lombarda) e, distanza,
da Torino (che realizza il 44,5% della ricchezza prodotta a Milano).
Tra le prime 10 province in valore assoluto spiccano realtà
più piccole come Brescia (5 posto), Bergamo (ottavo), Bari
(nono) e Verona (decima). Nell'anno della crescita 'zero', le cose
sono andate in modo molto diverso sul territorio: in 7 province (Brescia,
Imperia, Latina, Parma, Rieti, Taranto, Trapani) il Pil è addirittura
cresciuto a ritmi superiori al 5%, con punte del 7,5% a Trapani (probabile
effetto della Coppa America), del 7,1% a Latina e del 6,3% a Brescia.
"Il ritratto che abbiamo davanti commenta il presidente di Unioncamere,
Andrea Mondello è quello di un sistema in cui la provincia
più ricca genera un valore aggiunto pro capite oltre due volte
e mezzo più elevato di quella più povera. Bisogna mettere
a frutto la congiuntura positiva che stiamo attraversando con politiche
adeguate per recuperare il grave ritardo che accusa il Mezzogiorno
e rimuovere i vincoli infrastrutturali che riducono la competitività
di aree del Nord". Negli ultimi 3 anni "non è cambiata
molto" anche la classifica delle province italiane più
produttive in valore assoluto. Partendo dal vertice - saldamente occupato
dal terzetto Milano, Roma, Torino - per rilevare un cambio di posizione
bisogna arrivare alla ventesima piazza, occupata da Bolzano, in salita
di un posto rispetto al 2004 a scapito di Catania che scende così
al 21°. Scorrendo la graduatoria, gli avvicendamenti e gli spostamenti
di più posizioni diventano più numerosi e consistenti.
Da Reggio Emilia, che nel 2005 recupera le due posizioni perse l anno
precedente e torna 27ma, ad Alessandria che, dopo aver guadagnato
tre posti nel 2003, ne perde due e scende al 36mo posto. Tra i passi
avanti più significativi vanno segnalati quelli di Trapani
(+6 posizioni nel 2005, 56ma), Imperia (+4, 76ma) e Catanzaro (+3,
68ma). Guadagna anch essa tre posti, lasciando la metà inferiore
della classifica, Reggio Calabria, 49esima nel 2005. Guardando la
graduatoria dal fondo, nulla è cambiato in tre anni nelle ultime
sette posizioni (nell ordine: Isernia, Crotone, Vibo Valentia, Oristano,
Rieti e Matera), mentre per le nove posizioni successive (fino all
88mo posto) si sono verificati piccoli movimenti sempre tra le stesse
province. Tra le province che evidenziano ripetuti spostamenti verso
il basso si segnalano quelle di Siracusa (-2 posti nel 2004 e 3 nel
2005), L Aquila (-3 nel 2004 e 1 nel 2005) e Brindisi (rispettivamente
1 e 2 negli ultimi due anni). Decisamente più marcata la distanza
Nord-Sud che si osserva considerando il potenziale economico delle
province dal punto di vista della popolazione residente che risente
comunque dell andamento dei flussi demografici: la capitale delle
Dolomiti è al comando con il 61,6% in più in termini
di Pil potenziale rispetto a Crotone mentre per trovare la prima provincia
meridionale nella classifica del pil pro capite bisogna arrivare alla
65ma posizione, occupata da Chieti che perde una posizione rispetto
al 2004. Tolta Roma, le prime 10 posizioni sono del Nord, con Milano
e Bologna a fare da damigelle - come nel 2004 - alla provincia dolomitica.
In coda, prima di Crotone, figura Foggia che scivola dal 99° al
102° posto. Terz ultima è Agrigento che recupera così
un gradino nella faticosa scalata allo sviluppo.
In Calabria la maggiore evasione dell’IRAP 19/12 Sono Vibo Valentia e Crotone le prime due province italiane
dove, dal 1998 al 2002, è stata registrata la maggiore evasione
fiscale dell'Irap. E' quanto emerge da una ricerca realizzata da Stefani
Pisani e Cristiano Polito, dell'Ufficio studi dell'Agenzia delle Entrate,
pubblicata stamani sul quotidiano 'Il Sole-24 Ore'. I due autori della
ricerca hanno incrociato i dati delle dichiarazioni, disponibili fino
al 2002, con le stime di economia sommersa effettuate dall'Istat.
Dai dati sono stati tratti due indicatori: l'entità dell'evasione,
che si riferisce all'ammontare di base imponibile occultata (non di
imposta non pagata); l'intensità di evasione, che è
calcolata come rapporto percentuale tra l'imponibile evaso e quello
dichiarato. Dalla classifica pubblicata emerge che nel vibonese si
è avuta una intensità di evasione pari al 184,4% ed
una entità di 865 milioni di euro. La provincia di Crotone,
che si trova al secondo posto della graduatoria, ha avuto una intensità
del 173,35% ed una entità di 812 Mln euro. Al settimo posto
c'é poi la provincia di Cosenza (120,21% e 3.378 Mln); al sedicesimo
posto la provincia di Catanzaro (94,2% e 1.737 Mln); al trentanovesimo
posto c'é la provincia di Reggio Calabria (53,44% e 1.910 Mln). Aumenta l’export nei primi nove mesi (+7.4%) ma crolla in Calabria (-9.9%) 13/12 Nel periodo gennaio-settembre 2006 l'export delle regioni italiane
è aumentato del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2005,
salendo a 237.457 milioni di euro. Lo rende noto l'Istat, precisando
che gli incrementi sono stati pari al 4,6% verso i paesi europei ed
all' 11,7% verso l'area extra-Ue. La crescita, spiega l'Istat, ha
interessato tutte le ripartizioni territoriali. Aumenti superiori
alla media sono stati registrati nell'Italia centrale (+10,7%) e nelle
isole (10,6%), grazie soprattutto alle vendite di prodotti petroliferi
raffinati, ma anche nel nord-ovest (+7,6%). Incrementi inferiori a
quello medio nazionale si registrano invece nel nord-est (+6,9%) e
nel sud (+6,1%).La dinamica congiunturale valutata sulla base dei
dati trimestrali depurati dalla componente stagionale, prosegue l'Istat,
mostra nel terzo trimestre 2006 variazioni delle esportazioni, rispetto
al trimestre precedente, in aumento del 3,6% per l'Italia centrale
e dell'1,4% per l'Italia nord-occidentale, mentre risultano negative
le variazioni per il nord-est (-1%) e per le regioni meridionali e
insulari (-1,3%) Nei primi nove mesi del 2006, la crescita delle esportazioni
ha interessato in misura diversa le varie regioni italiane. Guida
la classifica la Basilicata con un aumento del 65,1%, seguita dalla
Sardegna (+21,4%), dalle Marche (+17,7%) e dal Friuli Venezia Giulia
(+11%), Valle D'Aosta (10,1%), Toscana (9,6%), Emilia Romagna (+9%).
Flessioni invece si sono registrate per Calabria (-9,9%), Puglia (-2,2%)
e Liguria (-1,4%). Tenendo conto della destinazione delle esportazioni,
la crescita dell'area nord-occidentale (+7,6%) ha interessato maggiormente
i flussi verso i paesi extra-Ue (+9,9%), soprattutto verso Russia,
Altri paesi europei, Cina e paesi Opec; l'unica flessione riguarda
il Giappone. Alla crescita delle esportazioni verso l'area Ue hanno
maggiormente contribuito quelle verso la Spagna e la Germania. L'aumento
delle esportazioni dell'Italia nord-orientale (+6,9%) è stato
sostenuto dalla crescita dei flussi diretti verso i paesi extra-Ue
(+11,9%), ed in particolare verso Mercosur, Russia, Altri paesi, Cina,
Altri paesi europei e Turchia. Nell'area Ue le esportazioni sono cresciute
maggiormente verso la Spagna e la Germania. La crescita del 10,7%
delle esportazioni dell'Italia centrale scaturisce da una variazione
dei flussi più elevata verso i paesi extra-Ue (+13,4%), rispetto
a quella verso i paesi Ue (+8,5%). Nell'area extra Ue le variazioni
maggiormente positive riguardano i paesi Opec, la Cina,gli altri paesi
europei, il Giappone e i paesi Eda, mentre nell'area Ue si segnalano
aumenti verso Francia e Germania, e riduzioni per la Spagna. Nell'Italia
meridionale ed insulare, l'intensità dell'aumento (+7,5%) appare
nettamente più accentuata per i flussi extracomunitari (+15,7%),
rispetto a quelli intracomunitari (+2,5%). Verso i paesi europei le
vendite sono aumentate soprattutto verso la Germania e in misura minore
verso la Francia; nell'area extra-europea si registrano incrementi
significativi soprattutto verso la Cina, gli altri paesi europei,
la Turchia, gli Usa, la Russia, mentre si rilevano consistenti diminuzioni
verso i paesi del Mercosur, i paesi Eda, il Giappone, e i paesi Efta.
Linee strategiche POR 07/13 per il cosentino elaborate da Confindustria-CamCon e Confartigianato 01/12 Città e sistemi urbani; turismo e beni culturali; ricerca
& innovazione; sicurezza e legalità: sono quattro gli ambiti
di intervento individuati, per l' intervento relativo ai fondi Por
2007-2013, dai soggetti del partenariato della provincia di Cosenza
(Confindustria, Camera di Commercio e Confartigianato) che stamani
hanno sottoscritto il documento contenente le linee strategiche. "I
limiti e le occasioni mancate della programmazione 2000-2006 - è
scritto nella premessa al documento - hanno indotto ad un' attenta
e approfondita riflessione sui temi chiave della strategia di sviluppo
regionale al fine di contribuire in termini propositivi alla definizione
del Documento strategico regionale (Dsr) in vista della prossima programmazione
2007-2013. La programmazione 2000-2006 si è rivelata un' occasione
mancata per lo sviluppo della Calabria in quanto si è arenata
nei farraginosi meccanismi della burocrazia, maggiormente orientata
alla ricerca del consenso istituzionale piuttosto che all' efficacia
dei progetti. Esubero di formalismo, mancanza di coordinamento regionale,
marginale concertazione ai diversi livelli istituzionali, mancato
avvio delle azioni di sistema e dei progetti integrati (Pit, Piar,
Pif, Pis, etc.) sono solo alcuni dei motivi di insuccesso dell' attuale
ciclo di programmazione. I soggetti del partenariato - é scritto
nel documento - ritengono che la sfida che si pone all' amministrazione
regionale è innanzitutto di mutamento della cultura del governare.
Si impone il superamento di una gestione improvvisata, in favore di
un metodo di governo che favorisca una seria programmazione e una
efficace gestione". Dall' analisi dei soggetti del partenariato
emerge che "i principali centri della provincia Cosenza, Rende,
Corigliano, Paola, Rossano hanno realizzato diversi interventi di
riqualificazione e rigenerazione urbana, attraverso l'utilizzo dei
fondi del Por, delle delibere Cipe e dei Contratti di quartiere, che
tuttavia non hanno generato impatti significativi sia dal punto di
vista sociale che economico. Le politiche per i sistemi urbani dovrebbero
dunque convergere, nel prossimo periodo di programmazione, verso la
costruzione di reti tra centri urbanizzati e le realtà minori
interne. Un primo passo in questa direzione potrebbe essere rappresentato
dal potenziamento della conurbazione Cosenza-Rende-Castrolibero e
dell' asse Corigliano-Rossano, che si stanno configurando negli anni
come veri e proprio sistemi urbani integrati, che potrebbero assumere
il ruolo di centri gravitazionali dell' economia e dell' organizzazione
territoriale funzionali ai diversi centri minori dell'entroterra che
si snodano intorno ad essi". Turismo. "Nonostante, le località
turistiche più attrattive della regione (Tropea e Capo Vaticano)
si trovino nel vibonese - è scritto nel documento - la provincia
cosentina è quella che ha beneficiato maggiormente di questo
trend positivo detenendo nel 2005 la quota più alta dei flussi
turistici regionali. La considerevole estensione costiera della provincia
di Cosenza è sicuramente una delle ragioni che giustifica questa
tendenza, anche se c' è da dire che la provincia trattiene
anche la maggior parte delle presenze turistiche regionali registrate
in zone montane, distribuite tra i versanti della Sila e del Pollino,
dove la presenza dei parchi nazionali rappresenta un buon attrattore.
Punti di debolezza sono la fragilità dell' offerta turistica
sia in termini di strutture ricettive (meno di 10 posti letto ogni
100 abitanti) che di servizi aggiuntivi (eventi culturali, attività
di animazione, etc.). Ancora scarsa è la capacità del
territorio cosentino di attrarre turisti stranieri, sia in termini
di presenze che di arrivi. A questo si aggiunga la natura del turismo
calabrese, che si caratterizza come un turismo di prossimità
a forte stagionalità". Il rilancio del sistema turistico
passa, soprattutto, dal rafforzamento dell' integrazione della filiera
turistica. Per i soggetti del partenariato "la perdita di competitività
di numerosi settori del sistema produttivo cosentino ha determinato
una crescente consapevolezza dell' importanza della ricerca e dell'
innovazione nei processi di crescita imprenditoriale. L' economia
provinciale, infatti, è scarsamente innovativa: nel 2001 la
percentuale di investimenti in R&S ha inciso sul Pil per lo 0,55%,
mentre la registrazione media di brevetti europei per il periodo 2000-02
è pari a 7, ovvero appena lo 0,16% del dato nazionale. Scarsa
è ancora l' interazione tra il mondo accademico e il sistema
imprenditoriale locale. Eppure, il territorio è dotato di un
diffuso sistema di ricerca e formazione, che trova il suo centro propulsore
nell' Università della Calabria, particolarmente apprezzata
nei settori a più marcata caratterizzazione tecnologica, che
ha instaurato proficue collaborazioni con numerosi centri di ricerca
e con prestigiose università o centri di ricerca stranieri
sia nel campo della ricerca che dell' alta formazione". "Un
fattore di contesto rilevante per lo sviluppo sociale ed economico
di un territorio - è detto ancora nel testo - è rappresentato
dalla possibilità di poter contare su adeguati livelli di legalità
e sicurezza. Anche nella provincia di Cosenza, in un contesto socio-economico
sofferente, la questione della legalità e della sicurezza sta
diventando una emergenza sociale crescente". A questo scopo il
partenariato propone di intervenire per aumentare il livello di sicurezza
della provincia, sia in termini di percezione da parte della popolazione
sia in termini di azioni puntuali di prevenzione e repressione di
fenomeni criminali e di degrado sociale e ambientale". Abi Calabria “La riforma dei fallimenti una spinta ad una nuova economia regionale” 27/11 La riforma dei fallimenti rappresenta per l' economia sul territorio
l'occasione per un'iniezione di trasparenza, con il risultato di una
crescita dei livelli di efficienza complessiva. Un'opportunità
per agevolare una diminuzione del costo del denaro e aprire la strada
ad una maggiore attrazione degli investimenti. Obiettivo: rafforzare
ulteriormente il rapporto banche-imprese e rendere più competitivi
i settori produttivi locali. E' quanto emerso dal convegno sul "Nuovo
Diritto fallimentare", svoltosi a Catanzaro, organizzato dalla
Commissione regionale Abi Calabria, rappresentata da Flavio Talarico,
dalla Camera di Commercio di Catanzaro, presieduta da Paolo Abramo,
e dall' Ordine dei dottori commercialisti, presieduta da Francesco
Muraca. Hanno partecipato, tra gli altri, il giudice delegato del
Tribunale di Catanzaro, Giuseppe Cava, Federica Allegretti del settore
legale Abi, Giulio Nicola Nardo e Pierpaolo Marano dell'Università
della Calabria. "Si tratta di regole più moderne ed efficaci
- ha sostenuto Talarico - che daranno una spinta all'economia regionale.
Una grande opportunità per avvicinarci ancora di più
all'Europa. Mentre oggi il Paese, soprattutto il Mezzogiorno, sconta
uno svantaggio competitivo anche a causa delle lungaggini delle procedure
fallimentari, con il risultato di costi maggiori non solo per le banche,
ma inevitabilmente per l' intero sistema economico". Stando alle
statistiche, infatti, è scritto in un comunicato, mentre all'
estero un fallimento si chiude in tre anni e mezzo, con un recupero
in genere del 50% del credito, in Italia per i fallimenti ci vogliono
sette anni, con punte al Sud di dieci anni per un recupero in media
del solo 15% del credito. "La vecchia legge - ha sostenuto Abramo
commentando i contenuti del nuovo diritto fallimentare - era concepita
come una procedura di soddisfazione dei creditori attraverso il sequestro
e la vendita dei capitali fisici". "In più - ha aggiunto
- era una norma che rischiava di apparire, e forse lo era davvero,
punitiva se non addirittura infamante per l'imprenditore, perché
non considerava che, se un investimento va male e non vi è
dolo, non può esserci ragione di punire ulteriormente chi ha
già perso il capitale investito. Il nuovo diritto fallimentare
rivede in maniera significativa questa impostazione tendendo conto
del fatto che l'obiettivo della continuità di impresa è
prima di tutto una garanzia anche per i creditori" Imprese in Calabria: solo il 5% fattura più di 100 milioni di euro 20/11 Solo cinque società tra le prime 700 società
di capitale (Spa, Srl e Coop) per fatturato sul territorio regionale
della Calabria superano i cento milioni di Euro di fatturato, mentre
la fascia più numerosa di aziende é quella che hanno
un valore della produzione inferiore ai 5 milioni di euro, con oltre
il 57,7% del totale del campione analizzato. E' quanto emerge da uno
studio realizzato dal Centro studi economico e finanziario Esg 89,
editore della collana degli Annuari Economici d'Italia. "Per
quanto riguarda la redditività - ha sostenuto Giovanni Giorgetti
del Centro studi Esg 89 - si evince che il 7,85% del totale delle
società dichiara un utile netto (al netto delle imposte) superiore
ai 500.000 euro e solo 3 società inscrivono a bilancio un utile
netto superiore ai 5 milioni di euro comprese le banche locali, mentre
il 20,4% del campione chiude il bilancio in rosso". Nella suddivisione
del campione di società di capitali analizzato per settore
merceologici, il commercio (dettaglio e ingrosso) risulta di gran
lunga il più numeroso (36,70%), seguito dall'edilizia (14,2%)
e dai servizi (8,2%). A ruota il comparto trasporti che in regione
rileva una percentuale del 4,28%. "Abbiamo poi analizzato - ha
aggiunto Giorgetti - le società di capitali della regione secondo
il totale del patrimonio netto: 273 società del campione hanno
iscritto a bilancio un valore superiore al milione di euro e 70 con
un valore superiore ai 5 milioni di euro. Sono invece 113 le società
che hanno riscritto a bilancio un valore inferiore ai 100 mila euro.
Inoltre abbiamo analizzato un altro indice: il rapporto oneri finanziari/fatturato,
dato molto sensibile soprattutto per il mondo bancario ed in vista
di 'Basilea 2'. Questo rileva che il 17,5% delle società di
capitali della Calabria sono nella fascia di 'attenzione', la media
nazionale é vicina al 20%. Significa un rapporto oneri/fatturato
superiore e/o uguale alla percentuale del 3%. Questo fenomeno abbastanza
virtuoso pertanto riteniamo che non peserà in modo rilevante,
almeno per questo campione di aziende, quando le regole di 'Basilea
2' entreranno operativamente in vigore". Complessivamente, è
scritto in un comunicalo, "l'analisi del campione delle 700 società
di capitali della Regione Calabria evidenzia una realtà economica
regionale con indici di valutazione leggermente sotto la media nazionale".
"L'economia - prosegue la nota - è trainata soprattutto
dai comparti dei trasporti con in testa la Medcenter container terminale
di Gioia tauro, seguita dalle Ferrovie della Calabria e da Romano
autolinee regionali di Crotone; del settore servizi con Villa S.Anna
di Catanzaro, l'Istituto Ninetta Rosano di Belvedere Marittimo, la
Casa di cura Madonna della catena o l'Istituto S.Anna DI Ezio Pugliese
di Crotone; del settore elettrico-elettronico-distribuzione con la
Polti Sud di Figline Vegliaturo e con la Eta energie tecnologie ambiente
; dell'edilizia con in testa la Calce Meridionale di Catanzaro seguita
dalla Sercom di Catanzaro, dalla Vincenzo Restuccia costruzioni di
Zungri o dalla Calcementi Ionici di Siderno; dal commercio con la
Gam di Cosenza, la Cedi Sisa Calabria, la Mediterranea distribuzione
di Bovalino o il Consorzio Sigma Calabria Scarl di Mangone; dal settore
ambiente-smaltimento con la Lamezia Multiservizi, la Salvaguardia
ambientale di Crotone, la Sovreco anch'essa di Crotone e la Ambiente
e servizi Catanzaro; dal comparto alimentare con in testa la Socib,
seguita dalla Giacinto Callipo conserve alimentari". Costituita l’associazione Calabria Texile 14/11 E' stata costituita "Calabria Textile", associazione
del tessile calabrese. "L'iniziativa - è detto in un comunicato
della Fondazione Field - è il risultato di un' azione avviata
dalla Fondazione Field nell'ambito del programma internazionale Eumed
"Tessere la Tela Euro mediterranea", tenutosi a Riace lo
scorso Ottobre, sulla quale si è innestata quella avviata dal
Coser (Consorzio servizi) nell'ambito del progetto Interreg 'La tela
di Aracne'. Tra i suoi scopi l'Associazione si prefigge la rappresentanza,
la promozione e la valorizzazione del settore, la ricerca, la formazione
e l'allestimento di una struttura a carattere regionale di sostegno
alle imprese". Il presidente della Fondazione Mario Muzzì
e Stefano Zirilli, direttore del Coser, nel formulare gli auguri al
nuovo soggetto, hanno confermato la disponibilità dei rispettivi
enti ad accompagnarlo nelle prossime iniziative. "Calabria Textile"
- scrive la Fondazione Field - nasce dalla precisa volontà
dei fondatori di collaborare ai fini dello sviluppo e dell'innovazione
del comparto tessile calabrese, puntando prioritariamente sulle proprie
forze ma rivendicando, ad una sola voce, anche l'attenzione delle
istituzioni rispetto ad un comparto, il tessile, che non è,
o non è solo, quello dell'industrializzazione forzata e purtroppo
assistita, ma è quello di laboratori artigiani e piccolissime
imprese di tradizione, espressione sana di un'economia locale radicata
nel territorio. Di tale volontà è interprete il neoeletto
presidente dell'Associazione, Emilio Leo, titolare dello storico lanificio
di Soveria Mannelli. L'associazione, aperta anche ad altre adesioni,
conta finora dieci imprese associate, in rappresentanza di altrettanti
Comuni delle diverse province calabresi, protagonisti di un diffuso
e crescente spirito imprenditoriale che registra la volontà
di attualizzare e innovare il tessile calabrese restituendolo alla
dignità della sua storia millenaria". In utile i primi nove mesi 2006 alla Carime (+48.5 Mln) 09/11 Si è chiusa con un utile netto pari a 48,5 milioni,
in crescita del 37,4% rispetto ai 35,3 milioni dell' analogo periodo
del 2005, la gestione economica di Banca Carime relativa ai primi
nove mesi dell' anno in corso. Il dato è emerso al termine
del consiglio di amministrazione dell' Istituto di credito che ha
approvato i dati allo scorso 30 settembre. "L' operatività
corrente - è scritto in un comunicato della Banca - ha fatto
registrare un utile di 79,7 milioni, segnando un incremento di 15,3
milioni rispetto ai 64,4 milioni del settembre 2005. A tale risultato
hanno contribuito, dal lato dei proventi, la crescita del margine
d'interesse a 197,8 milioni (+3%), correlata allo sviluppo degli impieghi
e alla maggiore contribuzione della raccolta da clientela; la contrazione
delle commissioni nette a 80,7 milioni (-3,5 milioni rispetto a settembre
2005) determinata dalla riduzione delle commissioni sul risparmio
assicurativo; l'incremento del risultato netto dell'attività
di negoziazione e copertura (da 3,3 a 9,1 milioni) e la sostanziale
stabilità degli altri proventi di gestione, attestatisi a 4,3
milioni dai 3,4 registrati nel 2005, questi ultimi considerati al
netto dei circa 21,7 milioni di proventi non ricorrenti derivanti
da accordi transattivi con IBM e Banca Intesa". Nel comunicato
si riferisce, inoltre, "dell'andamento favorevole degli oneri
operativi, contrattisi del 12,3% da 235,8 milioni a 206,9 milioni,
grazie al contenimento di tutte le componenti di costo. In particolare,
le spese del personale, pari a 124,3 milioni, evidenziano una contrazione
del 18%, riconducibile alla riduzione del numero dei dipendenti per
adesione al Fondo di sostegno al reddito e all' esodo incentivato
e all' assenza, nel dato 2006, di 15 milioni di maggiori accantonamenti
al Fip che avevano gravato i conti del 2005. Le rettifiche di valore
nette su crediti sono diminuite da 8,2 milioni nel settembre 2005
a 7,3 milioni nel 2006, a conferma della buona qualità del
portafoglio impieghi della Banca e dell' attenta politica perseguita
nelle nuove erogazioni. Il risultato di periodo sconta infine un carico
fiscale previsto in 31,2 milioni di euro rispetto ai 29 milioni del
2005". Per quanto riguarda i dati patrimoniali "proseguendo
la fase positiva già registrata nel 2005 - è scritto
nel comunicato - i crediti verso la clientela hanno evidenziato un'
ulteriore crescita da 3,1 a 3,4 miliardi, +9,8% rispetto al 30 settembre
2005. L' incremento ha riguardato in particolar modo i mutui (+16%
a circa 2 miliardi) ma anche i crediti a breve termine (+2,6% a 1,2
miliardi). A livello di mercati, sono stati registrati tassi medi
di incremento annuo pari al 12,4% nel segmento Retail e del 9% in
quello Corporate. Rimane elevata la qualità del credito, con
un rapporto sofferenze nette/totale impieghi pari allo 0,37% (0,35%
al 30 settembre del 2005) e un rapporto incagli netti /totale impieghi
pari all'0,89% (1,15% nello stesso periodo del 2005)". "La
raccolta diretta da clientela - riporta il comunicato - ha segnato
una crescita dell'1,8% a 7 miliardi, determinata dall'incremento dei
prestiti obbligazionari (+14,2% a 1,7 miliardi) e dei conti correnti
(+1% a 4,5 miliardi). La raccolta indiretta risulta in leggera flessione
da 6,7 a 6,6 miliardi di euro, sostanzialmente per effetto della contrazione
del risparmio gestito. Al 30 settembre 2006, il patrimonio netto di
Banca Carime, incluso l' utile d'esercizio, risulta pari a 1.590 milioni
di euro. Il rapporto stimato tra patrimonio di base e attività
di rischio ponderate è risultato pari al 16,04%, quello tra
patrimonio di vigilanza e attività di rischio ponderate al
19,41%, rispetto ad un requisito minimo di patrimonializzazione richiesto
del 7% per le banche appartenenti a gruppi bancari". In Calabria è 6.226 milioni di euro il giro d’affari del lavoro nero 04/11 In Calabria il giro d'affari del lavoro nero è di 6.226 milioni e su ciascun residente il totale delle imposte non versate allo Stato dai cosiddetti lavoratori in nero ammonta a 1.500 euro. Per il Fisco non esistono, eppure il loro giro d'affari sfiora addirittura i 100 miliardi di euro all'anno. E' questa la cifra che corrisponde all'imponibile evaso al fisco da addebitare all'economia sommersa legata al lavoro nero presente in Italia. Un lavoro nero, secondo la Cgia di Mestre, che 'recluta' in Italia quasi 3.238.000 unità di lavoro standard. Per il Fisco non esistono, eppure il loro giro d'affari in Italia sfiora addirittura i 100 miliardi di euro all' anno. E' questa la cifra che corrisponde all' imponibile evaso al fisco da addebitare all' economia sommersa legata al lavoro nero presente in Italia. L' elaborazione della Cgia, accanto all' imponibile del 'non dichiarato', evidenzia anche la somma dell' ammanco nelle casse dello Stato in termini di imposte. E così quegli oltre 99 miliardi e mezzo di euro 'non dichiarati' si traducono in 48 miliardi e 145 milioni di euro di mancato gettito di imposte e contributi. Un totale che suddiviso per ciascun residente della penisola equivale a 840 euro. A detenere il primato dell' evasione, secondo gli esperti della Cgia di Mestre, è la Campania, con una cifra che arriva a 12 miliardi 904 milioni di euro. Seguono: la Sicilia (12 miliardi 243 milioni di euro), il Lazio (10 miliardi 333 milioni) e la Lombardia (10 miliardi 35 milioni di euro). In coda alla classifica fatta dalla Cgia ci sono: la Valle d' Aosta (274 milioni di euro); il Molise (686 milioni di euro) e la Basilicata (un miliardo 239 milioni di euro). Tra i peggiori e i 'migliori' della graduatoria poi ci sono le regioni 'di mezzo' e la cui evasione sta nell' ordine dei 5 miliardi di euro. A questo gruppo appartengono Toscana, Emilia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. La Cgia di Mestre ha poi suddiviso per regione le cifre del mancato gettito di imposte ritorna il record del Sud. Chi dovrebbe dare di più al fisco è la Campania con un totale di imposte evase pari a 6 miliardi e 241 milioni di euro. Il secondo posto spetta alla Sicilia (5 miliardi e 921 milioni di euro), il terzo al Lazio (quasi cinque miliardi di euro) e il quarto alla Lombardia (con 4 miliardi e 853 milioni di euro di tasse non pagate. Ma l' elaborazione dell' associazione mestrina non si ferma al peso del lavoro nero per le casse dello Stato su base regionale: gli esperti della Cgia di Mestre hanno calcolato anche quanto pesa su ciascun residente il totale delle imposte non versate allo Stato dai cosiddetti lavoratori in nero. A 'vincere' stavolta sono i calabresi. Il totale delle imposte che non arrivano allo Stato per colpa del lavoro nero spalmate sulla popolazione calabrese danno come risultato 1.500 euro. Ogni calabrese praticamente avrebbe un debito fiscale con lo Stato di 1.500 euro. Seguono i siciliani (1.191 euro), i valdostani (1.095 euro), i campani (1.090), i pugliesi (1.036 euro), i molisani (1.033 euro) e i lucani (1.004). Ultimi della fila i lombardi (533 euro), preceduti dai veneti (619 euro), dai piemontesi (651 euro), dagli emiliani (651 euro) e dai toscani (691 euro). "Di fronte a questi dati - sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - il Governo Prodi dovrebbe intervenire in maniera incisiva su questa grave piaga economica che presenta grossi risvolti negativi anche nel campo sociale. Invece, poco o nulla si fa per combattere il sommerso, mentre si tende ad inasprisce la pressione fiscale su quegli operatori economici che già sono conosciuti al fisco".
Trimestre positivo alla Popolare di Crotone con utile netto a +37.8% 02/11 Anche il terzo trimestre dell' anno in corso si chiude con
risultati positivi, sia dal punto di vista patrimoniale che economico,
per la Banca Popolare di Crotone. E' quanto emerge dalla situazione
contabile al 30 settembre 2006 approvata dal consiglio di amministrazione
e resa nota dallo stesso istituto di credito. Il risultato dell' attività
corrente, pari a 27,1 milioni di euro al lordo delle imposte, fa registrare
un incremento del 27,5 per cento mentre l' utile netto, dedotte le
imposte, si attesta sui 16,4 milioni di euro con un incremento, rispetto
al settembre dell' anno scorso, del 37,8 per cento. Si conferma dunque
un trend di crescita per la Bpc determinato anche dall' incremento
del margine da interessi pari a 43,97 milioni (+12,01 per cento);
dal risultato delle commissioni nette pari a 12,9 milioni di euro
(+6 per cento); dall' incremento del margine di intermediazione, pari
a 58,4 milioni (+16,35 per cento); dal risultato netto della gestione
finanziaria pari a 54,9 milioni (+15,51 per cento). I costi operativi
si attestano a 27,8 milioni di euro contro i 26,5 del settembre dell'
anno scorso, dato che, incrociato con quello del margine d' intermediazione,
fa scendere di 5 punti percentuali l' indice di cost/income (dal 52,67
per cento del 2005 al 47,57). Gli impieghi verso la clientela sono
stati pari a 908 milioni di euro con un incremento del 13,26 per cento
mentre la raccolta complessiva con 1.543,4 milioni di euro fa registrare
un incremento del 3,06 per cento. Unicredit lancia in Calabria il “Bond dei territori” 24/10 UniCredit Banca lancia il ''Bond dei Territori'': un plafond
di 5milioni di euro per le imprese calabresi Un plafond per un totale
di 5milioni di euro per le piccole imprese della Calabria. E' questo
il risultato della convenzione sottoscritta da Roberto Nicastro, Amministratore
Delegato di UniCredit Banca con Giulio Valente, presidente Fidart
Calabria e che sara' operativa in Calabria fin dal prossimo mese di
novembre. L'operazione e' denominata ''Bond dei Territori'' e punta
a sostenere in tutta Italia i Confidi che aderiscono alla cartolarizzazione
delle garanzie. L'operazione di cartolarizzazione prevede il rilascio
di un plafond di finanziamenti pari a 5milioni di euro destinato alle
imprese artigiane calabresi associate a Fidart Calabria. In Calabria
sono complessivamente 14.000 le imprese associate a Fidart Calabria.
Per queste imprese, Fidart Calabria garantisce finanziamenti per 37,7
milioni di euro. Ora, con il ''Bond dei Territori'', UniCredit Banca
eroghera' nuovi finanziamenti fino a un totale di 5milioni di euro
a condizioni di favore sensibilmente migliori rispetto a quanto ordinariamente
offerto dal mercato, con un periodo di ammortamento di 5 anni con
rate trimestrali. Ogni prestito potra' variare da un minimo di 15
mila a un massimo di un milione di euro e potra' avere diversi tipi
di destinazione: investimenti produttivi, spese per innovazione tecnologica
e certificazione di qualita', ricapitalizzazione aziendale, investimenti
per la formazione del personale, ecc. Dopo 12 mesi di collocamento
del plafond, l'operazione di cartolarizzazione delle garanzie permettera'
a Fidart Calabria di liberarsi dell'impegno delle garanzie relative
ai finanziamenti che i propri associati hanno ottenuto da parte di
UniCredit Banca e di poter conseguentemente disporre di risorse per
nuovi interventi di garanzia collettiva fino a 2,4 milioni di euro.
In questo modo si moltiplica la capacita' di garanzia Fidart Calabria
e conseguentemente la possibilita' di credito per le piccole imprese.
Tramite la cartolarizzazione, le garanzie rilasciate da Fidart Calabria
vengono trasferite a UniCredit Banca, al netto di un Fondo di Garanzia
del 2% del volume complessivo del prestito erogato (che viene accantonato
dai Confidi) e a fronte di una commissione pari allo 0,15% per anno
sul capitale residuo del finanziamento. Successivamente UniCredit
Banca, anche in funzione delle condizioni di mercato, potra' rivendere
l'impegno acquisito mediante strumenti di investimento sintetici verso
operatori istituzionali. L'effetto complessivo consentira' ai Confidi
di liberare patrimonio che permettera' loro di prestare nuove garanzie
e quindi di favorire lo sviluppo dei territori. La Finanza in cerca di evasori fa i raggi X alle operazioni finanziarie 19/10 Scattano le indagini finanziarie da parte del fisco: l'amministrazione
potrà chiedere a banche, poste e altri intermediari informazioni,
dati e documenti. L'obiettivo è quello di scovare gli evasori
e diventa così operativa, grazie a una Circolare dell'Agenzia
delle Entrate in applicazione della Finanziaria 2005 rafforzata dal
decreto Visco-Bersani, la "tracciabilità " delle
transazioni (incassi e pagamenti) dei contribuenti. Il segreto bancario
è di fatto ormai superato, fa presente l'amministrazione nella
premessa alle disposizioni operative contenute nella Circolare; resta
il "riserbo" che però non può essere "un
ostacolo all'adempimento di doveri inderogabili di solidarietà,
primo tra tutti quello di concorrere alle spese pubbliche in ragione
della individuale capacità contributiva". La possibilità
di controllare le operazioni finanziarie dei contribuenti ora è
a trecentosessanta gradi: riguarda i movimenti fatti attraverso conti
correnti bancari e postali ma anche attraverso qualsiasi operatore
creditizio o finanziario, comprese le società fiduciarie. Ma
quel che è più importante riguarda "ogni tipologia
di rapporto, ogni operazione - riporta testualmente la Circolare dell'Agenzia
delle Entrate - anche isolata". Dichiarazioni 2005: Orefici e baristi più poveri dei maestri elementari 13/10 I gioiellieri e i titolari di bar dichiarano al fisco meno dei 21.500 euro dei maestri elementari ad inizio carriera I proprietari di saloni per la vendita di autovetture di Piemonte Lazio e Campania, denunciano un reddito inferiore 16.000 euro, cioé a quello del loro concittadino che, con la tuta blu, varca da 15 anni il portone di Mirafiori, Cassino e Pomigliano d' Arco. Sotto i metalmeccanici anche la media dichiarata dai tassisti. Ma i paralleli possono proseguire. Un dentista in Campania dichiara meno dei 25.000 euro di un poliziotto, mentre nel Lazio arriva a malapena a un impiegato di banca (28.000). I dati sono delle ultime dichiarazioni, presentate nel 2005 dai contribuenti. E mostrano la geografia tributaria del popolo delle partite Iva, che riserva molte sorprese. Gli incroci informatici hanno oggi molte possibilità e i tecnici dell' amministrazione fiscale hanno elaborato uno spaccato dei redditi di 50 categorie del lavoro autonomo, suddividendolo per regioni. I risultati appaiono chiari e certamente saranno tenuti in conto per l' offensiva che il governo ha già preannunciato sul fronte dell' evasione. E' un fenomeno imponente tanto che lo stesso vice-ministro per l' Economia, Vincenzo Visco ha detto ieri in Parlametno che "vi sono province e settori in cui i tassi di irregolarità superano il 50%, situazioni che chiaramente richiedono un'attenzione particolare e la definizione di un ordine di priorità per le iniziative di verifica". Dalle statistiche sulle dichiarazioni presentate nel 2005 emergono subito i forti contrasti di un' Italia che si infiamma nella lettura delle nuove aliquote Irpef e che discute di evasione fiscale. E - dal pasticcere al notaio, dal pescivendolo all' avvocato, passando per sarti, odontecnici e parrucchieri, tassisti, lavandai e farmacisti - le statistiche fiscali aprono uno scenario che talvolta sembra sfuggire anche alla logica dei luoghi comuni. Un pensionato sociale guadagna 500 euro al mese, ma - tirando le somme - a dichiarare un reddito analogo, o inferiore, sono i tassisti del Molise (in media 6.175 euro l' anno), i sarti in Puglia (4.048 euro annui), i parrucchieri in Campania (6.332 euro), i pescivendoli del Trentino (3.742 euro l' anno), i ceramisti dell' Emilia Romagna (2.744 euro), i titolari di autosaloni di Bolzano (1.073), i rivenditori di ricambi auto in Lombardia (5.556 euro). In Calabria, sulle 50 categorie censite, sono ben 12 (dai pasticceri ai pastai, dai sarti ai lavandai, dai fotografi agli ambulanti dalle mercerie ai tassisti) quelle che denunciano ai fini Irpef guadagni inferiori ai 6.700 euro l' anno, come o meno di pensionato sociale. Ma la Calabria è la regione dove la maggior parte delle categorie dichiara, in media, gli importi più bassi. I contribuenti autonomi con i redditi più alti sono invece a Bolzano e Trento. Un esempio? Nel trentino i notai, che sono gli autonomi che dichiarano di più in tutta Italia, denunciano un reddito medio di 922.345 euro. La stessa categoria in Lombardia - dove i prezzi degli immobili sono quel che sono e le operazioni societarie numerose - dichiara sempre un' enormità, ma il valore è un terzo più basso e si ferma a 629.406 euro. A saltare agli occhi sono i redditi dichiarati dai gioiellieri: la provincia con la media più alta è la Lombardia, dove gli orefici dichiarano 21.533 euro l' anno, come un maestro elementare. In tutte le altre regioni si scende, fino agli 11.990 euro della Calabria e passando per i 14.652 euro (meno di un metalmeccanico) del Lazio. Al confronto appaiono più ricchi gli imbianchini che dichiarano 21.241 euro nel veneto e 28.455 euro a Bolzano. I gioiellieri toscani dichiarano 19.716 euro, un valore poco distante dai falegnami della vicina Liguria (19170 euro). Analizzando i dati delle tabelle si scopre che i pasticceri dichiarano in media 6.561 euro l' anno in Calabria e quattro volte di più (23.202 euro) in Valle d' Aosta. La Campania, tra pastiere e zeppole, consente ai pasticceri un reddito medio di 10.825 euro, la metà di quello dei colleghi liguri (20.274 euro) e il 50% in meno dei siciliani, alle prese con cannoli e cassate. Tra le categorie al centro delle cronache ci sono stati i tassisti. Il loro reddito varia dai 6.145 euro dichiarati in Molise ai 14.411 del Trentino. Nel Lazio, centro della protesta contro il decreto Bersani, il reddito dichiarato è di 12.033 euro, in Lombardia a 11.894. Alla fine per il fisco valgono meno di un imbianchino calabro (12.519 euro). Una lettura trasversale alle categorie di una stessa regione offre altri spunti. In Lombardia i ristoratori (14.818 euro) e i titolari di Bar (14.830 euro) dichiarano circa 13.000 euro in meno di un meccanico (27.000 euro) e meno della metà di un idraulico (31.224 euro). Il commercianti di auto (16.166 euro) é sotto di 10.000 euro rispetto ad un falegname (26.245 euro). Il Lazio, tranne che per i tassisti e per i commercianti di ricambi auto perde sempre il confronto con la Lombardia. Gli agenti immobiliari, nonostante i prezzi delle case nella capitale, hanno dichiarato 17.497 euro in media, poco più di un operaio e molto sotto ai 27.614 euro dei colleghi lombardi. A battere gli agenti immobiliari sono comunque i ristoratori laziali che con 11.903 euro sono sotto un pescivendolo veneto. Attenendosi freddamente ai dati delle dichiarazioni dei redditi, quale mestiere conviene scegliere? Certamente il notaio (redditi tra 216.000 e 864.700 euro) o il farmacista (tra 97.000 e 165.000 euro). Da evitare i sarti (tra 2.200 e 20.000 euro, ma genericamente sotto i 10.000), i fotografi (tra 5259-19.000 euro) o i tassisti (6.175-14.411 euro). Eurispes: Aumentano i debiti degli Enti locali. Dexia: Quadro in peggioramento 12/10 L'aumento delle competenze delle Regioni e il maggior potere
conferito ai sindaci hanno fatto lievitare la spesa degli Enti locali,
che è passata, dal 2002 al 2005, da 191 a 218 miliardi di euro.
Lo evidenzia uno studio dell'Eurispes, che analizza - alla luce del
confronto tra governo ed enti locali sui tagli alla spesa previsti
dalla finanziaria - il peso della finanza locale e il suo indebitamento.
L'incremento della spesa delle amministrazioni locali nel periodo
considerato - precisa una nota dell'Istituto - è stato del
14%, sicuramente superiore all'incremento del Pil, in quegli anni
modesto, ed anche della spesa pubblica complessiva, cresciuta del
12% nello stesso periodo. L'aumento ha riguardato soprattutto le spese
correnti, cresciute di 23,7 miliardi (con un incremento del 15%),
contro quelle in conto capitale, salite solo di 3,8 miliardi (+11%).
L'indebitamento netto (e cioé aggiuntivo) nei quattro anni
considerati con l'eccezione del 2003 (quando la Finanziaria fu molto
dura con gli Enti locali) si è sempre mantenuto sopra i dieci
miliardi. E anche l'indebitamento a seguito dell'accumularsi di indebitamenti
netti anno per anno si è molto accresciuto, passando dai 39
miliardi del 2000 agli 87 del 2005, con un incremento dunque del 122%.
Mentre i prestiti presso il sistema bancario sono aumentati di poco
(+5% in cinque anni), si sono invece quasi quadruplicati i debiti
contratti con l'emissione di titoli (facoltà di cui si sono
avvalse quasi tutte le Regioni ed i grandi Comuni, nonché le
Province più ricche e popolose), con un +288%. Ma ancor più
consistente è stato l'incremento degli altri debiti, contratti
fondamentalmente dalle Regioni (ma non solo) soprattutto con i fornitori
del sistema sanitario, passati dai 276 milioni del 2000 ai 26 miliardi
del 2005, con un incremento del 943%. La composizione dell' indebitamento
degli Enti locali è così profondamente cambiata: mentre
nel 2000 il debito verso le banche rappresentava l'81% dell'indebitamento
complessivo, oggi é sceso a meno del 40% (crescendo in valore
assoluto), e il debito verso i fornitori, praticamente di giro nel
2000, "é divenuto, rappresentando il 30% della massa debitoria
- rilevano i ricercatori dell' Eurispes - una spada di Damocle sulla
testa delle amministrazioni locali". Il debito consolidato delle
amministrazioni periferiche rappresenta così una quota sempre
crescente del debito pubblico. Mentre nel 2002 ne rappresentava infatti
il 3,4%, nel 2005 il suo peso si era accresciuto del 70%, toccando
il 5,8%. Resta tuttavia vero - osservano ancora all'Istituto di Studi
Politici Economici e Sociali - che il debito di Regioni ed enti locali
appare, nonostante gli aumenti di questi anni, contenuto rispetto
all'indebitamento pubblico complessivo. Infatti la spesa affidata
agli Enti locali e che per la maggior parte sono obbligati ad onorare,
stante precise disposizioni di legge, rappresenta quasi un terzo della
spesa pubblica. Quanto all'indebitamento delle diverse regioni, complessivo
e pro capite, la regione che riesce ad avere più credito per
abitante è la Val d'Aosta e quella che ne ha meno è
la Calabria. In valori assoluti invece il Lazio, con 13 miliardi di
debito, è la regione che rappresenta il peso più grande,
ed il Molise (387 milioni) quella con il carico più leggero. A rischio povertà una famiglia su 10 11/10 Una famiglia non povera ogni dieci rischia la condizione di
povertà. Questo rapporto arriva ad 1 su 5 se la famiglia vive
al Sud. Emerge dal rapporto annuale sulla povertà relativa
presentato oggi dall'Istat. Le famiglie povere, quelle al di sotto
della soglia di povertà, sono l'11,1%. Ma fra quelle non povere
(l'88,9%), il 7,9% rischia di diventarlo e sono considerate "quasi
povere", ossia presentano livelli di spesa per consumi superiori
alla linea standard di non oltre il 20%. Si tratta, appunto, di una
famiglia non povera ogni 10, di una ogni 5 al Sud. Nel 2005, circa
1 milione 179 mila famiglie (5,1% del totale), risultano "sicuramente
povere", hanno cioé livelli di spesa mensile equivalenti
al di sotto della linea standard di oltre il 20%. Circa i 3/4 di queste
famiglie risiede nel mezzogiorno. Risulta invece "appena povero",
avendo valori della spesa di non molto inferiori alla linea di povertà
standard, il 6% delle famiglie residenti in Italia, ossia poco più
della metà delle famiglie povere; il rapporto si inverte nelle
regioni del Nord e le famiglie appena povere sono quasi il doppio
di quelle sicuramente povere (2,9% contro l'1,6%). Le famiglie "sicuramente
non povere" sono l'81% del totale ma variano tra il 90,4% del
nord, l'88,2% del centro e il 62,7% del mezzogiorno. Ne deriva - conclude
l'Istat - che più della metà delle famiglie non povere
(53,8%) risiede al nord. A Lombardia e Campania i maggiori tagli della finanziaria. Calabria al centro 10/10 Lombardia e, a sorpresa, Campania sono le regioni a statuto ordinario che pagheranno di più, in termini di tagli, per la manovra correttiva 2007. Meno 'salato' sarà il conto del Molise. La 'classifica' delle regioni più sotto pressione emerge dai dati forniti oggi dalla Corte dei Conti durante l'audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Finanziaria 2007 e proprio nel giorno in cui province e comuni 'strappano' invece al Governo uno 'sconto' di circa 600 milioni al limite imposto alla crescita della spesa e un importante aumento del limite per l'indebitamento durante un vertice a Palazzo Chigi. Secondo la magistratura contabile nel caso delle Regioni la correzione prevista va inoltre ad intervenire "su un quadro tendenziale che, nella ricostruzione del Governo non sembra presentare andamenti particolarmente pronunciati: la crescita della spesa complessiva è del 3,3% rispetto al 2006 (in termini nominali) e risente soprattutto della dinamica dei trasferimenti alle aziende sanitarie ed ospedaliere regionali". Il che è come dire che infondo le regioni non aumenteranno la spesa in modo tanto sensibile e che comunque l'incremento servirà a coprire le spese per gli ospedali. Tanto che al netto di questa voce l'incremento previsto sarebbe dell'1,5%. Sta di fatto che complessivamente lo Stato chiede alle regioni una contrazione di spesa di 1,1 miliardi per il prossimo anno rispetto a una spesa corrente complessiva di 90,8 miliardi. Dopo la Lombardia, che in base alla manovra potrebbe subire una riduzione di 177,6 milioni di euro, si piazza la Campania che dovrà "risparmiare" 144,4 milioni. La regione campana supera anche il Lazio (127,9milioni di tagli) e il Piemonte (124,8 milioni di tagli). Sotto la soglia dei 100 milioni, si trova poi il veneto (-91,1 milioni),l'Emilia Romagna (-90,6 milioni), la Puglia (89,2 milioni) e la Toscana (80,8 milioni). In coda alla classifica sono le regioni più piccole: il molise, che dovrà ridurre le proprie spese di 13,3 milioni, l' Umbria di 25,7 milioni, l' Abruzzo di 26,6 milioni e la Basilicata di 31,3 milioni. A metàclassifica ci sono poi la Calabria che con 64 milioni di tagli supereràcosì la Liguria (40,7 milioni) e le Marche (35,1%). Ecco la 'classifica' di quanto è chiesto alle Regioni italiane, in termini di tagli rispetto alla spesa corrente, nel 2007: REGIONE TAGLIO 2007 Confronto Confindustria-sindacati “La concertazione è un valore” 09/10 "Lo strumento della concertazione, quella seria, propositiva
ed efficace può costituire, un valore aggiunto nella programmazione
dello sviluppo regionale: è essenziale, però, che questa
si esplichi attraverso un ruolo più progettuale e meno formale
da parte di tutti i soggetti interessati". E' una delle conclusioni
a cui si è giunti al termine di un incontro tra i vertici regionali
di Cgil, Cisl e Uil e di Confindustria regionale. Per i sindacati
erano presenti i tre segretari generali, Vera Lamonica, Luigi Sbarra
e Roberto Castagna, mentre la Confindustria Calabria era rappresentata
dal presidente Umberto De Rose e dal direttore generale, Luigi Leone.
"Sarà costituito - è detto in un comunicato - un
tavolo di confronto, aperto e rappresentativo di tutte le istanze
che avrà anche il compito di delineare un modello partenariale
adeguato alle necessità che una situazione come quella calabrese
richiede. Industriali e Sindacati, con il riavvio di una 'intesa forte
e concentrata su pochi ma importanti priorita'' - è scritto
ancora nel comunicato - intendono perciò svolgere un ruolo
attivo nelle politiche di sviluppo della regione, presentandosi agli
appuntamenti istituzionali e di confronto con una proposta progettuale
propria condivisa e realizzabile". Nel corso dell' incontro,
riporta la nota, "sono state analizzate le cause che frenano
lo sviluppo della Calabria e sono state condivise alcune linee di
azioni comuni per contribuire, di più e meglio, ad un nuovo
percorso di crescita della Calabria. In particolare, nel prendere
atto della particolare situazione in cui si trova la Calabria ed in
considerazione delle prospettive che dovranno necessariamente essere
costruite con la nuova programmazione regionale, De Rose, Sbarra,
Lamonica e Castagna, hanno convenuto sulla necessità di riprendere
un percorso di iniziativa comune, ciascuno nell' ambito degli specifici
interessi, finalizzata a contribuire allo sviluppo più generale
della regione. In questa ottica sono stati richiamati i contenuti
del protocollo già sottoscritto nel gennaio del 2004 e sono
stati meglio individuati gli obiettivi di medio termine su cui avviare
un lavoro comune". Per Sindacati e Confindustria Calabria "sono
state individuate cinque priorità: le problematiche legate
al lavoro ed al mercato del lavoro; le politiche industriali; le infrastrutture;
il sistema regionale degli incentivi ed il Programma operativo 2007/2013.
Sul lavoro è stato ribadito come sia necessario individuare
forme di intervento ed iniziative che limitino e riducano complessivamente
il fenomeno del lavoro non regolare che in Calabria è in preoccupante
aumento, moderni strumenti di sostegno all' occupazione e, soprattutto,
la definizione di una specifica legge regionale sul mercato del lavoro
in Calabria. Anche le politiche industriali e le infrastrutture, sono
state individuate come temi che possono qualificare lo sviluppo, purché
si proceda attraverso politiche mirate allo sviluppo delle attività
produttive ed attraverso l' efficace utilizzo delle risorse prima
destinate al Ponte sullo Stretto. Politiche sugli incentivi e nuova
programmazione comunitaria - hanno concluso Sindacati e Confindustria
- possono infine divenire, se ben orientati, strumenti 'aggiuntivi'
importanti per sostenere il decollo economico della regione". Tre costruttori calabresi ai vertici dell’Ance 02/10 Tre costruttori calabresi sono stati eletti nei vertici dell'Ance:
Giuseppe Gatto, presidente di Ance Calabria, Giuseppe Gaglioti, presidente
di Ance Cosenza e Antonio Gentile, presidente di Ance Vivo Valentia,
infatti, stati eletti nei due massimi organi politici, rispettivamente
il Comitato di presidenza e la Giunta, dell'Associazione nazionale
costruttori edili. "E' per me motivo di particolare compiacimento
- ha sostenuto Gatto - registrare questo risultato che premia, attraverso
le nostre persone, il lavoro costante, talvolta oscuro, ma sempre
qualificato e determinante, che le nostre strutture associative svolgono
ogni giorno rapportandosi ad ogni livello per risolvere i tanti problemi
della nostra categoria. La soddisfazione è ancora maggiore
se si considera che né io né i colleghi Gaglioti e Gentile
abbiamo 'attivato specifiche strategie' per ottenere queste cariche.
E' stato, infatti, un riconoscimento al concreto contributo che l'intero
Collegio dei costruttori ha dato, specie in questi ultimi due anni,
all'impostazione ed alla soluzione di problematiche non solo di livello
regionale, ma di portata nazionale". "A breve - ha concluso
Gatto - altri colleghi saranno chiamati a ricoprire importanti incarichi
operativi, completando in tal modo una rappresentanza calabrese che
non ha precedenti nella storia della nostra Organizzazione". Giuseppe Gaglioti nominato nella giunta nazionale dell’ANCE 01/10 Sara' Giuseppe Gaglioti a rappresentare il settore edile calabrese
in seno alla Giunta dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili.
Gagliotti e' stato eletto durante l'Assemblea generale che si e' tenuta
a Roma e che ha provveduto a rinnovare tutti i vertici dell'organizzazione
che sara' guidata per il prossimo triennio da Paolo Buzzetti. Giuseppe
Gaglioti, Presidente dell'Ance cosentina dal 2004 e membro del Comitato
di Presidenza di Confindustria Cosenza, Vice presidente dell'Ance
Calabria, presiede anche la Consulta per la promozione della qualita'
nelle attivita' urbanistiche ed edilizie istituita tra l'Ance e gli
Ordini e Collegi professionali della provincia. ''Il mio impegno -
ha detto Gagliotti - sara' teso verso una importante azione di promozione
della cultura della qualita' e della crescita delle specializzazioni
e delle competenze delle nostre imprese, perche' siano sempre piu'
pronte a raccogliere con efficacia le sfide del mercato, soprattutto
in un settore come quello dell'edilizia che viene considerato come
uno degli assi portanti dell'economia italiana, capace di moltiplicare
investimenti ed occupazione'' Seminario di Confcoop sugli incentivi alle PMI 27/09 Esistono una pluralità di strumenti normativi e finanziari
sui quali occorre vigilare e trovarsi pronti per favorire l' incentivazione
e lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Il dato è emerso
a conclusione dei lavori del seminario sul tema "Strumenti, incentivi
ed opportunità per le imprese cooperative" promosso da
Confcooperative Calabria. Ai lavori, coordinati dalla presidente dell'
associazione Katia Stancato, hanno partecipato Gilberto Crialesi,
dell' Ufficio finanziario di Confcooperative nazionale; Cosimo Cristofaro,
direttore generale di Sviluppo Italia Calabria; Emira Ciodaro, componente
commissione Pari Opportunità Regione; Francesco Perrelli, Sistema
s.r.l. "Sono circa 400 - è stato detto nel corso dell'
incontro - i miliardi di euro che faranno capo ai fondi strutturali
ricadenti nell' ex Obiettivo 1, nel cui ambito rientra anche la Calabria,
e che devono incentivare le cooperative calabresi a muoversi entro
i criteri strategici indicati dalla Comunità europea. Ciò
per riempire di contenuti la legge dei numeri, al fine di promuovere
più sviluppo e avviare una nuova pagina nel mondo del lavoro
regionale. A questi va anche aggiunto un fondo aggiuntivo di circa
7 miliardi destinato allo sviluppo rurale che spazierà dal
miglioramento della competitività delle filiere alimentari
e forestali, all' ambiente e lo spazio rurale, al miglioramento della
vita nelle zone rurali e il nuovo strumento finanziario per le piccole
e medie imprese denominato Jeremie, in via di ultimazione". "Si
tratta di numeri - ha sostenuto la presidente Stancato - che rappresentano
uno stimolo a continuare a lavorare per rendere sempre più
reale e stabile l' attività cooperativistica calabrese. Attività
che dovrà sempre più tenere conto anche del ruolo portante
e fondamentale delle donne, alle quali è rivolto il bando,
con scadenza nella prossima metà di ottobre" Camcom: Crescono le imprese femminili in agricoltura 26/09 L'Imprenditoria "Rosa": una realtà che sta
assumendo dimensioni consistenti anche nella nostra provincia. I numeri
del comparto Agricolo e Agroalimentare sono particolarmente significativi.
Le aziende al femminile nel comparto agricolo sono 3575 su un totale
di 11.940; le aziende "rosa" del settore agroalimentare
sono 653 su un totale di 1822. E' quanto emerge da un'elaborazione
della Camera di Commercio di Cosenza sui dati forniti dal Registro
delle Imprese relativi ai primi nove mesi del 2006. Si tratta di numeri
che testimoniano il protagonismo delle donne nel mondo imprenditoriale
e che indicano come un modello di "Cultura d'impresa" tipicamente
al femminile si stia affermando con risultati sempre più positivi.
I risultati raggiunti dalle donne imprenditrici non rappresentano
però un punto di arrivo. C'é ancora molto da fare, altri
traguardi da raggiungere. L'istruzione, la conoscenza, le competenze
manageriali, sono tasselli di crescita e di espansione delle aziende
in "rosa". Proprio in questa direzione si muove l'azione
della Cdc e di Agrisistema, che avvalendosi della collaborazione dell'Istituto
"G. Tagliacarne", hanno promosso sei giornate di formazione
dedicate alle donne manager del settore Agricolo e Agroalimentare."Azioni
positive per l'imprenditorialità al femminile: metodologie
e strumenti per gestire l'impresa Agricola e Agroalimentare",
questo il titolo dell'iniziativa. Si svolgerà il 28 Settembre,
il 2, il 3, il 5, il 10 e l'11 Ottobre nella Sala "Mancini"
dell'Ente Camerale. Questo il programma: Giovedì 28 Settembre,
con inizio ore 15, indirizzo di saluto del Commissario della Cdc On.
Pietro Rende e dell'Assessore alle attività produttive del
Comune di Cosenza Dott. Maria Vuono.Seguirà la relazione di
Davide Del Cogliano, consulente aziendale, su : "L'Impresa come
sistema e le sue relazioni con l'ambiente". La giornata del 2
Ottobre, con inizio ore 15, farà registrare l'intervento di
Antonio Iavarone, consulente aziendale, su : "I principali modelli
organizzativi e la pianificazione strategica". Le giornate del
3, del 5, del 10 e dell'11 Ottobre concluderanno il ciclo formativo. Trecento milioni di euro per le PMI del sud da Unicredit e Garanzia Italia 22/09 Trecento milioni di euro saranno messi a disposizione delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno grazie ad una convenzione stipulata tra Unicredit Banca d'impresa e Garanzia Italia, società del Gruppo Sviluppo Italia. Lo rende noto la Confartigianato di Crotone. "Questa convenzione - è scritto nella nota - dovrebbe facilitare l'accesso al credito delle piccole e medie aziende del sud che hanno piani di sviluppo e nel contempo dovrebbe incentivare la loro patrimonializzazione. Sviluppo Italia tramite questa convenzione dovrebbe rilasciare garanzie per due tipi di finanziamento: mutui chirografari della durata di cinque anni e crediti stand by della durata di sette anni". "In un momento di ristrettezza, considerate le nuove norme previste da Basilea 2 - prosegue la nota - l'iniziativa di Sviluppo Italia diventa apprezzabile ed appetibile a tantissime piccole e medie aziende che incontrano molte difficoltà nell'accesso al credito che ormai è diventato uno dei fattori ostativi per la mancata ripresa del nostro tessuto economico. Confartigianato, oltre alle operazioni sul credito portate avanti con la propria cooperativa di garanzia Krotonfidi e con il Consorzio Regionale, Fidart Calabria, si attiverà per accompagnare le imprese associate ad usufruire di questa opportunità concessa da Sviluppo Italia e da Unicredit". La Popolare di Crotone approva un semestrale con un utile del 23.81% 19/09 Il consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Crotone
(controllata dalla Banca Popolare dell' Emilia Romagna) ha approvato
la relazione semestrale del 2006 dalla quale emerge che l'utile netto
di periodo è stato pari a 9,1 milioni di euro, in aumento del
23,81% rispetto al corrispondente risultato dell'esercizio precedente.
La raccolta complessiva si attesta in circa 1.495 milioni di euro
(+5,5% rispetto al 30 giugno 2005). La raccolta fiduciaria cresce
del 4,2%, portandosi a 1.091,2 milioni di euro; la raccolta indiretta
registra un incremento del 9,3%, ed è pari a 404 milioni di
euro. Gli impieghi verso clientela ammontano a circa 887 milioni di
euro (+12,1%). I risultati - è scritto in una nota della Banca
Popolare di Crotone - di conto economico ottenuti nel primo semestre
del 2006 evidenziano, come già nel recente passato, come si
è operato con prudenza ed oculatezza, mantenendo una costante
attenzione ai rischi di credito ed alle politiche di prezzo, pur nel
perseguire un significativo incremento dei volumi. Allo stesso modo
- prosegue la nota - si è operato sul versante del contenimento
dei costi operativi, aumentati percentualmente in modo molto inferiore
rispetto ai margini di reddito. I principali valori economici sono:
margine da interessi: 28,4 milioni di euro, pari a +6,15%; margine
di intermediazione: 36,7 milioni di euro, con un progresso di +10,87%;
risultato netto della gestione finanziaria: 34,4 milioni di euro,
pari ad un incremento di +9,77%; risultato dell'attività corrente,
al lordo delle imposte: 16,1 milioni di euro, pari a +16,48%; I costi
operativi rapportati al valore del margine di interesse determinano
un indice di "cost/income" pari al 64,38%, in miglioramento
rispetto al 65,80% del 2005. Al 30 giugno di quest'anno - prosegue
la nota - il Patrimonio, comprensivo dell'utile, supera i 153 milioni
di euro in crescita del 13,36% rispetto al dato di giugno 2005. All'inizio
dell'anno si è positivamente conclusa l'ultima tranche del
programma di rafforzamento patrimoniale che ha portato il capitale
sociale a 19.493.703 euro dai 18.606.324 euro di inizio anno. Galati (Udc) “Contributo significativo delle PMI alla ripresa del gettito fiscale” 15/09 "Sono proprio le Pmi, le micro imprese e i loro imprenditori
che oggi stanno significativamente contribuendo, con i risultati del
loro lavoro, alla ripresa del gettito fiscale. Ripresa figlia, ancora
una volta, di quanto di buono è stato fatto nella precedente
legislatura". Lo ha detto Giuseppe Galati, segretario di presidenza
della Camera dei Deputati, in occasione della festa dell' Udc, organizzata
a Fiuggi. L' ex sottosegretario alle Attività produttive del
governo Berlusconi è intervenuto ai lavori di una tavola rotonda
sul tema "Pmi e cooperazione, volano di un' economia che crescé.
"Lasciamo crescere le piccole e medie imprese - ha aggiunto Galati
- ma acquisiamo tutti, politici, imprenditori, banche e associazioni,
la consapevolezza che il futuro delle piccole e medie imprese non
può prescindere dalla mentalità 'dell' organizzarsi
insiemé, in modo sinergico, per irrompere sui mercati e tentare
il percorso della ripresa". Per Galati "in economia, la
cultura di gruppo premia spesso più della solitudine. E l'
Italia, con la sua cultura di solidarietà, sia essa laica o
religiosa, ha molto da insegnare e da esportare" De Rose “La missione Italia-Cina una grande vittoria di Montezemolo” 11/09 "La missione in “Cina is possibile” mi verrebbe
da dire e rappresenta una metafora di una strategia concertativa che
tende a fare in modo che si insedi in un Paese continente il senso
di un brand riconducibile al made in Italy. E' una grande vittoria
di Luca di Montezemolo". A sostenerlo è stato il presidente
regionale di Confindustria Calabria, Umberto De Rose. "Mi fa
piacere - ha aggiunto De Rose - che il Governo abbia inteso investire
in questa missione che è propedeutica ad una nuova stagione
di rapporti con la Cina, sulla base di un marchio che resiste ad ogni
possibile imitazione". De Rose si è quindi soffermato
"sugli aumenti salariali in corso nella Cina: sono la spia di
una comunità che cambia e che reclama diritti e presuppongono
una diversa concorrenza da qui a qualche anno. Montezemolo ci guida
a non temere la concorrenza, ma ad investire sulla specificità
di una intrapresa che significa modo d'essere. "Sono felice -
ha concluso De Rose - anche per la presenza di realtà professionali
ed imprenditoriali significative della Calabria. Auspico che la strada
tracciata sia quella della conoscenza, anche umanistica, e che deve
essere motivo di interfaccia continuo fra realtà industriali
diverse". Muzzi (Field) “Vogliamo aiutare i piccoli centri a superare il disagio” 08/09 "La Fondazione Field intende dare una mano alle 'Cento
Cleto' che in Calabria vivono una condizione di estremo disagio e
rischiano l' estinzione". E' quanto afferma Mario Muzzì,
presidente della fondazione Field che, in un comunicato, rende noto
di avere attivato le strutture dell' organismo per una ricognizione
delle diverse realtà locali al fine di predisporre un articolato
programma di iniziative. E proprio a Cleto, nel cosentino, si è
svolta la prima iniziativa che ha visto gli animatori della Fondazione
partecipare ad un incontro con un gruppo di produttori di olio. Nell'
occasione sono stati illustrati i bandi regionali a sostegno della
produzione tipica e della sua commercializzazione. "L' intervento
della Fondazione in tutti i piccoli comuni della regione che come
Cleto si trovano in una situazione di estrema difficoltà -
sostiene Muzzì - risponde pienamente alla missione che la nuova
gestione della Field si è data non solo per fare emergere il
lavoro non regolare quanto piuttosto per promuovere processi di sviluppo
locale attraverso l' individuazione e la valorizzazione delle risorse
del territorio". "Giudichiamo importante - sottolinea Muzzì
- l' esito dell' incontro che contiamo di promuovere nelle altre aree
interne della regione dove pure in presenza di potenzialità
l'economia locale stenta a decollare e che, come ha confermato il
dibattito in corso in queste settimane in Calabria, le aree continuano
a subire un costante impoverimento demografico con la fuga delle energie
più giovani con il rischio dell' abbandono di interi piccoli
paesi". Cleto è uno dei punti di forza della produzione
olivicola calabrese con ben tredici frantoi che lavorano le olive
del comprensorio producendo un olio di buona qualità che tuttavia
incontra difficoltà nel mercato, anche perché finora
ciascun frantoio ha operato autonomamente. In calo gli utili di Banca Carime 07/09 Il Consiglio di Amministrazione di Banca Carime ha approvato
i risultati al 30 giugno 2006. La gestione caratteristica della banca
nel primo semestre 2006, non influenzata da eventi straordinari, registra
un risultato di 45,2 milioni, contro i 37,2 milioni di giugno 2005
(+19,6%). Ciò nonostante, l'utile netto dei primo semestre
è pari a 27,9 milioni, contro i 33,5 milioni dell'analogo periodo
del 2005. La contrazione del risultato economico - è scritto
in una nota - rispetto allo stesso periodo dello scorso anno deriva
essenzialmente dalla presenza, tra i ricavi al giugno 2005, di proventi
lordi per circa 21,7 milioni di euro derivanti da accordi transattivi
raggiunti con Banca Intesa e Ibm, non ricorrenti nel 2006. Al 30 giugno
2006, il conto economico evidenzia proventi operativi per 192,1 milioni
di euro (212,4 milioni nel 2005). Nel corso del semestre, prosegue
la nota di Banca Carime, è proseguito il contenimento degli
oneri operativi, ridottisi anno su anno del 4,9%, da 148,7 a 141,4
milioni di euro, grazie alla diminuzione evidenziata da tutte le componenti
di costo: spese del personale (-4,7% a 86,9 milioni di euro), altre
spese amministrative (-4,6% a 48,4 milioni di euro) e rettifiche di
valore nette su attività materiali e immateriali (-9,4% a 6,1
milioni di euro). Le rettifiche di valore nette per deterioramento
di crediti hanno parimenti evidenziato una contrazione da 6,7 milioni
nel giugno 2005 a 5,8 milioni nel giugno 2006, a comprova della buona
qualità del credito in essere e dell'attenzione posta all'allocazione
del credito. Infine, il risultato di periodo sconta un carico fiscale
previsto in 17,2 milioni di euro (25,4 al giugno 2005). Gli impieghi
di Banca Carime hanno evidenziato un buon andamento anno su anno,
con un incremento complessivo dell'aggregato da 3,2 a 3,4 miliardi
di euro (+5,8%), con una crescita sostenuta sia del mercato Retail
che di quollo Corporate. Rimane elevata la qualità del credito,
con un rapporto sofferenze nette /totale impieghi pari allo 0,36%
(0,30% al 30/6/2005) e un rapporto incagli netti /totale impieghi
pari all'0,93% (1,19% al 30/6/2005). La raccolta totale da clientela
ha segnato complessivamente una leggera flessione, passando da 13,6
a 13,4 miliardi di euro, principalmente per effetto della riduzione
della raccolta diretta (attestatasi a 6,8 miliardi rispetto ai 7 circa
del giugno 2005) determinata dalla contrazione dei volumi su clientela
istituzionale, mentre la raccolta indiretta è rimasta sostanzialmente
stabile a 6,6 miliardi di euro, registrando una performance positiva
nel risparmio gestito (+1,6%). Al 31 dicembre 2005 il patrimonio netto
di Banca Carime, incluso l'utile d'esercizio, risulta pari a 1.570,3
milioni di euro. Il coefficiente di solvibilità individuale
è del 21,43% rispetto al requisito minimo del 7% richiesto
per le banche appartenenti ai Gruppi Bancari. Banca Carime conta,
al 30 giugno 2006, 324 sportelli retail, 7 corporate banking office
e 7 private banking office. L'organico risulta composto da 2.794 risorse,
in contrazione di 60 unità rispetto al 30 giugno 2005. La Calabria continua a perdere attrazione verso i capitali esteri 04/09 Competitività verso i capitali esteri sempre più
ridotta per il Sud e, nello specifico, per Calabria che continua a
perdere attrazione. E' quanto emerge dall' analisi dei dati di un
ricerca compiuta dall' Osservatorio Siemens-Ambrosetti e presentata
nell' annuale workshop di Cernobbio. In particolare, la ricerca, i
cui principali risultati sono pubblicati stamani sul quotidiano Il
Sole 24ore, ha monitorato la capacità di regioni e province
di attrarre gli investimenti diretti provenienti dall' estero, l'
indice Ide. In Calabria, regione che si pone al terz' ultimo posto
su scala nazionale per flussi di investimenti diretti esteri (nella
media 2000-2004 occupa il 18 posto prima di Sicilia e Molise), a balzare
negli occhi in modo netto dalle risultanze dello studio é,
però, il peggiore rapporto tra sofferenze e impieghi bancari
che colloca il territorio dal Pollino allo Stretto al 20/mo e ultimo
posto. Alla Calabria secondo quanto emerso, viene assegnato il 19/mo
posto in classifica alla luce dell' esame dei fattori chiave presi
in considerazione dagli analisti e cioé la percentuale sul
Pil di investimenti in ricerca e sviluppo; investimenti fissi lordi;
indice di infrastrutture economiche; Pil pro-capite; rapporto impiegati
pubblici/popolazione; percentuale di laureati in materie scientifiche
sul totale; rapporto tra sofferenze e impieghi bancari; durata media
di un processo civile. Più in dettaglio il "ranking"
assegnato dagli esperti dell' Osservatorio Siemens - Ambrosetti a
livello provinciale per quanto concerne la Calabria vede la provincia
di Catanzaro perdere quote per il 2006 rispetto all' anno precedente.
La classifica, stilata tenendo conto degli otto fattori chiave, infatti,
pone la provincia del capoluogo all' ottantacinquesimo posto pur se
tra due province del Nord come Ferrara (86) e Belluno (83) e prima
della consorella Reggio Calabria che da un anno all' altro si mantiene
stabile al 96/mo posto. A perdere terreno è anche la provincia
di Crotone che scivola dal 95/mo al 98/mo posto. La provincia di Cosenza
conserva anch' essa la posizione al 100/mo posto acquisita nel 2005
mentre un lievissimo, quasi impercettibile ritocco in salita, lo compie
quella di Vibo Valentia che passa dal 102/mo al 101/mo. Alle regioni
dell' estremo Sud Puglia, Basilica, Calabria e Sicilia va comunque,
in generale, la maglia nera sul terreno della competitività.
Il tutto in un sistema Paese che vede il Paese collocato all' ultimo
posto in Europa. I servizi di Confidi Magna Grecia in vista di Basilea 2 31/08 Favorire, mediante la prestazione di servizi, il miglioramento
e l'adeguamento della struttura finanziaria delle piccole e medie
imprese in vista dell'introduzione dei nuovi metodi di valutazione
del merito creditizio previsti da Basilea 2. E' questo, è scritto
in una nota, "l'obiettivo dei servizi reali che il Confidi Magna
Grecia, mette a disposizione delle imprese calabresi operanti nei
settori: industria, commercio, servizi ed artigianato". Le aziende,
prosegue la nota, potranno ricevere assistenza nella predisposizione
di check-up economici-finanziari; nella identificazione dei propri
fabbisogni finanziari; nella pianificazione finanziaria ordinaria
e strategica e nella gestione dei rapporti bancari. "Servizi
- è scritto, ancora, nella nota - che il Confidi Magna Grecia
già da tempo garantisce alle imprese che ne fanno richiesta
ma che, alla luce delle agevolazioni previste dalla Misura 4.1.D.
del Por Calabria 2000-2006, risultano più facilmente accessibili
per gli imprenditori del territorio. Scadrà infatti il prossimo
25 settembre, il termine per la presentazione delle domande di agevolazione
per l'attuazione di programmi di innovazione aziendale volti all'acquisizione
di servizi che consentano la risoluzione di problematiche di tipo
gestionale, tecnologico, organizzativo e produttivo delle PMI; l'adozione
di sistemi di qualità aziendale, di sistemi di gestione e certificazione
ambientale e di etichettatura ecologica, l'introduzione di innovazioni
di processo e di prodotto e di sistemi telematici; il rafforzamento
della presenza sui mercati internazionali". Le agevolazioni sono
concesse sotto forma di contributo in conto capitale nella misura
massima del 50% della spesa complessiva ritenuta ammissibile; i programmi
devono rispettare i seguenti parametri di spesa: da 30 mila a 75 mila
per le singole imprese e da 50 mila a 300 mila per aggregazione di
imprese. Aumenta il lavoro nero in Italia. Calabria purtroppo al top della classifica 30/08 In Italia negli ultimi 10 anni i lavoratori in nero sono aumentati
di 95.000 unità, passando dai 3.142.800 che si stimavano nel
1993 ai 3.237.800 "registrati" nel 2003 (ultimo dato disponibile).
Lo sostiene uno studio, su dati Istat, elaborato dagli artigiani della
Cgia di Mestre. Rispetto al totale, 2.664.500 sono lavoratori dipendenti
(pari all'82,3%) ai quali si aggiungono 573.300 lavoratori autonomi
(17,7%). A livello territoriale, la situazione più grave riguarda
le regioni del Mezzogiorno. Se a livello nazionale il tasso di irregolarità
(ovvero, la percentuale di lavoratori in nero sul totale degli occupati)
è pari al 13,4%, nelle regioni del Sud il dato medio ha toccato
il 22,8%, con punte del 31% in Calabria, 26% in Sicilia e 23,2% in
Campania. Meno preoccupante, secondo l'analisi della Cgia, la situazione
al Nord: la regione meno interessata dal fenomeno è la Lombardia,
con il 7,3% di irregolarità, seguita da Emilia Romagna (8,6%)
e Veneto (8,7%). Dall'indagine dell'associazione artigiana emerge
inoltre che il settore con la maggior presenza di sommerso è
l'agricoltura, con una percentuale del 32,9%; in Calabria il tasso
di irregolarità in questo settore è del 50,8%. Sempre
a livello di macro settori, seguono i servizi con il 14,5%, mentre
chiude l'industria con il 7,1%. Un alto tasso di lavoro sommerso,
12,5% a livello nazionale, è registrato nel settore delle costruzioni
(statisticamente incluse nell'industria). Nei cantieri vi sono punte
di lavoro irregolare che raggiungono il 41,8%, come in Calabria. Nordovest 8,3 MEDIA ITALIA 13,4 elaborazione Ufficio studi CGIA Mestre su dati Istat. Aumentano i negozi nel 2005 grazie agli immigrati. Per la Calabria saldo negativo 16/08 Passa anche per il commercio la ripresa dell'attività
produttiva in Italia: nel 2005 le nuove attività commerciali
sono state superiori al tasso di mortalità, registrando un
saldo netto tra aperture e chiusure positivo del 2%. E' il quadro
che emerge dall'analisi sui flussi delle imprese commerciali nel 2005
effettuata dal Centro studi di Unioncamere su dati del Registro imprese,
da cui emerge anche un rallentamento della grande distribuzione e,
soprattutto, all' interno del sistema distributivo italiano, il ruolo
sempre più significativo giocato dalle imprese extracomunitarie:
se si considerano gli esercizi commerciali che hanno aperto i battenti
l'anno scorso, uno su cinque (20%) è di proprietà di
immigrati.
Reggio, Cosenza, Crotone e l’intero sud, agli ultimi posti per libertà economica 11/09 Bolzano, Parma, Reggio Emilia e Trento le province d'Italia con i livelli di liberta' economica piu' elevati. Questo il risultato della classifica elaborata dal Centro Studi Sintesi di Venezia sui livelli di sviluppo e di benessere nelle varie aree del Paese, tenendo conto non solo della ricchezza prodotta (Pil) ma anche di elementi sociali, culturali e strutturali, condizioni necessarie e fondamentali perche' un territorio cresca e si sviluppi in modo sostenibile. In Italia, secondo la ricerca, la liberta' economica e' piu' forte al Nord e al Centro, mentre nel Sud vi sono ancora elementi di forte criticita' socio-economica. Le province ''piu' libere'' sono Bolzano (100), Parma (98,3), Reggio Emilia (96,8) e Trento (96,7), alle quali si aggiungono Siena (95,4) e Ancona (88,4), uniche aree del Centro. Tra le aree ''molto frenate'' si annoverano solo province del Sud, di cui la totalita' della Puglia, Cosenza (13,4), Palermo (6,4), Crotone (2,3) mentre a chiudere la classifica c'e' Napoli (0,4) e Siracusa (0). Le metodologia adottata dal Centro Studi Sintesi ricalca quella della fondazione statunitense Heritage che annualmente calcola la liberta' economica di quasi tutti i Paesi del mondo: l'indice di liberta' economica e' cosi' il risultato di un insieme di 38 indicatori di varia natura, raggruppati in sei macrotematiche: economia, lavoro, contesto sociale, finanza, fisco e trasferimenti. Quanto piu' una provincia fornisce dei segnali di dinamicita', tanto piu' in essa l'iniziativa privata si concretizza, segnalandosi quindi come area economicamente ''libera''. Per quanto riguarda le singole macrotematiche, il Nord si distingue per gli elevati livelli di performance economiche raggiunti. Sebbene il Sud abbia registrato negli ultimi anni ottimi risultati sia in termini di creazione di valore aggiunto che di nuove imprese, il Nord Italia ha ancora un maggior reddito disponibile pro-capite, piu' dotazione infrastrutturale e capacita' di interazione commerciale con l'estero. Anche l'analisi della macrotematica del lavoro rileva una grande frattura fra le due aree del Paese: sebbene il Sud, anche in questo caso, sia riuscito a creare occupazione, al vertice della classifica per tasso di disoccupazione e di attivita' (femminile e giovanile) si trovano quasi solo le province del Nord. Nell'ambito della finanza e dei trasferimenti, gli indicatori della propensione agli investimenti, dei tassi di prestito per finanziare le attivita' produttive, della disponibilita' di servizi bancari, del grado di autonomia locale e della spesa comunale destinata alle attivita' produttive sono maggiori al Nord. Il meridione primeggia solo per la consistenza dei trasferimenti che le imprese ricevono dall'autorita' centrale e per i finanziamenti agevolati. Solo nelle macro-tematiche del contesto sociale e del fisco il Sud segnala i punteggi piu' elevati: nel primo caso, per il bassissimo tasso di dipendenza degli anziani e la forte presenza di giovani con eta' inferiore ai quattordici anni, nel secondo per la pressione fiscale locale e le aliquote Ici piu' basse. Ecco la tabella con la classifica del Centro Studi Sintesi sulla liberta' economica nelle province italiane:
Dati per Regione
Nel 2005 aumentato il carovita. Secondo Eurispes i calabresi tirano sempre più la cinghia 10/08 Si riduce la qualità della vita, aumentano i consumi legati al caro-vita e le famiglie calabresi tirano la cinghia: in un solo anno, dal 2004 al 2005, quasi 740 mila nuclei familiari hanno ridotto considerevolmente i loro consumi di oltre 308 milioni di euro. Una contrazione di quasi 2 punti percentuali ottenuta estendendo all'intero anno la spesa media mensile familiare regionale e moltiplicando il dato per il numero complessivo dei nuclei familiari calabresi. E' quanto emerge dalla rilevazione "Il borsino delle famiglie calabresi" condotta a livello regionale dall'Eurispes e presentata stamattina a Crotone. L'analisi dei comportamenti di acquisto, secondo l'istituto di ricerca, non lascia spazio a dubbi: il 2005 è stato un anno di rinunce per i calabresi che ha causato un forte contrazione delle decisioni di spesa. E per il 2006, i dati tendenziali non promettono alcuna inversione di tendenza. "Il caro-vita, oltre che la preoccupante incertezza economico-occupazionale calabrese - ha detto il presidente dell'Eurispes Calabria, Raffaele Rio - ha determinato un significativo decremento delle spese dei consumatori calabresi ed uno slittamento temporale delle decisioni di acquisto ritenute meno urgenti. Da un lato, dunque, le famiglie calabresi sono state costrette a rinunciare a libri scolastici, giornali, viaggi organizzati, prodotti per la cura personale per far fronte altri tipi di spesa come l'assicurazione rca auto, le bollette telefoniche, luce, gas, benzina e chi più ne ha più ne metta. Dall'altra, la difficile congiuntura economica e la profonda incertezza occupazionale ha messo in ginocchio, insieme alle prospettive di crescita, anche i ceti che hanno sempre goduto di una certa stabilità e sicurezza. E' necessaria una maggiore capacità di interpretare i problemi, le attese, le preoccupazioni del corpo sociale calabrese per scongiurare il rischio di una menomazione progettuale e ridurre, di conseguenza la politica alla semplice gestione del potere, del presente e dell'ordinaria amministrazione". Ben sette su 12 le voci del bilancio domestico che hanno subito un'inversione di tendenza in negativo rispetto al 2004. In testa, la categoria Abbigliamento e calzature, che ha fatto registrare una contrazione di oltre 192 milioni di euro pari ad un meno 13,84 per cento rispetto al 2004. A seguire l'Istruzione, con un taglio dai budget familiari di 39 milioni di euro (-12,62%), ed Altri beni e servizi, con meno 195 milioni di euro (-12,50%). In rosso anche le decisioni di acquisto relative ad Arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa, con quasi 55,6 milioni di euro (-4,32%); Abitazione, con 74,6 milioni di euro (-2,20%); "Tempo libero e cultura", con 14,3 milioni di euro (-1,70%) ed, infine, "Alimentari e bevande" con circa 2 milioni di euro (-0,05%). In crescita, invece, l'andamento delle rimanenti voci del bilancio familiare: "Servizi sanitari e spese per la salute", con 73,8 milioni di euro (+11,95%); "Tabacchi", con 14,2 milioni di euro (+9,22%); "Trasporti", con 146,6 milioni di euro (+6,43%); "Combustibili ed energia", con 19,7 milioni di euro (+2,39%) ed, infine, "Comunicazioni", con 9,8 milioni di euro (+2,39%). La contrazione dei consumi risulta ancora più evidente se si analizza la sua evoluzione rispetto al Prodotto interno lordo: nel corso dell'ultimo anno, il peso della spesa per consumi della famiglie calabresi sul Pil risulta essersi ridotto esattamente di un punto percentuale, dal 71,1% del 2004 al 70,1% del 2005. Morandini a Vibo, “Taglio del cuneo fiscale per rilanciare le PMI” 03/08 tiche che confindustria fa sono critiche costruttive e le fa
quando le cose non vanno bene. Comunque abbiamo avuto qualche segnale
positivo dal Governo Prodi per quanto riguarda la semplificazione
e, dopo l'incontro con Padoa Schioppa, sugli ammortamenti. Speriamo
di agganciare la piccola impresa a questi sia pur timidi segnali di
ripresa". E' quanto ha detto il presidente della Piccola Industria
e vice presidente di Confindustria, Giuseppe Morandini, a margine
di un incontro svoltosi a Vibo Marina dove il nubifragio del 3 luglio
scorso ha provocato ingenti danni alle attività imprenditoriali.
"Ci sono - ha aggiunto - dei segnali di inversione di tendenza
in favore della crescita. Questi segnali di ripresa vanno cavalcati,
non è possibile che ci siano episodi come a Vibo dove le aziende
che hanno fatto la storia dell'economia di questa zona vengano lasciate
in difficoltà di fronte la catastrofe naturale dello scorso
3 luglio. La questione che Confindustria ritiene di grande importanza
è il taglio del cuneo fiscale e dell'Irap ma vi è anche
una serie di misure specifiche per le piccole imprese relative alla
semplificazione amministrativa, agli ammortamenti e alla detassazione
del lavoro straordinario, alle spese di rappresentanza". "Sono
tutte cose - ha concluso Morandini - che non costano e per le quali
non possiamo sentirci dire dal governo che bisogna fare verifiche
e aspettare la copertura di bilancio". Adamo “Secondo i dati di UnionCamere la Calabria cresce” 03/08 "Nei giorni scorsi abbiamo appreso, attraverso alcuni
dati congiunturali resi noti dagli organi di informazione, che è
prevista per l'anno 2006 una crescita del tasso di occupazione in
Calabria. Oggi registriamo che nel secondo trimestre 2006 la nostra
è l'unica regione dove si manifesta un incremento percentuale
superiore alla media meridionale nella creazione di nuove imprese".
E' quanto afferma il vicepresidente della Giunta regionale ed assessore
al Bilancio ed Attività Produttive, Nicola Adamo, commentando
i rilievi periodici di Unioncamere sulla creazione di nuove imprese
al Sud. "Un trend, quest'ultimo, addirittura - ha aggiunto -
in controtendenza rispetto alle altre realtà del Mezzogiorno
dove, purtroppo, gli indici di crescita relativi alle attività
di impresa sono sostanzialmente stabili o in lieve contrazione. Sono
segnali importanti che testimoniano come la Calabria inizia a riprendere
fiducia. Per quanto ci riguarda osserviamo con attenzione questi dati
ma non intendiamo dare per scontato quello che appare come un primo,
seppure positivo, segnale di crescita del sistema delle imprese nella
nostra regione. Per dare sostegno a questa tendenza abbiamo già
attivato, ed intensificheremo nelle prossime settimane, le necessarie
politiche di sviluppo per irrobustirne i contenuti". "Il
nostro impegno di medio periodo - ha concluso Adamo - è quello
di arrivare al 2010 con un sensibile aumento del Pil regionale, del
reddito delle famiglie e del tasso di occupazione. Siamo dunque impegnati
per creare le condizioni di un sistema produttivo regionale meno dipendente,
più autopropulsivo e competitivo". Nel primo trimestre 2006 cresce il mercato dei mutui casa 02/08 Il primo trimestre 2006 conferma la decisa crescita del mercato
mutui in Calabria. L'erogato della Regione è, infatti, fortemente
cresciuto nel primo trimestre 2006, raggiungendo il +22,22% rispetto
all'anno scorso. Il dato è stato rilevato l'Osservatorio Mutui
Casa alle Famiglie di Banca per la Casa, la banca specializzata nei
mutui casa del Gruppo UniCredit. Nel primo trimestre 2006 - è
scritto in una nota - l'incremento maggiore di erogato si è
registrato a Cosenza con 59 milioni di euro (+20,5%) rispetto al I
trimestre 2005. In termini percentuali la provincia che ha erogato
di più è stata Vibo Valentia con +57,6% (11 milioni
di euro di erogato), seguono Reggio Calabria con +40% (41 milioni
di euro di erogato). Crotone con +22% (15 milioni di euro di erogato),
Catanzaro con +3,5% (39 milioni di euro di erogato). In riferimento
all'Italia Meridionale, che comprende anche le regioni Abruzzo, Molise,
Basilicata, Campania e Puglia, la Calabria si colloca ad oggi al quarto
posto per valore dell' erogato con 165 milioni di euro, confermando
nel I trimestre 2006 una crescita del 22,22% rispetto allo stesso
periodo nel 2005. In riferimento all'andamento nazionale, i mutui
erogati nel nostro Paese, nel primo trimestre 2006 sono incrementati
del +24,90% rispetto allo stesso periodo del 2005, raggiungendo un
valore totale pari a 14.423 milioni di euro. Le consistenze (mutui
in essere) rilevate alla fine del primo trimestre 2006 ammontano a
190.660 milioni di euro, con una crescita del +3,72% rispetto al periodo
precedente (I trim 2005). "La crescita del 24,90% del mercato
dei mutui nel primo trimestre 2006 - ha detto l'Amministratore Delegato
di Banca per la Casa, Pasquale Giamboi - dimostra che i recenti rialzi
dei tassi non hanno influenzato più di tanto il ricorso delle
famiglie al finanziamento per l'acquisto della casa. La domanda dei
mutui è del resto decisamente legata anche ad altri fattori
quali l'evoluzione socio - demografica delle famiglie : incremento
dei single, aumento delle separazioni, massiccia domanda da parte
degli immigrati e l' uscita dalle grandi città verso i piccoli
centri. Incidono, inoltre, la presenza e l'entità delle agevolazioni
fiscali e non ultimo un mercato ricco nell'offerta di prodotti e che
è diventato molto concorrenziale". "La permanente
incertezza economica - ha concluso - e la mancanza di alternative
di investimento possono favorire il mercato immobiliare e l'indebitamento
ad esso finalizzato". Franzè (Cdo) “Serve una svolta per uscire dalla stagnazione in cui versa l’economia calabrese” 01/08 ''L'economia e la societa' calabrese necessitano di una svolta
per uscire dalla stagnazione e dalla sfiducia che caratterizza la
nostra regione. Di questo ne sono tutti convinti, ma da tempo e' come
se nessuno riuscisse a far nulla per smuovere la Calabria dall'impasse
in cui si trova''. E' quanto afferma in una nota il presidente della
Compagnia delle Opere, Giancarlo Franze', in una nota ai consiglieri
regionali. ''Alcuni segnali positivi - ha aggiunto - sembrano provenire
dal governo nazionale. Il ''decreto Bersani'' sulle liberalizzazioni,
al di la' delle valutazioni di merito sui singoli contenuti, puo'
esserne un esempio. La stessa attenzione che la Calabria, purtroppo
per i suoi mali atavici ma anche impellenti, si e' saputa guadagnare
nei confronti del governo e delle massime istituzioni nazionali, puo'
essere un'occasione da sfruttare concretamente. Da anni stiamo lavorando,
nel nostro piccolo, per costruire degli esempi positivi che spesso
sono stati da paragone e da stimolo per altri imprenditori. Negli
ultimi mesi abbiamo insistito molto sulla necessita' di un lavoro
educativo che porti all'edificazione dei singoli soggetti, dei singoli
uomini capaci di affrontare con responsabilita' e con decisione la
realta' quotidiana, nel mondo del lavoro, nell'impresa e nella cultura.
Ma che siano capaci anche di essere costruttori di reti, di nessi
all'interno della societa' civile che contribuiscano a far uscire
fuori la nostra regione dall'eterno individualismo che la caratterizza''.
''Ci sembra evidente - ha proseguito Franze' - che una politica di
sviluppo nella nostra regione puo' essere attuata con la presenza
di ''soggetti'' coscienti delle proprie capacita' piu' che da progetti
teorici in cui mancano le soggettivita' autonome atte a realizzarli.
Riteniamo che il nostro possa essere un contributo costruttivo alla
realizzazione di un sistema sociale ed economico in cui capacita',
competenze, qualita' prevalgano rispetto al parassitismo, all'attesa
fatalista di un aiuto che arriva dall'alto. Vogliamo essere da esempio
e da stimolo a chi preferisce una sana competizione nel mercato rispetto
ai benefici per pochi, alle lobbies (anche familiari), ed ai monopoli.
E' importante costruire un'economia basata su una sana concorrenza,
che dia la possibilita' al cittadino consumatore di essere libero
e di poter scegliere le condizioni piu' favorevoli in un mercato competitivo''.
Il presidente della Compagnia delle Opere ha poi evidenziato che ''c'e'
l'esigenza di liberalizzare anche l'economia calabrese, consentendo
in molti settori piu' spazi alla creativita' individuale, piu' possibilita'
ai cittadini ed agli operatori economici calabresi di associarsi,
di mettersi in rete, di fare sistema, garantendo alle piccole e medie
imprese, nelle opportune forme consortili o cooperative, di poter
competere ai massimi livelli in un mercato globalizzato. In molti
settori, dalla sanita' ai trasporti e alle public utilities (acqua,
energia, rifiuti depurazione), solo per citarne alcuni, c'e' la possibilita'
di intervenire con la prospettiva di migliorare i servizi, ridurre
i costi per il settore pubblico e per i cittadini, aprire nuovi scenari
che garantiscano anche una migliore ricaduta sociale. Nell'ambito
del settore del commercio la politica, deve aprire i mercati evitando
di proteggere monopoli che limitano scelta, competizione e qualita',
spesso anche con l'avvallo di associazioni di categoria, che assuefatte
al sistema, sono atrofizzate e senza proposte. Riteniamo che anche
i corpi sociali intermedi debbano incoraggiare un processo di cambiamento
serio e reale evitando di anteporre a tale cambiamento la miope protezione
del piccolo interesse di parte''. ''Cio' puo' avvenire - ha concluso
- anche e soprattutto con un differente approccio nei confronti della
societa', ponendo al centro dell'azione i bisogni dell'uomo, del cittadino,
del consumatore-utente''. De Rose “La crisi della Calabria superabile facendo sistema” 27/07 "La Calabria vive una fase di grande difficoltà, ma ce la può fare. Può superare complessivamente la crisi e fare sistema sinergizzando realtà imprenditoriali, professionali e politiche unendole sotto una bandiera comune identitaria e coesa". Lo afferma Umberto De Rose, presidente di Confindustria Calabria. "Abbiamo problemi seri - aggiunge De Rose - ma anche la possibilità di essere più forti della crisi. C' è una classe politica che è fatta anche di persone serie e responsabili, nella maggioranza e nell' opposizione e che deve lavorare insieme, da postazioni e compiti diversi, per orientare positivamente la congiuntura". "Confidiamo - prosegue il presidente di Confindustria Calabria - nell' utilizzo appropriato dei fondi comunitari , anche per quanto riguarda l' ultima annualità di agenda 2006 e in un'azione di sollecitazione positiva nel manifatturiero, nel sistema della moda, nelle piccole e medie imprese: il vicepresidente Adamo sta lavorando bene intorno a queste opzioni". "E' necessario pensare - conclude De Rose - al modello concertativo che ha visto positivamente presenti sul territorio Svi, sindacati, imprese, nel biennio 95-97, quando si registrò una fase di crescita strutturale positiva. Si spera adesso nella possibilità di saldare esperienza ed innovazione per la regione attraverso l' azione formativa dell' Università". Rio (Eurispes) “De Rose rilancerà la concertazione” 24/07 "E' mia convinzione che il nuovo presidente di Confindustria
Calabria, Umberto De Rose, saprà usare al meglio la sua qualificata
esperienza da imprenditore maturata sul campo per ridare slancio ad
una politica di confronto e di concertazione che punti, senza mezzi
termini, a valorizzare il tessuto produttivo calabrese". Lo ha
detto, in una dichiarazione, il presidente di Eurispes Calabria, Raffaele
Rio. "La Calabria - ha aggiunto Rio - ha bisogno di un piano
strategico regionale. Per uscire dall'attuale crisi economica e sociale
diventa fondamentale l'impiego della pianificazione strategica come
attività orientata a costruire uno scenario regionale a partire
dalle rappresentazioni espresse dagli stessi attori locali. La sfida
per le imprese è la qualità e per questo vanno aiutate
a posizionarsi su target più alti. E' necessaria ed improrogabile
una svolta nella politica locale in favore delle imprese che si deve
sostanziare attraverso la valorizzazione e la tutela dell'imprenditoria
locale, la riqualificazione del rapporto tra realtà produttive,
enti locali e sistema del credito in una ottica di servizio ed, infine,
l'incentivazione di politiche di espansione del sistema Calabria sui
mercati nazionali ed internazionali. Il successo del piano strategico
risiede nella condivisione e nel rafforzamento della cultura della
misurazione e del confronto". "Formulando gli auguri di
buon lavoro ad Umberto De Rose per il prestigioso incarico alla guida
di Confindustria Calabria - ha concluso Rio - invito il neo presidente
degli industriali calabresi a stimolare momenti di operativa riflessione
con la classe dirigente sull'immediato futuro del territorio calabrese
visto come insieme unitario di problemi, opportunità e prospettive
di sviluppo. Sarà una fase particolarmente delicata per raccogliere
gli atteggiamenti dei cittadini e degli attori locali su alcuni temi
rilevanti per il benessere collettivo". Speziali (Assindustria CZ) “Situazione economica preoccupante” 20/07 "Se la situazione economica in Italia, anche se ancora
difficile, fa intravedere segnali incoraggianti, nel Mezzogiorno,
in Calabria e nella nostra Provincia il quadro generale è preoccupante".
E' quanto ha detto il presidente degli Industriali della provincia
di Catanzaro, Giuseppe Speziali, nel corso dell'assemblea annuale
dell'associazione. "L'andamento economico calabrese, come evidenziato
- ha aggiunto - nell'annuale relazione della Banca d'Italia, mostra
una regione che non cresce, estranea al mercato estero, incapace di
sfruttare le potenzialità che offre la propria terra e con
una classe dirigente e politica claudicante. Il Pil regionale, in
particolare, è calato da un minimo dell'1% ad un massimo del
2,7%. A risentire di questo calo è proprio il comparto manifatturiero,
composto nella stragrande maggioranza dei casi, da imprese a conduzione
familiare di piccole dimensioni, scarsamente propense all'associazionismo
e al networking. Tiene, invece, il settore delle costruzioni, che
ha beneficiato dell'aumento delle opere pubbliche, tuttavia, le relative
ricadute economiche sul territorio, faticano ad evidenziarsi, poiché,
le imprese "non locali" danno un'impronta autarchica al
loro agire, dalla progettazione alla fornitura dei materiali, generati
e prodotti fuori regione, lasciando alle nostre imprese le briciole
di qualche subappalto. Dati critici provengono anche dal fronte della
occupazione, il tasso di disoccupazione è cresciuto, seppur
lievemente, mostrando un aumento più marcato nella componente
giovanile (nella nostra Provincia il tasso di disoccupazione è
al 15,4, mentre nel 2004 era al 13,1)". "La nostra - ha
proseguito Speziali - è, pertanto, una Provincia economicamente
debole che, nonostante tutti gli sforzi, fatica a competere con altre
realtà che, già da tempo, hanno avviato una fase di
rinascita, economica e sociale, idonea ad attrarre investimenti. A
ciò dobbiamo ancora aggiungere altre negatività dovute
alle condizioni di contesto quali i molteplici fenomeni di criminalità,
il fatto di avere un'Università poco incline ai rapporti con
gli altri attori, una Politica arroccata su posizioni superate e che
non si apre alla società ed un Sistema d'imprese che non dialogano
fra loro. Mancano, inoltre, infrastrutture materiali ed un rapporto
proficuo banca impresa, oltre che una fiscalità differenziata,
che potrebbe determinare un vantaggio competitivo al territorio. Il
quadro complessivo che abbiamo tratteggiato, se giustifica un atteggiamento
prudente e preoccupato, tuttavia, non deve indurre allo sconforto
più nero, che ha spinto e spinge troppi a prevedere un declino
ineludibile". Il presidente degli industriali della provincia
di Catanzaro ha evidenziato inoltre che "il nostro territorio
ha una serie notevole di potenzialità di sviluppo: in termini
di forza lavoro giovanile, di disponibilità di suoli per la
localizzazione industriale, di patrimonio culturale ed ambientale,
di rinnovato entusiasmo del fare, di disponibilità e valorizzazione
di risorse umane qualificate. La terra poi è ricca di tradizioni
e possiede una serie di valori umani che sono positivi per la crescita.
Gli stati d'avanzamento del Piano Operativo Regionale, inoltre, che
hanno registrato un forte incremento sia delle risorse stanziate sia
dei pagamenti effettuati, come ha evidenziato la Relazione della Banca
d'Italia, fanno ben sperare per l'ottimale utilizzo per gli anni 2007-2013.
Tali segnali di vitalità, se valorizzati, pertanto, potrebbero
mettere il nostro territorio in condizione di competere, in modo da
assicurarci più sviluppo economico, più occupazione,
più benessere sociale ed all'industria calabrese di ritornare
su buoni tassi di crescita. E' auspicabile quindi il ritorno alla
politica con la P maiuscola, una politica che dia indirizzi, che faccia
strategia, che dia regole, perché solo con la politica la compensazione
degli interessi è possibile. Dobbiamo respingere la politica,
invece, che, nelle varie campagne elettorali, continua a lacerare
il territorio con campanilismi esasperati e con istanze, "demagogiche"
e prive di ogni logica responsabile, dirette, ad esempio, alla nascita
di nuove province, che non farebbero altro che aggravare, disperdendo
energie preziose". "E' necessario, altresì, inculcare
- ha concluso Speziale - la cultura della legalità, perché
chi non versa il dovuto fa concorrenza sleale alle imprese che competono
rispettando le regole. A tal proposito occorre "tolleranza zero".
Prioritario é, infine, predisporre ottimali condizioni per
l'insediamento delle imprese, dotando le aree industriali di quelle
infrastrutture e di quei servizi di pubblica utilità che sono
ormai supporto irrinunciabile a qualsiasi processo localizzativo.
Non possiamo più far passare del tempo senza cambiare nulla". Eurispes: internazionalizzare il Made in Calabria porterà 1400 posti di lavoro 18/07 L'internazionalizzazione del Made in Calabria produrrà,
in soli cinque anni, quasi 1.400 nuovi posti di lavoro. Si tratta
dell'indotto generato da un organico piano di internazionalizzazione
regionale stimato dall'Eurispes Calabria ad un tasso medio di crescita
dell'occupazione del 13,6 per cento. Tra i settori più "sensibili"
ad assorbire nuovo lavoro i trasporti e la logistica, i servizi di
telecomunicazione e di informatica, gli alimentari e le bevande, il
turismo. Due le ipotesi a confronto: crescita autostenuta e crescita
incentivata. "Internazionalizzare il made in Calabria - ha detto
il presidente della sede regionale dell'Eurispes, Raffaele Rio - produrrà
alcuni benefici significativi e concreti per il rilancio della nostra
economia e per il miglioramento della condizione occupazionale degli
individui. Dall'aumento dei fatturati e dei profitti alle opportunità
di accedere a nuove partnership imprenditoriali ed a nuove esperienze,
ad un incremento dei livelli di competitività dei mercati interni.
Ciò, senza alcun dubbio, aumenterebbe gli attuali livelli occupazionali.
Il nostro tessuto istituzionale dovrà, nel concreto, costruire
la presenza delle imprese calabresi sui mercati esteri, attrarre gli
investimenti in regione e valorizzare su scala internazionale l'offerta
turistica regionale". "E' tempo - ha aggiunto - di azioni
concrete ed organiche, non di interventi ed iniziative sporadiche
ed occasionali. Ciò significa fornire al tessuto imprenditoriale
strumenti perché l'economia calabrese possa competere con le
altre realtà regionali ed affacciarsi concretamente ai mercati
internazionali. La polverizzazione territoriale e aziendale sono due
caratteristiche qualitative che sostengono la riproduzione della marginalità
dell'apparato produttivo e la sua stessa mancata crescita quantitativa.
Le imprese, infatti, denunciano un accentuato localismo degli sbocchi
di mercato. Tutto ciò espone le aziende ad una forte tensione
concorrenziale ed individualistica in uno spazio economico assai ristretto,
che alimenta l'instabilità. Quelli che servono, in altri termini,
sono interventi di carattere strutturale mirati a far colmare, nel
periodo più breve possibile, il ritardo di competitività
in cui versano ampie porzioni del territorio calabrese. La competitività
del territorio è inoltre l'elemento di fondo sui cui si misura
la capacità di attrarre investimenti produttivi, sia esteri,
sia nazionali e di promuovere il sistema Calabria in realtà
internazionali più complesse". "Occorre - ha concluso
Rio - pianificare gli intereventi di internazionalizzazione per favorire
la creazione di ambiti di aggregazione economica indicando obiettivi,
strategie, fasi operative di realizzazione e risultati concreti ottenuti
in termini di vendita del sistema Calabria e di attrazione di investimenti
dall'estero". Delineato lo scenario del livello di integrazione
con i mercati esteri delle imprese calabresi, l'Eurispes ha provato
a stimare l'impatto occupazionale che si avrebbe nel caso di crescita
delle attività di internazionalizzazione del sistema produttivo
regionale. Due le ipotesi a confronto: crescita autostenuta e crescita
incentivata. Nella prima, partendo dai dati dei volumi di fatturato
e dal numero di occupati delle imprese calabresi partecipate estere
nel quadriennio 2001-2004 e dai corrispondenti tassi medi di crescita
del periodo, rispettivamente pari a 8,62 e 8,60 per cento, si è
pervenuti ad un stima di crescita dell'occupazione relativa al biennio
2005-2006 e ad uno scenario prospettico nel successivo quinquennio
2007-2011. La seconda ipotesi parte dalla prima, stimando una crescita
maggiore che si avrebbe nel caso di un sostegno pubblico o privato
all'internazionalizzazione, per cui al tasso di crescita medio "autostenuto"
è stata aggiunta una correzione di 5 punti percentuali, portando
così i tassi medi di crescita dell'occupazione ad un valore
superiore, pari al 13,60; sulla base di ciò si è delineato
il trend di crescita dell'occupazione "incentivata" per
il quinquennio 2007-2011. I risultati scaturiti dalle stime evidenziano
come nel primo caso o prima ipotesi (crescita senza incentivi esterni),
dalla fine del 2006 alla fine del 2011, si passerebbe da un'occupazione
di 1.277 a 1.929 unità; in valore assoluto, si tratterebbe
di 652 occupati in più, pari a +51,1%. Nella seconda ipotesi
di scenario (crescita "incentivata") si avrebbero, invece,
1.367 unità lavorative in più, passando da 1.277 a 2.644;
l'incremento in questo caso, oltre il doppio del precedente, risulterebbe
pari a +107,1%. Field potrà diventare un agenzia per lo sviluppo 14/07 "Non è lontana la prospettiva che la Fondazione
Field diventi un' agenzia regionale di promozione dello sviluppo locale".
Lo ha sostenuto il presidente Mario Muzzì nel corso della sua
relazione al convegno sul credito svoltosi oggi a Copanello di Stalettì.
"Con l' iniziativa di oggi - ha aggiunto Muzzì, secondo
quanto riferito in un comunicato - la Field si propone di arrivare
ad una prima conferenza regionale sul credito che consenta una impostazione
di legge quadro regionale sulle politiche creditizie. In questo modo
la Fondazione si pone al servizio delle reali esigenze dello sviluppo
locale in sintonia e in sinergia con altri attori che operano sul
territorio". La tendenza a fare sistema, sulla quale ha insistito
Muzzì, prosegue la nota, "é stata sostenuta anche
dal sottosegretario regionale ai Fondi strutturali, Vincenzo Falcone,
il quale ha spiegato che per ridurre la litigiosità e superare
i localismi che frenano lo sviluppo calabrese, occorre agire con azioni
strutturali attraverso la programmazione d' area già avviata
dal governo regionale per Crotone e che proseguirà per le altre
aree della Calabria. La strategia della Field e gli obiettivi indicati
- prosegue la nota - sono stati riconosciuti pienamente validi e coerenti
con gli indirizzi programmatici della Regione dal vicepresidente del
Consiglio regionale, Demetrio Naccari Carlizzi, dall' assessore regionale
al Lavoro Antonino De Gaetano, e dall' assessore regionale alla Sanità
Doris Lo Moro che su delega del presidente Agazio Loiero, impegnato
a Roma, ha concluso il dibattito. Dal canto suo il vicepresidente
della Giunta regionale Nicola Adamo, intervenuto nel pomeriggio, ha
affermato che sta preparando la riforma dei confidi per evitare la
polverizzazione degli interventi e garantirne invece l' efficacia
ai fini dello sviluppo". "Altro riconoscimento alla Fondazione
- è scritto nella nota - è venuto dal segretario regionale
della Cisl, Luigi Sbarra, il quale ha indicato nella Field, un modello
da valorizzare. Sbarra ha tra l' altro posto l' accento sulla necessità
rafforzare i presidi di legalità e rilanciare la concertazione.
Una testimonianza significativa è stata quella di Santo Versace
che aderendo alla iniziativa di Field, ha sottolineato la necessità
di una riconsiderazione del lavoro manuale". "Ormai - ha
detto l' imprenditore - tutti perseguono inutili titoli di studio
e nessuno si dedica al lavoro manuale che viene svilito. Dobbiamo
riflettere perché la parola lavoro deve tornare a rianimare
la nostro vita non in termini assistenziali, ma di creatività".
L' incontro di Copanello ha consentito anche di tracciare un primo
bilancio sul Fondo di garanzia che la Fondazione ha affidato al consorzio
fidi Fidart, per sostenere le piccole imprese calabresi. A illustrare
i risultati sono stati Cosimo Cuomo e Onofrio Maragò, dirigenti
della Fondazione. Secondo quanto è emerso la Field ha messo
a disposizione della Fidart un milione di euro. Sono pervenute 603
domande di finanziamento per un ammontare di credito richiesto pari
a 36 milioni di euro, con una occupazione aggiuntiva prevista di 787
posti di lavoro. Gli animatori della Fondazione, è stato evidenziato,
hanno istruito finora 324 domande, di cui 250 positivamente per un
ammontare di oltre 14 milioni di euro di credito richiesto e con una
stima occupazionale aggiuntiva di 370 unità lavorative. Finora
la Banca convenzionata ha erogato 89 prestiti per un importo di poco
più di 5 milioni di euro con una crescita occupazionale di
139 unità. Secondo i calcoli degli esperti della Field il prestito
medio erogato si attesta intorno a 56 mila euro. "Questa innovazione
creditizia introdotta da Field - ha sottolineato il presidente del
Comitato scientifico della Fondazione Luca Meldolesi - è uno
degli 'abiti su misura' di cui la regione ha bisogno per sviluppare
un tessuto sano di piccole imprese. La Calabria ha una società
articolata che non può essere omologata agli automatismi del
sistema bancario, ma che invece, va capita e accompagnata intelligentemente".
Secondo il giuslavorista e presidente della Task force della Field,
Antonio Viscomi, "bisogna giungere anche ad un progetto di ordinamento
del mercato di lavoro fondato sulla concertazione territoriale per
realizzare modelli innovativi di governo democratico delle politiche
pubbliche, sulla diversificazione della contrattazione per coniugare
solidarietà, sussidiarietà ed efficienza e, infine,
sulla responsabilità, innanzitutto del lavoro pubblico".
Viscomi ha concluso sostenendo che la Calabria "non ha bisogno
di meno diritto ma semmai di un diritto migliore". Unioncamere Calabria incontra delegazione cinese 14/07 L' Unioncamere Regionale, di concerto con lo Sprint Calabria,
nell' ambito del proprio programma promozionale, ha promosso, a Vibo
Valentia, un incontro tra imprese calabresi e una delegazione cinese
per un progetto relativo ad partenariato internazionale, denominato
Eu-China Partenariat 2006. L' evento rientra tra le iniziative patrocinate
dalla Commissione europea e dal Governo della Repubblica Popolare
Cinese per promuovere la cooperazione economica fra piccole e medie
imprese cinesi ed europee. La manifestazione, organizzata dal China
Council for the Promotion of International Trade (Ccpit) si svolgerà
a Chengdu (Sichuan) il 9 e 10 novembre e vedrà la partecipazione
di oltre 500 imprese cinesi e 400 imprese europee operanti nei settori
agroindustria, turismo, sanitario, beni e servizi ambientali, macchinari
e attrezzature per l' edilizia, costruzioni ed ingegneria, Ict, componentistica
elettronica. Convegno Field sull’accesso al credito il 14 a Copanello 12/07 L' accesso al credito in Calabria dovrà essere priorità
di governo: sarà questo il tema dell' incontro che la Fondazione
Field ha promosso per venerdì a Copanello di Stalettì,
durante il quale sarà anche istituito il primo tavolo di concertazione
in materia creditizia. "Dopo il successo del Fondo emersione
Calabria sul credito - é scritto in una nota - la Fondazione
guidata da Mario Muzzì, fa un primo bilancio di questa esperienza
anche in preparazione della prima conferenza regionale sul credito
che ha in programma per il prossimo autunno. Quello del 14 luglio
è un appuntamento al quale prenderanno parte i vertici delle
istituzioni regionali, le forze sociali e i rappresentanti delle associazioni
di categoria e tutti i soggetti attivi nelle politiche produttive
e creditizie in Calabria. Alla presenza del governatore della Regione
Agazio Loiero, dell' assessore al Bilancio Nicola Adamo e dell' assessore
al Lavoro Antonino De Gaetano gli esperti affronteranno le tematiche
relative al difficile mondo del credito, e avanzeranno proposte e
soluzioni sulla scorta dell' esperienza del Fondo finanziato dalla
Field, attraverso il quale si è voluto dimostrare che le politiche
del credito in Calabria è possibile promuoverle innovando il
metodo e creando le giuste sinergie tra territorio, banche e imprese".
"Il Fondo Emersione Calabria - prosegue la nota - è finalizzato
a sostenere i processi di emersione e regolarizzazione anche mediante
il principio della premialità per le imprese in regola che
si distinguono per le iniziative di sviluppo. La gestione di questo
Fondo è affidata, attraverso apposita convenzione, a Fidart
Calabria, un Consorzio di garanzia fidi istituito con legge regionale
e concessionario della Regione Calabria dei fondi di garanzia per
le Pmi e l' artigianato che opera in collaborazione della Fondazione
Field. L'esperienza innovativa, i numeri del progetto, la valutazione
genericamente positiva da parte degli interessati, hanno dunque suggerito
alla Fondazione Field l' opportunità di una giornata di riflessione
partecipata e condivisa sul credito". L' istituzione di un tavolo
regionale "tematico" in materia creditizia, è scritto,
ancora, nel comunicato, "rappresenta l' oggetto di riflessione
privilegiato intorno al quale 'costruire' una nuova politica del credito
in Calabria che guardi anche ad aspetti etici e che integri a tutti
gli effetti una politica strutturale regionale di sviluppo locale.
Nel corso dell' incontro si terrà la prima riunione operativa
del Tavolo di concertazione sul credito". La giornata prevede
la partecipazione, tra gli altri, dello stilista Sante Versace; di
Lea Battistoni in rappresentanza del Ministero del Lavoro; del presidente
del Comitato scientifico della Fondazione Field, Luca Meldolesi; del
presidente della task force di Field, Antonio Viscomi; del sottosegretario
regionale ai Fondi strutturali Vincenzo Falcone; dei segretari regionali
dei sindacati Vera Lamonica (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e Roberto
Castagna (Uil); del vicepresidente del Consiglio regionale Demetrio
Naccari Carlizzi e dei responsabili della Fondazione Field Cosimo
Cuomo, Onofrio Maragò e Rosaria Amantea. Il Credito Cooperativo ricorda il centenario della fondazione con una messa 23/06 Sabato 24 giugno 2006 alle ore 19.00, presso il Santuario di
Sant’Umile a Bisignano, sarà celebrata la Santa Messa
per il centenario del Credito Cooperativo Mediocrati. Nel centesimo
anniversario della sua fondazione, avvenuta il 24 giugno 1906, il
Credito Cooperativo Mediocrati si unirà in preghiera con tutti
i fedeli per ringraziare devotamente Sant’Umile e invocare la
sua benedizione con l’auspicio di un futuro prospero per l’intera
collettività. Alla cerimonia religiosa parteciperanno gli amministratori,
i sindaci ed il personale tutto dell’Istituto. Otto contratti di programma approvati dal Cipe per la Calabria 18/06 Novanta contratti di programma, circa 11 mila milioni di euro
di investimenti previsti a fronte dei quali 4 mila milioni di euro
di agevolazioni concesse, un incremento occupazionale previsto pari
a 31mila unita'. Di queste, 7.000 nella sola Campania, regione al
tempo stesso con il numero maggiore di contratti approvati (20) e
agevolazioni concesse (873 milioni di euro, il 22,3% del totale).
E' la fotografia aggiornata al 31 dicembre 2005 dei contratti di programma
approvati dal Cipe a partire dall'aprile 1996. Il Rapporto e' stato
curato dall' Istituto per la promozione industriale per conto della
Direzione Generale per il Coordinamento degli Incentivi alle Imprese
del Ministero delle attivita' produttive. La Campania, con ben 20
contratti (il 22,2% del totale), si legge nel rapporto, e' la regione
che presenta il maggior numero di contratti approvati. Segue Sicilia
(15), Sardegna (9), Calabria (8), Puglia (7), Basilicata (6), Abruzzo
(5), Piemonte (3), Toscana (2), Veneto, Liguria e Marche rispettivamente
con 1 solo contratto a testa. Per quanto riguarda i soggetti proponenti
il maggior numero di contratti approvati si registra per i consorzi
di pmi: 56 contratti (il 62,2% del totale), localizzati soprattutto
in Campania (14) e Sicilia (12). Il numero di contratti riconducibile
a grandi imprese e' pari a 18 (di cui 5 in Puglia); 15 sono i contratti
che fanno capo a gruppi industriali (di cui ben 5 in Campania, 3 tra
i multiregionali e 3 in Sardegna); solo un contratto e' proposto da
una multinazionale (in Puglia). A livello temporale la dinamica evidenzia
la seguente evoluzione: 23 contratti (un quarto del totale) sono stati
approvati nel corso del 2005, 16 contratti (il 18%) nel corso del
2004, ulteriori 8 nel 2003 e 13 nel 2002; negli ultimi 4 anni sono
stati approvati i due terzi di tutti i contratti. Per quanto riguarda
i settori, infine, 50 contratti di programma riguardano il settore
industria, 18 il turismo, 18 l'agricoltura e solo 4 i servizi. Il
volume maggiore di investimenti si riscontra per i cosiddetti contratti
multiregionali (2.923 Milioni di euro, il 27,4% del totale). A livello
regionale la ripartizione degli investimenti e' la seguente: in Campania
i contratti di programma previsti comporteranno la realizzazione di
1.568 Milioni di euro di investimenti (il 14,7% del totale); in Sicilia
1.392 Meuro e quelli in Puglia 1.108 Meuro. Valori inferiori si registrano
per la Sardegna (836 Meuro), Abruzzo (680 Meuro), Calabria (638 Meuro),
Veneto (615 Meuro) e Basilicata (437 Meuro). Ancora minori sono i
valori riscontrati per Toscana (197Meuro), Piemonte(178 Meuro), Liguria
(68 Meuro) e Marche (40 Meuro). Il valore medio piu' elevato di investimenti
per contratto approvato si osserva per il Veneto dove un solo contratto
prevede la realizzazione di 615 Meuro di investimenti. Anche per quanto
riguarda le agevolazioni concesse, la Campania e' in pole position.
Con il 22,3% del totale e' la regione che ha la quota piu' consistente
delle agevolazioni (da tener presente che la suddivisione delle agevolazioni
per regione deriva sia dal volume degli investimenti previsti sia,
soprattutto, dalle diverse ''intensita''' di aiuto stabilite dalla
Commissione europea e le intensita' di aiuto maggiori come e' noto
sono previste nelle regioni meridionali). Per i contratti multiregionali
si registrano 630 milioni di euro di agevolazioni concesse. Dunque,
Campania in testa con 873 milioni di euro di agevolazioni concesse.
Segue Sicilia (645), Puglia (Puglia 555), Sardegna (370), Calabria
(320,8), Basilicata (223), Abruzzo (97), Toscana (67), Veneto (66),
Piemonte (36), Liguria (25), Marche (6,5). Si evidenzia come in tre
regioni (Campania, Sicilia e Puglia) si concentra il 53% del totale
delle agevolazioni concesse. Con una previsione di 7.000 unita' aggiuntive,
la Campania e' la regione con il maggior incremento occupazionale.
Aumenti consistenti sono previsti anche per i contratti da realizzare
in Puglia (4.348 unita' aggiuntive), Sicilia (4.219), Calabria (2.322),
Sardegna (1.742) e Basilicata (1.701 unita'). Di minore entita' sono
gli sviluppi occupazionali per Abruzzo (829), Toscana (428), Piemonte
(428), Marche (249), Liguria (175) e Veneto (50). Circa un quarto
del totale incremento occupazionale (7.319 unita' aggiuntive) e' previsto
con i cosiddetti contratti multiregionali. Il rapporto dell'Ipi evidenzia
poi che al 31 dicembre scorso ben 37 contratti (i due quinti del totale)
non sono stati ancora stipulati; tali contratti rappresentano piu'
di un terzo (37%) degli investimenti previsti da tutti i contratti
approvati, il 30% del totale delle agevolazioni concesse ed il 35%
dell'incremento occupazionale complessivamente previsto. Degli altri
53 contratti per i quali e' intervenuta la stipula, 7 contratti non
hanno avuto erogazioni delle agevolazioni concesse, 20 contratti hanno
avuto erogazioni delle agevolazioni a titolo di anticipazione e 26
contratti hanno avuto erogazioni a titolo di stato avanzamento lavori.
Con riferimento ai 37 contratti approvati ma non stipulati, 23 (circa
due terzi) sono stati approvati nel 2005 (di cui 9 a dicembre, 9 a
luglio e 5 tra marzo e maggio), 12 nel 2004 e gli altri due, uno nel
2003 ed uno nel 2002. Oltre ai contatti multiregionali, sono dieci
le regioni interessate da questa tipologia di contratti. Il maggior
numero si registra in Sicilia (11 contratti; il 30% del totale), 7
rientrano nella categoria dei multiregionali, 5 riguardano la Campania,
4 la Sardegna, 2 il Piemonte, Abruzzo e Calabria, 1 Liguria, Toscana,
Marche e Basilicata. I contratti stipulati ma senza erogazioni sono
7, di cui 3 sono stati stipulati nel 2005, 2 nel 2004, 1 nel 2003
ed 1 nel 2002. Tali contratti rappresentano il 7,7% del numero totale
dei contratti approvati, il 9,5% del totale degli investimenti agevolati,
il 5,9% del totale delle agevolazioni concesse ed il 5,3% del complessivo
incremento occupazionale previsto. A livello regionale, si riscontrano
2 contratti in Abruzzo e Campania ed 1 contratto in Veneto, Toscana
e Calabria. I contratti stipulati con erogazioni a solo titolo di
anticipazione sono 20, di cui 1 e' stato stipulato nel 2005, due nel
2004, e 6 nel 2003. Gli altri 11 negli anni dal 2002 al 1998. Tali
contratti rappresentano il 22% del numero totale dei contratti approvati,
il 25,3% del totale degli investimenti agevolati, il 24% del totale
delle agevolazioni concesse ed il 25% del complessivo incremento occupazionale
previsto. Ben 12 di tali contratti hanno ottenuto la prima erogazione
nel corso degli anni 1999-2003, mentre 8 l'hanno ottenuta tra il 2004
(6 contratti) ed il 2005 (2 contratti). Per quanto riguarda le regioni
si registra una prevalenza della Campania (5 contratti), 3 contratti
si riscontrano sia per la Puglia che per la Basilicata, 2 si hanno
per Calabria, Sicilia ed i contratti multiregionali, 1 solo contratto
per Piemonte, Abruzzo e Sardegna. Infine, sottolinea il rapporto Ipi,
i contratti stipulati con erogazioni a stato avanzamento lavori sono
26 e rappresentano il 29% del numero totale dei contratti approvati,
il 28% del totale degli investimenti agevolati, il 40% del totale
delle agevolazioni concesse ed il 35% del complessivo incremento occupazionale
previsto. Con riferimento alle regioni si registra che 8 contratti
riguardano la Campania, 4 Puglia e Sardegna, 3 la Calabria e la categoria
dei multiregionali, 2 Basilicata e Sicilia. Nei confronti dei contratti
con erogazioni a stato avanzamento lavori si concentra l'ulteriore
80% del totale delle agevolazioni erogate. Del totale delle agevolazioni
concesse per tali contratti si registra un'erogazione pari al 71%
delle stesse, con una variabilita' all'interno dei contratti stessi
che va dal 27% (non tenendo conto del valore riferito ad un contratto
per il quale si sono registrate due sole erogazioni riferite a due
delle 20 iniziative previste nel contratto stesso, valore pari al
3,31%) al 94,31%. Una buona legge sull’impresa sociale 10/06 ''La nuova legge sull' impresa sociale, che non e' ancora entrata
in vigore, nonostante alcune lacune e' una buona legge perche', innanzitutto,
nasce con un 'processo dal basso'''. E' quanto ha sostenuto Carlo
Borzaga, studioso della materia e preside della Facolta' di economia
dell' Universita' di Trento partecipando ai lavori di un seminario
organizato da Confcooperative Calabria, Federsolidarieta' e Universita'
della Calabria. Oltre a Borzaga tra i relatori del seminario, presieduto
da Katia Stancato, presidente di Confcooperative Calabria, c' erano
il presidente regionale di Federsolidarieta', Gianni Romeo; Pierpaolo
Marano, docente della Facolta' di Economia dell' Unical e Valerio
Luterotti di Federsolidarieta' - Confcooperative. ''L' impresa sociale
- ha sostenuto Borzaga - non e' individuata dal legislatore, bensi'
e' frutto dell' incontro tra volontari e bisogni degli utilizzatori
dell' impresa sociale. Contrariamente a quanto avviene solitamente,
quindi, il Legislatore ha rincorso il fenomeno. La normativa distingue
nettamente i settori di attivita'. E' trasversale alle forme giuridiche
ed e' migliore di quella sulle onlus che ha portato solo confusione'' Quattro milioni di italiani sotto la soglia dei 700 euro mensili. Il sud rimane sempre dietro 24/05 Il Mezzogiorno sempre dietro. In affanno, nei confronti del
resto del paese, sia che si parli di redditi, che di servizi, che
di qualità della vita. La fotografia dell'Istat scattata nel
2005 dal rapporto annuale conferma lo stato di emergenza delle regioni
meridionali in un'Italia che già non brilla. Al sud i redditi
sono pari ai 3/4 di quelli percepiti al Nord. Molte famiglie italiane
vivono con un solo reddito, sono circa 650 mila, di cui oltre due
terzi nel mezzogiorno. Sono povere 2,6 milioni di famiglie; 1 famiglia
su 4 al sud è indigente. Il 7,5% dei nuclei familiari italiani,
pari a 1.748.000 persone, non può permettersi un pasto adeguato
ogni due giorni; questa percentuale sale al 13,5% al sud e al 12%
nelle isole. E al sud chi ci rimette di più sono le donne che
in un anno hanno perso 40 mila posti di lavoro e che addirittura non
cercano neanche più un'occupazione perché è aumentata
negli ultimi due anni la popolazione inattiva femminile. L'Istat sottolinea
che oltre 4 milioni di lavoratori percepisce un reddito basso, al
di sotto di 700 euro al mese. Di questi, 1.500.000 vive in famiglie
disagiate. Il basso reddito da lavoro è più frequente
tra le donne (28% contro il 12% degli uomini), tra i giovani con meno
di 25 anni (36%), tra le persone con basso grado di istruzione inferiore
alla licenza media (32%) e tra i lavoratori del settore privato (21%
contro il 5% dei lavoratori pubblici). PREZZI ALTI, MENO CARNE E PANE
SULLE TAVOLE - A causa dell'aumento dei costi, il 25% delle famiglie
compra meno pane e pasta mentre oltre il 30% meno carne, frutta e
verdura; il 37,2% riduce l'acquisto di pesce; il 41,9% fa minori compere
per l'abbigliamento e le scarpe. Il 15% opta per alimenti di qualità
più bassa. UN TERZO DEI NUCLEI ARRIVA CON DIFFICOLTA' A FINE
MESE - E il 27,5% non riesce a far fronte ad una spesa imprevista
di mille euro. Il 12,2% ha pochi soldi per le spese mediche, è
il 21,4% al sud, e il 13,2% per pagare le tasse (25,1%). ABITAZIONE
E' VOCE PRINCIPALE DI SPESA - I proprietari di casa spendono mediamente
262 euro al mese; per gli affittuari il costo mensile sale a 473 euro.
SPEREQUAZIONE NEI REDDITI, FRA GLI ULTIMI IN EUROPA - A fronte di
reddito annuale medio nazionale è di 24.820 euro; sale a 32.962
al nord, 32.759 al centro, scende a 23.894 nel mezzogiorno. SPESA
SOCIALE PIU' ALTA AL NORD, PIU' BASSA AL SUD - Nell'arco 1996-03 si
è registrato un aumento della spesa sociale di 900 euro pro-capite;
al nord è stato di 1.300 euro mentre nelle regioni del sud
di 685 euro. Rispetto ai comuni, permane la sperequazione territoriale:
a fronte di una media nazionale di 91 euro pro-capite a Bolzano si
arriva a 417 euro, a Trento 220 euro. Nel Lazio a 100 euro e 117 in
Toscana. Mentre si scende a 27 euro in Calabria. Sono quindi le regioni
più ricche a spendere di più, indicando che la spesa
sociale ha solo modeste funzioni di riequilibrio dei divari fra le
regioni. MALATI DEL SUD VANNO A CURARSI AL NORD - Il 7% dei ricoveri
ospedalieri avvengono al di fuori della propria regione. La mobilità
riguarda soprattutto i cittadini della Puglia, della Calabria, Basilicata
e Sicilia. POSTI LETTO IN OSPEDALE, SONO IN CALO - Nel 1998 i posti
letto ospedalieri per malattie acute erano 47 ogni 10 mila residenti;
nel 2003 erano 36; per le malattie croniche si è passati da
6 a 5. IN LOMBARDIA IL MAGGIOR NUMERO DI ALUNNI STRANIERI - In 5 anni
la popolazione scolastica straniera è aumentata del 152%; sono
372 mila, il 4,2% del totale. Punte del 5,3% per gli iscritti alla
scuola primaria. In Lombardia c'é la maggiore concentrazione
(90 mila) ma è l'Emilia Romagna che registra la maggiore incidenza,
8 alunni stranieri ogni 100, 10 nelle scuole primarie. UNIVERSITA'
NON RISPONDE A MERCATO DEL LAVORO - La riforma universitaria ha puntato
troppo alla didattica e poco al mercato. Per l'Istat bisogna realizzare
più ricerca, "motore dello sviluppo delle conoscenze e
dell'economia". Negli atenei aumentano gli iscritti, più
8,7% nell'arco di tempo 1999-2000/2004-2005; più 20,4% di immatricolazioni.
ASSISTENZA SOCIALE "ARRETRATA" - E' il settore più
arretrato in termini di riqualificazione e crescita dei servizi e
quello dove emergono i maggiori divari territoriali in termini di
offerta. Gli interventi assistenziali sono decisamente inferiori alla
media nelle regioni meridionali; in queste è scarsa la presenza
di strutture socioassistenziali per disabili e anziani, mentre è
maggiore il peso di quelle per minori. Mutui cresciuti del il 30% in Calabria 24/05 Nel 2005 il mercato dei mutui per la casa in Calabria è
cresciuto del 29,44 % rispetto al 2004. A renderlo noto è l'Osservatorio
Mutui Casa alle Famiglie di Banca per la Casa, la banca specializzata
nei mutui casa del Gruppo UniCredit, su dati Bankitalia. "Proprio
in riferimento ai dati positivi del mercato - è scritto in
una nota - e alla crescita del mercato dei lavoratori atipici, Banca
per la Casa ha studiato Progetto Lavoro, una nuova linea di mutui
composta da Variabile, Fisso, Libero e Misto, dedicata a tutti coloro
che hanno un contratto a tempo determinato, co.co.pro e stagionale,
con continuità lavorativa di almeno 24 mesi, anche presso più
datori di lavoro e un minimo di 180 giorni lavorativi per anno. Il
Mutuo, finanzia fino al 90% del valore dell'immobile per l'acquisto
della prima casa, da un minimo di 50.000 ad un massimo di 200.000
euro. Progetto Lavoro viene distribuito dalle agenzie specializzate
di Banca per la Casa e dalle Agenzie di UniCredit Banca". Nel
2005 l'incremento maggiore di erogato si è registrato a Cosenza
con 227 milioni di euro (+37,9%) rispetto al 2004. In termini percentuali
la provincia che ha erogato di più è stata Vibo Valentia
con +65,8% (41 milioni di euro di erogato), seguono Reggio Calabria
con +24% (141 milioni di euro di erogato). Catanzaro con +20,2% (156
milioni di euro di erogato), Crotone con +18,9% (57 milioni di euro
di erogato). In riferimento all'Italia Meridionale, che comprende
anche le regioni Abruzzi, Molise, Basilicata, Campania e Puglia, la
Calabria si colloca ad oggi al quarto posto per valore dell' erogato
con 620 milioni di euro, confermando nel 2005 una crescita del 29,44%
rispetto al 2004. In riferimento all'andamento nazionale, i mutui
erogati nel nostro Paese, nel 2005 sono incrementati del +14,36% rispetto
al 2004, raggiungendo un valore totale pari a 56.266 milioni di euro,
rispetto ai 49.199 milioni di euro del 2004. "Anche il 2005 -
sostiene l'amministratore delegato di Banca per la Casa, Pasquale
Giamboi - ha confermato la crescita del mercato dei mutui e pur in
presenza dei recenti rialzi dei tassi e con segnali di raffreddamento
dei prezzi degli immobili penso che il mercato mutui goda di buona
salute per i prossimi anni. L'andamento dei primi mesi del 2006 ci
presenta un mercato che si mantiene vivace. L'acquisto della casa
resta ancora un importante obiettivo della famiglie italiane nonostante
il prevedibile a breve ulteriore rialzo dei tassi". "Consigliamo
- ha concluso Giamboi - però di affidarsi a consulenti specializzati
che siano effettivamente in grado di suggerire il mutuo più
adeguato ai propri flussi di reddito e alle proprie esigenze di spesa". In netta crescita la BCC Mediocrati 22/05 I risultati ottenuti nel corso del 2005, insieme al bilancio
sociale e di missione del Credito Cooperativo Mediocrati, sono stati
illustrati in occasione dell’assemblea ordinaria dei soci, svoltasi
a Taverna di Montalto. “Il bilancio sociale, che redigiamo ogni
anno, – ha detto il Presidente Nicola Paldino richiamandosi
alle origini della Banca, alla Rerum Novarum, a De Cardona e ai fondatori
del 1906 – è il segno di una nuova cultura imprenditoriale
che pensa diversamente il vivere e il produrre ed è, soprattutto,
più attenta ai temi della qualità della vita, dell’equità,
della sostenibilità. Il Credito Cooperativo Mediocrati –
ha proseguito il presidente sotto lo sguardo attento del Direttore
Generale Biagio Aragona - è una banca controcorrente in quanto
differente è il nostro approccio, la nostra visione dell’uomo
e dell’economia, il nostro fine ultimo”. In distribuzione presso le agenzie delle entrate la guida alle agevolazioni fiscali sui mutui 18/05 E' in questi giorni in distribuzione gratuita negli uffici
delle Entrate della Calabria, la guida pratica dedicata alle "Agevolazioni
fiscali sui mutui", secondo volume del 2006 del periodico bimestrale
"L' Agenzia informa". Lo rende noto un comunicato. Il testo
dell' opuscolo, come di consueto, - riporta la nota - è anche
disponibile e scaricabile dal sito Internet dell' Agenzia delle Entrate
(www.agenziaentrate.gov.it), all' interno della sezione Documentazione.
"La guida, dedicata a chi è in procinto di accendere un
mutuo per l' acquisto della casa - è scritto in una nota -
illustra, con linguaggio semplice e chiaro, le tipologie di mutuo
più frequenti, tra cui quello stipulato per l' acquisto e per
la costruzione o la ristrutturazione dell' abitazione principale e
i requisiti necessari per fruire delle agevolazioni fiscali. Particolare
attenzione è dedicata ai prestiti e ai mutui agrari, alle imposte
sul contratto di mutuo e a quella sostitutiva sui finanziamenti".
Venerdì alla Camcom il rapporto sullo stato dell’economa in provincia di Cosenza 17/05 "Evoluzione strutturale e dinamiche congiunturali del
sistema produttivo locale della Provincia di Cosenza" è
il tema di un incontro, che si svolgerà venerdì prossimo
a Cosenza, organizzato dalla Camera di Commercio, in collaborazione
con l' Osservatorio economico provinciale e l' "Istituto Guglielmo
Tagliacarne". All' incontro parteciperanno il presidente della
Camera di Commercio, Nicola Lucchetti; il direttore dell' area studi
e ricerche dell' Istituto Tagliacarne, Giuseppe Capuano; il rettore
dell'Università della Calabria, Giovanni Latorre, il direttore
del Censis, Giuseppe Roma; il presidente della Provincia Mario Oliverio;
il vice presidente della Regione Calabria, Nicola Adamo. Coordinerà
il dibattito il giornalista Francesco Ventimiglia. "Si tratta
- è scritto in una nota - di un' analisi approfondita e mirata
dello stato di salute dell' economia reale della provincia cosentina
con importanti raffronti con le altre province e con le altre regioni.
Le informazioni contenute nel rapporto fotografano l' andamento economico
e produttivo del territorio provinciale e offrono notizie dettagliate
sul numero delle aziende, sull' imprenditoria femminile, sui vari
settori di attività, sulla formazione, sull' innovazione e
sulla internazionalizzazione. La lettura dei dati consente alla Camera
di Commercio di delineare e disegnare la mappa e il quadro di riferimento
dello sviluppo economico e produttivo provinciale". "La
Camera di Commercio - spiega il presidente Nicola Lucchetti - rappresenta
un' osservatorio privilegiato dell' intera economia provinciale, perché
raccoglie informazioni e notizie sulla demografia e sulla vita delle
imprese, sulla loro costituzione ed organizzazione e sulle loro performance
economiche. La lettura dei dati è importante perché
offre alle istituzioni, alle parti sociali e a tutti i soggetti economici
opportunità di interventi e di lavoro necessari a favorire
e accompagnare il processo di crescita e di sviluppo del nostro sistema
economico. La nostra è un' economia fragile e per farla diventare
forte c'é bisogno di una grande sinergia, di uno sforzo da
parte di tutti" Costituito il Confidi della Calabria 17/05 Liborio Piscitelli è il presidente del Confidi di Calabria,
struttura costituita come diretta emanazione di Uci (Unioni italiana
coltivatori aderente al Copagri); Lapet (Libera associazione periti
ed esperti tributaristi) e Cicas (Confederazione imprenditori commercianti
artigiani turismo e servizi). Vice presidente del neonato organismo
è stato nominato Giorgio Ventura. Eletto anche il Consiglio
di amministrazione di cui fanno parte Alfonso Saccà, Cesare
Leone, Giorgio Guglielmo, Alessandro Siciliano, Saverio Nocera, Basilio
Zimbalatta, Giorgio Durante e il collegio sindacale composto da Giuseppe
Calì (Presidente), Ida Maria Montorro ed Aldo Munizza - componenti,
Innocenzio Macheda e Corrado Sabatino - supplenti. "Il Confidi
della Calabria - è scritto in una nota - è lo strumento
permanente a disposizione delle piccole e medie imprese che agevola
l' accesso al credito a breve, a medio-lungo termine, al leasing e
ad ogni operazione finanziaria, svolgendo la propria attività
istituzionale di concessione della garanzia per affidamenti a breve
termine a favore delle piccole e medie imprese industriali della Regione.
I benefici più significativi per le imprese che si rivolgeranno
al Confidi della Calabria riguardano - è scritto ancora nel
comunicato - l' assistenza qualificata ed analisi dei bisogni finanziari
d' azienda anche in funzione alle garanzie, alla luce della normativa
in materia meglio nota come 'Basilea 2'" La Carime abolisce la carica di amministratore delegato. Calbiani diventa vice presidente vicario 16/05 Il Consiglio di Amministrazione di Banca Carime ha nominato
Marcello Calbiani vice presidente vicario. Calbiani, negli ultimi
anni, aveva ricoperto la carica di Amministratore Delegato. La decisione
è giunta dopo che il Gruppo Bpu Banche Popolari Unite, nell'
ambito del processo di revisione globale e semplificazione delle posizioni
di vertice, ha abolito, in tutte le sue Banche Reti, la carica di
amministratore delegato. "Una scelta, quella intervenuta - è
scritto in un comunicato - che assume in Carime un significato particolare
se si considera che la Banca opera in territori complessi e diversificati,
dove il vero valore aggiunto è dato dall' immediatezza nelle
risposte e dal rapporto diretto con il vertice aziendale. Marcello
Calbiani, dunque, affiancherà da subito il presidente Andrea
Pisani Massamormile e il direttore generale Riccardo Sora alla guida
di Banca Carime la quale conferma, come si evince dai dati di bilancio
riferiti al primo trimestre 2006, la sua ascesa e la volontà
di conseguire traguardi sempre più ambiziosi". "Obiettivo
di Marcello Calbiani - prosegue la nota - sarà, nei prossimi
mesi, quello di cogliere e coltivare tutte le tante opportunità
di carattere economico, sociale e culturale presenti nelle regioni
in cui la Banca opera. Una scelta, finalizzata ad armonizzare logica
economica e crescita civile, consolidare collaborazioni, concordare
programmi incisivi e compatibili, rispettare il territorio e promuoverne
lo sviluppo". Presentazione di un progetto FIELD per lo sviluppo del tessile il 16 a Rende 14/05 ''Tessere lo sviluppo e' possibile. E' possibile creare una
rete di piccoli artigiani che nel tessile e nelle sue potenzialita'
hanno scommesso tra mille insidie e tanta concorrenza, spesso sleale''.
E' quanto sostiene la Fondazione Field in un comunicato nel quale
si afferma che di questo tema, ''ma anche delle nicchie di mercato
di qualita' nel tessile si parlera' dal 16 al 18 maggio, al Museo
del Presente, a Rende, con la partecipazione della Fondazione presieduta
da Mario Muzzi'''. ''La Tela di Aracne'' e' il nome di un progetto
nel settore tessile che sara' presentato il 16 maggio con l' esposizione
dei manufatti delle aziende tessili calabresi. Nel pomeriggio di martedi',
nel corso di una tavola rotonda moderata dal giornalista della Rai
Pietro Melia, dopo i saluti del sindaco di Rende, Emilio Chiappetta,
e del presidente del Consiglio provinciale di Cosenza, Francesco Principe,
saranno illustrati i risultati finora raggiunti del progetto e saranno
tracciate le prospettive future della rete. Interverranno il dirigente
regionale Francesco De Grano, che parlera' dei programmi interregionali;
Stefano Birilli che si soffermera' sul progetto ''La Tela di Aracne'';
Rosaria Amantea della Fondazione Field che si occupera' del workshop
Eumed ed Emilio Salvatore Leo, che delineera' il futuro del tessile
in Calabria. Sono inoltre previsti gli interventi del vice presidente
della Regione, Nicola Adamo, che ha la delega per l' economia e le
attivita' produttive, del presidente della Provincia di Cosenza, Mario
Oliverio, del presidente della Fondazione Field, Mario Muzzi', dell'
assessore provinciale all' artigianato, Mimmo Bevacqua, del presidente
del Co.Se.R Calabria, Walter Fonte e dei presidenti regionali della
Confartigianato, Giovanni Gravina, della Cna, Sergio Chiappetta, e
della Casartigiani, Eugenio Blasi. Il giorno successivo e' prevista
la visita delle scuole alla mostra e nel pomeriggio un seminario su
''tessile design e tradizione'', mentre l'ultimo giorno sara' dedicato
ad un workshop con gli interventi, fra gli altri, del prof. Roberto
Guarisci, del centro di eccellenza in economia e gestione della conoscenza
dell' Universita' della Calabria, e di Cosimo Cuomo, direttore dell'
area sviluppo della Fondazione Field. Fisco: In arrivo oltre 34.000 cartelle pazze in Calabria 13/05 'Gli avvisi di pagamento notificati in questi giorni agli italiani
per redditi soggetti a tassazione separata percepiti nel 2002 sono
non solo illegittimi ma per il 38,2% dei casi errati, perche' gli
importi non sono dovuti.'. La denuncia arriva da "Lo Sportello
del Contribuente" e il fenomeno delle 'cartelle pazze', cioe'
sbagliate, colpira' oltre un milione di cittadini in regola il fisco.
Il fenomeno si registra in tutta Italia e la punta dell'icerberg e'
nel Lazio con 147.500 avvisi seguito a ruota dalla Lombardia e Campania.
Chiude la Calabria ed Abruzzo rispettivamente con 37.958 e 34.335
avvisi. Purtroppo solo 60mila cartelle pazze su 382mila sono state
individuate dall'amministrazione finanziaria prima della spedizione
ai contribuenti dal servizio di controllo interno. 'Basta - afferma
Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti
Italiani - con il continuo reiterarsi di queste inutili vessazioni
poste in essere in dispregio di norme costituzionali, tributarie e
statuto dei diritti del contribuente che minano la fiducia tra fisco
e contribuente, generando, in modo indiretto, danni all'erario'. Neanche
la storica sentenza della Corte Costituzionale n. 274 del 2005, ottenuta
da Contribuenti.it, che sancisce che l'Amministrazione finanziaria
deve rifondere le spese di giudizio a seguito di emissione di cartelle
pazze - continua Carlomagno - e' riuscita a fermare questo odioso
fenomeno. Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani annuncia
che avviera' azioni di risarcimento danni contro le finanze per un
controvalore di 1,625 miliardi di euro per tutti i contribuenti vessati
dal fisco che dal 1998 ad oggi hanno ricevuto oltre 33,5 milioni di
cartelle pazze. Lo Sportello del Contribuente stima che con le cartelle
pazze, l'Amministrazione finanziaria ha incassato illegittimamente
circa 5 miliardi di euro di cui oltre Euro 500 milioni per la sola
imposta di bollo dovuta sui ricorsi. Tutti i contribuenti che vogliono
ricevere maggiori informazioni e far valere i propri diritti possono
collegarsi con sito internet www.contribuenti.it Banca Carime chiude il primo trimestre con un +20.5% di utile 11/05 Si è chiusa con un utile netto di 13,4 milioni di euro,
con un incremento del 20,5% rispetto allo stesso periodo dell' anno
precedente, la gestione economica di Banca Carime relativa al primo
trimestre del 2006 i cui risultati sono stati approvati dal Consiglio
d' amministrazione dell' istituto di credito. Il risultato della gestione
operativa si è attestato a 29,2 milioni di euro, registrando
un aumento del 30,2% rispetto ai 22,4 registrati nel 2005. Nel dettaglio,
i proventi operativi hanno evidenziato un incremento del 5,8% a circa
101 milioni di euro rispetto ai 95,4 del 2005, derivante da andamenti
diversificati delle varie componenti: il margine d'interesse ha registrato
una leggera crescita a 64,2 milioni di euro (+1% circa), il risultato
dell'attività di negoziazione e copertura si presenta in forte
evoluzione (da 1,7 a 7,6 milioni di euro) grazie alla buona performance
delle gestioni conferite a Bpu Pramerica, mentre le commissioni nette
sono risultate in moderata flessione a 26,8 milioni di euro (28,6
nel 2005). Gli oneri operativi risultano in contrazione dell'1,7%
a 71,7 milioni di euro, e includono "spese del personale"
stabili a circa 45 milioni di euro e "altre spese amministrative"
in diminuzione del 4,4% a 23,8 milioni di euro. Al netto di accantonamenti
e rettifiche per circa 5 milioni di euro, l' utile dell' operatività
corrente al lordo delle imposte si è attestato a 24,1 milioni
di euro, in crescita del 16% rispetto al marzo 2005. Il risultato
di periodo sconta un carico fiscale previsto in 10,8 milioni di euro
rispetto ai 9,7 milioni del 2005. Per quanto riguarda i dati patrimoniali,
i crediti alla clientela sono cresciuti a 3,3 miliardi (+7,2% rispetto
al 31 marzo 2005), "evidenziando una forte dinamica - è
detto in un comunicato della banca - rispetto al marzo 2005. Nel corso
del primo trimestre 2006 è proseguita l'azione di sviluppo
sia sul comparto famiglie con l'offerta di nuovi prodotti (mutui e
prestiti personali), sia sul comparto imprese (particolarmente nel
segmento corporate). Gli interventi a sostegno delle imprese hanno
riguardato operazioni strutturali a medio termine finalizzati a programmi
di investimento, ma anche interventi per il finanziamento del circolante
aziendale". Si è poi confermata nel trimestre la crescita
delle operazioni a medio-lungo termine, in gran parte riconducibile
ai mutui erogati a favore del settore produttivo e delle "famiglie
consumatrici". "La raccolta totale da clientela - si aggiunge
nella nota - risulta sostanzialmente stabile a 13,7 miliardi di euro
ed evidenzia una ricomposizione al suo interno a favore del risparmio
gestito, cresciuto del 6,4% a 4,9 miliardi di euro (+293 milioni di
euro), che ha più che compensato la diminuzione della raccolta
diretta (-111 milioni a circa 7 miliardi di euro) e del risparmio
amministrato (-164 milioni a 1,8 miliardi di euro). Al 31 marzo 2006,
il coefficiente di solvibilità individuale di Banca Carime
risulta pari a 20,95% rispetto a un minimo richiesto del 7%".
Banca Carime conta, al 31 marzo 2006, 324 sportelli retail, 7 corporate
banking office e 7 private banking office. L'organico risulta composto
da 2.555 risorse. Il Credito Cooperativo del Mediocrati crea un conto corrente per gli immigrati 10/05 Nel centesimo anniversario dalla sua fondazione il Credito
Cooperativo Mediocrati presenta una iniziativa del tutto speciale:
il conto corrente multiservizi 'Migrantes', destinato agli immigrati
con regolare permesso di soggiorno. La conferenza stampa di presentazione
si svolgerà venerdì mattina nella sala conferenze dell'Hotel
Executive a Rende. All'iniziativa parteciperanno il Presidente del
Credito Cooperativo Mediocrati, Nicola Paldino; il Direttore Generale,
Biagio Aragona; il Responsabile Area Commerciale e Vice Direttore
Generale, Umile Formosa; la dott.ssa Bokkorri, membro del Consiglio
direttivo dell' Associazione Italiana Oltre le Frontiere (Anolf).
Il Conto Migrantes è uno strumento che ha evidenti contenuti
di carattere sociale. Da una parte ci sono i tradizionali servizi
bancari, come mutui-casa, prestiti personali, finanziamenti per attività
imprenditoriali, bancomat, carta ricaricabile "Tasca" e
dall'altra ci sono altri servizi più specifici come, ad esempio,
il trasferimento di denaro verso i Paesi d'origine. Il conto corrente
non avrà spese fisse e prevede 60 operazioni gratuite. E' rivolto
agli immigrati che vivono in Provincia di Cosenza ed ha l'obiettivo
di affiancarli, favorendone l'integrazione sociale con servizi facili
da usare ed accessibili a tutti. "Lo sviluppo del territorio
- ha detto il Presidente del Credito Cooperativo Mediocrati, Nicola
Paldino - è la nostra missione principale. Da 100 anni lavoriamo
per promuoverne la crescita economica. Ora intendiamo farlo anche
attraverso la bancarizzazione dei lavoratori stranieri che operano
qui. In questo caso, però, nutriamo anche l'ambiziosa speranza
di contribuire a limitare il fenomeno della esclusione sociale". In arrivo le richieste di pagamento per la tassazione separata. 09/05 In Calabria sono complessivamente 37.958 i contribuenti che
riceveranno, nei prossimi giorni, le richieste di pagamento da parte
dell' Amministrazione fiscale derivanti dalla liquidazione dell' imposta
dovuta sui redditi soggetti a tassazione separata relativi al 2002
e inerenti a trattamenti di fine rapporto, arretrati di lavoro dipendente,
cessioni d' azienda e redditi percepiti dagli eredi. Lo rende noto
un comunicato della direzione regionale dell' Agenzia delle Entrate.
"La tassazione separata, infatti, - è scritto nella nota
- é prevista per i redditi che non hanno carattere di continuità
per evitare l' eccesso di tassazione che potrebbe determinarsi sommando
questi redditi 'straordinari' a quelli ordinari. L' imposta è
determinata dall' Amministrazione finanziaria in base ai dati esposti
dai sostituti d' imposta (datori di lavoro, enti pensionistici, fondi
pensione) nel modello 770 o sulla base dei dati esposti dal contribuente
nel modello Unico o nel modello 730. Relativamente ai compensi erogati
dai sostituti d' imposta, l' Irpef è liquidata nei modi ordinari,
sommando i compensi al reddito complessivo dichiarato per il 2002,
se questa modalità risulta più favorevole al contribuente".
"Il versamento dell' imposta dovuta - è precisato nella
nota - deve essere eseguito entro 30 giorni dalla ricezione della
richiesta di pagamento" Calo della spesa, rallentano le vendite dei supermercati, ma non in Calabria 04/05 Il caro-spesa fa di nuovo rallentare vendite e fatturato della
Grande distribuzione organizzata. L'aumento dei prezzi dello 0,9%
a gennaio e febbraio scorsi rispetto al +0,3% di novembre e dicembre
2005 ha rallentato la crescita dei volumi di vendita all'1,2%, rispetto
al +3,3% di novembre e dicembre 2005; il fatturato dei prodotti del
largo consumo confezionato (drogheria alimentare, bevande, freddo,
fresco, cura degli animali, della persona e della casa) è invece
salito del 2,1%, a fronte del +3,6% dell'ultimo bimestre dell'anno
scorso. E' quanto emerge da 'Vendite flash', il bollettino del Centro
Studi di Unioncamere sul monitoraggio bimestrale del giro d'affari
dei supermercati ed ipermercati di tutta Italia. Sono gli esercizi
di nuova apertura, spiega il bollettino, a sostenere la dinamica complessiva
del fatturato, visto che il loro contributo nel primo bimestre 2006
è in linea con la media del 2005, con una variazione tendenziale
del 4,8%, mentre ancora in contrazione risultano i volumi a rete omogenea
(-3,6%). Nel settore non alimentare del largo consumo confezionato
il costo dei prodotti per la cura della persona sono per la prima
volta in zona positiva con una variazione tendenziale del +0,4%. Nel
segmento alimentare, a crescere meno sono i prezzi dei prodotti freschi
(+0,2% rispetto al 2005). Al contrario, l'indice riferito al reparto
del freddo continua a diminuire sino all'1,8% nel I bimestre 2006.
Le bevande registrano un incremento dell'1,2% anno su anno, mentre
i prodotti della drogheria alimentare sperimentano un tasso di sviluppo
superiore al punto e mezzo percentuale. Chiudono il quadro i prodotti
per la cura degli animali, che realizzano un incremento dell'1,5%
rispetto al I bimestre 2005. Analizzando il giro d'affari a livello
regionale, si nota che nel Mezzogiorno la Calabria si conferma al
vertice con una crescita tendenziale superiore al 6% mentre la Campania
si attesta di poco al di sopra della media nazionale (+2,3%), la Puglia
e la Sicilia registrano una diminuzione complessivamente di circa
mezzo punto percentuale, soprattutto - spiega il bollettino del centro
studi di Unioncamere - a causa dei forti ridimensionamenti nelle altre
merceologie non alimentari, mentre addirittura la Sardegna registra
un calo delle vendite del 5%, sintesi di risultati molto negativi
in tutti i comparti merceologici. Ottima invece la performance su
base tendenziale di Umbria (5,0%) e Lazio (4,2%), seguite da Marche
(2,8%) e Toscana (0,8%) la cui decelerazione appare più marcata.
Nel Nord-Est, Veneto ed Emilia-Romagna presentano incrementi tendenziali
pari all'1,5% e al 2,8%. Il giro d'affari del Trentino Alto Adige
riporta un tasso di crescita dello 0,4% risentendo in particolar modo
della contrazione dei fatturati dei reparti non alimentari. L'andamento
del Nord-ovest nel I bimestre è sostenuto dal Piemonte, il
cui fatturato cresce del 2,1% negli ultimi dodici mesi, mentre in
Lombardia e Liguria l'aumento è di poco inferiore all'1% anno
su anno. Nel medio periodo la Campania conduce ancora una volta la
classifica regionale, crescendo, rispetto all'anno base 2001, del
47,4%. Seguono Calabria e Lazio che in cinque anni registrano un incremento
superiore al 35%. Chiude il Trentino Alto Adige, il cui indice di
fatturato a rete corrente si attesta a 108,9. Le imprese artigiane preoccupate per il nuovo codice degli appalti 04/05 "Il mondo delle piccole imprese e di quelle artigiane
è preoccupato per la prossima entrata in vigore del nuovo codice
degli appalti". A sostenerlo, in una nota, è il segretario
provinciale della Confederazione nazionale artigiani (Cna), Nicola
Mastroianni. "Partendo come al solito dall' obbligo di recepire
alcune direttive europee - dice Mastroianni - ancora una volta, il
Governo italiano ha deciso di andare oltre la delega del Parlamento
e di stravolgere parti importanti della precedente legge sugli appalti,
introducendo novità davvero disgreganti per il sistema, soprattutto
a danno delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane. Il
primo elemento di forte critica è la totale assenza di concertazione
con il sistema delle rappresentanze imprenditoriali e degli stessi
lavoratori. Un cambiamento così profondo della vecchia Legge
Merloni doveva essere il risultato di un confronto aperto e nel merito
tra il Governo e le parti sociali. Gli stessi tempi previsti per l'
entrata in vigore delle nuove disposizioni appaiono insufficienti,
se consideriamo che siamo di fronte ad un provvedimento di oltre 250
articoli". "Una legge come questa - conclude il segretario
provinciale Cna - avrebbe dovuto essere l' occasione per rilanciare
la competitività del sistema Italia, valorizzando il ruolo
e la qualità delle imprese. Non si può evitare di prendere
atto che lo Stato ha deciso di abdicare al suo ruolo di regolatore
e di controllore del mercato, visto che ha deciso di affidare all'
Autorità di Vigilanza questi compiti. Una scelta davvero discutibile
che non risponde ai canoni del confronto e della collaborazione tra
le rappresentanze degli interessi e chi ha l'onere di governare e
di legiferare. Noi crediamo che uno dei primi atti del nuovo Governo
debba essere il rinvio dell' applicazione di questa legge, prevedendo
un tempo necessario per garantire l' apertura di un confronto nel
merito, che coinvolga tutte le parti". Cala il settore delle lotterie. In arrivo gratta e vinci più ricchi e più cari 03/05 Dal primo giugno il prezzo delle lotterie istantanee Gratta
e Vinci sarà compreso tra gli 0,50 centesimi di euro ed i 10
euro, limite quest'ultimo, fa sapere l'agenzia specializzata Agicos,
che è attualmente invece fissato a 5 euro. Tale modifica, pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale del 2 maggio 2006, è stata fatta tenendo
conto degli ottimi risultati finora ottenuti con la vendita dei biglietti
della fascia maggiore di prezzo. Nel 2005, la raccolta complessiva
del settore delle lotterie istantanee è stata di 1.492 milioni
di euro, dei quali ben 281 milioni, vale a dire il 18,8% degli incassi
totali, sono stati raccolti con il tagliando "Il Miliardario".
Questo biglietto, che ha un costo unitario di 5 euro e che permette
vincite fino a 500.000 euro, era stato immesso sul mercato solo a
settembre 2005 ed in soli 4 mesi sono stati quindi venduti ben 56,2
milioni di biglietti. Attualmente il "parco" dei Gratta
e Vinci, gestiti dal Consorzio delle Lotterie Nazionali, vanta 10
tipi di tagliandi da diversi tagli: biglietti da 1 euro "Un,
due, tris" e "Sette e Mezzo" (vincita massima 50.000
euro); biglietti da 2 euro "Medaglia d oro" (vincita massima
50.000 euro), "Batti il Banco" (vincita massima 100.000
euro), "Dado Matto" (vincita massima 125.000 euro), "Fai
Scopa" (vincita massima 20.000 euro); biglietti da 3 euro "Las
Vegas" (vincita massima 150.000 euro), "Super Poker"
(vincita massima 50.000 euro), "Stella Stellina" (vincita
massima 100.000 euro); biglietti da 5 euro "Il Miliardario"
(vincita massima 500.000 euro). Quello dei giochi è un settore
che attira decisamente l'attenzione della gente, tanto che nel 2005
è ammontato a 182,4 miliardi di dollari il giro d affari mondiali
delle lotterie, che comprende, spiega l'Agicos Lotto, lotterie tradizionali,
elettroniche e ad estrazione, Keno, Bingo, giochi sportivi e scommesse
a totalizzatore. Una raccolta importante, ma che ha comunque segnato
un calo del 2,5% rispetto all'anno precedente. Il 2004 è stato
infatti un anno record per giochi e lotterie, tanto da arrivare ad
volume d'affari mondiale di 187,1 miliardi di dollari, con un incremento
del 17,2% rispetto al 2003. In totale, dal 1994 al 2005, questo settore
si è ritagliato una fetta di mercato dal valore di oltre 1.600
miliardi di dollari. Signori indiscussi del settore di giochi e lotterie
gli enti gestori europei: dei 182,4 miliardi di dollari raccolti nel
2005 dal mercato delle lotterie, ben 81,56 miliardi, vale a dire circa
il 45% dell'intera raccolta mondiale è finita in Europa. Al
secondo posto, il Nord America, con 57,03 miliardi di dollari, seguita
dall'Asia (34,56 miliardi). Staccate l'America Centrale e del Sud
(4,78 miliardi di dollari), l'Australia (3,37) e l'Africa (1,08).
Ad Acri il 4 maggio seminario sulla 488 e manifestazione d’interesse 02/05 La Confapi Calabria (Federazione Regionale Piccole e Medie
Industrie) ed il Consorzio CESAPI Destra Crati e Sibaritide con il
Patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Acri organizzano per il
4 maggio 2006 alle ore 18,00 presso Palazzo Sanseverino - Falcone
un Convegno - Seminario su: “Legge 488 incentivi alle imprese
artigianato, industria, commercio e turismo. nuovo bando regione calabria
per manifestazione d'interesse per contributi settore moda”.
La CONFAPI (Confederazione Italiana Della Piccola E Media Industria)
impegnata da sempre nelle politiche di sviluppo e sostegno della Piccola
e Media Impresa con particolare riferimento agli strumenti di finanziamenti
e d' incentivi, ritiene fondamentale per la Calabria azionare gli
strumenti disponibili in modo armonico e sinergico coinvolgendo tutti
gli attori istituzionali, dall'Ente Comune alla Regione Calabria dialogando
ed interagendo con il sistema creditizio operante in Calabria. La
Confapi Calabria a seguito della rimodulazione della Legge 488/92,
ha ritenuto e ritiene necessario offrire occasioni di riflessioni
sulle nuove modalità operative. Le modifiche apportate alla
normativa di riferimento si sostanziano nell'ingresso del sistema
d'incentivazione e di finanziamento della Legge 488 di altri tre attori
partecipanti e sono: le Banche, La Cassa Depositi e Prestiti ed un
organo di raccordo, tali soggetti si aggiungono a quelli previsti
fino ai precedenti bandi che sono ed erano: l'impresa richiedente,
la Banca Concessionaria e il Ministero Attività Produttive.
Le regioni sono chiamate a definire priorità ed eventualmente
intervenire sulla rimodulazione dei limiti minimi d'investimento per
i singoli settori d'intervento.Il tempestivo intervento delle regioni
possono facilitare o indirizzare in modo equo le risorse disponibili
per la propria area geografica. Nella nuova 488 il ruolo di primo
piano è svolto dalle banche che dovranno fare la valutazione
sull'ammissibilità dei progetti e della affidabilità
dell'impresa. Le banche partecipano direttamente al finanziamento
dei progetti, infatti la nuova procedura prevede un mix fra incentivo
a fondo perduto e finanziamenti. Comunque tutti i soggetti richiamati
dalla norma hanno un ruolo chiave e combinato nella definizione positiva
dei progetti presentati. L'Ente Comune se pur non rientrante direttamente
nella gestione dei progetti, riveste, comunque una funzione chiave
per quanto riguarda la messa a disposizione di aree a destinazione
produttiva sia per la nascita di nuove imprese che per la crescita
di quelle esistenti. La CONFAPI CALABRIA nella consapevolezza di quanta
importanza rivestono i soggetti coinvolti nell'azione di sviluppo
e sostegno del sistema produttivo ha inteso organizzare il CONVEGNO-
SEMINARIO che si terrà ad Acri supportando la parte illustrativa
che sarà tenuta da esperti e tecnici da interventi di esponenti
politici dei diversi livelli locali che attraverso il loro lavoro
possono indirizzare le scelte strategiche necessarie per lo sviluppo
della Calabria. Il sud investe nel mattone. In Calabria aumento del 30% dei mutui casa 20/04 Mattone superstar al sud. Nel 2005 nelle regioni meridionali
c'é stata una corsa all'accensione di mutui per acquistare
le case, anche se le consistenze erogate restano generalmente esigue
e molto inferiori rispetto ai prestiti concessi al centro nord. Tra
le regioni italiane, inoltre, il più consistente incremento
dei mutui casa ha interessato Basilicata e Calabria, mentre un deciso
crollo si è avuto in Sardegna. E' quanto emerge da un'indagine
di Unicredit elaborata sui dati di Bankitalia, secondo cui l'Italia
Nord Occidentale e quella del Nordest, che da sole rappresentano il
58,5% del totale delle erogazioni nazionali, hanno fatto registrare
lo scorso anno una crescita rispettivamente del 14,22% e del 7,81%
sul 2004, quella Centrale si colloca a quota 16,69%. Il maggior incremento
è stato invece rilevato nell'Italia del Sud, dove la crescita
complessiva risulta pari al 26,61%. Ferma restando la netta supremazia
di regioni come la Lombardia, che unica in Italia ha convogliato anche
nel 2005 erogazioni per oltre 10 miliardi di euro, in tutte le aree
del Mezzogiorno si è avuta una decisa fibrillazione per i nuovi
mutui. Anche se le consistenze sono in alcuni casi molto contenute,
gli aumenti dei finanziamenti al Sud sono comunque sempre a due cifre,
e vanno ad esempio dal +33,33% della Basilicata al +29,44% della Calabria
al +26,83% della Campania. In un panorama di complessivo fermento,
però, l'unica regione italiana in cui i mutui sono crollati
è stata invece la Sardegna, con un -12,95% rispetto a un anno
prima. Ecco in una tabella il totale dei mutui casa erogati alle famiglie
nel 2005
Callipo: “Una fantasia la banca del sud” 06/04 Non convince Filippo Callipo, presidente di Confindustria Calabria, la Banca del Sud promossa dal ministro dell'economia Giulio Tremonti. "La recente visita del Ministro Tremonti in Calabria - afferma Callipo - ha riacceso il dibattito sull'opportunita' e sull'efficacia della Banca del Sud. Su questo argomento il mio giudizio e' nella sostanza negativo. Progettare l'istituzione della Banca del Sud, con l'intento e l'obiettivo di sostenere lo sviluppo economico del Mezzogiorno e' infatti, una operazione non solo fantasiosa ma anche figlia quanto meno di una scarsa conoscenza della realta' anche storica del territorio meridionale. Il Mezzogiorno e la Calabria - dice Callipo - non hanno bisogno di un ulteriore "carrozzone" su cui fare affidamento per il proprio sviluppo ma devono trovare nelle proprie e tante risorse esistenti ed inutilizzate il volano per un rilancio davvero autopropulsivo. Cosi' come concepita la Banca del Sud nascerebbe, infatti, come un soggetto sostanzialmente pubblico, vista la partecipazione, in qualita' di fondatori, di Istituzioni pubbliche di varia natura, seppur con capitale in maggioranza privato, considerato l'auspicio alla partecipazione di un azionariato popolare diffuso. Di conseguenza il rischio forte che si corre - secondo Callipo - e' che si possano riproporre esperienze passate di coinvolgimento pubblico nella concessione del credito che tante distorsioni ha portato nel sistema finanziario meridionale. Inoltre, - aggiunge - non capisco neanche da quale esigenza territoriale possa essere nata l'idea o la necessita' di una Banca dedicata territorialmente, se anche la maggior parte delle Regioni meridionali si e' espressa negativamente sull'ipotesi della Banca del Sud". Per Callipo "bisognerebbe far funzionare di piu' e meglio cio' che gia' esiste ed opera nel Mezzogiorno, a partire dal sistema bancario a cui, peraltro, oggi vengono affidati , attraverso la Legge 488, compiti di soggetti attivi dello sviluppo sia territoriale che produttivo. Cio' puo' avvenire - secondo callipo - attraverso una forte azione di sensibilizzazione e coinvolgimento del sistema bancario nei processi di sviluppo locale, sia sul versante del riutilizzo della "raccolta" effettuata nel Mezzogiorno che sotto il profilo del costo del denaro. Poiche' spesso nel Mezzogiorno il problema per le imprese, soprattutto quelle piccole, e' costituito non solo e non tanto dal costo del denaro ma, addirittura, da un questione di accesso, - continua - sarebbe utile e forse piu' efficace sostenere e potenziare il sistema dei Confidi meridionali, attraverso la loro razionalizzazione e patrimonializzazione, per consentire garanzie di accesso al credito valide ai fini della ponderazione del rischio cosi' come previsto dai nuovi regolamenti di Basilea 2". Lavoro: Le donne al sud rinunciano a cercarlo 06/04 Emergenza lavoro al Sud per le donne che - tanto sono sfiduciate
- rinunciano a perfino cercarlo. In due anni, dal 2003 al 2005 - ricordano
i dati Istat - è cresciuta nel Mezzogiorno, la popolazione
femminile non attiva, ossia quella parte della popolazione che non
lavora e che non cerca un'occupazione. Si tratta di ben 211 mila donne
(il doppio del numero rilevato fra gli uomini che è stato di
109 mila). Nello stesso periodo, per le donne è calata sia
la disoccupazione (-126 mila) sia l'occupazione (46 mila). Insomma:
le donne tornano a casa. Il calo della disoccupazione femminile al
Sud nell'ultimo periodo - dicono gli esperti - dipende fondamentalmente
dal fatto che aumentano le donne non cercano più lavoro e che,
scoraggiate, rinunciano a cercarlo. Una tendenza che può influire
sul rischio di povertà. "Per molte di queste donne - afferma
un'operatrice sul campo, Imma Mazzotta, sociologa della Caritas diocesana
di Amalfi/Cava - strette fra la morsa delle esigenze economiche familiari
e la cura dei figli, alla fine vengono assorbite dal lavoro nero,
i cui orari più flessibili, consentono tempi migliori: è
il caso di una donna di Amalfi, quattro figli e marito disoccupato,
che fa la lavapiatti in un ristorante lavorando, dalle 18 alle 3 di
notte. Il giorno segue i figli, li lascia nel pomeriggio all'anziana
madre e va a lavorare, in nero ovviamente. Un caso emblematico ma
non tanto, segnala Mazzotta: "c'e davvero un emergenza per il
lavoro delle donne al Sud. Rileviamo spesso che dopo lunghi periodi
di ricerca, rinunciano, sono stanche. Sono donne che incontriamo ai
nostri centri ascolto, hanno difficoltà di orari per i figli,
ci chiedono aiuto. Solo con sporadici lavoretti riescono a tappare
i buchi. Chi ha un lavoro fisso può permettersi anche una baby
sitter, ma tutte le altre? E poi non c'é il part-time che darebbe
un grosso aiuto per conciliare lavoro e famiglia". Una recentissima
indagine dell'Istat, voluta dalla Commissione nazionale pari opportunità,
rileva la difficoltà per le donne meridionali di avere sostegni:
solo il 9,4% dei bimbi di 0-2 anni va al nido contro il 16,4% del
Centro nord; hanno una minore collaborazione in casa nel lavoro familiare
da parte degli uomini (tra le coppie di 25-44 anni con figli la percentuale
di lavoro assorbito dalle donne è dell'82,9% contro il 74,7%
del centro-nord); hanno un minor supporto della rete informale in
presenza di figli piccoli 0-13 anni (32,8% contro il 36,8% del nord).
Dal 1997 al 2003 l'occupazione femminile è cresciuta, sempre
nelle regioni del Sud, di 273 mila unità, dal 2003 al 2005
è diminuita di 46 mila unità, di cui 40 mila tutte lo
scorso anno. Le donne meridionali hanno: un tasso di disoccupazione
più alto non solo degli uomini ma anche delle altre donne italiane
(19,6% contro l'8,3% delle donne del centro e 5,8% delle donne del
nord; 11,4% quello degli uomini al Sud); hanno più precariato
(21,7% contro il 13,7% delle donne del centro e il 12% delle donne
del nord; 14,4% quello degli uomini del Sud); hanno meno part-time
(22,7% contro il 26,6% delle altre donne del paese). "Nell'ultimo
anno e mezzo - sottolinea ancora Mazzotta - le richieste di aiuto
da parte di famiglie monoreddito, delle fasce medio basse, sono raddoppiate".
Spiragli? "Non sembra. Forse è anche per questo che poi
rinunciano alla ricerca continua di un'occupazione. Stiamo preparando
una rilevazione di tutto ciò e la presenteremo ai nuovi amministratori
locali che saranno eletti a maggio". Ma c'é chi non cede
nella ricerca di un posto di lavoro e che per questo è perfino
disposto ad emigrare, al nord. E' il caso di Germana Galeone, quarantenne
salentina, abitante a Trani, due figlie. Laureata in ingegneria al
Politecnico di Torino, un master in project management, 13 anni fa
la sua carriera sembrava lanciata ma, per motivi familiari, ritornò
a casa. Da allora, è stato un crescendo di difficoltà
nella vita lavorativa: "avrei dovuto andar via da Trani - dice
- ma avrei dovuto lasciare le mie figlie, piccolissime, non me la
sono sentita. Sono rimasta. Ho mandato decine e decine di curriculum
in giro. Non sono mai stata chiamata, neanche per un colloquio. Non
so cosa non ha funzionato. La mia aspirazione era di entrare in un'azienda,
inserirmi, fare carriera. Ho fatto tanti lavoretti, ho perfino venduto
porta a porta opere d'arte. Mi sono iscritta anche all'università,
sono al terzo anno di teologia, mi sono appassionata alle sacre scritture".
"Nella mia zona è difficile avere un lavoro vero. Mi guardo
intorno e vedo tante donne frustrate, che preferiscono magari stare
dietro ai mariti e restare a casa. C'é anche molto lavoro nero
e sfruttamento, per fare la commessa ad esempio si può guadagnare
anche 200-300 euro il mese. Il Sud è una situazione atipica,
certamente. Io mi sento come un leone in gabbia. Noi subiamo anche
il condizionamento politico, se non hai un appoggio, e soprattutto
se non puoi restituire quel favore, rimani fuori dal giro". "Ora
non penso più ai miei progetti iniziali, anche se per questo
ho sofferto molto. Ma non rinuncio a trovare un lavoro. Sono in attesa
di risposte e nei prossimi mesi ho in programma alcuni concorsi, tutte
ipotesi fuori dalla mia città. Sono disposta ad allontanarmi
e fortunatamente la mia condizione familiare lo permette. Incrocio
le dita ma voglio ricominciare anche se lontano da qui". Credito Cooperativo Mediocrati, cento primavere di sviluppo locale 03/04 Si è svolta a Bisignano l’inaugurazione delle
celebrazioni per il centenario della fondazione del Credito Cooperativo
Mediocrati. Il Presidente del Mediocrati, Nicola Paldino, nell’aprire
la giornata ha ricordato il ruolo e la figura di Don Carlo De Cardona,
il giovane prete che agli inizi del ‘900 diede impulso al movimento
delle Casse Rurali, tra cui la Cassa Rurale di Bisignano fondata da
un “manipolo di audaci” il 24 giugno 1906. Erano presenti
l’on. Sandro Principe in rappresentanza della Regione Calabria,
il Vice Presidente della Provincia Salvatore Perugini; i sindaci di
Bisignano e Rota Greca, Rosario D’Alessandro e Dino D’Elia;
Mons. Salvatore Nunnari Arcivescovo di Cosenza-Bisignano; Flavio Talarico
Presidente della Federazione Calabrese delle BCC. Nel corso della
serata è stato proiettata una anteprima video del volume “Credito
Cooperativo Mediocrati – Un secolo di solidarietà in
Valle Crati 1906/2006”, che ripercorre la storia delle tre Casse
Rurali, di Bisignano, Rota Greca e Luzzi, che fondendosi nel 1999
hanno dato vita al Credito Cooperativo Mediocrati. Ha avuto inizio,
poi, il convegno “Dall’utopia di De Cardona alle frontiere
di Basilea 2 – Un secolo di cooperazione in Valle Crati”.
Hanno relazionato: Giuseppe Boccuzzi, Direttore centrale della Banca
d'Italia - Vigilanza Creditizia e Finanziaria; Alessandro Musaio,
Ordinario presso il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università
della Calabria e docente della Università Luiss; Raffaele De
Rango, Presidente della Assindustria di Cosenza. Particolarmente atteso
era l’intervento del rappresentante della Banca d’Italia
il quale, dall’alto del proprio osservatorio, ha confermato
la crescita dell’intero movimento del credito cooperativo in
Italia indicando il Mediocrati come esempio di concentrazione nella
dimensione locale. “Il target del credito cooperativo sta cambiando
– ha detto il Direttore di Banca d’Italia – ma nel
servirlo non si dovrà dimenticare di rappresentare la piccola
banca del territorio”. Il Presidente di Federcasse, la Federazione
Italiana delle BCC, Alessandro Azzi, ha aggiunto: “come il Mediocrati,
che si appresta ad aprire una filiale a Cosenza e un centro direzionale
a Rende, tutto il movimento sta muovendosi dalle campagne ai contesti
urbani, perché siamo convinti che anche nelle città
ci sia bisogno di una banca differente. Rimanere locali è il
nostro modello e la nostra forza, ma valorizzando sinergie ed economie
di rete che ci permettono di offrire servizi all’avanguardia”.
Al termine dei lavori, coordinati dal giornalista de Il Sole 24 Ore
Francesco Maggio, sono stati premiati i soci da più di 40 anni.
Medaglia d’oro per i soci da più di 50 anni. Cipe: Sette milioni e mezzo di euro per la piastra logistica della Calabria 29/03 ''Dal Cipe deliberata la destinazione di 7,5 milioni di euro
per l'avvio dei lavori previsti nell'ambito dell'attuazione del primo
Progetto della Piastra Logistica fra i Comuni di Lamezia Terme, Vibo
Valentia e Gioia Tauro. Una risposta concreta alle polemiche inconsistenti
dei giorni scorsi''. E' quanto sostiene in una nota il sottosegretario
alle Attivita' Produttive, Giuseppe Galati, a margine della riunione
odierna del Cipe. ''E' utile - ha aggiunto - ribadire l'importanza
del Progetto che si sta sviluppando nelle aree di Gioia Tauro, Lamezia
Terme e Vibo Valentia, in termini di ricadute positive sotto il profilo
della rete infrastrutturale e della crescita economica calabrese,
cosi' come inutili sono le polemiche su un piano di interventi che
va ben oltre qualsiasi istanza politica contingente. A conferma di
come sarebbe meglio soffermarsi sulla necessita' di 'fare' invece
di perdersi in inutili polemiche vista la delibera di oggi che consentira'
l'avvio del primo dei Progetti definiti dal Consorzio Tirrenia, dalla
Regione Calabria e dal Governo, accelerando i tempi di conduzione
dell'intero Progetto. I 7,5 milioni di euro messi a disposizione dal
Cipe per la Calabria dovranno ora essere utilizzati attraverso il
sistema dei consorzi industriali regionali, espressione dell'Amministrazione
regionale e non certo del Governo centrale''. ''Questi interventi
- ha concluso Galati - sono esempi concreti di politiche di sviluppo
del Mezzogiorno, come dimostrano gli oltre 16,3 miliardi di euro di
incentivi assegnati dal 2001 alle imprese del Sud, di cui piu' di
2,6 miliardi destinati proprio alla Calabria. Lasciamo ad altri la
politica delle strumentalizzazioni'' Dal MAP 105 milioni di euro per Calabria, Puglia, Campania e Sicilia alle imprese del turismo e agroalimentare 27/03 ''Oltre 105 milioni di euro di agevolazioni e quasi 2.000 occupati
in piu' in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, grazie ai 3 contratti
di programma firmati oggi al Map''. E' quanto annuncia Giuseppe Galati,
sottosegretario alle Attivita' produttive, in occasione della cerimonia
della firma dei contratti, presso il ministero delle Attivita' produttive,
alla presenza del ministro Claudio Scajola. ''Due progetti -spiega
Galati- interessano il settore turistico calabrese. Il primo, il progetto
'Tirreno Sviluppo', prevede la ristrutturazione di impianti turistici
preesistenti e la realizzazione di nuove strutture in 11 comuni della
costa tirrenica e sara' sostenuto con agevolazioni per 37,2 milioni
di euro, di cui 8 a carico della regione, a fronte di un volume di
investimenti complessivo di 55 milioni di euro''. ''Il secondo, il
progetto 'Sviluppo Italia Turismo', vedra' invece -prosegue il sottosegretario-
la realizzazione, l'ampliamento e l'ammodernamento di villaggi turistici,
hotel e centri benessere, residence, terme e campi da golf in tre
comuni della provincia di Cosenza (Sibari, Simeri Crichi e Gizzeria)
e in due delle regioni Puglia e Sicilia: Otranto e Sciacca. Il contratto,
che prevede investimenti per oltre 319 milioni di euro, 192 dei quali
in Calabria, godra' di agevolazioni pari a 141,1 milioni di euro,
di cui circa 74,5 milioni a carico dello Stato e i restanti cofinanziati
dalle regioni''. ''Il contratto di programma 'Consorzio BSI Baronia'
-aggiunge il sottosegretario Galati- interessa il comparto agroalimentare
e punta a favorire la creazione di filiere nella provincia di Avellino''.
Per questo programma, sono stati investiti 62 milioni di euro, 30
dei quali concessi come agevolazioni al 50% da Map e regione Campania.
Per Galati , le azioni presentate riguardano ''settori strategici,
come quello turistico e agroalimentare'', con una ricaduta occupazionale
di quasi 2.000 unita'. ''In particolare -osserva Galati- grazie ai
progetti 'Tirreno Turismo' e 'Sviluppo Italia Turismo', in Calabria
saranno impiegati 692 lavoratori. Quest'ultimo contratto, poi, prevede
l'impiego anche di 273 lavoratori del comune di Sciacca (Ag) e 238
a Otranto (Le). Quanto al contratto 'Consorzio BSI Baronia' si prevede
l'impiego di circa 460 lavoratori del comprensorio Fondo Valle Ufita''.
'La firma di questi contratti -continua il sottosegretario- rappresenta,
quindi, un fatto rilevante e testimonia, ancora una volta, l'impegno
profuso in questa legislatura dal Map per la crescita del tessuto
produttivo del Paese, attraverso la mobilitazione di circa 46 miliardi
di euro, il 66,9% dei quali destinati al Mezzogiorno''. In particolare,
nel turismo, dal 2001 al 2004, sottolinea Galati, sono state concesse
''agevolazioni per oltre 3,6 miliardi di euro'', fondi che hanno sostenuto
2.692 progetti e 56 contratti di programma. ''E' mia opinione -conclude
Galati- che il Mezzogiorno abbia un urgente bisogno di progetti efficaci
per la crescita del turismo delle aree locali e sono certo che i contratti
firmati oggi contribuiranno in modo significativo allo sviluppo di
questo fondamentale comparto, che rappresenta una delle principali
ricchezze della Calabria, del Sud e dell'intero Paese''. Sabato celebrazioni per il centenario del Credito Cooperativo del Mediocrati 27/03 Si apriranno sabato prossimo, 1 aprile 2006, alle ore 16.00
presso il Liceo Scientifico di Bisignano, le celebrazioni per il centenario
della fondazione del Credito Cooperativo Mediocrati. Il primo appuntamento
è rappresentato dal convegno: “Dall’utopia di De
Cardona alle frontiere di Basilea 2 – Un secolo di cooperazione
in Valle Crati”.Cento anni fa, quando fu fondata la Cassa Rurale
di Bisignano, l’usura era una delle piaghe più gravi
del territorio, accompagnata da una scarsa circolazione dei capitali
e dalla immobilità sociale. In Calabria le Casse Rurali sono
create da Don Carlo De Cardona, giovane sacerdote, segretario dell’Arcivescovo
di Cosenza, Mons. Camillo Sorgente, con il motto: “Forti perché
uniti – liberi perché forti”. “Il denaro
è come il fiume - scrisse De Cardona nel 1907 -, le Casse Rurali
sono i canali sicuri e le macchine possenti che lo trasformeranno
in luce di civiltà e in ricchezza per le classi povere…”.
Il successo delle Casse Rurali fu immediato e oggi le Banche di Credito
Cooperativo, che ne hanno raccolto l’eredità, sono le
uniche strutture finanziarie che hanno l’obbligo di rivolgere
la propria attività allo sviluppo del territorio. Banche imperniate
sul localismo, basate però sulla fondamentale coesione del
Credito Cooperativo nazionale che ne fa una realtà di primo
piano nel mondo bancario italiano. La Popolare di Crotone distribuisce un dividendo di 40 cent 27/03 La raccolta complessiva si attesta in circa 1.500 milioni di
euro (+7%) e gli impieghi verso la clientela ammontano a circa 800
milioni di euro (+8%): sono questi i due dati principali della bozza
di bilancio dell'esercizio 2005 che il Consiglio di amministrazione
della Banca popolare di Crotone spa ha approvato nella seduta del
23 marzo scorso. Dal punto di vista economico viene sottolineata la
buona performance del margine d'interesse (+6%), l'incremento del
margine di intermediazione (+5%), l'ottimo risultato netto della gestione
finanziaria (+14%). L'utile lordo si incrementa di un +32% mentre
l'utile al netto delle imposte si attesta a circa 13 milioni di euro
con un incremento del 36%. Al 31 dicembre 2005 il patrimonio, compreso
l'utile, ammonta a circa 143 milioni di euro (+15%). Il Consiglio
di amministrazione della Banca popolare di Crotone Spa, facente parte
del Gruppo Banca popolare dell'Emilia Romagna, ha infine approvato
una proposta di riparto dell'utile che, effettuate le imputazioni
previste dallo statuto, assegna un dividendo di euro 0,40 per azione
agli oltre 10 mila soci. La Camera di Commercio di Reggio aderisce alla Banca del Mezzogiorno 27/03 La Camera di Commercio di Reggio Calabria ha aderito alla Banca
del Mezzogiorno, istituita dalla legge finanziaria 2006 in forma di
societa' per azioni. ''Una decisione - ha detto il presidente della
camera di Commercio di Reggio Calabria, Lucio Dattola - assunta con
grande consapevolezza e responsabilita' da parte di tutta la Giunta
Camerale, che a questa adesione ha voluto attribuire particolare importanza
destinandovi tutte le risorse finanziarie previste dal competente
capitolo del bilancio di previsione dell'Ente, 75.000 euro, anche
suscettibili di incremento, se necessario, in sede di assestamento.
La Camera ha prontamente aderito alla istituzione della Banca del
Mezzogiorno perche' i suoi amministratori, ben consapevoli degli ostacoli
e vincoli che le micro e piccole imprese del territorio incontrano
quotidianamente nei rapporti con le banche e delle difficolta' che
la stessa istituzione camerale deve affrontare per avviare qualsivoglia
iniziativa che valga ad agevolare l'accesso al credito, ritengono
che la creazione di una Banca del Sud, intervenendo in un settore,
la cui forte criticita' e' da sempre freno ed ostacolo allo sviluppo
del Mezzogiorno, dovrebbe inaugurare la nuova stagione per la finanza
delle imprese del Sud''. ''Una nuova stagione - ha proseguito - caratterizzata,
da una parte, da una politica selettiva del credito, destinata a promuovere
e sostenere le imprese meritevoli, generatrici di ricchezza ed occupazione
contro politiche assistenziali e di sostegno al parassitismo economico-imprenditoriale,
spesso tollerato se non favorito da un sistema bancario interessato
solo ad intercettare risparmio''. ''Dall' altra - ha concluso il presidente
della camera di commercio - una misura destinata ad incidere favorevolmente,
per attenuare significativamente se non eliminare, il gap esistente
tra condizioni e tassi favorevoli che agevolano l'accesso al credito
nel Nord-Centro del Paese e gli oneri gravosi e i tassi elevati richiesti
alle imprese del Sud da un sistema bancario e finanziario, che governa
il mercato del credito meridionale sulle asimmetrie informative (come
dimostra la forte incidenza del credito a breve) e su politiche di
''incetta di denaro'' da impiegare nei territori piu' sviluppati del
Paese'' Alla firma del Ministro ScaJola i contratti a sostegno del Mezzogiorno 24/03 Il Ministro delle Attivita' Produttive Claudio Scajola, lunedi'
27 marzo, nel Salone degli Arazzi del Ministero, Via Veneto 33, presenziera'
alla firma di tre contratti di programma a sostegno del sistema imprenditoriale
del Mezzogiorno. Il primo, che verra' siglato alle ore 17.00, riguarda
il Consorzio BSI Baronia - Sviluppo Impresa Scpa, per la realizzazione
nella Regione Campania, comprensorio Fondo Valle Ufita, provincia
di Avellino, di iniziative nel comparto agroindustriale interconnesse
fra loro in una logica di filiera. Gli investimenti complessivi sono
di quasi 62 milioni di euro, con un finanziamento a carico dello Stato
di oltre 15 milioni di euro e altri 15 a carico della Regione Campania.
L' incremento occupazionale stimato e' di 462 unita'. Il secondo sara'
stipulato alle ore 17.45 con il Consorzio Tirreno Sviluppo, per la
realizzazione nella Regione Calabria, e precisamente nella fascia
costiera compresa tra i Comuni di Tortora e Paola in provincia di
Cosenza, di iniziative nel comparto turistico. Gli investimenti complessivi
sono di oltre 55 milioni di euro, con un finanziamento a carico dello
Stato di 19 milioni di euro e altri 8 a carico della Regione Calabria.
L'incremento occupazionale stimato e' di 268 unita'. Il terzo contratto
sara' firmato alle ore 18.30, proposto da Sviluppo Italia Turismo,
per la realizzazione nelle Regioni Sicilia, Calabria e Puglia, e precisamente
nei Comuni di Sciacca (AG), Simeri Crichi e Gizzeria (CZ), Sibari
(CS) e Otranto (LE), di 14 iniziative nel comparto turistico. Gli
investimenti complessivi sono di 319 milioni di euro, con un finanziamento
a carico dello Stato di 71 milioni di euro; altri 7 sono a carico
della Regione Sicilia, 40 a carico della Regione Calabria e quasi
19 a carico della Regione Puglia. L'incremento occupazionale stimato
e' di 1.203 unita'. La Carime approva il Bilancio. Utili per 41.9 milioni di euro 23/03 Il consiglio di amministrazione della Banca Carime ha approvato
il progetto di bilancio al 31 dicembre 2005 che vede un utile netto
a 41,9 milioni di euro ed una raccolta diretta sostanzialmente stabile
a 7 miliardi di euro. La gestione economica - e' scritto in una nota
- si e' chiusa con un utile netto di 41,9 milioni di euro, contro
i 43,4 milioni conseguiti nel 2004. Si sottolinea che i dati del 2004,
cosi' come consentito, non comprendono l'applicazione degli Ias 32
e 39 e che conseguentemente il confronto, che risulta non omogeneo,
e' fornito solo a fini informativi. La contrazione del risultato economico
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e' stata determinata
soprattutto dalla presenza, nei ricavi del 2004, di utili per circa
38 milioni di euro derivanti dallo smobilizzo di titoli precedentemente
classificati nel portafoglio ''immobilizzato''. Al 31 dicembre 2005,
il conto economico evidenzia proventi operativi per 401,1 milioni
di euro (423,7 milioni nel 2004) in flessione essenzialmente a motivo
dell'insussistenza della voce non ricorrente sopra descritta. I crediti
alla clientela - prosegue la nota - sono cresciuti a 3,2 miliardi
(+9,4% rispetto all'1/1/2005), evidenziando una forte ripresa rispetto
al 2004, soprattutto nel mercato retail ma anche nel comparto corporate,
dove lo stock di fine anno risulta in incremento del 16% a circa 880
milioni di euro e si rilevano circa 200 nuove aziende affidate. La
raccolta totale da clientela ha segnato complessivamente una crescita
dello 0,9% rispetto al 1/mo gennaio 2005 totalizzando 13,8 miliardi
di euro, grazie alla positiva performance della raccolta indiretta
attestatasi a 6,7 miliardi di euro (+252 milioni rispetto al 1ø
gennaio 2005) che ha piu' che compensato la leggera flessione della
raccolta diretta, risultata pari a 7 miliardi di euro (-130 milioni
rispetto al 1ø gennaio 2005). Nell'ambito della raccolta indiretta,
va segnalata l'evoluzione del risparmio gestito, cresciuto del 10,3%
(o +462 milioni, di cui 195 milioni attribuibili alla crescita del
risparmio assicurativo, +25,6%) a 4,9 miliardi, con effetto sostituzione
nei confronti del risparmio amministrato, in flessione di 211 milioni
a 1,8 miliardi. Al 31 dicembre 2005, il patrimonio netto di Banca
Carime, incluso l'utile d'esercizio, risulta pari a 1.582,2 milioni
di euro. Banca Carime conta, al 31 dicembre 2005, 324 sportelli retail,
7 corporate banking office e 7 private banking office. L'organico
risulta composto da 2.807 risorse, in contrazione di 108 unita' rispetto
al 31 dicembre 2004. Cosi' come previsto dagli Accordi con le Organizzazioni
Sindacali del 12 agosto 2003 e del 3 marzo 2005, nel corso del 2005
sono state effettuate 86 assunzioni con contratto di lavoro a tempo
indeterminato. Infine, si ricorda che in data 20 dicembre 2005, Bpu
banca ha esercitato l'opzione di acquisto del 25,1262% del capitale
sociale detenuto da Deutsche Bank, al prezzo complessivo di circa
438 milioni di euro. Ad oggi, il capitale di Banca Carime e' detenuto
come segue: 85,82% da Bpu Banca, 14,1478% da Aviva Italia Spa, il
rimanente 0,0322% da azionisti di minoranza. Dal fondo Oasis prospettive per lo sviluppo di imprese sociali 20/03 ''Occorre puntare su uno sviluppo delle imprese sociali, che
costituiscono un 'pezzo' rilevante del sistema economico nazionale
e, in particolare, del Mezzogiorno. In tal senso, la Sovvenzione Globale
Oasis rappresenta un' esperienza positiva, per quanto riguarda i risultati
del primo bando e da potenziare ulteriormente con l' attuazione di
questo nuovo strumento''. Lo ha detto Giuseppe Galati, sottosegretario
alle attivita' produttive, con delega al controllo sugli enti cooperativi,
in occasione della presentazione a Lamezia Terme del nuovo Bando del
Fondo Oasis. Il Fondo Oasis, e' stato spiegato nel corso della manifestazione,
e' dedicato alle piccole e medie imprese sociali e ai loro consorzi
con sede in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna
e Sicilia, allo scopo di favorirne la nascita, la crescita e il consolidamento.
In particolare, il Fondo, promosso dalla Cosis Spa e dai ministeri
delle Attivita' produttive e dell' economia, si incarica dell' erogazione
dei finanziamenti e del trasferimento di un' adeguata cultura manageriale
e finanziaria in grado di fornire alle imprese sociali quegli elementi
necessari per poter creare una struttura organizzativa solida ed efficiente.
In totale sono 136 i progetti approvati e 89 quelli finanziati attraverso
il Bando Oasis con 15,44 milioni di euro. ''Le imprese sociali - ha
spiegato Galati - rappresentano da alcuni anni un settore caratterizzato
da un significativo trend di sviluppo, grazie alla promozione di nuove
attivita' imprenditoriali finalizzate sia all' erogazione di servizi
socio-sanitari ed educativi sia all' offerta di opportunita' occupazionali
a persone svantaggiate. Aspetti, questi, che caratterizzandosi per
una duplice dimensione, di inclusione sociale e di creazione di lavoro,
ne fanno una componente simbolicamente rilevante del nostro sistema
economico e produttivo, in particolare nel Mezzogiorno''. Per Galati
''in virtu' della loro vitalita' e' importante che tali imprese crescano
in professionalita' ed efficienza, sfruttando al meglio le opportunita'
offerte anche dalle nuove tecnologie, al fine di irrobustirsi e contribuire
in modo compiuto alla crescita dell'intero sistema economico del Paese''.
“In tal senso — ha continuato Gelati — esprimo il
mio apprezzamento per il lavoro svolto da CQSIS, che ha fornito un
supporto costante e proficuo ai progetti ritenuti meritevoli, assistendoli
ben oltre il mero aspetto finanziario. L’esperienza, infatti,
ci insegna come concedere risorse non sia un fattore sufficiente,
sebbene essenziale, per garantire la crescita delle imprese, se non
si assicurano anche supporto manageriale ed assistenza operativa”:
“Vorrei infine ricordare — ha concluso Gelati —
che io sviluppo dell’impresa sociale deve poggiare, per essere
durevole, sul dialogo fra i diversi ambiti di competenze Istituzionali,
da quelle statali a quelle regionali, provinciali e comunali, affinché
sI possa dare concreta attuazione al principio di sussidiarietà
su cui si basa il modello di Stato federale che stiamo costruendo Cresce il numero di aziende italiane che falliscono (+10%) 04/03 Cresce il numero delle aziende italiane costrette a portare
i libri in tribunale: nel 2005 le imprese fallite sono state piu'
di 245 mila, cioé quattro su cento. Rispetto all'anno 2000,
sono stati registrati nel Paese 35 mila fallimenti in piu', con un
indice di crescita del 10,1%. E' la diagnosi sulla salute delle imprese
italiane effettuata dall'Ufficio studi degli artigiani Cgia di Mestre,
che mette in evidenza come ad avere la peggio lo scorso anno siano
state le piccole e medie imprese. In termini assoluti il record di
fallimenti l'anno scorso spetta alla Lombardia, con 41 mila 541 aziende
costrette a portare i libri in tribunale, il 5,2% delle imprese della
regione, mentre l'incidenza piu' elevata appartiene al Lazio, dove
i 37 mila 573 fallimenti rappresentano il 10% del totale delle aziende
regionali. La crescita del fenomeno ha invece riguardato in maniera
piu' consistente il Molise (+32,2% la variazione 2005-2000), seguita
da Valle d'Aosta (+30,1%) ed il Piemonte (+23,6%). Ad avere la peggio
- osserva la Cgia - sono le piccole e medie imprese. Per esse le percentuali
di fallimenti sono piu' alte, sia rispetto alle micro sia alle medie
e grandi aziende. L'elaborazione degli artigiani di Mestre evidenzia
che nel 2005 il 20,5% delle imprese che contavano da 20 a 199 addetti
hanno dichiarato fallimento; 9.064 aziende quindi hanno chiuso i battenti,
quasi duemila in piu' rispetto a cinque anni prima quando l'incidenza
delle imprese fallite tra le piccole e medie era del 15,5%; in questa
categoria dimensionale questo significa una crescita dei fallimenti
tra il 2000 e 2005 del 32,7%. Diversa, ma non per questo troppo confortante,
e' la situazione delle micro e piccole imprese. Se guardando incidenze
e percentuali sembra essere migliore, i numeri assoluti danno pero'
un quadro preoccupante: l'anno scorso i fallimenti delle aziende che
contano da 0 a 19 addetti sono stati 106 mila 879, pari al 3,4% di
questa intera categoria dimensionale. Tuttavia i fallimenti di micro
e piccole imprese erano stati ben maggiori nel 2000, 202 mila 775,
pari al 4,2% del comparto; questa dinamica, in sostanza, e' diminuita
del 19% nei cinque anni presi in esame. Ad essere aumentati in modo
considerevole rispetto al 2000 sono stati invece i fallimenti delle
medie e grandi aziende, con un salto 50,1%: se nel 2000 questi erano
stati 164 (l'8,5% del comparto), nel 2005 sono diventati 206 (il 12,8%
di questa categoria dimensionale). La Cgia osserva inoltre come, alla
luce della recente riforma delle procedure fallimentari introdotta
dal decreto legislativo n. 5/2006, sia stata ampliata la platea delle
imprese escluse dal fallimento, in quanto la nuova norma identifica
il piccolo imprenditore come colui che esercita un'attivita' commerciale,
in forma individuale o collettiva, che non abbia effettuato investimenti
nell'impresa oltre i 300 mila euro e non abbia realizzato ricavi lordi
medi negli ultimi tre anni superiori a 200mila euro. "Questa
esclusione - afferma il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi
- potrebbe a prima vista sembrare un passo in avanti per le piccole
imprese. Tuttavia, alla luce dei nuovi istituti introdotti, l"esdebitazioné
in primo luogo, l'esclusione non risulta poi cosi' favorevole non
consentendo ai piccoli imprenditori di utilizzare i nuovi istituti
premiali introdotti dalla riforma".
In aumento le donne ai vertici delle imprese italiane (+1,8%) 04/03 Cresce la voglia di 'rosa' ai vertici delle imprese italiane,
soprattutto quelle dei servizi sociali, della sanita' e del turismo,
dove le donne occupano sempre piu' posti di potere, facendosi largo
tra gli uomini. Un fenomeno che non esclude anche l'altra meta' del
cielo che arriva da oltre frontiera: in crescita sono infatti anche
le imprenditrici immigrate, in maggioranza quelle cinesi. E' il ritratto
dell'impresa al femminile che emerge dal rapporto ''Impresa in genere''
dell'Osservatorio dell'Imprenditoria femminile 2005 di Unioncamere,
realizzato da Retecamere. Alla fine del 2005 - si legge - le imprese
al femminile hanno ''superato la quota di 1,22 milioni di unita',
con una crescita dell'1,8% sul 2004, superiore a quella del totale
delle imprese italiane (+1,1%). Nel Centro e nel Nord-Ovest gli aumenti
maggiori, prossimi al 2%, mentre le donne del Nord-Est sono state
lo scorso anno le piu' restie alla creazione di nuove imprese. In
forte accelerazione la crescita di manager in gonnella che detengono
quote 'robuste' (+20% nelle societa' di capitale), mentre aumentano
le imprese a conduzione esclusiva rispetto a quelle in cui le donne
hanno una presenza forte o maggioritaria. Regione leader resta la
Lombardia, seguita da Campania e Sicilia, ma a crescere di piu' -
tra le imprese al femminile - e' stato nel 2005 il Lazio (+3,2%).
Galati (Udc) “Dal Pia innovazione, 298,1 milioni di euro per la Calabria” 02/03 ''Arriva al traguardo l' istruttoria del secondo bando dei Pacchetti integrati di agevolazioni-Pia Innovazione. Dal ministero delle Attivita' Produttive sono in arrivo agevolazioni per 298,1 milioni di euro destinati a 115 progetti proposti da imprese calabresi''. Ad annunciarlo e' stato il sottosegretario alle Attivita' produttive, Giuseppe Galati, in occasione della pubblicazione della graduatoria del bando. ''E' un risultato - ha sostenuto Galati - di particolare rilievo per la Calabria. Grazie ad esso, il ministero delle Attivita' produttive agevolera' tutte le iniziative giudicate ammissibili, per un totale di 115 progetti regionali, con riferimento alla parte inerente la ricerca precompetitiva, concedendo agevolazioni pari a 189,5 milioni di euro. Quanto, invece, alla parte relativa all' industrializzazione, il Map provvedera' a finanziare 60 di quei progetti, con uno stanziamento di 108,6 milioni. Questi ultimi passeranno da 60 a 88, non appena la Regione Calabria deliberera' l' impegno, gia' formalizzato, per il cofinanziamento di circa 80 milioni di euro''. ''I Pacchetti integrati di agevolazioni - ha spiegato Galati - costituiscono un sistema che permette di finanziare con un unico strumento la ricerca precompetitiva e lo sviluppo produttivo, utilizzando regimi di aiuto esistenti, previsti dalle leggi 488/92 e 46/82. In altre parole, il Pia unifica, integra e semplifica le procedure di accesso e di concessione dei finanziamenti per le grandi, piccole e medie imprese del Mezzogiorno. Se guardiamo al dato nazionale con i risultati odierni vengono finanziati dal Map 758 progetti, per la parte inerente la ricerca precompetitiva, mentre per la parte relativa all' industrializzazione il Ministero ha concesso agevolazioni per 450 progetti che, grazie al cofinanziamento da parte delle regioni Calabria, Campania e Sicilia, che si sono impegnate al riguardo, cresceranno fino a un totale di 600''. ''Sono particolarmente soddisfatto per i risultati relativi alla Calabria - ha proseguito Galati - perche' attraverso questo strumento si potranno finanziare progetti innovativi importanti per lo sviluppo del sistema economico calabrese e si dara' un impulso di qualita' alla crescita occupazionale. Ma ancor di piu' esso dimostra che la collaborazione fra amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, nella fattispecie il contributo che la Regione Calabria si e' impegnata a dare, non e' solo auspicabile, ma indispensabile ed efficace ogni qual volta sia finalizzato, come in questo caso, alla crescita del tessuto produttivo, all' allargamento della base occupazionale e alla diffusione dell'innovazione tecnologica''. ''Vorrei infine - ha concluso Galati - ringraziare espressamente il ministro Claudio Scajola, perche' ha accettato la soluzione da me proposta, una soluzione che consente di premiare un numero piu' elevato di progetti e di rafforzare la marcia della Calabria verso lo viluppo tecnologico. Allo stesso modo, esprimo il mio apprezzamento per la disponibilita' del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e del vice presidente, Nicola Adamo, a rendere fattivo questo risultato importante per la Calabria, attraverso il sostegno economico della Regione''. Galati (Udc) “Pubblicata la graduatoria del secondo Bando dei Pia/Innovazione” Agevolazioni per 1.5 miliardi di euro a 758 imprese 01/03 Si e' conclusa l'istruttoria ed e' stata pubblicata la graduatoria
del 2/o Bando dei Pia Innovazione - Pacchetti Integrati di Agevolazioni,
e sono in arrivo dal ministero delle Attivita' Produttive agevolazioni
per oltre 1,5 miliardi di euro destinati a 758 progetti proposti da
imprese e localizzati nelle regioni Obiettivo 1. Lo annuncia l' on.
Giuseppe Galati, Sottosegretario alle Attivita' Produttive. ''Si tratta
- spiega Galati di un impegno notevole per la diffusione dell' innovazione
tecnologica nel tessuto produttivo meridionale. In particolare, il
ministero delle Attivita' Produttive agevolera', con riferimento alla
parte inerente la ricerca precompetitiva (legge n. 46/82), tutti i
758 progetti giudicati ammissibili, concedendo loro agevolazioni pari
a 1,1 miliardi di euro. Quanto invece alla parte relativa alla industrializzazione
(legge n. 488/92), il Map provvedera' a finanziare 462 di quei progetti,
con uno stanziamento di 418,9 milioni di euro. Questi ultimi progetti
passeranno da 462 a 605 grazie all impegno, gia' formalizzato, delle
regioni Calabria, Campania e Sicilia a cofinanziare l'iniziativa''.
''Vorrei sottolineare come i Pia Innovazione spiega il Sottosegretario
costituiscano un sistema che permette di finanziare, con un unico
strumento, la ricerca precompetitiva e lo sviluppo produttivo, utilizzando
regimi di aiuto esistenti, previsti dalle leggi n. 488/92 e n. 46/82.
In altre parole, la misura dei Pia Innovazione unifica, integra e
semplifica le procedure di accesso e di concessione dei finanziamenti
per le grandi, piccole e medie imprese del Mezzogiorno''. ''Il risultato
odierno e la movimentazione di risorse finanziarie cosi' rilevanti
osserva ancora il Sottosegretario rappresentano un momento significativo
per le politiche di incentivazione alle imprese, che abbiamo condotto
per l'intera legislatura con impegno, puntualita' e visione strategica
ed i cui risultati consentiranno ricadute importanti in quei comparti
del tessuto produttivo del Mezzogiorno specificamente impegnati nell'
innovazione di prodotti e processi''. ''Vorrei infine conclude Galati
ringraziare espressamente il Ministro Claudio Scajola, perche' ha
accettato la soluzione da me proposta, una soluzione che consente
di premiare un numero piu' elevato di progetti e di rafforzare la
marcia del Mezzogiorno verso lo sviluppo tecnologico. Allo stesso
modo, esprimo il mio apprezzamento per la disponibilita' dei governi
regionali di Calabria, Campania e Sicilia, a contribuire fattivamente
al raggiungimento di questo importante traguardo''.
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