Richieste pesanti di Palazzi: Juve in C, Milan
Fiorentina e Lazio in B, fuori dirigenti e arbitri coinvolti
04/07 Nel giorno della requisitoria al maxiprocesso al calcio,
il procuratore Stefano Palazzi inguaia tutti e rifila un vera e
propria stangata al calcio malato. A rischiare più di tutti
è la Juventus, nei confronti della quale l'accusa usa la
mano più pesante: esclusione dal campionato di competenza,
retrocessione in una serie inferiore alla serie B (quindi la C tanto
temuta), con l'aggravante di sei punti di penalizzazione da scontare.
La mazzata finale arriva con la richiesta di revoca dello scudetto
2004-05 e la non assegnazione del titolo del campionato concluso.
La mannaia della procura si abbatte anche sugli altri tre club coinvolti
nello scandalo: retrocessione in B con 15 punti di penalizzazione
per Lazio e Fiorentina. Non si salva nemmeno il Milan, per il quale
è stata richiesta la retrocessione nel campionato cadetto
ma con solo tre punti di penalizzazione. La pioggia di richieste
pesanti è caduta anche su tutti i 26 deferiti: Palazzi ha
usato lo stesso metro di valutazione, usando nei confronti di quelli
maggiormente implicati l'aggravante della continuità nella
condotta "illecita". Rischiano di uscire per sempre dal
mondo del calcio (oltre a quelli che lo hanno già fatto spontaneamente
rassegnando le dimissioni) tutti i dirigenti e gli arbitri coinvolti
nello scandalo. Palazzi ha chiesto 5 anni di inibizione, con la
richiesta aggiuntiva della radiazione e 5000 euro di ammenda per
ogni illecito commesso: la sanzione è stata formulata per
Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Franco Carraro, Innocenzo Mazzini,
i fratelli Diego e Andrea Della Valle, Claudio Lotito, gli ex designatori
Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, Tullio Lanese, ma anche per
l'arbitro Massimo De Santis, quello tra i direttori di gara maggiormente
inguaiato. Solo due anni di interdizione per Adriano Galliani, mentre
stesse pene previste per i capi del sistema finito sotto accusa
(5 anni più richiesta radiazione) per Leonardo Meani, addetto
agli arbitri del club rossonero. Carriera finita, almeno stando
alla richiesta dell'accusa, per gli arbitri coinvolti: Dondarini,
Messina, Bertini, Tagliavento, Rocchi rischiano 5 anni, ma anche
la radiazione. Per loro nessuna multa. La scampa invece Gianluca
Paparesta che per l'omessa "refertazione" dell'episodio
in cui fu chiuso nello spogliatoio da Moggi dopo Reggina-Juve allo
stadio Granillo, rischia solo un anno di stop. Due anni di inibizione
invece per l'ex designatore dei guardalinee, Gennaro Mazzei, un
anno agli assistenti Babini e Puglisi e all'osservatore Pietro Ingargiola.
E non è servita a Paolo Bergamo la mossa in avvio di udienza
per sottrarsi al giudizio: l'ex designatore , accusato di far parte
della cupola indicata dalla Procura di Napoli, aveva annunciato
le dimissioni dalla Figc, un atto che secondo la difesa lo avrebbe
dovuto preservare dal procedimento, vista la decisione presa ieri
dalla Caf nei confronti di Cosimo Maria Ferri, per cui è
stato deciso il non luogo a procedere in quanto dimessosi dopo l'avvio
del procedimento. Ma il collegio giudicante dopo scarsa un'ora di
camera di consiglio ha rigettato l'istanza. Così anche per
Bergamo è arrivata la stangata da parte dell'accusa. L'udienza,
dopo le richieste choc di Palazzi, è ripresa con il dibattimento:
la parola ai big. Parla subito Antonio Giraudo, poi la parola passa
a Innocenzo Mazzini. Intervento pittoresco quello dell'ex vice della
Figc. "Ma quale cupola, io conosco solo quella di Brunelleschi..."
dice il medico toscano, che poco prima era stato redarguito da Cesare
Ruperto. Parlano anche Pairetto e De Santis: "Ho solo rispettato
le regole sul campo" ha detto il fischietto di Roma. Pausa
per il pranzo. Si torna in aula alle 15 per gli altri interventi
dei deferiti. Ma non si tirerà a lungo, perché stasera
gioca l'Italia.
Le richieste
04/07 Queste le richieste di sanzione formulate dal procuratore
federale Stefano Palazzi nei confronti dei 26 deferiti e dei 4 club
rinviati a giudizio nel processo.
JUVENTUS: esclusione da campionato di competenza e sei punti di
penalizzazione nel campionato in cui verrà assegnata che
dovrà essere inferiore alla serie B. Inoltre revoca dello
scudetto 2004-05 e non assegnazione del titolo 2005-06.
MILAN: retrocessione all'ultimo posto della A, con retrocessione
al campionato cadetto. Da scontare tre punti penalizzazione.
LAZIO: retrocessione all'ultimo posto in A, con retrocessione in
B con 15 punti di penalizzazione.
FIORENTINA: retrocessione all'ultimo posto in A, con retrocessione
in B con 15 punti di penalizzazione.
MOGGI: inibizione a 5 anni, più richiesta di radiazione con
multa di 5000 euro per ogni illecito commesso.
GIRAUDO: inibizione a 5 anni più richiesta radiazione con
multa di 5000 euro per ogni illecito commesso.
DIEGO E ANDREA DELLA VALLE: inibizione a anni 5, con richiesta di
radiazione. Più 5000 euro di multa per ogni illecito. Stessa
richiesta di sanzione per Sandro Mencucci, dirigente viola.
LOTITO: inibizione a 5 anni più richiesta di radiazione,
con 5000 euro di multa.
CARRARO: 5 anni di inibizione con richiesta di radiazione e 5000
euro di multa per ogni illecito.
MAZZINI: 5 anni inibizione con richiesta di radiazione. 5000 euro
di multa per ogni illecito.
GALLIANI: inibizione dall'attività per due anni. Per Meani
(addetto agli arbitri del Milan) 5 anni con richiesta radiazione
e 5000 euro multa.
DE SANTIS: inibizione a 5 anni con richiesta della radiazione. 5000
euro di ammenda.
BERGAMO: 5 anni di inibizione con richiesta di radiazione e 5000
euro di ammenda.
PAIRETTO: 5 anni di inibizione con richiesta di radiazione e 5000
euro di multa.
LANESE: 5 anni di inibizione con richiesta di radiazione più
5000 euro di multa.
PAPARESTA: 1 anno di inibizione per omessa refertazione.
DONDARINI: 5 anni di inibizione più richiesta di radiazione.
BERTINI: 5 anni di inibizione più richiesta di radiazione.
MESSINA: 5 ani di inibizione più richiesta di radiazione.
ROCCHI: 5 anni di inibizione più richiesta di radiazione.
TAGLIAVENTO: 5 anni di inibizione più richiesta di radiazione.
RODOMONTI: 5 anni di inibizione più richiesta di radiazione.
MAZZEI: due anni di inibizione.
INGARGIOLA: 1 anni di inibizione.
BABINI: 1 anno di inibizione.
PUGLISI: 1 anno di inibizione.
Le requisitorie di Palazzi
E' il giorno del procuratore federale al maxiprocesso sul calcio.
Stefano Palazzi ha cominciato la sua requisitoria nell'aula dell'Olimpico
davanti alla Caf presieduta da Cesare Ruperto: il procuratore, che
veste i panni dell'accusa, ha detto che già oggi formulerà
le richieste di sanzioni per i 26 deferiti e i 4 club accusati.
Si tratterà, come ha sottolineato Ruperto, di richieste provvisorie
che potranno essere modificate nel corso del dibattimento, quando
verranno ascoltati tutti i soggetti rinviati a giudizio.
Il procuratore ha chiesto di rigettare le dimissioni di Paolo Bergamo.
Dopo il colpo di scena con cui si è aperta la terza giornata
del processo, Stefano Palazzi ha immediatamente preso la parola
dicendo che "le dimissioni in questa fase non possono dispiegare
gli effetti chiesti da Bergamo e pertanto vanno rigettate".
Bergamo ha deciso di restituire la tessera della Figc all'indomani
dell'ordinanza della Caf che ha accolto l'istanza di non luogo a
procedere nei confronti di Cosimo Maria Ferri perché dimessosi
dopo l'inizio del procedimento. Cosa che invece non è avvenuta
per l'ex dg della Juve Luciano Moggi, che si era dimesso prima del
via del procedimento a suo carico.
Capitolo Milan nella requisitoria del procuratore federale. Dopo
aver parlato delle pressioni sugli arbitri degli altri tre club
coinvolti nell'inchiesta, Palazzi parla del club rossonero, coinvolto
nello scandalo soprattutto per il ruolo di Leonardo Meani. Il procuratore
sgombra il campo da ogni equivoco e smonta quella che è stata
la linea difensiva del club rossonero, che ha sempre parlato di
Meani come di un collaboratore esterno. "Meani risulta essere
dirigente addetto agli arbitri ed era a pieno titolo tesserato della
società Milan - ha detto il procuratore - Del tutto irrilevanti
pertanto le circostanze addotte per ridurre la portata del suo ruolo".
Palazzi prosegue dicendo che "Meani intratteneva rapporti telefonici
con gli assistenti degli arbitri". Ma Palazzi tira in ballo
anche il vicepresidente del club rossonero, Adriano Galliani, che
"approvava la condotta di Meani".
Lazio e Fiorentina utilizzavano una sorta di schema fisso per raggiungere
i loro obiettivi e ottenere favori arbitrali. "Uno schema -
dice il procuratore federale Stefano Palazzi, che lo ricostruisce
nella parte della requisitoria dedicata proprio alle due società
- che si ripete sempre nelle partite oggetto di contestazione".
Vi sono, spiega Palazzi, "contatti prima della gara tra le
dirigenze delle due società e i vertici della Federazione"
(nella fattispecie Carraro e Mazzini), seguiti da "contatti
con i designatori". La terza fase dello schema prevedeva il
contatto con l'arbitro designato per le gare, "dimostrato -
prosegue il procuratore - dalle modalità di azione sia dei
due designatori sia del dottor Mazzini". Lo schema aveva poi
una 'fase' post-partita che prevedeva le telefonate di ringraziamento
a chi si era impegnato per far si che gli incontri andassero come
previsto. Per realizzare lo schema, conclude Palazzi, le due società
e i vertici della Federazione utilizzavano frasi e parole "specifiche".
Il procuratore cita in particolare una telefonata di Paolo Bergamo
e quella tra Mazzini e il presidente della Lazio Lotito in cui il
primo cita la metafora del cane e della lepre.
Un sistema "sofisticato" in cui si minava alla base uno
dei principi fondamentali dello sport: quello della terzietà
degli arbitri. Il procuratore federale va dritto al punto della
questione che ha scatenato lo scandalo del calcio: i rapporti tra
i club, in particolare la Juventus, e i direttori di gara. "La
sofisticazione di questo sistema - spiega Palazzi nella sua requisitoria
- si desume dall'intervento favorevole degli arbitri soprattutto
nei casi dubbi. Questo va valutato in modo particolare. La maliziosità
del sistema si evince dal sistema di condizionamento finalizzata
a non creare un'evidenza di favori nell'opinione pubblica. Una condotta
anche a livello mediatico che lo stesso Moggi portava avanti".
Si tratta per l'accusa di "una condotta che configura l'illecito
sportivo perché si tratta di atti che minano il fondamento
dello sport". Palazzi parla anche del sorteggio: "Ci sono
prove inconfutabili dell'intervento sulle griglie per il sorteggio
degli arbitri".
Per il procuratore federale i rapporti tra i soggetti finiti sotto
accusa non erano all'insegna della goliardia, elemento avanzato
da tutti davanti all'ufficio indagini per difendersi. "E' assolutamente
impossibile un intento goliardico - ha detto Stefano Palazzi - e
lo dimostra anche la reiterazione dei rapporti. C'é assoluta
veridicità e non goliardia o millanteria delle condotte dei
singoli incolpati".
L'obiettivo, raggiunto, delle società coinvolte nello scandalo
del calcio era quello di ottenere favori arbitrali. Lo sottolinea
in un passaggio della sua requisitoria il procuratore federale Stefano
Palazzi, prima di affrontare il discorso relativo alla Juventus.
"La verà finalità - dice infatti il procuratore
- era determinare arbitraggi favorevoli alle società, che
di volta di in volta hanno beneficiato di questi favori. In particolare
la Juve".
Ruperto “Non ci sono tempi predeterminati”
"Può durare un giorno, due, anche una settimana. Non
ci sono tempi predeterminati". Così Cesare Ruperto ha
chiuso i lavori della terza giornata del processo: il presidente
della Caf ha voluto spiegare alle difese che sarebbe impossibile,
così come loro chiedevano, fissare i termini per gli interventi
di incolpati e difensori. L'alterco è nato con il legale
di Moggi Paolo Trofino che chiedeva di essere ascoltato dopodomani,
perché domani impegnato in un processo a Napoli. "Io
non prendo impegni con nessuno - ha ribadito Ruperto - vado avanti
fino all'accertamento della verità. Fino alla fine del dibattimento
tutti avranno la parola, ma quando sarà finito noi ci chiuderemo
in camera di consiglio e poi non sarà più possibile".
Ruperto ha annunciato che "in camera di consiglio ci staremo
per più giorni". Il calendario rigido non è stato
fissato, perché Ruperto ha detto che "se facessi parlare
ciascuno per mezzora commetterei un'ingiustizia, perché costringerei
a parlare tanto chi vuole farlo solo per cinque minuti, e limiterei
chi deve parlare per due ore. Se voi vi volete autolimitare, fatelo
pure a vostro rischio e pericolo". L'udienza riprende domani
alle 9,30: verrà data la parola agli altri incolpati non
presenti oggi in aula, poi ci sarà di nuovo l'intervento
del procuratore con la requisitoria. A seguire le difese dei 30
soggetti a giudizio (26 tra dirigenti e arbitri e i 4 club). Poi
al termine il collegio si riunirà in camera di consiglio
per emettere le sentenze di primo grado.
Ministro Melandri “Bene la puntualità
del processo”
"Mi rallegro che si siano mantenuti i tempi e per la puntualità
con cui si sta svolgendo questo processo, i cui esiti aspettiamo
con fiducia": lo ha detto il ministro dello sport e politiche
giovanili, Giovanna Melandri, riferendosi all'inchiesta sul calcio.
Il ministro, nel corso dell'audizione in commissione istruzione
del Senato ha anche precisato di non volere commentare le richieste
del procuratore Palazzi.
Reazioni contrastanti dopo le richieste
04/07 Lunga giornata di udienze del processo per "calciopoli"
nell'aula ricavata allo stadio Olimpico. Protagonista assoluto il
Procuratore Federale Stefano Palazzi che nella requisitoria di oggi
ha chiesto per la Juventus la retrocessione in un campionato inferiore
alla serie B e 6 punti di penalizzazione. Inoltre, la revoca dello
scudetto del 2005, mentre quello del 2006 non va assegnato. Chiesta
la retrocessione in serie B per Fiorentina e Lazio e 15 punti di
penalizzazione, retrocessione per il Milan in serie B e 3 punti
di penalizzazione. Cinque anni di inibizione per gli ex dirigenti
della Juventus Luciano Moggi ed Antonio Giraudo, cinque anni anche
per l'ex presidente della Figc. Franco Carraro e per il vice Innocenzo
Mazzini. Per Adriano Galliani e' stata richiesta l'inibizione di
2 anni. Nel pomeriggio un coro di commenti, critiche o sostegni
alle richieste di Palazzi, sia dal mondo sportivo che da quello
politico. Tra i primi commenti quello dell'ex vicepresidente della
Figc Innocenzo Mazzini: "Dal calcio non ho mai preso una lira,
in questo mondo ho solo dato perche' amo questo sport, e prendevo
solo un rimborso di 40 euro". "Mi sono sempre comportato
con lealta' e correttezza nei confronti di tutti". Parola di
Adriano Galliani che tiene anche a precisare che "nella telefonata
con Meani, per la quale sono accusato, non ho mai avallato ne' approvato
nulla". Rimanendo in casa rossonera, le richieste di Palazzi
arrivano come un fulmine nella sede di calciomercato. Ariedo Braida
si e' stretto intorno a queste uniche parole: "Non ho nulla
da dire". Piu' netta la replica di Gazzoni Frascara, ex presidente
del Bologna che "avendo pagato di persona e patrimonialmente
per quello che e' successo dico senza problemi che queste sono richieste
eque". "Sono in vacanza con la mia famiglia, preferisco
non commentare le notizie che arrivano da Roma" dice invece
Maurizio Zamparini, patron del Palermo. "I giudici stanno facendo
il proprio lavoro, preferisco non commentare" ha continuato
Zamparini. Si accoda al suo pensiero Giancarlo Antognoni che giudica
"severe le richieste. Evidentemente c'era qualcosa che non
andava. La Juve in C e Milan, Fiorentina e Lazio in B? Sembra tutto
proporzionato...". Gianni Rivera prende le distanze da ogni
possibile parere e ammette di voler "aspettare le sentenze,
bisogna capirle e soprattutto capire le motivazioni prima di esprimere
un commento o un giudizio alle richieste del Procuratore Federale".
La Fiorentina, come detto, e' tra i club protagonisti delle richieste
di Palazzi e proprio per un tesserato del club viola, il portiere
francese Frey "sembrano richieste esagerate. Se la Juve dovesse
andare in C le altre saranno penalizzate di conseguenza - continua
- Spero che andra' tutto bene per la Fiorentina perche' ho appena
rinnovato e mi piacerebbe continuare questa bella avventura viola".
L'Inter e' estranea alle vicende a Massimo Moratti, patron del club
nerazzurro, vuol dire la sua: "Richieste pesanti? Dipende da
che punto di vista". Piu' deciso il commento di Carlo Mazzone
che con la sua solita schiettezza dice: "Avrei piacere di sapere
le sentenze e poi rilascero' un commento su questa storia".
Il tecnico romano taglia corto e preferisce non commentare le richieste
di Palazzi ma precisa: "Non dimenticate che in questa storia
sono parte lesa. Per sei mesi, dopo la retrocessione del Bologna,
non volevo uscire di casa...". "Non conosco tutte le fasi
di questo processo. Cinque anni di inibizione a Luciano Moggi? Non
dovrebbe lavorare piu'...se e' vero, se verra' confermato tutto,
se uno dei capi di questo sistema era lui, o addirittura il capo
assoluto, dovrebbe pagare di piu' dazio", spiega Giancarlo
De Sisti, ex tecnico della Fiorentina. Preferisce non esprimere
alcun parere Renzo Ulivieri al quale "non sembra giusto commentare
la parte iniziale di questo processo, ci saranno giudici che giudicheranno.
Adesso non e' il caso di esprimere giudizi su queste richieste",
ha aggiunto il tecnico del Bologna. A pochi minuti dal fischio di
inizio di Germania-Italia, Giancarlo Abete, capo delegazione azzurro
racconta lo stato d'animo della squadra. "Turbati? C'e' la
giusta concentrazione sull'obiettivo. Abbiamo ricevuto la notizia
stamattina, poi siamo andati a pranzo, rimanendo concentrati sull'obiettivo.
Avremo tempo e modo per commentare gli eventi". "E' dal
16 di maggio che abbiamo problemi di questo genere, sin da quando
abbiamo iniziato la preparazione a Coverciano - dice invece Gigi
Riva, vice capodelegazione - azzurri distratti da queste vicende?
Noi pensiamo alla partita, vogliamo far bene ed arrivare a obiettivi
piu' alti". Dai protagonisti del calcio, agli esponenti politici
i commenti non differiscono molto. "Sono esterrefatto ed indignato
delle richieste dell'accusa", ha dichiarato in una nota Silvio
Berlusconi. "Il Milan non ha omai avuto favori arbitrali, anzi,
al contrario, e' stato vittima di favori arbitrali concessi ad altri
club. Mi e' difficile insomma non vedere in questa assurda e spropositata
richiesta dell'accusa un movente ed una volonta' politica assolutamente
inaccettabili nell'ambito dello sport". Diversa la presa di
posizione dell'Onorevole Melandri, Ministro per lo Sport: "Desidero
astenermi dal commentare le richieste del Procuratore Palazzi, ma
mi rallegro che si siano mantenuti i tempi e per la puntualita'
con cui si sta svolgendo questo processo i cui esiti aspettiamo
con fiducia". "La richiesta di serie B con tanto di quindici
punti di penalizzazione, che di fatto rappresenta una retrocessione
in serie C, appare una punizione eccessiva nei confronti della Lazio",
scrive in una nota il sindaco di Roma Walter Veltroni. Domani un'altra
lunga giornata di udienze allo Stadio Olimpico, in attesa che le
richieste diventino sentenze definitive.
Mazzini litiga subito con Ruperto
Conclusa la requisitoria del Procuratore palazzi, la parola passa
agli incolpati. Per la prima volta parla Innocenzo Mazzini ed è
subito lite con il presidente della Caf, Cesare Ruperto. Mazzini
ha cominciato la sua autodifesa in maniera convinta e anche alzando
la voce, al punto che Ruperto gli ha intimato di cambiare tono altrimenti
"tra 10 minuti smette di parlare". Poi difendendosi ha
detto: "io non ho fatto nulla di calunnioso, l'unica cupola
che conosco è quella del Brunelleschi". Quello dell'ex
vice presidente federale Innocenzo Mazzini è un vero e proprio
sfogo. Uno sfogo che, probabilmente, aveva in mente da parecchio
tempo, tanto è vero che, quando Ruperto gli ha detto che
non interessava la sua vita professionale, l'ex dirigente è
sbottato dicendo: "sono 40 anni che sono in federazione e non
ho fatto niente di quello che dice il Procuratore Palazzi. Poi si
può fare e dire quello che si vuole. Moggi? Lo conosco da
tanto tempo è un mio amico e lo è ancora. Mi vengono
attribuite delle interpretazioni su delle frasi che ho detto, ma
noi toscani, signor presidente, siamo fatti così nel senso
che parliamo con doppi sensi e con nomignoli". "Ho sentito
dire che facevo parte di una cupola - ha aggiunto - ma quale cupola
e cupola. Io l'unica che conosco e che amo è quella che sta
a Firenze del Brunelleschi". Un linguaggio colorito quello
di Mazzini che però il presidente della Caf Cesare Ruperto
non apprezza affatto. Anzi, più volte gli dice di "usare
gli stessi toni e le stesse parole" che hanno usato i suoi
predecessori. "Mi viene imputato - prosegue allora l'ex dirigente
della federcalcio - che volevo far perdere la Fiorentina. Ebbene,
vorrei solo ricordare che quando la Fiorentina è fallita
e doveva andare a disputare campionati dilettantistici io e altri
che stanno qui dentro abbiamo insistito affinché ciò
non accadesse, tanto è vero che ci furono anche i voti della
Juve per non permettere questo". Mazzini, poi, se la prende
con Palazzi dicendo: "ma lei lo sa o no come funziona il mondo
del calcio? Sappiate che in questo momento nella sezione della Toscana
c'é una fila di dirigenti che sta lì per protestare
per i torti arbitrali che hanno subito in questa stagione".
Quindi dalla Fiorentina passa alla Lazio. "Ho sentito parlare
di omessa denuncia su Lazio- Fiorentina, ma di cosa? - sostiene
con tono fermo l'ex vice presidente federale - tutti conoscono Lotito
è un fiume in piena quando parla. Inoltre ci sono dirigenti
che hanno parlato con Carraro e con il sottoscritto, ma ci sono
tutti i diritti di fare questo visto che rappresentiamo le società".
"Lotito, poi, - ha aggiunto - è un rompiglioni e andate
a vedere le intercettazioni. Lo so signor presidente io mi accaloro,
ma una riposta che ho dato a Lotito è una millanteria che
ho fatto per non essere scocciato". Prima di concludere Mazzini
parla degli arbitri e delle accuse che gli sono state rivolte per
la designazione diretta: "come ho detto prima sono 40 anni
che lavoro in Federazione e non ho mai saputo nulla degli arbitri
e nessuno si può permettere di dire il contrario. Poi riguardo
a Lazio-Parma io dissi a Lotito ti arrestano, ma l'ho detto perché
intendevo che aveva commesso un furto sportivo, ma solo per come
era andata la partita non c'era niente di illecito".
Berlusconi evoca la “gestapo”; Evangelisti
“Lui vede complotti ovunque”
04/07 Macche' calciopoli, per il Milan e' solo un processo con
''movente politico''. Passano meno di due ore dalle richieste del
procuratore federale Stefano Palazzi e arriva secca la replica di
Silvio Berlusconi. Non solo presidente rossonero da vent'anni (salvo
breve interruzione per conflitto d'interessi), ma soprattutto leader
del centrodestra e presidente di Forza Italia. Il Cavaliere non
ha dubbi a buttarla in politica. Nelle parole del pm sportivo vede
realizzarsi il ''teorema'' dell'ex capo dei pm di Milano, Francesco
Saverio Borrelli, che ha condotto l'indagine. Tutta Forza Italia
lo segue decisa, con lui anche il leghista Maroni (altro rossonero
doc). Piu' caute Udc e An. Mentre l'Unione s'indigna e invoca ''pulizia''
nel calcio. ''Il tifo passa in secondo piano di fronte alla giustizia,
anche quella sportiva'', chiosa in serata un altro milanista e esponente
politico di primo piano, il presidente della Camera Fausto Bertinotti.
E' da poco passata l'una quando dalla residenza-ufficio di Via del
Plebiscito Berlusconi grida la sua rabbia. ''Sono esterrefatto ed
indignato per le assurde e spropositate pene chieste per il Milan.
Mi e' difficile non vedere un movente ed una volonta' politica assolutamente
inaccettabili nell'ambito dello sport''. Il leader di Forza Italia
pesa ogni parola. Nell'aula del tribunale sportivo allestita allo
stadio Olimpico per processare il calcio degli scandali, per il
suo Milan l'accusa ha chiesto la serie B e 3 punti di penalizzazione.
Seppur di pochi minuti, Berlusconi era stato anticipato da Maurizio
Lupi, deputato di Fi e presidente dell'Associazione Milan Calcio
di Montecitorio, il primo a parlare di ''ingiustizia sommaria, vergogna
clamorosa: il teorema di Borrelli contro Berlusconi''. Nel pomeriggio
e' proprio il 'teorema Borrelli' a tener banco. Sandro Bondi, coordinatore
di Fi: ''Conosciamo da tempo i teoremi di Borrelli: nel '94 fu la
sua Procura a far cadere il governo Berlusconi votato dai cittadini.
Ora la storia si ripete''. Gli fa eco Antonio Verro (Fi): ''La Procura
dimostra di essere appiattita sulle posizioni di Borrelli''. ''Metodi
da Gestapo - li bolla Guido Crosetto, deputato azzurro - non vorrei
che solo quelli che hanno amici nell'Unione, come la Fiorentina,
fossero assolti''. Sostegno arriva anche dagli alleati: per il leghista
Maroni, tifoso rossonero, ''la furia antiberlusconiana arriva fino
a colpire il Milan che in questa storia e' solo una vittima''. Il
segretario della Dc Gianfranco Rotondi: ''Appena scoppio' 'calciopoli'
fummo i primi a dire che era un modo per arrivare a colpire Berlusconi.
Non sbagliavamo''. Per Maurizio Ronconi (Udc), quello dei giudici
impegnati nel processo e' ''pessimo giustizionalismo''. Poche e
isolate, nella Cdl, le voci fuori dal coro. Vietti (Udc): ''Un segnale
forte era indispensabile, la trasparenza deve essere la parola d'ordine''.
Per il senatore juventino Piergiorgio Stiffoni (Lega) ''non e' il
caso che la politica si intrometta nelle indagini: deve restare
fuori dalle questioni sportive''. Mentre l'interista Ignazio La
Russa non esulta: ''Noi vogliamo uno scudetto vero...''. A sinistra
e' tutta un'altra musica. Per il Verde Paolo Cento ''Berlusconi
prende fischi per fiaschi: il vero complotto non e' quello contro
il suo Milan, ma quello che e' stato ordito, per anni, contro i
tifosi di calcio''. ''Vendetta politica contro il Milan? La vendetta
- aggiunge Salvatore Buglio (Rnp) - e' quella che si sono presi
gli elettori contro Berlusconi alle ultime politiche''. Per il deputato
dell'Ulivo Giuseppe Giulietti l'ex premier ''sembra un marziano,
ormai e' rimasto da solo come un disco incantato a ripetere sempre
le stesse cose''. Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi, non crede
a ''Berlusconi vittima del sistema, il suo ricorso alla teoria del
complotto e' paradossale''. Per il ministro Di Pietro non c'e' nessun
mandato politico, ma solo ''atti dovuti della giustizia sportiva''.
A tutti comunque, maggioranza e opposizione, non sfugge la coincidenza
della richiesta delle pene con la semifinale mondiale Italia-Germania.
Per Roberto Formigoni (Fi) ''e' una finezza tipicamente giudiziaria,
a cui ormai siamo abituati''. Il collega di partito Fabrizio Cicchitto
parla di ''un viatico devastante per i giocatori impegnati a Dortmund''.
Ma la stoccata spetta al presidente emerito Francesco Cossiga: ''Non
c'e' che dire: una requisitoria proprio tempestiva. Se la nazionale
perdera', giocatori e tifosi sapranno chi sono i responsabili: Rossi,
Borrelli e Palazzi''
Evangelisti
"L'idiosincrasia di Berlusconi verso i giudici e' cosi' forte
che l'applicherebbe anche se si trattasse del torneo delle Bocciofile
brianzole!". Lo ha dichiarato Fabio Evangelisti, vicecapogruppo
di IDV alla Camera. "Ogni volta che la magistratura interviene,
l'ex presidente del Consiglio mette in scena il solito rituale delle
persecuzione politica - ha aggiunto il vicecapogruppo di IDV - mentre
qualcuno dei suoi, gli presta il fianco e parla addirittura di vendetta
trasversale sfiorando il ridicolo". "A Berlusconi dico
che cio' che veramente e' inaccettabile - ha precisato l'on. Evangelisti
- e' il preoccupante livello di corruzione cui si e' giunti che
ha ridotto il gioco del calcio da grande passione per milioni di
tifosi italiani ad un business corrotto". "L'ex premier
dimentica che le vere vittime di tutta questa vicenda sono i tifosi
- ha ricordato l'on. Evangelisti - sono loro a meritare rispetto
ed e' a loro che dobbiamo restituire un calcio pulito, trasparente
e leale". "Lasciamo che la magistratura sportiva faccia
il suo lavoro e vinciamo questa sera la sfida con la Germania -
ha concluso il vicecapogruppo di IDV - questo si' che sarebbe un
bel segnale entusiasmante per milioni di cittadini e tifosi".
De Sisti “Moggi non dovrebbe lavorare mai
più”
04/07 "Non conosco tutte le fasi di questo processo. Cinque
anni di inibizione a Luciano Moggi? Non dovrebbe lavorare piu'...se
e' vero, se verra' confermato tutto, se uno dei capi di questo sistema
era lui, o addirittura il capo assoluto, dovrebbe pagare di piu'
dazio". Direi questo se tutto quello Giancarlo De Sisti, ex
tecnico della Fiorentina, commenta cosi' le richieste avanzate dal
Procuratore federale nell'ambito del processo di "calciopoli".
Per De Sisti, le richieste sono "tra il severo e il giusto,
mica siamo stati a giocare a palline...qualche cosa sara' stato
fatto. Ci saranno gli avvocati a dimostrarlo, se partiamo dal fatto
che ci sono tante intercettazioni intorno a Moggi, e' chiaro che
il coivolgimento della Juventus e' molto piu' corposo. Mi sembra
logica una richiesta del genere. Non voglio fare il giustizialista
ma se quello che ho letto sui giornali sara' confermato...".
L'ex tecnico dei viola parla proprio della societa' toscana. "Retrocessione
in serie B e 15 punti di penalizzazione significa che non ce la
fai nemmeno a risalire. Stesso discorso per la Lazio. Se Lotito
o i Della Valle hanno fatto quello per cui vengono condannati, la
retrocessione in serie B e' gia' una punizione. Quindici punti da
recuperare sono un fardello pesante". "La Fiorentina approda
in Champions League dopo tanto tempo e se si vede sfumare questo
paradiso - prosegue De Sisti - crolla tutto intorno. Credo che sia
molto triste questa storia, soprattutto per i tifosi. I tifosi,
lo dico da anni, sono la vera vittima del calcio. Una mazzata tremenda,
anche se adesso e' prematuro dare giudizi completi sulla vicenda".
Addio ad una generazione di arbitri
Volevano diventare tutti i Collina del futuro, qualcuno sognava
addirittura di fischiare magari alla finale dei mondiali. Sogni
infranti, e adesso che la loro carriera scorre via nell'arco dell'ora
scarsa in cui il procuratore li ha inchiodati tutti, la consegna
del silenzio resa obbligatoria dal rigido regolamento Aia va a farsi
benedire. Cosi' nel giorno in cui la mannaia dell'accusa al maxiprocesso
dell'Olimpico si abbatte anche sugli arbitri, loro, la generazione
che voleva essere di fenomeni, prova a reagire. Lo fa Massimo De
Santis, il fischietto di Tivoli, la prima donna nel gruppo degli
otto finiti alla sbarra: lui aveva gia' parlato, anzi come altri
indagati illustri, aveva scelto i riflettori delle telecamere per
spiegare le sue ragioni. Davanti ''all'illustrissima corte'' si
professa innocente: ''Io con questa cupola non c'entro niente -
dice limando l'ars oratoria - non ho mai telefonato ne' partecipato
alle cene di cui si parla. Mi aspettavo giustizia e invece c'e'
la volonta' di emettere condanne esemplari e lavarsene le mani''.
Se la prende soprattutto con l'ufficio indagini di Borrelli e con
il procuratore Palazzi. Si dice ''deluso''. Una valle di lacrime,
che qualcuno rischia pure di versare. L'autodifesa piu' accorata
arriva da Pasquale Rodomonti. ''Il calcio e l'arbitraggio fanno
parte della mia vita - dice il fischietto - la mia famiglia ha lo
stadio di Teramo intitolato e ora io mi ritrovo con l'accusa piu'
infamante per un arbitro. Vi chiedo dove ho sbagliato, datemi una
spiegazione perche' io possa tornare a essere l'uomo che sono sempre
stato fino a due mesi fa''. Volti sconvolti, ma c'e' anche chi sembra
reggere al primo colpo inferto da quando e' cominciato il processo.
Cosi' e' stringata e essenziale, senza scivoloni emotivi, la difesa
di Paolo Dondarini: ''Sono estraneo. Ho sempre arbitrato con assoluta
coscienza nei limiti delle mie capacita''' si limita a dire l'arbitro
di Finale Emilia. Non si da' pace invece Tagliavento, Paolo anche
lui: il coiffeur di Terni si era appena affacciato tra gli arbitri
big che si vede subito rispedire al mittente. ''Continuo a non capire
il motivo di questo presunto illecito. Io non ho mai ricevuto pressioni
dai designatori. Non posso pensare che la mia carriera viene messa
a rischio solo perche' ho avuto la sfortuna di essere designato
per una partita. Io ero appena arrivato, ero appena arrivato''.
L'accusa salva in parte Gianluca Paparesta: un anno lontano dai
campi per la slealta' messa in atto non denunciando l'episodio di
Moggi e dello spogliatoio del Granillo. ''La richiesta di condanna
mi pare eccessiva - dice il barese - Ribadisco che se quell'episodio
e' successo, nessuno allora si era accorto che fosse accaduto''.
Fa quasi tenerezza invece Pietro Ingargiola, l'osservatore degli
arbitri, quello del 'cumpa'' delle intercettazioni con cui appellava
l'amico Lanese proprio riferendogli il 'sequestro' di Paparesta
dopo Reggina-Juventus. L'allevatore di arbitri siciliano non trattiene
l'emozione, e cosi' la prosa straripa fino a commuovere la folla.
''Non posso guardare piu' in faccia i miei figli, ne' i 50.000 di
Mazara del Vallo. Mi vergogno, ma io che cosa ho fatto. Ne rendero'
conto a qualcuno nell'aldila' se ho fatto qualcosa di male'' dice
chiudendo il suo intervento partecipato. In fondo per lui quello
che conta e' lavare l'onta di una sanzione in arrivo (chiesto un
anno di interdizione). L'ennesimo Paolo del gruppo, Bertini, non
c'era: anche per lui la carriera con stangata in arrivo sembra al
capolinea. L'aretino e' rimasto a casa con un occhio gonfio: colpa
di un'ape che lo ha punto proprio alla vigilia del processo. Non
si aspettava comunque che l'accusa gli riservasse quel trattamento:
''Non sono state distinte le posizioni, non si puo' fare di tutta
un'erba un fascio'' mugugna il suo legale. Bertini comunque ci terrebbe
a dire la la sua. Per difendere, come i suoi colleghi affossati
da calciopoli, una generazione che voleva essere di fenomeni e che
rischia di essere messa alla porta. Per sempre.
Da Palazzi niente sconti
Juventus in una categoria inferiore alla B, Lazio, Fiorentina e
Milan retrocesse nella serie cadetta. Il procuratore federale Stefano
Palazzi non ha concesso sconti alle quattro societa' coinvolte nel
maxi-processo per "calciopoli" in corso in questi giorni
allo stadio Olimpico davanti alla Caf. Le richieste presentate questa
mattina dall'accusa hanno colpito al cuore il "sistema Juve"
messo in piedi dall'ex direttore generale Luciano Moggi. Per la
societa' bianconera e' stata invocata la sanzione piu' pesante ipotizzando
l'illecito sportivo diretto e reiterato: quindi esclusione dal campionato
di competenza ed assegnazione, ad opera del commissario straordinario
Rossi, ad uno dei campionati di categoria inferiore alla serie B,
con 6 punti di penalita' da scontare nella prossima stagione; in
piu' revoca dello scudetto 2004-05 e non assegnazione dell'ultimo.
Rischio serie B per le altre, con 15 punti di penalizzazione per
Fiorentina e Lazio e 3 per il Milan. Pene pesanti per i dirigenti
delle societa': chiesti 5 anni di inibizione, con richiesta di radiazione,
per Moggi e Giraudo (ex dg e ad Juve), Diego e Andrea Della Valle
(presidente onorario e presidente Fiorentina), Mencucci (ad Fiorentina),
Lotito (presidente Lazio), Meani (dirigente addetto arbitri Milan).
Piu' defilata la posizione di Adriano Galliani, che rischia un'inibizione
di due anni. "Mi viene contestata la telefonata con Meani dopo
Siena-Milan ma io non ho ne' approvato ne' avallato nulla",
si e' difeso il vice presidente del club rossonero. La vecchia guardia
della Federazione e' stata messa con le spalle al muro: l'ex presidente
Carraro, assente, e il suo vice Mazzini potrebbero pagare la loro
ingerenza sullo svolgimento delle gare con 5 anni di interdizione
dall'attivita' federale o addirittura con la radiazione. Folcloristica
la difesa di Innocenzo Mazzini: "La cupola del calcio? Io conosco
e amo solo quella di Brunelleschi a Firenze. Le telefonate con Lotito?
E' un fiume in piena, e' un rompiglioni (e qui incassa l'ammonimento
di Ruperto: "Moderi il linguaggio")". Il procuratore
Palazzi chiede una stangata anche per una parte del settore arbitrale.
Cinque anni di inibizione con richiesta di radiazione per gli ex
designatori Bergamo e Pairetto e l'ex presidente dell'Aia Lanese.
Stesso trattamento per gli arbitri De Santis, Bertini, Dondarini,
Rodomonti, Messina, Rocchi e Tagliavento. Ieri ha tenuto banco il
presunto "sequestro" di Paparesta dopo Reggina-Juventus.
L'arbitro, che rischia un anno per omessa denuncia, ha raccontato
che "quel giorno al Granillo ne' io ne' gli altri presenti
nello spogliatoio del Granillo avevamo avuto la sensazione che la
porta fosse stata chiusa". Anche l'osservatore arbitrale Ingargiola,
presente all'accaduto, potrebbe essere inibito per un anno: "Ma
io ero uno spettatore occasionale, non sapevo cosa Paparesta aveva
scritto nel referto". Il procuratore Palazzi ha anche chiesto
due anni di inibizione per Gennaro Mazzei, ex vice commissario Can,
e un anno per gli assistenti Babini e Puglisi. Il processo riprendera'
domattinaa alle 9.30 con la deposizione degli incolpati che non
sono stati sentiti oggi (la Juve ha rinunciato a prendere la parola):
saranno ascoltati, tra gli altri, i fratelli Della Valle, Lotito
e Carraro. Poi tocchera' di nuovo alla procura federale per la requisitoria
finale, cui seguiranno gli interventi dei terzi interessati (Arezzo,
Bologna, Brescia, Lecce, Messina e Treviso) e degli avvocati difensori.
Il dibattimento potrebbe concludersi nel giro di due giorni. Quindi
la palla passera' alla Caf che si riunira' in camera di consiglio
per emettere la sentenza.
Il Legale della Juve: “Richieste non coerenti”
"'Le richieste di penalizzazione fatte per le diverse squadre
sono assolutamente non coerenti''. Questa la prima reazione della
Juventus alle pesanti sanzioni formulate dal procuratore durante
il processo: a parlare l'avvocato Zaccone, che sottolinea la diversità
di trattamento tra gli incolpati. "La situazione accertata
attraverso i fatti - spiega il difensore del club bianconero - e
le prove acquisite non giustificano le differenze di trattamento
sanzionatorio che emergono dalle richieste.
Secondo la società Milan “Manifesta
disinformazione”
La Procura federale ha chiesto oggi sanzioni severissime nell'ambito
del processo "calciopoli". Stefano Palazzi, procuratore
federale, ha chiesto la retrocessione del Milan in serie B ed una
penalizzazione di tre punti. Il club rossonero, in una nota pubblicata
dal sito ufficiale "si ribella alla campagna di stampa organizzata
nei suoi confronti e ispirata da motivi che non attengono esclusivamente
al diritto-dovere di informazione. Si ipotizza del tutto arbitrariamente
una sorta di 'sistema Milan' sia fornendo interpretazioni scorrette
di spezzoni di trascrizioni di telefonate, sia, addirittura, forzando
le prudenti e sagge parole del Dott. Borrelli, sia trasformando
in un invito a comparire l'incontro, programmato cordialmente, tra
Adriano Galliani e il Prof. Guido Rossi. La finalita' di questa
disinformazione e' manifesta: si intende trasferire il processo
e le relative valutazioni alla piazza, sforzandosi di generare parallelamente
un concerto di suggestioni maliziose in chi deve indagare e in chi
deve decidere. Nessuno, in questo quadro di poca buona fede, fatta
eccezione per qualche tecnico, fornisce degli atti pubblicati da
'L'Espresso' un'interpretazione equilibrata e serena, che porterebbe
a conclusioni del tutto difformi da quelle che vengono invece pubblicate
con titoli a varie colonne". "Nessuno si e' peritato di
trascrivere - si legge ancora nella nota del club - e forse nemmeno
di leggere cio' che dalle stesse fonti da cui attingono i quotidiani
figura con estrema chiarezza e cioe' che 'gli elementi acquisiti
rafforzano il dato investigativo complessivamente emerso circa il
consolidato strapotere che Luciano Moggi esercita sull'intero sistema
calcistico, ponendo maggiormente in rilievo una situazione resa
ancor piu' allarmante dall'esclusivita' di un tale potere, al quale
non corrisponde un contraltare, non si affianca alcuna forza capace
comunque di contrastarlo" (cosi', la Regione Carabinieri Lazio,
Comando Provinciale di Roma, 21 gennaio 2006, informativa pubblicata
da L'Espresso)".
De Santis “Deluso da Borrelli e Palazzi”
"Sono deluso dalle persone che hanno svolto l'indagine e da
chi ha fatto le accuse...". E' stato questo l'amaro commento
dell'arbitro Massimo De Santis all' uscita dall'aula dello stadio
Olimpico e, anche se non li nomina, si capisce che il riferimento
è a Borrelli e a Palazzi. "Mi aspettavo una giustizia
- ha aggiunto De Santis -, ma qui c'é una volontà
ad emettere condanne esemplari e lavarsi le mani. Io, però,
confido nel giudice Ruperto, persona di grande esperienza".
"Mi è stato dato un ruolo che non mi compete, non faccio
parte di nessuna cupola e organizzazione". Lo afferma l'arbitro
Massimo De Santis nel suo intervento difensivo al processo a Calciopoli.
Il fischietto romano ha detto di non aver "mai partecipato
a cene e mai fatto telefonate" sottolineando che altri facevano
telefonate "in cui parlavano, male, di me". De Santis
ha anche criticato le modalità con cui l'ufficio indagini
di Saverio Borrelli ha condotto l'inchiesta: "Mi auguro da
questa Corte altro tipo di trattamento rispetto all' ufficio indagini".
"Ho commesso un solo delitto - ha concluso l'arbitro -: aver
accettato di andare ad arbitrare il calcio e di applicare le regole
senza aver ricevuto mai nessuna pressione e nessun condizionamento
dai miei vertici istituzionali".
Pairetto “Mai fatto sorteggi ad arte”
Il sorteggio arbitrale "si è sempre svolto nella massima
regolarità e mai si è fatto un sorteggio ad arte".
L'ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto basa su questa affermazione
la sua difesa davanti alla Commissione d'appello federale che dovrà
valutare la richiesta della Procura di condannarlo a 5 anni di inibizione
da ogni incarico federale. L'ex designatore ribadisce più
volte che è "falso" il fatto che "abbia modificato
o tentato di modificare" i sorteggi. L'altro punto su cui si
articola la difesa di Pairetto é quello relativo all'accusa
di condizionamento degli arbitri. "Mai nella mia vita - dice
- mi sono permesso di condizionare un arbitro, a loro ho solo dato
consigli perché lo ritenevo un mio specifico dovere".
Paparesta “Richiesta eccessiva”
E' "eccessiva" la richiesta di condanna avanzata dal
procuratore federale Palazzi perché del famoso episodio della
porta chiusa a chiave nello spogliatoio dello stadio di Reggio Calabria,
"nessuna delle persone coinvolte ha avuto la percezione".
Lo sostiene l'arbitro Gianluca Paparesta, nei sei minuti a sua disposizione
per difendersi dalle accuse nel processo a Calciopoli. Al presidente
della Caf Ruperto, Paparesta ha "confermato tutto" quello
già detto a Borrelli e ha precisato ancora una volta l'episodio
che lo ha visto protagonista al Granillo. "Né io né
tutte le persone che erano lì hanno avuto la percezione di
quello che stava accadendo. A nostro giudizio - ha spiegato - non
c'é stato alcun episodio, o quantomeno non abbiamo avuto
la percezione di quanto avveniva".
Tagliavento “Non ho mai avuto pressioni
da nessuno”
"Io non ho mai avuto colloqui, né ho ricevuto pressioni
dai designatori. Solo consigli per cercare di migliorare l'arbitraggio".
Paolo Tagliavento, l'arbitro di Terni per il quale il procuratore
ha chiesto il massimo della pena nel processo per lo scandalo del
calcio, tenta così la sua difesa davanti alla Caf. "Non
capisco il motivo di questo deferimento - ha detto - Mi trovo in
questa situazione solo per essere stato designato per una gara.
Speravo di capirlo dal procuratore. Io rimango estraneo da tutto.
Volevo solo fare bene quella gara e commettere meno errori possibili.
Non posso pensare che la mia carriera viene messa a rischio perché
sfortunato a essere stato designato per una gara. Io ero appena
arrivato ad arbitrare".
Ingargiola “Io non ho omesso niente”
04/07 Uno sfogo commosso, un appello alla Caf con la voce rotta
dall'emozione, un'arringa a propria difesa in cui gli ingredienti
del 'dramma' ci sono tutti. Figli compresi. Pietro Ingargiola, l'osservatore
degli arbitri coinvolto nello scandalo per la mancata refertazione
dell' episodio dello spogliatoio di Paparesta da parte di Moggi,
dopo Reggina-Juve, esce dall'anonimato: una vita passata a formare
fischietti, poi l'onta di un deferimento e la sanzione già
chiesta dalla procura di un anno di inibizione. "Io non posso
guardare in faccia i miei figli - ha detto Ingargiola rivolgendosi
alla commissione - Io non posso guardare i 50.000 di Mazara del
Vallo, non posso nemmeno fare una passeggiata con mia moglie".
E' stata una vibrata autodifesa quella di Ingargiola, che ha anche
raccontato delle telefonate (due ha precisato) con Tullio Lanese,
ex presidente dell'Aia. "Ma io che cosa ho fatto - ha proseguito
Ingargiola - Io non ho omesso niente, io non potevo sapere cosa
aveva scritto l'amico e collega Paparesta. Ne renderò conto
a qualcuno dell'aldilà se ho fatto male a qualcuno. Io sono
solo un istruttore perché mi piace lavorare con i giovani.
Ho sfornato decine e decine di arbitri. Ora dopo tanti anni mi sono
tolto il distintivo dell'Aia. Mi vergogno".
Galliani “Non ho mai avallato nulla”
"Io non ho mai avallato nulla". Adriano Galliani si difende
così davanti alla Caf, alla ripresa del dibattimento dopo
le richieste di sanzioni del procuratore federale. Il dirigente
del Milan, per cui è stata chiesta l'inibizione a due anni,
"in mia difesa vi chiedo solo di riascoltare la telefonata.
Non ho mai avallato nulla, e dopo Siena-Milan tutti erano molto
alterati per il grave errore che ci aveva penalizzato. Un torto,
come ha ricordato anche il procuratore. Qualcuno mi disse che Meani
si era voluto lamentare con i designatori, per questo io l'ho sentito,
per chiedere se aveva parlato con loro. Mi spiace che qualcuno non
mi abbia mai chiesto o contestato alcunché su questo punto".
Chiamparino “serve un segnale forte”
"Serve un segnale forte ma deve essere misurato da prove,
evidenze e fatti". Così il sindaco di Torino, Sergio
Chiamparino, commenta le richieste del procuratore dell'inchiesta
sullo scandalo del calcio, in particolare nei confronti della Juventus.
"Le richieste - commenta Chiamparino - sono indubbiamente pesanti
ma sono dell'accusa. Mi auguro che ci sia un dibattimento vero,
questa non è una sentenza". E alla domanda se la situazione
della Juve penalizzi l'immagine di Torino, Chiamparino risponde:
"in questi mesi in cui la Juve era al centro dello scandalo
la città non ne ha risentito particolarmente perché
un conto è la dirigenza della Juve, un conto sono i tifosi,
ed un conto è la città"
Leggero peggioramento per Pessotto ma i medici
sono ottimisti
04/07 Un leggero peggioramento delle condizioni di Gianluca Pessotto
che pero' non preoccupa eccessivamente i medici dell'ospedale "Le
Molinette" di Torino. Ha avuto un po' di febbre Pessotto, e
alcuni problemi epatici, "un peggioramento prevedibile - hanno
dichiarato i medici -. Nei decorsi di terapia intensiva ci sono
sempre giorni in cui si sale e giorni in cui si scende". Sempre
cauto ottimismo dunque, anche perche' a una settimana dal tentato
suicidio, le condizioni del team manager della Juventus sono migliorate
sensibilmente, tanto che l'ultimo bollettino medico, diramato nel
primo pomeriggio, diceva che "Pessotto mantiene lo stato di
coscienza, sotto blanda sedazione. Le condizione enodinamiche sono
buone, come pure la funzionalita' renale. Prosegue la ventilazione
assistita con lavoro respiratorio eseguito in parte dal ventilatore
e in parte dal paziente". In attesa di ulteriori aggiornamenti
previsti soltanto domani alle 15.30, una Tac effettuata nel tardo
pomeriggio ha fatto mantenere la fiducia di medici, amici e familiari
di Pessotto. "Dalla Tac torace-addome-cranio non viene fuori
nulla di rilevante - ha dichiarato il Dottor Pierpaolo Donadio,
responsabile della Rianimazione del nosocomio torinese - e quindi
le condizioni dell'ex calciatore non preoccupano". Dopo la
visita nei giorni scorsi di diversi ex compagni di squadra, intorno
alle 18 alle "Molinette" si e' presentato l'ormai dimissionario
tecnico della Juventus, che per due anni ha allenato Pessotto. "L'ho
visto sveglio, gli ho parlato e sono emozionatissimo", sono
state le uniche parole di Fabio Capello che, accompagnato dal medico
sociale della Juventus, Riccardo Agricola, ha incontrato la moglie
di Pessotto , Reana e nelle prossime ore comincera' la sua nuova
avventura spagnola nel Real Madrid.
Positivo l’esito degli ultimi esami
La situazione di Gianluca Pessotto e' stazionaria: lo rilevano
la tac e l'ecodoppler cui e' stato sottoposto oggi pomeriggio, l'una
per osservare lo stato del pneumotorace, il secondo sulla circolazione
del sangue. Intanto la moglie Reana continua a stargli al capezzale.
''Capisce tutto quello che gli dico - ha detto la moglie - Io gli
parlo di continuo. Non sono ancora del tutto tranquilla, spero migliori
presto. Non mi sono ancora ripresa dalla paura per lui. Ma io ho
tempo per rimettermi, l'importante e' lui''.
Capello da Pessotto “L’ho visto sveglio”
''L'ho visto sveglio. Sono emozionatissimo''. Sono le uniche dichiarazioni
che l'ex allenatore della Juventus Fabio Capello, che proprio oggi
ha rassegnato le dimissioni, ha rilasciato al termine della visita
a Gianluca Pessotto, il manager bianconero ancora ricoverato in
prognosi riservata nel reparto di rianimazione delle Molinette.
l'ex ct della squadra bianconera non ha voluto aggiungere altro
''nessuna dichiarazione'', si e' limitato a dire ai giornalisti
che lo attendevano di fronte al reparto al quarto piano dell'ospedale.
Al suo arrivo Capello ha incontrato la moglie di Pessotto, Reana,
poi e' entrato nella stanza dove si trova l'ex calciatore, accompagnato
dal medico sociale della Juventus, Riccardo Agricola. L'ex ct si
e' soffermato qualche minuto con Pessotto, gli ha parlato, gli ha
stretto ripetutamente la mano, poi si e' intrattenuto con i medici
a cui ha chiesto notizie sulle condizioni di salute di Pessotto.
Intanto a quanto si e' appreso, la Tac al cranio, torace e addome,
a cui e' stato sottoposto questo pomeriggio Pessotto ha dato un
esito rassicurante e cosi' pure l'ecodoppler.
Servizi precedenti
02/07:
Si parte, pronti per il maxiprocesso al calcio.
Avvocati all’attacco. Pessotto
migliora. I medici ottimisti. Montero torna
dall’Uruguay per il suo amico Pessotto.
01/07:
Il Presidente della corte federale, De Lise,
si autosospende. Week end tranquillo prima
del maxiprocesso. Pessotto migliora, apre gli occhi e riconosce
le persone. La moglie “Sono
più sollevata”. A Torino la giornata
dell’orgoglio bianconero, in 20.000 in corteo. Secondo
un indagine Moggi colpevole del calciopoli e Del Piero con Elkann
fautori della rinascita della Juve
30/06
Secondo i legali di Bergamo e Pairetto, intercettazioni
inutilizzabili nel processo. Entro il 26 luglio
il nuovo presidente di Lega (che non sarà un presidente di
club) e nuove regole. La Lazio contesta la nomina di Rossi.
Si affilano le armi per il processo.
Galliani assicura “Tutti i club di A e B sono in regola”.
Il rinvio non preoccupa la UEFA. Cellino:
I dirigenti abbiano diritto a difendersi. Quadro
clinico grave per Pessotto, ma lui resiste.
29/06:
Il processo al calcio parte ma viene rinviato
a lunedì. Si inseriscono cinque club. Ministro
Melandri “Nessuna amnistia, dal processo mi aspetto giustizia.
Moggi doveva presentarsi”. Il Codacons chiede la diretta
TV del processo. Quattro club a rischio.
Rossi: “Nessuna sorpresa, tempi rispettati”. Le
memorie difensive e le istanze dei club. Dattilo:
“Dopo la gogna nessuno parla della mia estraneità”.
Parte la nuova Juve. Per
Pessotto un cauto ottimismo
28/06
Parte il maxiprocesso su ‘calciopoli’.
Borrelli “Nessuno screzio con Palazzi.
Spero tempi rapidi per il processo”. Delio Rossi “Il
processo non cambierà il giudizio dei tifosi”. Aliberti
“La Covisoc un sistema truccato”. Foti “La
Reggina indipendente da Juve e Moggi”. Gazzoni
pronto a costituirsi parte civile. De Santis
vuole denunciare Ancelotti. Migliora lievemente
Pessotto. La moglie chiede rispetto. L’Antitrust
diffida Mediaset per i diritti TV “Solo sul digitale terrestre”
27/06
Ripartita a pieni giri l’indagine di
Borrelli. Cellino batte i pugni. Moggi in TV attacca Carraro e le
lobby del pallone. Moratti chiede trasparenza.
Perquisita la sede del Sora. Pessotto
vola giù dall’abbaino della sede della Juve: è
gravissimo. L’anno più nero della Juve. Baldini
“Sostituire anche Palazzi”. La
Commissione cultura della Camera vara il programma di indagine.
GEA: A Roma le audizioni di Capello e Giraudo
26/06
Riparte l’inchiesta di Borrelli con
le comprimarie, sentito l’Arezzo. Arriva
il processo, i legali della difesa cercano scappatoie. Tronchetti
Provera d’accordo con Moratti “Gli scudetti agli onesti”.
Ancora un mese da presidente di Lega per Galliani.
Piazzola “Indagate su Zeman”. Baldini
“Cambiate le persone in ufficio indagini ma non è cambiato
il giudice Palazzi”. Le memorie di fensive
di Juve, Milan, lazio e Fiorentina
25/06
Moratti “Un colpo di spugna sarebbe
molto grave. Sentenze esemplari o vado all'estero”. Lolli
“Nessun colpo di spugna, le inchieste avanzano”. D’Ambrosio
“No all’amnistia. Lo scandalo è grave”.
Confermate le cene a casa di Giraudo con Pairetto,
Bergamo e Moggi. Bergamo “Meani si interessava per
conto di Galliani”. Carlo Piazzola “Allontanato
dal sistema. Il mondo del calcio deve chiedere scusa a Sensi ”
24/06
Lunedì Borrelli riprende il lavoro.
Nel suo mirino le iscrizioni ai campionati e i diritti TV. Commissario
Rossi “Potrei cambiare il format dei campionati. Vietate le
vendite dei marchi”. Gazzoni (Bologna) “Iscrizioni
fasulle per anni”. Corbelli si costituisce
parte civile contro Carraro e Della Valle. De Santis al contrattacco.
Il Financial Times scettico sulla retrocessione
della Juve. Le conclusioni dell’inchiesta
di Borrelli
23/06
Dopo i deferimenti spazio alla difesa. De
Santis attacca Ancelotti. Abete “Il
mondo del calcio attende giustizia”. Blatter: “In
Italia situazione seria ma Rossi e Borrelli sono preparati”.
Il processo partirà il 29 giugno.
Galliani “Ma quale secessione del calcio”. Della
Valle “Siamo innocenti”. I sociologi
sentenziano: Il calcio un business e non più uno sport
22/06
Scattano i deferimenti. Nel calderone Juve,
Milan, Fiorentina e Lazio. Galliani lascia la Lega. Le
accuse e i nomi. Costituito il collegio giudicante. La
Juve: verificheremo le accuse. La Fiorentina pronta a difendersi.
Berlusconi “Mai avuto vantaggi in campo”.
Garrone “Giorni difficili, ma la Sampdoria
è fuori”. Speculazioni in borsa:
in rialzo i titoli di Lazio, Juve e Milan
21/06
Domani i deferimenti, Di Sebastiano segretario
della FIGC. Ghirelli si dimette. Abete:
Il deferimento dopo le 18 segno di buon senso. Lippi
“Non so niente dei deferimenti”. La Porta (Barça)
“Moggi in Spagna non potrebbe esistere”. Berlusconi:
“Il Milan defraudato”. Perquisita
la sede dello Standard Liegi. Zamparini (Palermo)
“Faremo la Champions League”
20/06
Cominciano i deferimenti, in moto gli avvocati.
I parlamentari scrivono a Rossi “Ora
ripescaggi trasparenti”. Prosegue l’indagine
disciplinare del CSM sui magistrati coinvolti in calciopoli. De
Santis a Matrix racconta la sua verità. Caselli ribatte
a De Santis “Mai parlato di arbitri con lui”. Oriali:
“Gli scudetti revocati non interessano all’Inter”.
Il Ministro Amato ironizza “Mi spiace
che il ‘Toro’ non possa incontrare la Juve”. Gattuso
“Assurdo andare in B per un trapianto di capelli”
19/06
Borrelli chiude l’inchiesta con una
relazione di 180 pagine. Ora tocca a Palazzi “Il
calcio deve rimanere imprevedibile. Il sistema può
guarire”. A rischio la sponsorizzazione
degli arbitri. Quattro arresti per il caso Gaucci. Andreotti
“Qualcuno pagherà dazio”. Zamparini
(Palermo) “Si torni al sorteggio integrale”
18/06
Si tirano le somme. Dal Palazzo fanno sapere
che useranno il pugno di ferro. In attesa
della relazione di Borrelli. Gentile (FI) alla procura di
Napoli “Sentire Pagliuso sulla estromissione del Cosenza”.
Il Genoa va in B, ma Preziosi non festeggia
“Troppa rabbia”. 30 mila tifosi
rossoblu festeggiano la fine di un incubo
17/06
Il difensore Antonaccio denuncia su di un
libro la “realtà oscura” della serie C. “Corruzioni,
compromessi e ricatti”. L'ex Presidente
del Cosenza, Pagliuso, aspetta la chiamata del Procuratore Borrelli
(Video con intervista) anche per la C. Il Procuratore Borrelli
prepara le relazioni. Nella prima tranche
d’inchiesta ci sono Juve, Lazio, Fiorentina, Milan, Samp.
Petrucci “Di amnistia non se ne parla
proprio”
16/06
Ripresi gli interrogatori, sentiti Garrone
e Marotta. Rossi completa la CAF. Processo vicino. Dai
politci tifosi del Torino un no all’amnistia: “Ed ora
restituiteci lo scudetto del 1927” . Dalla CAF alla
Corte Federale rito abbreviato. Stabiliti tempi e modalità
del processo. Secondo Adiconsum falsato il
30% delle partite del campionato 2003/04. La
Fiorentina replica a Preziosi: “La cena con Moggi c’è
stata, ma nessuna festa”. Cellino (Cagliari) “Mi
auguro che tutto sia un grosso errore. Serve una presidenza super-partes”
15/06 Il calabrese Ruperto nominato presidente
della CAF. Pagliuso (Cosenza) “Adeguarsi
allo strapotere Juve dava privilegi”. Chiesta audizione a
Borrelli. Il CSM vieta ai magistrati di occuparsi di giustizia
sportiva. Revocati tutti gli incarichi. Ministro
Melandri “Si va verso la vendita collettiva dei diritti televisivi”.
Rossi “Se Galliani è in conflitto
di interessi non è un mio problema”.
14/06
Il Commissario Rossi nomina Agnolin commissario
dell’Associazione Arbitri. Casarin “L’arbitro
torni ad essere l’uomo misterioso”. L’azzeramento
della CAF è questione di ore. Si va verso la nomina di Ruperto.
Pagliuso chiede la riammissione in serie B
del Cosenza Calcio 1914. Intercettazioni sui
PM. Paparesta si difende: “Carriera stroncata se denunciavo
l’irruzione di Moggi”. Prosegue
l’inchiesta GEA. A Napoli prosegue l’inchiesta
stralcio che riguarda giudici e polizia. La
Juve ricomincia da Cobolli Gigli e Tardelli
13/06
Chiuso il primo filone di indagini. Il
Presidente della Corte d’Appello Federale, Martellino, si
difende. Processo doppio. Si allarga l’inchiesta del
CSM. Mercoledì le decisioni del plenum. Abete
e De Rossi: Nessuna amnistia anche se vinciamo. Buffon
“Bello sudare la maglia per l’Italia”. I
favori della “cupola” alla Lazio. La
Juve riparte voltando pagina in fretta: nuovo Cda.
12/06
Girando da Borrelli “Nessuna gara era
preordinata”. Ascoltato il dipendente
della Federcalcio Galati “Chi si oppone viene vessato”.
Anche la Samp nell’indagine. Blatter
“Trovati i problemi ora si va verso le soluzioni”. La
Lega va verso la riscrittura del regolamento. E poi Galliani,
Sacchi, Di Pietro, Campana, Pescante.
11/06
Una domenica tranquilla. Lunedì Giraudo
da Borrelli. Il Legale di Titomanlio “Nessun
muro di reticenza”. Trezeguet “Aspettiamo la
giustizia sportiva”. Gli sponsor della
Juve ripongono la loro fiducia nella società
10/06
Borrelli si concede una pausa. Il
Presidente Cellino “Rossi chieda consigli ai presidenti onesti”.
Secondo il legale di Lotito il campionato slitta a dicembre. Del
Piero “Spero che per la Juve si risolva nel migliore dei modi”
L’assistente Titomanlio: “Pronti a collaborare”
09/06
Borrelli contro un “muro difensivo concordato”.
Maxi audizione con Meani (Milan): quasi otto ore. Non
esiste alcun super teste. Tre ore di interrogatorio per Carraro
e tre anche per Pieroni. Pirrone replica a
Bergamo: “Io scarso e onesto, lui invece?”. Catricalà
“Presto regole per i procuratori”. Adiconsum
presenta uno studio sugli errori arbitrali dal 2002 al 2004.
Avv. Coppi: “Il Coni potrebbe costituirsi parte civile”
08/06
Bergamo interrogato per nove ore “Fatto
fuori da Pairetto e Lanese”. Per Pairetto sei ore di interrogatorio.
Moggi dice no a Borrelli. Oggi tocca
a Carraro. Della Valle “Non abbiamo
fatto nulla di strano”. L’AIA rigetta il ricorso
di De Santis: non andrà ai mondiali. Galliani
ascoltato per due ore. L’Antitrust collabora con Rossi
07/06
Interrogatori fiume per De Santis e Paparesta.
Borrelli: “Nessun pentito. Entro 10
giorni la relazione alla Procura sportiva”. La Commissione
Cultura della Camera avvierà un indagine. Pirrone:
“Già da tempo denunciavo pressioni”. Gaucci
Jr: “C’è ancora paura della ‘cupola’”
06/06
Borrelli mette sotto torchio gli arbitri.
No Intertoto per il calcio italiano.
E Rossi incassa l’ok di Uefa e Fifa. Corioni:
“Girando la mente, Galliani gli obbediva”. Lazio
e Juve nel mirino di Borrelli. Rossi incontra
Galliani: Nessuna accordo sulla gestione della Lega. Blatter
“Felice della reazione delle autorità italiane”
05/06
Borrelli a tutto campo, vuol vederci chiaro
su tutto. E il Coni ricorre alla Caf per la
sentenza su Agricola per il doping. Mazzarri ascoltato dal
PM di Napoli. Cesare Geronzi ascoltato per
due ore dai PM. L’ex segretaria della CAN, Fazi, non
risponde. Pelè “Spero che la
giustizia punisca tutti”. Blatter “Ci vogliono
arbitri professionisti”
04/06
Borrelli in azione: L'arbitro Pirrone interrogato
per tre ore. Il Milan si ribella: “Una
campagna contro”. Lite in un bar per calciopoli, ci
scappa il morto
03/06
Cannavaro e Trezeguet interrogati dai PM a
Roma. La Procura di Torino vuol riaprire l’inchiesta
sulle designazioni. Undici giorni per rifondare la Juve.
Somma “Non cambia nulla. Moggi resterà
sempre un grande”
02/06
Il procuratore Borrelli pronto per il maxiprocesso.
Ombre sulla partita Udinese-Milan del 2005:
Galliani e Pozzo non ci stanno. Galliani: “Siamo stati
danneggiati”. Il Legale di Moggi replica
a Galliani “Ha letto tutte le intercettazioni?”.
Spalletti in procura a Napoli.
01/06
Il commissario Rossi: “Una situazione
che non pensavo così grave”. Secondo
l’ex vicecapo dell’Ufficio indagini Juve e Fiorentina
in B. Galliani pronto a lasciare. Preziosi
sentito dalla Procura di Napoli. Nevio Scala: “Tutto
deprimente. Con gli azzurri si può andare avanti”.
31/05
Calcio nel caos: Lotito ai PM: “Lazio
pulita”. Il difensore di Moggi: “Il
Milan il vero potere”. I rossoneri "Manovre diversive".
Petrucci “Voltiamo pagina, torniamo a parlare di sport”.
Verdone “Di fronte allo scandalo del
calcio mi vergogno di essere italiano”. Zeman “Io
alla Juve? Non potrei. Ipotesi Baggio? sarebbe solo per immagine”.
29-30/05
Calcio nel caos: Caso Gea,sentito l'arbitro
cosentino Palmieri: “Mai rilasciato interviste”. Lazio
nei guai: aggiotaggio per Lotito. Niente incarichi sportivi per
i magistrati del CSM. Avv. Grassani “Milan in B, ipotesi
per ora non ipotizzabile”. Del Piero
“Orgoglioso di essere juventino”. V.Franza "Ipotesi
A per il Messina". Ieri sentito Della Valle.
28/05
Calcio nel caos: Per Borrelli una settimana
intensa. Bonfrisco “Paparesta fuori
dalle regole”. Gattuso: “Qualcuno sputa nel piatto”.
27/05
Calcio nel caos: L’inchiesta entra nel
vivo. Borrelli al lavoro e Lippi difende il
figlio. Commissario Rossi: “Sconti per nessuno”.
Sacchi e Agnolin: “Chi ha sbagliato
paghi”. Lippi: “In Italia chi è indagato
è già condannato”. Peruzzi
accusa: “Moggi il pastore e noi il gregge”.
26/05
Calcio nel caos: Gli atti passano a Borrelli:
Parte ufficialmente “Piedi Puliti”. Galliani
rimane solo, si dimette Zamparini. Gigi Riva: “Beckembauer
ha parlato da bambino”. Cossiga: “Tangentopoli
era più onesta”. Sacchi: “Torniamo al
calcio di prima, senza banchieri e politica”. Il
figlio di Lippi indagato a Roma e Milano.
25/05
Calcio nel caos: Interrogatori a Napoli e
Roma e perquisizioni della GdF. Cannavaro
ci ripensa. Albertini: “Pensavo ci fosse sudditanza
psicologica, invece...”. Cecchi Gori
“Affossato perchè scomodo. I 5 anni più brutti
della mia vita”. Licenza Uefa per 14 club: manca la
Lazio. I tiofosi
si costituiscono parte civile. Gli ex vogliono
Boniperti presidente della Juve
24/05
Calcio nel caos: La Lega Calcio cerca nuove
regole. Alla Gea e ad Alessandro Moggi oltre
il 10% del mercato delle procure. Conti: “Lotta al
conflitto d’interessi”. La Finanza
nella sede del Crotone e della Reggina. Buffon in Procura.
Galliani confermato in Lega. Cannavaro:
“Gli scudetti della Juve, meritati”
23/05
Calcio nel caos: Il commissario della FIGC,
Rossi, nomina il procuratore Borrelli capo ufficio indagini. Scatta
“Piedi puliti”. A Napoli sfilano i testi.
perquisita la sede della
Torres
22/05
Calcio nel caos: Lippi rimane al suo posto.
Moggi cita Berlusconi. Chieste le dimissioni
di Galliani che le respinge, l’inchiesta va avanti.
Moggi: “Un’imboscata di Galliani”. Guido
Rossi: “Beckenbauer ne approfitta”. Avv.
Stagliano “La Juve in B”
21/05
Calcio nel caos: Moggi ebbe un ruolo importante
nelle elezioni di Carraro e Galliani. Tardelli replica a
Beckenbauer “Anche in Germania c’è il marcio”.
Chieste le dimissioni di Lippi. Le
intercettazioni di De Santis
20/05
Calcio nel caos: Il potere assoluto di Moggi.
Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi.
Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali. Le
tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno
19/05
Calcio nel caos: La Gea controllava anche
Reggina, Livorno e Siena. Gazzoni: “Le dimissioni di
Carraro sono finte”. Interrogati Lippi
e Zeman. Si dimette il Generale Pappa
18/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi fa piazza
pulita. Le intercettazioni di Carraro e Moggi che preparavano
le elezioni in Lega. Menzionato Pisanu. Sospesi
nove arbitri, la Finanza a casa di Moggi e nella sede della Juve
17/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi al lavoro.
Spunta il filone doping. Dopo il vertice delle Procure, nuovi
accertamenti. Definite le competenze delle
Procure di Roma e Napoli.
16/05
Calcio nel caos: Guido Rossi commissario della
FIGC chiamato a sistemare il calcio e le sue regole. Petrucci
rassicura Lippi “Verrò a trovarti con Rossi”.