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La Regione nomina i dirigenti della sanità.

 

Si insediano i neo Direttori della Sanità, il Pdci rincara la dose.

11/12 S' insediano lunedì i nuovi direttori generali delle Aziende sanitarie ed ospedaliere della Calabria nominati nei giorni scorsi dalla Giunta regionale. L' insediamento avverra' in occasione di un incontro, in programma alle 12 nella sede della Presidenza della Regione, che i nuovi dg avranno con il presidente della Regione, Agazio Loiero, e con l' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro. All' incontro potranno assistere i giornalisti. I soli dg che la Giunta non ha nominato sono quelli del Policlinico universitario di Catanzaro e dell' Azienda sanitaria di Locri. Nel primo caso perche' la nomina va fatta di concerto col rettore dell' Universita' e nel secondo perche' nell' Asl di Locri e' in corso l' accesso antimafia disposto dal Prefetto di Reggio Calabria. Motivo per cui e' stato temporaneamente confermato l' attuale commissario Spanti.

Marco Rizzo (Pdci) “Sulle nomine un inciucio”

11/12 ''In Calabria, nella nomina dei manager da parte dell' assessore regionale del centrosinistra alla Sanita', Doris Lo Moro, e' stata usata una particolare attenzione nel nominare candidati che hanno avuto 'significative' esperienze con le giunte di centrodestra. Non possiamo fare altro che definire questa modalita' col termine di 'inciucio'''. Lo sostiene, in una dichiarazione, Marco Rizzo, presidente della Delegazione comunista al Parlamento Europeo. ''In piu' - aggiunge Rizzo - in Calabria l' assessore Lo Moro, quasi a scusarsi, informa la cittadinanza di non volere accettare liste di proscrizione, quasi a volere dire che tutti gli altri presidenti di Regione del centrosinistra che avessero attuato una scelta coerente nell' attribuzione delle nomine fossero dei cultori di questa pratica. L' esempio in tal senso dato dal presidente della Regione Lazio, Marrazzo, e' assolutamente cristallino. I manager che vanno a ricoprire un incarico cosi' delicato come quello alla Sanita' pubblica non possono certo essere neutrali o, peggio ancora, avere una concezione che e' certamente in contrasto con l' idea di gestione di un bene essenziale per la collettivita' qual e' appunto la tutela della salute''. ''Bene hanno fatto dunque i Comunisti italiani della Regione Calabria ed il loro segretario regionale Michelangelo Tripodi - conclude Marco Rizzo - ad avere sollevato la questione, che e' di merito e di metodo e puo' essere quindi interpretata come insegnamento per il futuro governo del Paese''.

Tripodi (PDCI) “Sulle nomine mai visti i curricula”

11/12 “In relazione alle dichiarazioni dell’assessore regionale alla sanità Doris Lo Moro, apparse sugli organi di informazione nei giorni scorsi e che mi chiamano in causa”. Ha affermato in una nota il segretario regionale della Calabria dei Comunisti italiani, Michelangelo Tripodi, facendo riferimento alle polemiche scoppiate in senso alla maggioranza che sostiene la Giunta regionale per le nomine dei direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere. Tripodi, che nei giorni scorsi aveva espresso riserve su alcune nomine, era stato a sua volta criticato dall' assessore regionale alla Sanita', Doris Lo Moro, che gli aveva ricordato il suo parere favorevole nel corso della riunione di Giunta in cui erano stati decisi i nomi dei nuovi direttori generali.
“Ritengo opportuno – ha quindi aggiunto Tripodi, fornire alcune precisazioni, anche per tutelare la mia immagine e credibilità:
1) la Giunta Regionale della Calabria, prendendo atto del dibattito che in questi mesi si è sviluppato nel centrosinistra calabrese e delle proposte che in tal senso sono state presentate in Giunta anche dal sottoscritto, ha deciso di procedere alla nomina dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere ponendo a base delle scelte il criterio della discontinuità e cioè di non nominare nessun Direttore Generale che fosse già stato nominato negli ultimi cinque anni dal centrodestra;
2) non è stato deciso in nessuna sede che il criterio adottato della discontinuità politica valeva solo per le nomine effettuate dal centrodestra calabrese;
3) personalmente, anche per rispondere al mandato ricevuto dal mio partito, non avrei mai potuto dare sostegno ad un criterio a limitazione territoriale, valido solo per la Calabria e inesistente altrove;
4) non è stata decisa alcuna deroga al criterio politico assunto; per procedere alla nomina di persone che avevano collaborato con le giunte regionali di centrodestra di altre regioni;
5) non mi è stato consegnato alcun curriculum per poter effettuare una valutazione diretta delle singole persone proposte e pertanto, mi sono affidato all’Assessore Lo Moro, che peraltro non ha mai detto che la proposta presentata comprendeva indicazioni in deroga al criterio della discontinuità.

Il PDCI replica “Siamo stupiti dall’attacco della Lo Moro”

11/12 ''Siamo stupiti per i contenuti dell'intervento dell'assessore alla Sanita', Doris Lo Moro, che attacca frontalmente il PdCI utilizzando toni e argomenti che sono sicuramente sopra le righe ed esterna valutazioni critiche su un deliberato del nostro partito che non possiamo assolutamente accettare perche' tendono a negare il diritto di una forza politica della coalizione a esprimere liberamente le proprie posizioni''. E' quanto sostiene, in una nota, la segreteria regionale del Pdci. ''Il nostro giudizio complessivo sulle nomine nella sanita' - aggiunge il Pdci - era e rimane positivo, perché è stato accolto il criterio della discontinuità politica per il quale il PdCI, con in testa il nostro assessore e segretario regionale Michelangelo Tripodi, si è battuto con forza. Come comunisti siamo abituati a muovere i nostri rilievi sempre nella massima chiarezza, senza nasconderci - come invece l’Assessore dice che avremmo fatto - dietro “difetti di comunicazione o equivoci”. Proprio perché nessuno può mettere in dubbio che lo spessore etico del PdCI da sempre ci fa essere lontani, politicamente e moralmente, da qualsivoglia dietrologia, le critiche dell’Assessore Lo Moro ci sembrano assolutamente immotivate e pretestuose.
Il Comitato regionale del PdCI, nell’ordine del giorno approvato, ha espresso valutazioni non sui criteri con cui la Giunta regionale ha proceduto per affidare gli incarichi ai nuovi manager – che evidentemente continuiamo a condividere – bensì sull’effettiva e coerente attuazione che il criterio della discontinuità politica ha poi avuto nelle scelte concretamente operate.
Il Centrosinistra aveva deciso di non indicare quei manager che in passato sono stati nominati dalle Giunte di Centrodestra.
Purtroppo, dopo la riunione della Giunta si è scoperto che il criterio della discontinuità vale solo dallo Stretto al Pollino, perché per il resto non c’è alcuna limitazione visto che alcuni dei Direttori Generali nominati, come riconosce l’assessore Lo Moro, provengono da esperienze di collaborazione con le Giunte di Centrodestra di altre regioni. Insomma apprendiamo, a posteriori, che il criterio della discontinuità valeva solo per la Calabria, visto che si giunge persino a dichiarare, come fa l’assessore Lo Moro, che era “inevitabile” nominare persone che avevano avuto incarichi dal Centrodestra in altre regioni, “tenuto conto che nella scorsa legislatura la maggioranza delle regioni era governata dal Centrodestra”.
Anche se c’è da osservare che quello che per la Calabria era “inevitabile” è stato invece fortunatamente evitato da Regioni come il Lazio, il Piemonte, la Puglia, la Liguria, ecc. dove non sono stati dati incarichi a personaggi già nominati dalle Giunte di Centrodestra.
Sembra del tutto inverosimile che qualcuno possa immaginare che un manager che in passato è stato fedele attuatore delle scelte politiche di Storace ed altri del Centrodestra, oggi possa ricoprire senza alcun pudore l’incarico assegnato dal Centrosinistra calabrese, che pure è impegnato a garantire una completa inversione di rotta per rendere concreta l’alternativa rispetto alla coalizione di centrodestra, che dappertutto ha fatto fallimento tant’è che non a caso gli elettori nelle recenti elezioni regionali ne hanno decretato la sonora sconfitta.
Davvero non riusciamo ancora a comprendere come il criterio della discontinuità politica possa essere considerato una sorta di variabile dipendente dal territorio: per noi Comunisti Italiani un manager nominato dal Centrodestra è tale in Calabria come altrove. La discontinuità per noi è una variabile indipendente, senza subordinata alcuna. Proprio per questo il Comitato regionale del PdCI ha chiesto di risolvere la contraddizione emersa anche perché il rischio forte è che tra i cittadini possa prevalere il convincimento che sulle nomine nella sanità si sia realizzato una sorta di “pasticcio calabrese”.
Nella sua nota-stampa l’assessore Lo Moro ha introdotto, peraltro, un argomento che travalica il dibattito politico regionale, esprimendo implicitamente un giudizio critico sul modo di operare delle altre Giunte regionali di Centrosinistra.
Infatti, l’assessore, in modo stupefacente, sostiene che per evitare nomine di persone “ricollegabili a governi di centrodestra si sarebbero dovute compilare liste di proscrizione”. Un’affermazione assai grave visto che se essa fosse vera saremmo indotti a ritenere che nelle altre regioni di centrosinistra, laddove non sono stati nominati personaggi che avevano collaborato con il centrodestra, i presidenti di quelle Regioni da Marrazzo a Bresso avrebbero preparato le liste di proscrizione.
Ovviamente, consideriamo l’affermazione dell’assessore Lo Moro solo un eccesso causato dall’esasperazione polemica, poiché tutti sanno che il rinnovamento operato nelle altre regioni rappresenta semplicemente l’affermazione di una forte scelta politica di rinnovamento, questa si davvero inevitabile, e giammai la conseguenza di una lista di proscrizione.
Anzi, riteniamo che il metodo applicato, interamente e senza riserve, nelle altre regioni governate dal centrosinistra possa essere attuato anche in Calabria.
Il PdCI non ha mai inteso rinnegare le scelte compiute nella chiarezza. Piuttosto con la determinazione di una forza politica che si batte per affermare principi e valori e non persegue ristretti interessi per calcoli di bottega, intendiamo affermare la nostra contrarietà nei confronti di quelle nomine che non sono coerenti con il criterio assunto e che non contemplava che esso fosse applicato solo per le nomine di Chiaravalloti, perché se così fosse stato il PdCI non lo avrebbe potuto accettare.
Il sistema sanitario calabrese ha bisogno di rinnovamento e i cittadini chiedono alla Giunta regionale decisioni coerenti. Il PdCI non intende deludere questa domanda ed è impegnato a partecipare con determinazione e lealtà al governo della Regione, ovviamente in un quadro di reciprocità e di rispetto, sapendo che il Centrosinistra ha avviato un’esperienza politica che ai calabresi deve parlare con il linguaggio chiaro del cambiamento e della discontinuità dei metodi, delle scelte e delle persone.

 

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