L'avv. Samamrco parla con la moglie di Pacenza
Parla
Raffaella D’Alba, la moglie di Franco Pacenza: “Cosa c’entra
mio marito?" e punta l'indice contro Sviluppo Italia Calabria”
22/08 ''Non c'e' stato alcun patto tra la politica e l'industriale
che doveva ottenere il finanziamento per la Printec e la Sensitec
ed il teorema giudiziario che lo configura non ha senso perche' non
e' possibile una trattativa di questo tipo''. Raffaella D'Alba, moglie
di Franco Pacenza, il capogruppo dei Ds nel Consiglio regionale della
Calabria arrestato con l'accusa di concussione e da ieri sera agli
arresti domiciliari, in un'intervista alle agenzie, non soltanto difende
il marito, sostenendone ''l'assoluta innocenza'', ma sottolinea ''l'illogicita'
e inconsistenza delle contestazioni'' mossegli. ''Per ottenere il
finanziamento - aggiunge - per la realizzazione delle due industrie,
infatti, e' stata necessaria una procedura concorsuale su cui nessuno
poteva dare garanzie e meno che mai un consigliere regionale di minoranza
come mio marito. Siamo in presenza, come giustamente ha sottolineato
qualcuno, di un colossale abbaglio. Si e' dato credito alla teoria
di un truffatore reo confesso, l'amministratore delegato della Printec
e della Sensitec, Franco Alfonso Rizzo, e messa in dubbio l'onesta'
e la rettitudine di un esponente politico come Franco Pacenza con
una storia ed una personalita' assolutamente trasparenti. Il fatto
ancora piu' assurdo e' che mio marito non e' stato mai ascoltato come
persona informata sui fatti, ne' ha ricevuto un'informazione di garanzia.
In questa vicenda di altissima corruzione e di grandi truffe l'unico
che non e' corrotto e che non ha truffato, per ammissione degli stessi
magistrati, e' lui. Vuole allora che Franco non sia estremamente indignato
per quanto e' accaduto? Gli viene contestato un reato assurdo, la
concussione psicologica nei confronti dell' amministratore delegato
delle due aziende, ma non la truffa, reato per il quale lo stesso
Rizzo e' reo confesso e rispetto al quale mio marito e' del tutto
estraneo. Tutto questo ha veramente dell'incredibile''. ''Cio' che
posso dire nel merito di questa vicenda - prosegue Raffaella D'Alba
- e' che nessun politico, ne' tanto meno mio marito, all'epoca dei
fatti consigliere regionale di minoranza, aveva la possibilita' di
influire, perche' disciplinate da bandi pubblici, ne' sulla concessione
dei finanziamenti agli imprenditori tedeschi che hanno realizzato
la Printec e Sensitec, ne' sulla scelta del personale da selezionare
per i corsi di formazione professionale e poi da assumere nelle due
aziende. E' chiaro che Rizzo ha voluto confondere la situazione per
attenuare le proprie responsabilita' e scaricarle su altri. Ma la
politica, con questa vicenda non ha nulla a che vedere. L' unica ipotesi
che possiamo fare e' che Rizzo abbia voluto depistare e creare confusione
per attenuare le proprie responsabilita' accusando mio marito e sostenendo
che avrebbe imposto, per l'assunzione dei personale per le due aziende,
persone a lui politicamente vicine. Con la minaccia, nel caso le sue
richieste non sarebbero state accolte, di bloccare la procedura per
la concessione dei finanziamenti. Una tesi assolutamente inconsistente
visto che parliamo di una vicenda accaduta tra il 2002 ed il 2004,
periodo in cui non si e' mai votato per il rinnovo del Consiglio regionale
della Calabria. Qual e' stato, allora, il vantaggio politico che mio
marito avrebbe dovuto trarre da questa situazione? Le persone da assumere
alla Printec ed alla Sensitec dovevano essere un' ottantina, ma nessuna
di loro ha mai avuto un'affinita' politica con la sinistra o con i
Ds. Alcuni di loro, tra l'altro, si sono candidati al Consiglio comunale
di Rossano con partiti del centrodestra. Il cosiddetto voto di scambio,
citato da qualcuno, non e' mai esistito, dunque, ne' viene contestato
dai magistrati''. Raffaella D'Alba ricorda anche che ''la procedura
per ottenere il finanziamento per la realizzazione della Printec e
della Sensitec e' stata gestita, in tutte le sue fasi, da Sviluppo
Italia Calabria. La graduatoria per la concessione dei finanziamenti
europei, approvata dal nucleo istruttorio costituito da Sviluppo Italia
Calabria, e' stata successivamente ratificata definitivamente con
una delibera della Giunta regionale dell'epoca, che era di centrodestra.
Cosa c'entra allora con tutto questo mio marito?''. ''Siamo in presenza,
dunque, di un approccio - conclude - sul piano giudiziario nei confronti
di questa vicenda approssimativo e sommario. E dice sicuramente bene
il viceministro Minniti quando parla di 'errore giudiziario'''. ''Lo
stato d' animo di Franco non e' dei migliori, ma la sua situazione
psicologica, dopo il rientro in famiglia, e' sicuramente migliorata.
Ha gli affetti piu' cari vicini, e questo lo aiuta molto. Cosi' come
l'aiuta l'assoluta certezza di essere innocente ed estraneo a qualsiasi
contestazione. Un'estraneita' che sara' dimostrata con i fatti''.
Così, infine, Raffaella D'Alba, nella sua abitazione di Trebisacce,
difende a spada tratta il marito, Franco Pacenza. ''Evitiamo di fare
domande a Franco - aggiunge la moglie di Pacenza - sulle sofferenze
che ha patito. Lo stiamo facendo riposare perche' mentalmente e fisicamente
ne ha molto bisogno. Presumo che l'esperienza del carcere sia allucinante
per tutti e credo che anche per lui sia stata molto dura. Evitiamo
pero' di parlarne con Franco, non ci sembra il caso. Vogliamo farlo
rilassare. Ci attendiamo dal Tribunale del riesame una pronuncia che
consenta il ritorno alla liberta' per Franco. Non abbiamo alcun dubbio
in questo senso perche' e' innocente. Ringraziamo tutti per la partecipazione
ed il grande affetto che hanno circondato Franco in questi giorni.
Sono stati veramente commoventi''.
Pacenza scarcerato per le sue condizioni
psico-fisiche
22/08 Il gip del Tribunale di Cosenza Giuseppe Greco ha deciso per
gli arresti domiciliari di Franco Pacenza, capogruppo dei Ds alla
Regione Calabria accusato di concussione nell'ambito dell'inchiesta
sulla presunta truffa alla legge 488, perche' ha tenuto in considerazione
le condizioni psicologiche dell'indagato a causa della detenzione.
Una motivazione, rilevata dall'avvocato Elio Ferraro, uno dei difensori
di Pacenza, che fa capire come il gip abbia ritenuto valido l'impianto
accusatorio nei confronti del consigliere regionale. "Ci saremmo
aspettati che il gip potesse avere coraggio ed emettere un provvedimento
di scarcerazione - ha aggiunto Ferraro - noi pensiamo che anche dall'interrogatorio
siano emersi elementi che provano la totale e assoluta estraneita'
di Franco Pacenza dalla vicenda contestata". Il legale ha anche
riferito che il capogruppo dei Ds, dopo essere ritornato a casa, "sta
sicuramente meglio".
Il 29 agosto l’udienza del
riesame per Pacenza
22/08 E' stata fissata per il 29 agosto prossimo l'udienza del Tribunale
del riesame di Catanzaro per valutare l'istanza di revoca dell'ordinanza
di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Cosenza, Giuseppe
Greco, nei confronti di Franco Pacenza, capogruppo dei Ds nel Consiglio
regionale della Calabria, accusato di concussione. Pacenza, arrestato
mercoledì scorso dalla Guardia di finanza mentre era in vacanza
in Sardegna con la moglie ed i figli, ha ottenuto ieri il beneficio
degli arresti domiciliari motivato dal gip Greco col suo stato di
grave prostrazione psicologica. Nell'istanza presentata al Tribunale
del riesame, i difensori di Pacenza, Franco Sammarco, Elio Ferraro
e Maurizio Minnicelli, motivano la richiesta di revoca della misura
cautelare col fatto che "non ci sono fatti indizianti e, comunque,
non c'é nulla di penalmente rilevante nei comportamenti di
Franco Pacenza".
Barile (CDL) “Da Minniti un
entrata a gamba tesa”
22/08 "Oggi come oggi scrivere una lettera ad un ministro di
nome 'Clemente' potrebbe passare per una richiesta subliminale, visti
i tempi. Mastella, il più 'neutro' dei governanti. Il più
'bypartisan' per costituzione. Il meno 'bipolare' per esplicita vocazione".
E' quanto afferma Mimmo Barile, consigliere del Gruppo misto alla
Provincia di Cosenza, che annuncia di avere scritto al ministro della
Giustizia Clemente Mastella in riferimento a quella che definisce
"entrata a gamba tesa del viceministro Minniti". "E'
a lui che scrivo, sì - prosegue Barile facendo riferimento
a Mastella - Perché magari senza volerlo proprio per le sue
caratteristiche è il più ministro dei ministri. Viceministri
compresi, ovviamente. Sì, faccio esplicito riferimento all'
ingresso di Marco Minniti nella drammatica vicenda che vede coinvolto
Franco Pacenza, per fortuna nuovamente a casa sua seppure con i carabinieri
fuori il portone. Il 'seppure' è doloroso, perché Franco
è un amico e un uomo pregevole. Ma è doveroso, perché
il nostro traballante impianto democratico non può prescindere
dalle carte bollate dei tribunali". "Quando si ha provato
a prescindere, con Bettino Craxi e Silvio Berlusconi in prima fila
- sottolinea ancora Barile - una forte, robusta, persuasiva scuola
di pensiero si è opposta perché piuttosto che difendersi
'nelle' aule ci si difendeva 'dalle' aule. Questa 'scuola', comunista
per partito preso e post-comunista per partito 'perso', ha occupato
brillantemente la colonna destra della prima del Corriere, l' altro
giorno, la zona per solito riservata ai casi nazionali. Se n' è
occupato Piero Ostellino, che non ha fatto fatica nel suo fondo a
ricordare alla Quercia che le inchieste per lei sono giudiziarie quando
hanno a che fare con il centrodestra e invece sono giustizialiste
quando guardano a sinistra". Per Barile si tratta di "uno
schema perverso, pericoloso. Che punta all' autolegittimazione divina
ma che non fa i conti con una società che nel frattempo ha
aperto gli occhi in materia. Ostellino ha perfino offerto la vetrina
a Guccione, in qualità di segretario. Ma forse neanche lui
sa che l' argomento toccato va al di là delle cariche dell'
ultim' ora, dalle nostre parti".
Ass. Donnici “Il male oscuro
è il meccanismo dei finanziamenti a fondo perduto”
22/08 "Il rientro a casa di Franco Pacenza, che gli restituirà
la serenità necessaria ad affrontare la vicenda giudiziaria
che lo ha investito, rispetto alla quale sono certo dimostrerà
la sua estraneità, consente ora di aprire una riflessione,
fuori dall'inevitabile onda emozionale di questi giorni, su quello
che, a mio parere, è il cuore del problema, ovvero l' imprenditoria
di rapina e le 'aziende fantasma' proliferate in Calabria". E'
quanto afferma, in una dichiarazione, Beniamino Donnici, assessore
regionale al Turismo che ha espresso privatamente solidarietà
alla famiglia del capogruppo Ds alla Regione. "In tanti - prosegue
Donnici - hanno focalizzato l' attenzione sulla necessità di
rendere più rigorosa l' attività di verifica e controllo
piuttosto che sull' istituzione di commissioni d' inchiesta. Pur trattandosi
di riflessioni condivisibili, ritengo tuttavia che il male oscuro
risieda nel meccanismo dei finanziamenti a fondo perduto che, negli
anni, ha consentito ad imprenditori 'mordi e fuggi' di usufruire di
considerevoli risorse finanziarie pubbliche per attività imprenditoriali
mai realizzate". Per Donnici "é questo il perverso
meccanismo che va assolutamente debellato a favore piuttosto di una
politica del credito che consenta all' imprenditore di ottenere denaro
a basso costo ed in tempi rapidi e certi oltre che le necessarie agevolazioni
fiscali. Bisogna dunque pensare al finanziamento alle imprese in conto
interessi e superare l' attuale meccanismo del finanziamento in conto
capitale. Un' economia sana, forte e di prospettiva non può
che partire dalla piena corresponsabilizzazione dell' imprenditore
nel rischio d' impresa. E' un processo non più rinviabile rispetto
al quale però sarà indispensabile il coinvolgimento,
da un lato della Banca Europea per gli investimenti e dall'altro della
rete del sistema creditizio territoriale al quale si dovrà
chiedere un salto di qualità". "Sono convinto che
il presidente Loiero - prosegue Donnici - sia ben sintonizzato su
questa lunghezza d' onda, avendo, in più occasioni, espresso
idee innovative sul come attrarre investimenti in Calabria. Si tratta
ora di mettere seriamente mano al problema ed avviare al più
presto il percorso accennato. Ciò è tanto più
urgente in quanto la prossima programmazione 2007-2013 riverserà
sulla Calabria risorse comunitarie pari a circa 8 miliardi di euro.
E' una partita decisiva quella che sta per giocarsi nella nostra regione
e come tale richiede questa opera di profonda revisione, che trasformi
dalle radici i meccanismi di incentivazione alle imprese in settori
tanto strategici come l' industria, il commercio, l' artigianato,
l' agricoltura e il turismo".
Rifondazione Catanzaro “Accertare
la verità”
22/08 "Anche noi ci auguriamo che Franco Pacenza sia estraneo
ai fatti contestatigli e che presto possa ritornare nella sua famiglia
ed al suo impegno politico ed istituzionale. Dobbiamo, però,
continuare ad essere, contemporaneamente, garantisti fino al terzo
grado di giudizio e salvaguardare l'autonomia e l'azione della magistratura,
evitando qualsiasi possibile azione che ne condizioni la propria attività".
E' quanto sostengono, in una nota, Pino Commodari e Pino Rotiroti,
rispettivamente, componente del Collegio nazionale di garanzia e presidente
del Comitato politico della Federazione di Catanzaro di Rifondazione
comunista. "Tutto ciò che abbiamo contestato, noi dell'Unione
- aggiungono Commodari e Rotiroti - a Berlusconi quando attaccava
la magistratura che indagava su di lui, i suoi affari e su quelli
delle sue aziende, deve valere anche e soprattutto per noi del centro-sinistra.
Non dobbiamo essere i sostenitori dei due pesi e delle due misure.
Ed in una regione come la Calabria, nella quale esiste un evidente
ed enorme deficit di legalità, intesa soprattutto come rispetto
dei principi sanciti dalla Costituzione, alla magistratura si può
chiedere solamente di fare presto e di andare fino in fondo nell'accertamento
della verità, senza sconti per nessuno. All'interno di questa
vicenda non ci sono solamente gli intrecci, le coperture, le connivenze
ed i predoni. Vi sono soprattutto i lavoratori che rischiano di passare
del tutto inosservati rispetto al clamore mediatico concentrato tutto
sul caso Pacenza e che, invece, rappresentano la vera e concreta discussione
di merito. I lavoratori, che per quanto ci riguarda, sono le vere
vittime e di conseguenza vanno tutelati nei loro diritti, primo fra
tutti il diritto ad avere un lavoro, messo in discussione da famelici
predatori che da anni scorazzano indisturbati nel Mezzogiorno ed in
Calabria. Avevamo chiesto di intensificare i controlli su tutti i
finanziamenti pubblici concessi alle imprese, che oramai sistematicamente
si dimostrano predoni del mezzogiorno e della Calabria. Ben venga,
quindi, una Commissione parlamentare d'inchiesta che indaghi sull'intero
sistema degli incentivi utilizzati per sostenere lo sviluppo delle
attività produttive nel Mezzogiorno ed in Calabria". "Anche
la Regione Calabria, però - sostengono ancora i due dirigenti
del Prc - deve fare la sua parte. Condividiamo le proposte avanzate
dal segretario regionale della Fiom: costituzione di parte civile,
da parte della Giunta regionale, in tutti i processi, a partire da
questo, legati a truffe che hanno come vittime i lavoratori e l'approvazione
da parte del Consiglio regionale di una legge che stabilisca in modo
inequivocabile che per le aziende che usufruiscono di finanziamenti
pubblici e che non rispettano le clausole sociali scatta immediatamente
la revoca del finanziamento e la restituzione delle somme percepite,
avendo per queste ultime, aggiungiamo noi, la possibilità di
procedere al sequestro dei beni dei soggetti protagonisti delle truffe.
Diamo un chiaro segnale di svolta".
Zavettieri “Un arresto sproporzionato
ma non bisogna parlare di errore giudiziario”
22/08 "L' arresto di Franco Pacenza, é sicuramente sproporzionato,
ma il viceministro all' Interno, Marco Minniti, non può mettere
in discussione la legittimità dell' inchiesta che ha portato
all' arresto del capogruppo dei Ds alla Regione Calabria". E'
quanto sostiene, in una dichiarazione, Saverio Zavettieri, presidente
dimissionario de I Socialisti ed ex deputato del Psi. "Minniti,
in particolare - aggiunge Zavettieri - non può pervenire a
conclusioni a priori secondo cui l' arresto di Pacenza rappresenta
un 'errore giudiziario', attribuendosi in tal modo un diritto esclusivo
di giudicare l' operato dei giudici. Franco Pacenza è persona
retta ed onesta ed ha subito un trattamento certo non meritato, ma
non peggiore di tanti altri che non hanno avuto la fortuna di essere
circondati da tanta solidarietà. Gli esprimiamo, dunque, tutta
la nostra comprensione e vicinanza, convinti che saprà dimostrare
la sua totale estraneità ai fatti contestatigli e riacquistare,
così, la credibilità necessaria per continuare a svolgere
la sua importante funzione di eletto del popolo".
Precedenti (link)
21/08
Truffa UE: Franco Pacenza ai domiciliari.
Gli avvocati non sono soddisfatti “negli
atti evidente estraneità, opzione surrettizia del Gip”.
Viceministro Minniti "sensazione di errore
giudiziario"
20/08
Truffa UE: Il commercialista respinge
le accuse nell’interrogatorio di garanzia. Scardino
(DS) “Pacenza politico di alto profilo morale”.
Sgarbi “La visita dei parlamentari è lecita”19/08
Truffa UE: Pacenza nega ogni addebito nell’interrogatorio
di garanzia. I legali ne chiedono la scarcerazione.
Di Pietro chiede le dimissioni dei parlamentari. Avv.
Sammarco “I magistrati hanno tutti gli elementi per considerare
l’arresto di Pacenza un errore”.
19/08
Truffa UE: Pacenza nega ogni addebito nell’interrogatorio
di garanzia. I legali ne chiedono la scarcerazione.
Di Pietro chiede le dimissioni dei parlamentari. Avv.
Sammarco “I magistrati hanno tutti gli elementi per considerare
l’arresto di Pacenza un errore”
18/08
Truffa UE/Arresto Pacenza: E’ polemica
tra i parlamentari e il Ministro Di Pietro “Gravissime dichiarazioni”.
La moglie racconta “Mio figlio pensava
ad un rapimento” La CGIL chiede controlli sulla spesa
pubblica. I legali del commercialista "Non ha violato la legge".
Prosegue il dibattito del mondo politico.
18/08
Truffa UE/Arresto Pacenza: "Mi sento un uomo distrutto".
Sit in dei parlamentari calabresi in visita
al carcere "Non ce ne andiamo finchè non viene
scarcerato". Sabato
l'interrogatorio. Caustico il Ministro di Pietro
"Stupisce la solidarietà dei parlamentari"
17/08
Truffa UE/Arresto Pacenza : Sviluppi nelle indagini, coinvolti
SVI Calabria e la Regione. Nessun altro consigliere nelle indagini.
Finti colloqui selettivi nella sede dei DS.
Reazioni e commenti dal mondo politico.
17/08
Truffa alla UE Sensitec/Printec: Loiero
“Indagini senza sconti ma in fretta”. Per Pacenza
l’accusa è di concussione, assunzioni in cambio
di voti, per il commercialista truffa aggravata. Avviata
la procedura internazionale per arrestare i quattro tedeschi e i due
turchi coinvolti.
16/08
Arresti eccellenti della Finanza per la truffa Sensitec/Printec. In
manette il capogruppo dei DS della Calabria, Franco Pacenza,
e un noto commercialista cosentino
27/06
Gli arresti del 27 giugno e l'inizio dell'indagine