Il legale di Franco Pacenza, Franco Sammarco
Franco
Pacenza ai domiciliari. Gli avvocati non sono soddisfatti “negli
atti evidente estraneità, opzione surrettizia del Gip”
21/08 Franco Pacenza lascia il carcere e va agli arresti domiciliari.
Dopo una lunga attesa è arrivata in serata la decisione del
gip, Giuseppe Greco, sull'istanza di scarcerazione presentata dai
difensori del capogruppo dei Ds nel Consiglio regionale della Calabria.
Non la libertà, come gli avvocati Franco Sammarco, Elio Ferraro
e Maurizio Minnicelli avevano chiesto, ma la detenzione nel proprio
domicilio. Un risultato che non suscita la soddisfazione degli stessi
difensori. Tutt'altro. "Gli atti e le argomentazioni difensive
- ha detto l'avvocato Franco Sammarco - conclamano l'evidenza dell'estraneità
dell'onorevole Pacenza ad ogni ipotesi di reato e la sua totale innocenza.
L' opzione surrettizia del gip, che non ha inteso riconoscere un chiaro
errore di valutazione dei fatti e comunque di traduzione giuridica
di questi fatti, non ci lascia per nulla soddisfatti". Lo stesso
Sammarco ha aggiunto di "attendere adesso che venga fissata al
più presto l' udienza del Tribunale della libertà al
fine di potere acclarare quanto sin qui abbiamo sostenuto". A
questo punto la decisione del Tribunale della libertà, al quale
i difensori di Pacenza hanno già presentato l'istanza di revoca
della misura cautelare emessa contro Pacenza, diventa il passaggio
fondamentale per l'eventuale ritorno alla libertà di Franco
Pacenza, accusato di concussione per avere imposto, secondo l'accusa,
l'assunzione di giovani a lui vicini politicamente da parte di due
aziende, la Printec e la Sensitec, che avevano ottenuto finanziamenti
comunitari per oltre sei milioni di euro, ma che non avevano mai avviato
la produzione. Una concussione, dunque, concretizzatasi, secondo l'accusa,
non in dazioni di denaro in favore del capogruppo regionale dei Ds,
ma in un vantaggio in termini politici ed elettorali. Un teorema accusatorio
che aveva suscitato le perplessità di molti esponenti politici
non soltanto del centrosinistra. Il viceministro all'Interno, Marco
Minniti, in un'intervista, aveva espresso la "sensazione di un
possibile errore giudiziario" di cui Pacenza potrebbe essere
rimasto vittima. Ripetute poi le prese di posizione in favore di Pacenza
anche di due esponenti del centrodestra, l'ex sottosegretario Vittorio
Sgarbi, attuale assessore alla Cultura del Comune di Milano, e Maria
Burani Procaccini, deputata di Forza Italia. Stamattina, intanto,
nel carcere di Cosenza si è recato un gruppo di assessori e
consiglieri regionali della Calabria del centrosinistra per incontrare
alcuni detenuti, tra cui lo stesso Pacenza. Gruppo del quale facevano
parte lo stesso presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova,
ed il vicepresidente della Giunta, Nicola Adamo. Al termine della
visita il presidente Bova, parlando con i giornalisti, ha sostenuto
che sul caso di Franco Pacenza "é stato preso un abbaglio.
Ribadiamo la nostra posizione - ha aggiunto Bova - ritenendo Franco
Pacenza limpidamente innocente rispetto alle accuse che gli vengono
contestate". Nel carcere di Cosenza si è recata, sempre
oggi, anche Jole Santelli, deputata di Forza Italia ed ex sottosegretario
alla Giustizia. Santelli, all'uscita dal carcere, riferendosi all'arresto
di Pacenza mentre era in vacanza con la famiglia in Sardegna, ha parlato
di "modalità vessatorie. La mia - ha aggiunto Jole Santelli
- è stata una visita personale che ha anche un significato
politico. Io, come il mio partito, ci siamo sempre battuti per i principi
di giustizia e quando ci sono quelle che appaiono come anomalie, vanno
segnalate, sia che vengano effettuate contro i tuoi amici, sia che
riguardino gli avversari".
Viceministro Minniti “Ho sensazione
di un errore giudiziario”
21/08 "Non vorrei, è il rischio che più mi preoccupa
e mi addolora, che vicende come questa, che mi sembra sempre di più
si configurino come un errore giudiziario, alimentino l'opinione che
questa è una terra maledetta". E' uno dei passaggi dell'intervista
del vice ministro dell'Interno, Marco Minniti, al quotidiano "Calabria
Ora". Alla domanda se dopo l'arresto di Pacenza "possano
innescarsi ridimensionamenti e rinunce rispetto agli iniziali progetti
del centrosinistra", Minniti risponde: "bisogna essere chiari:
che la strada fosse in salita lo sapevamo da prima. La Calabria è
una regione difficile. Gli anni scorsi l' hanno segnata fino al punto
che l' idea di un buon governo appariva ai più una missione
impossibile. Poteva passare l' idea che fosse sufficiente accontentarsi,
sopravvivere. Invece, é del tutto evidente che non si può
governare la Calabria, proprio per la situazione in cui si trova,
accontentandosi. E' necessario accettare una sfida di alto profilo
riformista. Da noi è valido il motto degli studenti del maggio
francese: 'Siate realisti, chiedete l' impossibilé". "Ma
concretamente qual' è la situazione?" viene chiesto a
Minniti. "A me - è la risposta - pare in movimento. Non
ci si é accontentati. Ma non vorrei, è il rischio che
più mi preoccupa e mi addolora, che vicende come questa, che
mi sembra sempre di più si configurino come un errore giudiziario
(questa é la sensazione), alimentino l' opinione che questa
è una terra maledetta. Bisogna evitare che si diffonda la convinzione
che la Calabria è eccentrica rispetto al resto del Paese. Se
passa questa idea sarebbe la fine, un colpo al cuore della Calabria.
Questo è lo sforzo principale che mi pare ispiri la Regione
Calabria: fare della nostra terra una regione italiana, pur tra tanti
limiti. Bisogna allontanare da noi (e bisogna farlo perché
non è vero) il sospetto che qui può accadere di tutto".
Nel pomeriggio un nuovo interrogatorio
21/08 Nel pomeriggio Franco Pacenza era stato sottoposto ad un nuovo,
breve interrogatorio A condurlo il gip del Tribunale di Cosenza, Giuseppe
Greco, che ha emesso le otto nuove ordinanze di custodia cautelare
nell'ambito della seconda "tranche" dell'inchiesta "Collaudo"
sui presunti illeciti nella realizzazione di due stabilimenti industriali
a Corigliano Calabro. Il nuovo interrogatorio di Pacenza si è
svolto nel carcere di Cosenza e, secondo quanto si è appreso,
è durato circa mezzora, presenti i tre componenti del collegio
difensivo di Pacenza, Franco Sammarco, Elio Ferraro e Maurizio Minnicelli.
Il gip Greco ha deciso di interrogare nuovamente Pacenza, dopo che
stamattina aveva risentito il capogruppo dei Ds sulle parti che per
un problema tecnico nel precedente interrogatorio non erano state
registrate, per chiarire alcuni punti specifici delle dichiarazioni
rese dallo stesso Pacenza. L'avvocato Ferraro, al termine dell'interrogatorio,
si è detto fiducioso, a nome dell'intero collegio difensivo,
"quanto meno sull'attenuazione della misura della custodia cautelare
in carcere".
Sgarbi “Un plauso all’Unione
in Calabria”
21/08 "Voglio esprimere tutto il mio plauso al Consiglio regionale,
al presidente e al vicepresidente della Giunta calabrese ed a tutti
i responsabili delle forze politiche dell'Unione che governano la
Regione Calabria, che hanno dato in modo coordinato ed esemplare un
forte segnale di 'scongelo', andando a manifestare in carcere contro
l'arbitrio e gli eccessi della magistratura che ha proceduto contro
Franco Pacenza". Lo sostiene, in una dichiarazione, l'assessore
alla cultura del Comune di Milano, Vittorio Sgarbi. "Questo tipo
di visite, infatti - aggiunge Sgarbi - sono state stigmatizzate da
Di Pietro contro la sua stessa maggioranza ed erano state generalmente
attribuite al contrasto coi magistrati del centrodestra. Si trattava
di una sorta di 'garantismo a senso unico'. Oggi, invece, siamo arrivati
a un garantismo a doppio senso. In una Regione in cui si sono abbandonati
Mancini e altri la sinistra, finalmente, manifesta il suo disappunto
grave e risentito, continuando a mandare parlamentari e membri delle
istituzioni della maggioranza. La differenza vera è che la
destra ha sempre fatto queste cose in maniera scoordinata, mentre
ora in Calabria vanno in carcere a protestare in modo coordinato.
E' un fatto nuovo, perché non riguarda il singolo, ma uno schieramento
intero, lo stesso di Di Pietro, che va lì a muso duro contro
una azione palesemente sproporzionata del magistrato. Come potrà
un solo magistrato - questo è il messaggio dei rappresentanti
delle istituzioni - avere più ragione dell'accusa e della faccia
che ci mettono parlamentari e consiglieri regionali a difendere l'onorabilità
del loro collega? Non si capirebbe altrimenti la solidarietà
così compatta se non ci fosse l'assoluta convinzione della
innocenza di Pacenza".
Laratta (DL) “No all’auto-assoluzione
della classe politica”
21/08 "La classe politica non immagini di utilizzare il caso
Pacenza per una facile ma pericolosa autoassoluzione". Lo sostiene,
in una dichiarazione, Franco Laratta, deputato dell'Ulivo e vicesegretario
regionale della Calabria della Margherita. "Il caso Pacenza -
aggiunge Laratta - presenta anomalie gravissime ed eccessi pericolosi.
Ma non possiamo far passare l'idea che i politici non possano essere
giudicati perché anche nella classe politica si nascondono
furbetti e corrotti che vanno stanati e non protetti". Secondo
Laratta, inoltre, "non c'é stata una reazione esagerata
da parte dei parlamentari sul caso Pacenza. Semmai è sembrata
del tutto stonata e volgare la reazione del solito Di Pietro e inopportuni
i distinguo dell'ineffabile presidente Loiero. La classe politica
calabrese deve essere ed apparire onesta e pulita più di quanto
non lo sia. Questo perché l'opinione pubblica nazionale e la
grande stampa ci guardano con troppa severità. Anche per una
telefonata di raccomandazione".
Dima (AN) “Arroganza di certa
sinistra”
21/08 "Ci sembra doveroso, senza ombra di dubbio, denunciare
con forza che è assolutamente insopportabile l'arroganza, la
presunzione e la doppia morale di una certa sinistra, che oggi si
ritrova a registrare un ennesimo autogol: quello appunto di aver favorito
e sollecitato in passato forme di giustizialismo affrettato che oggi
diventano il vero motivo della discussione politica, mentre ovviamente
il merito dell'indagine spetta alla magistratura, alla quale ci rivolgiamo
anche in questa occasione con spirito di grande fiducia". E'
quanto sostiene, in una nota, il coordinatore regionale della Calabria
di An, Giovanni Dima, in riferimento all'arresto per concussione del
capogruppo dei Ds nel Consiglio regionale, Franco Pacenza. "Stiamo
registrando - aggiunge Dima - l'affannoso e spesso indefinito atteggiamento
del presidente Loiero, che preannuncia il rilancio politico ed amministrativo
della nostra Regione. Ogni estate comunica ai calabresi l'inizio di
rivoluzioni e di forti segnali di discontinuità con il passato
che, ancora una volta, hanno il sapore di vera e propria propaganda
e di spot pubblicitario: in altri termini nulla di nuovo se paragonato
al primo di anno di attività della Giunta. Quasi come fosse
per Loiero, questo atteggiamento, un mettersi a posto con la propria
coscienza rispetto ai fatti che stanno profondamente segnando sul
piano morale la maggioranza di governo. Da buon navigatore della politica
si trova sempre pronto a dribblare le questioni di fondo. Né
una posizione chiara sulla vicenda Fortugno, né tanto meno
sulla 'verifica' rispetto ad una maggioranza ampia nei numeri ma priva
di una lungimirante prospettiva politica. Si naviga a vista e la recente
approvazione dell'assestamento di bilancio né è una
riprova. In questo marasma generale, emergono ancora più forti
le contraddizioni non solo politiche ma soprattutto di natura culturale
di un centrosinistra forcaiolo e garantista a seconda delle circostanze
e delle questioni di comodo. Ma guarda un po' quanta confusione dalle
parti del centrosinistra, mentre ancora una volta il centrodestra,
ma se si preferisce la cultura che anima lo schieramento moderato,
trova anche in questa occasione l'opportunità di evidenziare
che la coerenza dei comportamenti non è un fatto legato all'appartenenza
di partito ma piuttosto ad un profondo convincimento: noi siamo e
resteremo ancora di più dei nostri avversari politici a difesa
di quella cultura chiamata garantismo". "Abbiamo volutamente
atteso qualche giorno - afferma ancora Dima - prima di affrontare
responsabilmente la vicenda politico-giudiziaria che sta segnando
queste ultime giornate post ferragostane. Eravamo e siamo convinti
che un partito come Alleanza nazionale abbia il dovere di sottolineare
con forza e senza ambiguità la propria posizione. Siamo altrettanto
convinti che oggi, come non mai, la Calabria attraversi uno dei momenti
più difficili e confusionari sia per l'episodio in sé,
sia per il contesto politico ed amministrativo che oggi vive la nostra
regione". "Ci saremmo aspettati dal Governo regionale -
afferma ancora Dima - una risposta alle nostre interrogazioni rispetto
all'utilizzo dei fondi della 488 nelle aree industriali della Calabria
e specificatamente in quella di Corigliano: interrogazione presentata
oltre sette mesi fa e di cui abbiamo soltanto registrato l'assordante
silenzio di questo maggioranza, nonostante l'incontro avuto dal Vice
Presidente della Giunta regionale con i lavoratori ed i proprietari
della Printec e della Sensitec e nonostante l'esultanza del centrosinistra
locale di fronte alla nascita del Procal e del conseguente connubio
di imprenditori tedeschi con la nostra realtà". "Nei
prossimi giorni - conclude Dima nella nota - sarà convocato
il Coordinamento regionale di Alleanza nazionale, allargato ai parlamentari
ed ai consiglieri regionali, per un esame più attento della
situazione calabrese. A noi il compito della politica per costruire
un futuro per la Calabria".
Feraudo (Idv) sottolinea “Non
ho aderito alla visita in carcere”
21/08 Maurizio Feraudo, consigliere regionale della Calabria di Italia
dei valori, non ha aderito alla visita nel carcere di Cosenza nel
corso della quale un gruppo di consiglieri regionali del centrosinistra
ha incontrato anche il capogruppo dei Ds Franco Pacenza, arrestato
con l'accusa di concussione. A riferirlo, in una dichiarazione, é
stato lo stesso Feraudo "Preciso - ha detto Feraudo - di non
essermi mai espresso al riguardo".
Precedenti (link)
20/08
Truffa UE: Il commercialista respinge
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di garanzia. I legali ne chiedono la scarcerazione.
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18/08
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17/08
Truffa UE/Arresto Pacenza : Sviluppi nelle indagini, coinvolti
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17/08
Truffa alla UE Sensitec/Printec: Loiero
“Indagini senza sconti ma in fretta”. Per Pacenza
l’accusa è di concussione, assunzioni in cambio
di voti, per il commercialista truffa aggravata. Avviata
la procedura internazionale per arrestare i quattro tedeschi e i due
turchi coinvolti.
16/08
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manette il capogruppo dei DS della Calabria, Franco Pacenza,
e un noto commercialista cosentino
27/06
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