Varato il programma straordinario
di Pisanu contro la ndrangheta dopo un summit al Viminale. Informato
il Presidente Loiero.
Pressione sulla Locride, un ''cospicuo'' aumento di uomini ''altamente
specializzati'', tutti provenienti da fuori e, quindi, ''non soggetti
a condizionamenti di carattere locale'' e, soprattutto, ''l'aggressione
ai patrimoni illecitamente costituiti'' e la tutela degli amministratori
locali, che in Calabria in nove mesi, hanno subito 67 intimidazioni.
E' questo il ''programma straordinario'' contro la 'ndrangheta, presentato
oggi dal ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, convinto che ''i cittadini
apprezzeranno questo impegno'' che si protrarra' ''fin quando lo stato
non verra' a capo di questa potente organizzazione criminale''. Si
tratta, come le ha definite Pisanu, di ''risposte puntuali ed efficaci
all' aggressione della 'ndrangheta in Calabria'', che il ministro,
assieme ai responsabili delle forze dell'ordine, dei servizi segreti,
dell'antidroga e della Dia, riuniti al Viminale, sta mettendo a punto,
dopo aver riferito ieri, prima al Senato e poi alla Camera, sull'omicidio
Fortugno ed aver raccolto le ''importanti indicazioni'' emerse dal
dibattito in aula. Un piano, ha assicurato Pisanu, che dara' ''in
tempi brevi risultati positivi''.
PIU' UOMINI E PRESSIONE SULLA LOCRIDE: Sono uomini ''altamente specializzati''
ha sottolineato il ministro e ''provenienti dall'esterno'', non soggetti
dunque a ''pressioni locali''. Ma non solo: il piano si concentra
in particolare sulla Locride, dove e' gia' in atto un intervento per
''accrescere in misura consistente il numero degli operatori delle
Forze di Polizia''. Arma dei Carabinieri e Polizia, ha aggiunto, ''hanno
gia' inviato un numero cospicuo di uomini del Cio (compagnia interventi
operativi) e uomini che fanno capo al reparto Cacciatori''. Mentre
per la Guardia di Finanza intervengono gli specialisti Antiterrorismo
e pronto intervento (API). Non si punta, in sostanza, a quanto si
apprende, sulla quantita', benche' si tratti di centinaia di persone,
giunte anche dalle regioni limitrofe, ma soprattutto sull'esperienza
e sulla specializzazione degli uomini impegnati in Calabria.
AGGRESSIONE AI PATRIMONI ILLECITI: E' uno degli ''obiettivi principali''
del programma speciale. ''Bisogna sviluppare -ha detto il ministro-
tutte le misure di prevenzione patrimoniale e personale per aggredire
i patrimoni illecitamente costituiti''. Un compito affidato, in particolare,
allo Scico della Guardia di Finanza che controllera' ''patrimoni,
appalti, operazioni e arricchimenti sospetti''. E' anche previsto,
ha spiegato Pisanu, ''il ricorso ad appropriati dispositivi di legge,
come l'applicazione dell'articolo 12/VI della legge 501 del '94, la
norma cioe' che prevede la confisca obbligatoria dei beni appartenenti
a condannati definitivi, quando e' evidente la sproporzione tra redditi
dichiarati e patrimoni posseduti''.
TUTELARE AMMINISTRATORI LOCALI: ''Il programma -ha detto il ministro-
prevede un attenzione particolare al fenomeno delle intimidazioni
mafiose agli amministratori locali: 67 in Calabria dall'inizio dell'anno
al 15 ottobre''. Amministratori, ha assicurato, che vanno ''tutelati
nel miglior modo possibile'' perche' sono ''testimoni tra i piu' degni
della presenza dello stato in Calabria''.
FONDAMENTALE COLLABORAZIONE CON MAGISTRATI: ''Perche' il programma
abbia successo -ha detto Pisanu- occorre una collaborazione sempre
piu' stretta con i magistrati calabresi. Siamo certi di trovare la
loro disponibilita' e sappiamo che il Csm riserva un'attenzione particolare
a questo problema''. Ed ha poi ricordato che mercoledi' il procuratore
nazionale antimafia Piero Grasso andra' a Reggio Calabria ''ed avra'
a disposizione il direttore della Dia e i responsabili di Ros, Sco
e Scico''.
PARTICOLARE ATTENZIONE AD ATTIVITA' ANTIDROGA: Per questo alla riunione
ha partecipato anche il direttore centrale del servizio antidroga.
Il programma straordinario, ha assicurato il ministro, ''porra' particolare
attenzione alle attivita' antidroga''. E verranno messe a punto misure
''per il controllo di appalti, l'analisi di flussi finanziari ed il
controllo di tutti i soggetti calabresi a qualche titolo coinvolti
in indagini sul traffico di droga''.
Infine il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero
ha avuto questa sera un colloquio telefonico con il Ministro dell'Interno
Giuseppe Pisanu il quale lo ha informato dei provvedimenti che il
Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica ha adottato
a seguito dell'omicidio del vice presidente del consiglio regionale,
Francesco Fortugno. Nella breve conversazione telefonica, secondo
quanto si e' appreso, il ministro Pisanu ha spiegato a Loiero i provvedimenti
che il suo Ministero ha approntato per affrontare l'emergenza della
Calabria e della Locride in particolare. Nei prossimi giorni Loiero
e Pisanu si incontreranno nuovamente per approfondire l'argomento
prima del varo definitivo dei provvedimenti.
La Vedova Fortugno sentita dal magistrato
di Locri. "Non avvaloro o smentisco nessuna pista"
Maria Grazia Lagana', vedova di Francesco Fortugno, il vice presidente
del Consiglio regionale della Calabria ucciso domenica scorsa a Locri,
e' stata sentita oggi dal magistrato titolare dell' inchiesta, il
sostituto procuratore della Dda reggina, Giuseppe Creazzo. Secondo
quanto si e' appreso Creazzo si e' recato a Locri per sentire la donna.
Sul contenuto dell' interrogatorio vige il massimo riserbo. Stasera,
intanto, ci sara' un vertice in procura tra Creazzo ed il procuratore
aggiunto della Dda reggina, Franco Scuderi, per fare il punto sulle
indagini e definire le future strategie. Una investigatore di alto
livello, intanto, ha tenuto a sottolineare che negli ultimi mesi gli
inquirenti non sono stati con le mani in mano, sottoponendo la locride
- dove ci sono stati in 12 mesi 23 omicidi - approfonditi controlli,
anche con l' uso di sofisticati strumenti tecnologici.
La vedova Fortugno sara' sentita nuovamente dal magistrato titolare
dell' inchiesta, il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria,
Giuseppe Creazzo, Maria Grazia Lagana'. La decisione, secondo quanto
si e' appreso, e' stata presa al termine dell' interrogatorio in seguito
alla massima disponibilita' della donna a collaborare con gli inquirenti,
anche per un' eventuale rilettura delle carte del marito. Nella deposizione
di oggi la donna ha risposto a tutte le domande poste dal magistrato,
sulla cui natura, pero', non sono uscite indiscrezioni. Un colloquio
lungo, durato ben oltre le due ore e che dovrebbe avere un seguito
nei prossimi giorni.
Non avvalora o smentisce alcuna pista nelle indagini: e' questo il
senso di una dichiarazione della vedova di Franco Fortugno, la dottoressa
Maria Grazia Lagana', diffusa dagli avvocati. La signora ''smentisce
- e' detto nella dichiarazione - di avere pronunciato ad alcuno la
frase: 'Indagate su chi doveva prendere il posto di mio marito', riportata
da 'Il Messaggero' del 19 ottobre scorso, che sarebbe stata riferita
alla giornalista da non meglio identificati ambienti vicini alla famiglia.
Col precisare cio' la dottoressa Fortugno Lagana' non intende avvalorare
o smentire alcuna ipotesi investigativa''.
Due ipotesi al vaglio degli inquirenti:
una locale e l’altra no. Situazione poco chiara
21/10 Ormai, a cinque giorni dal delitto, le indagini sul delitto
Fortugno sono davanti a questo bivio: ci sono, infatti, due scuole
di pensiero dietro le indagini sull' assassinio del vice presidente
del Consiglio regionale della Calabria. Una indica l' origine del
delitto nella locride ed una la ipotizza con una causale distante
da dove e' stato commesso l' omicidio. Negli ambienti investigativi,
ai piu' alti livelli, in Calabria e a Roma, il quadro che viene fuori
e' esattamente quello su descritto. Entrambe le ipotesi vengono vagliate
attentamente. Le indagini, si fa rilevare, sono comunque nella fase
iniziale e vi sono gruppi qualificati di investigatori che si stanno
dedicando a tempo pieno agli accertamenti integrati alle forze dell'
ordine locali. Gli accertamenti sono volti a verificare tutte le situazioni
pregresse ed attuali che potrebbero fare da sfondo all' omicidio dell'
esponente della Margherita, senza tralasciare alcunche', anche perche',
al momento, una chiave di lettura univoca non sarebbe ancora emersa.
Il territorio in cui e' avvenuto il delitto ''e' difficile'' viene
evidenziato in ambienti investigativi che sottolineano anche come,
in contesti del genere, talvolta, basta una piccola spinta per aprire
uno scenario che puo', quanto meno, indirizzare verso un determinato
gruppo criminale. Oltre al contesto, l' attenzione di carabinieri
e polizia e' incentrata sulla dinamica del delitto e sull' arma usata,
una pistola calibro 9x19 mai usata prima nel reggino. Armi analoghe
hanno sparato nel vibonese e gli inquirenti vogliono adesso verificare
se siano state usate in altre regioni. Al riguardo l' armamento sembra
costituire un elemento ''di un certo pregio''. Non altrettanto sembra
potersi dire della vettura usata dal killer per recarsi sul luogo
dell' agguato; una vettura di piccola cilindrata, probabilmente una
A112 di colore scuro. La convinzione degli investigatori e' che sia
stata abbandonata in qualche bosco chissa' dove. Al riguardo, pero',
sorprende un po' chi partecipa alle indagini, il fatto che al momento
non sia giunta alcuna segnalazione. Una certezza che sembra essere
stata raggiunta e' quella relativa alla presenza di un basista, ma
non inteso nel senso di qualcuno che lavorava al seggio dove erano
in svolgimento le primarie dell' Unione, ma di qualcuno che ha seguito
l' esponente della Margherita nei suoi spostamenti, indicando al killer
il momento migliore per entrare in azione. Un elemento che indica
la determinazione di uccidere Fortugno proprio in quel luogo ritenendo,
evidentemente, di fare un gesto eclatante. Il che riconduce alla matrice
politica del delitto finalizzato a lanciare un messaggio e deciso
per vicende non direttamente collegabili alla funzione della vittima.
Al vaglio degli investigatori c' e' anche la situazione criminale
della locride dove i due gruppi storici, i Cataldo ed i Cordi', sono
stati decimati da una faida sanguinosa e dagli arresti e dove, e'
la convinzione di molti addetti ai lavori, vi sia una nuova leva di
criminali, ancora piu' sanguinari dei predecessori perche' assettati
di potere e senza equilibri consolidati. Materiale su cui lavorare,
comunque, sottolineano gli investigatori non manca. Probabilmente
il riferimento e' a quanto rilevato da un investigatore di alto livello,
che ha precisato che negli ultimi mesi la locride e' stata sottoposta
ad approfonditi controlli, anche con l' uso di strumentazioni tecnologiche.
Tutto viene spulciato con meticolosita' certosina. Niente viene escluso,
neanche gli articoli di giornale. Tutte le informazioni vengono vagliate
e studiate nel caso in cui possano costituire spunto per l' inchiesta.
Anche il movente legato al settore della sanita' non viene escluso
a priori e rientra nel novero delle possibili piste. Al riguardo,
il comandante del Ros, il gen. Giampaolo Ganzer, ha rilevato come
sia ''notorio che gli interessi della famiglia Morabito (la cosca
piu' potente della vicina Africo colpita stamani da un' operazione
del Ros, ndr) fossero particolarmente attenti anche al settore sanitario
quindi certamente tutte le verifiche potranno essere fatte''. ''Al
momento - ha aggiunto - non mi sembra ci siano collegamenti diretti
tra l' operazione di stamani e l' omicidio anche se e' chiaro che
la cosca e' una delle piu' influenti di tutto il reggino. Vi sono
tante ipotesi di carattere generale sugli equilibri della 'ndrangheta
nel dopo Morabito che forse in qualche misura esercitava un ruolo
di mediazione tra le varie famiglie, tra interessi anche contrapposti
delle varie 'ndrine''. E stasera, intanto, il magistrato titolare
dell' inchiesta il sostituto della Dda Giuseppe Creazzo, avra' un
vertice con l' aggiunto della Dda, Franco Scuderi, per fare il punto
sulle indagini. A Scuderi riferira' anche l' esito dell' incontro
avuto oggi a Locri con la vedova di Fortugno, Maria Grazia Lagana',
sui contenuti del quale non sono trapelate indiscrezioni.
Gli investigatori fanno sapere che
le telefonate al medico del boss non sono significative
Francesco Fortugno, il vice presidente del Consiglio regionale della
Calabria assassinato domenica scorsa a Locri, tra il 1997 ed il 2000
ha avuto una trentina di telefonate con Giuseppe Pansera, medico,
genero del boss Giuseppe Morabito, detto 'u tiradritto, arrestato
con lui nel 2004 quattro anni di latitanza. Lo scrive il Corriere
della Sera citando una perizia sui tabulati delle telefonate, non
intercettate, di Pansera allegata agli atti del processo di Milano
su un traffico internazionale di sostanze stupefacenti gestito dalla
cosca calabrese che si e' concluso con la condanna a 16 anni dello
stesso Pansera. Secondo quanto riferito dal quotidiano i primi contatti
tra Fortugno e Pansera risalgono al 1997 quando il genero di Morabito
chiama due volte a Fortugno. I contatti riprendono nel 1999. All'
epoca Fortugno e' primario al pronto soccorso dell' ospedale di Locri
e Pansera lavora all' Asl di Melito Porto Salvo. L' ultimo contatto
tra i due risalirebbe ad una quindicina di giorni prima dell' emissione
dell' ordine di custodia cautelare nei confronti di Pansera del marzo
2000. La moglie di Fortugno, Maria Grazia Lagana', direttore sanitario
all' ospedale di Locri, sentita dal giornale, ha attribuito le telefonate
alle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell' ordine dei medici
ed a contatti di carattere professionale. In ambienti investigativi
di alto livello di Reggio Calabria, stamani si e' fatto notare che
Fortugno e Pansera svolgevano entrambi la professione di medico e
che il fatto che vi siano stati contatti tra loro ''non e' significativo''
di alcunche'. Pansera e' attualmente detenuto nel carcere di Parma.
Da alcune intercettazioni compiute nel 1998 durante una indagine del
sostituto procuratore di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, emergeva
che l' uomo si interessava dell' acquisto di esplosivo ed anche delle
elezioni provinciali di Reggio Calabria. Pansera avrebbe dato indicazioni,
secondo quanto emergeva dalle intercettazioni, per far votare un medico
che si candidava nella Lista Dini.
Gen. Ganzer: Interessi della cosca
Morabito nella sanità. Faremo verifiche.
21/10 ''E' notorio che gli interessi, i conti della famiglia Morabito,
come famiglia di sangue, fossero particolarmente attenti anche al
settore sanitario quindi certamente tutte le verifiche potranno essere
fatte''. E' quanto ha detto il comandante del Raggruppamento Operativo
Speciale dei carabinieri, Giampaolo Ganzer, rispondendo ad una domanda
su possibili collegamenti tra l'omicidio di Francesco Fortugno e l'operazione
compiuta stamane nel reggino. ''Al momento - ha aggiunto - non mi
sembra ci siano diretti collegamenti, anche se e' chiaro che la cosca
che e' stata perseguita e' una delle piu' influenti di tutto il reggino
e di tutta la locride''. ''Vi sono tante ipotesi - ha proseguito Ganzer
- di carattere generale sugli equilibri della 'ndrangheta nel dopo
Morabito che forse in qualche misura esercitava un ruolo di mediazione
tra le varie famiglie, tra interessi anche contrapposti delle varie
'ndrine. Quindi questi sono tra gli aspetti associativi, tra gli aspetti
di equilibri criminali che stiamo piu' attentamente analizzando''.
Napoli (AN) “La pista dell
sanità è depistante”
21/10 ''Non posso sostituirmi agli inquirenti, ma ho indicato e mi
auguro che sia cosi', che la valutazione sia a 360 gradi senza lasciare
alcuna pista intentata. Quella della sanita' mi sembra una pista troppo
facile. Non vorrei che fosse una pista depistante''. A dirlo e' stata
la vice presidente della Commissione parlamentare antimafia, Angela
Napoli, che stasera si e' recata a fare visita a Maria Grazia Lagana',
vedova di Francesco Fortugno. ''Bisogna vedere - ha aggiunto la parlamentare
di An - negli ambienti della politica, della 'ndrangheta, della massoneria
deviata. In Calabria non si vuole capire un certo discorso. Ci si
ostina a vedere ed a voler colpire solo la zona nera cioe' gli uomini
delle cosche. E nemmeno di quelli si accontentano perche' non vogliono
prendere atto nemmeno dei risultati che sono stati posti in essere
dalle forze di polizia per volonta' di questo Governo nell' ultimo
periodo. Che io ricordi non ci sono mai state tante catture di latitanti
e operazioni cosi' importanti come in questo periodo. Ma queste sono
tutte cose che hanno colpito la zona nera. Qui bisogna decidere quali
sono le potenzialita' della 'ndrangheta che ha la sua attivita' prevalentemente
nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti o comunque nei
traffici illeciti. Ma c' e' anche la 'ndrangheta che guarda agli appalti,
ai finanziamenti economici che arrivano nella regione, ai finanziamenti
che arrivano per lo sviluppo e chi e' che decide dove vanno i finanziamenti,
chi e' che decide gli appalti, quale mondo? Avviene nelle istituzioni.
Allora bisogna anche colpire quel mondo li'''.
Intanto nella locride arrivano due
reparti di prevenzione della pS
Due reparti prevenzione crimine della Polizia arriveranno oggi in
Calabria e da domani saranno utilizzati per intensificare i controlli
del territorio a Locri ed in tutta la zona dopo l' omicidio del vicepresidente
del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, ucciso domenica scorsa.
E' quanto si e' appreso dalla Questura di Reggio Calabria. I reparti,
che si uniscono a quello gia' presente in Calabria e di stanza a Siderno,
sempre nella Locride, secondo quanto si e' appreso, saranno utilizzati
anche per ricerche in zone difficilmente accessibili. Nella zona si
trovano gia' anche quattro squadre di intervento operativo dei carabinieri.
Gasparri (AN) la butta sul politico”non
alimentare trasformismi”. Gli replica Fuda "Pensavo che
Gasparri parlasse degli errori della Cdl"
''Promesse non mantenute? Non vorrei che qualcuno nel centrosinistra
in Calabria, dove proprio oggi mi reco per una manifestazione, abbia
fatto troppe promesse, e quindi che anche le tensioni che si stanno
verificando derivino da troppe aspettative difficili da realizzare''.
E' quanto ha detto Maurizio Gasparri, rispondendo stamane ad un ascoltatore
durante un filodiretto a Radio Radicale che gli chiedeva se non ''sembra
strano che il centrosinistra vinca in Calabria con una maggioranza
cosi' ampia e poi debba subire minacce e ricatti o l'ultimo tragico
episodio''. ''La vittima di questo attentato - ha aggiunto - per quanto
si sa e' persona assolutamente corretta. La sinistra in questo momento
ma anche in passato in Calabria ha alimentato trasformismi, comportamenti
nel mondo della politica assolutamente inaccettabili. Io dico, pubblicamente,
una cosa molto semplice: nelle elezioni provinciali tempo fa vinse
il centrodestra, e divenne presidente della provincia di Reggio Calabria
Pietro Fuda. Ora si dice che Fuda passerebbe al centrosinistra. Il
trasformismo e' l'anticamera di comportamenti clientelari da voto
di scambio, che alimentano la criminalita'. La sinistra vuole essere
anticrimine quanto noi? Non alimenti il trasformismo, non consenta
queste operazioni da salto della quaglia come a Reggio Calabria. Saltare
da una poltrona all'altra e' un pessimo sport che la sinistra ha codificato''.
''Lottare contro il crimine - ha concluso - e per difendere le istituzioni
vuol dire anche agire su questo terreno, contro il trasformismo, perche'
la politica puo' dare un contributo con la sobrieta' e la serieta'
del comportamento. Ovviamente non e' la sola risposta, ma e' qualcosa
che - visto che proprio in questi giorni sta succedendo a Reggio Calabria
- aiuta a combattere la criminalita'''.
''Pensavo che l'ex ministro Gasparri fosse impegnato a riflettere
sugli errori della Casa delle Liberta' durante il passato governo
della Calabria, sforzandosi di capire i problemi di una terra dove
e' stato eletto''. E' quanto sostiene il
presidente della Provincia di Reggio Calabria, Pietro Fuda,
replicando all'ex ministro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri.
''Come ho avuto modo di spiegare - ha aggiunto - ogni ripensamento
politico passa attraverso una serie infinita di valutazioni, precise
e puntuali, ma soprattutto dall'ascolto della volonta' degli elettori,
che chiedono risposte concrete per lo sviluppo del proprio territorio
ed indicano la via per ottenerle. Non ho capito pero' come funziona
il ragionamento dell'ex ministro: ero buono, andavo bene, finche'
ero posizionato con il centrodestra, e divento cattivo nell'ipotesi
in cui mi posizionassi nel centrosinistra? Certo e' che non sono io
a non avere trovato ospitalita' nel centrodestra, ma il centrodestra
ad aver dimostrato di non avere alcun interesse non solo nei miei
confronti, ma soprattutto nei confronti del mio modo di intendere
la politica e di amministrare, che io vedo come massima espressione
della democrazia, in quanto diretta emanazione del mandato degli elettori''.
''Ho la netta sensazione - ha proseguito Fuda - di essere stato utilizzato
dal centrodestra solo come portatore di consensi, e poi di essere
stato dimenticato: mi riferisco alle tante, troppe risposte che non
ho potuto dare al territorio in quanto non sono riuscito ad avere
il dovuto sostegno e l'appoggio amministrativo dai livelli superiori,
fossero essi regionali o nazionali. L'ex ministro dovrebbe invece
spiegarci cosa e' successo, e quali sono state le conseguenze per
la nostra regione, quando la Calabria e' stata consegnata a chi non
aveva alcun consenso, a chi non rappresentava la volonta' del territorio
espressa tramite il voto, ed ha amministrato rappresentando interessi
e richieste ben lontane da quelle dei cittadini, che nel mio modo
di intendere la politica (condiviso, per fortuna, da molti esponenti
del centro sinistra) sono gli unici veri sovrani''
Callipo replica a Pisanu: “Non
credo al tentativo di screditare gli imprenditori”
'Ho sinceramente molta stima per il Ministro dell' Interno, Giuseppe
Pisanu, pertanto stento a credere che egli abbia pronunciato le parole
riportate (una riunione convocata a Roma cui abbiamo partecipato in
pochi) con l' intento di screditare la coscienza civica degli imprenditori
calabresi''. E' quanto sostiene in una nota il presidente di Confindustria
Calabria, Pippo Callipo, in replica al ministro dell'Interno, Giuseppe
Pisanu. ''Sono sicuro - ha aggiunto - che non e' cosi. A quella riunione
- svoltasi in Confindustria - alla quale io ho partecipato, eravamo
in pochi perche' doveva essere una riunione ristretta. Prendo atto,
tuttavia, che il ministro ha piena consapevolezza della difficile
condizione calabrese e la reazione, pronta e multilaterale, annunciata
ieri dallo Stato, a proposito di quanto sta accadendo in Calabria,
ci rassicura''. ''Aggiungo - ha proseguito Callipo - che in una regione
in cui, di fatto, come sa bene il Ministro, alcune garanzie costituzionali
sono gia' sospese per via del forte condizionamento mafioso, gli imprenditori
calabresi costituiscono una risorsa indispensabile per l'affermazione
della legalita' ed intendono svolgere fino in fondo la loro parte.
Alla condizione, pero', che non siano lasciati soli e finora l' altissima
percentuale di imprenditori calabresi che vanno via dalla regione
dimostra che non si sentono sicuri''. ''Cio' che chiediamo - ha concluso
- e' di avere accanto a noi uno Stato piu' deciso nel contrasto del
fenomeno criminale e risposte mirate che ridiano alla Calabria un
po' di serenita'''
Pietro Mancini: “Guai a soluzioni
d’emergenza”
''E' giusto pretendere, come ha fatto il presidente di Confindustria
Calabria, che gli organi dello Stato, da Ciampi in giu', facciano
sentire la loro presenza, con maggior forza, sul territorio calabrese.
Guai, pero', a dar l' impressione che le intimidazioni e i delitti
impongano alla politica e al governo soluzioni emergenziali, che sarebbero
anacronistiche e scarsamente efficaci''. Lo dice Pietro Mancini. ''La
partita contro la ' ndrangheta e contro la malapolitica non si vince
- dice Pietro Mancini - con gli slogan, o chiedendo consigli a personaggi,
come il sociologo giustizialista Pino Arlacchi, reduce da esperienze
imbarazzanti, nei consessi internazionali, dove era stato inserito
come esperto nella lotta alla droga. Serieta', operosita', efficienza,
nella gestione , discrezione e rigore, nelle indagini, non straripanti
comizi in TV dei procuratori, e trasparenza, a tutti i livelli : questi
i requisiti per fronteggiare, con credibilita', la sfida delle cosche.
E a quanti arrivano a drammatizzare la gia' delicata situazione, spingendosi
a chiedere lo stato d' assedio e, addirittura, la nomina di tre commissari
straordinari per l' ordine pubblico (Cossiga, Minniti e il vescovo
di Locri), occorre far notare che la viabilita', che cinge l' Aspromonte,
da sempre rifugio dei boss e dei soldati delle 'ndrine, non e' affatto
selvaggia, e' una normale rete di strade e di autostrade. Perche',
sinora, non si e' fatta un' efficace opera di prevenzione, non si
sono seguite le indicazioni del generale Jucci, ex comandante dell'
Arma dei carabinieri, il quale ebbe a dire che, per mettere in fuga
i banditi dall' Aspromonte, sarebbe bastato costruire altre strade,
alcune opere pubbliche e collocare un centinaio di telefoni e qualche
posto di guardia? Il ministro Pisanu fara' la sua parte, speriamo
non inviando solo burocratici questionari, giustamente bocciati da
Callipo e dagli imprenditori, ma recependo le proposte costruttive
dei rappresentanti dell' Unione di Prodi, e bocciando quelle '' elettorali
''. Spero che i responsabili delle istituzioni siano consapevoli che,
per costruire un futuro piu' sicuro, per quella terra aspra e complessa,
e' indispensabile non comprimere, ma aumentare i diritti e le opportunita'
per i calabresi, sostenendo le tante iniziative dei cittadini onesti
e laboriosi''
Al Comune di Reggio seduta straordinaria.
Approvato un documento
''E' un momento fortemente drammatico per l' Italia, la Calabria,
Reggio e la sua provincia''. Con queste parole, il presidente del
Consiglio comunale, Aurelio Chizzoniti, ha aperto i lavori dell' assemblea
straordinaria convocata per discutere di ''Organizzazioni criminali-Stato-societa',
Reggio Calabria e provincia'', dopo l' omicidio del vice presidente
del Consiglio regionale, Francesco Fortugno. Quindi, Chizzoniti, ha
fatto una ''confessione'': ''la sensazione dell' inutilita' di affidare
alla fuga del verbo la bonta' delle ragioni''. ''Passato il santo
- ha sostenuto il Presidente del Consiglio comunale - la festa puntualmente
finisce. Oggi, pero', il momento e' decisivo: e' necessario calarci
nella realta' alla ricerca delle zone d' ombra, soltanto in questo
modo la seduta odierna avra' una funzione tale da consentire un' inversione
di rotta''. ''Il vicepresidente del Consiglio regionale - ha aggiunto
Chizzoniti - non esercita potere, la sua funzione e' esclusivamente
rispetto all' attivita' consiliare, e sotto questa luce il delitto
di domenica scorsa assume aspetti ancora piu' inquietanti: si tratta
certamente di un delitto politico dai connotati chiaramente mafiosi
e su cio' non possono esservi dubbi. Se l' impegno politico di un
uomo onesto come Fortugno, si paga con il sacrificio delle carni allora
non possiamo non renderci conto del fatto che lo spazio politico si
restringe sempre di piu', anche perche' il politico evidentemente
e' costretto a muoversi sul baratro dell'assurdo e perfino senza reti
di protezione, tra raffiche di mitra e avvisi di garanzia''. Per Chizzoniti
il problema non si risolve attraverso il potenziamento delle forze
dell' ordine o l' inasprimento repressivo, perche', ha detto, ''non
ritengo di dover avvallare la tesi dell'assenza dello Stato in Calabria.
Lo Stato c' e', ma e' necessario un cambiamento di mentalita'. Non
e' un problema di strutture bensi' di omerta'. E neppure il disagio
della disoccupazione giustifica cio' che avviene, perche' anche laddove
il lavoro c' e' la 'ndrangheta vive e prospera, basti ricordare la
Chicago di Al Capone o piu' semplicemente Gioia Tauro, uno dei porti
piu' grandi del mondo, dove pero' non mi sembra vi siano segnali di
cedimento dei clan''. Il Presidente del Consiglio comunale, per chiarire
meglio il concetto, ha citato una frase di Confucio: ''Se incontri
un uomo buono cerca di imitarlo, se incontri un uomo cattivo prima
di giudicarlo interroga te stesso''. Infine ha sottolineato la sua
visione comunque positiva e di fiducia in questa regione: ''La speranza
c' e' e sono stati proprio i giovani di Locri a testimoniarla con
la loro partecipazione spontanea ed in particolare, con uno striscione
che recitava 'Omerta' la vostra forza, noi la vostra fine'. Per tutte
queste ragioni - ha concluso prima di chiedere all' Assemblea un minuto
di silenzio in memoria di Fortugno - ritengo che sul terreno della
responsabilita' siano piu' nocivi e destabilizzanti coloro che non
impediscono di il male, piuttosto che quanti operano in questa terribile
dimensione. L' auspicio e' che si possa cambiare questo stato di cose,
il dovere e' farlo''.
Sdegno ed orrore sono espressi in un documento approvato dal consiglio
comunale di Reggio Calabria convocato per discutere dell'omicidio
del vice presidente del consiglio regionale, Francesco Fortugno. Al
termine della riunione dell'assise consiliare il documento e' stato
approvato con un solo voto contrario ''Il Consiglio comunale - e'
scritto nel documento - il sindaco e la Giunta della citta' di Reggio
Calabria porgono il cordoglio alla famiglia che ha perso un uomo di
valore, esprimono sdegno ed orrore per l'efferato delitto dell'onorevole
Fortugno che ha rappresentato un gravissimo attacco alle Istituzioni
della Calabria e che ha colpito un uomo giusto ed onesto che si e'
sacrificato sull'altare dell'onesta e della rettitudine. Dichiarano
la propria intransigenza e fermezza nel respingere ogni attacco di
tipo mafioso che frena lo sviluppo socio-economico della citta' e
tenta di generare uno stato di paura e d'incertezza nella politica
e nelle Istituzioni, al fine di poter controllare la cosa pubblica
sottraendo sovranita' al popolo che, attraverso i propri rappresentanti
eletti, ne e' l'unico depositario''. ''Concordano - prosegue il documento
- che l'azione amministrativa deve fondarsi sulla legalita' e trasparenza,
intensificando ogni tipo di controllo per evitare infiltrazioni criminali
di qualsiasi genere e per favorire la fiducia e la compartecipazione
dei cittadini ai processi decisionali. Auspicano azioni mirate da
parte dello Stato per debellare qualunque fenomeno criminale nel rispetto
delle leggi esistenti, al fine di dare tranquillita' al vivere civile,
economico e sociale, fondamento ineludibile di ogni societa' moderna
e per far si' che non si debbano piu' ripetere episodi del genere
che colpiscono profondamente tutto il popolo calabrese onesto e per
difendere la liberta' e sovranita'''.
Speranza (Sindaco di Lamezia) “Potenziare
i mezzi di indagine”
''Quello che e' successo a Lamezia in questi ultimi mesi non e' solo
legato alle intimidazioni preventive nei confronti dell'amministrazione
comunale ma anche ad eventi positivi come la nascita dell'associazione
antiracket dopo un lungo periodo di lavoro''. E' quanto ha detto il
sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, nel corso dell'assemblea
della Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane
che si e' tenuta a Napoli. ''Piu' sicurezza - ha aggiunto - significa
liberta' di impresa''. Speranza ha illustrato la situazione lametina
al presidente della Commissione Antimafia, Roberto Centaro, e al sottosegretario,
Alfredo Mantovano, e si e' soffermato sulla gravita' della situazione
calabrese cosi' come sta emergendo dopo l'omicidio al vicepresidente
del Consiglio regionale, Francesco Fortugno. ''Una situazione - ha
proseguito Speranza - eccezionale come la nostra, che rischiava di
passare quasi inosservata o comunque sottovalutata senza l'intervento
del presidente Ciampi si puo' affrontare con politiche e mezzi che
sarebbero completamente insufficienti persino in una situazione normale?''.
Il sindaco ha evidenziato una situazione preoccupante nel territorio
lametino: ''Di notte c'e' una sola volante, qualche volta due e si
alternano una notte i carabinieri e una la polizia, in una citta'
i cui punti distano 35-40 km l'uno dall'altro''. ''Che cosa succede
- ha chiesto Speranza - in questa regione se fra qualche settimana
cala il sipario, si spengono i riflettori e si ritorna al tran tran
della quotidianita'?''. Per il sindaco di Lamezia ''c'e' bisogno di
una linea coerente nel tempo, nei modi di responsabilita' condivise
tra comuni, province e lo Stato centrale. Si deve cominciare a potenziare
i mezzi di indagine per scoprire i mandanti e gli esecutori di questo
omicidio. Solo se lo Stato interviene per dare sicurezza ai cittadini
ci sara' anche la loro collaborazione. La Calabria non e' rassegnata
ma vuole reagire. Diamole questa opportunita'''
Il Paris Match titola: “Loiero
sfida la mafia”
''Calabria, regione povera del Sud Italia. Il governatore osa sfidare
la mafia''. Con questo titolo il settimanale francese ''Paris Match''
apre un servizio di quattro pagine firmato da François De Laborre,
accompagnato da foto del presidente della Regione, Agazio Loiero di
Bruno Bachelet, di Francesco Fortugno e dei carabinieri impegnati
sul luogo dell' omicidio nel quale si occupa della Calabria, dei cambiamenti
voluti dalla giunta regionale e, infine, dell' assassinio di Fortugno.
Nel servizio c' e' una lunga intervista con il presidente Loiero che
''eletto nell' aprile scorso - scrive Paris Match - vuole liberare
la sua regione dai grandi padrini che la ricattano. E' piu' solo che
mai: il vicepresidente Fortugno, suo compagno di battaglia, e' stato
appena ucciso''. Con il servizio di ''Paris Match'', la stampa d'Oltralpe
continua a prestare grande attenzione alla giunta regionale della
Calabria guidata da Agazio Loiero e all' iniziativa, gia' sottolineata
dal quotidiano parigino ''Le Monde'' in prima pagina, di costituzione
di parte civile nei processi contro la 'ndrangheta. De Laborre, con
il fotografo Bachelet, e' stato nei giorni scorsi in Calabria per
capire e raccontare ai lettori francesi quel che sta accadendo dal
giorno in cui il centro-sinistra ha vinto le elezioni, garantendo
ai propri elettori di opporsi alla piovra: il nuovo presidente - sottolinea
Paris Match, ''mantiene le promesse e reclama 3 milioni di euro di
danni e interessi dalla 'ndrangheta, la potente mafia locale per attentato
all'immagine della Calabria''. Dopo aver elencato alcune iniziative
che testimoniano il mutamento intervenendo nel governo della Regione,
dalla drastica riduzione delle spese, alla decisione di costruire
la cittadella regionale, fino alla decisione della regione di costituirsi
parte civile in ogni processo di mafia, il giornale riferisce il pensiero
di Loiero: «Molte persone pensavano che non avrei mantenuto
le mie promesse; l'ho fatto anche per lanciare un segnale forte e
dimostrare che la Calabria reagisce''.
Fiamma: “Omicidio Fortugno,
ndrangheta o colletti bianchi?”
21/10 “Quante dichiarazioni ,com'era naturale e logico , dopo
l'omicidio dell'on. Fortugno ! Tutti a dire :E' stato un omicidio
di ndrangheta!”. E’ quanto afferma in una nota la segreteria
della Fiamma Tricolore di Cosenza. “A differenza degli agguati
terroristici – prosegue la nota - a questo omicidio non è
seguito nessun comunicato stampa da parte degli assassini o del gruppo
attentatore . O forse no , perchè è come se tanti ciclostilati
siano stati fatti ritrovare dagli attentatori nelle cabine telefoniche
e nei cestini dell'immondizia .Anche la ndrangheta ha la sua cassa
di risonanza ed è come se tanti addetti stampa della piovra
, sotto mentite spoglie , si siano succeduti in TV per rivendicare
l'omicidio . In tanti , con la voce rotta dall'emozione , hanno voluto
ribadire che è stata la ndrangheta ad assassinare Fortugno
! In tanti si sono prodigati , con uscite anche infelici, a dare un
volto ed un nome alla cellula che ha colpito il povero Fortugno .
Per tutti è la ndrangheta il male di questa martoriata terra
di Calabria. La ndrangheta, potente organizzazione che sfacciatamente
sfida lo Stato e questa classe politica regionale . Ma cos'è
la ndrangheta ? Non è anche quella a cui ci si rivolge per
ottenere , che da e che poi quando dovrebbe ricevere e non riceve
si incazza? E' quella che pretende tanto senza avere dato nulla ?
Quella che prima uccide e poi chiede o quella che ne uccide uno per
"educarne" cento? Perchè hanno ucciso Fortugno ?
Questo omicidio a mio modesto avviso presenta due letture : o Fortugno
aveva promesso e non aveva mantenuto oppure aveva ricevuto richieste
e non le aveva esaudite . Ma minacce e richieste ne aveva ricevute
? A detta di familiari e collaboratori sembrerebbe proprio di no !
Indagano i Magistrati e cercano tra i tabulati telefonici ! NDRANGHETA
o COLLETTI BIANCHI ?”
Il
Ministro Pisanu riferisce alle Camere e propone
le nuove direttive per combattere la ndrangheta. Loiero: "Se
cala l'attenzione lo uccidiamo ancora".
In
tantissimi ai funerali di Fortugno, Mons. Bregantini:
La mafia vuole dominare la politica. Indagini ad un punto delicato
Cossiga
contro Macrì: “Con i magistrati
politicizzati non si combatte la ndrangheta”. Mancini:
“Parte delle istituzioni non hanno fatto
il proprio dovere”. Castelli “Adeguato
il numero dei magistrati”
Il
Presidente Ciampi ha reso omaggio alla salma di Fortugno ed ha ribadito
“Calabresi reagite, l’Italia è
con voi”
Le
Amministrazioni pubbliche ricordano Fortugno.
Ancora reazioni dal mondo politico.