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Ambiente ed Energia dal 18/5 al 7/7
Ass. Tommasi: “Necessario un rapporto sinergico con il Corpo Forestale dello Stato” 07/07 Il rapporto sull' attivita' operativa del Corpo forestale dello
Stato per l' anno 2004, che fa emergere dati ''allarmanti'' per quanto
riguarda i reati in Calabria ''e' la conferma di una situazione drammatica
in cui versa la Calabria e per questo che ci stiamo accingendo ad
affrontare un Piano d' emergenza estiva ed una serie di iniziative
di sensibilizzazione dei cittadini''. A sostenerlo e' stato l' assessore
regionale all' Ambiente, Diego Tommasi. ''Diventa quanto mai necessario
- ha detto inoltre Tommasi - un rapporto sinergico con il Corpo forestale
dello Stato cui auspichiamo una forte e proficua collaborazione nel
prossimo futuro e per questo ho gia' incontrato a Roma il Capo del
Corpo forestale, l' ing. Cesare Patrone, per un' analisi attenta delle
svariate problematiche inerenti il territorio calabrese''. ''Gli incontri
- ha concluso Tommasi - sono stati il preludio di un' intesa istituzionale
molto proficua per la riduzione dei reati ambientali in Calabria''. Mad: “Grave la situazione del depuratore di Cirella” 07/07 ''Vogliamo segnalare la situazione gravissima nella quale versa
il depuratore di Cirella in contrada Vaccuta. Una situazione al limite
del collasso e che in piena stagione turistica potrebbe dare un duro
colpo all' economia locale''. E' quanto scritto dal Movimento Ambientalista
di Diamante e del Tirreno (Mad) in una lettera inviata all'assessore
regionale all'ambiente, Diego Tommasi e all'assessore provinciale
Luigi Marrello. ''Il depuratore - ha sostenuto il Mad - sul quale
sversano i comuni di Cirella, parte di Diamante, Maiera', Santa Maria
del Cedro e Grisolia, costruito appena l' anno scorso e costato circa
dieci miliardi di vecchie lire e' in tilt. Dall' impianto che non
si conoscono i motivi per cui e' bloccato, escono liquami che finiscono
nell' alveo del Torrente Vaccuta, per fortuna, in piena secca, formando
a circa quindici metri dal mare un lago sul quale convergono insetti,
topi e altri animali. Il lago di fogna rappresenta un serio pericolo
per la salute dei tanti abitanti della zona oltre che un insopportabile
e continuo puzzo che aleggia per l' intera giornata allontanando sia
i turisti che le persone stesse che vi abitano''. ''Siamo a conoscenza
- prosegue la lettera - anche dei continui e ripetuti inviti fatti
dall' Amministrazione Comunale alle varie autorita' per un intervento
urgente e sappiamo anche che sono in corso indagini da parte dei carabinieri
per stabilire le cause e le responsabilita' di quanto sta avvenendo.
Le responsabilita' giudiziarie sono importanti, ma al momento servono
interventi risolutori del problema''. ''Per questi motivi - conclude
il Mad - chiediamo alla Regione ed alla Provincia un intervento risolutivo
sull' impianto, che venga messo immediatamente in attivita' eliminando
subito tutti gli inconvenienti possibili ed immaginabili''. Come risparmiare il 10% d’acqua nelle case con soli 10 euro. A Bagnocavallo lo fanno. 06/07 C'e' un paese che applicando un dispositivo frangiflutti ai
rubinetti delle case di 1921 famiglie, ha ridotto i consumi medi procapite
di acqua del 10%. E' Bagnacavallo, nel Ravennate, dove dal dicembre
2003 all'aprile di quest'anno e' stata avviata una sperimentazione
di risparmio idrico che ha coinvolto quasi 5.000 persone. Nelle loro
case sono stati applicati i dispositivi, che costano circa 10 euro.
Al termine della sperimentazione sono stati confrontati i consumi
registrati con quelli nell'anno precedente, scoprendo cosi' che era
stata versata un decimo di acqua in meno. Il risparmio e' stato ulteriormente
verificato, con una sorta di 'prova del nove', analizzando i consumi
di un gruppo di controllo a Fusignano, paese vicino e simile, dove
non erano stato distribuiti i dispositivi. Ebbene, in questo secondo
paese, i consumi non hanno subito alcuna flessione. Il progetto e'
stato avviato da Regione e Legambiente, in collaborazione con il Comune
romagnolo, la Provincia di Ravenna, la multiutility Hera e l'universita'
di Parma. Il risultato viene considerato importante, anche in considerazione
del fatto che i dispositivi operano solo sul 42% dell'acqua usata
in una abitazione; ne sono escluse, per esempio, lavatrici e lavastoviglie.
Il frangiflutti (ne sono stati distibuiti quasi 12.000) e' infatti
efficace soprattutto in rubinetti e docce utilizzati per lavarsi:
si tratta di una specie di tappo con piccoli forellini, che va inserito
nel becco di uscita del rubinetto, o nel giunto del tubo della doccia.
L'acqua, spinta tra i fori, si mescola ad aria. Il getto che esce
e' dimezzato rispetto a quello originario, ma la sensazione 'lavante'
e' identica. Non solo si risparmia acqua, ma anche l'energia usata
per riscaldarla o distribuirla, ed e' stato calcolato un risparmio
di energia elettrica pari a 45 tep (tonnellate di petrolio equivalenti)
all'anno. ''Funziona: ora bisognerebbe estenderlo a tutta la regione
- ha spiegato Luigi Rambelli di Legambiente - se lo facessimo, risparmieremmo
il 10% dei 400 milioni di metri cubi che usiamo ogni anno per usi
civili. Cioe' 40 milioni di metri cubi, piu' dei 33 di capacita' della
diga di Ridracoli (quella che rifornisce 49 comuni delle province
di Forli'-Cesena, Ravenna, Rimini e della Repubblica di San Marino
ndr)''. L'assessore regionale all'Ambiente Lino Zanichelli ha spiegato
che obbiettivo del Piano di tutela delle acque regionale e' una riduzione
del 12% dei consumi regionali entro il 2016, per portare da 170 a
150 i litri usati al giorno da ogni abitante per usi domestici, da
249 a 219 per quelli civili. Non a caso da domani partira' la nuova
campagna di sensibilizzazione per spiegare ai cittadini 'buone prassi'
di risparmio idrico. Al progetto ha partecipato anche Jacopo Fo, con
la sua Libera universita' di Alcatraz. Alcatraz, attraverso la societa'
Merci Dolci, ha costituito un gruppo di acquisto per dispositivi per
risparmio idrico e energetico (tra cui i frangiflutti) che consente
un abbattimento del costo dell'apparecchio, e ha partecipato alla
campagna di sensibilizzazione per le vie di Bagnacavallo. ''Questa
e' un Regione straordinaria, con amministratori che stanno facendo
una rivoluzione - ha spiegato - abbiamo proposto questo sistema a
tutte le Regioni d' Italia, anche a quelle come Sicilia e Calabria
dove manca sempre l'acqua. Solo qui e a Bolzano hanno capito''. Ass. Tommasi: “In Calabria l’eolico si può fare se si rispettano le condizioni ambientali” 07/05 ''In Calabria l'eolico si puo' fare, purche' si basi su accordi
preventivi con la Regione e vengano rispettate le condizioni di equilibrio
e sostenibilita' ambientale''. E' quanto ha detto stamane a Roma l'assessore
all'ambiente della Regione Calabria, Diego Tommasi, coordinatore del
settore per conto della conferenza delle regioni, nel corso del convegno
organizzato da Legambiente in collaborazione con l'Associazione nazionale
Energia del Vento. ''La Calabria - ha aggiunto - a differenza di tante
altre regioni italiane e' un esportatore di energia elettrica ed ha
adottato un proprio Piano energetico regionale. Nonostante questa
particolare realta' siamo ben consapevoli che per rispettare gli impegni
del protocollo di Kioto e ridurre le emissioni inquinanti nell'atmosfera,
per tutelare maggiormente la salute dei cittadini, occorre puntare
sulle energie rinnovabili: dall'eolico al solare, al termico pulito.
Pero', con onesta', occorre anche dirci che anch'esse hanno un costo
socio-ambientale, e nel caso dell'eolico, anche paesaggistico''. ''Basta
partire - ha proseguito Tommasi - da una politica di concertazione
con ogni Regione interessata, rispettando almeno una serie di condizioni
minime e di base per la tutela ambientale, che possono essere sintetizzate
in cinque punti: costruire preventivamente una carta dei venti; approvare
un piano regolatore dell'eolico; assicurare il ripristino dei siti
utilizzati nel momento della dismissione degli impianti; garantire
le necessarie fideiussioni a copertura dei costi del ripristino ambientale;
obbligare la societa' installatrice delle pale ad avere la sede fiscale
nella regione in cui sono localizzati gli impianti''. A margine del
convegno di Legambiente e Anev, l'assessore Diego Tommasi ha avuto
un primo incontro con il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, durante
il quale ha scambiato una serie di riflessioni sui principali problemi
da affrontare sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni, e fissato
una prima agenda di incontri con il rappresentate del Governo. Legambiente: “L’eolico in Italia va a fatica” 05/07 Le pale degli impianti eolici, in Italia, continuano a ruotare
a fatica. I MW installati sono ormai 1.400 ma lo stacco che ci danno
i cugini europei e' ancora considerevole. L'eolico e' oggi la fonte
energetica con il maggior tasso di crescita a livello mondiale, con
un aumento della potenza installata pari al 20% nel 2004, per una
capacita' totale di 43.317 MW. Ma l'energia del vento e' anche la
strada per rispettare gli impegni di Kyoto e rilanciare il sistema
energetico italiano. E proprio questo e' stato il tema del convegno
organizzato da Legambiente in collaborazione con Anev- l'Associazione
nazionale energia del vento, che raccoglie le principali imprese nel
campo dell'eolico- che si e' svolto a oggi a Roma. Un appuntamento
al quale hanno partecipato, oltre a Francesco Ferrante e Oreste Vigorito,
rispettivamente direttore di Legambiente e presidente Anev; anche
Altero Matteoli, ministro dell'Ambiente, Antonio Martusciello, vice
ministro dei Beni culturali; Diego Tommasi, assessore Ambiente della
regione Calabria e coordinatore Ambiente Conferenza delle regioni;
Ermete Realacci presidente onorario di Legambiente. Al centro del
dibattito la capacita' dell'Italia di investire nelle energie rinnovabili.
L'eolico, appunto, e' oggi la fonte energetica con il maggior tasso
di crescita a livello mondiale, con un aumento della potenza installata
pari al 20% nel 2004, per una capacita' totale di 43.317 MW: "Una
sfida che il nostro Paese non puo' perdere- spiega Francesco Ferrante,
direttore generale di Legambiente- Non solo perche' l'Italia arranca
nel rispettare gli impegni del Protocollo di Kyoto, ma ancora di piu'
e' lo stesso sistema energetico nazionale ad essere in crisi. Il nostro
Paese ha tutte le carte in regole per investire nelle rinnovabili
a cominciare dal vento e dal sole". La UE indagherà sulla vicenda del Mercure 05/07 La Commissione europea contattera' le autorita' italiane per
indagare in merito alle questioni sollevate dall' interrogazione di
Monica Frassoni, del gruppo Verde-Ale, relativa alla correttezza dell'
iter autorizzativo, anche a livello di normativa europea, della Centrale
Enel di Laino Borgo. Lo hanno reso noto il Comitato salute ambiente
del Pollino (Cosa) e l' associazione ambientalista ''Il Riccio'' di
Castrovillari. ''Sono dunque apparsi fondati, anche a livello del
Parlamento europeo - hanno sostenuto le due organizzazioni in un comunicato
- i dubbi piu' volte espressi da comitati e associazioni, sul rispetto
delle norme comunitarie. Dopo il recente pronunciamento del Ministero
dell' Ambiente e della Regione Calabria sulla necessita', non evasa
dall' Enel, della valutazione di incidenza, questa indagine della
Commissione europea conferma tutte le perplessita' sollevate da popolazioni
della Valle e ambientalisti sul mancato rispetto di diverse e importanti
leggi per la tutela del territorio e dei suoi abitanti. E, d' altra
parte, i ripetuti interventi della magistratura e della forze dell'
ordine, loro si vigili e attenti, gia' avevano puntato il dito su
una situazione che tutto e' meno che trasparente''. ''Ci chiediamo
adesso - prosegue la nota - cosa aspettino ancora il Sindaco di Laino
Borgo, Mele, il Presidente dell' Ente Parco, Fino, e il Presidente
della Giunta provinciale di Cosenza, Oliverio, a intervenire, revocando
immediatamente le autorizzazioni concesse ad un progetto che, e' sotto
gli occhi di tutti, fa acqua da tutte le parti''. ''Le commissioni,
i tavoli di concertazione e quant' altro - hanno concluso le due associazioni
ambientaliste - sempre promessi e mai realizzati, rischiano di rivelarsi
solo un utile stratagemma per consentire all' Enel di proseguire indisturbata
nei lavori''. Giovedì 7 Convegno contro il Ponte sullo Stretto alla Casa delle Culture 05/07 “Un Ponte....per Chi?” è il titolo del convegno
dibattito promosso dall’Associazione G.E.N.S- Generazione Europea
Nuovo Sud- ed in programma per il prossimo giovedì 7 luglio
alle ore 17:00 presso la Casa delle Culture di Cosenza sul tema sempre
più imminente della potenziale realizzazione del Ponte sullo
Stretto. L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza, avrà
come relatori i docenti universitari Prof. Osvaldo Pieroni , sociologo
dell’Università della Calabria , ed il Prof. Alberto
Ziparo , urbanista dell’Università degli studi di Firenze.
Sarà presente al convegno anche Filippo Callipo, Presidente
degli Industriali calabresi e da sempre sensibile alle tematiche legate
allo sviluppo socio-economico della nostra regione. L’Ass. Pirillo incontra i responsabili delle fabbriche a biomasse 07/02 L’assessore regionale all’agricoltura, foreste
forestazione, caccia e pesca, Mario Pirillo, ha incontrato i responsabili
delle fabbriche di biomasse calabresi di Strongoli, Cutro, (provincia
di Crotone), e di Rende (provincia di Cosenza). Il colloquio è
servito per approfondire l’argomento inerente la produzione
di biomasse in Calabria, anche in relazione alla possibilità
di una interconnessione con il settore della forestazione calabrese.
Ciò segue le indicazioni fornite dall’assessore Pirillo,
in sede di programmazione, in merito all’esigenza di rendere
produttivo il comparto. La produzione di energia dall’utilizzo
delle biomasse nelle centrali (da immettere sul mercato nazionale)
sarà accompagnata dall’impiego degli operai forestali.
“Il progetto inoltre - ha inteso evidenziare il titolare al
dicastero, Pirillo - oltre che tutelare l’ambiente, consentirà
vantaggi economici non indifferenti per le casse regionali. L’attuale
fabbisogno di biomasse per le centrali è di un milione di tonnellate,
di cui 500 mila vengono prodotte in Calabria, e l’altra metà
viene importata. L’obiettivo sarà di garantire l’intera
produzione nella nostra regione”. Nasce un associazione nazionale per il risparmio energetico. Si chiama Asso Esco 02/07 Costituita la AssoEsco, l'associazione nazionale delle Energy
Service Company, societa' che hanno come principale obiettivo il risparmio
energetico e la conseguente riduzione delle emissioni inquinanti in
atmosfera. Presidente della AssoEsco e' stato nominato Gianfranco
Graziotti, amministratore delegato della Esco Tuscia di Viterbo. Vicepresidenti
sono stati eletti Vincenzo D'Agostino della Enem (Energia Mediterranea)
di Cosenza e Matteo Melloni, della Energie Alternative di Vicenza.
La costituzione dell'associazione e' avvenuta a Roma in concomitanza
con il seminario tecnico tenuto dal Gestore del mercato elettrico
(Gme) sulla borsa dei titoli di efficienza energetica (certificati
bianchi). In sede di costituzione e' stato anche definito il profilo
che le aziende, alcune delle quali a capitale misto pubblico privato,
debbano avere per rientrare nel novero delle Energy Service Company.
Tra l'altro e' stato stabilito che le Esco debbono essere aziende
di analisi, progettazione e realizzazione, con assunzione del rischio
per il mancato conseguimento del risparmio energetico atteso. In altri
termini qualora gli interventi eseguiti sugli impianti pubblici o
privati non riuscissero a conseguire l'obiettivo prospettato i costi
ricadrebbero per intero sulle stesse Esco. La AssoEsco, cui hanno
aderito 25 aziende specializzate operanti in Italia, si e' posta come
primo obiettivo la promozione d'interventi finalizzati al risparmio
energetico attraverso l'efficienza degli impianti termici ed elettrici
nonche' tramite l'adozione di sistemi alimentati con fonti rinnovabili
(solare, eolico, geotermico, biomasse, eccetera), contribuendo cosi'
al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto da parte dell'Italia. In Calabria 4 incendi su 5 sono dolosi 02/07 Quattro su cinque degli incendi boschivi che si verificano
ogni anno in Calabria sono di origine dolosa. A denunciarlo e' il
presidente di Legambiente Calabria, Lidia Liotta, facendo riferimento
alla campagna ''Non scherzate col fuoco'' promossa dalla stessa associazione
ambientalista e dal Dipartimento della Protezione civile. L' iniziativa
ha lo scopo di ''sensibilizzare amministratori locali e cittadini
affinche' s' impegnino in prima persona nella difesa dei nostri boschi''.
''Gli incendi boschivi - afferma Lidia Liotta - continuano ad essere
un fenomeno pressoche' costante nel nostro Paese. Anche se nel 2004
e' stata registrata una diminuzione del 30 per cento rispetto all'
anno precedente, la situazione degli incendi, nell' ultimo quinquiennio,
e' rimasta a grandi linee invariata. Il buon lavoro svolto dalle istituzioni
e dal volontariato comincia a dare buoni risultati, ma per fermare
significativamente il fenomeno occorre bloccare a monte la possibilita'
di speculare sugli incendi boschivi. Sono soprattutto i Comuni ad
avere le armi per fermare i roghi, come il catasto delle aree percorse
dal fuoco per bloccare gli speculatori e le campagne informative in
favore dei fruitori del bosco, strumenti fondamentali ancora troppo
spesso disattesi''. Firmato dalla Provincia di Cosenza il protocollo per il monitoraggio ambientale 01/07
E' stato firmato il protocollo di intesa tra la Provincia di Cosenza
ed il Consorzio Valle Crati per l' avvio di un progetto di monitoraggio
atmosferico nelle zone a forte conurbazione della provincia. All'
incontro hanno preso parte il presidente della Provincia, Mario Oliverio,
l' assessore all' Ambiente, Luigi Marrello, il presidente del Consorzio
Valle Crati, Mario De Rose, il dirigente del settore Ambiente della
Provincia, Toscano. Per effetto di quanto stabilito nel protocollo,
l' Amministrazione sara' in grado di verificare i parametri piu' importanti
dell' atmosfera in alcuni punti nevralgici del territorio ed avere
quindi a disposizione una relativa, propria banca-dati. La rilevazione
partira' la prossima settimana e verra' effettuata mediante una apposita
centralina mobile che sostera' nei diversi punti individuati per un
periodo di quattro giorni nelle diverse successioni stagionali. Le
zone di rilevazione saranno monitorate per tutte le stagioni per complessive
384 ore. L' indagine, e' scritto in una nota, permettera' di mettere
a fuoco la generale qualita' dell' aria valutata in relazione alla
tipologia del centro urbano, controllando l' eventuale presenza o
assenza di potenziali contaminanti. La sofisticata attrezzatura di
cui sono dotate le centraline consentira' agli esperti di considerare
dati relativi al monossido di carbonio, alle particelle sospese, agli
ossidi di azoto, anidride solforosa, ozono, benzene ed altri idrocarburi.
''L' assessorato all' Ambiente - ha sostenuto Marrello - ha voluto
fortemente questa azione di governo perche' l' Ente possa dotarsi
di dati propri, grazie ai quali si possano concertare con altri soggetti
istituzionali azioni di eventuali correzioni o di bonifiche. Questo
il motivo perche' il primo step di azioni, che riguardera' comunque
tutta la provincia di Cosenza, sara' particolarmente indirizzata alle
aree piu' antropizzate ed a quelle meritevoli di particolare attenzione''.
Bevilacqua (AN) chiede all’Enel di rivedere il tracciato dell’elettrodotto. L’Enel replica; non c’entriamo 01/07 Rivedere i criteri di costruzione del nuovo elettrodotto da
Laino Borgo a Rizziconi: a chiederlo, in una interrogazione al Ministro
dell' Ambiente, e' il sen. Francesco Bevilacqua, di An, a giudizio
del quale il nuovo elettrodotto sta provocando allarme nella popolazione
dei territori interessati al passaggio della linea che prevede una
potenza di una tensione di 380 mila volt. ''L' elettrodotto - afferma
Bevilacqua - attraversera' la Calabria da nord a sud per circa 218
chilometri, attraversando 59 comuni distribuiti su quattro province:
31 nel cosentino, undici nel catanzarese, cinque nel reggino e 12
nel vibonese. Per la parte riguardante la provincia di Vibo Valentia,
il tracciato scelto nel progetto sembra essere diverso da quello approvato
in sede di conferenza dei servizi e, nel suo percorso, lambisce anche
l' abitato di Filogaso. Questo allarma particolarmente i cittadini
per i possibili danni alla salute causati da esposizione a campi magnetici''.
''Nel piano energetico ambientale regionale nella parte relativa al
collegamento fra le stazioni elettriche di Laino e Rizziconi - prosegue
Bevilacqua - la Regione impegna il gestore della rete, nelle zone
antropizzate, a realizzare la rete di distribuzione sotto traccia
e l' impossibilita' tecnica dovra' essere scientificamente provata
e non dovra' essere dettata da criteri di economicita'. Il Ministero,
pertanto, dovra' verificare se quanto contenuto nel piano regionale
sia vincolante relativamente all' obbligo di interramento della linea,
e quindi intervenire presso l' Enel per ottenere la modifica del progetto
per renderlo rispondente agli impegni presi in sede di conferenza
dei servizi''. Federcaccia chiede un piano per l’abbattimento dei cinghiali nel Parco della Sila 30/06 Il presidente Federcaccia della provincia di Cosenza, Vincenzo
Martino ha scritto al presidente del Parco della Sila, Antonio Garcea,
per sollecitare interventi (''pianificando e contenendo la densita'
della specie'') allo scopo di ridurre i danni provocati alle aziende
agricole dalla crscente presenza di cinghiali. Martino, nella lettera
a Garcea, evidenzia inoltre ''la necessita' di elaborare un articolato
piano sperimentale di abbattimento selettivo del cinghiale all' interno
del Parco, utilizzando i cacciatori residenti ed opportunamente organizzati,
al fine di ottenere efficaci risultati con costi zero''. Il presidente
provinciale della Federcaccia di Cosenza sottolinea la necessita'
di ''prendere in seria considerazione l'opportunita' di istituire
all'interno del Parco stesso determinate strutture faunistiche consistenti
nell' individuazione di apposite aree da destinare rispettivamente
a zone addestramento cani ed a zone di ripopolamento e cattura, ricordando
che analoghe iniziative sono gia' state da tempo avviate all'interno
del Parco del Ticino ed in altri parchi d' Italia''. Il 7 luglio alla Casa delle Culture convegno su “Un ponte per chi?” 30/06 “L’Associazione G.E.N.S - Generazione Europea Nuovo
Sud-, - si legge in una nota del Presidente Francesco Precenzano-
nata con il precipuo scopo di promuovere sul territorio una serie
di azioni politiche, sociali e culturali dirette a sviluppare una
coscienza ed una sensibilità sempre maggiore sulle reali potenzialità
e risorse del nostro territorio e sulla necessità di uno sviluppo
economico compatibile con la tutela dell’ambiente e del patrimonio
culturale e storico delle sue popolazioni rivolgendo, in particolare,
la sua attenzione all’interazione della società civile
ed all’individuazione di nuove forme di partecipazione democratica,
ha inteso promuovere per il prossimo giovedì 7 luglio alle
ore 17:00 presso la Casa delle Culture di Cosenza, un convegno- dibattito
dal titolo “Un ponte… per Chi?”, aperto a tutta
la cittadinanza, sul tema sempre più imminente della potenziale
realizzazione del Ponte sullo stretto. Il convegno a cui prenderanno
parte in qualità di relatori i docenti universitari Prof. Osvaldo
Pieroni , sociologo dell’Università della Calabria ,
ed il Prof. Alberto Ziparo , urbanista dell’Università
degli studi di Firenze, nasce appunto nello spirito di coinvolgere
e creare una rete di associazioni e movimenti che unitamente ai vari
comitati spontanei sorti nella città e nella provincia di Reggio
Calabria e di Messina, città direttamente interessate dall’imminente
opera, sviluppi anche in questa provincia e, cosi, in tutta la regione,
la partecipazione ed il dibattito intorno ad un’opera la cui
realizzazione, per le molteplici ricadute e problematiche che innescherebbe,
richiede una riflessione profonda ed articolata. In tal senso, a tale
iniziativa, promossa dall’Associazione G.E.N.S hanno aderito
in modo attivo diverse altri soggetti e movimenti della società
civile, quali l’Associazione Bruzia, l’Associazione Diogene
l’Associazione La Città Futura, l’Associazione
Sant’Ivo, il Gruppo di cittadini “Amici della non Violenza”,
tutte di Cosenza, il Movimento Vattimo di San Giovanni in Fiore, nonchè
l’Associazione D.E.U. di Bologna, con lo spirito di una piccola
rete che su temi ed obiettivi condivisi possa cominciare a realizzare
azioni ed iniziative comuni. Tutta la cittadinanza è invitata
a partecipare.” Aumentano gli eco-mostri sulle coste italiane. Ecco le bandiere nere, anche al Ministro Martino 30/06 Un mare di illegalita'. In Italia i reati ambientali accertati
nel 2004 dalle forze dell'ordine sono stati poco meno di 20.000, vale
a dire cinque illeciti ogni due chilometri, il 7% in piu' rispetto
al 2003 e concentrati soprattutto al Sud. E se la maggioranza delle
acque italiane ancora gode di una discreta salute, la percentuale
di mare inquinato e' comunque cresciuta del 7%. Raddoppiati i sequestri
di strutture abusive sul demanio marittimo, passati dalle 760 alle
1367, pari ad un incremento dell'81% sul territorio nazionale e con
punte massime del 122% in Sicilia. E' quanto emerge dal rapporto di
Legambiente, Mare Nostrum 2005, presentato in occasione dei vent'anni
di Goletta Verde, la storica campagna che ogni estate fa il punto
sullo stato delle acque di balneazione, sulla salute dei parchi del
mediterraneo e porta avanti la lotta ai pirati del mare e delle coste.
Le cattive notizie non finiscono pero' qui. In aumento del 15% i reati
nel settore dell'inquinamento e della cattiva depurazione (1.406 del
2004 contro i 1.224 nel 2003), mentre metalli pesanti, pesticidi e
altre sostanze pericolose si trovano persino sui fondali delle aree
marine protette, come si ricava dai dati del monitoraggio predisposto
dal ministero dell'ambiente e che non a caso ha inserito oltre 85.000
ettari di mare nel Piano nazionale di bonifica. Un monito, dunque,
a guardare anche a monte, secondo il direttore generale del ministero
Aldo Cosentino, ''alle colline e alle montagne che sono spesso fonti
di inquinamento delle nostre acque''. A essere responsabili del cattivo
stato del nostro ecosistema non sono pero' solo le grandi industrie
con i loro scarichi e la criminalita' organizzata ma anche i singoli
cittadini. Sono infatti cresciuti anche le infrazioni del codice della
navigazione e i reati di pesca di frodo, aumentati addirittura di
un terzo (6.736 nel 2004 contro 5.060 nel 2003). Insomma per il presidente
di Legambiente Roberto Della Seta siamo di fronte ad ''impunita' generalizzata
e sempre piu' arrogante''. E su tutti colpisce ovviamente il boom
dell'abusivismo edilizio. Il raddoppiamento del numero dei sequestri
infatti se da una parte e' il segno di una maggiore efficacia delle
forze dell'ordine e' anche la testimonianza che ''le violazioni diventano
sempre piu' gravi'', ha spiegato Della Seta. Diffuso su tutta la penisola,
l'abusivismo ha pero' una veste diversa al nord, dove perlopiu' si
ristruttura, e al sud, dove invece si costruisce ex-novo. E' di nuovo
comunque il mezzogiorno a vincere il triste primato con al primo posto
la Sicilia con 696 infrazioni (+19%), seguita dalla Puglia con 489
notizie di reato, 617 persone denunciate e 200 sequestri effettuati,
e dalla Campania con 437 infrazioni accertate, 632 persone segnalate
all'autorita' giudiziaria ma il piu' alto numero di sequestri eseguiti,
ben 259. Anche in questo caso non c'e' salvezza neppure per il mare
protetto: lungo i 38 km di coste della Riserva di Capo Rizzuto gli
inquirenti hanno scoperto una vera e propria spartizione tra cosche
del territorio e delle abitazioni. E tra i tanti danni che di cui
l'abusivismo e' responsabile, c'e' anche l'erosione delle coste, denuncia
Legambiente. Delle 3734 chilometri di spiagge italiane la meta' e'
soggetta a fenomeni di erosione, pari al 23% di tutte le coste della
penisola. Molise, Basilicata, Calabria le regioni piu' minacciate
e Liguria e Emilia Romagna sono intervenute solo sulla meta' dei tratti
a rischio. E cosi' puntuali come ogni anno sono arrivate le Bandiere
nere, un vessillo che viene consegnato da Legambiente ai 'pirati del
mare'. Dodici colpevoli, tra cui due societa' liguri per la costruzione
di un porto turistico alla foce del Bisagno per oltre 150 mila metri
quadrati e per la costruzione di una decina di container-bungalow
che ''hanno distrutto in maniera irreversibile'' la pineta della collina
di Baia Blu (Spezia). Parte “Goletta Verde 2005”, quest’anno in giro per tutto il Mediterraneo 30/06 Alla volta del Mediterraneo per difenderne acque, coste, parchi
ma anche la biodiversita': Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente,
compie vent'anni e festeggia avventurandosi per la prima volta nel
cuore del mare nostrum con una nuova imbarcazione, Kalea, che tocchera'
le coste di Francia, Spagna, Malta e Tunisia. Novita' che non vogliono
dire pero' abbandono del consueto monitoraggio dello stato di salute
delle acque, che in due decenni ha portato Goletta Verde a solcare
160.000 chilometri di mare, a ormeggiare le proprie navi in 800 diverse
destinazioni e ad analizzare 8.000 campioni d'acqua, ne' significano
che si allenteranno le maglie della lotta all'abusivismo e all'inquinamento
attraverso l'identikit delle coste. La Pietro Micca e la Catholica,
le due imbarcazioni storiche della campagna di Legambiente, dunque,
continueranno a fare il loro mestiere di sentinelle del mare e a denunciare
''le illegalita' compiute ai danni delle coste'', sottolinea il presidente
nazionale dell'associazione ambientalista Roberto Della Seta, ma da
quest'anno Goletta Verde avra' ''un occhio di riguardo'' anche per
gli altri mali ''che affliggono il Mediterraneo, dal petrolio agli
scarichi da terra fino ai cambiamenti climatici''. Se, infatti, e'
vero che il 7% delle specie vegetali presenti sulla Terra si concentra
nei Paesi che si affacciano sul mediterraneo, qui si trova anche il
12% di quelle a rischio estinzione e la cultura delle aree protette
non e' affatto diffusa omogeneamente lungo le coste del Mare nostrum,
passando dal 15% di Israele e al 14% della Francia allo 0,1% della
Libia. In mezzo, Italia, Spagna e Cipro che ne proteggono solo l'8%,
seguiti da Croazia (7,4%) e Slovenia (5,9%), mentre a grande distanza
si trovano Tunisia, Bosnia Erzegovina e Libano (0,5%). Nel mondo della
comunicazione,infine, due i partner di Goletta Verde: Vodafone, che
permettera' di ricevere informazioni sullo stato dei mari via internet
o via sms, e l'Espresso che con un reportage in cinque puntate e quattro
racconti di mare a firma di Mauro Kovacic, Giorgio Faletti, Salvatore
Niffoi e Melissa P. informera' i lettori sulla salute delle acque
e le attivita' di denuncia. Convegno sul presidio idrogeologico integrato a Lamezia 29/06 Si e' svolto questa mattina al Grand Hotel Lamezia il convegno
''Verso il presidio idrogeologico integrato'' promosso dalla Why Not
Management Consultants Srl, societa' che gestisce il servizio di sorveglianza
idraulica nella regione Calabria. L'incontro di oggi, al quale hanno
preso parte gli oltre 200 sorveglianti idraulici della Calabria, sono
stati esposti i risultati raggiunti dal servizio di sorveglianza idraulica
svolto dal 1999 ad oggi, da quando cioe' la Regione ha avviato un'attivita'
di sorveglianza idraulica, istituendo in via sperimentale un servizio
per il controllo dei corsi d'acqua della Regione, i cui dati rilevati
sono risultati fondamentali per la redazione del Piano di assetto
idrogeologico regionale. La Regione Calabria ha inoltre deliberato
lo scorso dicembre, di concerto con l' Autorita' di Bacino regionale,
di attivare i Presidi Territoriali Idrogeologici e Idraulici (PTII)
nelle 13 aree programma gia' individuate e oggetto del servizio di
Sorveglianza idraulica, al fine di attuare un servizio stabile e strutturato
in grado di assolvere sia alle esigenze connesse alla manutenzione
ed al controllo del territorio calabrese, sia connesso alla predisposizione
di piani e di programmi finalizzati alla difesa del suolo. Ma a distanza
di 6 mesi, la legge regionale non e' stata ancora attuata, ed attualmente
il servizio di sorveglianza idraulica e' svolto dalla Why Not che
gestisce il servizio in outsourcing per conto della Regione. L'attivita'
dei presidi rientra nell' ambito dell' organizzazione di un sistema
integrato per garantire la funzionalita' del bacino ed e' finalizzata
al controllo ed al monitoraggio dei bacini idrografici, alla regolazione
e al controllo delle attivita' antropiche e alla riduzione del rischio
idrogeologico, cosi' come definito nel Piano Stralcio di Bacino per
l' Assetto Idrogeologico (PAI). All' incontro ha preso parte l' assessore
regionale ai lavori pubblici Luigi Incarnato: ''ho preso in esame
la delibera della giunta che sara' attuata dopo uno studio accurato.
Come assessorato mi sto preoccupando di mettere insieme il lavoro
che si sta realizzando nei vari bacini, anche se ritengo che sui bacini
bisogna avere una visione piu' sinergica, nel senso che occorre avviare
una programmazione sinergica tra i settori, come l' agricoltura, l'
ambiente, i lavori pubblici''. Per l' assessore regionale infatti
occorre avviare una strategia comunitaria che coinvolga tutti gli
attori: solo cosi' si potra' rendere un servizio utile al territorio''.
Per Incarnato in Calabria ''e' mancata una programmazione sul ciclo
integrato delle acque che spesso non solo ha avuto una negativita'
dal punto di vista idrico ed idropotabile, ma anche una ricaduta negativa
per quanto riguarda l' assetto idrogeologico''. Molti problemi che
si sono verificati sono stati causati dalla natura ma spesso anche
dall' uomo, ha sottolineato l' assessore ai lavori pubblici, ''naturalmente
bisogna scindere le due cose, ma una cosa e' certa: avere 500 corsi
d'acqua in Calabria, senza avere una manutenzione, senza sapere se
ci sono abusi, discariche e quant'altro certo non funziona, questo
provoca inondazioni, infiltrazioni di acqua in punti delicati del
territorio che hanno poi provocato conseguenze disastrose, come Soverato
o Cerzeto. Al convegno di oggi ha relazione il professore ordinario
di costruzioni idrauliche all' Universita' della Calabria Franco Macchione,
mentre i lavori sono stati moderati da Giancarlo Franze', amministratore
delegato della Why Not. All' incontro hanno preso parte, tra gli altri,
il rappresentante sindacale della Cisl, Aldo Libri, della Cisl Rosetta
Raso e della Uil Antonio Verrino. Martino (Federcaccia): “Affrontare il problema dei cinghiali nel Parco del Pollino” 28/06 ''Il problema dei cinghiali che vede confrontarsi il presidente
del Parco del Pollino, Francesco Fino, gli agricoltori, i cacciatori
e i sindaci dei paesi della Lucania e della Calabria, e' un problema
i cui risvolti negativi, da noi ampiamente previsti e puntualmente
denunciati in tempi non sospetti, non possono lasciare indifferenti
chi come noi ha seguito e segue con particolare attenzione l' evolversi
di un fenomeno la cui gravita' era stata gia' sufficientemente evidenziata
in una deliberazione del Consiglio direttivo dell' Ente''. A sostenerlo
e' stato Vincenzo Martino, presidente della sezione cosentina della
Federazione italiana della Caccia (Fidc). ''Un lavoro, quello dell'
Ente Parco - ha aggiunto Martino - fatto con indubbio rigore tecnico-scientifico,
ma giunto con enorme ritardo. Gli stessi risultati del monitoraggio
dei danni procurati dai cinghiali, e regolarmente risarciti dall'
Ente sin dalla meta' degli anni '90 a tutto il 2003, suggeriscono
provvedimenti efficaci che si sarebbero dovuti assumere gia' da molti
anni. Oggi, - ha proseguito Martino rivolgendosi al Presidente dell'
Ente Parco - non e' piu' consentito discutere. E' tempo di agire.
Occorre affrontare il fenomeno con determinazione. La Federcaccia
provinciale, con tutto il suo bagaglio di esperienze e professionalita'
e' pronta a dare il suo contributo per affrontare l' emergenza''.
Per Martino e' necessario predisporre ''gli strumenti amministrativi
per la caccia di selezione nel Parco e fuori Parco e organizzare,
con la collaborazione di tutte le associazioni venatorie, due forme
di prelievi: il prelievo di selezione che si pratica con massimo due
cacciatori su altane strategicamente scelte e il prelievo in girata
che si pratica con squadre di sei cacciatori massimo e con l' ausilio
di un limiere, opportunamente distribuiti sul territorio. Il tutto
sotto il controllo diretto del personale del coordinamento territoriale
per l' ambiente del Corpo forestale dello Stato o delle guardie venatorie
della Provincia. Queste due forme di prelievo - ha concluso Martino
- hanno un impatto ambientale molto contenuto e consentono di ottenere
risultati sicuramente molto apprezzabili e senza spese per la comunita'''. Zuccherini (Prc): “Grave situazione ambientale in Calabria, distribuiremo cartoline da inviare a Loiero” 26/06 “In questi giorni migliaia e miglia di cartoline saranno
distribuite ai cittadini calabresi ai quali si chiederà di
spedirle al Presidente della Giunta Regionale”. E’ quanto
afferma in una nota il Commissario Regionale di Rifondazione Comunista,
Stefano Zuccherini. “Con questa iniziativa – prosegue
Zuccherini - Rifondazione comunista intende porre all'attenzione del
Presidente Loiero ma, soprattutto dei cittadini calabresi, la grave
situazione ambientale che sta interessando la regione. Una vera è
propria campagna di massa - quella di Rifondazione - che si articolerà
attraverso l'organizzazione di banchetti, assemblee, ordini del giorno
presentati nelle assemblee elettive. Una mobilitazione per chiedere,
innanzitutto, che venga al più presto ripristinata la gestione
ordinaria del ciclo dei rifiuti e delle acque anche al fine di stabilire
un consenso diffuso ed informato della popolazione, delle istituzioni
locali, delle associazioni ambientaliste nelle scelte di politiche
ambientali e nella gestione del proprio territorio. Per Stefano Zuccherini
le politiche adottate in questi anni dall'Ufficio del Commissario
per l'Emergenza Ambientale si sono dimostrate fallimentari sia nella
gestione del ciclo dei rifiuti che in quello delle acque reflue. Le
continue emergenze rifiuti e le stagioni estive puntualmente compromesse
dalle condizioni delle acque di balneazione dimostrano che è
necessaria al più presto una svolta in questo settore. Nel
Ciclo dei Rifiuti - per Zuccherini - è necessaria una politica
che punti al massimo sulla riduzione, la raccolta differenziata, il
riciclaggio evitando la realizzazione di megaimpianti, nuove discariche,
inceneritori. In questo quadro Rifondazione chiede una vera e propria
moratoria nella costruzione di grandi impianti e di discariche il
cui obiettivo è quello di fare a meno di impianti a rischio,
di minimizzare volumi e rischi ambientali delle discariche, di risparmiare
sull'uso di territorio e di perseguire, in sintonia con le stesse
direttive della Comunità europea e della legislazione vigente,
delle politiche che privilegino la riduzione della produzione di rifiuti,
la raccolta differenziata e il riciclaggio in direzione di una economia
"a rifiuto zero". L’ass. Tommasi e l’Anci aderiscono all’iniziativa di Oliverio sulla depurazione 25/06 “La posizione assunta dal Presidente della Provincia
di Cosenza, on. Mario Oliverio, non può che non essere condivisa”
afferma in una nota l’assessore regionale all’Ambiente,
Diego Tommasi a proposito delle recenti prese di posizone del Presidente
della Provincia di Cosenza sulla depurazione che ha indetto per lunedì
una riunione a Catanzaro. “Il sistema depurativo calabrese –
continua Tomamsi - versa in uno stato comatoso. La situazione che
abbiamo ereditato ci preoccupa molto. Il completamento di alcune opere
e la sistemazione di altre non doveva avvenire così in ritardo:
oggi si è ridato il via ad una serie di interventi strutturali
che consentiranno un miglioramento della situazione. L’impegno
della Giunta regionale per l’emergenza depurazione in Calabria
è grande e si è potuto addivenire all’elaborazione
di un Piano per fronteggiare l’ emergenza grazie alla piena
sinergia tra i vari assessorati. Parte integrante per l’attuazione
di questi interventi sono stati il vicepresidente con delega al Bilancio,
Nicola Adamo e dell’assessore ai Lavori Pubblici, Luigi Incarnato,
tutto sotto l’egida del Presidente on, Agazio Loiero. Rifondazione di Potenza contraria alla Centrale del Mercure 25/06 La costruzione della centrale a biomasse del Mercure e' ''una
seria ipoteca contro l' ambiente e l' economia della zona del Mercure'':
lo ha detto, in una nota, il segretario provinciale di potenzadel
Partito della Rifondazione comunista, Angela Lombardi, secondo la
quale, in Basilicata ''e in particolare in una zona come quella del
Mercure, che e' praticamente nel cuore del Parco Nazionale del Pollino,
si puo' costruire un' economia che valorizzando le risorse ambientali,
naturali e culturali possa essere una fonte di reddito per le popolazioni
locali''. ''Siamo con le popolazioni locali che si oppongono alla
centrale - ha aggiunto - e ci pare vergognoso da parte di alcuni il
tentativo di creare un clima di contrapposizione con i lavoratori
impegnati nella costruzione della centrale con cui siamo solidali
ma che non possono essere usati come arma di ricatto per imporre la
continuazione dei lavori''. ''Appoggiamo la richiesta - ha concluso
Lombardi - che le istituzioni lucane, la Regione Basilicata e la Provincia
di Potenza, hanno fatto di un incontro urgente con le omologhe istituzione
calabresi e con l' Enel per trovare una soluzione che secondo noi
debba impedire la realizzazione dell' ennesimo 'mostro' ''. Numerose adesioni all’iniziativa del Presidente Oliverio sui depuratori. Lunedì conferenza a Catanzaro 24/06 Sono oltremodo numerose le adesioni all’iniziativa lanciata
dal Presidente della Provincia di Cosenza, onorevole Mario Oliverio,
che per Lunedì prossimo, 27 Giugno, alle ore 11,00, ha convocato
una conferenza stampa a Catanzaro Lido, presso la sede del Commissario
Delegato per l’Emergenza Ambientale, allo scopo di richiamare
l’attenzione sui gravissimi ritardi che sulla depurazione fa
registrare la gestione commissariale. Rifondazione chiede iniziative per ripristinare la normalità del ciclo dei rifiuti e depurazione 24/06 L' immediato ripristino della gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti e delle acque e' la richiesta posta a base di una mobilitazione che il partito della Rifondazione comunista avviera' a breve attraverso la distribuzione di migliaia di cartoline da spedire al presidente della Giunta regionale. La mobilitazione, e' scritto in un comunicato del partito, si articolera' con la realizzazione di banchetti, assemblee, ordini del giorno presentati nel Consigli elettivi. ''Le politiche adottate in questi anni dall' Ufficio del commissario per l' emergenza ambientale - sottolinea Stefano Zuccherini, commissario regionale del partito - si sono dimostrate fallimentari sia nella gestione del ciclo dei rifiuti che in quello delle acque reflue. Le continue emergenze rifiuti e le stagioni estive puntualmente compromesse dalle condizioni delle acque di balneazione dimostrano che e' necessaria al piu' presto una svolta in questo settore''. Per Zuccherini ''nel ciclo dei rifiuti e' necessaria una politica che punti al massimo sulla riduzione, la raccolta differenziata, il riciclaggio evitando la realizzazione di megaimpianti, nuove discariche, inceneritori. In questo quadro Rifondazione chiede una vera e propria moratoria nella costruzione di grandi impianti e di discariche il cui obiettivo e' quello di fare a meno di impianti a rischio, di minimizzare volumi e rischi ambientali delle discariche, di risparmiare sull' uso di territorio e di perseguire, in sintonia con le stesse direttive della Comunita' europea e della legislazione vigente, delle politiche che privilegino la riduzione della produzione di rifiuti, la raccolta differenziata e il riciclaggio in direzione di una economia 'a rifiuto zero'''. ''La Calabria, oggi - evidenzia ancora Zuccherini - non raggiunge nemmeno il 10% di differenziata nonostante gli obiettivi prevedevano il 15% nel 1999, 25% nel 2001, 35% nel 2003. Per Rifondazione una nuova politica va realizzata ponendosi l' obiettivo di andare oltre le percentuali previste dalla legislazione vigente. Occorrono vere azioni positive che coinvolgano tutte le istanze sociali e produttive nell' attuazione di questi obiettivi''. Nel settore della depurazione, infine, ''a fronte della gravita' della situazione ambientale e delle numerose e continue vertenze dei lavoratori impegnati a difendere il loro posto di lavoro e a reclamare il pagamento degli stipendi loro dovuti - sostiene Zuccherini - abbiamo assistito ad un irresponsabile rimpallo di responsabilita' tra l' Ufficio del Commissario e alcune Province. In questo senso Rifondazione chiede che venga costituita una commissione indipendente di esperti per una indagine dettagliata sulla gestione degli impianti di depurazione presenti sul territorio regionale''. Si è dimesso il presidente della Comunità del Parco del Pollino 24/06 Il presidente della Comunita' del Parco del Pollino, Gaetano
Palermo, si e' dimesso dal suo incarico per ''agevolare - e' scritto
nella lettera di dimissioni - i componenti delle comunita' delle due
regioni a ritrovare l' auspicata e necessaria unita' di gestione del
Parco''. Le dimissioni sono state comunicate con una lettera che Palermo
ha inviato componenti la Comunita', al Presidente e al Direttore dell'
Ente Parco. ''L' esperienza da me vissuta in questi anni - ha scritto
Palermo - sebbene svoltasi durante un periodo di grande difficolta',
dettata da una lunga crisi politica della stessa Comunita', e' stata,
comunque, esaltante e proficua in termini di risultati. Mi ritengo,
infatti, soddisfatto degli obiettivi raggiunti. Tra quelli piu' rilevanti
l 'approvazione della riperimetrazione e del regolamento per l'abbattimento
selettivo dei cinghiali, approvati prima dalla Comunita' del Parco
e poi dal Consiglio direttivo, l' avvio della discussione per l' approvazione
del Piano per il Parco, gia' licenziato dal Consiglio direttivo. Importante
e' stato il lavoro svolto dal Presidente del Parco e dall' esecutivo
per cercare di ridurre in maniera determinante la giacenza di cassa
prodotta da un'inefficiente gestione precedente. Un obiettivo conseguito
che va ascritto alla sinergia e all' unita' d' intenti attuata per
tale scopo''. ''Voglio ringraziare tutti coloro - ha concluso Palermo
- che in ogni modo hanno sostenuto la mia opera e reso piu' facile
e gradito il mio compito, attraverso la loro disponibilita' e la cordialita'
dei rapporti, augurando loro un buon lavoro che, sono certo produrra'
ulteriori importanti risultati da tutti attesi''. La regione Basilicata e la Provincia di Potenza chiedono un tavolo istituzionale per la centrale del Mercure 24/06 Un tavolo istituzionale permanente nel quale affrontare i temi
legati alla Centrale del Mercure e allo sviluppo sostenibile dell'area
interessata al progetto: e' quanto hanno chiesto all'Enel l'assessore
all'Ambiente della Regione Basilicata, Giovanni Rondinone, e il presidente
della Provincia di Potenza, Sabino Altobello. Lo ha reso noto, con
un comunicato, l'ufficio stampa della Giunta. Nella nota viene sottolineato
che per il 28 giugno era stato convocato un incontro con la partecipazione
della Regione Calabria e della provincia di Cosenza, ma l'Enel, all'ultimo
momento, ha chiesto il rinvio per l'assenza dei propri rappresentanti.
Rondinone e Altobello - conclude la nota della regione - preoccupati
per l'ulteriore rinvio, hanno deciso una iniziativa incalzante nei
confronti dell'Enel per la definizione e l'avvio del tavolo istituzionale
di cui faranno parte anche i rappresentanti istituzionali della Regione
Calabria e della Provincia di Cosenza. Il Ministro Valentino firma fondi per tre milioni di euro a Reggio per lavori ambientali 23/06 ''Il Ministro dell'Ambiente ha firmato il decreto di finanziamento
con il quale sono stati finanziati 1.758.000 euro per la messa in
sicurezza del torrente Condorato e 1.137.000 euro per la sistemazione
del suolo della localita' Malavenda di Reggio Calabria''. Lo ha reso
noto il sottosegretario alla giustizia Giuseppe Valentino. ''L'iniziativa
del governo - e' scritto in una nota - ribadisce l'attenzione nei
confronti della citta' di Reggio Calabria e per tale ragione il sottosegretario
alla giustizia Giuseppe Valentino ha inviato i suoi ringraziamenti
al Ministro Matteoli. Valentino ha sottolineato, nella circostanza,
quanto apprezzamento meriti l'impegno del Governo su un tema di grande
attualita' come quello dell'ambiente, cosi' avvertito nelle aree calabresi
dove, nel corso degli anni, si sono spesso verificati eventi con conseguenze
gravissime per il territorio ed i suoi abitanti''. ''L'impegno del
governo - conclude la nota - tende a realizzare maggiore sicurezza
grazie a opere tese ad opporre e contenere eventi naturali altamente
dannossi''. La commissione Ecomafie, ora in Basilicata, rivela un traffico di plutonio verso Saddam 23/06 E' per traffico internazionale di materiale nucleare finalizzato
all'armamento (probabilmente verso l'Iraq di Saddam) il fascicolo
aperto nel 1999 dalla procura antimafia di Potenza sulle attività
del Centro Enea di Trisaia di Rotondella (Matera). Lo ha rivelato
stamani a Potenza il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta
sui rifiuti, il deputato di Forza Italia Paolo Russo. La Commissione
ha tenuto una conferenza stampa alla prefettura del capoluogo lucano
al termine di una serie di audizioni, iniziate ieri, sul ciclo integrato
dei rifiuti in regione. La trasferta in Basilicata, che rientra in
un giro di audizioni in tutte le regioni d' Italia, e' stata anticipata
dopo la pubblicazione su L'Espresso di un memoriale di un pentito
della 'ndrangheta su di una presunta discarica di scorie nucleari
del Centro Enea, nelle campagne fra Pisticci e Ferrandina (Matera).
La Commissione ha sentito ieri fra gli altri il procuratore capo di
Potenza, Giuseppe Galante, e il sostituto antimafia Felicia Genovese,
titolari dell'inchiesta, e il direttore dell' impianto Itrec del Centro
di Trisaia, Tommaso Candelieri, accusato dal pentito di smaltimento
illecito di materiale radioattivo. I magistrati hanno spiegato di
aver avviato ricerche capillari con metal detector nell' area indicata
dal pentito per la discarica, e che serviranno mesi per completarle.
Candelieri ha respinto tutte le accuse (ha gia' querelato L' espresso)
e ha detto che e' tecnicamente impossibile portare via 600 fusti dall'
Enea in una notte, come ha raccontato il pentito, e che non basterebbero
due notti. La procura antimafia potentina ha aperto un' inchiesta
sull' Enea di Rotondella nel 1999, su segnalazione di un presunto
traffico di plutonio (materiale di uso esclusivamente bellico) dal
Centro verso l' Iraq. ''Non e' stato accertato che sia passato del
plutonio per la Trisaia'' ha detto il presidente della Commissione.
L' indagine pero' non e' chiusa: ''La procura sta facendo un buon
lavoro - ha aggiunto Russo - e ha le idee chiare su come inquadrare
l' inchiesta''. Secondo il parlamentare, nell' ambito delle indagini
i magistrati lucani avevano gia' avuto in passato segnalazione di
una discarica di scorie radioattive dell' Enea fra Pisticci e Ferrandina,
a Coste della Cretagna. ''Una parte di accertamenti erano stati fatti
- ha detto Russo - con esiti non brillanti''. Poi alcune settimane
fa e' arrivato il memoriale del pentito della 'ndrangheta pubblicato
da L' espresso. Secondo il presidente della Commissione, il documento
e' stato consegnato alla procura contemporaneamente alla pubblicazione.
A quel punto la Dda ha incaricato il Corpo Forestale e l' Istituto
di Geofisica di Roma di fare accertamenti accurati in zona, su di
un' area di dieci chilometri quadrati. ''Vengono usati magnetometri
in grado di sentire masse ferrose fino a trenta metri di profondita'
- ha detto Russo -. Bisogna battere il terreno passo per passo e per
completare i controlli serviranno ancora mesi''. Verdi: "Le nuove tecnologie per un ambiente sostenibile e partecipato in Calabria " 22/06 "Le tecnologie aperte come l'open source e come le reti
civiche consentono oggi un nuovo modello di partecipazione e di costruzione
del consenso alle decisioni della pubblica amministrazione: a partire
da Agenda 21 i Verdi nelle prossime settimane svilupperanno una iniziativa
concertata nelle amministrazioni locali, provinciali e regionali per
dimostrare come oggi sia possibile una nuova sintesi tra innovazione
tecnologica, partecipazione dei cittadini, sviluppo sostenibile. "
dichiarano Leo Autelitano, segretario regionale dei Verdi calabresi
e il. sen. Fiorello Cortiana, presidente dell'Intergruppo Bicamerale
per l'Innovazione Tecnologica. "La Calabria si candida ad essere
un vero e proprio laboratorio nazionale affinché, attraverso
Agenda 21, si sperimenti una sintesi nuova tra tecnologie e sviluppo
sostenibile; pensiamo ad esempio all'esperienza delle reti civiche
e a quello che hanno significato nella rivoluzione del rapporto tra
i cittadini e le amministrazioni. I Verdi con una azione concertata
ai diversi livelli in nelle prossime settimane metteranno questo al
centro della propria azione." Concludono i due esponenti verdi. La commissione ecomafie in visita in Basilicata dopo le rivelazioni del pentito 22/06 ''Noi siamo qui per conoscere, per fare un' azione di critica
positiva a quanto accade sul fronte del ciclo integrato dei rifiuti.
Nell' ambito di questa attivita', rappresentata in ogni regione italiana,
affrontiamo la criticita' rispetto alle rivelazioni del presunto interramento''.
Lo ha detto a Potenza il presidente della Commissione parlamentare
d' inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attivita' illecite, il
deputato di Forza Italia Paolo Russo, a margine delle audizioni presso
la prefettura del capoluogo lucano sulle rivelazioni di un pentito
della 'ndrangheta (citato da L' Espresso) su di una discarica di scorie
nucleari nelle campagne tra Pisticci e Ferrandina (Matera). ''A noi
interessa - ha aggiunto Russo - da una parte rasserenare le popolazioni,
dall' altra parte individuare con certezza cio' che e' stato dichiarato,
se e' vero, se non e' vero, e soprattutto dare prospettive di certezza
ai percorsi istituzionali che consentono di migliorare le performances,
per ottenere che le criticita' si riducano e che le eccellenze si
esaltino''. ''I tecnici - ha concluso il parlamentare - stanno verificando
sul posto se esistono questi fusti tossici. A noi interessa che ognuno
faccia la propria parte. Tutte le istituzioni si devono mobilitare
subito, sia dal punto di vista della qualita' dell' azione, sia dal
punto di vista dei tempi''. Il Presidente Oliverio: “Ora basta, sulla depurazione nessuno scaricabarile” 21/06 E’ una dura, precisa e circostanziata presa di posizione,
quella del Presidente Oliverio in ordine alla situazione della depurazione
ed ai gravissimi ritardi che su essa fa registrare la gestione commissariale,
malgrado i continui solleciti che nella direzione della messa a regime
del settore sono stati espressi da più parti, segnatamente
dalla Provincia di Cosenza e dal suo Presidente. Insediato il direttore Pro tempore del Parco del Pollino 21/06 Si e' insediato il nuovo direttore pro-tempore del Parco nazionale
del Pollino, Fabio Vallarola, che - e' scritto in una nota - restera'
alla guida dell'Ente per i prossimi tre mesi. Vallarola e' stato nominato
dal consiglio direttivo del Parco del Pollino nella seduta del 5 giugno
scorso. Vallarola, 38 anni, di Teramo, era dipendente dell'Ente Parco
Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove ricopriva il ruolo
di responsabile dell'Ufficio tecnico, urbanistico-territoriale. La
designazione per l'incarico temporaneo - prosegue la nota - e' avvenuta
- in attesa della indicazione della terna da comunicare al Ministero
all'Ambiente - tra gli idonei a ricoprire l'incarico di direttore
che hanno risposto al bando dell'Ente Parco per il conferimento dell'incarico
temporaneo. Il Parco del Pollino andrà avanti con l’abbattimento dei cinghiali 21/06 Il Parco del Pollino e' fermamente intenzionato ad andare avanti
nell' abbattimento selettivo dei cinghiali ed e' anche disponibile
a lavorare ad una ipotesi che ampli il numero dei capi da abbattere.
Una commissione tecnica permanente valutera' il da farsi. E' questo
quanto e' emerso stamani al termine dell' incontro tra il Presidente
dell' Ente Parco, Francesco Fino, e i rappresentanti dei sindaci lucani
e calabresi della zona, recatisi all' Ente Parco per richiedere misure
urgenti e straordinarie d' intervento. Dagli interventi dei sindaci
e dei cittadini, per la maggior parte provenienti dal versante lucano
del Parco e' emersa chiara l' emergenza. L' agricoltura, secondo gli
intervenuti - e' in ginocchio e si rischia anche l' incolumita' pubblica.
Non meno importante sarebbe, per alcuni, il conseguente problema sanitario.
Premi a chi investe in energia pulita: a Montalto premiata la Coretto 21/06 Festeggiare il sole nella giornata del suo massimo splendore, premiare chi decide di investire su fonti di energia rinnovabili, sensibilizzare la pubblica opinione e i partiti politici sui temi dell'ambiente e dello sviluppo eco-compatibile. Sono queste le finalita' del premio "Solstizio d'Estate" ideato dalla federazione dei Verdi e assegnato a cinque progetti che utilizzano fonti di energia pulita. L'iniziativa, presentata nell'albergo Nazionale di piazza Montecitorio, ha visto primeggiare per investimenti e innovazione il Sud. E' il caso dell'azienda zootecnica Coretto di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, che ha realizzato un impianto di produzione di biogas. "La nostra azienda produce latte di alta qualita' e biograno", spiega l'agronomo Lorenzo Garrafa, "rimaneva il problema del cosa fare degli scarti, molti dei quali altamente acidi, in una zona, il Cosentino, ricca di falde acquifere da salvaguardare. Abbiamo quindi pensato al digestore anaerobico, un impianto per la conversione dei rifiuti in energia". Una soluzione che fa risparmiare sui costi di smaltimento, sull'energia, ma anche sui fertilizzanti. "Possiamo pensare di emanciparci dalle aziende che producono fertilizzanti chimici come la Bayer", continua Garrafa, "utilizzando le deiezioni animali trattate e stabilizzate". Stabilimenti di questo tipo sono largamente utilizzati nei paesi del nord Europa, ma con una sostanziale differenza. Mentre in Austria il trasposto dagli stabilimenti dove i rifiuti si producono a quelli per la loro trasformazione avviene con l'utilizzo di camion, il sito di Montalto Uffugo si e' dotato di un sistema di condutture che trasportano i liquami direttamente nel digestore. Premiati anche il piccolo comune (duemila anime) di Valsinni, in provincia di Matera e il servizio edilizia scolastica della Provincia di Salerno. I premi sono stati consegnati per l'impegno nel settore della pianificazione energetica finalizzata al risparmio e all'uso di fonti rinnovabili. Un premio inoltre per l'agenzia della casa della Provincia di Torino, impegnata nella ristrutturazione di due quartieri, Arquata e Vinovo, che prevede di dotare le abitazioni di impianti fotovoltaici in grado di riscaldare gli ambienti d'inverno e rinfrescarli d'estate. Sistemi di raccolta dell'acqua piovana, inoltre, garantiscono l'irrigazione di orti e giardini pubblici a costo zero. Particolarmente significativo il premio assegnato all'ospedale Cto di Roma che, attraverso la creazione di un impianto di cogenerazione (produzione contemporanea di calore ed elettricita'), consente il funzionamento di due vasche per il recupero dei politraumatizzati ricoverati nella struttura. Soddisfazione dei sindacati per la riapertura della Centrale del Mercure 20/06 Il sindacato regionale dei lavoratori elettrici, in una nota,
ha espresso ''soddisfazione per il ritorno al lavoro dei 150 lavoratori
addetti alla riconversione della Centrale del Mercure''. ''Avevamo
ragione - e' scritto nel comunicato delle segreterie regionali Fnle,
Flaei e Uilcem - ad avere piena fiducia nella magistratura ed i fatti
ci hanno dato ragione. Il sindacato ha sempre messo al primo posto
il rispetto per le misure di sicurezza e dell' ambiente, non barattandolo
mai con nessun altro valore, neppure quello del lavoro. Sapevamo ed
avevamo controllato attraverso le nostre strutture, le rappresentanze
sindacali territoriali ed i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza,
che l' azienda aveva rispettato tutte le norme previste dalla vigente
legislazione ed eravamo e siamo certi che i lavoratori e l' ambiente
non corrono alcun pericolo. Adesso, com' e' giusto che sia, la magistratura,
l' Azienda sanitaria, l' Arpacal completeranno le rispettive indagini,
ma nel frattempo i lavoratori della Centrale possono tornare al lavoro''.
''Non si puo' non menzionare - hanno proseguito i sindacati - il grande
esempio di solidarieta' che i cittadini della Valle del Mercure hanno
dato a quei pochi soggetti il cui unico scopo era il blocco dei lavori.
In tantissimi hanno aderito al presidio in maniera spontanea. Donne,
giovani, bambini, pensionati elettrici, soggetti politici ed istituzionali,
imprenditori, hanno vissuto, insieme ai lavoratori ed al sindacato,
sempre presente, il dramma della perdita del posto di lavoro che significava
anche una ricaduta ampiamente negativa per l'intero territorio. La
solidarieta' e' ancora un valore importante ed al Mercure e' stato
ampiamente dimostrato''. ''Adesso - conclude la nota dei sindacati
- non bisogna lasciare spazio alla demagogia e disinformazione delle
ultime settimane, esistono tutte le condizioni perche' si completi
l' investimento compatibile con l' ambiente e nello stesso tempo si
realizzino interventi di bonifica come ulteriore elemento cautelativo.
Questo e' l' impegno che lavoratori e sindacato elettrico si assumono
a parziale conclusione di questa triste vicenda''. Il Presidente della Provincia di Cosenza, Oliverio, sollecita l’iter del decreto sulla depurazione 18/06 Il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, anche
a nome dei presidenti delle altre Province, in merito al decreto che
estende alla Calabria i provvedimenti per l' emergenza ambientale
gia' assunti per la Campania, ha sollecitato i presidenti delle Commissioni
Affari costituzionali, sen. Andrea Pastore, ed Ambiente, sen. Emiddio
Novi, nonche' il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Cosimo
Ventucci, investendo anche i Senatori calabresi, affinche' sia rapido
l' iter per l' approvazione dell' estensione dei provvedimenti del
decreto, in conversione al Senato, sia alle problematiche connesse
al settore dei rifiuti che a quello della depurazione. In particolare,
Oliverio ha chiesto che venga recepito un emendamento che sancisca
la possibilita' per i Comuni di accendere mutui con la Cassa depositi
e prestiti per il ripiano delle passivita' accumulate in materia di
rifiuti e depurazione. ''Ritengo importante - ha sostenuto Oliverio
- una correzione del decreto assunto dal Governo in materia di emergenza
ambientale relativamente alle problematiche da noi poste di concerto
con il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, in direzione
di una finalita' chiara che comprenda sia il settore rifiuti che quello
della depurazione, cercando le condizioni per costruire un sistema
efficiente e rispondente agli interessi del territorio dopo anni di
ritardi e mancata organizzazione dei servizi''. Dissequestrata la centrale del Mercure che ha ripreso l’attività La Procura della Repubblica di Castrovillari ha revocato l' ordinanza
con cui aveva disposto il divieto di accesso alla centrale del Mercure
di Laino Borgo. L' attivita' dell' impianto, cosi', e' ripresa regolarmente.
E' quanto hanno riferito la segreterie regionali dei sindacati confederali
del settore energia, Fnle-Cgil, Flaei-Cisl e Uilcem-Uil, che hanno
ricevuto una comunicazione in tal senso dai dirigenti dell' Enel,
con l' annuncio che ''la decisione della Procura di Castrovillari
determina le condizioni per una ripresa immediata dell' attivita'
dell' impianto''. In una nota i sindacati esprimono ''la grande soddisfazione
dei lavoratori, i quali hanno sempre sostenuto che nell'impianto sono
rispettate tutte le condizioni di sicurezza del lavoro e ambientale.
Gli stessi lavoratori, nel periodo di chiusura dell' impianto, avevano
piu' volte espresso la loro fiducia nell' operato della magistratura''. Fare Cerde contraria alla riapertura della Centrale del Mercure 18/06 ''Fare Verde, da sempre favorevole alla produzione di energia
da fonti rinnovabili, e' contraria all' entrata in funzione della
centrale Enel del Mercure perche' sorge in un' area protetta di particolare
valenza paesaggistica ed ambientale a livello nazionale ed europeo,
il Parco Nazionale del Pollino''. E' quanto afferma, in una nota,
Francesco Pacienza, coordinatore provinciale di Cosenza dell' associazione
ambientalista. ''In altre Regioni d' Italia - aggiunge Pacienza -
le autorizzazioni alla costruzione di questi impianti sono concesse
con limitazioni notevoli. Recupero dei rifiuti prodotti dalle segherie
(industria forestale), dall' agricoltura e dalla silvicoltura. Consentire,
quindi, di sfruttare le proprie risorse regionali in biomasse (scarti
vegetali, strato di arbusti delle foreste, ecc.) e di far risparmiare
all' industria del legname e all' amministrazione locale il costo
dello smaltimento dei rifiuti, dato che i prodotti che compongono
gli scarti dell' industria del legname presentano elevati costi di
smaltimento e trasporto. In Calabria esistono tali presupposti in
grado di garantire il funzionamento di un impianto della portata di
35 Mw come quello del Mercure? No. Esistono i seguenti presupposti
per un corretto funzionamento della centrale del Mercure: materiale
vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni
agricole non dedicate; materiale vegetale prodotto da interventi selvicolturali,
da manutenzione forestale e da potatura; materiale vegetale prodotto
dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito
da cortecce, segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno
vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati e cascami
di sughero vergine, non contaminati da inquinanti; materiale vegetale
prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli?
Anche in questo caso no''. ''Per compensare gli alti costi di produzione
- afferma ancora Pacenza - questi impianti devono far ricorso a finanziamenti
pubblici e quando questi, di solito dopo 8 anni, non saranno piu'
erogati questi impianti dovranno bruciare Cdr, che viene sempre accomunato
al concetto di biomassa, come gia' avviene in Calabria per la centrale
a biomasse di Cutro che e' stata autorizzata a bruciare Cdr dall'
Ufficio del Commissario regionale all' emergenza rifiuti. Questi sono
i fatti. Un impianto sbagliato nel posto sbagliato. Quanti posti di
lavoro potrebbero essere realizzati attraverso la valorizzazione e
la promozione del patrimonio naturalistico e paesaggistico del Pollino?
Sicuramente molti di piu' dei 30 che occupa l' Enel''. Annullata la conferenza dei servizi per la Centrale di Rossano prevista per il 24 a Roma 18/06 Non si terrà la prevista Conferenza dei Servizi indetta
per giorno 24 giugno a Roma tra Ministero, Regione ed Enti locali
che avrebbe dovuto discutere della trasformazione della centrale termoelettrica
ad olio combustile e a gas naturale di Rossano in impianto alimentato
a carbone, attraverso la realizzazione di due sezioni termoelettriche
alimentate a carbone della potenza di 660 MW, in luogo delle quattro
sezioni termoelettriche esistenti. Respinto il ricorso degli Ambientalisti sul ponte dello Stretto. Il WWF: “La battaglia continua” 16/06 Il Consiglio di stato ha respinto il ricorso presentato da
alcune organizzazioni ambientaliste, tra cui Wwf e Legambiente e Italia
Nostra, che chiedevano l' annullamento della delibera con cui il Cipe
nel 2003 aveva approvato il progetto preliminare per la realizzazione
del ponte sullo stretto di Messina. Dopo che il ricorso era stato
respinto nel 2004 dal Tar del Lazio le organizzazioni ambientaliste
avevano proposto appello al Consiglio di stato che e' stato nuovamente
respinto dalla quarta sezione, concludendo cosi' la vicenda. Il Tar
del Lazio si era pronunciato negativamente sul ricorso degli ambientalisti
nel febbraio dello scorso anno. Oltre al Cipe le organizzazioni ambientaliste
avevano chiamato in causa i ministeri competenti (Ambiente, Economia,
Infrastrutture Beni Culturali), l'Anas, Fintecna, Rete Ferroviaria
Italiana, la societa' dello Stretto di Messina e le Regioni Sicilia
e Calabria. Nel ricorso si sosteneva che l'opera presentasse, tra
l' altro, la violazione della normativa in tema di tutela dell'ambiente,
con carenze nella valutazione di impatto ambientale e nella normativa
sui lavori pubblici, oltre a lacune del progetto in tema di studi
sismici e di geotettonica, ma anche dubbi sulla sostenibilita' economica,
e sul mancato coinvolgimento dei comuni interessati. A Pisa si è parlato della centrale del Mercure, prima autorizzata e poi bloccata. Troppi ostacoli per l'energia pulita. 16/06 Nell'elenco delle stonature della situazione delle rinnovabili
in Italia, presentate dall'Enel, ce n'e' anche per le biomasse, sebbene
stavolta la questione riguardi un impegno piuttosto circoscritto per
la societa'. Oggi a Pisa, per l'incontro "Rinnova" sulle
fonti pulite, e in particolare si e' parlato della centrale di Mercure,
in provincia di Cosenza, capace di 35 Mw, prima autorizzata alla conversione
da lignite a biomasse, e poi bloccata da comitati locali. "Attualmente
utilizziamo biomasse per alimentare parzialmente alcuni impianti a
carbone- segnala la societa'- vogliamo pero' aggiungere un impianto
specificamente progettato per quelle vegetali, ma anche questo progetto
si sta rivelando soprendentemente problematico". La centrale
di Mercure, inattiva negli ultimi anni e precedentemente alimentata
a lignite e olio combustibile, "ha ottenuto tutte le autorizzazioni
previste per la conversione sin dal 2002- spiega l'ad Enel Fulvio
Conti- eppure ora, a lavori ultimati, e' avversata da comitati locali
di 'salvaguardia del Pollino', e gli enti locali hanno rimesso in
discussione perfino questo impianto destinato a valorizzare i residui
forestali della Calabria". Tutto cio' "mentre abbiamo siglato
contratti con consorzi locali per la fornitura di 100 mila tonnellate
di biomassa", segnalano alla societa' elettrica. Enel ha in programma
nei prossimi quattro anni ''investimenti per 1,7 miliardi di euro,
di cui circa due terzi in Italia'' sul fronte delle energie rinnovabili.
Lo ha detto il neo amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti.
Questo consentira' di aggiungere ''circa 750 MW di potenza rinnovabile
- ha spiegato - sufficienti ad alimentare i fabbisogni energetici
di una citta' come Napoli e il suo hinterland''. Senza dimenticare
che ''cio' consentira' di evitare l'emissione di circa un milione
di tonnellate di Co2''. Ma Conti ha lanciato anche un appello perche'
in Italia ''vi sono ancora troppe criticita' e troppi ostacoli sul
rinnovabile''. ''Se leggi, opinione pubblica, protocollo di Kyoto
ci chiedono di fare piu' rinnovabili'' e Enel ''ha competenze, mezzi
e volonta' di realizzarli'', al momento clou ''qualunque sia la fonte
o la tecnologia proposta - ha spiegato - l'iter autorizzativo e' in
molti casi scoraggiante''. Conti, intervenendo al convegno organizzato
in collaborazione con Legambiente, giovani industriali di Confidustria
e il Kyoto club, ha fatto l'elenco di quelle che sono ''le criticita',
gli ostacoli''. A cominciare - ha detto - dai comitati e da certe
associazioni ambientaliste sull'eolico ''a cui si sono aggiunte di
recente opposizioni ben piu' forti, rappresentate da nuove leggi regionali
che hanno reso quasi impossibile l'attuazione dei programmi di sviluppo''.
Problemi ci sono anche per la produzione di energia idroelettrica,
''che si scontra con il cosi' detto 'minimo deflusso vitale''. Eppure,
nonostante tutto questo, Conti si e' detto ''ottimista'', perche'
''Enel vuole fare un grande sforzo di investimento per il proprio
successo e per il Paese''. Giovanardi risponde al question time su rifiuti tossici: “Nessun rischio radioattivo” 16/09 Controlli compiuti dal comando dei carabinieri per la tutela
ambientale nel 2004 nel sito di Rotondella (Matera), nell'ambito di
una piu' ampia campagna nazionale, non hanno ''portato a rilevare
violazioni normative vigenti in materia di radiazioni ionizzanti''.
E' uno dei passaggi con cui il ministro per il Rapporti con il Parlamento,
Carlo Giovanardi, ha risposto oggi, nel question time della Camera,
ad un'interrogazione Ds sul caso del presunto traffico e smaltimento
illegale di rifiuti tossici e radioattivi in Basilicata, emerso dal
memoriale di un pentito della 'ndrangheta pubblicato di recente dall''Espresso'.
Nel 1997, ha detto ancora il ministro, era stata compiuta ''una campagna
di monitoraggio della radioattivita' ambientale in Basilicata e Calabria,
e le analisi condotte nelle aree costiere, nei sedimenti e nei campioni
di pescato non hanno messo in evidenza nulla di anormale rispetto
ad altre regioni italiane. E questo lo dico anche per tranquillizzare
l'opinione pubblica''. La Direzione distrettuale antimafia di Potenza
- ha detto ancora Giovanardi - dal 1999 ha iscritto ''alcuni personaggi''
per vari reati tra cui traffico di armi. Le indagini - ha proseguito
- sono ora affidate alla polizia giudiziaria della Procura e al corpo
forestale dello Stato. Per quanto riguarda l'interramento dei bidoni
- ha proseguito - la Procura ha chiarito di aver gia' svolto estese
indagini mirate nel 2004, che hanno dato ''esito negativo''. ''Analoga
attivita' di ricerca sempre del pool inquirente - ha concluso - e'
ora in corso in altri luoghi. Se emergessero riscontri positivi il
ministro dell' Ambiente si attivera' per ottenere il risarcimento
del danno e tutte le azioni di tutela ambientale''. Al ministro ha
risposto l'esponente dei Ds Luciano Violante, che si e' detto non
soddisfatto, ma ''preoccupato per le sue dichiarazioni''. ''Noi abbiamo
posto una questione relativa alla salute dei cittadini - ha sottolineato
- e lei non ci ha risposto su questo punto''. ''Sulla base delle dichiarazioni
del pentito - ha concluso - in ordine a questa materia si sono mossi
tutti, dalla 'ndrangheta ai settori deviati dei servizi, ma sono state
messe da parte istituzioni che invece devono occuparsi di questo tema''.
Violante ha chiesto quindi al governo lo stesso impegno gia' profuso
dalla Regione Basilicata, che ha avviato un' inchiesta sul tema. La natura italiana ha la sua mappa. Catalogati animali e piante nella ‘Carta della Natura’ 15/06 Natura italiana tutta in una mappa. Animali e piante di un
quarto di territorio nazionale, pari a 7 milioni di ettari, sono stati
registrati e messi in ordine nella 'Carta della Natura', il prezioso
strumento di informazione e valutazione dell'ambiente naturale. Presto
sara' coperto l' intero stivale. E contro il rischio estinzione via
libera ai piani d'azione nazionali per la tutela di camoscio appenninico,
lupo, gabbiano corso, lepre italica, pollo sultano e chiurlottello.
L'annuncio da parte del ministero dell'Ambiente al summit mondiale
sulla Biodoversita' nei parchi, in corso fino al 17 giugno a Montecatini.
''La conoscenza e il monitoraggio dello stato di salute del nostro
patrimonio di flora e fauna - ha detto il Ministro dell' Ambiente
e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli- e' il primo ed essenziale
passo per avviare azioni incisive di tutela. Il pacchetto di interventi
in corso ci permetteranno il raggiungimento dell'obiettivo strategico
del contenimento della perdita di biodiversita' entro il 2010 cui
l'Italia ha dato formalmente la sua adesione a Montecatini''. Per
tutelare la natura il ministero ha messo a punto anche un inventario
sullo stato della Biodiversita' e delle strategie per salvarla. In
particolare, la Carta della Natura e' una sorta di 'mappa stradale'
che permette di orientarsi nel ricco patrimonio naturale italiano:
57.000 specie animali e oltre 6.000 vegetali. La Carta infatti identifica
e posiziona geograficamente lo stato dell'ambiente naturale in Italia,
stimando il valore naturalistico e la vulnerabilita' territoriale
dell'intero Paese. L'obiettivo, rileva il ministero dell'Ambiente,
quello di definire le linee di assetto del territorio e identificare
reti ecologiche, per le valutazioni di impatto ambientale, le valutazioni
ambientali strategiche e per le valutazioni di incidenza e per studi
sulla biodiversita'. Tre i tipi di mappa: una a scala regionale (1:250.000),
l' altra di maggior dettaglio (1:50.000) e la scala 1:250.000 per
tutto il territorio. Attualmente la Carta della Natura alla scala
1:50.000 e' stata realizzata - e' stato riferito - per 7 milioni di
ettari, cioe' il 23.3% del territorio nazionale. Diversi i programmi
e i progetti gia' avviati con il coinvolgimento di numerosi Enti locali
(le Arpa e le Regioni) che, mediante una formazione e un' assistenza
continua da parte dei tecnici Apat, stanno proseguendo la realizzazione
della Carta sul restante territorio nazionale scoperto. Sicilia, Friuli
Venezia Giulia e Lazio le regioni coinvolte nel progetto. Le Arpa
gia' attive nel progetto sono: Piemonte, Veneto, Liguria, Calabria,
Puglia, Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania. Sono inoltre in fase
di definizione convenzioni per la realizzazione di Carta della Natura
con la Regione Sardegna, la Regione e l'Arpa della Valle d'Aosta,
la Regione e l'Arpa dell' Umbria, la Regione e lArpa delle Marche
e la Regione Lombardia. Oltre alla Carta della Natura, via libera
ai Piani d'azione nazionali per la tutela di specie in pericolo e
gli inventari nazionali della biodiversita'. I Piani di azione nazionali
per la tutela di alcune specie a rischio come il camoscio appenninico,
il lupo, il gabbiano corso, la lepre italica, il pollo sultano, il
chiurlottello sono gia' stati redatti dall' Istituto Nazionale per
la Fauna Selvatica, su commissione del Ministero dell'Ambiente. Alla
loro stesura hanno partecipato i maggiori esperti per ogni specie,
indicati dai principali enti di ricerca, dall'Unione Zoologica Italiana
e dalle Associazioni non governative. Al fine di rendere operativi
i piani di azione, garantendo che essi costituiscano in forma univoca
i principi generali da applicare a livello nazionale per ogni specie,
e' stata predisposta una bozza di decreto attuativo, per il quale
e' stato avviato l'iter istruttorio. Uno dei primi piani d'azione
ad essere elaborato e' stato quello per il camoscio appenninico, una
specie endemica dell' Italia centro meridionale, che oggi si trova
soltanto nel Parco nazionale d'Abruzzo con circa 700 esemplari e,
in seguito ad immissioni negli anni '90, nei Parchi della Majella
e del Gran Sasso-Monti della Laga, con popolazioni molto piu' piccole.
Il Piano prevede in particolare per questo ungulato azioni specifiche
per incrementare la popolazione, avviare monitoraggi standardizzati,
compiere ricerche scientifiche ad hoc. Inoltre sta per essere pubblicata,
sempre a cura del ministero dell' Ambiente, un inventario sullo stato
della biodiversita' in Italia e sulle strategie da mettere in atto
per conservarla. Oliverio scrive a Pirillo “Rimuovere la massa legnosa a rischio incendio nell’altopiano silano” 15/06 Il presidente della provincia di Cosenza, Mario Oliverio, ha
inviato una lettera all'assessore regionale all'Agricoltura, Mario
Pirillo per chiedere la rimozione, in alcune zone dell'altopiano silano,
di una ingente massa legnosa che potrebbe alimentare eventuale incendi.
''L' inverno scorso - scrive Oliverio nella lettera - e' stato caratterizzato
da eccezionali condizioni climatiche che hanno generato pesanti disagi
di varia natura. Uno fra questi, e' stato determinato dalle abbondanti
nevicate che hanno causato lo sradicamento di numerosi alberi in varie
zone dell'altopiano silano. Quale conseguenza, e' consistente la massa
legnosa, ormai secca, che e' attualmente presente nelle foreste. Un
reale pericolo per gli incendi che potrebbero divampare e trovare,
se non rimossa, facile alimentazione in essa''. ''Ti chiedo, pertanto,
di interessare - ha proseguito - le strutture dell'Afor al fine di
provvedere alla necessaria pulitura dei boschi per eliminare questa
potenziale fonte di incendi. Spero che tu accolga questo mio sollecito
quale concreto ed utile contributo alla indispensabile campagna di
prevenzione contro il devastante fenomeno che si verifica nella stagione
estiva e che colpisce drammaticamente, oltre che purtroppo ormai sistematicamente,
il patrimonio boschivo calabrese'' Veltri: “Il Comune di Campana eviti la vendita del querceto per far cassa” 15/06 ''E' di questi giorni la notizia che l' Amministrazione comunale
di Campana intende vendere oltre 100 ettari di querceto, in localita'
Varco della Chiata. Il tutto motivato dall' esigenza di far cassa,
in barba, pero' ai danni immediati e di tipo paesaggistico e turistico,
e futuri per quanto riguarda qualita' della vita ed effetti nocivi''.
E' quanto sostiene in una nota Massimo Veltri, componente nazionale
dell'area tematica Ambiente dei Democratici di Sinistra. ''Non so
- ha aggiunto Veltri - se Varco della Chiata ricade nel perimetro
del Parco della Sila, ma se anche non dovesse siamo in presenza di
un patrimonio che non puo' e non deve essere immolato sull' altare
delle esigenze finanziarie. E d' altronde poco importa se la pratica
avviata dall' Amministrazione comunale di Campana ha avuto o no tutti
i permessi e via liberi previsti per legge o se il tutto sia in itinere,
quello che e' importante e' fermare questa operazione che stride con
una moderna concezione della crescita che bada alla qualita', al rispetto
degli ecosistemi, alla sottolineatura degli imprinting naturalistici,
l' unica in grado di prospettare un futuro per la nostra regione''.
''Chiediamo - ha concluso - al sindaco e all' Amministrazione comunale
tutta di Campana di soprassedere sull' operazione, di voler riconsiderare
la scelta fatta, di aprirsi a un confronto con la cittadinanza e con
quanti vorranno puntare l' attenzione su un modello di sviluppo compatibile,
dichiarandoci fin da subito disponibili e invitando l' assessore provinciale
all' ambiente Marrello e regionale Tommasi a partecipare''. La Falck inaugura un grande parco eolico in Inghilterra. Previsti interventi in Calabria 15/06 Sara' inaugurato domani nel Galles il piu' grande parco eolico
di tutto il Regno Unito. Lo ha annunciato il presidente del gruppo
Falck, Federico Falck, a margine della cerimonia di inaugurazione
della nuova sede del gruppo a Sesto San Giovanni. "Si tratta
di un investimento – ha spiegato Falck - di 75 milioni di euro
per realizzare il campo eolico Cefn Croes che sara' in grado di soddisfare
il fabbisogno elettrico di ben 42 mila famiglie". La centrale,
che copre il 20% della produzione eolica del Galles, consentira' un
risparmio di 160 mila tonnellate di anidride carbonica all'anno, contribuendo
cosi' a combattere i cambiamenti climatici e a raggiungere l'obiettivo
del 10% di energia da fonti rinnovabili. Alla domanda se il futuro
del gruppo Falck e' nell'energia eolica, il presidente e'possibilista:
"e' il passato che si evolve nel futuro. L'energia rinnovabile
e' interessante perche' permette di annullare emissioni di Co2 ed
effetto serra". Nel futuro del gruppo anche la ricerca e l'energia
da rifiuti. A questo proposito Falck ha detto "e' un altro filone
che vorremmo affiancare a quello dell'energia rinnovabile". L'inaugurazione
avviene proprio quando in Italia e' acceso il dibattito tra gli stessi
ambientalisti sull'utilita' dell'energia eolica. "L'Italia e'
un Paese difficile - ha detto Falck - noi contiamo di restarci e rendere
proficua la nostra presenza. Gli amministratori pubblici hanno le
loro problematiche. Se ci fosse piu' fiducia verso gli imprenditori
industriali sarebbe tutto diverso". Per il prossimo futuro, Falck
Renewwables sta sviluppando nuovi progetti per piu' di 500 mw di energia
elettrica in Inghilterra, Scozia e Galles. In Italia il gruppo ha
in fase di sviluppo progetti in gran parte localizzati in Calabria,
Sicilia e Sardegna. Calabria, e provincia di Cosenza, maglia nera per gli incendi. In provincia sono stati 507 su 1289 14/06 Calabria maglia nera per gli incendi boschivi in Italia nel
2004: sono 1.289 gli episodi verificatisi nella regione lo scorso
anno, di cui 507 nella sola provincia di Cosenza, per un totale di
9.816 ettari di terreno andati 'in fumo'. Un trend negativo tanto
da incidere sui valori nazionali con un buon 30%. Sono alcuni dei
dati forniti dal Corpo Forestale dello Stato che oggi presenta a Roma
la campagna antincendi boschivi in vista dell'estate in arrivo. Il
divampare delle fiamme, soprattutto tra la primavera e l'autunno,
spiega il Cfs, e' legato alle alte temperature, alla scarsa piovosita',
all'aridita' dei terreni, ma soprattutto alla presenza di venti forti.
Nel 2004 in Calabria gli incendi boschivi si sono sviluppati prevalentemente
lungo le fasce costiere. Le zone montane (Aspromonte, Serre, Sila
e Pollino) non sono stati intaccate dal fenomeno. L'area circostante
la citta' di Reggio Calabria, il litorale tirrenico-cosentino, nella
zona di Praia a mare-Tortora ed in quella di Amantea-Aiello Calabro,
sono i nuclei territoriali dove i fuochi sono stati piu' numerosi.
Questi in sintesi gli incendi nella Regione suddivisi per provincia:
Reggio Calabria (458), Crotone (187), Catanzaro (95), Vibo Valentia
(42). Gli interventi del Corpo Forestale dello Stato sono stati maggiormente
richiesti nei mesi di agosto (1.866) e settembre (1.212), mentre a
gennaio e' stato richiesto un solo intervento. L'origine degli incendi
e' nota. Riconducibile prevalentemente all'azione di allevatori e
agricoltori. Difficile, sino ad oggi, individuare gli autori in flagranza
di reato. In futuro in programma di intensificare l'azione preventiva,
perfezionare gli strumenti normativi e regolamentari, ma soprattutto
tendere verso una migliore organizzazione dei presidi antincendio,
perpoter fronteggiare efficacemente ogni possibile emergenza, minimizzando
i danni. In Calabria lo scorso anno sono andati a fuoco 3.677 ettari
di superficie boscata e 6.139 di superficie non boscata, per un totale
di 9.816 ettari bruciati. I numeri sono superiori rispetto a quelli
del 2003, quando furono percorsi dalle fiamme 9.049 ettari di superficie
(3.193 boscata e 5.856 non boscata) e a quelli del 2002, quando ad
andare a fuoco furono 7.985 ettari (4.929 di boscoe 3.056 di superficie
non boscata). Andarono peggio' del 2004 invece il 2001, quando le
fiamme invasero 13.675 ettari, di cui 6.087 di bosco e 7.588 di superficie
non boscata, e il 2000 quando a finire in fumo furono 23.452 ettari,
di cui ben 14.527 di superficie boscosa. Incontro sul progetto “Itinerari Verdi” alla sezione del CAI di Cosenza 13/06 L’Assessore ai diritti del cittadino Vincenzo Gallo è
stato invitato sabato scorso dalla sezione di Cosenza del Club Alpino
Italiano, per relazionare sul tema “Itinerari verdi –
alla riscoperta di antichi sentieri”. L’assessore, ringraziando
per l’invito il Presidente della Sezione, Sig. Marco Noci, e
l’organizzatore dell’incontro, prof. Roberto Mele, ha
illustrato ai circa 50 soci presenti le finalità del progetto
promosso dal Comune di Cosenza ed attuato con la collaborazione dei
15 giovani laureati e diplomati del Servizio Civile Nazionale, che
hanno presentato il loro lavoro attraverso un cd. Sono state proiettate
immagini sulle vie storiche individuate nell’area a sud della
città, sottoposta a vincolo paesaggistico, che costituisce
un territorio ricco di risorse naturali, storico-artistiche ed archeologiche. Pappaterra (Sdi) sulla Centrale del Mercure: “Definire con l’Enel un quadro di Garanzie” 13/06 ''Ho raccolto l' invito dei lavoratori della Centrale del Mercure
ad incontrarli, non solo per una doverosa solidarieta', ma anche per
fare il punto della situazione alla luce delle diverse iniziative
che si sono sviluppate intorno al sito di Laino Borgo''. A dirlo e'
stato l' on. Domenico Pappaterra, dello Sdi, nel corso dell' incontro
con i lavoratori cui hanno partecipato anche gli Amministratori del
Comune di Laino Borgo. ''Preliminarmente - ha aggiunto Pappaterra
- manifesto grande rispetto per le indagini in corso da parte della
Procura della Repubblica che mi auguro possano concludersi in tempi
ragionevoli anche al fine di conoscere su quali basi potra' eventualmente
riprendere l' attivita' sul sito dopo la sua necessaria bonifica.
Quanto al ruolo che devono svolgere la politica e le istituzioni ribadisco
che il problema non puo' essere affrontato in termini di disputa farisaica
tra sostenitori e contrari, ma partendo dal fatto che la riconversione
dell' impianto del Mercure a Biomasse e' stata in questi anni sostenuta
da tutte le istanze sociali, politiche istituzionali della zona. Si
tratta di definire con l' Enel un 'quadro di garanzie' che vanno dalla
tutela della salute dei cittadini alla realizzazione delle migliori
condizioni di sicurezza, dal rilancio dell' economia locale all' utilizzazione
di biomasse reperite nelle due regioni di riferimento per come da
progetto approvato, dalla salvaguardia degli attuali posti di lavoro
all'incremento di essi attraverso corsi di formazione professionale
che coinvolgano i giovani del comprensorio calabro-lucano, ad un sistema
di monitoraggio aperto che veda protagoniste le Arpa di Calabria e
Lucania''. ''Inoltre - ha proseguito Pappaterra - vanno chiariti due
aspetti che sono alla base delle preoccupazioni espresse dalle mobilitazioni
dei giorni scorsi: quello relativo ad una utilizzazione appropriata
dell' impianto che esclude l' eventuale bruciatura di Cdr e quello
relativo al trasporto delle biomasse da altre zone con problemi enormi
per la circolazione sul territorio dei comuni attraversati''. ''L'
Enel - ha concluso Pappaterra - a mio giudizio non potra' sottrarsi
a questi impegni che vanno definiti dentro una intesa che coinvolga
le due Regioni Calabria e Basilicata e le due Province di Cosenza
e Potenza oltre che i comuni della zona, e non a caso, il presidente
Oliverio si e' gia' attivato per riconvocare, non appena si sara'
conclusa l' indagine giudiziaria, un incontro con i vertici dell'
Enel per verificare se e' possibile pervenire ad una intesa rinegoziata''. Il Vescovo di Lagonegro incontra i lavoratori della Centrale del Mercure 12/06 Il vescovo della diocesi Tursi-Lagonegro, monsignor Francesco
Nole', ha incontrato i lavoratori della centrale del Mercure che da
alcuni giorni sono in presidio permanente davanti ai cancelli dell'impianto
per chiedere il matenimento dei livelli occupazionali. Nel corso dell'incontro
il vescovo ha espresso ai lavoratori la solidarieta' della Chiesa
in questo ''momento - e' scritto in una nota - di difficolta' e di
grandi incertezze per il futuro''. Dopo aver parlato a lungo con i
lavoratori, anche sui temi della sicurezza e della tutela dell'ambiente,
ed essersi reso conto che il nodo della questione e' di natura legale,
il prelato ''si e' unito alle richieste dei lavoratori - prosegue
la nota - auspicando che la Procura di Castrovillari si esprima al
piu' presto sulla richiesta dell'Enel di ottenere il permesso a utilizzare
alcuni locali della centrale indispensabili per il proseguimento dei
lavori''. Smentito il ritrovamento di una massa ferrosa durante le ricerche dei rifiuti radoattivi 11/06 In un comunicato emesso nel primo pomeriggio il comandante provinciale di Matera della Forestale, Giuseppe Giove, ''smentisce categoricamente le notizie oggi diffuse circa il ritrovamento di ingenti quantitativi di masse ferrose nel sottosuolo in localita' Cretagna in agro di Ferrandina''. ''Si ribadisce - aggiunge Giove - che gia' da tempo sono in corso accurate indagini, coperte da segreto istruttorio, coordinate e delegate dalla Procura Antimafia di Potenza sia al Corpo Forestale dello Stato che alla Sezione di P.G. dei Carabinieri della stessa Procura, su ipotesi di traffici nucleari e che si stanno riscontrando minuziosamente le dichiarazioni fornite da un collaborante di giustizia ad un settimanale nazionale, utilizzando le tecniche idonee a fare piena luce e chiarezza sui fatti''. Infatti in mattina ta si era diffusa la notizia che una grande massa ferrosa interrata era stata rilevata dai magnetometri dell' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma nelle campagne tra Pisticci e Ferrandina (Matera), dove, secondo un pentito della 'ndrangheta citato da L' espresso, nel 1987 sarebbero stati sepolti cento fusti di rifiuti radioattivi. La notizia era stata resa nota dallo stesso Corpo Forestale dello Stato di Potenza, che e' stato incaricato dalla procura antimafia del capoluogo lucano di compiere accertamenti in zona, con l' ausilio dei tecnici dell' Istituto romano. La grande massa ferrosa, dichiaravano in mattinata, e' stata rilevata intorno a mezzogiorno di ieri sotto una striscia di terreno lunga 60 metri e larga 30, che e' stata delimitata con nastro. Gia' domani potrebbero iniziare gli scavi per scoprire di cosa si tratta. Non e' stato possibile rilevare a quale profondita' si trovi il materiale. L' area, in localita' Coste della Cretagna, si trova nel territorio di Ferrandina, al confine con Pisticci: e' pianeggiante e incolta, coperta di erba e di arbusti di liquirizia, ed e' facilmente raggiungibile con mezzi pesanti attraverso una strada coperta di ghiaia. Gli agenti della forestale pattugliano la localita' 24 ore su 24. Gli investigatori, che hanno iniziato gli accertamenti giovedi' scorso, 9 giugno, non escludono alcuna ipotesi: condotta abbandonata (che pero' non risulta dalle carte), discarica di materiali ferrosi, discarica di bidoni di materiali tossici o radioattivi. Solo lo scavo potra' dare una risposta agli interrogativi. ''Se avremo i mezzi disponibili - spiegano alla Forestale di di Potenza - potremo cominciare gia' domani. Altrimenti, cominceremo i primi giorni della settimana prossima. Contemporaneamente inizieremo le verifiche con i contatori geiger, per trovare eventuali fonti radioattive''. Anche la Regione Basilicata conduce da giorni in zona accertamenti simili a quelli della Forestale, attraverso l' agenzia regionale per l' ambiente (Arpab) e il Cnr. La Forestale recupera sei esemplari di gheppio chiusi in gabbia a Spezzano Albanese 11/06 Sei giovani esemplari di gheppio, specie appartenente alla
famiglia dei falconiformi, sono stati ritrovati da personale del Corpo
forestale dello Stato a Spezzano Albanese. I piccoli esemplari, rinvenuti
in una gabbia, sono stati prelevati dagli uomini del Coordinamento
distrettuale di Castrovillari in collaborazione con l' associazione
Lipambiente. Dopo il ritrovamento i rapaci sono stati trasportati
al Cras, il Centro recupero animali selvatici di Rende con cui il
Corpo forestale ha da tempo intrapreso una proficua collaborazione
attraverso un protocollo d' intesa. I giovani Gheppi saranno in seguito
rimessi in liberta'. Il gheppio e' tra i rapaci italiani il falco
piu' comune ed uno dei piu' piccoli, appena 35 cm di lunghezza per
70-90 cm di apertura alare. Le ali appuntite e la coda stretta lo
fanno riconoscere come vero falco; le piccole dimensioni e l' abitudine
di fare lo 'spirito santo' permettono di identificarlo come Gheppio.
Secondo una ricerca del CNR di Rende aumenta il mercurio nei pesci del mediterraneo 10/06 E' allarme mercurio nel Mediterraneo: la quantita' di metallo
presente nei pesci, soprattutto di grande taglia, dei nostri mari
supera in modo significativo i quantitativi riscontrati nella fauna
ittica dell' Atlantico. E' quanto emerge dalle ricerche condotte negli
ultimi otto anni dall'Istituto sull'inquinamento atmosferico (Iia)
del Cnr di Rende, in provincia di Cosenza, e presentate nel volume,
di prossima uscita, del ricercatore Nicola Pirrone che sottolinea
''il trend delle emissioni di mercurio e' in crescita e, una volta
in atmosfera, questo metallo si deposita sui corpi recettori terrestri
e acquatici, determinando un notevole impatto sulla catena alimentare.
Non bisogna creare pero' facili allarmismi perche' il pesce nella
dieta e' importante. L'accorgimento pratico e' quello di mangiare
pesci piccoli e, se proprio non si puo' fare a meno del sapore dei
grossi tonni e dei pescispada, limitare tale scelta, per un adulto
del peso medio di 70 chilogrammi, al massimo ad un paio di pasti la
settimana''. ''Ad aggravare la situazione e i rischi di esposizione
- evidenzia lo studio - sono anche i cambiamenti climatici che influenzano
i tempi di permanenza del mercurio. Ma il rischio e' globale: sono
circa 4.500 all'anno infatti le tonnellate di metallo rilasciate in
atmosfera, di cui 2.250 da attivita' industriali e il resto da sorgenti
naturali. E sono i Paesi asiatici, con 1.000 tonnellate annue, a contribuire
per il 40% delle emissioni naturali. Nei Paesi dell'Est asiatico peraltro
mancano misure di controllo ambientale''. L'impatto del metallo sugli
ecosistemi acquatici e terrestri e' stato evidenziato come ''grave''
nel documento 'Position Paper sul Mercurio' preparato per la Commissione
Europea, da cui sono derivate la 'Strategia Europea sul Mercurio'
e la relativa 'Direttiva Europea sulla Qualita' dell'Aria'. Tra le
cause dell'inquinamento nel sistema marino mediterraneo la ricerca
individua la forte irradiazione solare, le elevate concentrazioni
di ozono e di ''particolato'' atmosferico che creano una ''miscela
che provoca la formazione di mercurio reattivo'', piu' facilmente
trasferibile alle acque superficiali. ''E' vero pero' - continua Pirrone
- che il quantitativo di mercurio in mare e' molto variabile ed ed
piu' facile che ci sia in inverno, a causa delle frequenti piogge
e l'alta umidita'. D'estate, infatti, il ciclo di permanenza del metallo
nelle acque mediterranee si limita a poche settimane''. ''Per molto
tempo - osserva il ricercatore del Cnr - l' inquinamento da mercurio
e' stata un'emergenza ignorata, benche' nel corso degli ultimi 15
anni, la comunita' scientifica internazionale e gli enti preposti
alla tutela e alla salvaguardia della salute pubblica abbiano mostrato
una crescente attenzione agli effetti dannosi derivanti da tale contaminazione''.
Il libro raccoglie, tra gli altri, i risultati delle ricerche condotte
dall'Iia - Cnr sull'inquinamento da mercurio nel Mediterraneo, nell'Artico
e in Antartide. Dalla comparazione dei dati risulta l'anomalia che
''mentre nel Mediterraneo la concentrazione nell'acqua risulta inferiore
a quella dell'Atlantico - evidenzia Pirrone - nei pesci del mare nostrum
la concentrazione e' superiore a quella della fauna ittica atlantica''.
Un fenomeno - si legge nelle conclusioni - che necessita di ulteriori
indagini per meglio comprendere il ciclo del metallo nel sistema marino.
Storicamente i primi casi documentati di inquinamento da mercurio
risalgono alla prima meta' dell'800, durante 'la febbre dell'oro'
in Nord America e ancora diffusa in molti Paesi produttori d'oro come
Laos, Vietnam, Brasile, Tanzania e Venezuela. Vanno ricordati i disastri
di Minamata in Giappone (1953-1960), in Iraq (1956-1960) e, in anni
recenti, nel triangolo industriale di Priolo-Agusta-Melilli, che hanno
rivelato ''quanto terribili possano essere gli effetti della dispersione
del mercurio. Questo metallo - ricorda il curatore del volume - e'
impiegato massicciamente anche nei processi produttivi, ad esempio
negli impianti di soda caustica, e come componente di base di una
vasta gamma di beni di largo consumo, tra cui dispositivi elettronici,
termometri, materiale ospedaliero''. Continua la ricerca dei fusti radioattivi indicati dal pentito. Ancora nulla. 10/06 Un bidone di attrezzi agricoli e qualche residuo metallico.
E' questo al momento quanto hanno trovato i tecnici di Regione Basilicata
e Cnr nelle campagne fra Pisticci e Ferrandina (Matera), dove secondo
un pentito dell' 'ndrangheta (citato da L' espresso) nell' 87 sarebbero
stati interrati cento fusti di rifiuti radioattivi. Gli accertamenti
dell' agenzia per l' ambiente della Regione (Arpab) e della struttura
di Tito (Potenza) del Cnr sono cominciati martedi' scorso, il 7 giugno,
su di un' area di dieci chilometri quadrati in localita' Coste della
Cretagna. I controlli coinvolgono quattro tecnici, due per ogni ente,
e dovrebbero durare una decina di giorni. Gli operatori dell' Arpab
dispongono di due contatori geiger per rilevare tracce di radioattivita':
uno 'qualitativo' per scoprire la fonte, uno 'quantitativo' per valutarne
l' intensita'. Al momento non sono state rilevate fonti di radioattivita'
anomale. I tecnici del Cnr utilizzano un magnetometro a terra: una
specie di metal detector molto sofisticato, in grado di rilevare la
presenza di metalli interrati (e quindi dei fusti). Con questo apparecchio
sono stati rilevati il bidone di attrezzi agricoli e gli altri residui
metallici. ''Sicuramente troveremo altri rifiuti come questi - spiegano
i tecnici -. Nelle campagne viene abbandonato di tutto''. Secondo
l' Arpab, se i fusti di rifiuti radioattivi ci sono e sono in buono
stato, non dovrebbero emettere radiazioni. Solo in caso di rottura
potrebbero diventare una fonte rilevabile. In ogni caso, se a Coste
della Cretagna sono stati interrati cento bidoni metallici, il magnetometro
li segnalera'. Secondo i tecnici, le rilevazioni fatte in zona da
associazioni ambientaliste con contatori geiger rudimentali, che avrebbero
rilevato un aumento di radiazioni nell' area, non sono significative.
La radioattivita' naturale dei terreni e dei minerali (ad esempio
quella del tufo) puo' variare sensibilmente nel giro di pochi metri.
Solo apparecchiature sofisticate sono in grado di accertare se si
tratta di una fonte anomala. Da ieri, 9 giugno, gli stessi accertamenti
di Arpab e Cnr vengono svolti in zona dal Corpo Forestale dello Stato
e dall' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma, su
delega della procura antimafia di Potenza. Quest' ultima ha un fascicolo
aperto dal 2000 sulle rivelazioni del pentito citato da L' espresso.
Gli inquirenti non nascondono un certo scetticismo sull' esistenza
di questa discarica di rifiuti radioattivi a Coste della Cretagna.
Nel caso venissero trovati i fusti, gli operatori informeranno procura
antimafia e Regione Basilicata. Quest' ultima a sua volta fara' intervenite
la Protezione civile nazionale, data la difficolta' di procedere ad
una bonifica di materiale radioattivo. ''Comunque vada - spiegano
all' Arpab - a Coste della Cretagna stiamo sperimentando un protocollo
di controllo del territorio che potrebbe poi essere formalizzato ed
utilizzato anche altrove''. La Provincia di Cosenza vara un progetto di monitoraggio atmosferico 10/06
Un protocollo di intesa tra Provincia di Cosenza e Consorzio Valle
Crati permetterà l’avvio di un progetto di monitoraggio
atmosferico nelle zone a forte conurbazione della provincia. E’
una decisione della Giunta riunita nel pomeriggio di ieri sotto la
presidenza dell’onorevole Mario Oliverio, che su proposta dell’Assessore
all’Ambiente, Luigi Marrello, ha approvato lo schema della convenzione
che consentirà all’Amministrazione di verificare i parametri
più importanti dell’atmosfera in alcuni punti nevralgici
del territorio, sì da avere a disposizione una propria banca-dati.
La rilevazione- come informa l’Assessore Marrello- verrà
effettuata mediante una apposita centralina mobile che sosterà
nei diversi punti individuati per un periodo di quattro giorni nelle
diverse successioni stagionali. Nella pratica, le zone di rilevazione
saranno monitorate in inverno, primavera, estate ed autunno per complessive
384 ore. “L’indagine - spiega l’Assessore all’Ambiente-
ci permetterà di mettere a fuoco la generale qualità
dell’aria valutata in relazione alla tipologia del centro urbano,
controllando l’eventuale presenza o assenza di potenziali contaminanti.
La sofisticata attrezzatura analitica di cui sono dotate le centraline
consentirà agli esperti di considerare dati relativi al monossido
di carbonio, alle particelle sospese, agli ossidi di azoto, anidride
solforosa, ozono, benzene ed altri idrocarburi”. “Gli
importanti segni ambientali che saranno esiti della nostra valutazione-
conclude Marrello- ci metteranno nella condizione di possedere informazioni
preziose da utilizzare a vantaggio dei cittadini.” Mari sempre più inquinati da metalli e DDT 10/06 Metalli pesanti, petrolio, pesticidi e pcb minacciano la salute
dei nostri mari, e non ci sono aree marine protette che possano tenere
alla larga gli inquinanti usciti dalle nostre industrie e dai reflui
dei nostri fiumi. Mercurio e cromo appestano i fondali di Friuli Venezia
Giulia e Veneto, nichel e ancora cromo quelle di Liguria e Toscana,
il piombo avvelena di nuovo la Liguria e il Friuli, il ddt appesta
il fondo dei mari laziali e liguri. Nelle sabbie sottomarine della
Toscana e della Basilicata si trova il tributilstagno, in quelle del
Friuli il benzoapirene, in quelle di Abruzzo e Friuli gli idrocarburi
policiclici aromatici. A stupire sono le concentrazioni inquinanti
che si ritrovano nei fondali dei parchi blu: cromo e nichel nel nell'area
marina protetta dell'Arcipelago toscano, anche piombo in quella delle
Cinque terre. A miramare, fiore all'occhiello delle zone di tutela
costiera, si registrano alti tassi di piombo, mentre a Capo Rizzuto,
in Calabria, e a Punta Licosa, in Campania, abbonda l'arsenico. A
fornire la mappa dei fondali inquinati e dei mari piu' saturi di sostanze
chimiche dannose sono Legambiente e Wwf in una fotografia di qualche
mese fa e che rappresenta l'ultimo report disponibile sulla quantita'
di inquinanti nei sedimenti del Mare Nostrum. La conclusione che se
ne tira e' che nei fondali sottomarini si sono accumulati nel corso
dei decenni (in qualche caso addirittura dei secoli) tutti gli inquinanti
piu' dannosi: di fronte alla foce del fiume Lerone in Liguria, i sedimenti
hanno registrato tutti gli scarichi al cromo della Stoppani di Cogoleto,
vera e propria bomba chimica. Davanti a Priolo si registrano le altissime
quantita' di mercurio buttate a mare senza trattamento dall'Enichem,
mentre allo sbocco del Sarno si ritrovano puntualmente gli scarichi
delle industrie conciarie che hanno ucciso il fiume campano. Fuori
dalle aree protette marine, non mancano certo i "punti caldi",
interessati da uno o piu' inquinanti. "Caldissima la situazione
in Liguria, dove il quadro dei rilevamenti e' seriamente preoccupante.
I sedimenti marini di quasi tutte le stazioni- spiegano i dati di
Legambiente e Wwf- risultano fortemente contaminati da cromo, nichel,
piombo e arsenico e non mancano mercurio, Pcb, cadmio, benzoapirene,
Ddt e Ipa. La palma dell'inquinamento va alla stazione sulla foce
del torrente Lerone, dove per molti anni ha scaricato veleni la Stoppani
di Cogoleto: nei sedimenti analizzati si ritrovano il cromo totale
(per una concentrazione massima di oltre 7.200 mg/Kg, pari a 145 volte
il limite di legge), nichel (oltre 895 mg/Kg, e cioe' quasi 30 volte
il limite di legge) piombo, arsenico e Pcb (fino a 10 volte in piu'
del massimo consentito dal decreto ministeriale), ma anche mercurio,
cadmio, Ipa, benzoapirene e Ddt. Ma non sono da meno Vado Ligure e
Imperia, dove si segnalano sforamenti ai limiti praticamente su tutti
gli inquinanti. Altrettanto seria la situazione in Veneto, dove i
metalli pesanti contaminano praticamente tutti i sedimenti della costa.
Qui il dato piu' impressionante e' quello del Porto di Lido nord di
Cavallino (Ve), il piu' vicino alla Laguna di Venezia, dove si rileva
la presenza elevata di tutti i metalli analizzati ma anche di arsenico
(fino a 52.000 microg/Kg), Ipa e Pcb. I sedimenti analizzati in Friuli
Venezia Giulia riportano elevatissime concentrazioni di cromo, mercurio,
nichel e piombo in tutte e quattro le stazioni friulane A Punta Sottile,
nelle vicinanze di Muggia (Ts) e' anche stata misurata la piu' alta
concentrazione di Aldrin di tutto il programma di monitoraggio (0,4
microg/Kg), mentre a Porto Nogaro e' stata rilevata la maggior concentrazione
di mercurio con 10 mg/Kg. Difficile il quadro della Campania, nelle
cui acque si trova di tutto, dall'arsenico al cadmio, dal cromo al
mercurio, dal nichel al piombo, senza dimenticare gli Ipa, il benzoapirene
e i Pcb. La piu' critica e' la stazione della foce del Sarno con 4
superamenti dei limiti di legge del cromo totale su un totale di 5
campioni (con una punta di quasi 124mila microgrammi/Kg contro un
limite di 50mila), mentre 3 sforamenti su 5 sono relativi al cadmio,
piombo (con concentrazioni quasi tre volte superiori ai limiti) e
Pcb (con un picco di 32 microgrammi/Kg rispetto al limite previsto
di 4). Nel Lazio, si riscontra un diffuso inquinamento di arsenico,
Ddt, piombo e tributilstagno in diverse stazioni. Una di quelle piu'
colpite sembra essere quella di Ladispoli (Rm) che fa l'en plein (3
sforamenti su 3 campioni) su arsenico, Ddt (con concentrazione fino
a 7 volte superiore al limite massimo consentito dalla legge) e piombo.-
Come per il Lazio, in alcuni casi le contaminazioni di un particolare
inquinante riguardano infatti le coste di intere regioni. E' il caso
del mercurio e del cromo nei sedimenti marini del Friuli Venezia Giulia
e del Veneto. Oppure del nichel e ancora del cromo presenti nei fondali
della Liguria e della Toscana. Il piombo, invece, abbonda in Liguria
e Friuli, mentre il tributilstagno contamina la gran parte dei sedimenti
di Toscana e Basilicata. Il Ddt eccede sul fondo del mare del Lazio
e della Liguria, mentre il benzoapirene minaccia i fondali del Friuli
Venezia Giulia. Gli Idrocarburi policiclici aromatici infine sono
onnipresenti in Abruzzo e Friuli. Fortugno: “La riperimetrazione dei parchi è necessaria” 09/06 ''Condivido pienamente la posizione dell' assessore Pirillo
sulla necessita' di procedere alla riperimetrazione del Parco nazionale
d' Aspromonte e di riqualificare i lavoratori forestali. Due questioni
da affrontare con la massima urgenza perche', per le molteplici ricadute
socio-economiche che comportano, interessano tutta la regione''. E'
quanto afferma, in una dichiarazione, il vicepresidente del Consiglio
regionale, Francesco Fortugno. ''L' assessore all' Agricoltura - aggiunge
Fortugno - ha riproposto le problematiche relative alla riperimetrazione
del Parco nazionale d' Aspromonte ed al riassetto del comparto della
forestazione che, nel recente passato, sono stati oggetto di una politica
discriminatoria da parte del Governo e di scarsa attenzione da parte
della Regione, che non hanno saputo valorizzare le risorse umane,
razionalizzandone l' impiego, in modo da consentire, in particolare,
al settore della forestazione di costituire un importante volano per
lo sviluppo dell' intera regione. Il segnale forte e chiaro dato da
Pirillo e' la testimonianza di un modo nuovo di concepire il governo
della Regione, per superare i provincialismi che hanno impedito al
precedente Governo di centrodestra una chiara visione d' insieme delle
attivita' produttive e del territorio della Calabria. La necessita'
della riperimetrazione del Parco, tenuto conto degli ormai consolidati
effetti della sua istituzione e' stata espressa da piu' parti. In
particolare, i Comuni di Cimina', San Luca, Careri, Samo, Antonimina,
Varapodio e San Giorgio Morgeto hanno gia' formalizzato da tempo,
con appositi atti deliberativi, una richiesta in tal senso''. Secondo
Fortugno, ''il Parco, in linea di principio ed oltre i fini di tutela
e salvaguardia del territorio e' una risorsa, ma e' indubbio che nella
sua attuale estensione ha comportato, per le popolazioni residenti,
notevoli penalizzazioni, che non trovano giustificazione nella cosiddetta
tutela di un interesse superiore e diffuso. Non si chiede, infatti,
di stravolgere le finalita' del Parco, ma semplicemente di rivedere
la zonizzazione, per poi procedere ad una diversa perimetrazione che
escluda le proprieta' private, le zone fortemente antropizzate e quelle
di scarso valore naturalistico. Ritengo che non ci siano posizioni
inconciliabili. Anzi, un confronto tra l' assessore Pirillo, l' Ente
Parco ed i Comuni interessati sarebbe un primo passo importante per
una soluzione complessiva e condivisa del problema''. Approvata dalla Giunta di Cassano la gara per la discarica 09/06 La giunta comunale di Cassano, riunitasi sotto la presidenza
del sindaco Gianluca Gallo, ha deliberato gli indirizzi per l' affidamento
della gara d'appalto per la costruzione, la gestione e la post gestione
della terza buca della discarica comunale di contrada ''la Silva'',
per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti solidi
urbani. ''Tale decisione - e' scritto in una nota del comune - e'
stata dettata sia dalle precarie condizioni finanziarie in cui versa
il Comune, che impediscono di anticipare le somme necessarie alla
realizzazione dell'opera, sia dal fatto che la mancata realizzazione
della terza buca causerebbe all'ente gravi danni economici in quanto
i rifiuti dovrebbero essere smaltiti in altre discariche, magari fuori
provincia''. La giunta ha approvato anche ''la concessione a un' impresa
di viaggi a poter istituire un servizio di trasporto turistico per
agevolare i collegamenti per l' utenza estiva da e per il centro nautico
dei Laghi di Sibari, il villaggio turistico di Marina di Sibari, il
Museo archeologico nazionale della Sibaritide e il parco degli Scavi
archeologici di Sibari''. Veraldi (DL) “Sanato il vulnus Calabria, ora inserita nel decreto sui rifiuti” 09/06 ''Finalmente il Governo ha deciso di porre fine all' allarmante
situazione calabrese''. E' quanto sostiene, in una dichiarazione,
Donato Veraldi, senatore della Margherita, esprimendo soddisfazione
per la decisione d' introdurre nel decreto concernente Disposizioni
urgenti in materia di protezione civile' un articolo che prevede misure
urgenti per l' emergenza rifiuti in Calabria. ''Dopo la soppressione
del medesimo articolo inserito in un precedente decreto da parte della
maggioranza - aggiunge Veraldi - avevamo chiesto fortemente al Governo
ed alla maggioranza che lo sostiene, con un ordine del giorno presentato
insieme ai colleghi Iovene, Filippelli e Marini, di provvedere a sanare
la situazione rifiuti che, in Calabria, stava assumendo dimensioni
preoccupanti. Seppure in ritardo e dopo forte sollecitazioni provenienti
dal centrosinistra, e' stato finalmente sanato un vulnus che rischiava
di diventare un problema davvero grave per la Calabria''. Loiero scrive a Berlusconi: “Il Governo si occupi della depurazione” 08/06 Sul grave e allarmante problema della depurazione, il presidente
della Regione Calabria, Agazio Loiero, ha scritto al presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi sollecitando ''un intervento urgente del
Governo, in termini finanziari, che impedisca l' ulteriore produzione
di danni irreparabili, non solo alla salubrita' dell' ambiente, ma
anche all' immagine di una Regione che, sulla vocazione turistica,
punta per il suo riscatto''. La questione della depurazione delle
acque in Calabria, infatti, ha spiegato Loiero, e' un ''problema annoso
e di difficile soluzione, semmai aggravato da svariati anni di commissariamento
da parte dello Stato'' ed e' stata portata alla ribalta nazionale
da recenti fatti di cronaca giudiziaria anche per le forme di impiego
delle somme stanziate ''oggetto di pesanti rilievi da parte della
locale Sezione controllo della Corte dei Conti''. Ma quel che di piu'
allarma in questo momento il presidente della Regione e' la pesante
situazione debitoria esistente - oltre 100 milioni di euro in base
a stime approssimative - ''senza considerare l' ulteriore accumulo
dovuto alla gestione corrente, e cio' anche in ragione della produzione
di atti, da parte dell' organo statale, in assenza della necessaria
copertura finanziaria''. ''Gli interventi che da diverse settimane
abbiamo messo in campo con l' assessore all' Ambiente Diego Tommasi
- spiega Loiero in una dichiarazione - ci consentono di affrontare
con fiducia la prossima stagione delle vacanze e possiamo per questo
rassicurare i turisti. Ma abbiamo ereditato una situazione pesante,
quasi ingovernabile nei suoi aspetti finanziari, e per cio' ci siamo
mossi con interventi tampone. Con l' autunno, in mancanza di un intervento
governativo la difficile situazione dell' economia locale, come ho
spiegato nella lettera al presidente Berlusconi, rischia di aggravare
ancora di piu' la gia' grave situazione''. I lavoratori del Mercure ottimisti dopo l’incontro con Nicola Adamo 08/06 C'e' ottimismo tra i lavoratori della centrale del Mercure
dopo l'incontro avuto tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali,
il vicepresidente della Regione, Nicola Adamo, ed il prefetto di Cosenza,
Diego D'Amico. ''Pur non potendo - e' scritto in una nota - intervenire
sull'iter della magistratura, che deve fare il suo corso, le due alte
cariche regionali hanno compreso e fatto proprio il problema, impegnandosi
sollecitare gli organi preposti affinche' sia data una risposta celere
e che tenga conto delle preoccupazioni dei lavoratori. Intanto si
attende l'esito dell'incontro tra la Procura generale di Catanzaro
e l'Enel fissato nella mattinata di giovedi'''. I lavoratori hanno
intanto deciso di proseguire la protesta in attesa degli siti dei
prossimi incontri. I lavoratori Enel, inoltre, precisano che ''la
sicurezza sul lavoro - prosegue la nota - e' una priorita', che all'interno
della centrale c'e' un presidio sanitario che funziona ormai da tantissimi
anni, che la salute dei dipendenti viene monitorata costantemente
dall'azienda e il rappresentante dei lavoratori alla sicurezza ha
l'accesso a tutti i dati relativi. La protesta in atto e' per la difesa
della sede di lavoro perche' e' vero che nessuno sara' licenziato,
ma e' vero anche che il futuro di questi lavoratori sara' lontano
dalla valle del Mercure''. ''Accanto al problema - conclude la nota
- degli individui e delle famiglie, le istituzioni e le cittadinanze
non possano non intravedere il problema sociale, poiche' si andrebbe
a innescare un nuovo flusso in uscita dalla valle che, in una realta'
fatta di piccoli numeri, si tradurrebbe in un ulteriore impoverimento
dei servizi e del tessuto economico''. Continua la protesta dei lavoratori della Centrale del Mercure 08/06 Continua la protesta dei lavoratori della Centrale Enel del
Mercure di Laino Borgo contro il provvedimento di sequestro della
Procura di Castrovillari che ha, di fatto, sospeso le attivita' lavorative
all' interno del sito produttivo. Il presidio dei lavoratori, iniziato
due giorni fa prosegue nonostante i ripetuti appelli da parte di forze
dell' ordine e dei sindacati a desistere. Oggi i dipendenti hanno
diffuso un comunicato per denunciare ''le menzogne che si vanno ripetendo
sulla centrale del Mercure. Prima fra tutte la questione amianto -
prosegue la nota - dannoso per la salute solo se disperso nell' aria.
Ma affinche' cio' si verifichi deve essere finemente frantumato in
fibre di piccolissime dimensioni per passare nell' aria che respiriamo''.
Secondo i lavoratori, l' amianto a Laino Borgo in centrale e' ''rimasto
solo nel Gruppo 1 del sito, ma e' stato confinato e reso innocuo cosi'
come stabilito dal Decreto Legislativo 277/91. La ditta Ait, specializzata
nelle scoibentazioni e smaltimento amianto, e' stata incaricata di
rimuovere l' amianto da questo gruppo, ma non puo' iniziare i lavori
perche' il gruppo 1 e' stato posto sotto sequestro per accertamenti
cautelativi''. ''L' amianto sul Gruppo 2, oggetto della riconversione
a biomasse - proseguono i lavoratori - e' stato completamente rimosso
e smaltito primo dell' inizio dei lavori di riconversione. Non e'
vero che tutta la centrale e' stata posta sotto sequestro, perche'
il gruppo 2 non e' mai stato toccato da azioni giudiziarie''. I lavoratori
hanno manifestato l' intenzione di continuare il loro presidio fino
quando i cancelli della centrale non saranno riaperti. Intanto, secondo
quanto riferito da fonte sindacale, il vice presidente della Regione,
Nicola Adamo, ha chiesto informazioni sulla situazione agli stessi
sindacati. Un atteggiamento di attenzione e disponibilita' che e'
stato gradito gradito dalle organizzazioni sindacali. Centro Servizi del Parco del Pollino a Palazzo Gallo di Castrovillari 08/06 ''Grazie alla concertazione tra il Comune di Castrovillari,
la Comunita' Montana e l' Ente Parco del Pollino presto il palazzo
Gallo, ex sede dell' Istituto Statale d' Arte, oggi restaurato, sara'
sede di Centro Servizi del Parco piu' grande d' Italia, accogliendo
parte del suo personale e facendo di Castrovillari un 'capoluogo'
con piu' servizi''. E' quanto sostiene in una nota l' assessore del
Comune di Castrovillari e componente della giunta dell'Ente Parco,
Biagio Schifino. Schifino ha incontrato l' assessore comunale ai Lavori
pubblici, Mario Innocenzo Rummolo, il rappresentante della Comunita'
Montana, Antonino Ambrogini. Nel corso dell'incontro e' stata analizzata
la situazione relativa al recupero ed i tempi legati alla fruizione
della struttura. ''Un impegno - ha aggiunto Schifino - che vuole ribadire
ancora una volta il ruolo che si intende conferire a Castrovillari,
lavorando su piu' fronti, consapevoli del ruolo che dovra' svolgere
nel Parco e nella Calabria citeriore come citta' di confine tra territori
e regioni nonche' incrocio di patrimoni, etnie e tradizioni. Una moltitudine
di risorse che ha bisogno di tutti e che solo una forte sinergia tra
soggetti puo' produrre per l' economia dei territori e delle comunita''' La Provincia di Potenza chiede all’ENEL di fermare le attività alla centrale del Mercure 07/06 Il Consiglio Provinciale di Potenza ha votato all' unanimita'
un ordine del giorno presentato dai consiglieri Carmine Rossi (Verdi)
e Sandro Berardone (Ds) che impegna la Giunta provinciale ''a chiedere
all' Enel la sospensione delle attivita' connesse alla messa in esercizio
della centrale a biomasse del Mercure, e alle due regioni e alla Provincia
di Cosenza di dar vita ad un tavolo permanente istituzionale e tecnico
nel quale affrontare adeguatamente i temi legati allo sviluppo sostenibile''.
''La Provincia di Potenza - ha detto il presidente, Sabino Altobello
- si e' resa protagonista anche all' esterno, in quanto e' stata l'
unica Amministrazione a chiedere un tavolo di confronto con l' Enel,
le due Regioni, Calabria e Basilicata, e le due Province di Cosenza
e Potenza, per conoscere dettagliatamente il progetto che si intende
porre in essere, al fine di valutarne la compatibilita' ambientale
e le effettive ricadute sui territori interessati''. Iniziati i controlli per rintracciare i rifiuti radioattivi 07/06 Sono cominciati stamani i controlli di Regione Basilicata e
Cnr nelle campagne di Pisticci (Matera) per cercare i cento fusti
di scorie radioattive dell' Enea di Rotondella (Matera) che, secondo
un pentito della 'ndrangheta citato da L' espresso, sarebbero stati
interrati li' dalla mafia calabrese nel 1987. Gli investigatori lucani
e la procura antimafia di Potenza (che ha un fascicolo aperto dal
2000 sulle rivelazioni del pentito citate da L' espresso) non nascondono
il loro scetticismo sulla vicenda. Pare che gli inquirenti gia' alcuni
anni fa abbiano cercato a Pisticci la discarica segnalata dal collaboratore
di giustizia, in localita' Coste della Cretagna, e non abbiano trovato
niente. I controlli odierni, voluti dalla Regione Basilicata dopo
le rivelazioni del settimanale, si estenderanno su di un' area di
dieci chilometri quadrati, nella campagna sull' argine del torrente
Vella. L' Arpab (l' ente regionale per la tutela dell' ambiente) misurera'
la radioattivita', il Cnr cerchera' metalli nascosti in profondita'.
Le verifiche richiederanno 10-15 giorni. La Regione si e' impegnata
a comunicare tempestivamente i risultati alla magistratura e alla
cittadinanza. Controlli con contatori geiger condotti da associazioni
ambientaliste della zona hanno evidenziato un lieve aumento della
radioattivita' a Costa della Cretagna, anche se entro i limiti di
legge. Si tratta pero' di accertamenti fatti con apparecchiature rudimentali
e da personale non specializzato I lavoratori della Trisaia: inattendibili le rivelazioni del pentito sui rifiuti radioattivi 07/06 Trentadue lavoratori dell' impianto Itrec presso il Centro
ex Enea (oggi Sogin) della Trisaia di Rotondella (Matera) hanno firmato
un comunicato nel quale esprimono ''stima'' e ''sostegno incondizionato''
all' ex direttore Tommaso Candelieri e spiegano perche' ritengono
inattendibili le rivelazioni di un pentito della 'ndrangheta, riportate
da L' espresso, su di un presunto smaltimento illegale di scorie radioattive
del Centro. L' impianto Itrec negli anni Ottanta riciclava barre di
combustibile usate di centrali nucleari. Candelieri fu direttore dell'
impianto dal 1980 al 1990: oggi ne cura la bonifica. Secondo il pentito
della 'ndrangheta, nella notte fra il 10 e l' 11 gennaio 1987, Candelieri,
su indicazione del governo nazionale, permise che una cosca calabrese
portasse via 600 fusti di rifiuti radioattivi dal Centro. Cinquecento
bidoni sarebbero stati portati a Livorno e da li' imbarcati per la
Somalia, gli altri interrati nelle campagne del vicino comune di Pisticci
(Matera). Nel '92, sempre secondo il pentito, Candelieri avrebbe fatto
portar via dalla 'ndrangheta mille fusti di scorie radioattive dalla
centrale del Garigliano. ''All' impianto Itrec - si legge nel comunicato
dei dipendenti - si puo' accedere da un' unica via controllata da
due guardianie perennemente presidiate da guardie del servizio di
vigilanza, che avrebbero senz' altro notato il traffico di 40 camion
in ingresso ed in uscita alle due di notte. La movimentazione di 600
fusti richiede il coinvolgimento di diverse persone e l' uso di gru
e altri mezzi meccanici''. ''Inoltre - prosegue la nota - 600 fusti
sono una montagna di materiale ed anche il dipendente piu' miope si
sarebbe accorto della loro scomparsa dalla sera alla mattina. I dipendenti
del centro Enea di Trisaia sono oltre 200 e non sono tutti agenti
segreti deviati o affiliati alla 'ndrangheta. La loro testimonianza
varra' pure qualcosa''. Secondo i dipendenti, il pregiudicato di Nova
Siri (Matera) che avrebbe messo a disposizione i mezzi per interrare
i fusti a Pisticci, Agostino Ferrara, ''e' proprietario solo di un
furgoncino a tre ruote''. Quanto a Tommaso Candelieri, per i firmatari
e' ''un uomo onesto, un manager di provata capacita', un tecnico competente''.
I lavoratori ritengono che gli articoli che da tempo L' espresso scrive
sul traffico di rifiuti radioattivi sono resi possibili ''dalla balbettante
difesa dei vertici Enea, che non hanno saputo affrontare il problema
con la dovuta determinazione, attivando azioni legali contro i denigratori
che da tempo imperversanmo sulle attivita' di Enea Trisaia, diffamando
e screditando le maestranze''. ''E' palese - conclude il comunicato
- l' obiettivo di distruggere sul piano umano e professionale il dirigente
Enea. Da parte di chi? Speriamo presto che gli autori vengano smascherati''.
I firmatari ''intendo rinnovare a Tommaso Candelieri la propria stima,
confermargli un sostegno incondizionato ed invitarlo a proseguire
nella sua opera''. Esposto di Fare Verde contro la discarica di Lungro 07/06 L' associazione ambientalista Fare Verde di Cosenza ha reso
noto di avere presentato un esposto alla Procura della Repubblica
di Castrovillari per verificare eventuali ipotesi di reato sulla decisione
del sindaco di Lungro di bloccare l' accesso agli automezzi per il
conferimento dei rifiuti solidi urbani nella locale discarica. ''Tale
decisione univoca - e' scritto in un comunicato - sta determinando
una situazione di notevole disagio per i cittadini di Altomonte che
da ben quattro giorni vedono i propri cassonetti straboccanti di rifiuti.
La situazione rappresenta un biglietto da visita altamente negativo
per il degrado ambientale che si presenta alla vista dei cittadini
e dei turisti, oltre a rappresentare un potenziale focolaio di problemi
igienico-sanitari. Davanti alla latitanza degli organismi competenti,
Fare Verde non puo' non denunciare tale stato di degrado reso ancor
piu' pesante dalla reiterata inadempienza nei confronti degli inviti
ad istituire strumenti idonei alla riduzione della produzione dei
rifiuti''. Fare Verde e' preoccupato per la mancata applicazione del
Decreto Ronchi da parte degli Amministratori ''in merito all' attuazione
di piani tendenti, innanzitutto, alla riduzione della produzione dei
rifiuti incentivando ed istituendo il vuoto a rendere, il compostaggio
domestico della frazione organica (ben oltre il 30% e' costituito
da questa voce), l' utilizzo della carta riciclata per almeno il 30%
del loro fabbisogno cartaceo annuale, il riciclaggio del legname derivante
dalla potatura del verde pubblico. Il problema dei rifiuti - ha sostenuto
l' associazione - non puo' essere affrontato in un' ottica di perenne
e continua emergenza, e quando l' emergenza si presenta veramente
non si sa come affrontare la situazione generando disagi per i cittadini.
Se non si decide di affrontare il problema dei rifiuti in quest' ottica
ci ritroveremo sempre piu' frequentemente costretti a subire i ricatti
di questo o quel Sindaco nel cui ambito territoriale si venisse a
trovare la discarica o l' eventuale impianto per lo smaltimento''.
Gli ambientalisti chiedono le dimissioni del Consiglio del Parco del Pollino 07/06 Un delegazione del CoSa Pollino presenziera' alla manifestazione
il ''Giro dei Parchi'' che si terra' oggi a Piano Ruggio, nel parco
del Pollino, per chiedere le dimissioni di tutti i componenti dell'
organo amministrativo dell' Ente Parco per ''incompetenza amministrativa
e per mancanza di una reale politica di tutela dell' ambiente''. Lo
rende noto l' associazione ambientalista. Sulla vicenda del Parco
e' intervenuto anche Antonio Bavusi, ex consigliere del Parco per
conto del Wwf che ha inviato una lettera aperta allo stesso Wwf nella
quale afferma che ''da tempo e in piu' sedi rilevo come il Parco Nazionale
del Pollino sia oggi in balia di affarismi e devastazioni senza precedenti
a cui il Wwf, pur stando all' interno, si e' reso direttamente o indirettamente
complice. Non si comprende - ha proseguito Bavusi - come il Wwf non
prenda le distanze dall' attuale gestione del Parco e continui ad
essere rappresentato in questo Consiglio direttivo che ha permesso
ed autorizzato negli ultimi anni un crescente degrado, a partire dal
depauperamento delle risorse umane ed economiche, al punto che oggi
vengono innescate battaglie tra i poveri, Centrale del Mercure e ex
Lsu-Lpu. Quanto successo nel Consiglio direttivo del 5 giugno scorso
e' la riprova di una deriva gestionale ed amministrativa che grava
sul futuro stesso del parco nazionale e sul suo sviluppo. Qual' e'
allora oggi il senso di pubblicare tardivamente un libro bianco del
Wwf al capezzale del parco nazionale del Pollino agonizzante?''. Tre operai della Centrale del Mercure salgono per protesta sulla ciminiera. L’Enel dice di non avere colpe. 06/06 Si e' conclusa in serata la protesta dei tre operai impegnati
nei lavori di riconversione della centrale del Mercure di Laino Borgo
che nel pomeriggio erano saliti su una ciminiera, alta piu' di cento
metri. La decisione e' stata presa in seguito ad una mediazione raggiunta
con sindacati, carabinieri e le parti interessate alla vicenda.Gli
operai avevano deciso di intraprendere l' azione di protesta nel corso
di una manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil contro il provvedimento
di sequestro adottato dalla Procura della Repubblica. I licenziamenti
decisi dall' Enel riguardano gli operai impegnati nei lavori per la
riconversione a biomasse della centrale. Il sindaco di Laino Borgo,
Michele Mele, dopo l' azione di protesta avviata dai tre operai, ha
scritto al prefetto di Cosenza, Diego D' Amico, per chiedere che vengano
intraprese iniziative per trovare una soluzione ai problemi legati
ai licenziamenti disposti dall' Enel. L’Enel dal canto suo dice
in un comunicato di non avere alcuna responsabilità dichiarando
che la protesta messa in atto da tre operai impegnati nei lavori di
riconversione della centrale del Mercure, che si sono arrampicati
su una criminiera alta cento metri, ''non e' diretta contro l' Enel,
ma contro la decisione dell' autorita' giudiziaria di sequestrare
l' impianto''. ''A causa del provvedimento dell' autorita' giudiziaria
– continua la nota dell’Enel - si e' e' reso necessario
chiudere l' impianto. Nessun lavoratore, pero', a tutt' oggi e' stato
licenziato, ne' abbiamo intenzione di adottare in futuro alcun provvedimento
in tal senso. Tutt' al piu', nel caso in cui l' attuale situazione
dovesse perdurare, gli operai saranno destinate ad altre mansioni''.
L' Enel contesta inoltre la tesi della Procura della Repubblica di
Castrovillari secondo la quale nell' impianto di Laino Borgo sarebbe
presente amianto. ''Nella centrale del Mercure - sostiene l' Enel
- non c' e' alcun pericolo provocato dall' amianto, che viene stipato
in appositi contenitori, senza alcun contatto con l' esterno. Siamo
dunque sorpresi dalla decisione dell' autorita' giudiziaria perche'
il nostro operato e' in linea con la tutela della salute. Siamo comunque
fiduciosi nell' operato della magistratura e nell' esito dell' inchiesta
perche' siamo sereni e sicuri del nostro operato''. L’arch. Vallarola direttore del Parco Nazionale del Pollino per tre mesi 06/06 Per i prossimi tre mesi, l' architetto Fabio Vallarola sara'
il direttore del Parco nazionale del Pollino, ente nel quale e' responsabile
dell' Ufficio tecnico e urbanistico-territoriale. La designazione
temporanea e' stata decisa dal consiglio direttivo ''in attesa - e'
scritto in un comunicato - della indicazione della terna da comunicare
al Ministero all' Ambiente per la nomina definitiva. ''Con tale nomina
e con la recente operativita' del bilancio - ha commentato il presidente
del Parco, Francesco Fino, che ha proposto la nomina di Vallarola
- l' Ente si avvia verso la piena ripresa dell' attivita' e il rilancio
delle principali iniziative programmatiche sulle quali l' Amministrazione
e' Caruso (AN) chiede alla Regione una Commissione d’inchiesta sulle rivelazioni de L’Espresso sui rifiuti 06/06 ''Le pesanti rivelazioni fornite dall' inchiesta dell' Espresso
non possono essere sottaciute: la Regione Calabria deve collaborare
con le istituzioni preposte, ma deve accertare con trasparente verita'
se il Tirreno nasconde residui radioattivi, nell' interesse della
salute di tutti''. Lo afferma Roberto Caruso, deputato di An, secondo
cui ''chi ha commesso questi crimini dovra' pagare''. ''Chiedo al
presidente della Giunta calabrese, Agazio Loiero - aggiunge Caruso
- di attivare una commissione d' inchiesta che sia composta non da
politici, ma da tecnici, ed abbia lo scopo di verificare, sotto giuramento,
con tutti i rilievi possibili, se nei nostri fondali ci sono scorie
radioattive. Chiedo anche di effettuare una seria indagine epidemiologica
che serva a verificare gli sbalzi possibili nell' incidenza dei tumori
su tutta l' area del tirreno cosentino. Dobbiamo dare risposte politiche
forti, rispettando chiaramente la magistratura e consentendole di
verificare fino in fondo l' attendibilita' dei collaboratori di giustizia''.
La Provincia di Matera attiva la rete satellitare per scoprire discariche abusive 04/06 La Provincia di Matera usera' i satelliti per scoprire le discariche
abusive. Lo prevede una convenzione che l'ente pubblico sta per firmare
con la societa' Telespazio, che opera presso il Centro di geodesia
spaziale 'Giuseppe Colombo' di Matera. Ad annunciare l'iniziativa
e' stato il presidente della Provincia, Carmine Nigro, dopo le rivelazioni
de L'Espresso su presunti interramenti di rifiuti radioattivi nel
vicino comune di Pisticci (Matera) da parte della 'ndrangheta calabrese.
''Sono fortemente preoccupato e allarmato - ha detto Nigro - dalle
notizie diffuse dalla stampa nazionale. Ho attivato gli uffici dell'ente
perche' si facciano tutti gli approfondimenti necessari per fare chiarezza
e per restituire tranquillita' e sicurezza alla comunita' locale''.
''L'apporto di Telespazio - ha aggiunto - ci consentira' un monitoraggio
sul territorio. L'obiettivo principale e' l'individuazione e la prevenzione
di qualsiasi rischio, a cominciare da quelli ambientali''. Rifiuti: Sulle dichiarazioni dell’Espresso i Carabinieri aprono un inchiesta. Candelieri querela il settimanale 04/06 Il Ministero dell'Ambiente ha incaricato i carabinieri del
Nucleo operativo ecologico (Noe) di Potenza di verificare l'eventuale
presenza di fusti di materiale radioattivo interrati nel comune di
Pisticci (Matera), secondo quanto affermato da un pentito della 'ndrangheta
e riportato da L'Espresso. In Basilicata arrivera' a breve anche la
commissione bicamerale sulle ecomafie, per indagare sulle rivelazioni
del settimanale. L'inchiesta dei carabinieri si affianca a quella
avviata dalla Regione Basilicata. L'ente ha formato un gruppo di tecnici
dell'Arpab (l'agenzia regionale per l'ambiente) e del Cnr per compiere
accertamenti in localita' Coste della Cretagna, lungo il torrente
Vella. Qui (secondo il pentito) nella notte fra il 10 e l'11 gennaio
del 1987 sarebbero stati sepolti cento fusti di rifiuti radioattivi
provenienti dall'impianto Itrec (riprocessamento di combustibile nucleare)
del Centro Enea della Trisaia di Rotondella (Matera). Altri 600 fusti
(sempre secondo il pentito) sarebbero stati portati in Somalia su
di una nave salpata da Livorno. Sulla presunta fuoriuscita di materiale
radioattivo dalla Trisaia la procura antimafia di Potenza ha in corso
un'indagine iniziata nel 2000, partendo dalle rivelazioni di un ingegnere
del Centro e di alcuni collaboratori di giustizia, fra i quali quello
citato da L'Espresso. Allarme processionaria a Santa Sofia d’Epiro 04/06 E' allarme anche nella zona di Santa Sofia d' Epiro per il
fenomeno processionaria. A sostenerlo e' Roberto Nigro, consigliere
comunale di minoranza che sollecita interventi a protezione di boschi
di castagne, querce e acacie. ''Dove sono i sindaci, i consiglieri
e gli assessori che ci rappresentano alla Comunita' Montana Destra
Crati - afferma Nigro - che ogni giorno percorrono questo tratto stradale,
e le numerose associazioni ambientaliste, pronte a chiedere e ottenere
finanziamenti? Come mai non si accorgono di quanto succede? Perche'
non intervengono prima che sia troppo tardi?'' Da lunedì assemblea permanente dei lavoratori della Centrale del Mercure 04/06 Le segreterie regionali della Calabria di Fnle-Cgil, Flaei-Cisl
e Uilcem-Uil hanno indetto per lunedi', 6 giugno, a Castrovillari
un' assemblea dei lavoratori della Centrale del Mercure in concomitanza
dell' incontro che l' Enel avra' con la Procura della citta' del Pollino.
La manifestazione, e' spiegato in un comunicato, si protrarra' fino
alla conclusione dell' incontro dagli esiti del quale dipendera' ogni
ulteriore iniziativa dei lavoratori. In particolare le maestranze,
riporta la nota di Cgil, Cisl e Uil, protestano contro la revoca all'
accesso di alcune aree dell' impianto da parte della Procura della
Repubblica di Castrovillari e la conseguente sospensione dei lavori
di riconversione dell' impianto da parte dell' Enel, decisione che
ha aperto pesanti incognite sul futuro di centinaia di famiglie. ''A
seguito di questi fatti - e' scritto nel comunicato congiunto delle
organizzazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil - i dipendenti Enel
sono al momento in ferie forzate fino a data da destinarsi mentre
tutti i lavoratori delle imprese appaltatrici risultano sospesi. In
questi giorni si sono susseguiti incontri con i soggetti coinvolti
(amministrazioni locali, Procura, Enel) per sollecitare una rapida
valutazione dei fatti al fine di accertare le condizioni di sicurezza
e di tutela dell' ambiente e di consentire la ripresa delle attivita'
senza penalizzare ulteriormente i lavoratori''. Centrale del Mercure: Fare Verde solidali con la Procura di Castrovillari 04/06 ''Fare Verde esprime tutta la sua solidarieta' all' operato
della Procura di Castrovillari in merito al sequestro, per l' accertata
presenza di amianto nell' area perimetrale, dell'impianto Enel del
Mercure, nel cuore del Parco del Pollino''. A sostenerlo e' stato
il presidente di Fare Verde di Cosenza, Francesco Pacienza. ''Il principio
di cautela in materia di salute pubblica, riconosciuto dalla Comunita'
Europea come il centro di valutazione di ogni attivita' - ha aggiunto
- a cui la Procura si ispira non puo' essere messo in discussione
da motivazioni di altra natura. La perdita di un posto di lavoro,
indubbiamente, assume una rilevanza notevole in modo particolare in
un' area con una percentuale di disoccupazione tra le piu' alte d'
Europa. Ma, i sindacati che oggi puntano il dito contro noi ambientalisti
addossandoci colpe non nostre, prima di sottoscrivere accordi e patti
per la creazione di pseudo posti di lavoro non avevano il dovere di
informarsi e documentarsi sulla compatibilita' di tale impianto con
un Parco Nazionale? O in nome del lavoro e dell' occupazione dobbiamo
permettere ogni sorta di abusi e violenze sul territorio e sull' ambiente?''.
''Fare Verde - ha proseguito Pacienza - e' sempre stato attento alle
problematiche sociali unitamente alle problematiche ambientali in
quanto convinti assertori che non esiste un altro pianeta sul quale
andare a vivere una volta distrutto questo. Perche' non si sono posti
in essere strumenti per la creazione di posti di lavoro che fossero
alternativi e compatibili con le caratteristiche del territorio alla
presenza di una centrale a biomasse nel Parco del Pollino, nonostante
le indagini della Procura e le risultanze delle analisi dell' Arpacal
avessero messo in luce la presenza di materiali tossico-nocivo sepolti
nell'area di perimetrazione dell'impianto stesso? Le indagini di una
Procura non possono essere strumentalizzate secondo necessita'. La
Legge deve essere applicata sempre ed in maniera uguale per tutti''.
Fare Verde ha quindi invitato le Amministrazioni Regionali della Calabria
e della Basilicata e Provinciali di Cosenza e Potenza ''ad attivarsi
solertemente e senza tentennamenti verso un no deciso, come gia' espresso
da parte della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza verso
la riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano, alla messa
in funzione di questo impianto ed alla sua presenza nel Parco oltre
ad una immediata opera di bonifica del sito'' oltre a ''mettere in
atto strumenti efficaci di rilancio da un punto di vista turistico
e paesaggistico il Parco del Pollino, uno dei piu' suggestivi ambienti
naturali d' Italia. Solo attraverso una corretta valorizzazione del
territorio - ha concluso Pacienza - si riuscira' a creare turismo
di qualita' e, quindi, occupazione''. I Verdi denunciano: “Il decreto governativo non parla di depurazione” 04/06 Il decreto legge varato dal Governo e appena pubblicato sulla
Gazzetta ufficiale sull' emergenza ambientale in Calabria ''non servira'
a risolvere i problemi della depurazione'' che era il motivo per il
quale era stato adottato. A sostenerlo e' Giuseppe D' Ippolito, presidente
della Federazione provinciale dei Verdi di Catanzaro, secondo il quali
''tutte queste norme si occupano di rifiuti e non di depurazione e
sono quindi inapplicabili al caso calabrese''. ''L' articolo del decreto
che ci riguarda - afferma D' Ippolito - e' il n. 2 intitolato alla
'Emergenza ambientale in Calabria'. E' la norma alla quale hanno lavorato
in molti in tempi diversi: dal presidente della Provincia di Catanzaro,
Michele Traversa, ai consulenti ancora inutilmente a libro paga dell'
Ufficio del Commissario delegato per l' emergenza ambientale. Da ultimo
ci aveva messo mani il governo Berlusconi, assolutamente determinato
a prelevare direttamente dalle tasche dei cittadini, attraverso l'
imposizioni di mutui forzosi a carico dei comuni, i milioni di euro
sperperati negli otto anni di gestione commissariale. Ma, incredibile
a dirsi, il decreto che avrebbe dovuto risolvere la vicenda depurazione,
della depurazione non parla affatto''. ''La norma - sostiene l' esponente
Verde - prevede, infatti, l' applicabilita' anche in Calabria di una
serie di ordinanze varie, tutte riferite all' emergenza ambientale
nella Regione Campania, compreso il rinvio al recentissimo decreto
14/2005. Peccato pero' che tutte queste norme si occupino di rifiuti
e non di depurazione e siano quindi inapplicabili al nostro caso.
Come dire che il decreto Calabria sara' sicuramente utilizzabile per
costituire coattivamente debiti in capo ai comuni per pagare lo smaltimento
dei rifiuti, ma sara' assolutamente inutilizzabile per sanare i pregressi
debiti derivanti dalla gestione della depurazione''. ''Ignoranza della
materia? Improvvisazione? - si chiede D' Ippolito - O piuttosto tentativo
di mettere rapidamente una pietra tombale su otto anni di gestione
straordinaria sulla quale sta indagando la Procura di Catanzaro e
magari commissariare l' attuale commissario delegato Bagnato forse
reo di aver assunto sulla vicenda un atteggiamento troppo laico e
con conforme all' ortodossia politica di chi lo ha preceduto? Comunque,
anche grazie all' autogol degli avversari, con annessa pessima figura,
un primo round e' vinto; adesso la partita si sposta in Parlamento
dove il decreto dovra' essere convertito e dove il gruppo dei Verdi
non potra' avere atteggiamento diverso da quello assunto quando si
discusse del decreto Campania: una forte opposizione e un duro contrasto.
Peraltro, da sempre - ha concluso D' Ippolito - la posizione dei Verdi
e' per il superamento delle gestioni commissariali e per il ritorno
alle gestioni affidate agli organi responsabili in via ordinaria.
Figurarsi in questo caso dove si parla, addirittura, di un commissario
del commissario''. Incentivi fino a 2000 euro per rottamare le vecchie auto, ma ecotassa a chi non lo fa. 03/06 Incentivi fino a 2000 euro per 'rottamare' la vecchia auto
inquinante ma anche un'ecotassa fino a 150 euro per chi si ostina
a girare sulle 'carrette' della strada. Queste,in estrema sintesi,
le proposte del ministro dell'Ambiente Matteoli per avvicinare l'Italia
agli obiettivi di Kyoto ma anche per combattere lo smog. Il piano
che prevede 'sconti' sull'Iva fino al 75% per mandare in soffitta
un esercito di 16 milioni di mezzi con oltre 10 anni di vita, e' ora
all'attenzione del dicastero dell'Economia per valutarne la fattibilita'
finanziaria. Ma secondo gli esperti del dicastero ambientale alle
casse dello stato gli eco-incentivi potrebbero fruttare 7 miliardi
di euro in 5 anni. Un si' convinto all'eco-rottamazione e' venuto
oggi dal ministro Lunardi e dal sottosegretario Valducci. Entrambi
gli esponenti del governo hanno pero' sottolineato la necessita' di
procedere ''compatibilmente con i conti pubblici''. ''La lotta all'inquinamento
e la sostituzione delle vetture inquinanti con veicoli a minor impatto
e' un obiettivo sacrosanto. Lo si sta facendo per i mezzi pesanti
e sarebbe opportuno estenderlo anche alle autovetture private'' sostiene
il ministro delle Infrastrutture. Lunardi riconosce che ''questo tipo
di incentivi puo' alterare il mercato, ma se lo si fa per difendere
l'ambiente, allora e' per una buona causa''. ''L'Italia -incalza il
sottosegretario alle Attivita' produttive Mario Valducci - ha uno
dei parchi auto piu' vecchi d'Europa e un ricambio sarebbe auspicabile
anche per i mezzi destinati al trasporto pubblico locale''. ''Il problema
-sottolinea pero' Valducci- resta quello della compatibilita' con
la spesa pubblica''. Secondo il ministero dell'Ambiente, gli 'sconti'
sull'Iva potrebbero avere un effetto benefico sulle casse dello Stato.
In sostanza, spiegano gli esperti del dicastero guidato da Altero
Matteoli, il maggior volume di vendite attraverso gli incentivi potrebbe
controbilanciare il minor gettito dell'Iva. Gli ecoincentivi, accompagnati
dall'ecotassa potrebebro ''generare entrate aggiuntive nel periodo
2005-2009 per oltre 7 miliardi di euro''. Inoltre, all'Ambiente si
fa notare che il piano, illustrato pochi mesi fa dal ministro Matteoli
in Parlamento, e' stato ripreso dal ministro dell'Economia Domenico
Siniscalco nel corso di una recente audizione su Kyoto. ''Il problema
del gettito e' reale ma -afferma Valducci- l'Europa potrebbe venirci
incontro con un provvedimento che sostenga inziative di questo genere,
a salvaguardia di obiettivi ambientali''. Il piano del dicastero dell'Ambiente
si inserisce nelle misure per l'attuazione di Kyoto e punta all'''eliminazione
progressiva nel periodo 2005-2009 delle auto circolanti immatricolate
prima del '96 che hanno emissioni superiori a 160 grammi di Co2 per
chilometro''.Il rinnovo del parco auto consentirebbe di annullare
fino a 9 milioni di tonnellate di Co2 e di abbattere del 60% le emisisoni
inquinanti. La misura, si legge nel documento, puo' essere sostenuta
contestualmente dall'applicazione di un'ecotassa disincentivante sui
veicoli circolanti immatricolati prima del '96. ''L'Ecotassa potrebbe
essere di 150 euro per le auto immatricolate prima del '93 e di 80
euro per quelli immatricolati tra il 1993 e il 1995''. L'incentivo,
invece, potrebbe essere applicato ''attraverso una riduzione del 75%
sull'Iva sull'acquisto di un'auto nuova con emissioni inferiori a
145 grammi di Co2 e la rottamazione contestuale''. Ma per Ermete Realacci,
dell'esecutivo della Margherita e presidente onorario di Legambiente,
''gli eco-incentivi hanno senso solo se sono legati a parametri seri,
ad indicatori veritieri dell'inquinamento e dei consumi delle vetture.
Altrimenti siriducono ad essere solo un favore alle case produttrici,
come e' successo con gli incentivi per gli scooter''. ''Il ricambio
deve essere condizionato alla rottamazione delle vetture piu' vecchie,
e indirizzato verso veicoli moderni, dai consumie le emissioni ridotte''.
Che senso, si chiede Realacci, scegliere il discrimine di 145 grammi
al chilometro di CO2 quando la Ue ha gia' indicato una strategia per
ridurre le emissioni delle autovetture nuove da 186g/km a 120g/km
al piu' tardi entro il 2010? ''. Ma per il sottosegretario Valducci
''la strategia dell'Ambiente e' piu' che condivisibile'' e in linea
con altre iniziative che si stanno gia' prendendo per incentivare
la diffusione di auto a metano e a gpl oltre che i modeli euro 5.
Da parte sua l'Ambiente sottolinea che l'obiettivo del Piano e' di
arrivare a sostituire tre milioni di auto l'anno, assicurando all'Erario
un gettito di 1830 milioni di euro nel 2005, 1380 nel 2006,930 milioni
nel 2007, 480 milioni nel 2008, 240 milioni nel 2009. ''Considerando
che il ricambio fisiologico del parco corrisponde a 600mila auto/anno,
su un volume di tre milioni l'anno di veicoli incentivati, l'entrata
aggiuntiva di Iva -al netto dello sconto e della mancata entrata attesa-
corrisponde a 450 milioni di euro'' conclude il Piano. Legambiente: “Il Governo accerti le accuse del pentito sui rifiuti tossici” 03/06 Sono accuse gravissime che devono spingere l'Italia a verificare
immediatamente se Pisticci in Basilicata e altre localita' sia da
noi che all'estero sono state trasformate in discariche illegali di
rifiuti pericolosi.' Questo il commento di Legambiente, alle rivelazioni
di un boss pentito della N'drangheta, pubblicate su "L'Espresso"
e relative al traffico e allo smaltimento illegale di rifiuti tossici
effettuate attraverso collusioni tra criminalita' organizzata, politica
e apparati dello Stato. 'Le rivelazioni pubblicate da 'L'Espresso'
– dichiara Legambiente in una nota - lasciano sgomenti e confermano
che c'e' stata nel recente passato della nostra Repubblica una stretta
collaborazione tra alcuni politici e pezzi deviati dei servizi con
le organizzazioni criminali per lo smaltimento dei rifiuti tossici.
Il pentito indica chiaramente alcune localita': c'e' Pisticci in Basilicata,
c'e' Capo Spartivento in Calabria, c'e' Maratea ancora in Basilicata,
ci sono precisi riferimenti ad alcune localita' situate in Somalia,
ecc. Riteniamo percio' che non sia complicato verificare l'attendibilita'
della sua deposizione. Se confermata - continua la nota dell'associazione
ambientalista – darebbe pienamente ragione a quanto Legambiente
sostiene da anni e cioe' che esistono nel nostro Paese, ma anche all'estero,
vere e proprie discariche illegali di materiale altamente nocivo,
coperte da poche decine di centimetri di terra o realizzate a qualche
decina di metri di profondita' nei mari davanti alle nostre coste.
Questi siti raccolgono materiale tossico di tutti i tipi: scorie radioattive,
fanghi, rifiuti ospedalieri non trattati, e chissa' quante altre sostanze
nocive. A questo punto - conclude la nota di Legambiente - e' urgente
che i Ministeri dell'Ambiente, dell'Interno, degli Esteri e della
Giustizia diano il via a tutti i procedimenti necessari all'accertamento
delle responsabilita' del traffico illegale e, in tempi brevissimi,
all'ispezione dei siti indicati nel memoriale e, quindi, ad avviare
le operazioni per le bonifiche'. Caruso (AN) “Servono esami accurati” 03/06 ''Il dossier pubblicato dall' Espresso sui rifiuti nucleari
ed i presunti rapporti fra 'ndrangheta e classe politica e' inquietante:
chiaramente si tratta di rivelazioni che vanno accolte con prudenza,
ma sorge il sospetto che sotto il mare calabrese si nascondano sostanze
radioattive e nessuno di noi puo' dire di essere tranquillo''. A sostenerlo
e' Roberto Caruso, deputato di An. ''Sono certo che queste dichiarazioni,
gravissime - afferma Caruso - siano al vaglio delle autorita' competenti,
ma come rappresentante di un partito che sin dai tempi del Msi-Dn
ha fatto della questione morale un punto di forza, penso che sia il
caso di chiedere interventi urgenti. Dobbiamo capire con esami accurati
quali danni siano stati provocati da queste scorie e perseguire i
criminali che hanno organizzato il tutto''. ''Spero - conclude il
parlamentare di An - che su questa vicenda nasca una sollevazione
di tutte le forze sane della politica, da destra a sinistra''. Legambiente Calabria: “Traffico di rifiuti radioattivi: Il Governo apra un’unità di crisi” 02/06 ''La lettura del memoriale che l' ex boss della 'ndrangheta
ha consegnato alla Dna, pubblicato questa mattina dall' Espresso,
e' davvero sconvolgente. Al di la' delle eventuali responsabilita'
dei singoli e delle societa' chiamate in causa, che dovranno essere
verificate dalla magistratura, emerge la sostanziale conferma delle
denunce fatte da Legambiente a partire dal 1994 sull' esistenza di
vasti traffici, nazionali e internazionali, di rifiuti pericolosi
e radioattivi''. Ad affermarlo sono Enrico Fontana, responsabile dell'
Osservatorio Ambiente e Legalita' di Legambiente e Nuccio Barilla'
del direttivo nazionale e di Legambiente Calabria. ''Non erano visionari
- sostengono Fontana e Barilla' - i magistrati, gli ambientalisti
e i cittadini che in questi anni si sono occupati di queste vicende.
Le indicazioni puntuali circa i presunti luoghi di smaltimento illecito
a terra, i siti di affondamento indicati per almeno tre navi, anche
queste, secondo il memoriale dell' ex boss della 'ndrangheta, cariche
di rifiuti tossici e radioattivi, lungo le coste calabresi e lucane
impongono pertanto l' immediata attivazione di mezzi e strutture tecniche
in grado di accertare la veridicita' delle gravi affermazioni dell'
ex boss. E vanno immediatamente attivate le procedure di cooperazione
internazionale per estendere le ricerche e gli accertamenti anche
nei singoli siti indicati in Somalia''. Per Fontana e Barilla' ''alla
luce del memoriale e delle notizie emerse nel corso di questi anni
anche grazie alle denunce di Legambiente, non e' piu' pensabile lasciare
senza risposte immediate e finalmente chiare queste vicende gravi''.
A nome dell' associazione ambientalista i due esponenti sollecitano
al Governo nazionale ''la costituzione di una vera e propria unita'
di crisi interministeriale e di una commissione parlamentare d' inchiesta
sulle navi di veleni che, da oggi alla fine della legislatura, segua
il difficoltoso percorso per l' accertamento della verita'''. Fontana
e Barilla' chiedono chiarimenti sulle vicende relative ''alla morte
misteriosa del capitano di corvetta della Capitaneria di porto di
Reggio Calabria, Natale De Grazia, che stava indagando proprio sulle
navi dei veleni e al duplice assassinio della giornalista della Rai
Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hovratin che stavano conducendo
un' inchiesta sul traffico internazionale dei rifiuti in Somalia''. Iniziative del comune di Rossano contro il deposito selvaggio dei rifiuti 02/06 L' Amministrazione comunale di Rossano ha adottato una serie
di iniziative per combattere il deposito selvaggio di rifiuti ingombranti
lungo il litorale costiero e le contrade di Seggio e Parco dei Principi.
Il sindaco, Orazio Longo, in collaborazione con la societa' che ha
in gestione il servizio della raccolta dei rifiuti solidi urbani (Ecoross),
ha avviato una iniziativa denominata ''Chi collabora non ingombra''
che e' entrata in vigore da ieri e durera' fino a settembre. Il provvedimento
prevede tre modalita' di deposito dei rifiuti ingombranti: la consegna
gratuita presso la piattaforma ecologica Ecoross, situata in contrada
Sant' Irene; il deposito in apposite stazioni mobili oppure telefonando
e prenotando il ritiro alla societa' Ecoross. Il costo per il ritiro
e' di 5 euro per due rifiuti ingombranti. ''Tale provvedimento - ha
detto il sindaco Longo - nasce anche, ma non solo, dalla constatazione
che ne' l' Unione europea, ne' i singoli Stati sono pervenuti ad accordi
di programmi con le parti interessate per la disciplina del ritiro
dei rifiuti in questione in modo da garantire il pieno rispetto delle
finalita' delle direttive europee fondate sul recupero di tali rifiuti''.
Purtroppo, ogni tentativo avviato per tale problematica - continua
Longo - finalizzato alla razionalizzazione del servizio di raccolta
e recupero o smaltimento di tali rifiuti e' stato vanificato dalla
mancanza di normative specifiche, costringendo l' ente ad investire
notevoli risorse economiche allo scopo di evitare danni ambientali''. I sindacati contrari alla chiusura della Centrale del Mercure 02/06 ''E' gravissima e' la situazione che si e' determinata nella
centrale del Mercure a seguito della revoca dell' accesso ad alcune
aree dell' impianto da parte della Procura della Repubblica di Castrovillari''.
A sostenerlo, in una nota, sono le segreterie regionali dei sindacati
confederali del comparto energia (Fnle-Cgil, Flaei-Cisl e Uilcem-Uil).
''Tale revoca, di fatto - sostengono ancora i sindacati - ha determinato
l' impossibilita' di proseguire con le attivita' legate alla riconversione
dell' impianto ed all' avvio delle prove di esercizio ed ha indotto
l' Enel a sospendere tutti i lavori, interni ed in appalto, lasciando
a casa i propri dipendenti e di conseguenza tutti i lavoratori delle
imprese appaltatrici. Si puo' facilmente immaginare lo sconforto che
in questi giorni alberga nelle centinaia di famiglie che vivono di
questa realta' e le grandi incognite sul loro futuro sottoposto ai
tanti attacchi dei mesi passati. A rischio e' anche tutto l' indotto
che si stava costruendo attorno a questo sito produttivo, a partire
dalla movimentazione del legno e dalla fornitura dello stesso, che
aveva visto recentemente un accordo per l' utilizzo di altri 70 lavoratori
forestali. Resta assurdo che si ostacoli un progetto di produzione
di energia da fonti rinnovabili che tutte le forze sane dell' ambientalismo
ritengono rappresenti una delle strade da seguire per rendere sostenibile
la produzione di energia dal punto di vista ambientale e di salvaguardia
delle fonti, riducendo il consumo di combustibili fossili. Mentre
nel resto del Paese e nel mondo l' obiettivo, a partire dal protocollo
di Kyoto, e' quello del rilancio delle fonti rinnovabili, nella realta'
del Mercure si e' scatenata e si rischia di alimentare una crociata
contro un impianto che potra' offrire tutte le garanzie di tutela
dal punto di vista ambientale e della salvaguardia della salute per
i cittadini. Come sindacati siamo da sempre attenti ed impegnati perche'
si realizzino le condizioni affinche' l' ambiente e la sicurezza dei
lavoratori siano salvaguardati. Nello stesso tempo riteniamo che le
istituzioni che hanno certamente a cuore la sorte di questi lavoratori
e l' impatto negativo sulla gia' povera economia dell' intera zona,
debbano produrre ogni sforzo per conciliare tutela dell' ambiente
e della salute, controllo democratico del territorio, valore del lavoro
e delle ricadute economiche di tale investimento. Vi sono tutte le
condizioni perche' gli organi preposti valutino rapidamente le condizioni
di sicurezza perche' possano riprendere le attivita' e perche' la
Provincia di Cosenza e gli amministratori locali esercitino il loro
ruolo di controllo, senza penalizzare i lavoratori che oggi stanno
pagando in prima persona, rischiando conseguenze ben piu' pesanti
sul loro futuro lavorativo''. I sindacati riferiscono anche di avere
deciso, a conclusione di un' assemblea con tutti i lavoratori dell'
impianto e delle imprese appaltatrici, di chiedere al Prefetto di
Cosenza un incontro, programmanto nello stesso tempo per i prossimi
giorni una mobilitazione. Centrale del Mercure gli ambientalisti chiedono all’Enel la verità 02/06 ''La centrale Enel di Laino Borgo e' bloccata dopo l' ennesimo
sequestro disposto dalla magistratura. Da parte di tutti, popolazione,
sindaci, associazioni e comitati, c' e' viva attesa per le risultanze
delle indagini e soprattutto per gli eventuali rischi per la salute
connessi a tali sequestri''. E' quanto affermano, in una nota, il
Comitato salute ambiente del Pollino, l' associazione ambientalista
“Il riccio” e “ReteAmbiente Calabria”. ''Grande,
in particolare - si sostiene ancora nella nota - e' l' attesa per
le risultanze della perizia tecnica commissionata dalle istituzioni
locali e dai comitati ambientalisti. L' unanime richiesta, che dovrebbe
essere nell' interesse di tutti, e' quella di conoscere finalmente
la verita'. E alla ricerca della verita' l' Enel ha concorso poco
e male, assumendo atteggiamenti che hanno solo esasperato gli animi
e che rischiano ora di far esplodere l' ennesima guerra tra poveri.
Cosi come evidenti appaiano le responsabilita' di quelle istituzioni,
calabresi e lucane, che tanto hanno parlato e promesso e cosi poco
e male hanno fin qui concluso. Agli addetti, a vario titolo, della
centrale del Mercure, sottoposti alla pressione del ricatto occupazionale,
va la nostra piena solidarieta'. In una realta' economica come la
nostra e' chiaro che anche una briciola sembra un banchetto. Ma e'
in primo luogo proprio a loro tutela che l' accertamento della verita'
deve andare avanti. La battaglia in corso e' soprattutto battaglia
di legalita' e di salvaguardia della salute, dei lavoratori, cosi'
come delle popolazioni dell' intero comprensorio''. Stupore dell’Enel per il blocco della centrale del Mercure 01/06 E' di ''stupore'' la reazione dell' Enel al provvedimento con
il quale la Procura della Repubblica di Castrovillari ha disposto
il sequestro di alcune aree nella centrale del Mercure, fra Basilicata
e Calabria, determinando il blocco dell' avviamento a biomasse dell'
impianto e la collocazione in liberta' di 50 dipendenti e l' interruzione
del lavoro di altri 75, dipendenti di ditte esterne. Il sequestro
e' scattato il 30 maggio scorso. In una nota, l' Enel, esprimendo
''fiducia nell' operato della magistratura'', ha precisato che nella
centrale ''non esistono aree contaminate da amianto e pertanto non
vi e' alcun pericolo per le maestranze ne' per la popolazione. L'
amianto ancora presente nella sezione uno dell' impianto e' perfettamente
incapsulato e privo di pericolosita' ''. La societa', infine, ha reso
noto di aver gia' appaltato ''le attivita' per la rimozione di tutto
l' amianto ancora presente nella sezione uno, nonostante l' assoluta
mancanza di pericolo''. L' impresa che lo rimuovera' comincera' ad
operare dopo aver ricocevuto l' autorizzazione dall' azienda sanitari
competente. La Provincia di Cosenza dice no alla riconversione a carbone della centrale di Rossano 01/06 ''Il no della Provincia di Cosenza alla conversione a carbone
delle centrale termoelettrica di Rossano e' netto''. E' quanto si
afferma in un comunicato dell' Ente. ''L' Amministrazione - prosegue
la nota - ha sempre espresso la sua contrarieta' al progetto avanzato
dall' Enel al Ministero della attivita' Produttive ed inviato anche
alla Provincia stessa e ad altri enti istituzionali, anche attraverso
atti precisi, in particolare, tramite una delibera di Giunta del 20
maggio. La determinazione dell' esecutivo motiva chiaramente, anche
con l' ausilio di valutazioni tecniche, la contrarieta' all' ipotesi
di riconversione''. ''Il sito destinato alla ubicazione dell' impianto
- rileva la Giunta provinciale di Cosenza - e' inserito in un ambito
territoriale posto a cerniera fra il bacino del Pollino Meridionale,
quello del fiume Crati e quello della Piana di Sibari, che sotto l'
aspetto socio-economico e' caratterizzato in modo marcato da una vocazione
agricola, con le sue produzioni di eccellenza di valenza nazionale,
e da prospettive di sviluppo turistico dalle enormi potenzialita'
innovative. Nella zona si coniuga il turismo da diporto a quello proposto
dai siti archeologici, senza trascurare il Parco del Pollino e della
Sila i quali, per la proprie peculiarita', rappresentano realta' di
rilievo Europeo e Mediterraneo. E' per questo che l' area nella quale
dovrebbe essere attiva la centrale riconvertita a carbone rappresenta,
sia sotto l' aspetto urbanistico che sotto quello storico-culturale
una realta' di elevato valore e quindi da tutelare, riqualificare
e valorizzare anche ai fini di uno sviluppo compatibile con il territorio''.
La Provincia ritiene anche che l' ipotesi avanzata dall' Enel attraverso
il progetto di riconversione a carbone della centrale ''contrasti
nettamente con l' istituzione del distretto agro-alimentare di qualita'
stabilito con apposita legge regionale''. La Giunta, motivando il
no al progetto, richiama anche ''il piano energetico regionale di
recente approvato dal Consiglio regionale che esclude la possibilita',
in Calabria, di utilizzare il carbone quale fonte per la produzione
di energia elettrica''. L' esecutivo provinciale, infine, fa riferimento
''ai pronunciamenti negativi dei consigli comunali della Piana di
Sibari e della costa jonica, a partire da quello di Rossano, citta'
nel cui territorio e' insediato l' impianto termoelettrico e che ha
ritrovato una convergenza unitaria proprio sul no al carbone''. I
contenuti della delibera sono stati anticipati ai Ministeri per le
Attivita' Produttive e per l' Ambiente attraverso un telegramma a
firma del presidente Mario Oliverio. ''La Giunta provinciale - conclude
la nota - ha deliberato in tal senso in coerenza con gli orientamenti
emersi dall' ultima seduta del Consiglio Provinciale alla cui attenzione
sara' portata lo stesso atto deliberativo per l' approvazione nella
prima sessione utile''. Sono solo 10 le province con la bandiera blu. Catanzaro e Cosenza tra le 10 peggiori.
01/06 Se si trattasse di un campionato di calcio i giochi sarebbero
fatti: Caserta condannata matematicamente in B e Roma, Napoli, Palermo,
Pisa e Bari in lotta per non retrocedere. Dall'altra parte Lucca,
Ferrara, Udine e Gorizia a giocarsi lo scudetto. Si tratta invece
dei dati sulla qualita' delle acque di balneazione del Ministero della
Salute che û gia' anticipati nella parte generale da Dire due
settimane faû consentono oggi un dettagliato approfondimento
della situazione di tutte le province con vista mare. Cinquantasei
realta' territoriali che, numeri alla mano, si dividono in tre tronconi
distinti. Le province col mare davvero blu (sono solo 10), quelle
che comunque se la cavano bene o benino (un gruppone di 30), quelle
con livelli di inquinamento superiori (e talvolta decisamente superiori)
alla media nazionale che nega ai tuffi 6 chilometri di litorale ogni
100 chilometri di spiagge. Tra queste 20 la peggiore di tutte e' Caserta:
qui addirittura il 70,9% della costa (31,9 chilometri su 45) e' interdetto
alla balneazione a causa di coliformi fecali o altre sostanze incompatibili
con i bagnanti. Ma pur se a distanza notevole pessime sono anche le
performance di Roma, Napoli, Palermo, Pisa, Bari, Catanzaro. La capitale
infatti col 19,4% di costa off-limit (27,5 Km su 141,5) sopravanza
di poco il capoluogo partenopeo (19,3% e 42,8 Km sporchi sui 221,5
complessivi). Palermo e Pisa hanno invece colibatteri e sostanza chimiche
oltre il consentito nel 14,9% dei lidi, Catanzaro nel 13,4%, Viterbo
nell'11,9%, Catania nell'11,8%, Cosenza nell'11,5%, Macerata nell'11,3%,
Chieti nel 10,4%, Caltanissetta nel 10,1%. Sopravanzano la media nazionale
del 6% anche Pescara, Salerno, Ascoli, Reggio Calabria, Venezia, Massa
Carrara, Latina. Le 30 province con onde non proprio limpide ma con
valori migliori rispetto a quelli della media italiana spaziano dal
5,1% di sporcizia riscontrata dalle analisi a Lecce e Oristano all'1%
di Trieste. L'estate piu' blu e' invece quella dell'ultima comitiva
che vede insieme Rovigo, Grosseto e Taranto (0,7% di litorale non
balneabile), Ragusa (0,6%), La Spezia (0,5%), Livorno (0,4%). E c'e'
in questa compagnia anche chi fa l'en plein: Gorizia, Udine, Ferrara
e Lucca (in quattro fanno circa 124 chilometri) non hanno nemmeno
un metro di mare inquinato. Vale anche la pena fare un passo indietro
e ricapitolare i dati riassuntivi nazionali del Rapporto del Ministero
della Salute: la lunghezza totale della costa italiana e' di 7.375,3
chilometri, la costa non controllata e' pari a 1.060,5 chilometri
(il 14,3%, come l'estate passata), quella dove i campionamenti sono
stati insufficienti e' di 7,3 Km (lo 0,1%), quella limpida e' di 4.999,4
chilometri (il 67,8%). C'e' poi la costa permanentemente vietata per
motivi indipendenti dall'inquinamento (874,6 chilometri, l'11,8%)
e quella vietata per inquinamento (433,6 chilometri, il 5,9%). Ecco,
comunque, la classifica della balneazione di tutte e 56 le province
italiane bagnate dal mare. Fonte, il Rapporto 2005 sulla qualita'
delle acque di balneazione del Ministero della Salute. Presentato da Legambiente il rapporto sulle Ecomafie. Un ‘azienda’ che ‘fattura’ 27 miliardi di euro. Al sud il 49% degli illeciti, in aumento al nord. 31/05 - Le 'Ecomafie', 'azienda' sempre piu'florida nel nostro paese, in grado di inserirsi in testa alle classifiche delle maggiori imprese italiane, collocandosi subito alle spalle di colossi come Eni, Fiat, Enel e davanti a Finmeccanica, Pirelli o Erg. In un contesto che ha visto la nostra produzione industriale aumentare soltanto dello 0,9% in un quinquiennio e ha fatto registrare una crescita contenuta dell'intero Paese tra 2003 e 2004 (+1,3%) gli affari della criminalita' organizzata in campo ambientale recitano il ruolo della tigre. E' quanto viene fuori dall'annuale rapporto sull'Ecomafia 2005 di Legambiente, presentato oggi a Roma. I tradizionali business dell'ecomafia scoperti da Legambiente (cemento, abusivismo edilizio, appalti illegali, traffico di rifiuti, commercio clandestino di opere d'arte, racket degli animali?) hanno generato, nell'anno appena trascorso, 24 miliardi e 600 milioni di fatturato. Tra le industrie italiane un bilancio cosi', a dieci zeri, ce l'hanno solo l'Eni (58,383 miliardi di fatturato), la Fiat (46,703 miliardi), l'Enel (36,489 miliardi), la Telecom (31,231 miliardi), le ecomafie appunto e la Tim (12,900 miliardi). Piu' dei numeri assoluti, denuncia Legambiente, impressionano pero' quelli percentuali. Il fatturato Fiat ad esempio e' calato di piu' di un punto; quello di Telecom e' salito di un punto; quello delle ecomafie ha fatto un balzo in avanti da un anno all'altro: +30 punti percentuali, performance che non ha eguali in Italia. E chissa' che cedola che avra' distribuito ai suoi azionisti di riferimento che si spartiscono il gruppo: la mafia siciliana, la camorra, la 'ndrangheta, la sacra corona unita. L'ecomafia, rileva l'associazione ambientalista, si e' fatta impresa, impresa criminale naturalmente, lucra su tutto, si insinua negli appalti pubblici, sfrutta le debolezze del Paese in alcuni settori (la gestione dei rifiuti al Sud e' un ottimo volano per chi vuole guadagnarci illegalmente), puo' reinvestire gli utili senza alcuna pressione fiscale. Il decimo Rapporto Ecomafia di Legambiente, realizzato con la consueta collaborazione delle forze dell'ordine, e' stato presentato nel corso di un incontro che ha visto la partecipazione di Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, Altero Matteoli, ministro dell'Ambiente, Paolo Russo, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Piero Luigi Vigna, procuratore nazionale Antimafia, Enrico Fontana, responsabile settore ambiente e legalita' di Legambiente, dei rappresentanti delle forze dell'ordine. Il dossier realizzato da Legambiente e' un viaggio nell'Italia aggredita e sfregiata dai fenomeni di criminalita' ambientale: i reati sono 25.469 (tre ogni ora), le persone denunciate crescono del 10,4%. Il 49,1% degli illeciti si concentra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Non solo. Secondo il rapporto cresce anche il numero dei clan dell'ecomafia: sono oggi 194, ovvero 25 in piu' rispetto al 2003. Un aumento di ''famiglie'' quasi tutte interessate ai guadagni che ruotano intorno al mattone grazie anche alla ripresa di questo fenomeno stimolata dall'ultimo condono edilizio: l'abusivismo e' infatti cresciuto ancora (+ 3,6% nel 2004). Le nuove case abusive (al netto delle cosiddette trasformazioni d'uso rilevanti su costruzioni gia' esistenti) sono state 32.000 nello scorso anno, ovvero 3.000 in piu' rispetto al 2003, l'anno dell'impennata. Le stime, prudenziali, relative al 2005 indicano un ulteriore diluvio di cemento illegale: altre 32.000 nuove costruzioni abusive, accompagnate dalla sensazione di una ''marea che continua a crescere''. ''Le 93mila costruzioni abusive tirate su dal 2003 alla fine dell'anno in corso - dichiara Roberto Della Seta, presidente di Legambiente - sono un fardello insopportabile per la qualita' dell'ambiente nel nostro Paese, la tutela della legalita', i legittimi interessi delle imprese costruttrici che operano nel rispetto delle regole''. ''Ma non solo -aggiunge- dopo il terzo condono edilizio in meno di vent'anni, questi numeri mettono in discussione, presso comunita' sempre piu' ampie di cittadini, la credibilita' stessa delle istituzioni. Serve una risposta immediata e convincente, magari attraverso la definizione di un vero e proprio programma nazionale di lotta all'abusivismo edilizio''. Per quanto riguarda il ciclo illegale dei rifiuti, le infrazioni accertate nel 2004 sono state 4.073 e 1.702 i sequestri; il 38,3% di questi illeciti si registra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, tutte commissariate da diversi anni per quanto riguarda i rifiuti. La Campania guida purtroppo anche questa particolare classifica dell'illegalita' ambientale, seguita dalla Puglia e dalla Toscana (un confronto con il 2003 non e' possibile, perche' quest'anno, per la prima volta, sono stati inseriti in questa voce specifica, anche i risultati delle indagini condotte dal Comando carabinieri per la Tutela dell'ambiente relative all'inquinamento del suolo provocato da smaltimenti illegali di rifiuti). Un'attivita' sempre piu' vivace come dimostrano anche le operazioni delle forze dell'ordine che fino a oggi hanno portato avanti 37 inchieste grazie all'art. 53 bis del decreto Ronchi: dal febbraio 2002 sono state arrestate ben 221 persone e denunciate 739, con un numero di aziende coinvolte senza precedenti, 213 fino a maggio 2005. E' da notare il graduale spostamento dei traffici illeciti verso il Centro-Nord del Paese, la cosiddetta ''ecomafia devolution'', che ha avuto con i recenti sequestri di cave trasformate in discariche abusive in provincia di Viterbo un'ulteriore conferma. Ma continua a crescere anche quella sorta di ''catena montuosa'' di rifiuti speciali prodotti e finiti nel nulla che viene denunciata ogni anno da Legambiente, dopo una faticosa analisi degli ultimi dati ufficiali disponibili: nel 2002 si e' raggiunto il massimo storico di 14,6 milioni di tonnellate di rifiuti di cui viene stimata la produzione ma non se ne conosce il destino, equivalenti a una montagna alta 1.460 metri con una base di tre ettari. Altro mercato sempre florido e' la cosiddetta archeomafia, ovvero i furti di opere d'arte e di reperti archeologici: un giro d'affari attivo soprattutto nel Nord Italia come in Piemonte, nel Lazio e in Lombardia. Le opere trafugate nel 2004 sono arrivate a 19.000 pezzi, il 4,7% in piu' rispetto al 2003. Un vero e proprio museo che si arricchisce sempre piu' nonostante la diminuzione dei furti scesi del 7,9% (1.190 nel 2003). ''Ma gli spunti di riflessione che offre questo Rapporto Ecomafia - ha detto Enrico Fontana, responsabile ambiente e legalita' di Legambiente - sono davvero tanti: dalle situazioni di vera e propria emergenza ambientale che si riscontrano nei Comuni sciolti per mafia alla denuncia, ricca di numeri e di casi concreti, del fenomeno del bracconaggio; dalla dimensione globale delle ecomafie, dai traffici internazionali di rifiuti a quelli di specie protette e di reperti archeologici''. Proprio per questi motivi anche quest'anno Legambiente non rinuncia a lanciare la sua proposta: inserire nel nostro Codice penale i delitti contro l'ambiente. Il Consiglio d'Europa ha approvato, da tempo, un importante atto d'indirizzo che impegna i Paesi membri a introdurre, nella propria legislazione, adeguati strumenti di tutela penale dell'ambiente; la Commissione per la riforma del Codice penale, presieduta dal giudice Carlo Nordio, ha previsto l'introduzione dei delitti contro l'ambiente subito dopo quelli contro la persona; la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Paolo Russo, ha approvato, nel dicembre del 2004, una relazione che sollecita il Parlamento a varare questa indispensabile riforma. ''Cosi' come - aggiunge Fontana - sono diversi i disegni di legge, sottoscritti da rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione, a cominciare da quello presentato dal presidente onorario di Legambiente, Ermete Realacci, che prevedono, in maniera sostanzialmente simile, l'introduzione di nuovi delitti attraverso i quali tutelare meglio il nostro patrimonio ambientale dai tanti fenomeni di aggressione criminale che denunciamo ogni anno''. E' la Campania, con 3.462 infrazioni accertate, 2.789 persone denunciate o arrestate e 1.340 sequestri effettuati a detenere il primato nella classifica dell'illegalita' ambientale. Seguono la Sicilia con 3.279 infrazioni, 2.277 persone denunciate o arrestate e 753 sequestri; la Calabria con 3.142 infazioni, 1.802 persone denunciate o arrestate e 834 sequestri; la Puglia con 2.612 infrazioni, 2.578 persone denunciate o arrestate e 1.378 sequestri; il Lazio con 1.891 infrazioni, 1.518 persone denuciate o arrestate e 662 sequestri. Seguono quindi la Sardegna, la Liguria, la Lombardia, Il Veneto, l'Emilia Romagna, il Piamonte, la Basilicata, le Marche, l'Abruzzo, l'Umbria, il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige, il Molise e, infine la valle d'Aosa con 85 infrazioni, 86 persone denunciate o arrestate e 48 sequestri.
Ancora una volta sotto sequestro la centrale Enel del Mercure La procura di Castrovillari ha disposto un nuovo provvedimento di
sequestro- il terzo da inizio anno- della centrale Enel della valle
del Mercure, al confine tra la Calabria e la Basilicata, di recente
riconvertita a biomasse. Il sequestro, ancora una volta a causa della
presenza di amianto e nichel nel sito, ha costretto l'Enel a interrompere
le prove di funzionamento iniziate qualche giorno fa. Clima di tensione,
all'esterno della centrale, fra i 50 lavoratori che sono stati messi
in ferie forzate dall'azienda fino a data da decidersi. La produzione
delle biomasse (ricavate da legno e detriti) sarebbe dovuta partire
fra due giorni. L'Enel non è entrata nel merito del provvedimento
di sequestro, sospeso tutte le attività nell'impianto e si
è detta "pronta a offrire tutta la collaborazione necessaria
per chiarire i contorni di questa vicenda", e a mettere in sicurezza
il sito. La centrale del Mercure fu costruita 40 anni fa, per sfruttare
le miniere di lignite della valle. Fu riconvertita a gasolio alla
fine degli anni '70 ma venne chiusa a metà anni '90 perché
la produzione (75 megawatt giornalieri) non riusciva a coprire i costi
di gestione. La riconversione della centrale è stata avversata
dalle associazioni ambientaliste: secondo queste, c'è il rischio
di disastro ambientale in quanto il sito si trova all'interno dell'area
protetta del parco interregionale del Pollino. Inoltre, temono che
le biomasse che verranno importate dall'estero siano inquinanti. Negli
ultimi tre mesi, il sito è stato sequestrato per tre volte
dalla magistratura, sempre per la stessa ragione: presenza di amianto
e nichel. Ristabilita la legalità. Si va verso la riapertura del canale dello Stombi 30/05 ''La questione dello Stombi era una questione di legalita'. La nostra azione e' stata dettata dal solo fatto di ristabilire la legalita'. Con la buona volonta' di tutte le parti ci siamo quasi riusciti. I lavori di disinsabbiamento sono iniziati e presto si dovrebbe tornare a navigare, anche se resta da risolvere ancora un piccolo problema che e' quello di sapere chi dovra' gestire e provvedere alla manutenzione e al perfetto funzionamento delle porte vinciane e delle pompe idrovore''. A sostenerlo e' stato il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Agostino Rizzo, incontrando i giornalisti sulla questione del canale degli Stombi. ''Questo - ha aggiunto - non e' un problema insuperabile. Sicuramente nei prossimi giorni anche questa questione si superera' positivamente e il canale dello Stombi potra' essere navigato''. All' incontro con i giornalisti hanno partecipato anche il sostituto procuratore, Baldo Pisani, il sindaco di Cassano, Gianluca Gallo, e il responsabile dell' ufficio locale marittimo di Trebisacce, capo Vincenzo Figoli. Il sindaco di Cassano ha ringraziato i soggetti protagonisti della vicenda, in particolare la Procura castrovillarese, che ''ha consentito, con la sua azione, di dare dei profili di legittimita' all'attivita' che si svolge nel sito del canale degli Stombi''. Gallo ha anche illustrato il Piano-programma predisposto dall' Aministrazione comunale. ''Il Comune - ha detto - dovra' eseguire i lavori di disinsabbiamento con i finanziamenti della Regione, i privati gestiranno la sicurezza del canale degli Stombi attraverso i segnalamenti marittimi e attraverso una polizza assicurativa e il consorzio di bonifica gestira' la concessione per i pennelli a mare''. Pisani, dopo aver ripercorso le varie fasi della vicenda, ha evidenziato come sia stato necessario piu' di un anno per venirne a capo. Il magistrato, nel dirsi soddisfatto del risultato raggiunto e per aver riportato la legalita' sul canale dello Stombi, ha ribadito, pero', che ''la questione ancora non e' definitivamente risolta. Ancora non si sa chi gestira' e avra' il compito della manutenzione delle porte vinciane e delle pompe idrovore''. La Procura di Castrovillari blocca l’accesso alla Centrale del Mercure 30/05 ''Le operazioni di avviamento'' della centrale Enel della valle
del Mercure - fra Basilicata e Calabria - sono stati ''interrotte''
oggi dopo che il Procuratore della Repubblica di Castrovillari (Cosenza)
ha vietato ''l' accesso delle maestranze ad alcune aree di esercizio
dell' impianto''. Lo ha annunciato l' Enel. La centrale del Mercure
sta subendo un processo di riconversione, per essere alimentata a
biomasse: si tratta di una vicenda che ha provocato polemiche fra
chi vuole la continuazione dell' attivita' della centrale e chi ne
chiede la chiusura. L' Enel ha precisato che, ''una volta messo in
sicurezza l' impianto, tutte le attivita' verranno sospese e le ditte
esterne messe in liberta' ''. Nella centrale lavorano oltre 50 dipendenti
dell' Enel e 75 dipendenti di ditte esterne. Fino: “Inesattezze sul Parco del Pollino nel libro bianco del WWF” 30/05 Il presidente del Parco nazionale del Pollino, Francesco Fino,
in un' intervista a ''La nuova ecologia'', il quotidiano di Legambiente,
parla di ''informazioni distorte'' a proposito delle affermazioni
contenute nel libro bianco del Wwf sulle aree protette italiane a
proposito dello stesso Parco del Pollino. ''La protezione della natura
- afferma Fino - non e' in contraddizione con lo sviluppo dell' economia
locale''. Riguardo il capitolo delle infrastrutture nel Parco del
Pollino, Fino sostiene che ''molte infrastrutture sono state autorizzate
dalle precedenti amministrazioni e, laddove e' stato possibile, si
e' intervenuti per limitare l' impatto, come nel caso dell' elettrodotto
Laino-Rizziconi. L' opera di mediazione avviata sotto la mia presidenza
- ha aggiunto Fino - ha ottenuto degli spostamenti di percorso. L'
opera, inoltre, consentira' di eliminare svariati chilometri di cavi
dal territorio''. Riguardo la questione legata al progetto dei parcheggi
in alta quota, elencata tra le criticita' nel rapporto del Wwf, Fino
ha ricordato che ''si tratta di un progetto approvato dalle altri
amministrazioni e finanziato dalla Regione Basilicata''.Anche in questo
caso Fino ha comunque sostenuto la validita' dell'opera ''che consentira'
di superare - ha detto - il 'parcheggio selvaggio' al quale si assiste
oggi giorno a beneficio della natura, oggetto, soprattutto nei periodi
di massima frequentazione della montagna, di attacchi indiscriminati''.
Tra 10 anni l’8% del fabbisogno italiano di energia verrà dal vento
30/05 Energia dal vento: l'Italia, secondo uno studio dei Ds, deve
prenotarsi per la sfida che in 10 anni prevede l' installazione di
12.000 megawatt pari all'8% del fabbisogno energetico nazionale con
una produzione di 24 miliardi di chilowattora. Oggi pero' occorre
mettere il piede sull' acceleratore perche', nonostante le potenzialita',
nel Belpaese risultano installati 1.800 Mw contro i 16 mila della
Germania che ne prevede pero' 30mila. A fare il punto sulla situazione
il Dipartimento Politiche di Sostenibilita' dei Ds nel convegno ''Italia
rinnovabile: lo sviluppo dell'eolico''. ''In Europa - ha riferito
il presidente del Dipartimento, Edo Ronchi - c'e' stato un aumento
di 8.000 megawatt nel 2003 e altrettanti nel 2004. Nel mondo i megawatt
installati sono 47.000 ma erano 4.300 nel '96, vale a dire un aumento
di 10 volte in meno di 10 anni. In Italia l'energia eolica e' ferma
a piccoli numeri. In realta' il nostro Paese dispone di importanti
possibilita'''. Potenziale, ha sottolineato Ronchi, concentrato soprattutto
nel sud. In sole 8 Regioni (Puglia, Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata,
Campania, Abruzzo e Molise), secondo le mappe presentate al convegno,
si concentra la superficie con una producibilita' oltre le 2000 ore
all'anno: 33.722 chilometri quadrati su un totale di superficie idonea
di 35.053 kmq. Una fetta di sviluppo enorme se si considera, ha riferito
Ronchi, che 31.000 Mw installabili corrispondono ''ad appena un cinquantesimo
del nostro potenziale eolico''. In tal senso ''l' Italia potrebbe
specializzarsi nel settore e aprire un nuovo mercato di export oltre
a dare al mezzogiorno una fascia imponente di sviluppo''. Notevoli
anche i risparmi in termini di emissione di anidride carbonica (il
principale dei gas serra) grazie ai mulini a vento. ''Prendendo come
obiettivo 12.000 Mw installabili in 10 anni - ha spiegato Ronchi -
ridurremmo le emissioni da carbone di 16 milioni di tonnellate equivalenti
di Co2, da olio combustibile di 14 milioni e da gas 7 milioni''. Sul
contributo energetico, secondo Paolo Degli Espinosa del Dipartimento
politiche sostenibilita' dei Ds, per farsi un'idea basta considerare
l'impianto in costruzione a San Chirico, non lontano da Cerignola
in Puglia, con 34 generatori da 2 Mw ciascuno che daranno 136 milioni
di kWh l'anno pari al consumo domestico di tutti i 146.000 abitanti
di Foggia sostituendo una petroliera da 34mila tonnellate e un risparmio
di bilancia commerciale pari a 10 milioni di euro. Altro capitolo
e' l' impatto ambientale: ''Non si puo' bloccare l'eolico. Occorre
scegliere zone idonee - ha detto Ronchi - e per questo vogliamo coinvolgere
le Regioni perche' nel loro piano paesaggistico inseriscano le zone
destinate ai parchi eolici che rappresentano anche il futuro delle
zone piu' interne e ora abbandonate''. Raccolte 50 tonnellate di spazzatura nell’operazione spiagge pulite di Legambiente 29/05 E' stato un week- end di impegno per l'ambiente e di confronto
con il mondo dei parchi e delle aree protette. Un successo tanto per
Park life, il salone dei parchi e del vivere naturale che si conclude
oggi alla Fiera di Roma, quanto per Spiagge e fondali puliti, di Legambiente,
organizzata in collaborazione con COREPLA, il Consorzio Nazionale
per la Raccolta, il Riciclaggio e il Recupero dei Rifiuti di Imballaggi
in Plastica, CIAL, il Consorzio Imballaggi in Alluminio, VIROSAC,
azienda produttrice di materiali in mater-bi che ha fornito i sacchi
per la raccolta dei rifiuti e FIBA (Assobalneari). A Park life, tra
operatori del settore, scolaresche e cittadini sono intervenute circa
30 mila persone. Mentre il bilancio di Spiagge e fondali puliti conta
decine di migliaia di volontari fra bagnanti, pescatori, sub e intere
famiglie, oltre 300 localita' costiere italiane battute al setaccio
e un cumulo di rifiuti di circa 50 tonnellate. Italiani ancora troppo
sporcaccioni, lesti ad abbandonare spazzatura di varia natura in pineta,
sugli scogli o in fondo al mare, ma anche tantissimi cittadini disposti
a dedicare un week-end a ripristinare la qualita' di spiagge e fondali.
Dopo tre giorni di pulizia straordinaria di coste, arenili, fondali
e grotte ma anche argini di laghi e fiumi le notizie sono, in sintesi,
una buona e una meno buona. La prima e' l'aumento della partecipazione
all'iniziativa di Legambiente: sia per il numero delle localita' coinvolte
in tutta Italia, sia per il numero dei volontari. Per questa sedicesima
edizione, sono state infatti piu' di 140 mila le persone che si sono
impegnate a tirare a lucido le spiagge, nonostante il grande caldo.
La notizia meno buona e' la quantita' di spazzatura raccolta, che
non accenna a diminuire rispetto allo scorso anno e continua ad attestarsi
sulle 50 tonnellate. Ma il dato e' bilanciato proprio dal grande numero
di cittadini che si sono rimboccati le maniche. "Il grande successo
di partecipazione a questa iniziativa, sempre crescente negli anni,
- dice il Presidente nazionale di Legambiente Roberto Della Seta -
dimostra come stia aumentando la sensibilita' dei cittadini verso
la salvaguardia dell'ambiente. Ci ricorda anche, pero', quanto ci
sia ancora da fare per risolvere la difficile questione dello smaltimento
dei rifiuti. Ogni oggetto smaltito a caso - continua Della Seta -
si ripresenta sempre e inevitabilmente altrove. Il senso di Spiagge
e fondali puliti, allora, sta proprio nel ribadire la necessita' di
impegnarci tutti in un'operazione che deve diventare quotidiana e
sistematica: raccogliere e smaltire tutti i rifiuti in maniera differenziata'.
Gli obiettivi del 15 0.000000issati dall'ormai famoso decreto Ronchi
per la raccolta differenziata sono infatti ancora molto lontani nella
maggior parte dei Comuni italiani, tuttavia qualche passo avanti per
alcuni materiali fa ben sperare, in particolare per l'alluminio e
la plastica. Secondo le stime di COREPLA, il recupero della plastica
e' ormai avviato in oltre 6.500 comuni, pari al 90% del totale, e
vede 56 milioni di italiani coinvolti. Mentre secondo il CIAL grazie
alla partecipazione di 4.400 Comuni e di 42 milioni di cittadini attivi
nella raccolta differenziata dell'alluminio oltre il 51% dell'alluminio
circolante e' riciclato. Legambiente ha rilanciato l'appello al popolo
dei bagnanti perche' segnalino su quali spiagge e' rimasto il cartello
di divieto di balneazione, considerata anche quest'anno la poca chiarezza
e puntualita' del rapporto del ministero della Salute sulle acque
di balneazione. Tra le tante iniziative distribuite su tutto il territorio
nazionale in Sicilia appuntamento principale a Mondello, dove gia'
da venerdi' 27 sono state organizzate operazioni di pulizia della
costa ma anche dei fondali grazie alla preziosa collaborazione dei
sub, che hanno ripulito anche le acque di Milazzo. In Liguria, i volontari
hanno passato al setaccio le spiagge di Priaruggia, Murcarolo, Nervi,
Lerici Tellaro, Finale Ligure, San Lorenzo a Mare, Sarzana e Bordighera
mentre i subacquei hanno lavorato sui fondali davanti al parco regionale
di Portovenere. In Abruzzo, la pulizia e' cominciata venerdi' sulla
spiaggia di San Vito Marina insieme ai ragazzi della locale squadra
di calcio. In Lombardia sono state ripulite le spiagge che costeggiano
il lago maggiore, ad Angera, e quelle del Garda a Gardone Riviera;
in Veneto, i volontari si sono rimboccati le maniche per ripulire
gli argini del delta del Po. In Toscana sono state numerose le attivita'
svolte nel parco della maremma. Ma, dove con l'aiuto delle scolaresche,
dove con l'aiuto di subacquei professionisti impegnati con i gommoni
nel liberare i fondali da piccole e grandi discariche a mare, l'ottima
riuscita delle 'grandi pulizie' si e' estesa un po' ovunque: nelle
Marche, in Emilia Romagna, in Friuli, in Calabria, in Sicilia, in
Sardegna, in Basilicata, in Puglia e in Campania. Come ogni anno in
contemporanea a 'Spiagge e Fondali Puliti' Legambiente ha organizzato
CLEAN - UP THE MED: la piu' grande campagna di pulizia costiera nel
bacino Mediterraneo che ha coinvolto quest'anno 22 Paesi: Albania,
Algeria, Cipro, Croazia, Francia (e isole), Grecia (e isole), Giordania,
Egitto, Israele, Libano, Italia, Libia, Macedonia, Malta, Marocco,
Palestina, Portogallo, Siria, Slovenia, Spagna (e isole), Tunisia
(e isole), Turchia. Sindaco Speranza: “La discarica di Lamezia è colma, non vogliamo i rifiuti di altre città” 28/05 ''La discarica che doveva servire per un certo numero di anni
e' gia colma''. E' quanto sostiene il sindaco di Lamezia Terme, Gianni
Speranza, che si dice fortemente preoccupato per la situazione ambientale
anche in virtu' del fatto che ''dal primo giugno a Lamezia verranno
scaricati i rifiuti che finora sono stati scaricati a Fiumara, in
provincia di Reggio Calabria''. ''L'amministrazione da me guidata
- ha proseguito Speranza - in questi giorni ha avuto cognizione che
almeno da un anno e mezzo, se non da due anni, nella nostra discarica,
che e' controllata, si scaricano i rifiuti, non solo di Lamezia Terme
e del circondario, ma di una zona piu' vasta nella quale c'e' sicuramente
buona parte della provincia di Vibo Valentia, della zona tirrenica
e del Savuto''. ''La citta' in tutto questo - ha concluso - ci ha
guadagnato niente, specialmente rispetto ai costi. Perche' i sindaci
di citta' piu' grosse di Lamezia non vogliono i loro rifiuti e Lamezia
lo deve fare?''. Volontari dell’ecologia all’opera: E’ partito “Spiagge e fondali puliti” di Legambiente 27/05 Prendono il via oggi i lavori di "Spiagge e fondali puliti",
il lungo week-end dedicato al mare da Legambiente. Da sedici anni,
la campagna coinvolge migliaia di volontari armati di sacchi, guanti
e rastrelli in tutta Italia. Quest'anno, tra oggi e domenica, si incontreranno
in oltre 300 localita' balneari. Spiagge e fondali puliti e' organizzata
in collaborazione con Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta,
il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica),
Cial (Consorzio imballaggi in alluminio) e Virosac, azienda produttrice
di materiali in mater-bi, che fornira' i sacchi per la raccolta dei
rifiuti e Fiba (Assobalneari). L'appuntamento nazionale per la stampa
e' previsto domani, sabato 28 maggio, dalle ore 10 in poi a Capocotta
(Ostia), presso lo stabilimento Mediterranea all'ottavo chilometro
della via Litoranea. Insieme ai volontari di Legambiente, sara' presente
Eurovix, azienda leader nella produzione di macchinari per la pulizia
delle spiagge, per una dimostrazione di rimozione della posidonia
spiaggiata. Con l'avvio del lungo week-end, Legambiente rilancia l'appello
al popolo dei bagnanti perche' segnalino su quali spiagge e' rimasto
il cartello di divieto di balneazione, "considerata la poca chiarezza
e puntualita' del rapporto del ministero della Salute sulle acque
di balneazione anche quest'anno". E a fianco di Legambiente,
come paladini delle coste, si sono schierati anche i surfisti di Quiksilver,
che segnaleranno le situazioni anomale, dalle mini discariche abusive
agli sversamenti delle navi in mare. Le attivita' come ogni anno fervono
anche oltre i confini della nostra penisola. Con "Clean up the
Med", l'iniziativa organizzata da Legambiente insieme alle associazioni
ambientaliste di 22 paesi che si affacciano nel bacino del mediterraneo,
ha coinvolto ben 850 organizzazioni che negli stessi giorni puliranno
spiagge e fondali in nome della pace, della tolleranza, dell'amicizia
e del dialogo tra i popoli. Partecipano: Albania, Algeria, Cipro,
Croazia, Francia (e isole), Grecia (e isole), Giordania, Egitto, Israele,
Libano, Italia, Libia, Macedonia, Malta, Marocco, Palestina, Portogallo,
Siria, Slovenia, Spagna (e isole), Tunisia (e isole), Turchia. Tutti
gli appuntamenti di Spiagge e fondali sono consultabili sul sito www.legambiente.com.
Eccone alcuni. Si inizia venerdi' 27 maggio, in Abruzzo con la pulizia
della spiaggia di San Vito Marina insieme ai ragazzi della locale
squadra di calcio e altri volontari. Pulizia dei fondali in collaborazione
con l'associazione subacquea "progetto mare". In Campania,
a Procida, pulizia della spiaggia di Chiaia e di Marina Chiaiolella.
In Basilicata, pulizia del litorale e della pineta di Policoro. In
Molise, appuntamento a Guglionesi (Cb) per la pulizia della spiaggia
e la presentazione del progetto Salviamo le dune. In Toscana, i volontari
si incontrano oggi a Donoratico (Li), in Calabria a Corigliano (Cs)
per la pulizia del lido S.Angelo. Continua la lista dei principali
appuntamenti previsti per il lungo week-end di pulizie dei litorali
italiani. -Sabato 28. I volontari di Roma e dintorni potranno ripulire
sabato la spiaggia di Capocotta a Ostia. In Sicilia, a Mondello le
scolaresche si incontreranno sul litorale palermitano per una grande
opera di pulizia della spiaggia. Contemporaneamente i sub si occuperanno
di ripulire i fondali marini. Per la sera invece grande festa con
degustazione di prodotti tipici siciliani. In Liguria, i volontari
passeranno al setaccio le spiagge di Priaruggia, Murcarolo, Nervi,
Lerici Tellaro, Finale Ligure, San Lorenzo a Mare, Sarzana e Bordighera.
Sia sabato 28 che domenica 29 un gommone di sub pulira' i fondali
davanti nel parco regionale di Portovenere. In Friuli, ci si incontrera'
a Trieste (localita' Bellariva) presso il porticciolo di S.Croce.
In Calabria , l'appuntamento e' a Ricadi, dove verra' ripulita la
spiaggia di San Domenica insieme alle scuole, e presso il lungomare
di Soverato. Nelle Marche i volontari si incontreranno a San Benedetto
del Tronto la pulizia dell'arenile organizzata dal circolo di Legambiente
insieme alle scuole elementari. In Toscana sono numerose le attivita'
previste nel parco della Maremma (Grosseto) previste. In Lombardia,
appuntamento sul Garda a Gardone Riviera (Bs). In Basilicata la pulizia
del litorale e della pineta e' prevista a Policoro, in Campania a
Vico Equense. -Domenica 29. In Sicilia, a Cefalu' sulla spiaggia e
sulla scogliera e a Milazzo dove e' prevista anche la pulizia dei
fondali. In Abruzzo, a Rocca S.Giovanni (Ch) per i piu' piccoli ci
sara' un'interessante lezione di biologia marina e di geologia. In
Campania l'appuntamento e' fissato il 29 a Amalfi, a Ischia e a Paestum.
Nelle Marche, appuntamento presso la spiaggia di Marzocca di Senigallia.
In Lombardia, due gli appuntamenti previsti sul lago Maggiore, ad
Angera(Va) e a Ranco(Va). In Veneto, appuntamento sul delta del Po
per la pulizia degli argini. In Puglia, a Porto Cesareo, saranno coinvolte
le scuole per la pulizia del litorale e delle isole. Altro appuntamento,
sempre domenica a Gallipoli presso la "Spiaggia della purita'".
In Emilia Romagna, i volontari potranno incontrarsi a Volano (Ferrara). Centrale del Mercure: I presidenti delle Regioni Calabria e Basilicata e delle province di Cosenza e Potenza chiedono un incontro con l’Enel 26/05 Un incontro urgente richiesto all’Enel in maniera congiunta
per discutere delle problematiche relative alla Centrale del Mercure.
Quale linea comune, a salvaguardia delle popolazioni e dei territori
interessati, Agazio Loiero, Presidente della Regione Calabria, Vito
De Filippo, Presidente della Regione Basilicata, Mario Oliverio, Presidente
della Provincia di Cosenza e Sabino Altobello, Presidente della Provincia
di Potenza hanno convenuto di richiedere all’Enel un nuovo tavolo
che ponga ancora attenzione sulle problematiche relative alla Centrale
di Laino Borgo.Di seguito il testo del telegramma inviato all’Enel
S.p.A. Cresce il numero degli italiani denunciati per reati contro l’ambiente. Calabria al terzo posto 26/05 Sono 21.707 gli italiani denunciati nel corso del 2004 dalle
forze dell'ordine per reati contro il patrimonio ambientale e naturale,
2.042 in piu' rispetto alla situazione registrata nel corso del 2003
con un incremento del 10,4%. E' questo il dato principale che emerge
dal rapporto annuale di Legambiente sull'ecomafia e la criminalita'
ambientale, in uscita in anteprima sul settimanale "Panorama".
Il rapporto e' elaborato sui dati statistici forniti dalle forze dell'ordine
e tutti i parametri che misurano l'illegalita' ambientale continuano
a rimanere sui livelli elevati registrati nel corso del 2003: cioe'
quasi 3 reati ogni ora. Le infrazioni accertate dalle forze dell'ordine
nel corso del 2004, infatti, sono state 25.469. Il dato e' in leggerissima
flessione rispetto all'anno scorso (in cui le infrazioni accertate
erano 25.798) e risente in particolare della significativa diminuzione
degli incendi boschivi passati da 7.920 del 2003 a 4.677 del 2004,
con una diminuzione del 41%. Il numero dei sequestri operati dalle
forze dell'ordine non subisce sostanziale modifiche nel corso del
2004 attestandosi a 8.656 rispetto agli 8.650. Le persone arrestate
sono state complessivamente 158 rispetto alle 160 del 2003. Sono le
quattro regione a tradizionale presenza mafiosa, Campania, Sicilia,
Calabria e Puglia a occupare le prime quattro posizioni della speciale
classifica sull'illegalita' ambientale in Italia. In questi territori,
si sono consumati quasi il 50% delle violazioni accertate dalle forze
dell'ordine nel corso del 2004. E' ancora la Campania la prima regione
d'Italia per quanto riguarda i fenomeni d'illegalita' ambientale,
con 3.462 infrazioni accertate dalle forze dell'ordine, 2.789 persone
denunciate e 1.340 sequestri, seguita quest'anno dalla Sicilia, che
ha scalato due posizioni, passando dalla quarta alla seconda, con
3.279 notizie di reato, oltre mille in piu' rispetto alla situazione
riscontrata nel corso del 2003, le persone denunciate sono ben 2.277
e i sequestri 753. Al terzo posto, in discesa di una posizione, troviamo
la Calabria (3.142 infrazioni accertate, 1.802 persone segnalate all'autorita'
giudiziaria e 834 sequestri). Al quarto posto per numero di infrazioni
accertate si colloca la Puglia (2.612 notizie di reato), questa regione,
invece, e' la prima in Italia per numero di provvedimenti di sequestri
emessi, con 1.378. Il Lazio scende, invece, al quinto posto perdendo
due posizioni in classifica. Una novita' significativa riguarda la
Liguria, che si colloca al primo posto tra le regioni del Nord per
numero di infrazioni accertate dalle Commodari: “Sul ponte dubbi sulla fattibilità del progetto” 26/05 ''Una gara tutta italiana, alla quale non ha partecipato alcuna
delle grandi imprese straniere, perche' evidentemente poco garantite
sulla fattibilita' del progetto, che presenta non poche incognite
sul piano della fattibilita' e della certezza dei costi''. E' quanto
sostiene Giuseppe Commodari del coordinamento delle iniziative sul
Ponte. ''Il Ministro Lunardi - ha aggiunto - sprizza felicita' da
tutti i pori del proprio corpo, Pietro Ciucci, l' Amministratore delegato
della Societa' Stretto di Messina e' soddisfatto perche' sono pervenute
due offerte (Astaldi S.p.a. ed Impregilo S.p.a.) per la partecipazione
alla gara di affidamento della progettazione definitiva, esecutiva
e la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Noi non siamo
ne' allegri, ne' tanto meno soddisfatti, perche' conosciamo la verita'
che sta dietro l' operazione. Essa rappresenta il tentativo di dimostrare
che gli impegni assunti dal governo Berlusconi vengono mantenuti,
come dichiara lo stesso Lunardi, e poco importa se per tentare di
dimostrare cio' si sprecano enormi risorse pubbliche per la sola progettazione''.
''Gli italiani - ha concluso Commodari - se lo possono tranquillamente
permettere anche in questa fase di recessione dell' economia, nonostante
la certezza che si tratta di un'opera inutile, dannosa ed irrealizzabile.
Mobilitiamoci tutti, associazioni, movimenti, partiti e istituzioni
per bloccare le procedure di affidamento della progettazione e della
costruzione dell' opera''. Per il WWF il Parco Nazionale del Pollino vive alcune criticità 25/05 Il Parco nazionale del Pollino vive ''una serie di criticità''.
E' quanto afferma il Wwf nel Libro Bianco sulle aree protette presentato
dall' associazione in occasione della Giornata Europea dei Parchi.
Tra queste, la prima e' considerata la riperimetrazione con l' esclusione
di circa 9.000 ettari rispetto al precedente perimetro. Ma oltre alla
superficie naturale ricadente in area protetta il Wwf evidenzia anche
una ''mancanza di capacita' di gestione e di amministrazione del Parco
e dell' Ente''. Vale a dire, sempre secondo il rapporto del Wwf Italia,
''ampia disponibilita' di risorse non spese; mancata relazione tra
gli organi dell' Ente; non realizzazione degli strumenti di piano''.
Al Parco del Pollino mancherebbe, secondo l' associazione, anche una
solida rete di rapporti istituzionali (Stato, Regioni, Comuni, Province,
Ente Parco) e verso gli altri enti locali per la necessaria ricerca
del consenso degli enti e delle popolazioni locali che il Wwf definisce
''estremamente complessi, anche per l' estensione territoriale del
Parco e per il numero di enti coinvolti''. Servirebbero inoltre strumenti
di pianificazione e regolamentazione ''in redazione da tempi lunghissimi''.
Riguardo poi alle ''pesante infrastrutturazione del Parco'' il Wwf
cita la realizzazione e trasformazione della Centrale elettrica ''Valle
del Mercure'', la realizzazione di rifugi, punti informativi e parcheggi
in aree di elevato interesse ambientale, la realizzazione ''Strada
di arroccamento Frascineto - Parco del Pollino'' e la realizzazione
dell'Elettrodotto. Viene anche aggiunta una ''sensazione di abbandono
e di mancanza di tutela e sorveglianza dei territori del Parco (ad
esclusione dell'opera del Cfs)'', oltre a far presente il ''bracconaggio
diffuso, incendi diffusi, abbattimenti boschi, impatti gravi''. L'
indagine del Wwf parla anche di un mancato lavoro sul territorio in
riferimento alla ''valorizzazione delle peculiarita' naturalistiche,
ambientali e antropologiche e di politiche di conservazione'' e del
''mancato avvio di politiche organiche di politiche di sostegno all'economia
locale''. Tra queste viene citato il rischio di continuita' lavorativa
dei 331 ex lavoratori socialmente utili, la cui vertenza e' ancora
aperta. Il Wwf parla anche degli aspetti positivi. Tra questi vengono
indicati la ''maggiore attenzione e disponibilita' delle popolazioni
locali a considerare il Parco come strumento capace di promuovere
sviluppo locale, un aumento della conoscenza delle peculiarita' naturalistiche,
ambientali, storico-culturali del Pollino presso il vasto pubblico
ed un aumento del turismo''.
L’ass. Tommasi incontra le associazioni ambientaliste su rifiuti, inquinamento e Ponte 24/05 Emergenza rifiuti, pulizia delle spiagge, inquinamento marino
e aree protette. E poi ancora le grandi battaglie ambientaliste, prima
fra tutti il No al ponte ma anche la costruzione del Sistema parchi
, l’istituzione della Consulta ambientale. Sono stati questi
i temi principali affrontati nel corso dell’incontro che l’Assessore
all’Ambiente ha tenuto con i rappresentanti delle associazioni
ambientaliste calabresi (Legambiente, Wwf, Italia Nostra, Amici della
Terra, Cai, Altura). Granata (CGIL) “La vicenda della centrale del Mercure si tinge di demagogia e irresponsabilità” 23/05 ''La vicenda della riconversione a biomasse della centrale
Enel di Laino Borgo si tinge sempre piu' di demagogia e irresponsabilita'.
Deve essere chiaro che la Cgil, al contrario di quanto affermano i
nuovi profeti dell' estremismo ambientalista, e' sempre stata ed e'
attenta ai problemi della sostenibilita' ambientale, ma, anche, a
quella sociale ed economica''. A dirlo e' stato il segretario generale
della Cgil del comprensorio Pollino-Sibari-Tirreno, Antonio Granata.
Secondo Granata ''quando non si hanno motivazioni fondate si pratica
il dileggio delle posizioni e degli atti altrui, e si mette in essere
una sorta di guerra psicologica. Chissa' - ha aggiunto - cosa brucera'
la centrale, che e' come chiedersi cosa mangiamo, cosa beviamo e altre
amenita' di questa natura''. L' esponente della Cgil ha poi ricordato
che la centrale ''e' antecedente alla costituzione del parco, e che
la sua riconversione e' prevista dal Piano energetico ambientale della
Calabria e che la suddetta riconversione a biomasse fa parte di quella
cultura ambientalista-responsabile che da sempre favorisce le riconversioni
delle centrali a fonti rinnovabili''. ''Il non voler separare eventuali
bonifiche di siti adiacenti il plesso industriale - ha proseguito
Granata - e' una colpevole leggerezza che ha colpito anche il Presidente
della Provincia al quale chiediamo meno ambiguita', piu' senso del
governo e piu' ascolto a tutte le posizioni in campo. Cosi' come chiediamo
all' assessore regionale all' Ambiente e a quello alle Attivita' produttive
di intervenire per evitare che si consumi un' altra Rossano che, seppur
con problematiche ben piu' gravi e complicate, rischia la chiusura
di una sito produttivo''. Secondo Granata le problematiche energetiche,
ambientali e sociali ''vanno affrontate con maggiore responsabilita'
da parte di tutti. La Cgil - ha proseguito - e' disponibile al dialogo
e a confrontarsi con posizioni non pregiudiziali o addirittura precostituite,
ma non possiamo non sottolineare che la 'cultura dei no' sta producendo
un ulteriore impoverimento del territorio, sia per quanto riguarda
le politiche energetiche, sia per quanto riguarda lo smaltimento dei
rifiuti; problematiche che hanno bisogno di trovare le giuste soluzioni
attraverso la cultura dell' ascolto reciproco e non dei monologhi,
attraverso la costituzione di momenti di confronto istituzionale-politico-sociale
nel quale praticare la 'cultura dei si' consapevoli e verificabili''.
Pantaleone Sergi: “Grati a Loiero per il decreto del Governo per i depuratori” 21/05 ''Bisogna essere grati al presidente della Regione Agazio Loiero.
Senza il suo intervento pressante il governo avrebbe fatto sicuramente
orecchie da mercante e il decreto che consente anche ai Comuni calabresi
di accendere mutui a tasso zero e fare fronte cosi' alle spese pregresse
per il funzionamento dei depuratori, onerose e indebitamente a carico
di cittadini gia' tartassati da imposte diverse, non sarebbe mai stato
varato''. A sostenerlo, in una nota, e' il sindaco di Limbadi, Pantaleone
Sergi, secondo il quale ''adesso bisogna, pero', fare un passo avanti
affinche' il collasso dei bilanci comunali messi in crisi dall' emergenza
depuratori e rifiuti non si ripresenti da qui a breve''. Per Sergi,
adesso, ''e' necessario non solo quantificare la spesa nei suoi termini
reali, sulla base della quale si potranno accendere i mutui; ma bisogna
mettere i comuni in condizione finanziaria tale da potere adempiere
alle necessita' future con tranquillita'. Perche' altrimenti, finita
questa emergenza, visti i costi esagerati e insopportabili, dovuti
anche a irrazionali e sospette progettazioni ed esecuzioni tecniche,
- prosegue ancora il sindaco di Limbadi - i piccoli comuni tra qualche
mese si ritroverebbero nelle stesse identiche situazioni''. Continua la rassegna Verde Sud 2005 20/05
Continua con successo la Terza Edizione Verde Sud 2005, la Rassegna
dei Parchi e dell’Ambiente, al Palagarden di Rende, che ha visto
l’avvio ieri giovedì 19 e si concluderà domenica
22 maggio. Gli appuntamenti culturali che hanno caratterizzato, sia
di mattina che di pomeriggio, l’iniziativa, sono stati intervallati
da spettacoli che hanno riscosso e riscuoteranno ancora nel prosieguo,
sabato e domenica, l’alto gradimento dei visitatori. Sabato
mattina, alle ore 10.00, è in programma un convegno dibattito
su depurazione e rifiuti con il tema specifico “La necessità
di costruire sistemi ecosostenibili ed efficienti”. A coordinarne
i lavori sarà il giornalista Francesco Straticò, mentre
sono previsti gli interventi dell’Assessore Provinciale all’Ambiente
Luigi Marrello, di Piero Piersante dell’ARPACAL, del Commissario
Regionale all’Emergenza Rifiuti e Depurazione Domenico Bagnato,
del Dirigente del Settore Ambiente alla Provincia Francesco Toscano,
del Presidente del Consorzio Vallecrati Mario De Rose, del Direttore
del Dipartimento di Ecologia dell’UNICAL Maria Beatrice Bisonti,
del Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato Giuseppe
Graziano, del Capogruppo dei Verdi alla Provincia Mario Bria e del
Vice Presidente Salvatore Perugini. Rifondazione e IDV di castrovillari contro la riconversione della centrale del Mercure 20/05 ''La manifestazione dello scorso 14 maggio ha dimostrato, ancora
una volta, il rifiuto da parte delle popolazioni locali, di mega progetti
calati dall' alto''. A sostenerlo e' Rifondazione comunista di Castrovillari
in merito alla riconversione della centrale del Mercure di Laino Borgo.
Secondo il Prc la popolazione ha ribadito ''il no definitivo alla
scelta di un progetto avulso dalla realta' e che, contro gli interessi
locali dei cittadini, obbedisce a interessi di poteri forti. Ai cittadini
calabresi e lucani - e' scritto in un comunicato - si sta togliendo
il diritto di vivere in ambienti sani e respirare aria pulita''. Rifondazione
fa riferimento anche agli altri due presidi Enel presenti nei comuni
di Rotonda e Laino Borgo e all' elettrodotto Laino-Rizziconi. ''Autorevoli
studi epidemiologici - e' scritto nella nota - hanno dimostrato l'
alta incidenza di malattie tumorali per le popolazioni che vivono
in prossimita' di queste fonti di inquinamento''. Rifondazione chiede
quindi chiede all' Enel e alle Istituzione competenti ''di abbandonare
realmente questo progetto''. Sulla stessa linea Italia dei Valori.
''E' possibile - si chiede il responsabile provinciale ambiente e
territorio Franco Donadio - che nella provincia di Cosenza debbano
passare progetti da collocare in aree protette, che nulla hanno a
che vedere con l'armonia e la difesa del territorio? E' normale che
in nome della occupazione ci venga imposto un qualsiasi progetto,
senza chiedersi quali danni collaterali possa generare? Credo che
lo sviluppo della Calabria passi attraverso la valorizzazione delle
sue risorse ambientali e paesaggistiche''. Progetto pilota della Provincia di Cosenza per debellare la processionaria 19/05 Un progetto pilota sulle strategie di difesa dalla processionaria
del pino a impatto ambientale nullo: l’Assessore Provinciale
all’Ambiente, Luigi Marrello, annuncia che è iniziato
il percorso per individuare e razionalizzare le tecniche fito-sanitarie
per la lotta all’autentico flagello delle pinete calabresi e
in particolar modo di quelle presilane e silane. Nella vicenda ha
giocato un ruolo fondamentale il Consigliere Provinciale, Pietro Lecce,
il quale ha recepito le continue segnalazioni allarmanti provenienti
dai Sindaci e dai cittadini del comprensorio presilano, e ha sollecitato
l’Amministrazione Provinciale affinché si adoperasse
per individuare le possibilità di applicazione di interventi
che prevedano importanti ricadute nella gestione e valorizzazione
del patrimonio boschivo. Il gruppo di tecnici preposto allo studio,
coordinato dall’Agronomo Roberto Castiglione, ha intrapreso
un piano di lavoro in cui verranno predisposte e realizzate diverse
fasi progettuali che saranno dettagliatamente presentate nel Convegno
sulla processionaria del pino, che si terrà Venerdì
27 Maggio 2005 alle ore 18.00 a Spezzano Sila. La delibera del Comune di Rossano contro la centrale, inviata ai Ministeri competenti 19/03 Il presidente del Consiglio comunale di Rossano, Luigi Fraia,
ha reso noto di aver trasmesso a tutti i ministeri competenti, all'
Enel, alla Regione ed alla Provincia di Cosenza, copia della delibera
del Consiglio del 17 maggio 2005, relativa alla determinazione negativa,
assunta all' unanimita' in merito al progetto di riconversione a carbone
della centrale Enel di S. Irene. Fraia ha incontrato il presidente
del Consiglio comunale di Corigliano, Polino, per confrontarsi sulle
motivazioni poste a base della determinazione assunta dall' Assemblea
di Rossano in merito ai progetti dell' Enel. Fraia ha giudicato costruttivo
l' incontro dal quale e' emersa la comune volonta' di riprendere,
a breve termine, il dialogo, tra le due assemblee cittadine sull'
ipotesi strategica di Area Urbana Rossano - Corigliano. Dal colloquio
tra i due presidenti e' scaturito l' impegno concorde e reciproco
di convocare, a breve, una conferenza congiunta dei capigruppo consiliari
delle due citta' per riprendere, adeguatamente e con maggiore slancio,
un iter di collaborazione e di progettualita' comune che puo' gia'
vantare risultati concreti ed importanti, dai quali ripartire, oggi,
con maggiore ambizione. L’UNC denuncia: “Le istituzioni non danno notizie dullo stato del mare” 19/05 L' Unione nazionale consumatori ha denunciato ''l' assoluta
e puntuale mancanza di informazioni rese alla popolazione, da parte
delle istituzioni preposte ed in particolar modo la sottovalutazione
delle Asl e' grave, mancando sia un programma di prevenzione, sia
di monitoraggio dei fenomeni patologici legati alla balneazione''.
''L' inizio della stagione estiva - ha sostenuto il presidente regionale
della Calabria, Saverio Cuoco - ripropone gli allarmi sullo stato
di salute del mare, dove l' attivita' di controllo e prevenzione di
istituzioni e ambiente non riesce ancora a ottenere i risultati sperati,
contribuendo al continuo ed inesorabile degrado delle coste calabresi,
tranne alcune 'isole felici'''. ''Questo fenomeno - ha concluso Cuoco
- raramente o quasi mai assume lo status di problema da seguire con
assiduita' ed in maniera continua e le istituzioni preposte non danno
quasi mai una informazione completa e attendibile, con inevitabili
ripercussioni sul turismo, fonte di reddito privilegiata per la nostra
Regione, mentre secondo l' associazione scrivente bisognerebbe garantire
ai calabresi ed a quanti scelgono la Calabria per le vacanze, la migliore
qualita' possibile di ogni servizio in particolar modo quello di poter
usufruire di un mare sicuro anche sotto l' aspetto della balneazione''.
On. Banti: “Nessun rifiuto radioattivo sulla Jolly Rosso. La Procura bonifica due siti a terra” 19/05 ''A bordo della motonave Jolly Rosso, partita da Spezia e spiaggiatasi
sulle coste calabresi nel dicembre 1990, non c'erano rifiuti radioattivi'':
lo ha detto l'on. ligure Egidio Banti, capogruppo della Margherita
nella commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che riferisce
alcune conclusioni della Procura della Repubblica di Paola, titolare
dell'inchiesta, dopo la conclusione delle operazioni di bonifica nel
tratto di mare dove ci fu lo spiaggiamento. Ma ''cio' non significa
questo giallo del mare sia risolto - ha proseguito Banti - la Procura
di Paola intende infatti bonificare due siti a terra, a Serra d'Aiello
e Grassullo, dove sembra possano essere interrati rifiuti non autorizzati.
La nave infatti - ha osservato Banti - potrebbe avere avuto a bordo
rifiuti di quel tipo''. ''L'ipotesi radioattiva - ha spiegato il parlamentare
della Margherita - era una di quelle che prendemmo in considerazione
nella nostra indagine in commissione, cosi' come ha fatto la Magistratura.
Bisognava trovare una spiegazione per l'eventuale spiaggiamento doloso.
Ora i tecnici che hanno scandagliato il fondo marino interessato,
effettuando dettagliate analisi di campo, hanno escluso la presenza
di residui radioattivi''. Secondo il capogruppo della commissione
d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti si tratta di ''un passo avanti in
direzione della versione data dall'armatore Messina sin dall'inizio,
e del resto che ci fossero rifiuti radioattivi non era comunque provato
da nient'altro: era solo un sospetto''. ''Noi dobbiamo essere obiettivi,
e registrare i fatti - ha concluso Banti -. Lo spiaggiamento della
Jolly Rosso fu solo l'ultimo di una serie di naufragi e spiaggiamenti
di navi sospette dal punto di vista del traffico dei rifiuti. Se pero'
il sospetto non risultera' fondato, ne saremo lieti''. Da una ricerca della UIL emerge che a Vibo e a Reggio vigono le tariffe dei rifiuti più basse. Cosenza nella media 18/05 Le famiglie Italiane hanno pagato nel 2004, mediamente, 160.70€
annui ai Comuni e alle Provincie per lo smaltimento dei rifiuti solidi
e che corrisponde a circa 2€ al mq. 18/05
Si terrà, a partire da giovedì 19 maggio, la Terza Rassegna
dei Parchi e dell’Ambiente Verde Sud, che, per quattro giorni,
fino a domenica 22, al Palagarden di Rende, ospiterà seminari
e dibattiti su tematiche ambientali e culturali, cui seguiranno momenti
di spettacolo. La manifestazione, che l’Assessore all’Ambiente
Luigi Marrello ha voluto dedicare quest’anno al compianto Assessore
Provinciale al Personale Piero Petrozza, prematuramente scomparso
nell’aprile scorso, aprirà i battenti con l’inaugurazione,
alle ore 11.00, alla quale interverranno, oltre all’Assessore
all’Ambiente Luigi Marrello, il Vice Presidente della Provincia
di Cosenza, Salvatore Perugini, l’Assessore allo Sport Turismo
e Spettacolo, Rosetta Console, il Presidente del Consiglio Provinciale,
On. Francesco Principe, il Sindaco di Cosenza, Eva Catizone, il Presidente
della Giunta Regionale Agazio Loiero, il Presidente della Provincia
On. Mario Oliverio, l’Assessore Regionale all’Ambiente,
Diego Tommasi, il rappresentante dell’Ufficio Scolastico Regionale
Scolastico, Antonio Santagada, il Direttore della sede RAI Regionale,
Basilio Bianchini, il Prefetto di Cosenza, Diego D’Amico. E’ in arrivo il viagra antinquinamento per i batteri che devono combattere i fondali marini malati 18/05 Un viagra dei batteri per combattere l'inquinamento marino.
Questa la nuova frontiera messa a punto dall'Icram per ripulire i
fondali malati. Si tratta di attivatori enzimatici in grado di sviluppare
l'attivita' batterica per la naturale depurazione. La notizia e' stata
resa nota durante la giornata conclusiva del convegno organizzato
dall'Istituto la ricerca marina del Ministero dell'Ambiente (Icram),
'Mare e qualita' ambientale' alla quale ha preso parte anche il ministro
dell'Ambiente, Altero Matteoli, che ha fatto il punto sull'operazione
di bonifica di alcune aree a rischio. ''Sono 24 le aree marine e salmastre
coinvolte e incluse nell' elenco dei siti di interesse nazionale -
ha detto Matteoli - in tal senso l'Icram e' impegnato nel delicato
compito di definire modalita', criteri, elementi progettuali e operativi
delle attivita' di caratterizzazione ambientale, ai fini della bonifica
di queste aree''. Aree che sono distribuite sull'intero territorio
nazionale. Tra queste, ha ricordato il ministro, Livorno in Toscana,
Porto Marghera in Veneto, Pitelli e il Golfo di La Spezia in Liguria,
Priolo in Sicilia. ''Sulla base dell' esame dei risultati delle attivita'
di caratterizzazione eseguite, l'Icram - ha riferito Matteoli - ha
individuato alcune prime soluzioni progettuali per l'esecuzione di
interventi mirati alla messa in sicurezza e bonifica delle aree marine
investigate''. Secondo il piano Icram, oltre 85mila gli ettari di
mare gia' perimetrati nelle 24 aree sotto esame e tre i siti dove
sono state individuate anche le quantita' coinvolte: a Venezia 2 milioni
di metri cubi di sedimenti mentre a Pitelli, nel Golfo di La Spezia,
6 milioni di metri cubi totali di cui 1 milione ad alto impatto. Portare
in discarica il volume di sedimenti marini contaminati costa troppo.
A Venezia 116 euro a metro cubo. Allora via alle tecniche alternative.
Viagra per batteri in primis. Gli attivatori enzimatici per la depurazione
naturale ''o vengono sversati direttamente in acqua - ha spiegato
Luciano De Propris dell'Icram - oppure fissati su supporti inerti
microporosi, come le ceneri vulcaniche, e posizionati sui fondali''.
Progetti pilota esistono anche per il lavaggio dei sedimenti in modo
che il materiale possa essere riutilizzato per esempio nell'edilizia
o per costruzione di opere stradali. Si tratta, hanno spiegato ricercatori
dell' Icram, di 'sparare' i sedimenti su una parete. Con la forza
d' urto si riesce a separare la parte contaminata dal materiale e
per ottenere risultati migliori a volte vengono utilizzati additivi
chimici. Dopo la contaminazione intervengono tecnologie di riutilizzo.
Metalli pesanti, diossine, contaminanti organici i maggiori nemici
da combattere per i quali la scala di pericolosita' va dal rosso al
verde passando per l'arancione e il giallo. ''Attivita' di definizione
dello stato qualitativo dei sedimenti volte al ripristino ambientale
e dei piu' opportuni sistemi di gestione integrata dei sedimenti contaminati
- ha detto il ministro dell'Ambiente, Matteoli - nei quali l'Icram
e' direttamente coinvolto con specifici approfondimenti nel campo
della ricerca applicata riguardo le tecnologie innovative di decontaminazione
degli stessi''. E' dal 2001 che l'Istituto per la ricerca sul mare
si occupa della questione bonifiche su indicazioni di un decreto ministeriale.
''L'Icram - ha detto il direttore dell'Istituto, Anna Maria Cicero
- si e' affermato a livello istituzionale supportando il ministero
dell'Ambiente nella definizione dei criteri per la caratterizzazione
delle aree marine e nell' elaborazione di oltre 40 piani di caratterizzazione''.
Oltre alla caratterizzazione, l'Icram, ha riferito ancora Cicero,
e' anche impegnato ''negli interventi di messa in sicurezza di emergenza
e di bonifica e, in generale, in tutte le situazioni relative ad aree
di particolare criticita' ed emergenza ambientale''. Pratesi (WWF) “Sequestro spadare, continua la confusione con gli ultimi decreti” 18/05 ''Il maxi sequestro di reti spadare avvenuto in Calabria dimostra
ancora una volta che, alla base di fenomeni di pesca illegale come
quello con l'uso di reti derivanti sopra i 2,5 km. vi sono anche le
incertezze e le confusioni generate dai decreti ministeriali degli
ultimi anni. La legge italiana ha bandito l'uso delle spadare dal
gennaio 2002: lo Stato per la loro definitiva dismissione ha stanziato
nell'anno 2002 ben 5 milioni di euro''. E' quanto denuncia in una
nota il Wwf. ''Il problema e nel susseguirsi di decreti Ministeriali
che ognianno modificano e come quest'anno violano le regole comunitarie,
causando anche negli stessi pescatori confusione e la sensazione che
le 'maglie della legge' non siano poi cosi strette - sottolinea il
Presidente del Wwf Fulco Pratesi - . Con il decreto del 19 aprile
scorso, infatti, il Ministero ha autorizzato l'uso, nelle isole minori,
di reti di lunghezza non superiore ai 5 kilometri e di profondita
non superiore ai 20 metri e ne prevede l'ancoraggio in fondali talmente
profondi da renderlo praticamente impossibile. Per questo il Wwf,
assieme a Legambiente, Lav e Lac ha impugnato al Tar del Lazio questo
provvedimento, che fa si che uno strumento legittimo come le reti
da posta di dimensioni contenute si trasformi in un attrezzo di dimensioni
incalcolabili di cui e vietato l'uso''. L'Unione europea, infatti
fissa per le reti un massimo di lunghezza di 2,5 Km e un'altezza massima
di 4 metri, per evitare proprio l'effetto ''muro'' delle spadare,
reti cosi profonde da causare la morte di migliaia di cetacei e altre
specie protette come le tartarughe marine, che vi finiscono impigliate. Centrale del Mercure: Appello del Presidente delle Provincia di Potenza a Loiero e Oliverio 18/05 Il Presidente della Provincia di Potenza, Sabino Altobello,
ha inviato stamani un telegramma al Presidente della Provincia di
Cosenza, Gerardo Mario Oliverio, ed ai presidenti delle Regioni Calabria
e Basilicata, Agazio Loiero e Vito De Filippo, per sollecitare un
intervento congiunto sulla vicenda della Centrale del Mercure. ''Investito
formalmente dai sindaci del Lagonegrese-Mercure - e' il testo del
telegramma - e da diversi consiglieri e amministratori provinciali,
ritengo indispensabile ed indifferibile affrontare in maniera unitaria
e coordinata la situazione della Centrale del Mercure''. ''Per questa
ragione - ha aggiunto Altobello - chiedo che il Presidente della Provincia
di Cosenza voglia convocare in tempi rapidissimi un tavolo istituzionale
per concordare le iniziative da intraprendere e le eventuali richieste
da sottoporre all' Enel, nell' interesse delle comunita' locali, della
salute pubblica e nel rispetto delle condizioni di compatibilita'
e sostenibilita' ambientale''. La Provincia precisa “Abbiamo chiesto noi la sospensione della Centrale del Mercure” 18/05 Intorno alla riconversione della Centrale del Mercure ormai
sempre più singole voci si sommano, si accavallano, variano
di tono, rendendo i suoi contorni incerti a scapito della realtà
dei fatti e delle posizioni. E’ quanto ritiene la Provincia
di Cosenza che in una nota definisce, una volta in più, la
propria chiara posizione in ordine alle ultime vicende che riguardano
l’impianto. Nell’attuale situazione, è bene infatti
ricordare che proprio alla Provincia di Cosenza si deve la richiesta
di sospensione dei lavori, inoltrata ad Enel quale atto formale sottoscritto
dal Presidente, onorevole Mario Oliverio, al fine di valutare, attraverso
una Commissione Tecnico-Scientifica, le problematiche relative all’impatto
ambientale ed all’eventuale ricontrattazione delle relazioni
con gli Enti Locali dei territori interessati e dei vicoli a garanzia
del rispetto dei territori stessi e delle popolazioni. La Provincia
di Cosenza, guidata dal Presidente Oliverio e dalla maggioranza che
lo sostiene da meno di un anno, è interessata su queste problematiche
in modo attivo, malgrado l’impianto di cui si tratta sia stato
già realizzato e le relative autorizzazioni da parte delle
diverse amministrazioni competenti si presume risalgano ad anni addietro.
Ciò, naturalmente, non è stato in alcun caso motivo
di condizionamento per l’Amministrazione Provinciale presieduta
dall’onorevole Oliverio che non ha avuto, in nessun momento,
alcuna esitazione ad esprimere una posizione netta anche quando altri
soggetti non si pronunciavano e preferivano il ruolo di spettatori.
Su questa linea di garanzia la Provincia di Cosenza è impegnata
senza riserve, con equilibrio e ponendo al centro l’interesse
della popolazioni. Per questa ragione il Presidente Oliverio si è
reso personalmente promotore di un incontro tra le istituzioni locali
lucane e quelle calabresi allo scopo di definire una linea comune
sulla quale realizzare il confronto necessario per ricondurre la vicenda
nell’alveo giusto. La Provincia di Cosenza ricorda infine che
sulla linea della tutela ambientale e delle garanzie per la salute
dei cittadini è impegnata su più fronti ed anche nei
confronti dell’Enel che, come noto, ha dovuto dichiarare la
rinunzia all’ipotesi di utilizzazione del carbone per l’impianto
di Rossano anche in seguito alla netta, determinata e preventiva posizione
espressa dal suo Presidente, che non ha esitato a schierarsi in prima
linea anche in questa battaglia. Fino “Il Parco del Pollino deve promuovere le sue risorse” 18/05 ''Un' azione fondamentale per l'Ente Parco del Pollino e' la
promozione delle sue principali risorse''. Lo ha detto il Presidente
del Parco Nazionale del Pollino, Francesco Fino, circa la partecipazione
dell'Ente alle manifestazioni di Verdesud e di Park Life. Verdesud
e' la 3a rassegna dei Parchi e dell' Ambiente organizzata dalla Provincia
di Cosenza, Assessorato Ambiente, a Rende, al Palagarden, dal 19 al
22 maggio, mentre Park Life e' il Salone dei Parchi e del Vivere Naturale
ideato da Federparchi, Legambiente, Compagnia dei parchi e Fiera di
Roma, dove si svolgera' dal 26 al 29 maggio. ''Sono due occasioni
di grande rilevanza - ha aggiunto Fino - per sostenere il ruolo strategico
nel sud Italia, in Europa e nel bacino del Mediterraneo del Parco
Nazionale del Pollino. L' area protetta non a caso e' la prima per
estensione in Italia. E cio' non deve essere inteso come un mero primato
numerico, bensi' come la sottolineatura di un patrimonio tanto ampio
quanto vario, composto oltre che di eccezionali paesaggi, di un ventaglio
di biodiversita' e di elementi culturali, storici e antropici davvero
unici''. ''La loro valorizzazione - ha concluso - passa anche attraverso
momenti di incontro e confronto con gli operatori delle altre aree
protette, con le Istituzioni e soprattutto con i visitatori delle
manifestazioni, sempre piu' desiderosi di conoscere nuovi ambienti
ben conservati e testimoni del miracolo della natura''. Chiarella. “Allarme rosso per Lamezia nei rifiuti. In arrivo anche quelli del reggino” 18/05 ''All' orizzonte allarme rosso per Lamezia nel campo dei rifiuti
solidi urbani. C' e' nell' aria infatti la prospettiva che dal primo
giugno arrivino a Lamezia tonnellate di rifiuti anche dalla provincia
di Reggio Calabria, per effetto di un' ordinanza firmata alcuni mesi
fa dal commissario dell' emergenza rifiuti''. E' quanto sostiene in
una nota il consigliere regionale del gruppo misto, Egidio Chiarella.
''Questo nuovo carico di rifiuti - ha aggiunto - si andrebbe ad aggiungere
a quello che proviene gia' dalle provincia di Cosenza e di Vibo Valentia
e, giustamente, da tutto il comprensorio di Lamezia Terme. Ho chiesto
gia' all' assessore all' ambiente Tommasi di verificare la reale necessita'
di questo scellerato trasferimento, pagato tra l' altro sempre e comunque
dai contribuenti. Il costo del trasporto per trasferire i rifiuti
da Reggio a Lamezia, si aggiunge purtroppo al danno ambientale e di
immagine, per una regione che manda 'a spasso' i propri rifiuti lungo
le sue strade, tra l' altro molto trafficate''. ''Ho chiesto - ha
proseguito Chiarella - anche all' assessore, che e' persona sensibile
e politicamente preparata nel settore, a verificare altresi' il reale
esaurimento della stessa discarica di Fiumara di Reggio Calabria,
che fino ad oggi ha smaltito normalmente i rifiuti in questione''.
''Sono convinto - ha concluso - che bloccheremo questa operazione
che va contro gli interessi della piana di Lamezia Terme e se dovesse
essere necessario, chiedero' al sindaco e all' assessore al ramo del
comune di Lamezia di discutere della questione in una seduta straordinaria
del consiglio comunale della citta'''. Archivio dal 28/1 al 17/5/05 | Archivio dal 15/9 al 26/1/05 | fino al 14 settembre
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