Loiero: “Le intercettazioni
insudiciano un dramma”
''Si tirino fuori i contenuti delle intercettazioni: si vedra' che
erano discorsi tra colleghi che parlavano del Consiglio dell'Ordine.
Prive d'alcuna consistenza''. Cosi' il presidente della Regione Calabra
Agazio Loiero ha risposto ai giornalisti di La7 intervenendo sulla
pubblicazione dei tabulati telefonici tra Fortugno e un boss della
'ndrangheta. Il governatore ha inoltre aggiunto che ''tirar fuori
queste cose significa dover a tutti i costi insudiciare questo tragico
avvenimento''. Al dibattito televisivo hanno partecipato anche il
deputato dei Ds Marco Minniti e il presidente della commissione antimafia
Roberto Centaro, Fi. Secondo Minniti ''c'e' stata una sottovalutazione
del problema da parte dello Stato. L'omicidio Fortugno ha segnato
un drammatico salto di qualita'''. Minniti ha aggiunto che ''ci puo'
essere il cambiamento ma il messaggio che la 'ndrangheta ha dato e'
forte: 'colpiamo quando vogliamo'''. Roberto Centaro il quale ha sostenuto
''la necessita' di un maggiore coinvolgimento della societa' civile''.
''A Locri ho visto in piazza i ragazzi - ha detto Centaro - ma non
ho visto gli adulti. Il problema Calabria non si basa sulla scarsita'
di uomini e mezzi''. A proposito delle intercettazioni telefoniche
tra la vittima e un boss della 'ndrangheta pubblicate su alcuni quotidiani,
l'esponente di Forza Italia ha rilevato che ''chi ha tirato fuori
quelle intercettazioni e' in crisi di astinenza mediatica. Sono state
pubblicate solo per fare il grande titolo''.
Indagini: Magistrati rientrati dopo
missioni nelle carceri
24/10 Dopo il fine settimana trascorso fuori Reggio, il sostituto
procuratore della Dda, Giuseppe Creazzo, titolare dell'inchiesta sull'omicidio
di Franco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della
Calabria, assassinato domenica 16 ottobre a Locri in un seggio delle
''primarie'' dell'Unione, e' rientrato stamani nei suoi uffici al
centro direzionale. Secondo quanto si e' appreso, gli inquirenti hanno
formalizzato ad un consulente tecnico la verifica dei computer sequestrati
a Palazzo ''Tommaso Campanella'', sede del Consiglio Regionale della
Calabria, in uso all'ucciso ed ai suoi collaboratori. Gli investigatori,
inoltre, dopo la ridda di ipotesi emersa a seguito della pubblicazione
delle intercettazioni telefoniche a carico delle utenze del genero
del boss ''africoto'' Giuseppe Morabito ''u tiradrittu'' - il medico
Giuseppe Pansera, in carcere per una condanna a sedici anni di reclusione
per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale
di stupefacenti - si sono trincerati in uno stretto riserbo. Appare
invece piu' credibile quella che si e' definita ''la missione nelle
carceri del nord Italia'' del sostituto procuratore Giuseppe Creazzo,
durante il fine settimana appena trascorso. Gli inquirenti non hanno
voluto ammettere che si sia trattato di un ''fine settimana di lavoro'',
ma al ''mondo delle carceri'' viene attribuito un potenziale di spunti
investigativi che potrebbe svelarsi determinante ai fini di una svolta.
Un punto, ormai, emergerebbe chiaro: la tragica fine di Franco Fortugno
sarebbe stata decisa nella locride. L'Assemblea generale di Unicost,
la corrente di ''centro'' dei magistrati, ha intanto formalmente avanzato
all'Associazione nazionale magistrati la richiesta di tenere il prossimo
anno in Calabria congresso nazionale della categoria. In un documento
a sostegno della richiesta , Unicost afferma che l'iniziativa e' stata
avanzata considerati i gravi fatti che hanno turbato l'opinione pubblica
nella regione e per la recrudescenza della criminalita' organizzata.
Il movimento studentesco di Locri
scrive alle istituzioni: “No alla ndrangheta”
24/10 ''Siamo i ragazzi della Locride che nei giorni scorsi, con
grande veemenza, hanno manifestato per l'assassinio dell'onorevole
Francesco Fortugno. Le motivazioni che ci hanno indotto a costituire
un enorme gruppo studentesco coeso, sono state le seguenti: il desiderio
di combattere la 'ndrangheta; la voglia di far progredire il nostro
magnifico ma, purtroppo, contaminato territorio; la serenita' nell'esporre
i nostri punti di vista senza aver paura di ripercussioni''. Inizia
cosi' la lettera aperta con cui gli studenti della Locride che hanno
manifestato energicamente per dire 'no' alla violenza mafiosa rivolgono
il loro appello alle istituzioni politiche. La lettera e' stata pubblicata
sul sito del comune di Martone (www.comune.martone.rc.it) per espresso
volere del sindaco Vincenzo Frasca'. ''Il significato che abbiamo
voluto attribuire allo striscione bianco -continua la lettera- e'
che in quel determinato momento non occorrevano parole per esprimere
il nostro cordoglio per la perdita di un uomo di famiglia, dottore
e politico. I ragazzi sono stati tutti uniti nel rispondere a un evento
clamoroso, che ci ha sconvolti e turbati ma, allo stesso tempo incitati
a non rinunciare a combattere per cio' che riteniamo giusto. Ci auguriamo
che la compattezza che siamo stati capaci di creare in questi giorni
possa durare nel tempo -concludono i ragazzi rivolgendosi alle istituzioni-
e per questo pretendiamo il vostro aiuto pregandovi di non abbandonarci
a noi stessi''.
Mons. Bertone: “I giovani
speranza e futuro di tutti”
''Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla forza dimostrata dai
giovani che sono la speranza ed il futuro di tutti noi''. A dirlo
e' stato l' arcivescovo di Genova, mons. Tarcisio Bertone, riferendosi
alla reazione avuta dai giovani di Locri dopo l' omicidio del vicepresidente
del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. Mons.
Bertone, ieri sera, a Gerace, ha concelebrato con il vescovo di Locri,
mons. Giancarlo Bregantini, la messa conclusiva del Congresso eucaristico
diocesano della Locride, iniziato domenica scorsa da Bruzzano, teatro
del duplice omicidio di due fidanzati nelle scorse settimane. Mons.
Bregantini ha sottolineato come il delitto di Fortugno abbia ''segnato
il territorio della Locride'' ed ha ribadito come la 'ndrangheta,
colpendo l' esponente della Margherita, abbia ''voluto dire che intende
dominare e sottomettere la politica perche' sia docile ai suoi interessi
economici; voglia spezzare i legami tra la classe politica e la gente
per dominare e piegare entrambi'' e infine abbia voluto ''dare un
macabro messaggio di umiliazione sociale, per intimorire e paralizzare
ogni altra azione di bene e di sviluppo''.
E davanti palazzo Nieddu tanti mazzi
di fiori
Numerosi mazzi di fiori sono stati deposti tra ieri e stamani davanti
a Palazzo Nieddu, a Locri, dove, una settimana fa, e' stato ucciso
il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco
Fortugno. Ad una settimana di distanza dal delitto sono ancora tante
le dimostrazioni di affetto e di stima per Fortugno da parte dei cittadini
di Locri, ancora sconvolti per quanto accaduto. Palazzo Nieddu, situato
su Corso Vittorio Emanuele, la strada principale della cittadina ionica,
e' ancora chiuso. I carabinieri del Ris di Messina hanno gia' fatto
gli accertamenti del caso, ma l' edificio e' ancora interdetto al
pubblico nel caso in cui si dovesse presentare la necessita' di ulteriori
sopralluoghi.
Imprenditori: “Criminalità
soffocante”
24/10 Preoccupazione e' espressa dalle organizzazioni imprenditoriali
per la ''presenza ormai soffocante della criminalita' organizzata
in tutti i settori dell'economia regionale''. I rappresentanti di
Confindustria, Lega Cooperative, Confcooperativa, Cia, Coldiretti,
Confagricoltura, Confesercenti, Confartigianato e Confcommercio si
sono riuniti stamane per analizzare la situazione venutasi a creare
in Calabria. ''L'assassinio - e' scritto in una nota - del vice presidente
del consiglio regionale, Francesco Fortugno, rappresenta il punto
di attacco e minaccia piu' alto da parte delle forze criminali alle
istituzioni''. Le organizzazioni imprenditoriali si sono dette disponibili
ad offrire ''il piu' ampio contributo al lavoro della commissione
antimafia''. Le organizzazioni, infine, hanno dato mandato al presidente
di Confindustria, Filippo Callipo, a rappresentare ai parlamentari
dell'antimafia la ''gravita' della situazione e le principali proposte
e richieste scaturite dall'incontro''.
Sui contatti telefonici di Cafari
la PS chiarì già 4 anni fa
24/10-(Giam.Cat.) Sarebbe Enzo Cafari, assicuratore ed operatore
turistico, legato in passato all' ex presidente delle Ferrovie dello
Stato Lodovico Ligato, ucciso nel 1989, l' uomo che avrebbe contattato
utenze telefoniche riservate intestate al Ministero dell' Interno.
A rivelarlo e' il quotidiano “la Repubblica” in un servizio
sull' inchiesta della Procura della Repubblica di Milano. Cafari sarebbe
stato in contatto con Giuseppe Pansera, genero del boss Giuseppe Morabito
e medico in servizio nell' ospedale di Melito Porto Salvo, arrestato
dopo un lungo periodo di latitanza insieme allo stesso Morabito. Il
nome di Cafari compare nell' inchiesta condotta dalla Procura della
Repubblica di Milano sugli affari di Giuseppe Morabito, inchiesta
dalla quale sono emersi anche gli sporadici contatti telefonici tra
lo stesso Pansera e Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio
regionale ucciso il 16 ottobre in un agguato di mafia a Locri. Secondo
quanto scrive il quotidiano, Cafari si sarebbe attivato, tra il dicembre
del 2000 ed il gennaio del 2001, per ottenere la promozione di un
suo amico, un ex questore che aspirava a dirigere l' ufficio della
Polizia di Stato presso il Vaticano. Il tentativo di Cafari di favorire
l' amico poliziotto non riusci' e lo stesso Cafari venne prosciolto.
Il contenuto dei contatti telefonici tra Cafari e un funzionario di
Polizia, fu ''ampiamente chiarito quattro anni fa''. Lo precisa il
dipartimento di Pubblica Sicurezza, che ripercorre le tappe dell'indagine
avviata nel '99 dalla squadra mobile di Milano e risponde cosi' ad
''alcuni articoli di stampa, apparsi ieri ed oggi, circa contatti
telefonici fra persona presuntivamente legata alla 'ndrangheta ed
un'utenza intestata al Ministero dell'Interno Dipartimento della Pubblica
Sicurezza''.
''Nel 1999 -spiega il dipartimento- la Squadra Mobile della Questura
di Milano, su delega della locale Direzione Distrettuale Antimafia
avvio' un'indagine su alcuni affiliati alla cosca della 'ndrangheta
reggina 'Morabito Bruzzaniti Palamara', attiva anche nel capoluogo
lombardo, ritenuti responsabili di gravi delitti, tra cui associazione
di tipo mafioso e traffico di stupefacenti''. Un'attivita' investigativa
che ''venne successivamente estesa in provincia di Reggio Calabria
ed a Roma'', con il coinvolgimento di altre persone, ''tra le quali
Giuseppe Pansera e Rocco Carrozza, generi del noto boss reggino Giuseppe
Morabito, allepoca latitante''. Ed e' proprio nel corso di queste
indagini, sottolinea il Dipartimento, che emerse, dalle intercettazioni
telefoniche, ''anche il nominativo di Vincenzo Cafari, 72 anni. In
particolare, vennero registrati suoi contatti con Pansera e Carrozza''.
Si tratta dell'uomo che, secondo Repubblica, avrebbe contattato due
utenze del Viminale. ''Cafari -prosegue il Dipartimento di Ps- che
risulta aver avuto incarichi presso Segreterie di Sottosegretari di
Stato di diversi Dicasteri negli anni 19681974, e' segnalato negli
archivi di polizia in quanto denunciato per associazione a delinquere
finalizzata anche al sequestro di persona a scopo di estorsione, ricettazione
e falso. Agli atti risulta titolare di uno studio in Roma, in via
Tagliamento, sede di una societa' di gestione di alberghi ''SO.GE.AL.
s.r.l.'', di un'agenzia di assicurazioni e dello studio dell'Avv.
Giuseppe Lupis, indagato quale affiliato alla cosca 'Morabito', gia'
difensore di fiducia di presunti appartenenti al detto clan ed arrestato
nel 2004''. ''Nell'ambito del procedimento penale in questione -aggiunge
il Dipartimento- furono messe sotto controllo anche utenze telefoniche
in uso al Cafari. Durante questa attivita' investigativa, svolta sotto
la costante direzione della Procura della Repubblica di Milano (che
di ogni sviluppo venne tempestivamente e costantemente tenuta informata
da quella Squadra Mobile) si registrarono, nel corso del 2001, contatti
telefonici con un funzionario di polizia, il cui contenuto fu ampiamente
chiarito quattro anni fa''.
Quello di Enzo Cafari e' un nome che in passato e' comparso piu' di
una volta nelle inchieste sui rapporti tra 'ndrangheta ed ambienti
politico-affaristici non soltanto calabresi ma anche a livello nazionale.
A lui fece riferimento, tra l' altro, l' ex ministro della Giustizia
Giuliano Vassalli rispondendo ad un' interrogazione sui rapporti tra
mafia e massoneria, confermando che collegamenti, in particolare,
tra mafiosi ed affiliati alla loggia massonica P2 erano emersi nel
corso del processo svoltosi a Locri contro don Giovanni Stilo, il
sacerdote di Africo Nuovo morto di recente sospettato di rapporti
con la 'ndrangheta. Vassalli parlo', in particolare, dei rapporti
tra don Stilo e lo stesso Enzo Cafari. Ed ancora il nome di Cafari
comparve nell' inchiesta sull' assassinio di Mino Pecorelli a proposito
di un presunto incontro che il giornalista avrebbe avuto con l' assicuratore
calabrese poco prima di essere ucciso. Circostanza, pero', che Cafari
ha sempre smentito sia nel corso dell' istruttoria sull' assassinio
di Pecorelli, che durante il processo. ''Il giorno in cui mi sarei
incontrato con Pecorelli - dichiaro' durante il processo lo stesso
Cafari - ero a Reggio Calabria, com' e' provato documentalmente. L'
ultima volta che vidi Pecorelli fu nell' autunno del 1978 dopo che
mi aveva proposto di collaborare ad una rubrica su temi assicurativi''.
Dopo alcuni anni in cui era tornato nell' anonimato, Cafari ricompare
adesso in una vicenda scottante a proposito delle sue telefonate su
utenze riservate del Viminale.
Infine, il dipartimento di Pubblica sicurezza, rivela che ''Cafari
risulta aver avuto incarichi presso Segreterie di Sottosegretari di
Stato di diversi Dicasteri negli anni 1968-1974''.
Documento dei Magistrati del Tribunale
e della Procura di Locri “Salda la fede nel fare giustizia”
''La nostra fede nella possibilita' di amministrare giustizia continua
a rimanere salda, e vogliamo sollecitare una maggiore assunzione di
responsabilita' da parte di tutti, affinche' tutti noi possiamo apportare
quel contributo necessario a prevenire e reprimere il gravissimo fenomeno
del crimine organizzato, nella speranza che altro sangue non sia sparso
ed altre lacrime non siano versate''. E' quanto sostengono in un documento
congiunto i magistrati del Tribunale e della Procura della Repubblica
di Locri. ''Anche in occasione - hanno aggiunto - di questo ennesimo
gravissimo episodio criminale abbiamo continuato a registrare le legittime
aspettative di giustizia che tutti ripongono nella magistratura. Abbiamo
ascoltato attentamente le differenti versioni e diagnosi fornite circa
la sufficiente o meno presenza dello Stato in questo lembo di terra.
In quanto appartenenti, sia pure nelle diverse funzioni giurisdizionali
di giudicanti e di inquirenti, ad un Ordine (autonomo) di questo nostro
Stato, avvertiamo il dovere morale e civile di fornire alcune considerazioni
soprattutto verso quei numerosi giovani che con i loro coraggiosi
slogan tanta ammirazione hanno suscitato in tutti, ed anche per evitare
che qualche immancabile sprovveduto possa confondere la terzieta'
con l' indifferenza. Vorremmo rammentare, anzitutto, che il giudizio
finale di assoluzione o di condanna e' il frutto di una lunga e complessa
attivita' di indagine, e' la sintesi fra una tesi (accusatoria) ed
una antitesi (difensiva), purche' le investigazioni consentano di
volta in volta di raccogliere gravi indizi a carico di una o piu'
persone, alla stregua della normativa del tempo''. ''E' fin troppo
evidente - proseguono i magistrati di Locri - che, per raggiungere
siffatto risultato, occorre non solo una presenza sul territorio delle
forze dell' ordine numericamente adeguata alla contrapposta e ramificata
violenza criminale, ma anche, e soprattutto, di investigatori di tutti
i corpi separati dello Stato, professionalmente attrezzati. E, a tale
proposito, non possiamo non rilevare, in quanto operatori di giustizia
in una zona costantemente afflitta dalla cancrena mafiosa, che i rimedi,
sia di natura normativa sia di natura amministrativa, ove forniti
dagli organi competenti sulla spinta dell' indignazione pubblica,
sono stati finora di breve durata. Intendiamo riferirci, innanzitutto,
all' alternarsi di una legislazione d' emergenza adottata nell' intento
di contrastare piu' efficacemente i gravi fenomeni delinquenziali,
e di una normativa garantista, cui si fa di nuovo ritorno dopo che
si sono sopite le emozioni e le indignazioni. Intendiamo riferirci
anche alla presenza temporanea dell' Esercito - che di certo avrebbe
reso o comunque renderebbe piu' disagevole la consumazione di altri
crimini efferati - ed al potenziamento altrettanto temporaneo della
polizia giudiziaria''. ''Anche le risposte - hanno concluso - soltanto
in termini di repressione sarebbero insufficienti, seppur necessarie,
in una zona che ha bisogno di iniziative che agevolino lo sviluppo
economico e che siano protese al bene comune. Pure per quanto riguarda
la permanenza di noi magistrati in questa zona rammentiamo che alla
fine degli anni '80, in costanza del sequestro Casella che aveva attirato
l' attenzione dell' opinione pubblica nazionale per il coraggioso
comportamento della madre dell' ostaggio, alcuni giovani colleghi
all' atto del loro insediamento presso questo Tribunale venivano accolti
con i fiori del Capo dello Stato; ora, invece, sono stati aboliti
anche gli incentivi di natura professionale previsti per le sedi disagiate,
che avevano lo scopo di favorire una piu' prolungata permanenza degli
uditori giudiziari provenienti da altre regioni d' Italia''.
Caldarola (DS) “Fortugno non
aveva nessun incrocio con la malavita”
24/10 ''E' un bene che i giornali tentino di distinguersi per uscire
dall'omogeneita' dei tempi passati. Io pero' penso che la tesi che
vede coinvolto Fortugno in un giro di cui sarebbe stato alla fine
vittima non riesca a trovare elementi fondati''. E' quanto ha detto
il parlamentare dei Ds, Giuseppe Caldarola, nel corso della tramissione
'Contro Adinolfi' in onda questa sera alle 20.30 su Sky. ''Tutti quelli
che lo hanno conosciuto - ha aggiunto - testimoniano di un personaggio
sobrio, sano e che non aveva nessun incrocio con la malavita di alcun
tipo. Fortugno era una brava persona. La 'ndrangheta al mutare di
un equilibrio politico ha attuato il cambio della guardia, e' questa
l'ipotesi che piu' mi convince. Per la malavita piu' fermi si sta
piu' e' facile controllare i propri interessi, ecco come si e' arrivati
a questo assassinio simbolico contro un uomo indifeso''. ''Chi pero'
si occupa di informazione - ha concluso Caldarola - deve sapere che
ci puo' essere un incrocio di fonti e di gente che vuole indicare
una strada piuttosto che un'altra, e' importante che avvenga una analisi
anche di queste fonti''.
Il Consiglio regionale si riunirà
giovedì 3 insieme agli studenti della locride
Il Consiglio regionale tornerà a riunirsi giovedì 3
novembre alle ore 11.00 per una seduta straordinaria “aperta”
alle rappresentanze istituzionali e a delegazioni degli studenti della
Locride, protagonisti della risposta civile al barbaro omicidio di
Francesco Fortugno.
Lo ha deciso stasera all’unanimità la Conferenza dei
capigruppo consiliari convocata dal Presidente Giuseppe Bova per programmare
le attività istituzionali e dare concretezza agli impegni assunti
all’indomani dell’omicidio del vicepresidente del Consiglio.
Il ruolo degli studenti in Aula e le prospettive di un percorso di
pieno sostegno e accoglimento delle loro istanze che l’Assemblea
regionale intende assolvere, saranno definite domani pomeriggio alle
16.00 nel corso di un incontro che il Presidente Bova avrà
a Palazzo Campanella, nell’aula Commissioni.
I capigruppo consiliari hanno deciso di rinviare la seduta ordinaria
precedentemente prevista per il 26 e il 27 prossimi, su richiesta
dei consiglieri del gruppo dell’Udc, impegnati a Roma nei lavori
del Consiglio nazionale del loro partito.
A conclusione della riunione dei Capigruppo, il presidente Bova ha
sottolineato come “aldilà delle diverse posizioni politiche,
i gruppi stanno testimoniando una assai importante volontà
comune in direzione di un impegno il più possibile efficace
della massima istituzione regionale contro la ‘Ndrangheta”.
“A partire - ha aggiunto Bova - dal sostegno convinto all’idea
della realizzazione di un ‘forum’ permanente degli studenti,
della messa in campo di un progetto-pilota per l’area della
Locride favorendo l’incontro, il dialogo e processi di coesione
dei giovani della Locride con la restante gioventù studentesca
della Calabria, il più possibile aperti a giovani dell’Italia
intera”.
Basta con le insinuazioni sull’omicidio
Fortugno
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, pone alla
magistratura, alla Commissione Nazionale Antimafia e al Procuratore
Antimafia, Grasso (che sara' mercoledi' in Calabria) una serie di
interrogativi sull'omicidio dell'ex vicepresidente del Consiglio Regionale
della Calabria, Francesco Fortugno. ''Basta con questo gioco al massacro
per l'omicidio di Francesco Fortugno; basta con le insinuazioni, i
veleni, i sospetti; basta con lo scontro tra i due piu' grandi quotidiani
italiani Corriere della Sera e Repubblica, autori dei due scoop sulle
intercettazioni telefoniche tra l'ex vice presidente del Consiglio
Regionale della Calabria e il medico Giuseppe Pansera, condannato
a 16 anni di carcere per droga, genero del boss Giuseppe Morabito,
e lo stesso Pansera e il Ministero degli Interni''.
Proposta di un funzionario regionale
di istituire una giornata per ricordare Fortugno
Una giornata per ricordare Franco Fortugno dedicata alla conferenza
annuale dei sindaci e delle autonomie locali. E' l'iniziativa proposta
dal funzionario della Regione, Renato Biondi, al presidente della
giunta, Agazio Loiero. ''Caro presidente - scrive Biondi in una lettera
a Loiero - l'omicidio Fortugno ha posto la Calabria al centro dell'attenzione
nazionale. Mi permetto di sottoporre alla tua attenzione una mia idea.
Ebbi l'incarico dal primo presidente della Giunta regionale, Antonio
Guarasci, di organizzare con i giornalisti Zinnato e Lagana' la prima
''Conferenza annuale dei sindaci e delle autonomie locali'' da allora
i governi regionali che si sono succeduti hanno completamente disatteso
tale importantissimo adempimento statutario. Sono certo che questo
avvenimento non sara' trascurato per cui propongo di istituzionalizzare
ogni anno la ricorrenza di tale adempimento nel giorno dell'omicidio
di Fortugno, rendendolo itinerante, con sede a turno nei capoluoghi
delle province''. ''Cosi' gli eletti in tutte le istituzioni - ha
concluso - i partiti, i sindacati, le associazioni ed i rappresentanti
della Camera e del Senato si ritroveranno ogni anno uniti ''per non
dimenticare, per condannare l'illegalita' di qualsiasi genere in rappresentanza
di una Calabria che vuole progredire ed affrontare il suo futuro nella
Pace e nella Liberta', scacciando i ''lupi'' che ne frenano lo sviluppo''
A Ballarò gli sviluppi del
caso Fortugno
Chi comanda in Calabria e Sicilia? Fin dove arrivano le protezioni
per gli uomini della mafia e della 'ndrangheta? Chi si arricchira'
con le grandi opere da realizzare nel meridione? Sono le domande che
Ballaro', il settimanale d'informazione di Raitre condotto da Giovanni
Floris, in onda domani alle 21.00, porra' ai suoi ospiti in una puntata
dedicata agli sviluppi politico-giudiziari dell'omicidio Fortugno.
In studio: il senatore Antonio Di Pietro; l'on. Maurizio Gasparri;
il senatore Roberto Centaro; l'on. Giuseppe Lumia rispettivamente
presidente e membro della commissione antimafia; il presidente degli
industriali calabresi Filippo Callipo; il professor Enzo Ciconte,
autore di un 'Processo alla 'ndrangheta'. La copertina satirica e'
a cura del comico Claudio Batta.
Sul Time: “La morte arriva
a Locri”
24/10 ''Death comes to Locri'': e' questo il titolo che il settimanale
'Time' dedica questa settimana all' agguato di Locri di otto giorni
fa in cui e' stato assassinato Franco Fortugno. Un giornalista - Jeff
Israely - ed un fotografo - Nick Cornish - si sono occupati dell'
agguato contro il vicepresidente del Consiglio regionale ascoltando,
tra gli altri, il vescovo di Locri, Giancarlo Bregantini, ed il presidente
della Regione, Agazio Loiero, il quale parla del valore simbolico
dell' omicidio. Nell' aricolo della prestigiosa rivista Usa, inoltre,
si ricordano le molteplici minacce di morte ricevite nei mesi scorsi
dallo stesso Loiero. Molto spazio, infine, al mutamento delle attivita'
della 'ndrangheta a partire dal 1980, con una sottolineratura sul
ruolo di leader nel traffioco di cocaina, con la citazione a tal proposito
di quanto detto dal ministro Pisanu.
Meduri (Arci) “A rischio la
tenuta della democrazia”
24/10 ''L'omicidio Fortugno, la lunga schiera di attentati a politici
ed amministratori, le ultime minacce recapitate al Presidente di Sviluppo
Italia Calabria Edoardo Lamberti Castronovo e al sostituto procuratore
Francesco Mollace, sono il segno di un disegno criminale che negli
ultimi mesi ha scientemente deciso di alzare il tiro''. E' quanto
sostiene in una nota il coordinatore regionale dell'Arci, Giuseppe
Meduri. ''La posta in palio - ha aggiunto - per la 'ndrangheta e'
diventata molto alta: non il controllo di qualche imponente appalto,
ma il controllo totale del territorio e della Politica. Ma a questo
punto la posta in palio per i cittadini onesti e per la cittadinanza
attiva organizzata lo e' ancora di piu': e' la tenuta della democrazia
nei nostri territori. L'arci esprime forte preoccupazione per un disegno
criminale che si inserisce in una delle fasi di maggiore delicata
debolezza sociale ed economica per questa parte di Mezzogiorno, stretta
in una morsa letale tra disoccupazione dilagante, forte presenza della
criminalita', debolezza dello Stato e dei suoi apparati di controllo,
continui e crescenti tagli alla spesa sociale. Crediamo fermamente
che la lotta alla criminalita' richieda innanzitutto una risposta
da parte delle forze inquirenti e dalle forze di polizia, ma siamo
altrettanto convinti di come la guerra contro le cosche non si possa
esaurire unicamente sul terreno militare''. ''Serve creare - ha concluso
Meduri - un clima di ostilita' al malaffare, recuperando regole e
pratiche di convivenza civile, sostenendo la crescita culturale delle
comunita', investendo sui centri di eccellenza, promuovendo il lavoro,la
cooperazione, l'istruzione e la solidarieta' tra i cittadini. E' per
questo che come forza storicamente impegnata nel sociale non possiamo
non sottolineare come i drastici tagli per gli enti locali previsti
dalla finanziaria finiranno per isolare sempre di piu' questa parte
di Meridione da una idea civile di comunita' solidale che per noi
principale antidoto al proliferare della cultura della violenza e
della sopraffazione''.
Borrello: “Il delitto Fortugno
dimostra che rischiamo la vita”
''Fare politica in Calabria sta assumendo una connotazione di grande
responsabilita' e di preoccupazione''. E' quanto ha detto il segretario
regionale dell'Udeur, Antonio Borrello, nel corso di una manifestazione
del partito svoltasi a Cassano allo Ionio e facendo riferimento all'omicidio
di Francesco Fortugno. ''L'omicidio Fortugno - ha aggiunto - dimostra
che ognuno di noi rischia di rimetterci la propria vita, ma proprio
per questo, in una realta' regionale molto complessa e articolata
come quella calabrese, non bisogna mai abbassare la guardia. Dobbiamo,
a partire dall'affermazione di principi importantissimi come la legalita'
e la trasparenza, rendere le istituzioni delle vere e proprie case
di vetro''. ''Questo - ha concluso - e' il compito che la Politica
e i politici si devono assegnare avendo anche la capacita' e il coraggio
di fare scelte di grande rilievo che vadano negli interessi dei calabresi''.
Il testo del documento dei rettori
delle Università
''L' Universita' per una Calabria di civilta'. La comunita' universitaria
calabrese, sgomenta per il barbaro assassinio dell' on. Francesco
Fortugno, rivolge alla famiglia, agli amici e ai loro compagni di
lavoro il piu' deferente pensiero unendosi al loro dolore per la gravissima
perdita''. E' quanto affermano i rettori delle tre universita' calabresi,
Alessandro Bianchi, Giovanni Latorre e Salvatore Venuta, nel documento
sottoscritto anche dai docenti, dai ricercatori e dal personale tecnico-amministrativo
degli atenei pubblicato dai quotidiani regionali. ''Ancora una volta
- si aggiunge nel documento - un uomo viene sottratto agli affetti,
al lavoro, all' impegno nella vita politica e sociale dalla mano armata
della malapianta che si annida all' interno della societa' calabrese,
ne inquina le istituzioni, ne corrode le coscienze, ne devasta la
vita civile. Ancora una volta, la Calabria e' rigettata nelle tenebre
della violenza e della morte che oscurano d' un colpo quanto la sua
gente cerca faticosamente di costruire giorno per giorno. E' come
se un destino di dannazione incombesse su questa terra e sui suoi
figli, negando loro la prospettiva di un futuro di normalita', di
serenita', di civilta'. Ma poiche' gli uomini e non il destino costruiscono
il futuro, non possiamo che rialzarci - ancora una volta - dall' abisso
di dolore, di sdegno e di disgusto che proviamo di fronte a quanto
e' accaduto, per indicare - una volta di piu' - che cosa dobbiamo
fare per estirpare la pianta della violenza e del malaffare dal corpo
della societa' calabrese. Dobbiamo, anzitutto, tenere alta la guardia,
facendo in modo che il moto di ripulsa seguito all' eccidio - rafforzato
dalla partecipazione del Presidente della Repubblica, di tanti esponenti
della vita politica, di tanti giovani, di tantissima gente - non lasci
come sempre il campo al rassegnato oblio della vita quotidiana. Si
tratta per ciascuno di noi di acquisire la coscienza del fatto che
ogni giorno, nel nostro fare quotidiano, una parte dei nostri pensieri
e delle nostre energie vanno dedicati a contrastare la malapianta''.
''Dobbiamo, poi, dare il nostro apporto - si afferma ancora nel documento
- a che la societa' calabrese sviluppi al suo interno - nella famiglia,
nella scuola, nei luoghi di lavoro, nella vita comunitaria - una cultura
della legalita' come valore fondante, che vuol dire ripulsa per le
azioni delittuose contro le istituzioni, la persona, il patrimonio,
ma vuol dire anche rispetto delle regole piu' elementari, quelle che
attengono alla pratica quotidiana e minuta della legalita', affinche'
il suo contrario - ossia la cultura e la pratica dell' illegalita'
- appaia come un fatto aberrante da estromettere dal corpo sociale.
Dobbiamo, infine, chiedere ad alta voce che lo Stato faccia sentire
in modo perentorio la sua presenza sul territorio. Al di fuori di
polemiche del momento, chiunque abbia un minimo di conoscenza dei
luoghi sa che qui - in Calabria, nel reggino, nella locride - lo Stato
non e' presente in modo adeguato a contrastare l' Antistato, che ha
qui trovato il suo naturale terreno di sviluppo attecchendo come un
parassita su un' economia malata e su una societa' fragile e si comporta
come il padrone del territorio, nelle minute azioni quotidiane di
violenza, di taglieggiamento e di usura, fino alla plateale dimostrazione
di forza assassinando un uomo in pieno giorno, nel cuore della citta'.
Si tratta di una condizione assolutamente straordinaria, nella quale
i cittadini non solo vedono oltraggiati i piu' elementari diritti
ma avvertono un pericolo tangibile per la loro stessa vita. Ad una
tale condizione di straordinarieta', lo Stato ha il dovere di rispondere
con azioni straordinarie''.
Scuola P.A. Calabrie e Basilicata:
“Costruire una rete per la legalità”
''C' e' stata e c' e' tanta retorica in alcune dichiarazioni dopo
la morte del vicepresidente del Consiglio regionale Fortugno. Una
retorica spesso sprezzante, quasi abitudinaria, di routine rispetto
ad un grave avvenimento che ha bisogno di una paziente e ponderata
riflessione. Le risposte dello Stato, le risposte delle istituzioni,
le risposte della politica hanno i loro tempi''. E' quanto sostiene
in una nota il direttore della Scuola superiore della Pubblica Amministrazione
Locale della Calabria e Basilicata, Carmine Talarico. ''E qualche
volta - ha aggiunto - rischiano di osservare i tempi di un atteggiamento
scontato. Crediamo necessario costruire una rete positiva attorno
alle molte realta' che intendono affermare l' identita' di una regione
che vuole compiere pienamente il suo riscatto. Una rete istituzionale
che raggruppi Anci, Upi, Lega delle Autonomie, Uncem e le Prefetture
calabresi attorno ad una proposta che possa rafforzare i principi
della legalita' e l' efficienza amministrativa contro le logiche di
sopraffazione della 'ndrangheta in Calabria. La Scuola superiore della
pubblica amministrazione locale della Calabria decide, in sinergia
con la Scuola nazionale, di avviare un' azione di sfida alla criminalita'
organizzata utilizzando la sua struttura formativa nazionale e regionale
per un' attivita' formativa, di breve, medio e lungo respiro, tesa
alla difesa della legalita' nei vari comparti amministrativi''. ''Dalla
disciplina degli appalti - ha proseguito Talarico - alla costituzione
delle societa' miste. Dal sistema delle assunzioni alle concessioni
dei servizi. Dal delicato sistema ambientale a quello dell' edilizia
e di tutto l' insieme delle attivita' urbanistiche dei Comuni e delle
province. Una qualita' formativa che sia, dunque, al servizio del
sistema che si e' costituito nel 1997: autonomie locali, segretari
comunali e provinciali e dirigenti. In sostanza si tratta di lavorare
dentro quelle realta' che sono esposte direttamente alle questioni
che stanno cercando di incrinare il livello di guardia della democrazia
istituzionale''. ''La Scuola intende - ha concluso - costruire una
rete culturale e formativa che possa sostenere le azioni amministrative
al servizio della legalita' e della democrazia''.
Omicido
Fortugno: Loiero: “Le intercettazioni
insudiciano un dramma”. Indagini: Magistrati
rientrati dopo missioni nelle carceri. Il movimento studentesco
di Locri scrive alle istituzioni: “No alla ndrangheta”
Omicido
Fortugno: Minniti: definisce un quadro inquietante
le telefonate al Viminale. Pisanu replica "non
lasceremo nulla di intentato". Loiero: "Lo stato
deve far sentire la sua presenza”
Omicido
Fortugno: Numerose le lettere di solidarietà
inviate a Loiero: “Presidente, resisti e vai avanti”
Montezamolo "Sensibilizzerò le istituzioni". Scatta
il piano di controllo di PS, CC e Gdf. Corbelli
chiede di non assegnare il posto vacante di Fortugno.
Omicido
Fortugno: Varato il programma straordinario
di Pisanu contro la ndrangheta dopo un summit al Viminale.
Informato il Presidente Loiero. Due ipotesi
nelle indagini
Il
Ministro Pisanu riferisce alle Camere e propone
le nuove direttive per combattere la ndrangheta. Loiero: "Se
cala l'attenzione lo uccidiamo ancora".
In
tantissimi ai funerali di Fortugno, Mons. Bregantini:
La mafia vuole dominare la politica. Indagini ad un punto delicato
Cossiga
contro Macrì: “Con i magistrati
politicizzati non si combatte la ndrangheta”. Mancini:
“Parte delle istituzioni non hanno fatto
il proprio dovere”. Castelli “Adeguato
il numero dei magistrati”
Il
Presidente Ciampi ha reso omaggio alla salma di Fortugno ed ha ribadito
“Calabresi reagite, l’Italia è
con voi”
Le
Amministrazioni pubbliche ricordano Fortugno.
Ancora reazioni dal mondo politico.