Storace in giro nelle regioni dove
sono stati trovati i volatili morti: “Bisogna stare tranquilli
e non creare psicosi, non ci sono rischi per l’uomo”.
Un airone trovato morto vicino Castrovillari e un altro cigno nel
reggino. Galline e piccioni morti nel catanzarese. Volatili morti
vicino Castiglione.
13/01 Nessuna psicosi e rischi per l'uomo praticamente inesistenti.
E' questo il messaggio lanciato oggi dal ministro della Salute, Francesco
Storace, che ha cercato di tranquillizzare gli italiani rispetto agli
effetti dell'emergenza causata dall'influenza aviaria. Storace ha
compiuto oggi un viaggio nelle tre regioni in cui sono stati trovati
volatili morti, colpiti dal virus H5N1: Puglia, Calabria e Sicilia.
Intanto si è appreso che il numero dei cigni morti per l'aviaria
è salito a sei. Per dimostrare che non ci sono pericoli particolari
per gli uomini, Storace arrivando questa mattina a Giarre (Catania)
ha stretto la mano allo scopritore del primo cigno infetto, il signor
Catino Alfio La Rosa. Il ministro ha inoltre ribadito come non esiste
nessun pericolo per gli uccelli che vivono in città, non essendo
questi portatori della malattia. "Quindi - ha spiegato Storace
- non c'è bisogno di fare allarmismi o di lasciarsi prendere
da psicosi. Questo tour nelle tre regioni - ha aggiunto - vuole anche
essere testimonianza verso i cittadini che lo Stato c'è e sta
lavorando in perfetta sintonia con le istituzioni locali". Un
atteggiamento che è piaciuto al premier, Silvio Berlusconi,
che ha fatto i complimenti a Storace "per la gestione dell'emergenza
aviaria e per il messaggio positivo che sta arrivando ai cittadini".
Unica preoccupazione emersa in tutte e tre le regioni colpite dall'aviaria
è quella di tutelare gli allevamenti domestici, anche perché
sono l'unica fonte di possibile contagio per l'uomo. Controlli, dunque,
a tappeto e monitoraggi costanti di tutte le zone. Domani mattina
il ministro avrà un incontro con le associazioni venatorie
e faunistiche per stabilire una strategia comune da seguire. Nel pomeriggio
andrà a riferire prima alla commissione Affari sociali della
Camera poi a quella di Igiene e sanità del Senato. ''C'e' una
differenza tra preoccupazione e pericolo e preoccupazione e allarme''ha
poi dichiarato il Ministro Storace. ''La preoccupazione esiste -ha
aggiunto- non solo in Puglia e in Italia ma in Europa e nel mondo.
Parliamo di un rischio di fenomeno pandemico che dobbiamo tentare
di controllare''. Il ministro ha ammesso che ''in alcuni casi'' e'
passato troppo tempo tra la scoperta delle carcasse e l'accertamento
delle infezioni. ''Sarebbe ingeneroso dire alle persone che nel territorio
hanno trovato le carcasse -ha continuato- che hanno avvisato troppo
tardi. E' una congiuntura che e' arrivata. Per fortuna il lavoro dei
mesi scorsi ci consente di rispondere. Abbiamo concordato le procedure
che consentono a tutti di essere avvisati nello stesso momento. Se
volete -ha sottolineato- anche questa e' un'operazione di trasparenza
e cioe' quella di dire ai cittadini la verita' sempre. Mai come in
questo momento -ha proseguito- si conferma che dal territorio vengono
risposte fortissime''. Ha annunciato infine Storace. ''Dall'Arcicaccia
- ha detto Storace - e' gia' venuta la proposta di impiego delle guardie
venatorie a scopo di controllo. Valuteremo domani insieme - ha concluso
il ministro - le varie ipotesi''.
Un airone trovato morto vicino Castrovillari e un cigno nel reggino.
Galline, piccioni, una gazza e un falco morti nel catanzarese. Un
altro cigno nel messinese. Volatili morti vicino Castiglione.
Un cigno reale- il terzo in Calabria- è stato trovato morto
davanti alla foce del fiume Petrace, in provincia di Reggio Calabria.
Per la prima volta, invece, è stata trovata la carcassa di
un airone (altra specie di anatra) sulla strada statale 534 per Castrovillari.
Sui due animali sarà presto fatto un prelievo mediante tampone
alla faringe per scoprire se avevano l'influenza aviaria. A Guardavalle
e ad Isca sullo Jonio, nel catanzarese, in un pollaio nei pressi di
un'abitazione rurale, i militari delle locali stazioni, su indicazione
di alcuni abitanti del luogo, hanno rinvenuto le carcasse, rispettivamente,
di un piccione e di una gallina. Il personale veterinario dell'Asl
ha prelevato i volatili e li ha trasportati all'istituto zooprofilattico
di Catanzaro Lido per gli accertamenti necessari a stabilire le cause
del decesso. Un cigno morto e' stato trovato stamani alla foce del
fiume Petrace, a Gioia Tauro. Alcuni passanti hanno notato la carcassa
dell' animale ed hanno avvertito la polizia che ha girato la segnalazione
al servizio veterinario dell' As 10 di Palmi. I tecnici dell' Azienda,
dotati di particolari attrezzature, hanno rimosso la carcassa per
inviarla nei laboratori specializzati per le analisi del caso. I veterinari
dell' Asl stanno anche monitorando otto cigni arrivati nei giorni
scorsi dai Paesi dell' Est europeo che si trovano in un laghetto in
localita' Ponte Vecchio, a Seminara, situato sul fiume Petrace. Gli
esperti non escludono che l' animale morto potesse fare parte dello
stesso gruppo e che la carcassa sia stata trascinata dalla corrente
sino alla foce del fiume. Gli esperti dell' Asl stanno anche cercando
di verificare le voci sulla presenza di gabbiani morti nella zona
ed hanno avviato ricerche nella zona. Oltre al cigno nel reggino,
i veterinari della As di Palmi hanno trovato anche un gabbiano morto
alla foce del fiume Petrace, a Gioia Tauro. Anche in questo caso,
la carcassa e' stata recuperata ed inviata all' istituto di zooprofilassi
di Reggio Calabria per le analisi. Anche in Basilicata, due cigni
morti sono stati rinvenuti nelle ultime ore vicino la diga di Montecotugno,
in provincia di Potenza e ora si attendono i risultati degli esami
dell'unita' di crisi che la Regione Basilicata. Il Servizio Veterinario
dell'Asl, riferisce una nota della regione, ha già provveduto
a prelevare i due animali e ad inviarli all'Istituto zooprofilattico
sperimentale di Potenza per stabilire le cause dei decessi. A giudizio
dei tecnici dell'Unita' di crisi, però, appare finora infondata
qualsiasi attribuzione all'aviaria. L'assessore regionale alla Salute
della Basilicata, Rocco Colangelo, ha dichiarato che "la situazione
complessiva è da considerare assolutamente sotto controllo'',
garantendo all'opinione pubblica regionale ''la massima puntualita'
e completezza di informazione sugli ulteriori sviluppi delle azioni
di vigilanza". Continuano le morti di cigni in provincia di Messina.
Dopo quello trovato morto ieri nei laghetti di Marinello ad Oliveri,
un altro e' stato trovato senza vita stamani a Nizza di Sicilia. Bisognera'
comunque aspettare l'esito degli esami per sapere se i volatili hanno
contratto il virus dell'aviaria. L' ha reso noto l'Asl 5 di Messina.
Da stamattina e' in atto un vertice per l'emergenza aviaria con i
responsabili dell'istituto zoo profilattico di Barcellona Pozzo di
Gotto e alcuni rappresentanti della provincia di Messina. Gaetano
Sirna direttore sanitario dell'Asl 5 ha annunciato che ''sono in atto
delle iniziative importanti per contrastare l'emergenza. Tra queste
l'istituzione di un numero telefonico (0903653660) al quale potranno
chiamare i cittadini che pensano di avere degli animali malati e dove
rispondera' un veterinario che si rechera' sul posto per accertarsi
delle delle condizioni degli animali. Se pero' quest'ultimi dovessero
risultare morti per cause diverse dall'aviaria ci pensera' il servizio
di Messina ambiente a smaltire le carcasse''. Infine nelal zona dell'inceneritore
vicino castiglione sono state trovate alcune carcasse (una decina)
di galline morte. Le stesse, sembra, siano state portate li da qualche
allevatore. Le carcasse sono state impacchetatte dai carabinieri e
mandate all'ASL per le analisi. In serata le carcasse di una gazza
e di un falco sono state recuperate dai carabinieri nelle campagne
di Sellia Marina. Il personale della sezione veterinaria della Asl
7 di Catanzaro, allertato dai carabinieri, ha prelevato le carcasse
dei due volatili inviandole presso l'istituto zoo-profilattico di
Catanzaro Lido (CZ) per gli accertamenti atti a stabilire la causa
del decesso.
La Giunta regionale fa propria l’ordinanza
ministeriale sul virus dell’aviaria
La Giunta regionale, riunitasi oggi sotto la presidenza di Agazio
Loiero, ha deliberato una serie di provvedimenti di particolare rilevanza.
Su proposta dello stesso presidente, sono state assunte ulteriori
determinazioni in riferimento al conferimento delle funzioni alle
Province, così come previsto dalla legge 34/2002. Su proposta
dell’assessore alla Sanità, Doris Lo Moro, l’Esecutivo
ha preso atto dell’ordinanza del ministero della Salute nonché
delle misure di prevenzione e protezione elaborate dal ministero-Unità
di crisi centrale rispetto al problema del virus dell’aviaria.
Su proposta dell’assessore all’Ambiente, Diego Tommasi,
è stato affidato all’Associazione Legambiente onlus l’osservatorio
sulle illegalità nell’ambiente marino e costiero al fine
di monitorarne la tutela e la salvaguardia.
Storace: “In Grecia il rischio
contagio non è ancora stato superato”
''I primi esami eseguiti sulle due persone sospettate di aver contratto
il virus dell' influenza aviaria in Grecia sono negativi, ma il pericolo
di contagio non si puo' ancora dire escluso o superato''. Cosi' il
ministro Storace, appena giunto sul lago di Angitola dove e' stato
rilevato un caso di influenza aviaria tra cigni morti, commenta l'
allarme giunto dalla Grecia su un possibile contagio umano da virus
aviario. ''Si tratta - ha detto il ministro - di due cacciatori, uno
dei quali e' molto giovane avendo solo 15 anni. I primi esami relativi
alla presenza del virus H5 - ha proseguito il ministro - sono risultati
negativi, ma questo non vuol dire che sia totalmente esclusa la possibilita'
di un contagio da H5N1. In serata si sapra' qualcosa di piu' certo''.
L' eventuale contagio umano, ha comunque precisato Storace, sarebbe
in questo caso sempre legato ad un contatto diretto tra questi soggetti
e animali infetti: ''al momento - ha ribadito il ministro - non possiamo
comunque dire che l' emergenza in Grecia sia superata ed il nostro
ministero e' in stretto contatto con le autorita' greche''. Nella
zona del Lago di Angitola, Storace e' stato accolto dal presidente
della Regione Calabria, Agazio Loiero, ed ha incontrato i custodi
che per primi hanno recuperato il cigno malato, poi risultato positivo
al virus H5N1. Le autorita' calabresi hanno sottolineato che la zona
del lago e' stata controllata per reperire eventuali altri animali
malati ed i controlli sono stati anche allargati alle fattorie limitrofe
e alle numerose piccole aziende in questa area. Si sta lavorando anche
ad una campagna di comunicazione e informazione rivolta ai cittadini,
con manifesti che chiariscano le misure da adottare partendo da quella
di evitare i contatto diretto con animali morti. Storace infine ha
sottolineato come si sia avviato un sistema di 'allerta contemporaneo':
in presenza di casi di animali sospetti di esseri stati contagiati
dal virus, le Asl avvertiranno immediatamente il Ministero, prima
ancora di avviare i primi esami in loco. Questo permettera' di far
scattare immediatamente le misure di prevenzione e controllo sul territorio.
Bertolaso: “Inutile psicosi”
"Credo che sulla vicenda aviaria i mezzi di informazione stiano
esagerando. Diffondere questa psicosi in Italia è estremamente
grave". Questo quanto affermato dal capo del dipartimento della
Protezione civile, Guido Bertolaso, oggi a Napoli. Bertolaso ha sostenuto
che "l'influenza aviaria è una patologia degli uccelli
che esiste da sempre e che ha colpito alcuni territori soprattutto
dell'Asia dove ha fatto anche delle vittime". Il capo della Protezione
civile ha infatti spiegato che sono le condizioni di promiscuità
a generare il contagio fra persone e polli. Situazioni che l'Italia
non vive dal momento che il nostro "è un Paese moderno,
organizzato che sa fare i controlli e adottare tutte le misure che
servono". Bertolaso ha ricordato che un bambino su cinque, in
Africa, muore a causa del morbillo e che "vi sono più
morti di meningite che di influenza aviaria. Bisogna fare attenzione
perché si sta esagerando". Infine, il capo del dipartimento
della Protezione civile ha rassicurato tutti affermando: "Fino
a quando non ci sarà la mutazione del virus, e secondo me siamo
ancora ben lontani, quello dell'aviaria è un non problema".
I volatili di città non sono
a rischio
Nessun pericolo di contagio o trasmissione del virus dell' influenza
aviaria deriverebbe, al momento, dalle popolazioni di uccelli che
vivono abitualmente nelle citta' come storni, e gabbiani. La rassicurazione
arriva dal ministro della Salute Francesco Storace, appena giunto
a Giarre per un sopralluogo nelle aree dove sono stati rilevati i
primi casi di virus H5N1. Il ministro ha quindi spiegato che gli uccelli
appartenenti alle specie che di solito stanziano in numerosi esemplari
nell' ambiente urbano non rappresentano un veicolo di trasmissione,
mentre le specie sotto osservazione sono in numero limitato. Le specie
sotto osservazione, ha detto Storace, ''sono anatre, oche, cigni e
trampolini. Sono questi - ha detto il ministro - gli animali a rischio''.
Naturalmente, ha pero' precisato Storace, ''se si dovessero trovare
morti anche dei gabbiani nelle citta', e' opportuno comunque avvertire
subito le Asl e non toccare gli animali morti''. ''I piccoli uccelli
e quelli che stanziano in ambiente urbano - ha concluso Storace -
non rappresenterebbero comunque un rischio e non sono portatori della
malattia''. Il ministro ha infine ricordato che e' opportuno evitare
che cani e gatti possano entrare in contatto con gli animali nelle
aree dove e' stata rilevata la presenza del virus.
Molto basso il rischio per l’uomo,
ma si lavora sul vaccino
Il virus dell'influenza aviaria H5N1 non e' ancora diventato un pericolo
per l'uomo, ma la corsa al vaccino prosegue senza sosta e l'Italia
e', con gli Stati Uniti, il Paese nel quale la sperimentazione del
vaccino anti-H5N1 e' piu' avanzata ed ha raggiunto la fase 2 dei test
sull'uomo. Sebbene non sia ancora in grado di trasmettersi da uomo
a uomo, il virus H5N1 continua a fare passi in avanti. Ad esempio
e' diventato ormai endemico tra i volatili in Estremo Oriente, fra
i quali ha ormai trovato ''un serbatoio di partenza dal quale prende
il via uno stillicidio di focolai portati dagli uccelli migratori'',
ha detto il coordinatore del comitato scientifico della task force
sull'influenza del Centro per il controllo per le malattie del ministero
della Salute. La priorita', adesso, e' evitare che il virus portato
in Italia dagli uccelli migratori possa contaminare gli allevamenti
e nello stesso tempo prosegue la ricerca sul vaccino per essere pronti
ad affrontare un'eventuale pandemia. BASSISSIMO RISCHIO PER UOMO:
al momento il virus H5N1 puo' trasmettersi soltanto dagli animali
all'uomo e in Italia le occasioni che l'uomo vanga a contatto diretto
con animali malati sono molto rare. Le uniche persone a rischio, ha
detto Crovari, sono coloro che toccano i volatili selvatici morti
per l'H5N1 senza utilizzare misure di protezione, come guanti e mascherina.
PROTEGGERE GLI ALLEVAMENTI:
e' la priorita' indicata da Crovari. ''Gli uccelli migratori percorrono
le loro rotte e sostano in localita' note, tuttavia e' possibile che
volatili malati riescano a penetrare in allevamenti. Sappiamo - ha
osservato - che questo potrebbe succedere in qualsiasi momento''.
VIRUS H5N1 OBIETTIVO PER VACCINO:
sono una decina le sperimentazioni avviate in tutto il mondo contro
diversi ceppi del virus dell'influenza aviaria. Non c'e' dubbio che
l'H5N1 sia uno dei quattro virus sui quali la ricerca e' considerata
ad alta priorita', insieme ai ceppi H6, H7 e H9. Tutti, infatti, hanno
provocato finora infezioni da animali a uomo, ma nessuno da uomo a
uomo. DUE VACCINI GIUNTI AI TEST SU UOMO:
sono diretti entrambi contro il virus H5N1 i due vaccini che sono
nella fase piu' avanzata dei test sull'uomo. Il primo, messo a punto
dalla Chiron, ha completato con risultati positivi la prima fase della
sperimentazione, su 75 persone. ''Abbiamo avuto risultati buoni -
ha detto Crovari - e abbiamo messo a confronto varie tipologie di
formulazione al fine di individuare quella piu' adatta''. Adesso tutto
e' pronto per passare alla seconda fase, che coinvolgera' 550 persone
a Genova, Siena e Chieti. Tante le richieste di arruolamento, molte
delle quali vengono da volontari che hanno superato i 60 anni. L?arruolamento
dei volontari per la fase 2 dei test e' in corso anche negli Stati
Uniti, dove si sta sperimentando un altro vaccino anti-H5N1 sviluppato
grazie a un contratto fra l'azienda Sanofi-Pasteur e i National Institutes
of Health.
Intanto il virus si diffonde in
Grecia e nei Balcani
Il virus H5N1, il piu' letale tra gli agenti patogeni dell'influenza
aviaria, continua a diffondersi nei Balcani. Cresce, soprattutto,
la preoccupazione in Grecia in seguito al ricovero di due giovani
a Salonicco. Questa la situazione nella regione:
GRECIA. Un adolescente di 15 anni e un cacciatore di 29 sono stati
ricoverati in due diversi ospedali di Salonicco (nord), la zona dove
sono stati trovati i cigni morti a causa del virus dell'aviaria. In
entrambi i casi i test iniziali sono stati negativi, ma si resta in
attesa dei risultati di altre analisi, previsti entro uno o due giorni.
Le autorita' sanitarie greche hanno scoperto oggi un nuovo focolaio
nell'isola di Skyros, nel Mare Egeo, dove un'oca selvatica migratrice
e' stata trovata morta. In seguito, un portavoce del Ministero dell'Agricoltura
ha rivelato che l' animale era affetto da una forma del virus altamente
patogena che di solito colpisce i cigni. Nell'isola, che conta circa
3 mila abitanti, sono gia' state adottate tutte le misure di prevenzione
previste dall' Unione europea. Le autorita' sanitarie hanno inoltre
proibito la caccia nel nord del Paese e Panagiotis Efstathiu, responsabile
dell' unita' di crisi del ministero della Sanita', ha lanciato un
appello alla popolazione nel quale vieta a tutti di prendere in mano
uccelli morti. E' stato anche proibita la vendita di uova e carne
bianca prodotta da allevamenti che si trovano nell'arco di 3 chilometri
dal focolaio. Intanto, secondo dei dati ufficiali, il consumo di pollame
e' crollato, calando del 95%, da quando, sabato, e' stato confermato
che la morte di un cigno era dovuta al virus dell' aviaria. Ad Atene
molti hanno chiesto alle autorita' sanitarie consigli preventivi e
diverse ambasciate hanno predisposto misure di sicurezza in caso di
crisi. Il ministero dell'Economia ha sbloccato un finanziamento straordinario
di un milione di euro in favore del ministero della Sanita' per coprire
le spese necessarie all'acquisto di maschere e di indumenti protettivi.
Anche il ministero dell' Istruzione ha avviato una campagna d'informazione
e ha fatto distribuire opuscoli in tutte le scuole.
RUSSIA. L'influenza aviaria ha colpito la regione di Krasnodar e il
Daghestan e minaccia di investire tutto il Caucaso russo, dove il
servizio veterinario del ministero dell'agricoltura ha deciso di intensificare
il monitoraggio per impedire una diffusione dell'epidemia a macchia
d'olio.
BULGARIA. Il virus H5 dell'influenza aviaria, che non e' sempre necessariamente
patogeno, e' stato identificato ieri per la quarta volta in Bulgaria
su un cigno morto. Campioni del volatile verranno ora sottoposti ad
ulteriori esami per accertare l'eventuale presenza dell'H5N1.
ROMANIA. La polizia di Craiova (sud) sta cercando, per vaccinarli
contro l'influenza umana, una decina di Rom che avrebbero comprato
e mangiato polli contagiati dal virus H5N1. In Romania sono stati
registrati 29 focolai di influenza aviaria, una ventina dei quali
sono gia' stati dichiarati sotto controllo.
BOSNIA. Un'equipe di esperti sta analizzando campioni prelevati da
tre cigni trovati nei pressi di Jaice (centro) e Tuzla (nord) per
stabilire se la loro morte sia stata causata dall'aviaria. Secondo
le prime analisi, due dei tre cigni sono risultati negativi, Il governo
bosniaco si appresta a vietare l'importazione di volatili o di prodotti
derivati da Slovenia, Italia, Bulgaria e Grecia.
CROAZIA. Il governo ha deciso di vietare le importazioni di volatili
dalla Slovenia e ha precisato che presto saranno aggiunte alla lista
Italia, Bulgaria e Grecia.
SLOVENIA. La Commissione europea a Bruxelles ha annunciato che e'
scattata nel pomeriggio la procedura scritta che conferma per la Slovenia
le misure comunitarie applicate di fronte alla presenza di influenza
aviaria da virus H5N1.
Due bambini ricoverati in Romania
Due bambini del villaggio romeno di Topraisar, dove di recente e'
stato identificato il virus dell'influenza aviaria in volatili domestici,
sono stati ricoverati in ospedale ieri con sintomi di influenza. Secondo
quanto hanno annunciato le autorita' locali, si tratta di due fratelli
di quattro e sette anni che erano in vacanza alla fattoria dei nonni
a Topraisar, dove negli ultimi giorni 30 volatili sono stati trovati
morti. Sui bambini sono stati riscontrati finora soltanto sintomi
di influenza umana, ma essi resteranno ancora sotto osservazione nell'ospedale
di Costanza, sul Mar Nero. ''I laboratori di Bucarest hanno accertato
la presenza del virus aviario nei volatili della fattoria di Constantin
Iftime (il nonno dei due bambini ricoverati), tutti i 30 volatili
della fattoria sono morti in soli tre giorni lo scorso fine settimana'',
ha detto Grigore Mertoiu, capo della direzione veterinaria della regione.
''Abbiamo raccolto campioni anche da altri volatili del villaggio
di Topraisar e aspettiamo adesso i risultati dai laboratori di Bucarest'',
ha precisato. Topraisar e' il 29/o focolaio di influenza aviaria scoperto
in Romania da quando la presenza del virus e' stata accertata per
la prima volta nel Delta del Danubio l'ottobre scorso. Finora comunque
non sono stati registrati casi di contagio umano.
Le rotte migratorie non solo verso
sud
13/02 Ipotesi e soltanto ipotesi: nell emergenza scatenata dagli
uccelli contagiati dal virus H5N1 non ci sono certezze sulla provenienza
dei bellissimi cigni reali. Difficile sapere infatti da dove sono
partiti quelli ritrovati morti o gia agonizzanti in questi giorni
nel Meridione, un informazione importante per prevedere eventuali
nuovi arrivi. Certo e che gli animali vanno dove trovano condizioni
climatiche meno rigide e hanno disponibilita di cibo. Inutile fare
strada in piu se non e necessaria, significa faticare di piu per tornare
a casa. Tutta l Italia, in fondo, puo essere considerata una rotta
di migrazione, ha spiegato Fernando Spina, biologo dell Istituto nazionale
per la fauna selvatica (Infs) - ma e verosimile pensare che si tratti
di uccelli infettati non molto tempo fa, spinti da latitudini piu
settentrionali fino a quelle italiane a causa del freddo inusuale
che ha investito l Europa centrale . Solo una piccola deviazione insomma,
rispetto alla solita strada. Non esclude invece che possano arrivare
dal Nord della Tunisia l esperto di Legambiente, Antonino Morabito,
visto che al Sud uccelli acquatici ce ne sono sempre stati e la Sicilia
e un luogo di sosta comune, a distanza di poche ore di volo dall Africa
. Prevedere questi arrivi forse sarebbe stato possibile se il piano
nazionale di monitoraggio sui migratori non si fosse fermato il 31
gennaio e non avesse interessato solo poche aree del Paese, a causa
di mancanza di fondi: questa l accusa di Legambiente al governo. Fermo
restando che e vero che il governo non abbia risorse per il monitoraggio
e che i nostri rilevatori lavorano su base volontaria (cioe gratis)
commenta Fernando Spina dell Infs - bisogna dire che in tutta Europa
i censimenti di uccelli acquatici si fanno nelle ultime tre settimane
di gennaio, e cosi e stato fatto anche da noi in Italia. Certo ha
aggiunto il biologo - ci dovrebbe essere un maggiore sforzo in un
periodo di maggiore vigilanza come questo . Non ci sono motivi di
panico comunque. La grande migrazione c e gia stata ad ottobre/novembre
spiega Danilo Selvaggi della Lipu e gli animali presto torneranno
nel Nord Europa. I 15/20 casi nella Ue sono assolutamente irrilevanti
rispetto ai milioni di uccelli migratori. Non dimentichiamoci che
l emergenza e quella del contagio attraverso gli allevamenti tenuti
in condizioni pessime ricorda l esperto della Lipu Non c e nessun
rischio diretto dal contatto con un uccello selvatico, basta guardare
ai casi rilevati fino ad ora. Senza sottovalutare la questione, il
problema degli uccelli migratori forse non e quello principale . L
appuntamento fissato per fare piu luce sulla situazione e per domani,
in una riunione al Ministero della Salute, alla quale partecipano
sia associazioni ambientaliste sia esperti dell Istituto nazionale
di fauna selvatica.
Calabresi divisi nei consumi, ma
molti non rinunciano al pollo
C' e' chi il pollo e le uova sulla propria tavola non li mette da
mesi e addirittura ha smesso di andare a caccia per il timore del
contatto con i volatili, ma c' e' anche chi da' fiducia agli allevatori
italiani ed al sistema dei controlli predisposti dal Ministero della
Salute per fronteggiare l' influenza aviaria e continua a fare uso
delle carni bianche. E' variegato il quadro delle reazioni dei consumatori
calabresi alla luce della notizia del ritrovamento, proprio in Calabria,
di un cigno morto affetto dal virus dell' aviaria. Il lunedi', in
Calabria, e' un giorno particolare per quanto riguarda l' alimentare.
Infatti e' il giorno in cui minore e' l' afflusso negli esercizi del
settore. Tuttavia, per le strade di Catanzaro, qualcuno che si aggira
per fare la spesa si trova. E le risposte sono tra le piu' disparate.
Raffaele, impiegato alla Regione, si preoccupa soprattutto delle uova
e del loro utilizzo per la realizzazione di dolciumi. La stessa preoccupazione
che ha Carla, bancaria. ''Per quanto mi riguarda - spiega - il problema
principale e' costituito dalle norme igieniche che vengono seguite
nei laboratori. Ci dovrebbe essere la certezza di come le uova vengano
trattate prima della lavorazione. E poi, per certi dolci, vengono
utilizzate uova crude. E' da mesi che non mangio cose del genere.
Cosa utilizzo al posto del pollo? Pesce e carni rosse''. Anche Francesco
rientra nella categoria di coloro che la carne di pollo non la mangia
da un pezzo. Non solo, da quando il virus dell' aviaria e' giunto
in Europa, ha anche smesso di andare a caccia nel timore del contatto
con i volatili. ''Non mi fido - afferma - quando la situazione si
sara' normalizzata vedremo''. Ma non tutti rinunciano al gusto del
pollo. Michele, muratore, lo mangia, anche se stamani non ha intenzione
di comprarne. ''Non lo faccio per via delle notizie sul virus - spiega
- ma solo perche' l' ho mangiato ieri, arrosto. Ed era ottimo. A casa
mia, comunque, ne facciamo un uso regolare''. Dello stesso avviso
e' Simona, impiegata, ''Anche dopo la notizia del ritrovamento del
cigno morto - afferma - in casa mia il pollo lo si continua a mangiare
normalmente. Certo, visto il periodo, mi rivolgo soprattutto a prodotti
allevati in maniera tale da garantire una certa sicurezza sui controlli
e sulla qualita'. Ma non mi faccio grandi problemi. E' un tipo di
carne che piace a tutta la mia famiglia e per adesso non intendo rinunciarvi''
La Coldiretti convoca la consulta
zootecnica regionale
La Coldiretti della Calabria ha convocato per domani la consulta
zootecnica regionale per discutere della vicenda relativa all'influenza
aviaria. La riunione si terra' alle ore 10,00 nell'Hotel Lamezia.
Un esercito di veterinari in azione.
Altri da assumere per rafforzare i turni
L'esercito di veterinari sulle cui spalle pesa l'intero sistema dei
controlli contro l'aviaria, lavora a pieno regine, con turni rafforzati
e la reperibilita' per tutti nelle zone colpire. Sono in tutto 7.400
veterinari, di cui un terzo circa donne, quelli del servizio sanitario
pubblico: 5900 di ruolo ai quali si aggiungono 1200 convenzionati.
A questi se ne dovevano sommare, cosi' come previsto dalla legge finanziaria,
altri 300: assunzioni a tempo determinato ad hoc per l'emergenza aviaria.
Il piano per la distribuzione di queste assunzioni e' stato gia' fatto
ma ancora non e' stato possibile chiamare in servizio i nuovi professionisti.
E' questo il quadro della situazione riferito dal segretario nazionale
del sindacato dei veterinari pubblici, Aldo Grasselli, che comunque
tiene a sottolineare un aspetto positivo: ''il sistema dei controlli
ha funzionato''. ATTENZIONE H24. In una situazione di normalita' in
ogni asl c'e' un veterinario che durante la notte deve essere reperibile
per gli interventi di urgenza. ''In una situazione come questa, nelle
zone colpite, la reperibilita' riguarda tutto il personale veterinario''
ha aggiunto Grasselli. E lo sforzo nei controlli sull'aviaria rischia
di compromettere le normali attivita' di controllo. L'ATTREZZATURA.
Quanto necessario e' arrivato in tempo, assicura Grasselli. Il materia
di protezione per rendere sicuro il lavoro dei veterinari consiste
nei guanti, le tute di protezione, mascherine. Il minimo indispensabile
per evitare il contagio al momento del controllo negli allevamenti
e soprattutto se si tratta di andare a recuperare un animale.
Storace: Da stamane 3000 chiamate
al numero verde
''Da questa mattina al numero verde istituito al ministero della
Salute per l'emergenza aviaria e rivolto ai cittadini sono giunte
oltre 3000 telefonate''. Lo ha reso noto il ministro della Salute
Francesco Storace, annunciando che per la grande richiesta di informazione
da parte della popolazione l'orario del servizio sara' allungato fino
alle 20, anziche' fino alle 17 come previsto precedentemente. Il servizio
del numero verde sara' rafforzato, ha inoltre annunciato Storace:
''Le tante chiamante che stanno arrivando rappresentano un segnale
di fiducia da parte dei cittadini nelle istituzioni e rispetto alle
informazioni che il ministero - ha concluso Storace - sta dando per
contenere l'emergenza''. Un ingorgo di chiamate, poi risolto, si era
verificato questa mattina subito dopo l'apertura del servizio di informazione
attraverso il numero verde del Ministero della Salute 1500. L'annuncio
di ieri del ministro della Salute Francesco Storace del via al servizio
ha spinto centinaia di persone a tentare di avere risposte ma alcuni
problemi tecnici hanno creato difficolta' che si sono risolte nel
corso della mattinata. Gli esperti che rispondono sono in tutto 14,
fra medici e veterinari, ma non si esclude un rafforzamento del servizio
vista l'altissima richiesta. Il tempo medio di riposta, ha spiegato
Pietro Noe', veterinario che da questa mattina e' impegnato nella
Sala Urbani del ministero (nata dopo la Sars e battezzata proprio
con il nome del medico italiano morto in Vietnam dopo avere isolato
il virus) e' dai 3 ai 5 minuti e si stima che l'intera sala non possa
rispondere a piu' di 1000 chiamate l'ora. Il numero risulta cosi'
occupato e servono diversi tentativi per riuscire a prendere la linea.
Tante e spesso curiose le richieste giunte agli operatori. C'e' chi
ha paura anche che il gatto o il cane di casa porti la malattia dentro
le mura domestiche. Preoccupazione ovviamente smentita dagli esperti.
C'e' chi teme i pericoli che potrebbero arrivare dal proprio pollaio
o da quello dei vicini. Un uomo ha chiesto se faceva bene ad uccidere
tutte le galline per congelarle.
Il Lipu consiglia di evitare la
psicosi e l’uccisione sommaria degli uccelli
La Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu) invita a evitare ogni
forma di ''psicosi e affrontare la complessita' del problema ed a
fermare le uccisioni sommarie di uccelli selvatici: un metodo cruento
e riprovevole, nonche' assolutamente inutile se non addirittura controproducente
ai fini della lotta all'influenza aviaria''. ''Abbiamo appreso dalla
stampa - sostiene il direttore generale della Lipu, Elena D'Adrea
- di animali uccisi solo perche' sospettati di essere portatori del
virus. Sono azioni errate e inaccettabili, sia da un punto di vista
etico che da quello scientifico. Come ripetiamo da tempo, abbattere
gli animali non fa che disperdere sul territorio eventuali individui
malati e inoltre non aiuta a risolvere il problema piu' importante,
che e' quello di effettuare i controlli per accertare l' eventuale
presenza del virus e capire come limitarne la diffusione. Purtroppo
pero' i casi riscontrati in Italia stanno generando una vera e propria
psicosi che al momento e' del tutto ingiustificata e rischia di aggravare
anziche' contenere il problema''. La Lipu ricorda inoltre che ''in
nessun caso al mondo si e' verificato un passaggio del virus H5n1
da animali selvatici all'uomo; va inoltre ricordato che quello dell'
influenza aviaria e' al momento un problema soprattutto di carattere
veterinario, che va affrontato mettendo in sicurezza gli allevamenti
e facendo in modo che questi rispettino tutte le norme di biosicurezza;
e va ancora ricordato che puntare l'attenzione tutta sugli uccelli
migratori, peraltro vittime a loro volta del problema, significa perdere
di vista la grande complessita' della questione e quindi la possibilita'
di trovare ad essa una soluzione adeguata''. ''Dunque nessun panico
- ha concluso D'Andrea - ma la giusta preoccupazione che deve condurci
alle scelte piu' oculate, per le quali la Lipu e tutta BirdLife International
faranno la propria parte. E soprattutto nessuna azione sommaria contro
gli uccelli migratori, cosa che non tarderemo a denunciare alla magistratura''
Psicosi in Calabria, molte telefonate
alle forze dell’ordine
C'e' chi denuncia di aver visto per strada un uccello morto, che
vuole disfarsi delle galline che ha nel proprio giardino. E' scattata
la psicosi da virus aviaria in Calabria, con numerose telefonate che
i cittadini, da questa mattina, stanno affettuando al 112 ed al 113,
mentre sono ancora in pochissimi quelli che sanno dell'attivazione
del numero verde 1500 del ministero della Salute, al quale rispondono
medici specializzati. Gia' dopo la notizia del ritrovamento di un
cigno morto nella zona del lago dell'Angitola, nel Vibonese, i calabresi
avevano manifestato preoccupazione con telefonate ai centralini delle
forze dell'ordine, per avere maggiori notizie sul fatto e per segnalare
anche situazioni sospette. Dalla forze dell'ordine, che comunque stanno
girando le segnalazioni alle Aziende sanitarie competenti, arriva
l'invito a tutti i cittadini a rivolgersi al numero verede del ministero.
Cia: Allevamenti avicoli al tracollo,
oltre un miliardo di euro il danno subito
Siamo di nuovo alla ''psicosi da pollo''. In poco meno di due giorni
i consumi di polli hanno subito un pesante ridimensionamento. Per
gli allevamenti avicoli e' rischio tracollo. Da ottobre a dicembre
scorsi il settore ha subito un danno da 500 milioni di euro che ora,
dopo il moltiplicarsi di notizie che hanno generato ingiustificati
allarmismi, puo' superare abbondantemente il miliardo di euro. A denunciarlo
e' la Cia-Confederazione italiana agricoltori secondo la quale la
scoperta dei cigni infetti da virus H5N1 sta avendo riflessi fortemente
negativi non solo per la filiera del pollame, ma anche per le uova.
Nel momento in cui l'influenza aviaria bussa alle porte del nostro
Paese a causa delle migrazioni degli uccelli, la sicurezza per i consumatori,
secondo la Cia, passa dalla difesa del patrimonio produttivo degli
allevamenti avicoli italiani. Infatti, i nostri allevamenti possono
garantire la totale copertura dei nostri consumi interni. Ed in piu'
sono soggetti a costanti, rigorosi e giornalieri controlli che riguardano
oltre alla sanita' ambientale, i mangimi ed il benessere degli animali.
Tuttavia, la Cia esprime una forte preoccupazione per la recrudescenza
della ''psicosi aviaria'' che induce i consumatori ad allontanarsi
dalle carni avicole, distruggendo di conseguenza un settore della
nostra zootecnia di grande importanza. Un settore che da' occupazione
a 80.000 persone e ha un fatturato di 4 miliardi di euro (3 per le
carni e 1 per le uova). La Cia ribadisce che i polli italiani sono
sicuri. La stessa etichetta obbligatoria sulle carni avicole rappresenta
un elemento importante, permettendo ai consumatori di verificare in
modo chiaro la provenienza del prodotto e, quindi, di acquistare produzioni
nostrane sulle quali si sono espresse in maniera positiva sia la Fao
che l'Organizzazione mondiale della Sanita'. Per la Cia, dunque, in
Italia non ci sono pericoli da aviaria. Il problema resta quello dei
controlli alle frontiere che vanno necessariamente intensificati per
evitare importazioni illecite, specialmente da paesi del Sud-Est asiatico
dove focolai di aviaria sono tutt'altro che spenti. Contemporaneamente,
la Cia sollecita l' immediato rafforzamento delle campagne di comunicazione
al fine di mettere in risalto al consumatore la salubrita' delle carni
italiane, che continuano a mantenere l'etichetta di identificazione
e che garantiscono la loro qualita'. La Cia chiede con urgenza un
intervento dei ministeri competenti (Salute e Politiche Agricole)
per la difesa delle produzioni nazionali ed il conseguente reddito
degli allevatori.
Video: Dal TG di Ten
I servizi del TG TEN di lunedì sera sull'aviariacon le interviste
al Minsitro Storace e l'ass. Lo Moro