Chiuso il primo filone di indagini
13/06 Due relazioni e due processi sportivi distinti. E' quanto
emerge al termine della giornata in cui l'Ufficio indagini della
Federcalcio ha preso atto della chiusura dell'inchiesta della Procura
di Napoli, con l'iscrizione nel registro degli indagati anche del
presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone. Gli inquirenti federali
hanno ricevuto soltanto stamani le ultime carte dalla Procura partenopea
e avrebbero appreso quindi le ultime novità soltanto dalla
lettura dei giornali. Il malumore che serpeggiava in mattinata tra
gli uomini del pool della Figc è stato però sedato
in fretta da Borrelli, che ha definito "infondate" le
voci di lamentele con i colleghi di Napoli. La Sampdoria, stando
ai pm partenopei, sarebbe una delle società amiche dell'organizzazione
legata a Luciano Moggi e ne avrebbe approfittato nella gara contro
la Fiorentina del 5 febbraio 2005. I doriani vinsero 3-0, ma trassero
vantaggio dalle rapide espulsioni di Bojinov e Delli Carri. A fine
partita, Della Valle si infuriò invano con l'arbitro Dondarini.
Proprio la designazione del fischietto di Bologna sarebbe stata
concessa da Pier Luigi Pairetto per agevolare la squadra di Garrone.
A rafforzare l'accusa, nata da un'intercettazione di una telefonata
tra Innocenzo Mazzini e Paolo Bergamo, c'è anche la testimonianza
del segretario della Can, Manfredi Martino. La posizione dei blucerchiati,
così come quella delle altre società non coinvolte
nelle scadenze Uefa, sarà esaminata però soltanto
la prossima settimana, quando gli inquirenti federali inizieranno
a lavorare al secondo processo sportivo. Il capitolo riguardante
Juventus, Milan, Fiorentina e Lazio finirà sul tavolo del
procuratore federale Stefano Palazzi a fine settimana, o al più
tardi lunedì. Domani mattina Borrelli partirà per
Milano, da dove coordinerà la stesura della relazione con
i suoi più stretti collaboratori. La prossima settimana scatteranno
i deferimenti, ed entro fine mese si aprirà il processo di
primo grado davanti alla Commissione d'appello federale. Ma è
proprio alla Caf che si sta giocando un'altra partita fondamentale.
Già domani, i vertici dovrebbero saltare. Il primo presidente
Cesare Martellino, infatti, è indagato a Napoli per abuso
d'ufficio. Avrebbe, secondo i pm, favorito la Juventus in una decisione
sulla tesserabilità di due giovani extracomunitari. Giovedì,
in occasione della Giunta del Coni, il commissario straordinario
Guido Rossi incontrerà Gianni Petrucci e nominerà
il suo successore. Per stemperare la tensione, a fine giornata,
Borrelli ha commentato con un sorriso il vittorioso esordio dell'Italia
ai Mondiali. "Mi hanno divertito - ha detto - il successo rappresenta
un fatto importante, che documenta una ripresa morale e di entusiasmo".
L'ex capo di Mani pulite ha poi aggiunto di non voler "deludere
le aspettative" riposte in lui, ma ha anche avvertito: "Non
sarà una battaglia facile, quando ci sono tanti interessi
economici c'è il rischio di distorsioni e di sovrapposizione
di egoismi".
Il Presidente della Corte d’Appello Federale,
Martellino, si difende. Processo doppio.
L'ufficio indagini e' al primo giro di boa, il processo sportivo,
per non lasciar fuori nessuno, sara' doppio, ma la corsa contro
il tempo inciampa nell'ostacolo Caf. L'iscrizione nel registro degli
indagati della Procura di Napoli di Cesare Martellino, presidente
della commissione d'appello federale, quella che tra una ventina
di giorni sara' chiamata a emettere i primi verdetti su Juve, Milan,
Lazio e Fiorentina, complica non poco le cose: una grana che adesso
finisce dritta sul tavolo di Guido Rossi. Il commissario straordinario
della Figc, dopo aver esultato ad Hannover per la bella vittoria
all'esordio mondiale degli azzurri, e' tornato questa mattina a
Milano: ma domani e fino a giovedi' sara' a Roma, via Allegri anche
per arginare l'ennesimo problema che incontra lungo la strada. Martellino,
finito tra gli indagati per una sentenza sulla Juventus e anche
per la retrocessione del Genoa in serie C (ma si tratta di un filone
di inchiesta diverso da quello che conta 37 indagati per frode sportiva
e 13 anche per associazione a delinquere tra cui Luciano Moggi,
gli ex designatori, Massimo De Santis) si difende con le unghie:
''Mi meraviglio dei colleghi di Napoli, parlare di sentenza pilotata.
Ci vuole una faccia...'' dice amareggiato. Il fatto pero' c'e' e
a venti giorni dal via del maxi processo legato a 'calciopoli' una
Caf delegittimata e' un'altra tegola che cade lungo il cammino gia'
pieno di reticenze e in cui il muro dell'omerta' eretto dagli accusati
non ha facilitato il lavoro degli inquirenti. Martellino pero' non
sembra intenzionato a fare un passo indietro, una mossa che in qualche
modo aiuterebbe il compito di Rossi. Il commissario aspetta anche
il responso del Csm: domani il plenum decide ancora si toghe e sport
dopo la prima bocciatura arrivata nei giorni scorsi. Certo Rossi
non puo' accettare di consegnare il processo che deve restituire
credibilita' al calcio a un giudice finito nell'inchiesta. Il commissario
dovra' lavorare subito a un possibile sostituto: potra' optare per
una soluzione interna, scegliendo due degli attuali vice come Ettore
Torri o Sergio Artico. Ma puo' anche affidare la Caf a un terzo,
un avvocato, insomma un esperto che pero' non abbia incarichi in
magistratura perche' il Csm di fatto ha gia' detto no. Con la Caf
nel limbo continua pero' a passi veloci il lavoro istruttorio: chiusi
gli interrogatori dei big, il pool di Borrelli (la vice Maria Jose'
Falcicchia e' ripartita oggi per Milano e tornera' per la seconda
trance di audizioni) sta lavorando alla relazione che verra' consegnata
al procuratore Stefano Palazzi al piu' tardi lunedi'. Prima pero'
verra' ascoltato anche Garrone, il presidente della Samp finito
tra gli indagati di Napoli. Ma quando Palazzi lavorera' ai deferimenti,
l'ufficio di Borrelli riprendera' gli interrogatori per la seconda
parte dell'inchiesta, quella che riguarda i club 'minori', tra cui
Reggina, Messina, Siena e alcune squadre di C come Empoli e Arezzo.
E saranno due i processi, il primo al via intorno al 26 giugno,
quello che deve intervenire sui club in corsa per l'Europa. I tempi
pero' rischiano di spalmarsi troppo, con qualche punto interrogativo
in piu' sul regolare inizio dei campionati. Del resto Rossi lo aveva
detto: ''Non mi aspettavo una situazione cosi' grave''. Anche Borrelli
ha ammesso che ''non sara' una battaglia facile, anche perche' quando
ci sono in gioco interessi economici c'e' il rischio di distorsioni,
di sovrapposizioni e di egoismi personali o di gruppo a scapito
delle regole del gioco''. A fare da collante pero' c'e' la nazionale,
che ha ''divertito'' anche il tutt'altro che calciofilo ex capo
di Mani Pulite. Tanto lavoro ancora per lui, che adesso sente il
peso della responsabilita'. ''Mi auguro di non deludere le aspettative
della gente, e' una delle cose che mi sta piu' a cuore''. tante
difficolta', adesso anche quella della Caf: a questo dovra' pensarci
Rossi, per tamponare l'ennesimo guaio di quella che sembra sempre
piu' una corsa a ostacoli.
Si allarga l’inchiesta del CSM. Mercoledì
le decisioni del plenum
Si allarga l'inchiesta del Csm sulle toghe finite o chiamate in
causa dalle intercettazioni disposte dalla procura di Napoli nell'ambito
dell'inchiesta sullo scandalo del calcio. Da oggi finisce nel fascicolo,
che per ora riguardava il giudice di Massa Carrara e componente
della Commissione Vertenze economiche della Figc Cosimo Ferri, il
procuratore aggiunto a Torino e giudice sportivo alla Figc Maurizio
Laudi e il sostituto procuratore del capoluogo piemontese Antonio
Rinaudo, anche Cesare Martellino, rappresentante italiano a Eurojust
e presidente della Caf. L'attenzione del Csm su Martellino e' conseguente
al suo coinvolgimento nell'inchiesta di Napoli come indagato per
abuso d'ufficio. Della sua posizione, che potrebbe costargli l'apertura
della procedura di trasferimento d'ufficio da parte del Csm, ha
parlato oggi alla Prima Commissione, che ha in mano il fascicolo
sulle toghe, il procuratore aggiunto di Napoli Franco Roberti, che
ha fornito chiarimenti anche sugli altri magistrati interessati
dalle intercettazioni ma che non sono indagati. E ha lasciato ai
consiglieri le cento pagine con cui i magistrati napoletani hanno
chiuso la prima parte della loro indagine per 37 indagati. Carte
in cui si parla anche dei magistrati e su cui i sei componenti della
Prima Commissione faranno il punto giovedi' prossimo. L'accusa di
abuso d'ufficio per Martellino, che e' tutt'ora sotto indagine,
e' legata alla sentenza con cui la Caf su ricorso della Juventus
il 13 dicembre del 2004 annullo' la decisione con la quale la Commissione
tesseramenti aveva dichiarato valido il tesseramento del calciatore
russo Ilias Zeytulaev con la squadra bianconera solo per un triennio
e non per un quinquennio, come invece sosteneva la Juve; sentenza
che - sottolineano i magistrati napoletani nell'atto di conclusione
delle indagini - e' ''intervenuta all'esito di un'attivita' da Luciano
Moggi e anche da Giraudo, che chiedevano pesantemente a Ghirelli,
(definito come persona 'totalmente in mano nostra') di intervenire
sul presidente Martellino per condizionare la decisione della Caf
in senso favorevole alla societa' juventina''. Nel documento dei
magistrati si fa riferimento anche alle dichiarazioni del presidente
del Genoa Enrico Preziosi sul ''condizionamento operato dai vertici
della Caf nella trattazione del procedimento relativo all'illecito
sportivo'' della partita Genoa-Venezia del campionato di serie B
2004/2005 e ai ''contatti registrati sull'utenza di Ghirelli tra
quest'ultimo e il dott. Martellino relativamente alla trattazione
da parte della Caf di un reclamo della Lerici calcio e del Crotone
Calcio''. L'attenzione del Csm e' puntata anche su Ferri, chiamato
in causa da alcune intercettazioni con Claudio Lotito, presidente
della Lazio, e Innocenzo Mazzini, vice presidente della Figc e tra
i due suoi interlocutori. Nell'atto di chiusura dell'indagine napoletana
vengono riportate anche diverse dichiarazioni rese dal giudice di
Massa Carrara ai magistrati di Napoli come persona informata dei
fatti. Ferri parla innanzitutto della telefonata fatta a Mazzini
a poche ore dal termine della partita Chievo-Lazio in cui lo ringrazia
a nome di Lotito e fa mettere agli atti: ''sicuramente avevo avuto
un colloquio telefonico con Lotito il quale finita la partita mi
aveva detto che era stato trattato bene da Mazzini senza far riferimenti
espliciti, e facendo capire che si riferiva all'arbitraggio di Rocchi.
E' per questa ragione che io chiamo subito Mazzini e lo ringrazio
a nome di Lotito, dicendo pure che 'e' un grande'''. Ma il magistrato
parla anche di un'altra conversazione nella quale lui stesso chiama
Mazzini e poi passa il telefono a Lotito. Una telefonata in cui
il presidente della Lazio informa il vice presidente della Figc
di aver ricevuto da Diego Della Valle ''una proposta da bandito''
per la partita Lazio-Fiorentina da disputarsi a distanza di qualche
settimana: ''Lotito mi racconto' - ha fatto mettere in questo caso
a verbale il magistrato- che aveva ricevuto una proposta da parte
di Della Valle il quale ultimo aveva offerto a Lotito di vendergli
la partita che un po' di tempo dopo la Fiorentina avrebbe disputato
con la Lazio''. Per i pm di Torino Laudi e Rinaudo agli atti dei
magistrati di Napoli ci sono invece le dichiarazioni della segretaria
della Juve Rosa Guillame che parla della consegna ai due magistrati
ed anche all'ex procuratore di Pinerolo Francesco Marabotto (ormai
uscito dall'inchiesta del Csm a seguito del suo trasferimento a
Genova) ''di biglietti o gadget''. Di Laudi e Marabotto parla anche
Armando Carbone finito in carcere nell 1986 per l'inchiesta sul
totonero, che in riferimento a quella indagine li definisce ''strumenti
di Moggi'' e ''persone con le quali Moggi ha continuato a intrattenere
rapporti stretti sino ad oggi''. In particolare Carbone racconta
di non aver mai potuto far verbalizzare da Marabotto, che si occupava
dell'inchiesta, dichiarazioni concernenti il Torino e la Juve e
''che analoga condotta fu assunta dal dottor Laudi'' . Gli dissi,
racconta Carbone riferendosi al procuratore aggiunto di Torino nella
sua veste di giudice della Figc, ''che se dovevo parlare, non avrei
dovuto tralasciare nessuna vicenda e nessuna squadra e quindi raccontare
anche i fatti della Juventus. Per tutta risposta Laudi mi disse
che della Juventus non si doveva parlare''. Domani intanto il plenum
del Csm si pronuncera' sugli incarichi sportivi ai magistrati. Sul
tavolo c'e' la richiesta della Quarta Commissione di vietarli e
una duplice proposta su quelli in corso: la maggioranza chiede che
abbiano termine alla loro scadenza naturale e comunque entro il
primo gennaio 2007; la minoranza, rappresentata da Magistratura
democratica vuole la revoca per tutti gli incarichi presso la Figc
a partire dal 20 giugno prossimo.
Borrelli esclude audizioni
La quiete prima della tempesta. Ieri si sono conclusi gli interrogatori
dell'ufficio indagini della Figc e Francesco Saverio Borrelli si
e' messo al lavoro sulla relazione che dovra' consegnare, presumibilmente
entro questa settimana, al procuratore federale. L'ex procuratore
generale di Milano esclude, almeno per il momento, nuove audizioni
e questo nonostante le ultime novita' emerse ieri, prima fra tutte
l'iscrizione nel registro degli indagati della procura di Napoli
del presidente della Sampdoria Riccardo Garrone. Il numero uno blucerchiato
non ha ancora detto la sua su questa notizia, ma per lui ha parlato
il legale Andrea Campanile. "Aspettiamo di vedere le carte,
quello che sappiamo lo abbiamo appreso dai giornali", sono
state le sue parole. Nel mirino dei pm Beatrice e Narducci ci sarebbe
un Sampdoria-Fiorentina del febbraio 2005, dove Dondarini avrebbe
dato una mano ai padroni di casa per "fare contenti" Garrone
e Pairetto. E mentre Diego Della Valle continua ad ostentare tranquillita',
la procura di Napoli e' sempre piu' vicina alla chiusura dell'inchiesta.
La tesi dei pm partenopei e' quella di un'associazione a delinquere
che, capeggiata dalla famosa "cupola" costituita da Moggi
e soci, avrebbe coinvolto diverse societa' a tutti i livelli, dalla
A alla C. E a conferma di questo ci sarebbero alcune deposizioni,
i cui contenuti iniziano a uscire fuori. E' il caso di Zeman, che
si e' detto colpito dall'atteggiamento del suo Lecce contro il Parma
(partita finita 3-3), che a suo parere avrebbe a un certo punto
rinunciato a giocare. O ancora, l'incontro organizzato da Mazzini
tra i Della Valle e Bergamo, in cui l'ex designatore tranquillizzo'
i patron della Fiorentina. Ma l'inchiesta di Napoli sta gettando
nel caos anche il mondo della magistratura. Il Csm ha sentito oggi
il pubblico ministero partenopeo Roberti e dopo Laudi, Ferri e Rinaudo
anche il presidente della Caf, Cesare Martellino, che deve rispondere
di abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta sugli illeciti nel
calcio, sara' oggetto di indagine. Gli scandali sportivi tengono
banco anche in Germania, nel ritiro della Nazionale. Nonostante
la vittoria di ieri contro il Ghana, e' impossibile non parlare
di quello che sta succedendo nel nostro paese. Ma se Buffon assume
una posizione soft ("questo e' un momento buono, i 21 milioni
di telespettatori indicano che siamo una nazione unita, la gente
ha voglia di dimenticare dopo il marcio"), Daniele De Rossi
e' piuttosto duro contro la proposta di un deputato di Forza Italia
di concedere un'amnistia in caso di vittoria degli azzurri ai Mondiali.
"Se vinciamo la Coppa e' un bene per tutto il Paese - ha dichiarato
il centrocampista della Roma - Non credo, pero', che sarebbe giusto
lasciare impunito chi ha sbagliato, non voglio fare l'inquisitore,
anche perche' ci sono giudici e magistrati che stanno lavorando
e che decideranno cosa fare. Non punire chi ha sbagliato, secondo
me, sarebbe un doppio errore, ma non vorrei che qualcuno pensasse
che dico queste cose perche' spero che la Roma venga 'ripescata'
in Champions League. Lo dico per l'immagine del nostro calcio".
Parlamentari contrari all’amnistia
Divisi dallo schieramento politico, ma uniti nella richiesta di
severita' della giustizia sportiva per gli scandali del calcio,
senza sanatorie o colpi di spugna. Antonio Rusconi, esponente della
Margherita e dell Ulivo in Commissione Sport esprime un ''no secco''
all'ipotesi sostenuta dall'On. Paniz di Forza Italia, Presidente
dello Juventus Club di Montecitorio, per una sanatoria sullo scandalo
calcio in caso di vittoria degli Azzurri di Lippi ai Mondiali 2006.
''Sono contento per la bella vittoria e il gioco convincente della
nostra Nazionale di calcio che ha ridestato finalmente un po' di
entusiasmo in tutti noi. Tifiamo e sogniamo tutti un grande successo,
ma questo non puo' e non deve significare nessun condono. Chi ha
sbagliato deve pagare e servono regole nuove per il futuro. Per
questo continuo a ritenere assurdo che dopo le intercettazioni di
Meani e gli interrogatori dello stesso dirigente del Milan e di
Galliani, lo stesso Galliani non abbia dato le dimissioni come Presidente
della Lega, come gia' fatto da Carraro, Lanese e Mazzini'. ''Una
vittoria della Nazionale - concorda l'on. Luciano Ciocchetti, responsabile
nazionale Udc per lo sport - ai mondiali non potra' mai essere fatta
valere per dare un colpo di spugna allo scandalo di calciopoli.
Ammesso che gli azzurri vincano il mondiale, sarebbe un fatto gravissimo.
La Nazionale di calcio ha il compito di riavvicinare i tifosi italiani
a questo sport, ad appassionarli e a farli emozionare. Ma altra
cosa e' la giustizia sportiva che dovra' fare il suo corso ed eventualmente
dare le giuste condanne a chi ha sbagliato. Senza dimenticare la
necessita' di riformare profondamente un sistema che ha mostrato
grandi lacune per ripartire dal prossimo campionato con nuove regole
e con altre persone ai vertici''.
De Rossi: Nessuna amnistia anche se vinciamo
L'entusiasmo del clan azzurro si tocca con mano il giorno dopo
la squillante vittoria contro il Ghana. Ma quando chiedono a Daniele
De Rossi un'opinione su una possibile amnistia per lo scandalo che
ha colpito il calcio italiano, qualora l'Italia dovesse vincere
il Mondiale, il centrocampista della Roma è perentorio: "Se
dovessimo vincere il Mondiale, il calcio italiano avrà tanti
benefici ma un'amnistia sarebbe assurdo". "Non punire
chi ha sbagliato - aggiunge De Rossi - dopo che i magistrati avranno
fatto il loro lavoro, sarebbe un doppio errore. Ci sono giudici
che devono indagare, ci sono sentenze che dovranno essere emesse.
Se le prove saranno lampanti, non si potrà far finta di niente
e cancellare con un colpo di spugna tutto perché abbiamo
vinto un Mondiale. E' assurdo". Il centrocampista della Roma
ammette che gli azzurri sono in grado di compiere un miracolo, ma
non quello di cambiare la storia passata: "Non sono contro
il concetto di colpo di spugna - ha insistito - ma non mi sembra
una cosa giusta". Ha ancora negli occhi lo stupore e la felicità
di un esordio coi fiocchi e ammette che il debutto con il Ghana
non era come le altre volte: "Un esordio così bello
non me lo aspettavo - ha confessato Daniele De Rossi - ma anche
chi aveva già avuto altri debutti mondiali ha avuto alla
vigilia sensazioni contrastanti: nessuno si poteva nascondere dietro
un dito con tutto quello che è successo in queste settimane
nel calcio italiano. Questo esordio non poteva essere come un qualunque
altro esordio mondiale. Sapevamo di dover vincere per dare una svolta
importante, perché tutti i commentatori vedono bene questo
gruppo azzurro e ci sono sensazioni positive. I tre punti conquistati
ci danno maggiore serenità".
Abete “Altro che amnistia, chi ha sbagliato
pagherà”
"Amnistia? Si fa un errore se si connette questo discorso
con i risultati sportivi della nazionale italiana in Germania".
Con queste parole il capo della delegazione azzurra al Mondiale,
Giancarlo Abete, ha espresso ai microfoni di 'Gr Parlamento' (all'interno
del programma La Politica nel Pallone), la sua posizione sul dibattito
che è stato avviato da alcune proposte che ipotizzano una
amnistia sportiva per i colpevoli coinvolti nell'inchiesta di calciopoli
in caso di vittoria italiana al Mondiale. "Credo che sia un
modo sbagliato di affrontare il problema - ha proseguito Abete -
Bisognerà prima accertare tutte le responsabilità,
ma senza voglia di giustizialismo. Una cosa è chiara, chi
ha sbagliato dovrà pagare". Abete sottolinea che la
nazionale italiana non vuole sottrarsi a questa delicata situazione,
ma chiede anche di potersi concentrare sull'obiettivo primario:
il Mondiale. "Sapevamo già che non avremmo potuto sottrarci
a questa situazione dolorosa - ha aggiunto - Però chiediamo
anche alla stampa di lasciarci concentrare sull'obiettivo mondiale,
il più importante in questo momento. Ma ripeto che noi non
ci sottraiamo allo scandalo e sia lo staff che i giocatori hanno
mostrato grande disponibilità ". Il capo della delegazione
azzurra ci tiene a complimentarsi con il tecnico Lippi per come
ha saputo gestire la situazione: "Lippi è riuscito a
creare il clima giusto - ha spiegato - era un periodo difficile
da gestire. E' stato molto bravo. Inoltre si è visto un bel
calcio e questo mi fa molto piacere. E' stata una notte di grande
festa e di soddisfazione per tutti gli italiani. Ed è solo
l'inizio".
Gentile “Nessuno si azzardi a parlare di
amnistia”
"Se risulteranno colpevoli di illecito sportivo, Juve, Samp,
Fiorentina e Lazio dovranno andare in serie B. Nessuno si azzardi
a parlare di amnistia se l' Italia vincerà i mondiali perché
altrimenti dovremmo gufare ai danni degli azzurri". Lo afferma,
in una dichiarazione, Antonio Gentile, senatore di Forza Italia.
"L' anno scorso, per una sola partita - aggiunge Gentile -
il Genoa dovette subire questa pesante penalizzazione e non vedo
perché non debba succedere alle squadre implicate oggi. Il
calcio ha bisogno di pulizia e di fare chiarezza sui misfatti che
io denunciavo nel silenzio tre anni fa. A Guido Rossi chiedo di
risarcire Napoli, Bologna e Cosenza, che furono le vittime di quel
sistema clientelare che ha distrutto il nostro calcio"
Buffon “Bello sudare la maglia per l’Italia”
''E' bello sudare per la patria''. Alla lunga lista di motivi per
dar fondo al proprio nazionalismo, patriottismo o semplice italianita',
quello della maglia bagnata ancora mancava. Lo ha aggiunto un Gigi
Buffon inorgoglito dalla festa dei connazionali di Hannover e dalle
cifre record di ascolti tv, ancor piu' che dalla vittoria contro
il Ghana. ''Il senso di appartenenza alla tua nazione cancella tutto'',
era la sua considerazione sull'affetto dei tifosi dopo le settimane
dello scandalo. Per un mese, dall'esplosione del caso intercettazioni
fino alla prima parata al Mondiale, il numero 1 azzurro ha taciuto.
Preferiva lasciar parlare il campo, come si usa dire in queste occasioni.
Anche se l'occasione, nello specifico, erano tante telefonate di
Moggi per aggiustare arbitri e risultati, un'inchiesta su un giro
di scommesse che lo ha sfiorato e rischiato di travolgere, e ancor
prima le accuse di dolce vita con la bella compagna, Alena Seredova.
''Io pero' non ho perso la solarita': faccio solo qualche sorriso
in meno, ma a voi - la risposta alla prima, affollatissima conferenza
stampa da quei giorni - Li riservo per i miei cari''. A dire il
vero, il sorriso ampio come le mani non lo aveva perso neanche nei
giorni di altre polemiche: quelle sul suo 'boia chi molla' sulla
maglia, a Parma, o sulla scelta del numero 88, simbolo non si sa
quanto incosciente del saluto al Fhurer. Ora e' dalla Germania che
Buffon ribadisce il suo orgoglio nazionalista, ovviamente sull'Italia.
''Quando ieri ho detto 'basta cavolate', intendevo la mia situazione
personale - la spiegazione del portiere, meno sorridente ma sereno
- Sullo scandalo, non entro. Amnistia? Se devo dire quello che penso,
e' meglio che torni al silenzio stampa. Anche noi aspettiamo che
si capisca qualcosa di piu'. Intanto festeggiamo una vittoria che
fa bene al nostro calcio: ci siamo allenati con tanti problemi.
Io personalmente mi son dispiaciuto di tante cose dette: pero' in
questi momenti bisogna essere uomini veri, e lasciarsi scivolare
addosso tante cose''. Almeno fino alla festa del tricolore. ''Quei
milioni di italiani che hanno tifato per noi dalla tv sono la soddisfazione
piu' grande - aggiunge Buffon - C'e' voglia di scendere per le strade,
fare i caroselli, festeggiare dopo tutto quel marcio. Ho detto che
ero nauseato, abbiamo preparato il mondiale ascoltando per 20 giorni
brutte notizie. Ieri quando sono entrato nello stadio, mi sono sentito
orgoglioso: ho avvertito il senso di appartenenza a una nazione.
In mezzo alla bufera, c'e' ancora tanta passione della gente: apprezzano
che lottiamo, sudiamo, guadagniamo anche ma per l'Italia. E io sono
orgoglioso di questo. E' bello sudare per una patria, e far parte
di una nazione''. Unita' di intenti: e' quello che ha sentito il
calciatore azzurro entrando ieri in campo. ''Non vorrei mai che
nessuno che odia la Juve dicesse: ma che gioca a fare Buffon nell'Italia?
Ci gioca, rispondo io, perche' mi sento orgoglioso di essere italiano.
Le guerre fratricide sono inutili. Se vinciamo, siamo tutti felici''.
Un po' meno lo sono la Padania, ma anche personaggi dall'ampio seguito
come Beppe Grillo. ''Quelli non sono neanche da considerare come...Non
mi fate dire certe cose, all'indomani di una bella vittoria - si
mangia la lingua Buffon - Chi fa certi discorsi dovrebbe solo riflettere,
valutare l'effetto delle loro parole a livello educativo''. Ad uno
piu' basso, Buffon deve fare i conti ora con altri verdetti. ''Dal
calcio-scandalo aspettiamo verdetti importanti. Il mio futuro? La
fortuna della Juve e' quella di avere una famiglia, la tradizione
e cento anni alle spalle. Il progetto continua. Non so quale mi
proporranno, ma quando lo faranno valutero' con serenita'. Non ho
pruriti particolari''. Neanche per la B? ''Niente, nel calcio italiano,
mi fa piu' paura. Non me ne farebbe neanche la C...''. E pazienza
se i tifosi juventini, la meta' circa di quelli che ieri hanno visto
l'Italia in tv, si spaventeranno a morte chiedendosi se sia una
profezia o un addio. A Buffon ora interessa solo giocare la Coppa
del Mondo. ''Qualcosa di forte e' nato in noi, con questa storia
- la sua conclusione - Quando eravamo sopravvalutati, non ho avuto
pudore a dirlo. Oggi dico che ho gran fiducia: magari poi usciamo
al primo turno o agli ottavi, ma solo con grandi avversarie e senza
recriminazioni...Se poi invece vincessimo il Mondiale, piu' che
lo scandalo ringrazio me stesso. E Lippi''. Arrivederci alla prossima,
Buffon scappa via dal tendone rovente a firmar autografi. ''Mi sono
frenato, eh, una volta con me si facevano tanti bei titoli...'',
il saluto. La maglia e' intrisa di sudore, eppure non e' patriottismo.
Lazio-Fiorentina del maggio 2005 partita clou
Lazio e Fiorentina dovevano essere aiutate per restare in serie
A, almeno questo era l'intento della 'cupola' che ha inquinato il
campionato di calcio di Serie A. La partita clou e' quella Lazio-Fiorentina
del 22 maggio 2005, penultima giornata di campionato, incontro decisivo.
A confermare il tentativo del presidente onorario della Fiorentina
Diego Della Valle di mettersi d'accordo col presidente della Lazio
Claudio Lotito sul risultato di questo incontro ci sono le dichiarazioni
rese il 24 maggio scorso dal magistrato Cosimo Maria Ferri. "In
linea generale - dice Ferri - Lotito parlava assai male di alcune
figure del calcio, come Diego Della Valle, Gazzoni Frascara e lo
stesso Moggi. In particolare le espressioni piu' colorite e i giudizi
piu' pesanti li riservava al presidente della Fiorentina... i rapporti
personali tra Della Valle e Lotito erano inesistenti.... Lotito
mi racconto' che aveva ricevuto una proposta da parte di Della Valle,
che aveva offerto a Lotito di vendergli la partita che un po' di
tempo dopo la Fiorentina avrebbe disputato con la Lazio.... Secondo
Lotito Della Valle voleva che la Lazio perdesse la partita e la
sua contropartita sarebbe stata in termini economici.... Lotito
mi fece questo racconto commentando con un tono particolarmente
disgustato... ma non disse esplicitamente che aveva rifiutato la
proposta di Della Valle". Dell'incontro Lazio-Fiorentina, terminato
1-1, si interessa anche l'ex designatore arbitrale Paolo Bergamo
che ha su questo una conversazione con Innocenzo Mazzini subito
dopo la gara. E il 25 maggio 2006, nel lungo interrogatorio davanti
ai pm napoletani Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci ricorda, messo
di fronte alla registrazione di quella telefonata, che "nell'ultima
parte della stagione la Fiorentina effettivamente non era stata
particolarmente fortunata nelle gare; realmente vi erano stati errori
arbitrali che l'avevano danneggiata. Per intervento di Mazzini ebbi
un incontro a colazione a Firenze con i fratelli Della Valle....
Mi rappresentarono la situazione, asserendo che si erano gia' verificati
troppi evidenti errori arbitrali che avevano danneggiato la squadra
toscana e che occorreva ripristinare una situazione che garantisse
alla Fiorentina di non essere piu' ulteriormente danneggiata e che
dunque la Fiorentina venisse inserita nella prima griglia, cioe'
quella nell'ambito della quale vengono sorteggiati gli arbitri piu'
esperti e capaci. Io manifestai la mia disponibilita' ad operare
in tal senso". Bergamo pero' precisa ai magistrati che la sua
espressione "secondo cui era tutto pilotato si riferisce al
fatto che la Fiorentina era stata inserita nella prima griglia e
non certamente ad altro tipo di pilotaggio o intervento illecito".
Su questo episodio nell'interrogatorio del 29 maggio scorso Diego
Della Valle nega la vicenda, mentre Claudio Lotito, interrogato
il 31 maggio, sul punto si avvale della facolta' di non rispondere.
I favori della “cupola” alla Lazio
Tra le squadre che la presunta 'cupola' favorisce individuando
griglie arbitrali ad hoc c'e' la Lazio, con un interessamento particolare
dell'ex presidente della Figc Franco Carraro. Le partite nel mirino
degli inquirenti partenopei sono, tra le altre, Chievo-Lazio, del
20 febbraio 2005, Lazio-Parma del 27 febbraio e Bologna-Lazio del
17 aprile 2005. A conferma del teorema dell'accusa ci sono, oltre
alle intercettazioni di telefonate, in particolare fra il presidente
della squadra romana Claudio Lotito e l'ex numero due della Federcalcio
Innocenzo Mazzini, anche le dichiarazioni dell'amministratore legato
del Parma Luca Baraldi, che il 6 giugno dice agli inquirenti che
quella gara e' stata "a senso unico dal punto di vista arbitrale,
con un arbitraggio prevalentemente a favore laziale" almeno
sulla base dell'andamento della partita stessa, nel corso della
quale ci sono episodi che mettono in luce un arbitraggio sbilanciato
verso la squadra biancoceleste, "in particolare due falli da
rigore nella stessa azione non puniti con la massima punizione...
e un episodio in cui l'arbitro Messina, prima di un calcio d'angolo,
chiamo' a se' i difensori della Lazio e disse loro che se continuavano
con certe scorrettezze era costretto a fischiare contro la loro
squadra una massima punizione", circostanza questa a suo giudizio
"molto inconsueta". Per Bologna-Lazio, ci sono le dichiarazioni
dell'ex presidente della squadra emiliana, Giuseppe Gazzoni Frascara,
rese ai pm napoletani il 13 maggio. "Fu nostra impressione,
cioe' impressione della dirigenza del Bologna, che la gara fosse
stata condizionata", dice, e rispondendo ad una specifica domanda
su eventuali ragioni per le quali Carraro dovesse favorire Lotito,
sottolinea e ritiene abbia fondamento "l'idea che il presidente
federale si sia deciso ad attivarsi per aiutare Lotito per sollecitazione
di Cesare Geronzi, ovvero di Capitalia. E' circostanza nota che
Carraro e' presidente di Mediocredito Centrale, il cui capitale
e' controllato da Capitalia, e che la figlia dello stesso Geronzi
e' socio e dirigente della Gea World Spa in cui e' importante azionista
Alessandro Moggi, figlio di Luciano". Circa l'incontro Chievo-Lazio,
ci sono le dichiarazioni datate 24 maggio di Cosimo Maria Ferri,
giudice presso il Tribunale di Massa Carrara ma anche componente
della commissione vertenze economiche della Figc. "Il presidente
ella Lazio - riferisce Ferri - mi fece intendere, sempre in termini
non espliciti e chiari, che anche questa storia dell'aiuto alla
Lazio era stata discussa con Carraro nell'ambito di una piu' ampia
discussione relativa a tutte le questioni anche di carattere economico
che riguardavano la Lazio. Tengo a precisare che Lotito era senz'altro
esplicito quanto al suo interesse per la salvezza della Lazio in
serie A e alle questioni di carattere economico... mentre non era
altrettanto esplicito circa le strade che stava percorrendo per
raggiungere questi obiettivi, fermo restando che egli aveva contatti
con Carraro". Anche Manfredi Martino dice il 26 maggio agli
inquirenti che Carraro "aveva espresso la volonta' che le squadre
della Lazio e della Fiorentina venissero aiutate a restare in serie
A", una circostanza che gli riferisce l'ex designatore arbitrale
Paolo Bergamo.
L’avv. Miele “Ipotesi di reato per
diffusione degli atti di ex giocatore”
Si possono ipotizzare reati nella diffusione degli atti legati
alle inchieste giudiziarie su Calciopoli che la Procura di Napoli
ha consegnato all'ufficio indagini della Figc. A sostenerlo è
l'avvocato Renato Miele, ex calciatore della Lazio, secondo il quale
il non aver atteso l'esercizio dell' azione penale, ovvero il decreto
di archiviazione, potrebbe configurare il reato di rivelazione ed
utilizzazione di segreti di ufficio (art. 326 c.p.) e la pubblicazione
arbitraria di atti di un procedimento penale (art. 684 c. p.) "a
carico dei soggetti (organi di disciplina, impiegati, tesserati
e difensori) operanti nella giustizia sportiva". Emergerebbero
delle perplessità anche sulla trasmissibilità degli
atti di indagine dalla Procura di Napoli agli uffici della Figc
nella fase delle indagini preliminari. Per Miele, infatti, sarebbe
stato violato il segreto istruttorio, cosa tanto più grave
visto che tra i reati contestati c'é anche l'associazione
a delinquere. Altro motivo per cui gli atti di indagine preliminare
non dovevano essere depositati, sempre secondo l'avvocato, è
che si attende ancora la decisione della Procura Generale della
Corte di Cassazione sul conflitto di competenza sorto tra la Procura
di Napoli e quella di Torino.
Biscardi e Sposini indagati dall’Ordine
dei giornalisti
Il consiglio dell'ordine dei giornalisti ha aperto un procedimento
disciplinare a carico di Franco Melli, Ignazio Scardina, Aldo Biscardi
e Lamberto Sposini, alcuni dei giornalisti protagonisti diretti
e indiretti delle intercettazioni telefoniche al centro dell'inchiesta
sul "calciogate". La decisione e' stata presa nella riunione
di oggi, dopo aver ascoltato Melli, Scardina, Biscardi e Sposini.
"Questa procedura - sottolinea l'ordine - implica esclusivamente
l'avvio di una indagine preliminare per arrivare ad un giudizio".
L'audizione dei giornalisti Giorgio Tosatti, Guido D'Ubaldo e Chiara
Geronzi e' prevista invece per la prossima riunione di consiglio.
La Juve riparte voltando pagina in fretta: nuovo
Cda
13/06 Ventiquattr' ore per il nuovo Cda, tre giorni per l'allenatore
del futuro: la Juventus volta pagina in fretta per dimenticare Calciopoli
e la Triade, ma soprattutto per riconquistare simpatia e efficienza.
C'e' stato riserbo sulla identita' del nuovo organo dirigente bianconero,
com'era indispensabile, visto che il club e' quotato in borsa e
non si poteva rischiare di turbare i mercati con anticipazioni di
voci incontrollate. Tuttavia, negli ultimi giorni si e' arrivati
a intravedere l'identikit del nuovo consiglio di amministrazione,
che sara' di 9 membri. Il presidente non e' nome notissimo al grande
pubblico, ne' al mondo dello sport, ma un personaggio ben conosciuto
al mondo della finanza e del business, persona da questo punto di
vista di alto profilo, con capacita' operative e non solo di rappresentanza.
Non un uomo che viene dallo sport, ma di totale fiducia della proprieta'
(gli Agnelli). L' ad sara', probabilmente, Jean Claude Blanc, manager
sportivo che ha lavorato anche nell'organizzazione di grandi eventi
come il Tour de France e il Roland Garros. Non e' detto pero' che
l' incarico gli venga dato subito, Carlo Sant'Albano, attuale a.d.
pro tempore, potrebbe mantenerlo almeno per un anno di transizione,
per permettere a Blanc di impratichirsi del ruolo. Sant'Albano,
comunque, restera' nel Cda della Juventus, come garante e traghettatore
alla nuova gestione. Nel consiglio entreranno anche sportivi, cosi'
come professionisti esperti di problemi legali. Anche per il direttore
generale la nomina potrebbe essere rinviata a dopo l' assemblea
del 29 giugno. Si fa il nome di Stefano Bertola, esperto di finanza
e di revisione dei conti, gia' nel precedente Cda, mentre Romy Gai
dovrebbe mantenere il ruolo di responsabile commerciale. Nell'idea
ispiratrice vi e' quindi uno staff di giovani dirigenti in grado
di garantire il giusto dinamismo. Altri esperti di settore, come
Giampaolo Montali ed Evelina Christillin, completerebbero un consiglio
di amministrazione all'insegna di due logiche operative aziendali,
la sinergia (e non piu' poteri forti assunti da poche persone) e
la specializzazione in settori di competenza. Sembra escluso il
ruolo di consigliere di amministrazione per Giampiero Boniperti,
che manterrebbe comunque un filo diretto con John Elkann e i vertici
manageriali e tecnici del club, tanto piu' che e' presidente onorario
della societa'. Domani, il nuovo corso juventino verra' presentato
ufficialmente nel cuore della citta', ad Atrium, che e' stato il
punto di riferimento delle Olimpiadi torinesi. Una scelta non casuale:
trasparenza e valori olimpici, contrapposta all' eccessivo ermetismo
della passata gestione, sono infatti due punti chiave della nuova
filosofia bianconera. I tifosi, naturalmente, attendono con particolare
ansia le novita' del campo. Il nuovo allenatore, salvo colpi di
scena, sara' Alberto Zaccheroni, che ieri, nel corso di una trasmissione
televisiva, ha tradito l'emozione con un sorriso eloquente, quando
gli e' stato chiesto come giochera' la prossima Juventus. Lo staff
tecnico e' da completare: manca un capo degli osservatori, che potrebbe
essere Beppe Furino o un nome a sorpresa. Per quanto riguarda il
mercato, invece, si pensa a un'altra soluzione innovativa, una consulenza
con un operatore internazionale di grande esperienza, come Giovanni
Branchini, che non a caso ha rapporti privilegiati con molti settori
del calcio sudamericano. Appena completato il parco tecnico, la
Juventus si buttera' subito a stilare un piano che terra' in piedi
le due ipotesi, quella della serie A e l'altra di una condanna alla
retrocessione. Riguardo a quest'ultima, stanno continuando i sondaggi
con i club esteri, attraverso gli agenti Fifa, per piazzare alcuni
big al prezzo piu' favorevole: Barcellona, Real, Chelsea, Manchester,
Arsenal, gia' oggi conoscono benissimo il costo dei vari Buffon,
Zambrotta, Camoranesi, Emerson, Vieira, Nedved, Trezeguet e Ibrahimovic.
Il Mantova scrive a Rossi: “Cambiare i criteri
dei ripescaggi”
Dopo la delusione di Torino, il Mantova crede ancora nella serie
A. Tant'é che oggi, dalla sede di viale Te, è partita
una lettera al commissario della Federcalcio Guido Rossi con la
quale la società biancorossa chiede di rivedere i criteri
per i ripescaggi e, quindi, un posto nella massima serie. A confermarlo
è lo stesso presidente dei biancorossi Fabrizio Lori. "I
criteri attuali sono assurdi - dice -. E' come se per le Olimpiadi
selezionassero un velocista solo perché è di Milano,
trascurando quello di Mantova che corre più veloce. Io non
so come andrà a finire l'inchiesta in corso sullo scandalo
del calcio. Ma se dovessero essere retrocesse in B alcune squadre,
è chiaro che, dopo quelle retrocesse quest' anno dalla A,
al primo posto dovrà esserci il Mantova. Questo perché
abbiamo meritato sul campo la promozione e siamo stati penalizzati
nella finale dei play off". Lori afferma di voler incontrare
Rossi: "Mi piacerebbe parlare con il commissario. Io dico che
quello che ci è successo a Torino è ingiusto e che
il Mantova in serie A sarebbe un bene per il calcio italiano in
questo momento di crisi". Lori annuncia che anche per il prossimo
campionato a guidare il Mantova dalla panchina sarà ancora
Di Carlo: "Insieme cercheremo di ben figurare in sere A oppure
di disputare un grande campionato di B". Il vice presidente
Alberto Castagnaro spiega il significato della lettera: "Non
è - dice - che chiediamo di essere ripescati. Nella lettera
a Rossi chiediamo che vengano rivisti i criteri per effettuare i
ripescaggi, fissati dal vecchio consiglio federale. Questo perché,
secondo noi, non si tiene conto delle piccole società. Vorremmo
che si tenesse conto più dei bilanci trasparenti e sani delle
società che del loro bacino d' utenza e del blasone".
E ritorna sulla partita di domenica con il Torino: "Sia all'andata
che al ritorno abbiamo subito violenza psicologica che ha condizionato
le due partite". Intanto oggi al Martelli - davanti al quale
c'era un folto gruppo di tifosi - società e squadra hanno
chiuso ufficialmente la stagione 2005-2006. Il presidente Lori,
il vice Castagnaro, con il resto della dirigenza ha incontrato tutti
i giocatori e lo staff tecnico capeggiato dall'allenatore Di Carlo
per i saluti di fine stagione e per darsi appuntamento alla prossima.
Il raduno sarà il 18 o il 19 luglio a Mantova mentre la partenza
per il ritiro di Brentonico (Trento) è fissata per il 22.
In Trentino i biancorossi si tratterranno due settimane, dopodiché
rientreranno a Mantova.
Borrelli tifa per la Nazionale “Una vittoria
importante per il morale”
''Si', ieri ho visto con molto piacere l'Italia, una vittoria importante,
e mi sono divertito...''. Una veste finora insolita da tifoso della
nazionale per Francesco Saverio Borrelli. il pensiero e' del capoufficio
indagini della Federcalcio, Francesco Saverio Borrelli, che all'
uscita dagli uffici di via Po, ha voluto esprimere la sua opinione
da tifoso della Nazionale. ''Questa vittoria - ha spiegato l'ex
procuratore di Mani Pulite lasciando gli uffici della Figc - e'
un fatto molto importante, che documenta una ripresa morale e di
entusiasmo. Questo direi che e' fondamentale. Per quanto mi riguarda,
mi sto avvicinando sempre piu' al calcio, anche perche' prima era
in un angolo. Ora spero, con un accurato training, di potermi avvicinare
sempre di piu' e capire meglio le partite''.
Cafu e Sensi assolti per i passaporti
La vicenda dei passaporti si conclude nel migliore dei modi per
i giocatori Marcos Cafu e Gustavo Bartelt e per il presidente della
Roma Franco Sensi. Accusati di aver falsificato i documenti per
ottenere la cittadinanza italiana, tutti e tre sono stati assolti
per non aver commesso il fatto. Ieri i pm avevano chiesto 9 mesi
per Bartelt e Cafu e dieci per Sensi. Condannati invece a 8 mesi
altri due calciatori, gli argentini Pineda e Navas, mentre un anno
di reclusione e' stato inflitto a Oscar Bartelt, padre dell'attaccante.
Pozzo (Udinese) “Toffolini un mitomane”
''Toffolini? Non ho parole, meglio che non dica niente, uno che
parla cosi' e non ha nessun potere allora e' un mitomane''. Sono
queste le parole con cui il patron dell'Udinese Gianpaolo Pozzo
ha definito, ai microfoni di 'Gr parlamento', il suo team manager
Toffolini, tirato in ballo nello scandalo intercettazioni per le
sue telefonate con il dirigente del Milan, Leonardo Meani. ''Mi
sono spesso lamentato e scandalizzato per le cose che succedevano
- ha aggiunto Pozzo sulla questione calciopoli - Ma pur sospettando
qualcosa non avrei mai pensato ad uno scandalo di questa portata''.
Servizi precedenti
12/06
Calcio nel caos: Girando da Borrelli “Nessuna
gara era preordinata”. Ascoltato il
dipendente della Federcalcio Galati “Chi si oppone viene vessato”.
Anche la Samp nell’indagine. Blatter
“Trovati i problemi ora si va verso le soluzioni”. La
Lega va verso la riscrittura del regolamento. E poi Galliani,
Sacchi, Di Pietro, Campana, Pescante.
11/06
Calcio nel caos: Una domenica tranquilla.
Lunedì Giraudo da Borrelli. Il Legale
di Titomanlio “Nessun muro di reticenza”. Trezeguet
“Aspettiamo la giustizia sportiva”. Gli
sponsor della Juve ripongono la loro fiducia nella società
10/06
Calcio nel caos: Borrelli si concede una pausa.
Il Presidente Cellino “Rossi chieda
consigli ai presidenti onesti”. Secondo il legale di
Lotito il campionato slitta a dicembre. Del
Piero “Spero che per la Juve si risolva nel migliore dei modi”
L’assistente Titomanlio: “Pronti a collaborare”
09/06
Calcio nel caos: Borrelli contro un “muro
difensivo concordato”. Maxi audizione con Meani (Milan): quasi
otto ore. Non esiste alcun super teste.
Tre ore di interrogatorio per Carraro e tre anche per Pieroni. Pirrone
replica a Bergamo: “Io scarso e onesto, lui invece?”.
Catricalà “Presto regole per i procuratori”.
Adiconsum presenta uno studio sugli errori
arbitrali dal 2002 al 2004. Avv. Coppi: “Il Coni potrebbe
costituirsi parte civile”
08/06
Calcio nel caos: Bergamo interrogato per nove
ore “Fatto fuori da Pairetto e Lanese”. Per Pairetto
sei ore di interrogatorio. Moggi dice no a
Borrelli. Oggi tocca a Carraro. Della
Valle “Non abbiamo fatto nulla di strano”. L’AIA
rigetta il ricorso di De Santis: non andrà ai mondiali. Galliani
ascoltato per due ore. L’Antitrust collabora con Rossi
07/06
Calcio nel caos: Interrogatori fiume per De
Santis e Paparesta. Borrelli: “Nessun
pentito. Entro 10 giorni la relazione alla Procura sportiva”.
La Commissione Cultura della Camera avvierà un indagine.
Pirrone: “Già da tempo denunciavo
pressioni”. Gaucci Jr: “C’è ancora
paura della ‘cupola’”
06/06
Calcio nel caos: Borrelli mette sotto torchio
gli arbitri. No Intertoto per il calcio italiano.
E Rossi incassa l’ok di Uefa e Fifa. Corioni:
“Girando la mente, Galliani gli obbediva”. Lazio
e Juve nel mirino di Borrelli. Rossi incontra
Galliani: Nessuna accordo sulla gestione della Lega. Blatter
“Felice della reazione delle autorità italiane”
05/06
Calcio nel caos: Borrelli a tutto campo, vuol
vederci chiaro su tutto. E il Coni ricorre
alla Caf per la sentenza su Agricola per il doping. Mazzarri
ascoltato dal PM di Napoli. Cesare Geronzi
ascoltato per due ore dai PM. L’ex segretaria della
CAN, Fazi, non risponde. Pelè “Spero
che la giustizia punisca tutti”. Blatter “Ci
vogliono arbitri professionisti”
04/06
Calcio nel caos: Borrelli in azione: L'arbitro
Pirrone interrogato per tre ore. Il Milan
si ribella: “Una campagna contro”. Lite in un
bar per calciopoli, ci scappa il morto
03/06
Calcio nel caos: Cannavaro e Trezeguet interrogati
dai PM a Roma. La Procura di Torino vuol riaprire
l’inchiesta sulle designazioni. Undici giorni per rifondare
la Juve. Somma “Non cambia nulla. Moggi
resterà sempre un grande”
02/06
Calcio nel caos: Il
procuratore Borrelli pronto per il maxiprocesso. Ombre
sulla partita Udinese-Milan del 2005: Galliani e Pozzo non ci stanno.
Galliani: “Siamo stati danneggiati”. Il
Legale di Moggi replica a Galliani “Ha letto tutte le intercettazioni?”.
Spalletti in procura a Napoli.
01/06
Calcio nel caos: Il commissario Rossi: “Una
situazione che non pensavo così grave”. Secondo
l’ex vicecapo dell’Ufficio indagini Juve e Fiorentina
in B. Galliani pronto a lasciare. Preziosi
sentito dalla Procura di Napoli. Nevio Scala: “Tutto
deprimente. Con gli azzurri si può andare avanti”.
31/05
Calcio nel caos: Lotito ai PM: “Lazio
pulita”. Il difensore di Moggi: “Il
Milan il vero potere”. I rossoneri "Manovre diversive".
Petrucci “Voltiamo pagina, torniamo a parlare di sport”.
Verdone “Di fronte allo scandalo del
calcio mi vergogno di essere italiano”. Zeman “Io
alla Juve? Non potrei. Ipotesi Baggio? sarebbe solo per immagine”.
29-30/05
Calcio nel caos: Caso Gea,sentito l'arbitro
cosentino Palmieri: “Mai rilasciato interviste”. Lazio
nei guai: aggiotaggio per Lotito. Niente incarichi sportivi per
i magistrati del CSM. Avv. Grassani “Milan in B, ipotesi
per ora non ipotizzabile”. Del Piero
“Orgoglioso di essere juventino”. V.Franza "Ipotesi
A per il Messina". Ieri sentito Della Valle.
28/05
Calcio nel caos: Per Borrelli una settimana
intensa. Bonfrisco “Paparesta fuori
dalle regole”. Gattuso: “Qualcuno sputa nel piatto”.
27/05
Calcio nel caos: L’inchiesta entra nel
vivo. Borrelli al lavoro e Lippi difende il
figlio. Commissario Rossi: “Sconti per nessuno”.
Sacchi e Agnolin: “Chi ha sbagliato
paghi”. Lippi: “In Italia chi è indagato
è già condannato”. Peruzzi
accusa: “Moggi il pastore e noi il gregge”.
26/05
Calcio nel caos: Gli atti passano a Borrelli:
Parte ufficialmente “Piedi Puliti”. Galliani
rimane solo, si dimette Zamparini. Gigi Riva: “Beckembauer
ha parlato da bambino”. Cossiga: “Tangentopoli
era più onesta”. Sacchi: “Torniamo al
calcio di prima, senza banchieri e politica”. Il
figlio di Lippi indagato a Roma e Milano.
25/05
Calcio nel caos: Interrogatori a Napoli e
Roma e perquisizioni della GdF. Cannavaro
ci ripensa. Albertini: “Pensavo ci fosse sudditanza
psicologica, invece...”. Cecchi Gori
“Affossato perchè scomodo. I 5 anni più brutti
della mia vita”. Licenza Uefa per 14 club: manca la
Lazio. I tiofosi
si costituiscono parte civile. Gli ex vogliono
Boniperti presidente della Juve
24/05
Calcio nel caos: La Lega Calcio cerca nuove
regole. Alla Gea e ad Alessandro Moggi oltre
il 10% del mercato delle procure. Conti: “Lotta al
conflitto d’interessi”. La Finanza
nella sede del Crotone e della Reggina. Buffon in Procura.
Galliani confermato in Lega. Cannavaro:
“Gli scudetti della Juve, meritati”
23/05
Calcio nel caos: Il commissario della FIGC,
Rossi, nomina il procuratore Borrelli capo ufficio indagini. Scatta
“Piedi puliti”. A Napoli sfilano i testi.
perquisita la sede della
Torres
22/05
Calcio nel caos: Lippi rimane al suo posto.
Moggi cita Berlusconi. Chieste le dimissioni
di Galliani che le respinge, l’inchiesta va avanti.
Moggi: “Un’imboscata di Galliani”. Guido
Rossi: “Beckenbauer ne approfitta”. Avv.
Stagliano “La Juve in B”
21/05
Calcio nel caos: Moggi ebbe un ruolo importante
nelle elezioni di Carraro e Galliani. Tardelli replica a
Beckenbauer “Anche in Germania c’è il marcio”.
Chieste le dimissioni di Lippi. Le
intercettazioni di De Santis
20/05
Calcio nel caos: Il potere assoluto di Moggi.
Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi.
Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali. Le
tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno
19/05
Calcio nel caos: La Gea controllava anche
Reggina, Livorno e Siena. Gazzoni: “Le dimissioni di
Carraro sono finte”. Interrogati Lippi
e Zeman. Si dimette il Generale Pappa
18/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi fa piazza
pulita. Le intercettazioni di Carraro e Moggi che preparavano
le elezioni in Lega. Menzionato Pisanu. Sospesi
nove arbitri, la Finanza a casa di Moggi e nella sede della Juve
17/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi al lavoro.
Spunta il filone doping. Dopo il vertice delle Procure, nuovi
accertamenti. Definite le competenze delle
Procure di Roma e Napoli.
16/05
Calcio nel caos: Guido Rossi commissario della
FIGC chiamato a sistemare il calcio e le sue regole. Petrucci
rassicura Lippi “Verrò a trovarti con Rossi”.