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Cronaca
Ucciso il vicepresidente del Consiglio della Regione Calabria

 

 

Le indagini, mentre si attendono le perizie balistiche, puntano sulla sanità. La DDA apre un'inchiesta sulla fuga di notizie. Nuove adesioni alla marcia del 4.

Puntano decise sul settore della sanita' le indagini per fare luce sull'omicidio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre scorso all'interno del seggio allestito a Locri per le primarie dell'Unione. In ambienti investigativi si conferma il movente politico dell'omicidio, ma si evidenzia anche che l'ipotesi di lavoro legata alla sanita' ''e' interessante'' per poter delineare i contorni della vicenda e tentare di risalire agli autori del gesto. In tal senso, particolare attenzione viene posta alla situazione interna alla Asl di Locri, oggetto anche dell'accesso della Commissione autorizzata dal Ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu. Un'azienda all'interno della quale, da anni, sono segnalate anomalie e irregolarita' alcune delle quali oggetto dell'attenzione di indagini della Guardia di finanza concluse con denunce e segnalazioni alla magistratura ed alla Corte dei conti. Inoltre, alle dipendenze della Asl, direttamente nell'ospedale di Locri o in altre strutture di comuni vicini, lavorano alcune persone ritenute ''ambigue'' dagli investigatori. E il fatto che Fortugno, sino al momento della sua elezione, fosse il primario del pronto soccorso dell'ospedale, induce gli investigatori a verificare attentamente ogni sua conoscenza e contatto. L'esponente della Margherita, infatti, spiega una fonte, potrebbe essere venuto in contatto, anche inconsapevolmente, con ambienti a rischio. Un'eventualita', e' stato fatto rilevare, assai presente in zone come la Locride, dove le infiltrazioni delle 'ndrine interessano svariate attivita' lecite. E' per questo che gli investigatori stanno controllando tutte le carte recuperate nell'abitazione e nell'ufficio di Fortugno. Il fatto che abbia avuto una dozzina di colloqui telefonici della durata di pochi secondi con Giuseppe Pansera, il medico genero del boss Giuseppe Morabito, detto 'u Tiradrittu, non viene considerato di per se' rilevante. Anzi, e' gia' stato escluso un qualsiasi collegamento tra queste telefonate e l'omicidio, tanto che i tabulati relativi non sono neanche stati acquisiti agli atti dell'inchiesta. Tuttavia quei colloqui potrebbero essere la base di partenza per tentare di chiarire le dinamiche all'interno del settore della sanita' nella zona e della Asl di Locri in particolare. In ogni caso, e' la valutazione di un investigatore, tali accertamenti sono utili anche per escludere certe ipotesi e scansare spiacevoli equivoci che si potrebbero venire a creare. Tra l'altro nell'ospedale di Locri lavorano la moglie di Pansera, figlia del boss Morabito, passata recentemente a neuropsichiatria, e la moglie di Fortugno, Maria Grazia Lagana'. Gli inquirenti, sul fronte tecnico, sono invece in attesa della perizia del Ris sui bossoli recuperati sul luogo dell'omicidio. Gli accertamenti mirano a stabilire se la pistola sia stata usata per compiere altri fatti di sangue in passato, in modo da restringere il campo circa l'ambiente in cui il delitto e' maturato. Il tipo di calibro usato, il 9x19, invece, non viene considerato particolarmente significativo. ''Proiettili di quel calibro si trovano ovunque'' commenta un investigatore. Quel tipo di armamento non e' mai stato usato nella Locride, ma nel reggino si', anche per compiere delitti. Gia' nel 1994 due fucili mitragliatori 9x21 furono trovati dalla polizia in localita' Mortara di San Gregorio. Quattro pistole, invece, furono recuperate dalla squadra mobile di Crotone nel 2000. Nell' occasione fu arrestato un reggino sospettato di essere un esponente della cosca Serraino. Intanto, in attesa che il vice capo della Polizia e capo della polizia criminale Luigi De Sena giunga a Reggio Calabria per assumere l'incarico di Prefetto, si registrano i primi commenti positivi sulla nomina. Per Marco Minniti, responsabile sicurezza dei Ds, si tratta di ''una scelta eccellente che si muove nella direzione da noi piu' volte sollecitata, quella cioe' di una risposta forte e straordinaria per reagire alla sfida arrogante della 'ndrangheta''. Secondo il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, la nomina di De Sena ''e' un segnale molto importante che va nella giusta direzione per un contrasto serrato alla criminalita' organizzata''. Entrambi hanno comunque ringraziato il prefetto uscente, Giovanni D'Onofrio, per l'attivita' svolta.

Inchiesta della DDA sulla fuga di notizie

La Procura distrettuale di Reggio Calabria ha aperto un' inchiesta su una presunta fuga di notizie verificatasi in relazione alle indagini sull' assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, della Margherita, ucciso il 16 ottobre a Locri. L' inchiesta riguarderebbe, in particolare, il contenuto di alcuni articoli pubblicati oggi da quotidiani nazionali, ripresi da alcune emittenti televisive private, in cui si e' fatto riferimento ad una serie di elementi definiti comunque come ''illazioni'' da ambienti della Procura. All' attenzione dei magistrati ci sarebbero, in particolare, i riferimenti negli articoli a possibili iniziative investigative al fine di trarre spunti utili all' inchiesta dai risultati delle ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, con particolare riferimento ai voti ottenuti da alcuni candidati della Margherita.

Calibro della pistola usato in passato da varie cosche

Solo quando sara' ultimata la perizia del Ris dei carabinieri sui bossoli trovati sul luogo dell' omicidio di Francesco Fortugno sara' possibile stabilire se l' arma usata per il delitto, una Luger 9x19, potra' avere rilevanza per le indagini. Di questo e' convinto un investigatore che, invece, non sembra dare troppa importanza al calibro utilizzato. Il 9x19, infatti, rileva la fonte, e' gia' stato usato per compiere agguati nel reggino, anche se non nella locride, cosi' come in altre zone della Calabria. Armi di quel calibro sono gia' state trovate ed utilizzate in Calabria. Nel 1994 la polizia trovo', in localita' Mortara di San Gregorio, due fucili mitragliatori Beretta di questo calibro. Quattro pistole furono recuperate dalla squadra mobile di Crotone nel 2000. Nell' operazione furono arrestate due persone, una delle quali di Reggio Calabria e considerato esponente della cosca Serraino, sospettate di progettare un assalto ad un furgone portavalori. Il munizionamento non non viene considerato particolarmente difficile da reperire. ''Proiettili di quel calibro si trovano ovunque'' commenta un investigatore. Proveniente dalla ex Jugoslavia, l' armamento 9x21, dopo la dissoluzione della vecchia repubblica socialista e' entrato nel giro del traffico clandestino di armi di cui ''nessuno e' esclusivista''. Molto piu' importante, sottolinea l' investigatore, e' verificare se la pistola utilizzata per uccidere Fortugno sia gia' stata usata in passato. Cio' sara' possibile stabilirlo solo dopo che i Ris avranno comparato il segno lasciato dal martelletto della pistola sul fondello del bossolo. Un segno che e' praticamente una firma dal momento che ogni arma ne lascia uno diverso dall' altra.

Interessante la pista della sanità: anche la figlia del boss Morabito lavora in ospedale

Una ipotesi di lavoro ''interessante'': cosi', in ambienti investigativi, vengono indicati gli accertamenti sulla Asl di Locri nell' ambito delle indagini sull' omicidio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. Pur mantenendo prioritaria la pista del movente politico del delitto, il settore della sanita', infatti, viene tenuto in grande considerazione dagli investigatori. In primo luogo per la professione esercitata da Fortugno sino al momento della sua elezione, primario del pronto soccorso dell' ospedale di Locri. Qui, rileva una fonte, l' esponente della Margherita potrebbe essere venuto in contatto, magari anche inconsapevolmente, con personaggi ambigui. Un rischio, viene fatto rilevare, assai presente in zone come la locride, dove le infiltrazioni delle 'ndrine interessano svariate attivita' lecite. Al riguardo, secondo quanto si e' appreso, gli investigatori stanno cercando di delineare il quadro di contatti e conoscenze di Fortugno all' interno dell' ospedale spulciando nelle carte recuperate nella sua abitazione e nel suo ufficio. A cominciare da quelli con Giuseppe Pansera, il medico genero del boss Giuseppe Morabito, detto 'u tiradrittu. Il particolare, secondo quanto si e' appreso, non sarebbe di per se' rilevante e non vi sarebbero collegamenti tra la conoscenza tra i due medici ed il delitto, ma puo' essere la base di partenza per tentare di chiarire le dinamiche all' interno del settore della sanita' nella zona e della Asl di Locri in particolare. In ogni caso, e' la valutazione di un investigatore, tali accertamenti sono utili anche per escludere certe ipotesi e scansare spiacevoli equivoci che si potrebbero venire a creare. L' azienda sanitaria di Locri, adesso, passera' anche al vaglio della Commissione di accesso che il Prefetto di Reggio Calabria nominera' su delega del Ministro dell' Interno. Nell' ospedale di Locri lavorano la moglie di Pansera, figlia del boss Morabito, che nel settembre scorso e' passata a neuropsichiatria, e la moglie di Fortugno, Maria Grazia Lagana'. Gli investigatori, per delineare il quadro in cui l' omicidio di Fortugno e' maturato stanno prendendo in considerazione anche le recenti consultazioni elettorali ed il successo ottenuto da Fortugno, rappresentante di una famiglia molto nota a livello politico, quella di Mario Lagana', presidente regionale della Margherita, esponente storico della Dc e per molti anni deputato eletto nelle liste del partito scudocrociato.

Pietro Mancini: “E’ importante che tutti facciano il proprio dovere”

28/10 "Da calabrese, convinto che le cose potranno cambiare se anche i partiti locali, la magistratura e i sindacati faranno, per intero, il loro dovere, non limitandosi a postulare, con il cappello in mano, interventi alle Forze Armate e al governo nazionale, ringrazio Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni per l' importante lavoro di approfondimento sui drammi, antichi e nuovi, della regione". Lo ha affermato in una dichiarazione l'ex Sindaco di Cosenza, Pietro Mancini, figlio del leader del sociialismo calabrese scomparso tre anni orsono, Giacomo Mancini. All' impeccabile analisi di Lino Jannuzzi, che avrà sconcertato i telespettatori non calabresi, oltre a irritare Minniti, vorrei aggiungere che, nell' ultimo decennio, alcuni esponenti della magistratura e della DIA - di cui Cossiga e il combattivo senatore campano hanno fatto nomi e cognomi - hanno preferito assoldare screditati " pentiti ", nel tentativo di dimostrare l' asserzione, fatta da Boemi, già responsabile della DDA di Reggio, secondo cui, in Calabria, non è possibile far politica, senza il sostegno delle ' ndrine. Intanto, mentre anche a sinistra, purtroppo, si applaudivano tali teoremi ( e un pizzico di autocritica, caro Minniti, forse non guasterebbe ), i capi - bastone operavano, sul territorio, indisturbati, come il più spietato boss della piana di Gioia Tauro, che ha trascorso una lunga e serena latitanza non sull' Aspromonte, ma nel suo appartamento, in pieno centro cittadino...
Sul piano politico, ritengo importante, oltre che allarmante, la recente ammissione di Agazio Loiero, convinto che " attorno al centro - sinistra si è addensato un personale politico, voglioso di partecipare alla vittoria, anche per ritagliarsi utilità personali ". Ma Loiero, di cui non sottovaluto l' impegno e le difficoltà nel governare la zona grigia della nostra terra " misteriosa ", come la definisce il vecchio Enzo Biagi, mi ha, dolorosamente, sconcertato, quando ha nominato capo del suo pletorico ufficio - stampa proprio il giornalista, che fece da megafono nella kafkiana inchiesta di Boemi e Verzera contro Giacomo Mancini, di cui sarebbe molto utile individuare, oggi, i suggeritori".

Pignataro (CGIL) “Dallo Stato ci vogliono fatti concreti e non parole”

28/10 “L’efferato assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, segna un passaggio strategico per la ’ndrangheta: dalle intimidazioni all’omicidio eccellente, dalla strategia della tensione a quella del terrore. La mafia calabrese non aveva mai osato tanto, non aveva mai colpito al cuore i più alti livelli istituzionali. Lo ha fatto ora, con un delitto politico, usando una simbologia nuova e per certi aspetti inusuale, ma con segnali chiari di fastidio verso qualsiasi idea di cambiamento: della regione, delle regole del gioco, del rapporto tra poteri legittimi e poteri illegali”. E’ quanto afferma in una approfondita dichiarazione il segretario regionale della Cgil, Fernando Pignataro. “A segnali forti –prosegue Pignataro- quali la decisione della giunta regionale di costituirsi parte civile in tutti i processi di mafia, il cambio di alcuni livelli dirigenziali della Regione, l’accelerazione del processo di decentramento a Province e Comuni si è voluto rispondere con segnali criminali altrettanto forti, quasi preventivi, come a voler segnare il territorio. È un segnale di forza e arroganza della più potente delle mafie, la più ricca e con maggiore capacità di penetrazione, per la sua organizzazione a rete che conta più di diecimila affiliati, che controlla i traffici della maggior parte del Nord del paese e che ormai si è internazionalizzata e tratta alla pari con i grandi cartelli del traffico della droga e delle armi.Al clamore e all’orrore per l’omicidio di Franco Fortugno si è unita una consapevolezza diffusa di questa verità tragica, di una criminalità organizzata che lancia una sfida aperta alle istituzioni e all’intera Calabria, che mette a nudo sottovalutazioni pericolose, connivenze e rapporti stretti tra affari, politica e mafia. In questi anni, infatti, è aumentata la capacità della ’ndrangheta di occupare vaste aree della Calabria, agevolata dal trasformismo politico tipico del Mezzogiorno, da un sistema di rappresentanza debole, da un’arretratezza, povertà e disagio sociale crescente, che sono stati il brodo di coltura nel quale si è sviluppata una pratica diffusa dell’illegalità. Questa lezione noi l’abbiamo capita da molto tempo, abbiamo tentato di reagire anche in modo forte: basti pensare alla grande manifestazione dei 40.000 a Lametia Terme il 21 maggio per la legalità e lo sviluppo, in risposta allo stillicidio dei 300 atti intimidatori nei confronti di sindaci e amministratori pubblici, di sindacalisti, imprenditori e persino di rappresentanti della Chiesa; ma anche per dire in modo forte che la criminalità organizzata è il peggior nemico dello sviluppo e della civiltà in Calabria e nel Mezzogiorno. Oggi questo appello deve essere ancora più forte, deve essere nazionale, perché è la priorità assoluta, perché l’indignazione del paese, la manifestazione spontanea e “non scontata” dei ragazzi di Locri, hanno bisogno di risposte forti. C’è bisogno di una rinnovata tensione istituzionale, di “fatti concreti e non parole” come hanno richiesto a gran voce allo Stato proprio i ragazzi con il loro striscione bianco. L’emozione di fronte a un fatto così grave porta spesso, quasi sempre, a invocare la militarizzazione del territorio. Il sindacato è stato sempre contrario, anche se non vi è dubbio che a un attacco straordinario si risponde con misure straordinarie, a un guerra dichiarata si risponde con forza e determinazione. Ciò che serve è un’offensiva affidata a un’interforza coordinata unitariamente, il rafforzamento delle azioni di intelligence, delle forze specializzate presenti sul territorio, degli strumenti a loro disposizione. Altrettanto necessario è il potenziamento della magistratura, aumentando e non riducendo in modo drastico le risorse per la sicurezza nella Finanziaria. Ha valore strategico il controllo sui patrimoni della ‘ndrangheta, sui rapporti economici e commerciali, sulla nascita delle aziende, sulle fusioni, sugli spostamenti di capitali: far terreno bruciato intorno agli affari della mafia è l’imperativo categorico. Occorre, infine, confiscare i beni delle ’ndrine: riprendere un’azione coraggiosa che si è interrotta tragicamente su tutto il territorio nazionale. Lo Stato deve reagire e rispondere in modo concreto, incisivo e continuativo per sconfiggere definitivamente la’ndrangheta se non vuole rinunciare alla Calabria. Certo i calabresi, istituzioni e cittadini, devono fare la loro parte. C’è bisogno di una rinnovata tensione politica e sociale. Cgil Cisl Uil hanno proclamato una fermata simbolica di cinque minuti in tutti i luoghi di lavoro italiani, per il giorno dei funerali di Fortugno. È stato un segnale alto, di attenzione forte. Molti sindaci hanno risposto presenziando alla fermata nelle scuole calabresi, insieme a docenti e studenti, a significare il valore straordinario che può giocare il mondo dell’istruzione nell’insegnamento della legalità e nella battaglia per la sua affermazione. Cgil Cisl Uil calabresi hanno deciso che lo sciopero generale del 25 novembre, contro la legge finanziaria, in Calabria sarà di otto ore, con cinque manifestazioni provinciali e che quella della provincia di Reggio Calabria si svolgerà a Locri, che lo sciopero calabrese vuole essere una prima e grande risposta di popolo, del mondo del lavoro al terrorismo mafioso. Stiamo decidendo, insieme alle segreterie nazionali, una grande manifestazione per le prossime settimane a Reggio Calabria. Sappiamo che non basta, ma è quello che possiamo fare noi. C’è bisogno di vicinanza, di solidarietà, di fare in modo che l’attenzione nazionale non cessi, ma si manifesti nel tempo, tenendo alto il livello dell’iniziativa. Epifani a “Ballarò” ha concluso con un appello alla presenza più costante in Calabria dei leader politici e sindacali. Ci vuole il segnale di una battaglia nazionale che si vuole affrontare in prima persona e con tutti i mezzi a disposizione. La Calabria merita una reazione forte del paese, la sollevazione delle coscienze è la spinta in più per una battaglia di civiltà che si può vincere, che si deve vincere”.

Castagna (UIL) “Sostenere l’azione del Presidente Loiero”

''E' doveroso da parte di tutti sostenere il presidente Loiero nella grande e difficile azione di contrasto alla criminalita', di rilancio culturale e di promozione dello sviluppo socio economico della Regione''. Lo sostiene, in una dichiarazione, Roberto Castagna, segretario generale della Uil della Calabria. ''I calabresi - aggiunge Castagna - si aspettano una operazione di grande pulizia senza la quale anche l' attuale Giunta regionale, nonostante le buone intenzioni, rischierebbe di fallire. Secondo il segretario generale della Uil, ''la Calabria non ha bisogno di dichiarazioni retoriche, di solidarieta' di maniera, per poi cadere nella convinzione che nulla puo' cambiare. La situazione attuale rischia di essere senza ritorno se non ci saranno risposte forti da parte del Governo Centrale. Fui il primo a condividere la provocazione lanciata dal presidente degli industriali calabresi, Callipo, di utilizzare il presidio dell' esercito per gli obiettivi definiti sensibili. Continuo a dire che c' e' bisogno di piu' uomini e mezzi per le forze dell' ordine, di piu' organici nella magistratura e di piu' intelligence, ma soprattutto c' e' bisogno di una legislazione pesante nei confronti della criminalita'. L' anello debole e' la politica che ha dimostrato grande coesione sul piano legislativo nei confronti del terrorismo degli anni di piombo e disomogeneita', e registra invece contrasti nei confronti della criminalita' organizzata. Il gravissimo fatto di sangue a Locri ed i tanti attentati che stanno interessando amministratori ed imprenditori nelle regioni del sud impongono un atteggiamento di grande rigore da parte dello Stato''. ''La Calabria - afferma ancora Castagna - ha bisogno di un intervento dello Stato adeguato al livello della sfida che la criminalita' ha lanciato. Un intervento che si articoli su due direttrici: la repressione e un forte intervento sul versante dello sviluppo, dell' occupazione e di un Welfare che dia risposte alle fasce piu' deboli. E' necessario, inoltre, uno scatto di orgoglio da parte della classe politica locale. Un segnale forte sul piano della trasparenza e la conseguente cancellazione di ogni atto di illegalita' consumato all'ombra del potere istituzionale. L' incidente Masella deve fare riflettere tutti coloro che si trovano in condizioni simili e determinare una sorta di 'ripulitura' delle situazioni di '' incompatibilita' etico e morale''

Sbarra (CISL) “Sbagliato l’impiego dell’esercito”

“Consideriamo sbagliata la presenza dell' esercito come forza di occupazione militare del territorio. Sarebbe una rappresentazione scenica inopportuna ed inadeguata''. E' quanto sostiene, in una dichiarazione, Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl Calabria, nell' ambito del dibattito che si e' aperto dopo l' assassinio di Francesco Fortugno sull' impiego delli' esercito per il controllo del territorio calabrese. ''Sostenere la militarizzazione del territorio - aggiunge Sbarra - significa continuare a sottovalutare che il tema vero non e' solo la quantita' di uomini, ma la qualita' delle indagini, un maggiore coordinamento delle forze dell' ordine e degli stessi apparati della magistratura, un' intelligente capacita' info-investigativa capace di contare anche su strumentazioni innovative e nuove tecnologie. Si chieda piuttosto al Governo centrale ed al Parlamento di fare nascere in Calabria scuole di volontari, ufficiali e sottoufficiali delle Forze armate, oggi quasi tutte collocate nel centro-nord in cui c' e' sviluppo economico e produttivo. Si trasferiscano nella locride centri e strutture dell' Esercito, dell' Aeronautica e della Marina militare. In tal modo si renderebbe piu' evidente la presenza dello Stato, si rafforzerebbero le condizioni dello sviluppo, della crescita dell' economia e del lavoro, si determinerebbe una presenza di migliaia di militari necessari anche per le attivita' di presidio del territorio. La Giunta e l' intero Consiglio regionale della Calabria contrastino la riproposizione dell' odiosa politica dei due tempi, prima la lotta alla criminalita' poi lo sviluppo, e chieda al Governo centrale un provvedimento legislativo urgente e straordinario in favore della Calabria, anche attraverso deroghe alla Finanziaria, che presenta solo tagli per il Sud e la Calabria, concentrando risorse ed investimenti per rimettere in moto lo sviluppo, l' economia ed il lavoro. In una Regione difficile come la Calabria ed in territori come la Locride, con indicatori economici e sociali assolutamente negativi, non ci puo' essere legalita' e sicurezza senza sviluppo e occupazione''

Callipo “L’esercito un falso problema”

''Esercito si/Esercito no: trovo che sia un falso problema. Soprattutto oggi, dopo l' omicidio dell' on. Fortugno, questo modo di guardare ai problemi della sicurezza in Calabria a mio avviso accresce soltanto la confusione''. Lo dice il presidente di Confindustria Calabria, Pippo Callipo. ''Ora - dice Callipo - forse sarebbe bene abbassare i toni, e lasciare che la reazione dello Stato possa dispiegarsi. Noi allo Stato dobbiamo chiedere, e l' abbiamo fatto, la salvaguardia della democrazia calabrese e l' esercizio effettivo della sua sovranita' anche in Calabria. Le risposte spettano al Governo, alla magistratura e alle forze dell' ordine. E mi pare che in questi ultimi giorni si stia lavorando efficacemente per approntarle. Spetta allo Stato capire se ha bisogno dell' esercito o meno per frenare la recrudescenza mafiosa in Calabria. Creare polemiche in questo momento, o dividersi su argomenti di pura apparenza, non aiuta a costruire una strategia vincente contro la criminalita'. Contro la criminalita' dobbiamo essere uniti e concertare le risposte''. ''Discutere di esercito si/ esercito no -prosegue il leader degli industriali calabresi- non e' stato utile quando io proposi l' esercito, a supporto delle forze dell' ordine, il 2 giugno, perche' scaturi' una polemica che mise in secondo piano l' allarme sicurezza da me lanciato e drammaticamente, allora, sottovalutato. Non e' utile neppure adesso, perche' il Governo e le forze dell' ordine mi pare che stiano dando dimostrazione di voler fare sul serio. All' interno della strategia contro la mafia, ognuno deve fare la propria parte: Stato, Regione, enti locali, associazioni, societa' civile. Adesso occorre che chi ha il dovere della repressione dei reati -conclude- possa lavorare in santa pace e chi ha il dovere di programmare le risorse pubbliche si dia una mossa per produrre fatti ed atti concreti che aiutino la Calabria''.

Mantovano: “Decisiva la voglia di reazione generale. L’esercito non può contrastare il crimine”

''Quello che state facendo voi a 'Otto e mezzo' e che sta facendo Diaco, con la proposta di una manifestazione televisiva da tenere in Calabria, e' importantissimo''. Lo ha detto il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ospite di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni a ''Otto e mezzo'' su La7, commentando la proposta lanciata da Pierluigi Diaco di organizzare un evento Rai in Calabria dal titolo ''Siamo tutti calabresi''. ''Ricordo che nel '92, dopo le stragi di mafia - ha aggiunto Mantovano - la molla che permise il cambiamento fu una voglia generale di reagire. Si respirava un' aria di reazione. Forse pero' non e' ancora sufficiente, ma siamo sulla strada giusta''. ''L' esercito non ha la funzione di contrastare la criminalita'. La legge esclude l' uso dell' esercito tranne casi particolari e circoscritti. Ci vuole il necessario sostegno in una zona dove c' e' gia' una forza di polizia superiore alla media''. HA aggiunto ad 'Ottoemezzo' il sottosegretario all' interno Alfredo Mantovano. ''Segnalo - ha aggiunto Mantovano - un nucleo particolare, 15 persone, che hanno avuto il ruolo di integrare la Dia con il compito di fare indagini sulla mafia e confische di beni di provenienza illecita. E' un ottimo punto di partenza. C'e' poi un problema di integrazione dei magistrati. Ho vissuto da giudice nel '92 l' immediato indomani delle stragi mafiose e ricordo che all'epoca la molla che porto' a risultati. Ci fu una voglia di reagire generale che attraverso' tutti gli ambienti, anche la magistratura. Si respirava un'aria di reazione''

La vedova Fortugno. “Ancora non riesco a capire”

''Ancora mi sto ponendo la domanda, non riesco a capire e non so quale puo' essere il motivo se non quello di dare un segnale alle istituzioni e alla societa' civile''. La vedova di Francesco Fortugno, Maria Grazia Lagana', ospite di 'Ottoemezzo' ha cosi' risposto alle domande sul movente del delitto. Sul mistero delle telefonate intercorse tra il marito e il medico Giuseppe Pansera, genero del boss Giuseppe Morabito, la vedova ha aggiunto che lo ha escluso ''categoricamente da subito. Ho appreso queste notizie dai giornali. Le telefonate sono prima della prima candidatura di mio marito''. ''Non sono pessimista,- ha detto ancora la donna- ho molta speranza e se in questi giorni mi sono concessa alcune interviste e' perche' spero che qualcosa cambi. Sono fiduciosa, vedo una sinergia da parte di tutti i partiti a voler affrontare il fenomeno.Non mi sento di esprimere nessun giudizio sul lavoro dei politici e degli investigatori.Ho sempre ringraziato i giovani e non mi stanco e ripeto che sono loro che mi stanno dando questa forza''.

Loiero invita Diaco in Calabria

“E’ positivo il clima di consenso ‘trasversale’ che viene da tanti politici, intellettuali e giornalisti sulla proposta della manifestazione televisiva ‘Siamo tutti calabresi’, lanciata dal conduttore di ‘Rai 21,15’ Pierluigi Diaco”. Questo il commento del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, a seguito delle numerose adesioni finora pervenute all’idea di Diaco di ricordare l’omicidio di Francesco Fortugno attraverso un grande evento mediatico, da organizzare a dicembre in Calabria. “Per far si che la proposta diventi concreta - ha dichiarato Loiero- nei prossimi giorni inviterò il conduttore televisivo a visitare la sede Rai di Cosenza e a conoscere tutta la redazione che si sta impegnando, al di là delle proprie forze, per assicurare una costante e corretta copertura informativa sull’emergenza mafia in Calabria. Spero così di facilitare Diaco nello studio di una progetto mediatico da avanzare, con rapidità, alla Regione, alle associazioni della società civile e al presidente della Rai Claudio Petruccioli". "Sono convinto – ha concluso Loiero- della sensibilità del Consiglio di amministrazione dell’azienda del servizio pubblico radio-televisivo verso i temi dell’impegno civile e dello sviluppo. Ritengo che ci sia la volontà di visionare il progetto e di fornire una risposta immediata per tenere accesi i riflettori nazionali sul rilancio della Calabria e sulla volontà di cambiamento dei calabresi”.

Saccà (RAI) “Un idea straordinaria quella di Diaco”

mpio consenso alla proposta di Pierluigi Diaco, conduttore della trasmissione 'Rai 21.15', in onda su Rainews 24, di un evento televisivo da tenere a Catanzaro dal titolo ''Siamo tutti calabresi''.Dopo la disponbibilita' manifestata da molti esponenti della politica locale,arrivano le prime adesioni anche dentro Viale Mazzini. ''Un ottima idea, a patto che non si limiti alla solidarieta' di maniera ma serva a far conoscere al pubblico le eccellenze di una ragione che, tra molte contraddizioni, cresce e si afferma in vari ambito a livello nazionale e internazionale", cosi' il direttore di Raifiction, Agostino Sacca', calabrese doc di Taurianova, sostiene l'idea di Pierluigi Diaco, a quanto riporta quest'ultimo. ''Mi pare un'idea straordinaria - dice Sacca' - soprattutto se non si limitera' ad una rappresentazione della solidarieta' rispetto ad un popolo straordinario come quello calabrese, e lo dico anche da partigiano, ma se riuscira' nel corso del racconto della serata a raccontare le eccellenze che esistono in questo territorio". Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ospite a La7 dice: ''Quello che sta facendo a 'Otto e mezzo' Giuliano Ferrara e che sta facendo Diaco alla Rai, con la proposta di una manifestazione televisiva da tenere in Calabria, e' importantissimo.Ricordo che nel '92, dopo le stragi di mafia - ha aggiunto Mantovano - la molla che permise il cambiamento fu una voglia generale di reagire. Si respirava un'aria di reazione. Forse pero' non e' ancora sufficiente, ma siamo sulla strada giusta.'' Giuliano Ferrara, direttore del Foglio,dedica oggi il suo editoriale alla questione calabrese: in "Eppur si muove (la Calabria)",questo il titolo dell'editoriale,Ferrara scrive che "finalmente anche le tv si muovono, e Pierluigi Diaco,giovane combattivo conduttore,ha proposto un grande evento in Rai al presidente Claudio Petruccioli,d'accordo con un pezo della classe dirigente locale".

Speciale di “Studio Aperto” sulla Locride

''La Calabria, adesso, e' l' emergenza: e il primo passo da fare e' andare li'''. Erano state le prime parole del nuovo procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso per far comprendere come sia drammatica la situazione in Calabria in questo periodo, tra grandi traffici di droga e omicidi eccellenti, come quello del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno, consumatosi in un seggio elettorale. Emergenza Calabria e' il tema da cui ripartono gli approfondimenti di Studio Aperto, stessa formula con indagini e reportage sui fatti di cronaca del momento, condotti in diretta da Gabriella Simoni ma con una nuova sigla, un nuovo nome: ''Speciale Studio Aperto Live''. ''Speciale Studio Aperto - Live da Locri'' e' il viaggio che Gabriella Simoni e i giornalisti della redazione del tg diretto da Mario Giordano compiranno in un paese diventato il regno della cocaina e degli omicidi, ben 23 nel giro di un anno a partire da quello di Massimiliano Carbone il 17 settembre 2004 fino a quello del 16 ottobre di Fortugno. ''Speciale Studio Aperto Live da Locri'' raccontera' la storia di Nicola Gratteri, sostituto procurato della Dda, della difficile vita di un magistrato costretto anche ad allontanarsi momentaneamente dalla famiglia perche' minacciato di morte insieme alla sua scorta; incontrera' Brunella e Annarita Gullaci, moglie e figlia di Mimmo, ucciso da una bomba, vittime della 'ndrangheta dimenticate dallo Stato che vivono in condizioni di miseria. Sara' anche un viaggio anche nella nuova terra della cocaina perche' la Calabria e' diventata il nuovo centro organizzativo di traffico per l' Italia e l' Europa, tanto che lo scorso 21 ottobre sono state arrestate 40 persone facenti parte della cosca della 'ndrangheta di Africo, il cui capo e' Giuseppe Morabito, finito in manette nel 2004 dopo anni di latitanza.

Il COISP critica le scelte del Ministero su operatori non calabresi

Il segretario provinciale di Catanzaro del sindacato di polizia Coisp, Massimo Arcuri, critica le dichiarazioni con le quali il Ministro dell' Interno ha annunciato l' invio in Calabria, dopo l' omicidio di Francesco Fortugno, ''di operatori di pubblica sicurezza tutti rigorosamente esterni alla regione e quindi non soggetti ad alcun condizionamento di carattere locale''. ''Tale espressione - sostiene Arcuri - mortifica tutto quel personale impegnato sul territorio che ad oggi, sopperendo alle ataviche carenze dell' Amministrazione, ha sacrificato interessi personali ed affetti familiari dedicandosi con impegno e coraggio a rendere il proprio servizio in questa terra difficile. Va accolto favorevolmente, piuttosto, l' impegno assunto dal Governo nell' assegnare con tempestivita' uomini e mezzi, altamente specializzati, per incrementare le attivita' investigative e le garanzie di controllo del territorio in Calabria''. Secondo Arcuri, ''un altra parte della Calabria che si e' costantemente riproposta agli onori della cronaca e che da anni il Coisp ha attenzionato in modo particolare e' la provincia di Catanzaro, ed in particolare la zona del comprensorio lametino, dove il personale operante e' costretto quotidianamente nell' espletamento del servizio ad innumerevoli difficolta' dovute alla carenza di organico e mezzi, carenza che ha sempre trovato l'assoluta indifferenza da parte dei vertici ministeriali, noncuranti della realta' criminale nella quale il personale operante lavora e delle particolari e feroci vicende criminali del territorio''

I 42 comuni della locride chiedono un incontro urgente con il Governo

Il Comitato Direttivo dell'Associazione dei Sindaci della Locride ha convocato per il 3 novembre l'Assemblea dei sindaci dei 42 Comuni, alla quale si proporra' di chiedere un incontro urgente al Governo e alla Regione sui problemi della Locride. I sindaci hanno pure messo in evidenza il ''valore straordinario delle manifestazioni antimafia organizzate dai giovani della Locride, e hanno espresso apprezzamento per l' iniziativa promossa dal Sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, di tenere a Locri il 4 novembre una grande marcia, alla quale assicureranno la loro presenza e il loro appoggio organizzativo''. I sindaci hanno deciso di organizzare un ''grande convegno nazionale nel quale chiamare a discutere politici, uomini di cultura, rappresentanti del mondo dell' economia e dell'associazionismo, giovani, della situazione drammatica e ormai vicina al punto di non ritorno nella quale si trovano la Locride e la Calabria. I sindaci presenti hanno anche espresso l'unanime convincimento che l'iniziativa che essi stanno avviando deve essere condotta fino in fondo quali che siano le conseguenze che ne potrebbero derivare''.

Terzo settore: “Serve una presa di coscienza collettiva”

- Un appello ''a tutta la societa' italiana perche' ci sia una forte presa di coscienza contro a 'ndrangheta'', dopo l' assassinio di Francesco Fortugno, e' stato lanciato dalle reti ed organizzazioni nazionali del terzo settore e dalle organizzazioni sociali della Calabria. ''L' assassinio di Francesco Fortugno - si afferma nell' appello - ha rappresentato un gesto di gravita' inaudita abbattutosi su un uomo inerme, privo di scorta, senza incarichi di gestione ma solo politici, impegnato in una battaglia per la trasparenza negli appalti delle strutture sanitarie calabresi. Si e' trattato del culmine di una serie impressionante di atti di violenza e di intimidazione (oltre quattrocento negli ultimi cinque anni), perpetrati ai danni degli amministratori locali calabresi, a tutti i livelli, che non hanno risparmiato neanche imprenditori e rappresentanti delle organizzazioni del volontariato e della cooperazione. La 'ndrangheta e' il maggiore ostacolo allo sviluppo locale, per il suo effetto dissuasivo sugli investimenti esteri, per il soffocante giogo che impone alla economia regionale attraverso il pizzo e l'usura, per la distrazione delle risorse pubbliche verso interessi privati e per il clima di sfiducia che genera nei calabresi''. ''Le questioni dello sviluppo locale della Calabria e di tutto il Mezzogiorno e della lotta alle mafie - concludono i firmatari dell' appello - vanno assunti come obiettivi prioritari e permanenti per esprimere la volonta' di cambiamento sociale nella direzione della solidarieta' e della giustizia. Invitiamo tutti i cittadini del sud e del nord a schierarsi al fianco delle organizzazioni che operano per lo sviluppo locale del Mezzogiorno e per la lotta alle mafie, attraverso la disponibilita' concreta al sostegno morale, culturale, operativo e finanziario''

De Rose (Confindustria) “Bisogna cercare la verità”

''Penso che la Calabria debba cercare la verita' su questo grave fatto di sangue, qualunque essa sia, ed evitare di far passare un'idea di strumentalizzazione o di emotivita' che sarebbe pericolosa per la gente, per le imprese, per le persone perbene''. Lo afferma Umberto De Rose, del comitato Mezzogiorno di Confindustria. ''Quando l'escalation criminale arriva a questi livelli- aggiunge De Rose - la politica dovrebbe cercare di interrogarsi, scemando l'analisi dal dolore per la perdita di una vita umana e lasciando liberta' di indagine piena agli inquirenti''. De Rose ricordando di avere ''avuto anche un'esperienza politica, seppure in un territorio diverso da quello reggino e so che e' compito imprescindibile per chi vuole rappresentare la democrazia mettere un muro invalicabile fra se e certi ambienti, anche a costo di pagare dazio con la sconfitta elettorale''. De Rose giudica positivamente ''l'invio a Reggio Calabria del prefetto Luigi De Sena. E' un uomo fra i piu' stimati della polizia di Stato ed il ministro Giuseppe Pisanu ha fatto un buon lavoro''. Per De Rose ''bene ha fatto anche la regione che con il vice presidente Nicola Adamo ha avviato la concertazione sul Dpef. Penso - conclude - che sia importante cercare la coesione sociale e democratica anche come antidoto alla proliferazione della criminalita'''.

La minoranza della Provincia di Cosenza “si tenta di minimizzare”

''L' ultima conferenza dei capigruppo del Consiglio provinciale, su proposta dei gruppi di minoranza, decideva di fissare al 7 novembre una seduta straordinaria sull' argomento: 'Francesco Fortugno lotta alla mafia difesa della democrazia e delle Istituzioni'; in data odierna la Presidenza ha inoltrato la convocazione straordinaria su 'Legalita' e Sicurezza in Calabria'''. E' quanto affermano, in una nota, i capigruppo di minoranza alla Provincia di Cosenza secondo cui ''e' evidente lo sfrontato tentativo di sterilizzare la questione riconducendola ad una routinaria ed asettica riflessione su temi piu' evanescenti''. ''Si intendera' parlare forse - e' scritto nella nota - di sicurezza sui luoghi di lavoro? Forse della 626? Forse di antinfortunistica? Questi sono le questioni che qualcuno forse intende sviluppare. Lo diciamo ad alta voce vogliamo parlare di Francesco Fortugno, vogliamo parlare del piu' grave oltraggio alle istituzioni democratiche in Calabria, vogliamo parlare di lotta alla mafia, vogliamo parlare della difesa delle nostre ancora fragili istituzioni, vogliamo parlare del diritto ad essere cittadini liberi di questa Repubblica anche in Calabria''. ''Certamente - e' scritto ancora nella nota - bisognera' affrontare una discussione franca e senza pregiudizi, con la volonta' di fare chiarezza ed individuando quelle zone grigie in cui prevalgono, mafia, interesse elettorale e gestione di loschi interessi. Tutto cio' rischia di travolgerci tutti. Per questo non comprendiamo le ragioni di chi nell'Ente Provincia effettuando una vera decapitazione del ruolo della conferenza dei capigruppo intende tacitare la discussione su questo omicidio, che ha toccato il nostro vertice istituzionale''. Nella nota, i capigruppo della minoranza Domenico Barile (Misto), Pasqualina Straface (An), Mario Giordano (Fi), Natale Zanfini (Udc) e Franco Corbelli (Diritti Civili), annunciano che non parteciperanno alla conferenza dei capigruppo, convocata dal presidente Mario Oliverio, per il 31 ottobre per stilare un documento comune da approvare in Consiglio. ''La battaglia per la legalita' - concludono - inizia dalla trasparenza e dalla lealta' dei nostri comportamenti istituzionali. Ci auguriamo che nel Consiglio straordinario dopo un ampio e democratico dibattito venga fuori una posizione unanime di condanna della mafia e di tutte le illegalita'. Diversamente uccideremmo Francesco Fortugno una seconda volta'

Rutelli: “La Margherita aderisce alla marcia del 4 novembre”

La Margherita aderisce alla 'marcia per la speranza' promossa dal sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino e dal sindaco di Cosenza Eva Catizone il 4 novembre a Locri. ''Si tratta di un segnale importante - dichiara Francesco Rutelli, presidente DL - per testimoniare il nostro pieno e convinto sostegno a tutti i calabresi, soprattutto ai giovani che in questi giorni, dando prova di grandissimo coraggio, hanno chiesto a gran voce quella legalita' che da troppo tempo e' ostaggio di una drammatica spirale di violenza''. ''E il fatto che promotori di questa iniziativa siano i sindaci di due citta' troppo spesso bersaglio della criminalita' organizzata - prosegue Rutelli - ci fa capire come, al barbaro assassinio di Francesco Fortugno tutti, dalla societa' civile ai rappresentanti delle istituzioni, dal Mezzogiorno all'intero Paese, siamo chiamati a reagire con forza, orgoglio e determinazione''

La Regione Campania aderisce alla marcia dle 4 novembre

''Ai funerali di Francesco Fortugno ho visto una grande partecipazione popolare si percepiva, insieme alla commozione profonda di quei momenti, la ferma volonta' dei calabresi di reagire, uno spirito di riscossa civile riassunto con efficacia dallo striscione contro la mafia di quei giovani che recitava: 'L'omerta' e' la vostra forza. Noi saremo la vostra fine' ''. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino annunciando l'adesione della Regione all'iniziativa in programma il 4 novembre prossimo a Locri. ''Dobbiamo fare il possibile - ha proseguito il presidente Bassolino - perche' quei giovani che, insieme alla maggioranza dei cittadini meridionali, sono impegnati a riaffermare il valore della legalita' possano contare sul sostegno, sulla solidarieta' e sulla sincera vicinanza del Paese e tutti insieme si faccia fronte comune contro la criminalita'''. ''In questa prospettiva, - ha concluso Bassolino - la marcia del 4 novembre, promossa dal sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino,con la collaborazione del sindaco di Cosenza, Eva Catizone, e alla quale aderiamo con convinzione come Regione Campania, e' un momento importante di condivisione e di mobilitazione civile''.

La Provincia di Napoli aderisce alla marcia del 4 a Locri

Il presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma, aderisce ufficialmente alla marcia per la legalita' in programma a Locri venerdi' 4 novembre. Di Palma sara' presente alla manifestazione assieme a numerosi assessori della sua giunta e al presidente del consiglio provinciale Enrico Pennella. ''La manifestazione di Locri - ha detto in una nota il presidente Di Palma - rappresenta un importante segnale a favore della legalita'. La nostra presenza vuole sottolineare un concetto fondamentale, valido per l'intero Mezzogiorno d'Italia: non puo' esserci autentico sviluppo sociale ed economico senza la completa riappropriazione e il controllo capillare del territorio da parte dello Stato. Tutti noi dobbiamo favorire la crescita di una cultura della legalita', fin dalla scuola; e dobbiamo fare in modo che il disagio socio-economico, nel quale prospera la criminalita' organizzata, diminuisca sempre di piu' ''. ''In tal senso - ha aggiunto - e' necessario che le istituzioni intervengano con fermezza a sostegno di ogni iniziativa che miri al rilancio del Mezzogiorno. Una solidarieta' non di facciata ma che si riempia di contenuti per poter affrontare tutti insieme una emergenza che non puo' oscurare le grandi azioni di risanamento e crescita realizzate in questi anni''.

Nappi (DS) “La Campania vicina ai calabresi”

''Venerdi' prossimo saremo tutti a Locri a fianco del sindaco Iervolino e dei tanti cittadini calabresi, dei giovani, degli studenti che vogliono dire no alle mafie''. Lo afferna Gianfranco Nappi, segretario dei Ds Campania, che un una nota sottolinea la propria adesione alla ''marcia della speranza, l'iniziativa per la legalita' ideata dal sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino''. ''I Democratici di Sinistra della Campania - ha dichiarato Nappi - sono vicini alla Calabria e a tutti i suoi abitanti, come ha del resto fatto il presidente della nostra Regione, Antonio Bassolino prendendo parte ai funerali del vicepresidente del Consiglio regionale calabrese Francesco Fortugno assassinato il 16 ottobre scorso. Ora piu' che mai, e' importante che la Calabria, la Campania, la Sicilia e il Mezzogiorno tutto siano coesi nel combattere la criminalita' organizzata per riaffermare la legalita', in ogni aspetto della vita pubblica. Dalle regioni del Sud puo' partire un segnale di rinnovamento per una nuova stagione di rinascita del tessuto sociale''

La ConfCommercio di Reggio plaude al coraggio di Loiero “E’ da esempio”

La Confcommercio di Reggio Calabria, in una nota, indica come ''esempio di coraggio'' la scelta annunciata dal presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, di ''chiudere il 'Palazzo' a chi lo ha reso un 'grande mercato''. ''Come Confcommercio - e' detto ancora nella nota - abbiamo deciso di riattivare, dopo averlo messo in cantina perche' delusi dai risultati, il nostro Servizio antiracket che potra' essere contattato anche in forma anonima. E' la risposta che intendiamo dare al nostro territorio, ma anche al piu' lacerante e vero degli urli di dolore di questa terra, espresso dal presidente Loiero quando, intervistato da una rete televisiva nazionale nell' immediatezza dell'omicidio di Francesco Fortugno, ebbe modo di affermare che 'qui si puo' essere uccisi per un nonnulla'. Se l' 'accusa' da parte della 'ndrangheta e del malaffare e' quella che Loiero ha rotto gli schemi, ha ingrippato un meccanismo bene oleato di connivenze, ha legato le mani, con scelte contestate da opposizione, ma neanche tanto bene accette, secondo la nostra impressione, dalla propria maggioranza), tutti dobbiamo avere analogo coraggio''. La confcommercio esprime inoltre apprezzamento nei confronti del procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, secondo il quale 'la lotta serrata alla 'ndrangheta deve passare ad un livello di quotidiana ordinarieta'. Null' altro v' e' d' aggiungere o da richiedere se, nel forte messaggio del procuratore Grasso, possiamo leggere un impegno a dotare di piu' uomini e mezzi la magistratura e le forze investigative. Ma, se proprio quanto annunciato ieri dal procuratore Grasso, era quanto doverosamente dovevamo 'pretendere' dallo Stato, insieme alla capacita' comunque di liberare dai veleni che li percorrono gli uffici della Procura della Repubblica, altro dobbiamo reclamare dalla nostra comunita'. L' omicidio Fortugno, che e' errato nelle cause e negli effetti circoscrivere alla Locride, non ha scalfito, al di la delle emozionali manifestazioni del momento, lo stato di rassegnazione generale che pervade tutta la comunita'. Anche noi, cittadini, organizzazioni sindacali, associazioni, siamo parte della soluzione, pena divenire parte del problema. Basta, dunque, con proclami, convegni, tavole rotonde o quadrate che siano, cortei e cartelli di protesta. Non infiammano o coinvolgono chicchessia, salvo divenire passerella per un perbenismo ed una probita' che in ben altra maniera dovrebbe essere comprovata. La stessa costituzione di parte civile, da parte degli Enti locali o delle organizzazioni ed associazioni sindacali, nei processi per mafia, estorsione o usura, resteranno episodi utili, ma fini a se stessi, se non saranno preceduti da uno stimolo costante e continuo alla denuncia, nulla lasciando alla casualita'''.

Articolo 21 aderisce alla campagna delle magliette

''Esprimiamo la piu' convinta solidarieta' ai giovani calabresi che indosseranno magliette contro la ndrangheta, con la scritta 'E adesso ammazzateci tutti': vera e propria campagna per la legalita' e per la democrazia, col patrocinio della Regione Calabria''. A riferirlo e' un comunicato del' associazione Articolo21. ''Il loro impegno - e' scritto nella nota - deve essere l' impegno dell' intera comunita' nazionale e dello stesso sistema della comunicazione. Per queste ragioni l' Associazione Articolo21 ha deciso di offrire sul proprio sito www.articolo21.info uno spazio autonomo dedicato a tutte le iniziative che saranno assunte in Calabria su questi temi e di chiedere a tutti i propri associati, donne e uomini del cinema, dei media, della musica, del teatro, di partecipare alle iniziative che saranno organizzate nei diversi centri della Calabria, a partire dalla grande manifestazione che si terra' a Locri il prossimo 4 novembre''. ''E' necessario, allo stesso modo, - hanno sottolineato il presidente Federico Orlando, il portavoce Giuseppe Giulietti e il segretario Tommaso Fulfaro- che tutti i mezzi di comunicazione, che hanno gia' manifestato in questi giorni una positiva sensibilita', vogliano continuare ad illuminare la realta' calabrese dando largo spazio anche e soprattutto alla positiva reazione delle istituzioni e della societa' civile''

Il calciatore Iaquinta (originario di Crotone) aderisce all’iniziativa delle magliette

Anche il centravanti dell' Udinese e della Nazionale Vincenzo Iaquinta ha aderito alla campagna lanciata dalla Regione Calabria che sta facendo stampare magliette con lo slogan dei ragazzi di Locri 'Ammazzateci tutti', lanciato subito dopo l' omicidio Fortugno. Iaquinta e' nato in Calabria, a Crotone, ed ha parlato oggi al telefono con il vicepresidente della Giunta Regionale ed assessore all' economia Nicola Adamo che, insieme al presidente Agazio Loiero, ha proposto l' iniziativa alla quale hanno gia' aderito il maestro Mimmo Rotella, il regista Mimmo Calopresti, Santo Versace e lo scrittore Carmine Abate

Gemellaggio blog con i ragazzi di Partinico

La foto dello striscione ''e adesso ammazzateci tutti'' realizzato dai ragazzi della locride adesso campeggia anche sul blog di Partinico, tra i comuni siciliani ad alta densita' mafiosa. 'Libera Mente' (www.partinico.blogspot.com) lo definisce un gemellaggio con i ragazzi di Locri che sentono vicini per il tipo di realta' in cui vivono. All'appello per testimoniare solidarieta' ai ragazzi di Locri che si ribellano alla 'ndrangheta stanno gia' rispondendo i cittadini di Partinico e i frequentatori del blog locale.

I ragazzi della Locride sul blog di Repubblica.it

Da ieri la sfida dei ragazzi di Locri (''E adesso ammazzateci tutti'') e' diventata un blog affidato direttamente a loro su Giovani&Scuola di Repubblica.it. In poche ore sono arrivati centinaia di messaggi che potrebbero diventare ancora piu' numerosi coinvolgendo molti giovani da tutt' Italia

NuovaCosenza.com apre un Forum dedicato

Una inizativa di NuovaCosenza.com

 

Omicido Fortugno: Gli investigatori: Non c’è nessuna pista, ma c’è molto ottimisimo. Il 4 novembre a Locri una marcia della pace proposta da Jervolino-Catizone. Pegna propone un megashow contro la criminalità.

Omicido Fortugno: Il procuratore Grasso incontra gli inquirenti. Alle indagini collaborano anche la DDA di Catanzaro e i servizi centrali. Pisanu delega il Prefetto di Reggio per l'accesso all'ASL di Locri.

Omicido Fortugno: Loiero: “Le intercettazioni insudiciano un dramma”. Indagini: Magistrati rientrati dopo missioni nelle carceri. Il movimento studentesco di Locri scrive alle istituzioni: “No alla ndrangheta”

Omicido Fortugno: Minniti: definisce un quadro inquietante le telefonate al Viminale. Pisanu replica "non lasceremo nulla di intentato". Loiero: "Lo stato deve far sentire la sua presenza”

Omicido Fortugno: Numerose le lettere di solidarietà inviate a Loiero: “Presidente, resisti e vai avanti” Montezamolo "Sensibilizzerò le istituzioni". Scatta il piano di controllo di PS, CC e Gdf. Corbelli chiede di non assegnare il posto vacante di Fortugno.

Omicido Fortugno: Varato il programma straordinario di Pisanu contro la ndrangheta dopo un summit al Viminale. Informato il Presidente Loiero. Due ipotesi nelle indagini

Il Ministro Pisanu riferisce alle Camere e propone le nuove direttive per combattere la ndrangheta. Loiero: "Se cala l'attenzione lo uccidiamo ancora".

In tantissimi ai funerali di Fortugno, Mons. Bregantini: La mafia vuole dominare la politica. Indagini ad un punto delicato

Cossiga contro Macrì: “Con i magistrati politicizzati non si combatte la ndrangheta”. Mancini: “Parte delle istituzioni non hanno fatto il proprio dovere”. Castelli “Adeguato il numero dei magistrati

Il Presidente Ciampi ha reso omaggio alla salma di Fortugno ed ha ribadito “Calabresi reagite, l’Italia è con voi

Le Amministrazioni pubbliche ricordano Fortugno. Ancora reazioni dal mondo politico.

 

 

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