Controlli a tappeto per l’aviaria.
Fobie tra la gente. Trovato un altro cigno morto nel reggino. Non
bisogna toccare gli animali morti. Vertici sanitari in riunione. Timori
per gli allevatori calabresi per i consumi. Lo Moro: "Un problema
gli allevamenti domestici". le regioni colpite volgiono assumere
più veterinari.
12/02 Una riunione di oltre 4 ore e' servita agli esperti dell'Unita'
di crisi sull'aviaria per mettere a punto due documenti. Fra le righe
di questi (uno alla popolazione, uno per gli operatori) un appello:
non toccate gli animali morti. E dalla riunione esce anche una rassicurazione
per gli allevatori: se saranno danneggiati dal virus H5N1 potranno
essere rimborsati. Lo ha spiegato il ministro della salute Francesco
Storace al termine dei lavori. La norma, prevista anche in altri casi
di epidemie animali, contribuisce ad un maggior controllo della situazione,
evitando che gli allevatori possano nascondere casi di infezione.
Alcune galline morte trovate a Gela, per le quali non si hanno ancora
i risultati delle analisi, potrebbero essere infatti state abbandonate
dagli allevatori per paura di vedere danneggiato il proprio allevamento
in caso di malattia sospetta. In tutto sono 22 i cigni morti per sospetta
influenza aviaria trovati in Italia. Ma di tutti questi, solo per
5 e' stata accertata dalle indagini svolte a Padova la presenza del
virus H5N1. Rispetto a ieri, quando si contavano 21 cigni morti, oggi
si aggiunge il caso sospetto di Pescara. Per quest'ultimo, come per
il caso in provincia di Lecce, il penultimo individuato proprio ieri,
le analisi arriveranno pero' solo da domani. Inoltre, sei cigni sono
stati abbattuti a Barcellona in provincia di Messina. Sicilia, Calabria
e Puglia, presenti alla riunione dell'Unita' di crisi, chiedono di
potere rafforzare il servizio veterinario. La copertura economica
esiste gia' nella legge finanziaria dove si prevede, ha ricordato
il ministro della salute Francesco Storace, la possibilita' di 300
nuove assunzioni.
CONTROLLI A TAPPETO. In pratica in ogni regione sono stati avviati
dei controlli nelle zone umide e paludose, ritenute possibili rotte
per i migratori. Molti i casi giudicati ''sospetti'' solo per ragioni
precauzionali, per i quali i servizi veterinari hanno avviato i controlli.
5 LE ZONE DI PROTEZIONE E SORVEGLIANZA.
Le disposizioni stabilite con ordinanza dal ministro Storace sono
state applicate ovunque, hanno assicurato i rappresentanti regionali
presenti a Roma per la riunione dell'Unita' di Crisi. Le zone sottoposte
a queste misure per ora sono il comune di Pellaro in provincia di
Reggio Calabria, il comune di Pizzo Calabro in provincia di Vibo Valentia,
il comune di Manduria in provincia di Taranto, il comune di Taormina
in provincia di Messina e i comuni di Giarre e di Mascali in provincia
di Catania. A questi si potrebbe aggiungere l'area in provincia di
Lecce.
CIGNI ABBATTUTI E CACCIA VIETATA.
Con quest'ultima disposizione dell'ordinanza che riguarda solo i 10
chilometri di protezione e sorveglianza e' vietata, oltre la movimentazione
degli animali, anche ogni attivita' venatoria. Ma come hanno confermato
anche oggi le regioni, la norma riguardera' il futuro perche' la stagione
di caccia e' chiusa. Invece l'abbattimento dei cigni, come di altri
animali sospetti di essere stati contagiati e' gia' una realta'. Sei
cigni sono stati abbattuti a Barcellona vicino Taormina.
LE FOBIE.
Come era possibile immaginare con le prime notizie sono scattate anche
le fobie. Medici, Asl e numeri verdi sono stati ingolfati dalle domande
piu' curiose innescate dal timore del virus dell'aviaria. 'Dottore,
posso tenere il canarino in casa?'' e' stato chiesto all' Asl 3 di
Catania. Vittime della psicosi aviaria sono stati poi quattro volatili
sani che erano di un anziano agricoltore del messinese.Ha ucciso quattro
cigni domestici che aveva da anni in casa e li ha poi consegnati all'
Asl di Messina. Vittime della psicosi aviaria sono stati quattro volatili
sani che erano di un anziano agricoltore del messinese. L' uomo per
paura di un probabile contagio, che gli esperti ribadiscono inesistente,
ha eliminato gli animali e consegnato le carcasse ai veterinari dell'
Asl.
Trovato un altro cigno morto nel
reggino
Un cigno cenerino morto e' stato trovato oggi sulla spiaggia di Brancaleone,
sulla costa ionica reggina, dalla Guardia di finanza di Bianco. I
finanzieri hanno isolato la zona in attesa dell' arrivo dei medici
del servizio veterinario dell' Azienda sanitaria di Locri che hanno
provveduto a rimuovere l' animale. Il cigno sara' adesso inviato ad
uno dei laboratori specializzati per stabilire la causa della morte
ed accertare se fosse affetto dal virus dell' aviaria
Le regioni colpite vogliono assumere
più veterinari
Sicilia, Calabria e Puglia chiedono di potere rafforzare il servizio
veterinario. La copertura economica esiste gia' nella legge finanziaria
dove si prevede, ha ricordato il ministro della salute Francesco Storace,
la possibilita' di 300 nuove assunzioni. Gli assessori alla Salute
della Calabria Doris Moro e della Regione Puglia Tedesco, al termine
della riunione dell'unita' di crisi (dove erano presenti rappresentanti
anche della protezione civile, dei Nas con il comandante Emilio Borghini,
oltre ai tecnici del ministero, e il sindaco di Castel Sant'Angelo
in provincia di Rieti, Paolo Anibaldi in rappresentanza dell'Anci),
hanno spiegato di considerare la situazione sotto controllo, assicurando
che ovunque sono scattate da subito le misure previste con l'ordinanza
firmata ieri dal ministro che prevede la creazione di zone di protezione
nei 3 chilometri attorno a dove sono stati trovati gli animali ammalati
e di osservazione nei 7 chilometri successivi.
Ass. Lo Moro “Il problema
rimangono gli allevamenti domestici”
"L'obiettivo principale ora è quello di localizzare i
cigni in transito e isolare la possibilità di infezioni".
E' quanto afferma l'assessore alla sanità della regione Calabria,
Doris Lo Moro, presente quest'oggi alla riunione dell'Unità
di Crisi, che si è svolta al ministero della Salute. ''Non
dobbiamo comunque allarmarci - ha detto Lo Moro - perche' i cigni
frequentano delle zone umide, oasi tipo quella del lago Angitola.
In Calabria si stanno setacciando tutte le zone di questo tipo. Dobbiamo
comunque tenere presente - ha concluso l'assessore - che stiamo parlando
di cigni e non di volatili in generale''. “Importante - ha aggiunto
l'assessore - è anche evitare che ci siano contagi da cigni
o da animali selvatici ad animali domestici". Sulla numerosa
presenza di allevamenti rurali in Calabria Lo Moro ha detto che "il
problema sta nel fatto che non sempre se ne conosce l'ubicazione.
Ecco perché abbiamo allertato tutte le ASL e tutti i comuni.
Devo dire che l'unità di crisi ha operato con immediatezza
e in modo molto efficace. Questo da una certa tranquillità
anche se il problema rimane". ''La nostra struttura ha dimostrato
una buona strategia di contrasto. La situazione e' complessa perche'
ci sono allevamenti domestici e quindi c'e' la necessita' di stare
attenti''.
Numerose chiamate al numero verde
800-210144. Attivo il numero 1500
Sono numerose le chiamate che vengono fatte da ieri al numero verde
(800-210144) istituito presso l'unita' di crisi per l'aviaria della
Regione Puglia che era attivo gia' da tempo ma che nelle ultime ore
ha preso a squillare con grande intensita'. Alcune telefonante sono
di gente preoccupata che non sa come comportarsi di fronte ad alcune
situazioni che fino all'altro ieri avrebbe considerato normali: una
persona, ad esempio, ha chiamato per segnalare di avere trovato un
uccellino morto sul balcone di casa. Il personale che risponde cerca
di tranquillizzare tutti, ripetendo le norme di comportamento da seguire
e in questo caso ha consigliato di prendere contatti con il servizio
veterinario della Asl di riferimento che avrebbe inviato i propri
operatori per prelevare la carcassa e sottoporla ad esami per verificare
l'eventuale contagio. Per la maggior parte, comunque, spiega il personale
che risponde alle telefonate, la gente chiede chiarimenti e maggiori
spiegazioni sulla malattia, sul suo modo di propagarsi, sul rischio
di contrarla per l'uomo per via alimentare e su quali precauzioni
adottare. La preoccupazione principale riguarda il consumo di pollo
e di uova: a tutti gli esperti rispondo che con la cottura il virus
viene neutralizzato. La maggior parte delle segnalazioni arriva prevalentemente
dalle zone del tarantino e del Salento dove sono stati trovati i due
cigni morti. Molti chiamano per segnalare di avere visto animali migratori,
ma per lo piu' - spiegano all'unita' di crisi - poiche' questi avvistamenti
si verificano in aree gia' censite ci limitiamo a rassicurare chi
chiama sul fatto che in quella zona i controlli sono gia' stati fatti.
Molte chiamate arrivano infatti da persone che vivono vicino alle
aree interessate dai focolai. A costoro gli operatori spiegano che
quelle zone sono state delimitate per impedire l'accesso a curiosi
o a persone ignare e che comunque bisogna evitare di entrare in contatto
con animali selvatici vivi o morti. Qualora questo sia avvenuto, bisogna
lavarsi con cura (e' bene lavare anche i vestiti) e avvertire il servizio
veterinario della Asl di riferimento che provvedera' a rimuovere e
ad analizzare la carcassa.
Dal 13 settembre il Ministero della Salute risponde al numero di pubblica
utilità 1500, per fornire informazioni sull’influenza
aviaria. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì
dalle 9.00 alle 17.00
Scattate le misure di sicurezza
nel vibonese
Sono scattate, nella zona della provincia di Vibo Valentia in cui
è stato trovato il cigno morto risultato positivo all'esame
del virus H5N1, le misure di sicurezza anti-aviaria. Oggi, il Prefetto
Paola Basilone, in seguito a una ordinanza del Ministro Storace, ha
convocato una riunione di tutti i sindaci da coinvolgere nella ordinanza
stessa insieme ai rappresentanti del comitato provinciale per l'ordine
alla sicurezza pubblica e al direttore generale dell'Asl. Nella riunione
è stato diramato il contenuto dell'ordinanza ministeriale che
prevede l'istituzione di due zone: una denominata ''di protezione''
che comprende i comuni confinanti con il lago Angitola (dove è
stato trovato il cigno) o immediatamente vicini ad esso, cioè
Maierato, Monterosso Calabro, Polia, Francavilla Angitola e Pizzo;
l'altra denominata ''zona di sorveglianza'' che comprende i comuni
di Filadelfia, Capistrano, San Nicola da Crissa, Vallelonga, Vazzano,
Filogaso, Stefanaconi, Sant'Onofrio e Vibo Valentia. Nelle due zone
saranno adottati differenti provvedimenti mediante ordinanza da parte
dei sindaci, su proposta dei servizi veterinari dell'Asl di Vibo.
In queste ordinanze, in particolare, saranno disciplinati gli aspetti
relativi alla movimentazione dei volatili e quelli relativi alla ''vigilanza
e ai controlli'' da effettuare sugli allevamenti avicoli delle zone
interessate, oltre a ulteriori provvedimenti tecnici contenuti nel
testo delle stesse ordinanze. E' prevista anche la promozione di interventi
di sensibilizzazione e di educazione sanitaria, rivolta agli operatori
interessati, e la sospensione della attivita' venatoria nei comuni
delle due zone. ''Pur con cautela - è scritto in un comunicato
dall'Asl - e'opportuno segnalare alla popolazione che sono stati tempestivamente
effettuati da parte della unita' di crisi di Vibo tutti gli interventi
previsti dalle normative e dalle linee guide tecnico-scientifiche,
in costante contatto con la unita' di crisi della Regione Calabria,
mentre e' in corso un attento monitoraggio della salute umana e animale
al fine di prevenire ogni possibile rischio. Tutto cio' per adottare
tutti i provvedimenti che il caso richiede allo scopo di evitare allarmismi
che al momento non avrebbero fondamento''. Su iniziativa dell'assessorato
alla Tutela della salute della Regione Calabria nella sede della Asl
di Vibo Valentia, inoltre, si e' riunita l'unita' di crisi che ha
avviato due distinti accertamenti: uno per l'accertamento delle conseguenze
sulla salute umana e l'altro sulla salute animale, al fine di verificare
una possibile diffusione epidemica dell'aviaria. L'azienda sanitaria,
nell'ambito del primo accertamento, ha identificato i tre operai del
consorzio di bonifica che il primo febbraio avevano scoperto il cigno
risultato infetto. Le tre persone sono state immediatamente convocate
nella sede dell'Asl e, in seguito all'anamnesi e all'esame obiettivo,
e' stato al momento escluso ogni possibile contagio. Allo stesso tempo
è stato effettuato un sopralluogo nell'oasi della Angitola
per accertare il luogo dove e' stato scoperto il cigno morto per verificare
l'eventuale presenza di altri uccelli morti o ammalati. L'esplorazione
da parte dei vigili del fuoco, effettuata con un gommone, per ora
ha dato esito negativo. I controlli continueranno nel corso della
giornata, anche mediante una visita a tutte le aziende agricole circostanti
che posseggono volatili da cortile. Domani, invece, è attesa
una visita nella provincia di Vibo Valentia del Ministro della Salute,
Francesco Storace, che incontrerà l'assessore regionale alla
Sanità, Doris Lo Moro "per approfondire la situazione",
come ha dichiarato lui stesso.
L’AS di Crotone smentisce
il ricovero di contagiati
Il direttore generale dell' Azienda sanitaria di Crotone, Thomas
Schael, ha smentito la notizia diffusa oggi da alcuni organi di informazione
secondo la quale un bambino sarebbe stato ricoverato dopo avere toccato
un pollo morto. ''Nel reparto di rianimazione dell' ospedale di Crotone
- ha detto Schael - e' ricoverato un bambino affetto da sospetta encefalite,
patologia che non ha niente a che vedere con il virus dell' aviaria''.
''Ovviamente - ha aggiunto Schael - anche a Crotone, come in tutti
i distretti sanitari, c' e' la massima attenzione al problema''.
L’AS di Vibo “Non ci
sono motivi per allarmismO”
L' unita' di crisi dell' Azienda sanitaria 8 di Vibo Valentia ha
attuato tutti gli interventi previsti e al momento non ci sono motivi
di allarmismo. E' quanto sostiene la stessa As in relazione al ritrovamento,
sul lago Angitola, di un cigno morto affetto da influenza aviaria.
''Pur con la cautela che il caso richiede - e' scritto nella nota
dell' Azienda - e' opportuno segnalare alla popolazione che sono stati
tempestivamente effettuati da parte dell' Unita' di crisi dell' As
n 8 tutti gli interventi previsti dalle normative e dalle linee guida
tecnico-scientifiche, in costante contatto con l' Unita' di crisi
della Regione Calabria, mentre e' in corso un attento e competente
monitoraggio della salute sia umana che animale al fine di prevenire
ogni possibile rischio. Tanto per adottare tutti i provvedimenti che
il caso richiede ma anche allo scopo di evitare allarmismi che al
momento non avrebbero fondamento''. L' As ha ricevuto ieri una informativa
dall' assessorato regionale alla Tutela della Salute che segnalava
nell' oasi di Angitola, tra i comuni di Monterosso e Maierato, la
scoperta di un cigno reale risultato positivo all' esame del virus
H5N1. In seguito ad una riunione, convocata d' urgenza, dal dirigente
generale dell' assessorato, Raffaele Faillace, si sono incontrati
nella sede dell' As 8, i componenti l' Unita' di crisi regionale Rubens
Curia, dirigente del settore prevenzione della Regione, Giorgio Piraino,
dirigente del servizio veterinario dello stesso Assessorato, Francesco
Casalinuovo, direttore dell' Istituto zooprofilattico sperimentale
di Catanzaro, con il direttore generale dell' As, Francesco Talarico,
il direttore sanitario aziendale, Alfonso Luciano ed i componenti
dell'Unita' di crisi dell' azienda, Francesco Massara, direttore del
dipartimento di prevenzione, e Mario Mazzeo, Pasquale Rombola' e Saverio
Paglianiti.
Altro caso sospetto in provincia
di Pescara
12/02 Sono 22 i cigni trovati morti fino ad oggi in Sicilia, Calabria
e Puglia. Di questi, cinque sono stati colpiti dal virus H5N1; e oggi
si è aggiunto nuovo caso sospetto nella provincia di Pescara.
Questi gli ultimi dati sull'aviaria nel nostro Paese, forniti dal
ministro della Salute, Francesco Storace, durante una conferenza stampa
che si è svolta questo pomeriggio a Roma. Storace ha, inoltre,
lanciato un appello a tutti i cittadini affinchè non tocchino
animali morti. "A questo proposito - ha detto Storace - oggi,
durante l'unità di crisi abbiamo lavorato su un documento con
i consigni alla popolazione; ne abbiamo preparato anche un secondo
rivolto invece agli operatori". I due testi, che verranno inviati
a tutte le regioni e a tutti i comuni, contengono alcune indicazioni
importanti. Davanti a volatili morti, ad esmpio, è "necessario
chiedere l'intervento dei servizi veterinari delle Usl o dei vigili
del fuoco, in caso di contatto con gli animali lavarsi accuratamente
e lavare gli indumenti". Il ministero della Salute ha poi riattivato,
dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, il numero verde
1500 per qualsiasi informazione sull'argomento. Storace ha annunciato
che domani si recherà nelle regioni che hanno registrato alcuni
casi di influenza aviaria: andrà a Giarre, in Sicilia; a Pizzo
Calabro, in Calabria ; e a Manduria, in Puglia. Lì incontrerà
gli assessori regionali alla sanità e in qualche caso anche
i presidenti di Regione. Il ministro della Salute ha aggiunto che
gli allevatori che un domani dovessero essere danneggiati dal virus
H5N1 potranno essere rimborsati per i danni subiti a causa dall'infezione.
La norma, prevista anche in altri casi di epidemie animali, contribuisce
a un maggior controllo della situazione, evitando che gli allevatori
possano nascondere casi di infezione. Domani, intanto, arriveranno
dal centro di Padova i risultati delle analisi sul caso sospetto di
Lecce. Nei prossimi giorni quelli del cigno trovato morto nella provincvia
di Pescara.
A Roma grandi esperti a confronto
Mentre monta l'allarme per l'influenza aviaria - questa mattina il
ministro Francesco Storace ha presieduto il vertice dell' unita' di
crisi con i rappresentanti delle tre regioni a rischio, Sicilia, Calabria
e Puglia e domani sara' in Sicilia - alcuni tra i massimi esperti
del virus, che ha fatto piu' di 70 morti in Estremo Oriente - si ritrovano
a Roma, oggi, alle 15, all'Auditorium Parco della Musica, in occasione
del convegno 'Capire l' evoluzione per combattere la prossima pandemia',
moderato dal biologo molecolare Edoardo Boncinelli dell' Universita'
Vita e Salute di Milano. All' incontro, organizzato dalla rivista
Darwin in occasione del Darwin Day - gli eventi culturali internazionali
che il 12 febbraio celebrano il giorno della nascita dello scienziato
per avvicinare il pubblico alla teoria dell' evoluzione - partecipano
Stephen Morse (Columbia University); Ann Reid (National Academy of
Sciences); Richard Webby (St Jude Hospital, Memphis); Rino Rappuoli
(Chiron Vaccines); Mauro Delogu (Universita' di Bologna). I conferenzieri
interverranno sulla situazione ecologica dei virus dell' influenza,
un modo concreto di celebrare l' anniversario della nascita di Charles
Darwin mostrando 'la straordinaria attualita' delle sue idee sui meccanismi
del cambiamento evolutivo proprio rispetto a una tematica come l'
evoluzione dei virus influenzali che intercetta problemi scientifici,
rischi sanitari e prospettive della medicina'. Ann Reid ha lavorato
per lungo tempo all' Armed Forces Institute of Pathology con Jeffrey
Taubenberger. Il gruppo ha firmato una serie di lavori sul virus della
Spagnola del 1918 a partire da campioni biologici prelevati dalle
vittime dell' influenza, caratterizzandone gli aspetti molecolari
che successivamente hanno consentito di ricreare il virus in laboratorio.
Da questa ricerca e' stato possibile comprendere le caratteristiche
che hanno reso questo virus cosi' letale. Richard Webby ha firmato
con Robert Webster, e in collaborazione con il gruppo di microbiologi
dell' Universita' di Hong Kong, una serie di importanti lavori sulla
caratterizzazione e sugli aspetti evolutivi del virus aviario H5N1
che ha complessivamente provocato piu' di 70 vittime nel Sud-Est asiatico.
I lavori di Webby hanno svelato i molti aspetti di questo virus aviario
che per anni ha circolato in Cina per espandersi successivamente in
molti paesi dell' area. Rino Rappuoli - che parlera' della 'corsa
per il vaccino H5N1' - e' fra i pionieri della cosiddetta 'reverse
vaccinology', una nuova tecnica che a partire dalle informazioni sul
genoma di un patogeno consente di produrre vaccini che non e' possibile
sviluppare con le tecniche classiche. E' membro della National Academy
of Sciences, co-chairman della Task Force di Global Alliance for Vaccines
and Immunization (GAVI), un programma internazionale per combattere
le malattie infettive nel Terzo Mondo. Mauro Delogu dell' Universita'
di Bologna - la cui relazione si incentrera' sul 'reservoir selvatico
delle influenze aviarie' - lavora da 12 anni sulla sorveglianza dei
virus aviari nella fauna selvatica italiana e si deve a lui la scoperta
del primo caso di H5N1 a bassa patogenicita' in un germano reale.
Alcuni lavori di Delogu dimostrano che nelle anatre selvatiche che
svernano in Italia sono stati isolati virus non patogeni e con una
ridotta frequenza di mutazioni, a conferma del fatto che in queste
specie la replicazione del virus avviene in condizioni naturali e
in assenza di malattia.
Webby “Non sappiamo se l’H5N1
diventerà pandemico”
''Noi non sappiamo se H5N1 potra' diventare un virus pandemico, il
problema e' che a livello di ricerca di base non sappiamo quali e
quanti cambiamenti genetici devono avvenire per permettere cio'''.
E' quanto dichiarato da Richard Webby, super esperto del virus aviario
H5N1 che lavora presso il St. Jude Hospital Memphis, durante il Darwin
Day in corso all'Auditorium di Roma. ''Quello di una possibile pandemia
- ha spiegato lo scienziato che ha compiuto una serie di importantissimi
lavori per scoprire le proprieta' e gli aspetti evolutivi di H5N1
- non e' un problema di cui potremo liberarci a breve-medio termine'',
quindi dobbiamo fare quanto piu' possibile per proteggere uccelli
ed altri animali che possono eventualmente essere veicolo di infezione.
Il virus con cui abbiamo a che fare ora e' molto virulento, ha spiegato
l'esperto, forse il peggiore finora; proteggere gli allevamenti di
pollame, ha proseguito Webby, con buoni vaccini sembra adesso una
delle poche strategie preventive a disposizione. Solo con buoni vaccini,
infatti, ha sottolineato l'esperto, si puo' impedire che il virus
H5N1 o altri virus aviari possano passare da uccelli selvatici, come
le anatre, al pollame. ''Molti dicono che siccome il virus H5N1 e'
in circolazione dal '97 - ha osservato lo scienziato - una pandemia
causata da esso non dovrebbe verificarsi mai''. Ma questa e' solo
un' ipotesi, ha rilevato l'esperto, nessuno sa il potenziale pandemico
di questo virus e le sue capacita' di adattarsi agli esseri umani.
Infatti, ha spiegato Ann Reid del National Accademy of Science americana,
in base a studi eseguiti su campioni dell' influenza pandemica del
1918, la spagnola, e' emersa la possibilita' di virus aviari di passare
direttamente da uccelli alla specie umana senza bisogno di ricombinazione,
cioe' di rimescolamento genetico con altri virus, ma direttamente
grazie a una serie di mutazioni consequenziali nel loro Dna. Anche
se la spagnola ed H5N1 non sono tra loro collegati, ha aggiunto la
Reid, gli studi sul virus del 1918 indicano che potrebbero esserci
molteplici fonti di virus potenzialmente pandemici e che quindi e'
importante estendere il controllo su tutti gli animali possibile veicolo
di trasmissione virale all'uomo. Date le poche conoscenze sulle proprieta'
e sulle caratteristiche che potrebbero rendere H5N1 pandemico, ha
concluso Webby, le armi a disposizione sono: controllo stringente
su animali e, se la pandemia si verificasse, l'uso di antivirali e
di vaccini prodotti ad hoc contro il ceppo pandemico.
L’Istututo zooprofilattico:
“Ce lo aspettavamo”
Stefano Marangon, direttore sanitario dell' Istituto Zooprofilattico
Sperimentale delle Venezie, non e' sorpreso dell' arrivo del virus
H5N1 in Italia. "Ce lo aspettavamo", dice alla "Stampa"
il responsabile della struttura che ha accertato la presenza dell'
aviaria nei cinque cigni selvatici arrivati nei laboratori di Legnaro
(Padova) da Calabria, Puglia e Sicilia. "Dopo che in Bulgaria,
Romania, Grecia e Croazia era stata accertata la presenza del virus
nei cigni selvatici non ci siamo stupiti che questi test risultassero
positivi". Secondo Marangon, in Italia ci sono tuttavia "tutte
le condizioni perche' il virus non si diffonda come e' avvenuti in
altri Paesi". "Da noi non esiste un' agricoltura rurale
come in Turchia e in altri Paesi, con un contatto diretto, molto ravvicinato
e spesso senza alcuna protezione tra uomo e animali". Non basta
toccare gli animali infetti per essere contagiati, "e la prova
e' che non si e' mai registrato un caso di contagio tra tutti gli
operatori". Per il direttore dell' Istituto padovano "i
livelli di attenzione, in ogni caso, sono molto elevati, il piano
pandemico e' pronto, i servizi sanitari sono in allerta".
I cigni siciliani consegnati a mani
nude: una storia incredibile
''Mi hanno consegnato i cigni malati a mani nude, senza usare guanti,
ma per fortuna tutti ora siamo fuori pericolo''. Lo dice Luigi Lino,
presidente del centro di recupero dell'Avifauna selvatica di Catania,
l' uomo che ha recuperato dopo le varie segnalazioni gli otto cigni
malati di aviaria trovati in Sicilia orientale. ''Adesso Storace dice
che non si devono toccare gli animali - continua Lino - ma prima non
si sapeva. Tutti quelli che hanno portato gli uccelli lo hanno fatto
senza usare misure precauzionali''. Tra il 2 e il 3 febbraio Lino
e' andato a recuperare gli uccelli malati per portarli al centro di
Catania, dove sono stati isolati in una stanza con quattro porte blindate.
''La prima segnalazione - racconta Lino - e' arrivata dall'ufficio
del Wwf di Isolabella a Taormina che mi ha consegnato due cigni in
evidente sofferenza. Quasi contemporaneamente ne sono stati trovati
altri due a Giarre e a Mascali dai carabinieri. In serata mi ha chiamato
poi la Lipu di Siracusa che aveva recuperato due esemplari. Il giorno
dopo due cigni sono stati segnalati a Ognina e Aci Castello dai vigili
urbani che me li hanno subito consegnati''. ''Abbiamo subito avvertito
la Asl - dice Lino - che ha preferito lasciare i cigni nel nostro
centro, perche' perfettamente isolati. Li sono venuti a prendere in
un secondo momento, quando ne e' stata accertata la morte''. Nel centro
sono state utilizzate tutte le misure di sicurezza e gli operatori
dell'Asl sono entrati nella stanza con speciali tute, poi andate nell'inceneritore.
Due animali, che soffrivano, sono stati invece abbattuti. ''Non c'e'
alcun motivo di creare allarmismi - conclude - Il lavoro dell'Asl
3 di Catania e' stato eccezionale, tutto e' stato disinfettato e chi
e' venuto in contatto con gli animali e' fuori pericolo. Proprio oggi
a pranzo ho mangiato carne di pollo perche' ho assoluta fiducia nei
controlli. Non ho mai visto tanta attenzione e tanta collaborazione
tra noi, l'Asl e l'istituto zooprofilattico. Sono sicuro che tutti
hanno lavorato bene e con la massima solerzia''. Nelle liste dell'Asl,
per i controlli di rito, sono state inserite circa venti persone venute
in contatto con gli animali.
Escluso il contagio per chi ha toccato
il cigno
Sono state identificate e gia' sottoposte ad esami, che hanno escluso
un possibile contagio, le tre persone che sono venute in contatto
con il cigno morto sul lago Angitola, nel vibonese, e trovato affetto
dall' influenza aviaria. Lo rende noto l' Azienda sanitaria 8 di Vibo
Valentia, che dopo l' allarme scattato ieri ha immediatamente provveduto
alla ricerca di coloro che erano entrati in contatto con l' animale.
I tre sono stati convocati nella sede dell' Azienda ed in seguito
all' anamnesi e all' esame obiettivo effettuati e' stato al momento
escluso un possibile contagio. I controlli clinici, in ogni caso,
proseguiranno nei giorni successivi.
Il rischio di contagio per gli operatori
è basso
Per le persone che lavorano a contatto con volatili infetti, e dunque
anche per gli incaricati dell'abbattimento degli animali malati, il
rischio di contrarre l'infezione dell'influenza aviaria e' ''molto
basso''. Lo sottolinea il Centro nazionale per la prevenzione e il
controllo delle malattie (Ccm) del ministero della Salute, che ha
elaborato un documento in cui vengono specificate le misure di prevenzione
e protezione nei confronti degli operatori esposti a focolai di influenza
aviaria. Il documento, presentato oggi durante la riunione dell'unita'
di crisi sull'aviaria e che sara' ora inviato alle regioni, prevede
sei principi base di protezione per gli operatori, incluso un uso
limitato dei farmaci antivirali e la copertura vaccinale contro l'influenza
stagionale.
BASSO RISCHIO CONTAGIO PER CHI LAVORA CON ANIMALI INFETTI
Per l'influenza piu' pericolosa, la A/H5N1, si afferma nel documento,
''il rischio di infezione sembra essere molto basso. Infatti, sebbene
ci siano state grandi epidemie di A/H5N1 negli uccelli nel sud-est
asiatico, sorprendentemente ci sono stati pochi casi di infezione
umana''.
SEI PRINCIPI BASE PER LA PROTEZIONE DEGLI OPERATORI
Queste le misure indicate dagli esperti: controllo dell'infezione
nei volatili; riduzione al minimo delle persone esposte allontanandole
da infezioni animali (all'abbattimento dei volatili deve essere destinato
soltanto il personale adeguatamente formato e strettamente necessario
a svolgere tale attivita'); uso dei dispositivi di protezione individuale
(DPI) per coloro che sono direttamente coinvolti nell'attivita' di
abbattimento (necessario anche rinforzare le misure di igiene abituali:
lavarsi frequentemente le mani e risciacquarle per almeno 15-20 secondi
e comunque sempre dopo la rimozione dei DPI); uso corretto ma limitato
di farmaci antivirali (per i lavoratori esposti, gli antivirali devono
essere utilizzati in modo limitato, previa valutazione del rischio
e dietro controllo medico, al fine di ridurre al minimo il rischio
di effetti collaterali e prevenire il rischio di farmacoresistenza.
Questi farmaci, si precisa nel documento, possono essere utili per
proteggere lavoratori che siano stati esposti a cariche virali elevate
senza adeguati dispositivi di protezione individuale); vaccinazione
con il normale vaccino contro l'influenza stagionale (tale copertura
costituisce una delle tante strategie per ridurre le possibilita'
di infezione simultanea nell'uomo attraverso virus d'influenza aviaria
e umana. Ridurre le possibilita' di una doppia infezione significa
ridurre le'eventualita' di ricombinazione e futura emergenza di un
nuovo virus influenzale potenzialmente pandemico); stretta sorveglianza
sanitaria delle persone potenzialmente esposte.
Timori per gli allevatori calabresi
per il calo dei consumi
La notizia del ritrovamento del cigno morto nel vibonese per il virus
dell' aviaria aumenta l' inquietudine e la preoccupazione tra gli
allevatori ed i venditori di carni bianche della Calabria. Una preoccupazione
motivata essenzialmente dal timore di come la popolazione reagira'
alla notizia a cominciare da domani, quando torneranno ad aprire mercati
e negozi. I consumi di carni bianche, secondo i dati dell' assessorato
regionale all' Agricoltura, erano gia' calati, in questi mesi, di
almeno il 30-40% in seguito alle notizie provenienti da altri Paesi.
All' assessorato, nelle scorse settimane, sono giunte comunicazioni
di allevatori che segnalavano un calo di vendite e consistenti problemi
economici, soprattutto dalla zona del crotonese, dove sono presenti
gli allevamenti di piu' grandi dimensioni. L' effetto generale dovuto
alle notizie di casi di aviaria in altri Paesi, sottolineano all'
assessorato, si era tutto sommato stabilizzato, grazie anche alle
campagne mirate a chiarire la bonta' dei polli degli allevamenti italiani.
Ma adesso il timore di un ulteriore calo e' presente, anche se le
autorita' competenti continuano a ribadire che i controlli effettuati
dai servizi veterinari delle Aziende sanitarie e dai Nas dei carabinieri
offrono le massime garanzie sulla qualita' del prodotto nostrano affermando
che non c' e' alcun pericolo a mangiare carne di pollo. Ma adesso,
e' la domanda ricorrente in queste ore tra allevatori e commercianti,
quale sara' l' impatto sui consumatori della notizia del ritrovamento
del cigno selvatico morto per il virus? La risposta verra' domani
dai banchi dei negozi. ''Il settore - afferma il presidente regionale
della Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Mangone - in Calabria
aveva gia' subito un calo negli anni scorsi. La caratteristica della
nostra regione e' la presenza di allevamenti di piccole dimensioni.
Adesso era in atto un tentativo di ripresa con un progetto Pif gia'
finanziato che prevede la realizzazione nel reggino di due impianti
per i polli da carne''. ''Gli allevamenti - prosegue Mangone - erano
gia' stati colpiti. Adesso bisognera' vedere cosa succedera' a partire
da domani. Il mio timore e' che possa verificarsi un blocco totale
del settore''. Un timore cui non si associa un allevatore del vibonese
specializzato nella commercializzazione delle uova. ''Le nostre vendite
- spiega - sono costanti e non abbiamo registrato alcun calo''.
Coldiretti: L’83% degli italiani
è preoccupata
L'influenza aviaria preoccupa l'83% degli italiani, un valore sensibilmente
superiore rispetto alla media europea del 67%. Lo comunica la Coldiretti
sulla base delle elaborazioni effettuate sull' indagine Eurobarometro
relativa ai rischi percepiti dai cittadini, in corso di pubblicazione.
Nonostante uno zoccolo duro del 15% che dichiara di non avere paura,
secondo i risultati dall'indagine - precisa la Coldiretti in una nota
- i consumatori italiani sono i piu' preoccupati dell'intero universo
comunitario, preceduti soltanto dagli abitanti di Malta. Di fronte
all'emergenza - continua la nota - sono le associazioni dei consumatori
a dimostrare maggiore credibilita' da parte della popolazione nazionale,
con una percentuale del 31% superiore a quella dell'Autorita' pubblica
(28%) e addirittura del mondo scientifico (23%). ''Si tratta di risultati
che - sottolinea la Coldiretti - impongono grande responsabilita'
per evitare che ingiustificati allarmismi si traducano in una psicosi
che rischia di danneggiare imprese e cittadini. C'e' la necessita'
- continua - di tutelare un settore che per effetto della psicosi
ha gia' subito per i minori consumi danni stimabili in 500 milioni
di euro nonostante le ripetute assicurazioni sull'assoluta assenza
di rischi nel consumo di carne di pollo espresse dai piu' autorevoli
esponenti del mondo scientifico''. Il settore avicolo, conta oltre
6.000 allevamenti, 80 mila addetti tra aziende zootecniche e strutture
di trasformazione e commercializzazione e un fatturato complessivo
vicino ai 4 miliardi di euro.
In Romania scoperto un nuovo focolaio
Un focolaio sospetto di influenza aviaria, il 29/o in Romania, e'
stato scoperto oggi a Tropaisar, vicino a Costanza (est), dove le
analisi preliminari hanno segnalato la presenza di virus H5 in 30
polli morti. Lo hanno annunciato le autorita' locali. Secondo un responsabile
della direzione veterinaria di Costanza, Grigore Mertoiu, i polli
provenivano tutti dalla stessa fattoria: alcuni sono morti giovedi',
altri ieri. Da domani, i circa 20.000 uccelli della regione saranno
abbattuti e gli abitanti saranno vaccinati contro la comune influenza
umana. La localita' e' stata posta in quarantena e sistemi di disinfezione
sono stati posti agli ingressi del villaggio. Il ministero dell'Agricoltura
aveva annunciato due settimane fa che il virus H5N1 - il piu' letale
tra gli agenti patogeni dell'influenza aviaria - era stato debellato
nel delta del Danubio, la prima regione della Romania colpita dalla
malattia, nell'ottobre scorso. Da allora, oltre 120.000 volatili da
cortile sono stati abbattuti nel Paese. Se i nuovi casi verranno confermati
- se cioe' i test piu' approfonditi accerteranno che il virus e' l'H5N1
- si trattera' del 29/o focolaio scoperto in Romania.
Le raccomandazioni dell’OMS
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente diffuso
indicazioni comportamentali destinate alla popolazione che vive nelle
aree affette da influenza aviaria e nelle quali il pollame è
estremamente diffuso. Si tratta di comportamenti cautelativi che riguardano
anche il contatto con persone affette: infatti, anche se fino ad ora
non è dimostrato il contagio da uomo a uomo, l'OMS consiglia
comunque, di evitare contatti senza mezzi di protezione con persone
malate o ricoverate per influenza aviaria.
Raccomandazioni riguardanti i contatti con polli, anatre e
altri volatili in aree dove è presente il virus H5N1
Le persone devono, per quanto possibile evitare i contatti con polli,
anatre e altri volatili. I bambini non devono avere contatti con polli
e altri volatili infetti.
Evitare di portare polli, anatre o altro pollame (vivo o morto) quando
si va a far visita ad amici o familiari, anche se il pollame è
sano.
Evitare contatti con allevamenti dove si sono verificati casi di animali
malati, eliminati o contagiati da influenza aviaria .
Se si entra in contatto con ambienti dove si sono verificati i casi
sopra citati, è necessario lavare bene le mani e controllare
la temperatura corporea per sette giorni.
In caso di temperatura superiore a 37,5 °, consultare il medico
per il trattamento necessario.
In caso di contatti con animali morti per influenza aviaria, consultare
il proprio medico per decidere il trattamento.
Animali domestici in area affetta da H5N1
Se si posseggono volatili è importante conoscere come procedere
nel caso debbano essere soppressi o in caso di morte.
Bisogna sapere come eliminarli e come pulire e bonificare lo spazio
occupato dagli animali stessi.
In caso di contatto con escrementi proteggersi con maschere, guanti,
stivali di gomma.
Se non si è dotati di queste protezioni cercare di utilizzare
fazzoletti per bocca e naso, buste di plastica per mani e scarpe,
ecc.
Utilizzare queste misure protettive per sopprimere il pollame, eliminare
le carcasse e per ripulire la zona infetta. Assicurarsi che non vi
siano bambini presenti.
Dopo la pulizia dell’area infetta, eliminare i dispositivi di
protezione e lavarsi accuratamente le mani, gli abiti e tutto il corpo.
Possibilmente lavare gli abiti con acqua calda e sapone e lasciarli
asciugare al sole. Eliminare guanti, buste di plastica ed altro materiale
a perdere.
Pulire gli oggetti che possono essere riutilizzati quali stivali di
gomma e occhiali di protezione.
Lavare sempre le mani dopo aver manipolato questi oggetti.
Raccomandazioni sulle modalità di decontaminazione
dello spazio occupato dagli animali
Dopo la raccolta del pollame, l’area deve essere ripulita.
Indossare le protezioni indicate prima di iniziare la pulizia.
Raccogliere tutti gli escrementi e sotterrarli ad almeno un metro
di profondità.
Evitare di produrre troppa polvere che potrebbe raggiungere occhi,
bocca e viso.
Ripulire accuratamente l’area con acqua e detergente.
Eliminare il materiale non riciclabile usato per proteggersi e lavare
accuratamente quello riutilizzabile.
Lavarsi accuratamente mani, corpo e capelli.
Lavare accuratamente gli abiti indossati durante l’operazione
per evitare di ricontaminarsi.
Asciugare gli abiti al sole.
Ogni oggetto che può essere riutilizzato deve essere lavato
molto bene. Per assicurarsi che siano effettivamente puliti, effettuare
un secondo lavaggio.
Lavarsi sempre le mani dopo aver toccato oggetti contaminati.
Raccomandazioni per il trattamento di calzature contaminate
Dopo aver camminato in aree contaminate come fattorie, cortili che
ospitano volatili o mercati dove si vende pollame, è necessario
ripulire le calzature il più accuratamente possibile.
Evitare di sporcarsi (soprattutto il viso) durante l’operazione
di ripulitura delle scarpe. Indossare guanti di plastica, coprirsi
la bocca e proteggersi gli occhi.
Non introdurre in casa scarpe o stivali senza averli prima ripuliti.
Raccomandazioni per le visite ad amici o familiari ricoverati
Evitare contatti con i pazienti affetti da H5N1 specialmente quando
sono contagiosi.
Se si visita un paziente affetto da H5N1 seguire le norme stabilite
dallo staff ospedaliero indossando camici, mascherine, guanti, ecc.
Indossare speciali protezioni quando si hanno contatti diretti con
il paziente o con l’ambiente dove il paziente soggiorna.
Il kit di protezione comprende maschera, camice, guanti e occhiali.
Informarsi sul modo di utilizzare le protezioni (es. come indossare
la maschera sul viso, ecc.)
Quando si lascia la stanza del paziente affetto da H5N1 è necessario
togliersi le protezioni e lavarsi bene le mani almeno per 90 secondi
con sapone e acqua.
Raccomandazioni per le malattie respiratorie
Chiunque manifesti una sindrome influenzale deve prestare attenzione
alle secrezioni del naso e della bocca.
I bambini sono portati a toccarsi la faccia, gli occhi e la bocca
con le mani sporche. Insegnare loro l’importanza di lavarsi
le mani dopo aver tossito, starnutito e dopo aver giocato.
Coprirsi naso e bocca quando si tossisce o si starnutisce, utilizzando
un fazzoletto che va eliminato dopo l’uso e insegnare ai bambini
a fare lo stesso.
Lavarsi sempre le mani dopo ogni contatto con le secrezioni delle
vie respiratorie poiché in questo modo si può propagare
la malattia.
Fare attenzione alle secrezioni delle vie respiratorie (tosse, starnuto)
quando ci sono altre persone presenti, specialmente bambini piccoli.
E’ preferibile evitare il contatto con persone a rischio piuttosto
che rischiare il contagio (bambini, persone malate di altre patologie)
sino alla remissione dei sintomi di sindrome influenzale.
Rivolgersi al medico quando sono presenti sintomi .
Evitare contatti con secrezioni di persone che manifestano sintomi
di sindrome influenzale
Coprire naso e bocca quando si tossisce o si starnutisce utilizzando
un fazzoletto.
(Fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità)
Come sopravvive il virus
Da pochi secondi a un anno. E' il tempo di sopravvivenza del virus
H5N1, ovvero quello piu' pericoloso e altamente patogeno dell'influenza
aviaria, in vari 'habitat' con i quali puo' venire a contatto. Con
una certezza rassicurante: negli alimenti cotti, per le alte temperature,
il virus muore. Ecco i tempi di resistenza del virus aviario:
UNA SETTIMANA: a temperatura bassa; nelle feci.
UN MESE: a 4 gradi centigradi nell'acqua.
30 MINUTI: a 60 gradi centigradi nell'acqua.
2 MINUTI: a 100 gradi centigradi nell'acqua.
40-48 ORE: a esposizione diretta alla luce solare.
SI INATTIVA IMMEDIATAMENTE: a esposizione diretta ai raggi ultravioletti.
TEMPO NON PRECISABILE: in ambiente acido.
1 ANNO: nella glicerina.
SI INATTIVA IMMEDIATAMENTE: in solventi organici, etere, cloroformio,
acetone ecc.
SI INATTIVA IMMEDIATAMENTE: in disinfettanti comuni.
Quanto alla trasmissione del virus, si sottolinea nel documento per
le misure di prevenzione indirizzate agli operatori messo a punto
dal ministero della salute, essa avviene attraverso il contatto diretto
con volatili infetti o prodotti avicoli. Essendo il virus resistente
per un certo periodo di tempo nell'ambiente circostante, si pensa
che l'infezione possa essere contratta a seguito di contatto con superfici
o polvere contaminate, principalmente, da feci e secrezioni respiratorie
o da sangue e carne cruda. La cottura della carne avicola, ricorda
il ministero, ''uccide il virus ed e' garanzia totale di sicurezza''.
Le persone possono trasmettere meccanicamente l'infezione attraverso
mani, calzature e abiti contaminati.