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Sanità e Salute

Enzo Paolini presidente nazionale dell’AIOP

31/05 L'AIOP (Associazione italiana ospedalita' privata) ha eletto il nuovo presidente. Si tratta del cosentino Enzo Paolini, 48 anni, avvocato, succede a Emmanuel Miraglia, che negli ultimi sei anni e in due mandati, ha cercato di rilanciare l'associazione, alla quale aderiscono 600 case di cura in tutt'Italia e che impiega 100 mila operatori diretti. Il neo presidente e' stato eletto da una base elettorale espressione di oltre il 90 per cento delle case di cura associate. Paolini si e' impegnato a proseguire, in una linea di continuita', il lavoro tracciato dal suo predecessore, sottolineando che l'ospedalita' privata non puo' essere considerata componente residuale ma parte integrante del sistema sanitario nazionale. "Oltre alla soddisfazione personale, e' una soddisfazione perche' passa la linea della continuita' con il lavoro svolto in questi anni con Emmanuel Miraglia - ha commentato Paolini -. Ho la consapevolezza della responsabilita' che mi viene affidata, chiamato a rappresentare sia i grandi gruppi sia l'universo delle case di cura che operano in ogni angolo del paese garantendo prestazioni di alta qualita'. Appena possibile - ha concluso il nuovo presidente Aiop - chiedero' un incontro con il ministro della Salute Livia Turco per rappresentarle le questioni in sospeso che riguardano l'ospedalita' privata, cosi' come chiedero' un incontro alle organizzazioni sindacali per riaprire la trattativa interrotta sul contratto nazionale". Paolini, finora presidente dell'Aiop Calabria, oltre ad occuparsi di case di cura svolge la professione di avvocato in uno dei piu' importanti studi associati di Cosenza, che ha ereditato dal padre. È stato uno dei difensori di Giacomo Mancini quando il vecchio leader socialista fu processato dal Tribunale di Palmi per concorso esterno in associazione mafiosa. È da sempre vicino al Partito radicale, ma ha fatto parte anche dell'amministrazione comunale fin dai tempi in cui era sindaco Giacomo Mancini. È consigliere comunale uscente ma non si e' ricandidato alle elezioni dello scorso fine settimana. Tra le sue passioni c'e' anche il rugby: ex mediano di apertura del Rugby Cosenza, Paolini e' attualmente presidente della stessa societa' che quest'anno ha militato nel campionato di serie B.

Confermato lo sciopero delle farmacie del 5 giugno

31/05 La Federfarma Calabria ha confermato la chiusura per mezza giornata, lunedì prossimo, 5 giugno, delle farmacie aderenti all' associazione. "Duole constatare - è detto in un comunicato a firma del segretario di Federfarma Calabria, Alfonso Misasi - come il grave problema sociale dell' inevitabile interruzione del Servizio farmaceutico in Calabria, denunciato sin dallo scorso 16 maggio, a causa dei ritardi nei pagamenti ai titolari di farmacia, non sia stato affatto affrontato né dai diretti responsabili delle Aziende sanitarie, né dall' Assessorato regionale alla Sanità. Quest' ultimo non ha sentito nemmeno il bisogno di aprire un tavolo di confronto sulla proposta della categoria al fine di sventare la prossima, devastante necessità di erogazione dell' assistenza farmaceutica in forma indiretta, con l' anticipazione da parte dei cittadini delle somme necessarie per l' acquisto dei farmaci per poi richiedere improbabili, quanto defatiganti rimborsi". "A questo punto - conclude la nota - non resta che sperare che cittadini, sindacati e forze politiche facciano sentire la loro voce per ristabilire le corrette priorità nell' erogazione della spesa sanitaria al fine di evitare questo ulteriore, insopportabile insulto ai calabresi, che si vedrebbero altrimenti privati di uno strumento indispensabile per beneficiare del loro diritto alla salute".

Il Ministro Turco precisa “Nessuna dilazione per le Regioni in disavanzo”

27/05 "Le Regioni si mettano al passo. Non ci saranno dilazioni nei tempi". Il ministro della Salute Livia Turco ha escluso l' ipotesi di proroghe per gli adempimenti previsti per le Regioni che al 31 maggio sono gravate da un forte deficit sanitario. "Sono in una regione - ha detto il ministro parlando con i cronisti a Bologna a margine della sua visita a Exposanità - che ha dimostrato che si può coniugare stabilità finanziaria e conti pubblici insieme all' innovazione. Il ministro della Salute deve chiedere le giuste risorse. Noi lo faremo e il presidente Errani si è già fatto sentire in modo adeguato. Tra le eredità pesanti del centrodestra - ha osservato ancora Turco - c'é il deficit sanitario dovuto anche a una pesante sottostima del Fondo sanitario nazionale (Fsn). Ma nello stesso tempo - ha sottolineato il ministro - ci sono regioni che non sono virtuose come l' Emilia-Romagna e la Toscana. Allora il problema è che tutte diventino virtuose come Emilia-Romagna e Toscana". "La battaglia per il rigore e per la lotta agli sprechi - ha concluso Turco su questo punto - è una battaglia che sento come ministro della Salute. Solo in questo modo potrò fare la battaglia per il giusto finanziamento della sanità pubblica"

Scoppia il bubbone della distribuzione dei farmaci. La Finanza scopre un danno erariale per 62 milioni di euro, segnalate 34 persone alla Corte dei Conti. Coinvolta la Regione. L’indagine prosegue.

25/05 La Guardia di Finanza ha condotto in Calabria un' indagine in materia di spesa farmaceutica a conclusione della quale e' stato accertato un danno erariale per 62 milioni di euro, con la segnalazione alla Procura regionale della Corte dei Conti di 34 persone ''responsabili - secondo quanto riferito dalla Fiamme Gialle - della mancata adozione di idonee iniziative per conseguire importanti forme di risparmio mediante la distribuzione diretta dei farmaci da parte delle strutture ospedaliere''. L' indagine, condotta dal Nucleo regionale di Polizia tributaria, riguarda, in particolare, la mancata attuazione delle misure previste dalla legge 405 del 2001 che ha fissato al 13% il tetto massimo della spesa farmaceutica convenzionata rispetto alla spesa sanitaria totale. La vicenda, che e' ora anche al vaglio della magistratura penale, riguarda i cosiddetti farmaci ''a duplice via'', che, per le loro caratteristiche si prestano ad essere distribuiti direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche consentendo, in tal modo, sia una maggiore continuita' assistenziale che un notevole risparmio economico. Questo perche', riferisce ancora la Guardia di Finanza, quando le aziende sanitarie acquistano i farmaci direttamente dalle industrie farmaceutiche, per distribuirli poi direttamente agli assistiti, godono di uno sconto minimo, previsto dalla legge, compreso tra il 40 e il 50% rispetto al prezzo al pubblico. Quando invece gli stessi farmaci vengono acquistati attraverso il canale delle farmacie convenzionate, le Asl devono affrontare un aggravio di costi che, nel caso specifico, corrisponde a quasi il prezzo intero del farmaco, beneficiando al massimo di uno sconto del 19%. Secondo la Guardia di Finanza la Regione Calabria, dopo avere varato la legge di contenimento dei costi dei farmaci e demandato alla Giunta l' adozione di una serie di provvedimenti, nulla ha fatto ne' in termini di rendiconto, ne' di controllo. Altre Regioni invece, tra cui l' Umbria, riferisce ancora la Guardia di Finanza, hanno puntato sulla distribuzione diretta dei farmaci ottenendo il rispetto dei parametri fissati dalla normativa e notevoli economie di spesa ed evitando inasprimenti fiscali nei confronti degli assistiti. La Guardia di Finanza non ha riferito ne' l' identita', ne' il ruolo delle persone che sono state segnalate alla Procura regionale della Corte dei Conti. Secondo quanto si e' appreso, comunque, si tratterebbe di persone la cui attivita' e' collegata alla gestione politica e amministrativa dell' Assessorato regionale alla Sanita'. L' indagine, inoltre, non riguarda soltanto l' attuale gestione dell' assessorato ma anche quella relativa alla precedente legislatura anche perche' i fatti oggetto degli accertamenti risalgono al periodo compreso tra il 2002, anno di approvazione della legge regionale di contenimento della spesa farmaceutica, ad oggi. Il danno erariale che viene contestato si concretizza, sempre secondo la Guardia di Finanza, nel mancato risparmio derivante dal fatto che i farmaci ''a duplice via'' non sono stati distribuiti direttamente attraverso le strutture pubbliche.

Summit sulla sanità al Ministero della Salute. Lo Moro “Per la prima volta si parla di sud”

24/05 "Condivido pienamente l' impostazione di Livia Turco, in particolare per quanto riguarda i problemi del Mezzogiorno, alla cui soluzione si attribuisce centralità strategica, intesa non solo come enunciazione". Lo ha sostenuto l' assessore alla Salute della Regione Calabria, Doris Lo Moro, al termine dell' incontro con la nuova titolare del dicastero alla sanità a cui hanno preso parte anche il ministro per gli Affari Regionali, Linda Lanzillotta, ed il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, oltre che gli assessori al ramo. "Sono molto soddisfatta - ha spiegato Doris Lo Moro al termine del vertice - Per la prima volta un ministro, nella sua relazione conclusiva, ha fatto riferimento per ben tre volte alle regioni meridionali. E' un elemento importante perché, finita la campagna elettorale, il ministro Turco si è dedicata all' attuazione pratica delle linee programmatiche dell' Unione". L' assessore si è soffermata in particolare sugli impegni assunti dal ministro in direzione del miglioramento del patrimonio edilizio sanitario e dell' innovazione tecnologica: "Livia Turco - ha detto - è consapevole del divario esistente fra Nord e Sud ed intende adoperarsi per eliminarlo garantendo al Mezzogiorno risorse aggiuntive accanto ad un' efficace azione amministrativa ordinaria". Doris Lo Moro ha apprezzato anche l' attenzione del ministro verso alcune richieste specifiche: "Come assessore calabrese - ha detto - ho posto l' esigenza di lanciare segnali concreti all' opinione pubblica rispetto al riconoscimento di qualche diritto in più, per cui ho proposto al ministro Turco misure rivolte al Sud in particolare, come il riconoscimento delle cure odontoiatriche ai giovani in età adolescenziale. Il ministro ha dimostrato di aver recepito questa esigenza, facendo un esplicito riferimento nel trarre le conclusioni". Lo Moro, unica donna presente in rappresentanza delle Regioni insieme con la collega della Sardegna, ha trovato un ulteriore elemento di positività nell' avere avuto un' interlocuzione con due ministre: "Lanzillotta e Turco - ha spiegato - sono i ministri con cui, come assessore alla Salute, dovrò lavorare maggiormente. Questo non potrà che giovare alla causa".
Russo inopportune le dichiarazioni della Bindi
''Assistiamo da alcuni giorni a inopportune e poco costruttive dichiarazioni del ministro Bindi, e allora ci chiediamo che fine hanno fatto gli appelli a rimboccarsi le maniche e lavorare? Abbiamo creato nei nostri elettori delle attese di cambiamento vero, non possiamo deluderle''. A sostenerlo e' stato Giovanni Russo, coordinatore dei giovani della Margherita calabrese, gia' candidato nella lista dell'Ulivo alla Camera dei Deputati, a proposito delle dichiarazioni del Ministro Rosy Bindi sul ministero dell'Istruzione. ''Mi sono speso con tutte le mie forze - ha aggiunto Russo - durante la campagna elettorale, per consentire al centrosinistra, una volta al governo, di affrontare i problemi veri dei giovani e di tutti degli italiani. In primo luogo la disoccupazione, il precariato, l'aumento della poverta' delle famiglie e invece assistiamo alle dichiarazioni del ministro Bindi''

Approvato il piano regionale sulla prevenzione degli infortuni

23/05 La Giunta regionale ha approvato il piano proposto dall' assessore alla Salute, Doris Lo Moro "Piano regionale di sorveglianza e prevenzine degli infortuni sul lavoro". " Attivare e potenziare la prevenzione e la sorveglianza del fenomeno degli infortuni sul lavoro in Calabria - è scritto in una nota dell' assessorato regionale Tutela della salute e Politiche sanitarie - è l' obiettivo del piano regionale approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale su proposta dell' assessore alla Salute, Doris Lo Moro. Il piano, a carattere triennale, si prefigge di realizzare un incremento delle attività di prevenzione e controllo nei luoghi di lavoro da parte delle aziende sanitarie, elaborando una precisa mappatura delle aziende e del numero dei lavoratori presenti. I dati del rapporto Inail 2004 evidenziano in Calabria un incremento degli infortuni denunciati, in controtendenza rispetto alla riduzione rilevata in ambito nazionale. I settori produttivi maggiormente interessati dal fenomeno infortunistico, secondo i dati dell' Istat, sono l' industria alimentare, l' industria del legno, l' industria della lavorazione dei minerali non metalliferi, l' industria dei metalli, le costruzioni. Il piano tende a modificare l' attuale cultura dei servizi di prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro, attivando la prevenzione partecipata, che dà ampio spazio al coinvolgimento ed alla conquista di adesioni al percorso preventivo". "Obiettivi specifici del piano - conclude la nota - sono: la riduzione degli infortuni sul lavoro, delle malattie professionali, delle patologie correlate al lavoro e dei loro effetti sfavorevoli; il miglioramento della qualità della vita nei luoghi di lavoro dal punto di vista psicologico, sociale, relazionale; la promozione della cultura della prevenzione fra tutti i soggetti sociali interessati. Fra le azioni previste dal piano rientra l'attivazione di un sistema informativo aziendale-regionale in grado di rispondere alle esigenze di programmazione delle politiche di pevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. Altra azione individuata è l' attuazione della conferenza annuale di programmazione e verifica con le organizzazioni sindacali, le associazioni degli imprenditori, le aziende sanitarie, gli istituti di settore, le parti sociali; la formazione e l' aggiornamento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e del personale delle aziende sanitarie. Le Aziende sanitarie dovranno a loro volta predisporre dei progetti aziendali".

Farmacie in stato di agitazione: Il 5 giugno chiuse mezza giornata

22/05 La Federfarma della Calabria ha proclamato lo stato di agitazione della categoria "in segno di protesta - è detto in un comunicato - contro molte aziende sanitarie della regione per lo stato di morosità nei pagamenti delle somme spettanti ai titolari di farmacia". Lo stato di agitazione si concretizzerà il 5 giugno prossimo con la chiusura delle farmacie per mezza giornata, dalle 8,30 alle 13. Nella nota di Federfarma Calabria si sottolineano "i gravi problemi in cui versa l' assistenza farmaceutica in Calabria, che rischia di collassare, con il conseguente passaggio all' assistenza farmaceutica in forma indiretta, a causa dei colpevoli inadempimenti delle stesse Aziende sanitarie. Anche l' ultimo accordo regionale, siglato il 5 aprile scorso con i responsabili degli assessorati regionali alla Sanità ed al Bilancio, alla presenza dell' assessore Doris Lo Moro, sta puntualmente naufragando, rendendo vano ogni sforzo per il raggiungimento di un bonario componimento di natura negoziale al grave problema che si è determinato. Federfarma - prosegue la nota - si augura che un fattivo e detrminante intervento delle autorità regionali e statali possa sventare le devastante necessità di erogazione dell' assistenza farmaceutica in forma indiretta, che diventerebbe indispensabile per evitare la paralisi del servizio farmaceutico, anche a pagamento, in tutte quelle aziende sanitarie che registrano ritardi dei rimborsi alle farmacie superiori ai sei mesi, livelli oltre i quali le banche non sono disposte a concedere ulteriore credito, con la conseguente impossibilità per le farmacie di rifornirsi dei medicinali necessari". "Come ulteriore dimostrazione di disponibilità - conclude la nota di Federfarma - abbiamo sottoposto agli assessorati competenti una nuova ipotesi di accordo che veda la Regione garantire le anticipazioni necessarie, fino ad ad un totale di dieci mesi, in modo da permettere in via continuativa l' assistenza farmaceutica in Calabria". Secondo Federfarma, le Aziende sanitarie morose nei confronti dei titolari di farmacia sono quelle di Palmi, che non liquida i rimborsi da dieci mesi, Locri (sei mesi), Paola, Rossano e Cosenza (cinque mesi), Castrovillari e Reggio Calabria (quattro mesi); Crotone (tre mesi) e Vibo Valentia (un mese).

Il carcinoma allo stomaco è uno dei più frequenti tumori maligni, spesso diagnosticato tardi

20/05 Il carcinoma dello stomaco rappresenta uno dei più frequenti tumori maligni nel mondo. In Italia è il sesto tumore più frequente fra gli uomini ed il quinto fra le donne, rappresentando, rispettivamente, la terza e la quinta causa di morte. In due terzi dei casi, inoltre, la malattia viene diagnosticata tardivamente. E' quanto emerso a Catanzaro in occasione dei lavori del primo corso regionale di aggiornamento in Oncologia del Gruppo oncologico italia meridionale sul tema "Il trattamento dei tumori dello stomaco e del pancreas". L' iniziativa, promossa dal direttore dell' Unità operativa di Oncologia medica dell'Azienda ospedaliera Pugliese - Ciaccio di Catanzaro, Stefano Molica, si è aperta con il saluto del direttore generale dell' Azienda sanitaria del capoluogo, Pasquale Clericò. "Il carcinoma dello stomaco - ha spiegato Annamaria Lavecchia dell' unità di Anatomia patologica dell' Azienda Pugliese Ciaccio - risponde poco alle attuali chemio e radioterapia. E' essenziale allora una diagnosi il più precoce possibile della malattia, quando questa viene definita iniziale. In questa fase infatti la possibilità di avere metastasi linfonodali e a distanza è estremamente bassa. Potere intervenire chirurgicamente in una fase precoce consente di effettuare un intervento radicale, che, vista la scarsa risposta a terapie adiuvanti, rappresenta ancora l' unica possibilità di ottenere la guarigione della malattia. La conoscenza delle alterazioni molecolari alla base della malattia - ha concluso la dott.ssa Lavecchia - apre la strada ad altre possibilità terapeutiche, al momento ancora in fase di sperimentazione". Parlando del trattamento del tumore gastrico, nelle forme avanzate, Molica ha sottolineato "il ruolo dei trattamenti comprendenti il platino nel miglioramento delle sopravvivenze globali dei pazienti con tumore gastrico avanzato". Domenico Pingitore, della Radioterapia dell'Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio, ha spiegato che "solo negli ultimi anni, con l' introduzione della radioterapia conformazionale tridimensionale, la radiologia stà assumendo un ruolo strategico nel migliorare la prognosi dei tumori gastrici. Inoltre, poiché con questo tipo di radioterapia conformazionale si riduce la tossicità agli organi sani circostanti al tumore, la radioterapia può essere usata in associazione alla chemioterapia per aumentare l' efficacia dei trattamenti antineoplastici".

Non solo in Ospedale la cura dello scompenso cardiaco

19/05 Lo scompenso cardiaco è temibile non meno delle neoplasie, ciò nonostante sono decisamente inferiori le risorse riservate a questa diffusa patologia. Nello stesso tempo, una prassi terapeutica che privilegia il ricovero in Ospedale ne fa una delle malattie più costose del comparto sanitario.
Il dottor Gianfranco Misuraca, cardiologo dell’ Ospedale Civile di Cosenza e referente in Calabria dell’ Associazione Scompenso Cardiaco, ne ha parlato al Club Cosenza nord del Rotary, introdotto dal Presidente Nicola De Napoli.
La relazione del dottor Misuraca non a caso già nel titolo faceva riferimento allo scompenso come ad una “sfida per i medici e le istituzioni”.
La sfida consiste nell’abbattere pregiudizi e lavorare per ottenere una migliore gestione della cura attraverso alcuni passi fondamentali: una più chiara informazione per pazienti e medici; quindi, l’incentivazione dell’assistenza a domicilio o in ambulatorio; infine, la riduzione dei ricoveri in Ospedale, senza per questo provocare danni, ma anzi ottenendo più vantaggi per tutti.
“Lo scompenso cardiaco viene oggi curato meglio e la sopravvivenza è decisamente aumentata –ha spiegato il dottor Misuraca- ma aumenteranno sensibilmente in Europa nei prossimi decenni anche gli ammalati, per effetto dell’invecchiamento della popolazione: si prevede che, dai 5,3 milioni del 2000, nel 2030 si passerà a 10,6 milioni di persone affette dalla patologia.
Nei Paesi sviluppati lo scompenso cardiaco grava oggi per il 2% sulla spesa sanitaria globale. Di questa percentuale piuttosto rilevante, ben i due terzi sono costi da ospedalizzazione. E una regione come la Calabria fa registrare un numero di ricoveri molto più alto rispetto alla Lombardia.”
Tutto ciò a fronte di una malattia che non trae maggiore beneficio da lunghi e ripetuti ricoveri ospedalieri, spesso anzi inutili.
“Il nostro sforzo –ha detto il dottor Misuraca- è oggi quello di diffondere linee terapeutiche chiare sia tra i medici di base che tra i pazienti, per rendere più efficace la gestione della cura in ambulatorio e a casa”.
L’obiettivo è, quindi, un’assistenza più diffusa, vicina al malato in ogni momento della sua vita, con cure appropriate, ma anche attraverso un’accurata informazione e la possibilità di accedere non tanto fisicamente quanto sfruttando le nuove tecnologie telematiche, come già avviene in altri Paesi europei, alle strutture e agli specialisti in grado di seguire e consigliare. A volte, può essere felicemente determinante una semplice telefonata. Sempre opportuno, naturalmente, uno stile di vita tale da prevenire o, comunque, rallentare nel tempo gli effetti dello scompenso.
L’ospedale, insomma, va riservato solo ai casi più gravi, nell’interesse dello stesso paziente.

La Cisl medici lamenta la stagnazione sui contratti della dirigenza

17/05 "E' con profondo rammarico che la Cisl medici regione Calabria denuncia una fase di stagnazione della contrattazione regionale e aziendale della dirigenza medica calabrese". A sostenerlo è stato Mario Marino, segretario generale Cisl Medici regione Calabria. "Dopo l' insediamento delle nuove direzioni generali nelle Aziende salutari calabresi, avvenuto non senza polemiche - ha proseguito Marino - si aspetta di giorno in giorno la pubblicazione delle linee guida sull' atto aziendale, che rappresenta un atto di natura privata che disciplina l' organizzazione della struttura aziendale e il funzionamento della stessa. Malgrado ci siano stati incontri sulla bozza proposta dall' Assessore alle organizzazioni sindacali della dirigenza medica è mancata una preventiva concertazione sul contenuto dello stesso documento che dovrebbe rappresentare lo strumento per la programmazione del futuro della sanità calabrese. Il mancato preventivo confronto con i sindacati della dirigenza medica ha sminuito l' importanza e l' efficacia dell' atto adottato, più volte rivisitato dalla stesso dipartimento della sanità. La preoccupazione di questa organizzazione è che l' impianto complessivo, licenziato di recente dalla Giunta Regionale, preveda una contrazione di Unità Operative ospedaliere e territoriali a discapito della efficacia ed efficienza dei servizi e delle professionalità mediche. E desta preoccupazione l' adozione di alcuni atti deliberativi regionali che stabiliscono un aumento delle risorse finanziarie agli erogatori privati, a prescindere dalla qualità delle prestazioni e mettono in serie difficoltà le stesse aziende sanitarie a trovare la relativa copertura finanziaria". "Se tale modo di gestire la programmazione della sanità in Calabria non subisce una netta inversione di tendenza e una decisa scelta di campo verso il potenziamento della sanità pubblica - ha sostenuto Marino - la Cisl Medici è pronta a mobilitare l' intera dirigenza medica calabrese per elevare la protesta nelle sedi opportune. Fa discutere inoltre il tempismo di tali linee guida in relazione a una rielaborazione del Psr entro l' anno 2006, secondo quanto dichiarato dall' Assessore regionale alla Salute. Un nuovo Psr necessita del pieno coinvolgimento degli attori sociali ed istituzionali e la sua commisurazione con i bisogni crescenti di salute della popolazione calabrese". "La Cisl Medici - ha concluso Marino - rivendica un ruolo di protagonista della dirigenza medica calabrese in grado di proporre soluzioni rispetto alle tre questioni della sanità calabrese: spesa farmaceutica, migrazione sanitaria e accreditamento. Diventa prioritaria e non più differibile una riqualificazione organica della sanità calabrese, una rivisitazione della spesa con investimenti mirati all' innovazione tecnologica ed obiettivi strategici che coinvolgono l' intero tessuto regionale, nonché alla formazione professionale al superamento delle liste d' attesa ed al miglioramento della qualità delle prestazioni"

Ai calabresi il primato negativo di Diabete, artrosi e ulcera

15/05 I calabresi hanno anche il primato in negativo di diabete, artrosi-artrite e ulcera. E non basta. La bilancia rivela tanti chili in più. Ed irrompono, inoltre, due grandi sorprese: la sindrome di Vico o del malato ping pong e la sindrome di Giobbe. E' quanto emerge dal Rapporto "L' Italia dice 33", presentato a Roma alla vigilia del Congresso della Federazione associazioni dirigenti ospedalieri internisti. "Sono tanti i malati - spiega il presidente della Fadoi, Giovanni Mathieu - che, una volta dimessi dall' ospedale sono costretti a breve termine ad un nuovo ricovero perché sul territorio non c'é continuità assistenziale. Sono i malati ping pong, quelli complessi e critici. Un ping pong che si gioca fra la corsia e la casa: ci si ammala, si va in ospedale, si viene curati e poi dimessi. Ma il territorio non dà sufficiente assistenza, per di più a casa c'é la solitudine e così si torna in ospedale. Per alcuni è una storia senza fine. Il malato è anche colpito dalla sindrome di Giobbe perché deve sempre aspettare: per una visita, un' analisi, un letto, un' operazione. Pazienti sì, ma non si sta esagerando?". Ecco come - è scritto in una nota - la Calabria dice 33 attraverso i dati, gli ultimi disponibili di Istat, del Ministero della Salute e Osservasalute. Alla domanda 'come va in generale la salute?' il 74,1 per cento dei calabresi intervistati dall' Istat nel 2003 ha risposto di godere di un buono stato di salute, meno della media nazionale (75,4). Un anno prima a dichiarare di sentirsi in buona salute in Calabria era stato il 72,1 per cento. In Calabria il 37,4 per cento degli intervistati dall' Istat nel 2003 ha denunciato di soffrire di almeno una malattia cronica e 22,9 su cento hanno dichiarato almeno due malattie croniche. Dei malati cronici in Calabria 44,9 su cento hanno dichiarato di sentirsi in buona salute. La Calabria, per quanto riguarda i multicronici, è al secondo posto in Italia dopo la Liguria (23,1). In Calabria le malattie croniche indicate agli intervistatori dell' Istat hanno percentuali tutte più alte della media nazionale. Fa eccezione l' osteoporosi che in Calabria interessa 6,8 persone su cento, un dato in linea con quello nazionale. Inoltre, fra tutte le regioni, la Calabria presenta l' incidenza più alta di persone con diabete, artrosi-artrite, disturbi nervosi e ulcera gastrica o duodenale. Il primato dei disturbi nervosi - prosegue la nota - è condiviso con l' Umbria. Le malattie croniche più frequentemente indicate in Calabria sono l' artrosi e l' artrite (23,1 per cento) e l' ipertensione (16,2), in entrambi i casi i valori sono al di sopra della media nazionale. Seguono le malattie allergiche con il 8,7 per cento; la bronchite cronica, inclusa l'asma bronchiale, con il 7,5 per cento; i disturbi nervosi con il 6,0 per cento; il diabete con il 5,7 per cento; l' ulcera gastrica o duodenale con il 4,4 per cento; le malattie del cuore con il 4,2 per cento. In Calabria sono in crescita il diabete; l' ipertensione; le malattie del cuore e i disturbi nervosi; le malattie allergiche. Mentre sono in calo la bronchite cronica, inclusa l' asma bronchiale; l' artrosi-artrite; l' ulcera gastrica o duodenale. Nel 2003 il consumo di farmaci ha interessato il 34,2 per cento dei calabresi, meno della media nazionale. Diminuisce in Calabria il ricorso all' ospedale: nel 2003 i ricoveri ogni mille persone nei tre mesi precedenti l'intervista dell'Istat sono stati 39,8, mentre nel 2002 avevano interessato il 41,1 per mille della popolazione. In Calabria - prosegue la nota - il dato del ricorso all'ospedale nel 2003 è al di sopra della media nazionale. Nel 2003 la percentuale di calabresi di 18 anni e più in condizione di normo-peso è maggioritaria con il 50,5 per cento, in calo rispetto a un anno prima. Tra le regioni con il più alto eccesso ponderale (sovrappeso e obesità) la Calabria si colloca al quarto posto con il 47,0 per cento della popolazione: il 37,3 per cento è in sovrappeso e il 9,7 per cento è obeso. In Calabria fumano 29,5 maschi e 13,0 femmine. Secondo un'analisi di Osservasalute per il 2004 in Calabria sono 75mila i non coniugati di 65 anni e più che vivevano da soli, mentre sono 51mila quelli di 75 anni e più.

Diciottomila calabresi soffrono di celiachia, solo 3000 lo sanno

14/05 Un calabrese su cinque consuma almeno un pasto quotidiano fuori casa. Ma per chi soffre di celiachia, l' intolleranza al glutine contenuto in molti cereali, mangiare al ristorante o al bar puo' diventare un vero rischio per la salute. Oggi pero' l' 87% dei ristoratori della Calabria dichiara di conoscere la celiachia e sono sempre piu' numerosi gli esercizi dove e' possibile trovare interi menu o cibi privi di glutine, come segnala l' Associazione Italiana Celiachia (Aic) in occasione della Giornata internazionale della celiachia, prevista sabato e domenica prossimi. In Calabria, secondo l' Aic, sono almeno 18 mila le persone affette da celiachia, ma solo 3.000 lo sanno. Sabato e domenica prossimi, i volontari dell' Aic saranno presenti nelle piazze per informare e sensibilizzare i celiaci, i medici e l' opinione pubblica. ''Nelle piazze - ha sostenuto il presidente dell' Aic Calabria, Claudio Picarelli - distribuiremo, a chi versera' un contributo volontario, materiale informativo e prodotti alimentari privi di glutine, il cui ricavato sara' devoluto per finanziare progetti di ricerca e attivita' rivolte a facilitare la vita quotidiana del celiaco, come l' informazione e sensibilizzazione dei ristoratori. Per tutti coloro, oggi diagnosticati, e per tutti quelli che lo saranno, e' infatti di fondamentale importanza avere la possibilita' di consumare pasti privi di glutine anche fuori casa. Oltre il 30% del consumo alimentare avviene al bar o al ristorante per ragioni di lavoro, tempo libero e studio: per il celiaco questa necessita' puo' trasformarsi pero' in un rischio per la salute''. Infatti, e' scritto in una nota dell' Aic, e' solo evitando i cereali ''proibiti'' (frumento, segale, orzo, farro, spelta, kamut) e gli alimenti preparati con essi (dagli insaccati ai formaggi, dalle salse ai dolci) che il paziente celiaco puo' evitare la comparsa di alterazioni della mucosa intestinale e il deficit di assorbimento dei nutrienti associati all' ingestione di glutine. Inoltre, per consentire ai celiaci di andare al ristorante in tutta sicurezza, l' Aic ha da tempo realizzato in Calabria il ''Progetto Ristorazione'', che conta ad oggi circa 40 esercizi informati sulla celiachia e sulle modalita' di preparazione delle pietanze per evitare rischi di contaminazione, in grado di offrire menu idonei al consumo da parte dei celiaci. L' associazione ha anche promosso il progetto ''Gelaterie Informate'' allo scopo di creare una catena di gelaterie che conoscano le problematiche della malattia. ''Non solo la nostra cultura gastronomica fa del gelato artigianale una delle piu' importanti specialita' - afferma Picarelli - ma nell' immaginario dell' infanzia il gelato occupa un posto particolare e si candida ai primi posti nella lista delle rinunce dolorose dei piccoli celiaci, con tutte le conseguenze nell' accettazione corretta della malattia e nella conseguente fedelta' alla dieta''. Le gelaterie che partecipano al progetto in Calabria sono 16. Una lista completa dei ristoranti e delle gelaterie aderenti ai progetti Aic e' consultabile sul sito www.celiachia.it. Nonostante le iniziative, sostiene l' Associazione, la celiachia resta ancora una malattia poco diagnosticata: secondo le stime dell' Aic, benche' ogni anno il numero dei celiaci accertati cresca del 10%, le diagnosi in Calabria continuano ad avere un' incidenza bassa, soltanto 1 caso su 10. ''La celiachia - ha sostenuto Picarelli - e' come unn iceberg: appena 3.000 diagnosi certe a fronte di oltre 18.000 i calabresi che non sanno di essere malati. Inoltre l' incidenza della patologia si conferma sempre piu' elevata. Moltissimi sono quindi i celiaci che continuano ad assumere glutine esponendosi a gravissimi rischi e complicanze. Due le principali cause della mancata diagnosi: la scarsa conoscenza della malattia e la difficolta' di riconoscere i soggetti a rischio dovuta alla complessita' e alla possibile assenza di sintomi''. I sintomi associati, infatti, spiega l' Aic, possono essere vari oppure mancare totalmente. Si distinguono cosi' forme classiche, tipiche nei bambini e caratterizzate da perdita di peso, vomito, diarrea e arresto dell' accrescimento, e forme atipiche, piu' frequenti negli adulti, con i sintomi piu' comuni, soprattutto nelle donne, che sono stanchezza cronica, anemia, osteoporosi. ''L' esordio della malattia - ha concluso Picarelli - puo' avvenire in ogni eta' della vita e non mancano casi anche oltre i 60 anni. In attesa che la pillola anti-celiachia ed eventualmente il vaccino aprano, in tempi non stimabili, nuove importanti prospettive per un trattamento alternativo della malattia, l' unico rimedio resta una dieta rigorosa senza glutine''.

L’AS di Cosenza promuove iniziative sulla donazione degli organi

11/04 Prosegue il programma di iniziative dedicate alla donazione degli organi ed ai trapianti, organizzato dall' Azienda sanitaria 4 di Cosenza in collaborazione con l' Azienda ospedaliera, la Banca degli occhi e le Associazioni Asit, Aned ed Aido. Particolare rilevanza ed interesse avranno quelle programmate per domani con l' istituzione di due punti informativi. Il primo sarà allestito a Rende, in piazza Martin Luter King alle ore 17; il secondo a Cosenza, alla piazza 11 Settembre, ove sosterranno le auto storiche della Scuderia Brutia e si potrà assistere all' esibizione della Banda musicale Città di Luzzi. In occasione delle manifestazioni l'Azienda Sanitaria consegnerà una targa alle Associazioni di volontariato quale riconoscimento del loro impegno, sempre in prima linea, e spesso indispensabile.

In Calabria cinquantamila persone sono affette da psoriasi

11/05 Sono oltre cinquantamila le persone colpite in Calabria da psoriasi, pari a circa il 3% dei malati italiani. Il 13 e 14 maggio a Reggio Calabria giungerà il camper del progetto 'In viaggio per conoscere la psoriasi', la nuova campagna informativa itinerante sulla psoriasi, organizzata dalla Fondazione Cesare Serono, in collaborazione con l'Associazione per la Difesa degli Psoriasici, l'Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani e la Società Italiana di Dermatologia medica e chirurgica e Malattie Sessualmente Trasmesse. La psoriasi è una malattia della pelle che colpisce senza distinzione uomini e donne, con un'insorgenza maggiore in età giovanile. Si caratterizza per la comparsa di chiazze rossastre, ricoperte da squame, che spesso possono persistere a lungo, determinando forti ripercussioni sulla qualità di vita del paziente e sulle sue relazioni sociali. "Uno degli obiettivi della campagna - ha detto il Dottor Paolo Grillo, Vice Presidente della Fondazione Cesare Serono - è quello di far aumentare la conoscenza della psoriasi, patologia molto diffusa e purtroppo ancora poco conosciuta che colpisce il 3% della popolazione mondiale e che solo in Italia interessa oltre 2 milioni di persone. E' importante stimolare l'interesse dell'opinione pubblica e promuovere la diffusione di informazioni corrette affinché si rompa quella catena di pregiudizi che spesso rende la vita dei pazienti più difficile di quanto non faccia la malattia stessa". Nel corso del tour, oltre 50 medici dermatologi, 20 volontari Adipso e 10 esperti della Fondazione Cesare Serono, offriranno consulenze gratuite, materiale informativo e sensibilizzeranno l'opinione pubblica affinché non si ripetano episodi di emarginazione. "In Calabria - ha detto Maria Carmela Arcidiaco, Responsabile della Unità Operativa di Dermatologia dell'Azienda Ospedaliera Bianchi - Melacrino - Morelli di Reggio Calabria - la psoriasi colpisce più di 50 mila persone, circa il 3% di tutti gli psoriasici in Italia e da noi, nell'anno 2005, si è registrata l'affluenza di circa 450 pazienti affetti da Psoriasi di vario grado. Per loro oggi in alcune città della nostra regione sono attivi centri di cura specializzati di altissima qualità che partecipano al progetto Psocare, presso i quali i malati possono ricevere le cure più idonee, incluse le più innovative terapie biologiche".

Incontro sulla sanità in Provincia

11/05 Incontro, questa mattina presso la Provincia, tra il Presidente, onorevole Mario Oliverio, l’Assessore ai Rapporti con gli Ordini Professionali, avvocato Oreste Morcavallo ed il Presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza , dottor Eugenio Corcioni. Una preliminare disamina sul complessivo quadro della sanità provinciale, alcuni approfondimenti ed un confronto su questioni specifiche, al centro dei colloqui al termine dei quali si è deciso di avviare una fattiva collaborazione.
In questo ambito, il Presidente Oliverio, l’Assessore Morcavallo ed il dottor Corcioni hanno inteso stabilire in maniera congiunta la futura delineazione di una serie di iniziative che avranno a scopo un contributo per la definizione di un programma sanitario sul quale aprire un ulteriore confronto con la Regione Calabria.
Un utile approccio operativo- è stato considerato- valutando l’ampia dimensione territoriale espressa dalla Provincia di Cosenza, l’entità delle popolazione, la necessità di una dotazione adeguata di servizi qualificati per corrispondere al concreto fabbisogno di prestazioni sanitarie sì da ridurre in maniera consistente, a vantaggio dei cittadini, l’emigrazione in questo delicato ed essenziale settore.

Staminali: Donare il cordone è importante. Chiesta l’abrogazione della norma che lo vieta

10/05 La legge lo prevede, pur con limitazioni di varia natura. Ma i fatti spesso la smentiscono. Donare il sangue placentare, cosi' si chiama quello contenuto nel cordone ombelicale, preziosissimo per la ricchezza di staminali, in Italia non e' un'impresa facile. Non ovunque. Il sangue del cordone ombelicale e' ricco di cellule staminali: dette emopoietiche perche' possono dare vita a tutti i componenti del sangue, sono identiche a quelle del midollo osseo, e sono percio' un'alternativa importante al trapianto contro malattie del sangue come leucemia, anemia, talassemia. Netti i vantaggi rispetto al trapianto di midollo: questo richiede una compatibilita' del 100% tra donatore e recettore, per il sangue del cordone ombelicale basta il 70%. Che significa maggiore probabilita' per i malati di trovare un donatore. Il procedimento per la donazione del sangue placentare e' semplice: il sangue viene prelevato subito dopo l'asportazione del cordone ombelicale e conservato, anche per piu' di 10 anni, sotto azoto. Semplice, almeno a parole: la donna deve avvertire la struttura dove intende partorire dell'intenzione di effettuare la donazione, e soprattutto sperare che questa struttura sia attrezzata per la raccolta. La via piu' breve per scoprirlo e' consultare il sito web dell'Adisco, Associazione donatrici italiane di sangue cordone ombelicale (www.adisco.it), che offre informazioni utili e una mappa aggiornata dei centri in cui e' possibile effettuare la donazione. Partorire in Val d'Aosta, ad esempio, vuol dire dover gettare il proprio sangue placentare tra i rifiuti: perche' la regione non offre strutture ospedaliere attrezzate per la raccolta. Stesso discorso per Molise, Basilicata, Puglia. Diverso la situazione in Piemonte, con 13 ospedali attrezzati, in Lombardia, con 18, in Veneto, dove i centri sono 15, 11 in Emilia, 32 in Toscana, 10 nel Lazio, 19 in Campania, 12 in Calabria. In Sicilia solo un ospedale garantisce il servizio. Quattro quelli che lo fanno in Abruzzo, altrettanti in Friuli, 3 in Trentino. Una situazione non certo rosea, soprattutto se pensiamo che, come racconta una delle principali fonti d'informazioni sull'argomento, il sito www.staminali.aduc.it, la Banca di sangue del cordone ombelicale italiana- Cordon Blood Bank- e' stata fondata a Milano nel 1993, ed e' stata una delle prime al mondo insieme a quelle di New York e di Duesseldorf.
- Abrogare l'ordinanza sulle ''misure urgenti in materia di cellule staminali da cordone ombelicale'', pubblicata oggi sulla Gazzetta Ufficiale e ''aprire la strada anche alle banche private accreditate per la crioconservazione del sangue del cordone ombelicale'': e' quanto intende chiedere al nuovo governo la parlamentare della Rosa nel pugno, Donatella Poretti. ''Solo in questo modo la normativa italiana potra' adeguarsi a quella di numerosi Paesi europei'', rileva Poretti in una nota. ''Secondo l'attuale Governo - prosegue la parlamentare, responsabile del Notiziario dell'Aduc sulle cellule staminali - solo le strutture pubbliche possono garantire un piu' 'giusto' utilizzo delle cellule staminali del cordone ombelicale. Ma la spiegazione che la donazione anonima e gratuita nelle banche pubbliche sia molto piu' utile per la societa' e per le persone che hanno bisogno di ricorrere ad un trapianto, evidentemente - rileva - non e' bastata a frenare i tanti genitori che, nonostante i divieti, hanno deciso di ricorrere alle banche private presenti e legali negli altri Paesi''. La conseguenza del divieto, secondo Poretti, ''ha prodotto il semplice risultato che ci sono stati, tra i tanti casi anonimi anche alcuni famosi, che hanno ammesso di avere aggirato questo divieto''. A questo, prosegue la nota, si aggiunge il fatto che donare il sangue del cordone e' ''praticamente impossibile in molte regioni italiane''. Di conseguenza, secondo la parlamentare, ''questa ordinanza non fa altro che continuare a 'vietare' questa pratica ed incentivare il ricorso alle banche private estere''. Secondo Poretti l'apertura all'uso autologo decisa dall'ordinanza ''e' un limite alle innovazioni della ricerca scientifica che, in continua evoluzione, potrebbe scoprire altri usi di questo sangue per altre patologie, non indicate nelle motivazioni del deposito autologo; oppure il deposito autologo non sarebbe deciso perche' non ancora conosciuto l'uso per patologie non considerate guaribili in quel momento''

La FP CISL annuncia uno sciopero massiccio della sanità privata

10/05 "Non è consentito alle Associazioni di categoria di mortificare dopo 28 mesi i lavoratori della sanità privata che con professionalità ed impegno garantiscono qualità ed assistenza nelle strutture". E' quanto sostengono in una nota il segretario generale della Fp-Cisl, Mimmo Cubello, e del segretario regionale, Rosario Portulesi. "I lavoratori calabresi della sanità privata - hanno aggiunto - parteciperanno massicciamente allo sciopero nazionale dell'11 maggio 2006 proclamato da Cgil, Cisl e Uil a sostegno delle lotte per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro ormai scaduto da 28 mesi. Delegazioni di tutte le strutture private Calabresi saranno presenti alla manifestazione che si terrà a Roma con partenza da Piazza della Repubblica e con corteo che si concluderà in Piazza Madonna di Loreto. E' inaccettabile che, nonostante le azioni di lotta e le assicurazioni date, le associazioni datoriali aderenti ad Aiop, Aris e Fondazione Don Gnocchi continuano a dilazionare i tempi della trattativa a discapito dei redditi dei lavoratori che, con professionalità ed impegno, garantiscano la qualità che le stesse strutture si vantano di avere". "Non è possibile, inoltre - hanno proseguito i sindacalisti - che a fronte di richieste sempre più pressanti di parità tra pubblico e privato messo in atto dalle Associazioni si speculi sui salari dei lavoratori. I contrasti e le rivendicazioni tra la pretesa di garanzia del finanziamento pubblico da parte delle Regioni non può essere scaricato sui lavoratori che sono la sola e vera 'capacita' imprenditorialé delle strutture private. Per la soluzione di tale vertenza saremo impegnati e di fronte ad ulteriori ed intollerabili ritardi attiveremo, in ogni struttura del nostro territorio, ulteriori momenti di mobilitazione e di lotta".

Ass. Lo Moro: Sul piano di riparto della sanità nessun contrasto in Giunta

09/05 "Sono molto grata al presidente Agazio Loiero e a tutti i colleghi di Giunta per la discussione sul piano di riparto perché a me offre la certezza e la possibilità di fare un Piano sanitario". Lo ha detto Doris Lo Moro, assessore regionale alla Tutela della Salute, incontrando i giornalisti a Catanzaro per un resoconto sul primo anno di attività. "Alle persone che lavorano con me - ha aggiunto l' assessore Lo Moro - avevo detto che, se non fossero passate le 16 delibere all' interno delle quali c' erano provvedimenti che complessivamente cambiano la sanità calabrese in maniera strutturale e consentono veramente di guardare con fiducia al futuro, avrei avuto delle difficoltà a pensare che si potesse completare la svolta avviata nel settore. Posso dire, quindi, che non c' è stato alcun contrasto in Giunta. Sul piano di riparto ho proposto criteri tecnici che sono stati accettati senza osservazioni, condivisi e particolarmente apprezzati dai colleghi dell' esecutivo che, per la prima volta, hanno avuto la possibilità di decidere sulla base di criteri e non di considerazioni empiriche di vecchio stampo". Quella del consigliere regionale dell' Udeur Antonio Borrello sul riparto dei fondi della Sanità "é una posizione di aggressione che considero eccessiva". Ha infine detto l' assessore regionale alla Tutela della saluta, Doris Lo Moro, nel corso della conferenza stampa tenuta stamattina a Catanzaro. "Le richieste di collaborazione - ha aggiunto Doris Lo Moro - le faccio mie, ma ritengo di dover respingere le polemiche gratuite"

In Calabria sono 300 gli affetti da talassemia

08/05 In Calabria sono 300 le persone affette da talassemia, mentre 200 mila sono i portatori sani, cioé coloro i quali hanno un' anomalia genetica pur non essendo malati. Il dato è emerso nel corso della presentazione di un nuovo metodo terapeutico per la cura della talassemia, che è stato presentato, oggi a Roma, in occasione della Giornata mondiale della lotta alla talassemia. I pazienti affetti da talassemia, è scritto in una nota, costretti a sottoporsi a continue trasfusioni e pesanti terapie, hanno avuto poche e concrete prospettive di guarigione. Il trapianto di midollo osseo potrebbe essere una soluzione, ma per la maggior parte dei pazienti non si riesce a trovare un donatore compatibile. Oggi però, prosegue la nota, sono stati raggiunti i primi risultati per una cura definitiva della talassemia attraverso la terapia genica in cellule staminali. La nuova terapia è frutto della collaborazione fra la divisione di Ematologia II dell' Ospedale 'Cervello' di Palermo, diretta dal professor Aurelio Maggio e l' equipe del professor Michael Sadelain del dipartimento di Genetica umana del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, responsabile e coordinatore del progetto "Terapia Genica". I risultati degli esperimenti sono stati pubblicati recentemente sulla rivista Nature Biotechnology e sono stati condotti con il supporto della Fondazione italiana per la Talassemia "Leonardo Giambrone", la Fondazione "Piera Cutino" e la Società per lo studio delle Talassemie ed Emoglobinopatie (So.s.t.e.). Il metodo si basa sulla modificazione genetica delle cellule staminali adulte emopoietiche, ovvero di quelle cellule che si trovano nel midollo osseo e sono deputate alla produzione di emoglobina. A causa di un gene difettoso nei pazienti affetti da anemia mediterranea, le cellule staminali emopoietiche non riescono a produrre un'emoglobina normale, di conseguenza i globuli rossi sono piccoli, deboli e incapaci di trasportare sufficiente ossigeno ai tessuti. I ricercatori hanno perciò pensato di risolvere il problema 'alla radice' e sostituire il gene difettoso, eliminando le sequenze 'malate' e sostituendole con quelle 'terapeutiche', per procedere, poi, ad una specie di autotrapianto. Per farlo hanno messo a punto un vettore virale, chiamato G9, derivato dal lentivirus HIV-1. Il virus, una volta inattivato, agisce come una sorta di cavallo di Troia: è cioé in grado di 'entrare' nelle cellule, ma i geni che lo renderebbero pericoloso vengono rimpiazzati con due sequenze progettate per risolvere l' anemia mediterranea.

La Giunta regionale riorganizza le attività di coordinamento di trapianti e donazioni

05/05 La giunta della Calabria, nel corso di una delle ultime riunioni, ha approvato la delibera relativa alla riorganizzazione delle attivita' di coordinamento delle donazioni, dei prelievi e trapianti di organi, di tessuti e cellule in ambito regionale. Il provvedimento prevede, tra l'altro, ''di avviare un rilancio complessivo delle attivita' di donazione con l'obiettivo di raggiungere, nell'anno 2006, almeno 12 donazioni multiorgano per milioni di abitanti'' e punta alla riorganizzazione dell'attivita' di trapianto, in Calabria ''al fine di garantire una risposta efficiente ed efficace dell'intero sistema alla domanda dei cittadini calabresi in attesa di trapianto''. La delibera dispone la riorganizzazione del centro di Coordinamento Regionale per i Trapianti assegnando all'azienda ospedaliera di Reggio Calabria, sede principale di servizio del coordinatore, ''adeguate risorse'' per dotare il Centro di locali idonei allo svolgimento dell'attivita'. I programmi di trapianto attualmente attivi in Calabria riguardano il rene, il midollo osseo e la cornea. Il programma per il trapianto di rene prevede una lista d'attesa unica regionale, con poli chirurgici nelle aziende ospedaliere di Catanzaro, Cosenza e Reggio. Allo stato attuale sono attivi quelli di Reggio e Cosenza , per cui, e' scritto nella delibera, ''saranno predisposte tutte le azioni necessarie a soddisfare la domanda esistente''. Il trapianto di midollo osseo e' previsto nel centro unico regionale trapianti di cellule staminali e terapie cellulari dell'azienda ospedaliera di Reggio Calabria. Per quanto concerne gli innesti corneali, ne e' prevista la realizzazione nelle unita' operative di oculistica. I contenuti della delibera hanno ottenuto l'approvazione della commissione nazionale nominata dal Centro Nazionale per i Trapianti. ''La recentissima emanazione di una delibera regionale - si legge nelle valutazioni della commissione - che ristruttura profondamente l'impostazione organizzativa e gestionale dell'attivita' del Centro Regionale Trapianti, fa ritenere che ci siano tutti i presupposti per iniziare un percorso adeguato alle esigenze ed alle aspettative della regione''. Un riconoscimento che l'assessore Doris Lo Moro commenta con soddisfazione. ''Il nostro obiettivo principale - spiega - e' diffondere quella cultura della donazione che in questa regione risulta deficitaria. L'obiettivo di 12 donazioni per milione di abitanti punta ad avvicinare la Calabria, finora attestata su un dato statistico di 6,5 donazioni per milione di abitanti, agli standard nazionali. Questo comporta naturalmente l'esigenza di poter fare affidamento su aziende sanitarie ed ospedali attrezzati dal punto di vista delle strutture e delle competenze''. ''In questo contesto - aggiunge - registro come un fatto positivo la ripresa, avvenuta proprio in questi giorni, dell'attivita' nel centro trapianti di Cosenza, cosi' come non si puo' che esprimere gratitudine verso i familiari del donatore che hanno consentito un espianto multiorgano, realizzato sempre nella citta' bruzia, dal quale hanno tratto beneficio diversi pazienti in attesa di trapianto''.

Presto il CUP all’AS di Lamezia

05/05 Entrerà in funzione nel mese di luglio e andrà a regime entro dicembre, un nuovo sistema di prenotazione attualmente allo studio dell' Azienda sanitaria di Lamezia Terme. "Il nuovo Centro unico di prenotazione (Cup) per tutte le prestazioni offerte in relazione alle branche della medicina preventiva - è detto in un comunicato - consentirà all' Azienda, che oggi si trova nella difficoltà di rendere ai pazienti il percorso più agevole, non solo di prenotare ma di monitorare automaticamente le liste di attesa per conoscere, gestire e controllare un insieme di dati che permetteranno, tra le altre cose, di aumentare l' offerta sulla base delle richieste dei cittadini". "L' apparato di controllo oggi completamente carente - riporta la nota dell' azienda - sarà dunque presto sostituito implementando un nuovo Cup, che diventerà un sistema articolato in vari punti sul territorio: ospedali, distretti, poliambulatori. Uno strumento che semplificherà l' accesso alla sanità e che sarà operativo come un' agenzia di intermediazione tra l' utenza, che esprime la domanda, e l' insieme dei servizi offerti. Un salto di qualità che a breve l' Azienda realizzerà per rendere più rapida ed efficiente l' erogazione della prestazione richiesta".

L’ass. Tripodi chiede un confronto sulle coop sociali al lavoro presso l’AS di Palmi

04/05 "Il direttore generale dell' Azienda sanitaria di Palmi, Giuseppe Putortì deve valutare la necessità di procedere alla sospensione dell' appalto di servizi per ciò che attiene le convenzioni con le cooperative sociali che si occupano di disabili mentali e convocare un tavolo di confronto per dare ascolto alle giuste rivendicazioni portate avanti dalla Legacoop e dalle stesse cooperative sociali al fine di garantire la salvaguardia dei livelli di assistenza e nel contempo il mantenimento dei posti di lavoro degli operatori socio-sanitari". Lo ha detto Michelangelo Tripodi assessore regionale all' Urbanistica. "In questi anni, nonostante le gravi inadempienze dell' Asl di Palmi, - ha aggiunto Tripodi - che non effettua il pagamento delle rette ormai da svariati anni, le cooperative sociali hanno tenuto in vita, seppur tra mille difficoltà, servizi socio - sanitari di buon livello andando incontro alle esigenze dei malati psichiatrici e delle loro famiglie. Voglio ricordare, ad esempio, che solo la cooperativa Humanitas di Polistena vanta crediti per gli anni 2004, 2005 e 2006 di oltre 500 mila euro e nelle stesse condizioni si trova la cooperativa Futura di Maropati che vanta notevoli crediti da parte dell' Asl 10". E' davvero singolare che l' Asl 10 invece di procedere a saldare i propri debiti con le cooperative sociali per dare respiro agli ammalati ed agli operatori, abbia deciso di attivare una procedura che invece di risolvere i problemi rischia di accentuare i vecchi e di crearne perfino di nuovi". "L' Azienda sanitaria locale di Palmi non può - sostiene ancora Tripodi - non tenere conto di tutto questo nell' appalto di servizio, che per quanto mi riguarda va riformulato tenendo conto ed istituendo dei parametri che salvaguardino chi fin ad oggi ha gestito questi servizi. Si rende necessario assicurare una equa distribuzione delle risorse per fare in modo che le rette erogate alle cooperative che si occupano dei servizi sociali siano omogenee su tutto il territorio, superando antichi squilibri che non hanno più ragione d' essere".

In Calabria oltre ottomila casi di Parkinson

19/04 In Calabria oltre ottomila persone soffrono di Parkinson o di Parkinsonismi. La malattia colpisce, in pratica, quattro calabresi su mille. Il dato emerge dal "Dossier Parkinson 2006" elaborato dall' Associazione italiana parkinsoniani e dalla Limpe e presentato a Roma nel corso di una conferenza stampa. Il dato calabrese è in linea con quello nazionale: in Italia sono 220.000 i malati, di cui diecimila hanno meno di 40 anni. In Calabria, secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2003 si sono avuti 246 ricoveri in regime ordinario e 23 in day hospital (il dato italiano è di 11.197 ricoveri ordinari e 3.576 in day hospital). La fascia di età più interessata dai ricoveri in Calabria è stata quella intorno ai 65 anni, anche se non sono mancati ricoveri di persone dai 15 a 64 anni, compreso un ricovero ordinario nella fascia di età fino a 14 anni. In linea con il dato nazionale la Calabria vede il maggior numero di ricoveri tra gli uomini. "Oltre ottomila calabresi affetti da Parkinson - è scritto in un comunicato - ma è solo la punta di un iceberg. Si calcola anche in Calabria un sommerso più ampio: un esercito di malati, più uomini e molti giovani. Per questi malati è disponibile, ora anche in Calabria, un farmaco, il tolcapone-tasmar, che li rimette in moto quando la malattia li blocca e li salva dalla depressione. Si tratta di un farmaco indispensabile che il servizio sanitario distribuisce gratuitamente. Nel corso della presentazione a Roma del Dossier Parkinson 2006 che fotografa la malattia, regione per regione, è emerso che, anche in Calabria, la malattia insorge intorno ai 57 anni, ma si registrano sempre più malati colpiti sotto i quarant'anni". "E' un' età, lontana dai capelli bianchi - spiega il presidente dell' Associazione italiana parkinsoniani, professor Gianni Pezzoli - in cui il paziente vive uno dei momenti più produttivi per la famiglia e per la società. I sintomi del Parkinson rendono drammatico questo momento. Adesso in aiuto arriva il rivoluzionario tolcapone-tasmar. Il malato deve assumere un farmaco base, la levodopa, che agisce sui sintomi, dal tremore, alla rigidità, alla lentezza dei movimenti. E' questa la 'fase on', ma la levodopa perde di efficacia nel corso della giornata e il paziente ritrova i suoi sintomi e ricade nella fase off. Il tolcapone-tasmar evita questa fluttuazione e permette al malato di non avere ricadute durante la giornata; in pratica rende quasi costante la fase on"

Cherubino (Rnp) “Evitare disservizi nell’area della Locride”

14/04 ''La sanita' e' un bene di tutti e la tutela della salute un diritto primario per i cittadini: chi lavora in questo settore, ed in particolare chi opera nelle realta' piu' difficili del territorio calabrese, va percio' tutelato e garantito''. Lo afferma Cosimo Cherubino, capogruppo regionale di Unita' Socialista-Sdi-Rosa nel Pugno, in relazione ad un provvedimento che dispone il rientro presso la postazione originaria di Guardia medica di 34 medici che da diversi anni svolgono ruoli importanti nelle strutture sanitarie della Locride. Per Cherubino, che sollecita l' intervento dell' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, il provvedimento ''andra' a comportare non solo una grave carenza di medici nei nosocomi della Locride, ma anche un pesante disservizio nella gia' delicata situazione sia sanitaria che territoriale dell' ASL 9. Mi sembra inoltre assolutamente ingiustificato andare a colpire proprio chi da anni e' impegnato in prima linea e, con grande spirito di servizio, garantisce l' efficienza di importanti funzioni sanitarie specialistiche, rendendo un servizio utile ai cittadini in punti strategici del sistema sanitario territoriale''. ''L' obiettivo di una sanita' piu' rispettosa delle esigenze di questo martoriato territorio - sostiene ancora Cherubino - e' oggi un' esigenza non piu' procrastinabile ed una priorita' che chi rappresenta il popolo calabrese ed in particolare i cittadini della Locride, deve avere come punto principale della propria azione politica e questo si puo' raggiungere solo attraverso un miglioramento dei servizi ed eventualmente un potenziamento di quelle che sono le strutture presenti sul territorio attraverso un lavoro di concertazione tra i diversi soggetti in causa: medici, sindacati, operatori sanitari e politici''. Per il capogruppo di Unita' socialista- Sdi - Rosa nel Pugno ''c' e' la necessita' che l' assessore regionale alla Salute Doris Lo Moro si renda protagonista di una nuova stagione della politica sanitaria che metta al centro le esigenze dei cittadini mediante una forte azione mirante a sanare una situazione gravosa che si protrae da decenni, provocando una grave emigrazione sanitaria verso centri di eccellenza che purtroppo ad oggi si trovano solo fuori regione. La Locride ha bisogno immediato di interventi ed e' per questo che sarebbe augurabile un percorso comune tra le varie parti in causa alla presenza dell' Assessore, per stabilire una volta per tutte un cammino di rilancio della sanita' nella Riviera dei Gelsomini e in tutta la Calabria''.

Diminuiscono i casi di AIDS in Calabria. Iniziativa ANLAIDS "un bonsai per la ricerca"

12/04 Diminuiscono, nel 2005, i casi di Aids in Calabria: erano 16 quelli registrati nel 2004, sono 13 nel 2005. Non ci sono casi riguardanti bambini. Su scala provinciale, in particolare, si rileva un calo a Cosenza, Crotone e Vibo Valentia, mentre c' e' una crescita a Catanzaro e Reggio Calabria. Il quadro emerge dagli ultimi dati forniti dall' Anlaids in occasione della Campagna Bonsai che l' associazione promuovera' nelle piazze della regione da venerdi' 14 aprile fino alla domenica di Pasqua. ''E' una buona notizia per la Calabria - afferma Fernando Aiuti, presidente dell' Anlaids - Un trend positivo che va sostenuto aiutando la ricerca e aiutando la nostra associazione che diffonde la cultura della prevenzione anche in Calabria. Nella geografia dell' Aids in Italia la Calabria e' al quindicesimo posto con un' incidenza pari a 0,9 casi ogni centomila abitanti. Il calo dei casi di Aids rappresenta un' inversione di tendenza rispetto al 2004 e ci deve convincere ad andare avanti, l' Aids fa ancora paura''. Dal 1982 al 2005, in Calabria, si sono avuti 559 casi di Aids. Nella classifica per tasso di incidenza ogni centomila abitanti, la Calabria si colloca al quindicesimo posto in Italia con lo 0,9. La provincia in cui si registra il tasso di incidenza piu' alto e' Crotone (1,7); seguono Vibo Valentia (1,2), Reggio Calabria (1,1), Cosenza (0,8) e Catanzaro (0,5). In Calabria, nel 2005, non si sono registrati casi pediatrici, l'ultimo e' del 1999. Dall'inizio dell' epidemia al 2005 in Calabria i casi pediatrici di Aids sono stati 11. A Catanzaro da un solo caso registrato nel 2004 si passa ai due dello scorso anno con un tasso di incidenza che e' il piu' basso su scala regionale 0,5. In totale i casi, dall' inizio dell' epidemia, sono stati 169. Raddoppiano, in un anno, anche i casi registrati a Reggio: dai tre del 2004 si passa a sei con un totale di 126. In discesa i dati relativi a Cosenza: tre casi a fronte dei sette del 2004 e un totale di 119; Crotone: un caso contro tre del 2004 e totale di 117 e Vibo un caso contro due del 2004 e 38 casi in tutto. Anche a livello nazionale, come documenta l' ultimo rapporto del Centro operativo Aids dell' Istituto superiore di Sanita', il trend di incidenza della malattia e' al ribasso: i casi nell' ultimo anno sono stati 1.141 meno di quelli dell' anno precedente quando furono 1.573. Da venerdi' a domenica prossima, fanno sapere dall' associazione, saranno molte le piazze calabresi nelle quali l' Anlaids proporra' l' acquisto di un bonsai per sostenere la ricerca. L' associazione, inoltre, ha rivolto un appello per la destinazione del 5 per mille alla ricerca, per finanziare borse di studio, realizzare campagne di educazione, case alloggio e sostenere persone sieropositive e malati.

La CISL medici alla Lo Moro: “Liquidare gli arretrati ai dirigenti”

11/04 Il segretario regionale della Cisl medici, Mario Marino, ha scritto una lettera aperta all' assessore regionale alla Sanita', Doris Lo Moro, in cui esprime ''profondo disappunto per il mancato rispetto dell' accordo del 21 novembre scorso, accordo con il quale il dirigente generale dell' assessorato, Faillace, si era impegnato a corrispondere entro febbraio scorso gli arretrati contrattuali della dirigenza sanitaria. ''Per questo motivo la Cisl medici - rende noto Marino - proclama lo stato di agitazione generale dei propri iscritti riservandosi di adire le dovute azioni legali per il mancato pagamento degli arretrati contrattuali e per le nomine dei direttori sanitari e amministrativi sprovvisti dei requisiti di legge''. ''Dalle continue pressioni e lamentele che quotidianamente riceviamo - afferma Marino - abbiamo avuto modo di appurare che solo qualche Azienda sanitaria calabrese ha provveduto a liquidare le spettanze contrattuali. Se il peso di un' inefficiente gestione politico-burocratica della Sanita' deve ricadere soltanto sulla pelle dei medici, allora bisogna certamente evidenziare che il perpetrarsi di certi comportamenti non ha avuto alcuna discontinuita' rispetto al passato, malgrado qualche apertura protesa al dialogo con le forze sociali e sindacali che tuttavia ancora stenta a decollare. Nessun cambiamento rilevante nella gestione della sanita' puo' essere avviato e puo' trovare sostanziale attuazione senza la dovuta e necessaria concertazione con i sindacati medici. A tutt' oggi bisogna rilevare che la gestione, prima commissariale e poi dei direttori generali, di molte aziende sanitarie calabresi, ha prodotto soltanto incertezze e confusione. Nella maggior parte delle aziende sanitarie non sono stati ancora accertati i reali deficit di gestione del passato. Alcuni direttori generali, forse dietro input politici, hanno nominato direttori sanitari ed amministrativi privi dei requisiti di legge. Nessuna azienda finora ha avviato la contrattazione decentrata a quattro mesi dalla firma del contratto collettivo nazionale di lavoro''.

Istituito un centro di prelievi a Sibari

11/04 La giunta comunale di Cassano allo Ionio ha approvato il testo di un protocollo d' intesa che dovra' essere sottoscritto tra il comune di Cassano Ionio e l' Azienda sanitaria di Rossano per l' istituzione di un centro prelievi a Sibari. L' iniziativa e' frutto di una proposta avanzata dall' assessore comunale delegato alle politiche Sociali e Sanitarie, Cecilia Renne. L' intesa che sara' firmata dal sindaco di Cassano, Gianluca Gallo, e dal direttore del distretto sanitario di Trebisacce, Francesco Tarsia ''prevede - e' detto in una nota del Comune di Cassano - che gli enti in questione, oltre a dichiararsi fortemente interessati all' istituzione del centro prelievi, assicurino che il servizio erogato sara' finalizzato esclusivamente alla tutela e alla salvaguardia del diritto alla salute. I prelievi saranno effettuati a titolo gratuito, ogni venerdi', presso l' ambulatorio medico ubicato nella delegazione municipale di Sibari. L' azienda sanitaria di Rossano, con la sottoscrizione dell' atto, si impegna a fornire tutto il materiale occorrente per l' effettuazione dei prelievi''. ''L' istituzione del centro prelievi a Sibari - affermano in una dichiarazione congiunta Gallo e Renne - rappresenta un altro obiettivo importante centrato dall' amministrazione comunale a beneficio della comunita' cassanese. Con il funzionamento del centro prelievi verranno alleviati i disagi, soprattutto ai tanti concittadini affetti da patologie croniche, ai disabili e a quanti altri necessitano di controlli frequenti''.

La Provincia di Cosenza acquista un mezzo attrezzato per lo screening del seno

08/04 La Provincia di Cosenza acquisterà un mezzo mobile attrezzato per lo screening del tumore alla mammella che metterà a disposizione delle aziende sanitarie del territorio per una intensa campagna di prevenzione. Allo scopo é stato già stanziato uno speciale capitolo del Bilancio 2006, approvato dal Consiglio, che prevede la somma di 180.000 euro. Lo rende noto la stessa Provincia. Le modalità di utilizzo dello speciale camper diagnostico saranno stabilite in appositi protocolli d' intesa che verranno a breve stretti tra l' Amministrazione e le singole As per definire al meglio un servizio rispondente al territorio. "L' iniziativa - prosegue la nota - dall' altissima valenza per la salute delle donne, in una regione che registra una minore incidenza dei tumori femminili, ma un maggiore mortalità rispetto al resto d' Italia, nefasta proporzione frutto di una prevenzione sottovalutata, è stata discussa nel corso di un incontro che ha riunito i nuovi manager delle aziende ospedaliere e sanitarie della provincia, su iniziativa del presidente della Provincia, Mario Oliverio". A discutere dell' azione in difesa della salute, oltre a Oliverio, erano presenti il vice presidente dell' Ente Perugini, il coordinatore dello staff di presidenza, Franco Iacucci, il consigliere Giovanbattista Genova, il direttore generale dell' Azienda ospedaliera di Cosenza, Cesare Pelaia, i direttori generali delle AS di Paola, Ivan Cavallo, di Castrovillari, Ernesto Gigliotti, di Cosenza, Battista Aquino, di Rossano, Giuseppe Carbone, i direttori sanitari delle Aziende ospedaliere di Cosenza, Giovanni Nicotera, di Castrovillari, Serafino Conforti, di Rossano, Giovanni Aloisio, dell' Azienda sanitaria di Cosenza, Antonio Scalzo, i direttori amministrativi della As di Castrovillari, Giuseppe Altomare, dell' Azienda ospedaliera di Cosenza, Giancarlo Carci. Presenti ancora le dottoresse Anna Giorno e Nella Ruffolo, rispettivamente coordinatrice e responsabile del Centro di Riferimento Screening tumori femminili dell' As 4 che avrà un ruolo fondante nel progetto che si avvia. "Quella della tutela della salute pubblica, in questo caso delle donne - ha sostenuto Oliverio - non è certo una funzione istituzionale che risale alle competenze della Provincia di Cosenza. Per essa sentiamo tuttavia che siano richiesti attenzione ed assunzione di impegno, guardando il settore fondamentale della società che fa capo alla salute stessa. Considerata la dimensione della area territoriale, la sua orografia, la presenza di centri interni, una resistenza culturale verso un approccio corretto alla prevenzione, abbiamo pensato a fornire un doveroso contributo che oltre istituzionale é soprattutto sociale. Non da ultimo, poi, è da ricordare che nel quadro della programmazione regionale sanitaria, la Provincia è chiamata ad esprimersi, di concerto con le strutture sanitarie per effettuare scelte di rilievo per un uso oculato e centrato delle risorse e per una qualità ottimale di risposte. Non una facoltà, quest' ultima ma un obbligo, nel quadro di un attento sforzo da compiere". "La campagna di sensibilizzazione e prevenzione contro un tumore che miete ancora troppo vite che possono e debbono essere preservate - ha proseguito Oliverio - non sarà certo un binario parallelo, ma l' occasione di un fondamentale appoggio ad un processo che vede parimenti impegnati i responsabili sanitari per un servizio da rendere al territorio, alla provincia, alla Calabria". Più che favorevoli, è scritto nel comunicato, le reazioni dei manager e delle responsabili sanitarie verso "la lodevole iniziativa provinciale che, nel commento generale, è stata salutata come fondamentale nella tutela di una categoria di cittadini, le donne in questo caso, che possono essere a giusto titolo considerate a rischio senza una adeguata attività di coinvolgimento nella prevenzione della salute". Nei prossimi giorni, è stato deciso al termine dell' incontro, verranno definite le modalità per la sottoscrizione dei vari protocolli che permetteranno, insieme all' acquisto del camper attrezzato, la partenza dell' iniziativa nei singoli Comuni appartenenti alla varie aziende sanitarie, a vantaggio delle donne della provincia di Cosenza.

Aumenta la spesa per i ricoveri fuori regione

06/04 "Sono settantamila i calabresi che nel 2004 hanno scelto di ricoverarsi fuori Regione; mentre la spesa farmaceutica risulta fuori controllo, con uno sforamento del 13% per il 2005 del tetto del fondo sanitario regionale, di 3 punti circa". E' quanto emerge da uno studio sulla sanità calabrese realizzato dalla struttura del presidente della Commissione "Bilancio, programmazione economica ed attività produttive", Demetrio Naccari Carlizzi, ed illustrato in un servizio di Cristina Cortese, pubblicato su CalabriaInforma, l' Agenzia settimanale di notizie e commenti del Consiglio regionale. Dallo studio emerge inoltre che "dei 70 mila calabresi che nel 2004 hanno affrontato il viaggio cosiddetto della speranza, il 15 % lo ha intrapreso per avere 'media assistenza', (cardiologia, nefrologia, neurologia); il 45% per la 'specialita' di basé (dermatologia, oculistica, geriatria): risulta chiaramente che l' emigrazione sanitaria si riscontra purtroppo anche nei casi di patologie di minore gravità. Sempre nell' anno 2005 si rileva una ripartizione non coerente delle risorse tra le Aziende ospedaliere calabresi, con un rapporto in negativo tra percentuale assegnata e popolazione, per le province di Cosenza -4,49% e Reggio Calabria -2,37; mentre per Catanzaro, in positivo con un + 6,86%. Precisamente in termini monetari Cosenza riceve 22.472.495 euro in meno della quota complessiva che invece spetterebbe in proporzione agli abitanti; Reggio Calabria perde 11.862.111 euro".

Dopo il DDL Lo Moro la sanità privata sospende ogni rapporto con l’assessorato

28/03 Si e' riunito a Catanzaro, sotto la Presidenza di Enzo Paolini l'Assemblea dei titolari delle Case di cura associati all'AIOP con all'ordine del giorno le decisioni da assumere dopo l'iniziativa dell'Assessore Lo Moro di inviare al Consiglio regionale un disegno di legge che ha come obiettivo quello di ridurre, l'attivita' e la produttivita' delle Case di cura. ''L'Assessore regionale - e' detto in una nota - ha di fatto predisposto un disegno di legge per scaricare sulla sanita' privata le inefficienze e le passivita' della sanita' pubblica. E' una iniziativa avventata e politicamente irresponsabile che mette a rischio il servizio sanitario regionale essendo a tutti noto che l'ospedalita' privata offre oggi, per qualita' di prestazioni e rispetto dell'ammalato, una alternativa a chi, diversamente, si vedrebbe costretto a farsi curare fuori regione. L'iniziativa assunta dall'Assessore Lo Moro di penalizzare le case di cura nella speranza di restituire agli ospedali pubblici una affidabilita' fortemente compromessa dagli sprechi e dai costi impropri della politica, mette a rischio migliaia di posti di lavoro, inevitabile conseguenza dell'imposizione alle case di cura di una ridotta attivita'. I titolari delle case di cura prendono atto dell'indirizzo politico dell'assessorato regionale che viola deliberatamente il principio della libera scelta del cittadino e avvertono la responsabilita' di convocare le delegazioni sindacali per valutare realisticamente le conseguenze in termini di salvaguardia dei posti di lavoro di chi opera alle dipendenze delle case di cura. Di fronte all'iniziativa prevaricatrice dell'assessore Lo Moro l'assemblea dell'AIOP ha deliberato di sospendere ogni rapporto con l'assessorato alla Sanita' sino a quando non saranno rispettati gli impegni e ritirato o emendato il disegno di legge recante le recenti disposizioni discriminatorie in materia sanitaria''. L'Assemblea Regionale AIOP Calabria del 28.03.2006 ''preso atto della assoluta inadempienza di tutte le AA.SS.L.. e della Regione Calabria rispetto a tutte le regole e le scadenze dalle stesse fissate; considerate le iniziative legislative dell'Assessorato alla Sanita' finalizzate esplicitamente a ridurre sia i margini di libera scelta dei cittadini che l'attivita' del comparto sanitario rappresentato dalle Case di Cura private che e' il primo settore in Calabria per qualita' di prestazioni, fatturato e livelli occupazionali delibera di sospendere ogni rapporto con l'Assessorato alla Sanita' sino a quando non saranno rispettati gli impegni e ritirato o emendato il disegno di Legge recante le recenti disposizioni in materia sanitaria; di dare mandato al Presidente e all'Esecutivo di convocare immediatamente un confronto con le rappresentanze sindacali finalizzato alla valutazione delle inevitabili conseguenze di tali iniziative in termini di riduzione del personale e di sopravvivenza stessa delle aziende''.

Il Sindaco di Montalto dona due defibrillatori all’AS 4

27/03 Due defribillatori sono stati consegnati dal sindaco di Montalto, Ugo Gravina al direttore del distretto sanitario Media-Valle Crati dell' Azienda sanitaria 4 di Cosenza, Domenico Greco, nel corso di un convegno sulla sanita', che si e' svolto a Montalto. Lo rende noto l' Azienda sanitaria 4 di Cosenza. ''I due preziosi apparecchi salvavita - e' scritto in una nota - troveranno sistemazione nelle due postazioni di continuita' assistenziale di Taverna e di Montalto Uffugo centro. La direzione generale dell' Azienda sanitaria evidenzia la sensibilita' del primo cittadino di Montalto riguardo alle complesse problematiche in materia di sanita' del proprio territorio, auspicando una sempre piu' stretta collaborazione''.

Il 29 marzo l’ass. Lo Moro a Cosenza

27/03 Si terra' il prossimo 29 marzo alle ore 17,00 presso il Cinema Italia a Cosenza un incontro pubblico sui problemi della sanita' cosentina al quale partecipera' l'Assessore Regionale al ramo on. Doris Lo Moro. A commento dell'iniziativa il Responsabile Provinciale dell'Area Tematica Sanita' dei DS di Cosenza, Franco Boncompagni, rileva come ''i DS prendono atto con fiducia della volonta' espressa dalla dirigenza aziendale di tornare a un clima di normalita', di chiarezza, di trasparenza, clima assente da troppi anni nel nostro plesso ospedaliero''.

All’Holiday Inn si è parlato della gestione del galucoma

26/03 La Gestione del Glaucoma. È stato il tema centrale del convegno organizzato a Cosenza nei saloni dell’Holiday Inn. Al convegno hanno partecipato gran parte degli oculisti calabresi assieme ad altri colleghi provenienti da altre regioni. Il seminario scientifico è stato organizzato in collaborazione con Pfizer Italia e con il patrocinio dell’ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri di Cosenza e della S.O.C. Il direttore del corso Prof. Giovanni Scorcia, direttore Clinica Oculistica Università Magna Graecia di Catanzaro, ha manifestato la sua soddisfazione sulla riuscita del convegno –soprattutto per l’impegno dell’organizzatore e ideatore nonché responsabile scientifico, il dr. Sante Luigi Formoso – al quale ha rivolto l’invito che questa giornata possa diventare di cadenza annuale per la categoria medica specifica ma anche occasione conoscitiva per i calabresi che troppo spesso non sono a conoscenza dei grandi passi compiuti in materia dagli specialisti territoriali. Il tema ha trattato la gestione del paziente affetto da glaucoma, una malattia che investe il sociale anche perché presente nel 2% della popolazione italiana. Una patologia solitamente asintomatica per cui risulta per il paziente psicologicamente difficile ed inspiegabile utilizzare farmaci per combatterla portandolo in molti casi alla cecità. In questo senso il glaucoma diventa una malattia del tutto singolare e complessa. Altro punto di discussione, il dialogo diretto tra medico e paziente, fondamentale per offrire all’ammalato la possibilità di utilizzare una terapia mirata che possa nel tempo porre sotto controllo l’evoluzione della patologia. Questa azione educativa del medico non può prescindere anche dalla estrema diligenza di esecuzione dei controlli e dalla strategia terapeutica che comunque è sempre personalizzata in base a tutti i fattori di rischio. Nel corso del dibattito sono state poi presentate due relazioni di notevole spessore scientifico concernenti le Nuove Frontiere Farmacologiche della terapia del glaucoma e le Interazioni tra terapia glaucomatosa e sistemica. Infine l’ultima sessione è stata dedicata alla presentazione di filmati concernenti i trattamenti parachirurgici e chirurgici con una relazione sulle Nuove Linee Guide Europee sul glaucoma emanate recentemente dall’EGS ( Società Europea del Glaucoma).

Impegno dei vertici dell’AO di Cosenza a superare le criticità

25/03 ''La nuova squadra dirigenziale dell' azienda ospedaliera di Cosenza ha gia' prodotto un interessante documento sull' attuale stato di salute dell' azienda, che risulta disastroso sotto l' aspetto economico ma, con la determinazione di chi ha voglia di fare, ha anche illustrato prospettive e strategie per riemergere, nonostante tutto, con dignita' e sottolineando la centralita' del cittadino e del suo diritto alla salute''. Lo afferma, in una dichiarazione, Franco Boncompagni del Dipartimento Welfare e sanita' di Ds di Cosenza commentando i risultati dell' incontro tra la dirigenza dell' azienda ed il personale dei vari settori. ''Sono state individuate - sostiene Boncompagni - criticita' e priorita' rispetto alle quali la dirigenza dell' Azienda ha dato garanzie, quali il pronto soccorso, la trapiantologia renale, l' ematologia, il potenziamento della radioterapia, la cardiochirurgia e il problema delle liste di attesa. I Ds valutano positivamente l' impostazione che emerge da questi primi passi di gestione, ma si riservano di affrontare con l' assessore Lo Moro, a partire dall' incontro fissato per il 29 marzo prossimo, le questioni strutturali da superare per avviarsi concretamente verso una nuova sanita', prima fra tutte la questione, fondamentale e non piu' rinviabile, del pesante deficit pregresso delle aziende''

A Cosenza la Giornata oftalmologica calabrese

24/03 Prendera' il via sabato a Cosenza la ''Giornata Oftalmologica Cosentina'', dedicata alla diagnosi e al trattamento del glaucoma, una delle principali cause di cecita' in Italia. L' evento, realizzato in collaborazione con Pfizer Italia e con il patrocinio dell' Ordine dei Medici di Cosenza e della Societa' oftalmologica calabrese, vedra' la partecipazione di alcuni tra i maggiori esperti nazionali e regionali di questa patologia. All' iniziativa interverranno tra gli altri Eugenio Corcioni, presidente dell' Ordine dei medici di Cosenza; Sante Luigi Formoso, specialista ambulatoriale dell' azienda sanitaria di Cosenza e responsabile scientifico dell' evento, Giovanni Scorcia, direttore clinica oculistica dell' Universita' di Catanzaro. In Italia sono oltre un milione i soggetti colpiti da glaucoma, ma soltanto il 40% si cura adeguatamente, mentre oltre la meta' di questi non sa di essere malato. Addirittura il 15% circa di tutti i casi di cecita' che riguardano le persone anziane e' dovuto al glaucoma. Attualmente il 48% dei pazienti vive nel Nord Italia, il 24% al Centro e il 28% al Sud. ''Ha piu' di 40 anni - e' detto in un comunicato - ed e' nel pieno dell' attivita' lavorativa. E' questo l' identikit del paziente affetto da glaucoma, seconda causa piu' frequente di cecita' nei paesi industrializzati, che colpisce indistintamente uomini e donne. Tale patologia interessa 67 milioni di persone nel mondo e nove milioni di persone in Europa, di cui 4,5 milioni non trattate o non diagnosticate. Dati allarmanti destinati ad aumentare di sei volte nei prossimi 15 anni. Eppure basterebbe un controllo ogni due anni per frenare questa crescita esponenziale, invece solo un italiano su 1.000 si sottopone a controlli della vista e 8 su 10 ritengono sufficiente recarsi dall' ottico''. ''Il glaucoma - afferma Formoso - e' una patologia solitamente asintomatica e per questo per il paziente risulta difficile ed inspiegabile utilizzare farmaci per combattere una malattia che non avverte''.

I medici di famiglia lametini incrociano le braccia

23/03 I rappresentanti della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) e della Confederazione unitari medici italiani (Cumi) nel denunciare lo stato di totale abbandono cui versa il Distretto lametino, hanno deciso di sospendere ogni attività istituzionalizzata sino a quando non riceveranno adeguate risposte dalla direzione generale su alcuni punti. In particolare, i medici chiedono che ci sia una puntualità ed una regolarità nel pagamento degli stipendi, una regolarità nei pagamenti relativi alla parte variabile dello stipendio, ferma a giugno 2005 ed un’inottemperanza dei medici ospedalieri e specialisti ambulatoriali all’utilizzazione dei ricettari ministeriali. Una protesta dei sanitari aderenti alla Fimmg e Cumi che è sfociata con la decisione di disertare la seduta del coordinamento distrettuale dell’Azienda sanitaria n. 6. Tutti i componenti dell’Ufficio di coordinamento distrettuale della Asl n.6, in rappresentanza dei sindacati di categoria Fimmg e Cumi, non hanno infatti partecipato alla riunione distrettuale indetta dell’Azienda sanitaria.

Cura del Parkinson: Il Magna Grecia al quinto posto in Italia

23/03 ''Esprimo grande soddisfazione per l'importante risultato raggiunto dal settore neurologico della nostra Universita', grazie al lavoro del professor Quattrone e della sua equipe''. E' quanto sostiene in una nota il rettore dell'Universita' Magna Grecia, Salvatore Venuta, circa l'esito dell'inchiesta del Corriere della Sera che vede la neurologia di Catanzaro al quinto posto sui migliori centri italiani ed europei per la cura del Parkinson. ''Una dimostrazione concreta - ha aggiunto - dell'impegno primario dell'Ateneo e del nuovo Policlinico Universitario nella ricerca, dell'alta produttivita' scientifica della nostra Universita' e dell'eccellenza ormai riconosciuta tra le maggiori istituzioni nazionali. Questi risultati sono il giusto riconoscimento all'eccellenza e alla qualita' del nostro progetto, basato sul rapporto diretto e costante tra ricerca e clinica, che proprio nel Policlinico di Germaneto trova la propria concretezza, e dimostrano il grande valore dei nostri docenti, dei nostri medici, dei nostri ricercatori e di tutte le professionalita' che qui operano''. La Neurologia dell'Universita' Magna Grecia si interessa ormai da molti anni al Parkinson, sia per quanto riguarda gli studi che per la diagnosi e la terapia della malattia. E' all'avanguardia, infatti, nella diagnostica genetica e per immagini ed ha sviluppato nel tempo una grande esperienza nella terapia farmacologica. Numerose sono le attivita' scientifiche in corso che vedono impegnata l'equipe di Neurologia. Di recente, infatti, e' stato brevettato uno strumento elettronico, utile per misurare la velocita' dei movimenti, e quindi la severita' della malattia, e importante per valutare cosi' concretamente la risposta del paziente ai farmaci somministrati. In uno degli ultimi studi condotti, in corso di pubblicazione sulla rivista Radiology, il gruppo del professor Quattrone ha scoperto la possibilita' di utilizzare la risonanza magnetica per effettuare una diagnosi precoce e precisa del Parkinson, distinguendolo nettamente da tutte quelle altre malattie simili, denominati parkinsonismi, che non rispondono alla terapia farmacologica.

Sanità privata: la CISL manifesta a Bari

22/03 La Cisl-Funzione pubblica calabrese partecipera' dopodomani, a Bari, alla manifestazione interregionale di protesta contro il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro, parte economica 2004-2005, dei lavoratori della sanita' privata delle strutture accreditate aderenti a Aiop, Aris e Fondazione Don Gnocchi, scaduto da due anni. A sostenerlo e' Domenico Cubello, segretario regionale della Fp-Cisl. ''Le iniziative interregionali, con manifestazioni a Milano, Roma e Bari, quest' ultima riguarda il Mezzogiorno dove parteciperemo con delegazioni di operatori della sanita' privata regionale di tutte e cinque le province calabresi - afferma Cubello - sono un primo momento di lotta contro la mancata volonta' dei datori di lavoro al rinnovo del Ccnl. A tali iniziative seguiranno altri momenti di lotta e di sciopero per rimuovere gli ostacoli che, rispetto a regole, sono affrontati e risolti in Calabria e non possono essere strumentalizzati e giustificati da ritardi circa l' erogazione del pagamento delle prestazioni rese o la mancata, ancora, definizione del piano di programmazione delle attivita' per l' anno 2006, questioni che attengono al normale rischio d' impresa di cui devono farsi carico i datori di lavoro''. ''Di quale sanita' privata stiamo parlando - prosegue il segretario della Fp Cisl calabrese - se i datori di lavoro pretendono di rendersi competitivi nel sistema sanitario, senza pagare i loro lavoratori se non a fronte della totale copertura del sistema pubblico e comunque risparmiando rispetto alle condizioni contrattuali garantite dal sistema pubblico a operatori di pari professionalita'''.

DS: “Grave il bilancio in rosso. oltre cento milioni di euro, dell’Ospedale e As di Cosenza”.

19/03 Il Coordinamento cittadino dei DS di Cosenza esprime, in una nota, ''pieno apprezzamento e preoccupazione per la recente presa di posizione dai vertici della sanita' cosentina sullo stato dei conti dell' Azienda sanitaria e dell' Azienda ospedaliera cittadina. Apprezzamento per aver compiuto un atto di verita' e preoccupazione per il quadro drammatico che emerge''. ''Oltre 100 milioni di euro di debiti - si afferma ancora nella nota - quasi il bilancio di un piccolo Stato africano. Viene fuori cio' che da tempo si sospettava: una paurosa voragine debitoria che si accompagna, ulteriore beffa, ad un servizio inefficace ed inefficiente. Le attrezzature sono obsolete e inadeguate ed e' improcrastinabile un loro ammodernamento. La diagnostica e' praticamente a pezzi; l'edilizia e' ferma perche' gran parte delle opere cantierate non sono state completate; il dipartimento accettazione ed emergenza e' assolutamente al di sotto degli standard minimi di qualita'; sale operatorie piu' volte inaugurate in occasione di campagne elettorali sono incomplete e quindi inattive; servizi appaltati con cifre modestissime che raggiungono costi astronomici; il pronto soccorso e' a dir poco indecoroso. E' questo il quadro che emerge dalla relazione dei vertici della sanita' cosentina. Non sorprende, dunque, che i cittadini percepiscano il servizio sanitario cosentino sempre con maggiore sfiducia, ma oggi sono messi di fronte alla realta' che dei soldi pubblici, dei loro soldi, in questi anni di governo di centrodestra, si e' fatto spreco per alimentare logiche clientelari e per fare della sanita' non un servizio, ma uno strumento di potere politico. Questa realta' deve stare al centro della preoccupazioni delle forze politiche e sociali e dell'intera opinione pubblica: il servizio sanitario e' un bene che denota lo stesso grado di civilta' di una comunita', non uno strumento di ricatto politico e di clientela''. ''Il compito che attende dunque i nuovi amministratori della sanita' cosentina - conclude la nota dei Ds di Cosenza - e' gravoso e importante: da una parte e' necessario mettere ordine nei conti e dall' altra e' importante avviare una politica di rilancio del servizio in termini di efficacia e di efficienza, di estensione delle opportunita'. Da parte dei Ds non manchera' certamente il pieno sostegno a questa azione di risanamento e di rilancio''. (ANSA).

L’ass. Lo Moro riceve i sindacati dei medici

14/03 I sindacati medici rappresentativi dell'area della medicina generale sono stati ricevuti oggi dall'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro. Ne da' notizia un comunicato di Fimmg, Cisl Medici, Fp Cgil medici, Cumi Anfup. Nel corso della riunione, soltasi nella sede dell'assessorato, Lo Moro ''ha illustrato - si legge nel documento dei sindacati - un dispositivo legislativo riguardante disposizioni in materia sanitaria e di servizi alla persona, tendente a stabilizzare in modo definitivo una categoria di professionisti medici numerosa e in attesa da anni di una definitiva soluzione''. Con il dispositivo illustrato dall'assessore, e' scritto nella nota, ''sono autorizzate le assunzioni a seguito delle procedure di idoneita' per l'inquadramento nei ruoli della dirigenza medica ai sensi dell'articolo 8 comma 1 bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992 numero 502, nei limiti dei posti delle dotazioni organiche di ciascuna azienda e nel rispetto delle aree individuate dal decreto dirigenziale n 416 del 13.7.2000; per l'area dell'emergenza territoriale le aziende provvederanno alle relative variazioni delle dotazioni organiche''. I sindacati medici Fimng, Cisl Medici, Cumi e Fp Cgil ''accolgono con soddisfazione tale provvedimento e nel ringraziare ufficialmente l'assessore alla Salute per al sensibilita' dimostrata e la rapidita' della soluzione della vertenza, si augurano che in tempi celeri tale proposta venga convertita in legge dopo il necessario e obbligato iter legislativo''.

La Lo Moro interviene sulla sanità: “Prese di posizioni in palese malafede”

13/03 L' accordo sulla ripartizione dei fondi destinati al comparto; le denunce sull' esistenza del ''partito degli affari''; le polemiche sull' elisoccorso: l' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, interviene nel dibattito riguardanti il settore della sanita'. ''Assisto in questi giorni - afferma - a prese di posizione in alcuni casi palesemente in malafede, in altri giustificate probabilmente da una conoscenza dei fatti approssimativa''. ''Prendo atto - aggiunge in una dichiarazione - degli attacchi che provengono dal centrodestra, ed in particolare da alcuni suoi esponenti che hanno evidentemente dimenticato di aver ricoperto incarichi di grande rilievo in seno alle istituzioni regionali fino a pochi mesi fa e che oggi denunciano situazioni di sfascio come se la loro parte politica non avesse governato la Calabria quasi ininterrottamente negli ultimi 10 anni, determinando i problemi che stiamo affrontando giorno dopo giorno, incalzati dalle emergenze. Allo stesso tempo, mi rivolgo a quegli esponenti del centrosinistra che si comportano come se fossero ancora all' opposizione e si avventurano in insinuazioni generiche, denunciando l' esistenza di partiti trasversali e lobbie di potere che in me non avranno mai un interlocutore. Li invito a tenere atteggiamenti piu' costruttivi che rappresentano il tratto distintivo di un centrosinistra storicamente piu' incline a risolvere i problemi che ad elencarli. Con questo spirito ho partecipato giovedi' e venerdi' scorsi al tavolo della trattativa con i presidenti e gli assessori regionali''. ''Mentre in Calabria c' era chi si esercitava ad alzare i toni, la Regione - continua l' assessore - riusciva ad ottenere attraverso il confronto e l' azione dei suoi rappresentanti un riconoscimento che va, sotto il piano politico, ben oltre l' assegnazione, gia' di per se' stessa rilevante, di oltre 65 milioni di euro in piu' a valere sul fondo sanitario nazionale, a fronte di una riduzione di circa 40 milioni di euro che era stata prospettata dal ministro della Salute del governo di centrodestra. E' prevalsa, insomma, una visione della sanita' che e' quella propria del centrosinistra, vale a dire di un servizio a valenza nazionale, unico per tutte le regioni, contrapposto a quella localistico e segmentato, formalizzato nelle riforma costituzionale voluta dalla Casa delle Liberta', che premia i piu' ricchi a discapito delle aree meno avvantaggiate. Sulla sanita', il centrosinistra, che governa in 16 Regioni, ha dimostrato una differenza di impostazione fondamentale rispetto al centrodestra, con argomentazioni che hanno trovato l' adesione anche dei rappresentanti di Giunte della Cdl''. ''Le Regioni - afferma Doris Lo Moro - hanno convenuto sul fatto che non poteva essere accolta la proposta del ministro Storace, in virtu' della quale realta' come Calabria, Liguria, Lazio e Toscana avrebbero avuto meno soldi rispetto al 2005, a fronte di un incremento irrisorio (+0,16%) del fondo sanitario nazionale, con una profonda sottostima del fabbisogno relativo alla copertura dei contratti e dei livelli essenziali di assistenza. Il risultato ottenuto non era scontato. Se la risposta e' stata positiva, e lo affermo senza trionfalismi perche' la propaganda fine a se stessa non fa parte della mia visione delle cose, cio' e' stato possibile anche per la credibilita' che la Calabria e le altre regioni del Meridione hanno conquistato sul campo. L' impostazione data dal Governo calabrese e' stata ritenuta credibile dai governatori e dagli assessori e questo e' senza dubbio un punto di merito in perfetta continuita' con il percorso avviato in occasione della conferenza delle Regioni proprio in Calabria, a Santa Trada''. Secondo l' assessore, ''cio' che appare della Calabria fuori dai confini regionali non sono le polemiche inconcludenti sui gruppi di pressione di cui si parla ogni tanto sui giornali locali, ma le scelte innovative che hanno rotto vecchi assetti di potere. Oggi la Calabria puo' contare su un lavoro di squadra che vede in perfetta sintonia l' assessorato ed i manager collocati ai vertici aziendali, con l' impegno comune di fare rete per colmare le deficienze di una sanita' cresciuta al di fuori di logiche progettuali e di sistema''. Per quanto riguarda il piano per il servizio di elisoccorso, l' assessore replica alle critiche spiegando che e' in corso una riflessione: ''lo studio fatto sul servizio e l' individuazione dei criteri innovativi che devono portare al miglioramento del sistema sono sicuramente una tappa importante su cui, peraltro, si discute in maniera impropria, quasi che sull' obiettivo di assicurare pari opportunita' a tutti i cittadini calabresi dovesse prevalere quello di mantenere situazioni consolidate anche se non rispondenti ai criteri di sicurezza che determinano la collocazione delle basi operative e delle piattaforme''. L' assessore parla delle polemiche come di ''una tempesta in un bicchiere d' acqua'', aggiungendo che ''comunque gli argomenti emersi saranno correttamente valutati nei termini piu' appropriati. La soluzione definitiva non potra' prescindere dalle esigenze e dai criteri fissati in sede tecnica, ma terra' nel debito conto quanto e' emerso, sebbene non sempre in modo razionale, in occasione delle manifestazioni di protesta su Cosenza e Locri. Si sta gia' lavorando in questa direzione attraverso l' elaborazione di una proposta che sara' formalizzata non appena sara' definita in tutti i dettagli''. ''Si e' lavorato - afferma Lo Moro - su uno dei settori della sanita' su cui la Calabria manifesta maggiori deficienze, quello della salute mentale. Questo non solo con riferimento a situazioni di emergenza scoppiate sul territorio come il Papa Giovanni o la struttura di Pellaro, ma piu' in generale con l' obiettivo di elaborare linee guida alternative a quelle, generiche e inefficaci, approvate dalla Giunta di centrodestra che, su questo come su altri settori, si e' limitata ad ignorare l' esistenza dei problemi''. ''La nuova salute mentale calabrese - prosegue l' assessore - e' disegnata nelle linee guida elaborate con il contributo di una autorevole consulente che sono pronte per essere portate alla valutazione della Giunta''. Il dibattito politico, lamenta l' assessore, ''si e' concentrato sulle nomine, che in Calabria, diversamente da quanto e' successo in altre regioni, sono rimaste fuori da una logica di lottizzazione, o sull' elisoccorso. Ma per il rilancio delle aziende e' altrettanto fondamentale lo sforzo prodotto dall' assessorato per la definizione delle linee guida dell' atto aziendale, nelle quali vengono disegnate l' organizzazione ed il funzionamento delle aziende sanitarie calabresi ed in cui vengono assicurate la legalita' sostanziale e la trasparenza nell' assegnazione delle funzioni e delle risorse che e' mancata alle Asl calabresi, in passato gestite in maniera clientelare da una politica invasiva che ha visto nei manager gli strumenti per ottenere primariati ed incarichi agli amici ed ai clienti di turno''. Per quanto riguarda la spesa farmaceutica l' assessore spiega che ''l' eliminazione del ticket sui farmaci e' la scelta politica su cui ci si e' confrontati e schierati, ma essa ha segnato l' avvio di un lavoro proficuo per il monitoraggio e la riduzione della spesa farmaceutica. Su questo aspetto specifico e' stato attivato un confronto con il coinvolgimento dei medici, a partire da quelli di base, dei farmacisti, degli informatori scientifici e delle industrie farmaceutiche. Si e' vicini ad accordi che, se accompagnati con una educazione sanitaria piu' efficace in merito all'impiego dei farmaci, ci avvicineranno all'obiettivo fissato''. ''L' elenco - conclude l' assessore - potrebbe continuare. Ma non e' questo il momento dei bilanci. Mi interessa trasmettere i segni di un sforzo in corso che i cittadini e gli operatori del settore colgono giornalmente a piene mani e che mi piacerebbe fosse anche alla base di un rinnovato lavoro comune con i sindacati e con i partiti, il cui apporto e' fondamentale per rendere piu' forte la capacita' del governo regionale di continuare un percorso che richiedera' anni di lavoro''

Presentato il rapporto sulla funzionalità delle aziende sanitarie

10/03 ''Analizzare i cambiamenti in atto nella sanita' italiana secondo l' approccio economico-aziendale, valutando cosi' i riflessi delle scelte adottate dalle singole aziende sanitarie sulla funzionalita' del sistema sanitario nel suo complesso''. E' questo lo scopo, secondo quanto e' detto in un comunicato, del rapporto dell' Osservatorio sulla funzionalita' delle Aziende sanitarie italiane del Centro di ricerche sulla gestione dell' assistenza sanitaria e sociale (Cergas) dell'Universita' Luigi Bocconi di Milano, presentato stamattina, al Campus universitario di Germaneto, nell'ambito delle attivita' del Dottorato di ricerca in Economia e management in Sanita' dell'Universita' Magna Græcia. ''Il sistema sanitario nazionale - si afferma ancora nel comunicato - continua a mostrare un elevato tasso di innovazione manageriale. Nonostante le incertezze e le contraddizioni del quadro normativo, continua infatti la ricerca e la sperimentazione di soluzioni disegnate per le specifiche esigenze locali''. ''Analizzare in maniera critica e analitica la sanita' in Italia - ha detto il rettore, Salvatore Venuta, che ha aperto i lavori - e' una risorsa insostituibile per trovare quelle soluzioni necessarie a garantire la crescita e l'evoluzione dell'intero sistema. La sanita' calabrese e' una sanita' difficile, ma oggi siamo nelle condizioni di poter guardare al futuro con piu' fiducia. Siamo, infatti, in una situazione che sta cambiando, dove sono evidenti segnali sicuramente positivi. necessario assicurare, in questo contesto, la qualita' dei servizi ai cittadini. L'Universita' riveste quindi un ruolo essenziale perche' raccorda efficacemente l' aspetto della ricerca con quello dell' assistenza. Bisogna tenere in considerazione, infatti, la specificita' della sanita' universitaria, parte importante e indispensabile del sistema sanitario, perche' dalla ricerca che si sviluppa all' interno dell' Universita' parte il processo di crescita e innovazione del sistema''. Il panorama della Sanita' in Italia e i principali risultati del rapporto Oasi, per la prima volta presentato al sud, sono stati affrontati da Elena Cantu', del Cergas, che ha illustrato i dati inerenti al 2005. ''Nei tassi di turn over dei Direttori generali - ha detto - la Calabria risulta essere la regione piu' instabile e fuori media, differenziandosi nettamente da tutte le altre regioni italiani, con una durata media della carica di un anno e sette mesi. Quella calabrese e' pero' una sanita' che costa meno rispetto ad altri contesti regionali. La regionalizzazione convive pero' con una progressiva differenziazione delle soluzioni istituzionali, organizzative e gestionali e delle performance raggiunte dalle singole aziende, a dimostrazione dei rilevanti spazi di autonomia disponibili a livello locale. La Calabria e' una delle pochi regioni a rimanere con lo stesso numero di Aziende sanitarie ed ospedaliere dal 1995 a oggi''. A conclusione della giornata la tavola rotonda su ''vincoli e autonomia decisionale dei Direttori generali e ruolo della Regione'', moderata dal professor Riccardo Vigano', coordinatore del Dottorato di ricerca in economia e management in Sanita'. Negli interventi dei direttori generali- conclude la nota, ''la grande sfida che attende la Calabria per la modernizzazione e lo sviluppo del sistema sanitario, attraverso la capacita' manageriale di assumere modelli gestionali ben definiti e fissare obiettivi precisi per la razionalizzazione e la riorganizzazione di tutto il sistema''

Nominati i dirigenti della fondazione per il centro oncologico di Germaneto

10/03 Completato l' assetto di vertice della Fondazione ''Tommaso Campanella'' che gestira' il Centro Oncologico di eccellenza che ha sede all' interno della modernissima struttura sanitaria del Campus di Germaneto ed e' parte del Policlinico Universitario di Catanzaro. ''Il Consiglio di amministrazione della Fondazione, riunito sotto la presidenza dell' avvocato Anselmo Torchia - e' detto in un comunicato - ha provveduto alla nomina del nuovo direttore generale della Fondazione Pietro Caligiuri dei direttori amministrativo e sanitario, rispettivamente Antonio Belcastro e Caterina De Filippo. Il Cda dell' organismo, dopo le nuove nomine regionali, e' quindi composto dal presidente Torchia e da Manlio De Pasquale, per la parte regionale, e dai docenti Fancesco Saverio Costanzo, che e' anche vicepresidente, e Massimo Marrelli, per la parte universitaria. Direttore scientifico e' Salvatore Venuta, rettore dell' Universita' di Catanzaro''.

Cisl Medici: “La Lo Moro scenda dal piedistallo dell’infallibilità. Riorganizzare l’elisoccorso”

09/03 ''La Cisl considera sbagliati e inaccettabili i recenti provvedimenti finalizzati alla riorganizzazione del servizio di elisoccorso in Calabria con la conseguente soppressione delle postazioni da anni presenti a Cosenza e a Locri''. E' quanto affermano, in un comunicato congiunto, le segreterie regionali della Cisl Funzione pubblica e della Cisl medici. ''Riteniamo infatti - si aggiunge nella nota - che la sanita' deve migliorare la qualita' e la quantita' dei servizi avvicinandoli sempre piu' ai cittadini e non invece smantellando strutture in forza delle quali molte vite umane sono state salvate. Il Servizio di Elisoccorso a Cosenza e a Locri da' segnali concreti di una Sanita' che deve ancora conseguire target di efficienza, di qualita', di produttivita'. Eliminare tutto, senza alcun confronto con il territorio ed in assenza di qualunque forma di concertazione con le forze sociali, significa continuare in una odiosa logica di chiusura, di autoreferenzialita', una impostazione politica di governo lontana dai veri interessi dei cittadini. La Cisl si mobilitera' contro questa scelta con una manifestazione regionale che avra' due momenti di impegno: uno a Cosenza domani, 10 marzo, con un' iniziativa all' ospedale Annunziata che sara' conclusa da Mimmo Cubello, segretario generale Cisl-Funzione pubblica Calabria, e da Paolo Tramonti, segretario generale della Cisl di Cosenza, e la seconda a Locri sabato prossimo, presso nell' area dell' elisoccorso dell' ospedale, che sara' conclusa dal segretario generale della Cisl della Calabria, Luigi Sbarra''. ''Con queste iniziative - si afferma ancora nel comunicato - la Cisl vuole sensibilizzare i cittadini, i lavoratori, i pensionati, i sindaci, le associazioni ed i movimenti e le forze politiche e creare quella massa critica che faccia scendere dal piedistallo dell' infallibilita' l' assessore alla Sanita' e la Giunta regionale, farla dialogare e farle assumere le vere questioni della sanita' che i calabresi sopportano quotidianamente sulla propria pelle e che rischiano di aggravarsi anche dal punto di vista della tenuta finanziaria per l'assenza di governo di sistema. La vicenda dell' elisoccorso dimostra quanta estemporaneita' e improvvisazione c' e' nella gestione della sanita' calabrese, sia nel metodo che nel merito. E' necessaria una fase di confronto vero con istituzioni, associazioni e cittadini per condividere scelte difficili e contrastate. Un processo di modernizzazione che noi come Cisl vogliamo sostenere ha necessita' di condivisione, ricerca del consenso e lavoro per superare resistenze e sconfiggere interessi che tutti denunciano quotidianamente. Le centinaia di prese di posizione che contrastano tale scelta sull' elisoccorso non hanno modificato tale volonta' dell' assessore illuminata da cotanta scienza. Speriamo che non sia come per la stessa annunciata scelta di spostare Unita' operative universitarie in altro luogo per poi affermare che era solo una provocazione. Non si gioca con questi argomenti e non si possono fare esercizi dialettici sui temi che toccano la sensibilita' e la vita dei cittadini. Sulla salute non si provoca, ne' si gioca. Noi della Cisl non lo consentiremo a nessuno''.

Inaugurato il Policlinico Universitario Mater Domini: una sfida per l’eccellenza”

08/03 ''Oggi inauguriamo qui, in questo palcoscenico di una regione moderna e competitiva, una realta' che sara' sempre piu' orgoglio e vanto per la Calabria e per tutto il Meridione: una grande sfida per l' eccellenza nell' assistenza e nella ricerca''. Lo ha detto Salvatore Venuta, rettore dell' Universita' di Catanzaro, aprendo la cerimonia di inaugurazione del nuovo Policlinico Mater Domini. A tagliare il nastro inaugurale della nuova struttura tecnologicamente avanzata sono stati lo stesso rettore e il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero. Presenti alla cerimonia, tra gli altri, anche gli assessori regionali alla Tutela della Salute, Doris Lo Moro, e Cultura e innovazione, Sandro Principe, e la manager dell' azienda ospedaliera Mater Domini Rosalba Buttiglieri. Il nuovo policlinico, che ha una dotazione di 306 posti con ambienti tecnologicamente avanzati con tutti i comfort, e' stato benedetto nel corso di un rito religioso officiato dall' arcivescovo metropolita di Catanzaro - Squillace, mons. Antonio Ciliberti. ''In questa struttura dal nome glorioso 'Mater Domini' - ha detto il presule - la scienza e' impegnata nella ricerca della verita' e nell' incontro adorante con Dio. Questo dovra' essere luogo privilegiato di formazione per nuove professionalita' e di attenzione verso la comunita', soprattutto degli ultimi. E' indispensabile - ha concluso mons. Ciliberti - che, a cominciare dalle istituzioni Regione, Province, Comuni, ci si adoperi di concerto perche' queste attivita' si realizzino in pienezza''. ''La prima fase di attivazione del campus - ha sottolineato ancora il rettore Venuta - e' stata avviata e qui, da adesso, si possono avere standard sanitari di qualita' per la Calabria e per il Paese. Idea fondante, pero', e' l' integrazione dei saperi strumento per realizzare l' eccellenza attraverso approcci diversi, tra loro complementari, in grado di dare risposte complete ai pazienti. L' apertura di oggi consolida un progetto ma apre a nuove avventure''. Il rettore Venuta, in chiusura del suo intervento, ha rivolto un appello ''affinche' - ha detto - non si ceda a facili e inutili tentativi di competizione per favorire al contrario quella sinergia forte in grado di garantire risposte adeguate alle esigenze dei pazienti''. Il presidente della Regione, nel suo intervento, ha ringraziato quanti nel corso degli anni, nei diversi schieramenti, si sono impegnati per la realizzazione del nuovo Policlinico sottolineando che l' Ente sara' accanto alla struttura nell' intento di annullare l' esodo sanitario dalla Calabria. ''Quest' opera - ha sottolineato - diventa decisiva per noi''. Loiero, poi, ha fatto un riferimento alla scelta di inaugurare il policlinico nel giorno della festa della donna. ''Un riferimento che, senza enfasi e senza retorica - ha sottolineato - appare come un riconoscimento alle capacita' di trasformare in meglio il destino del mondo. Come diceva il filosofo Vico 'ogni opera sta nel suo nascimento'''. ''Domani - ha aggiunto ancora Loiero - comincia a Roma una 'quarantott' ore' cui saro' presente assieme all' assessore Lo Moro dove andremo a confrontarci per il riparto del fondo sanitario nazionale. Non sara' facile perche' si tratta di dividere risorse, finanziamenti contro antichi egoismi. Noi saremo, pero', li' anche per dare linfa, lievito e forza a questo policlinico che oggi nasce''. ''Quella di oggi - ha detto l' assessore Principe - e' una giornata che evidenzia la volonta' di cambiare di questa regione che dice basta ad una subordinazione culturale. Questa giornata ci dice che vogliamo batterci perche' non ci sia piu' emigrazione della salute. L' inaugurazione di questo policlinico non e' poca cosa se si pensa che accade dopo soli 35 anni di esistenza del sistema universitario in Calabria''.

In Calabria ll 60% dei casi di allergia riguarda le donne

08/03 In Calabria l' esercito degli allergici e' composto per il 40 per cento da uomini e per il 60 per cento da donne. A rilevarlo e' un' indagine condotta in tutto il Paese dalla societa' Gfk-Eurisko. ''In particolar modo - e' detto in una nota - ad essere colpiti sono i giovani e gli adulti tra i 15 e i 44 anni (65 per cento). In Calabria, il 21 per cento degli intervistati ha dichiarato di soffrire di un'allergia e, in media, di fare i conti con questo problema da 10,6 anni. E per la maggior parte di loro e' iniziato il conto alla rovescia: il 64 per cento, infatti, soffre di allergia soprattutto a marzo, aprile e maggio; il 25 per cento è allergico tutto l'anno e l' 11 per cento è allergico soprattutto negli altri nove mesi, da giugno a febbraio. Secondo quanto emerge dall' indagine, ''il 53 per cento dei calabresi allergici dichiara che nel periodo 'di crisi' si sente stanco; il 56 per cento rende meno di quanto vorrebbe, il 46 per cento e' irritabile, il 49 per cento si sente debole e senza forze, il 46 per cento ha difficolta' a concentrasi sul lavoro o nello studio e il 37 per cento non esegue come al solito le abituali occupazioni. Morale: quando si soffre di allergie si vive una vita a meta'. Trattenendo il fiato. Tutto il giorno per il 41 per cento dei calabresi allergici, solo in una parte del giorno per il 59 e, di questi, nel 52 per cento dei casi soprattutto al mattino''.

Ass. Lo Moro “Sconveniente poco produttivo l’atteggiamento dei vertici di Aiop”

07/03 ''E' sconveniente e poco produttivo l' atteggiamento dei vertici dell' Aiop che adottano toni e comportamenti concilianti durante le riunioni in sede istituzionale, per poi lanciarsi in attacchi forsennati in occasione di iniziative pubbliche e conferenze stampa o nell' elaborazione di comunicati''. A sostenerlo e' stato l' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, in merito ai rilievi mossi dai rappresentanti dell' associazione dell' ospedalita' privata. ''Non nego - ha aggiunto l' assessore - che ci siano ritardi annosi da superare e che i problemi prospettati dall' Aiop abbiano un fondamento, cosi' come condivido l' esigenza di accelerare l' iter di alcuni processi. Allo stesso tempo, mi aspetto che i miei interlocutori riconoscano la massima disponibilita' dell' assessorato nell' individuare percorsi che consentano il raggiungimento degli obiettivi che tutti noi auspichiamo. Non a caso, con l' Aiop e' in corso da mesi un confronto. Esiste un tavolo tecnico intorno al quale si lavora proprio per ovviare ai problemi denunciati. Sono pienamente consapevole del fatto che se i fondi vengono trasferiti alle aziende sanitarie con ritardo, queste disfunzioni si ripercuotono sulle cliniche e sui loro dipendenti, il cui destino sta cuore a me non meno che all' Aiop. Su tutta la materia, del resto, esistono verbali ed accordi sottoscritti e l' assessorato ha sempre lavorato per rispettarli''. ''Nel rispetto dei tempi e delle procedure concordate nel corso della riunione del 7 febbraio scorso, tra l' altro - ha sostenuto Doris Lo Moro - l' assessorato ha dato disposizione alle singole Asl di procedere alla regolarizzazione dei rapporti, accertando il dovuto per gli anni pregressi e pagando le somme non contestate per l' anno 2005. Di tutto questo mi e' stato dato appena ieri sera alla presenza del Presidente Loiero. Mi sembra incomprensibile che mentre e' in atto una trattativa, improvvisamente si scrivano comunicati e si indicano conferenze stampa per lanciarsi in considerazioni irriguardose e provocatorie che certo non aiutano la ricerca delle soluzioni che resta, per quanto mi riguarda l'obiettivo principale''. L' assessore ha poi respinto alcune considerazioni espresse dai vertici dell' Aiop in merito ad affermazioni attribuitele sul ruolo della sanita' privata. ''Ho sempre detto - ha spiegato Doris Lo Moro - e lo ribadisco, che strutture pubbliche e private devono integrasi e che in questo rapporto sinergico la sanita' pubblica deve avere una preminenza. Affermando cio' non ho mai parlato di depotenziare la sanita' privata in quanto tale. Semmai, ho parlato della necessita' di riequilibrare il rapporto laddove emergano squilibri fra i servizi offerti dal pubblico e quelli garantiti dal privato, potenziando il pubblico e riqualificandolo. Cosi' come ho sempre chiaramente detto che occorre potenziare le risposte private di qualita', senza pregiudizi di alcun genere''. ''Non credo - ha poi sostenuto l' assessore - di avere bisogno dell' autorizzazione dell' Aiop, che mi rinfaccia di rivendicare la mia militanza, per esporre le mie idee. Le mie inclinazioni politiche non sono un mistero e rivendico i principi ai quali mi attengo nella mia attivita' istituzionale. Spero, quindi, che d' ora in poi i rapporti con i rappresentanti delle cliniche private possano continuare su un livello di rispetto reciproco e lealta' e che l' obiettivo della dialettica sia soltanto quello di addivenire a soluzioni soddisfacenti''. ''E' con questo spirito, spero - ha concluso Doris Lo Moro - che il 21 si riunira' il tavolo tecnico concordato alla presenza del presidente Loiero. Le esercitazioni polemiche servono solo ad occupare spazi sui giornali''

I sindacati scrivono alal Lo Moro: “Attuare l’accordo sull’informazione scientifica”

07/03 ''Chiediamo di volere intervenire prontamente e rendere effettivo l'accordo concordato e sottoscritto nel rispetto degli impegni assunti e delle corrette relazioni sindacali''. E' quanto chiedono in una nota Filcem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil, all'assessore regionale alla sanita', Doris Lo Moro, circa l'accordo per la regolamentazione dell'informazione scientifica sui farmaci. ''Invitiamo inoltre l'Assessore alla Salute - prosegue la nota dei sindacati - a volerci comunicare la data in cui sara' approvato dalla Giunta l'accordo sottoscritto. Eventuali altri ingiustificati rinvii non sarebbero in alcun modo credibili e di difficile comprensione per i nostri iscritti e per l'opinione pubblica che concordemente abbiamo deciso di informare''.

In Calabria le malattie di cuore le prima causa di morte

07/03 In Calabria la mortalita' per malattia del sistema circolatorio nel triennio 1999-2001 ha riguardato 42,8 maschi e 32,5 femmine ogni diecimila abitanti. E' quanto emerge nel Dossier Cuore 2006 presentato nel corso di una conferenza stampa a Roma alla vigilia del congresso della Societa' Italiana di Prevenzione Cardiovascolare. I dati delle cinque province per quanto riguarda la mortalita' per malattie cardiovascolari sono: a Catanzaro muoiono 42,4 uomini ogni diecimila e 31,7 donne; Cosenza: Muoiono 43,0 uomini ogni diecimila e 33,3 donne; Crotone: Muoiono 48,0 uomini ogni diecimila e 34,4 donne; Reggio Calabria: Muoiono 42,2 uomini ogni diecimila e 31,9 donne; Vibo Valentia: Muoiono 41,2 uomini ogni diecimila e 32,2 donne. ''Un quadro preoccupante quello delle malattie cardiache - sostiene il presidente della Siprec, Massimo Volpe - con una crescita che coinvolge sempre piu' le donne, anche in Calabria, quasi in una terribile rincorsa alla parita' con l'uomo su un terreno cosi' angosciante. Alcuni consigli di prevenzione: qualche rinuncia a tavola, no al fumo, un po' di movimento. Occhio a pressione, colesterolo e diabete. In pochi sanno che l'infarto e l'ictus possono essere previsti con anticipo. E allora un appello: anche se vi sentite bene, chiedete al medico di famiglia di leggervi le carte. Quelle del rischio cardiovascolare, predisposte dall'Istituto Superiore di Sanita'. Una valutazione gratuita e rapida. Un vecchio detto dice: uomo avvisato mezzo salvato''. Nonostante - e' scritto in una nota - si registri un calo rispetto al triennio 91-93 (52,3 ogni diecimila abitanti per gli uomini e 41,8 per le donne), le malattie del sistema circolatorio in Calabria sono la prima causa di morte sia per gli uomini che per le donne, al secondo posto i tumori (25,7 per gli uomini e 13,7 per le donne). Tra le ventuno province italiane piu' svantaggiate per quanto riguarda la mortalita' per malattie cardiovascolari troviamo anche Crotone. Cosenza, invece, fa registrare una tra le maggiori riduzioni di mortalita' nel triennio 99-01 rispetto a quello 91-93 (-20 per cento) per le malattie cardiovascolari in Italia e pertanto lascia il gruppo delle province piu' svantaggiate al quale apparteneva agli inizi degli anni Novanta. In Calabria il tasso piu' alto sia per gli uomini che per le donne e' stato registrato a Crotone rispettivamente con il 48,0 e il 34,4. L'incidenza piu' bassa per gli uomini e' quella di Vibo Valentia (41,2) mentre per le donne e' quella di Catanzaro (31,7). Per quanto riguarda gli uomini, l'incidenza per diecimila abitanti per mortalita' da malattie del sistema circolatorio e' stata di 41,2 a Vibo Valentia; 42,2 a Reggio Calabria; 42,4 a Catanzaro; 43,0 a Cosenza; 48,0 a Crotone. Per quanto riguarda le donne, l'incidenza per diecimila abitanti per mortalita' da malattie del sistema circolatorio e' stata di 31,7 a Catanzaro; 31,9 a Reggio Calabria; 32,2 a Vibo Valentia; 33,3 a Cosenza; 34,4 a Crotone. Crescono in Calabria i ricoveri per infarto, un dato in linea con il trend nazionale. Nel 2003, secondo i dati del Ministero della Salute diffusi in occasione della presentazione del Congresso della Siprec, in Calabria sono stati registrati 3.021 ricoveri per infarto contro i 2.975 di un anno prima. Piu' gli uomini (2.129) delle donne (892). La fascia d'eta' piu' rappresentata e' quella che va dai 65 anni in poi (1.850). La degenza media in Calabria e' stata di 8,53 giorni (nel 2002 era stata di 8,47 giorni). In Italia nel 2003 i ricoveri sono stati 117.764 (nel 2002 erano stati 111.298) con una degenza media di 8,63 giorni

Paolini (Aiop): “Dalla Regione troppe inadempienze”.

06/03 “Al momento dell’insediamento del governo di centro-sinistra alla guida della Regione non abbiamo esitato a concedere al presidente Loiero ed alla sua giunta un credito di fiducia in relazione ai gravi problemi che ormai da anni condizionano la sanità calabrese e che attendono una soluzione”. E’ quanto afferma Enzo Paolini, presidente regionale dell' associazione ospedalita' privata (Aiop) della Calabria. “Oggi –prosegue- dobbiamo dire che la nostra fiducia è andata delusa e non per inadempienze da addebitare al presidente Loiero personalmente ma alla politica portata avanti dall’assessorato, decisamente molto impegnato nelle sedi politiche e scarsamente attivo nelle sedi istituzionali. Non abbiamo mai ritenuto di dover giudicare l’azione di governo dell’assessore Lo Moro sulla base della sua appartenenza politica ma non possiamo non rilevare le troppe volte in cui, partecipando a dibatti pubblici e a forum redazionali, ha messo in evidenza, in relazione a specifiche problematiche del servizio sanitario regionale, la sua appartenenza politica come se questa le imponesse un percorso obbligato nel cercare le soluzioni ai problemi.
Un pregiudizio del genere per un assessore regionale alla sanità che è chiamato a coniugare ed a valorizzare sinergicamente, nell’interesse dei cittadini e della loro salute, l’ospedalità pubblica e l’ospedalità privata rischia di limitarne l’azione di governo e di comprometterne i risultati.
E, infatti, a tutt’oggi, dopo un anno di incontri con i più disparati soggetti interessati alla sanità in tutti i suoi molteplici aspetti, di risultati conseguiti non se ne vedono.
Si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad una interminabile istruttoria per inquadrare il problema rispetto alla quale è possibile soltanto adottare provvedimenti di emergenza. E, infatti, si opera in una emergenza continua, almeno per quanto riguarda le case di cura.
Anche la direzione generale dell’assessorato,incline ad accreditarsi per avere operato in realtà più complesse, a tutt’oggi non ha ancora messo a fuoco le priorità da affrontare con urgenza.
Per conseguire questo risultato abbiamo chiesto, sul piano metodologico, un tavolo tecnico regionale per poter pervenire a decisioni e linee di indirizzo univoche, valide e vincolanti per tutte le Aziende Sanitarie soprattutto per quanto riguarda la firma dei contratti di prestazione, nei quali deve trovare applicazione quanto viene deciso, come politica sanitaria, dal governo regionale. Diversamente è del tutto inutile sottoscrivere accordi.
In passato è accaduto, nell’indifferenza istituzionale, che sono state impunemente disattese addirittura disposizioni di legge maturate a seguito di estenuanti trattative.
Ma sarebbe ingiusto individuare nell’assessore alla sanità l’unico responsabile del mancato avvio di un nuovo approccio ai problemi della sanità calabrese. Esiste un porto delle nebbie o una palude dalle sabbie mobili dove ogni innovazione è destinata a scomparire.
Da anni l’ AIOP va segnalando che nella burocrazia regionale si annidano interessi e connivenze, unitamente a negligenze e inadeguatezze professionali, che ostacolano qualsiasi azione di bonifica e di razionalizzazione della spesa e dell’organizzazione sanitaria. E’ notorio che ogni burocrazia fonda il suo potere di condizionamento sull’applicazione o interpretazione, restrittiva o estensiva, delle leggi e dei regolamenti che disciplinano una materia, un’ attività, un servizio. Per certo non fa eccezione il servizio sanitario.
Da tempo immemorabile, a fronte di tutte le riforme, innovazioni e nuovi piani della salute, negli uffici regionali dell’assessorato alla sanità non si è registrato alcun avvicendamento. Sono sempre gli stessi, dirigenti e funzionari, a tirare le fila ed a condizionare quotidianamente il funzionamento delle strutture sanitarie,pubbliche o private che siano.
Sono loro a stabilire i tempi di un adempimento,per cui una disposizione di pagamento può impiegare, da Catanzaro a Cosenza, anche quindici giorni.
Gli stessi direttori generali delle AS dichiarano di avere le mani legate dalle direttive spesso contraddittorie trasmesse dagli uffici regionali. La burocrazia regionale va al di là dei suoi compiti esecutivi e costituisce elemento di ostacolo alle direttive emanate dal governo.
Ci sarà pure una spiegazione se nella rotazione dei dirigenti nei vari dipartimenti, voluta ed attuata dal governo regionale, l’assessorato alla sanità non è stato interessato da significativi cambiamenti evidentemente ritenuti non necessari. Se così è non si può manifestare sorpresa se l’andazzo è quello di sempre e dopo ogni accordo sottoscritto bisogna fare i conti col muro di gomma della burocrazia regionale.
L’AIOP ha dato grande disponibilità per avviare a soluzione i problemi più urgenti della sanità calabrese ma ad oggi non possiamo che registrare un grande ritardo, l’assenza di iniziative concrete al di là di generiche esternazioni e, soprattutto, il persistere degli stessi problemi, di metodo e di sostanza, ereditati dal governo precedente.

Ass. Lo Moro: “La tessera sanitaria un segnale di modernizzazione”

03/03 ''Con la distribuzione della tessera sanitaria avviata in questi giorni, la Calabria si allinea in pochi mesi alle altre regioni d'Italia''. E' quanto si legge in una nota diffusa dal Portavoce dell'assessorato regionale alla Salute, Doris Lo Moro. L'operazione e' ''un segnale di modernizzazione importante che modifichera' positivamente il rapporto tra il cittadino ed il servizio sanitario nazionale''. L'iniziativa fa parte del progetto per potenziare il monitoraggio della spesa pubblica sanitaria promosso dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero della Salute ed il Ministro per l'innovazione e le tecnologie. ''Oltre alla fruizione agevolata dell'assistenza nei paesi europei - prosegue la nota dell'assessorato - permettera' di monitorare tutte le prestazioni sanitarie e verificarne l'appropriatezza. La tessera e' distribuita, in collaborazione con la Regione, ad ogni assistito del Servizio sanitario nazionale intestatario di codice fiscale da parte dell'Agenzia delle entrate e di Sogei. Contiene i dati anagrafici del cittadino ed il codice fiscale anche su banda magnetica e in formato a barre; e' valida sull'intero territorio nazionale e permette di ottenere prestazioni sanitarie pubbliche nei Paesi dell'Unione europea oltre che in Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein. La Tessera Sanitaria riporta, sul retro, i dati che la qualificano tessera europea di assicurazione malattia (TEAM), documento che dal primo gennaio 2006 ha sostituito i modelli cartacei''. ''L'assistito - e' scritto ancora nella nota - mostrera' la tessera sanitaria al medico di famiglia, al pediatra, ai medici delle Aziende sanitarie, degli ospedali e delle strutture convenzionate, affinche' questi possano leggere il codice fiscale e trascriverlo sulla nuova ricetta medica contenente la prescrizione. Il codice fiscale, infatti, deve essere obbligatoriamente riportato sulla ricetta, per ottenere le prestazioni sanitarie pubbliche. La Tessera andra' esibita, insieme alla ricetta, anche in farmacia, nei laboratori e nelle stesse strutture accreditate (Ospedali, Aziende sanitarie locali). La tessera sanitaria non sostituisce il libretto sanitario e il documento che certifica il diritto all'esenzione dal ticket, ma sostituisce il tesserino di codice fiscale. Pertanto, la Tessera puo' essere utilizzata in ogni occasione in cui venga richiesto tale codice (in banca, alle poste, all'universita', dal notaio). Il documento e', inoltre, utilizzabile dalle persone non vedenti, grazie alla presenza di caratteri braille in rilievo''. ''I cittadini - conclude la nota - in attesa di ricevere la tessera possono, in via transitoria, fornire al medico il proprio tesserino di codice fiscale. Per informare i cittadini sul corretto utilizzo della tessera sanitaria saranno in distribuzione opuscoli informativi negli uffici dell'Agenzia delle Entrate''

Lunedì conferenza stampa dell’AIOP sulla sanità privata in Calabria

03/03 La situazione della sanita' calabrese sara' illustrata nel corso di una conferenza stampa che il presidente dell'Aiop di Catanzaro, Marcello Furriolo, ed il presidente dell'Aiop della Calabria, Enzo Paolini, terranno lunedi' mattina nella sede dell'associazione nel capoluogo calabrese. ''In particolare - e' scritto in una nota - verra' svolta una rappresentazione dettagliata delle inadempienze della Regione nei confronti dell' ospedalita' privata chiamata sempre piu' frequentemente a supplire alle inefficienze dell' ospedalita' pubblica. A quasi un anno dall' insediamento della nuova Giunta regionale e' tutto fermo e nessuna iniziativa concreta e' seguita agli impegni presi per razionalizzare spesa e organizzazione del Servizio sanitario in Calabria''

Presentata dalla Lo Moro la bozza delle linee guida della sanità calabrese

03/02 Un insieme di realta' sanitarie ''autonome'', in grado di ''autogovernarsi'', ma capaci di interagire in una ''visione di sistema''. E' questa la sanita' calabrese disegnata nelle linee guida per l' adozione dell' atto aziendale, la cui bozza e' stata illustrata dall' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, ai rappresentanti dei sindacati della dirigenza medica. All' incontro hanno preso parte i rappresentanti di 25 sigle sindacali, in rappresentanza delle diverse categorie mediche. Un atto non dovuto la loro convocazione, e' scritto in un comunicato, ma che l' assessore ha ritenuto opportuno. ''Il metodo del confronto - ha spiegato Doris Lo Moro - da' qualita' all' azione di governo. Ho voluto questo incontro, al quale ne seguiranno altri, per vedere se ci sono riflessioni da raccogliere per la stesura definitiva dell' atto''. L' assessore ha comunicato che e' sua intenzione portare il provvedimento in Giunta in occasione di una delle prime riunioni utili, poi e' entrata nel merito delle scelte operate. ''Manca nella sanita' calabrese - ha sostenuto - una visione di sistema. Ci sono, praticamente, tante sanita' quante sono le aziende, che invece devono integrarsi. Davanti a questa situazione, la tentazione poteva essere quella di assumere una visione centralizzatrice del ruolo dell' assessorato. Ma sarebbe stata una visione difensiva, che trova ostacolo nell' esigenza di valorizzare l' autonomia e la capacita' di autogoverno delle Asl. Attraverso il confronto continuo tra l' assessorato ed i direttori generali e di questi ultimi fra di loro, si sta realizzando un lavoro di squadra. Sto constatando che fra i manager c' e' questa volonta' di integrarsi ed e' questo l' obiettivo che l' atto di indirizzo persegue attraverso linee guida volutamente snelle indirizzate alle aziende sanitaria, a quelle ospedaliere ed all' azienda universitaria. E' nostra intenzione salvaguardare le esigenze degli utenti, concetto, questo, per certi versi banale e scontato, ma che bisogna tradurre in atti concreti. Noi stabiliamo quindi attraverso quali strumenti vogliamo conseguire questo obiettivo''. L' assessore ha evidenziato l' esigenza di porre rimedio a ''situazioni allarmanti'' riscontrate nella sanita'. Per esempio, ha detto, ''pullulano reparti con le stesse specificita' e funzioni. L' atto aziendale dovra' dare risposte anche in questo senso''. Doris Lo Moro ha sostenuto che e' necessaria una programmazione aziendale ''non dico comune ad ogni singola realta' territoriale, ma che sia quanto meno concordata e basata sulla conoscenza da parte di ciascuna azienda di cio' che fanno le altre aziende''. Fra le novita' previste, l' istituzione di dipartimenti ''interaziendali'' di collegamento, ad esempio per quanto riguarda il Dea (Dipartimento emergenza ed accettazione) di secondo livello tra le aziende sanitarie ed ospedaliere della stessa area, al fine di assicurare la gestione in rete dei posti letto delle discipline afferenti all' emergenza e risolvere il problema della gestione dei ricoveri critici, evitando la frammentazione degli interventi. ''L' emergenza e' tra i punti piu' critici della sanita''' ha detto in proposito Doris Lo Moro, aggiungendo che uno dei problemi da risolvere ''e' l' integrazione tra l' emergenza e l' assistenza''. Secondo l' assessore, infatti, ''se non c' e' collegamento anche funzionale in alcuni settori specifici, e' difficile organizzare i servizi''. Lo Moro ha citato in proposito i casi dell' area materno-infantile e della tossicodipendenza. Un altro obiettivo indicato dall' assessore e' la piena valorizzazione delle risorse umane ''attraverso un assetto organizzativo in cui ognuno sappia qual e' il suo ruolo''. L' assessore ha anche parlato delle strutture pubbliche, che nella sua visione sono preminenti, e che vanno valorizzate ridisegnandone il rapporto con le strutture private, soffermandosi sulla revisione dei criteri di ripartizione delle risorse assegnate ''che avverra' in base alle prestazioni e non facendo leva sulla spesa storica. Occorre - ha affermato - esaltare la risposta pubblica'' . Valorizzazione dei distretti e riqualificazione dei dipartimenti di salute mentale, e' scritto nella nota, sono altri punti fermi dell' atto di indirizzo, insieme con la valorizzazione delle associazioni con l' istituzione dei comitati consultivi, ed il confronto con gli enti locali e le istanze sociali. ''Il controllo sociale sulle scelte - ha sostenuto Lo Moro - cosi' come la concertazione, puo' contribuire a soddisfare meglio le esigenze. Sotto questo aspetto, dai sindacati e dalle associazioni mi aspetto un contributo alto''. I dirigenti sindacali intervenuti, e' scritto nel comunciato, hanno evidenziato il clima di collaborazione instaurato con l' assessorato. Non sono mancati rilievi e suggerimenti. L' assessore Lo Moro ha infine annunciato che il gruppo di lavoro incaricato di realizzare le linee guida concludera' i lavori sabato 4 marzo. La bozza definitiva sara' inviata ai sindacati per i rilievi critici.

Incontro dibattito sulla prevenzione alla sterilità promosso dal CIF e dalla Provincia di Cosenza

02/03 I professionisti della salute e della ricerca affronteranno venerdì il tema “Epidemologia e prevenzione della sterilità”. Saranno trattati argomenti inerenti la contraccezione, la fertilità, la coppia, le malattie sessualmente trasmissibili. L’incontro-dibattito si terrà il 3 marzo alle 17 nell’aula consiliare di piazza Matteotti a Rende (Cs). L’appuntamento è stato promosso dal Cif (Centro Italiano Femminile) con il patrocinio della Provincia di Cosenza e del Comune di Rende. Ad introdurre i lavori, coordinati dalla giornalista Maria Francesca Rotondaro, sarà la presidente del Cif comunale di Rende, Paola Ceraudo. Seguiranno i saluti del dottor Emilio Chiappetta, sindaco reggente di Rende, e del professor Vincenzo Ferraro, assessore alle politiche sociali della città. Sul tema del convegno sono stati invitati a relazionare la psicologa Elisabetta Filippo e tre illustri medici dell’Unità operativa di ginecologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro: la dottoressa Carmen Cosco, il dottor Emilio Lucia e il dottor Michele Morelli. “Siamo riusciti ad organizzare questo importante incontro grazie alla Provincia, sempre sensibile alle esigenze del Cif, - ha dichiarato Paola Ceraudo - che ci ha permesso anche di divulgare un opuscolo nelle scuole del territorio cosentino per informare gli studenti su un così delicato tema essenziale per il loro futuro delle giovani generazioni”.

Aiop: “Le proteste dei sindacati penalizzano i lavoratori”

01/03 Se, come asseriscono i rappresentanti sindacali di CISL e CGIL, “i soldi non fanno la felicità” è pur vero che soltanto i soldi, erogati dalla Regione in tempo utile, possono affrancare i lavoratori delle case di cura e le loro famiglie dai disagi di non poter contare, a ogni fine mese, per come è nel loro diritto, sul pagamento dello stipendio. Lo afferma, in una dichiarazione, il presidente della sezione calabrese dell' Associazione ospedalita' privata (Aiop), Enzo Paolini. “Il problema è noto – prosegue Paolini- e non c’è più spazio per le mistificazioni.Le ASL e, quindi, la Regione non rispettano i contratti con le case di cura e non pagano con la puntualità dovuta i crediti maturati dalle Case di cura per le prestazioni erogate. Questo è un fatto e sono pronto a confrontarmi pubblicamente con chi irresponsabilmente sostiene il contrario. Senza parlare dei crediti pregressi che risalgono al 2001, basti considerare che siamo a marzo 2006 e che la Regione, a tutt’oggi, deve ancora oltre il 50% delle spettanze 2005. In queste condizioni nessuna azienda che si ispiri a criteri di sana amministrazione può sopravvivere se non indebitandosi oltre misura e così compromettendo i margini della necessaria redditività del lavoro di impresa.
I sindacati lo sanno ma fanno finta di non saperlo e, per non affrontare di petto il governo regionale, mettono in agitazione il personale delle case di cura e lo portano a protestare sotto le prefetture. E’ una ginnastica sindacale che non porta da nessuna parte, che penalizza ulteriormente i dipendenti delle case di cura e che consente ai sindacati di sottrarsi alle loro concrete responsabilità.
Il Presidente dell’AIOP non gioca su “due tavoli” e non cavalca né strumentalizza la protesta dei lavoratori, semmai fa proprie le giuste rivendicazioni dei lavoratori senza dei quali le case di cura non potrebbero operare.
Bisogna uscire dagli equivoci e abbandonare vecchi schemi del ruolo del sindacato. Qui non ci sono “padroni” e lavoratori ma imprenditori e strutture aziendali che, operano in un settore delicatissimo qual è quello della sanità.
L’AIOP per conto dei titolari delle case di cura ha parlato chiaro e ha dato la disponibilità a che la Regione provveda mensilmente, con anticipazioni di cassa, a far pervenire alle AS l’equivalente degli stipendi da pagare ai dipendenti delle case di cure.-
Dette anticipazioni verranno conguagliate in sede di liquidazione dei crediti periodicamente maturati dalle case di cura.
Una soluzione semplice e definitiva che non risolve il contenzioso fra case di cura, AS e Regione ma certamente mette al riparo i lavoratori e le loro famiglie dai disagi del mancato pagamento degli stipendi.
Al riguardo vorrei una risposta netta e precisa dai rappresentanti sindacali, senza divagazioni e furberie per non affrontare il problema. Che minaccino di mantenere in agitazione il personale non mi sorprende, convinto come sono che non vogliono affrontare il problema là dove nasce, cioè nel cuore del governo regionale e, più precisamente, nell’assessorato alla sanità.
Se i sindacati intendono continuare con un’agitazione inconcludente e puramente dimostrativa, si accomodino pure ma non fanno gli interessi dei lavoratori ma i propri.
Quanto all’AIOP lunedì prossimo terrà a Catanzaro una conferenza stampa per contestare al governo regionale le colpevoli inadempienze di cui si è reso responsabile nei confronti dell’ospedalità privata chiamata sempre più frequentemente ad un ruolo di supplenza rispetto alle inefficienze dell’ospedalità pubblica.”

In arrivo la tessera sanitaria, le prime due consegnate al presidente Loiero e all’ass. Lo Moro

28/02 Arriva in Calabria la tessera sanitaria. Le prime due saranno consegnate domani, nel corso di una sobria cerimonia che si svolgerà nella sede della Giunta regionale, al presidente Agazio Loiero e all’assessore alla Salute Doris Lo Moro. Nei prossimi giorni la distribuzione vera e propria della card agli oltre due milioni di calabresi che la riceveranno direttamente a casa. La tessera sanitaria viene assegnata dall’Agenzia delle entrate e dalla Sogei, in collaborazione con la Regione, a ogni assistito del Servizio sanitario nazionale intestatario di codice fiscale. La carta, che contiene i dati anagrafici e il codice fiscale anche su banda magnetica e in formato a barre, è valida sull’intero territorio nazionale e permette di ottenere prestazioni sanitarie pubbliche nei Paesi dell’Unione europea oltre che in Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein. La tessera, infatti, riporta sul retro i dati che la qualificano tessera europea di assicurazione malattia (Team), documento che dal 1° gennaio 2006 ha sostituito i modelli cartacei. L’assistito mostrerà la tessera al medico di famiglia, al pediatra, ai medici delle aziende sanitarie, degli ospedali e delle strutture convenzionate affinché possano leggere il codice fiscale e trascriverlo sulla nuova ricetta medica contenente la prescrizione. Il codice fiscale, infatti, deve essere obbligatoriamente riportato sulla ricetta per ottenere le prestazioni sanitarie pubbliche. La tessera sanitaria deve essere esibita, insieme alla ricetta, anche in farmacia, nei laboratori e presso le strutture accreditate. La card non sostituisce il libretto sanitario e il documento che certifica il diritto all’esenzione dal ticket, ma sostituisce a tutti gli effetti il tesserino di codice fiscale. In attesa di ricevere la tessera, che è utilizzabile, inoltre, dalle persone non vedenti grazie alla presenza di caratteri braille in rilievo, i calabresi possono, in via transitoria, fornire al medico il proprio tesserino di codice fiscale. La distribuzione della tessera sanitaria, il cui corretto utilizzo è spiegato in opuscoli informativi a disposizione degli utenti negli uffici dell’Agenzia delle entrate, è il risultato di un’operazione informatica che consente di ottenere dati certi e costantemente aggiornati. Ciò avviene incrociando le banche dati delle otto Aziende sanitarie e dei 409 Comuni della Calabria con quella del sistema informativo dell’anagrafe tributaria.

Presentato il nuovo Policlinico universitario Mater Domini, centro di eccellenza e innovazione

28/02 Eccellenza nell' assistenza sanitaria, ma anche qualita' nella ricerca e nella formazione: sono queste le coordinate del disegno strategico, in via di compimento, posto a base della realizzazione del Policlinico universitario di Catanzaro. La struttura, tecnologicamente avanzata e per la realizzazione della quale sono gia' stati spesi oltre tre milioni di euro a fronte degli otto previsti, e' stata presentata stamani dal presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, dal rettore, Salvatore Venuta, dagli assessori regionali alla Salute, Doris Lo Moro, e alla Cultura e Pubblica istruzione, Sandro Principe. Presenti, inoltre, il preside della Facolta' di Medicina, Francesco Costanzo, il direttore generale dell' azienda sanitaria, Anna Rosalba Buttiglieri e il presidente della Fondazione Tommaso Campanella, Anselmo Torchia. Il nuovo policlinico, realizzato su una superficie totale pari a oltre 44 mila metri quadri e che sara' completato nel 2008, avra' una dotazione di 306 posti letto con sale degenza dotate di confort. Ogni singolo posto letto sara' collegato telematicamente con la rete dell' ateneo. Di alto livello saranno anche le attrezzature come il tomografo Pe/Ct, il sistema Ris/Pacs, l' acceleratore lineare 6 mv, le Gamma Camere. ''La Regione crede molto nell' Universita' - ha detto Loiero - e, anche se c' e' stato un periodo di rodaggio, noi interpretiamo questa come una sfida grande. Dobbiamo tenere presente che la possibilita' di essere curati che e' prevista dalla nostra Costituzione e' qualcosa che, purtroppo, specie nel Mezzogiorno e' un diritto che sembra in grande parte eluso. Tutto cio' pur essendoci una possibilita' paritaria di accesso negli ospedali, di fatto c' e' una differenza che e' abnorme perche' la medicina moderna si avvale di ricerca e innovazione ma anche di mezzi diagnostici che non sono reperibili dappertutto''. ''Ci accingiamo con una fiducia immensa - ha detto ancora Loiero - a guardare all' operativita' di questa struttura sia per quanto riguarda la ricerca sia per quanto riguarda lo spicchio importante di assistenza. Abbiamo accelerato sui tempi proprio per mettere a disposizione dell' intero territorio calabrese un polo d' eccellenza che sia d' integrazione con le altre strutture sanitarie, evitando anche di creare doppioni inutili e sperequazioni che un territorio debole come la Calabria non puo' permettersi''. ''L' 8 marzo - ha detto il rettore Venuta - si apre una delle migliori strutture sanitarie del nostro Paese, progettata e costruita per l' eccellenza nella sanita', nella ricerca e nella formazione. Inizia una grande sfida che riguarda uno dei diritti fondamentali della persona, la salute e uno dei settori dove e' piu' continuo lo sviluppo innovativo e la competizione industriale, dove e' piu' largo l' investimento economico a livello mondiale. Noi non vogliamo che la Calabria rimanga indietro in questa sfida. Vogliamo anzi che questa sia l' occasione per dimostrare tutte le qualita' positive di questa terra, capace di confrontarsi da pari a pari con ogni altro territorio in un settore di cosi' grande valore sociale e complessita' tecnologica e professionale''. Per Venuta ''il Policlinico Mater Domini e la Fondazione Campanella sono le strutture operative che Regione e Universita' hanno insieme istituito per sviluppare una sanita' di eccellenza, strutture diverse negli obiettivi assistenziali e nelle forme organizzative, ma accomunate dall' integrazione tra ricerca e assistenza e fortemente sinergiche nei servizi ai cittadini e nell' uso delle risorse strutturali e tecnologiche''. ''Quello dell' 8 marzo - ha sostenuto l' assessore Lo Moro - e' un appuntamento atteso, ma che appena qualche mese addietro non era per niente scontato che si facesse. Per questo sono profondamente soddisfatta per lo sforzo compiuto congiuntamente dalla Regione e dall' Universita' per accelerare i tempi e non gravare sulla salute della cittadinanza. Il policlinico e' una struttura d' eccellenza che viene messa a disposizione dei calabresi. Una risposta compiuta e importante che si deve radicare e che deve essere immediatamente fruibile per mettere fine all' emigrazione sanitaria. Questa prima sfida l' abbiamo vinta. Ora, in una regione ricca di campanilismi, bisogna vincere la scommessa di mettere questa struttura a disposizione dell' intero sistema sanitario calabrese''. Per l' assessore Principe ''la societa' della conoscenza rende necessario un impegno in ricerca e innovazione. Il perno di questa attivita' sono le Universita'. E, grazie agli impulsi del presidente Loiero, l' 8 marzo puo' essere la data fondativa di una nuova Calabria''.

Gallo: Importante l’apertura dell’Hospice di Cassano

28/02 ''La data di domani, con l'apertura ufficiale dei battenti dell'Hospice, restera' un punto fermo nella storia del presidio Ospedaliero di Cassano Ionio''. e' quanto sostiene in una nota il sindaco di Cassano allo Jonio, Gianluca Gallo. ''In questa occasione - ha aggiunto - alle parole e agli impegni assunti dal direttore generale Giuseppe Carbone, sia durante i lavori del consiglio comunale 'aperto' sulla sanita' a Cassano e sia nel corso della conferenza stampa tenutasi presso la sede dell'Azienda Sanitaria di Rossano, sono seguiti i fatti concreti. Da domani il Centro Residenziale di Cure Palliative e Terapia del Dolore di Cassano, unico in Calabria, sara' una realta'. Funzionera' a regime. Assicurera' attivita' di ricovero a ciclo continuo, di day hospital medico e chirurgico per la terapia invasiva del dolore e il posizionamento di sistemi di accesso venoso e prestazioni ambulatoriali''. ''Dopo l'abbandono del dottor Giovanni Nicotera - ha proseguito Gallo - chiamato al vertice della direzione sanitaria dell'Annunziata di Cosenza, la direzione dell'Unita' Operativa Hospice e' stata affidata al dottor Angelo Pomillo, responsabile del reparto di oncologia di Rossano. L'amministrazione comunale continuera' a stimolare l'attivita' dell'azienda sanitaria di Rossano al fine di concretizzare anche gli altri obiettivi in cantiere: il potenziamento del Poliambulatorio e l'insediamento presso il nosocomio dei posti rene per la cura delle decine di dializzati locali costretti a difficoltosi trasferimenti presso altre realta' del circondario per sottoporsi alla terapia''.

Diritti Civili richiede il ripristino di fisioterapia domiciliare all’AS di Paola

28/02 Il Movimento Diritti Civili rivolge un appello al presidente della Regione, Agazio Loiero, e all'assessore regionale alla Sanita', Doris Lo Moro, affinche' intervengano per eliminare i disagi che ''stanno vivendo molti giovani disabili e persone anziane del Tirreno cosentino per la sospensione, da oltre due mesi, da parte dell'Asl di Paola, del servizio di fisioterapia domiciliare''. ''Nei comuni che fanno parte dell'Asl di Paola - sostiene il leader di Diritti Civili, Franco Corbelli - si sta verificando un fatto gravissimo che sta arrecando gravi disagi e sofferenze a tanti poveri malati. In diversi casi si tratta di persone disabili costrette a vivere su una sedie a rotelle, da quando sono nate. L'Asl di Paola da due mesi ha sospeso il servizio di fisioterapia domiciliare ai disabili, ad anziani e a quanti ne hanno diritto e bisogno. Queste persone, che hanno una necessita' assoluta della fisioterapia per alleviare in qualche modo le loro sofferenze, sono state abbandonate e private di un'assistenza indispensabile. Chi usufruisce di questo servizio di fisioterapia a casa e' gente che non puo' spostarsi da casa, come hanno accertato una serie di ripetute visite fiscali. Questi pazienti, bisognosi di cure, sono lasciati da soli. Questo naturalmente sta comportando loro notevoli problemi e dolori ai muscoli e alle ossa''. ''Conoscendo - ha concluso - e apprezzando la sensibilita' del presidente Loiero verso le persone piu' povere, emarginate e gli ammalati confidiamo in un suo pronto intervento per la risoluzione del problema. La stessa cosa ci auguriamo che faccia l'assessore Lo Moro che invitiamo a recarsi presso l'Asl di Paola''

I sindacati chiedono puntualità nei pagamenti alle case di cura private

27/02 Sulla vertenza “Case di cura private” non è ancora detta l’ultima parola. Fps Cisl e Cgil Fp accusano il colpo assestatogli dal presidente dell’Aiop Enzo Paolini. E gli restituiscono pan per focaccia. <I soldi non fanno la felicità>, ironizza il Segretario generale della Fps Cisl Ugo De Rose, <siamo soddisfatti che la Regione abbia accreditato 10 milioni di euro per le spettanze degli operai, abbiamo fatto un passo avanti. Ma non abbiamo raggiunto il traguardo ovvero l’istituzione di misure finalizzate a garantire, in futuro, la puntualità degli stipendi>. L’Fps Cisl e la Cgil Fp sottolineano che <il presidente Paolini ha un fare camaleontico. Prima dell’arrivo dei fondi>, dichiarano, <ha marciato sotto la nostra bandiera, a fianco dei lavoratori e contro i ritardi della Regione. Raggiunto l’obbiettivo ci ha “liquidati” con qualche condanna di troppo, trasmigrando nell’altra barricata. Ci accusa di “speculare sulle difficoltà dei lavoratori per acquisire visibilità”. Si vanta di avere tutelato gli interessi dei suoi dipendenti meglio dei rappresentanti sindacali che avrebbero, a suo dire, le idee confuse. Ma non è lo stesso Paolini che gioca su due tavoli a seconda della “mano” più fortunata? È in grado di vincere le “tentazioni” del suo duplice ruolo di presidente dell’Aiop e presidente del Consiglio d’Amministrazione della “Villa degli Oleandri”?>. I sindacati mantengono <lo stato di agitazione per dare visibilità permanente ai nostri iscritti affinché non si ripeta il dramma patito in questi mesi. Non è piacevole>, rimarcano, <lavorare a fondo perduto e con le tasche vuote. Cosa accadrà per le future spettanze? Dovremo riscendere in piazza? E Paolini si schiererà di nuovo al nostro fianco?>. <Costui>, argomentano i sindacati, <ha tratto giovamento da striscioni e megafoni senza i quali non sarebbe andato tanto lontano. Chi, allora, ha peccato di strumentalizzazione?>. Fps Cisl e Cgil Fp chiedono: <Un tavolo di concertazione aperto con l’assessorato regionale alla Sanità per stabilire regole e garanzie a lunga scadenza. La Regione deve sintonizzare le Asl locali sulle frequenze delle medesime direttive>. <Se il meccanismo economico fra Aiop e Regione si inceppa non è affar nostro> sentenziano i rappresentanti sindacali. <Lottiamo per una riqualificazione razionale e complessiva del sistema sanitario locale che non piove dal cielo, non si determina con provvedimenti tampone, né con finanziamenti al contagocce tanto per levarsi l’impiccio. Che fine ha fatto la rivisitazione del Piano sanitario regionale sventolato dall’attuale Giunta nella scorsa campagna elettorale?>. L’Fps Cisl e la Cgil Fp, infine, premono sull’istituzione <di un canale preferenziale per l’erogazione degli stipendi che spezzi il circolo vizioso del disservizio>.

Cgil-Cisl-Uil “Negativa l’erogazione diretta dei famaci. Sconcertante che sia sostenuta dall’assessore”

27/02 La Filcem-Cgil, la Femca-Cisl e la Uilcem-Uil, in una nota, considerano ''sconcertante che all'interno dell'Assessorato Regionale alla Sanita' ci sia chi sostiene, in modo puerilmente nascosto, l'erogazione diretta dei farmaci guardandosi bene dall'assumere la responsabilita' tecnica e politica di tale scelta, fomentando iniziative territoriali scomposte''. Le organizzazioni sindacali sotengono inoltre che ''taluni settori amministrativi di comprovata incapacita' a contenere la spesa farmaceutica si ripropongono, con particolare solerzia, pervicacia e con zelo, come paladini della buona gestione e del corretto uso dei farmaci. L'Asl 3 di Rossano quando lascia intendere che con la distribuzione diretta dei farmaci effettuata attraverso l'ospedale risparmierebbe il 50% rispetto a quanto e' ''costretta'' a pagare alle farmacie dimostra di non conoscere quanto paga i farmaci in ospedale e quanto rimborsa alle farmacie, oppure mente sapendo di mentire. I principali responsabili della perdita di controllo della spesa farmaceutica sono proprio i responsabili di servizi specifici che pur disponendo ogni mese dei dati di spesa nulla hanno fatto per contenere lo scempio di risorse pubbliche ed impedire gli abusi''. ''L'erogazione dei farmaci effettuata dagli ospedali - prosegue la nota - ha un costo piu' elevato per le Asl; comporta gravi disagi per gli ammalati che devono recarsi presso le farmacie degli Ospedali per ritirare i farmaci di cui hanno bisogno; gli orari e i giorni nei quali gli ammalati potranno prelevare i farmaci saranno notevolmente ridotti rispetto a quelli ''garantiti'' oggi dalle farmacie private. Erogare i farmaci attraverso l'Ospedale vuol dire quindi aumentare i costi, diminuire il servizio agli utenti , perche' la farmacia dell'Ospedale e' aperta solo alcuni giorni e per poche ore al giorno, erogare solo i farmaci che l'Ospedale acquista e non tutti i farmaci come oggi avviene, creare le liste di attesa anche per ottenere i farmaci di cui l'ammalato necessita. Sarebbe infatti opportuno svolgere le funzioni di controllo delle prescrizioni e di farmacovigilanza che le Asl sono chiamate a svolgere e che al momento rappresentano il momento di maggiore criticita' dell'assistenza sanitaria in Calabria. La nuova Giunta dal suo insediamento che la riduzione della spesa sanitaria debba iniziare con l'abbattimento dei ricoveri impropri o a rischio di inappropriatezza e dei viaggi della salute o della emigrazione sanitaria; che la riduzione della spesa farmaceutica debba avvenire intervenendo presso l'ordinatore di spesa - il medico prescrittore - e dallo sviluppando l'uso dei farmaci generici''. ''Abbiamo presentato - sostengono le tre organizzazioni sindacali - delle proposte di contenimento della spesa farmaceutica sin dal mese di giugno 2005, ha sottoscritto un protocollo di intesa di regolamentazione dell'informazione scientifica del farmaco che ha come principale finalita' il controllo ed il contenimento della spesa farmaceutica ancora al vaglio dell'Assessorato alla Sanita' e degli stessi responsabili della spesa, che ancora non hanno fatto pervenire alcuna risposta alle parti proponenti , dimostrando, di fatto, di non essere affatto interessati al reale contenimento della spesa , ma di essere piu' preoccupati a non scontentare l'industria farmaceutica invece che gli ammalati e i cittadini''. La Filcem-Cgil, la Femca-Cisl e la Uilcem-Uil preannunciano che ''ricorreranno - concludono - a tutti gli strumenti di lotta affinche' l'Assessore Lo Moro rispetti gli accordi vigenti ed il protocollo d'intesa sottoscritto nel novembre 2005 ed ancora non onorato e che determinazioni di comodo , assunte da pessimi dirigenti e politici inadeguati, danneggino pazienti e lavoratori, che a causa di cattive gestioni potrebbero pagare sulla loro pelle''

Osservatorio sulla sanità di DL: “Ridefinire i siti dell’elisoccorso”

23/02 ''Come succede ormai da piu' tempo, assistiamo specie negli ultimi giorni del mese di dicembre, di ogni anno, alla querelle della firma dei contratti delle case di Cura accreditate, ricadenti nella sfera di competenza dell'Asl 4 di Cosenza''. E' quanto scritto in una nota dell'Osservatorio sulla Sanita' della Margherita. ''Anche alla fine del 2005 - prosegue la nota - si e' verificato una sorta di assalto alla diligenza, per cercare di chiudere, sul filo di lana, i contratti riguardanti le case di Cura accreditate. Ci si trova di fronte, immancabilmente, ad una situazione nella quale, le regole vengono scritte alla fine del percorso, con la conseguenza che spesso si da' vita a pericolosi contenziosi nei quali l'Azienda Sanitaria ha tutto da perdere. Qualcuno deve spiegarci, soprattutto l'Associazione che rappresenta le case di Cura, come mai questo stato di cose si perpetua da troppo tempo, senza che nessuno solleciti la definizione dei contratti ad inizio anno e non alla fine. Ci auguriamo, che quest'anno le parti si siedano intorno ad un tavolo per tempo, per definire al piu' presto , budget e prestazioni da acquisire. Non e' piu' possibile che l'attivita' dell'azienda sanitaria di Cosenza, la piu' popolosa per numero di utenti della Calabria, e le energie dei suoi Vertici siano quasi esclusivamente dedicate a dipanare il contenzioso delle Case di Cura accreditate; questa situazione, non va dimenticato, e' figlia della scellerata gestione della sanita' calabrese da parte del centrodestra''. ''Il dibattito - e' aggiunto - e' inoltre in questi giorni animato dalla decisione dell'assessorato alla salute di individuare nei siti di Lamezia e di Crotone le sedi dei due servizi di elisoccorso; siamo pienamente d'accordo con l'assessore Lo Moro che la scelta effettuata deve essere priva di condizionamenti campanilistici, anche se, ci riesce difficile comprendere come i due siti siano stati individuati, tenendo conto specificatamente, degli aspetti legati alla allocazione degli stessi all'interno di aree aeroportuali e quindi, per questo motivo, a detta dell'assessorato, in condizioni di massima sicurezza; la distribuzione della popolazione delle varie province calabresi e' a nostro avviso, anch'esso un indice importante e, a nostra memoria, mai si e' determinato il minimo rischio di incidenti quando la postazione era presso il presidio ospedaliero dell'Annunziata di Cosenza; siamo fiduciosi che, cosi' come affermato dall'assessore Lo Moro, questa decisione possa essere rivista nel tempo in modo da ridefinire siti che possano risultare piu' idonei sia per la provincia di Cosenza sia per quella di Reggio Calabria''.

In Calabria tasso minore di tumori al seno

23/02 In Italia, ogni anno, si registrano 35.000 nuovi casi di tumore al seno, pari a 102 casi ogni 100.000 donne. Quanto alla diffusione regionale, i livelli piu' bassi si riscontrano in Calabria (74,5 per 100.000 donne), mentre quelli piu' alti in Lombardia. I dati, relativi al Rapporto Osservasalute 2005 dell'Universita' Cattolica, sono stati ricordati oggi dagli esperti in occasione dell'inaugurazione del nuovo Centro di senologia del Policlinico Gemelli. Il tumore del seno e' quello piu' frequente nelle donne dei Paesi occidentali, per le quali il rischio di ammalarsi nel corso della vita giunge fino al 10-11% (una donna su cento si ammala entro i 45 anni, 2 su cento entro i 50 anni e altre 7-8 su cento tra i 50 e gli 80 anni). In Italia si ammalano ogni anno circa 35.000 donne, corrispondenti al 20-25% di tutti i tumori maligni femminili; ne muoiono 11.000 e 300.000 donne sono quelle che hanno avuto in passato una diagnosi di cancro mammario, di cui quasi la meta' negli ultimi 5 anni. Le differenze dei tassi di incidenza tra le Regioni italiane sono consistenti, con 115-120 casi per 100.000 donne nel Nord, 100-110 nel Centro e 75-80 per 100.000 donne nel Sud. Il rischio e' quindi di circa il 50% piu' alto per le donne del Nord rispetto alle donne del Sud Italia. Questa l'incidenza per il tumore della mammella per regione (anno 2001):
REGIONI NUOVI CASI TASSO (per 100.000)
Piemonte 3200 117,8
V. D'Aosta 100 126,5
Lombardia 6500 117,3
Trentino A.A. 600 115
Veneto 3100 114,5
Friuli V.G. 900 117,4
Liguria 1350 114,4
Emilia R. 2850 108,5
Toscana 2400 103,9
Umbria 600 106,4
Marche 1000 106,5
Lazio 3400 107,4
Abruzzo 800 104,3
Molise 200 105,2
Campania 2300 78
Puglia 1700 77,8
Basilicata 250 76
Calabria 800 74,5
Sicilia 2200 77,8
Sardegna 750 81,6
ITALIA 35.000 101,7.

Gli ambulatori privati proclamano lo stato di agitazione. Convocata un assemblea a Lamezia

22/06 Gli ambulatori privati accreditati hanno proclamato lo stato di agitazione ''per protestare - e' detto in un comunicato - contro la scarsa attenzione nei loro confronti da parte della Regione''. Per domani, tra l' altro, un' assemblea regionale e' stata convocata a Lamezia Terme dall' Anisap, l' Associazione nazionale istituzioni sanitarie ambulatoriali private della Calabria. All' ordine del giorno dell' assemblea, e' detto in un comunicato, ''le problematiche per le quali l' intera categoria delle strutture private accreditate (laboratori di analisi, studi di radiologia, Tac, risonanza magnetica, centri di fisiokinesiterapia e specialisti a visita come ginecologi, cardiologi ed odontoiatri, ecc.) hanno proclamato lo stato di agitazione. La scadenza per l' entrata in vigore degli ulteriori requisiti previsti dal Piano sanitario regionale ha allarmato la categoria; non e' stata formata la commissione prevista dal piano sanitario regionale e di cui devono fare parte le associazioni di categoria; si vogliono effettuare i controlli solo sulle strutture private accreditate e si vogliono graziare le strutture pubbliche nessuna delle quali ha, non solo gli ulteriori requisiti previsti dal piano, ma spesso neppure i requisiti minimi previsti a livello nazionale tra cui l'abbattimento delle barriere architettoniche. Si sta procedendo alla ripartizione del fondo regionale senza alcuna concertazione, cosi' come previsto dalla legge regionale 30 del 2003. Molte Asl, inoltre, stanno elaborando i piani di attivita' senza alcuna concertazione con le associazioni di categoria. Malgrado le continue promesse di risoluzione del problema, il debito pregresso non viene pagato e le strutture ambulatoriali si trovano in una situazione economica drammatica, pressati dalle banche e dai fornitori ed a rischio di usura. Se si escludono alcuni incontri con il Direttore generale dell' assessorato e con alcuni funzionari per risolvere alcuni problemi strettamente tecnici, nessun cenno da parte dell' assessore Doris Lo Moro ai problemi, alle esigenze e, soprattutto, alle proposte dell' Anisap per la riforma delle attuali leggi che disciplinando il settore della specialistica ambulatoriale e di promulgazione di quelle di cui la Calabria e', da sempre, carente. L' inerzia dell' assessorato ostacola ed impedisce la buona attivita' delle strutture specialistiche in favore dei cittadini. Incertezza e precarieta' caratterizzano la giornata delle strutture accreditate calabresi''. Secondo l' Anisap, ''in Calabria si spende troppo per i ricoveri, troppo per i farmaci, troppo per il mantenimento di strutture inutili, ripetitive, retaggio storico di presidi sorti per esigenze clientelari e oggi difesi da movimenti campanilistici che poco hanno a che fare con le esigenze del malato. Di contro si spende circa il 25% in meno, rispetto alla media nazionale, per le strutture ambulatoriali private''. ''Come strutture private accreditate - conclude la nota - chiediamo che la svolta promessa da parte del Presidente della Regionwe Loiero, in occasione delle elezioni dello scorso anno, nell' assemblea organizzata dall'Anisap a cui ha partecipato e intervenuto, sia mantenuta''

Cubello (CISL) “Condividiamo le dichiarazione di De Sena sui rischi della sanità”

22/02 ''Le dichiarazioni del prefetto De Sena nell' intervista al Sole 24 ore sono condivise dalla Cisl Funzione Pubblica e nel contempo rassicuranti rispetto al ruolo che deve svolgere lo Stato, perche' individuano con lucidita' i mali e propongono le soluzioni nella lotta alla criminalita' organizzata ed i rischi che la Sanita' diventa sempre piu' appannaggio degli interessi delle cosche''. A sostenerlo e' stato il segretario generale della Cisl-Fp, Domenico Cubello. ''In particolare - ha aggiunto - per quanto riguarda la sanita' l' analisi e' corretta e vanno attivati i meccanismi di controllo dell' acquisizione di beni e servizi, di appalti, esternalizzazione e privatizzazioni perche' si prestano a business redditizi di facile appannaggio da parte della stessa criminalita' organizzata. Dalle affermazioni del prefetto De Sena condivise, non si puo' dedurre come afferma l' assessore alla Sanita', Lo Moro, che chi, e noi Cisl fra questi, non condivide il merito di alcune soluzioni prospettate per riorganizzare ed ottimizzare il Servizio sanitario regionale di fatto possono contribuire a sostenere una cultura che 'fa comodo' alla criminalita' organizzata. Sostenere quindi la rivisitazione del servizio dell' elisoccorso al di fuori di un progetto complessivo dell' emergenza che serve; allo spostamento dei reparti universitari senza sostenere con forza, determinazione e immediatezza il trasferimento dell' Azienda Mater Domini al Campus di Germaneto ed in questa ottica valutare l' impatto della ristrutturazione dell'attuale Azienda Pugliese-Ciaccio sono soluzioni che non lasciano intravedere una strategia chiara e di prospettiva sono posizioni che possono condizionare le scelte future''. ''Noi di Piano sanitario - ha proseguito Cubello - conosciamo ancora quello approvato dalla maggioranza di centrodestra che non condividiamo perche' non prevede atti di discontinuita' gestionale ne' scelte cogenti di razionalizzazione del Sistema. Noi non siamo d' accordo perche' il sistema e' ingessato dalle piu' di 40 strutture ospedaliere pubbliche e dallo stesso numero di strutture private che vanno drasticamente ridimensionate perche' non hanno risposte ottimali per la sanita' territoriale e distrettuale. Chi non condivide queste scelte e indicazioni non puo' essere tacciato come portatore di 'reazione orientata che sostiene interessi deviati che sono quelli della malavita e della criminalita' organizzata che possono condizionare gli orientamenti anche in maniera sommersa, senza manifestarsi in maniera visibile, ma con forza sufficiente per incidere sulle opinioni'. Tutto questo e' da contestare perche' mette in discussione il diritto di critica e di opinione espresso in maniera trasparente''. ''Per il rilancio del sistema sanitario - ha sostenuto Cubello - noi della Cisl vogliamo impegnarci e spenderci attraverso il confronto e la condivisione delle politiche sanitarie e di organizzazione dei servizi e che vanno fatte attraverso scelte di programmazione frutto del percorso democratico. Rinnovare ed innovare non e' togliere cio' che e' vecchio, ma eliminare tutto cio' che e' inutile. Non ci sembra che questa strada sia stata intrapresa. L' altra affermazione come modalita' politica di lotta alla criminalita' organizzata e coinvolgimento delle istituzioni a tutti i livelli dei corpi intermedi e della societa' civile organizzata individuata dal prefetto De Sena e' la concertazione. Al di la' della previsione programmatica e della condivisione a parole non ci sembra una modalita' praticata dalla Giunta regionale e dell' assessore regionale alla Sanita'''.

Cherubino: La Lo Moro si confronti con le richieste della locride

22/02 ''E' necessario e indifferibile che l'Assessore Regionale alla Sanita', Doris Lo Moro, scenda nella Locride per confrontarsi con i rappresentanti istituzionali e politici del territorio, sul tema della riorganizzazione del sistema sanitario locale''. E' quanto sostiene in una nota il consigliere regionale e capogruppo di Unita' Socialista-Sdi, Cosimo Cherubino, circa la vicenda del nuovo servizio di elisoccorso. ''Occorre - ha aggiunto - l' apertura di un tavolo di confronto tra Regione e attori del territorio al fine di trovare una sintesi dei vari e divergenti punti di vista. Nel momento in cui uniti dal comune obiettivo di difendere gli interessi dell'utenza locridea, ci siamo ritrovati, consiglieri regionali di opposte appartenenze politiche e amministratori locali, a ergerci contro quella che si profila come l' ennesima spoliazione della sanita' della fascia jonica reggina, siamo stati accusati ingiustamente di fare 'campanilismo tout-court'. Mi sembra riduttivo e offensivo derubricare ad una mera difesa di interessi di bottega, questa presa di posizione che in realta' muove soltanto dall' esigenza di non mortificare una volta di piu' il diritto alla salute e alla fruizione di strutture sanitarie, dei cittadini della Locride''. ''Nessuno vuole - ha proseguito Cherubino - screditare il lavoro che Doris Lo Moro sta portando avanti nella razionalizzazione delle risorse della sanita' calabrese e non sta certo a noi discettare di questioni tecniche, ma come ho gia' avuto modo di ribadire, laddove sussiste un gap di funzionalita' occorre intervenire per colmare le lacune ed eliminare gli elementi di criticita' e non certo usare cio' a mo' di pretesto per penalizzare ulteriormente il sistema sanitario della Locride. Non posso non ricordare che anche in merito al futuro di alcuni reparti dell'ospedale di Siderno, l'assessore regionale alla Sanita', aveva manifestato forti perplessita' anche in quel caso solo perche' essi presentano manchevolezze strutturali. Ritengo pertanto che chiunque abbia un minimo di buon senso e ragionevolezza, non possa non convenire sulla necessita' che prima di apportare drastici tagli alla logistica sanitaria, l'assessore regionale debba contestualizzare gli effetti delle sue decisioni e rendersi conto cioe' delle ripercussioni negative che lo smantellamento dell' elisoccorso di Locri, ad esempio, potrebbe arrecare ad un' utenza, quella locridea, costretta gia' a fare i conti con un' offerta sanitaria deficitaria, in un territorio che da anni paga peraltro un prezzo salatissimo ai cosiddetti 'viaggi della speranza'''. ''La Giunta Loiero - ha concluso - ha sempre asserito di voler agire in discontinuita' con la precedente amministrazione regionale che piu' volte aveva bistrattato e trascurato la provincia di Reggio: se si vuole tener fede a questo principio, come io penso, allora e' auspicabile che la Lo Moro, sulla questione della riorganizzazione sanitaria della Locride, prima di procedere negli interventi operativi, chiami al confronto gli attori del territorio in un tavolo di discussione da cui possa scaturire una pianificazione ''dal basso'' pienamente condivisa e in grado di soddisfare un doppio ordine di ragioni: l¿ottimizzazione delle risorse e la salvaguardia del diritto alla salute delle popolazioni''.

I dipendenti delle cliniche private manifestano a Cosenza. L’ASL annunzia il pagamento di 10 milioni di euro. L’Aiop condanna la manifestazione

21/02 L'azienda sanitaria di Cosenza ha provveduto all'erogazione dei fondi destinati alle case di cura private ricadenti nel territorio di sua competenza, secondo quanto concordato lo scorso 7 febbraio in assessorato con i rappresentanti dell'ospedalita' privata e con le Asl. Lo rende noto l'assessorato regionale alla sanita' della regione Calabria, in riferimento alla protesta dei dipendenti di alcune delle cliniche interessate. ''Si tratta - e' scritto in una nota - di 10 milioni di euro gia' disponibili nelle banche. L'assessorato esprime l'auspicio che questo adempimento serva a garantire il reddito dei lavoratori, la cui opera e' essenziale ai fini di una sanita' efficiente''.
''E' da condannare, senza attenuanti, la manifestazione di protesta voluta e inscenata dai responsabili sindacali contro le case di cura contravvenendo ad accordi sottoscritti e rispettati''. A sostenerlo e' stato Enzo Paolini, presidente dell' Aiop, Enzo Paolini. ''Come conferma l' assessore regionale alla sanita' in un suo comunicato ufficiale - ha aggiunto Paolini - le case di cura di Cosenza hanno ricevuto dalla Regione, in conto spettanze 2005, l’accredito di 10 milioni di euro con i quali si è provveduto a pagare gli stipendi ai lavoratori delle case di cura. Erano questi gli impegni assunti di fronte al Prefetto di Cosenza e questi impegni sono stati rispettati.-
E’ del tutto evidente che, per ragioni estranee agli interessi dei lavoratori delle case di cura, i rappresentanti sindacali speculano sulle difficoltà che attraversano i lavoratori e le loro famiglie, di fatto sottraendosi alle loro responsabilità.-
L’AIOP rivendica di aver tutelato e difeso i diritti e gli interessi dei lavoratori più di quanto abbiano fatto i rappresentanti sindacali, alla ricerca di una visibilità e di un ruolo che viene sempre più frequentemente messo in discussione. Come AIOP abbiamo le carte in regola ed abbiamo preso in considerazione la richiesta dei lavoratori di avere garantito mensilmente e con continuità il pagamento degli stipendi.-
In tal senso abbiamo già dato la nostra disponibilità alla Regione ad effettuare mensilmente, sotto forma di anticipazione di cassa, il versamento della somma equivalente agli stipendi da pagare, da compensare in una fase successiva.-
Non ci risulta che i rappresentanti sindacali fino ad oggi abbiano sostenuto presso l’assessorato regionale tale disponibilità dell’AIOP. Nei prossimi giorni l’AIOP promuoverà una serie di incontri diretti con il personale delle case di cura per dimostrare ancora una volta che più vicini ai loro problemi sono i datori di lavoro e meno che mai i rappresentanti sindacali che cercano di coprire con manifestazioni montate ad arte l’inconcludenza delle loro posizioni.-

I sindacati ai sindaci del territorio AS3 “Garantire l’assistenza farmaceutica agli ammalati”

21/03 La Filcem-Cgil, la Femca-Cisl e la Uilcem-Uil, che rappresentano i circa 1000 informatori che operano in Calabria hanno sottoscritto il 3 gennaio 2003 il protocollo di intesa con il quale si garantiva una riduzione della spesa dei farmaci, in una nota hanno rivolto un invito ai Sindaci dei Comuni del territorio dell'Asl 3 di Rossano ad intervenire ''affinche' siano realmente garantiti livelli accettabili di assistenza farmaceutica ad ammalati, ad anziani e alle famiglie''. ''La direzione generale dell'Asl di Rossano - prosegue la nota - ha riproposto la distribuzione diretta dei farmaci da parte della farmacia ospedaliera per ridurre la spesa farmaceutica, sostenendo che la distribuzione diretta dei farmaci da parte degli ospedali porterebbe ad un risparmio del 50 % della spesa farmaceutica. Non e' assolutamente vero che se l'Asl acquista i farmaci risparmia il 50 % e non e' vero che se l'Asl distribuisce i farmaci direttamente ottiene un risparmio, ma, documentatamene, gli costa piu' caro. Peraltro, proprio la Regione Calabria ha in passato piu' volte evidenziato che l'erogazione diretta ha dei costi di gestione tanto elevati da rendere economicamente svantaggioso ricorrere a questi falsi strumenti di contenimento della spesa farmaceutica. Questa logica ragionieristica , basata peraltro su analisi dei costi errate, non tiene conto del fattore piu' importante - quale servizio viene offerto ai cittadini attraverso la distribuzione diretta dei farmaci (che ricorda tanto la tessera del pane) effettuata dalle Asl''. ''L'unico tentativo reale - aggiungono i sindacati - di distribuzione diretta dei farmaci e' stato effettuato dall'Asl 8 di Vibo, che prevedeva per l'intera copertura del territorio, la sola distribuzione dalle ore 9,30 alle ore 13,30, da lunedi' a venerdi', presso gli ospedali di Vibo, di Soriano, di Serra S. Bruno e di Tropea. Questo e' il servizio che nella migliore delle ipotesi ci propone chi promuove nelle Asl la distribuzione diretta e, naturalmente, senza alcun risparmio. Insistere su questi temi e' da irresponsabili perche' solo chi non si e' posto il problema puo' immaginare che con poche ore al giorno di distribuzione dei farmaci e solo da effettuare solo nei grossi centri, si possano soddisfare le esigenze dei cittadini dei centri medesimi e di tutti i paesi della Calabria, che per accedere al farmaco dovrebbero spostarsi percorrendo numerosi chilometri e, per la gran parte di loro, utilizzando mezzi pubblici. Le Asl hanno il dovere di pretendere l'appropriatezza della prescrizione e non devono in alcun modo ridurre i livelli di assistenza agli ammalati per mera convenienza''. La Filcem-Cgil, la Femca-Cisl e la Uilcem-Uil non sono disponibili ad ''avallare - conclude la nota - sia pure indirettamente, situazioni confuse e pasticciate, che vanificano gli sforzi raggiunti, danneggiano gli ammalati e mettono in pericolo i posti di lavoro di quanti operano nel settore e tutto cio' a causa di inefficienze operative e posizioni corporative interne alle strutture sanitarie, alle quali poco o nulla interessa della salute dei cittadini e dei posti di lavoro dei circa 2000 addetti all'informazione e alla distribuzione dei farmaci''.

Superprefetto De Sena: “La sanità il nuovo business della ndrangheta”. Lo Moro: “Le sue parole rafforzano le nostre convinzioni”

18/02 La sanita' e' il nuovo business della 'ndragheta. Lo afferma il Prefetto di Reggio Calabria, Luigi De Sena, in una intervista pubblicata stamani dal quotidiano economico "Il Sole 24 Ore". "La sanita' - dice De Sena - e' oggi senza dubbio il settore piu' esposto alle infiltrazioni mafiose. Oggi si puo' affermare che in Calabria il vero reddito criminale costante proviene dalla sanita'. Del resto, con oltre 3 miliardi all'anno di spesa regionale, il 64% del bilancio complessivo, si puo' facilmente capire quali siano gli interessi delle cosche. Le spese per opere pubbliche - dice il superprefetto - hanno un forte margine di aleatorieta', la spesa sanitaria e' invece presente ogni anno nei capitoli regionali di bilancio". L'istituzione di una centrale unica degli acquisti, ipotizzata dalla Giunta regionale, e', secondo De Sena, "una strada che va battuta accanto al costante appoggio degli amministratori che devono risanare i conti e rimettere le aziende sanitarie a regime. Le istituzioni - secondo il Prefetto - debbono garantire nel tempo trasparenza ed efficacia sostanziale nell'aggiudicazione delle gare".
''Le affermazioni di De Sena confermano le nostre consapevolezze ed i nostri orientamenti. Ovviamente, noi non guardiamo alla sanita' dallo stesso punto di vista di un Prefetto, ma le sue parole rafforzano le nostre convinzioni. Introdurre delle innovazioni e' sempre difficile. Bisogna mettere nel conto che quando si e' fortemente innovativi si possono incontrare resistenze ed ostacoli di varia natura''. Lo afferma l' assessore alla sanita' della Regione Calabria, Doris Lo Moro, in riferimento alle dichiarazioni del Prefetto di Reggio Calabria, Luigi De sena, riportate stamani da ''Il Sole 24 Ore'', circa l' interesse della 'ndrangheta verso la sanita'. ''Ci sono - ha aggiunto la Lo Moro - ostacoli culturali al cambiamento che richiedono discussione, condivisione e concertazione. Proprio questa consapevolezza mi fa anche dire che la reazione al cambiamento, in Calabria, puo' essere non dico orientata, ma puo' fare comodo a settori non governabili dalla politica; a interessi deviati, che sono quelli della malavita e della criminalita' organizzata che possono condizionare gli orientamenti anche in maniera sommersa, senza manifestarsi in maniera visibile, ma con forza sufficiente per incidere sulle opinioni. Il fronte della contrapposizione a scelte di cambiamento, in alcuni momenti, puo' essere condizionato dalla presenza criminale. Sotto questo aspetto, penso che un banco di prova importante sara' il varo del nuovo Piano sanitario regionale quando saremo chiamati a compiere scelte coraggiose''. Il rimedio contro l' ingerenza della criminalita' organizzata nel governo della sanita', secondo l' assessore, comporta ''scelte oculate nella nomina degli amministratori delle varie aziende e sostegno alla loro attivita' di rinnovamento da parte di un assessorato che si strutturi anche per essere vigile ed attento a quello che succede. Ma serve anche una riorganizzazione della gestione attraverso una centrale unica per alcuni tipi di acquisti come noi abbiamo riferito di voler fare alla commissione antimafia e come oggi De Sena chiede, accanto ad un osservatorio sui prezzi e ad un servizio ispettivo dell'assessorato sull'attivita' delle aziende sanitarie. Ovviamente - ha concluso Doris Lo Moro - non in senso restrittivo o punitivo, ma in funzione di supporto all' operato della dirigenza delle singole realta' aziendali territoriali''.

AIOP “Gravi affermazioni della Lo Moro”

16/02 Convocata d’urgenza dal Presidente Enzo Paolini, si è svolta a Catanzaro, nella sede dell’AIOP, l’Assemblea dei titolari delle Case di cura con all’ordine del giorno le dichiarazioni rese al quotidiano “Il Domani” di domenica 12 febbraio, dall’Assessore Doris Lo Moro nell’ambito di un Forum redazionale sui problemi della sanità.-
Questa la dichiarazione incriminata dell’assessore Lo Moro “E’ una cosa scandalosa, ad esempio, che in alcune zone ci sono ospedali pubblici dove non si partorisce. Allora intantosi (sic) dare questa risposta nel pubblico. La casa di cura privata che offre questo servizio in maniera massiccia dovrà essere di conseguenza depotenziata? Beh, mi pare ovvio”.-
Al riguardo è stata corale l’indignazione dei titolari di Case di cura che giudicano le parole dell’Assessore Lo Moro irresponsabili nei confronti delle Case di cura che, a fronte delle inefficienze e degli sprechi dell’Ospedalità pubblica, garantiscono, su un piano di parità, servizi e prestazioni di qualità ai cittadini bisognosi di cure. La dichiarazione dell’Assessore Lo Moro viene inoltre giudicata inammissibile in quanto in contrasto con le disposizioni di legge che disciplinano il servizio sanitario nazionale e che riconoscono nella libera concorrenza del mercato l’elemento di spinta per una migliore qualità dei servizi prestati.-
In ogni caso nessuno può mettere in discussione quanto garantito dalla legge e cioè l’assoluta parità di diritti e doveri dell’ospedalità pubblica e dell’ospedalità privata.-
Tanto più gravi sono state giudicate le affermazioni dell’Assessore Lo Moro se si considera che vengono da un ex magistrato cui non dovrebbe sfuggire l’aspetto illegale e discriminatorio di un “depotenziamento” della ospedalità privata, a quanto pare colpevole di essere preferita all’ospedalità pubblica.-
Non era mai accaduto – hanno denunciato i titolari delle case di cura – che un membro del Governo regionale e per di più Assessore alla Sanità, postulasse, come soluzione alle inefficienze ed agli sprechi della Sanità pubblica, il proposito di “depotenziare” la Sanità privata cui non possono essere addebitati né sprechi né inefficienze.-
A conclusione dell’Assemblea è stato votato un ordine del giorno col quale si impegna il Presidente a rispondere, anche mediante acquisti di pagine sui giornali, alla inaccettabile presa di posizione dell’Assessore alla Sanità.-
L’Assemblea impegna inoltre la sede regionale dell’AIOP alla organizzazione di una conferenza stampa, entro il mese di febbraio, in Catanzaro, presso una sede istituzionale per illustrare la posizione dell’AIOP e impegna ancora il Presidente a sollecitare un incontro istituzionale con il Presidente della Giunta regionale, On. Loiero.
L’assemblea dei titolari di Case di cura impegna il Presidente a richiedere la partecipazione nell’AIOP nelle commissioni regionali ad iniziare da quella per il P.S.R. e quella per la concertazione relativa alla programmazione sanitaria. In ultimo l’assemblea censura e ritiene inaccettabile la sperequazione ancora una volta posta in essere in relazione all’accertamento dei requisiti organizzativi delle strutture sanitarie che vengono richiesti solo ai privati celando le enormi carenze delle strutture pubbliche.-
Quanto al documento predisposto dagli uffici regionali e sottoposto all’accettazione dell’AIOP, l’Assemblea lo respinge in quanto dilatorio ed inadeguato rispetto alla realizzazione dei diritti certi delle Case di cura.-
Altro contenzioso poi fra AIOP e Case di cura del comparto psichiatria per le gravi dichiarazioni fatte dal Direttore Generale dell’Assessorato Regionale dott. Faillace il quale ha dichiarato, in occasione di incontri pubblici che il “ricorso al ricovero nelle strutture private comporta un triplice svantaggio, perché il servizio pubblico paga a vuoto il personale corrisponde le rette e nega diritti fondamentali”. L’affermazione sarebbe ugualmente grave e irresponsabile se rispondesse a verità ma così non è e non si comprende a quale servizio pubblico si riferisca il dott. Faillace, almeno in Calabria, essendo i servizi di assistenza psichiatrica interamente erogati dalle case di cura.-
Quante alle rette corrisposte non si vede perché non dovrebbero essere pagate dal momento che le prestazioni vengono erogate e quanto ai diritti fondamentali negati è una affermazione arbitraria, immotivata e rivelatrice della insufficiente conoscenza con cui il dott. Faillace assolve al suo delicatissimo compito.
Il dott. Faillace inoltre omette di dire che la retta pagata attualmente alle Case di cura è ferma ai livelli del 1994, è omnicomprensiva e rispetto al ricovero nelle strutture pubbliche esprime un costo che è almeno dieci volte inferiore ai costi del servizio pubblico.-
Come si può constatare siamo in presenza di dichiarazioni fuori controllo, non in linea con il profilo istituzionale del governo regionale e che denotano, laddove ce ne fosse stato bisogno, in quale stato di crisi, di degrado e di ingovernabilità è stata ridotta la Sanità Calabrese dalla burocrazia regionale.-

Paolini: “L’ASL di Paola non ha fondi per le case di cura private”

16/02 ''Nonostante la vibrata protesta ancora oggi non c'e' un euro nelle casse dell'azienda sanitaria di Paola''. E' quanto sostiene il presidente dell'Aiop, Enzo Paolini. ''La mancata corresponsione - ha aggiunto - delle spettanze accreditate da parte della Regione Calabria rischia di far precipitare la situazione economica delle strutture private sanitarie. I lavoratori della Casa di Cura Tricarico-Rosano di Belvedere Marittimo oltre che lo stato di agitazione, minacciano addirittura l'occupazione della sede paolana dell'Azienda sanitaria e della Regione Calabria se le circostanze non dovessero cambiare''. Paolini ricorda inoltre che nel corso dell'incontro con il direttore generale dell'Asl di Paola, Ivan Cavallo, era emersa la volonta' di rispettare gli impegni. ''Quanto sta accadendo - ha aggiunto Paolini - e' una grande offesa ad un rappresentante istituzionale quale e' il Prefetto. Mi chiedo come mai ci vuole un secondo per trasferire milioni di euro da Pechino a Stoccolma e invece inaccettabili e interminabili tempi tecnici quando si tratta di sanita' privata. Evidentemente ci sono altri interessi. Dieci giorni fa avevano preso un impegno dinanzi al Prefetto che non e' stato rispettato. Questo e' un atteggiamento di sciatteria e nel peggiore dei casi di irresponsabilita'. Un governo serio dovrebbe rimuovere questi burocrati''.

In Calabria azzerata la sifilide

16/02 Si sono azzerati, in Calabria, i casi di sifilide. Nessun caso, infatti, e' stato notificato nel 2002. La Calabria e' l' unica Regione a ottenere questo risultato, migliorando di molto la diminuzione che pure si registra in tutta Italia. Il dato e' emerso dal rapporto Osservasalute 2005. Il dato nazionale, secondo quanto riferito, mostra una riduzione dei casi di sifilide del 51,72% nel 2002 rispetto al 1993. Marcata in Calabria anche la riduzione dei casi di gonorrea, che dal confronto tra gli anni presi in considerazione e' del 20% mentre il dato nazionale fa registrare una riduzione del 14,06%. Buoni anche i risultati sul fronte tumori. La Regione Calabria, secondo i dati di Osservasalute, registra un tasso standardizzato di incidenza per tutti i tumori (nuovi casi per 100.000 abitanti nel 2005) nei maschi pari a 275, mentre il dato nazionale e' di 356 e per le femmine di 202 rispetto al 266 nazionale. Bassa la mortalita' per tumori: per il triennio 1999-01 per i maschi e' stata del 25,7% e per le femmine del 13,7. ''Questi numeri - rileva la ricerca - sono i piu' bassi in Italia e piu' bassi rispetto ai dati riferiti alla media nazionale, che sono rispettivamente del 33,8% e del 17,3''.

Potenziare i reparti di rianimazione nella zona Jonica

16/02 ''Serve potenziare i reparti di rianimazione presenti sulla fascia Jonica cosentina, con relativo adeguamento dei posti letto, in modo da ridurre la necessita' di quei viaggi della speranza che purtroppo il tracciato e il livello di sicurezza della Ss 106 rendono quasi quotidiani''. E' quanto ha chiesto il consigliere provinciale di Cosenza dell'Udeur, Luigi Garofalo, al presidente della giunta regionale, Agazio Loiero, ed all'assessore alla sanita', Doris Lo Moro. ''Credo che sia giunto il momento - ha aggiunto - di ripensare ad un nuovo modello di riorganizzazione della sanita' in un territorio vasto come la Sibaritide, percorso da una strada, la statale 106, che negli anni ha falciato moltissime vite umane. Sono consapevole che tutto questo comporta uno sforzo finanziario notevole, ma ritengo che difronte a queste emergenze ormai, quasi quotidiane, devono essere al di sopra di ogni cosa, anche perche' il ruolo degli amministratori deve essere quello di saper coniugare i bisogni della gente e la logica dei costi e dei ricavi''.

Sabato a Vibo convegno su “patologia tiroidea”

16/02 Oltre il 20% della popolazione della provincia di Vibo Valentia presenta malattie della tiroide. Il dato preoccupa perche' nonostante la medicina scientifica abbia anche nel piu' recente passato attivato ogni meccanismo informativo, i risultati acquisiti fino ad oggi confermano che la patologia e' in costante aumento rispetto al passato. Tra i molti concreti tentativi intesi ad aiutare a capire come si puo' fronteggiare e permettere di prevenire o debellare il fenomeno, e' scritto in un comunicato, vi e' quello di un gruppo di ricercatori che hanno organizzato per sabato prossimo il convegno sul tema ''La patologia tiroidea: diagnostica e terapia'', con il patrocinio della Provincia, del Comune, dell' As 8, dell' Azienda universitaria Martino di Messina, della Sie e dell' Aimn. L' idea e' di Sergio Baldari, direttore dell' Unita' operativa di Medicina nucleare dell' Azienda Martino, e di Mario Luciano, direttore dell' Uo sanitaria, a valenza dipartimentale, di Endocrinologia e diabetologia dell' As di Vibo. ''La Calabria, cosi' come altre realta' del meridione - sostengono Baldari e Luciano - possiede non soltanto degli ottimi esperti in materia di patologia tiroidea quanto strutture adeguate per la effettuazione di eccellenti diagnosi e terapie. I risultati acquisiti fino ad oggi non hanno raggiunto l' esito sperato per la scarsa informazione che esiste nel delicato settore. Esporremo, insieme ad altri colleghi di eccellente preparazione scientifica, gli ultimi dati e le piu' recenti novita' sul piano dello studio della malattia. La gestione dell' ammalato di patologie neoplastiche della tiroide deve passare attraverso una organizzazione, sia pure complessa, che vede coinvolto l' endocrinologo, il citologo, il radiometabolista ed il chirurgo: quattro figure indispensabili per porre un freno al fenomeno dell' emigrazione dell' ammalato. E' certo, comunque, che anche la Calabria ha un suo programma che mira a ridurre sensibilmente i numerosi viaggi della speranza di tanta gente che spesso si sposta altrove senza sapere che anche da queste parti e' ormai diventato possibile fornire prestazioni rassicuranti e di notevole spessore professionale''

L’AIOP scrive al Prefetto: “Nonostante gli impegni, niente fondi per le case di cura”

14/02 ''Nonostante gli impegni presi in sua presenza dal dr. Aquino e dal dr. Scalzo nella riunione di giovedi' mattina l' Asl 4 e la Regione Calabria non hanno erogato neanche un centesimo in favore delle Case di cura''. E' quanto ha scritto il presidente dell'Aiop della Calabria, Enzo Paolini, in una lettera inviata al prefetto di Cosenza, Bruno Sbordone, circa la vicenda dei fondi per le cliniche private. Stamane, inoltre, Paolini si e' recato presso gli uffici della Direzione Generale dell'Asl n. 4 dove ha incontrato i Dirigenti Gentile e Scalzo che hanno esibito i mandati di pagamento predisposti in favore delle Case di cura. Paolini - e' scritto in una nota - ha pero' constatato che nessuna somma era stata accreditata dalla Regione e che pertanto il mancato rispetto degli impegni non dipendeva dall'Azienda Sanitaria ma dagli uffici regionali.

I sindacati denunciano: “Sulla sanità non ci sono corrette relazioni con la Regione”

14/02 Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria ed amministrativa, esprimono un ''forte disagio dovuto alla mancata instaurazione di corrette relazioni sindacali da parte dell' assessorato regionale alla Sanita'''. In particolare fanno rilevare che il 3 marzo 2006 ''scadra' il termine utile per l' emanazione alle Aziende sanitarie ed ospedaliere delle linee generali di indirizzo da concordare con le organizzazioni sindacali ed ancora, nonostante richieste e solleciti - da ultimo, il telegramma inviato in data 7 c.m. con richiesta di incontro entro il 13 c.m. - l' assessorato non ha attivato il tavolo negoziale di coordinamento regionale previsto dall' art. 9 del Ccnl e parimenti, a fronte di un impegno formalmente assunto in data 14 dicembre 2005 dall' assessore Doris Lo Moro, si continua ad omettere la convocazione per il confronto sulle emanande linee guida per la stesura degli atti aziendali. Nel ribadire la preoccupazione, da tempo affermata, derivante da: mancata congruenza temporale di programmazione sanitaria tra l' emanazione delle linee guida per gli atti aziendali e la dichiarata rivisitazione del Piano sanitario regionale; insufficienti garanzie a difesa del settore pubblico del Servizio sanitario regionale che costituisce il vero perno nella tutela della salute dei calabresi; perpetuazione della subalternita' della Regione nei confronti della Facolta' di Medicina e Chirurgia di Catanzaro per quanto attiene la deroga consentita a disposizioni di legge e contrattuali; mancata valorizzazione della verifica di natura professionale o gestionale, quale criterio dirimente tra conferma o rimozione da incarichi ricoperti; assenza di informazione sui criteri di rivisitazione del Piano sanitario regionale; mancanza di corresponsione degli arretrati contrattuali in alcune Aziende, nonostante gli impegni formalmente assunti e sottoscritti con l' assessorato in data 21 novembre 2005; mancata istituzione del Comitato dei Garanti, per il quale questo coordinamento aveva espresso gia' da tempo i relativi nominativi''. Le organizzazioni sindacali ''non intravedendo, allo stato attuale, segnali di discontinuita' con i metodi ed i criteri del passato manifestano il timore che il ventilato processo di rilancio della sanita' pubblica della nostra regione, ancorche' auspicato anche in importanti sedi politiche nazionali, non vedra' mai la luce. In considerazione del silenzio opposto alle nostre richieste, le organizzazioni sindacali, loro malgrado, si trovano costrette a dar corso a tutte le azioni che riterranno utile attivare a tutela del servizio sanitario regionale''. Il documento e firmato da Anaao Assomed, Aaroi-Umsped, Aupi, Cimo, Civemp (Sivemp-Simet), Fed. Cisl-Medici, Fed. Medici aderente alla Uil, Fesmed, Fp Cgil Medici, Sidirss, Sinafo, Snabi.

UIL: “Notevoli problemi organizzativi all’AO di Cosenza”

13/02 L' Azienda ospedaliera di Cosenza ha negli ultimi tempi notevoli problemi orgnizzativi. E' quanto si legge in un comunicato dell'Organizzazione sindacale UIL P.L. Tali problemi sono stati causati, in particolare, da una ''disposizione regionale - e' scritto nel comunicato - che prevede l'assistenza e il ricovero degli ammalati in fase acuta, affetti da qualsiasi patologia, per carenza di posti letto nelle strutture di riferimento, anche in reparti non organicamente strutturati per garantire prestazioni dignitose a pazienti che necessitano, invece, di cure altamente specialistiche''. ''La scrivente organizzazione sindacale - conclude il comunicato - nel denunciare questo grave atto di mala sanita' auspica che questi disagi non debbano piu' verificarsi diversamente saremo costretti ad assumere atteggiamenti sempre piu' incisivi ricorrendo non ultimo alla mobilitazione dei lavoratori interessati''

Giornata di screening sull’osteoporosi a Cassano

13/02 E' prevista per venerdi' 10 marzo, a Cassano la ''Giornata di Screening per prevenire l'Osteoporosi''. L'iniziativa e' stata promossa e organizzata dall'amministrazione comunale, d'intesa con il Tribunale dei Diritti del Malato. ''La giornata - sostiene l'assessore comunale alla sanita', Cecilia Renne - sara' caratterizzata dalla presenza, in piazza Municipio, dell'Osteocamper, un camper tecnicamente attrezzato sia di apparecchiature all'avanguardia che di personale specialistico per offrire consulenza gratuita agli interessati''. L'assessore Renne, in vista dell'appuntamento, ha invitato tutti i medici di base operanti sul territorio di Cassano a segnalare i pazienti bisognevoli di sottoporsi al test dell'osteoporosi. L'OsteoCamper stazionera' nello spazio antistante il Palazzo di Citta' di Cassano, per l'intera giornata di venerdi' 10 marzo, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Tutti coloro che vorranno sottoporsi al test dovranno presentarsi muniti di una radiografia del tratto dorso-lombare della colonna vertebrale.

L’ass. Lo Moro ai Manager: “La psichiatria una priorità”

10/02 “La Giunta regionale ha dato carattere di priorità alla salute psichiatrica”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Doris Lo Moro, incontrando i direttori generali delle aziende sanitarie calabresi nella sede del dipartimento della Salute, in via Buccarelli a Catanzaro. Lo Moro, con il dirigente generale dell’assessorato Raffaele Faillace e la consulente per i problemi della salute psichiatrica, Giovanna Del Giudice, in attesa della definizione delle linee guida per il settore, ha impartito ai manager le prime indicazioni sulle strategie della Regione. L’assessore - si legge in una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale - ha sottolineato la forte determinazione del dipartimento “in direzione di una radicale ristrutturazione dei servizi in Calabria”, al fine di adeguarli agli standard qualitativi nazionali, e ha invocato “una netta inversione di rotta” rispetto a una gestione finora deficitaria dal punto di vista dell’assistenza e della cura dei pazienti. “A fronte di un incremento della spesa - ha affermato Doris Lo Moro - c’è una grave carenza dei servizi sul territorio. Le risposte sono inadeguate sia in termini di qualità dell’assistenza, sia in termini di disponibilità delle strutture in termini di tempi ed orario di operatività”. L’assessorato regionale alla Sanità, ha spiegato l’assessore, sta lavorando sotto due profili: le nuove linee guida e le indicazioni che i direttori generali delle aziende sanitarie devono impartire alle case di cura. “In ogni caso - ha aggiunto - l’obiettivo è un progressivo passaggio da un sistema attualmente incentrato sul ricovero in ospedale, nelle case di cura, nelle strutture riabilitative o nelle strutture socio-sanitarie all’intervento e al sostegno all’utente nella comunità-territorio”.
L’assessore ha anche invitato i manager a scegliere, nell’affidamento di incarichi di responsabilità in seno ai dipartimenti di salute mentale, “personale assai motivato. Diversamente - ha ribadito - il processo di cambiamento non potrà essere realizzato. Occorre agire senza riproporre i vecchi schemi, perché l’analisi dell’assessorato sulla situazione esistenze è ampiamente negativa”. A questo proposito Lo Moro ha sottolineato che a quasi trent’anni dalla riforma della psichiatria, “in Calabria continuano a sussistere casi di gestione manicomiale come il Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello”.
Eliminazione del ricorso alla contenzione, progettazione di attività di formazione in particolare per i dirigenti; rapporto con l’Università, qualificazione delle sedi dei centri di salute mentale; individuazione di aree pilota per l’attivazione di centri di salute mentale sulle 24 ore; progettazione di interventi formativi sulla farmacovigilanza sono le questioni su cui si è soffermata Giovanna Del Giudice. La consulente dell’assessore ha evidenziato l’esigenza di un quadro ricognitivo dettagliato sulla situazione esistente nelle varie aziende sanitarie. Per questa ragione è stato chiesto ai manager di fornire nel primo quadrimestre 2006 il quadro della spesa sostenuta in ogni dipartimento di salute mentale, nel 2005, per il personale, le strutture, l’acquisto di servizi, oltre che per contratti e convenzioni con la cooperazione sociale, i ricoveri in strutture private regionali ed extraregionali. “Questo - ha detto Giovanna Del Giudice - per cominciare a predisporre la costituzione di centri di costo”. Allo stesso tempo, è chiesta alle aziende sanitarie la definizione nel dettaglio delle risorse umane attualmente dedicate alla salute mentale e una valutazione della loro adeguatezza in rapporto alla popolazione e ai progetti di innovazione da avviare. Un altro obiettivo indicato riguarda la riduzione del 20% dei ricoveri, e il contenimento della spesa, a partire da quella farmaceutica. A questo proposito, la consulente dell’assessore Lo Moro ha indicato la necessità di procedere alla somministrazione dei farmaci antipsicotici atipici nelle sedi dei servizi di salute mentale o a domicilio e degli antidepressivi di seconda generazione. Obiettivo dell’assessorato è anche la riduzione del ricorso ai ricoveri negli ospedali psichiatrici giudiziari facendo leva sull’assistenza in carcere ai detenuti che abbiano problemi di salute mentale. “La psichiatria, in Calabria - ha sostenuto Del Giudice - non ha compiuto passi in direzione della presa in carico territoriale dei pazienti, ma è ancora incentrata sul sistema del ricovero. Ci sono delle professionalità, che però operano in una cornice istituzionale molto debole. Occorre riqualificare - ha aggiunto - il servizio pubblico per riportarlo al centro del sistema”. La consulente ha anche indicato l’obiettivo del 5% della spesa sanitaria complessiva da destinare ai dipartimenti di salute mentale, razionalizzando l’impiego dei fondi eliminando gli sprechi.
“L’obiettivo fondamentale dei manager - ha sottolineato in proposito il direttore generale Raffaele Faillace - è la qualità dell’assistenza che è da anteporre a quello di far quadrare i conti”. Faillace, a questo proposito, ha invitato le aziende sanitarie a puntare sulla produttività delle strutture pubbliche: “Il ricorso al ricovero nelle strutture private - ha detto al riguardo - comporta un triplice svantaggio, perché il servizio pubblico paga a vuoto il personale, corrisponde le rette e nega diritti fondamentali”. “Il livello della spesa psichiatrica - ha concluso Faillace - è altissimo tra ricoveri in residenze per la salute mentale e l’integrazione socio sanitaria. Per quanto riguarda i farmaci, poi i dati sono spaventosi”.

Alta l’incidenza degli ictus in Calabria

09/02 Ogni diecimila calabresi 9,55 hanno perso la vita per ictus (piu' del dato nazionale pari a 8,05) e tra i sessi sono i maschi i piu' colpiti (10,88) rispetto alle donne (8,55). Il dato e' stato fornito a Cernobbio ai lavori del Forum nazionale di medicina interna nell' ambito del quale e' stato presentato uno studio denominato ''Viaggio intorno all' uomo''. Dall' esame dei dati, elaborati alla luce dei dati di Istat e Ministero della Salute e presentati a Cernobbio, emerge un dato che fa ben sperare: nel 2000, due anni prima, l' indice totale dei decessi in Calabria per ictus era del 10,66. Sono deceduti meno uomini (dall' 11,27 del 2000 al 10,88 del 2002) e meno donne (dal 10,15 del 2000 all' 8,55 del 2002). In Calabria nel 2003 sono stati registrati 9.264 ricoveri per ictus e 262 ricoveri per postumi da malattie cerebrovascolari. In Italia i ricoveri per ictus sono stati 295.257 mentre quelli per postumi da malattie cerebrovascolari sono stati 15.278. Venti anziani su cento, inoltre, in Calabria soffrono della cosiddetta ''catena di Sant' Antonio'', una sindrome che si presenta con pazienti colpiti da dolori persistenti e da piu' malattie contemporaneamente che, in un anno, in media li costringono a bussare alla porta di piu' di cinque specialisti diversi per ognuna delle patologie. Soprattutto per i postumi dell' ictus. La ''catena'' parte dal medico di famiglia, fa tappa nello studio dello specialista, poi in quello del laboratorio di analisi, di nuovo nello studio dello specialista. Si chiude nell'ambulatorio del medico di base. Per qualcuno c' e' una tappa in piu', quella dell' ospedale.

Vertenza case di cura private, vertice in Prefettura: Aiop: “pesante crisi di liquidità ”. L’AS4 si dichiara pronta alla liquidazione delle spettanze

Accordo raggiunto fra la Regione, le aziende sanitarie e l'Aiop sugli arretrati alle cliniche private

07/02 Regione, Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) ed aziende sanitarie hanno raggiunto, questo pomeriggio, un accordo relativo alle somme arretrate dovute alle strutture sanitarie private per il 2005. L'intesa e' stata raggiunta nel corso di un incontro fra i rappresentanti delle aziende sanitarie, lo staff del dipartimento per la tutela della Salute guidato dal direttore generale Raffaele Faillace ed una delegazione dell'Aiop, guidata dal presidente, Enzo Paolini. L'intesa sottoscritta dalle parti prevede la definizione degli acconti "certamente dovuti" alle strutture private da parte delle aziende sanitarie, "intendendo per certamente - si legge nel verbale d'intesa - il corrispettivo delle prestazioni non soggette a contestazione da parte delle aziende nell'ambito delle normative vigenti". Le somme che dovranno essere erogate in favore dei produttori privati, è scritto ancora nel verbale, "saranno oggetto di cessione di credito attraverso un istituto bancario da individuarsi da parte della Regione". L'Aiop, dal canto suo, si impegna nei confronti dei propri associati "affinchè non vengano attivate procedure giudiziarie utilizzando le certificazioni rilasciate dalle aziende fino alla scadenza del termine di moratoria concordato per la formalizzazione della cessione del credito, nonchè, a non portare in esecuzione titoli acquisiti fino alla definizione delle procedure di accertamento e di accesso al credito da parte di ogni singola azienda da definirsi, rispettivamente nel termine massimo di 90 giorni per la procedura di accertamento e di 60 giorni per la formalizzazione della cessione del credito".
La Regione si impegna "a procedere autonomamente per ogni singola azienda non appena espletata la procedura di accertamento senza attendere la scadenza del termine di 90 giorni". La Regione ha anche assunto l'impegno a definire entro 15 giorni il dovuto certo, in acconto, per l'anno 2005, per tutte le aziende sanitarie ed a impartire alle stesse aziende sanitarie immediate disposizioni "per la definizione delle contestazioni secondo le procedure stabilite dalle vigenti disposizioni". Le parti hanno espresso la comune volontà "di pervenire al raggiungimenti di livelli di rapporto basati su chiarezza di regole allo scopo di dare corretta attuazione alle direttive nazionali e regionali" assicurando "serenità di rapporto ma anche lo svolgimento delle attività sulla base di rigorosi criteri di appropriatezza e trasparenza".

Presentato all’Ospedale di Castrovillari un progetto di Emodinamica

03/02 ''Consideriamo questa una prima tappa. Il cammino e' solo iniziato ma non e' concluso''. Lo ha detto Gino Trematerra, senatore dell' Udc, intervendo alla conferenza stampa di presentazione del progetto emodinamica che sara' realizzato all' interno del reparto di cardiologia dell' Ospedale di Castrovillari. Il parlamentare, secondo quanto riporta un comunicato dell' Ufficio stampa del Comune di Castrovillari, ha ricordato che i 450 mila euro, destinati dalla nuova Finanziaria all' Amministrazione comunale, che ne curera' gli adempimenti per la realizzazione del progetto presso il reparto di Cardiologia del nosocomio, verranno aumentati di altri 100 mila e che i restanti 300 mila, invece, arriveranno all' Amministrazione per un altro progetto riguardante il potenziamento del reparto di oculistica. ''Un dato - ha affermato il sindaco di Castrovillari, Franco Blaiotta - che si muove nel segno del diritto alla salute dei cittadini, in sinergia tra rappresentanze ed organismi, soprattutto, nell' interesse di chi soffre particolari patologie ed in linea con quanto sta portando avanti questo direttore generale e avviato dai precedenti. Un fatto che richiama anche il ruolo che ha sempre voluto svolgere il centrodestra e questa Amministrazione la quale oltre a portare in citta' 50 milioni di euro ha intercettato anche questi''. Il progetto, secondo quanto reso noto, si occupera' prevalentemente della diagnosi, mediante coronarografia e del trattamento, con angioplastica coronarica, della cardiopatia ischemica nelle sue varie manifestazioni cliniche: angina pectoris stabile, angina instabile ed infarto miocardio acuto. Sono inoltre di sua competenza la diagnostica invasiva delle cardiopatie valvolari, delle miocardiopatie e dello scompenso cardiaco, attraverso cateterismo cardiaco destro e ventricolografia sinistra e destra.

Ass. Lo Moro: “Con gli Ordini dei medici un confronto stabile e metodico”

02/02 Il confronto fra l’assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, e gli ordini dei medici e degli odontoiatri, sui problemi della sanità calabrese, sarà stabile e metodico. È quanto concordato tra le parti nel corso di una riunione, svoltasi negli uffici del Dipartimento per la Tutela della Salute, alla quale, con l’assessore Lo Moro, hanno preso parte il direttore generale Raffaele Fallace, i presidenti degli Ordini provinciali, il presidente della Federazione regionale degli Ordini, Gallucci , e quello della commissione regionale degli odontoiatri, Guarnieri. “La disamina sulle criticità del sistema sanitario regionale - si legge in un comunicato dell’ufficio stampa della Giunta regionale - è stata articolata. L’attenzione delle parti si è soffermata sui temi dei ricoveri critici in ospedale, della prescrizione farmaceutica e diagnostica, dell’integrazione territoriale tra gli ospedali e l’università, dell’adeguamento strutturale degli ospedali, dell’aggiornamento e della formazione professionale. L’andamento del confronto ha soddisfatto l’assessore Lo Moro. “Per la prima volta - ha spiegato - ho potuto incontrare i rappresentanti degli ordini riuniti tutti insieme in una sede istituzionale, sebbene il confronto in questi primi mesi di lavoro non sia mancato, grazie a vari incontri avvenuti sul territorio con i singoli presidenti”. “Abbiamo individuato un metodo di lavoro ed abbiamo concordato - ha ribadito Doris Lo Moro - che ci sarà un tavolo stabile su cui confrontarsi su tematiche specifiche dopo una disamina generale sullo stato della sanità. Si è trattato di uno scambio di vedute sulla situazione generale al quale seguiranno incontri su questioni specifiche”. L’assessore ha aggiunto che dagli Ordini “sono giunti contributi utili e conferme sulla criticità del sistema” ed ha annunciato “altre occasioni di confronto anche in vista della stesura del nuovo piano sanitario regionale”.
In merito ai problemi segnalati, Doris Lo Moro ha indicato alcune soluzioni che saranno concretizzate a breve; su altri ha evidenziato la necessità di tempi più lunghi. I rappresentanti degli Ordini, dal canto loro, si sono dichiarati “soddisfatti per l’esito dell’incontro”, auspicando che “in un clima di ritrovata collaborazione tra le istituzioni, si possa costruire un nuovo modello sanitario regionale che sia unanimemente condiviso”.
All’incontro hanno partecipato i presidenti degli Ordini dei medici e degli odontoiatri di Catanzaro, Ciconte; di Cosenza, Corcioni; di Reggio Calabria, Veneziano; di Crotone, Ciliberto; di Vibo Valentia, Pacilè.

Verso la piena attività l’Hospice di Rossano

02/02 L' Azienda sanitaria di Rossano ha preso l' impegno di garantire al piu' presto il pieno e regolare funzionamento dell' Hospice di Cassano. A sostenerlo, in un comunicato, e' Giuseppe Carbone, direttore generale dell' Azienda. ''La direzione generale, aderendo al mandato del presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, e dell' assessore alla Salute, Doris Lo Moro - e' detto nella nota - ha pertanto gia' adottato provvedimenti per consentire il ricovero a ciclo continuo dei pazienti attribuendo immediatamente la responsabilita' della struttura, per fare fronte all' improvvisa assenza del precedente titolare per l' assunzione di altro prestigioso incarico, agli oncologi di Rossano i quali hanno garantito immediatamente la loro disponibilita'. Su precisa autorizzazione della Regione, inoltre, e' in corso un piano di potenziamento dell' oncologia, di cui l'Hospice costituisce indispensabile integrazione, con l'assunzione di altri tre medici fra cui un primario''. ''L' Azienda, inoltre, - sottolinea Carbone - intende attivare a Cassano un ospedale di comunita', modello di struttura sociosanitaria territoriale della rete dei servizi distrettuali che si rivolge prevalentemente a persone anziane ed a cittadini in momentaneo stato di difficolta' socio-sanitaria attraverso l' attivazione di posti letto gestiti dai loro medici di fiducia. In tale modello l' assistenza viene sostanzialmente affidata ai Medici di medicina generale i quali, di volta in volta, valutato che la condizione clinica e' tale da non poter richiedere la struttura 'ospedale per acuti' ma neppure da poter essere tranquillamente trattata al domicilio del malato, hanno la possibilita' di utilizzare una struttura residenziale protetta ove poter osservare e curare il proprio assistito con una assistenza infermieristica e' garantita dall' azienda''. Nel comunicato si precisa, infine, che altre proposte ed altre iniziative saranno valutate per completare l' integrale utilizzo dell' ospedale di Cassano.

L’Italia seconda nella UE per donazioni d’organo. La Calabria sotto la media

02/02 Anche quest’anno, secondo i dati del Centro Nazionale Trapianti 31 dicembre 2005, l Italia mantiene il suo secondo posto fra le grandi nazioni europee per numero di donatori. Nel 2005, infatti, i donatori effettivi nel nostro Paese sono stati 21 per milione di persone, come lo scorso anno. Inoltre per la qualita' dei trapianti siamo al primo posto in Europa per qualita' degli interventi. I pazienti trapiantati in Italia stanno meglio di quelli di altri Paesi.
DONAZIONI: A livello regionale, invece, il quadro e' piu' variato; in generale, si nota un incremento nelle regioni del Centro-Nord e una diminuzione in quelle del Centro-Sud. Fra le Regioni, in particolare, in testa alla graduatoria dei donatori per milione di persone troviamo Liguria (40,7 pmp) ed Emilia Romagna (36,4 pmp). Entrambe in crescita visto che nel 2004 il dato era, rispettivamente di 34,4 e 30,1. Seguono il Piemonte-Valle d Aosta con 34,1 donatori (29,3 nel 2004), il Veneto (32 donatori contro i 28,3 del 2004), la Toscana (31,7 donatori nel 2005 contro i 36,3 del 2004). E ancora, il Friuli Venezia Giulia (31,3 nel 2005, come nel 2004), le Marche con 30,6 donatori contro i 36 dell anno precedente, la Provincia Autonoma di Bolzano con 30,2 donatori (34,6 nel 2004). In linea con la media nazionale, dice il Cnt, si collocano la Lombardia che registra 20,4 donatori effettivi per milione di persone (contro il 21,3 del 2004), l Abruzzo-Molise (20,2 donatori nel 2005 contro i 17,1 del 2004) e la Sardegna che, nel 2005, si assesta su 20,2 donatori per milione di persone (22,7 del 2004). Tra le regioni che si attestano sotto la media nazionale troviamo l Umbria (15,7 donatori contro i 17 dell anno precedente), la Campania con 13 donatori (12,1 nel 2004), il Lazio (12,3 donatori nel 2005 contro i 17,6 del 2004), la Basilicata con 8,4 contro gli 11,7 del 2004, la Puglia con 7,5 donatori contro l 8,5 del 2004, la Sicilia (7,2 nel 2005 e 11,7 nel 2004), la Calabria con 6,5 (4,5 nel 2004), infine la Provincia Autonoma di Trento con 6,3 donatori pmp contro l 8,4 dell anno precedente.
TRAPIANTI: nel 2005 sono stati effettuati, compresi i combinati, 3166 interventi ( 1663 di rene, 1.049 di fegato, 345 di cuore, 97 di polmone, 85 di pancreas, 5 di intestino, 2 multiviscerale) a fronte di un numero complessivo di pazienti in lista d attesa pari a 8.883 (6.362 per il trapianto di rene, 1.568 per il fegato, 658 per il cuore, 197 per il pancreas e 253 per il polmone). Come le donazioni, anche per l attivita' di trapianto negli ultimi anni si e' registrato un aumento costante (si e' passati da 2386 nel 2000 ai 3217 del 2004) ma mai sufficiente a soddisfare la crescente domanda dei pazienti in lista d attesa, un effetto dovuto alla crescita dell offerta.
LISTE DI ATTESA: anche se occorre rilevare una percentuale bassa di mortalita' in lista d attesa (1,52 % per il rene, 6,78% per il fegato, 10,03% per il cuore, 2,02 per il pancreas e 18,22 per il polmone), rimane la necessita' di un impegno costante per aumentare il numero degli interventi e per diminuire i tempi medi di attesa in lista (2,99 anni per il rene, 1,53 anni per il fegato, 2,14 anni per il cuore, 2,41 anni per il pancreas, 1,84 anni per il polmone).

Ass. Lo Moro: “Nomine dei direttori di ottimo livello”

01/02 ''Con la designazione dei direttori sanitari ed amministrativi dell' Azienda ospedaliera di Cosenza e dell' Azienda sanitaria di Palmi da parte dei direttori generali si chiude la partita delle nomine nel settore della sanita'. La Giunta, nei giorni scorsi, aveva compiuto l' ultima scelta di sua competenza, indicando la manager dell' azienda Mater Domini. Si deve essere soddisfatti perche' la Calabria puo' fare affidamento adesso su una squadra di ottimo livello''. Lo sostiene, in una dichiarazione, l' assessore regionale alla Sanita', Doris Lo Moro. L' assessore rivendica la correttezza dell' operato suo, della Giunta Loiero e dei direttori generali , affermando che le scelte fatte ''rispondono ad un principio fondamentale: la politica deve fare un passo indietro rispetto a tutta una serie di cose. Tra queste rientrano chiaramente anche alcune nomine che sono una cosa fondamentale e che devono rispettare criteri di competenza e di professionalita. A questi criteri si e' ispirata la Giunta regionale e ad essi hanno dovuto attenersi, nella scelta dei loro collaboratori, i direttori generali che hanno agito sotto la loro responsabilita'', sia pure con la piena condivisione dell' assessorato''. ''L' indicazione dei nomi - aggiunge l' assessore Lo Moro - non e' stata semplice. Il disastro provocato dal centro-destra negli anni in cui ha governato la Calabria ha creato un deserto, limitando la crescita di una nuova classe dirigente alla quale attingere e costringendo molti professionisti a lasciare la Calabria. L' importante, pero', e' avere superato una tappa decisiva. Adesso occorre procedere senza sprecare tempo. Ci sono state polemiche anche nel centro-sinistra. Archiviamo una fase. Il dibattito sulla sanita', del resto, non puo' limitarsi alle nomine tralasciando i problemi. I livelli istituzionali devono avere ben presenti gli obiettivi strategici, mentre la gestione e' un' altra cosa. Questa e' la distinzione che la politica deve capire. Fra cinquanta persone nominate in questi nove mesi, non ce n' e' una sola che possa essere ricondotta a me, cosi' come non abbiamo scelto nessuno che avesse ricevuto un avviso di garanzia, pur consapevoli che un avviso di garanzia non e' una condanna e che chi amministra puo' incorrere in una inchiesta giudiziaria pur avendo le mani pulite. Aderendo a questi principi, abbiamo sacrificato persone di grandissima professionalita''''. Secondo l' assessore Lo Moro, ''la Giunta, inoltre, ha rifiutato l' idea dell' epurazione motivata dall' appartenenza politica. Se uno e' bravo l' appartenenza politica non puo' essere una nota di merito o di demerito. Sono convinta che abbiamo allestito una squadra con tutte le carte in regola per rispondere alle esigenze di una sanita' che sia al servizio dei cittadini. E' stata un' operazione politica pulita e trasparente. Occorre compiere un passo in avanti rispetto a cio' che compete alla politica, cosi' come bisogna farne uno indietro rispetto a quello che alla politica non compete. E di certo non spetta alla politica, per esempio, nominare i primari o affidare gli appalti. Ai livelli istituzionali, semmai, compete individuare regole che garantiscano efficienza. Non si puo' polemizzare solo perche' ad un nome ne e' stato preferito un altro se il nome proposto non aveva i requisiti per ricoprire un incarico. Completate le nomine, si dara' un' accelerazione ai programmi, perche' i cittadini chiedono qualita', servizi, assistenza. Trasmettere l' idea di un cambiamento vero comporta difficolta'. Finora le nomine erano state fatte senza i requisiti di legge. Se un direttore generale nomina un collaboratore perche' entusiasta del suo curriculum, la politica non puo' che dare il suo assenso. Negli anni passati, l' 80% delle persone nominate era privo dei requisiti''.

Papalia (CGIL Medici) “Una buona squadra le nomine dei direttori”

01/02 ''Buone scelte, una bella squadra. Ora ci sono le condizioni per ridare all' ospedale dell' Annunziata di Cosenza il ruolo e il prestigio necessari nell' interesse dei cittadini''. E' quanto sostiene in una nota il segretario aziendale della Cgil medici, Teresa Papalia, circa le nomine di Giancarlo Carci e Giovanni Nicotera come direttore amministrativo e direttore sanitario dell' azienda ospedaliera di Cosenza. ''Va dato atto al direttore generale Cesare Pelaia - ha aggiunto - di avere puntato su due professionisti di provata capacita', entrambi con un curriculum di tutto rispetto ma soprattutto profondi conoscitori della realta' sanitaria cosentina. Il compito loro affidato non e' dei piu' agevoli ma siamo convinti che in questa impresa daranno il meglio''. Per la dottoressa Papalia, ''ora che il vertice dell' Azienda ospedaliera e' operativo, e' tempo di mettere mano finalmente al rilancio dell' Annunziata e degli ospedali ricadenti nell' azienda dove operano professionalita' eccellenti ma dove e' necessario intervenire con urgenza per coprire i vuoti di organico, non solo per quanto riguarda i primari. Adesso e' tempo di operare. Bisogna sedersi a un tavolo di concertazione, capire cosa la nuova dirigenza ha in mente, superare le emergenze, stabilire le priorita' per fare del polo ospedaliero di Cosenza una realta' in grado di dare risposte di qualita' ai bisogni dell' utenza, dando le giuste motivazioni agli operatori, dopo gli anni di abbandono registrati''. Con una oculata politica sanitaria e con gli investimenti sempre rinviati e ora piu' che mai necessari - secondo quando afferma la dottoressa Papalia - l' ospedale cosentino potra' tornare a operare a livelli nazionali, per esempio come e' stato nel settore dei trapianti. ''Una poco accorta politica sanitaria - afferma la segretaria aziendale Cgil - ha praticamente e inopinatamente azzerato i trapianti a Cosenza che e' stata la prima e all' avanguardia in un settore cosi' delicato e tutto perche' non si e' riusciti a individuare un chirurgo. Ora, anche in questo settore, non ci sono piu' alibi. Ci sono tutte le condizioni per rilanciare i trapianti e per affermare la qualita' di questa azienda in anche in altri settori''

Aumentano le ricette diminuisce la spesa sanitaria

01/02 La spesa farmaceutica netta a carico del servizio sanitario nazionale nel periodo gennaio-novembre 2005 si e' attestata a circa 10.773 milioni di euro con un calo del -2% rispetto allo stesso periodo del 2004. Questo il consunti di Federfarma, l'associazione che riunisce circa 16.000 farmacie private italiane. Per garantire l'assistenza farmaceutica convenzionata, il SSN ha speso in media 186,11 euro per ciascun cittadino italiano. Il calo di spesa, spiega Federfarma, si e' verificato nonostante un contenuto incremento del numero delle ricette (+1,7%) rispetto agli stessi mesi del 2004. Il numero delle ricette negli undici mesi del 2005 e' stato pari a oltre 436 milioni, in media 7,54 per ogni cittadino. Sul dato nazionale ha inciso in misura sensibile quello della Calabria, dove l'applicazione, dal 1ø settembre 2004, dell'obbligo per i medici di prescrivere non piu' di una sola confezione di ciascun farmaco per ricetta ha determinato un forte aumento del numero delle ricette (+14,3%). Il calo di spesa e' legato al calo del valore medio delle ricette (valore medio lordo ricetta: -2,7%; valore medio netto ricetta: -3,7%), conseguente alla riduzione dei prezzi dei farmaci. gennaio 2005 su 2004 e' - 2% .

Costituita l’associazione dei fornitori ospedalieri calabresi

01/02 Venticinque aziende commerciali regionali, fornitrici di presidi sanitari, si sono consociate e hanno costituito l' Afoc, Associazione fornitori ospedalieri della Calabria. L' associazione, e' scritto in un comunicato, non ha fini di lucro e per il suo carattere professionale e sindacale si propone di tutelare gli interessi della categoria, di svolgere attivita' di consulenza in materia legale e fiscale, di collaborare con tutte le istituzioni di carattere pubblico e privato, sia nella redazione di programmi e proposte legislative riguardanti la materia, sia per la soluzione dei problemi che interessano il mercato regionale di materiale sanitario. All' assemblea costitutiva hanno partecipato i rappresentanti legali delle 25 aziende che hanno eletto i componenti del primo Consiglio direttivo formato da 7 membri: Giuseppe Galeso e Renato De Martin (Reggio Calabria), Matteo Arcuri (Catanzaro), Cesare Spano' e Salvatore Farago' (Crotone), Paolo Guido (Cosenza) e Dorotea Casuscelli (Vibo). Sono stati quindi nominati presidente e vice presidente Cesare Spano' e Matteo Arcuri. Spano', e' scritto nella nota, e' a capo di un gruppo aziendale che da' lavoro a circa 200 persone; e' inoltre componente della Giunta della Camera di Commercio di Crotone, presidente dell' Ente bilaterale provinciale, nonche' vice presidente ed amministratore della Confcommercio provinciale di Crotone. Arcuri e' un giovane imprenditore catanzarese. ''L' iniziativa - ha sostenuto Spano' - e' stata presa dalla maggior parte degli imprenditori calabresi di questo settore, nella convinzione che la critica situazione economica nazionale e regionale, renda necessari ed indispensabili momenti organizzativi di categoria, nonche' interventi coordinati finalizzati alla tutela delle aziende fornitrici perche' esposte a sempre piu' gravi ritardi nei pagamenti che hanno prodotto e producono oneri non piu' sostenibili, esponendole a seri rischi di presenza sul mercato''. L' Afoc, prosegue la nota, aderisce alla Fifo (Federazione italiana fornitori ospedalieri), alla Confcommercio e ''intende collaborare con le istituzioni, in particolare con la Regione, con le Aziende ospedaliere e sanitarie e con le forze sociali, per una verifica delle attuali condizioni dei processi di approvvigionamento, e per lo studio di iniziative ed interventi innovativi che abbiano ricadute sul piano assistenziale, e siano migliorativi non solo a breve, ma anche a lunga scadenza''.

Nominati i direttori dell’azienda Ospedaliera di Cosenza

01/02 Con la nomina e l' insediamento del Direttore amministrativo, dott. Giancarlo Carci, e del direttore sanitario, Giovanni Nicotera, medico, specialista in anestesia e rianimazione, direttore dell' Hospice di Cassano, e' stato completato il managment dell'azienda ospedaliera di Cosenza. Lo si e' appreso da una nota del Direttore generale dell'Ao, Cesare Pelaia. ''Nell' affidamento di tali delicati compiti - e' scritto nella nota - e' stata operata una scelta in cui la valutazione dei curricula, la professionalita' hanno costituito la premessa fondamentale. Due valenti professionisti con forti radici sanitarie e, quindi, con approfondite conoscenze del settore, ma anche convinti assertori dei valori di giustizia sociale, universalismo, solidarieta'. Siamo consapevoli che questa fase e' accompagnata da grandi aspettative sia da parte degli operatori, sia da parte dei cittadini, i quali aspirano ad una sanita' piu' efficiente e piu' rispondente alle loro esigenze. Cercheremo di fare e di fare bene, certamente i miei collaboratori con la loro esperienza daranno un valido contributo in tal senso. La sfida e' innanzitutto quella di costruire un rapporto di fiducia con i cittadini ai quali vogliamo garantire la migliore risposta possibile alle loro aspettative di salute, sul presupposto di una assoluta qualita' del servizio''. ''Auspichiamo - ha aggiunto - di poter aprire un dialogo con i cittadini, creare una comunicazione diretta, prevedendo anche nuove forme di partecipazione, per operare scelte condivise e responsabili in un momento in cui le risorse sono poche e le esigenze molteplici. Fondamentale resta l' aiuto, la collaborazione degli operatori tutti e delle loro rappresentanze, le risorse umane rappresentano il capitale piu' importante e, dunque, punteremo sulla persona come motore della crescita di questa Azienda. Vogliamo gestire con le persone e per le persone''.

Ass. Lo Moro: “La concertazione con i Sindaci calabresi è importante per la sanità”

31/01 Il rapporto fra la Regione e i sindaci in materia di sanità; gli interventi di edilizia sanitaria e il servizio di elisoccorso; le politiche sociali e l’esigenza di un loro rilancio; la realizzazione di un sistema sanitario “a rete” e gli obiettivi dei nuovi manager; i nuovi criteri di ripartizione dei fondi destinati alle aziende sanitarie. Sono questi alcuni degli argomenti discussi nel corso di un incontro tra l’assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro e i presidenti delle conferenze dei sindaci, svoltosi nei locali del dipartimento a Catanzaro, alla presenza del dirigente generale, Raffaele Faillace. “In nove mesi di lavoro in assessorato - ha detto Doris Lo Moro - questo è il terzo incontro con i sindaci. Ritengo la concertazione con i primi cittadini un passaggio fondamentale per la realizzazione di un sistema sanitario a dimensione regionale che non sia soltanto il frutto dell’impegno di singole istituzioni a vantaggio di un territorio, ma scaturisca dal contributo di ciascuno a una causa complessiva”. L’assessore alla Salute ha fatto riferimento, a tale proposito, ad alcuni possibili terreni di collaborazione con i Comuni, citando il servizio di elisoccorso, per il quale presto sarà messo a punto un progetto “e che avrà bisogno - ha dichiarato - del contributo dei sindaci per il reperimento di aree idonee all’atterraggio dei velivoli” e all’assistenza domiciliare “per la quale i Comuni e le aziende sanitarie dovranno integrarsi”.
Per l’assessore, quindi, “occorre un luogo di discussione e confronto costante, perché in Calabria esistono tante sanità. C’è ad esempio una realtà come quella della Sibaritide e c’è la Piana di Gioia Tauro che per situazioni sembrano due regioni diverse”. “Dunque - ha osservato l’assessore Lo Moro - bisogna che i nuovi direttori generali e lo stesso assessorato lavorino d’intesa con le istituzioni locali affinché la Calabria ottenga una sanità omogenea., Non devono esserci - ha proseguito - differenziazioni tra la Calabria e la Lombardia, ma neanche fra comprensori della Calabria”. L’assessore ha parlato della necessità di un confronto anche sulla revisione del Piano sanitario regionale, così come sui 370 milioni disponibili per interventi di edilizia sanitaria. “Finora - ha osservato - è mancata una visione d’insieme, un progetto regionale. Ognuno ha perorato questioni locali e lo dico senza polemica. Ora occorre trovare, per esempio, finanziamenti per Reggio, Catanzaro o Sibari ma inserendo tutto in un progetto di sistema”. Lo Moro si è detta convinta della necessità di un “controllo sociale” delle scelte compiute dalla politica, “perché - ha rimarcato - gli errori sono sempre possibili e in questo l’aiuto dei sindaci, dei sindacati e dell’associazionismo può essere importante”.
Diversi i suggerimenti dei rappresentanti dei Comuni, sintetizzate da Giuseppe Varacalli, presidente di Federsanità-Anci. Varacalli ha espresso il suo giudizio positivo sulle nomine “perché a noi - ha spiegato - interessano la professionalità, il rapporto fiduciario e la stabilità amministrativa. La sanità va sottratta alla precarietà”. Il presidente di Federsanità ha evidenziato che la partecipazione dei Comuni alle scelte in materia sanitaria è prevista dalla legge attraverso l’istituzione della conferenza di programmazione, presieduta dall’assessore”. Il rappresentante dell’Anci ha poi lamentato la segmentazione delle deleghe in materia di politiche sociali, ripartite fra gli assessori alla Salute, al Lavoro e al Turismo, e l’esiguità dei fondi regionali, “che l’ultimo bilancio - ha detto - decurta del 15%”.
Agli interventi dei diversi partecipanti, l’assessore Lo Moro ha risposto garantendo che le loro istanze saranno tenute nel debito conto. L’assessore ha garantito che sui problemi specifici i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere sono pronti al confronto, annunciando novità sia per quanto concerne le linee dell’atto aziendale, sia il piano di riparto dei fondi. “Tutto avverrà - ha detto infine Doris Lo Moro - secondo criteri chiari, leggibili. Nel passato, per quanto attiene alla ripartizione dei fondi, per esempio, si faceva ricorso al metodo empirico non decifrabile. Bisogna invece che si tenga contro di criteri come la produttività, principio che non deve valere solo per i privati”. L’assessore, che ha consegnato ai rappresentanti dei Comuni gli obiettivi assegnati ai manager, ha anche annunciato una serie di appuntamenti a carattere seminariale su temi specifici.

AN: “La Lo Moro chiarisca il futuro della cardiochirurgia di Cosenza”

31/01 ''E' necessario che l'assessore Lo Moro chiarisca quali sono i suoi progetti per l'ospedale di Cosenza relativamente a cardiochirurgia: si tratta di un bisogno che investe una provincia di quasi 900 mila abitanti''. E' quanto scritto in una nota del comitato cittadino di Alleanza Nazionale. ''Il finanziamento di Reggio Calabria - prosegue la nota - e nessuna notizia certa su Cosenza sono due notizie oggi confliggenti, ma e' opportuno che su questi aspetti l'assessore alla sanita' chiarisca i suoi orientamenti. C'e' un Piano della Salute che viene disatteso e che parla di 11 posti letto di cardiochirurgia come succursale di Catanzaro: sono state espresse critiche intorno a questa ipotesi, ma non vi sono progetti alternativi. Cosenza non puo' perdere questa occasione avendo oggi la cardiologia interventistica e due reparti operativi ed efficienti all'Annunziata ed al Mariano Santo''. ''Chiediamo alla classe politica - conclude la nota - di interrogarsi su quesiti del genere che riguardano il futuro dell'ospedale cosentino e le esigenze di migliaia di pazienti cardiopatici''.

Il DG dell’AS di Castrovillari, Gigliotti, presenta i direttori dell’Azienda

31/01 Il direttore generale dell'azienda sanitaria di Castrovillari, Ernesto Gigliotti, ha presentato stamane Serafino Conforti, neo direttore sanitario dell' Azienda, e Giuseppe Altomari, a capo dei servizi amministrativi. La presentazione e' avvenuta presso la Direzione, all' ospedale di Castrovillari. ''Riapriremo le farmacie ospedaliere - ha detto il manager - cosi' come riorganizzeremo i plessi ospedalieri''. L'Azienda sanitaria di Castrovillari conta oltre il ''Ferrari'', della citta' del Pollino, altre tre strutture: Mormanno, Lungro e San Marco Argentano. Gigliotti pensa all' organizzazione dell' assistenza sanitaria e all' adeguamento della struttura perche' ''vi e' stata una distrazione latente negli anni passati'', che evidentemente ha nuociuto piu' del consentito all' affermazione e del diritto alla salute nell' area del nord Calabria. Mormanno dovra' diventare il ''centro della riabilitazione'', per servire al meglio la popolazione adulta. Altri ospedali, altre specializzazioni. Lungro sara' ''dedicato'' alla lungodegenza, con specialita' che riguarderanno anche i disturbi dell' alimentazione. San Marco Argentano, invece, ospitera' la chirurgia specialistica, un'attivita' strettamente correlata al servizio di pronto soccorso''. ''Alla squadra - ha aggiunto - da poco nominata il compito, da qui a tre anni, di tracciare il percorso per il futuro dell' azienda sanitaria. A partire dal settore amministrativo, che negli anni passati e' sempre stato la spina nel fianco di questa Azienda Sanitaria''.

Futuro dell’Hospice di Cassano: chiesto un incontro con la Lo Moro

31/01 Il Forum delle associazioni di Cassano allo Ionio hanno chiesto un incontro con l'assessore regionale alla sanita', Doris Lo Moro, e al direttore generale dell'As di Rossano, Giusepe Carbone, per discutere del futuro dell'Hospice. ''Prendiamo atto - e' scritto in una nota - delle voci discordanti e contraddittorie che provengono da ambienti politici ed istituzionali con riguardo al destino del centro di cure palliative per malati terminali di Cassano e ricordata la valenza sociale e sanitaria dello stesso. Abbiamo chiesto un incontro per discutere del presente e del futuro dell'Hospice di Cassano, onde ottenere i chiarimenti e le informazioni necessarie a fugare qualsiasi dubbio e timore sull'entrata in funzione dello stesso''. Il Forum cassanese ha chiesto anche al direttore sanitario dell'As di Rossano l'autorizzazione a effettuare un sopralluogo all'interno della struttura di rione Pontenuovo, dove l'Hospice e' ospitato, per verificarne condizioni e funzionalita'.

CISL: Un importante risultato la sigla dell’ipotesi d’accordo per il settore della sanità

27/01 La sigla dell' ipotesi di accordo Ccnl 2004-2005 del comparto sanita' pubblica ''e' un importante risultato contrattuale e politico che consente di dare risposte alla alta professionalita' degli operatori e permette l' implementazione della contrattazione decentrata integrativa'': lo sostiene, in una dichiarazione, Domenico Cubello segretario regionale della Funzione pubblica Cisl. Per Cubello ''l' accordo e' stato raggiunto anche dopo la riuscita delle manifestazioni regionali del 22 dicembre 2005 con le quali si e' richiesto l' impegno formale e fattivo delle Regioni a sostenere le ragioni del rinnovo che prevede un incremento medio di 103 euro pro capite (il 5,01% del monte salari) come richiesto dai sindacati e come previsto nel protocollo del 27 maggio 2005. Ulteriore risultato e' quello che prevede la destinazione del 10% delle risorse a disposizione per la contrattazione decentrata all' interno dei luoghi di lavoro, evitando una possibile centralizzazione regionale e coinvolgendo i lavoratori nelle scelte organizzative per le diverse peculiarita' delle aziende''. ''L' ipotesi di contratto - sostiene ancora il segretario della Fp Cisl calabrese - prevede come per gli altri comparti contrattuali e sulla base delle regole definite nel citato protocollo tre decorrenze per l' incremento tabellare: 1 gennaio 2004 - 1 febbraio 2005 e per la parte relativa allo 0,20% finanziato con la legge finanziaria 2006: 31 dicembre 2005. In questo modo si e' comunque ottenuto, come per il rinnovo contrattuale precedente, il rispetto delle decorrenze contrattuali e del pagamento degli arretrati''

Lo Moro: La legge sull’aborto ha determinato una contrazione sull’interruzione di gravidanza”

27/01 “In Calabria funzionano 72 consultori pubblici ed uno privato. Questo numero pone la nostra regione formalmente in linea con gli standard di legge. C’è , però, un dato sostanziale in virtù del quale nei consultori calabresi il personale a disposizione non risponde alle esigenze normative, sia perché mancano alcune figure professionali indispensabili , sia perché spesso le strutture sono fatiscenti. Questo indebolisce la funzione precipua del servizio”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, intervenendo a Roma ai lavori della prima Conferenza nazionale dei Ds su “Salute e politiche sociali”. L’assessore calabrese, relazionando sul tema: “La salute delle donne, del bambino e dell’età evolutiva”, si è soffermata, fra l’altro, sull’applicazione della legge 194 sull’aborto. “In Calabria - ha detto - come nel resto dell’Italia, la legislazione sull’aborto ha determinato una contrazione del ricorso all’interruzione della gravidanza. Questo è un segno - ha evidenziato Lo Moro - che la cultura della prevenzione si è diffusa anche nella nostra regione. Nelle nuove generazioni, al di là dei fenomeni di devianza che pure emergono, si può riconoscere una Calabria che sa far sentire la sua voce ed è capace, in epoca di globalizzazione, di vivere in un contesto che prescinde dai confini del territorio”. L’assessore Lo Moro si è detta “consapevole che questo fenomeno non è legato alla risposta che le istituzioni danno alle istanze dei giovani e delle donne sul piano della salute e della prevenzione, in quanto le soluzioni offerte sono inadeguate. Ma emerge comunque - ha sottolineato - una maturità tra le donne calabresi che hanno assorbito le tematiche nazionali”. L’assessore ha quindi indicato alcuni correttivi, affermando, tra l’altro, che “compito specifico dei consultori, diversamente da quanto avviene per gli ospedali, è garantire un’offerta attiva, ovvero fare prevenzione sul territorio, andando alla ricerca degli utenti. In Calabria , purtroppo, non possiamo dire che questo finora è avvenuto perché sono stati privilegiati gli obiettivi gestionali rispetto a quelli strategici rappresentati dalla salute delle donne e dalla tutela delle famiglie”. Doris Lo Moro ha quindi indicato l’esigenza di un progetto obiettivo materno regionale. “Ce n’è uno nazionale - ha detto - risalente agli anni in cui Rosy Bindi e Livia Turco hanno ricoperto ruoli chiave nel settore in seno al governo, la prima come ministro della Salute, la seconda come ministro del Welfare. In Calabria manca una normativa regionale”. Poi l’assessore alla Salute della Regione Calabria ha indicato l’esigenza di reperire fondi da impiegare, in primo luogo, nel reperimento di figure professionali specifiche. “E’ necessario liberare risorse. La risposta ospedaliera - ha fatto rilevare - assorbe risorse per il 57%, mentre tale percentuale dovrebbe essere pari al 45%. Bisogna rivedere la rete ospedaliera, deospedalizzando il più possibile i servizi, recuperando risorse da investire sul territorio”. L’assessore Lo Moro ha anche lamentato le ristrettezze imposte da una normativa nazionale che blocca le assunzioni, “mentre - ha osservato - nell’ambito di strutture come i consultori occorrerebbe più personale. Un problema, questo, di cui il centrosinistra dovrà farsi carico, anche tenendo nella dovuta considerazione l’emergere di nuove esigenze legate al fenomeno dell’immigrazione. Per esempio, nei consultori mancano i mediatori culturali, elementi indispensabili se si pensa che in Calabria vivono ormai tantissimi extracomunitari”.

La casa di accoglienza per malati di Aids di Oppido Mamertina festeggia i 10 anni

27/01 La Casa accoglienza per malati di Aids di Castellace di Oppido Mamertina celebra i dieci anni dalla fondazione. Nata da una costruttiva sinergia tra la Diocesi Oppido-Palmi, la Fondazione “Famiglia Germanò” e le forze del volontariato cattolico, la Casa Accoglienza di Castellace è diventata ormai un punto di riferimento per tutta la regione e non solo.
Dieci anni di coraggio, impegno e servizio, non potevano non essere ricordati. Per questo, sabato 28 gennaio, alle ore 15.00, al Teatro Comunale di Oppido Mamertina, si terrà la celebrazione del decennale della Casa Accoglienza, con il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria e del Comune di Oppido Mamertina.
Al convegno, parteciperanno, fra gli altri, il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, l’ex presidente dell’Amministrazione provinciale, Pietro Fuda e il sindaco di Oppido Mamertina, Giuseppe Rugolo.
Moderato dal dott. Pasquale Ambrosino, l’incontro vedrà la partecipazione di medici ed esperti della sindrome da immunodeficienza acquisita, meglio conosciuta come Aids. Interverranno, tra gli altri, Giuseppe Putortì, direttore generale Asl 10 di Palmi, Rubens Curia, responsabile settore Aids – Regione Calabria, Giuseppe Foti, primario della Divisione di malattie Infettive degli “Ospedali Riuniti” di Reggio Calabria, Luigi Guaglianone, Primario della Divisione malattie infettive dell’Ospedale “Annunziata” di Cosenza .
Relazionerà su “Rapporti di collaborazione con Casa Castellace” Roberto Marino, dirigente medico di primo livello della Divisione Malattie Infettive Ospedale “Iazzolino” di Vibo Valentia. Donatella Grillo, coordinatrice attività sociale Casa Castellace interverrà su “La casa di accoglienza per malati di Aids di Castellace: dieci anni di presenza”. Eduardo Lamberti Castronuovo, presidente Sviluppo Italia Calabria e direttore dell’Istituto De Blasi di Reggio Calabria interverrà su “La sanità privata in Calabria”.
All’incontro saranno presenti tra gli altri, Mons. Bruno Cocolo, presidente Ente morale “Famiglia Germanò” e Mons. Luciano Bux, vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi.
Centro di assistenza e supporto ai sieropositivi e ai malati di Aids in fase terminale, la Casa Accoglienza di Castellace ospita un massimo di 20 pazienti. Il centro opera in stretto rapporto con le strutture pubbliche del territorio, offrendo servizi di assistenza sanitaria, sociale, ma anche di supporto psicologico.
La casa accoglienza si attesta come centro di eccellenza per i servizi al malato ma soprattutto per l’efficacia delle terapie adottate, registrando un tasso di mortalità dei pazienti in cura fra i più bassi d’Italia.

FP-CISL: “Le nomine nelle ASL spettano ai Direttori Generali”

25/01 ''La individuazione dei direttori sanitari e dei direttori amministrativi sta alla responsabilita' dei direttori generali, non ad altri livelli istituzionali che pur si vantano di valutare i curriculum''. E' quanto sostiene in una nota il segretario generale della Cisl - Funzione Pubblica della Calabria, Domenico Cubello. ''Le polemiche - ha aggiunto - nel pianeta sanita' si focalizzano, sempre e comunque, su interessi diversi da quelli che sono i problemi di salute, le risposte richieste al servizio sanitario regionale dai cittadini calabresi sono sempre, e' una costante negli anni con qualunque maggioranza si approccia al problema, legati solo alla 'spartizione' dei 'nominati' ai posti di potere ai vertici delle Aziende. L'assestamento del management delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere calabresi e' stato censurato anche per il troppo frequente ricambio dalla recente relazione della Corte dei Conti. La denuncia da noi fatta di tale stato di stallo, di assenza di governo del sistema a fronte di fumosi messaggi mediatici, vede oggi anche pezzi importanti della maggioranza regionale prendere atto della gravita' della situazione''. ''Comincia - ha proseguito Cubello - a diventare davvero intollerabile la totale incapacita' di dotare le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere dei Direttori sanitari ed Amministrativi. Fatto che suscita perplessita' e che insinua dubbi preoccupanti se si pensa che i Direttori Generali sono stati nominati e si sono insediati da due mesi. Non registriamo elementi di discontinuita' alle vecchie pratiche politiche del passato ma, anzi, constatiamo come oggi risenta dall'influenza forte degli interessi di schieramento l'assegnazione di questi incarichi. Purtroppo anche questa Giunta di centrosinistra sta perseguendo la stessa strada delle precedenti, prima con i commissariamenti, poi con la nomina dei Direttori Generali ed ancora, non completata, dopo nove mesi, con i Direttori Sanitari ed Amministrativi. Noi non entriamo nel merito della provenienza o delle capacita' professionali dei nominati. Sara' la valutazione complessiva, politica, sul settore che vogliono fare a posteriori sui risultati, sulle risposte che il Servizio sanitario sara' capace di dare ai Calabresi''. Il segretario regionale della Cisl - Funzione Pubblica ha evidenziato inoltre che ''alcune considerazioni riteniamo pero' sia doveroso farle rispetto al metodo, al merito ed alle regole che ci saremmo aspettati ed ancora ci aspettiamo diverse da una Giunta di centrosinistra di cui si e' pure auspicato l'avvento. L'Azienda unica regionale l'abbiamo combattuta quando l'ha proposta il centrodestra, oggi di fatto c'e' una gestione accentrata delle Aziende che non condividiamo perche' si sostituisce di fatto impropriamente a leggi e norme che individuino responsabilita' ma garantiscono anche i momenti di partecipazione e coinvolgimento dei vari livelli istituzionali e dei cittadini''. ''Riteniamo - ha concluso - che la gravita' dei problemi da affrontare sia tale che meriti il confronto e la concertazione costante non invece atteggiamenti di autoreferenzialita', di decisioni unilaterali, e quindi la successiva assunzione di responsabilita', se questo non e' , probabilmente il 'partito della Sanita'', richiamato da piu' parti, avra' ancora partita vinta alle spalle dei bisogni dei Calabresi. La Cisl, si battera' per avere una sanita' al servizio dei Calabresi per sconfiggere ''il partito della Sanita''' che consente di lucrare sempre e comunque con ogni parte politica''.

Le regioni del sud non utilizzano le risorse assegnate per la sanità. I viaggi dell speranza costano 800 milioni alle Regioni

Il fatto che ci sia una sanita' a due velocita' nel nord e sud del paese dipende dall'incapacita' programmatica di molte regioni a spendere i soldi loro assegnati. In particolare, nell'ambito del programma straordinario di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie, disposti dalla legge finanziaria del 1988, la Calabria ha speso solo il 14% di 400 milioni di euro, la Campania il 26% di 1.100 milioni e la Puglia il 29% di 800 milioni. E' uno dei dati emersi dalla commissione d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale al termine di una lunga indagine, durata quattro anni, presentata stamane a Roma. ''E' significativo - ha spiegato il senatore Francesco Carella dei Verdi, presidente della commissione - che le realta' regionali dove si sono riscontrati i maggiori ritardi nel raggiungimento degli obiettivi di adeguamento della rete ospedaliera, siano anche quelle dove continuano a esserci le maggiori inefficienze nell'utilizzo dei fondi per l'edilizia sanitaria. Per esempio in Campania, le risorse messe a disposizione della regione con l'accordo di programma sottoscritto nel 2000, pari a circa 1.100 milioni di euro, sono state destinate alla realizzazione di 175 interventi, di cui solo 25 ammessi a finanziamento in quanto cantierabili, per un importo pari al 26% del totale''. Un altro problema messo in luce dall'indagine e' quello delle cosiddette 'cattedrali nel deserto', cioe' quegli ospedali la cui costruzione viene abbandonata prima della conclusione dei lavori, o di strutture che appena terminate necessitano di interventi di adeguamento alle nuove norme per l'accreditamento. ''Il caso piu' clamoroso - ha aggiunto Carella - e' quello di Oppido Mamertina in Calabria, i cui lavori iniziati piu' di vent'anni fa mostrano gia' segni di cedimento nelle strutture portanti''. In tal senso va letto il paletto, fatto inserire nell'ultima Finanziaria dal ministro della Salute, Francesco Storace, in base al quale ''le regioni che non spenderanno i soldi assegnati tramite l'art.20 della legge 67 del 1988 - ha ricordato il sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi - subiranno la revoca dei fondi, che andranno destinati alle regioni che hanno saputo spenderli meglio, fino al 100%. E' eticamente scorretto che si tengano nel cassetto risorse che potrebbero essere ben spese da altre parti''. Quanto al tema dell'appropriatezza, Cursi ha reso noto che ''nei prossimi giorni sara' nominata la commissione per l'Appropriatezza, prevista dall'ultima Finanziaria, che si occupera' di fissare dei paletti sulle procedure e le liste d'attesa. Sara' composta - ha concluso - da rappresentanti del ministero della Salute e della conferenza Stato-Regioni, con persone del mondo universitario, economico, medico e della ricerca. Non e' pensabile che in alcune regioni si stia in ospedale 6-7 giorni per esami di routine. Il 15-20% dei ricoveri e' improprio e costa moltissimi soldi. La commissione si occupera' di prevedere dei correttivi per risolvere la situazione''.
La mobilita' sanitaria, meglio conosciuta anche come 'viaggi della speranza', e' costata alle regioni visitate circa 800 milioni di euro, di cui 246 milioni riferiti alla Campania, 202 alla Sicilia, 166 alla Calabria e 84 alla Puglia, solo nel 2003. E' uno dei dati che emerge dalla relazione conclusiva della commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficacia ed efficienza del Servizio sanitario nazionale, i cui risultati sono stati presentati oggi al Senato da Francesco Carella, presidente della commissione. ''Questi viaggi vengono fatti non solo per ricevere prestazioni di alta specialita' e oncologia - spiega Carella - ma anche per semplici prestazioni di routine. Il fatto e' che il nostro paese e' diviso in due parti, con un sud sempre in affanno, ma non tanto per la mancanza di risorse, quanto per l'incapacita' a spenderle e programmare le spese''. La mobilita' sanitaria dal sud al nord e' un problema per l'intera collettivita' delle regioni meridionali, ''in quanto da un lato - ha aggiunto - esprieme un bisogno di salute che non trova risposte, e dall'altro causa uin imporverimetno di risorse economiche per i sistemi sanitari meridionali e l'interna economia del mezzogiorno''. Dall'indagine condotta in tutte le regioni visitate, il dato comune che emerge riguarda una carenza strutturale diffusa nell'offerta del sistema ospedaliero, in strutture spesso obsolete, inadeguate, in cui ''non sono garantiti gli standard di sicurezza e le elementari condizioni igienico-sanitarie. Una situazione cui non si sottraggono nemmeno i grandi capoluoghi, come Napoli, Palermo e Bari. Emblematiche a tal proposito le condizioni riscontrate ai Policlinici di Bari e Palermo, al Cardarelli di Napoli, a Catanzaro e a Vibo Valentia''

A Castrovillari dal 28 corsi sulle malattie dell’apparato genitale femminile

25/01 Da domani e fino al 28 gennaio a Castrovillari si svolgeranno due manifestazioni di aggiornamento nel settore delle malattie ginecologiche. Nel Centro Congressi ''Protoconvento Francescano'' si svolgera', infatti, un corso specialistico per medici ginecologi ed uno specifico per le ostetriche sui temi di piu' concreta attualita' ed interesse, in particolare nel campo della prevenzione dei tumori dell'apparato genitale femminile. I corsi, organizzati e diretti dal dr. Carlo Maria Stigliano, primario della ginecologia preventiva e dei consultori familiari dell'azienda sanitaria di Castrovillari, mirano a fornire al personale medico e alle ostetriche una competenza specifica e di alto livello su quanto di piu' avanzato e' possibile realizzare per identificare e neutralizzare precocemente ogni lesione a carico dell'apparato genitale femminile che possa nel tempo causare la terribile evenienza del cancro. Tra gli altri saranno rappresentati i piu' prestigiosi istituti per la cura dei tumori, come l'istituto 'Regina Elena' di Roma, l'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, diretto dal prof. Veronesi e l'Istituto Tumori di Napoli. La regione Calabria che ha patrocinato i Corsi, li ha inseriti nelle iniziative di preparazione e di aggiornamento obbligatorio nell'ambito dello screening del tumore del collo dell'utero, inviando un ginecologo ed una ostetrica specializzati da ciascuna delle 11 Asl calabresi. Il Ministero della Salute ha fatto propria l'iniziativa nel campo della educazione continua in medicina (Ecm) attribuendo a ognuno dei Corsi ben 20 crediti formativi, a testimonianza dell'importanza attribuita.

Lettera aperta sulla Sanità calabrese di Carlizzi e Maiolo al Presidente Loiero

24/01 “Il “Partito della Sanità calabrese” è il più potente gruppo di pressione che opera nella nostra regione. È un “partito” che poco o nulla ha a che fare con i partiti politici, sicuramente non ha nulla a che fare con chi si sottopone al giudizio degli elettori; è un “partito” che poco o nulla ha a che fare con la Calabria, sicuramente non ha nulla a che fare con la Calabria degli onesti che ha guardato con speranza alla vittoria del centrosinistra, dopo che Chiaravalloti e compagni hanno portato la Calabria sul baratro del dissesto finanziario e dato carta bianca alle scorrerie del “Partito della Sanità calabrese”. A dichiararlo sono stati i Consiglieri regionali della Margherita, Mario Maiolo e Demetrio Naccari Carlizzi, in una lettera aperta sulla sanità calabrese inviata al Presidente della Regione Calabria, on. Agazio Loiero. “Il “Partito della Sanità calabrese” nella sua direzione pensante non arruola calabresi che risiedono in Calabria, ma - con uno schema tristemente noto ai calabresi onesti e pensanti - muove a distanza i suoi tentacoli che si insinuano in tutti i meandri del sistema sanitario calabrese, divorando quasi il 70% del bilancio regionale e lasciando i nostri concittadini sofferenti e “liberi”, ancora per poco, di migrare verso altre regioni in cerca di salute.
Con queste caratteristiche, il “Partito della Sanità calabrese” - le cui relazioni sfuggono completamente a qualsiasi tentativo di giustificazione plausibile secondo i canoni ortodossi e solari delle civili relazioni politiche e sociali - sembrerebbe non avere mai “mollato la presa”.
Assolutamente indifferente agli effetti di qualsiasi spoil system.
Non vogliamo assolutamente oggi discutere e tanto meno dare giudizi su chi è responsabile delle scelte che in nome del “centrosinistra” (forse solo apparentemente) si stanno compiendo nel sistema sanitario regionale; lo faremo quotidianamente da cittadini e da eletti, giudicando il servizio sanitario regionale.
C’è un aspetto, però, che oggi non possiamo sottacere e per il quale chiediamo pubblicamente, Presidente Loiero, il suo autorevole intervento.
Onorevole Presidente, Lei, noi tutti dirigenti del centrosinistra abbiamo stretto un patto con i calabresi e ci siamo impegnati a portare avanti un programma che abbiamo fortemente voluto fondare su “valori”. C’è, tra quelli che abbiamo ritenuto imprescindibili, un valore, quello delle “competenze”, che è stato tradito nelle scelte sulla Sanità. Ci siamo impegnati a valorizzare le nostre migliori energie, esaltando il ruolo svolto dalle Università calabresi nel formare una nuova e positiva classe dirigente calabrese.
Presidente, non possiamo, da calabresi, accettare di sentirci dire da qualcuno che non ci siano calabresi in grado di fare i Direttori Generali delle strutture sanitarie, che non ci siano capaci medici calabresi in grado di fare i Direttori Sanitari, che non ci siano capaci amministrativisti calabresi in grado di fare i Direttori Amministrativi.
Presidente, da garante massimo degli impegni assunti con i calabresi, intervenga perché i “valori” del nostro programma vengano rispettati e perché non cresca nell’attenta opinione pubblica la convinzione che sia sempre il “partito della Sanità calabrese” a disporre della nostra salute e che, quindi, i rischi rimangano quelli di sempre.”

FP-CGIL “Perplessi sui candidati a incarichi nelle ASL”

23/01 ''Anche se risultasse fuori tempo, non potremmo fare a meno di esprimere qualche perplessita' sui candidati dati per vincenti, in queste ore, agli incarichi di direttore amministrativo e sanitario delle Asl. Appare affievolito quel segno della discontinuita' col passato, che veniva invocato da tutti (e gia' colto nelle nomine dei direttori generali) ma anche garantito come uno dei requisiti che ci si era imposti''. E' quanto sostengono il coordinatore regionale della Fp Cgil Medici, Piero Piersante, ed il segretario generale della Fp Cgil Calabria, Luigi Veraldi, in una lettera aperta all'assessore alla Sanita', Doris Lo Moro. ''Le recenti denunce della Corte dei Conti - hanno aggiunto - sui disastri organizzativi e contabili della sanita' calabrese sono state un ulteriore ed evidente segno, ove ce ne fosse stato bisogno, del fallimento di un sistema dirigenziale, sia di natura politica che tecnica. Un sistema che non si e' mai voluto assumere responsabilita' proprie, non ha mai saputo fare scelte autonome rispetto alle voraci esigenze clientelari dei partiti e di altri centri locali di potere sociale. E' pur vero che in questi anni, tranne rare eccezioni, nessuno che non fosse organico o funzionale a quel sistema ha mai ricevuto incarichi di rilievo nei servizi, in tal modo non riuscendo a maturare quei titoli che sono necessari per accedere alle direzioni aziendali. Ma la soluzione non puo' essere, e non deve essere, quella di riproporre i personaggi che sono stati valorizzati dalla precedente Giunta regionale, spesso lanciati in carriere fulminee o coautori di atti importanti di organizzazione e contabilita' aziendale, qualche volta provenienti anche dal mondo sindacale''. ''La soluzione - hanno proseguito i due sindacalisti - non puo' essere, e non deve essere, quella di forzare il criterio dei requisiti di legge, cercando di sostenere interpretazioni elastiche dei 5 anni di esperienza nella gestione di risorse umane in strutture medio-grandi, perche' anche questo non aiuta a vedere con chiarezza la ''separazione su cio' che e' stato e su cio' che sara''' da lei fortemente voluta. Per la squadra che uscira' vincitrice da questo palio non e' richiesto alcun gradimento sindacale, e noi non siamo qui pretenderlo. Ci preme solo ricordare alle forze politiche, che insieme a Lei dovranno assumersi tutta intera la responsabilita' di queste scelte, cio' che e' stato promesso agli elettori e che molto spesso noi stessi abbiamo ripetuto in campagna elettorale. Soprattutto ci preme ricordare l'impegno preso di riuscire a governare questo difficile universo della sanita', che viaggia come un treno fuori controllo verso l'assorbimento di quote sempre maggiori del bilancio regionale. Chiediamo che a nessuno di coloro che saranno chiamati a questo ingrato compito sia consentito di eludere gli obiettivi che sono stati assegnati dalla Sua attenta guida politica''. Piersante e Veraldi evidenziano inoltre che ''vigileremo a tutti i livelli, senza chiedere accelerazioni ne' concedere tentennamenti, consapevoli che gli obiettivi sono ambiziosi e richiedono anni, se non lustri. Sono obiettivi che per lungo tempo abbiamo reclamato, spesso isolati sulla scena sindacale ed anche sul piano politico: ampliare la quantita' e la varieta' delle prestazioni, attraverso una migliore utilizzazione delle strutture ed un centro unico di prenotazioni, sia per quelle private che pubbliche, sia ambulatoriali che di ricovero, anche nei territori dove insistono aziende ospedaliere separate; un sistema di controllo e vigilanza efficace sugli standard strutturali e organizzativi e sull'appropriatezza delle prestazioni; il rilancio degli interventi di edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico; un riordino dei servizi e dei dipartimenti in base a modelli uniformi, che dia certezza di trattamento giuridico ed economico e che dia motivazioni nuove agli operatori e ai dirigenti''.

Salituro (Circolo Campanella della Margherita) “Ci aspettiamo discontinuità sulle nomine alle ASL”

23/01 “Il Circolo “Tommaso Campanella” della Margherita resta in attesa di conoscere ufficialmente i nomi dei Direttori sanitari ed amministrativi delle ASL e delle Aziende ospedaliere calabresi anche per verificare la percentuale di quanti hanno già avuto ruoli importanti nel passato grazie a scelte effettuate dal centrodestra”. Lo si legge in una nota del Portavoce del Circolo della Margherita “Tomamso Campanella” , Franco Salituro. “Si spera vivamente – prosegue la nota - che sia errata la sensazione di vedere ribaltate le percentuali registrate alle elezioni regionali, in modo da scongiurare l’impressione che il numero di dirigenti che hanno già avuto comunque ruoli grazie al centrodestra sia addirittura superiore al sessanta per cento”. “Così come auspica –conlude il comunicato- che le dichiarazioni rilasciate dall’Assessore Lo Moro sulla necessità di evitare la presenza dei protagonisti dello sfascio della Sanità provocato dal centrodestra siano veritiere, e non le solite chiacchiere di politica politicante”.

Mercoledì 25 in Assindustria presentazione del rapporto annuale “Ospedali e Salute”

23/01 Il 3° rapporto annuale su “Ospedali e Salute”, realizzato dalla Società Ermeneia e promosso dall’Associazione Italiana Ospedalità Privata (AIOP), verrà presentato a Cosenza, mercoledì 25 gennaio, alle ore 17,30, presso la sede dell’Assindustria in Via Tocci 2/c.- Una riflessione particolare sarà, ovviamente, riservata al sistema sanitario calabrese, all’interazione pubblico-privato, al punto di maggior debolezza del sistema rappresentato dall’emigrazione sanitaria fuori regione anche per interventi tecnicamente semplici e, di fatto, a rischio zero.- Così come, nel corso della presentazione del rapporto, troverà puntuale riflessione la relazione molto critica della Corte dei Conti, sezione calabrese, sulla gestione del servizio sanitario nel periodo 2003-2004.- E’ noto che le strutture dell’ospedalità pubblica hanno accumulato negli ultimi anni perdite di bilancio che hanno portato fuori controllo la spesa sanitaria la cui incidenza sull’intero bilancio regionale va oltre il 50 per cento.- Da qui gli sforzi del governo regionale di riportare la spesa sotto controllo, razionalizzare i bilanci degli ospedali, tagliare i rami secchi, assegnare alle strutture i budget annuali sulla base della loro produttività e non su base storica.- Tutte correzioni ritenute necessarie e condivise dall’ospedalità privata chiamata a svolgere, di fronte all’inefficienza delle strutture ospedaliere pubbliche, un ruolo di supplenza che necessariamente richiede maggiori investimenti un tecnologie e, conseguentemente, maggiori costi gestionali delle strutture.- A fronte di questo ruolo di supplenza dell’ospedalità privata, soprattutto per quanto attiene all’alta specialità, gli uffici regionali si comportano con la miopia di chi non riesce a vedere oltre le metodiche burocratiche e le gerarchie decisionali. Così si assiste a Direttori Generali che, nel mentre richiedono alle strutture private maggiore capacità operativa, anche per bloccare l’emigrazione fuori regione, si sottraggono alle loro responsabilità nel momento in cui debbano effettuare i pagamenti dovuti per le prestazioni richieste ed erogate dalle strutture private.- Gli eccessi di burocrazia, la mancata assunzione di responsabilità da parte di Direttori Generali, sempre più inclini a scaricare sulla Regione ogni decisione, costituiscono la zona grigia della sanità calabrese rispetto alla quale il governo regionale non ha assunto le decisioni che tutti si aspettavano.- L’ospedalità privata, rappresentata dall’AIOP, ha dato la massima disponibilità per razionalizzare la spesa, accettando abbattimenti tariffari pesantissimi, dietro la promessa di una bonifica gestionale dell’intera rete ospedaliera, attraverso manager pià competenti professionalmente e controlli più rigorosi sulla produttività delle strutture.- A tutt’oggi questo non c’è stato e ciò spiega perché la situazione resta critica e la spesa pressoché ingovernabile.- Le strutture private da mesi sono in crisi di liquidità per i pagamenti non effettuati o ritardati per ostacoli burocratici.- Le linee di credito bancario sono state utilizzate oltre i limiti consentiti ma, a quanto pare, i Direttori Generali delle AS. non si muovono se non ricevono istruzioni della Regione.- Il rischio che si corre è che può entrare in crisi quel ruolo di supplenza, fino ad oggi svolto dall’Ospedalità privata, quando ancora l’ospedalità pubblica non ha superato le sue inefficienze ed il conseguente basso tasso di produttività.- Di tutto questo si parlerà mercoledì in occasione del 3° rapporto “Ospedali e Salute” e sarà l’occasione perché chi ha incarichi di governo si assuma pubblicamente le sue responsabilità.-

Vulnera (NPSI) “Il Governo provveda al problema dei politrasfusi infetti, vittime ignorate dalle istituzioni”

22/01 “In qualità di responsabile del Dipartimento di Sanità Pubblica e politiche socio sanitarie istituito a Cosenza in seno al Nuovo PSI ed in qualità di coordinatrice dello stesso settore in ambito regionale e come membro dell’Assemblea Nazionale del Partito, manifesto la mia estrema soddisfazione per l’iniziativa de nostro Senatore Franco Crinò a tutela di una categoria di vittime della sanità volutamente ignorata dalle istituzioni”. Lo afferma in una nota Marilù Vulnera, membro dell’assemblea nazionale del Nuovo PSI. “Il Senatore Franco Crinò –aggiunge- , in merito alla vicenda degli indennizzi ai soggetti contagiati in maniera permanente in seguito a somministrazione di vaccini ed emoderivati e da quella di trasfusioni da sangue infetto, ha ritenuto utile sensibilizzare il Segretario Nazionale Bobo Craxi perché sostenga il disegno di legge n. 6114. Il problema del sangue infetto ha interessato negli anni passati un congruo numero di persone, arrecando danni irreversibili per l’insorgenza di patologie di cui tutti conosciamo la gravità. Da qui, il legislatore che già nel 1992 provvedeva con la legge 210 al dovuto ma non equo indennizzo per i soggetti colpiti, si è trovato di fronte ad un’emergenza ancora più significativa nel disporre successivamente di un più corretto ed esatto censimento degli aventi diritto proprio perché ammalati. Alla legge 210 è succeduta la 229/2005 caratterizzata da un’esigua copertura finanziaria. Il Nuovo PSI, da sempre attento alle problematiche sanitarie e sociali, ritenendo, oggi, che si debba riordinare il settore specifico a tutela del diritto dell’ ammalato e delle famiglie, seguirà da vicino l’evoluzione del disegno ultimo di legge che prevede attenzioni permanenti e, appunto, copertura finanziaria adeguata. A conferma di quanto espresso, le lodi al Senatore Crinò anche e soprattutto del presidente dell’Associazione Malati ed Emotrasfusi e Vaccinati (Amev) di Firenze, avvocato Stanca”. “Voglio appellarmi all’intiera Deputazione Nazionale – conclude la Vulnera nella sua dichiarazione, già fortemente sensibilizzata al problema dalla forza socialista, affinché supporti questo ultimo disegno di legge, al fine di recuperare il disagio di tutte le categorie d’Italia coinvolte al problema per i motivi espressi precedentemente. Queste persone, finora, non hanno trovato risposte adeguate al riscatto della loro condizione di sofferenza, ancor di più sentita e inasprita da situazioni discriminanti. Per questi motivi è auspicabile che il Governo si determini, in riferimento alla legge 141/93 che prevede la transazione estensibile a tutti gli infettati riconosciuti dalla Commissione Militare Ospedaliera, con un decreto mirato a definire anche i contenziosi esistenti”.

Valutazione negativa della Corte dei Conti sulla sanità calabrese. Lo Moro: “Giudizio negativo ma non allarme”

Ass. Lo Moro21/01 E' negativa la valutazione della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti circa la situazione, riferita agli anni 2003-04, monitorata nelle aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria. La relazione sul settore della sanita' e' stata illustrata stamane dal magistrato relatore, Anna Bombino. La corte dei conti ha monitorato la gestione e l'organizzazione dell'assistenza sanitaria ed ospedaliera, l'attuazione del programma di interventi in materia di edilizia scolastica ed i controlli interni nelle aziende. Nel periodo preso in esame dalla Corte dei Conti, durante il quale alla Regione era in carica una Giunta di centrodestra, e' emersa una ''estrema mobilita' - e' scritto nella relazione - della durata degli incarichi di vertice delle aziende sanitarie regionali legata sia ai giudizi sul loro operato in relazione ai risultati attesi, sia a dinamiche istituzionali e politiche. Le vicende che si sono susseguite impongono una seria riflessione circa i criteri e le modalita' di scelta dei direttori generali cosi' frequentemente sfiduciati dagli stessi organi che li hanno preposti alla guida delle aziende sanitarie''. Nella relazione della sezione di controllo regionale della Corte dei Conti emerge anche una ''inadeguatezza degli organi aziendali nel predisporre i documenti di bilancio, sia sotto il profilo del contenuto e sia sotto il profilo dell'inosservanza dei termini fissati dalla legge o dalla Regione. Sorprende, inoltre, la circostanza che su alcuni bilanci consuntivi annullati dalla regione sia stato espresso parere favorevole dall'organo interno di revisione contabile o che lo stesso parere sia stato espresso dopo l'adozione dell'atto su sollecitazione dell'organo regionale di controllo. Permangono, inoltre, ritardi all'interno del sistema regionale e delle aziende in particolare nell'implementazione di moderni ed efficienti sistemi di controllo e monitoraggio''. Anche sul fronte della razionalizzazione e contenimento della spesa sanitaria regionale la situazione non e' stata positiva. ''I provvedimenti adottati - sostiene Bombino nella sua relazione - in sede di manovre finanziarie regionali, dal 2002 al 2004, nonostante i parziali risultati sul piano del contenimento della spesa corrente sanitaria e sulla razionalizzazione della gestione dei servizi sanitari, non hanno conseguito gli attesi obiettivi di risparmio, tant'e' che il volume globale della spesa sanitaria corrente e' cresciuto negli anni 1992-2002, con una flessione del 3,35% nel 2003, rispetto al 2002. La previsione di sanzioni ad personam nei confronti dei dirigenti aziendali per le perdite conseguite nella gestione delle aziende non pare congrua e risolutiva per riportare in equilibrio il sistema dei conti della sanita', al quale si e' dato copertura con le misure imposte annualmente dal governo centrale. Ad avviso di questa sezione bisogna, invece, attivare strumenti e misure rientrati anche nella logica dell'assunzione diretta delle stesse da parte delle aziende che le hanno prodotte''. Per quanto riguarda la situazione della spesa farmaceutica, inoltre, dal monitoraggio della Corte dei Conti emerge che dal 2002 al 2004 c'e' stato un andamento crescente attestandosi a livelli superiori al tetto del 13% fissato a livello nazionale. La spesa farmaceutica, secondo i dati della Corte dei Conti, e' passata infatti dai 422 milioni di euro del 2003 ai 444 milioni del 2004. Per quanto riguarda la domanda ospedaliera nell'anno 2003 l'indice della frequenza con cui la popolazione residente ricorre a strutture ospedaliere e' stato del 226,1 per mille. ''Un dato - prosegue la relazione - che esprime una domanda ospedaliera in leggera flessione rispetto al 2002 quando si e' avuto il 240,23 per mille. Entrambi i dati, comunque, sono superiori a quello normativo nazionale che fissa in 160 per mille abitanti il tasso di ospedalizzazione da superare in ciascuna regione''. Ed infine l'ultima analisi fatta riguarda il programma di edilizia sanitaria. ''L'analisi - conclude Bombino - condotta sugli aspetti finanziari e gestionali delle risorse complessivamente assegnate alla regione e, quindi alle Asl, quali soggetti beneficiarie dei fondi, ha evidenziato forti ritardi e rallentamenti nei processi di spesa e di realizzazione degli interventi programmati''
Lo Moro: “Giudizio negativo ma non allarme”
''Devo dire che ho trovato la relazione molto equilibrata nel senso che il giudizio finale e' sicuramente negativo ma non mi e' sembrato che i toni fossero allarmistici e soprattutto mi e' sembrato che fossero assai fondati sui dati che noi dell' Assessorato abbiamo agli atti''. E' quanto ha detto l'assessore regionale alla sanita', Doris Lo Moro, al termine dell'adunanza della corte dei conti durante la quale e' stata illustrata la situazione del settore negli anni 2003-04. ''La Calabria - ha aggiunto - in quegli anni era rappresentata da altri soggetti politici, ma chi ricopre incarichi istituzionali ha dei doveri. Mi aspettavo questi dati e ho detto nel mio intervento che il nostro giudizio politico sulla vecchia gestione e' conosciuto ma doveva rimanere fuori dall' aula della Corte dei Conti. Sul piano delle osservazioni formulate dai giudici contabili ho fatto un intervento che guardava in avanti. Le osservazioni sono tutte fondate, non mi sento di dissociarmi da nessuna di queste. Cio' che ha attirato di piu' la mia attenzione e' la parte dove si ipotizza la possibilita' di intervenire con strumenti 'punitivi' verso le singole Asl. Dove c' e' un disavanzo si deve far fronte in qualche modo, non dico da soli ma guardandosi all' interno e correggendo il tiro. Su questo, che mi sembra un' osservazione assai scontata e corretta sul piano formale, mi sono permessa di dire che la Regione, in questa fase in cui si stanno ridiscutendo i criteri di ripartizione dei fondi tra le singole Asl, non puo' non intervenire. Un' altra cosa che ho apprezzato sono i rilievi su come operano i revisori delle singole Asl. E' del tutto anomalo che il bilancio venga bocciato dalla Regione e abbia il visto positivo di chi invece avrebbe questo dovere preciso. Mi auguro che anche da questo punto di vista il segnale che lancia la politica sia colto fino in fondo a tutti i livelli, non solo dai direttori. Noi abbiamo bisogno che ognuno di noi, con competenza e professionalita', faccia il proprio mestiere e svolga le proprie funzioni. ''In sede politica - ha proseguito Lo Moro - io sto gia' lavorando, poi diventera' amministrativa quando ci sara' l'approvazione di una delibera, all' ipotesi di attivare percorsi di ispezione e di vigilanza molto piu' accurati. Questo potere e dovere della Regione ha bisogno ovviamente di un' organizzazione completamente diversa che va costruita e su cui stiamo lavorando. E la stessa cosa sulle carenze e le osservazioni che sono state fatte sugli appalti, sui servizi. Anche li' sicuramente la ricetta in termini banali potrebbe essere dare continuita' ed obiettivi seri ai direttori generali e su questo mi sembra che abbiamo le carte in regola. Noi stiamo lavorando anche sulla centrale degli acquisti che e' un progetto che potra' eliminare gli sprechi ma anche servire come luogo di confronto per gli appalti che rimangono di competenza delle Asl affinche' ci sia un monitoraggio sui prezzi, sulle procedure, sulle gare di appalto per tutti. Infine ho accennato al problema della mobilita' su cui abbiamo fatto un lavoro di analisi molto forte che credo che il problema si potra' risolvere anche in un medio periodo''. L'assessore regionale alla sanita' ha evidenziato inoltre che ''ci sono delle variabili impazzite che sono visibili anche ai cittadini che sono il forte contenzioso nelle nostre Asl rispetto al quale, sul piano politico, lavoreremo per contrastarlo. Molto spesso era un sistema organizzato per andare in pareggio di bilancio. Quindi da questo punto di vista il non avere un contenzioso sara' un merito per un direttore generale e averne sara' un demerito. Il sistema di controllo e verifiche, la centrale sugli appalti sono la risposta ad una situazione calabrese che deve essere alleggerita altrimenti poi anche ai tavoli nazionali e' pesante rappresentare una situazione positiva. Questo e' l' elemento piu' delicato perche' richiede una grossa collaborazione, richiede anche condivisione da parte del personale delle Asl e dell' assessorato che e' una cosa tutta da creare come vanno creati i flussi informativi e le altre cose''
''Ieri e' uscito il Sole 24 Ore sanita' e io sono rimasta impressionata positivamente perche' viene data pubblicita' agli obiettivi che vengono indicati e fotografati per la Calabria''. E' quanto ha aggiunto infine l'assessore regionale alla sanita' Doris Lo Moro. ''La cosa - ha aggiunto - che ha attirato la mia attenzione e' stato anche il titolo 'L' obiettivo un sistema normale'. Cioe' dall' esterno della Calabria, chi ha realizzato questa indagine, ha colto che piu' che parlare dei centri di eccellenza, che ci devono comunque essere, noi dobbiamo una risposta normale al cittadino''.

L’ass. Lo Moro incontra il sindacato Fsi in sciopero per il rinnovo del contratto

20/01 L’assessore regionale alla salute, Doris Lo Moro, ha ricevuto stamani una delegazione di lavoratori del comparto sanità aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti, che ha proclamato per oggi uno sciopero della categoria a livello nazionale per sollecitare il rinnovo del contratto di lavoro. I lavoratori, così come in tutti i capoluoghi di regione italiani, hanno attuato un sit-in davanti alla sede dell’assessorato regionale alla salute. L’assessore si è soffermata con i lavoratori guidati dal coordinatore regionale del sindacato, Francesco Sarcone, confermando la solidarietà e la vicinanza rispetto alle rivendicazioni dei manifestanti. Lo Moro, in particolare, ha manifestato l’intenzione di attivarsi in sede di conferenza Stato -Regioni e nei confronti dell’Aran, l’agenzia governativa che gestisce la contrattazione sindacale per i dipendenti del pubblico impiego. Nel corso del colloquio l’assessore regionale alla salute si è anche soffermata sui problemi legati all’applicazione delle leggi e delle normative in vigore a favore dei disabili. L’occasione è anche servita per una disamina della situazione della sanità calabrese rispetto alla quale Doris Lo Moro ha illustrato le iniziative già assunte per il rilancio del comparto ed i programmi futuri dell’assessorato.

L’Ass. Lo Moro incontra i DG della sanità per discutere degli obiettivi per il 2006

19/01 I nuovi criteri di finanziamento delle aziende; gli obiettivi per l'anno 2006, la riorganizzazione dei servizi ai fini dell'ampliamento e del miglioramento delle prestazioni; la riduzione dell'emigrazione sanitaria, il rilancio della sanita' pubblica, i centri unici di prenotazione. Sono alcuni degli argomenti discussi stamani a Catanzaro, nella sede del dipartimento della Salute, tra l'assessore Doris Lo Moro, il dirigente generale Raffaele Faillace ed i direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere della Calabria. Tra le novità emerse, l'istituzionalizzazione di un confronto mensile fra l'assessorato ed i manager, al fine di coordinare meglio l'attivita' delle singole aziende. "E' iniziato sul piano operativo - ha detto l'assessore Lo Moro - il lavoro di squadra di cui la sanità calabrese ha bisogno. L'appuntamento mensile con i manager comporterà non solo un migliore coordinamento, ma anche la possibilità che i singoli manager mettano a disposizione della Regione la loro professionalità in riferimento ad atti di pertinenza dell'assessorato. Ho riscontrato - ha aggiunto l'assessore - un clima estremanente positivo, caratterizzato dall'emergere di grandi competenze e professionalità". Nel corso della riunione e' stata evidenziata, in merito al rilancio della sanità pubblica, che occorre rapidamente superare la scarsa utilizzazione delle strutture, dimostrata dal calo della produzione registrato negli ultimi anni, per garantire all'utenza una gamma di prestazioni più ampia, attraverso l'utilizzazione ottimale del personale e delle attrezzature. Per quanto riguarda l'aspetto dei finanziamenti, l'assessore Lo Moro ed il direttore Faillace hanno indicato l'obiettivo di una maggiore responsabilizzazione delle singole realtà aziendali, illustrando le linee di un sistema fondato non più sull'assegnazione dei fondi su base storica, bensì sulla produzione e l'ampliamento dei servizi ai cittadini. "Questo - ha spiegato Faillace - indurrà le aziende a produrre più servizi elevando nel contempo gli standard qualitativi". Strettamente connesso al nuovo sistema di ripartizione dei fondi, che porterà anche ad un riequilibrio delle risorse fra le varie realtà territoriali, è l'obiettivo del contenimento del fenomeno dell'emigrazione sanitaria. L'assessore ed il dirigente generale hanno in proposito ribadito l'indicazione di una riduzione delle fughe dei pazienti del 20% in 18 mesi, secondo quanto stabilito nel contratto dei manager. Cio', come emerso dalla riunione, potrà realizzarsi se rapidamente i nuovi manager procederanno ad un deciso riordino organizzativo che offra anche maggiori motivazioni degli operatori. Altro argomento di confronto sono stati i centri unici di prenotazione (Cup) di cui ogni Asl dovrà dotarsi. Un obiettivo che l'assessore Lo Moro reputa di grande rilevanza ai fini della moralizzazione del sistema ed in direzione di una riduzione dei tempi d'attesa. In proposito l'assessorato attuerà un monitoraggio sulla situazione ed emanerà direttive specifiche. Ai direttori generali è stato inoltre consegnata una corposa raccolta di direttive e delibere emanate dall'assessorato nei primi mesi di gestione dell'assessore Lo Moro e la cui concreta attuazione spetta i nuovi responsabili delle aziende.

Un calabrese su 2 ha il colesterolo alto

18/01 Il 53% degli uomini e il 54% delle donne, in Calabria, convivono con valori di colesterolo superiori alla soglia limite di 200 mg/dL. I dati emergono dai risultati del Progetto Cuore realizzato dall' Istituto superiore di Sanita'. In Calabria, secondo la ricerca, dei 53 uomini su cento che hanno valori di colesterolo oltre i 200 mg/dL ben 17 hanno un valore di colesterolo uguale o superiore a 240; delle 54 donne su cento, invece, a soffrire di ipercolesterolemia sono in 25. La media italiana per i valori superiori a 200 mg/dL e' di 57 uomini su cento e 58 donne su cento, di questi soffrono di ipercolesterolemia 21 uomini e 25 donne su cento. Se non adottano giusti stili di vita e non si curano - spiegano gli esperti - rischiano di entrare nel tunnel piu' pericoloso anche i soggetti che presentano livelli tra 200 e 239: il 36% degli uomini e il 29 %delle donne in Calabria. Il ''Progetto Cuore'' - i cui dati sono stati presentati a Roma in vista del congresso della Sitecs (societa' italiana di terapia clinica e sperimentale) che si terra' a Napoli - mette in luce che, nella regione, 45 uomini su cento e 41 donne su cento sono ipertesi (pressione arteriosa uguale o superiore a 160/95), 41 uomini e 76 donne su cento non svolgono attivita' fisica, 23 uomini e 34 donne su cento sono obesi, 6 uomini e 8 donne su cento sono diabetici (glicemia superiore a 126). Sempre secondo quanto emerge dall' indagine, inoltre, i calabresi soffrono di colesterolo alto ma non lo conoscono. Renato Mannheimer, responsabile scientifico dell' Istituto per gli studi sulla pubblica opinione, in un suo sondaggio condotto su scala nazionale, rivela che il 70% dei calabresi non sa cosa sia il colesterolo o ha idee confuse, mentre il 51 per cento non sa che una persona con problemi di cuore deve avere i livelli di colesterolo piu' bassi rispetto ad una sana. ''Cambiate stili di vita e abbassate il colesterolo - affermano Alberico Luigi Catapano, ordinario di Farmacologia all' Universita' di Milano e Massimo Chiariello, ordinario di Cardiologia all'Universita' Federico II di Napoli - altrimenti infarto e ictus sono in agguato. I valori alti di colesterolo rappresentano una situazione ad alto rischio specie se ci sono anche pressione alta, diabete, dieta squilibrata, sovrappeso, fumo e sedentarieta'''. Da qualche mese, tuttavia, e' disponibile anche in Calabria un nuovo farmaco che contrasta efficacemente il colesterolo, scoperto e sviluppato, tra gli altri, da un ricercatore italo - americano Enrico ''Rick'' Veltri che, negli Usa, dirige lo Sviluppo clinico della ricerca Schering-Plough.

Ass. Console “A Cassano ci sarà l’ospedale di Comunità”

18/01 ''La struttura sanitaria di Cassano Ionio potrebbe divenire ospedale di Comunita' per l'intera Sibaritide. Entro la fine della settimana prossima, invece, il reparto di cure palliative per malati terminali, l'Hospice, allocato nella struttura sanitaria cassanese funzionera' a pieno regime''. E' quanto sostiene l'assessore provinciale allo Sport, Turismo e Spettacolo, Rosetta Console, che ha avuto contatti con il direttore generale dell'assessorato regionale alla Sanita', il direttore generale dell'As n 3 di Rossano, e con il primario dell'Hospice. ''Ho ricevuto ampie assicurazioni - ha aggiunto - riguardo all'impegno di risolvere il problema entro la fine della prossima settimana. Ringrazio il dottor Faillace, il direttore generale Carbone e il primario Nicotera poiche', oltre ad avermi dato certezza sull'avvio del servizio, mi hanno garantito che stanno profondendo impegno continuo per ottimizzare le risorse umane e professionali, ma anche quelle economiche, e fare ancora di piu' per il nostro ospedale: farlo divenire ospedale di Comunita'. Questa e' la Sanita' che volevamo. Queste sono le risposte concrete e di qualita' che ci aspettavamo dalla giunta regionale di centro sinistra''. ''Seguiremo la questione - ha concluso - con la dovuta attenzione perche' questi impegni vengano mantenuti, affinche' il diritto alla salute, negato per troppo tempo ai cassanesi, venga finalmente garantito''.

A Crotone il 20 gennaio congresso regionale sulla nefrologia

18/01 Si tiene a Crotone il 20 e 21 gennaio 2006 il IX Congresso regionale della Societa' Italiana di Nefrologia Sezione Calabrese, alla ricerca dell'eccellenza nella prevenzione e nella cura delle malattie renali. Sono oltre 1.100 i pazienti nefropatici in terapia dialitica, assistiti nelle 33 strutture nefrologiche pubbliche della Calabria, e oltre 500 i pazienti portatori di trapianto renale, un dato, quest'ultimo decisamente inferiore alla domanda a causa di una cronica carenza di donatori, malgrado l'instancabile lavoro del Centro regionale trapianti di Reggio Calabria, gestito dal professor Carmine Zoccali. Questi i numeri con i quali la Nefrologia calabrese e i suoi 130 Specialisti si presentano al Congresso annuale della Sezione regionale della Societa' Italiana di Nefrologia. ''La Nefrologia calabrese e' quasi esclusivamente pubblica e si differenzia da quella di altre realta' regionali: i nostri specialisti hanno una tradizione di attivita' comune, e il nostro Registro dei pazienti uremici e' attivo gia' dal 1992 - afferma la professoressa Teresa Cicchetti, Presidente SIN Calabria - Cosi', anche grazie al Piano sanitario del 2004, che ha riprogrammato il numero di posti dialisi della Regione, la Calabria riesce a rispondere bene alle esigenze assistenziali dei pazienti uremici'' ''Il IX Congresso regionale, portato avanti e gestito dall'Unita' nefrologica di Crotone, e' un appuntamento importante - continua la professoressa Cicchetti - perche' mette a confronto le esperienze piu' avanzate nel trattamento dei pazienti con insufficienza renale cronica, in dialisi e trapianto. Inoltre, quest'anno, nell'ambito della discussione sui progetti nazionali della Societa', viene dedicato ampio spazio alla prevenzione, in particolare con il Progetto MAURO''. Si tratta di un progetto finanziato dalla Regione Calabria (su proposta del futuro presidente della SIN Carmine Zoccali) che mira ad attivare una rete di sorveglianza epidemiologica per la rilevazione dell'insufficienza renale lieve. ''Il progetto, a cui partecipano tutti i Centri di nefrologia della Calabria, ha anticipato il III progetto nazionale SIN e costituira' un prezioso strumento di prevenzione non solo nefrologica ¿ aggiunge Teresa Cicchetti - L'insufficienza renale lieve e', infatti. riconosciuta come un importante moltiplicatore del rischio cardiovascolare. Anche per questa ragione, nefrologi e medici del territorio, in particolare i medici di Medicina Generale, devono parlarsi di piu' ed e' importante che il medico di famiglia conosca a fondo i problemi legati alle implicazioni renali delle malattie cardiovascolari e metaboliche''. Il IX Congresso comprende una sessione molto ricca destinata agli per infermieri di Nefrologia e dialisi. La nuova figura professionale dell'infermiere laureato, con le sue responsabilita' di assistenza e gestione del paziente in dialisi, rappresenta, infatti, una delle novita' rilevanti in questo inizio di Millennio. ''Siamo convinti ¿ spiega la Cicchetti - che il personale non medico abbia un ruolo fondamentale nell'erogazione di una prestazione sanitaria di alta qualita' ed e' per questo che la SIN da' molto spazio all'aggiornamento di questa figura professionale''. Crotone 20-21 gennaio 2006 Centro Congressi Casa Rossa IX Congresso regionale SIN Calabria SIN – SOCIETA’ ITALIANA DI NEFROLOGIA Quattro progetti sanitari e scientifici per la ricerca dell'eccellenza in Nefrologia La Societa' Italiana di Nefrologia (SIN) - oltre 2300 soci suddivisi in 10 sezioni regionali e interregionali ¿ raccoglie i medici specialisti che curano le malattie dei reni e delle vie urinarie in tutto il territorio nazionale. Dopo aver realizzato il Censimento online di tutti i Centri italiani di Nefrologia, dialisi e trapianto - il primo mai realizzato su scala nazionale da una Societa' Scientifica - la SIN ha ora lanciato quattro importanti progetti sanitari, epidemiologici e scientifici per il 2005-2006. Tutti hanno per obiettivo primario il miglioramento dell'operativita', con ricadute positive non solo sulla prestazione clinica, ma anche sulla qualita' di vita dei pazienti. 1. Il primo progetto promuove la qualita' delle strutture nefrologiche italiane, per mettere a disposizione degli ammalati di reni la migliore assistenza possibile. Un ''Manuale della Qualita''' sara' lo strumento per guidare le strutture nefrologiche verso l'eccellenza. 2. Il secondo progetto, basato sul Censimento online, culminera' nella realizzazione del Libro Bianco della Ricerca Nefrologica in Italia, vero ''biglietto da visita'' della SIN in tutta Europa. 3. Il terzo progetto e' interamente dedicato alla prevenzione delle nefropatie croniche. La pandemia di diabete mellito e ipertensione arteriosa che colpisce anche il nostro paese costringe in dialisi un numero crescente di ammalati: l'obiettivo della SIN e' di creare le condizioni perche' l'insufficienza renale cronica sia diagnosticata precocemente. 4. Il quarto progetto - realizzato in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti e con i Centri Trapianti Regionali - punta a migliorare l'organizzazione dei servizi di diagnosi e cura del paziente trapiantato e l'aggiornamento dei nefrologi per un migliore follow-up del paziente trapiantato.

Nominati i dirigenti dell’AS 5 Crotone-San Giovanni

16/01 Il direttore dell' As 5 di Crotone, Thomas Schael, ha presentato la ''squadra'' di dirigenti che lo affianchera' nel corso della sua gestione. Nel gruppo mancano ancora il direttore amministrativo e il direttore sanitario i cui nomi verranno resi noti nei prossimi giorni. I dirigenti nominati e le strutture delle quali sono diventati responsabili nell' As di Crotone sono: area amministrativa, Francesco Solano; dipartimento assistenza ospedaliera, Giuseppe Fratto; direttore dipartimento di medicina, Piero Cotronei; direttore presidio ospedaliero unico, Bonaventura Cretella; dipartimento diagnostica e dei servizi, Sergio Vero; dipartimento chirurgia, Domenico Romano; dipartimento materno infantile, Umberto Corapi; dipartimento di salute mentale, Sergio Torchia; dipartimento di prevenzione, Francesco Rocca; dipartimento delle dipendenze, Giuseppe Palucci; dipartimento urgenza ed emergenza, Mario Verre; direttore dei distretti di Crotone e Ciro', Piero Vasapollo; coordinatore poliambulatorio di Crotone (Vice Direttore Distretto Ionio), Giuseppe Dattolo; coordinatore poliambulatorio di Ciro' Marina (Vice Direttore Distretto Ionio), Aurelio Benedetti; direttore dei distretti di Mesoraca e S. Giovanni in Fiore (Distretto Sila), Angela Caligiuri; coordinatore poliambulatorio di Mesoraca (vice direttore Distretto Sila), Sergio D' Ippolito; coordinatore poliambulatorio di S. Giovanni in Fiore (vice direttore Distretto Sila), Antonio Caputo.

Sergio (UILP) “Nella sanità segnali di discontinuità”

13/01 ''Il protocollo d' intesa con i sindacati, l' intervento sui ticket, i segnali di discontinuita' che si percepiscono con la scelta degli alti funzionari dell' assessorato e dei responsabili delle strutture sanitarie, fanno capire che ci si muove nella giusta direzione''. E' quanto afferma Angelo Sergio, segretario generale della Uil Pensionati Calabria in una lettera che ha scritto all' assessore regionale alla Tutela della Salute, Doris Lo Moro, per sollecitare un incontro con i rappresentanti sindacali dei pensionati. ''L' attenzione del sindacato che dirigo - sostiene Sergio - si rivolge per l' importanza che i problemi della salute rivestono nella realta' della nostra regione per la popolazione anziana e, conseguenzialmente, per i contenuti delle piattaforme rivendicative predisposte. So di non potere esprimere giudizi compiuti e definitivi poiche', come giunta, operate da troppo poco tempo e, peraltro, in condizioni per nulla agevoli. Non vi sono dubbi che i primi segnali avuti debbono essere considerati positivi''. ''Sono anche consapevole - prosegue il segretario regionale della Uil Pensionati - delle grandi difficolta' di fronte alle quali ci si trova nel volere innovare, riformare, cambiare il modo di governare in un contesto in cui intervengono intimidazioni, attentati ed assassini di personalita' politiche e del mondo della sanita' regionale. Ritengo che quanto e' accaduto conferma che l' azione intrapresa rompe gli equilibri di potere esistenti e va ad intaccare interessi non chiari e trasparenti che evidentemente non erano minacciati dalla vecchia maggioranza che governava la Regione. Cio' detto siamo ancora nell' attesa di tenere gli incontri programmati nei quali sara' possibile conoscere e concertare le linee programmatiche del suo Assessorato. In quella sede, insieme alle altre organizzazioni sindacali, riproporremo i contenuti della piattaforma rivendicativa unitaria''.

Centro di ricerca sulle staminali ed una banca delle cellule a Reggio

09/01 Sviluppare la ricerca in settori innovativi della medicina finalizzata ai trapianti di cellule staminali e terapie cellulari e creare una banca di cellule staminali e cordonali: sono questi gli obiettivi del progetto Banca cellule cordonali e terapie cellulari che la Regione Calabria ha affidato al Centro unico regionale trapianti cellule staminali (Ctmo) e terapie cellulari Alberto Neri dell' Azienda ospedaliera di Reggio Calabria, nell' ambito del quale, sabato prossimo, prendera' avvio formalmente l' attivita' della Banca di cellule staminali, organizzata dall' Ao degli Ospedali Riuniti e dal Dipartimento regionale Tutela della salute. Il Ctmo e' stato scelto quale sede regionale del progetto perche', oltre ad aver eseguito dal 1992 quasi mille trapianti di cellule staminali, ha maturato esperienze cliniche e di ricerca che hanno riguardato la medicina rigenerativa in ambito ortopedico, vascolare e cardiaco. Le sue attivita' tradizionali di trapianto, e' scritto in una nota dell' Azienda, coprono l' intero fabbisogno regionale e sono motivo di attrazione per pazienti provenienti da altre regioni italiane (piu' del 20% dei trapianti sono eseguiti in non residenti in Calabria). Il numero di trapianti annualmente eseguiti e' di circa 100 e cio' pone il centro calabrese fra quelli piu' produttivi in Italia e in Europa. Infatti, prosegue la nota, solo pochi centri italiani (7-8) e europei (50 circa) effettuano piu' di 100 trapianti per anno. Il Centro, che e' accreditato in sede nazionale (Centro nazionale trapianti del Ministero della Salute, Gruppo italiano trapianti di midollo osseo) ed europea (European group for blood and marrow transplantation), dispone di strutture avanzate che consentono l' esecuzione di ogni tipo di trapianto, qualunque sia il donatore. ''Il progetto - e' scritto nella nota - riveste notevole importanza, poiche' l' impiego delle cellule staminali a scopo terapeutico trova una sempre piu' ampia diffusione nella pratica clinica ed il sangue prelevato dal cordone ombelicale, ricco di cellule staminali, rappresenta una concreta alternativa al midollo osseo nella terapia di alcune malattie ematologiche, soprattutto nei bambini. Nel sangue cordonale dei neonati a termine sono, infatti, contenute un numero elevato di cellule staminali emopoietiche identiche a quelle del midollo osseo. Quando un paziente necessita di un trapianto allogenico e non dispone di un familiare compatibile, occorre ricercare un donatore fra i circa dieci milioni di volontari iscritti all' Admo (Associazione donatori di midollo osseo) o alle associazioni consorelle sparse per il pianeta. I tempi per la ricerca sono pero' lunghi e solo in un terzo dei casi si riesce a trovare un donatore compatibile. Rispetto ai midolli dei donatori volontari, le unita' di cellule cordonali, raccolte dopo la nascita in condizioni di sterilita' con una semplice procedura che e' priva di rischi per la madre e per il neonato, hanno il vantaggio di essere prontamente disponibili perche' gia' depositate e tipizzate per il sistema Hla e cio' permette di ridurre sensibilmente i tempi di attesa. Sono meno frequenti, inoltre, nei pazienti trapiantati con sangue placentare alcune complicanze osservate nei trapianti di midollo''. La realizzazione della Banca di cellule cordonali, denominata Calabria cord blood bank (Calabria Cbb), consente alla Calabria di far parte del network delle Banche di cordone italiane (Italgrace) ed internazionali (Eurocord), rendendo possibile la donazione del sangue placentare anche nella regione. La struttura organizzativa della Calabria Cbb e' una rete complessa che comprende: l' equipe dell' Azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli che e' responsabile della manipolazione, caratterizzazione, conservazione, selezione e distribuzione delle cellule del sangue cordonale destinate al trapianto allogenico (si tratta di un' equipe multidisciplinare costituita da medici, biologi, infermieri, personale amministrativo del Ctmo, del servizio di Immunoematologia e Trasfusioni, e del Centro tipizzazione tissutale, Uo Microbiologia, Uo Virologia, Uo Neonatologia; i centri di raccolta, situati nei reparti pubblici e privati di ostetricia, deputati alla collezione delle unita' cordonali su tutto il territorio regionale. i servizi e centri di medicina trasfusionale, responsabili della validazione delle unita' ai fini trasfusionali; i consultori, che hanno compiti di selezione, informazione e sensibilizzazione. ''La rete - prosegue la nota - si completa con il coordinamento regionale esercitato dal Centro regionale per i trapianti e con le attivita' di informazione e promozione operate dalle associazioni e dal volontariato, il cui ruolo nel primo anno di attivita' e' stato fondamentale e concreto'' Nella nota dell' Azienda ospedaliera di Reggio Calabria, sono poi citate le varie associazioni che hanno contribuito al progetto. ''L' Adisco Calabria, Associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale - si afferma - ha fornito un supporto economico e di idee in tutte le fasi di realizzazione del progetto, fra l' altro, provvedendo con personale medico proprio alla informazione diretta e competente delle partorienti presso alcuni centri di raccolta e, in particolare, di quello dell' Azienda di Reggio Calabria; la Gadco, gruppo Avis Donatrici cordone ombelicale, che ha messo in atto un programma di sensibilizzazione alla donazione nell'ambito delle attivita' dell' Avis; l' Ail, Associazione italiana contro le leucemie, che mediante borse di studio ha permesso di avere a disposizione personale aggiuntivo per i programmi di ricerca sulle cellule staminali; La Fondazione Italo Falcomata', che ha supportato economicamente il processo di certificazione europea (Efi) del Centro di tipizzazione tissutale di Reggio ed ha garantito una borsa di studio per le attivita' di trapianto; l' Admo, Associazione donatori midollo osseo, che ha inserito anche la donazione del cordone fra i suoi obiettivi; l' Associazione S. Giorgio Soccorso e la Croce Rossa di Taurianova, che assicurano il trasporto dei cordoni prelevati nell Ospedale di Polistena e la clinica Villa Elisa di Cinquefrondi; la Fidapa, Lions, Rotary, l' Associazione Informadonne, Associazione mogli medici italiani, che in vario modo hanno contribuito alla diffusione della cultura del dono''.

Nostro figlio rinato il 29 dicembre in Pediatria.

05/01 “In un momento come questo in cui quasi quotidianamente si parla di malasanità consentiteci di raccontarvi la nostra storia. Il 28 dicembre scorso nostro figlio Francesco, di appena 10 mesi, aveva un banale raffreddore, cose normali visto il freddo che fa, ebbene nell’arco di poche ore non respirava più bene così intorno alle 21 ci siamo detti che era meglio un controllo accurato e siamo andati presso il Pronto Soccorso Pediatrico dell’O. C. dell’Annunziata. Eravamo comunque sereni, solo con l’ansia di una coppia di giovani genitori che vede il suo cucciolo star poco bene. In poco meno di 5 minuti il dott. Dodaro, di turno al pronto soccorso, ha compreso invece tutta la gravità della situazione”. E’ quanto si legge in una lettera ricevuta da parte di due cittadine che raccontano la loro positiva esperienza avuta all’Annunziata. La lettera prosegue: “Francesco non respirava affatto bene, eravamo ai limiti dell’ossigenazione, stava andando in blocco!! Così ci siamo subito ritrovati con il nostro bimbo di 10 mesi in terapia intensiva, con tanto di ossigeno, flebo, monitoraggio della saturazione, somministrazione di cortisone, Ventolin ed aerosol costanti. Le infermiere del reparto che sono poi diventate gli angeli custodi di Francesco erano sempre accanto a lui, ci aiutavano a tener ferma la mascherina dell’ossigeno, monitoravano e somministravano farmaci. Il dottor Dodaro ordinava prelievi ed esami ogni ora, persino il dottor Bonofiglio della rianimazione era accanto a noi con tutta la sua equipe allertata per un’eventuale manovra di intubazione. Passavano le ore, erano ormai le 5 del mattino e Francesco non rispondeva a nessuna terapia, il dottor Dodaro e tutto lo staff non potevano ormai far nient’altro, il protocollo era stato eseguito alla lettera ma niente… non restava che pregare per evitare l’estrema manovra dei rianimatori.
Un tour de force che si è protratto per tutte le ore successive fino alle 15 del 29 dicembre quando il primario f.f. del reparto, il Dottor Domenico Sperlì, che non ha lasciato mai un attimo nostro figlio, ha dichiarato il cessato pericolo. Francesco riusciva a stare per più di mezz’ora senza ossigeno, l’emergenza era finalmente rientrata. Un pianto liberatorio ci ha presi ed abbiamo visto la commozione negli occhi di tutto lo staff del reparto di pediatria nel vedere Francesco respirare autonomamente. Per i seguenti 4 giorni tutti hanno prestato a Francesco la massima attenzione, la dott.ssa Greco, Gigli, Colaierà, il dott. De Santis e gli altri a cui chiediamo scusa per non ricordare i loro nomi. Controlli costanti, in due a fargli fare l’aerosol prima ogni 3 ore poi ogni 4 infine ogni 6. Cavi, tubi e monitoraggio sempre presenti ma non più sul suo piccolo corpicino debilitato, medici ed infermieri sempre allerta ma con il sorriso sulle labbra.
Abbiamo trascorso lì il primo capodanno di nostro figlio. Con il dott. Carpino, di turno, che ha festeggiato con i pazienti presenti nel reparto. A mezzanotte abbiamo brindato al nuovo anno ma noi abbiamo brindato alla rinascita Francesco. Ora siamo a casa ma paradossalmente con più ansia di quando eravamo in ospedale dove avevamo la garanzia che per ogni evenienza c’erano gli angeli custodi del nostro bambino pronti ad intervenire.
Vi raccontiamo quanto abbiamo vissuto non per ricevere la vostra solidarietà ma per spingere, quanti ancora diffidenti, ad avere fiducia nei nostri medici e motivare quanti ne hanno le possibilità a stare accanto alle nostre strutture, finanziando, agevolando e soprattutto visitando questi luoghi affinché ne comprendano il valore e la necessità. Posti in cui i più piccoli ed indifesi sono avvolti dall’amore, la pazienza, la professionalità, la dedizione di uno staff eccellente. Solo parole dolci e di conforto vengono rivolte ai piccoli pazienti ed alle loro famiglie e con i pochi mezzi a disposizione si riesce comunque ad offrire servizi straordinari, una sala giochi, la scuola, il servizio cucina e frigorifero per le mamme, la solidarietà e la comprensione per chi soffre.
Non ricordiamo i nomi di tutti i medici, delle infermiere, degli ausiliari che in questi giorni hanno assistito nostro figlio ma vorremmo poterli abbracciare tutti per ringraziarli. Siamo loro debitori, il 18 febbraio scorso io ho messo alla luce mio figlio… il 29 dicembre all’Annunziata il reparto di pediatria lo ha fatto rinascere. Da quel momento nostro figlio ha due compleanni da festeggiare ed è inutile specificare quale sia il più significativo. Grazie!!!!”
Alla lettera dei due cosentini ha replicato il direttore dell’AO di Cosenza, Cesare Pelaia che in una nota ribadisce ''E' dovere di noi tutti mettere al centro delle azioni quotidiane, di tutto il nostro operare la tutela dei cittadini che, a volte, impattano con strutture non sempre accoglienti''. ''Gli apprezzamenti positivi - sottolinea Pelaia - oltre a gratificare il lavoro spesso duro e anonimo di tanti medici ed infermieri ci confortano e rendono visibile che, nelle nostre strutture ospedaliere, esiste un patrimonio di competenze e professionalita' capace di risolvere, in silenzio e con abnegazione, casi spesso complessi e di buona assistenza sanitaria''. ''Questi operatori - prosegue il direttore generale dell' Ao di Cosenza - rappresentano le risorse da cui partire per dare vita ad una sanita' capace, non solo di erogare prestazioni efficienti ed efficaci, ma anche di assicurare un percorso di cure 'umane'''.

Dimissioni contro parere medico, primato in Campania. La Calabria è quinta.

03/01-(Mar.Gat.)- Un ricovero su quattro che esce dell’ ospedale contro il parere dei medici, lo fa dalle corsie della Campania. Nella speciale classifica seguono a ruota i pazienti degli ospedali della Sicilia (17%), Lazio (13%), Puglia (12%) e Calabria (8%), cinque regioni che da sole contano il 76% dei ricoveri contro il parere del medico. I pazienti che escono più spesso sono i bambini fino ai 4 anni (sono quasi il 6% del totale), per i quali ovviamente la decisione spetta ai genitori, e i giovani fra i 20 e i 40 anni (oltre il 4%), seguito dalle dimissioni degli ultraottatacinquenni (quasi il 3%), spesso decide dai figli per riportare a casa i genitori nelle ultime fasi della loro vita.
L’ inchiesta è stata condotta dall’ Agenzia per i servizi sanitari regionali (Assr) che ha analizzato i dati relativi agli anni 2002 e 2003 forniti dalla direzione generale della programmazione del Ministero della salute. Lo studio, pubblicato sulla rivista dell'Assr Monitor, parte dalla considerazione che una incidenza elevata di dimissioni contro il parere del medico si ritiene possa essere l'espressione di una bassa qualita' dei servizi.
Ma gli studi sulla questione sono pochi. Negli Usa e in Canada alcune analisi hanno messo in correlazione le dimissioni contro il parer medico con bassi livelli socio economici. Sulle cause del fenomeno, che comunque a livello nazionale si aggira attorno al 3% circa dei ricoveri e che e' risultata stabile nei due anni esaminati, gli analisti dell'agenzia rimandano a studi piu' approfonditi la comprensione delle ragioni che spingono i pazienti ad uscire anche quando il medico da parere negativo. Gli esperti ipotizzano pero' un mix di fattori: una carenza di servizi sul territorio che costringono i pazienti a troppi ricoveri (interrotti subito dopo avere risolto il problema, come analisi o diagnosi che potrebbero essere fatte ad di fuori dei nosocomi), ma forse anche un eccesso di preoccupazione da parte del medico per eventuali azioni legali da parte del malato.

Al cardiologo Franco Romeo il premio “Il faro, Città di Mormanno”

03/01 Il cardiologo Franco Romeo, direttore della cattedra di cardiologia all' Universita' Tor Vergata di Roma, e' stato insignito del Premio ''Il Faro'', Citta' di Mormanno, giunto alla terza edizione. Il riconoscimento, ideato e organizzato dal gruppo folkloristico Miromagnum di Mormanno, con il contributo del Comune, della Regione, della Provincia di Cosenza, della Comunita' montana del Pollino e dell' Ente Parco Nazionale del Pollino, e' stato consegnato ieri sera. Romeo, originario di Fiumara (Reggio Calabria), e' scritto in una nota, ha scoperto una proteina, la loxina, prodotta dall' organismo umano, in grado di neutralizzare il colesterolo cattivo e, quindi, prevenire l' infarto e le malattie cardiovascolari, la prima causa di morte in Occidente e, negli ultimi anni, anche nei Paesi asiatici.

L’ass. Lo Moro a Castrovillari partecipa ad un incontro dibattito sull’oncologia

03/01 L'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, sara' mercoledì a Castrovillari, dove partecipera' ad un incontro-dibattito sul tema: ''Lo stato dell'oncologia nell'As n 2 di Castrovillari: quali prospettive?''. Lo Moro ne discutera' con l'assessore provinciale alle pari opportunita' Donatella Laudadio, con il sindaco Franco Blaiotta, con il presidente dell'associazione ''Non piu' soli'' Giovanni Cicero, con il presidente dell'ordine degli avvocati Mario Rosa, con il direttore generale dell'Asl di Castrovillari Ernesto Gigliotti e con Vera Casciaro Parrilla, autrice del libro ''Pianeta K''. Coordinera' i lavori l'editore Mimmo Sancineto. L'appuntamento e' per le ore 17,30 nei locali del protoconvento francescano.

Una delegazione della Margherita incontra il nuovo DG dellìAS di Castrovillari

02/01 Una delegazione della Margherita della zona del Pollino ha incontrato il nuovo direttore generale dell' Asl 2 di Castrovillari, Ernesto Gigliotti. Il Direttore generale, secondo quanto riferisce un comunicato, ha illustrato ''la situazione dell' Asl, caratterizzata da un cronico deficit, sottolineando al contempo la presenza nell' ambito aziendale di notevoli professionalita' tra gli operatori. Gigliotti ha anche riferito che il suo obiettivo principale sara' di dare centralita' al paziente, fornendo servizi efficienti e di qualita', unitamente alla razionalizzazione della spesa e all' avvio del risanamento economico dell' azienda''. Il nuovo Direttore generale ha anche comunicato di avere firmato le delibere della gara per l'acquisto della risonanza magnetica, ''consentendo il risparmio delle spese di noleggio, quasi pari al costo dell'acquisto, e per il completamento dei lavori del nuovo plesso ospedaliero, dando cosi' un concreto segnale per la soluzione di problemi cristallizzati nel tempo''

Insediato il nuovo DG della AS3 di Cassano

30/12 ''L'offerta della sanita' nel comune di Cassano allo Ionio migliorera'''. E' l' impegno assunto dal nuovo direttore generale dell' Azienda sanitaria 3, Giuseppe Carbone, a conclusione della visita fatta stamattina in citta' e dell' incontro col sindaco Gallo. Dopo un breve ricevimento nel Palazzo di Citta', Gallo ed il direttore Carbone hanno compiuto una visita in ospedale, accompagnati dai dottori Nicotera e Spezzano. ''Il primo cittadino - si afferma in una nota del Comune - ha colto l'occasione per sollecitare al direttore generale Carbone la necessita' del funzionamento a tempo pieno dell' Hospice e ha reiterato la richiesta dell'istituzione del servizio dialisi per la cura dei circa 40 pazienti cassanesi costretti da tempo a recarsi presso altre strutture per sottoporsi a dialisi, con gravi difficolta' e disagi per se stessi e per le rispettive famiglie. Carbone, dal canto suo, ha espresso viva soddisfazione sia per quanto gia' realizzato con l'insediamento dell'Hospice, sia per l'ampiezza degli spazi a disposizione presso il presidio ospedaliero di Cassano, che consentiranno un migliore utilizzo della stessa''.

Convegno sulla diagnosi precoce della sordità a Castrovillari

22/12 La deficienza della sordita' tra nuove possibilita' diagnostiche e formazione sanitaria. E' stato questo il tema di discussione nella serata di presentazione del libro ''Sordita' e apprendimento, un approccio pedagogico'', scritto dalla logopedista Francesca Govanna D' Ingianna, edito da ''il Coscile'' di Castrovillari. Si tratta, e' scritto in un comunicato, di un lavoro di ricerca articolato in un volume pensato per aiutare gli insegnanti curriculari e di sostegno nell' approccio ai soggetti audiolesi. All' appuntamento sono intervenuti Ettore Cassandro, ordinario di Audiologia e Foniatria dell' Universita' Magna Greca di Catanzaro, e Giuseppe Spadafora, presidente del Corso di Laurea in Scienze dell' educazione dell' Unical di Cosenza. Cassandro, nominato recentemente presidente nazionale della Societa' italiana audiologi e foniatri, ad introdurre, in un quadro generale, le cause possibili della sordita' nei bambini, prima e dopo la nascita, ed a proporre le nuove tecniche diagnostiche e riabilitative. ''Grande importanza, nella riuscita del percorso riabilitativo - ha sostenuto - occupa la diagnosi precoce. E' stato dimostrato, infatti, che prima si risale all' entita' del disturbo, ottimale sarebbe nei primi sei mesi di vita, e ottimali saranno le performance comunicative del soggetto interessato dai disturbi uditivi. Cassandro ha poi illustrato una lunga serie di possibili cause della sordita', ricavate dal lavoro della sua equipe. Una casistica che parla di fattori perinatali (come la prenaturita', il basso peso, l' asfissia o ipossia alla nascita, fino alla meningite nenonatale), o di quelli post parto, riscontrabili nelle tappe dell' acquisizione verbale (magari troppo lenta), nella funzione visiva, in possibili meningiti, o esposizione a rumori, o addirittura al frequente utilizzo di giocattoli rumorosi (che superano i 100 decibel). Una serie di ipotetiche vie di acquisizione del disturbo audiologico che passano, in casi estremi, anche per la radioterapia o chemioterapia, fino a riscontrare casistiche di sordita' nei bambini vittime di trauma cranico minore e ad arrivare alle malattie come il morbillo, la rosolia, la parotite. Tra le possibilita' di ridurre la disabilita' uditiva oggi, e' scritto nel comunicato, viene usata la protesi acustica come l' impianto cocleare, un apparecchio di ultima generazione. Un approccio tecnico, ha sostenuto Cassandro, che permette di migliorare la preclusione agli eventi sociali e che nella clinica dell' Universita' di Catanzaro viene sperimentata con successo, grazie anche, ad un importante accordo tra la Regione Calabria e l' Universita', che consente - ad una casistica di pazienti selezionati su rigidi protocolli europei - di avvalersi dell' impianto praticamente a costo zero. L' audiologo, tra l' altro, ha messo in evidenza come la sordita' non ricade solo sul bambino, ma su tutta la societa' che lo circonda sottolineando come a questo deve concorrere non solo il medico, ma tutta la societa'. A partire, ha sostenuto Spadafora, dall' ambiente di formazione, come la scuola, dove nulla puo' essere lasciato al caso. Il personale scolastico deve essere istruito sull' educazione sanitaria, e per fare questo, ha aggiunto Spadafora, c' e' bisogno di strategie, di dare spazio a sinergie tra il mondo tecnico-sanitario e quello educazionale, sia nelle universita', che nelle istituzioni scolastiche. Sulla stessa lunghezza d' onda il sindaco di Castrovillari, Franco Blaiotta, che si e' soffermato sul ruolo che la sfida della sordita' impone a tutti i campi della societa'.

Furriolo eletto presidente dell’AIOP provinciale di Catanzaro

21/12 L’assemblea provinciale delle Case di cura tenutasi ieri alla presenza del Presidente Regionale avv. Enzo Paolini nel prendere atto dell’avvenuto insediamento del nuovo Direttore Generale dell’ASL n. 7 ing. Clericò ha inviato allo stesso gli auguri di buon lavoro esprimendogli la più ampia disponibilità a collaborare per offrire alla città di Catanzaro ed all’intera Regione un servizio di assistenza sanitaria di alto livello qualitativo.- In questo quadro non possono essere omesse, per l’AIOP, le problematiche enormi che ancora pesano e che riguardano la morosità nel pagamento dei compensi e la valorizzazione dell’alta specialità che a Catanzaro ha un polo importante come il S. Anna Hospital.- L’Assemblea ha quindi proceduto al rinnovo delle cariche sociali determinate dalle dimissioni del prof. Franco Frontera, fondatore dell’Associazione ed impegnato in veste di vicepresidente regionale e consigliere nazionale. I titolari delle Case di cura nel ringraziare il Presidente uscente per il lavoro svolto in oltre quaranta anni che rappresentano un pezzo della storia della sanità calabrese hanno chiesto allo stesso di accettare la carica di Presidente onorario eleggendo quale nuovo Presidente l’avv. Marcello Furriolo. L’eletto, noto professionista, già sindaco della città, oltre ad aver ricoperto cariche e funzioni di tipo politico e manageriale è, attualmente, apprezzato amministratore di Villa del Sole nonché, sul piano politico Commissario provinciale di Forza Italia. Nell’accettare la carica l’avv. Furriolo ha manifestato la decisione di rimettere tale mandato politico per poter svolgere al meglio e senza condizionamenti di nessun tipo, neanche ipotetici o potenziali, il ruolo di vertice di un settore che ha nella libera impresa e nel democratico ed equo svolgimento delle dinamiche di mercato – sia pure regolato, come quello sanitario – i suoi principi ispiratori.- L’Assemblea ha poi eletto quale vicepresidente il dr. Labate.-

Il DG della ASL di Castrovillari al Sindaco Blaiotta: “Serve collaborazione”

17/12 Il nuovo direttore generale dell' Azienda sanitaria di Castrovillari, Ernesto Gigliotti, ha incontrato il presidente della conferenza dei sindaci dell' Azienda, Franco Blaiotta, presente anche il vice presidente del consiglio comunale della citta' del Pollino, Giovanni Donato. Nel corso dell' incontro e' stata evidenziata ''la necessita' di avviare una collaborazione per migliorare la risposta al diritto alla salute che deve essere dispensato nel migliore dei modi al di la' di appartenenze ed ideologie''. In occasione dell' incontro e' emersa la volonta' di riportare al centro della sanita' l' interesse del cittadino e, quindi, del malato affinche' il presidio possa dare sempre piu' risposte al grande, acuto bisogno di salute che proviene dal comprensorio. Al termine dell' incontro il sindaco Blaiotta ed il dg Gigliotti hanno concordato una serie di incontri, alla presenza dei sindaci del comprensorio, finalizzati a dare maggiore impulso all'assistenza sanitaria, migliorando l' offerta professionale dei presidi, gia' ricca di tante capacita'. Proprio su questa esigenza il direttore generale ha espresso la volonta' di coinvolgere al massimo la Conferenza dei sindaci, che dovra' svolgere appieno il suo ruolo.

AIOP: Le RSA di Cosenza attendono da giugno i pagamenti dall’ASL

16/12 “Le Residenze Sanitarie Assistenziali accreditate – RSA – che operano nel distretto dell’Azienda Sanitaria n.4 di Cosenza lamentano il mancato pagamento delle prestazioni sanitarie erogate sin dal mese di giugno”. E' quanto si afferma in un comunicato dell' Aiop secondo cui “la situazione appare insostenibile davanti alle inadempienze dell’Azienda Sanitaria che sottovaluta le difficoltà gestionali che condizionano l’operatività delle RSA. Così il sistema dell’accreditamento, che tramite accordi contrattuali dovrebbe prevedere l’erogazione di prestazioni a carico del servizio sanitario finisce con il divenire, clamorosamente, un’erogazione che grava esclusivamente sull’imprenditore privato che deve, in ogni caso, adempiere ai pagamenti degli stipendi e quant’altro necessario al mantenimento e funzionamento della RSA. Conseguenza è che lo status di soggetto accreditato – e, dunque di servizio pubblico - diviene un modo per erogare prestazioni per conto del sistema sanitario senza il corrispondente diritto di essere remunerato nei tempi e nei modi contrattualmente stabiliti. Non si può tacere più, quindi, una difficoltà obbiettiva ad operare in condizioni che non garantiscono non solo una capacità di programmazione ma anche l’attività continuativa di tali operatori sanitari che rispondono alle esigenze dei cittadini con prestazioni di qualità fra l’altro necessarie poiché, non si deve dimenticare, che nessuna struttura pubblica eroga, sul territorio, alcuna delle prestazioni fornite dalle RSA”.

L’ass. Lo Moro incontra i sindacati dei medici

16/12 Applicazione del nuovo contratto di lavoro; linee guida e strategie anche alla luce della nomina dei nuovi direttori generali e prospettive del comparto in vista dell' elaborazione del nuovo piano sanitario regionale sono stati alcuni degli argomenti al centro di un incontro che l' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro ha avuto con i rappresentanti dei sindacati della dirigenza medico-veterinaria e della dirigenza Spta (psicologi ed amministrativi). All' incontro, riporta una nota dell' assessorato, hanno partecipato i rappresentanti dei sindacati Fp-Cgil Medici, Fp Cisl Medici, Cosime, Fed Med-UilCumi, Fesmed, Umsped, Cimo Asmd, Anaoo Assomed, Civemp, Anpo, Fp-Cgil Sanita', Fps-Cisl Cosiadi, Fpl-Uil, Cida-Sidirss, Sinafo, Aupi, Confedir Sanita', Snabi Sds. ''Tra i punti specifici in discussione - e' scritto nella nota - la fissazione e la corresponsione degli aumenti previsti dal contratto di categoria firmato due mesi addietro a livello nazionale ed il pagamento degli arretrati risalenti al 2002. Resta in itinere la discussione sulle parti normative del contratto''. ''L' assessore Lo Moro - riporta ancora il comunicato - ha confermato la volonta' della Giunta regionale di procedere ad una profonda innovazione di metodi e contenuti indicando come obiettivo finale un cambiamento radicale della sanita' calabrese''. Nel comunicato si precisa, inoltre, che ''le indicazioni dell' assessore hanno riscosso l' apprezzamento dei rappresentanti sindacali, i quali hanno manifestato la loro disponibilita' a contribuire alla riuscita di questo processo per quanto e' di loro competenza''. ''Si e' trattato - ha detto l' assessore Lo Moro - di un dibattito lungo ed articolato. Dai vari interventi sono emerse conoscenza e capacita' di analisi dei problemi, con momenti di condivisione sulle linee guida dell' atto aziendale''.

Primi incontri del DG dell’ASL di Castrovillari: “Coinvolgeremo la conferenza dei Sindaci”

15/12 Il nuovo direttore generale dell'azienda sanitaria di Castrovillari, Ernesto Gigliotti, ha incontrato il presidente della conferenza dei sindaci dell'Asl, Franco Blaiotta. All'incontro ha partecipato anche il vice presidente del consiglio comunale di Castrovillari, Giovanni Donato. ''Durante l'incontro - e' scritto in una nota - e' stata ribadita la volonta' di riportare al centro della sanita' l'interesse del cittadino e, quindi, del malato affinche' il presidio possa dare sempre piu' risposte al grande, acuto bisogno di salute che proviene dal comprensorio. Il sindaco Blaiotta ed il direttore generale Gigliotti hanno concordato una serie di incontri per mettere a fuoco i tipi di azione da concertare con tutti i primi cittadini e finalizzati a dare maggiore impulso all'assistenza sanitaria, migliorando l'offerta professionale dei presidi , gia' ricca di tante capacita''. Proprio su questa esigenza il direttore generale ha espresso la volonta' di coinvolgere al massimo la Conferenza dei sindaci che dovra' svolgere appieno il suo ruolo.

Dall’ASL di Torino 350 vaccini per il medico di Dipignano

15/12 L' Asl di Torino ha inviato al dott. Ernesto Paola, medico di famiglia di Dipignano, le 350 dosi di vaccino ''richieste, dopo che l' As di Cosenza gliene aveva date 80, a fronte di 1.500 assistiti''. Lo ha reso, dopo avere parlato con lo stesso medico, il consigliere regionale dell' Udc, Michele Trematerra che ha definito la vicenda ''un paradosso incredibile''. ''Ringrazio l' As 3 di Torino - ha sostenuto Trematerra - per la solidarieta' dimostrata, ma mi chiedo se nel 2006 la Calabria debba affidarsi a queste cose: spero che l' assessore Lo Moro voglia battere un colpo anche su questa vicenda. Decine, anzi centinaia di pazienti sono rimasti sprovvisti del presidio antinfluenzale per criteri di distribuzione assurdi. Il caso Paola non e' isolato''.

A Cassano una sede della “Lega contro i tumori”

14/12 Una delegazione della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) sara' aperta a Cassano allo Ionio. La conferma e' giunta dalla sezione provinciale della Lilt di Cosenza, che ha autorizzato l' apertura della delegazione cassanese, indicando come coordinatore l' oncologo Giancarlo Di Pinto. ''Il nostro obiettivo - ha sostenuto Di Pinto - e' di costruire anche a Cassano, attorno al malato oncologico, in collaborazione con le nostre sezioni di livello superiore e le istituzioni locali, una rete di solidarieta', sicurezza e informazione''. La sede della Lilt sara' ospitata in locali messi a disposizione dalla Diocesi cassanese. ''Voglio ringraziare - ha concluso Di Pinto - il vescovo di Cassano, mons. Domenico Graziani, che fin dall' inizio ha manifestato interesse e disponibilita' per la nostra iniziativa, accettando di essere nostro compagno di viaggio nel difficile cammino intrapreso''

Gallo: “Serve attenzione sull’ospedale di Cetraro. A rischio l’unità di odontoiatria per persone disabili”

13/12 ''Il caso dell' ospedale di Cetraro, dove negli anni scorsi e' stata creata una delle poche unita' di odontoiatria in Italia riservata alle persone disabili con problemi neurologici, non collaboranti, che ora potrebbe rischiare la chiusura, richiede la dovuta attenzione da parte di tutti gli organi competenti''. E' quanto sostiene in una nota l'ex assessore ai diritti del cittadino del comune di Cosenza, Vincenzo Gallo. ''Da notizie - ha aggiunto - acquisite dalla SIOH Calabria (Società italiana di Odontostomatologia per handicappati -onlus), l'Azienda Ospedaliera ha stipulato una convenzione con un gruppo di medici volontari della Sioh, in base alla quale dal 2002 una equipe costituita da odontoiatri e personale ausiliario, provenienti da piu' citta' italiane, ha operato una volta al mese all'interno dell'Ospedale di Cetraro. In particolare sarebbero state effettute circa 1000 visite e 400 interventi a persone con gravi disabilita' non collaboranti, che hanno bisogno dell'anestesia generale anche per piccoli interventi, provenienti non solo dalla Calabria, ma anche da altre regioni. Pare che la convenzione preveda per l' equipe solo un rimborso spese per viaggi e soggiorni e che il servizio, effettuato in day hospital, sia gratuito per gli utenti''. ''Da notizie - ha proseguito Gallo - diffuse di recente anche dalla stampa sembrerebbe che dirigenti dell'azienda ospedaliera, ritenendo il servizio antieconomico, probabilmente perche' al momento non riconosciuto dalla Regione, intenderebbero proporre al nuovo direttore generale la sua soppressione. Mi auguro che si possa trovare una soluzione per il centro di Cetraro e che la Regione, nel piano sanitario in fase di revisione, si ponga l'obiettivo di istituire e di potenziare, ma non di sopprimere, i centri specialistici per persone con disabilita', gravi patologie e malattie rare, la cui carenza in Calabria obbliga molti cittadini, quando le loro condizioni economiche lo consentono, a farsi curare in altre regioni. In caso contrario prevarrebbero logiche discriminatorie proprio verso i soggetti piu' deboli, che rischiano di subire piu' di altri gravi danni dai tagli previsti nel settore della sanita'''. ''Cio' e' in contrasto - ha concluso - con il diritto alla salute e alle pari opportunita' sancito nella Costituzione e anche con la nuova normativa, gia' approvata dalla Camera il 30 novembre scorso, che prevede nuove misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilita' vittime di discriminazioni''.

L’obesità è la vera pandemia del terzo millennio

12/12 ''L'obesita' rappresenta la vera pandemia del terzo millennio e anche in Calabria presenta percentuali molto elevate''. E' quanto ha detto il docente dell'Universita' Tor Vergata di Roma, Antonino De Lorenzo nel corso del convegno sul tema 'La salute nel movimento. Nuove metodologie d'allenamento, alimentazione, integrazione e doping'', svoltosi a Castrovillari. L'iniziativa, che ha ottenuto il patrocinio del comune di Castrovillari, e' stata promossa dall'Associazione BenEssere in Movimento, presieduta dalla professoressa Giovanna Bruno, in collaborazione con l'Irre Calabria, l'Universita' degli Studi ''Magna Graecia'' di Catanzaro, Facolta' di Medicina e Chirurgia e della Societa' Italiana di Alimentazione e Sport - Sias Onlus. ''Nel Rapporto del 2002 - ha aggiunto De Lorenzo - gli obesi erano il 11,3% e i soprappeso il 37,9. Dati in crescita ovunque, specie nel Vecchio Continente, dove e' nata la ''vera'' dieta mediterranea, che ha perso le solide basi dell'alimentazione''. Il sindaco di Castrovillari, Franco Blaiotta, intervenuto insieme con l'assessore comunale allo Sport, Anna De Gaio, ha richiamato l'attenzione sull'importanza di fare movimento. Per l'assessore provinciale Donatella Laudadio ''l'esaltazione del corpo come pura apparenza'' va superata ''insegnando a gestire il corpo in maniera sana''. Il ruolo nella scuola e del docente di educazione fisica e' stato anche richiamato dal Giuseppe Trebisacce, dell'Universia' della Calabria e presidente dell'Istituto Regionale di Ricerca Educativa. Il pedagogista ha esposto il concetto di formazione e quello di salute per arrivare a sintetizzare il rapporto tra ambito sanitario e pedagogico che ha dato vita alla nascita della ''pedagogia delle scienze della salute''. Il convegno ha ospitato due sessioni. Una dedicata alle metodologie d'allenamento e all'integrazione, l'altra all'alimentazione e al doping. In entrambe i professori Enrico Arcelli - docente della Facolta' di Scienze Motorie dell'Universita' di Milano, medico, preparatore atletico di squadre professionistiche di calcio, ma anche di atletica leggera e di basket, e Fulvio Marzatico, dell'Universita' di Pavia, hanno approfondito i due temi esaltando i benefici di una corretta alimentazione e di una sana attivita' fisica. Nel corso del convegno si e' discusso anche dell'abuso dei farmaci nello sport e sulla percezione del fenomeno dei giovani. ''Il doping - e' stato evidenziato - e' piu' avanti di tre, quattro anni, dell'anti-doping. Data anche la percezione, spesso errata, del fenomeno e dell'abuso di farmaci, e' necessario intervenire nelle scuole per discutere e prevenire''

Oltre 200 mila infarti all’anno. Il 50% muore prima di arrivare in ospedale

12/12 In Italia ogni anno ci sono circa 200 mila casi di infarto e di questi pazienti la meta' muore prima di arrivare in ospedale, per mancanza di soccorsi tempestivi, e molto spesso il decesso avviene in casa. Invece, secondo quanto emerso durante il 66/mo congresso della Societa' Italiana di Cardiologia in corso a Roma, la mortalita' intraospedaliera e' passata dal 30% al 10% in dieci anni: quindi, i fortunati che sono soccorsi in tempo si salvano in nove casi su dieci. Se essere vicini ad un ospedale assicura la salvezza in nove casi su dieci, per abbattere la mortalita' degli attacchi di cuore, hanno spiegato gli esperti SIC, bisogna intervenire soprattutto sul territorio, intensificando la preparazione dei dottori di medicina generale, disponendo di strumenti salva-vita come i defibrillatori in luoghi strategici come le stazioni, gli aeroporti e anche le aziende, intervenendo sulla prevenzione. Per questo la SIC ha lanciato il 'progetto Cuore 2006', che prevede tra le iniziative l'istruzione ai piu' piccoli attraverso il sito www.educational.rai.it/cuore, corsi di formazione per i medici di famiglia, coordinamento di ricerche scientifiche, installazione dei defibrillatori negli aeroporti (sono gia' presenti nelle stazioni aeroportuali delle principali capitali europee e sono la norma in quelle Usa). Il progetto Cuore, ha spiegato il presidente SIC Maria Grazia Modena, punta molto all'addestramento del personale medico che e' piu' vicino al cittadino, ''per questo nel 2006 ha aggiunto la cardiologa - nei principali capoluoghi italiani i medici di famiglia potranno vivere per 4-5 giorni la nostra quotidianita' nelle unita' coronariche'', una full immersion dal reparto al laboratorio per vedere come sono assistiti i pazienti colpiti da infarto. Ma il progetto punta anche molto alla prevenzione dei fattori di rischio, prevenzione che deve partire dai piu' piccoli per evitare che diventino adulti obesi e, quindi, destinati a un futuro di malattie cardiovascolari; di qui l'idea, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione Universita' e Ricerca (MIUR) e Rai Educational di allestire un sito internet nel quale i ragazzini si possono lanciare in un semplice viaggio virtuale per vedere cosa succede con un'alimentazione scorretta e quando si passa troppo tempo di fronte allo schermo piuttosto che a giocare con gli amichetti svolgendo attivita' fisica. Medici di famiglia e cardiologi svolgono un ruolo fondamentale a livello preventivo, ha concluso Modena: I medici di base che hanno il contatto piu' immediato con il cittadino possono per primi educare le persone ad abbassare i fattori di rischio cardiovascolari, aiutando i pazienti a seguire corretti stili di vita.

Nomine sulla Sanità: Si insediano i neo Direttori della Sanità, il Pdci rincara la dose

Paolini (AIOP) “Al Sant’Anna comportamento ambiguo dell’AS7”

07/12 “Il trattamento riservato dall’AS n. 7 di Catanzaro al S. Anna Hospital, centro di eccellenza della cardiochirurgia, giustifica ampiamente le critiche mosse dal direttore generale del S. Anna Hospital alla direzione dell’Azienda sanitaria catanzarese. Il punto di contrasto è il comportamento ambiguo dell’AS che non vuole riconoscere, con tutte le implicazioni che ciò comporta, che Il S. Anna Hospital non è una semplice casa di cura ma una struttura ospedaliera che opera nell’alta specialità della cardiochirurgia”. Ad affermarlo in una nota è Il presidente della sezione regionale dell' Aiop, l' Associazione italiana dell' ospedalita' privata, Enzo Paolini. “A fronte di una emigrazione sanitaria che incide notevolmente sulla spesa sanitaria regionale –dichiara Paolini- , il S. Anna Hospital è la struttura che in assoluto produce maggiore mobilità attiva, cioè pazienti territorialmente appartenenti ad altre ASL, dentro e fuori regione, che vengono a curarsi al S. Anna Hospital, centro di eccellenza riconosciuto a livello nazionale.-
Ciò non vale, però, per la direzione dell’AS n. 7 di Catanzaro che fornisce letture restrittive delle circolari emanate dagli uffici regionali col solo scopo di non riconoscere le prestazioni erogate dal S. Anna Hospital ai fini dei pagamenti dovuti.-
E’ principio concordato e consolidato che l’alta specialità non può essere soggetta e limitazioni di “tetto” delle prestazioni e da ciò ne consegue il riconoscimento delle prestazioni erogate.-
Accade invece che il S. Anna Hospital ha, fino ad oggi, maturato crediti nei confronti dell’AS n. 7 per oltre 31 milioni di euro senza ottenere concrete garanzie per il pagamento di quanto dovuto.-
Ancor più penalizzato si considera il S. Anna Hospital se, nella ripartizione delle quote della mobilità attiva la cardiochirurgia viene trattata alla stregua di interventi ambulatoriali di ordinaria esecuzione.-
In questo quadro si è voluta creare una polemica inutile ed artificiosa perché quanto detto prima non può togliere nulla al contributo che danno le altre strutture sanitarie, pubbliche e private, nella produzione di mobilità attiva e di prestazioni sanitarie richieste dai cittadini e fornite ad alto livello di qualità. Altra cosa è indicare quali sono le strutture pubbliche che costano dieci volte quanto producono in termini di servizi e di risposte di qualità in favore dei cittadini. Su queste sacche di sprechi dovrebbe - deve – intervenire il Governo regionale dal quale aspettiamo una azione chiara, perentoria e coerente con le enunciazioni elettorali. Vedremo.-
E’ semplicemente necessario che il governo regionale, nel quadro di una programmazione sanitaria responsabile e consapevole della domanda da soddisfare, intervenga sugli sprechi ed individui per l’alta specialità un capitolo di spesa a parte che tenga conto del grande contributo che queste strutture danno nell’arginare il fenomeno della immigrazione sanitaria fuori regione che rappresenta, per le casse regionali, un maggior costo di oltre 200 milioni di euro.-
Nonostante sia di tutta evidenza la convenienza per la Regione e, quindi per le ASL, di sostenere l’alta specialità, c’è da prendere atto che qualcuno si ostina a non capire o a far finta di non capire.-

L’ass. Lo Moro alle donne: “Fate i controlli preventivi contro i tumori”

05/12 Hanno avuto inizio ufficialmente oggi, con l'inaugurazione di un corso di formazione per gli operatori del settore, avvenuta a Cosenza alla presenza dell'assessore Doris Lo Moro, gli screening oncologici attivati dall'assessorato regionale alla Salute. Si tratta di un obiettivo perseguito dell'assessore che ha voluto sottolinearne la rilevanza attraverso una lettera che sara' inviata alle donne calabresi. ''Ti scrivo - e' scritto nella lettera dell'assessore regionale Lo Moro - per chiederti di accogliere l'invito dell'Azienda Sanitaria e di recarti ad effettuare un controllo per la prevenzione e l'individuazione precoce di eventuali forme tumorali. Attraverso controlli sanitari periodici molte vite possono essere salvate e molte sofferenze possono essere evitate. Per una insufficiente informazione, per carenti servizi sanitari spesso le donne non si sottopongono a quei controlli periodici che si sono rilevati estremamente efficaci per tempestivi interventi terapeutici nell'insorgenza di tumori''. ''In Calabria - aggiunge - questi controlli sono stati assolutamente carenti, con le conseguenze che si possono immaginare, e per questo ho voluto, come assessore alla Tutela della Salute, promuovere una vasta campagna di prevenzione rivolta prioritariamente alle donne. In questi mesi abbiamo cercato di organizzare al meglio le nostre strutture sanitarie per raggiungere con la nostra iniziativa possibilmente tutte le donne interessate. I controlli sono del tutto gratuiti''. ''Cio' che ti chiedo - conclude la lettera dell'assessore - e' di non sottovalutare l'importanza di questo invito, sapendo che attraverso il controllo della tua condizione di salute potrai guardare con piu' serenita' al tuo futuro ed a quello dei tuoi cari''

Nomine sulla Sanità: Intervengono Latorre, Chiarella e Governo Civico

Fioroni (DL) “Le famiglie del sud le più colpite dalla spesa sanitaria”

01/12 Puglia, Campania e Calabria, sono le Regioni d' Italia ''piu' significatamente colpite dall' obbligo per le famiglie di pagarsi prestazioni sanitarie, prestazioni che la Costituzione assicura per tutti''. Lo assicura l' on.Beppe Fioroni, della segreteria nazionale della Margherita, il quale partecipando ai lavori di un convegno sulla sanita' organizzato dal partito a Bari, ha anticipato alcuni dati contenuti in uno studio elaborato dal Ceis sulla base dei dati Istat 2003 e che sara' reso noto nelle prossime settimane. Dallo studio si evince che in Puglia l' 8,7% di famiglie ha speso piu' del 45% del proprio reddito per prestazioni sanitarie o socio-sanitarie: si tratta di 122.407 nuclei familiari. Di queste famiglie il 2,7% - ha detto Fioroni - ''sono diventate famiglie povere, cioe' sono scese sotto la soglia di poverta' degli 880 euro''. ''Tutto questo - secondo Fioroni - la dice lunga su come da una parte i tagli della Finanziaria del Governo Berlusconi e dall' altra un numero di famiglie divenute povere a seguito di carenza di prestazione socio-sanitarie del sistema pubblico e quindi della necessita' di pagarsi le cure dimostrino il gap che esiste tra Nord e Sud e che sara' ancora di piu' incentivato ed aggravato dall' approvazione della devolution''. Quindi, sempre secondo Fioroni, ''siamo in presenza in Puglia di uno straordinario sforzo che la Regione dovra' fare per garantire quei livelli di assistenza che i cittadini pugliesi meritano e che il combinato disposto della devolution e dei tagli della Finanziaria hanno cosi' gravemente provato''. La Regione Puglia, ma tutte le Regioni del Meridione, devono fare - ha sostenuto Fioroni - ''una accurata politica di programmazione, investendo sulla qualita' dell' interno sistema, lavorando sulla prevenzione, intesa come medicina sul territorio, come distretti, e ripristinando un sistema di rete ospedaliera che curi gli acuti che non possono essere curati in altro modo, sapendo anche che c'e' un problema di risorse, che vanno aggiunte''. ''Non basta soltanto - ha concluso - la razionalizzazione della spesa e i tagli agli sprechi: sono insufficienti rispetto alla domanda di salute di una popolazione che invecchia e che, nel caso della Puglia, invecchia in maniera significativa''.

Nomine sulla Sanità: Ass. Lo Moro "I DG ridiano fiducia ai cittadini. Interventi di Adamo, Principe Pirillo, Incarnato, Castagna, Occhiuto.

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