Aviaria: Un altro cigno trovato
a Locri e tre in Sicilia. Cala il consumo dei polli solo in Italia
dove c’è una vera e propria psicosi. In Europa, dove
sta arrivando l’influenza aviaria, consumi quasi normali. La
Federcaccia Calabria attiva la vigilanza venatoria. Due cigni con
H5N1 in Germania. Lunedì riunione alla UE. Le nazioni europee
impongono la chiusura degli allevamenti in zone coperte.
15/02 Un cigno cinerino moribondo e' stato trovato stamane da alcuni
pescatori in una spiaggia alla periferia sud di Locri. L' animale
e' stato notato sulla battigia per le vistose proporzioni e per le
sue evidenti precarie condizioni di salute. Sul luogo del ritrovamento
sono giunti i carabinieri, la polizia e i sanitari del servizio veterinario
dell' Azienda sanitaria che hanno provveduto a transennare la zona
del ritrovamento. Quello di oggi e' il settimo ritrovamento di volatili
morti o in fin di vita nella zona della Locride. In Sicilia altri
due casi sospetti di H5N1, secondo gli accertamenti effettuati presso
l' Istituti Zooprofilattici di Catania. Su altri 18 casi di volatili
selvatici morti, tra cui due aironi ed una poiana, sono in corso le
analisi per verificare la presenza del virus. Lo precisa una nota
dell' Asl 3 di Catania, che sta eseguendo costanti controlli anche
con un elicottero messo a disposizione dalla Protezione Civile. Nel
catanese gli esemplari di cigni reali vivi sotto osservazione sono
oltre 40, la maggior parte dei quali nella diga Pietrarossa di Mineo.
Sono state monitorate anche le zone umide delle province di Catania,
Messina e Siracusa. Gli esperti dall' Asl 3 sottolineano che, ''considerato
lo stato sanitario dell' avifauna selvatica oggi monitorato ed il
numero esiguo dei cigni migratori presenti, e' possibile ipotizzare
con prudente ottimismo una fase contenuta del fenomeno''. ''La situazione
e' sotto controllo - afferma il direttore generale dell' Asl 3, Antonio
Scavone - e non vi e' alcun rischio per l' uomo perche' non si e'
mai verificato un contagio da animale selvatico a uomo. I casi di
contagio ad oggi accertati nel mondo hanno riguardato persone che
vivevano a strettissimo e prolungato contatto con animali infetti,
cosa che da noi non avviene. Anche per la sicurezza ed il conseguente
consumo delle carni avicole e delle uova non c' e' da preoccuparsi.
Le aziende avicole sono sotto controllo''. Dall' inizio dell' anno
ad oggi gli allevamenti rurali avicoli per autoconsumo controllati
dai veterinari della Asl sul territorio provinciale sono stati 2.189.
Quasi il 100% in piu' rispetto ai 1.262 allevamenti controllati lo
scorso anno.
Il calo dei consumi di pollo una
psicosi solo italiana. Normale in Francia, Germania e Spagna
15/02 E una psicosi tutta italiana quella relativa al calo dei consumi
di carne avicola che e' arrivata, solo negli ultimi due giorni, ad
un picco di -70%. Sebbene sia stata riscontrata la presenza del virus
H5n1 per alcuni volatili selvatici in Romania, Austria, Germania e
Ungheria meridionale, i consumi e i prezzi di carne avicola, in questi
Paesi, sembrano mantenere un sostanziale equilibrio. Da uno studio
dell' Istituto Piepoli, infatti, emerge che i prezzi della carne avicola
negli ultimi mesi hanno oscillato in Germania tra 1,6 e 1,8 euro al
chilogrammo. In Spagna si e' registrato un calo dei prezzi da 1,5
a 1,3 euro al chilogrammo e anche per la Francia si e' registrata
una situazione di equilibrio, seppur segnata da un calo del prezzo,
passato da 1,8 a 1,4 euro al chilo. Dall' indagine, dunque, emerge
che soltanto nel caso dell' Italia il prezzo e' drasticamente calato
da 1,5 a 0,90 euro al chilogrammo.
Invece sono calate mediamente del 50% le vendite al dettaglio di pollame
in Calabria. Il dato, rilevato dalla Confcommercio, e' relativo ai
primi giorni della settimana, dopo la notizia del ritrovamento di
un cigno morto affetto dal virus dell' aviaria sul lago dell' Angitola,
nel vibonese. La flessione delle vendite, ha rilevato il direttore
regionale della Confcommercio, Attilio Funaro, va ad aggravare la
crisi del settore gia' in atto che ha visto una flessione del 30-40%
dei consumi nella prima fase dell' aviaria, quando il virus non era
ancora arrivato in Italia. ''Il settore - ha sostenuto Funaro - non
si era ancora risollevato dai problemi causati dalla mucca pazza e
adesso c' e' quest' altro fenomeno. Sembra veramente una persecuzione
continua''. Lunedi' prossimo, con ogni probabilita', la Confcommercio
riunira' il direttivo delle Federcarni per poi chiedere alla Regione
interventi a sostegno del settore. Agli assessorati competenti erano
gia' state chieste misure a sostegno dell' attivita' gia' nella prima
fase. ''Adesso - ha aggiunto Funaro - vediamo quali impegni riusciremo
ad ottenere per risollevare il settore da questa crisi''. ''Dalla
'lingua blu' in poi - ha aggiunto Funaro - siamo in costante stato
di emergenza sanitaria veterinaria e cio' influisce anche sui costi
delle carni. Qualche discrasia si registra poi nell' ambito della
macellazione che registra anche il problema di quella clandestina''.
Lunedì si riunisce la Commissione
Europea
15/02 La Commissione europea si riunira' lunedi' prossimo per fare
il punto sull'influenza aviaria e l'Italia andra' ''a testa alta e
con le carte in regola''. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute,
Cesare Cursi, che ha aggiunto: ''Oggi abbiamo ricevuto il plauso dell'Unione
Europea per aver lavorato in maniera seria, non da adesso ma da agosto''.
Cursi ha ricordato il provvedimento approvato oggi al Senato che istituisce
il Dipartimento per la veterinaria, e ha sottolineato le misure messe
in campo dal ministero per fronteggiare l'influenza aviaria: ''Rafforzamento
dei veterinari, vertici con gli assessori competenti di Sicilia, Calabria
e Puglia, i controlli. Il sistema veterinario privato e pubblico funziona
alla grande: abbiamo oltre 5000 veterinari e siamo i primi a livello
di sicurezza alimentare''. Un merito speciale, poi, ai veterinari
campani dell'Istituto Zooprofilattico di Portici ''che hanno lavorato
- ha aggiunto Cursi - in modo serio. Storace ne ha riferito oggi al
Senato. Dimostrazione, questa, che quando lavoriamo insieme conseguiamo
risultati che ci vengono riconosciuti''. Cursi ha poi ribadito ancora
una volta che l'influenza aviaria riguarda ''solo animali selvatici,
non c'e' stato nessun trasferimento ad altri animali. Gli allevamenti
non sono coinvolti, quindi si possono mangiare polli e uova''. Per
quanto attiene agli allevamenti rurali, Cursi ha invitato i sindaci
a denunciarli cosi' da poter effettuare le vaccinazioni.
Federcaccia Calabria attiva la vigilanza
venatoria
Federcaccia Calabria ha allertato la propria organizzazione di vigilanza
venatoria con specifico riferimento ai casi di infezione da virus
''H5N1'' accertati su esemplari di cigni reali nella regione e nelle
vicine Sicilia e Puglia. A renderlo noto e' la stessa associazione
che precisa di seguire, attraverso gli esperti delle settoriali Associazione
cacciatori migratoristi acquatici (Acma)e Unione cacciatori migratoristi(Ucim),
le residue zone umide presenti nel nostro territorio affinche' svolgendo
un' opera di presidio per la segnalazione di eventuali casi alle autorita'.
''Gia' dallo scorso due febbraio - e' detto nel comunicato - i ricercatori
dell' Acma, nell'ambito dei censimenti mensili, hanno individuato
e stanno monitorando al pantano di Saline Joniche in provincia di
Reggio, due cigni reali. I due esemplari sembrano in ottime condizioni
di salute e, al momento, non e' stata riscontrata nessuna anomalia
nelle altre specie di acquatici presenti. Anche in altri luoghi interessati
ai flussi migratori, comprese zone umide e laghi presenti in Calabria,
gli esperti della Federazione sono in continua allerta per l' eventuale
segnalazione di acquatici che si trovano in difficolta'. La Federcaccia,
con senso di responsabilita' rivolge inoltre, per la specifica conoscenza
degli ambienti umidi, l' invito a tutti i cacciatori affinche', nello
stretto rispetto delle norme sanitarie, si attivino esclusivamente
nella immediata comunicazione di anomale situazioni riscontrate su
esemplari di fauna selvatica''
Allarme aviaria in Germania. Trovati
tre cigni morti con il virus H5N1
L'allarme aviaria e' scattato anche in Germania dove sono tre finora
i casi accertati di infezione dal virus H5N1, tutti sull'isola baltica
di Ruegen, una delle mete preferite dei vacanzieri tedeschi nell'estremo
nordest del paese. Dopo i due cigni trovati positivi ieri sera, oggi
e' stata la volta di un astore rinvenuto anch'esso morto sull'isola,
a pochi chilometri dal luogo del ritrovamento dei cigni. Mentre gli
esperti ritengono che si tratti solo della punta di un iceberg e che
altri casi emergeranno presto, le autorita' sono intervenute con tempestivita'
e fermezza imponendo misure severe di controllo e prevenzione. In
primo luogo e' stato imposto l'isolamento totale in luoghi chiusi
di uccelli e volatili d'ogni tipo sin da oggi nel Meclemburgo, il
Land nordorientale di cui fa parte l'isola di Ruegen, mentre la stessa
misura restrittiva scattera' da venerdi nel resto della Germania.
Il confinamento dei volatili in stie e pollai doveva partire dal primo
marzo, ma il precipitare della situazione ha costretto in poche ore
le autorita' ad anticipare il provvedimento. Parlando in serata a
Berlino al termine di una riunione della cellula di crisi incaricata
di monitorare gli sviluppi della vicenda, il ministro dell'agricoltura
e per la tutela dei consumatori Horst Seehofer (Csu) ha definito la
situazione in Germania ''molto seria''. Egli ha tuttavia invitato
la popolazione a non cedere al panico, sottolineando che non vi sono
pericoli reali per la popolazione. I casi di infezione hanno riguardato
infatti finora solo uccelli selvatici. ''Non vi sono rischi per le
persone, e chi non tocca animali infetti non corre alcun pericolo
di contagio'', ha affermato da parte sua il ministro della sanita'
Ulla Schmidt (Spd), che ha aggiunto: ''Se cucinata, la carne di pollo
e di altri volatili si puo' mangiare tranquillamente''. Nella lotta
contro l'influenza aviaria - ha sottolineato il ministro Seehofer
- e' stato fatto finora ''tutto quello che era ed e' umanamente possibile''.
Oltre all'isolamento in luoghi chiusi degli animali, Seehofer ha lanciato
un pressante invito a evitare l'organizzazione di mercati e mostre
di volatili. Controlli rafforzati sono stati disposti alle frontiere,
in particolare di quelle con paesi gia' colpiti o maggiormente a rischio.
Come gia' avvenuto in Italia e altri paesi colpiti dal virus H5N1,
anche in Germania si teme ora un contraccolpo sui consumi di pollame.
Per questo oggi i produttori e i commercianti del settore hanno lanciato
un appello ai consumatori, assicurando che non esiste alcun pericolo
per la carne di pollo, tacchino e altri volatili.
Aumenta la paura di pandemia
L'aviaria dilaga in Europa e cresce in tutto il mondo la paura del
contagio. Finora solo le Americhe e l'Oceania sono rimasti immuni
dal virus H5N1. Questa la situazione di oggi: GERMANIA: Le autorita' sanitarie hanno accertato
un terzo caso di influenza aviaria su un astore (un uccello rapace)
trovato morto sull'isola baltica di Ruegen, la stessa dei due cigni
risultati positivi allo stesso virus di aviaria. Da venerdi' prossimo
entrera' in vigore l'obbligo di tenere isolati nei pollai i volatili
su tutto il territorio. FRANCIA: Di fronte al rischio dell'influenza aviaria,
il governo francese ha deciso di estendere l'allevamento al chiuso
dei volatili in tutto il paese. Finora la misura era in vigore in
58 dei 96 dipartimenti che compongono il Paese. OLANDA: Dal 20 febbraio anche l'Olanda isolera' il
pollame al chiuso negli allevamenti per prevenire la diffusione dell'aviaria.
AUSTRIA: Dalla mezzanotte di oggi, nelle zone dichiarate
di protezione lungo il Danubio, vige l'obbligo di tenere al chiuso
i volatili e presto la misura verra' estesa a tutto il Paese. Ieri
era giunta la conferma che due cigni selvatici trovati morti vicino
a Graz, in Stiria, erano stati contagiati dall'H5N1. SVIZZERA: A partire da lunedi' prossimo tutti i volatili
presenti sul territorio elvetico verranno confinati al coperto.
UNGHERIA: Le autorita' ungheresi hanno confermato la presenza del
virus dell'influenza aviaria in tre cigni selvatici trovati morti
nella regione di Bacs-Kiskun (sud). GRECIA: Una donna di 78 anni e
un contadino di 65 anni sono stati ricoverati oggi dopo aver toccato
dei polli morti. I due si trovano in buone condizioni di salute ma
i risultati delle analisi mediche si sapranno tra alcuni giorni. ROMANIA: Le autorita' veterinarie rumene hanno confermato
che il virus dell'influenza aviaria che ha ucciso decine di volatili
a Topraisar, Aliman e Ostrov (sud) e' altamente patogeno. Tutti i
circa 40.000 volatili che vivono nella zona saranno eliminati. DANIMARCA: Le autorita' veterinarie danesi hanno
ordinato di confinare al coperto tutti i volatili allevati in batteria
in seguito al ritrovamento di alcuni casi sospetti nel Paese. Tra
ieri e oggi, due cigni e altri tipi di uccelli sono stati trovati
morti sulle isole danesi di Lolland, Falster e Sealand. SVEZIA: Le autorita' sanitarie svedesi hanno deciso
ieri sera l'annullamento di tutte le fiere aviarie e che tutti i volatili
domestici dovranno essere confinati al coperto per evitare che il
virus H5N1 attecchisca nel Paese. NORVEGIA: Le autorita' veterinarie norvegesi hanno
ordinato a tutti gli allevatori di confinare in locali chiusi i volatili
presenti nelle regioni del Paese piu' vicine al Mar Baltico. RUSSIA: In Daghestan, nel Caucaso russo, un allevamento
nel villaggio di Shamkhal, e' stato infettato dal virus H5N1. Due
giorni fa, dopo il ritrovamento di altri casi sospetti in Daghestan
e nella regione di Krasnodar, il ministero dell'Agricoltura ha intensificato
i controlli nell'area per impedire che il contagio si estenda. Anche
in Cecenia e' stata segnalata una moria sospetta di cigni e anatre
selvatiche. INDONESIA: Un ragazzo di 15 anni e un uomo di 27
sono stati ricoverati a Giakarta dopo aver avvertito dei sintomi simili
a quelli dell'aviaria. Intanto il virus continua a fare strage di
volatili e si e' propagato nella maggior parte del Paese.
Le nazioni europee impongono la
copertura e la protezione degli allevamenti
SVIZZERA: a lunedi' 20 di febbraio, e per un periodo
indeterminato, il pollame dovra' essere nuovamente rinchiuso affinche'
non giunga in contatto con uccelli selvatici, potenzialmente portatori
del virus dell'influenza aviaria. Con questo provvedimento, adottato
oggi dal Consiglio federale svizzero, il governo reagisce all'avvicinarsi
del temibile virus H5N1 alle frontiere elvetiche - casi di contagio
sono stati trovati in Italia, Germania e Austria - e all'imminente
ritorno degli uccelli migratori dall'Africa. Da meta' marzo, l'esecutivo
ha deciso che alle bolle di Magadino verranno compiuti prelievi su
uccelli canori e acquatici. Il provvedimento che vieta di tenere all'aperto
gli animali da cortile, ha spiegato oggi a Berna il responsabile dell'Ufficio
federale di veterinaria (UFV) Hans Wyss, durera' almeno per il tutto
il periodo della migrazione, che dovrebbe terminare entro fine maggio.
“In questo momento - ha aggiunto - sono gli animali selvatici
il vero pericolo per il patrimonio avicolo elvetico, come dimostra
la scoperta di carcasse di cigni selvatici trovate in Italia e Germania».
La scoperta di uccelli infettati in Africa ha portato il governo a
prolungare il provvedimento per tutto il periodo delle migrazioni.
Gli uccelli che svernano in questo continente incominciano a migrare
verso nord, quindi anche in Svizzera, da meta' marzo. Tale fenomeno
dura fino a fine maggio-inizio giugno, ha precisato Wyss, sottolineando
che il divieto di mantenere animali all'aperto non dovrebbe durare
piu' del necessario. Una data per l'abolizione del divieto non e'
pero' stata menzionata. Il governo ha inoltre deciso di avviare una
campagna di sorveglianza degli uccelli migratori che incomincera'
a meta' marzo. Il primo luogo scelto per il monitoraggio sono le Bolle
di Magadino. “Qui - ha spiegato Wyss - si potra' incominciare
rapidamente con i rilevamenti”. L'obiettivo di tali misure e'
evitare che la malattia si propaghi agli animali da cortile. Se cio'
dovesse avvenire, ha detto il capo dell'UFV, “tutte le bestie
verrebbero abbattute, comprese quelle non infette”. Poiche'
il virus dell'aviaria potra' rappresentare ancora per anni una minaccia,
ha affermato Wyss, vi e' la necessita' di applicare misure a lungo
termine. L'UFV sta per questo mettendo a punto un sistema d'allarme
permanente per gli uccelli selvatici. Thomas Zeltner, responsabile
dell'Ufficio federale della sanita' pubblica (UFSP), ha detto che
nonostante l'avvicinarsi del virus, non vi sono pericoli per la popolazione.
Al momento, non sono segnalati casi di trasmissione della malattia
all'uomo da un un uccello selvatico. Tutti i casi di infezione registrati
riguardano persone che vivevano a contatto con pollame domestico.
Zeltner ha inoltre precisato che il virus non e' mutato: non sono
infatti noti casi di trasmissione da uomo a uomo. Tale scenario, quello
piu' temuto, potrebbe causare una pandemia. Zeltner ha pero' invitato
la popolazione a manipolare con prudenza uccelli morti e a non toccarli
a mani nude. In caso contrario, e' importante lavarsi. Qualora si
scoprissero piu' di cinque volatili selvatici morti va avvertito il
veterinario cantonale», ha affermato Zeltner, il quale ha poi
ricordato che permane il divieto di importare volatili vivi e prodotti
a base di pollame provenienti dai paesi asiatici, africani e da tutti
quelli colpiti dalla patologia. Zeltner ha mostrato anche un volantino
che sara' affisso in tutti gli aeroporti nel quale si danno consigli
ai viaggiatori che si recano in paesi toccati dalla peste aviaria.
Oltre a sconsigliare qualsiasi contatto con uccelli acquatici e pollame,
s'invitano le persone a lavarsi le mani, a mangiare alimenti ben cotti,
e a non recarsi in allevamenti di pollame nei quindici giorni che
seguono il rientro a casa. Una persona infetta puo' facilmente trasmettere
il virus dell'aviaria agli animali, ha dichiarato. I volatili sono
molto sensibili all'agente patogeno H5N1. L'idea di reintrodurre l'obbligo
di tenere gli animali da cortile al chiuso e' stata consigliata dall'Ufficio
federale di veterinaria (UFV) dopo che casi di influenza aviaria sono
stati registrati in Italia, in Germania e in Austria, nonche' nell'Europa
sudorientale. Ieri il governo tedesco ha deciso di anticipare l'obbligo
di rinchiudere i volatili, previsto per inizio marzo, al 20 febbraio
dopo che sull'isola tedesca di Ruegen, nel Mar Baltico, sono stati
trovati due cigni morti di peste aviaria. Una misura analoga a quella
odierna era stata adottata dal Consiglio federale dal 25 ottobre 2005
al 15 dicembre. Contadini e allevatori di pollame hanno approvato
le misure decise dal governo nella riedizione dell'obbligo di rinchiudere
gli animali da cortile. Visto il precedente dello scorso autunno,
per le categorie interessate il provvedimento sara' facilmente attuabile,
senza costi diretti supplementari. C'e' comunque chi chiede una strategia
sostenibile a lungo termine. Aviforum, centro di competenze dell'avicoltura
elvetica, condivide pienamente l'opinione del governo, ha detto all'agenzia
di stampa elvetica Ats Ruedi Zweifel, direttore dell'organizzazione.
I detentori professionisti di pollame rappresentati da Aviforum, che
comprendono anche i produttori di uova, hanno attivamente sostenuto
l'obbligo di rinchiudere gli animali a tempo indeterminato vista la
moltiplicazione dei focolai d'infezione registrata in Europa negli
ultimi giorni, ha aggiunto Zweifel. Sin da quest'autunno gli allevatori
hanno adattato le loro istallazioni per evitare contatti con uccelli
migratori. Secondo Zweifel, non ci dovrebbero dunque essere spese
e il ‘confino’ potra' entrare in vigore senza problemi
da lunedi'. Se vi saranno costi supplementari, saranno indiretti,
in funzione della reazione dei consumatori. Per ora, grazie alle misure
di prevenzione e alla trasparenza praticata dall'Ufficio federale
di veterinaria (UFV), i produttori non hanno pero' risentito effetti
negativi. Albert Brand, presidente dell'associazione degli avicoltori
e produttori romandi, e Sandra Helfenstein, portavoce dell'Unione
svizzera dei contadini (USC), fanno esattamente le stesse riflessioni.
L'organizzazione svizzera di protezione degli animali da reddito 'Kagfreiland'
ha una valutazione un po' piu' critica. L'associazione accetta la
decisione del Consiglio federale anche se a malincuore: per 'Kagfreiland'
vi saranno costi supplementari e un impatto negativo sulla qualita'
di vita dei volatili. L'associazione invita poi il governo a studiare
strategie a lungo termine: rinchiudere gli animali da cortile per
vari mesi e a piu' riprese non puo' essere considerato un modo d'agire
sostenibile, indica un comunicato odierno dell'associazione. FRANCIA E SCANDINAVIA: Divieto di allevare pollame
all'aperto in Francia, Norvegia, Danimarca, Svezia e Svizzera. L'influenza
aviaria, che ha colpito nove Paesi europei, tra cui l'Italia, ha messo
in allarme i governi del Vecchio continente che hanno disposto misure
straordinarie per scongiurare il rischio che il virus H5N1 passi dagli
uccelli selvatici a quelli da allevamento e da questi all'uomo. L'esecutivo
francese ha approvato un decreto che introduce il divieto di tenere
o allevare qualsiasi tipo di uccello all'aperto. Tutte le anatre e
le oche allevate lungo la costa atlantica, inoltre, saranno vaccinate
contro il virus H5N1 nei prossimi tre giorni. Vietata, infine, la
vendita di uccelli in mercati e fiere. Misure simili sono state adottate
in larga parte del territorio scandinavo. Le autorita' veterinarie
danesi hanno ordinato di confinare al coperto tutti i volatili allevati,
in seguito al ritrovamento di alcuni casi sospetti sulle isole di
Lolland, Falster e Sealand. La direzione nazionale dell'Agricoltura
svedese aveva dato gia' da lunedi' sera parere favorevole al divieto,
cosi' come le autorita' norvegesi che hanno ordinato agli allevatori
di confinare al coperto i volatili delle regioni piu' vicine al Mar
Baltico. In seguito alla scoperta dei casi di H5N1 in Italia e Slovenia,
anche il governo svizzero ha deciso di confinare tutti gli uccelli
al chiuso a partire da lunedi' prossimo (il divieto di allevamento
all'aperto e' gia' in vigore dal 25 ottobre scorso). Misure restrittive
anche in Germania, dopo la conferma che sono positivi al virus i cigni
morti sull'isola di Ruegen. Il governo del Land di Meclemburgo, dove
e' situata l'isola, ha disposto l'obbligo di tenere i volatili al
chiuso. E l'Ungheria ha confermato la presenza del virus H5 in tre
cigni morti ritrovati nella contea di Bacs-Kiskun. Campioni degli
uccelli morti sono stati inviati al laboratorio di Weybridge per ulteriori
esami che determineranno se si tratta veramente del virus letale H5N1.
L'influenza aviaria ha colpito finora nove Paesi europei (Italia,
Austria, Bulgaria, Croazia, Germania, Grecia, Romania, Slovenia, Ucraina),
provocando la morte di uccelli, per lo piu' selvatici. Diversamente
dall'Asia dove il virus ha ucciso quasi 90 persone dall'inizio del
2003, in Europa non si e' ancora verificato alcun caso di contagio
umano.