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Il calcio nel caos

 

Richieste pesanti di Palazzi: Juve in C, Milan Fiorentina e Lazio in B, fuori dirigenti e arbitri coinvolti

04/07 Nel giorno della requisitoria al maxiprocesso al calcio, il procuratore Stefano Palazzi inguaia tutti e rifila un vera e propria stangata al calcio malato. A rischiare più di tutti è la Juventus, nei confronti della quale l'accusa usa la mano più pesante: esclusione dal campionato di competenza, retrocessione in una serie inferiore alla serie B (quindi la C tanto temuta), con l'aggravante di sei punti di penalizzazione da scontare. La mazzata finale arriva con la richiesta di revoca dello scudetto 2004-05 e la non assegnazione del titolo del campionato concluso. La mannaia della procura si abbatte anche sugli altri tre club coinvolti nello scandalo: retrocessione in B con 15 punti di penalizzazione per Lazio e Fiorentina. Non si salva nemmeno il Milan, per il quale è stata richiesta la retrocessione nel campionato cadetto ma con solo tre punti di penalizzazione. La pioggia di richieste pesanti è caduta anche su tutti i 26 deferiti: Palazzi ha usato lo stesso metro di valutazione, usando nei confronti di quelli maggiormente implicati l'aggravante della continuità nella condotta "illecita". Rischiano di uscire per sempre dal mondo del calcio (oltre a quelli che lo hanno già fatto spontaneamente rassegnando le dimissioni) tutti i dirigenti e gli arbitri coinvolti nello scandalo. Palazzi ha chiesto 5 anni di inibizione, con la richiesta aggiuntiva della radiazione e 5000 euro di ammenda per ogni illecito commesso: la sanzione è stata formulata per Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Franco Carraro, Innocenzo Mazzini, i fratelli Diego e Andrea Della Valle, Claudio Lotito, gli ex designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, Tullio Lanese, ma anche per l'arbitro Massimo De Santis, quello tra i direttori di gara maggiormente inguaiato. Solo due anni di interdizione per Adriano Galliani, mentre stesse pene previste per i capi del sistema finito sotto accusa (5 anni più richiesta radiazione) per Leonardo Meani, addetto agli arbitri del club rossonero. Carriera finita, almeno stando alla richiesta dell'accusa, per gli arbitri coinvolti: Dondarini, Messina, Bertini, Tagliavento, Rocchi rischiano 5 anni, ma anche la radiazione. Per loro nessuna multa. La scampa invece Gianluca Paparesta che per l'omessa "refertazione" dell'episodio in cui fu chiuso nello spogliatoio da Moggi dopo Reggina-Juve allo stadio Granillo, rischia solo un anno di stop. Due anni di inibizione invece per l'ex designatore dei guardalinee, Gennaro Mazzei, un anno agli assistenti Babini e Puglisi e all'osservatore Pietro Ingargiola. E non è servita a Paolo Bergamo la mossa in avvio di udienza per sottrarsi al giudizio: l'ex designatore , accusato di far parte della cupola indicata dalla Procura di Napoli, aveva annunciato le dimissioni dalla Figc, un atto che secondo la difesa lo avrebbe dovuto preservare dal procedimento, vista la decisione presa ieri dalla Caf nei confronti di Cosimo Maria Ferri, per cui è stato deciso il non luogo a procedere in quanto dimessosi dopo l'avvio del procedimento. Ma il collegio giudicante dopo scarsa un'ora di camera di consiglio ha rigettato l'istanza. Così anche per Bergamo è arrivata la stangata da parte dell'accusa. L'udienza, dopo le richieste choc di Palazzi, è ripresa con il dibattimento: la parola ai big. Parla subito Antonio Giraudo, poi la parola passa a Innocenzo Mazzini. Intervento pittoresco quello dell'ex vice della Figc. "Ma quale cupola, io conosco solo quella di Brunelleschi..." dice il medico toscano, che poco prima era stato redarguito da Cesare Ruperto. Parlano anche Pairetto e De Santis: "Ho solo rispettato le regole sul campo" ha detto il fischietto di Roma. Pausa per il pranzo. Si torna in aula alle 15 per gli altri interventi dei deferiti. Ma non si tirerà a lungo, perché stasera gioca l'Italia.

Le richieste

04/07 Queste le richieste di sanzione formulate dal procuratore federale Stefano Palazzi nei confronti dei 26 deferiti e dei 4 club rinviati a giudizio nel processo.
JUVENTUS: esclusione da campionato di competenza e sei punti di penalizzazione nel campionato in cui verrà assegnata che dovrà essere inferiore alla serie B. Inoltre revoca dello scudetto 2004-05 e non assegnazione del titolo 2005-06.
MILAN: retrocessione all'ultimo posto della A, con retrocessione al campionato cadetto. Da scontare tre punti penalizzazione.
LAZIO: retrocessione all'ultimo posto in A, con retrocessione in B con 15 punti di penalizzazione.
FIORENTINA: retrocessione all'ultimo posto in A, con retrocessione in B con 15 punti di penalizzazione.
MOGGI: inibizione a 5 anni, più richiesta di radiazione con multa di 5000 euro per ogni illecito commesso.
GIRAUDO: inibizione a 5 anni più richiesta radiazione con multa di 5000 euro per ogni illecito commesso.
DIEGO E ANDREA DELLA VALLE: inibizione a anni 5, con richiesta di radiazione. Più 5000 euro di multa per ogni illecito. Stessa richiesta di sanzione per Sandro Mencucci, dirigente viola.
LOTITO: inibizione a 5 anni più richiesta di radiazione, con 5000 euro di multa.
CARRARO: 5 anni di inibizione con richiesta di radiazione e 5000 euro di multa per ogni illecito.
MAZZINI: 5 anni inibizione con richiesta di radiazione. 5000 euro di multa per ogni illecito.
GALLIANI: inibizione dall'attività per due anni. Per Meani (addetto agli arbitri del Milan) 5 anni con richiesta radiazione e 5000 euro multa.
DE SANTIS: inibizione a 5 anni con richiesta della radiazione. 5000 euro di ammenda.
BERGAMO: 5 anni di inibizione con richiesta di radiazione e 5000 euro di ammenda.
PAIRETTO: 5 anni di inibizione con richiesta di radiazione e 5000 euro di multa.
LANESE: 5 anni di inibizione con richiesta di radiazione più 5000 euro di multa.
PAPARESTA: 1 anno di inibizione per omessa refertazione.
DONDARINI: 5 anni di inibizione più richiesta di radiazione.
BERTINI: 5 anni di inibizione più richiesta di radiazione.
MESSINA: 5 ani di inibizione più richiesta di radiazione.
ROCCHI: 5 anni di inibizione più richiesta di radiazione.
TAGLIAVENTO: 5 anni di inibizione più richiesta di radiazione.
RODOMONTI: 5 anni di inibizione più richiesta di radiazione.
MAZZEI: due anni di inibizione.
INGARGIOLA: 1 anni di inibizione.
BABINI: 1 anno di inibizione.
PUGLISI: 1 anno di inibizione.

Le requisitorie di Palazzi

E' il giorno del procuratore federale al maxiprocesso sul calcio. Stefano Palazzi ha cominciato la sua requisitoria nell'aula dell'Olimpico davanti alla Caf presieduta da Cesare Ruperto: il procuratore, che veste i panni dell'accusa, ha detto che già oggi formulerà le richieste di sanzioni per i 26 deferiti e i 4 club accusati. Si tratterà, come ha sottolineato Ruperto, di richieste provvisorie che potranno essere modificate nel corso del dibattimento, quando verranno ascoltati tutti i soggetti rinviati a giudizio.
Il procuratore ha chiesto di rigettare le dimissioni di Paolo Bergamo. Dopo il colpo di scena con cui si è aperta la terza giornata del processo, Stefano Palazzi ha immediatamente preso la parola dicendo che "le dimissioni in questa fase non possono dispiegare gli effetti chiesti da Bergamo e pertanto vanno rigettate". Bergamo ha deciso di restituire la tessera della Figc all'indomani dell'ordinanza della Caf che ha accolto l'istanza di non luogo a procedere nei confronti di Cosimo Maria Ferri perché dimessosi dopo l'inizio del procedimento. Cosa che invece non è avvenuta per l'ex dg della Juve Luciano Moggi, che si era dimesso prima del via del procedimento a suo carico.
Capitolo Milan nella requisitoria del procuratore federale. Dopo aver parlato delle pressioni sugli arbitri degli altri tre club coinvolti nell'inchiesta, Palazzi parla del club rossonero, coinvolto nello scandalo soprattutto per il ruolo di Leonardo Meani. Il procuratore sgombra il campo da ogni equivoco e smonta quella che è stata la linea difensiva del club rossonero, che ha sempre parlato di Meani come di un collaboratore esterno. "Meani risulta essere dirigente addetto agli arbitri ed era a pieno titolo tesserato della società Milan - ha detto il procuratore - Del tutto irrilevanti pertanto le circostanze addotte per ridurre la portata del suo ruolo". Palazzi prosegue dicendo che "Meani intratteneva rapporti telefonici con gli assistenti degli arbitri". Ma Palazzi tira in ballo anche il vicepresidente del club rossonero, Adriano Galliani, che "approvava la condotta di Meani".
Lazio e Fiorentina utilizzavano una sorta di schema fisso per raggiungere i loro obiettivi e ottenere favori arbitrali. "Uno schema - dice il procuratore federale Stefano Palazzi, che lo ricostruisce nella parte della requisitoria dedicata proprio alle due società - che si ripete sempre nelle partite oggetto di contestazione". Vi sono, spiega Palazzi, "contatti prima della gara tra le dirigenze delle due società e i vertici della Federazione" (nella fattispecie Carraro e Mazzini), seguiti da "contatti con i designatori". La terza fase dello schema prevedeva il contatto con l'arbitro designato per le gare, "dimostrato - prosegue il procuratore - dalle modalità di azione sia dei due designatori sia del dottor Mazzini". Lo schema aveva poi una 'fase' post-partita che prevedeva le telefonate di ringraziamento a chi si era impegnato per far si che gli incontri andassero come previsto. Per realizzare lo schema, conclude Palazzi, le due società e i vertici della Federazione utilizzavano frasi e parole "specifiche". Il procuratore cita in particolare una telefonata di Paolo Bergamo e quella tra Mazzini e il presidente della Lazio Lotito in cui il primo cita la metafora del cane e della lepre.
Un sistema "sofisticato" in cui si minava alla base uno dei principi fondamentali dello sport: quello della terzietà degli arbitri. Il procuratore federale va dritto al punto della questione che ha scatenato lo scandalo del calcio: i rapporti tra i club, in particolare la Juventus, e i direttori di gara. "La sofisticazione di questo sistema - spiega Palazzi nella sua requisitoria - si desume dall'intervento favorevole degli arbitri soprattutto nei casi dubbi. Questo va valutato in modo particolare. La maliziosità del sistema si evince dal sistema di condizionamento finalizzata a non creare un'evidenza di favori nell'opinione pubblica. Una condotta anche a livello mediatico che lo stesso Moggi portava avanti". Si tratta per l'accusa di "una condotta che configura l'illecito sportivo perché si tratta di atti che minano il fondamento dello sport". Palazzi parla anche del sorteggio: "Ci sono prove inconfutabili dell'intervento sulle griglie per il sorteggio degli arbitri".
Per il procuratore federale i rapporti tra i soggetti finiti sotto accusa non erano all'insegna della goliardia, elemento avanzato da tutti davanti all'ufficio indagini per difendersi. "E' assolutamente impossibile un intento goliardico - ha detto Stefano Palazzi - e lo dimostra anche la reiterazione dei rapporti. C'é assoluta veridicità e non goliardia o millanteria delle condotte dei singoli incolpati".
L'obiettivo, raggiunto, delle società coinvolte nello scandalo del calcio era quello di ottenere favori arbitrali. Lo sottolinea in un passaggio della sua requisitoria il procuratore federale Stefano Palazzi, prima di affrontare il discorso relativo alla Juventus. "La verà finalità - dice infatti il procuratore - era determinare arbitraggi favorevoli alle società, che di volta di in volta hanno beneficiato di questi favori. In particolare la Juve".

Ruperto “Non ci sono tempi predeterminati”

"Può durare un giorno, due, anche una settimana. Non ci sono tempi predeterminati". Così Cesare Ruperto ha chiuso i lavori della terza giornata del processo: il presidente della Caf ha voluto spiegare alle difese che sarebbe impossibile, così come loro chiedevano, fissare i termini per gli interventi di incolpati e difensori. L'alterco è nato con il legale di Moggi Paolo Trofino che chiedeva di essere ascoltato dopodomani, perché domani impegnato in un processo a Napoli. "Io non prendo impegni con nessuno - ha ribadito Ruperto - vado avanti fino all'accertamento della verità. Fino alla fine del dibattimento tutti avranno la parola, ma quando sarà finito noi ci chiuderemo in camera di consiglio e poi non sarà più possibile". Ruperto ha annunciato che "in camera di consiglio ci staremo per più giorni". Il calendario rigido non è stato fissato, perché Ruperto ha detto che "se facessi parlare ciascuno per mezzora commetterei un'ingiustizia, perché costringerei a parlare tanto chi vuole farlo solo per cinque minuti, e limiterei chi deve parlare per due ore. Se voi vi volete autolimitare, fatelo pure a vostro rischio e pericolo". L'udienza riprende domani alle 9,30: verrà data la parola agli altri incolpati non presenti oggi in aula, poi ci sarà di nuovo l'intervento del procuratore con la requisitoria. A seguire le difese dei 30 soggetti a giudizio (26 tra dirigenti e arbitri e i 4 club). Poi al termine il collegio si riunirà in camera di consiglio per emettere le sentenze di primo grado.

Ministro Melandri “Bene la puntualità del processo”

"Mi rallegro che si siano mantenuti i tempi e per la puntualità con cui si sta svolgendo questo processo, i cui esiti aspettiamo con fiducia": lo ha detto il ministro dello sport e politiche giovanili, Giovanna Melandri, riferendosi all'inchiesta sul calcio. Il ministro, nel corso dell'audizione in commissione istruzione del Senato ha anche precisato di non volere commentare le richieste del procuratore Palazzi.

Reazioni contrastanti dopo le richieste

04/07 Lunga giornata di udienze del processo per "calciopoli" nell'aula ricavata allo stadio Olimpico. Protagonista assoluto il Procuratore Federale Stefano Palazzi che nella requisitoria di oggi ha chiesto per la Juventus la retrocessione in un campionato inferiore alla serie B e 6 punti di penalizzazione. Inoltre, la revoca dello scudetto del 2005, mentre quello del 2006 non va assegnato. Chiesta la retrocessione in serie B per Fiorentina e Lazio e 15 punti di penalizzazione, retrocessione per il Milan in serie B e 3 punti di penalizzazione. Cinque anni di inibizione per gli ex dirigenti della Juventus Luciano Moggi ed Antonio Giraudo, cinque anni anche per l'ex presidente della Figc. Franco Carraro e per il vice Innocenzo Mazzini. Per Adriano Galliani e' stata richiesta l'inibizione di 2 anni. Nel pomeriggio un coro di commenti, critiche o sostegni alle richieste di Palazzi, sia dal mondo sportivo che da quello politico. Tra i primi commenti quello dell'ex vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini: "Dal calcio non ho mai preso una lira, in questo mondo ho solo dato perche' amo questo sport, e prendevo solo un rimborso di 40 euro". "Mi sono sempre comportato con lealta' e correttezza nei confronti di tutti". Parola di Adriano Galliani che tiene anche a precisare che "nella telefonata con Meani, per la quale sono accusato, non ho mai avallato ne' approvato nulla". Rimanendo in casa rossonera, le richieste di Palazzi arrivano come un fulmine nella sede di calciomercato. Ariedo Braida si e' stretto intorno a queste uniche parole: "Non ho nulla da dire". Piu' netta la replica di Gazzoni Frascara, ex presidente del Bologna che "avendo pagato di persona e patrimonialmente per quello che e' successo dico senza problemi che queste sono richieste eque". "Sono in vacanza con la mia famiglia, preferisco non commentare le notizie che arrivano da Roma" dice invece Maurizio Zamparini, patron del Palermo. "I giudici stanno facendo il proprio lavoro, preferisco non commentare" ha continuato Zamparini. Si accoda al suo pensiero Giancarlo Antognoni che giudica "severe le richieste. Evidentemente c'era qualcosa che non andava. La Juve in C e Milan, Fiorentina e Lazio in B? Sembra tutto proporzionato...". Gianni Rivera prende le distanze da ogni possibile parere e ammette di voler "aspettare le sentenze, bisogna capirle e soprattutto capire le motivazioni prima di esprimere un commento o un giudizio alle richieste del Procuratore Federale". La Fiorentina, come detto, e' tra i club protagonisti delle richieste di Palazzi e proprio per un tesserato del club viola, il portiere francese Frey "sembrano richieste esagerate. Se la Juve dovesse andare in C le altre saranno penalizzate di conseguenza - continua - Spero che andra' tutto bene per la Fiorentina perche' ho appena rinnovato e mi piacerebbe continuare questa bella avventura viola". L'Inter e' estranea alle vicende a Massimo Moratti, patron del club nerazzurro, vuol dire la sua: "Richieste pesanti? Dipende da che punto di vista". Piu' deciso il commento di Carlo Mazzone che con la sua solita schiettezza dice: "Avrei piacere di sapere le sentenze e poi rilascero' un commento su questa storia". Il tecnico romano taglia corto e preferisce non commentare le richieste di Palazzi ma precisa: "Non dimenticate che in questa storia sono parte lesa. Per sei mesi, dopo la retrocessione del Bologna, non volevo uscire di casa...". "Non conosco tutte le fasi di questo processo. Cinque anni di inibizione a Luciano Moggi? Non dovrebbe lavorare piu'...se e' vero, se verra' confermato tutto, se uno dei capi di questo sistema era lui, o addirittura il capo assoluto, dovrebbe pagare di piu' dazio", spiega Giancarlo De Sisti, ex tecnico della Fiorentina. Preferisce non esprimere alcun parere Renzo Ulivieri al quale "non sembra giusto commentare la parte iniziale di questo processo, ci saranno giudici che giudicheranno. Adesso non e' il caso di esprimere giudizi su queste richieste", ha aggiunto il tecnico del Bologna. A pochi minuti dal fischio di inizio di Germania-Italia, Giancarlo Abete, capo delegazione azzurro racconta lo stato d'animo della squadra. "Turbati? C'e' la giusta concentrazione sull'obiettivo. Abbiamo ricevuto la notizia stamattina, poi siamo andati a pranzo, rimanendo concentrati sull'obiettivo. Avremo tempo e modo per commentare gli eventi". "E' dal 16 di maggio che abbiamo problemi di questo genere, sin da quando abbiamo iniziato la preparazione a Coverciano - dice invece Gigi Riva, vice capodelegazione - azzurri distratti da queste vicende? Noi pensiamo alla partita, vogliamo far bene ed arrivare a obiettivi piu' alti". Dai protagonisti del calcio, agli esponenti politici i commenti non differiscono molto. "Sono esterrefatto ed indignato delle richieste dell'accusa", ha dichiarato in una nota Silvio Berlusconi. "Il Milan non ha omai avuto favori arbitrali, anzi, al contrario, e' stato vittima di favori arbitrali concessi ad altri club. Mi e' difficile insomma non vedere in questa assurda e spropositata richiesta dell'accusa un movente ed una volonta' politica assolutamente inaccettabili nell'ambito dello sport". Diversa la presa di posizione dell'Onorevole Melandri, Ministro per lo Sport: "Desidero astenermi dal commentare le richieste del Procuratore Palazzi, ma mi rallegro che si siano mantenuti i tempi e per la puntualita' con cui si sta svolgendo questo processo i cui esiti aspettiamo con fiducia". "La richiesta di serie B con tanto di quindici punti di penalizzazione, che di fatto rappresenta una retrocessione in serie C, appare una punizione eccessiva nei confronti della Lazio", scrive in una nota il sindaco di Roma Walter Veltroni. Domani un'altra lunga giornata di udienze allo Stadio Olimpico, in attesa che le richieste diventino sentenze definitive.

Mazzini litiga subito con Ruperto

Conclusa la requisitoria del Procuratore palazzi, la parola passa agli incolpati. Per la prima volta parla Innocenzo Mazzini ed è subito lite con il presidente della Caf, Cesare Ruperto. Mazzini ha cominciato la sua autodifesa in maniera convinta e anche alzando la voce, al punto che Ruperto gli ha intimato di cambiare tono altrimenti "tra 10 minuti smette di parlare". Poi difendendosi ha detto: "io non ho fatto nulla di calunnioso, l'unica cupola che conosco è quella del Brunelleschi". Quello dell'ex vice presidente federale Innocenzo Mazzini è un vero e proprio sfogo. Uno sfogo che, probabilmente, aveva in mente da parecchio tempo, tanto è vero che, quando Ruperto gli ha detto che non interessava la sua vita professionale, l'ex dirigente è sbottato dicendo: "sono 40 anni che sono in federazione e non ho fatto niente di quello che dice il Procuratore Palazzi. Poi si può fare e dire quello che si vuole. Moggi? Lo conosco da tanto tempo è un mio amico e lo è ancora. Mi vengono attribuite delle interpretazioni su delle frasi che ho detto, ma noi toscani, signor presidente, siamo fatti così nel senso che parliamo con doppi sensi e con nomignoli". "Ho sentito dire che facevo parte di una cupola - ha aggiunto - ma quale cupola e cupola. Io l'unica che conosco e che amo è quella che sta a Firenze del Brunelleschi". Un linguaggio colorito quello di Mazzini che però il presidente della Caf Cesare Ruperto non apprezza affatto. Anzi, più volte gli dice di "usare gli stessi toni e le stesse parole" che hanno usato i suoi predecessori. "Mi viene imputato - prosegue allora l'ex dirigente della federcalcio - che volevo far perdere la Fiorentina. Ebbene, vorrei solo ricordare che quando la Fiorentina è fallita e doveva andare a disputare campionati dilettantistici io e altri che stanno qui dentro abbiamo insistito affinché ciò non accadesse, tanto è vero che ci furono anche i voti della Juve per non permettere questo". Mazzini, poi, se la prende con Palazzi dicendo: "ma lei lo sa o no come funziona il mondo del calcio? Sappiate che in questo momento nella sezione della Toscana c'é una fila di dirigenti che sta lì per protestare per i torti arbitrali che hanno subito in questa stagione". Quindi dalla Fiorentina passa alla Lazio. "Ho sentito parlare di omessa denuncia su Lazio- Fiorentina, ma di cosa? - sostiene con tono fermo l'ex vice presidente federale - tutti conoscono Lotito è un fiume in piena quando parla. Inoltre ci sono dirigenti che hanno parlato con Carraro e con il sottoscritto, ma ci sono tutti i diritti di fare questo visto che rappresentiamo le società". "Lotito, poi, - ha aggiunto - è un rompiglioni e andate a vedere le intercettazioni. Lo so signor presidente io mi accaloro, ma una riposta che ho dato a Lotito è una millanteria che ho fatto per non essere scocciato". Prima di concludere Mazzini parla degli arbitri e delle accuse che gli sono state rivolte per la designazione diretta: "come ho detto prima sono 40 anni che lavoro in Federazione e non ho mai saputo nulla degli arbitri e nessuno si può permettere di dire il contrario. Poi riguardo a Lazio-Parma io dissi a Lotito ti arrestano, ma l'ho detto perché intendevo che aveva commesso un furto sportivo, ma solo per come era andata la partita non c'era niente di illecito".

Berlusconi evoca la “gestapo”; Evangelisti “Lui vede complotti ovunque”

04/07 Macche' calciopoli, per il Milan e' solo un processo con ''movente politico''. Passano meno di due ore dalle richieste del procuratore federale Stefano Palazzi e arriva secca la replica di Silvio Berlusconi. Non solo presidente rossonero da vent'anni (salvo breve interruzione per conflitto d'interessi), ma soprattutto leader del centrodestra e presidente di Forza Italia. Il Cavaliere non ha dubbi a buttarla in politica. Nelle parole del pm sportivo vede realizzarsi il ''teorema'' dell'ex capo dei pm di Milano, Francesco Saverio Borrelli, che ha condotto l'indagine. Tutta Forza Italia lo segue decisa, con lui anche il leghista Maroni (altro rossonero doc). Piu' caute Udc e An. Mentre l'Unione s'indigna e invoca ''pulizia'' nel calcio. ''Il tifo passa in secondo piano di fronte alla giustizia, anche quella sportiva'', chiosa in serata un altro milanista e esponente politico di primo piano, il presidente della Camera Fausto Bertinotti. E' da poco passata l'una quando dalla residenza-ufficio di Via del Plebiscito Berlusconi grida la sua rabbia. ''Sono esterrefatto ed indignato per le assurde e spropositate pene chieste per il Milan. Mi e' difficile non vedere un movente ed una volonta' politica assolutamente inaccettabili nell'ambito dello sport''. Il leader di Forza Italia pesa ogni parola. Nell'aula del tribunale sportivo allestita allo stadio Olimpico per processare il calcio degli scandali, per il suo Milan l'accusa ha chiesto la serie B e 3 punti di penalizzazione. Seppur di pochi minuti, Berlusconi era stato anticipato da Maurizio Lupi, deputato di Fi e presidente dell'Associazione Milan Calcio di Montecitorio, il primo a parlare di ''ingiustizia sommaria, vergogna clamorosa: il teorema di Borrelli contro Berlusconi''. Nel pomeriggio e' proprio il 'teorema Borrelli' a tener banco. Sandro Bondi, coordinatore di Fi: ''Conosciamo da tempo i teoremi di Borrelli: nel '94 fu la sua Procura a far cadere il governo Berlusconi votato dai cittadini. Ora la storia si ripete''. Gli fa eco Antonio Verro (Fi): ''La Procura dimostra di essere appiattita sulle posizioni di Borrelli''. ''Metodi da Gestapo - li bolla Guido Crosetto, deputato azzurro - non vorrei che solo quelli che hanno amici nell'Unione, come la Fiorentina, fossero assolti''. Sostegno arriva anche dagli alleati: per il leghista Maroni, tifoso rossonero, ''la furia antiberlusconiana arriva fino a colpire il Milan che in questa storia e' solo una vittima''. Il segretario della Dc Gianfranco Rotondi: ''Appena scoppio' 'calciopoli' fummo i primi a dire che era un modo per arrivare a colpire Berlusconi. Non sbagliavamo''. Per Maurizio Ronconi (Udc), quello dei giudici impegnati nel processo e' ''pessimo giustizionalismo''. Poche e isolate, nella Cdl, le voci fuori dal coro. Vietti (Udc): ''Un segnale forte era indispensabile, la trasparenza deve essere la parola d'ordine''. Per il senatore juventino Piergiorgio Stiffoni (Lega) ''non e' il caso che la politica si intrometta nelle indagini: deve restare fuori dalle questioni sportive''. Mentre l'interista Ignazio La Russa non esulta: ''Noi vogliamo uno scudetto vero...''. A sinistra e' tutta un'altra musica. Per il Verde Paolo Cento ''Berlusconi prende fischi per fiaschi: il vero complotto non e' quello contro il suo Milan, ma quello che e' stato ordito, per anni, contro i tifosi di calcio''. ''Vendetta politica contro il Milan? La vendetta - aggiunge Salvatore Buglio (Rnp) - e' quella che si sono presi gli elettori contro Berlusconi alle ultime politiche''. Per il deputato dell'Ulivo Giuseppe Giulietti l'ex premier ''sembra un marziano, ormai e' rimasto da solo come un disco incantato a ripetere sempre le stesse cose''. Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi, non crede a ''Berlusconi vittima del sistema, il suo ricorso alla teoria del complotto e' paradossale''. Per il ministro Di Pietro non c'e' nessun mandato politico, ma solo ''atti dovuti della giustizia sportiva''. A tutti comunque, maggioranza e opposizione, non sfugge la coincidenza della richiesta delle pene con la semifinale mondiale Italia-Germania. Per Roberto Formigoni (Fi) ''e' una finezza tipicamente giudiziaria, a cui ormai siamo abituati''. Il collega di partito Fabrizio Cicchitto parla di ''un viatico devastante per i giocatori impegnati a Dortmund''. Ma la stoccata spetta al presidente emerito Francesco Cossiga: ''Non c'e' che dire: una requisitoria proprio tempestiva. Se la nazionale perdera', giocatori e tifosi sapranno chi sono i responsabili: Rossi, Borrelli e Palazzi''
Evangelisti
"L'idiosincrasia di Berlusconi verso i giudici e' cosi' forte che l'applicherebbe anche se si trattasse del torneo delle Bocciofile brianzole!". Lo ha dichiarato Fabio Evangelisti, vicecapogruppo di IDV alla Camera. "Ogni volta che la magistratura interviene, l'ex presidente del Consiglio mette in scena il solito rituale delle persecuzione politica - ha aggiunto il vicecapogruppo di IDV - mentre qualcuno dei suoi, gli presta il fianco e parla addirittura di vendetta trasversale sfiorando il ridicolo". "A Berlusconi dico che cio' che veramente e' inaccettabile - ha precisato l'on. Evangelisti - e' il preoccupante livello di corruzione cui si e' giunti che ha ridotto il gioco del calcio da grande passione per milioni di tifosi italiani ad un business corrotto". "L'ex premier dimentica che le vere vittime di tutta questa vicenda sono i tifosi - ha ricordato l'on. Evangelisti - sono loro a meritare rispetto ed e' a loro che dobbiamo restituire un calcio pulito, trasparente e leale". "Lasciamo che la magistratura sportiva faccia il suo lavoro e vinciamo questa sera la sfida con la Germania - ha concluso il vicecapogruppo di IDV - questo si' che sarebbe un bel segnale entusiasmante per milioni di cittadini e tifosi".

De Sisti “Moggi non dovrebbe lavorare mai più”

04/07 "Non conosco tutte le fasi di questo processo. Cinque anni di inibizione a Luciano Moggi? Non dovrebbe lavorare piu'...se e' vero, se verra' confermato tutto, se uno dei capi di questo sistema era lui, o addirittura il capo assoluto, dovrebbe pagare di piu' dazio". Direi questo se tutto quello Giancarlo De Sisti, ex tecnico della Fiorentina, commenta cosi' le richieste avanzate dal Procuratore federale nell'ambito del processo di "calciopoli". Per De Sisti, le richieste sono "tra il severo e il giusto, mica siamo stati a giocare a palline...qualche cosa sara' stato fatto. Ci saranno gli avvocati a dimostrarlo, se partiamo dal fatto che ci sono tante intercettazioni intorno a Moggi, e' chiaro che il coivolgimento della Juventus e' molto piu' corposo. Mi sembra logica una richiesta del genere. Non voglio fare il giustizialista ma se quello che ho letto sui giornali sara' confermato...". L'ex tecnico dei viola parla proprio della societa' toscana. "Retrocessione in serie B e 15 punti di penalizzazione significa che non ce la fai nemmeno a risalire. Stesso discorso per la Lazio. Se Lotito o i Della Valle hanno fatto quello per cui vengono condannati, la retrocessione in serie B e' gia' una punizione. Quindici punti da recuperare sono un fardello pesante". "La Fiorentina approda in Champions League dopo tanto tempo e se si vede sfumare questo paradiso - prosegue De Sisti - crolla tutto intorno. Credo che sia molto triste questa storia, soprattutto per i tifosi. I tifosi, lo dico da anni, sono la vera vittima del calcio. Una mazzata tremenda, anche se adesso e' prematuro dare giudizi completi sulla vicenda".

Addio ad una generazione di arbitri

Volevano diventare tutti i Collina del futuro, qualcuno sognava addirittura di fischiare magari alla finale dei mondiali. Sogni infranti, e adesso che la loro carriera scorre via nell'arco dell'ora scarsa in cui il procuratore li ha inchiodati tutti, la consegna del silenzio resa obbligatoria dal rigido regolamento Aia va a farsi benedire. Cosi' nel giorno in cui la mannaia dell'accusa al maxiprocesso dell'Olimpico si abbatte anche sugli arbitri, loro, la generazione che voleva essere di fenomeni, prova a reagire. Lo fa Massimo De Santis, il fischietto di Tivoli, la prima donna nel gruppo degli otto finiti alla sbarra: lui aveva gia' parlato, anzi come altri indagati illustri, aveva scelto i riflettori delle telecamere per spiegare le sue ragioni. Davanti ''all'illustrissima corte'' si professa innocente: ''Io con questa cupola non c'entro niente - dice limando l'ars oratoria - non ho mai telefonato ne' partecipato alle cene di cui si parla. Mi aspettavo giustizia e invece c'e' la volonta' di emettere condanne esemplari e lavarsene le mani''. Se la prende soprattutto con l'ufficio indagini di Borrelli e con il procuratore Palazzi. Si dice ''deluso''. Una valle di lacrime, che qualcuno rischia pure di versare. L'autodifesa piu' accorata arriva da Pasquale Rodomonti. ''Il calcio e l'arbitraggio fanno parte della mia vita - dice il fischietto - la mia famiglia ha lo stadio di Teramo intitolato e ora io mi ritrovo con l'accusa piu' infamante per un arbitro. Vi chiedo dove ho sbagliato, datemi una spiegazione perche' io possa tornare a essere l'uomo che sono sempre stato fino a due mesi fa''. Volti sconvolti, ma c'e' anche chi sembra reggere al primo colpo inferto da quando e' cominciato il processo. Cosi' e' stringata e essenziale, senza scivoloni emotivi, la difesa di Paolo Dondarini: ''Sono estraneo. Ho sempre arbitrato con assoluta coscienza nei limiti delle mie capacita''' si limita a dire l'arbitro di Finale Emilia. Non si da' pace invece Tagliavento, Paolo anche lui: il coiffeur di Terni si era appena affacciato tra gli arbitri big che si vede subito rispedire al mittente. ''Continuo a non capire il motivo di questo presunto illecito. Io non ho mai ricevuto pressioni dai designatori. Non posso pensare che la mia carriera viene messa a rischio solo perche' ho avuto la sfortuna di essere designato per una partita. Io ero appena arrivato, ero appena arrivato''. L'accusa salva in parte Gianluca Paparesta: un anno lontano dai campi per la slealta' messa in atto non denunciando l'episodio di Moggi e dello spogliatoio del Granillo. ''La richiesta di condanna mi pare eccessiva - dice il barese - Ribadisco che se quell'episodio e' successo, nessuno allora si era accorto che fosse accaduto''. Fa quasi tenerezza invece Pietro Ingargiola, l'osservatore degli arbitri, quello del 'cumpa'' delle intercettazioni con cui appellava l'amico Lanese proprio riferendogli il 'sequestro' di Paparesta dopo Reggina-Juventus. L'allevatore di arbitri siciliano non trattiene l'emozione, e cosi' la prosa straripa fino a commuovere la folla. ''Non posso guardare piu' in faccia i miei figli, ne' i 50.000 di Mazara del Vallo. Mi vergogno, ma io che cosa ho fatto. Ne rendero' conto a qualcuno nell'aldila' se ho fatto qualcosa di male'' dice chiudendo il suo intervento partecipato. In fondo per lui quello che conta e' lavare l'onta di una sanzione in arrivo (chiesto un anno di interdizione). L'ennesimo Paolo del gruppo, Bertini, non c'era: anche per lui la carriera con stangata in arrivo sembra al capolinea. L'aretino e' rimasto a casa con un occhio gonfio: colpa di un'ape che lo ha punto proprio alla vigilia del processo. Non si aspettava comunque che l'accusa gli riservasse quel trattamento: ''Non sono state distinte le posizioni, non si puo' fare di tutta un'erba un fascio'' mugugna il suo legale. Bertini comunque ci terrebbe a dire la la sua. Per difendere, come i suoi colleghi affossati da calciopoli, una generazione che voleva essere di fenomeni e che rischia di essere messa alla porta. Per sempre.

Da Palazzi niente sconti

Juventus in una categoria inferiore alla B, Lazio, Fiorentina e Milan retrocesse nella serie cadetta. Il procuratore federale Stefano Palazzi non ha concesso sconti alle quattro societa' coinvolte nel maxi-processo per "calciopoli" in corso in questi giorni allo stadio Olimpico davanti alla Caf. Le richieste presentate questa mattina dall'accusa hanno colpito al cuore il "sistema Juve" messo in piedi dall'ex direttore generale Luciano Moggi. Per la societa' bianconera e' stata invocata la sanzione piu' pesante ipotizzando l'illecito sportivo diretto e reiterato: quindi esclusione dal campionato di competenza ed assegnazione, ad opera del commissario straordinario Rossi, ad uno dei campionati di categoria inferiore alla serie B, con 6 punti di penalita' da scontare nella prossima stagione; in piu' revoca dello scudetto 2004-05 e non assegnazione dell'ultimo. Rischio serie B per le altre, con 15 punti di penalizzazione per Fiorentina e Lazio e 3 per il Milan. Pene pesanti per i dirigenti delle societa': chiesti 5 anni di inibizione, con richiesta di radiazione, per Moggi e Giraudo (ex dg e ad Juve), Diego e Andrea Della Valle (presidente onorario e presidente Fiorentina), Mencucci (ad Fiorentina), Lotito (presidente Lazio), Meani (dirigente addetto arbitri Milan). Piu' defilata la posizione di Adriano Galliani, che rischia un'inibizione di due anni. "Mi viene contestata la telefonata con Meani dopo Siena-Milan ma io non ho ne' approvato ne' avallato nulla", si e' difeso il vice presidente del club rossonero. La vecchia guardia della Federazione e' stata messa con le spalle al muro: l'ex presidente Carraro, assente, e il suo vice Mazzini potrebbero pagare la loro ingerenza sullo svolgimento delle gare con 5 anni di interdizione dall'attivita' federale o addirittura con la radiazione. Folcloristica la difesa di Innocenzo Mazzini: "La cupola del calcio? Io conosco e amo solo quella di Brunelleschi a Firenze. Le telefonate con Lotito? E' un fiume in piena, e' un rompiglioni (e qui incassa l'ammonimento di Ruperto: "Moderi il linguaggio")". Il procuratore Palazzi chiede una stangata anche per una parte del settore arbitrale. Cinque anni di inibizione con richiesta di radiazione per gli ex designatori Bergamo e Pairetto e l'ex presidente dell'Aia Lanese. Stesso trattamento per gli arbitri De Santis, Bertini, Dondarini, Rodomonti, Messina, Rocchi e Tagliavento. Ieri ha tenuto banco il presunto "sequestro" di Paparesta dopo Reggina-Juventus. L'arbitro, che rischia un anno per omessa denuncia, ha raccontato che "quel giorno al Granillo ne' io ne' gli altri presenti nello spogliatoio del Granillo avevamo avuto la sensazione che la porta fosse stata chiusa". Anche l'osservatore arbitrale Ingargiola, presente all'accaduto, potrebbe essere inibito per un anno: "Ma io ero uno spettatore occasionale, non sapevo cosa Paparesta aveva scritto nel referto". Il procuratore Palazzi ha anche chiesto due anni di inibizione per Gennaro Mazzei, ex vice commissario Can, e un anno per gli assistenti Babini e Puglisi. Il processo riprendera' domattinaa alle 9.30 con la deposizione degli incolpati che non sono stati sentiti oggi (la Juve ha rinunciato a prendere la parola): saranno ascoltati, tra gli altri, i fratelli Della Valle, Lotito e Carraro. Poi tocchera' di nuovo alla procura federale per la requisitoria finale, cui seguiranno gli interventi dei terzi interessati (Arezzo, Bologna, Brescia, Lecce, Messina e Treviso) e degli avvocati difensori. Il dibattimento potrebbe concludersi nel giro di due giorni. Quindi la palla passera' alla Caf che si riunira' in camera di consiglio per emettere la sentenza.

Il Legale della Juve: “Richieste non coerenti”

"'Le richieste di penalizzazione fatte per le diverse squadre sono assolutamente non coerenti''. Questa la prima reazione della Juventus alle pesanti sanzioni formulate dal procuratore durante il processo: a parlare l'avvocato Zaccone, che sottolinea la diversità di trattamento tra gli incolpati. "La situazione accertata attraverso i fatti - spiega il difensore del club bianconero - e le prove acquisite non giustificano le differenze di trattamento sanzionatorio che emergono dalle richieste.

Secondo la società Milan “Manifesta disinformazione”

La Procura federale ha chiesto oggi sanzioni severissime nell'ambito del processo "calciopoli". Stefano Palazzi, procuratore federale, ha chiesto la retrocessione del Milan in serie B ed una penalizzazione di tre punti. Il club rossonero, in una nota pubblicata dal sito ufficiale "si ribella alla campagna di stampa organizzata nei suoi confronti e ispirata da motivi che non attengono esclusivamente al diritto-dovere di informazione. Si ipotizza del tutto arbitrariamente una sorta di 'sistema Milan' sia fornendo interpretazioni scorrette di spezzoni di trascrizioni di telefonate, sia, addirittura, forzando le prudenti e sagge parole del Dott. Borrelli, sia trasformando in un invito a comparire l'incontro, programmato cordialmente, tra Adriano Galliani e il Prof. Guido Rossi. La finalita' di questa disinformazione e' manifesta: si intende trasferire il processo e le relative valutazioni alla piazza, sforzandosi di generare parallelamente un concerto di suggestioni maliziose in chi deve indagare e in chi deve decidere. Nessuno, in questo quadro di poca buona fede, fatta eccezione per qualche tecnico, fornisce degli atti pubblicati da 'L'Espresso' un'interpretazione equilibrata e serena, che porterebbe a conclusioni del tutto difformi da quelle che vengono invece pubblicate con titoli a varie colonne". "Nessuno si e' peritato di trascrivere - si legge ancora nella nota del club - e forse nemmeno di leggere cio' che dalle stesse fonti da cui attingono i quotidiani figura con estrema chiarezza e cioe' che 'gli elementi acquisiti rafforzano il dato investigativo complessivamente emerso circa il consolidato strapotere che Luciano Moggi esercita sull'intero sistema calcistico, ponendo maggiormente in rilievo una situazione resa ancor piu' allarmante dall'esclusivita' di un tale potere, al quale non corrisponde un contraltare, non si affianca alcuna forza capace comunque di contrastarlo" (cosi', la Regione Carabinieri Lazio, Comando Provinciale di Roma, 21 gennaio 2006, informativa pubblicata da L'Espresso)".

De Santis “Deluso da Borrelli e Palazzi”

"Sono deluso dalle persone che hanno svolto l'indagine e da chi ha fatto le accuse...". E' stato questo l'amaro commento dell'arbitro Massimo De Santis all' uscita dall'aula dello stadio Olimpico e, anche se non li nomina, si capisce che il riferimento è a Borrelli e a Palazzi. "Mi aspettavo una giustizia - ha aggiunto De Santis -, ma qui c'é una volontà ad emettere condanne esemplari e lavarsi le mani. Io, però, confido nel giudice Ruperto, persona di grande esperienza".
"Mi è stato dato un ruolo che non mi compete, non faccio parte di nessuna cupola e organizzazione". Lo afferma l'arbitro Massimo De Santis nel suo intervento difensivo al processo a Calciopoli. Il fischietto romano ha detto di non aver "mai partecipato a cene e mai fatto telefonate" sottolineando che altri facevano telefonate "in cui parlavano, male, di me". De Santis ha anche criticato le modalità con cui l'ufficio indagini di Saverio Borrelli ha condotto l'inchiesta: "Mi auguro da questa Corte altro tipo di trattamento rispetto all' ufficio indagini". "Ho commesso un solo delitto - ha concluso l'arbitro -: aver accettato di andare ad arbitrare il calcio e di applicare le regole senza aver ricevuto mai nessuna pressione e nessun condizionamento dai miei vertici istituzionali".

Pairetto “Mai fatto sorteggi ad arte”

Il sorteggio arbitrale "si è sempre svolto nella massima regolarità e mai si è fatto un sorteggio ad arte". L'ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto basa su questa affermazione la sua difesa davanti alla Commissione d'appello federale che dovrà valutare la richiesta della Procura di condannarlo a 5 anni di inibizione da ogni incarico federale. L'ex designatore ribadisce più volte che è "falso" il fatto che "abbia modificato o tentato di modificare" i sorteggi. L'altro punto su cui si articola la difesa di Pairetto é quello relativo all'accusa di condizionamento degli arbitri. "Mai nella mia vita - dice - mi sono permesso di condizionare un arbitro, a loro ho solo dato consigli perché lo ritenevo un mio specifico dovere".

Paparesta “Richiesta eccessiva”

E' "eccessiva" la richiesta di condanna avanzata dal procuratore federale Palazzi perché del famoso episodio della porta chiusa a chiave nello spogliatoio dello stadio di Reggio Calabria, "nessuna delle persone coinvolte ha avuto la percezione". Lo sostiene l'arbitro Gianluca Paparesta, nei sei minuti a sua disposizione per difendersi dalle accuse nel processo a Calciopoli. Al presidente della Caf Ruperto, Paparesta ha "confermato tutto" quello già detto a Borrelli e ha precisato ancora una volta l'episodio che lo ha visto protagonista al Granillo. "Né io né tutte le persone che erano lì hanno avuto la percezione di quello che stava accadendo. A nostro giudizio - ha spiegato - non c'é stato alcun episodio, o quantomeno non abbiamo avuto la percezione di quanto avveniva".

Tagliavento “Non ho mai avuto pressioni da nessuno”

"Io non ho mai avuto colloqui, né ho ricevuto pressioni dai designatori. Solo consigli per cercare di migliorare l'arbitraggio". Paolo Tagliavento, l'arbitro di Terni per il quale il procuratore ha chiesto il massimo della pena nel processo per lo scandalo del calcio, tenta così la sua difesa davanti alla Caf. "Non capisco il motivo di questo deferimento - ha detto - Mi trovo in questa situazione solo per essere stato designato per una gara. Speravo di capirlo dal procuratore. Io rimango estraneo da tutto. Volevo solo fare bene quella gara e commettere meno errori possibili. Non posso pensare che la mia carriera viene messa a rischio perché sfortunato a essere stato designato per una gara. Io ero appena arrivato ad arbitrare".

Ingargiola “Io non ho omesso niente”

04/07 Uno sfogo commosso, un appello alla Caf con la voce rotta dall'emozione, un'arringa a propria difesa in cui gli ingredienti del 'dramma' ci sono tutti. Figli compresi. Pietro Ingargiola, l'osservatore degli arbitri coinvolto nello scandalo per la mancata refertazione dell' episodio dello spogliatoio di Paparesta da parte di Moggi, dopo Reggina-Juve, esce dall'anonimato: una vita passata a formare fischietti, poi l'onta di un deferimento e la sanzione già chiesta dalla procura di un anno di inibizione. "Io non posso guardare in faccia i miei figli - ha detto Ingargiola rivolgendosi alla commissione - Io non posso guardare i 50.000 di Mazara del Vallo, non posso nemmeno fare una passeggiata con mia moglie". E' stata una vibrata autodifesa quella di Ingargiola, che ha anche raccontato delle telefonate (due ha precisato) con Tullio Lanese, ex presidente dell'Aia. "Ma io che cosa ho fatto - ha proseguito Ingargiola - Io non ho omesso niente, io non potevo sapere cosa aveva scritto l'amico e collega Paparesta. Ne renderò conto a qualcuno dell'aldilà se ho fatto male a qualcuno. Io sono solo un istruttore perché mi piace lavorare con i giovani. Ho sfornato decine e decine di arbitri. Ora dopo tanti anni mi sono tolto il distintivo dell'Aia. Mi vergogno".

Galliani “Non ho mai avallato nulla”

"Io non ho mai avallato nulla". Adriano Galliani si difende così davanti alla Caf, alla ripresa del dibattimento dopo le richieste di sanzioni del procuratore federale. Il dirigente del Milan, per cui è stata chiesta l'inibizione a due anni, "in mia difesa vi chiedo solo di riascoltare la telefonata. Non ho mai avallato nulla, e dopo Siena-Milan tutti erano molto alterati per il grave errore che ci aveva penalizzato. Un torto, come ha ricordato anche il procuratore. Qualcuno mi disse che Meani si era voluto lamentare con i designatori, per questo io l'ho sentito, per chiedere se aveva parlato con loro. Mi spiace che qualcuno non mi abbia mai chiesto o contestato alcunché su questo punto".

Chiamparino “serve un segnale forte”

"Serve un segnale forte ma deve essere misurato da prove, evidenze e fatti". Così il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, commenta le richieste del procuratore dell'inchiesta sullo scandalo del calcio, in particolare nei confronti della Juventus. "Le richieste - commenta Chiamparino - sono indubbiamente pesanti ma sono dell'accusa. Mi auguro che ci sia un dibattimento vero, questa non è una sentenza". E alla domanda se la situazione della Juve penalizzi l'immagine di Torino, Chiamparino risponde: "in questi mesi in cui la Juve era al centro dello scandalo la città non ne ha risentito particolarmente perché un conto è la dirigenza della Juve, un conto sono i tifosi, ed un conto è la città"

Leggero peggioramento per Pessotto ma i medici sono ottimisti

04/07 Un leggero peggioramento delle condizioni di Gianluca Pessotto che pero' non preoccupa eccessivamente i medici dell'ospedale "Le Molinette" di Torino. Ha avuto un po' di febbre Pessotto, e alcuni problemi epatici, "un peggioramento prevedibile - hanno dichiarato i medici -. Nei decorsi di terapia intensiva ci sono sempre giorni in cui si sale e giorni in cui si scende". Sempre cauto ottimismo dunque, anche perche' a una settimana dal tentato suicidio, le condizioni del team manager della Juventus sono migliorate sensibilmente, tanto che l'ultimo bollettino medico, diramato nel primo pomeriggio, diceva che "Pessotto mantiene lo stato di coscienza, sotto blanda sedazione. Le condizione enodinamiche sono buone, come pure la funzionalita' renale. Prosegue la ventilazione assistita con lavoro respiratorio eseguito in parte dal ventilatore e in parte dal paziente". In attesa di ulteriori aggiornamenti previsti soltanto domani alle 15.30, una Tac effettuata nel tardo pomeriggio ha fatto mantenere la fiducia di medici, amici e familiari di Pessotto. "Dalla Tac torace-addome-cranio non viene fuori nulla di rilevante - ha dichiarato il Dottor Pierpaolo Donadio, responsabile della Rianimazione del nosocomio torinese - e quindi le condizioni dell'ex calciatore non preoccupano". Dopo la visita nei giorni scorsi di diversi ex compagni di squadra, intorno alle 18 alle "Molinette" si e' presentato l'ormai dimissionario tecnico della Juventus, che per due anni ha allenato Pessotto. "L'ho visto sveglio, gli ho parlato e sono emozionatissimo", sono state le uniche parole di Fabio Capello che, accompagnato dal medico sociale della Juventus, Riccardo Agricola, ha incontrato la moglie di Pessotto , Reana e nelle prossime ore comincera' la sua nuova avventura spagnola nel Real Madrid.

Positivo l’esito degli ultimi esami

La situazione di Gianluca Pessotto e' stazionaria: lo rilevano la tac e l'ecodoppler cui e' stato sottoposto oggi pomeriggio, l'una per osservare lo stato del pneumotorace, il secondo sulla circolazione del sangue. Intanto la moglie Reana continua a stargli al capezzale. ''Capisce tutto quello che gli dico - ha detto la moglie - Io gli parlo di continuo. Non sono ancora del tutto tranquilla, spero migliori presto. Non mi sono ancora ripresa dalla paura per lui. Ma io ho tempo per rimettermi, l'importante e' lui''.

Capello da Pessotto “L’ho visto sveglio”

''L'ho visto sveglio. Sono emozionatissimo''. Sono le uniche dichiarazioni che l'ex allenatore della Juventus Fabio Capello, che proprio oggi ha rassegnato le dimissioni, ha rilasciato al termine della visita a Gianluca Pessotto, il manager bianconero ancora ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione delle Molinette. l'ex ct della squadra bianconera non ha voluto aggiungere altro ''nessuna dichiarazione'', si e' limitato a dire ai giornalisti che lo attendevano di fronte al reparto al quarto piano dell'ospedale. Al suo arrivo Capello ha incontrato la moglie di Pessotto, Reana, poi e' entrato nella stanza dove si trova l'ex calciatore, accompagnato dal medico sociale della Juventus, Riccardo Agricola. L'ex ct si e' soffermato qualche minuto con Pessotto, gli ha parlato, gli ha stretto ripetutamente la mano, poi si e' intrattenuto con i medici a cui ha chiesto notizie sulle condizioni di salute di Pessotto. Intanto a quanto si e' appreso, la Tac al cranio, torace e addome, a cui e' stato sottoposto questo pomeriggio Pessotto ha dato un esito rassicurante e cosi' pure l'ecodoppler.

 

Servizi precedenti

02/07: Si parte, pronti per il maxiprocesso al calcio. Avvocati all’attacco. Pessotto migliora. I medici ottimisti. Montero torna dall’Uruguay per il suo amico Pessotto.

01/07: Il Presidente della corte federale, De Lise, si autosospende. Week end tranquillo prima del maxiprocesso. Pessotto migliora, apre gli occhi e riconosce le persone. La moglie “Sono più sollevata”. A Torino la giornata dell’orgoglio bianconero, in 20.000 in corteo. Secondo un indagine Moggi colpevole del calciopoli e Del Piero con Elkann fautori della rinascita della Juve

30/06 Secondo i legali di Bergamo e Pairetto, intercettazioni inutilizzabili nel processo. Entro il 26 luglio il nuovo presidente di Lega (che non sarà un presidente di club) e nuove regole. La Lazio contesta la nomina di Rossi. Si affilano le armi per il processo. Galliani assicura “Tutti i club di A e B sono in regola”. Il rinvio non preoccupa la UEFA. Cellino: I dirigenti abbiano diritto a difendersi. Quadro clinico grave per Pessotto, ma lui resiste.

29/06: Il processo al calcio parte ma viene rinviato a lunedì. Si inseriscono cinque club. Ministro Melandri “Nessuna amnistia, dal processo mi aspetto giustizia. Moggi doveva presentarsi”. Il Codacons chiede la diretta TV del processo. Quattro club a rischio. Rossi: “Nessuna sorpresa, tempi rispettati”. Le memorie difensive e le istanze dei club. Dattilo: “Dopo la gogna nessuno parla della mia estraneità”. Parte la nuova Juve. Per Pessotto un cauto ottimismo

28/06 Parte il maxiprocesso su ‘calciopoli’. Borrelli “Nessuno screzio con Palazzi. Spero tempi rapidi per il processo”. Delio Rossi “Il processo non cambierà il giudizio dei tifosi”. Aliberti “La Covisoc un sistema truccato”. Foti “La Reggina indipendente da Juve e Moggi”. Gazzoni pronto a costituirsi parte civile. De Santis vuole denunciare Ancelotti. Migliora lievemente Pessotto. La moglie chiede rispetto. L’Antitrust diffida Mediaset per i diritti TV “Solo sul digitale terrestre”

27/06 Ripartita a pieni giri l’indagine di Borrelli. Cellino batte i pugni. Moggi in TV attacca Carraro e le lobby del pallone. Moratti chiede trasparenza. Perquisita la sede del Sora. Pessotto vola giù dall’abbaino della sede della Juve: è gravissimo. L’anno più nero della Juve. Baldini “Sostituire anche Palazzi”. La Commissione cultura della Camera vara il programma di indagine. GEA: A Roma le audizioni di Capello e Giraudo

26/06 Riparte l’inchiesta di Borrelli con le comprimarie, sentito l’Arezzo. Arriva il processo, i legali della difesa cercano scappatoie. Tronchetti Provera d’accordo con Moratti “Gli scudetti agli onesti”. Ancora un mese da presidente di Lega per Galliani. Piazzola “Indagate su Zeman”. Baldini “Cambiate le persone in ufficio indagini ma non è cambiato il giudice Palazzi”. Le memorie di fensive di Juve, Milan, lazio e Fiorentina

25/06 Moratti “Un colpo di spugna sarebbe molto grave. Sentenze esemplari o vado all'estero”. Lolli “Nessun colpo di spugna, le inchieste avanzano”. D’Ambrosio “No all’amnistia. Lo scandalo è grave”. Confermate le cene a casa di Giraudo con Pairetto, Bergamo e Moggi. Bergamo “Meani si interessava per conto di Galliani”. Carlo Piazzola “Allontanato dal sistema. Il mondo del calcio deve chiedere scusa a Sensi ”

24/06 Lunedì Borrelli riprende il lavoro. Nel suo mirino le iscrizioni ai campionati e i diritti TV. Commissario Rossi “Potrei cambiare il format dei campionati. Vietate le vendite dei marchi”. Gazzoni (Bologna) “Iscrizioni fasulle per anni”. Corbelli si costituisce parte civile contro Carraro e Della Valle. De Santis al contrattacco. Il Financial Times scettico sulla retrocessione della Juve. Le conclusioni dell’inchiesta di Borrelli

23/06 Dopo i deferimenti spazio alla difesa. De Santis attacca Ancelotti. Abete “Il mondo del calcio attende giustizia”. Blatter: “In Italia situazione seria ma Rossi e Borrelli sono preparati”. Il processo partirà il 29 giugno. Galliani “Ma quale secessione del calcio”. Della Valle “Siamo innocenti”. I sociologi sentenziano: Il calcio un business e non più uno sport

22/06 Scattano i deferimenti. Nel calderone Juve, Milan, Fiorentina e Lazio. Galliani lascia la Lega. Le accuse e i nomi. Costituito il collegio giudicante. La Juve: verificheremo le accuse. La Fiorentina pronta a difendersi. Berlusconi “Mai avuto vantaggi in campo”. Garrone “Giorni difficili, ma la Sampdoria è fuori”. Speculazioni in borsa: in rialzo i titoli di Lazio, Juve e Milan

21/06 Domani i deferimenti, Di Sebastiano segretario della FIGC. Ghirelli si dimette. Abete: Il deferimento dopo le 18 segno di buon senso. Lippi “Non so niente dei deferimenti”. La Porta (Barça) “Moggi in Spagna non potrebbe esistere”. Berlusconi: “Il Milan defraudato”. Perquisita la sede dello Standard Liegi. Zamparini (Palermo) “Faremo la Champions League”

20/06 Cominciano i deferimenti, in moto gli avvocati. I parlamentari scrivono a Rossi “Ora ripescaggi trasparenti”. Prosegue l’indagine disciplinare del CSM sui magistrati coinvolti in calciopoli. De Santis a Matrix racconta la sua verità. Caselli ribatte a De Santis “Mai parlato di arbitri con lui”. Oriali: “Gli scudetti revocati non interessano all’Inter”. Il Ministro Amato ironizza “Mi spiace che il ‘Toro’ non possa incontrare la Juve”. Gattuso “Assurdo andare in B per un trapianto di capelli”

19/06 Borrelli chiude l’inchiesta con una relazione di 180 pagine. Ora tocca a Palazzi “Il calcio deve rimanere imprevedibile. Il sistema può guarire”. A rischio la sponsorizzazione degli arbitri. Quattro arresti per il caso Gaucci. Andreotti “Qualcuno pagherà dazio”. Zamparini (Palermo) “Si torni al sorteggio integrale”

18/06 Si tirano le somme. Dal Palazzo fanno sapere che useranno il pugno di ferro. In attesa della relazione di Borrelli. Gentile (FI) alla procura di Napoli “Sentire Pagliuso sulla estromissione del Cosenza”. Il Genoa va in B, ma Preziosi non festeggia “Troppa rabbia”. 30 mila tifosi rossoblu festeggiano la fine di un incubo

17/06 Il difensore Antonaccio denuncia su di un libro la “realtà oscura” della serie C. “Corruzioni, compromessi e ricatti”. L'ex Presidente del Cosenza, Pagliuso, aspetta la chiamata del Procuratore Borrelli (Video con intervista) anche per la C. Il Procuratore Borrelli prepara le relazioni. Nella prima tranche d’inchiesta ci sono Juve, Lazio, Fiorentina, Milan, Samp. Petrucci “Di amnistia non se ne parla proprio”

16/06 Ripresi gli interrogatori, sentiti Garrone e Marotta. Rossi completa la CAF. Processo vicino. Dai politci tifosi del Torino un no all’amnistia: “Ed ora restituiteci lo scudetto del 1927” . Dalla CAF alla Corte Federale rito abbreviato. Stabiliti tempi e modalità del processo. Secondo Adiconsum falsato il 30% delle partite del campionato 2003/04. La Fiorentina replica a Preziosi: “La cena con Moggi c’è stata, ma nessuna festa”. Cellino (Cagliari) “Mi auguro che tutto sia un grosso errore. Serve una presidenza super-partes”

15/06 Il calabrese Ruperto nominato presidente della CAF. Pagliuso (Cosenza) “Adeguarsi allo strapotere Juve dava privilegi”. Chiesta audizione a Borrelli. Il CSM vieta ai magistrati di occuparsi di giustizia sportiva. Revocati tutti gli incarichi. Ministro Melandri “Si va verso la vendita collettiva dei diritti televisivi”. Rossi “Se Galliani è in conflitto di interessi non è un mio problema”.

14/06 Il Commissario Rossi nomina Agnolin commissario dell’Associazione Arbitri. Casarin “L’arbitro torni ad essere l’uomo misterioso”. L’azzeramento della CAF è questione di ore. Si va verso la nomina di Ruperto. Pagliuso chiede la riammissione in serie B del Cosenza Calcio 1914. Intercettazioni sui PM. Paparesta si difende: “Carriera stroncata se denunciavo l’irruzione di Moggi”. Prosegue l’inchiesta GEA. A Napoli prosegue l’inchiesta stralcio che riguarda giudici e polizia. La Juve ricomincia da Cobolli Gigli e Tardelli

13/06 Chiuso il primo filone di indagini. Il Presidente della Corte d’Appello Federale, Martellino, si difende. Processo doppio. Si allarga l’inchiesta del CSM. Mercoledì le decisioni del plenum. Abete e De Rossi: Nessuna amnistia anche se vinciamo. Buffon “Bello sudare la maglia per l’Italia”. I favori della “cupola” alla Lazio. La Juve riparte voltando pagina in fretta: nuovo Cda.

12/06 Girando da Borrelli “Nessuna gara era preordinata”. Ascoltato il dipendente della Federcalcio Galati “Chi si oppone viene vessato”. Anche la Samp nell’indagine. Blatter “Trovati i problemi ora si va verso le soluzioni”. La Lega va verso la riscrittura del regolamento. E poi Galliani, Sacchi, Di Pietro, Campana, Pescante.

11/06 Una domenica tranquilla. Lunedì Giraudo da Borrelli. Il Legale di Titomanlio “Nessun muro di reticenza”. Trezeguet “Aspettiamo la giustizia sportiva”. Gli sponsor della Juve ripongono la loro fiducia nella società

10/06 Borrelli si concede una pausa. Il Presidente Cellino “Rossi chieda consigli ai presidenti onesti”. Secondo il legale di Lotito il campionato slitta a dicembre. Del Piero “Spero che per la Juve si risolva nel migliore dei modi” L’assistente Titomanlio: “Pronti a collaborare”

09/06 Borrelli contro un “muro difensivo concordato”. Maxi audizione con Meani (Milan): quasi otto ore. Non esiste alcun super teste. Tre ore di interrogatorio per Carraro e tre anche per Pieroni. Pirrone replica a Bergamo: “Io scarso e onesto, lui invece?”. Catricalà “Presto regole per i procuratori”. Adiconsum presenta uno studio sugli errori arbitrali dal 2002 al 2004. Avv. Coppi: “Il Coni potrebbe costituirsi parte civile”

08/06 Bergamo interrogato per nove ore “Fatto fuori da Pairetto e Lanese”. Per Pairetto sei ore di interrogatorio. Moggi dice no a Borrelli. Oggi tocca a Carraro. Della Valle “Non abbiamo fatto nulla di strano”. L’AIA rigetta il ricorso di De Santis: non andrà ai mondiali. Galliani ascoltato per due ore. L’Antitrust collabora con Rossi

07/06 Interrogatori fiume per De Santis e Paparesta. Borrelli: “Nessun pentito. Entro 10 giorni la relazione alla Procura sportiva”. La Commissione Cultura della Camera avvierà un indagine. Pirrone: “Già da tempo denunciavo pressioni”. Gaucci Jr: “C’è ancora paura della ‘cupola’

06/06 Borrelli mette sotto torchio gli arbitri. No Intertoto per il calcio italiano. E Rossi incassa l’ok di Uefa e Fifa. Corioni: “Girando la mente, Galliani gli obbediva”. Lazio e Juve nel mirino di Borrelli. Rossi incontra Galliani: Nessuna accordo sulla gestione della Lega. Blatter “Felice della reazione delle autorità italiane”

05/06 Borrelli a tutto campo, vuol vederci chiaro su tutto. E il Coni ricorre alla Caf per la sentenza su Agricola per il doping. Mazzarri ascoltato dal PM di Napoli. Cesare Geronzi ascoltato per due ore dai PM. L’ex segretaria della CAN, Fazi, non risponde. Pelè “Spero che la giustizia punisca tutti”. Blatter “Ci vogliono arbitri professionisti”

04/06 Borrelli in azione: L'arbitro Pirrone interrogato per tre ore. Il Milan si ribella: “Una campagna contro”. Lite in un bar per calciopoli, ci scappa il morto

03/06 Cannavaro e Trezeguet interrogati dai PM a Roma. La Procura di Torino vuol riaprire l’inchiesta sulle designazioni. Undici giorni per rifondare la Juve. Somma “Non cambia nulla. Moggi resterà sempre un grande”

02/06 Il procuratore Borrelli pronto per il maxiprocesso. Ombre sulla partita Udinese-Milan del 2005: Galliani e Pozzo non ci stanno. Galliani: “Siamo stati danneggiati”. Il Legale di Moggi replica a Galliani “Ha letto tutte le intercettazioni?”. Spalletti in procura a Napoli.

01/06 Il commissario Rossi: “Una situazione che non pensavo così grave”. Secondo l’ex vicecapo dell’Ufficio indagini Juve e Fiorentina in B. Galliani pronto a lasciare. Preziosi sentito dalla Procura di Napoli. Nevio Scala: “Tutto deprimente. Con gli azzurri si può andare avanti”.

31/05 Calcio nel caos: Lotito ai PM: “Lazio pulita”. Il difensore di Moggi: “Il Milan il vero potere”. I rossoneri "Manovre diversive". Petrucci “Voltiamo pagina, torniamo a parlare di sport”. Verdone “Di fronte allo scandalo del calcio mi vergogno di essere italiano”. Zeman “Io alla Juve? Non potrei. Ipotesi Baggio? sarebbe solo per immagine”.

29-30/05 Calcio nel caos: Caso Gea,sentito l'arbitro cosentino Palmieri: “Mai rilasciato interviste”. Lazio nei guai: aggiotaggio per Lotito. Niente incarichi sportivi per i magistrati del CSM. Avv. Grassani “Milan in B, ipotesi per ora non ipotizzabile”. Del Piero “Orgoglioso di essere juventino”. V.Franza "Ipotesi A per il Messina". Ieri sentito Della Valle.

28/05 Calcio nel caos: Per Borrelli una settimana intensa. Bonfrisco “Paparesta fuori dalle regole”. Gattuso: “Qualcuno sputa nel piatto”.

27/05 Calcio nel caos: L’inchiesta entra nel vivo. Borrelli al lavoro e Lippi difende il figlio. Commissario Rossi: “Sconti per nessuno”. Sacchi e Agnolin: “Chi ha sbagliato paghi”. Lippi: “In Italia chi è indagato è già condannato”. Peruzzi accusa: “Moggi il pastore e noi il gregge”.

26/05 Calcio nel caos: Gli atti passano a Borrelli: Parte ufficialmente “Piedi Puliti”. Galliani rimane solo, si dimette Zamparini. Gigi Riva: “Beckembauer ha parlato da bambino”. Cossiga: “Tangentopoli era più onesta”. Sacchi: “Torniamo al calcio di prima, senza banchieri e politica”. Il figlio di Lippi indagato a Roma e Milano.

25/05 Calcio nel caos: Interrogatori a Napoli e Roma e perquisizioni della GdF. Cannavaro ci ripensa. Albertini: “Pensavo ci fosse sudditanza psicologica, invece...”. Cecchi Gori “Affossato perchè scomodo. I 5 anni più brutti della mia vita”. Licenza Uefa per 14 club: manca la Lazio. I tiofosi si costituiscono parte civile. Gli ex vogliono Boniperti presidente della Juve

24/05 Calcio nel caos: La Lega Calcio cerca nuove regole. Alla Gea e ad Alessandro Moggi oltre il 10% del mercato delle procure. Conti: “Lotta al conflitto d’interessi”. La Finanza nella sede del Crotone e della Reggina. Buffon in Procura. Galliani confermato in Lega. Cannavaro: “Gli scudetti della Juve, meritati”

23/05 Calcio nel caos: Il commissario della FIGC, Rossi, nomina il procuratore Borrelli capo ufficio indagini. Scatta “Piedi puliti”. A Napoli sfilano i testi. perquisita la sede della Torres

22/05 Calcio nel caos: Lippi rimane al suo posto. Moggi cita Berlusconi. Chieste le dimissioni di Galliani che le respinge, l’inchiesta va avanti. Moggi: “Un’imboscata di Galliani”. Guido Rossi: “Beckenbauer ne approfitta”. Avv. Stagliano “La Juve in B”

21/05 Calcio nel caos: Moggi ebbe un ruolo importante nelle elezioni di Carraro e Galliani. Tardelli replica a Beckenbauer “Anche in Germania c’è il marcio”. Chieste le dimissioni di Lippi. Le intercettazioni di De Santis

20/05 Calcio nel caos: Il potere assoluto di Moggi. Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi. Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali. Le tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno

19/05 Calcio nel caos: La Gea controllava anche Reggina, Livorno e Siena. Gazzoni: “Le dimissioni di Carraro sono finte”. Interrogati Lippi e Zeman. Si dimette il Generale Pappa

18/05 Calcio nel caos: Il Commissario Rossi fa piazza pulita. Le intercettazioni di Carraro e Moggi che preparavano le elezioni in Lega. Menzionato Pisanu. Sospesi nove arbitri, la Finanza a casa di Moggi e nella sede della Juve

17/05 Calcio nel caos: Il Commissario Rossi al lavoro. Spunta il filone doping. Dopo il vertice delle Procure, nuovi accertamenti. Definite le competenze delle Procure di Roma e Napoli.

16/05 Calcio nel caos: Guido Rossi commissario della FIGC chiamato a sistemare il calcio e le sue regole. Petrucci rassicura Lippi “Verrò a trovarti con Rossi”.

 

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