Le indagini, mentre si attendono
le perizie balistiche, puntano sulla sanità. La DDA apre un'inchiesta
sulla fuga di notizie. Nuove adesioni alla marcia del 4.
Puntano decise sul settore della sanita' le indagini per fare luce
sull'omicidio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria,
Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre scorso all'interno del seggio
allestito a Locri per le primarie dell'Unione. In ambienti investigativi
si conferma il movente politico dell'omicidio, ma si evidenzia anche
che l'ipotesi di lavoro legata alla sanita' ''e' interessante'' per
poter delineare i contorni della vicenda e tentare di risalire agli
autori del gesto. In tal senso, particolare attenzione viene posta
alla situazione interna alla Asl di Locri, oggetto anche dell'accesso
della Commissione autorizzata dal Ministro dell'Interno, Giuseppe
Pisanu. Un'azienda all'interno della quale, da anni, sono segnalate
anomalie e irregolarita' alcune delle quali oggetto dell'attenzione
di indagini della Guardia di finanza concluse con denunce e segnalazioni
alla magistratura ed alla Corte dei conti. Inoltre, alle dipendenze
della Asl, direttamente nell'ospedale di Locri o in altre strutture
di comuni vicini, lavorano alcune persone ritenute ''ambigue'' dagli
investigatori. E il fatto che Fortugno, sino al momento della sua
elezione, fosse il primario del pronto soccorso dell'ospedale, induce
gli investigatori a verificare attentamente ogni sua conoscenza e
contatto. L'esponente della Margherita, infatti, spiega una fonte,
potrebbe essere venuto in contatto, anche inconsapevolmente, con ambienti
a rischio. Un'eventualita', e' stato fatto rilevare, assai presente
in zone come la Locride, dove le infiltrazioni delle 'ndrine interessano
svariate attivita' lecite. E' per questo che gli investigatori stanno
controllando tutte le carte recuperate nell'abitazione e nell'ufficio
di Fortugno. Il fatto che abbia avuto una dozzina di colloqui telefonici
della durata di pochi secondi con Giuseppe Pansera, il medico genero
del boss Giuseppe Morabito, detto 'u Tiradrittu, non viene considerato
di per se' rilevante. Anzi, e' gia' stato escluso un qualsiasi collegamento
tra queste telefonate e l'omicidio, tanto che i tabulati relativi
non sono neanche stati acquisiti agli atti dell'inchiesta. Tuttavia
quei colloqui potrebbero essere la base di partenza per tentare di
chiarire le dinamiche all'interno del settore della sanita' nella
zona e della Asl di Locri in particolare. In ogni caso, e' la valutazione
di un investigatore, tali accertamenti sono utili anche per escludere
certe ipotesi e scansare spiacevoli equivoci che si potrebbero venire
a creare. Tra l'altro nell'ospedale di Locri lavorano la moglie di
Pansera, figlia del boss Morabito, passata recentemente a neuropsichiatria,
e la moglie di Fortugno, Maria Grazia Lagana'. Gli inquirenti, sul
fronte tecnico, sono invece in attesa della perizia del Ris sui bossoli
recuperati sul luogo dell'omicidio. Gli accertamenti mirano a stabilire
se la pistola sia stata usata per compiere altri fatti di sangue in
passato, in modo da restringere il campo circa l'ambiente in cui il
delitto e' maturato. Il tipo di calibro usato, il 9x19, invece, non
viene considerato particolarmente significativo. ''Proiettili di quel
calibro si trovano ovunque'' commenta un investigatore. Quel tipo
di armamento non e' mai stato usato nella Locride, ma nel reggino
si', anche per compiere delitti. Gia' nel 1994 due fucili mitragliatori
9x21 furono trovati dalla polizia in localita' Mortara di San Gregorio.
Quattro pistole, invece, furono recuperate dalla squadra mobile di
Crotone nel 2000. Nell' occasione fu arrestato un reggino sospettato
di essere un esponente della cosca Serraino. Intanto, in attesa che
il vice capo della Polizia e capo della polizia criminale Luigi De
Sena giunga a Reggio Calabria per assumere l'incarico di Prefetto,
si registrano i primi commenti positivi sulla nomina. Per Marco Minniti,
responsabile sicurezza dei Ds, si tratta di ''una scelta eccellente
che si muove nella direzione da noi piu' volte sollecitata, quella
cioe' di una risposta forte e straordinaria per reagire alla sfida
arrogante della 'ndrangheta''. Secondo il presidente della Regione
Calabria, Agazio Loiero, la nomina di De Sena ''e' un segnale molto
importante che va nella giusta direzione per un contrasto serrato
alla criminalita' organizzata''. Entrambi hanno comunque ringraziato
il prefetto uscente, Giovanni D'Onofrio, per l'attivita' svolta.
Inchiesta della DDA sulla fuga di
notizie
La Procura distrettuale di Reggio Calabria ha aperto un' inchiesta
su una presunta fuga di notizie verificatasi in relazione alle indagini
sull' assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale della
Calabria, Francesco Fortugno, della Margherita, ucciso il 16 ottobre
a Locri. L' inchiesta riguarderebbe, in particolare, il contenuto
di alcuni articoli pubblicati oggi da quotidiani nazionali, ripresi
da alcune emittenti televisive private, in cui si e' fatto riferimento
ad una serie di elementi definiti comunque come ''illazioni'' da ambienti
della Procura. All' attenzione dei magistrati ci sarebbero, in particolare,
i riferimenti negli articoli a possibili iniziative investigative
al fine di trarre spunti utili all' inchiesta dai risultati delle
ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, con particolare
riferimento ai voti ottenuti da alcuni candidati della Margherita.
Calibro della pistola usato in passato
da varie cosche
Solo quando sara' ultimata la perizia del Ris dei carabinieri sui
bossoli trovati sul luogo dell' omicidio di Francesco Fortugno sara'
possibile stabilire se l' arma usata per il delitto, una Luger 9x19,
potra' avere rilevanza per le indagini. Di questo e' convinto un investigatore
che, invece, non sembra dare troppa importanza al calibro utilizzato.
Il 9x19, infatti, rileva la fonte, e' gia' stato usato per compiere
agguati nel reggino, anche se non nella locride, cosi' come in altre
zone della Calabria. Armi di quel calibro sono gia' state trovate
ed utilizzate in Calabria. Nel 1994 la polizia trovo', in localita'
Mortara di San Gregorio, due fucili mitragliatori Beretta di questo
calibro. Quattro pistole furono recuperate dalla squadra mobile di
Crotone nel 2000. Nell' operazione furono arrestate due persone, una
delle quali di Reggio Calabria e considerato esponente della cosca
Serraino, sospettate di progettare un assalto ad un furgone portavalori.
Il munizionamento non non viene considerato particolarmente difficile
da reperire. ''Proiettili di quel calibro si trovano ovunque'' commenta
un investigatore. Proveniente dalla ex Jugoslavia, l' armamento 9x21,
dopo la dissoluzione della vecchia repubblica socialista e' entrato
nel giro del traffico clandestino di armi di cui ''nessuno e' esclusivista''.
Molto piu' importante, sottolinea l' investigatore, e' verificare
se la pistola utilizzata per uccidere Fortugno sia gia' stata usata
in passato. Cio' sara' possibile stabilirlo solo dopo che i Ris avranno
comparato il segno lasciato dal martelletto della pistola sul fondello
del bossolo. Un segno che e' praticamente una firma dal momento che
ogni arma ne lascia uno diverso dall' altra.
Interessante la pista della sanità:
anche la figlia del boss Morabito lavora in ospedale
Una ipotesi di lavoro ''interessante'': cosi', in ambienti investigativi,
vengono indicati gli accertamenti sulla Asl di Locri nell' ambito
delle indagini sull' omicidio del vice presidente del Consiglio regionale
della Calabria, Francesco Fortugno. Pur mantenendo prioritaria la
pista del movente politico del delitto, il settore della sanita',
infatti, viene tenuto in grande considerazione dagli investigatori.
In primo luogo per la professione esercitata da Fortugno sino al momento
della sua elezione, primario del pronto soccorso dell' ospedale di
Locri. Qui, rileva una fonte, l' esponente della Margherita potrebbe
essere venuto in contatto, magari anche inconsapevolmente, con personaggi
ambigui. Un rischio, viene fatto rilevare, assai presente in zone
come la locride, dove le infiltrazioni delle 'ndrine interessano svariate
attivita' lecite. Al riguardo, secondo quanto si e' appreso, gli investigatori
stanno cercando di delineare il quadro di contatti e conoscenze di
Fortugno all' interno dell' ospedale spulciando nelle carte recuperate
nella sua abitazione e nel suo ufficio. A cominciare da quelli con
Giuseppe Pansera, il medico genero del boss Giuseppe Morabito, detto
'u tiradrittu. Il particolare, secondo quanto si e' appreso, non sarebbe
di per se' rilevante e non vi sarebbero collegamenti tra la conoscenza
tra i due medici ed il delitto, ma puo' essere la base di partenza
per tentare di chiarire le dinamiche all' interno del settore della
sanita' nella zona e della Asl di Locri in particolare. In ogni caso,
e' la valutazione di un investigatore, tali accertamenti sono utili
anche per escludere certe ipotesi e scansare spiacevoli equivoci che
si potrebbero venire a creare. L' azienda sanitaria di Locri, adesso,
passera' anche al vaglio della Commissione di accesso che il Prefetto
di Reggio Calabria nominera' su delega del Ministro dell' Interno.
Nell' ospedale di Locri lavorano la moglie di Pansera, figlia del
boss Morabito, che nel settembre scorso e' passata a neuropsichiatria,
e la moglie di Fortugno, Maria Grazia Lagana'. Gli investigatori,
per delineare il quadro in cui l' omicidio di Fortugno e' maturato
stanno prendendo in considerazione anche le recenti consultazioni
elettorali ed il successo ottenuto da Fortugno, rappresentante di
una famiglia molto nota a livello politico, quella di Mario Lagana',
presidente regionale della Margherita, esponente storico della Dc
e per molti anni deputato eletto nelle liste del partito scudocrociato.
Pietro Mancini: “E’
importante che tutti facciano il proprio dovere”
28/10 "Da calabrese, convinto che le cose potranno cambiare
se anche i partiti locali, la magistratura e i sindacati faranno,
per intero, il loro dovere, non limitandosi a postulare, con il cappello
in mano, interventi alle Forze Armate e al governo nazionale, ringrazio
Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni per l' importante lavoro di approfondimento
sui drammi, antichi e nuovi, della regione". Lo ha affermato
in una dichiarazione l'ex Sindaco di Cosenza, Pietro Mancini, figlio
del leader del sociialismo calabrese scomparso tre anni orsono, Giacomo
Mancini. All' impeccabile analisi di Lino Jannuzzi, che avrà
sconcertato i telespettatori non calabresi, oltre a irritare Minniti,
vorrei aggiungere che, nell' ultimo decennio, alcuni esponenti della
magistratura e della DIA - di cui Cossiga e il combattivo senatore
campano hanno fatto nomi e cognomi - hanno preferito assoldare screditati
" pentiti ", nel tentativo di dimostrare l' asserzione,
fatta da Boemi, già responsabile della DDA di Reggio, secondo
cui, in Calabria, non è possibile far politica, senza il sostegno
delle ' ndrine. Intanto, mentre anche a sinistra, purtroppo, si applaudivano
tali teoremi ( e un pizzico di autocritica, caro Minniti, forse non
guasterebbe ), i capi - bastone operavano, sul territorio, indisturbati,
come il più spietato boss della piana di Gioia Tauro, che ha
trascorso una lunga e serena latitanza non sull' Aspromonte, ma nel
suo appartamento, in pieno centro cittadino...
Sul piano politico, ritengo importante, oltre che allarmante, la recente
ammissione di Agazio Loiero, convinto che " attorno al centro
- sinistra si è addensato un personale politico, voglioso di
partecipare alla vittoria, anche per ritagliarsi utilità personali
". Ma Loiero, di cui non sottovaluto l' impegno e le difficoltà
nel governare la zona grigia della nostra terra " misteriosa
", come la definisce il vecchio Enzo Biagi, mi ha, dolorosamente,
sconcertato, quando ha nominato capo del suo pletorico ufficio - stampa
proprio il giornalista, che fece da megafono nella kafkiana inchiesta
di Boemi e Verzera contro Giacomo Mancini, di cui sarebbe molto utile
individuare, oggi, i suggeritori".
Pignataro (CGIL) “Dallo Stato
ci vogliono fatti concreti e non parole”
28/10 “L’efferato assassinio del vicepresidente del Consiglio
regionale della Calabria, Francesco Fortugno, segna un passaggio strategico
per la ’ndrangheta: dalle intimidazioni all’omicidio eccellente,
dalla strategia della tensione a quella del terrore. La mafia calabrese
non aveva mai osato tanto, non aveva mai colpito al cuore i più
alti livelli istituzionali. Lo ha fatto ora, con un delitto politico,
usando una simbologia nuova e per certi aspetti inusuale, ma con segnali
chiari di fastidio verso qualsiasi idea di cambiamento: della regione,
delle regole del gioco, del rapporto tra poteri legittimi e poteri
illegali”. E’ quanto afferma in una approfondita dichiarazione
il segretario regionale della Cgil, Fernando Pignataro. “A segnali
forti –prosegue Pignataro- quali la decisione della giunta regionale
di costituirsi parte civile in tutti i processi di mafia, il cambio
di alcuni livelli dirigenziali della Regione, l’accelerazione
del processo di decentramento a Province e Comuni si è voluto
rispondere con segnali criminali altrettanto forti, quasi preventivi,
come a voler segnare il territorio. È un segnale di forza e
arroganza della più potente delle mafie, la più ricca
e con maggiore capacità di penetrazione, per la sua organizzazione
a rete che conta più di diecimila affiliati, che controlla
i traffici della maggior parte del Nord del paese e che ormai si è
internazionalizzata e tratta alla pari con i grandi cartelli del traffico
della droga e delle armi.Al clamore e all’orrore per l’omicidio
di Franco Fortugno si è unita una consapevolezza diffusa di
questa verità tragica, di una criminalità organizzata
che lancia una sfida aperta alle istituzioni e all’intera Calabria,
che mette a nudo sottovalutazioni pericolose, connivenze e rapporti
stretti tra affari, politica e mafia. In questi anni, infatti, è
aumentata la capacità della ’ndrangheta di occupare vaste
aree della Calabria, agevolata dal trasformismo politico tipico del
Mezzogiorno, da un sistema di rappresentanza debole, da un’arretratezza,
povertà e disagio sociale crescente, che sono stati il brodo
di coltura nel quale si è sviluppata una pratica diffusa dell’illegalità.
Questa lezione noi l’abbiamo capita da molto tempo, abbiamo
tentato di reagire anche in modo forte: basti pensare alla grande
manifestazione dei 40.000 a Lametia Terme il 21 maggio per la legalità
e lo sviluppo, in risposta allo stillicidio dei 300 atti intimidatori
nei confronti di sindaci e amministratori pubblici, di sindacalisti,
imprenditori e persino di rappresentanti della Chiesa; ma anche per
dire in modo forte che la criminalità organizzata è
il peggior nemico dello sviluppo e della civiltà in Calabria
e nel Mezzogiorno. Oggi questo appello deve essere ancora più
forte, deve essere nazionale, perché è la priorità
assoluta, perché l’indignazione del paese, la manifestazione
spontanea e “non scontata” dei ragazzi di Locri, hanno
bisogno di risposte forti. C’è bisogno di una rinnovata
tensione istituzionale, di “fatti concreti e non parole”
come hanno richiesto a gran voce allo Stato proprio i ragazzi con
il loro striscione bianco. L’emozione di fronte a un fatto così
grave porta spesso, quasi sempre, a invocare la militarizzazione del
territorio. Il sindacato è stato sempre contrario, anche se
non vi è dubbio che a un attacco straordinario si risponde
con misure straordinarie, a un guerra dichiarata si risponde con forza
e determinazione. Ciò che serve è un’offensiva
affidata a un’interforza coordinata unitariamente, il rafforzamento
delle azioni di intelligence, delle forze specializzate presenti sul
territorio, degli strumenti a loro disposizione. Altrettanto necessario
è il potenziamento della magistratura, aumentando e non riducendo
in modo drastico le risorse per la sicurezza nella Finanziaria. Ha
valore strategico il controllo sui patrimoni della ‘ndrangheta,
sui rapporti economici e commerciali, sulla nascita delle aziende,
sulle fusioni, sugli spostamenti di capitali: far terreno bruciato
intorno agli affari della mafia è l’imperativo categorico.
Occorre, infine, confiscare i beni delle ’ndrine: riprendere
un’azione coraggiosa che si è interrotta tragicamente
su tutto il territorio nazionale. Lo Stato deve reagire e rispondere
in modo concreto, incisivo e continuativo per sconfiggere definitivamente
la’ndrangheta se non vuole rinunciare alla Calabria. Certo i
calabresi, istituzioni e cittadini, devono fare la loro parte. C’è
bisogno di una rinnovata tensione politica e sociale. Cgil Cisl Uil
hanno proclamato una fermata simbolica di cinque minuti in tutti i
luoghi di lavoro italiani, per il giorno dei funerali di Fortugno.
È stato un segnale alto, di attenzione forte. Molti sindaci
hanno risposto presenziando alla fermata nelle scuole calabresi, insieme
a docenti e studenti, a significare il valore straordinario che può
giocare il mondo dell’istruzione nell’insegnamento della
legalità e nella battaglia per la sua affermazione. Cgil Cisl
Uil calabresi hanno deciso che lo sciopero generale del 25 novembre,
contro la legge finanziaria, in Calabria sarà di otto ore,
con cinque manifestazioni provinciali e che quella della provincia
di Reggio Calabria si svolgerà a Locri, che lo sciopero calabrese
vuole essere una prima e grande risposta di popolo, del mondo del
lavoro al terrorismo mafioso. Stiamo decidendo, insieme alle segreterie
nazionali, una grande manifestazione per le prossime settimane a Reggio
Calabria. Sappiamo che non basta, ma è quello che possiamo
fare noi. C’è bisogno di vicinanza, di solidarietà,
di fare in modo che l’attenzione nazionale non cessi, ma si
manifesti nel tempo, tenendo alto il livello dell’iniziativa.
Epifani a “Ballarò” ha concluso con un appello
alla presenza più costante in Calabria dei leader politici
e sindacali. Ci vuole il segnale di una battaglia nazionale che si
vuole affrontare in prima persona e con tutti i mezzi a disposizione.
La Calabria merita una reazione forte del paese, la sollevazione delle
coscienze è la spinta in più per una battaglia di civiltà
che si può vincere, che si deve vincere”.
Castagna (UIL) “Sostenere l’azione del
Presidente Loiero”
''E' doveroso da parte di tutti sostenere il presidente Loiero nella
grande e difficile azione di contrasto alla criminalita', di rilancio
culturale e di promozione dello sviluppo socio economico della Regione''.
Lo sostiene, in una dichiarazione, Roberto Castagna, segretario generale
della Uil della Calabria. ''I calabresi - aggiunge Castagna - si aspettano
una operazione di grande pulizia senza la quale anche l' attuale Giunta
regionale, nonostante le buone intenzioni, rischierebbe di fallire.
Secondo il segretario generale della Uil, ''la Calabria non ha bisogno
di dichiarazioni retoriche, di solidarieta' di maniera, per poi cadere
nella convinzione che nulla puo' cambiare. La situazione attuale rischia
di essere senza ritorno se non ci saranno risposte forti da parte
del Governo Centrale. Fui il primo a condividere la provocazione lanciata
dal presidente degli industriali calabresi, Callipo, di utilizzare
il presidio dell' esercito per gli obiettivi definiti sensibili. Continuo
a dire che c' e' bisogno di piu' uomini e mezzi per le forze dell'
ordine, di piu' organici nella magistratura e di piu' intelligence,
ma soprattutto c' e' bisogno di una legislazione pesante nei confronti
della criminalita'. L' anello debole e' la politica che ha dimostrato
grande coesione sul piano legislativo nei confronti del terrorismo
degli anni di piombo e disomogeneita', e registra invece contrasti
nei confronti della criminalita' organizzata. Il gravissimo fatto
di sangue a Locri ed i tanti attentati che stanno interessando amministratori
ed imprenditori nelle regioni del sud impongono un atteggiamento di
grande rigore da parte dello Stato''. ''La Calabria - afferma ancora
Castagna - ha bisogno di un intervento dello Stato adeguato al livello
della sfida che la criminalita' ha lanciato. Un intervento che si
articoli su due direttrici: la repressione e un forte intervento sul
versante dello sviluppo, dell' occupazione e di un Welfare che dia
risposte alle fasce piu' deboli. E' necessario, inoltre, uno scatto
di orgoglio da parte della classe politica locale. Un segnale forte
sul piano della trasparenza e la conseguente cancellazione di ogni
atto di illegalita' consumato all'ombra del potere istituzionale.
L' incidente Masella deve fare riflettere tutti coloro che si trovano
in condizioni simili e determinare una sorta di 'ripulitura' delle
situazioni di '' incompatibilita' etico e morale''
Sbarra (CISL) “Sbagliato l’impiego dell’esercito”
“Consideriamo sbagliata la presenza dell' esercito come forza
di occupazione militare del territorio. Sarebbe una rappresentazione
scenica inopportuna ed inadeguata''. E' quanto sostiene, in una dichiarazione,
Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl Calabria, nell' ambito
del dibattito che si e' aperto dopo l' assassinio di Francesco Fortugno
sull' impiego delli' esercito per il controllo del territorio calabrese.
''Sostenere la militarizzazione del territorio - aggiunge Sbarra -
significa continuare a sottovalutare che il tema vero non e' solo
la quantita' di uomini, ma la qualita' delle indagini, un maggiore
coordinamento delle forze dell' ordine e degli stessi apparati della
magistratura, un' intelligente capacita' info-investigativa capace
di contare anche su strumentazioni innovative e nuove tecnologie.
Si chieda piuttosto al Governo centrale ed al Parlamento di fare nascere
in Calabria scuole di volontari, ufficiali e sottoufficiali delle
Forze armate, oggi quasi tutte collocate nel centro-nord in cui c'
e' sviluppo economico e produttivo. Si trasferiscano nella locride
centri e strutture dell' Esercito, dell' Aeronautica e della Marina
militare. In tal modo si renderebbe piu' evidente la presenza dello
Stato, si rafforzerebbero le condizioni dello sviluppo, della crescita
dell' economia e del lavoro, si determinerebbe una presenza di migliaia
di militari necessari anche per le attivita' di presidio del territorio.
La Giunta e l' intero Consiglio regionale della Calabria contrastino
la riproposizione dell' odiosa politica dei due tempi, prima la lotta
alla criminalita' poi lo sviluppo, e chieda al Governo centrale un
provvedimento legislativo urgente e straordinario in favore della
Calabria, anche attraverso deroghe alla Finanziaria, che presenta
solo tagli per il Sud e la Calabria, concentrando risorse ed investimenti
per rimettere in moto lo sviluppo, l' economia ed il lavoro. In una
Regione difficile come la Calabria ed in territori come la Locride,
con indicatori economici e sociali assolutamente negativi, non ci
puo' essere legalita' e sicurezza senza sviluppo e occupazione''
Callipo “L’esercito un falso problema”
''Esercito si/Esercito no: trovo che sia un falso problema. Soprattutto
oggi, dopo l' omicidio dell' on. Fortugno, questo modo di guardare
ai problemi della sicurezza in Calabria a mio avviso accresce soltanto
la confusione''. Lo dice il presidente di Confindustria Calabria,
Pippo Callipo. ''Ora - dice Callipo - forse sarebbe bene abbassare
i toni, e lasciare che la reazione dello Stato possa dispiegarsi.
Noi allo Stato dobbiamo chiedere, e l' abbiamo fatto, la salvaguardia
della democrazia calabrese e l' esercizio effettivo della sua sovranita'
anche in Calabria. Le risposte spettano al Governo, alla magistratura
e alle forze dell' ordine. E mi pare che in questi ultimi giorni si
stia lavorando efficacemente per approntarle. Spetta allo Stato capire
se ha bisogno dell' esercito o meno per frenare la recrudescenza mafiosa
in Calabria. Creare polemiche in questo momento, o dividersi su argomenti
di pura apparenza, non aiuta a costruire una strategia vincente contro
la criminalita'. Contro la criminalita' dobbiamo essere uniti e concertare
le risposte''. ''Discutere di esercito si/ esercito no -prosegue il
leader degli industriali calabresi- non e' stato utile quando io proposi
l' esercito, a supporto delle forze dell' ordine, il 2 giugno, perche'
scaturi' una polemica che mise in secondo piano l' allarme sicurezza
da me lanciato e drammaticamente, allora, sottovalutato. Non e' utile
neppure adesso, perche' il Governo e le forze dell' ordine mi pare
che stiano dando dimostrazione di voler fare sul serio. All' interno
della strategia contro la mafia, ognuno deve fare la propria parte:
Stato, Regione, enti locali, associazioni, societa' civile. Adesso
occorre che chi ha il dovere della repressione dei reati -conclude-
possa lavorare in santa pace e chi ha il dovere di programmare le
risorse pubbliche si dia una mossa per produrre fatti ed atti concreti
che aiutino la Calabria''.
Mantovano: “Decisiva la voglia di reazione
generale. L’esercito non può contrastare il crimine”
''Quello che state facendo voi a 'Otto e mezzo' e che sta facendo
Diaco, con la proposta di una manifestazione televisiva da tenere
in Calabria, e' importantissimo''. Lo ha detto il sottosegretario
all'Interno, Alfredo Mantovano, ospite di Giuliano Ferrara e Ritanna
Armeni a ''Otto e mezzo'' su La7, commentando la proposta lanciata
da Pierluigi Diaco di organizzare un evento Rai in Calabria dal titolo
''Siamo tutti calabresi''. ''Ricordo che nel '92, dopo le stragi di
mafia - ha aggiunto Mantovano - la molla che permise il cambiamento
fu una voglia generale di reagire. Si respirava un' aria di reazione.
Forse pero' non e' ancora sufficiente, ma siamo sulla strada giusta''.
''L' esercito non ha la funzione di contrastare la criminalita'. La
legge esclude l' uso dell' esercito tranne casi particolari e circoscritti.
Ci vuole il necessario sostegno in una zona dove c' e' gia' una forza
di polizia superiore alla media''. HA aggiunto ad 'Ottoemezzo' il
sottosegretario all' interno Alfredo Mantovano. ''Segnalo - ha aggiunto
Mantovano - un nucleo particolare, 15 persone, che hanno avuto il
ruolo di integrare la Dia con il compito di fare indagini sulla mafia
e confische di beni di provenienza illecita. E' un ottimo punto di
partenza. C'e' poi un problema di integrazione dei magistrati. Ho
vissuto da giudice nel '92 l' immediato indomani delle stragi mafiose
e ricordo che all'epoca la molla che porto' a risultati. Ci fu una
voglia di reagire generale che attraverso' tutti gli ambienti, anche
la magistratura. Si respirava un'aria di reazione''
La vedova Fortugno. “Ancora non riesco a capire”
''Ancora mi sto ponendo la domanda, non riesco a capire e non so
quale puo' essere il motivo se non quello di dare un segnale alle
istituzioni e alla societa' civile''. La vedova di Francesco Fortugno,
Maria Grazia Lagana', ospite di 'Ottoemezzo' ha cosi' risposto alle
domande sul movente del delitto. Sul mistero delle telefonate intercorse
tra il marito e il medico Giuseppe Pansera, genero del boss Giuseppe
Morabito, la vedova ha aggiunto che lo ha escluso ''categoricamente
da subito. Ho appreso queste notizie dai giornali. Le telefonate sono
prima della prima candidatura di mio marito''. ''Non sono pessimista,-
ha detto ancora la donna- ho molta speranza e se in questi giorni
mi sono concessa alcune interviste e' perche' spero che qualcosa cambi.
Sono fiduciosa, vedo una sinergia da parte di tutti i partiti a voler
affrontare il fenomeno.Non mi sento di esprimere nessun giudizio sul
lavoro dei politici e degli investigatori.Ho sempre ringraziato i
giovani e non mi stanco e ripeto che sono loro che mi stanno dando
questa forza''.
Loiero invita Diaco in Calabria
“E’ positivo il clima di consenso ‘trasversale’
che viene da tanti politici, intellettuali e giornalisti sulla proposta
della manifestazione televisiva ‘Siamo tutti calabresi’,
lanciata dal conduttore di ‘Rai 21,15’ Pierluigi Diaco”.
Questo il commento del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero,
a seguito delle numerose adesioni finora pervenute all’idea
di Diaco di ricordare l’omicidio di Francesco Fortugno attraverso
un grande evento mediatico, da organizzare a dicembre in Calabria.
“Per far si che la proposta diventi concreta - ha dichiarato
Loiero- nei prossimi giorni inviterò il conduttore televisivo
a visitare la sede Rai di Cosenza e a conoscere tutta la redazione
che si sta impegnando, al di là delle proprie forze, per assicurare
una costante e corretta copertura informativa sull’emergenza
mafia in Calabria. Spero così di facilitare Diaco nello studio
di una progetto mediatico da avanzare, con rapidità, alla Regione,
alle associazioni della società civile e al presidente della
Rai Claudio Petruccioli". "Sono convinto – ha concluso
Loiero- della sensibilità del Consiglio di amministrazione
dell’azienda del servizio pubblico radio-televisivo verso i
temi dell’impegno civile e dello sviluppo. Ritengo che ci sia
la volontà di visionare il progetto e di fornire una risposta
immediata per tenere accesi i riflettori nazionali sul rilancio della
Calabria e sulla volontà di cambiamento dei calabresi”.
Saccà (RAI) “Un idea straordinaria
quella di Diaco”
mpio consenso alla proposta di Pierluigi Diaco, conduttore della
trasmissione 'Rai 21.15', in onda su Rainews 24, di un evento televisivo
da tenere a Catanzaro dal titolo ''Siamo tutti calabresi''.Dopo la
disponbibilita' manifestata da molti esponenti della politica locale,arrivano
le prime adesioni anche dentro Viale Mazzini. ''Un ottima idea, a
patto che non si limiti alla solidarieta' di maniera ma serva a far
conoscere al pubblico le eccellenze di una ragione che, tra molte
contraddizioni, cresce e si afferma in vari ambito a livello nazionale
e internazionale", cosi' il direttore di Raifiction, Agostino
Sacca', calabrese doc di Taurianova, sostiene l'idea di Pierluigi
Diaco, a quanto riporta quest'ultimo. ''Mi pare un'idea straordinaria
- dice Sacca' - soprattutto se non si limitera' ad una rappresentazione
della solidarieta' rispetto ad un popolo straordinario come quello
calabrese, e lo dico anche da partigiano, ma se riuscira' nel corso
del racconto della serata a raccontare le eccellenze che esistono
in questo territorio". Il sottosegretario all'Interno Alfredo
Mantovano ospite a La7 dice: ''Quello che sta facendo a 'Otto e mezzo'
Giuliano Ferrara e che sta facendo Diaco alla Rai, con la proposta
di una manifestazione televisiva da tenere in Calabria, e' importantissimo.Ricordo
che nel '92, dopo le stragi di mafia - ha aggiunto Mantovano - la
molla che permise il cambiamento fu una voglia generale di reagire.
Si respirava un'aria di reazione. Forse pero' non e' ancora sufficiente,
ma siamo sulla strada giusta.'' Giuliano Ferrara, direttore del Foglio,dedica
oggi il suo editoriale alla questione calabrese: in "Eppur si
muove (la Calabria)",questo il titolo dell'editoriale,Ferrara
scrive che "finalmente anche le tv si muovono, e Pierluigi Diaco,giovane
combattivo conduttore,ha proposto un grande evento in Rai al presidente
Claudio Petruccioli,d'accordo con un pezo della classe dirigente locale".
Speciale di “Studio Aperto” sulla Locride
''La Calabria, adesso, e' l' emergenza: e il primo passo da fare
e' andare li'''. Erano state le prime parole del nuovo procuratore
nazionale antimafia, Pietro Grasso per far comprendere come sia drammatica
la situazione in Calabria in questo periodo, tra grandi traffici di
droga e omicidi eccellenti, come quello del vicepresidente del Consiglio
regionale Francesco Fortugno, consumatosi in un seggio elettorale.
Emergenza Calabria e' il tema da cui ripartono gli approfondimenti
di Studio Aperto, stessa formula con indagini e reportage sui fatti
di cronaca del momento, condotti in diretta da Gabriella Simoni ma
con una nuova sigla, un nuovo nome: ''Speciale Studio Aperto Live''.
''Speciale Studio Aperto - Live da Locri'' e' il viaggio che Gabriella
Simoni e i giornalisti della redazione del tg diretto da Mario Giordano
compiranno in un paese diventato il regno della cocaina e degli omicidi,
ben 23 nel giro di un anno a partire da quello di Massimiliano Carbone
il 17 settembre 2004 fino a quello del 16 ottobre di Fortugno. ''Speciale
Studio Aperto Live da Locri'' raccontera' la storia di Nicola Gratteri,
sostituto procurato della Dda, della difficile vita di un magistrato
costretto anche ad allontanarsi momentaneamente dalla famiglia perche'
minacciato di morte insieme alla sua scorta; incontrera' Brunella
e Annarita Gullaci, moglie e figlia di Mimmo, ucciso da una bomba,
vittime della 'ndrangheta dimenticate dallo Stato che vivono in condizioni
di miseria. Sara' anche un viaggio anche nella nuova terra della cocaina
perche' la Calabria e' diventata il nuovo centro organizzativo di
traffico per l' Italia e l' Europa, tanto che lo scorso 21 ottobre
sono state arrestate 40 persone facenti parte della cosca della 'ndrangheta
di Africo, il cui capo e' Giuseppe Morabito, finito in manette nel
2004 dopo anni di latitanza.
Il COISP critica le scelte del Ministero su operatori
non calabresi
Il segretario provinciale di Catanzaro del sindacato di polizia Coisp,
Massimo Arcuri, critica le dichiarazioni con le quali il Ministro
dell' Interno ha annunciato l' invio in Calabria, dopo l' omicidio
di Francesco Fortugno, ''di operatori di pubblica sicurezza tutti
rigorosamente esterni alla regione e quindi non soggetti ad alcun
condizionamento di carattere locale''. ''Tale espressione - sostiene
Arcuri - mortifica tutto quel personale impegnato sul territorio che
ad oggi, sopperendo alle ataviche carenze dell' Amministrazione, ha
sacrificato interessi personali ed affetti familiari dedicandosi con
impegno e coraggio a rendere il proprio servizio in questa terra difficile.
Va accolto favorevolmente, piuttosto, l' impegno assunto dal Governo
nell' assegnare con tempestivita' uomini e mezzi, altamente specializzati,
per incrementare le attivita' investigative e le garanzie di controllo
del territorio in Calabria''. Secondo Arcuri, ''un altra parte della
Calabria che si e' costantemente riproposta agli onori della cronaca
e che da anni il Coisp ha attenzionato in modo particolare e' la provincia
di Catanzaro, ed in particolare la zona del comprensorio lametino,
dove il personale operante e' costretto quotidianamente nell' espletamento
del servizio ad innumerevoli difficolta' dovute alla carenza di organico
e mezzi, carenza che ha sempre trovato l'assoluta indifferenza da
parte dei vertici ministeriali, noncuranti della realta' criminale
nella quale il personale operante lavora e delle particolari e feroci
vicende criminali del territorio''
I 42 comuni della locride chiedono un incontro urgente
con il Governo
Il Comitato Direttivo dell'Associazione dei Sindaci della Locride
ha convocato per il 3 novembre l'Assemblea dei sindaci dei 42 Comuni,
alla quale si proporra' di chiedere un incontro urgente al Governo
e alla Regione sui problemi della Locride. I sindaci hanno pure messo
in evidenza il ''valore straordinario delle manifestazioni antimafia
organizzate dai giovani della Locride, e hanno espresso apprezzamento
per l' iniziativa promossa dal Sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino,
di tenere a Locri il 4 novembre una grande marcia, alla quale assicureranno
la loro presenza e il loro appoggio organizzativo''. I sindaci hanno
deciso di organizzare un ''grande convegno nazionale nel quale chiamare
a discutere politici, uomini di cultura, rappresentanti del mondo
dell' economia e dell'associazionismo, giovani, della situazione drammatica
e ormai vicina al punto di non ritorno nella quale si trovano la Locride
e la Calabria. I sindaci presenti hanno anche espresso l'unanime convincimento
che l'iniziativa che essi stanno avviando deve essere condotta fino
in fondo quali che siano le conseguenze che ne potrebbero derivare''.
Terzo settore: “Serve una presa di coscienza
collettiva”
- Un appello ''a tutta la societa' italiana perche' ci sia una forte
presa di coscienza contro a 'ndrangheta'', dopo l' assassinio di Francesco
Fortugno, e' stato lanciato dalle reti ed organizzazioni nazionali
del terzo settore e dalle organizzazioni sociali della Calabria. ''L'
assassinio di Francesco Fortugno - si afferma nell' appello - ha rappresentato
un gesto di gravita' inaudita abbattutosi su un uomo inerme, privo
di scorta, senza incarichi di gestione ma solo politici, impegnato
in una battaglia per la trasparenza negli appalti delle strutture
sanitarie calabresi. Si e' trattato del culmine di una serie impressionante
di atti di violenza e di intimidazione (oltre quattrocento negli ultimi
cinque anni), perpetrati ai danni degli amministratori locali calabresi,
a tutti i livelli, che non hanno risparmiato neanche imprenditori
e rappresentanti delle organizzazioni del volontariato e della cooperazione.
La 'ndrangheta e' il maggiore ostacolo allo sviluppo locale, per il
suo effetto dissuasivo sugli investimenti esteri, per il soffocante
giogo che impone alla economia regionale attraverso il pizzo e l'usura,
per la distrazione delle risorse pubbliche verso interessi privati
e per il clima di sfiducia che genera nei calabresi''. ''Le questioni
dello sviluppo locale della Calabria e di tutto il Mezzogiorno e della
lotta alle mafie - concludono i firmatari dell' appello - vanno assunti
come obiettivi prioritari e permanenti per esprimere la volonta' di
cambiamento sociale nella direzione della solidarieta' e della giustizia.
Invitiamo tutti i cittadini del sud e del nord a schierarsi al fianco
delle organizzazioni che operano per lo sviluppo locale del Mezzogiorno
e per la lotta alle mafie, attraverso la disponibilita' concreta al
sostegno morale, culturale, operativo e finanziario''
De Rose (Confindustria) “Bisogna cercare la
verità”
''Penso che la Calabria debba cercare la verita' su questo grave
fatto di sangue, qualunque essa sia, ed evitare di far passare un'idea
di strumentalizzazione o di emotivita' che sarebbe pericolosa per
la gente, per le imprese, per le persone perbene''. Lo afferma Umberto
De Rose, del comitato Mezzogiorno di Confindustria. ''Quando l'escalation
criminale arriva a questi livelli- aggiunge De Rose - la politica
dovrebbe cercare di interrogarsi, scemando l'analisi dal dolore per
la perdita di una vita umana e lasciando liberta' di indagine piena
agli inquirenti''. De Rose ricordando di avere ''avuto anche un'esperienza
politica, seppure in un territorio diverso da quello reggino e so
che e' compito imprescindibile per chi vuole rappresentare la democrazia
mettere un muro invalicabile fra se e certi ambienti, anche a costo
di pagare dazio con la sconfitta elettorale''. De Rose giudica positivamente
''l'invio a Reggio Calabria del prefetto Luigi De Sena. E' un uomo
fra i piu' stimati della polizia di Stato ed il ministro Giuseppe
Pisanu ha fatto un buon lavoro''. Per De Rose ''bene ha fatto anche
la regione che con il vice presidente Nicola Adamo ha avviato la concertazione
sul Dpef. Penso - conclude - che sia importante cercare la coesione
sociale e democratica anche come antidoto alla proliferazione della
criminalita'''.
La minoranza della Provincia di Cosenza “si
tenta di minimizzare”
''L' ultima conferenza dei capigruppo del Consiglio provinciale,
su proposta dei gruppi di minoranza, decideva di fissare al 7 novembre
una seduta straordinaria sull' argomento: 'Francesco Fortugno lotta
alla mafia difesa della democrazia e delle Istituzioni'; in data odierna
la Presidenza ha inoltrato la convocazione straordinaria su 'Legalita'
e Sicurezza in Calabria'''. E' quanto affermano, in una nota, i capigruppo
di minoranza alla Provincia di Cosenza secondo cui ''e' evidente lo
sfrontato tentativo di sterilizzare la questione riconducendola ad
una routinaria ed asettica riflessione su temi piu' evanescenti''.
''Si intendera' parlare forse - e' scritto nella nota - di sicurezza
sui luoghi di lavoro? Forse della 626? Forse di antinfortunistica?
Questi sono le questioni che qualcuno forse intende sviluppare. Lo
diciamo ad alta voce vogliamo parlare di Francesco Fortugno, vogliamo
parlare del piu' grave oltraggio alle istituzioni democratiche in
Calabria, vogliamo parlare di lotta alla mafia, vogliamo parlare della
difesa delle nostre ancora fragili istituzioni, vogliamo parlare del
diritto ad essere cittadini liberi di questa Repubblica anche in Calabria''.
''Certamente - e' scritto ancora nella nota - bisognera' affrontare
una discussione franca e senza pregiudizi, con la volonta' di fare
chiarezza ed individuando quelle zone grigie in cui prevalgono, mafia,
interesse elettorale e gestione di loschi interessi. Tutto cio' rischia
di travolgerci tutti. Per questo non comprendiamo le ragioni di chi
nell'Ente Provincia effettuando una vera decapitazione del ruolo della
conferenza dei capigruppo intende tacitare la discussione su questo
omicidio, che ha toccato il nostro vertice istituzionale''. Nella
nota, i capigruppo della minoranza Domenico Barile (Misto), Pasqualina
Straface (An), Mario Giordano (Fi), Natale Zanfini (Udc) e Franco
Corbelli (Diritti Civili), annunciano che non parteciperanno alla
conferenza dei capigruppo, convocata dal presidente Mario Oliverio,
per il 31 ottobre per stilare un documento comune da approvare in
Consiglio. ''La battaglia per la legalita' - concludono - inizia dalla
trasparenza e dalla lealta' dei nostri comportamenti istituzionali.
Ci auguriamo che nel Consiglio straordinario dopo un ampio e democratico
dibattito venga fuori una posizione unanime di condanna della mafia
e di tutte le illegalita'. Diversamente uccideremmo Francesco Fortugno
una seconda volta'
Rutelli: “La Margherita aderisce alla marcia
del 4 novembre”
La Margherita aderisce alla 'marcia per la speranza' promossa dal
sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino e dal sindaco di Cosenza Eva
Catizone il 4 novembre a Locri. ''Si tratta di un segnale importante
- dichiara Francesco Rutelli, presidente DL - per testimoniare il
nostro pieno e convinto sostegno a tutti i calabresi, soprattutto
ai giovani che in questi giorni, dando prova di grandissimo coraggio,
hanno chiesto a gran voce quella legalita' che da troppo tempo e'
ostaggio di una drammatica spirale di violenza''. ''E il fatto che
promotori di questa iniziativa siano i sindaci di due citta' troppo
spesso bersaglio della criminalita' organizzata - prosegue Rutelli
- ci fa capire come, al barbaro assassinio di Francesco Fortugno tutti,
dalla societa' civile ai rappresentanti delle istituzioni, dal Mezzogiorno
all'intero Paese, siamo chiamati a reagire con forza, orgoglio e determinazione''
La Regione Campania aderisce alla marcia dle 4 novembre
''Ai funerali di Francesco Fortugno ho visto una grande partecipazione
popolare si percepiva, insieme alla commozione profonda di quei momenti,
la ferma volonta' dei calabresi di reagire, uno spirito di riscossa
civile riassunto con efficacia dallo striscione contro la mafia di
quei giovani che recitava: 'L'omerta' e' la vostra forza. Noi saremo
la vostra fine' ''. Lo ha detto il presidente della Regione Campania
Antonio Bassolino annunciando l'adesione della Regione all'iniziativa
in programma il 4 novembre prossimo a Locri. ''Dobbiamo fare il possibile
- ha proseguito il presidente Bassolino - perche' quei giovani che,
insieme alla maggioranza dei cittadini meridionali, sono impegnati
a riaffermare il valore della legalita' possano contare sul sostegno,
sulla solidarieta' e sulla sincera vicinanza del Paese e tutti insieme
si faccia fronte comune contro la criminalita'''. ''In questa prospettiva,
- ha concluso Bassolino - la marcia del 4 novembre, promossa dal sindaco
di Napoli, Rosa Russo Iervolino,con la collaborazione del sindaco
di Cosenza, Eva Catizone, e alla quale aderiamo con convinzione come
Regione Campania, e' un momento importante di condivisione e di mobilitazione
civile''.
La Provincia di Napoli aderisce alla marcia del
4 a Locri
Il presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma, aderisce
ufficialmente alla marcia per la legalita' in programma a Locri venerdi'
4 novembre. Di Palma sara' presente alla manifestazione assieme a
numerosi assessori della sua giunta e al presidente del consiglio
provinciale Enrico Pennella. ''La manifestazione di Locri - ha detto
in una nota il presidente Di Palma - rappresenta un importante segnale
a favore della legalita'. La nostra presenza vuole sottolineare un
concetto fondamentale, valido per l'intero Mezzogiorno d'Italia: non
puo' esserci autentico sviluppo sociale ed economico senza la completa
riappropriazione e il controllo capillare del territorio da parte
dello Stato. Tutti noi dobbiamo favorire la crescita di una cultura
della legalita', fin dalla scuola; e dobbiamo fare in modo che il
disagio socio-economico, nel quale prospera la criminalita' organizzata,
diminuisca sempre di piu' ''. ''In tal senso - ha aggiunto - e' necessario
che le istituzioni intervengano con fermezza a sostegno di ogni iniziativa
che miri al rilancio del Mezzogiorno. Una solidarieta' non di facciata
ma che si riempia di contenuti per poter affrontare tutti insieme
una emergenza che non puo' oscurare le grandi azioni di risanamento
e crescita realizzate in questi anni''.
Nappi (DS) “La Campania vicina ai calabresi”
''Venerdi' prossimo saremo tutti a Locri a fianco del sindaco Iervolino
e dei tanti cittadini calabresi, dei giovani, degli studenti che vogliono
dire no alle mafie''. Lo afferna Gianfranco Nappi, segretario dei
Ds Campania, che un una nota sottolinea la propria adesione alla ''marcia
della speranza, l'iniziativa per la legalita' ideata dal sindaco di
Napoli, Rosa Russo Iervolino''. ''I Democratici di Sinistra della
Campania - ha dichiarato Nappi - sono vicini alla Calabria e a tutti
i suoi abitanti, come ha del resto fatto il presidente della nostra
Regione, Antonio Bassolino prendendo parte ai funerali del vicepresidente
del Consiglio regionale calabrese Francesco Fortugno assassinato il
16 ottobre scorso. Ora piu' che mai, e' importante che la Calabria,
la Campania, la Sicilia e il Mezzogiorno tutto siano coesi nel combattere
la criminalita' organizzata per riaffermare la legalita', in ogni
aspetto della vita pubblica. Dalle regioni del Sud puo' partire un
segnale di rinnovamento per una nuova stagione di rinascita del tessuto
sociale''
La ConfCommercio di Reggio plaude al coraggio di
Loiero “E’ da esempio”
La Confcommercio di Reggio Calabria, in una nota, indica come ''esempio
di coraggio'' la scelta annunciata dal presidente della Giunta regionale,
Agazio Loiero, di ''chiudere il 'Palazzo' a chi lo ha reso un 'grande
mercato''. ''Come Confcommercio - e' detto ancora nella nota - abbiamo
deciso di riattivare, dopo averlo messo in cantina perche' delusi
dai risultati, il nostro Servizio antiracket che potra' essere contattato
anche in forma anonima. E' la risposta che intendiamo dare al nostro
territorio, ma anche al piu' lacerante e vero degli urli di dolore
di questa terra, espresso dal presidente Loiero quando, intervistato
da una rete televisiva nazionale nell' immediatezza dell'omicidio
di Francesco Fortugno, ebbe modo di affermare che 'qui si puo' essere
uccisi per un nonnulla'. Se l' 'accusa' da parte della 'ndrangheta
e del malaffare e' quella che Loiero ha rotto gli schemi, ha ingrippato
un meccanismo bene oleato di connivenze, ha legato le mani, con scelte
contestate da opposizione, ma neanche tanto bene accette, secondo
la nostra impressione, dalla propria maggioranza), tutti dobbiamo
avere analogo coraggio''. La confcommercio esprime inoltre apprezzamento
nei confronti del procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, secondo
il quale 'la lotta serrata alla 'ndrangheta deve passare ad un livello
di quotidiana ordinarieta'. Null' altro v' e' d' aggiungere o da richiedere
se, nel forte messaggio del procuratore Grasso, possiamo leggere un
impegno a dotare di piu' uomini e mezzi la magistratura e le forze
investigative. Ma, se proprio quanto annunciato ieri dal procuratore
Grasso, era quanto doverosamente dovevamo 'pretendere' dallo Stato,
insieme alla capacita' comunque di liberare dai veleni che li percorrono
gli uffici della Procura della Repubblica, altro dobbiamo reclamare
dalla nostra comunita'. L' omicidio Fortugno, che e' errato nelle
cause e negli effetti circoscrivere alla Locride, non ha scalfito,
al di la delle emozionali manifestazioni del momento, lo stato di
rassegnazione generale che pervade tutta la comunita'. Anche noi,
cittadini, organizzazioni sindacali, associazioni, siamo parte della
soluzione, pena divenire parte del problema. Basta, dunque, con proclami,
convegni, tavole rotonde o quadrate che siano, cortei e cartelli di
protesta. Non infiammano o coinvolgono chicchessia, salvo divenire
passerella per un perbenismo ed una probita' che in ben altra maniera
dovrebbe essere comprovata. La stessa costituzione di parte civile,
da parte degli Enti locali o delle organizzazioni ed associazioni
sindacali, nei processi per mafia, estorsione o usura, resteranno
episodi utili, ma fini a se stessi, se non saranno preceduti da uno
stimolo costante e continuo alla denuncia, nulla lasciando alla casualita'''.
Articolo 21 aderisce alla campagna delle magliette
''Esprimiamo la piu' convinta solidarieta' ai giovani calabresi che
indosseranno magliette contro la ndrangheta, con la scritta 'E adesso
ammazzateci tutti': vera e propria campagna per la legalita' e per
la democrazia, col patrocinio della Regione Calabria''. A riferirlo
e' un comunicato del' associazione Articolo21. ''Il loro impegno -
e' scritto nella nota - deve essere l' impegno dell' intera comunita'
nazionale e dello stesso sistema della comunicazione. Per queste ragioni
l' Associazione Articolo21 ha deciso di offrire sul proprio sito www.articolo21.info
uno spazio autonomo dedicato a tutte le iniziative che saranno assunte
in Calabria su questi temi e di chiedere a tutti i propri associati,
donne e uomini del cinema, dei media, della musica, del teatro, di
partecipare alle iniziative che saranno organizzate nei diversi centri
della Calabria, a partire dalla grande manifestazione che si terra'
a Locri il prossimo 4 novembre''. ''E' necessario, allo stesso modo,
- hanno sottolineato il presidente Federico Orlando, il portavoce
Giuseppe Giulietti e il segretario Tommaso Fulfaro- che tutti i mezzi
di comunicazione, che hanno gia' manifestato in questi giorni una
positiva sensibilita', vogliano continuare ad illuminare la realta'
calabrese dando largo spazio anche e soprattutto alla positiva reazione
delle istituzioni e della societa' civile''
Il calciatore Iaquinta (originario di Crotone) aderisce
all’iniziativa delle magliette
Anche il centravanti dell' Udinese e della Nazionale Vincenzo Iaquinta
ha aderito alla campagna lanciata dalla Regione Calabria che sta facendo
stampare magliette con lo slogan dei ragazzi di Locri 'Ammazzateci
tutti', lanciato subito dopo l' omicidio Fortugno. Iaquinta e' nato
in Calabria, a Crotone, ed ha parlato oggi al telefono con il vicepresidente
della Giunta Regionale ed assessore all' economia Nicola Adamo che,
insieme al presidente Agazio Loiero, ha proposto l' iniziativa alla
quale hanno gia' aderito il maestro Mimmo Rotella, il regista Mimmo
Calopresti, Santo Versace e lo scrittore Carmine Abate
Gemellaggio blog con i ragazzi di Partinico
La foto dello striscione ''e adesso ammazzateci tutti'' realizzato
dai ragazzi della locride adesso campeggia anche sul blog di Partinico,
tra i comuni siciliani ad alta densita' mafiosa. 'Libera Mente' (www.partinico.blogspot.com)
lo definisce un gemellaggio con i ragazzi di Locri che sentono vicini
per il tipo di realta' in cui vivono. All'appello per testimoniare
solidarieta' ai ragazzi di Locri che si ribellano alla 'ndrangheta
stanno gia' rispondendo i cittadini di Partinico e i frequentatori
del blog locale.
I ragazzi della Locride sul blog di Repubblica.it
Da ieri la sfida dei ragazzi di Locri (''E adesso ammazzateci tutti'')
e' diventata un blog affidato direttamente a loro su Giovani&Scuola
di Repubblica.it. In poche ore sono arrivati centinaia di messaggi
che potrebbero diventare ancora piu' numerosi coinvolgendo molti giovani
da tutt' Italia
NuovaCosenza.com apre
un Forum dedicato
Omicido
Fortugno: Gli investigatori: Non c’è
nessuna pista, ma c’è molto ottimisimo. Il
4 novembre a Locri una marcia della pace proposta da Jervolino-Catizone.
Pegna propone un megashow contro la criminalità.
Omicido
Fortugno: Il procuratore Grasso incontra gli
inquirenti. Alle indagini collaborano anche
la DDA di Catanzaro e i servizi centrali. Pisanu delega
il Prefetto di Reggio per l'accesso all'ASL
di Locri.
Omicido
Fortugno: Loiero: “Le intercettazioni
insudiciano un dramma”. Indagini: Magistrati
rientrati dopo missioni nelle carceri. Il movimento studentesco
di Locri scrive alle istituzioni: “No alla ndrangheta”
Omicido
Fortugno: Minniti: definisce un quadro inquietante
le telefonate al Viminale. Pisanu replica "non
lasceremo nulla di intentato". Loiero: "Lo stato
deve far sentire la sua presenza”
Omicido
Fortugno: Numerose le lettere di solidarietà
inviate a Loiero: “Presidente, resisti e vai avanti”
Montezamolo "Sensibilizzerò le istituzioni". Scatta
il piano di controllo di PS, CC e Gdf. Corbelli
chiede di non assegnare il posto vacante di Fortugno.
Omicido
Fortugno: Varato il programma straordinario
di Pisanu contro la ndrangheta dopo un summit al Viminale.
Informato il Presidente Loiero. Due ipotesi
nelle indagini
Il
Ministro Pisanu riferisce alle Camere e propone
le nuove direttive per combattere la ndrangheta. Loiero: "Se
cala l'attenzione lo uccidiamo ancora".
In
tantissimi ai funerali di Fortugno, Mons. Bregantini:
La mafia vuole dominare la politica. Indagini ad un punto delicato
Cossiga
contro Macrì: “Con i magistrati
politicizzati non si combatte la ndrangheta”. Mancini:
“Parte delle istituzioni non hanno fatto
il proprio dovere”. Castelli “Adeguato
il numero dei magistrati”
Il
Presidente Ciampi ha reso omaggio alla salma di Fortugno ed ha ribadito
“Calabresi reagite, l’Italia è
con voi”
Le
Amministrazioni pubbliche ricordano Fortugno.
Ancora reazioni dal mondo politico.