Arriva la delegazione del CSM
Arrivera' lunedì mattina a Reggio Calabria la delegazione
del Csm che avra' incontri con i responsabili degli uffici giudicanti
e requirenti di Reggio e Locri. Secondo quanto si e' appreso, la delegazione
del Csm incontrera' solo i responsabili degli uffici, mentre non sono
previste audizioni dei sostituti. La delegazione sara' guidata dal
vice presidente, Virginio Rognoni, e sara' composta dal presidente
della VII Commissione, Leonida Primicerio e dai consiglieri Nicola
Buccico, Giorgio Spangher, Giuseppe Meliado', Ernesto Aghina e Francesco
Menditto. La delegazione del Csm, con la sua visita, intende acquisire
elementi utili a comprendere le dinamiche e il funzionamento dell'
amministrazione della giustizia al fine di intervenire per rafforzare
il contrasto alla criminalita' organizzata. La VII Commissione, tra
i suoi compiti, ha la verifica ''delle condizioni di direzione e organizzazione
degli uffici giudiziari, delle eventuali disfunzioni e delle relative
cause, anche con riferimento alle problematiche poste dalla criminalita'
organizzata''. Nei giorni scorsi notizie di stampa avevano parlato
di presunti contrasti all' interno della Direzione distrettuale antimafia
reggina. Circostanza che e' stata smentita dai magistrati della Procura
che in un documento hanno sostenuto che ''non c' e' alcun contrasto
o inimicizia all' interno della Procura distrettuale di Reggio Calabria''
Il CSM in missione per verificare
eventuali problemi per rafforzare il contrasto alla ndrangheta
Domani arriva il Csm negli uffici giudiziari calabresi di Reggio
Calabria e Locri, alle prese con le indagini sull'omicidio del vicepresidente
del Consiglio regionale Francesco Fortugno. Un vero e proprio 'tour
de force', guidato dal vicepresidente dell'organo di autogoverno della
magistratura Virginio Rognoni, che portera' la delegazione di Palazzo
dei Marescialli ad incontrare i capi di tutti gli uffici inquirenti
e giudicanti di Reggio e Locri, la cittadina calabrese dove due settimane
fa il vicepresidente dell'Assemblea regionale calabrese fu ucciso
all'uscita da un seggio delle primarie del centrosinistra. Incontri
sono previsti anche con i vertici dei Consigli dell'Ordine degli avvocati.
Nelle note ufficiali, obiettivo della missione del Csm in Calabria
viene indicata la verifica di eventuali problemi di carattere organizzativo
nelle strutture delle due citta' calabresi, in modo da poter intervenire
''per rafforzare al massimo l'attivita' di contrasto alla criminalita'
organizzata'', ha precisato Rognoni. Da un primo screening, non risultano
pero' scoperture preoccupanti negli organici degli uffici. Anzi, fa
sapere il ministero della Giustizia sulla base dei dati dell'ufficio
statistiche, la Calabria ''e' la regione italiana con il piu' alto
rapporto tra magistrati, in organico (510) e presenti (441), e popolazione''.
Dai tabulati del Csm risulta che, a Reggio Calabria, mancano 3 dei
18 giudici in Corte d'Appello; in Tribunale e' da coprire uno dei
sei posti di presidente di sezione e vanno nominati 3 dei 41 giudici;
in Procura nall'appello manca un pm sui 25 in organico. A Locri, sono
scoperti 3 posti di giudice (24 in tutto) e manca 1 dei 9 sostituti
procuratori. ''Negli uffici giudiziari calabresi -conferma il consigliere
Giovanni Salvi, togato di Magistratura democratica, che domani fara'
parte della delegazione in missione- non c'e' un problema di organici.
Il problema e' che gli uffici devono funzionare. Noi vogliamo capirne
le ragioni e individuare quali misure, eventualmente anche strordinarie,
devono essere adottate. La giurisdizione deve essere in grado di funzionare.
Questa e' la priorita'''. La missione di domani del Csm a Reggio Calabria
e a Locri, aggiunge Salvi, rappresenta quindi ''il segno di una ritrovata
attenzione del Consiglio di fronte alla gravita' della situazione
degli uffici giudiziari: indica la volonta' di attivarsi per fare
tutto cio' che e' possibile per rispondere alle richieste''. ''La
delegazione del Csm -aveva spiegato la scorsa settimana Rognoni spiegando
i motivi della missione in Calabria- nell'incontro con gli uffici
giudiziari di Reggio e della Locride raccogliera' sul campo, al di
la' del quadro delle piante organiche come risultano dalle tabelle
e dalle strutture esistenti, tutti gli elementi utili circa la dinamica
e il funzionamento dell'amministrazione della giustizia per la parte
di competenza del Consiglio superiore. Tutto cio' al fine di intervenire
per rafforzare al massimo il contrasto alla criminalita' organizzata''.
''Differenziati e diversi -aveva evidenziato ancora il vicepresidente
del Csm- sono i fronti da cui contrastare la cultura e le organizzazioni
criminali e mafiose, ciascuna con sue specifiche modalita' e mezzi
e strumenti appropriati. Uno di questi fronti e' certamente quello
giudiziario, che non deve subire sofferenze di sorta ma attrezzarsi
nel modo piu' efficace -aveva ammonito Rognoni- compresa la serieta'
e la professionalita' di tutti gli operatori, affinche' si possano
raggiungere tutti gli indispensabili e fondamentali obiettivi di giustizia''.
Cosi', domani in Calabria i rappresentanti dell'organo di autogoverno
della magistratura si ritroveranno certamente a fare i conti anche
con i contrasti che da tempo 'avvelenano' i rapporti all'interno di
alcuni uffici giudiziari calabresi. Quelli che il senatore di An Luigi
Bobbio ha bollato come ''faide'', frutto anche delle ''lunghe inerzie''
del Csm, ha denunciato. Come nel caso della Procura di Reggio Calabria,
dove i contrasti riguardano il capo dell'ufficio Antonino Catanese
e uno dei suoi sostituti, Francesco Mollace. Il 'caso' e' fermo da
tempo sui tavoli di Palazzo dei Marescialli. La Prima Commissione
si e' spaccata: in una delle ultime sedute prima della pausa estiva,
a meta' luglio, tre componenti hanno sostenuto la necessita' di aprire
la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilita' nei confronti
del procuratore, altri tre hanno votato invece perche' la vicenda
si archivi. Ma da oltre tre mesi il 'caso' e' fermo al palo: dovrebbe
essere il plenum a decidere il da farsi, ma la pratica non puo' essere
discussa perche' all'appello manca la motivazione a sostegno dell'archiviazione.
Era stato il ministro della Giustizia Roberto Castelli a chiedere
al Csm il trasferimento d'ufficio per Mollace sulla base dei risultati
di un'ispezione. Secondo le accuse del Guardasigilli, Mollace avrebbe
continuato ad occuparsi di indagini sulla criminalita' organizzata
anche dopo la scadenza del suo incarico alla Dda, trattenendo ''irregolarmente''
alcuni fascicoli e restituendoli soltanto dietro sollecitazione del
capo della Procura. Il tutto, ''in palese dispregio dei ripetuti interventi
e diffide dello stesso procuratore della Repubblica e del procuratore
aggiunto'', a detta di Castelli. Ma, a conclusione dell'istruttoria,
la Commissione ha proposto per Mollace l'archiviazione, mentre sotto
accusa e' finito, almeno per meta' dei consiglieri, il comportamento
del procuratore capo. Nell'occhio del ciclone, poi, c'e' anche il
'caso Catanzaro'. Secondo alcune anticipazioni di stampa, gli '007'
del ministero della Giustizia avrebbero concluso la loro ispezione
-avviata nel settembre 2003 per presunti conflitti all'interno della
Direzione distrettuale antimafia denunciati da due magistrati dell'ufficio-
chiedendo il trasferimento d'ufficio del capo della Procura Mariano
Lombardi, dell'aggiunto Mario Spagnuolo (che coordina la Dda) e del
pg Domenico Pudia. Conclusioni che pero' il ministro Roberto Castelli
ha smentito. Le conclusioni dell'ispezione, ''se e quando -ha precisato
il Guardasigilli- ci saranno a tempo debito'': ''Il contenuto si esamina
in mesi di lavoro perche' ci sono procedure precise da rispettare
e anche in questo caso seguiremo questo iter''. Castelli si e' detto
''infuriato'' per ''una fuga di notizie veramente disdicevole: da'
adito a una serie di illazioni che non avrebbero dovuto esserci''
su uffici giudiziari che sono ''in prima linea nella lotta alla criminalita'''.
Le indiscrezioni sulle conclusioni dei ispettori di via Arenula, hanno
denunciato i pm catanzaresi in un documento inviato nei giorni scorsi
al Csm, rappresentano ''un tentativo di condizionare l'attivita' dell'ufficio,
nonche' proiettare all'esterno un'immagine della Procura sicuramente
preoccupante per i cittadini, ma assolutamente lontana dalla realta'''.
La Procura di Catanzaro, hanno rivendicato i pm calabresi, ''mantiene
intatta la propria serenita', continuando ad operare nell'esclusivo
interesse della giustizia, con assoluta indipendenza, abnegazione,
spirito di sacrificio e massima dedizione''.
De Sena: “Bisogna attaccare
i patrimoni criminali puntando sul sequestro dei beni”
''Vogliamo attaccare i patrimoni criminali puntando sulle misure
di prevenzione: sequestro e confisca dei beni''. Cosi', in un'intervista
a 'La Stampa', il neo superprefetto di Reggio Calabria, Luigi De Sena,
riassume il suo obiettivo per contrastare il fenomeno della 'ndrangheta
in Calabria e far fronte all'emergenza sicurezza. ''Mi prendero' tutto
il tempo necessario -aggiunge- per prosciugare i fiumi di denaro della
'ndrangheta. Non dovra' piu' accadere che nella Locride circoli un'auto
di grossa cilindrata senza conoscere l'attivita' del suo proprietario''.
Niente richiesta di poteri straordinari, quindi, ne' militarizzazione
del territorio, che ''sarebbe un oltraggio nei confronti dei calabresi
-precisa De Sena- E poi l'orografia del territorio vanificherebbe
l'efficacia di ogni presidio''. La scommessa e' ''riuscire a creare
un vero, leale, corretto e produttivo dialogo tra le istituzioni -continua
il superprefetto- Vado a Reggio Calabria avendo un retroterra di esperianza
che mi consentira' di potere validamente contribuire ad avviare questo
dialogo. In fin dei conti, e' questo il vero potere che mi e' stato
attribuito: coordinare le attivita' delle articolazioni dello Stato''.
'L'emergenza Calabria -spiega ancora De Sena- e' dettata dalla impermeabilita'
e pervasivita' della 'ndrangheta. Un'organizzazione che, a differenza
delle altre, e quindi anche di Cosa nostra, non e' stata scalfita
dal pentitismo''. E che si presenta come ''una grande multinazionale
del crimine con due direttrici essenziali -continua il superprefetto-
il traffico di sostanze stupefacenti, vanta accordi con i cartelli
colombiani, e gli investimenti dei proventi di questi traffici nell'economia
legale, attraverso la penetrazione nei grandi appalti pubblici''.
Ma la Calabria ''non esporta solo criminalita' e criminali -conclude
De Sena- ma anche gente per bene, colta, che conta. Giuristi, avvocati,
professionisti, burocrati di Stato, stilisti. Gente di prima qualita'
alla quale bisognerebbe chiedere di impeganrsi anche nel loro territorio
di provenienza''.
La vedova Fortugno: “La Calabria
non è terra maledetta, ma quando la politica si muove da fastidio”
La Calabria "non e' una terra maledetta, ma certamente ogni
qualvolta la politica si e' mossa ha dato sempre fastidio. Chi con
minacce, chi con omicidi, si cerca di mettere un freno a chi vuole
lavorare". Cosi' Maria Grazia Lagana' Fortugno, vedova del vicepresidente
del Consiglio regionale calabrese, nel corso di una intervista a Lucia
Annunziata durante il programma 21/2 H" andato in onda nel primo
pomeriggio su Raitre. Un'intervista realizzata a Roma e nel corso
della quale la vedova di Francesco Fortugno ha sostenuto che "il
Consiglio calabrese dev'essere tutelato nel momento in cui cerca di
fare qualcosa. Non con le scorte ma con leggi e protezione adeguate".
Maria Grazia Lagana' si e' detta inoltre convinta dall'ipotesi che
lo schema entro cui potrebbe essere maturato il delitto e' quello
di "intimidire la politica. Si', mi convince questa ipotesi di
schema". Ma alla domanda su cosa in realta' voglia la 'ndrangheta
attraverso questo delitto, Maria Grazia Lagana' Fortugno ha risposto
"non ho idea di cosa voglia, anche perche' non si stavano programmando,
che io sappia, cose che potessero disturbare". La vedova Fortugno
parla anche di condivisione con quanti all'indomani del delitto hanno
parlato di "segnale rivoluzionario" venuto dal mondo della
politica locale, con la costituzione di parte civile di giunta e consiglio
regionale nei confronti di mandanti ed esecutori dell'assassinio,
e dal movimento dei giovani calabresi, "che non finiro' mai di
ringraziare". Anzi "proprio i giovani mi hanno dato la certezza
che in Calabria puo' cambiare". La vedova non esclude infatti
che oggi come oggi esista una sorta di contiguita' sociale e di sistema
tra la politica e la mafia, "ma si puo' cambiare. Sono necessari
tempi, ma non lunghi, questo puo' avvenire". Infine, "non
vedo la politica nel mio futuro, per il momento no" e "amo
la Calabria e non penso di andare via".
Il PdCI aderisce alla marcia della
speranza del 4 novembre
“Quella del prossimo 4 novembre a Locri sarà una marcia
per non dimenticare il sacrificio dell’on. Francesco Fortugno,
ma anche uno straordinario incontro fra italiani e italiane nel segno
di quella grande speranza che oggi anima i giovani della Locride e
la stragrande maggioranza dei calabresi. Vogliamo ribadire, ancora
una volta, che la ndrangheta e la criminalità organizzata si
possono battere soltanto se c’è unità d’intenti
tra le forze in campo e se lo Stato dimostra concretamente di volersi
impegnare con determinazione e coerenza nella lotta per la liberazione
della locride e della nostra regione dalla presenza opprimente della
piovra mafiosa, mettendo in campo una strategia di contrasto più
incisiva e costante che dia credibilità all’azione repressiva
contro l’illegalità diffusa e maggiore consistenza agli
interventi di prevenzione della devianza”.
Così il segretario regionale del partito dei Comunisti Italiani,
Michelangelo Tripodi, commenta il significato della “Marcia
della Speranza”, la manifestazione antimafia prevista il 4 novembre
a Locri, annunciando l’adesione alla stessa anche da parte del
Partito dei Comunisti Italiani.
“In questi giorni la società e le istituzioni calabresi
stanno costruendo una reazione civile e politica senza precedenti
contro lo strapotere arrogante della ‘ndrangheta – prosegue
Tripodi – e la marcia, riunendo a Locri tanti giovani provenienti
da ogni parte d’Italia, rappresenta l’occasione, non solo
simbolica, per ribadire nuovamente la necessità di unire tutte
le forze sane in un comune impegno solidale e concreto in grado di
far comprendere che il “caso Calabria” deve diventare
una costante emergenza nazionale. La “marcia della speranza”
rappresenta, quindi, innanzitutto un segnale opposto a quello che
per tanti versi stanno lanciando i fautori della devolution politica
e della separazione culturale dell’Italia, che considerano il
Mezzogiorno in genere e la Calabria in particolare territori marginali
da abbandonare al loro destino, vittime dell’ineluttabilità
del sottosviluppo e della mafia.
Manifestare a Locri oggi significa ribellarsi a questi schemi antichi
di cui si nutre la malavita, per intensificare la sua occupazione
di un territorio che, come confermano le notizie di questi giorni
sui dislocamenti di nuove forze dell’ordine, aveva e ha presidi
sguarniti; manifestare a Locri significa voler dare un primo concreto
seguito all’accorato appello indirizzato al governo dagli studenti,
che chiedono al Parlamento di non demolire la legislazione che colpisce
i patrimoni mafiosi, così come sta tentando di fare la maggioranza,
ma anche di rimettere in campo politiche sociali e di sostegno al
reddito ed all’occupazione che purtroppo sono state derubricate
dall’attuale governo”.
“Assieme ai giovani – prosegue Tripodi - vogliamo che
la speranza si nutra di atti politici tangibili e straordinarie misure
d’intervento, non solo perché con l’assassinio
dell’on. Fortugno si è rivelato incredibilmente tracotante
l’attacco alle istituzioni democratiche del Paese, ma soprattutto
perché questo efferato crimine rappresenta il culmine di un
processo degenerativo contrassegnato da un innegabile ridimensionamento
dell’azione di contrasto alle consorterie mafiose e da una crescita
esponenziale a livello internazionale della ‘ndrangheta calabrese.
Dopo l’autorevole monito lanciato dalla chiesa della Locride,
e dopo le importanti decisioni assunte dal Consiglio Regionale per
dare organicità al nuovo impegno antimafia di tanti giovani,
quello che rilanciamo a partire dalla marcia di Locri ha quindi il
significato di un impegno concreto per una sfida epocale che attende
la Calabria e il Paese”.
“Lo Stato deve finalmente dichiarare guerra alla ’ndrangheta.
Solo una risposta eccezionale e straordinaria di questa natura e di
questa portata potrà dare credibilità ed efficacia all’azione
dei poteri pubblici dopo il terribile assassinio dell’on. Francesco
Fortugno”.
Il segretario regionale del PdCI, Michelangelo Tripodi annunciando
che il PdCI sarà rappresentato nella manifestazione del prossimo
4 novembre da tanti militanti, dai ragazzi della Fgci, dai dirigenti
regionali e dagli amministratori pubblici del partito, così
conclude: “Per vincere questa battaglia, per impedire che la
Calabria finisca in mano alla ’ndrangheta occorre un impegno
generale di tutte le istituzioni del Paese. Non è più
il tempo di risposte ordinarie, bisogna finirla con rituali inutili
e inconcludenti. Per ripristinare la legalità, per garantire
la sicurezza, per rendere effettivi i diritti e la libertà,
per ridare fiducia e speranza ai calabresi - ha detto infine Tripodi
- ci vuole una risposta all’altezza della sfida senza precedenti
che la ’ndrangheta ha lanciato. Ciò significa che l’impegno
dello Stato deve essere a tutto campo per ribattere colpo su colpo.
Nulla può essere lasciato di intentato mettendo in campo una
risposta molteplice in termini militari, giudiziari, politici, sociali
e culturali che possa far ripartire la speranza affinché questa
terra possa avere un futuro diverso e migliore”.
Loiero su Rai3 a “Cominciamo
bene”
Il presidente della Regione, Agazio Loiero, sara' ospite, domani,
della trasmissione ''Cominciamo bene-Le storie'' condotta da Corrado
Augias e in onda su Rai3 alle 12.35. Nel corso della puntata, secondo
quanto si e' appreso, Loiero parlera' del ''caso Calabria'' alla luce
dell' omicidio del vice presidente del Consiglio regionale, Francesco
Fortugno, e delle misure che lo Stato e le Istituzioni possono adottare
per rendere tangibile la propria presenza sul territorio calabrese
e nella locride in particolare. Il Presidente della Regione parlera'
anche del futuro e delle speranze della Calabria e dell' attivita'
della Giunta in questa direzione.
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al Forum dedicato
Omicido
Fortugno: Scendono in campo gli 007 dei servizi.
La sanità pista privilegiata.
L'omicidio è avvenuto con l'avallo delle cosche locali
Omicido
Fortugno: Le indagini, mentre si attendono le
perizie balistiche, puntano sulla sanità.
La DDA apre un'inchiesta sulla fuga di notizie.
Nuove adesioni alla marcia del 4.
Omicido
Fortugno: Gli investigatori: Non c’è
nessuna pista, ma c’è molto ottimisimo. Il
4 novembre a Locri una marcia della pace proposta da Jervolino-Catizone.
Pegna propone un megashow contro la criminalità.
Omicido
Fortugno: Il procuratore Grasso incontra gli
inquirenti. Alle indagini collaborano anche
la DDA di Catanzaro e i servizi centrali. Pisanu delega
il Prefetto di Reggio per l'accesso all'ASL
di Locri.
Omicido
Fortugno: Loiero: “Le intercettazioni
insudiciano un dramma”. Indagini: Magistrati
rientrati dopo missioni nelle carceri. Il movimento studentesco
di Locri scrive alle istituzioni: “No alla ndrangheta”
Omicido
Fortugno: Minniti: definisce un quadro inquietante
le telefonate al Viminale. Pisanu replica "non
lasceremo nulla di intentato". Loiero: "Lo stato
deve far sentire la sua presenza”
Omicido
Fortugno: Numerose le lettere di solidarietà
inviate a Loiero: “Presidente, resisti e vai avanti”
Montezamolo "Sensibilizzerò le istituzioni". Scatta
il piano di controllo di PS, CC e Gdf. Corbelli
chiede di non assegnare il posto vacante di Fortugno.
Omicido
Fortugno: Varato il programma straordinario
di Pisanu contro la ndrangheta dopo un summit al Viminale.
Informato il Presidente Loiero. Due ipotesi
nelle indagini
Il
Ministro Pisanu riferisce alle Camere e propone
le nuove direttive per combattere la ndrangheta. Loiero: "Se
cala l'attenzione lo uccidiamo ancora".
In
tantissimi ai funerali di Fortugno, Mons. Bregantini:
La mafia vuole dominare la politica. Indagini ad un punto delicato
Cossiga
contro Macrì: “Con i magistrati
politicizzati non si combatte la ndrangheta”. Mancini:
“Parte delle istituzioni non hanno fatto
il proprio dovere”. Castelli “Adeguato
il numero dei magistrati”
Il
Presidente Ciampi ha reso omaggio alla salma di Fortugno ed ha ribadito
“Calabresi reagite, l’Italia è
con voi”
Le
Amministrazioni pubbliche ricordano Fortugno.
Ancora reazioni dal mondo politico.