Aviaria: primo mammifero infettato,
un gatto in Germania. Un fatto episodico, nessun rischio per l’uomo.
28/02 E' il primo caso in Europa, sulla base delle analisi preliminari,
di un mammifero infettato dal virus altamente patogeno H5N1 dell'influenza
aviaria: e' il gatto trovato morto nell'isola di Ruegen in Germania,
dove sinora si e' registrato il piu' alto numero di uccelli selvatici
infetti. Ma gli esperti invitano a non fare allarmismi e, soprattutto,
a non lanciare una ingiustificata 'crociata anti-gatto': il fatto
che questo animale possa infettarsi, affermano all'unisono, non indica
un segnale di aumentato rischio per la salute umana, ne' che il virus
H5N1 abbia imboccato la strada della 'mutazione'. Non e' dunque la
prima volta che un felino e' colpito dal virus H5N1. La presenza del
virus nei felini ha infatti un precedente molto conosciuto, il caso
delle tigri dello zoo di Bangkok: una quarantina di animali morirono,
o furono soppressi, perché colpiti dall'influenza aviaria.
E gli esperti precisano che non c'e' evidenza di possibilita' di contagio
da gatto ad uomo, sottolineando come siano vari i mammiferi particolarmente
sensibili ai virus aviari, dai gatti alle balene. ''Che l'infezione
sia stata riscontrata in un gatto - ha spiegato il microbiologo Michele
La Placa - non e' un evento imprevedibile e, comunque, un gatto infetto
rappresenta per l'uomo lo stesso rischio derivante da un pollo infetto.
L'importante, per l'uomo, e' evitare l'esposizione a massicce quantita'
di virus e cosi' come e' rischioso vivere in una stessa stanza per
un periodo prolungato con dei polli infetti, allo stesso modo sarebbe
rischioso vivere a diretto contatto con un gatto infettato; entrambe
evenienze - ha detto l'esperto - molto improbabili''. Nel caso tedesco,
ha inoltre precisato, ''si tratta con tutta probabilita' di un gatto
di campagna venuto a contatto con feci o con i resti di volatili infetti,
e non di un gatto domestico". Dello stesso parere il virologo
Mauro Delogu dell'Universita' di Bologna: ''Il rischio - ha avvertito
- e' che ora dilaghi un 'allarme gatto' del tutto ingiustificato e
che potrebbe spingere qualcuno a comportamenti assurdi come l'abbandono
di questi animali''. Ed aggiunge: ''Il problema, comunque, non riguarda
i felini domestici ma solo, eventualmente, gatti selvatici che vivono
in zone focolaio del virus e si alimentano predando uccelli selvatici''.
Invita ad evitare i facili allarmismi anche la virologa Ilaria Capua
dell'Istituto di riferimento per l'aviaria di Padova: ''Si tratta
di un caso episodico - ha affermato - legato molto probabilmente all'alta
percentuale di uccelli infetti nell'isola di Ruegen, con i quali il
felino sara' presumibilmente entrato in contatto. Ad ogni modo - ha
ribadito l'esperta - va ribadito il fatto che in nessun paese al mondo
si e' mai verificato un caso di contagio da gatto ad uomo''. E dello
stesso parere sono anche il Cnr e l'Associazione nazionale dei veterinari
italiani. Intanto, il virus H5N1 continua ad espandersi a livello
mondiale e cresce il numero di paesi che fanno registrare dei nuovi
focolai: Ha oggi fatto registrare i primi casi in due anatre selvatiche
in Svezia, mentre nuovi focolai si contano in Romania, Russia, Germania
e Grecia. Una moria di polli si e' inoltre verificata in Etiopia ed
alcuni degli esemplari sono stati inviati in Italia, nel Centro di
riferimento di Padova, perche' siano analizzati per accertare se siano
stati colpiti dalla variante H5N1. Intanto, si fanno piu' pesanti
in Francia le conseguenze economiche legate ai casi di influenza aviaria:
Alla ventina di Paesi che ieri avevano deciso l'embargo totale o parziale
su volatili e foie gras provenienti appunto dalla Francia, se ne sono
aggiunti oggi altri dieci. Tra questi paesi anche Stati Uniti, Giappone,
Hong Kong, Marocco, Egitto, Tailandia e Corea del Nord, che rappresentano
il 12% delle esportazioni avicole francesi. Tanto che il ministro
dell'agricoltura Dominique Bussereau ha dichiarato che la Francia
e' ''mobilitata sul piano diplomatico per far rivedere a questi Paesi
le misure di sicurezza che hanno adottato''
La Nazionale di calcio mangia pollo
a Coverciano
La Nazionale di calcio scende in campo per venire in soccorso del
pollo ''made in Italy''. Il commissario tecnico Marcello Lippi, insieme
agli ''azzurri'', ha infatti invitato gli italiani a riprendere a
consumare carni avicole del nostro Paese, che sono sicure sia sotto
il profilo della qualita' che della salubrita', come riconosciuto
anche da autorevoli organismi e istituzioni internazionali (Fao, Organizzazione
mondiale della sanita' e Unione europea). Invito che e' stato fatto
oggi nel Centro tecnico sportivo di Coverciano, dove la Cia-Confederazione
italiana agricoltori, grazie alla collaborazione offerta dalla Federazione
italiana giuoco calcio, ha promosso l'iniziativa per cercare di rilanciare
i consumi di pollame che, in poco piu' di venti giorni, sono scesi
del 70 per cento a causa di un'ingiustificata ''psicosi da aviaria''.
La Cia, che ha offerto la degustazione di pollo italiano (che si distingue
da una chiara etichetta che rappresenta la sua ''carta d'identita''')
a Lippi, ai calciatori, all'intero staff tecnico e i ai giornalisti
presenti al ritiro degli ''azzurri'', ha ringraziato vivamente la
Federazione italiana giuoco calcio e la Nazionale per questo importante
contributo nei confronti del comparto avicolo italiano che sta vivendo
una drammatica crisi che non ha precedenti in Italia. La ''psicosi
da pollo'', purtroppo, e' ormai devastante. Il crollo nelle vendite
-ha affermato la Cia- sta determinando una perdita nell'intera filiera
di 6 milioni di euro al giorno. ''I danni finora subiti dal settore
nel suo complesso -sottolinea la Cia- superano i 600 milioni di euro.
Oltre 40 mila occupati sono a rischio, mentre moltissimi allevamenti,
soprattutto quelli rurali e biologici, stanno per chiudere i battenti.
Si sta assistendo alla distruzione delle uova da riproduzione, alla
chiusura degli incubatoi e al drastico calo dei prezzi (50-60 per
cento) che provoca la mancanza di quotazioni, per eccesso di ribasso,
nei principali mercati italiani. La Cia, fortemente preoccupata per
una situazione che diventa ogni giorno piu' drammatica per un settore,
quello avicolo, che occupava un posto di rilievo nel contesto della
zootecnia nazionale, ha ribadito l'assoluta sicurezza delle carni
avicole italiane, che sono sottoposte a severi controlli sanitari.
Quindi, i consumatori possono tranquillamente mangiare pollo italiano,
primo nel mondo per qualita' e salubrita'. La Cia ricorda che gli
allevamenti avicoli italiani hanno prodotto lo scorso anno 13 miliardi
di uova, 430 milioni di polli, 40 milioni di galline, 36 milioni di
tacchini e 100 milioni di altre specie avicole (tra queste, faraone,
quaglie, anatre), per un totale di 1.200.000 tonnellate di carne,
e fornito occupazione a 180.000 persone che lavorano nell'intera filiera,
con un fatturato di 4,2 miliardi di euro (3 per le carni e 1,2 per
le uova).
La FAO analizza il crollo dei consumi.
Il 70% in Italia il 20% in Francia. La crisi anche in Usa e Brasile.
Si calcola un calo di 3 milioni di tonnellate di carne
28/02 Cali nei consumi che toccano il 70% in Italia, un ben piu'
ridimensionato 20% in Francia e un lieve 10% nei paesi del Nord Europa.
A scattare la fotografia all'andamento del mercato avicolo colpito
dalla "psicosi aviaria" e' la Fao che ammonisce: per il
2006 si prevede nel consumo globale di carne di pollo un calo di circa
3 milioni di tonnellate. I recenti casi d'influenza aviaria in Europa,
in Medio Oriente ed in Africa, hanno "scombussolato in modo drammatico
i mercati avicoli, provocando un brusco calo dei consumi, dei prezzi
e delle importazioni", ha detto oggi la Fao. L'agenzia dell'Onu
ritiene che quest'anno ci si dovra' aspettare un crollo nei consumi
di carne di pollo in molti dei paesi europei, mediorientali ed africani
colpiti dall'influenza aviaria. La paura "infondata" di
trasmissione della malattia tramite l'assunzione di carne di pollo
ha fatto crollare i consumi e le importazioni, ed e' prevedibile,
come conseguenza, un calo dei prezzi a livello nazionale per limitare
la produzione. "L'erosione costante del consumo di pollame pro-capite
fara' diminuire il consumo globale nel 2006, attualmente previsto
intorno a 81,8 milioni di tonnellate, circa 3 milioni di tonnellate
di meno della stima precedente di 84,6 milioni di tonnellate",
ha affermato Nancy Morgan specialista Fao di prodotti di base. Dopo
i primi focolai, agli inizi del 2004, la stagnazione dei consumi in
Asia e la contrazione delle esportazioni verso i mercati regionali,
avevano portato ad un declino dell'8% del commercio internazionale.
Sino a periodi recenti i prezzi internazionali del pollame avevano
subito un rialzo di oltre il 30%, da addebitarsi alla diminuita disponibilita'
di prodotti per l'esportazione. Gli ultimi sviluppi indicano per il
2006 una diversa tendenza del mercato. Il calo dei consumi sta facendo
gradualmente diminuire la domanda globale di importazioni di carne
di pollo. Si prevede- spiega la Fao- che i prezzi del pollame continueranno
a scendere, con un enorme danno per il settore a livello mondiale
e con grave rischio per le condizioni di vita e l'occupazione nei
paesi in via di sviluppo. In Europa la contrazione dei consumi e'
oscillata dal drammatico calo del 70% registrato in Italia a meta'
febbraio, al 20% in Francia, al 10% nel nord Europa. Alla fine dello
scorso anno si era avuta in Europa una reazione in qualche modo simile.
Allora i timori dei consumatori avevano portato ad un calo dell'uno
per cento del consumo in 15 paesi dell'Unione europea. In Africa i
consumatori dei paesi colpiti, ad esempio Egitto e Nigeria, come pure
quelli dei paesi limitrofi immuni dal contagio, evitano ormai di consumare
uova e carne di pollo. In India si parla di una caduta del 25%, con
un abbassamento dei prezzi del 12-13%, che comportera' un abbassamento
della produzione. La brusca riduzione dei prezzi del pollame a livello
internazionale genera incertezza tra gli esportatori sulle prospettive
future del commercio nel 2006. Mentre i consumatori guardano ad alternative
al pollame, le prospettive del commercio mondiale fanno intravedere
un'erosione del 10% della crescita registrata nel 2005. Le proiezioni
della Fao relative al commercio avicolo mondiale per il 2006 sono
state riviste al ribasso, con 500.000 tonnellate in meno sulla stima
precedente di 8.6 milioni di tonnellate. Negli Stati Uniti i prezzi
della carne di pollo per l'esportazione, dopo essere saliti a livelli
record nell'ottobre dello scorso anno, sono scesi del 13%, conseguenza
delle diminuite esportazioni verso l'Europa orientale e l'Asia centrale
registrato in novembre e dicembre. Il Brasile e gli Stati Uniti al
momento forniscono circa il 70% del commercio mondiale di pollame.
I piu' grandi produttori ed esportatori a livello mondiale sono, nell'ordine,
Stati Uniti, Brasile ed Unione europea.
I felini sensibili al virus
28/02 La Commissione Ue non ha ancora reagito ufficialmente alla
scoperta del virus dell'influenza aviaria ad alta virulenza H5N1 individuato
in un gatto in Germania. Fonti comunitarie precisano tuttavia che
''i felini possono essere a rischio in quanto sensibili al virus dell'influenza
aviaria ad alta virulenza H5N1'', come aveva indicato nei giorni scorsi
un esperto del settore alla Commissione europea. A Bruxelles si sottolinea
anche ''che non ci sono mai state evidenze di passaggio del virus
dal gatto all'uomo''. La presenza del virus nei felini ha un precedente
molto conosciuto, il caso delle tigri dello zoo di Bangkok: una quarantina
di animali morirono, o furono soppressi, perche' colpiti dall'influenza
aviaria. Degli studi di laboratorio effettuati da ricercatori olandesi
hanno confermato che i felini sono mammiferi molto sensibili al virus
H5N1, a differenza dei suini che sono stati per molto tempo 'osservati
speciali' per poi rivelarsi scarsamente sensibili all'influenza aviaria.
Inspiegabili morti tra fenicotteri
nelle Bahamas
28/02 Esperti sanitari sono stati inviati oggi nell'isola meridionale
di Inagua dell'arcipelago delle Bahamas per vedere se l'inspiegabile
numero di uccelli trovati morti sia legato all'aviaria. Negli ultimi
due giorni 15 dei famosi fenicotteri dell'isola, cinque spatole rosate
e un cormorano sono stati trovati morti senza segni di ferite sull'isola
che si trova proprio a nord di Haiti, hanno detto i funzionari. ''Niente
e' impossibile in natura. Gli uccelli che volano in tutto il mondo'',
ha detto Leslie Miller, ministro dell'agricoltura e delle risorse
marine, senza scartare la possibilita' che gli uccelli siano morti
a causa del virus H5N1. ''Ma speriamo in Dio che non sia il caso delle
Bahamas'', ha precisato il ministro. Il virus H5N1 e' endemico in
Asia, e si e' diffuso fino ad ora in Europa e in Africa. ''Si tratta
di un numero molto alto di uccelli trovati morti a Inagua. Questa
e' una situazione estremamente eccezionale'', ha detto Glenn Bannister,
presidente del fondo nazionale delle Bahamas. Sebbene i fenicotteri,
il cormorano e le spatole non siano uccelli migratori, Bannister ha
detto che le tre specie sono venute in contatto con oche e anatre
migrate quest'inverno a Inagua. Nell'isola, la piu' a sud dell'arcipelago
delle Bahamas, conosciuta per la produzione di sale ''ci sono sempre
in ogni stagione uccelli migratori'', ha detto il presidente. ''Ogni
inverno questi si mescolano agli altri uccelli nei laghetti. Se si
tratta di aviaria o del virus influenzale West Nile, non sara' un
una cosa buona per i nostri uccelli'', ha detto Bannister
In Inghilterra polemiche con uno
scienziato che dichiara che il virus rimarrà per cinque anni
Arrivera' presto, diventera' velocemente endemica e rimarra' nel
Paese per anni: e' questa la catastrofica previsione dello scienziato
David King, principale consulente scientifico del governo britannico,
riguardo alla diffusione dell'influenza aviaria nel Regno Unito. Nello
stesso giorno in cui il virus H5N1 e' stato diagnosticato in un gatto
in Germania, King ha anche gettato acqua fredda sull'efficacia dell'esistente
vaccino, dichiarando che puo' probabilmente mascherare i segnali della
presenza del virus negli uccelli, ma non fermarne la diffusione. ''Dobbiamo
aspettarci che l'influenza aviaria arrivera' presto nel Regno Unito.
Dobbiamo anche aspettarci che restera' nel Paese per cinque anni o
forse piu'. Stiamo parlando della possibilita' che la malattia diventi
endemica nel Regno Unito'', ha affermato lo scienziato in un'intervista
a Bbc News. I commenti di King hanno sollevato una bufera di polemiche
da parte dell'associazione nazionale degli allevatori e agricoltori
britannici che ha dichiarato di ''non accettare assolutamente il punto
di vista'' dello scienziato. ''Ci sorprende il fatto che qualcuno
possa affermare che il virus sara' endemicamente presente in tutti
gli esemplari allevati commercialmente'', ha dichiarato il responsabile
per il pollame dell'associazione, Maria Ball. Vaccinare a tappeto
tutto il pollame britannico resta ancora una possibilita', secondo
quanto ha dichiarato ieri il ministro dell'Ambiente Margaret Beckett,
la quale tuttavia nutre dubbi sull'efficacia dell'attuale vaccino.
A questo proposito, il governo britannico si sta consultando con un
gruppo di scienziati cinesi che sta lavorando ad un nuovo vaccino
che dovrebbe essere piu' efficace. Per ora la vaccinazione verra'
considerata soltanto per specie rare di uccelli tenute negli zoo.
Gli avicoltori britannici in possesso di 50 o piu' capi hanno tempo
fino alla mezzanotte di oggi per includere il proprio nome in uno
speciale registro del governo. Secondo John Widdowson, un avicoltore
del Devon, i commenti di King ''non sorprendono affatto''. ''Abbiamo
sempre saputo che questa malattia sarebbe stata endemica, per il semplice
fatto che lo e' stata in altre parti del mondo'', ha detto l'allevatore,
il quale pero' ha sottolineato: ''Ritengo tuttavia che vi sia ancora
la possibilita' di tenere il virus lontano. Abbiamo avuto molto tempo
per prepararci''
L’OMS preoccupata per l’estensione
del virus in Africa
28/02 L'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms) e' preoccupata
per l'estensione dell'H5N1 in Africa e per l'alto rischio di casi
umani. Dopo la Nigeria l'8 febbraio, la presenza del virus responsabile
dell'influenza aviaria e' stata confermata ieri nel Niger ed epidemie
in numerosi altri paesi africani Etiopia, Kenya, Gabon, Gambia e Sierra
Leone sono attualmente sotto esame. Ne' in Nigeria, ne' in Niger sono
stati segnalati casi umani. Ma ''a causa dei contatti ravvicinati
tra popolazione e pollame, e' alta la preoccupazione che casi umani
possano verificarsi nelle regioni africane colpite'', afferma l'Oms
in una nota pubblicata oggi sul sito Web. L'Oms teme inoltre che la
diffusione del virus in altre parti dell'Africa aumenti l'opportunita'
di casi umani in situazioni dove le capacita' di identificare, diagnosticare,
investigare e gestire tali casi sono limitate. ''Ogni caso umano addizionale
fornisce al virus l'occasione di mutare verso una forma che si trasmette
facilmente da persona a persona'', ha ribadito l'Oms. La scoperta
del virus in Niger conferma inoltre ''i timori che le condizioni in
Africa occidentale - quali la tardiva identificazione dei casi, gli
spostamenti oltre confine degli uccelli e la bassa consapevolezza
della malattia tra la popolazione - sono tali da favorire la diffusione
del virus ad altri Paesi''. L'esperienza insegna inoltre quanto facilmente
e rapidamente il virus puo' stabilirsi negli uccelli se scoperto in
ritardo. In molte regioni dell'Africa, la rapida segnalazione dei
casi animali o umani e' invece ostacolata dall'assenza di sistemi
di allerta e da sistemi di diagnosi adeguati. Si stima che in tutto
il continente africano vi siano 1,1 miliardi di polli, molti allevati
nel cortile di casa.
Precedenti
27/02
Cena di pollo in diretta TV negli studi di TEN. Giornalisti e Amministratori
sotto i riflettori contro la psicosi aviaria. Aumentano i casi
di aviaria anche in Italia (sono 19) ma la situazione è sotto
controllo. Una cicogna morta recuperata a Lago.
Avviate le analisi. Il pollo ben cotto è
sicuro.
26/02
Aviaria: Dopo la
Francia anche al Svizzera colpita dall’aviaria. Sale l’attenzione
nella UE. In Francia confermato in 15 cigni
il virus H5N1. Otto carcasse di galline trovate nel reggino.
Focolai in sei regioni della Russia. Coldiretti:
Aumenta del 9% l’export di pollo, ma in Italia situazione grabe
del mercato.
25-02
Aviaria: Dopo i tacchini infetti in Francia sale il livello di vigilanza
in Europa Parla
l’allevatore francese e denuncia che le troppe visite avrebbero
potuto portare il virus nel suo allevamento. Accordo
del Governo britannico per una fornitura di vaccini prepandemici.
In Germania anitra selvatica infetta dall’H5N1/Asia pericoloso
anche per l’uomo. Altri due casi di contagio
umano in Cina.
24-02
Aviaria: Confermato il virus H5N1 nei tacchini francesi.
La Lav chiede alla Regione Calabria di andare oltre la pura gestione
emergenza. Nucera (Udc) accusa: “Dalla
Regione nessun provvedimento per il settore”. Londra
si prepara a fronteggiare la pandemia. In Spagna,
invece, preparano un’arca di Noè dei volatili.
E La UE riconosce la tracciabilità del pollame fatta dall'Italia.
23-02
Aviaria: La Margherita chiede a Loiero e M. Oliverio: “Salvaguardare
il CRAS”.
Lunedì negli studi dell’emittente Ten cena a base di
pollo in diretta. Anche i cacciatori si mobilitano
per i controlli. Forte sospetto di virus H5N1 nel pollame della
Francia
22-02
La Camera approva le misure contro l’emergenza avicola creata
dall’aviaria. L’ass. Pirillo scrive
ad Alemanno: “Senza un intervento deciso
per la Calabria, morte sicura per il comparto avicolo”.
Metà degli italiani pronti a riportare il pollo in tavola.
Ma uno su sei rischia di cambiare
21-02
Nuovo cigno reale trovato morto nella Locride, è il quinto.
Secondo caso di Aviaria H5N1 accertato su di
uno dei cigni ritrovati in Calabria. Istituita un’altra
aera protetta. La Coldiretti: “La Regione
attivi unità di crisi di sostegno alle aziende avicole”.
Il Comune di Lamezia istituisce un osservatorio
di monitoraggio. Vaccinazione preventiva in Francia, Olanda
e Belgio
20-02
Nuovo cigno morto scoperto nel reggino. Accordo
alla UE per le aziende avicole entrate in crisi. I Vigili del
Fuoco hanno recuperato 200 volatili morti in 7 giorni. L’Adiconsum
detta nuove regole per la sicurezza alimentare
19-02
Sono sedici i casi di aviaria accertati su uccelli selvatici in Italia
In India rimane l’allarme ma nessuna infezione
umana
18-02
Aviaria: Negative le analisi sull’airone
trovato a Castrovillari. Avviate le ispezioni
delle coste della Calabria con un elicottero dei VVFF. La Polizia
Provinciale di Cosenza nell’unità di crisi locale per
l’aviaria. Nuovi casi di H5N1 nel mondo.
Scoperti nuovi farmaci.
17-02
Aviaria: Il virus si diffonde in Europa.
Primo caso in Francia, due casi in Bosnia. In
5 giorni 19.000 telefonate al numero verde 1500
15-02
Aviaria: Un altro cigno trovato a Locri e
tre in Sicilia. Cala il consumo
dei polli solo in Italia dove c’è una vera e propria
psicosi. In Europa, dove sta arrivando l’influenza
aviaria, consumi quasi normali. La Federcaccia Calabria attiva
la vigilanza venatoria. Due cigni con H5N1 in
Germania.
Lunedì riunione alla UE. Le nazioni europee
impongono la chiusura degli allevamenti in zone coperte (video TG
TEN)
14-02
Aviaria: Sono 8 i casi certi. Oggi trovate altre
otto carcasse di cigni nel reggino, una
carcassa di un cormorano ai Laghi di Sibari,
carcasse di polli trovate nella zona del Tirreno. Chiuso un
allevamento da 60.000 galline a Crotone. Sequestrati 80.000 polli.
Coldiretti: “Evitare inutili allarmismi”.
Bertolaso pronto a gestire l’eventuale emergenza. Attivata l'unità
di crisi della Regione Calabria. Il Sindaco
di Diamente "nessuna psicosi".
13.02
Storace in giro nelle regioni dove sono stati trovati i volatili morti:
“Bisogna stare tranquilli e non creare
psicosi, non ci sono rischi per l’uomo”. La Giunta
regionale fa propria l’ordinanza ministeriale sul virus dell’aviaria.
Un airone trovato morto vicino Castrovillari
e un altro cigno nel reggino. Galline piccioni,
una gazza e un falco morti nel catanzarese. Volatili
morti vicino Castiglione. (video Tg Ten)
12-02
Controlli a tappeto per l’aviaria. Fobie tra la gente. Trovato
un altro cigno morto nel reggino. Non bisogna toccare gli animali
morti. Vertici sanitari in riunione.
Timori per gli allevatori calabresi per i consumi.
Lo Moro: "Un problema gli allevamenti domestici".
Lle regioni colpite volgiono assumere più
veterinari.
11-02
Il virus dell’aviaria in Italia. 21 cigni colpiti, 5 morti.
Uno in Calabria. Preso a Vibo e morto
a Cosenza in un centro recupero animali.