L’inchiesta entra nel vivo
Un week end di studio, per leggere il voluminoso faldone raccolto
ieri dalla Procura di Napoli. L'inchiesta sportiva su calciopoli
entra nel vivo e il neo capo dell'ufficio indagini, Francesco Saverio
Borrelli fa scattare il conto alla rovescia: tre settimane per chiudere
l'istruttoria, fa sapere, dopo la consegna degli atti dai pm Beatrice
e Narducci, l'ex capo di Mani Pulite che nella sua casa milanese
sta leggendo i documenti dai quali partira' il maxi processo per
direttissima ai tesserati e club coinvolti nello scandalo. Il lavoro
dovra' concludersi ''entro tre settimane'' dice Borrelli. Con le
procure e i carabinieri fermi in questo fine settimana elettorale
in molte citta' del Paese, sara' la prossima quella in cui il processo
sportivo comincera' a muovere i primi passi. Tutto lo staff del
nuovo ufficio indagini, i sei vice compresi i due nominati da Borrelli,
il colonnello della Guardia di Finanza Maurizio D'Andrea e Maria
Jose' Falcicchia, rimasta a Milano presa dagli impegni come vicequestore,
si incontrera' lunedi' a Roma per valutare ''la mole notevole di
documenti'' di Napoli. Per Borrelli il materiale contiene ''documenti
decisivi''. L'istruttoria sara' orientata in particolare su alcuni
dei 41 indagati dalla magistratura ordinaria, quelli i cui reati
hanno una particolare rilevanza dal punto di vista sportivo: l'ex
procuratore generale di Milano sentira' di persona alcuni dei protagonisti
della vicenda, a partire dai primi giorni della prossima settimana.
Non e' detto che gli interrogatori vengano fatti tutti a Roma, qualcuno
potra' essere ascoltato anche a Milano. Ma sta di fatto che in una
decina di giorni l'ufficio indagini, con le integrazioni che all'occorrenza
verranno anche chieste alla procura di Napoli, avra' il quadro per
chiudere l'inchiesta e trasmettere gli atti al Procuratore federale.
Il magistrato militare, Stefano Palazzi vestira' i panni del pm
nel processo su 'Moggiopoli' e sara' lui, dopo pochi giorni (anche
prima della meta' di giugno) a far scattare i deferimenti. I tempi
sono stretti per arrivare al 10 luglio a iscrivere, anche se con
l'incognita di come finira' il processo, i club alle coppe europee.
A rischiare, oltre agli arbitri direttamente coinvolti (Massimo
De Santis ha gia' pagato con l'esclusione dai mondiali e va incontro
alle sanzioni dei giudici sportivi) e i tesserati, le societa':
prima fra tutte la Juventus, ma anche la situazione di Lazio e Fiorentina
non appare rosea. Pure il Milan, finito nelle intercettazioni, potrebbe
essere sanzionato. Il commissario Guido Rossi garantisce che non
ci sara' alcun insabbiamento e che la giustizia non fara' sconti
a nessuno. Intanto il nuovo numero uno della Figc ha gia' preso
i primi contatti con Fifa e Uefa, a cui avrebbe inviato una lettera
in vista degli incontri ufficiali che dovrebbero avvenire prossimamente.
Rossi infatti vorrebbe incontrare presto Blatter, ma ancora in agenda
non e' fissato alcun appuntamento con il presidente della Fifa.
Mentre l'ufficio indagini con Borrelli dara' il via alle audizioni,
la prossima settimana sara' di lavoro straordinario anche per i
pm coinvolti: a Napoli saranno giorni di fuoco, con un'agenda che
vede convocati il patron Viola Diego Della Valle in apertura, un
personaggio di spicco (forse Franco Carraro) martedi' e ancora Claudio
Lotito. Anche i colleghi romani, Palaia a Palamara, intensificano
le convocazioni e nell'ambito dell'inchiesta sulla Gea che proprio
ieri ha visto crescere il numero degli indagati illustri anche con
il figlio di Marcello Lippi, Davide, sentiranno come testimoni anche
Fabio Cannavaro e David Trezeguet. Sempre mercoledi' una delegazione
guidata da Giancarlo Abete si rechera' a Nyon per presentare il
dossier definitivo sulla candidatura italiana a Euro2012. Un obiettivo
che Rossi ha ereditato da Carraro e su cui il commissario si sta
spendendo, anche con il governo.
Borrelli al lavoro e Lippi difende il figlio
Tre settimane per decidere il futuro del calcio italiano dopo il
terremoto. E' questa la scadenza che Francesco Saverio Borrelli,
ex procuratore generale di Milano e neo capo dell'ufficio indagini
della Figc, si e' dato per trovare il bandolo della matassa. Venuto
ieri in possesso della documentazione in mano alla procura di Napoli
ma ancora in attesa del materiale dei pm di Roma, Borrelli sa di
avere tempi ristrettissimi. Entro il 10 luglio la Federcalcio dovra'
consegnare alla Uefa la lista delle squadre che prenderanno parte
alle prossime competizioni europee e dopo i Mondiali bisognera'
stilare i calendari di A e B. Da qui la necessita' di scrivere,
in 21 giorni, una relazione da consegnare con tutta la documentazione
al procuratore federale, il quale, a sua volta, dovra' decidere
se e chi deferire alle apposite Commissioni. Le procure di Napoli
e Roma, intanto, non stanno sicuramente con le mani in mano. I pm
partenopei si preparano a una nuova girandola di interrogatori e
per la prossima settimana sono attese le audizioni dei fratelli
Della Valle, del presidente della Lazio Claudio Lotito e, con molta
probabilita', anche dell'ex numero uno della Figc Franco Carraro.
Personaggi illustri dovrebbero sfilare presto anche a Roma. I due
magistrati che stanno conducendo l'inchiesta sul filone Gea, Luca
Palamara e Maria Cristina Palaia, hanno tutta l'intenzione di sentire
Fabio Cannavaro, David Trezeguet e Nicola Amoruso. Il primo dovrebbe
essere ascoltato in merito alle pressioni di Moggi su Lippi per
farlo riposare durante le partite della Nazionale, mentre gli altri
due saranno interrogati in relazione al loro rapporto con Antonio
Caliendo, procuratore col quale hanno troncato chi per affidarsi
al padre (Trezeguet), chi alla Gea (Amoruso). E se il commissario
straordinario della Figc Guido Rossi, dalle pagine della Gazzetta
dello Sport, promette che "non ci saranno riguardi per niente
e nessuno", il ct della Nazionale Marcello Lippi prende le
difese del figlio Davide, da ieri iscritto nel registro degli indagati
della procura capitolina. "Stiamo bene tutti e due, ma purtroppo
viviamo in un paese in cui se uno e' semplicemente indagato e' come
se fosse gia' condannato - ha dichiarato il selezionatore azzurro
- Ho sentito Davide, gli ho parlato come padre ricordandogli che
una ventina di giorni fa gli avevo predetto che non sarebbe stato
facile rimanerne fuori, visto che collaborava da anni con la Gea.
Spero che, nel piu' breve tempo possibile, la giustizia compia tutto
il suo percorso per capire chi ha da farsi perdonare qualcosa e
chi no". A difendere Lippi jr anche uno dei suoi assistiti,
Giorgio Chiellini, ieri autore del gol-vittoria per l'under 21 sull'Ucraina.
"Sono convinto della sua innocenza, e' e rimarra' il mio procuratore",
sono state le parole del terzino della Juventus. L'argomento calciopoli,
naturalmente, tiene banco anche tra i giocatori della Nazionale
maggiore. Angelo Peruzzi, per esempio, e' ricorso alla metafora
per giudicare Luciano Moggi. "Moggi e' un pastore - ha spiegato
il portiere della Lazio - porta il suo gregge a pascolare. Alcuni
nell'erba verde, altri in quella alta. Il problema non e' il chiedersi
perche' uno si trova in quella posizione, ma l'importante e' soltanto
saziarsi. La sera tutti venivano munti, ora pero' tutti sono bravi
a scendere dal suo carro. Le colpe, comuinque, non sono solo di
Moggi, ma di tutti, dirigenti e giornalisti compresi". "In
questa situazione e' per me un motivo di grande orgoglio essere
interista, lo era anche il 5 maggio quando perdemmo lo scudetto
- sono state invece le parole di Marco Materazzi - La Juventus?
Mi sento di scagionare i miei compagni bianconeri. Sono convinto
che hanno sempre lavorato per vincere sul campo. La partita di Perugia?
Fu pulita". E se e' vero che domani si dovrebbe parlare solo
di calcio giocato con i test dell'Italia, da lunedi', purtroppo,
si ricomincia tra audizioni e nuove carte.
Commissario Rossi: “Sconti per nessuno”
Guido Rossi, neo Commissario straordinario della Federcalcio ha
le idee chiare. "Non ci saranno riguardi per niente e nessuno".
Lo ha dichiarato l'avvocato milanese in un'intervista pubblicata
oggi da "La Gazzetta dello Sport". Rossi, uomo della rifondazione
del calcio nostrano, in piena bufera con lo scandalo delle intercettazioni
telefoniche, ha aggiunto: "Insabbiamenti? Ma quale bolla di
sapone...La giusitzia sportiva decidera' chi stara' dentro la serie
A e chi ne restera' fuori. Questa vicenda ha enorme importanza,
perche' quaranta milioni di italiani seguono il calcio. L'ora decisiva
arrivera' tra una decina di giorni, perche' bisognera' andare molto
in profondita'". Sulle dichiarazioni rese dal capitano della
Nazionale e difensore della Juventus Fabio cannavaro, Rossi replica
cosi': "Io arrabbiato con il giocatore? Voi cosa dite? Anche
i giocatori cambieranno registro, vedrete. La gente vuole godersi
una partita e sentirla come divertimento, senza inganni". Rossi
prova ad individuare la prima cosa bella dei suoi primi giorni da
commissario: "L'aspetto postivo e' il modo con il quale sono
stato accolto dalle istituzioni: magistratura, governo, antitrust,
Coni. Mi hanno dato una grossa mano. Con questa armonia, tutti insieme
riusciremo a combinare qualcosa". "L'aspetto piu' sgradevole
- aggiunge Rossi - sono le dichiarzioni a vanvera di chi mi da'
consigli gratis e vorrebbe essere al mio posto. Ci sono tempi ristrettissimi:
devo lavorare 48 ore al giorno, e' il momento piu' duro ma l'emergenza
e' anche la ragione per cui ho accettato. Dopo la frenesia, l'ora
piu' importante arrivera' fra una decina di giorni. Bisognera' andare
in profondita' - conclude - molto in profondita'. Non c'era quasi
nulla che funzionava come doveva".
Sacchi e Agnolin: “Chi ha sbagliato paghi”
"E' una cosa gravissima tra le tante cose gravi perche' il
nostro mondo non sa espellere tutte le situazioni negative che vengono
proposte. Chi ha sbagliato paghi e non si facciano sconti".
Queste le parole di Arrigo Sacchi, in uno stralcio dell'intervista
a Tv7 e riproposta dal Tg1, a proposito dello scandalo che sta travolgendo
il calcio italiano.
"Anno zero per gli arbitri? Forse all'anno -1, -2. Ogni giorno
si fa un passo indietro, domani magari saremo a -3. Si parla da
anni della necessita' che gli arbitri escano dalla loro torre d'avorio,
si chiede che privilegino la comunicazione, sarebbe un errore drammatico".
Luigi Agnolin, miglior arbitro italiano negli anni '80, poi designatore,
ha rilasciato un'intervista al quotidiano "Tuttosport",
commentando lo scandalo che sta investendo il calcio italiano. "Provo
un totale avvilimento di fronte a tutto cio' - aggiunge Agnolin,
ora alla guida del settore giovanile e scolastico della Figc - si
accettava tutto e di tutto per consuetudine, un vero e proprio doping
comportamentale. Ai miei tempi non mi facevo chiudere negli spogliatoi,
di sicuro. Si e' arrivati a tutto questo perche' i messaggi che
arrivavano dai vertici non erano sani, esistendo un vertice consociativo.
Certi messaggi dei vetici non li ho accettati e infatti sono uscito
dall'aia. Dopo 30 anni ho restituito la tessera. E ho dato nuovamente
le dimissioni al momento della B a 24 squadre. Mi da' fastidio che
si dica che nessuno parlava...".
Lippi: “In Italia chi è indagato
è già condannato”
"Viviamo in un paese in cui quando una persona è testimone
è come se avesse ricevuto un avviso di garanzia e quando
è indagato figura come un condannato. Per questo sono contento
che questa vicenda si risolva velocemente". Così Marcello
Lippi ha commentato la vicenda giudiziaria che vede indagato il
figlio Davide. "Glielo avevo detto un mese fa: con tutto il
casino che sta venendo fuori vedrai che anche tu ne sarai coinvolto.
Ma quel che gli dissi quando scelse di fare il procuratore lo ripeterei
anche oggi: perché non conta il mestiere che fai, ma come
lo fai. E lui l' ha fatto seriamente". Lippi ha ribadito di
essere "costantemente in contatto con il commissario straordinario
Guido Rossi, che ha ribadito la fiducia in noi". Quanto allo
scandalo intercettazioni, alla domanda se ritenesse inopportuna
la pubblicazione di conversazioni private e ininfluenti ai fini
dell' inchiesta ha risposto: "Di cose non opportune ce ne sono
tante. Aspettiamo l' evolversi di questa vicenda. Mi auguro solo
che chi ha anticipato giudizi, quando tutto sarà chiarito
dirà dove necessario mi sono sbagliato, ma sono certo che
non succederà". Lippi ha poi assicurato ancora una volta
che "le preoccupazioni che tutti noi stiamo vivendo, ognuno
a titolo personale e di tipo diverso, non intaccano minimamente
la preparazione per il Mondiale". E alla domanda se Italia-Gahna
si giocasse domani, il ct non ha fatto finire l' interlocutore e
ha subito replicato: "Magari...". . "Lippi sta bene,
e intendo il padre e il figlio". Così il ct della nazionale
ha raccontato infine il suo stato d'animo all'indomani dell'iscrizione
nel registro degli indagati del figlio Davide. "L'ho sentito:
è sereno e amareggiato, esattamente come me. Sono contento
se tutto sarà chiarito velocemente così si farà
chiarezza su chi si deve far perdonare e chi no. Mio figlio ha la
coscienza a posto". .
Sacchi “Lippi troverà la forza per
reagire”
"Una parodia della vita politica e sociale dell'Italia".
Questo è, secondo Arrigo Sacchi, lo scandalo delle intercettazioni
del calcio italiano. In un lungo collegamento da Milano Marittima
con lo speciale Tv7, in onda ieri notte su Raiuno e ripreso in parte
oggi dal Tg1, l'ex ct della nazionale ha detto la sua sulla bufera
che sta sconvolgendo il calcio. "Non farà piacere a
Lippi - ha detto Sacchi, commentando l'iscrizione sul libro degli
indagati del figlio dell'attuale ct, Davide - anche se ognuno è
fatto a suo modo, ed è difficile dare un giudizio. Ma sono
sicuro che lui saprà trovare la forza e la capacità
di reagire. D'altra parte i calciatori italiani sono bravi a gestire
le tensioni; piuttosto, sono pericolosi quando sono rilassati...".
Ma al di là delle considerazioni tecniche sulle conseguenze
dello scandalo sul Mondiale dell'Italia, Sacchi ha parlato a lungo
di tutto quello che sta emergendo dalle intercettazioni. "Non
sono d'accordo con chi dice 'lo fanno tutti'. C'é chi si
é comportato con lealtà, chi lo ha fatto solo qualche
volta, e chi non si è comportato bene. Se mi meraviglio?
No, perché conosco gli italiani e il mondo del calcio. Questa
vicenda è una parodia della vita sociale e politica del paese.
E noi del calcio non brilliamo per trasparenza". Sacchi si
è detto convinto che tutti, all'interno dello sport più
popolare, si siano resi colpevoli di non aver denunciato quel che
avveniva. "Nel calcio si capiva che gli arbitri soffrivano
di una sudditanza psicologica eccessiva, ed uso un eufemismo. Lo
capivamo e siamo tutti colpevoli per non averlo denunciato. Oggi
molti giornalisti dicono, io l'avevo detto. Ma nessuno aveva fatto
questa crociata. Un po' per opportunismo, un po' per vigliaccheria,
un po' perché sembra ci siano dei collusi". La preoccupazione
di Sacchi è che ora non venga tutto ammorbidito da un eccesso
di buonismo. "Ora l'opinione pubblica é giustizialista
- la sua convinzione - e questo è tipico. Alla fine però
salterà fuori il buonismo e troveremo un colpevole. La sudditanza
psicologica è sempre esistita, ma si era andati oltre. E'
gravissimo che ci sia stato bisogno delle intercettazioni. Le tv
celebravano piccole vittorie come se fossero grandi, e si buttava
fumo negli occhi dei tifosi. La verità è che questo
calcio era impreparato a gestire i tanti soldi che erano arrivati.
E quando ci sono tanti soldi, aumentano gli inganni". Ma il
giudizio più tagliente di Sacchi è sui provvedimenti
che si dovranno prendere. "Spero per il bene del calcio che
non ci siano sconti, e che i politici e gli amici degli amici non
comincino ad attenuare questa situazione. Gli scudetti? Sono stati
completamente irregolari, così sembra. Credo che non debbano
essere assegnati a nessuno". Infine Sacchi ha parlato degli
arbitri italiani: "Restano ottimi arbitri. Probabilmente -
ha concluso l'ex ct parlando anche del caso Paparesta - non avevano
la personalità di Collina, vivevano nel timore"
Peruzzi accusa: “Moggi il pastore e noi
il gregge”
Una parabola, curiosa quanto efficace, per dipingere lo scandalo
del calcio e il sistema-Moggi finito sotto accusa. Angelo Peruzzi
dal ritiro di Coverciano alimenta il dibattito sul terremoto che
ha spazzato via i vertice del pallone: ''Ora sono tutti bravi a
scendere dal carro. Ognuno ha il suo modo di fare e si crea il proprio
mondo ed e' quanto lui aveva fatto, non da solo. Moggi era il pastore
con il suo gregge, le pecore erano un po' tutti, giocatori, giornalisti,
dirigenti, chi piu' chi meno, anche se non bisogna fare di tutta
l' erba un fascio''. Peruzzi, portiere della Lazio e della Nazionale
che ha conosciuto l' ex dg bianconero quando giocava nella Juve,
ricorda che ''ogni giorno portava il gregge a pascolare e a gruppi
indicava dove mangiare. Nessuno si preoccupava se l'erba era buona
o cattiva, la sera tornavamo a casa sazi e felici. E lui ci mungeva''.
Dall' alto dei suoi 36 anni, Peruzzi e' il veterano del gruppo azzurro
e puo' permettersi di commentare con un pizzico di ironia gli scandali
di questi giorni. ''Con questo non intendo dire che i responsabili
siamo noi giocatori o qualche giornalista o qualcuno in particolare.
Non sto dando ragione o gettando la croce addosso a Moggi. Prendetela
come un esempio. Peraltro polemiche e errori accadevano anche 30
anni fa e sara' cosi' pure in futuro. Ma spero che ora che certe
cose sono uscite fuori ci sia maggiore tranquillita'''. ''Certo
- ha detto ancora Peruzzi - non e' normale che un dirigente di club
parli con un dirigente federale e ritengo grave che si cerchi di
ottenere dei vantaggi per la propria squadra''. Poi il portiere
affonda nella sua esperienza: ''In vent' anni ho assistito a decisioni
a favore e a sfavore e ad un po' di sudditanza verso le grandi squadre.
Ma ora mi chiedo: che si dira' il prossimo anno davanti ad un episodio
dubbio riguardo la Juve? Si possono cambiare tutti gli arbitri ma
gli errori ci saranno sempre cosi' come quelli di un portiere o
di un attaccante. Fanno parte del calcio, e' brutto solo se sono
pilotati''. In ogni caso anche per lui e' arrivato il momento di
voltare pagina: ''Non sara' facile per il calcio italiano riappropriarsi
di credibilita'. Noi comunque siamo qui per questo, ci stiamo preparando
per fare un grande Mondiale ed e' bene ricordare che ormai e' alle
porte. E se le polemiche aiutano, noi possiamo stare sereni: l'
Italia e' il paese delle polemiche - scherza Peruzzi -. Noi abbiamo
un solo preciso compito: vincere i Mondiali. Solo cosi' si recupera
credibilita'''. La vittoria piu' prestigiosa insomma come panacea
per tutti i mali del nostro calcio: ''C'e' chi teme che questa possa
coincidere con una 'amnistia'? Non penso, non credo che assisteremo
ad una giustizia sommaria. Sono state nominate persone preparate
e competenti, mi aspetto che chi abbia sbagliato paghi. Come e'
accaduto a me in passato: ho sbagliato e giustamente ho pagato''.
E' un rischio che sta correndo anche la sua Lazio: ''Sull'argomento
siamo in silenzio-stampa''. Pero' il futuro e' argomento che lo
riguarda: ''Non so se mi vedrei in B, sto parlando con il mio presidente,
non abbiamo firmato nulla ma l'accordo c'e', vediamo come finisce
questa vicenda poi si decidera'. In A firmerei di sicuro. Una cosa
comunque e' certa: se non giochero' piu' nella Lazio smettero' e
mi mettero' ad allenare bambini''. Restera' dunque ancora nel calcio
nonostante i lati oscuri e fasulli: ''Quando ancora ti diverti mentre
ti alleni non stai troppo a pensare se un dirigente s'e' comportato
in modo giusto o no''. Peruzzi malgrado tutto si sta divertendo
anche adesso a Coverciano: ''Alla mia eta' il ritiro pesa perche'
ormai ne ho fatti tanti... pero' qui c'e' davvero un bel gruppo.
Lippi? Non ha parlato con noi di cose personali ma la sua serenita'
e il suo modo di allenare non saranno intaccati dal fatto di avere
un figlio indagato: questo non gli avra' fatto piacere ma una persona
e' capace di staccare''. Inevitabile una battuta su Buffon, pure
lui travolto dalla bufera: ''Deve restare il piu' sereno possibile
e comunque lo e'. Non ho discusso della sua vicenda, non sono certo
io quello che deve fare domande''. E a chi gli chiede dell' attacco
all' Italia di Beckenbauer, Peruzzi risponde alla sua maniera: ''Siamo
in un' Europa democratica, ognuno e' libero di dire quello che vuole''.
Materazzi: “Orgoglioso di essere interista”
"In questa situazione e' per me un motivo di grande orgoglio
essere interista, lo era anche il 5 maggio quando perdemmo lo scudetto".
Marco Materazzi, in ritiro con la Nazionale a Coverciano, commenta
cosi' le vicende dello scandalo intercettazioni che stanno travolgendo
il calcio italiano. Nell'occhio del ciclone c'e' la Juventus ma
il difensore nerazzurro si sente "di scagionare i miei compagni
juventini. Sono convinto che hanno sempre lavorato per vincere sul
campo. La partita di Perugia? Fu pulita". Materazzi risponde
anche a Beckenbauer, secondo il quale l'Italia paghera' ai Mondiali
lo scotto di quanto sta accadendo, salvo fare poi dietrofront. "Ognuno
ha i suoi scheletri nell'armadio - ha aggiunto il difensore azzurro
- e quindi gli altri farebbero bene a stare zitti e a non sputare
sentenze".
Il diario della giornata
27/05 Sabato "tranquillo" sul fronte "calciopoli".
Magistrati e 007 federali riordinano le idee in vista di una settimana
importante, intanto dal ritiro azzurro di Coverciano, Marcello Lippi
difende se stesso e il figlio e si dice "sereno, ma amareggiato"
per le vicende che hanno scosso il calcio e che stanno complicando
il lavoro della sua Nazionale. La giornata si apre con un'intervista
di Guido Rossi (che assicura che "calciopoli" non si chiudera'
in una bolla di sapone come qualcuno ha detto) e si chiude con il
capo dell'ufficio indagini, Francesco Saverio Borrelli, che annuncia
la chiusura delle indagini della giustizia sportiva in tre settimane.
Questo il film della giornata:
10.02: Il commissario straordinario della Figc, Guido Rossi, in
un'intervista alla Gazzetta dello Sport annuncia: "Non ci saranno
riguardi per niente e nessuno" e ancora: "Ma quale bolla
di sapone...La giusitzia sportiva decidera' chi stara' dentro la
serie A e chi ne restera' fuori. Questa vicenda ha enorme importanza,
perche' quaranta milioni di italiani seguono il calcio. L'ora decisiva
arrivera' tra una decina di giorni, perche' bisognera' andare molto
in profondita'. Ci sono tempi ristrettissimi: devo lavorare 48 ore
al giorno, e' il momento piu' duro ma l'emergenza e' anche la ragione
per cui ho accettato. Non c'era quasi nulla che funzionava come
doveva".
10.03: "Il paragone tra quello che sta accadendo nello sport
e la mafia non regge. Perche' la mafia e' una cosa seria, e' un'organizzazione
forte pericolosa, sanguinaria". Lo afferma il procuratore nazionale
antimafia Piero Grasso, che in un'intervista al Giornale di Sicilia
definisce "esagerato" parlare di "Cupola del calcio"
in merito agli scandali partiti dalle intercettazioni su Luciano
Moggi. Tuttavia, secondo Grasso "ci sono dei meccanismi, in
questa vicenda, che effettivamente un po' ricordano quelli seguiti
dalla mafia. Il concetto e' sempre quello: creare una rete di relazioni
amicali o presunte tali, di relazioni e intrecci interessati. Chi
non si adegua viene lasciato fuori e danneggiato".
12.27: "Per un anno serie A e serie B insieme. Campionato con
tre gironi e poule scudetto. La Juve in B penalizza tutti".
Questa la proposta del patron del Brescia, Gino Corioni, in un'intervista
pubblicata oggi da "Tuttosport"
13.41: "Stiamo bene tutti e due, ma purtroppo viviamo in un
paese in cui se uno e' semplicemente indagato e' come se fosse gia'
condannato". Lippi commenta cosi' l'iscrizione nel registro
degli indagati del figlio Davide. "L'ho sentito gli ho parlato
come padre ricordandogli che una ventina di giorni fa gli avevo
predetto che non sarebbe stato facile rimanerne fuori, visto che
collaborava da anni con la Gea. Spero che, al piu' presto, la giustizia
compia tutto il suo percorso per capire chi ha da farsi perdonare
qualcosa e chi no. Aspetto serenamente l'evolversi della situazione
e spero che chi ha anticipato certi giudizi negativi dica che si
era sbagliato. Ma non succedera'".
13.52: "E' una cosa gravissima tra le tante cose gravi perche'
il nostro mondo non sa espellere tutte le situazioni negative che
vengono proposte. Chi ha sbagliato paghi e non si facciano sconti".
Queste le parole di Arrigo Sacchi, in uno stralcio dell'intervista
a Tv7 e riproposta dal Tg1, a proposito dello scandalo che ha travolto
il calcio italiano.
14.05: Angelo Peruzzi, dal ritiro della Nazionale, usa una metafora
per Moggi. "E' un pastore, porta il suo gregge a pascolare.
Alcuni nell'erba verde, altri in quella alta. Il problema non e'
il chiedersi perche' uno si trova in quella posizione, ma l'importante
e' soltanto saziarsi. La sera tutti venivano munti, ora pero' tutti
sono bravi a scendere dal suo carro. Le colpe, comunque, non sono
solo di Moggi, ma di tutti, dirigenti e giornalisti compresi".
14.36: A Coverciano parla anche Marco Materazzi: "In questa
situazione e' per me un motivo di grande orgoglio essere interista,
lo era anche il 5 maggio quando perdemmo lo scudetto". Materazzi
si sente "di scagionare i miei compagni juventini. Sono convinto
che hanno sempre lavorato per vincere sul campo. La partita di Perugia?
Fu pulita". Il difensore nerazzurro risponde anche a Beckenbauer.
"Ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio - ha aggiunto il difensore
azzurro - e quindi gli altri farebbero bene a stare zitti e a non
sputare sentenze".
15.26: Il presidente dell'Atalanta, Ivan Ruggeri, boccia la proposta
di Corioni. "Mi sembra una proposta un po' fuori dal mondo.
Credo sia un'ipotesi abbastanza fantasiosa, ma non so quanto realizzabile.
Sicuramente non mi piace. Che si riduca il numero delle squadre
da 22 a 20 o da 20 a 18 e' un discorso, cosi' invece si stravolge
tutto".
16.30: Giorgio Chiellini, l'autore del gol che ieri ha permesso
all'under 21 di superare l'Ucraina, difende Davide Lippi: "e'
il mio procuratore ed intendo restare con lui, perche' sono certo
della sua innocenza".
17.38: Il capo ufficio indagini della Figc, Francesco Saverio Borrelli,
annuncia che le inchieste dovranno chiudersi necessariamente entro
3 settimane, un termine fissato per l'esigenza di stilare i calendari
italiani ed europei.
18.34. Riccardo Gaucci si sfoga ai microfoni di Radio Rai Sport.
"Non parlo con lui da un anno e quindi non ho notizie, lo vedo
spessissimo sui giornali locali qui in Umbria e sui telegiornali
perche' rilascia tante interviste e dichiarazioni ma personalmente
e quasi un anno che non parlo piu' con lui. Ci ha lasciato un po'
nei guai? Beh, lo direi anche io...ma non voglio parlare di questo.
Con mio fratello c'e' un rapporto un po' speciale, un rapporto veramente
unito. Abbiamo avuto pero' la possibilita' di verderci poco, per
quanto riguarda mio padre preferisco sinceramente non parlarne".
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Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi.
Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali. Le
tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno
19/05
Calcio nel caos: La Gea controllava anche
Reggina, Livorno e Siena. Gazzoni: “Le dimissioni di
Carraro sono finte”. Interrogati Lippi
e Zeman. Si dimette il Generale Pappa
18/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi fa piazza
pulita. Le intercettazioni di Carraro e Moggi che preparavano
le elezioni in Lega. Menzionato Pisanu. Sospesi
nove arbitri, la Finanza a casa di Moggi e nella sede della Juve
17/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi al lavoro.
Spunta il filone doping. Dopo il vertice delle Procure, nuovi
accertamenti. Definite le competenze delle
Procure di Roma e Napoli.
16/05
Calcio nel caos: Guido Rossi commissario della
FIGC chiamato a sistemare il calcio e le sue regole. Petrucci
rassicura Lippi “Verrò a trovarti con Rossi”.