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Sanità e Salute
Asp Reggio “Per il dodicenne morto, filiera dell’emergenza impeccabile” 05/11 "Davanti ad un episodio grave e triste come quello che ha visto la scomparsa del giovane di Scido, la direzione dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio ha scelto la via del silenzio, nel rispetto del dolore dei familiari e per avere il tempo di accertare i fatti nella loro interezza e verità, acquisendo riscontri oggettivi di quanto occorso, rilevare eventuali responsabilità, ma, soprattutto, ove fossero state riscontrate carenze organizzative, intervenire per eliminarle evitando, così, il ripetersi di casi simili che, certamente, offendono la coscienza umana". E' quanto afferma, in un comunicato, il commissario straordinario dell'Asp di Reggio Calabria, Renato Caruso. "Alla scelta del silenzio - prosegue Caruso - assunta dall'Asp di Reggio Calabria ha fatto, tuttavia, da contraltare il clamore delle dichiarazioni di operatori di altre strutture sanitarie interessate, a vario titolo, negli accadimenti e sfociate in gratuite valutazioni meritocratiche sull'operato del personale intervenuto nell'episodio, senza che quelle stesse dichiarazioni avessero il dovuto conforto documentale, forse con il solo scopo di allontanare da sé eventuali responsabilità". "Dunque - aggiunge - il linciaggio mediatico dell'Azienda sanitaria che si è sviluppato in questi giorni, impone alcune precisazioni, anche, al fine di tutelare tutti gli operatori coinvolti nella vicenda, evitando di assecondare la volontà di fare apparire la struttura sanitaria di Polistena ed il Servizio di emergenza 118 come responsabili di tutti i mali della sanità reggina". "Dalle risultanze - scrive Caruso - delle indagini interne all'uopo effettuate emerge che: la filiera dell'emergenza coordinata dalla centrale operativa del Suem 118 ha operato in modo impeccabile e tempestivo (il soccorso al 12/enne è stato prestato entro cinque minuti dalla prima chiamata ed il suo trasporto all'ospedale di Polistena per l'esecuzione delle dovute indagini diagnostiche è stato effettuato nei modi e nei tempi previsti da ogni normativa); l'assistenza sanitaria presso il summenzionato ospedale si è svolta senza ritardi e con appropriatezza del percorso clinico-diagnostico consumatosi nel naturale arco temporale di circa 50 minuti; l'affannosa ricerca di posto letto dove ricoverare il minore per il successivo percorso terapeutico è iniziata già 30 minuti dopo l'accesso al Pronto soccorso ed è durata ininterrottamente per circa 45 minuti (fino alle ore 18,26, ora in cui, finalmente, si otteneva la disponibilità della Neurochirurgia di Messina)". "Le altre ambulanze idonee - aggiunge Caruso - erano impegnate, tra l'altro, in soccorsi per altri tre minori affetti da patologie potenzialmente altrettanto gravi come quella da cui era stato colto il 12/enne in oggetto; dopo il già menzionato iter, un mezzo mobile di trasporto, adeguatamente attrezzato e medicalizzato, è stato reperito entro un'ora dalla richiesta ed il trasferimento eseguito sino a Reggio Calabria in modi e tempi standard, in relazione alle condizioni di viabilità". "Siamo certi - prosegue - che le inchieste in corso da parte della Regione e soprattutto dalla magistratura possano accertare e ristabilire la verità. La direzione dell'Azienda, nel ribadire la piena fiducia al proprio personale che, operando in condizioni di difficoltà, assicura tuttavia un servizio dignitoso alla comunità, rivolge l'invito ad abbassare i toni della polemica e ad astenersi da linciaggi morali, che certamente non servono al miglioramento dei servizi". "Il commissario straordinario, - conclude il comunicato - senza voler sfuggire alle proprie eventuali responsabilità, è pronto a recepire ogni suggerimento e parere purché volto a migliorare la sanità calabrese" Al sud mortalità infantile doppia rispetto al nord 18/10 Continua il miglioramento generale del tasso
di mortalità infantile in Italia: nel 2006 la mortalità
è risultata del 3,85 per mille nati vivi, contro 4,1 del 2001
e una media europea appena superiore al 4. Purtroppo, persiste un
importante divario tra Centro-Nord e Sud: il tasso di mortalità
neonatale in Puglia, Campania, Calabria è più del doppio
rispetto a quello di Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e
delle regioni del Nord in generale. Il dato emerge dal 'Rapporto sulla
salute del bambino in Italia 2006' della Direzione scientifica dell'Irccs
Burlo Garofolo di Trieste. Una parte del rapporto - in corso di pubblicazione
- è stato presentato oggi in anteprima al XIX congresso nazionale
dell'Associazione culturale pediatri (Acp) in corso a Trani, dove
si discute delle azioni politiche e delle priorità di intervento
per garantire il diritto alla salute dei bambini. Il rapporto - definito
dall'Acp un "essenziale strumento di lavoro" - identifica
altre due aree su cui le tendenze sono sfavorevoli, oltre a quelle
delle cure perinatali fotografate nel Sud Italia: sovrappeso ed obesità
(dove l'aumento nella prevalenza registrata in Italia è tra
i più alti in Europa) e salute mentale (dove i dati esistenti
sono preoccupanti e, tuttavia, di qualità ancora nettamente
insufficiente per avere un quadro preciso della situazione). Aumentano le anomalie ai genitali dei bimbi: troppi estrogeni 22/09 Un bambino su tre nasce con anomalie all'apparato
genitale, i maschi sviluppano tardi e le femmine, invece, in modo
precoce, a causa dell'inquinamento da estrogeni. A lanciare l'allarme
sono gli andrologi riuniti nel quarto congresso nazionale "Progressi
in andrologia" che si sta svolgendo a Villa San Giovanni. Negli
ultimi 20 anni, ha rilevato il prof. Andrea Ledda, del Dipartimento
di Scienze biomediche dell'Università di Chieti e direttore
scientifico del congresso, "la percentuale di bambini che nascono
con i testicoli retratti è aumentata di quattro volte. Gli
estrogeni sono dei distruttori endocrini che bloccano la produzione
del ricettore L3 che si trova nelle cellule fetali-neonatali. Inoltre
interferiscono nella produzione del testosterone, fondamentale per
la maturazione degli spermatozoi e per il mantenimento delle ghiandole
che li producono. E così si spiega il problema dell'infertilità
maschile che diventa sempre più importante". Gli spermatozoi
prodotti dall'uomo moderno, infatti, sono diversi da quelli che produceva
trenta anni fa. "Oggi - ha sostenuto Ledda - sono pochi e di
scarsa qualità. L'uomo ne dovrebbe produrre 300 milioni al
giorno con un'aspettativa di vita, per quelli eiaculati, di 48 ore.
Ma dagli anni '80 la natalita' si è ridotta del 12% e si è
accertato un deterioramento della qualità seminale". Gli
estrogeni, ha sottolineato Ledda, sono ormai ovunque. "Gli enti
preposti - ha concluso - ricercano e controllano per lo più
la presenza di tali sostanze a livello della filiera delle carni o
del latte trascurando totalmente gli alimenti non animali, i prodotti
cosmetici e quelli per l'igiene personale, l'ambiente e soprattutto
le acque". Intesa tra La prefettura di Vibo e l’AS provinciale contro le infiltrazioni antimafia 13/07 Un protocollo d'intesa finalizzato a prevenire i tentativi
di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore
dei contratti pubblici di lavori, servizi e fornitura è stato
sottoscritto stamani a Vibo Valentia tra il Prefetto, Vincenzo Greco
ed il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Provinciale, Francesco
Talarico. Il contenuto della convenzione - è scritto in una
nota - riguarda il monitoraggio preventivo dei bandi di gara, delle
imprese e delle anomalie nell'esecuzione degli appalti. Quanto ai
bandi di gara viene stabilito che l'Azienda Sanitaria Provinciale
di Vibo Valentia si impegna a trasmettere alla Prefettura. prima dell'adozione
della determinazione a contrarre concernente i lavori, servizi e forniture,
di rilevante importo, lo schema compilato dei bandi di gara al fine
di consentirne, prima della pubblicazione, una disamina indirizzata
a verificare i presupposti di legalità, trasparenza e libera
concorrenza. Per quel che riguarda le imprese - prosegue la nota -
a seguito dell'aggiudicazione l'Azienda Sanitaria Provinciale comunicherà
alla Prefettura i dati relativi alle società e alle imprese
aggiudicatarie al fine di escludere infiltrazioni e condizionamenti
da parte della criminalità organizzata. CISL Medici “Il Piano sanitario è perfettibile con la concertazione” 07/07 "Siamo coscienti che il Piano sanitario regionale sia
perfettibile attraverso una concertazione con il sindacato".
E' quanto sostiene, in una nota, il segretario generale della Cisl
medici Calabria, Mario Marino. "Un sindacato - aggiunge Marino
- che prescinda da logiche campanilistiche e localistiche e che sia
consapevole che il reale cambiamento sia realizzabile solo attraverso
scelte forti ed incisive, talvolta anche impopolari. Noi auspichiamo
che tali scelte realizzino, attraverso la razionalizzazione delle
risorse ed il contenimento della spesa sanitaria, una scelta di progresso
e di innovazione, in linea con gli indirizzi nazionali ed Patto di
Stabilità. Una concertazione quindi, aperta al confronto, senza
alcuna chiusura pregiudiziale, ed ispirata al raggiungimento di scopi
comuni con reciproca e mutua soddisfazione". Secondo Marino,
"il nuovo Piano sanitario regionale, che sarà oggetto
nei prossimi giorni di concertazione con le organizzazioni sindacali,
ci pone di fronte ad un prossimo cambiamento epocale del panorama
della sanità calabrese. Sono evidenti due sentimenti contrastanti.
Da un lato la consapevolezza che la gestione della sanità calabrese
sino ad ora è stata caratterizzata da una serie di criticità
strutturali, che l' hanno resa obsoleta e distante dal cittadino.
Dall' altro c'é il timore di un 'nuovo' che rischia di incidere
radicalmente sulle scelte future, professionali e sociali di ognuno
di noi". "E' indubbio - sostiene ancora Marino - che il
Piano presenti delle proposte di soluzioni organizzative talvolta
innovative ed in linea con una idea di sanità moderna e sostanzialmente
diversa. Va elogiato il tentativo di distribuire uniformemente sul
territorio regionale i centri di eccellenza, divisi per specialità,
la riorganizzazione e l' accorpamento delle Aziende ospedaliere di
Catanzaro (Pugliese-Ciaccio, Mater Domini e Fondazione Campanella),
la rivalutazione del territorio e dei servizi allo scopo di decongestionare
le strutture ospedaliere, fornendo al contempo all' utenza un servizio
di qualità e risposte efficienti ai problemi di salute".
Marino definisce poi una "priorità il blocco dell' accreditamento
delle strutture private sino alla completa attuazione del Piano. E
questo non perché siamo contrari all'assistenza privata, ma
perché riteniamo che il privato sia sufficientemente presente
nella nostra regione sia come strutture, che come numero di posti
letto. Riteniamo inoltre che sia assolutamente necessario che le strutture
private, se accreditate, siano complementari alle pubbliche. E' quindi
necessaria una ristrutturazione e riorganizzazione delle stesse, da
effettuare nell' ambito del nuovo Piano sanitario. Solo così,
le professionalità delle strutture private accreditate saranno
una ulteriore risorsa del Servizio sanitario, non solo una voce di
spesa del bilancio regionale". "In questa battaglia - conclude
la nota della Cisl medici - siamo concordi con l'assessore Lo Moro
sulla necessità di ritoccare la quota del fondo sanitario regionale
da destinare al privato accreditato per liberare ulteriori risorse
utili al rilancio della sanità pubblica". Malato di AIDS di Taurianova deve sospendere terapia per mancanza del farmaco 04/07 Ha dovuto sospendere la terapia in atto, con il rischio del
fallimento della cura, per il prolungato ritardo nella fornitura di
un farmaco antiretrovirale da parte del servizio farmaceutico territoriale
di Taurianova. A denunciare la situazione di grave disagio che vede
coinvolto un proprio socio, malato di Aids, è la Lega Italiana
per la lotta all' Aids (Lila Calabria). "Il nostro socio, a causa
del protrarsi di oltre 20 giorni di tale fornitura - afferma il presidente
della Lila Calabria, Nicola Emanuele - è stato costretto a
sospendere tutta la terapia che prevede in formula combinata l' impiego
di tre farmaci, uno dei quali è proprio quello mancante. La
sospensione della terapia è un evento molto grave e può
concretamente determinare il rischio del fallimento del protocollo
terapeutico in atto". L' associazione evidenzia che "la
farmacia in questione continua a non dare garanzie su una data certa
di fornitura del farmaco. Ci chiediamo come sia possibile che un servizio
farmaceutico territoriale non possa garantire la continuità
di una terapia farmacologia legata ad una malattia così importante".
"Di chi è la responsabilità di tali ritardi? -
si domanda il presidente Emanuele - Ricordiamo che l' erogazione dei
farmaci antiretrovirali è stata demandata alle farmacie territoriali
con un provvedimento dell' Assessorato alla Tutela della Salute e
alle Politiche Sanitarie, provvedimento, unico in Italia, legato a
logiche economiche regionali. Tale provvedimento solleva gli ospedali
dall' onere di distribuire i farmaci direttamente ai propri assistiti,
con tutto il carico di disagi che ciò comporta per questi ultimi.
Innanzitutto la necessità di doversi recare in farmacie spesso
distanti dall' ospedale, anche più volte in un mese. Ad esempio
gli utenti di Reggio devono recarsi alla farmacia territoriale di
Scilla; quelli che afferiscono al reparto di Vibo, e non sono residenti
nella stessa città, come il nostro socio, devono recarsi alla
farmacia territoriale del paese di residenza, in questo caso Taurianova".
Per la Lila "altro disagio è quello legato alla violazione
della privacy. Molti utenti si trovano in difficoltà a doversi
interfacciare con dipendenti di farmacie spesso diversi e a trovarsi
in ambienti in cui chiunque può intuire e verificare di che
tipo di pazienti si tratti". "Quello che chiediamo - conclude
Emanuele - è che vengano presi con urgenza i provvedimenti
necessari affinché l' erogazione di tali farmaci avvenga nelle
modalità più adeguate, nel rispetto del diritto alla
cura dei pazienti malati di Aids, e non solo" Buttiglieri “Serve sorveglianza per la prevenzione delle malattie infettive” 28/06 "La prevenzione delle patologie infettive assume oggi,
nell' era globalizzata e soprattutto nei paesi occidentali, una rilevanza
fondamentale che non può essere sottovalutata. Il diffondersi
lento, silenzioso e inesorabile di alcune malattie infettive, come
l' Hiv e l' epatite, per citarne alcune, impone la massima sorveglianza
da parte del mondo medico e scientifico italiano, sebbene anche i
cittadini calabresi debbano fare la propria parte non esponendosi
a rischi inutili". Lo ha detto il direttore generale dell' Azienda
Ospedaliera Universitaria "Mater Domini", Anna Rosalba Buttiglieri,
intervenendo al convegno sulle Malattie infettive promosso dal professor
Vincenzo Guadagnino - docente ordinario nell' Università di
Catanzaro e primario infettivologo dell' Unità operativa "Malattie
infettive" dell' Azienda e organizzato in collaborazione con
la Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali.
"Da una indagine epidemiologica effettuata dall' Unità
operativa diretta dal professor Guadagnino - ha rilevato la dottoressa
Buttiglieri - emerge come negli ultimi anni ci sia stata una scarsissima
attenzione sul fronte delle patologie infettive, seppure queste rappresentino
patologie diffuse e molto insidiose. Ciò significa che i rischi
di contagio e trasmissione tra i cittadini sono molto elevati e il
sistema dei controlli carente". "Se è vero che le
prime cause di mortalità oggi sono riconducibili alle malattie
cardiovascolari e ai tumori - prosegue Buttiglieri - non bisogna in
alcun modo trascurare la pericolosità delle patologie infettive:
basti pensare alla sola Hiv che nel giro di pochi anni è diventata
una delle prime cause di morte da virus. A fronte di questa emergenza
tutta la comunità medico-scientifica calabrese è chiamata
a nuovi sforzi capaci nel più breve tempo possibile di produrre
risultati efficaci nella lotta alle epidemie. Molti passi in avanti
sono stati fatti e tanti altri devono compiersi. Notiamo oggi che
il problema delle patologie infettive e del loro corretto approccio
terapeutico e diagnostico sta assumendo una sempre maggiore importanza
nella moderna medicina. I risultati sono incoraggianti, sebbene non
mi stancherò mai di ribadire che prevenzione e controllo sono
gli elementi da cui non si può prescindere per una vita sana
e priva di rischi". Per il direttore generale della Mater Domini
"serve tuttavia un rinnovato impegno nella lotta alle patologie
infettive, cosi come una più stretta cooperazione in Calabria
tra le professionalità medico scientifiche e le istituzioni,
le quali devono fornire una più efficace e corretta informazione
ai cittadini che, in ogni caso, non possono più disinteressarsi
di un fenomeno che li tocca così da vicino. Questo evento -
ha concluso Buttiglieri - rappresenta un esempio di stretta collaborazione
e di sinergia tra il territorio e l' ospedale e costituisce un occasione
importante per dare risposte alle esigenze di assistenza sanitaria
dei cittadini" Ass. Lo Moro: Intesa con la Libia per il trapianto del midollo 27/06 E' stato approvato dalla Giunta regionale il programma di cooperazione
internazionale tra l' azienda ospedaliera "Bianchi-Melacrino-Morelli"
di Reggio Calabria e l' African Oncology Institute of Sabratha, l'
istituto nazionale per i tumori della Libia. "L' iniziativa -
è scritto in un comunicato dell' assessorato regionale alla
Salute - è finalizzata alla formazione del personale ed all'
effettuazione di trapianti di midollo osseo a pazienti di nazionalità
libica. E' stato lo stesso istituto libico, delegato dal governo di
Tripoli a varare il programma nazionale di trapianto di midollo osseo
a proporre l' accordo di cooperazione con l' azienda reggina, nella
quale é operante il centro di trapianto per il midollo osseo,
dotato di competenze avanzate, oltre che sul versante clinico assistenziale,
anche dal punto di vista scientifico. Con delibera del 18 maggio 2004,
inoltre, la Giunta regionale ha individuato il centro trapianto midollo
osseo come sede unica per il programma delle attività di trapianto
di cellule staminali ematopoietiche e di terapia cellulare in Calabria".
"Il programma - afferma l' assessore Lo Moro che ha proposto
la delibera - evidenzia la volontà del governo regionale di
favorire e sviluppare accordi con i Paesi del Mediterraneo. Vogliamo
contribuire all' integrazione dei popoli che si affacciano sul nostro
mare ed in questo ci agevola la posizione di Reggio, città
che vogliamo attrezzare dei servizi necessari ed offrire ai Paesi
dell' area come punto di riferimento. Sono da valutare in questa ottica
anche l' istituzione della cardiochirurgia e l' avvio della piattaforma
cuore". "Si tratta di elementi - conclude l' assessore -
che conferiranno alla città calabrese dello Stretto, nell'
ambito delle politiche sanitarie, un ruolo importante in un bacino
certamente molto più ampio di quello locale". Paolini (Aiop) “Non bisogna penalizzare la clinica ‘La Madonnina’” 21/06 "La vicenda che ha portato una delle più prestigiose
case di cura di Cosenza, 'La Madonnina', al collasso operativo-gestionale
ha dell' assurdo. Ottanta famiglie rischiano di trovarsi senza sostegno
economico per le tortuose, pretestuose e arroganti interpretazioni
normative degli uffici regionali dell' assessorato alla Sanità".
E' quanto afferma, in una nota, il presidente nazionale dell' associazione
ospedalità privata (Aiop), Enzo Paolini. "Si assume a
pretesto - prosegue Paolini - una capziosa applicazione della recente
legge regionale 9/2007 che differisce al 31 dicembre 2007 i termini
per l' adeguamento di tutte le strutture, pubbliche e private, ai
requisiti previsti per l' accreditamento. Il mancato accreditamento
non dà luogo alla proroga del contratto 2006 per il 2007 in
quanto il 2006 il contratto non è stato firmato per l' arrogante
pretesa di imporre a fine anno un taglio di quasi il 50% su remunerazioni
dovute in quanto relative a prestazioni regolarmente rese. Conclusione
degli uffici regionali: blocco dei pagamenti a partire dall' ottobre
2006 mentre 'La Madonnina' ha continuato regolarmente ad assistere
cittadini bisognosi di cure". Secondo il presidente nazionale
dell' Aiop "l' opinione pubblica non conosce l' occhiuta burocrazia
degli uffici regionali, a giorni alterni protagonisti, in alcuni delicatissimi
settori, di poco edificanti cronache giudiziarie. Qui nessuno vuole
sottrarsi agli obblighi di legge, quali che siano, rilevanti o meno,
e per certo non lo vogliono i titolari de 'La Madonnina'. Ma la miopia,
la pretestuosità, l' ignoranza giuridica mista ad arroganza
dei funzionari regionali è una minaccia continua al corretto
funzionamento del servizio sanitario regionale. Ormai si registra
un clima di prevaricazione che non può essere tollerato oltre".
"L' assessore regionale - sostiene ancora Paolini - non si può
chiamare fuori, come se si trattasse di un inghippo da lasciare alla
responsabilità dell' apparato burocratico, mentre per il resto
si tratterebbe di strumentalizzazioni. Da parte di chi? Dei dipendenti
senza stipendio da mesi? Dei titolari della struttura che vantano
crediti miliardari nei confronti della Regione? Lei che ci tiene tanto
alla sua storia politica ed alla sua contiguità col mondo del
lavoro e con i diritti dei lavoratori non può derubricare a
semplice negligenza l' operato dei suoi uffici. La responsabilità
politica di quanto accade è tutta sua. Che lo faccia consapevolmente
o meno, sta distruggendo la componente privata del servizio sanitario
regionale che,impegnando meno dell' 8 per cento della spesa sanitaria,
assicura oltre il 40 per cento del volume globale delle prestazioni
erogate". "Se, per paradosso, dovessero chiudere in Calabria
tutte le case di cura a gestione privata - sottolinea ancora Paolini
- sarebbe la bancarotta sanitaria. Questa è la verità,
il resto é incapacità a governare i problemi, inadeguatezza
degli uffici, deficit di competenze e l' abuso, tipico delle burocrazie
sudamericane, di non pagare il dovuto senza fornire giustificazioni.
A questo siamo, di tanto è a conoscenza il presidente e l'intera
giunta ma i problemi marciscono. Ormai è chiaro, non si può,
o non si vuole, ridurre la spesa sanitaria. Lo spreco nel settore
pubblico, che pure vanta eccellenze e qualità, è incontenibile
e tollerato. Si vuole coprire questo bubbone con la demagogica foglia
di fico del taglio nel settore privato che non spreca, costa di meno
e rende qualità". Il 45% dei calabresi sono ipertesi, ma molti non lo sanno 15/06 I calabresi sono ipertesi e non lo sanno. E molti nemmeno si
preoccupano di scoprirlo. nella regione, infatti, hanno la pressione
alta 45 uomini e 41 donne su cento. I dati sono stati resi noti nel
corso del congresso della Società europea dell' ipertensione,
in corso a Milano. Moltissimi sono coloro, è scritto in una
nova, che sono ai limiti dell' ipertensione, ma "un' indagine
Istat rivela che 22 calabresi su cento non si sono mai misurati la
pressione arteriosa". "Calabresi tenetevi 'sotto pressione'
- ha sostenuto il professore Giuseppe Mancia, presidente del Congresso
della Società Europea dell' Ipertensione - perché se
alla pressione alta, o comunque ai limiti, si associano fattori di
rischio come il diabete, l' obesità, l' ipercolesterolemia
o altre malattie cardiovascolari allora la possibilità di andare
incontro a infarto e ictus è molto concreta". Al Congresso
di Milano oltre a fotografare la realtà dell' ipertensione,
sono state presentate le linee guida: indicazioni per i medici, raccomandazioni
per i pazienti. "Quattro - ha sostenuto Mancia - sono le regole
più importanti per tenere l' organismo 'sotto pressione': misurarsi
con regolarità la pressione ricorrendo anche all' automisurazione
che è stata finalmente ritenuta affidabile; ogni volta che
si esegue l' esame delle urine chiedere anche di eseguire la microalbuminuria
perché la presenza di minime tracce di proteine può
significare che i piccolissimi vasi nel rene non funzionano e possono
non funzionare anche piccole e grandi arterie di tutto l' organismo
e quindi ictus e infarto potrebbero essere in agguato; il livello
di tranquillità della pressione arteriosa é sotto 140/90
mmHg e chi supera questi livelli deve cambiare stili di vita e poi
seguire una terapia; la terapia deve essere flessibile e con più
farmaci anche a piccole dosi". Mancia ha poi sostenuto che "va
presa con molta cautela la notizia di un vaccino terapeutico per curare
l' ipertensione" visto che "fino a prova contraria, ad oggi,
non si conosce ancora cosa produce l' ipertensione, anche se è
ampiamente noto che le cause sono quasi sempre molteplici". In
Calabra, secondo i dati dell' Istat e dell' Istituto Superiore di
Sanità, il 45% degli uomini e il 41% delle donne é iperteso
mentre il 15% degli uomini e il 14% delle donne è in una condizione
a rischio. "Vale a dire - è scritto nel comunicato - che
il 60% degli uomini adulti e il 55% delle donne adulte hanno problemi
con l' ipertensione o rischiano di averne se non corrono subito ai
ripari intervenendo, in particolar modo, su fattori di rischio correlati
primo fra tutti l'obesità". Dall' ultima indagine Istat
sullo stato di salute, inoltre, emerge che in Calabria solo 14,3 persone
su cento hanno dichiarato di soffrire di ipertensione. Ma non solo
sono ipertesi e non lo sanno. Non lo vogliono neanche sapere. Basti
pensare, infatti - è sempre l' Istat a rilevarlo - che in Calabria
21,6 adulti su cento dichiarano di non essersi mai misurati la pressione
arteriosa. I calabresi, inoltre, si occupano e preoccupano poco della
loro pressione arteriosa così come degli altri fattori di rischio
per il cuore: il 17% degli uomini e il 25% delle donne ha una ipercolesterolemia;
il 44,1% degli uomini e il 30,2% delle donne è in sovrappeso,
l' 11,6% degli uomini e il 10,1% delle donne è obeso. Paolini (Aiop) “Ancora tanti problemi irrisolti” 05/06 ''Il protocollo d' intesa firmato fra l' Associazione italiana
ospedalita' privata (Aiop) e il Dipartimento dell' assessorato regionale
alla Sanita' e' certamente un elemento di svolta nei rapporti fra
ospedalita' privata e assessorato, fino ad oggi conflittuali per i
troppi problemi ripetutamente segnalati e a tutt' oggi irrisolti''.
A sostenerlo e' stato il presidente nazionale dell' Aiop, Enzo Paolini.
''E' significativa, per esempio - ha aggiunto - l' affermazione fatta
recentemente dall' assessore Lo Moro secondo la quale non ci sono
risorse sufficienti per la sanita' privata e che molte strutture pubbliche
improduttive vanno chiuse o riconvertite. Per la sanita' privata debbo
ricordare all' assessore che se non si chiudono i pozzi neri della
sanita' pubblica non ci saranno mai risorse sufficienti per assicurare
un servizio sanitario decente. Fino ad oggi le aziende sanitarie sono
state l' equivalente di collegi elettorali e questo spiega perche'
la spesa sanitaria e' arrivata a incidere per oltre il 60% sul bilancio
regionale. Pensare di far pagare alle strutture private gli sprechi
e le dissipazioni della sanita' pubblica e' da irresponsabili''. ''Siamo
in presenza - ha sostenuto Paolini - di una politica sanitaria evidentemente
gestita da una burocrazia che opera a livelli quasi di rilevanza penale
se si tiene conto che in gioco c' e' la salute del cittadino. Non
si tratta soltanto dei crediti che le case di cura hanno maturato
e che non vengono pagati, nonostante le reiterate assicurazioni di
Loiero e della Lo Moro evidentemente ignorate dagli uffici esecutivi
che pur dispongono delle risorse occorrenti per emettere i mandati
di pagamento. Il fatto grave e' che si sta giocando sulle liste di
attesa. La Regione, con le sue articolazioni burocratiche inefficienti
e perniciose, risponde con liste di attesa che vanno da tre a otto
mesi, costringendo i calabresi ad andare in ospedali fuori regione.
Le case di cura e i laboratori accreditati potrebbero alleggerire
di molto le liste ma si preferisce mandare la gente fuori''. ''Vorrei
segnalare - ha proseguito il presidente dell' Aiop - un caso molto
istruttivo. A Cosenza una struttura privata ha investito notevoli
risorse per impiantare il servizio di medicina nucleare che attualmente
viene erogato in esclusiva dall' ospedale dell' Annunziata di Cosenza.
Per questo servizio esistono liste di attesa lunghissime, ma gli uffici
regionali, a distanza di quattro anni dalla richiesta, non hanno ancora
reso operativa la struttura privata per cui chi non puo' aspettare
4-5 mesi prende la via del centro-nord con grandi disagi e un conseguente
aggravio di costi per le casse regionali. E' un fatto talmente grave
da sollevare interrogativi inquietanti. Quale logica puo' accampare
la burocrazia regionale per giustificare un comportamento cosi' dannoso
per le casse regionali e cosi' irresponsabile nei confronti dei cittadini?''.
''Fino ad oggi - ha concluso Paolini - abbiamo avuto pazienza e rispetto
dei ruoli, ma se qualcuno vuol mettere in discussione il diritto alla
salute, violando le regole e venendo meno ai suoi doveri di ufficio,
apriremo un conflitto senza esclusione di colpi volto soprattutto
ad accertare se da questi irresponsabili atteggiamenti qualcuno trae
illecitamente vantaggio, in Calabria e fuori dalla Calabria'' Combattere le discriminazioni ai danni dei tossicodipendenti 26/05 ''Bisogna combattere qualsiasi forma di discriminazione ai
danni dei tossicodipendenti, attuando nei loro confronti un approccio
umano ed umanitario''. Lo ha detto il presidente della Croce rossa,
Massimo Barra, intervenendo alla giornata d studio sulla droga promossa
dall' istituto tecnico-commerciale di Corigliano Calabro. Barra ha
fatto riferimento all' esperienza di Villa Maraini, la comunita' per
tossicodipendenti che ha fondato a Roma nel 1976, descrivendola come
''un fatto altamente positivo proprio per l' impostazione del rapporto
con le persone con problemi di droga. L' interesse dello Stato - ha
aggiunto - e' quello di conoscere realmente i tossicomani in modo
da differenziare l' intervento terapeutico secondo le obiettive possibilita'
di reazione della persona colpita da questa condizione''. Nel corso
del suo intervento Barra ha lanciato un appello alla Croce rossa della
Calabria perche' ''moltiplichi i comitati locali, che rappresentano
l' occasione - ha detto - per curare le persone piu' vulnerabili,
moltiplicare le delegazioni, avere un delegato di Croce rossa in ogni
comune. Occorre anche ripristinare l' antica tradizione della Croce
rossa italiana giovanile. In ogni scuola vogliamo che ci siano giovani
iscritti alla Croce rossa per farne i pionieri della diffusione dell'
educazione sanitaria in favore della collettivita'''. Al Policlinico di Catanzaro in funzione la radiologia digitale 24/05 Si avvale di apparecchiature radiologiche all' avanguardia
il Policlinico universitario di Catanzaro. La struttura è dotata
di apparecchiatrure radiologiche della Carestream Healt, leader mondiale
nei sistemi imaging medico. "Nata in seguito all'acquisizione
da parte di Onex Corporation dell'Health Group di Eastman Kodak Company
- è detto in un comunicato - Carestream Health Incorporation
è una multinazionale leader mondiale nei sistemi di imaging
medico, dentale e molecolare, e tra le maggiori aziende fornitrici
di soluzioni IT e prodotti per i test non distruttivi. L'Italia, dove
la multinazionale è presente con Carestream Health Italia,
rappresenta per l'azienda il secondo mercato per redditività,
con un fatturato 2006 di 155 milioni di Euro. Con 205 dipendenti,
dislocati tra le sedi di Milano, Genova e Roma, Carestream Health
Italia serve ASL, Università, ospedali pubblici e privati,
centri diagnostici e dentisti, in tutte le regioni". In particolare,
nel Polo universitario Magna Grecia di Catanzaro Carestream Health
ha avviato il processo di ammodernamento dell'ospedale di Germaneto,
con la trasformazione digitale del servizio di radiologia. La soluzione
digitale Carestream Health collega in rete la radiologia al resto
dell'ospedale, attraverso 35 postazioni monitor distribuite nei reparti
di degenza e cinque sale con monitor ad alta definizione per consulti
specialistici. In radiologia sono invece presenti nove stazioni di
lavoro con monitor ad alta definizione che consento ai medici radiologi
di refertare sulle immagini ed archiviare le informazioni. Il servizio
di radiologia realizza annualmente 50mila esami diagnostici, attraverso
modalità digitali. Ogni giorno 10 calabresi vengono colpiti da ictus e solo uno su tre da importanza ai sintomi 17/05 Ogni giorno dieci calabresi vengono colpiti da un ictus. E
solo uno su tre dà importanza ai sintomi e corre in ospedale.
Ma di quanti vanno al pronto soccorso solo uno su cinque arriva nel
tempo utile - e cioé entro tre ore - per essere sottoposto
alla trombolisi, la terapia salvavita. Uno su due arriva entro le
12 ore. Poiché in Italia i casi di ictus sono 199mila l'anno,
vuol dire che 130mila persone colpite da una così terribile
malattia rimangono a casa e vanno in ospedale quando è tardi
e per loro si riducono le speranze di salvarsi. E' nata e sta crescendo,
nonostante le campagne di educazione, "l'epidemia dell'ictus
ignorato" di cui sono protagonisti quanti non danno importanza
ai primi segni della malattia che possono essere un formicolio ad
una mano, un senso di svenimento, un deficit motorio, un disturbo
visivo o una bocca "storta". La denuncia è stata
fatta, al Congresso in corso a Roma, dagli Internisti Ospedalieri
della Fadoi i medici che più degli altri sulla frontiera della
corsia si confrontano con l'ictus. "L'ictus viene scoperto in
ritardo dalla maggior parte delle persone - dice Michele Stornello,
referente nazionale Area Ictus della Fadoi - e questo perché
si dà più importanza ai sintomi dell'infarto che a quelli
della malattia cerebrovascolare. Eppure, il tempestivo ricorso all'ospedale
consente di evitare la morte e anche le conseguenze drammatiche dell'ictus,
e cioé l'invalidità con grandi ripercussioni sulla vita
di relazione e sociali. C'é, infatti, un trattamento specifico,
la trombolisi. Più del 70 per cento delle persone che tempestivamente
ricorrono all'ospedale evitano la morte e il rischio di una invalidità.
Sono più gli uomini che le donne a ricorrere tempestivamente
al pronto soccorso quando avvertono qualche sintomo anche perché
i maschi hanno più paura delle malattie. Più sensibili
degli altri le persone con cultura più elevata, certamente
informati meglio sull'educazione sanitaria". "L'alta incidenza
dell'ictus - dice Giovanni Mathieu presidente della Fadoi, Federazione
Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti,- ripropone, in tutta
la sua drammaticità, la necessità di campagne mirate
all'educazione della prevenzione dei fattori di rischio che, purtroppo,
troppo spesso vengono sottovalutati. E noi ne vediamo tutti i giorni
le conseguenze in corsia. E si vedono anche sul piano economico con
alti costi per la sanità, giornate di lavoro perdute. Per questo
la Fadoi sta portando avanti ampi progetti di studio sulle malattie
cardiovascolari e cerebrali indirizzate proprio alla popolazione" Aumentano gli anziani in Calabria ma il 28% dice di stare male 16/05 Aumentano gli anziani in Calabria. E aumentano anche i problemi
di salute. E' quanto emerge dal dossier "L'Italia dice 33"
della Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri (Fadoi)
che ha fotografato l' Italia degli ultrasessantacinquenni attraverso
le cifre del Rapporto Osservasalute e del Ministero della Salute-Sdo.
"Al primo gennaio 2006 - è scritto nel rapporto - l' Istat
ha contato in Calabria 366.164 ultrasessantacinquenni, dei quali 207.823
donne. Un maschietto che nasce oggi in Calabria ha una speranza di
vita di 78,5 anni, le cose vanno meglio solo nelle Marche, in Toscana,
in Umbria, in Puglia, in Veneto e in Emilia Romagna. Non vanno così
bene le cose per le bambine che hanno una speranza di vita di 83,7
anni (in tutta Italia è considerevole il divario maschi/femmine),
come quelle della Valle d' Aosta , della Basilicata e del Piemonte,
meglio solo di quelle del Lazio, della Sicilia e della Campania".
"Il 28% degli over 65 anni - riporta il documento della Fadoi
- ha dichiarato all' Istat di sentirsi male o addirittura molto male:
è la percentuale più alta in Italia. Più le donne
(33%) degli uomini (21,4). La Calabria condivide questo triste primato
con la Sicilia e la Sardegna che hanno percentuali solo leggermente
inferiori. In Calabria ogni cento abitanti, dunque, senza distinzione
per età, le malattie allergiche colpiscono 10 calabresi ogni
cento; il diabete il 6,3%; l' ipertensione arteriosa il 15,5; l' infarto
del miocardio il 2; l' ictus/emorragia cerebrale l'1,4%. E ancora,
la bronchite cronica/enfisema colpisce 6,5 calabresi ogni cento; l'
asma bronchiale il 3,6 per cento; l' artrosi/artrite il 22,6; l' osteoporosi
il 6,3 e l' ulcera gastrica o duodenale quasi il 4 per cento".
"Gli anziani calabresi - è scritto ancora nel rapporto
- sembrano non aver ancora fatto proprio un messaggio importante di
prevenzione: la vaccinazione antinfluenzale. Nel 2005-2006, secondo
il Ministero della Salute, infatti, solo il 66,3% degli over 65 calabresi
si è vaccinato. Siamo ancora molto lontani da quel 75% indicato
come il livello ideale di copertura vaccinale in questa fascia d'
età. In Calabria, il 68,6% degli ultrasessantacinquenni fa
uso quotidiano di farmaci (più le donne), meno della media
italiana. Tra i fattori di rischio, l' obesità: il 14,4% degli
ultrasessantacinquenni calabresi ne soffre". "Ad affliggere
la salute degli ultrasessantacinquenni, in Calabria - evidenzia ancora
il rapporto - non ci sono solo le malattie ma, paradossalmente, c'
è anche il Sistema sanitario nazionale. Il problema dei posti
letto è, soprattutto per chi ha i capelli bianchi, una difficoltà
concreta così come la mancanza di assistenza sul territorio,
legata sia alla mancanza di strutture che alla solitudine. Spesso,
ad accogliere un anziano dopo la dimissione ospedaliera non c' è
nessuno e così, dopo aver faticato per entrare in ospedale
da lì non si vorrebbe più uscire perché non si
è trovato solo aiuto medico ma anche una 'famiglia'. Nel 2004,
in Calabria, le dimissioni ospedaliere per acuti in reparti ordinari
sono state 290.466 ed hanno rappresentato il 73% di tutte le dimissioni
per acuti tra regime ordinario e day hospital. Nel 2003, le dimissioni
in regime ordinario erano state quasi 316 mila e circa un terzo di
queste riguardavano proprio anziani oltre i 65 anni (121.077)".
"In Calabria, al 2003, - è scritto nel rapporto - si contavano
6.874 posti letto pubblici e 3.167 posti letto in Istituti privati
accreditati. La Calabria, insieme alla Campania e alla Basilicata,é
tra le regioni con una percentuale d'emigrazione sanitaria superiore
alla media. Il 14,05 dei ricoveri per acuti in regime ordinario di
abitanti residenti in Calabria è avvenuto fuori dalla regione:
la meta prescelta nel 20,65% dei casi è stata il Lazio, seguita
immediatamente dopo dalla Lombardia e poi dall' Emilia Romagna e dalla
Sicilia" In Calabria 18 mila persone soffrono di celiachia 15/05 Sono 18 mila in Calabria le persone colpite da celiachia, intolleranza
al glutine, ma di questi solo tremila lo sanno. I dati sono stati
forniti dall' Associazione italiana celiachia (Aic). "Nella regione
- è scritto in una nota ell' Aic - nonostante il numero dei
celiaci accertati cresca del 10%, le diagnosi continuano ad avere
un' incidenza bassa. Due le principali cause della mancata diagnosi:
la scarsa conoscenza della malattia e la difficoltà di riconoscere
i soggetti a rischio dovuta alla complessità dei sintomi".
"Il caso classico - afferma il presidente di Aic Calabria, Claudio
Picarelli - è quello di chi soffre di anemia da carenza di
ferro, uno dei segnali più frequenti della celiachia, ma possono
essere indizi della malattia anche la sensazione di debolezza, il
mal di testa, i gonfiori e dolori addominali e, nei bambini, perdita
di peso, vomito, diarrea e arresto dell' accrescimento. E' importante
conoscere questi campanelli d' allarme perché la celiachia
può manifestarsi a qualunque età e soprattutto perché
troppo spesso, trattandosi di sintomi lievi o poco specifici, la diagnosi
è tardiva o non arriva affatto". Domenica 20 maggio, per
sollecitare attenzione verso la problematica, l' Associazione Italiana
Celiachia organizza a Roma una marcia non competitiva a Roma alla
quale parteciperanno anche 500 volontari provenienti dalla regione.
In Calabria l' 86% dei celiaci dichiara di avere difficoltà
nel reperire pasti fuori casa e l' 82% lamenta limitazioni alla propria
libertà di viaggiare. Il 67% ritiene che la dieta priva di
glutine comporti complicazioni nella vita quotidiana in famiglia e
il 41% pensa addirittura che la celiachia possa costituire un ostacolo
alla propria carriera lavorativa. Nella regione sono 80 i locali tra
ristoranti e gelaterie che offrono prodotti per celiaci. Dal 2020 calo di incidenza dei tumori da amianto 15/05 "Dal 2020 ci sarà una diminuzione dell' incidenza
del mesotelioma pleurico in ragione delle normative che hanno eliminato
l' amianto dal procedimento produttivo. Risultati positivi verranno
anche dalla messa al bando del benzene, tra i fattori più pericolosi
per linfomi e leucemie". Lo ha detto l' oncologo Francesco Cognetti,
direttore scientifico dell' Istituto nazionale dei Tumori Regina Elena
di Roma, oggi a Catanzaro per partecipare ad un convegno su "Morti
e malattie nel lavoro". "Rispetto al passato - ha aggiunto
Cognetti - molto è stato fatto, soprattutto per quanto riguarda
l' individuazione dei cangerogeni più pericolosi nell' ambito
lavorativo e per la promulgazione di leggi che hanno consentito l'
abolizione di molti fattori che incidevano sull' insorgenza dei tumori
professionali. Certo, dal momento in cui il cancro attiva il processo
che lo porterà allo sviluppo vero e proprio della malattia
il processo è molto lungo e possono passare decenni".
"Oggi - ha concluso Cognetti - c' è da dire comunque che
nel mondo del lavoro i controlli sono maggiori e più efficaci.
Allo stato poi il trend è positivo anche nel Sud: sono migliorate
le tecnologie e anche l' organizzazione sta facendo passi in avanti.
Bisogna, però, rafforzare la rete tra le strutture e superare
l' idea prevalente che tutti debbano fare tutto". Settimana per la lotta alla Sclerosi Multipla 12/05 Prende i via oggi anche in Calabria per concludersi domenica
prossima, a Catanzaro con un convegno regionale sul tema "Sclerosi
Multipla: ricerca scientifica e impegno sociale", cui seguirà
lo spettacolo "Per conservare il gusto del bello" in scena
al Teatro Politeama, la Settimana nazionale della Sclerosi multipla
promossa dall' Aism. La sezione di Cosenza ha organizzato per oggi
il convegno scientifico "La Sclerosi Multipla: update" cui
segurà stasera lo spettacolo "Ordinaria Ironia familiare...a
ciascuno il suo" della compagnia teatrale "I sognatori dell'
Aism" al cinema teatro Italia. Domani, l' associazione culturale
"A Via Nuova" di San Pietro in Guarano presenta "Non
ti pago" di Eduardo De Filippo presso il Teatro Rendano. In Calabria
le persone con sclerosi multipla - è scritto in una nota -
sono circa 1.500 e sul territorio regionale sono presenti cinque Sezioni
Aism a Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Le sezioni offrono alle persone con sclerosi multipla e ai loro familiari
i servizi di segretariato sociale, supporto all' autonomia della persona,
attività ricreative e di socializzazione, telefono amico, trasporto,
visite specialistiche, fisioterapia ambulatoriale e domiciliare e
attività di informazione, sensibilizzazione e raccolta fondi.
Nella sezione Aism di Reggio è attivo il Centro socio-sanitario
per le persone con sclerosi multipla del territorio. Il Centro offre
servizi di terapia riabilitativa, ambulatoriale e domiciliare, supporto
medico specialistico, consulenza legale, assistenza fiscale, segretariato
sociale, supporto al ricovero ospedaliero e trasporto con mezzi attrezzati.
La sezione di Cosenza offre servizi di segretariato sociale e telefono
amico, servizi di trasporto, supporto all' autonomia della persona,
supporto al ricovero ospedaliero, supporto medico specialistico anche
domiciliare e consulenza legale. Continua la protesta dei precari dell’ASL di Rossano 11/05 Gli ausiliari precari dell'azienda sanitaria di Rossano sono
giunti al nono giorno di occupazione della sede della Asl. Gli ausiliari,
specializzati ed ultra-quarantenni, svolgono il servizio in quattro
presidi ospedalieri (Rossano, Corigliano, Cariati, Trebisacce) e vengono
utilizzati con contratti semestrali. Durante la protesta stanno comunque
garantendo il servizio, alternandosi nell'occupazione a turni di 50
persone che hanno sistemato letti improvvisati nell'androne dell'Azienda
sanitaria. I lavoratori rivendicano da tempo il diritto alla stabilizzazione,
da realizzarsi nel più breve tempo possibile e per l'intero
bacino. Sono in assemblea permanente i lavoratori della Asl di Paola
(da cui dipendono i presidi di Paola, Praia, Cetraro, Amantea) e analoga
mobilitazione si sta avviando anche a Castrovillari. "Abbiamo
- ha detto il responsabile delle Rdb-Cub, Raffaele Bombino - per ora
raggiunto un primo risultato che è una delibera del direttore
Generale della Asl 3 che stabilizzerà 100 dipendenti, e mercoledì
incontreremo l'Assessore alle Politiche Sanitarie Doris Lo Moro. Certo
è che si tratta di coprire posti fissi vacanti di cui non si
può fare a meno e che devono essere assicurati comunque e di
continuo; altrettanto certo è che noi non abbiamo intenzione
di mollare: proseguiremo ad oltranza per ottenere la stabilizzazione
di tutti i precari". In Calabria cresce la cultura delle donazioni 08/05 Cresce la cultura della donazione in Calabria. Nel 2006 si
sono registrate 39 segnalazioni rispetto alle 35 dell' anno precedente.
Per quanto riguarda il 2007, al 30 aprile sono state già 20.
Nello stesso periodo dell'anno in corso i donatori sono stati 9 rispetto
ai 15 di tutto il 2006 ed i 13 del 2005. Sono questi alcuni dei dati
forniti dall' Assessorato regionale alla Salute in occasione delle
giornate nazionali per la donazione e il trapianto avviate il 6 maggio
e che si concluderanno domenica 13. "I trapianti di rene - è
scritto in un comunicato dell' Assessorato regionale alla Salute -
sono stati 28 nel 2005; 27 nel 2006, 14 nel periodo compreso tra il
primo gennaio ed il 21 aprile 2007. I trapianti di midollo sono stati
98 nel 2005; 101 nel 2006, 37 fra gennaio ed il 30 aprile 2007. Dati
significativi anche per quanto riguarda i trapianti di cornee: sono
stati 48 nel 2005, 54 nel 2006, 21 nel periodo primo gennaio-30 aprile
2007. Numeri confortanti anche in merito alla donazione del cordone
ombelicale: 480 donazioni registrate nel 2005, 868 nel 2006, 316 dal
primo gennaio di quest' anno al 21 aprile 2007". "Il trend
- afferma il responsabile del Centro regionale trapianti Pellegrino
Mancini - è in aumento. Cresce la sensibilità dei calabresi
verso la donazione, come si rileva dalla sempre maggiore disponibilità
dei familiari dei donatori a garantire il consenso all' espianto degli
organi. Ciò è dovuto alla diffusione del tema della
donazione dovuta alle iniziative di sensibilizzazione attivate sempre
più di frequente in Calabria ma anche al buon funzionamento
di una rete regionale che comincia a dare i primi risultati grazie
alla recente riorganizzazione". "Il riferimento - prosegue
la nota dell' Assessorato - è alla delibera della Giunta regionale
relativa alla riorganizzazione delle attività di coordinamento
delle donazioni, dei prelievi e trapianti di organi, di tessuti e
cellule in ambito regionale. Il provvedimento prevede, tra l' altro,
'di avviare un rilancio complessivo delle attivita' di donazione e
punta alla riorganizzazione dell' attività di trapianto, in
Calabria 'al fine di garantire una risposta efficiente ed efficace
dell'intero sistema alla domanda dei cittadini calabresi in attesa
di trapiantò. Il provvedimento ha disposto la riorganizzazione
del centro di Coordinamento Regionale per i Trapianti assegnando all'azienda
ospedaliera di Reggio Calabria, sede principale di servizio del coordinatore,
'adeguate risorse' per dotare il Centro di locali idonei allo svolgimento
dell'attività". "I programmi di trapianto attualmente
attivi in Calabria - riporta ancora il comunicato - riguardano il
rene, il midollo osseo e la cornea. Il programma per il trapianto
di rene prevede una lista d' attesa unica regionale, con poli chirurgici
nelle aziende ospedaliere di Catanzaro, Cosenza e Reggio. Allo stato
attuale sono attivi quelli di Reggio e Cosenza, per cui, è
scritto nella delibera, 'saranno predisposte tutte le azioni necessarie
a soddisfare la domanda esistente'. Il trapianto di midollo osseo
è previsto nel centro unico regionale trapianti di cellule
staminali e terapie cellulari dell' azienda ospedaliera di Reggio
Calabria. Per quanto concerne gli innesti corneali, ne è prevista
la realizzazione nelle unità operative di oculistica. I contenuti
della delibera hanno ottenuto recentemente l'approvazione della commissione
nazionale nominata dal Centro nazionale per i trapianti. Iniziative
di sensibilizzazione e diffusione della cultura della donazione sono
in corso in diversi centri della Calabria in concomitanza con la campagna
nazionale". Ripresa l’attività nelle sale operatorie dell’Ospedale di Rossano 08/05 E' ripresa l'attività nelle sale operatorie dell'ospedale
civile "Giannettasio" di Rossano dopo la sospensione degli
interventi decisa il 6 aprile scorso. Lo ha reso noto la Direzione
sanitaria del presidio ospedaliero, che ritiene l'intervento di adeguamento
alle norme vigenti "esclusivamente a salvaguardia della salute
dei pazienti". La sospensione si era avuta lo scorso 6 aprile,
quando per la mancanza della seconda condotta d'ossigeno, il primario
di Anestesia si era rifiutato di continuare ad effettuare interventi
chirurgici. La seconda condotta d'ossigeno nel nosocomio rossanese
in realtà non era mai esistita. Successivamente si è
deciso d'intervenire per la messa a norma. Ass. Lo Moro “Società a capitale pubblico per il rilancio del Papa Giovanni di Serra d’Aiello” 07/05 Sarà un gruppo di lavoro composto da tecnici di Sviluppo
Italia a curare l'attuazione concreta del progetto di rilancio dell'Istituto
Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello, predisponendo la costituzione
di una società con capitale interamente pubblico per la gestione
della struttura. Lo ha comunicato stamattina ai sindacati l'assessore
regionale alla Salute, Doris Lo Moro, che ha riferito circa l'esito
dei contatti avuti nei giorni scorsi a Roma sulla vicenda. Alla riunione
hanno partecipato anche i rappresentanti della fondazione a cui l'istituto
fa capo ed il direttore generale dell'Asl di Paola, Ivan Cavallo.
"L'istituto Papa Giovanni - ha detto l'assessore, confermando
quanto comunicato in altre occasioni - dovrà diventare una
struttura riabilitativa di prim'ordine, puntando alla salvaguardia
del maggior numero di posti di lavoro, compresi i lavoratori in cassa
integrazione". "Nei prossimi giorni - è detto in
un comunicato - il gruppo di tecnici incaricati incontrerà
i sindacati. I rappresentanti dei lavoratori hanno affermato di aver
apprezzato il lavoro svolto dall'assessore". La cocaina provoca gravi danni al cuore 03/05 La cocaina è una 'lama affilata' al cuore: non solo
può causare ischemia ed infarto, ma anche dilatazione ventricolare
che compromette la funzione cardiaca. Lo dimostra il caso di un giovane
italiano ricoverato al Dipartimento di Emergenza del Policlinico Le
Scotte di Siena nel 2005 per una dilatazione ventricolare grave, poi
rivelatasi il risultato dell'abuso di questa pericolosa e sempre più
diffusa droga. Nondimeno, come riferito sulla rivista britannica Lancet
da Valerio Zacà, smettendo l'assunzione dello stupefacente,
il cuore del trentunenne è migliorato molto: la dilatazione
si è ridotta e la funzionalità cardiaca è aumentata.
I consumi di cocaina hanno raggiunto livelli spaventosi in molti paesi
occidentali e l'Italia non fa eccezione. Già in passato i medici
hanno allertato sui rischi dell'abuso di cocaina per il cuore, e più
casi di infarto e ischemia sono stati registrati tra gli habitué
della 'polvere bianca'. Quando il giovane è giunto al dipartimento
di emergenza del nosocomio senese, racconta Zacà, presentava
sintomi quali dolore toracico, dispnea, fatica. Agli esami eseguiti
risulto che il trentunenne aveva una dilatazione del ventricolo sinistro
di entità considerevole: 80 millimetri di diametro, con conseguente
malfunzionamento cardiaco. Poiché il ragazzo non aveva una
storia clinica di alcun tipo il sospetto dei cardiologi, poi confermato
dalla stessa 'confessione' del giovane, è ricaduto sul consumo
di cocaina. Dopo tutti gli accertamenti il giovane è stato
seguito farmacologicamente ed ha smesso di assumere la droga. A distanza
di un anno il suo diametro ventricolare si è ridotto a 57 millimetri
e il cuore ha ripreso in parte la sua funzionalità. Questa
storia, osservano gli esperti, insegna ancora una volta quanto può
essere pericoloso assumere cocaina e deve allertare i medici a sospettarne
l'abuso di fronte a giovani con cardiopatie ma senza alcun precedente
clinico di questo tipo. L'astinenza prolungata dalla droga, concludono
i cardiologi, può migliorare le condizioni in cui il cuore
versa a causa dell'abuso. I Sindaci dell’AS4 invitano Regione e Provincia a intervenire sull’AIAS e lo screening dei tumori 30/04 Il Comitato di rappresentanza della Conferenza dei Sindaci dell'Azienda Sanitaria 4 di Cosenza, presieduto da Mario Tortorella, ha invitato la Regione, la Provincia e la stessa As ad intervenire nella vicenda Aias e in relazione allo screening dei tumori femminili. Nel primo caso - e' scritto nella nota - il Comitato di Rappresentanza si richiama alla forte preoccupazione espressa alla fine del 2006 dalla Conferenza dei Sindaci per la vicenda giudiziaria tra la Regione Calabria e l'Aias in vista della procedura di sfratto e della scadenza nel mese di giugno 2007 della sospensiva concordata per il rilascio della struttura di riabilitazione di Serra Spiga. Riaffermando l'importanza della vicenda sia per motivi di ordine sanitario che di ordine pubblico, Tortorella sottolinea l'importanza della struttura come punto di riferimento per la riabilitazione e il reinserimento sociale nell'ambito della intera provincia. L'invito alla Regione, quindi, e' quello di dare una soluzione positiva alla vicenda rassicurando i disabili, le loro famiglie, gli operatori della struttura di Serra Spiga e la stessa Azienda Sanitaria 4. Per quanto riguarda lo screening - prosegue la nota - il Comitato di Rappresentanza della Conferenza dei Sindaci ribadisce l'importanza della prevenzione intesa come tutela della salute e ricorda che nel gennaio 2006 l'Azienda Sanitaria 4 ha aderito alla campagna regionale di screening per la diagnosi precoce e la prevenzione dei tumori femminili. L'iniziativa, sia per capillarita' che per le prestazioni rese con costi contenuti, rappresenta una vera e propria eccellenza per il territorio. Il Comitato, quindi, invita l'As 4 a proseguire nell'attivita', ampliandola con tutte le opportune iniziative di supporto quale l'allestimento di un laboratorio di citologia dedicato e ad accelerare i tempi della stipula della Convenzione con la Provincia per l'acquisizione di un mezzo mobile di mammografia che permettera' di raggiungere anche le donne residenti nei paesi geograficamente piu' svantaggiati. Intesa Lo Moro-Associazioni per l’assistenza residenziale 24/04 Adeguare le strutture operanti in Calabria nel settore dell'assistenza
residenziale agli standard gestionali ed organizzativi nazionali.
E' questo l'obiettivo indicato dall'assessore regionale alla Salute,
Doris Lo Moro, in occasione di un incontro svoltosi nella sede dell'assessorato
con i rappresentanti delle associazioni di categoria al termine della
quale è stato sottoscritto un verbale d'intesa. Il documento
è stato firmato dal direttore generale, Domenico Crupi; dal
dirigente di settore,Bernardo Grande, e, per la parte privata, dai
rappresentanti di Anaste, Aris e Foai. L'assessore Lo Moro, che ha
introdotto la riunione, poi proseguita in sede tecnica, ha detto che
è intenzione dell'assessorato "pervenire in tempi rapidi
alla soluzione di tutte le problematiche registrate nel settore dell'assistenza
residenziale. Vogliamo quindi addivenire in tempi rapidi ad un documento
tecnico che costituisca la base di discussione con la componente privata,
alla quale chiediamo la massima collaborazione. L'obiettivo dell'assessorato
è l'adeguamento del settore agli standard gestionali ed organizzativi
delle strutture registrati sul territorio nazionale. E lo stesso intendiamo
fare per i livelli tariffari, da allineare a quelli medi nazionali".
L'assessore ha comunque evidenziato l'intenzione della Regione "di
remunerare comunque il lavoro svolto dalle strutture fino al completamento
del riordino del settore". E' stato poi il direttore generale
Crupi a richiamare gli orientamenti dell'assessorato in materia di
riordino del settore della residenzialità, che riguarda figure
particolari come anziani, disabili e disabili mentali, indicando l'obiettivo
della riclassificazione delle strutture attualmente esistenti "in
coerenza con il livello di intensità assistenziale erogato
e con il reale fabbisogno assistenziale dei cittadini". Con questa
impostazione, come è evidenziato nel verbale che é stato
sottoscritto, hanno concordato "tutti i presenti". La struttura
regionale si è quindi impegnata a predisporre un documento/proposta
che regolamenti il settore "accogliendo le istanze più
volte rappresentate e secondo criteri di appropriatezza assistenziale
da ufficializzare, condividere e sottoscrivere entro e non oltre il
15 giugno prossimo". Dal canto loro i rappresentanti delle associazioni
hanno riassunto le loro richieste in sei punti: un intervento presso
le aziende sanitarie per la corresponsione delle somme previste dalla
delibera di Giunta regionale 331 del 2006; l' estensione dei benefici
previsti dalla stessa delibera al periodo gennaio/settembre 2003;
sollecitare alle Aziende sanitarie il rispetto dei tempi di remunerazione
delle prestazioni rese; la proroga dei termini di adeguamento del
requisito organizzativo richiesto dalla delibera 332 del 2006 "compatibilmente
con i tempi fissati"; chiarire quali debbano essere i criteri
di remunerazione delle prestazioni di riabilitazione ai sensi della
delibera 332; adeguamento delle tariffe vigenti, "sulla base
degli incrementi contrattualmente previsti per il personale dipendente,
relativamente al periodo intercorrente fino alla definizione del nuovo
sistema di gestione del settore". Crupi, per quanto riguarda
le aziende sanitarie, ha assicurato "tempestivi interventi"
in ordine alle richieste delle associazioni. In merito ai termini
di adeguamento, il direttore generale ha dato mandato agli uffici
di predisporre un provvedimento dirigenziale "per la reiterazione
del termine di scadenza ed al fine di fornire i chiarimenti richiesti
in ordine ai criteri di remunerazione delle prestazioni di riabilitazione".
In merito alla richiesta di adeguamento delle tariffe vigenti, Crupi
ha chiesto che la problematica "venga affrontata contestualmente
alla definizione del nuovo sistema tariffario" Accordo integrativo regionale con i medici pediatri 21/04 Adeguamento organizzativo; continuità dell' assistenza;
appropriatezza prescrittiva; attività di prevenzione: sono
i quattro i punti cardine del nuovo accordo integrativo regionale
dei medici specialisti pediatri di libera scelta firmato dall' assessorato
regionale alla Salute con i sindacati di categoria ad integrazione
di quanto indicato nell' accordo collettivo nazionale. "Si tratta
- ha sostenuto l' assessore Doris Lo Moro - di una nuova tappa importante,
che segue altri accordi, come quello con i medici di medicina generale
e quello, ancora più recente, per i medici delle ex guardie
mediche, finalizzato a rendere più efficienti i servizi offerti
dal sistema sanitario sul territorio valorizzando la figura del medico".
Per quanto riguarda l' aspetto organizzativo, l' assessorato evidenzia,
in una nota, che "gran parte dell' impegno economico dell' accordo
è destinato all' implementazione delle forme associative secondo
le indicazioni della programmazione sanitaria nazionale e regionale.
Attualmente circa il 50% dei pediatri lavora in gruppo o in associazione,
a seconda delle diverse realtà locali. Il nuovo accordo - prosegue
la nota - prevede che a regime tale percentuale arriverà all'
85%. E' previsto, inoltre, il collegamento in rete degli studi dei
pediatri associati tra di loro ed anche con le strutture distrettuali
ed aziendali. Viene anche incentivato l' utilizzo del collaboratore
di studio, sempre nell' ottica di una migliore organizzazione degli
ambulatori pediatrici che permetta di elevare la qualità del
servizio e la quantità delle prestazioni erogate. L' esecuzione
negli ambulatori dei pediatri di alcune prestazioni aggiuntive, oltre
a favorire la rapidità diagnostica contribuirà a migliorare
gli standard di appropriatezza prescrittiva e, conseguentemente, alla
qualità dell'assistenza ed al contenimento della spesa sanitaria".
"Nel complesso - prosegue la nota - questi adeguamenti organizzativi
hanno l' obiettivo di consentire alla pediatria di libera scelta di
dare nel territorio una risposta appropriata alla maggior parte dei
bisogni di salute del bambino e dell' adolescente, riservando all'
ospedale il ruolo proprio per le situazioni che richiedono ricovero".
Per quanto attiene alla continuità assistenziale l' assessorato
fa rilevare che "il miglioramento è conseguente all' ottimizzazione
della presenza del pediatra di libera scelta durante le ore diurne
attraverso la diffusione delle forme associative". L' accordo
prevede, inoltre, "un ampliamento dell' orario di apertura coordinata
degli ambulatori che può arrivare fino a quattro ore aggiuntive
rispetto alle cinque ore già previste dall'accordo nazionale.
In ogni ambulatorio dovrà essere esposta la carta dei servizi
contenente le informazioni sul corretto utilizzo dei servizi compresi
quelli aggiuntivi offerti dalla forma associativa di appartenenza
e gli orari di apertura di tutti gli ambulatori dell'associazione".
Sempre secondo l' assessorato, "l' aspetto più innovativo
dell' accordo è rappresentato dal progetto sull' appropriatezza
prescrittiva che si pone l' obiettivo di una razionalizzazione della
spesa sia farmaceutica, che specialistica e per ricoveri e che, oltre
alla costruzione del budget di spesa, si basa sulla sperimentazione
di linee guida diagnostico-terapeutiche utili a raccordare le scelte
cliniche quotidiane dei pediatri con le raccomandazioni scientifiche
esistenti, indirizzandole verso la 'buona pratica clinica'. In relazione
alle patologie di maggior impatto assistenziale, economico e sociale,
l' accordo individua già alcune di queste linee guida da adottare
a livello aziendale, mentre altre potranno essere introdotte da parte
della Commissione Regionale per l' appropriatezza prescrittiva o dalle
Asl stesse". Rispetto al tema della prevenzione, l' assessorato
evidenzia che "l' attività del pediatra di famiglia nell'
ambito della prevenzione si esplica prevalentemente con l' attuazione
del progetto salute infanzia, costituito da piani di visite filtro,
definite 'bilanci di salute', importanti per l' individuazione precoce
dei soggetti affetti da handicap neuro sensoriali e psichici e l'
attuazione di interventi di educazione sanitaria nei confronti dei
propri assistiti rispetto ai rischi prevalenti per l' età evolutiva.
Rispetto all' accordo precedente - rileva l' assessorato - il progetto
è implementato con altri due bilanci di salute, rispettivamente
in epoca neonatale, al momento della presa in carico del neonato,
ed un altro in epoca adolescenziale con la consegna della cartella
clinica per un passaggio condiviso al medico di medicina generale.
Sono, pertanto, dieci i bilanci di salute da effettuare in tutta l'
età pediatrica ed a tutti i bambini residenti in Calabria,
con l' aggiunta di uno screening uditivo entro l' anno ed uno screening
visivo entro i tre anni". "L' attività dei pediatri
sulle vaccinazioni - prosegue la nota - è indirizzata soprattutto
alla riuscita del piano regionale per l' eradicazione del morbillo
e della rosolia congenita, ai recuperi vaccinali ed alla promozione
delle nuove vaccinazioni. Partendo dall' ottima esperienza del progetto
vaccinazioni contenuto nel precedente Ar, con il nuovo accordo si
vogliono creare i presupposti per portare la nostra regione ai livelli
più alti di copertura vaccinale, annullando il divario che
ancora esiste con le altre regioni. L' attività di prevenzione
è completata dal progetto sullo screening e la prevenzione
dell' obesità avviato dal Settore prevenzione del Dipartimento
tutela della salute, con la partecipazione attiva dei pediatri già
prevista da questo stesso accordo regionale". "L' incremento
economico previsto dall' accordo - si afferma ancora nel comunicato
- è destinato soprattutto all' implementazione del lavoro in
forma associata, al miglioramento degli standard di prestazioni erogate
presso gli ambulatori dei medici, riducendo il ricorso alle cure di
secondo livello, allo sviluppo della continuità dell' assistenza,
all' utilizzo del collaboratore di studio. Il progetto sull' appropriatezza
prescrittiva, l' attività di informazione sull' utilizzo dei
servizi, il bilancio di salute di salute in età adolescenziale
con la compilazione della scheda sanitaria per il medico di medicina
generale e la partecipazione al progetto sulla prevenzione dell'obesità
infantile, sono finanziati con la quota regionale, rientrante nel
fondo sanitario, destinata agli incrementi contrattuali previsti dall'
accordo collettivo nazionale". Nella nota dell'assessorato si
evidenzia inoltre che il progetto relativo all' appropriatezza prescrittiva,
"nel rapporto costo/benefici assume un valore strategico di fondamentale
importanza, in quanto se opportunamente implementato, produce vantaggi
rilevanti in termini di contenimento della spesa sanitaria. L' ampliamento
dell' orario di apertura degli ambulatori, le attività di prevenzione
(progetto salute infanzia, vaccinazioni) ed il maggiore coinvolgimento
dei pediatri nell' assistenza ai soggetti con patologia cronica al
fine di facilitarne la deospedalizzazione e di spostare nel territorio
quando possibile la cura di questi pazienti, sono finanziati - conclude
la nota - mediante una riallocazione delle risorse già destinate
dal precedente accordo regionale". Serrata ambulatori: corteo e sit-in a Catanzaro 12/04 Un corteo con sit-in davanti alla sede dell' Assessorato regionale
alla Salute si terra' domani, a Catanzaro, nell' ambito della vertenza
aperta dall' associazione delle strutture ambulatoriali private accreditate
(Anisap) contro l' applicazione del tariffario ''Bindi'' che prevede
l' abbattimento del 51% dei costi della prestazioni specialistiche.
La decisione, riferisce un comunicato dell' Anisap - e' stata assunta
dal direttivo regionale dell' associazione. ''Con questa ulteriore
forma di protesta - afferma il presidente regionale dell' Anisap,
Edoardo Macino - vogliamo far comprendere che non ci fermeremo fino
a quando l' assessore Lo Moro non riprendera' in esame le nostre obiezioni
in merito all'applicazione del 'Bindi''. Intanto, sempre da domani,
- e' scritto in un comunicato dell' associazione - a Cosenza si fermeranno
la Tac e la Risonanza magnetica della struttura ''Biocontrol''. Uno
stop che accentuera' i gia' enormi disagi che la popolazione del capoluogo
bruzio sta affrontando a causa della serrata di laboratori e poliambulatori
privati. I partecipanti al corteo si ritroveranno in piazzale Fiorentino
nella zona nord della citta' per poi percorrere via Paglia, piazza
Martiri Ungheresi, via Greco, viale Pio X e via M. Greco, fino ad
arrivare in via Buccarelli per il sit-in che si svolgera' davanti
all' assessorato alla Salute. A Rende il Patto contro il dolore “Parlaconlui” 12/04 Oncologi, farmacisti e capisala dei centri oncologici della
provincia di Cosenza e di Crotone hanno stretto un patto contro il
dolore nell' ultima fase della vita del paziente oncologico. L' intesa
è stata sancita in occasione del corso di formazione "ParlaconLui"
sul tema "Dalla terapia del dolore da cancro alla presa in carico
del paziente sofferente: un approccio alla complessità".
"Coloro che soffrono del dolore da cancro - è scritto
in un comunicato degli organizzatori - devono essere informati, ascoltati,
'creduti' e liberi di scegliere e di decidere, accedendo alla terapia
del dolore con un' assistenza qualificata e continua e tali diritti
devono essere riaffermati in una conferenza annuale dei servizi oncologici
da tenersi nella propria Azienda sanitaria od ospedaliera". L'
incontro è stato ideato e gestito da Salvatore Palazzo, Direttore
della Unità operativa complessa di Oncologia medica dell' ospedale
Mariano Santo di Cosenza con il supporto di Grunhental spa. "Molte
volte - afferma Palazzo - manca una formazione di base degli operatori
sanitari sull' approccio al dolore. Solo il team, confrontando gli
ultimi dati italiani con quelli degli Stati Uniti inerenti all' atteggiamento
degli operatori sanitari nei confronti dei pazienti sofferenti, può
riuscire nell'intento di un cura globale per il dolore totale che
spesso viene trascurato". Campagna di educazione cardiovascolare per i detenuti calabresi 10/04 I circa 1.500 detenuti nelle carceri calabresi necessitano
di prevenzione cardiovascolare. E pensando a loro l' Associazione
nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) ha promosso la prima
campagna nazionale di prevenzione ed educazione cardiovascolare negli
istituti penitenziari. In Calabria la fase pilota del progetto partirà
venerdì prossimo con una giornata di incontri e corsi tenuti
dai cardiologi ospedalieri nella Casa circondariale di Catanzaro.
Ogni anno, è scritto in una nota, numerosi detenuti muoiono
in carcere e alcuni di questi decessi sono dovuti a cause cardiovascolari,
ad esempio un arresto cardiaco. "Avere stime precise - ha sostenuto
Antonio Butera, presidente regionale dell' Anmco e direttore dell'
Unità operativa di cardiologia con Utic di Lamezia Terme -
è molto difficile, ma tutte le Unità di terapia intensiva
coronarica possono raccontare di aver assistito un detenuto colpito
da infarto. La popolazione carceraria è peculiare per il suo
rapido mutamento e negli ultimi dieci anni ha visto accrescersi la
percentuale di migranti rispetto alla popolazione italiana generale".
"In carcere - ha aggiunto Butera - convivono diverse etnie e
culture, per questo risulta difficile stimare il rischio cardiovascolare
dei detenuti. Negli istituti di pena è arduo correggere lo
stile di vita: l' attività fisica non è incoraggiata,
la dieta può non essere adeguata, il fumo è diffusissimo.
Se a questo aggiungiamo i fattori di rischio individuali, come l'
ipertensione arteriosa, le dislipidemie, o il diabete, il carico di
stress che i detenuti sostengono ogni giorno e il fatto che in molti
casi si tratta di soggetti che provengono da un forte disagio sociale
con una condotta di vita disastrata, si comprende quanto sia opportuno
intervenire con un progetto educativo per la salute del cuore dei
carcerati". L' iniziativa dell' Anmco prevede una stretta collaborazione
fra i cardiologi dell' Associazione, l' Amministrazione penitenziaria,
i sanitari e il personale che operano nelle carceri. Scopo della campagna
è fornire ai detenuti elementi e supporto per prevenire e curare
le malattie cardiovascolari ed addestrare il personale di polizia
penitenziaria alla gestione delle emergenze cardiovascolari. "La
giornata - ha riferito Eliseo Ciccone, coordinatore regionale dell'
iniziativa e direttore Suem 118 centrale operativa di Catanzaro -
sarà scandita da due momenti distinti. Al mattino, dalle 10
alle 13, i cardiologi tratteranno i temi relativi ai fattori di rischio
cardiocircolatorio e illustreranno le manovre di primo soccorso spiegando
come attivare il sistema di emergenza in modo corretto. All' incontro
parteciperanno i detenuti e il personale di polizia penitenziaria;
seguirà una tavola rotonda cui prenderanno parte anche personalità
del Ministero della Giustizia, esperti della sanità e associazioni
di tutela. Nel pomeriggio istruttori Anmco terranno corsi teorico-pratici
di gestione dell' emergenza e uso dei defibrillatori per il personale
di polizia penitenziaria che, dopo una valutazione finale, otterrà
un certificato di qualificazione". Nei penitenziari i defibrillatori
sono già presenti: estendere il più possibile la capacità
di utilizzarlo risulta decisivo per ridurre il numero di decessi nelle
carceri. Perplessità della CISL sulla riorganizzazione della sanità cosentina 27/03 "La sanità cosentina sembra essere arrivata ad
un punto si svolta e sulla scorta delle linee guida emanate dalla
Regione potrebbe essere pesantemente coinvolta in un processo di riorganizzazione
che, a giudizio della Cisl cosentina, desta non poche perplessità".
A sostenerlo, in una dichiarazione congiunta, sono il segretario generale
dell' Ust-Cisl Cosenza, Paolo Tramonti, ed il segretario generale
della Fps-Cisl, Ugo De Rose. "I tanti casi che si sono succeduti
- proseguono i sindacalisti - culminati con la chiusura del presidio
ospedaliero di Rogliano (parallelamente alle tante situazioni di crisi
esistenti nel privato), diventano emblematici per capire le difficoltà
che si incontrano nel gestire un adeguato e realistico processo di
riorganizzazione e non possono far riflettere sul fatto che è
ormai diventato necessario e non più rinviabile ripensare un
nuovo modello di assistenza sanitaria. Questa convinzione, determinata
peraltro dal comportamento della politica che per anni è stata
incapace di gestire i processi di cambiamento fino al punto da lasciare
quasi inapplicati anche i tanti provvedimenti legislativi emanati,
non può però indurre ad assumere iniziative senza tenere
conto delle realtà esistenti". Il Coordinamento provinciale
sanità della Cisl, riunitosi per un esame di questi problemi
"ha discusso sulle linee di indirizzo per il riordino dell' organizzazione
e delle attività sanitarie emanate dalla Regione partendo da
un' analisi dell' attuale assetto organizzativo. Gli elementi che
si ritengono essenziali per condividere qualsiasi tipo di percorso
volto alla definizione di un nuovo modello organizzativo - secondo
la Cisl di Cosenza - non possono che essere rappresentati dalla garanzia
dei servizi ai cittadini, da un equilibrio finanziario del sistema
e dal mantenimento dei livelli occupazionali esistenti. Alla luce
di questi elementi non può sottacersi la forte preoccupazione
che la nostra provincia venga coinvolta in un' operazione di ristrutturazione
che potrebbe comportare sacrifici probabilmente più pesanti
di quelli che potevano essere realisticamente immaginati in un primo
momento". "La Cisl - affermano Tramonti e De Rose - ritiene
pertanto che ogni processo debba essere realizzato per fasi graduali
e che l' implementazione dei servizi territoriali e distrettuali finalizzati
ad un diverso modello di assistenza possa e debba avvenire, parallelamente
alla riduzione, con la riconversione e la rimodulazione della rete
ospedaliera. Infine la Cisl esprime parere favorevole sull' opportunità
che nell' area urbana di Cosenza venga progettato e realizzato un
nuovo moderno ospedale finalizzato ad un più efficace modello
di assistenza ospedaliera, anche in considerazione dell' ampio bacino
di utenza costituito" "MisuriAmoci", screening della Croce Rossa nelle piazze calabresi 23/03 Saranno 55 in Calabria sabato 24 e domenica 25 marzo le postazioni
della Croce rossa italiana nelle quali si potranno effettuare, nell'
ambito dell' iniziativa "MisuriAmoci", screening gratuiti
per obesità addominale, la pressione arteriosa, l'indice di
massa corporea e la misurazione dei trigliceridi. La campagna mirata
alla prevenzione della sindrome metabolica é promossa dalla
Cri in collaborazione con la Società italiana di medicina generale
(Simg), la Federfarma e con il patrocinio del ministero della Salute
e dell' Associazione medici diabetologi. "L' obiettivo dell'
iniziativa - è scritto in un comunicato - è quello di
controllare lo stato di salute e prevenire tre patologie che caratterizzano
la sindrome metabolica: obesità, ipertensione e diabete. Ai
cittadini verrà consegnato un opuscolo informativo e un metro
personalizzato per misurare il proprio girovita. Se dallo screening
dovessero emergere 'spie' di sindrome metabolica, i medici e i farmacisti
presenti nella postazione formuleranno subito una diagnosi che verrà
inoltrata al medico di famiglia. Prevenzione e diagnosi precoce sono
infatti ritenute armi imprescindibili per combattere questa patologia". Istituito un centro regionale di riferimento per la tubercolosi 22/03 E' stato istituito in seno al Dipartimento per la Tutela della
salute della Regione il centro regionale di riferimento per il controllo
della tubercolosi che si occuperà di predisporre le misure
necessarie ai fini della prevenzione della malattia. A darne notizia
è l' assessore Doris Lo Moro, in vista del Tb Day, la giornata
di sensibilizzazione istituita per sabato 24 marzo con lo scopo di
sensibilizzare l' opinione pubblica verso una malattia che ogni anno
provoca quasi 9 milioni di casi e 2 milioni di decessi in tutto il
mondo. "Questa malattia - sostiene l' assessore Lo Moro in una
nota - è tornata ad essere un pericolo. Non siamo certo in
una situazione d' allarme, ma è importante attrezzarsi e noi
lo stiamo facendo. E' necessario muoversi in via preventiva per non
essere impreparati, in attesa che la ricerca scientifica si sviluppi
al fine di contrastare i nuovi ceppi, resistenti ai farmaci. Il servizio
sanitario non può sottovalutare i rischi connessi ai fenomeni
migratori dai Paesi poveri, dove la malattia è molto diffusa,
verso quelli più ricchi, dove la scomparsa quasi totale del
problema ha determinato negli ultimi anni un decadimento delle misure
sanitarie di controllo, o, ancora, alla diffusione di patologie più
recenti, come l' Aids, che favoriscono la diffusione della Tbc".
"La Giunta regionale, su proposta dell' assessore Lo Moro - é
scritto in un comunicato dell' assessorato - ha quindi varato, nel
corso di una delle ultime sedute, la delibera di attuazione del piano
di prevenzione e sorveglianza della tubercolosi, attivato dal Centro
nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie del ministero
della Salute. Obiettivi specifici del provvedimento della Giunta sono
la realizzazione del dispensario funzionale delle aziende sanitarie
della regione; la riduzione significativa dei casi non computabili
per assenza o mancata trasmissione dell' informazione anche attraverso
la notifica da parte dei laboratori degli esami indicativi di tubercolosi;
il contenimento del trattamento dell' abbandono per cause non cliniche,
conferendo maggiore importanza al trattamento sotto diretta sorveglianza
specie per gli extracomunitari; consentire il maggior numero possibile
di guarigioni; la sorveglianza alla multiresistenza". "Il
centro di riferimento istituito con la delibera, pertanto, attuerà
- è scritto ancora nel comunicato - la sorveglianza epidemiologica,
la diagnosi precoce con trattamento adeguato e tempestivo, il corretto
monitoraggio dell' esito del trattamento, la prevenzione attraverso
screening sui gruppi a rischio, terapie preventive, vaccinazione,
informazione sanitaria. Il centro regionale di riferimento dovrà
inoltre elaborare le linee guida tecnico-scientifiche ed organizzative
ed attivare corsi di formazione sulla Tbc per operatori socio-sanitari" Riapre il reparto di Medicina Generale a Rogliano 20/03 Al termine di una serie di lavori di sistemazione sono stati
riaperti stamani i nuovi ambienti del reparto di Medicina Generale
del Presidio 'Santa Barbara' di Rogliano. Arredati con suppellettili
moderne e conformi alle esigenze ospedaliere, i nuovi ambienti sanitari
includono dieci posti letto, che consentono al Reparto di garantire
complessive trentadue degenze (28 + 4 di day hospital). Alla riapertura
ufficiale della nuova corsia del nosocomio hanno partecipato il sindaco
Giuseppe Gallo, il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di
Cosenza, Cesare Pelaia, ed il primario di Reparto, Franco Russo. Presenti,
tra gli altri, il vice sindaco Giovanni Altomare, gli assessori Mario
Altomare (Sanità) e Fernando Sicilia (Servizi sociali), il
direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera di Cosenza, Osvaldo Perfetti,
dirigenti medici, infermieri e personale amministrativo. Alla cerimonia
è intervenuto anche il cappellano dell'Ospedale, don Santo
Borrelli, che ha benedetto le diverse stanze della nuova ala. "Finalmente
- ha detto il sindaco - dopo alcuni anni il presidio ospedaliero completa
la dotazione dei posti della Medicina Generale. Dotazione che rende
lo stesso Santa Barbara ancora più produttivo sia dal punto
di vista dell'assistenza medica, che da quello della ricettività.
Anche la riattivazione delle Sale Operatorie consente di poter parlare
di un rilancio effettivo delle attività chirurgiche alla luce
della presenza del nuovo primario facente funzione che verrà
nominato nelle prossime ore. Adesso però si tratta di vigilare
affinché venga rispettato il cronoprogramma sui lavori in corso,
che permetteranno di raggiungere gli obiettivi fissati nell'Atto Aziendale".
Soddisfazione per l'apertura della nuova area del Reparto di Medicina
Generale del Presidio Ospedaliero della valle del Savuto, è
stata espressa dal vice sindaco Giovanni Altomare, e dagli assessori
Mario Altomare e Fernando Sicilia. Castagna (UIL) “Le riforme della sanità vanno condivise e non subite” 19/03 Le riforme che "si intendono mettere in campo nel settore
della sanità è indubbio che sono eccessivamente rigorose;
tuttavia, se necessarie, debbono essere condivise e non subite".
A sostenerlo è il segretario generale della Uil Calabria, Roberto
Castagna, che ha rivolto un invito all' assessorato regionale alla
Salute, ai medici di famiglia ed agli informatori scientifici "a
realizzare una intesa capace di superare un braccio di ferro inutile
e dannoso". "L' assessore Lo Moro - ha aggiunto Castagna
- sa quanto è importante il lavoro dei medici di famiglia e,
pertanto, i provvedimenti che si intendono adottare più che
punitivi debbono puntare ad abbassare i costi senza ridurre la qualità
della prestazione che si deve offrire. In Calabria sono state spese
risorse ingenti sul versante informatico senza approdare ad uno straccio
di sistema capace di mettere in rete la Regione con i medici".
"Basterebbe obbligare tutti i medici - ha sostenuto il segretario
della Uil - all' uso del pc con programmi uniformi sul territorio
collegati ad un server regionale, gestito da tecnici capaci, e relativamente
alla professionalità in Calabria ne abbiamo in abbondanza,
per avere: controllo della spesa farmaceutica; controllo della spesa
per accertamenti e analisi di laboratorio; studi epidemiologici; studi
di incidenza e prevalenza di patologie; collegamento tra ospedali;
collegamento con il distretto delle As per gli specialisti ambulatoriali;
pianificazione della spesa regionale per i farmaci particolarmente
costosi che potrebbero essere acquistati direttamente dalla farmacia
interna. Inoltre, si potrebbe organizzare, su base volontaria, i medici
in una attività distrettuale negli orari extra studio in modo
da permettere ai cittadini un accesso più ampio che limiterebbe
i ricorsi ai pronto soccorsi e scoraggerebbe l'accesso ai ricoveri;
organizzare il prontuario nazionale in modo da produrre una diminuzione
dei prezzi dei farmaci pena la esclusione dal prontuario e, quindi,
dalla prescrivibilità; aumentare l' orario degli studi con
incentivi a quei medici che erogano prestazioni di particolare impegno
professionale aumentando la qualità della prestazione; limitare
i ricoveri nelle case di cura private secondo linee guide concordate
a livello regionale; potenziare ed incentivare l' assistenza domiciliare
per i pazienti terminali, oncologici con l' istituzione di equipe,
gestita dai medici di famiglia". "Se venisse dato un supporto
di infermieri e personale specializzato - ha proseguito Castagna -
sarebbe possibile effettuare prelievi domiciliari, esami strumentali,
terapie particolarmente impegnative che eviterebbero ricoveri costosi
e inutili, darebbero la possibilità al paziente di rimanere
a casa, tra i propri affetti e tutto ciò potrebbe realizzarsi
a costo zero; rivisitare il massimale dei medici di famiglia, a fronte
dei nuovi compiti; Istituire dei veri poli ospedalieri di eccellenza,
trasformando i restanti ospedali in country hospital e day hospital
prevedendo anche l' accesso ai medici di famiglia". "n questi
mesi - ha sostenuto astagna - è indubbio che l' azione dell'
assessore Lo Moro ha prodotto, a torto o a ragione, una situazione
incandescente. E' arrivato, però, il momento di tirare le somme
dei contrasti che si sono venuti a creare e scegliere la strada di
un confronto senza pregiudizi con la categoria dei medici, degli informatori
scientifici, delle istituzioni locali e delle organizzazioni aziendali
e sociali alfine di trovare, anche all' interno del Piano sanitario,
gli elementi di equilibrio di una strategia che abbia al centro l'
ammalato e le condizioni necessarie per offrire una sanità
la cui qualità sia equivalente all'ammontare delle risorse
che si mettono in campo. Tutto ciò, però, richiede tanta,
anzi tantissima, umiltà da parte di tutti" Gallo “Il risanamento dei bilanci della sanità non pesi sui servizi ai disabili” 16/03 Vincenzo Gallo, genitore di un ragazzo disabile, interviene
con una nota per sollecitare maggiore attenzione dopo la soppressione
o riduzione di servizi pubblici per le persone con gravi patologie,
in seguito alle necessità di risanare i conti della pubblica
amministrazione. "Tra queste decisioni - afferma Gallo che è
stato assessore alla disabilità del Comune di Cosenza - c'
è quella recente di sopprimere il servizio di trasporto per
la stragrande maggioranza delle persone dializzate da parte dell'
Asl 4, che si aggiunge alla proposta regionale di tagliare i posti
letto nelle strutture sanitarie anche nell' area di Cosenza. D' altra
parte è da ricordare che il Commissario prefettizio aveva già
deciso lo scorso anno di ridurre l' offerta del servizio taxi per
persone con disabilità nel Comune di Cosenza. Mi risulta, infatti,
che il servizio non è più disponibile nelle ore serali
e nei giorni festivi, pur essendo stati ottenuti dalla precedente
amministrazione comunale finanziamenti pubblici per acquistare tre
nuovi mezzi accessibili a tutti". "Mi rendo conto della
difficoltà - prosegue Gallo - in cui si trovano ad operare
gli amministratori pubblici, costretti a fronteggiare situazioni di
bilancio difficilissime e ad attuare, loro malgrado, normative nazionali
ed europee che penalizzano gli enti locali e che costringono a prendere
decisioni a volte impopolari. Si è molto discusso negli ultimi
mesi sull' eutanasia, sul diritto alla vita e alla salute e da più
parti é stata sottolineata la necessità di aumentare
il sostegno alle persone con gravi patologie e disabilità.
Mi auguro, pertanto, - conclude Gallo - che con le maggiori risorse
disponibili per le casse dello Stato si possano prendere decisioni
coerenti con questo obiettivo e che si possano mantenere e potenziare
servizi essenziali per cittadini in stato di disagio estremo" La Regione investe 24 milioni per la radioterapia oncologica 15/03 Potenziare, in una prima fase, le unità di radioterapia
esistenti, ammodernandone le apparecchiature, se possibile, o sostituendo
i sistemi di trattamento obsoleti con tecnologie più moderne;
prevedere, in una seconda fase, un nuovo sito periferico di radioterapia,
satellite di un centro di riferimento già esistente; attivare
un unico centro regionale di ipertermia oncologica da localizzare
in un centro di radioterapia: sono gli obiettivi stabiliti nel "progetto
per il potenziamento della radioterapia oncologica" recentemente
approvato dalla Giunta regionale su proposta dell' assessore alla
Salute, Doris Lo Moro. Il piano, predisposto dai rappresentanti regionali
dell' Associazione italiana di radioterapia oncologica (Airo) e dell'
Associazione italiana di fisica medica (Aifm), prevede un investimento
di 24 milioni di euro. "In Calabria - è scritto in un
comunicato dell' assessorato - l' attivazione di unità operative
di radioterapia oncologica é avvenuta tra il 1997 ed il 1998
ed ha consentito di colmare una lacuna presente nell' ambito sanitario
calabrese. Dal 1997, data di apertura dei reparti di Catanzaro, Cosenza
e Reggio, ad oggi, non sono stati, tuttavia, effettuati investimenti
significativi per potenziare e modernizzare le apparecchiature disponibili.
Ne è derivato un divario tecnologico tra le radioterapie ospedaliere
di riferimento del Centro-Nord e quelle calabresi. Questo ha determinato
una nuova migrazione sanitaria o un trattamento non adeguato ai più
recenti protocolli di cura". "Ringrazio - ha affermato l'
assessore Lo Moro - le società scientifiche che mi hanno messo
in condizione di presentare il progetto, che è coerente con
gli orientamenti nazionali voluti dal ministro Livia Turco. Dotare
di nuove tecnologie i centri di radioterapia ospedalieri della Calabria,
nel cui ambito operano professionalità considerevoli è
indispensabile. Lo chiedono i pazienti e lo prevedono i nuovi protocolli
di cura. I centri di radioterapia, in Calabria, garantiscono un servizio
già soddisfacente, ma vogliamo elevarne il livello, anche alla
luce dei progressi tecnologici, sotto l' aspetto qualitativo e quantitativo,
e questo progetto si propone un forte potenziamento dell' offerta".
Secondo Doris Lo Moro "l' incremento del numero delle apparecchiature,
da distribuire razionalmente sul territorio regionale, favorirà
una riduzione notevole dei disagi e dei tempi di attesa, con la prospettiva
di ricondurli a standard ottimali. La tipologia delle nuove attrezzature
richieste, inoltre, consentirà di eseguire i trattamenti più
avanzati, riportando a livelli fisiologici la mobilità extraregionale".
Campagna della Croce Rossa contro il soprappeso in Calabria 13/03 "Misuriamoci: chi si ama ci segua": è questo
lo slogan della campagna, in programma in Calabria il 24 e 25 marzo,
promossa dalla Croce rossa con il patrocinio del Ministero della Salute
e dell' Associazione medici diabetologi, per spiegare che cos' è
la sindrome metabolica (Sm), patologia ancora poco conosciuta che
aumenta considerevolmente il rischio di malattie cardiovascolari,
prima causa di morte per malattia nel nostro Paese. Il progetto, realizzato
dalla Croce rossa in collaborazione con la Simg (Società italiana
di medicina generale), Federfarma (Federazione nazionale delle farmacie
private) e con il supporto di Takeda Italia Farmaceutici e di FederFarma.Co
Pacini, Hospital Pharma Service Spa e Pacini Editore, intende informare
sulle principali cause della sindrome metabolica - media o grave obesità,
pressione arteriosa elevata, aumento dei grassi e degli zuccheri nel
sangue - e, al contempo, effettuare screening di controllo gratuiti
in 53 postazioni Cri della Calabria. In queste postazioni, gli operatori
della Cri e i medici della Simg saranno a disposizione dei cittadini
per un controllo del proprio stato di salute. Tutti i maggiorenni
che si presenteranno a digiuno da almeno tre ore potranno effettuare
l'auto-misurazione della glicemia, della colesterolemia, della trigliceridemia,
oltre ad ottenere la valutazione dell' Indice di massa corporea (Imc),
la misurazione del peso, dell' altezza e del girovita da parte degli
operatori della Croce Rossa: fattori primari utili per diagnosticare
una condizione di "rischio sindrome metabolica". A tutti
i partecipanti verrà consegnato un gadget: un metro per un
controllo del proprio girovita con indicati i valori "limite"
per l'uomo (102 cm) e per la donna (88 cm). In Calabria, è
scritto in una nota, le persone adulte obese sono circa il 9,7% e
quelle in sovrappeso il 37,3%, mentre i bambini e gli adolescenti
obesi o in sovrappeso (età compresa tra i 6 e i 17 anni) risultano
essere il 27,2 %. "Imparare ad alimentarsi in modo corretto e
praticare una moderata attività fisica, significa - è
scritto nella nota - riuscire a contrastare sovrappeso ed obesità
combattendo il principale fattore scatenante di questa grave, e in
parte ancora sconosciuta, malattia. Per fare ciò risulta fondamentale
il ruolo svolto dalla prevenzione: molti studi recenti mostrano infatti
che la sindrome metabolica può rimanere silente per oltre 10
anni prima di venire diagnosticata". In Calabria il Forum nazionale Salute Mentale 13/03 Il Forum Salute Mentale ha scelto di svolgere la sua prossima
Assemblea Nazionale in Calabria ed in particolare nelle città
di Paola e Di Serra D'Aiello. Il tema del quinto forum nazionale della
salute mentale sarà 'Se non ora quando? Liberi dal bisogno.
Forti nei diritti'. I lavori si svolgeranno giovedì e venerdì
nell'auditorium del Complesso Sant'Agostino, attuale sede del Comune
di Paola, e sabato nell'Istituto di Serra d'Aiello. Il Mariano Santo quarto centro oncologico in Italia 09/03 Il primario del reparto di Oncologia dell'ospedale Mariano
Santo di Cosenza, Salvatore Palazzo, ha avuto un incontro stamattina
con una delegazione del Tribunale dei diritti del malato di Teramo
in relazione all'attribuzione del certificato di eccellenza assegnato
alla struttura. "L'incontro, chiesto dal Tdm - è detto
in un comunicato - si è sviluppato in modo interattivo con
il personale medico per spiegare il percorso verso l'accreditamento
all'eccellenza. Grazie a questo riconoscimento l'ospedale Mariano
Santo di Cosenza è al primo posto in Calabria ed è quarto
in Italia". All'incontro erano presenti, fra gli altri, il direttore
sanitario dell'ospedale, Osvaldo Perfetti; la dottoressa Monica Loizzo,
responsabile del Servizio qualità ed accreditamento, ed il
dott. Rosalbino Biamonte, responsabile Qualità e del servizio
Salute della donna. Perfetti si è soffermato sul concetto di
percorso di qualità e sul divario tra mondo clinico e mondo
politico che è "espressione della cittadinanza che va
a rilento e che non ci segue. Ci deve essere una cultura della qualità
che deve appartenere a tutti, non solo al direttore generale".
Salvatore Palazzo ha sottolineato l'importanza del team e non del
singolo sottolineando il ruolo del coinvolgimento, della partecipazione,
dell'integrazione e del coordinamento. "E' importante - ha detto
Palazzo - avere la capacità di combinare le conoscenza, le
abilità e i comportamenti. Bisogna avviare una politica di
comunicazione con il pubblico, migliorarla e prevedere anche il coinvolgimento
delle associazioni di volontariato del settore. Questo certificato
d'eccellenza è un riconoscimento che serve a garantire alle
persone malate un riferimento, ovvero una struttura di alta qualità.
La cittadinanza deve pretendere una sanità non autoreferenziale". La CISL chiede una riforma della sanità 09/03 La Calabria ha bisogno di una nuova politica sociale a partire
da un serio ed urgente processo di riforma della sanità. Questo
è quanto è emerso nel corso di un dibattito promosso
dalla Cisl sulle Linee di indirizzo per il riordino dell' organizzazione
delle attività sanitarie, durante il quale il sindacato ha
rilanciato l' invito alla Giunta regionale di "mettere in campo,
con quello che sarà poi il nuovo progetto di Piano sanitario,
concrete azioni mirate a migliorare la qualità dei servizi
socio-sanitari-assistenziali per dare risposte soprattutto alle fasce
più deboli". La riunione, presieduta dal segretario generale
della Cisl calabrese, Luigi Sbarra, e da Raffalele Blandino, della
segreteria regionale, ha visto la partecipazione delle strutture confederali
provinciali e delle federazioni regionali della Fps, della Cisl Medici,
Università, dei Pensionati, Fisascat. "Un moderno sistema
di servizi socio-sanitari - è scritto in una nota della Cisl
- richiede una capacità alta di governo della politica che
assicuri a tutti il migliore accesso ai servizi necessari e la piena
fruizione dei livelli essenziali di assistenza, evitando di scaricare
sui cittadini compartecipazioni aggiuntive, rispetto a una tassazione
locale già abbastanza gravosa e tra le più alte del
Paese. Se poi si pensa a quella che è la situazione della regione
in termini di qualità del servizio, comprendiamo quanta insofferenza
vi è da in tema di ticket e di addizionali, sovrimposta regionale
Irpef all' 1,40%, bollo auto salatissimo". "E' necessario
- prosegue la nota - che il perseguimento dell' equilibrio economico
del sistema avvenga scoprendo e mandando via chi concorre ad aumentare
il deficit della sanità attraverso i numerosi sprechi più
volte denunciati, evitando che gli interessi dei produttori di cure
e servizi facciano crescere i consumi, con conseguente aggravio di
costi per prestazioni non appropriate. Bisogna investire sul rinnovamento
professionale e tecnologico, sulle infrastrutture, innovando e valorizzando
maggiormente i presidi ospedalieri pubblici, avendo il coraggio di
migliorare il collegamento in rete delle specialità e dei soggetti,
siano essi privati o pubblici, razionalizzando ciò che è
superfluo e ripetitivo, rendendo poco efficaci le attività
di cura. Occorre potenziare la medicina di territorio e la prevenzione
che riducono la pressione esercitata sugli ospedali e sui pronti soccorso,
sviluppando i presidi territoriali, garantendo continuità assistenziale,
allargando la funzionalità e le presenze dei medici di base".
"Come Cisl - afferma il sindacato - ribadiamo la richiesta di
un sistema sociale e sanitario equo e solidale che garantisce il diritto
di cittadinanza attraverso i Lea e i Leas, assicurando i livelli essenziali
e universali dalla prevenzione alla cura, alla riabilitazione, all'
assistenza, facendo agire insieme i distretti sanitari, le reti ospedaliere
e i centri di eccellenza. L' approvazione delle Linee di indirizzo
per il riordino dell' organizzazione e delle attività sanitarie
da parte della Giunta rappresentano solo il primo passo, seppur importante,
dell' auspicata rimodulazione dell' offerta socio-sanitaria, che dovrà
concretizzarsi nel nuovo Piano sanitario regionale, con una serie
di 'progetti e azioni di sistema'. Solo così si potrà
incidere sul Servizio sanitario, con l'obiettivo di rispondere alle
emergenze e carenze croniche: non autosufficienza, dipendenze, salute
degli immigrati, politica del farmaco, riduzione delle liste di attesa".
"In questa direzione - afferma la Cisl - guardiamo con interesse
ad un raccordo organico con il piano sanitario nazionale 2006/2008
e i contenuti della Conferenza Stato Regioni del 28 marzo 2006, essenziale
per capire come dovrà sintonizzarsi la sanità calabrese
per il rinnovamento del servizio-sociosanitario, mirato a superare
le difficoltà che purtroppo registriamo nel quotidiano, sottolineando
alcuni condizionamenti: autoreferenzialità clientelare del
sistema; preoccupazione di attivare modificazioni organizzative e
strutturali nella logica della cultura del campanile; utilizzo del
sistema per dare risposte al sottobosco politico-clientelare".
"Per questo - prosegue la nota - chiediamo con forza alla Giunta,
al suo presidente, all'assessore responsabile delle politiche sociosanitarie
di tenere alto il confronto con le forze sociali, le amministrazioni
locali, le rappresentanze dei diversi soggetti che operano ed erogano
servizi, con l' insieme delle forze politiche, perché è
tempo di rinnovare questo settore attraverso un progetto compiuto
che risponda pienamente ai bisogni dell' utenza, nell' idea fondamentale
di un welfare universale. La pratica della concertazione, in una situazione
così delicata e complessa, serve non solo per approfondire
le vaste problematiche socio-sanitarie, ma anche per pervenire a scelte
condivise nell'ambito di una proposta complessiva di 'sistema' che
concretizza un reale processo di riforma". Il reparto di Oncologia del Mariano Santo con il certificato di eccellenza 08/03 Il collegio italiano dei primari oncologi Medici ospedalieri ha rilasciato il certificato di eccellenza per il reparto di Oncologia dell'ospedale 'Mariano Santo' di Cosenza, diretto dal primario Salvatore Palazzo. A tal proposito una delegazione del Tribunale per i Diritti del Malato di Teramo visiterà domani il reparto Oncologico dell'ospedale 'Mariano Santo' per ricevere un contributo al progetto di una nuova organizzazione del servizio oncologico della loro Azienda sanitaria e per prendere visione della realtà cosentina così da poter raggiungere risultati analoghi. Corsi di formazione per operatore socio sanitario a Rossano 08/03 Sono iniziati, a Rossano, i corsi di formazione per operatore socio sanitario (Oss) dell' Azienda sanitaria. I partecipanti saranno 114. Il corso prevede l'attivazione di quattro sezioni, una per ogni ambito distrettuale. Sono previste mille ore di formazione, delle quali 450 per la teoria e 550 per la pratica. Ogni sezione prevede una media di 25 partecipanti. Le lezioni si terranno a Rossano, Corigliano, Cariati e Trebisacce. "Il corso di formazione - ha detto il direttore generale, Giuseppe Carbone - consentirà a molti soggetti che, negli anni addietro, hanno svolto, anche occasionalmente, senza specifica qualifica alcune mansioni di assistenza di base nei reparti di diventare Oss, nuova figura abilitata dalla Regione ad intervenire nel campo socio-sanitario. L’8 marzo giornata del rene con visite gratuite in tutti gli ospedali calabresi 06/03 "Le malattie renali sono molto comuni e non riguardano,
come qualcuno potrebbe ritenere, solo un numero ristretto di persone".
Lo ha detto Carmine Zoccali, presidente della Società italiana
di nefrologia presentando la Giornata Mondiale del Rene che il prossimo
8 marzo vedrà coinvolte le aziende ospedaliere e sanitarie
calabresi. La "Giornata", che prevede una mobilitazione
con l'allestimento di spazi informativi e visite gratuite per il controllo
dell'aterosclerosi, dell'ipertensione arteriosa e del diabete, è
promossa dalla Fondazione italiana del rene e dalla Società
italiana di nefrologia. In alcune strutture, come l'azienda sanitaria
di Catanzaro, le persone cui saranno rilevati livelli suscettibili
di ulteriori accertamenti verranno seguite dalle equipe anche successivamente.
Alla manifestazione di presentazione dell'iniziativa, che si é
svolta nella sede dell'Assessorato regionale alla Salute, hanno partecipato
l'assessore Doris Lo Moro, il nuovo direttore generale dell'Assessorato,
Domenico Crupi, alla sua prima uscita nel nuovo incarico, il presidente
della Società regionale di Nefrologia Giuseppe Enia, numerosi
dirigenti generali delle aziende sanitarie e ospedaliere della regione.
"Lo sforzo che stiamo facendo per quanto concerne l'elaborazione
del piano sanitario - ha detto l'assessore Lo Moro - ci sta portando
proprio a discutere per cercare di capire le esigenze dei territori
e mettere in rete un sistema sanitario adeguato. In questo senso è
essenziale il contributo delle società scientifiche".
Il presidente della Sin, Zoccali, dirigente dell'Unità operativa
di nefrologia dialisi degli Ospedali riuniti di Reggio, con l'ausilio
di grafici e tabelle, ha fornito un quadro dell'incidenza della patologia
renale su scala nazionale anche in relazione alla crescita esponenziale
che si è registrata negli ultimi decenni. "L'emergenza
vera cui dobbiamo fare fronte - ha detto Zoccali - non è rappresentata
né dall'Aids né dall'aviaria. A preoccupare sono le
patologie cerebrovascolari e l'insufficienza renale, la quale rappresenta
un'epidemia silente e ignorata. In Italia, ma la Calabria non fa purtroppo
eccezione, ancora oggi sono scarse conoscenze epidemiologiche come
dimostra il fatto che l'Istat, nel suo ultimo rapporto sulla salute
degli italiani, ha ignorato questa patologia". "Con la 'Giornata
del Rene' - ha concluso Zoccali - ci si sforza di colmare questo deficit
con messaggi veloci e immediati" Critiche alla Regione dai medici gastroenterologi 02/03 "Apprendiamo, sbigottiti, che, la Giunta Regionale ha
stabilito che la spesa giornaliera della terapia con farmaci inibitori
di pompa protonica (Ipp) non deve superare il costo di 0,90 euro,
che corrisponde a quello di una singola compressa di un preciso farmaco
Ipp generico". E' quanto affermano, in una lettera inviata al
presidente della Regione Agazio Loiero e all'assessore alla Salute,
Doris Lo Moro, il presidente della società di gastroenterologia,
Francesco Luzza, il presidente dei gastroenterologi ospedalieri, Ferdinando
Polimeni e il presidente della società di endoscopia digestiva,
Paolo Califano. "Ricordiamo che i pazienti che necessitano di
tali farmaci - prosegue la lettera - sono quelli con patologia cosiddetta
acido-correlata: malattia da reflusso gastro-esofageo con o senza
esofagite, ulcera gastrica e duodenale, infezione da Helicobacter
pylori, gastriti da farmaci. Comprendiamo l'improcrastinabile priorità
degli organi regionali di razionalizzare la spesa per la salute pubblica,
ma sentiamo il dovere, in qualità di specialisti che operano
in Calabria e di rappresentanti delle società scientifiche
gastroenterologiche, di dissentire fermamente da quanto stabilito.
Infatti, la letteratura scientifica internazionale dimostra inequivocabilmente
che esistono rilevanti differenze farmacologiche e farmacodinamiche
tra i singoli farmaci Ipp: alcuni hanno una maggiore rapidità
di azione rispetto ad altri, minore incidenza di effetti avversi in
alcune categorie di pazienti per interferenza con altre categorie
di farmaci, diverso metabolismo epatico che si traduce in una differente
utilizzazione nei pazienti con compromissione funzionale epatica,
influenza negativa sulla motilità gastrica che si traduce in
controindicazione in pazienti con associati disordini motori gastrici,
minore variabilità individuale di risposta farmacodinamica
e clinica. Per i responsabili regionali delle società scientifiche
grastroenterologiche "risulta anche chiara l'inefficacia e l'inefficienza
della nota della delibera regionale che prevede eccezioni per giustificare
una diversa scelta terapeutica rispetto a quella stabilita. Infatti,
tali eccezioni, tenendo conto dei dati della letteratura, rappresentano
la regola, costituendo circa il 70% dei casi. La documentazione scientifica
a supporto di quanto esposto potrà essere fornita all'assessorato
in qualsiasi momento. Il cittadino calabrese, già sottoposto
ad un carico fiscale superiore rispetto a quello di quasi tutte le
altre regioni italiane, è, ancora una volta, discriminato negativamente
da questa delibera ingiusta e ingiustificabile" L’influenza colpirà 15.000 calabresi in questa settimana 26/02 Circa 15 mila persone, sui due milioni di abitanti della Calabria,
questa settimana saranno a letto con l'influenza, con una crescita
di circa 3.000 contagiati rispetto alla settimana precedente. Il dato,
della rete di sorveglianza Influnet, emerge in un comunicato nel quale
si annuncia il via ad una campagna informativa sull'influenza stagionale
nata dalla collaborazione tra Simg (Società Italiana Medicina
Generale), Simit (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali)
e Agr-Rcs Broadcast. "Temperature fuori stagione - è scritto
nella nota - continuano a caratterizzare il clima di un'Italia che
attraversa un inverno 'di nome' ma non 'di fatto'. Ma, come previsto,
in questo weekend è arrivato il maltempo, con piogge e umidità
elevata". "L'evaporazione del sottile velo d'umidità
che, in queste condizioni, si deposita sulle parti più esposte
del nostro corpo - spiega il metereologo, col. Mario Giuliacci - sottrae
calore alla pelle cosicché la temperatura corporea tende ad
abbassarsi, fino a sconfinare, nei soggetti più meteosensibili,
in sensazioni di freddo, nonostante le temperature restino 1-2 gradi
sopra la media del periodo. Una situazione, questa, che può
aggravare i disturbi dell'influenza, che proprio in questo periodo
dell'anno sta raggiungendo la massima virulenza". Per affrontare
al meglio la malattia, Simg, Simit e Agr-Rcs hanno dato vita alla
campagna informativa "Passa l'influenza". "L'obiettivo
- afferma il presidente della Simg, Claudio Cricelli - è quello
di sensibilizzare i cittadini a rivolgersi al medico ai primi sintomi
della malattia e a non sottovalutare l'importanza dei rischi collegati
alle possibili complicanze, e il giusto approccio alla cura".
Tra le varie iniziative della campagna www.passalinfluenza.it, il
sito da oggi a disposizione di tutti coloro che desiderano avere accesso
ad informazioni sull'influenza stagionale. Nel sito "Dottor I",
il medico dell'influenza, fornisce consigli e raccomandazioni, e risponde
via e-mail, in modo personalizzato, a richieste e curiosità
dei navigatori. Lamonica (CISL) “La politica esca del sistema di gestione sanitario” 19/02 "I fatti drammatici accaduti di recente hanno svelato
fino in fondo lo stato di vera e propria emergenza che attraversa
la sanità calabrese. Il sistema pubblico rischia di collassare
per effetto dei suoi mali strutturali e di una profonda crisi di fiducia
che si è determinata nel rapporto tra servizi e cittadini,
tra operatori ed opinione pubblica". Il segretario generale della
Cgil della Calabria, Vera Lamonica, in una lunga nota, fa riferimento
alle problematiche del settore sanitario ed illustra le sue proposte
per risolverle. "Vengono oramai al pettine - sostiene - i nodi
irrisolti, rivelando un sistema segnato da scarsa qualità,
scarsa efficienza, strutture fatiscenti, tecnologie obsolete, che
produce, e non certo da oggi, un tasso elevatissimo di emigrazione
sanitaria. In più, dalla relazione sull'Asl di Locri in poi,
si è compreso che, non solo in quell'area, esso é pesantemente
infiltrato dalla criminalità organizzata e, comunque, occupato
da forme varie di malaffare, di clientelismo, di speculazioni. Segnato
dunque dall'illegalità, rispetto alla quale da sempre i Governi
regionali hanno voltato la testa da un'altra parte quando non sono
stati conniventi, anche perché, da sempre, la politica è
stata interessata più a gestire che a programmare, più
a occupare posizioni di potere che a garantire buona amministrazione
e servizi efficaci. L'effetto è che per i cittadini calabresi
il diritto alla salute non è concretamente esigibile e che
quegli operatori, e sono la maggior parte, che svolgono con competenza
e dedizione il proprio lavoro, vivono una condizione di disagio e
di rabbia. La risposta a tutto questo - aggiunge Vera Lamonica - non
può che essere alta e netta. Nessuno può illudersi che,
passate le attenzioni mediatiche, si torni ad una gestione grigia
ed ordinaria o che basti qualche iniziativa parziale tesa a tamponare
l'emergenza ma che lasci nella sostanza tutto com'é. Serve
invece una riforma profonda che incida sull'assetto complessivo del
sistema ed abbia in mente un modello non ospedalocentrico, appropriato
nelle prestazioni, centrato sul cittadino, orientato alla qualità,
economicamente sostenibile e capace di valorizzare la sua più
grande risorsa che è il lavoro dei suoi operatori, aperto a
forme incisive di controllo sociale". Secondo Vera Lamonica,
"la riforma inizia da due precondizioni: la scelta della programmazione
come metodo normale di governo, perché solo una buona programmazione
regionale può garantire che si guardi al sistema in maniera
unitaria, e un necessario passo indietro della politica dalla gestione:
le Aziende vanno affidate a manager capaci ed autonomi, i primari
vanno scelti perché migliori e non perché fidati, i
dirigenti vanno giudicati sulla base dei risultati che producono.
Le linee-guida approvate dalla Giunta regionale contengono un approccio
interessante e soprattutto dichiarano la volontà di affrontare
le questioni più spinose anche se impopolari. Il problema è
che sono appunto linee-guida e che, quindi, per essere efficaci, vanno
trasformate nel Piano sanitario vero e proprio che, a questo punto,
è necessario che sia elaborato al più presto, anche
con un processo ampio e partecipato che coinvolga tutte le forze sociali
ed i territori, ai quali va reso chiaro e credibile che la necessaria
riconversione di strutture ospedaliere non dovrà significare
privare le popolazioni dei servizi sanitari, ma differenziarli e potenziarli
sul territorio. Tutte le polemiche che prendono un solo punto del
problema e non guardano ai dati complessivi, ma che soprattutto propongono
alla fine solo la salvaguardia dell'esistente, non aiutano una discussione
pacata e di merito, e non fanno che aiutare i vari campanili e i vari
equilibri di potere esistenti". Il segretario generale della
Cgil elenca poi una serie di "aspetti essenziali delle decisioni
da assumere: la definizione immediata della Centrale unica degli acquisti,
accompagnata anche da un'Autority per la vigilanza, in grado di sottrarre
le Aziende ai condizionamenti e di razionalizzare e rendere trasparenti
ogni tipo di appalti e forniture; la piena utilizzazione delle risorse
per gli investimenti dell'ex art.20, come potenziate dalla Finanziaria
nazionale 2007; un progetto di ricomposizione e di riqualificazione
del lavoro che punti sulla formazione del personale e la contrattazione
dell'organizzazione del lavoro per combattere le liste d'attesa; la
piena applicazione dei Livelli essenziali di assistenza; una rete
ospedaliera con almeno un ospedale superattrezzato per ogni territorio;
l'integrazione socio-sanitaria come nuova cifra della presa in carico
del paziente e nuova risposta ai grandi problemi sociali della solitudine
di fronte alla malattia; le riconversioni e le razionalizzazioni,
che devono riguardare non solo il pubblico, ma anche il privato accreditato
che soffre degli stessi mali di ripetitività dell'offerta e
di ridondanza della spesa". Il segretario generale della Cgil
chiede, infine, a Cisl e Uil di "valutare la possibilità
di un grande momento regionale che porti i lavoratori ed i pensionati
a sottolineare le priorità del sindacato ed a farle pesare
sul tavolo del confronto che si apre con la Giunta regionale" AIOP: “Nuove iniziative sulla regione per le case di cura” 05/02 I sindacati dei dipendenti delle case di cura private del cosentino
non daranno luogo "ad ulteriori sviluppi dello stato di agitazione,
che rimane, in attesa delle risultanze delle nuove iniziative che
si assumeranno nei confronti della Regione". Lo rende noto, in
un comunicato, l'Aiop (Associazione italiana ospedalità privata)
della Calabria dopo un incontro nella Prefettura di Cosenzaal quale
hanno partecipato i sindacati ed il presidente dell'Aiop. Al centro
dell'incontro i problemi finanziari e gestionali delle case di cura
del comprensorio di Cosenza. "Sono mesi ormai - è scritto
nella nota - che il personale delle case di cura protesta per i ritardi
nel pagamento delle retribuzioni, chiamando in causa i titolari delle
case di cura, come diretti interlocutori, ma soprattutto l'Azienda
sanitaria cosentina e gli uffici regionali, del tutto indifferenti
alle richieste dei lavoratori considerato che, pur se sollecitati,
ripetutamente ed autorevolmente, a partecipare agli incontri in Prefettura
non hanno nemmeno avuto la sensibilità istituzionale di giustificare
la loro assenza". "Da tempo l'Aiop, col presidente nazionale
Enzo Paolini - prosegue la nota - insiste per una ristrutturazione
generale degli uffici dell'assessorato regionale della Sanità
ritenuti responsabili, per inadeguatezza ed incapacità professionale,
delle molte disfunzioni organizzative che penalizzano il servizio
sanitario regionale e di cui il ritardo nei pagamenti é soltanto
un aspetto. All'incontro è intervenuto anche il direttore generale
dell'Azienda sanitaria di Cosenza che ha fornito le cifre degli ultimi
trasferimenti di risorse dalla Regione all'Azienda per il pagamento
dei crediti vantati dalle case di cura, il quale ha dovuto riconoscere
le difficoltà delle case di cura ad affrontare le scadenze
mensili per via dei ritardi degli uffici regionali". "Da
parte dell'Aiop - afferma l'Associazione - è stata illustrata
alle rappresentanze sindacali, al di là dei ritardi nei pagamenti,
la gravità dei tagli praticati dalla Regione, ormai prossimi
al 30%, sul volume delle prestazioni con pesanti ripercussioni sulla
gestione delle strutture. Una diminuzione dell'attività di
tale portata non può avere come conseguenza che una riduzione
del personale e cioé perdita di posti di lavoro. L'Aiop ha
inoltre fatto rilevare come, nell'assegnazione dei fondi da parte
della Regione, la provincia di Cosenza, la più popolosa e la
più estesa per territorio, riceva minori risorse rispetto alle
altre province". "Da parte del rappresentante della Cgil
- conclude la nota - si è dato atto alle case di cura delle
responsabilità della Regione nel ritardo dei pagamenti, trovando
punti di contatto con le posizioni dell'Aiop, non rinunciando tuttavia
a denunciare atteggiamenti antisindacali in alcune strutture". Colpito da ictus uomo salvato con trombolisi in ambulanza a Vibo 01/02 Un ottantenne, G.R., di Vibo Valentia, e' stato salvato grazie
ad un intervento di trombolisi all' interno di un' ambulanza che lo
stava trasferendo da Serra San Bruno, dove era stato sottoposto ad
una Tac, a Vibo Valentia. ''Si tratta di un intervento - e' detto
in un comunicato dell' Azienda sanitaria di Vibo Valentia - che non
registra, secondo statistiche in materia, precedenti quanto meno in
Italia''. L' uomo, colpito da emiparesi grave degli arti di destra
con associati disturbi del linguaggio a seguito di ictus e destinato
al reparto di neurologia, era stato portato in un altro ospedale per
l' impossibilita' di essere sottoposto all' esame nel nosocomio di
Vibo Valentia, dal momento che il macchinario e' in fase di collaudo.
''Tempestivamente informato dal proprio collaboratore e presa diretta
contezza della gravita' ed urgenza della situazione - e' scritto nel
comunicato - il primario ha organizzato l'immediato trasferimento
del paziente per l'espletamento dell'esame avvalendosi della preziosa
assistenza di un medico esperto. Assolta l'indagine e verificata la
sussistenza di tutti gli elementi previsti dal protocollo, compreso
il consenso informato, e' stata avviata gia' in ambulanza la procedura
terapeutica. L'intervento e' avvenuto attraverso il continuo contatto
telefonico con l'assistenza del paziente ed il monitoraggio di tutti
i parametri previsti e non ultima l'attivazione di uno stand-by neurochirurgico.
L'esito e' stato eccellente. Il paziente ha completamente recuperato
ogni deficit''. Il direttore generale dell'Azienda sanitaria, Francesco
Talarico, ha commentato l'intervento di trombolisi indicandolo come
fatto positivo dopo la vicenda di Federica Monteleone, la sedicenne
entrata in coma nel corso di un intervento di appendicite nell'ospedale
di Vibo Valentia e morta dopo una settimana a Cosenza. ''L'intervento
fatto oggi - ha affermato Talarico - contribuisce a risollevare gli
animi ed a ripristinare il clima di fiducia che ha sempre caratterizzato
l'attivita' ospedaliera''. Proprietà benefiche del cedro di Diamante contro diabete e Alzheimer 30/01 Una ricerca scientifica sul cedro di Diamante condotta all'interno
del dipartimento di scienze farmaceutiche dell'Università della
Calabria ha prodotto risultati significativi nel trattamento di alcune
patologie come il diabete ed il morbo di Alzheimer. A riferirlo è
una nota dell'Università della Calabria secondo la quale i
risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista internazionale
Phytotherapy Research. Nella ricerca è stato evidenziato per
la prima volta il potenziale antiossidante, dimostrando attraverso
saggi in vitro, l'impiego nel trattamento di patologie quali il diabete
e il morbo di Alzheimer. "Il gruppo di ricerca di Fitofarmacia
del Dipartimento di Scienze farmaceutiche dell'Università della
Calabria, diretto dal Prof. Francesco Menichini - è detto nella
nota - è da sempre impegnato nella valutazione degli aspetti
farmaceutici di specie vegetali endemiche calabresi attraverso la
loro caratterizzazione fitochimica e biologica. La coltivazione del
cedro è molto delicata e ha bisogno di un clima molto mite,
d'acqua e di protezione dal freddo. Per questo motivo la Calabria
è uno dei pochi posti al mondo in cui il cedro ha trovato un
habitat ideale nella fascia che va da Tortora a Cetraro, sulla costa
tirrenica, e in provincia di Reggio Calabria. Prospettive farmaceutiche
hanno riguardato l'impiego di estratti di cedro nel trattamento di
malattie neurodegenerative". In Calabria tre morti al giorno per infarto 30/01 "Tre morti ogni giorno, 5.000 infarti ogni anno di cui
solo 3.000 ospedalizzati nonostante la presenza nella regione di 17
unità di terapia intensiva cardiologica". Sono i dati
relativi alla Calabria resi noti dall' associazione nazionale medici
cardiologi ospedalieri (Anmco) che propone un collegamento, attraverso
ambulanze medicalizzate in grado di effettuare un 'trasporto protetto',
tra ospedali dotati di emodinamica interventistica e ospedali periferici.
Il progetto dell' Anmco che presuppone la creazione di una sorta di
"rete" sarà presentato venerdì a Gizzeria
Lido nel corso di un incontro sul tema 'Rete Interospedaliera e Linee
Guida per le Sindromi Coronariche Acute'' alla presenza dell' assessore
regionale alla Salute Doris Lo Moro. "Appena il 60% delle persone
colpite da infarto - afferma il presidente dei cardiologi ospedalieri,
Antonio Butera - arriva in ospedale vivo e in tempo utile per essere
sottoposto a un trattamento adeguato. Inoltre, dei 3.000 pazienti
ricoverati ogni anno in Calabria per infarto, meno del 4% è
sottoposto ad angioplastica primaria, una procedura in grado di riaprire
correttamente le coronarie nel 90% dei casi e meno del 50% è
sottoposto a trombolisi, trattamento farmacologico in grado di dissolvere
il trombo se eseguito precocemente". In Calabria, spiega il presidente
dell' Anmco, sono presenti sei servizi di emodinamica interventistica:
tre a Catanzaro, uno a Reggio Calabria, uno a Cosenza, uno a Belvedere
Marittima; nessuno di questi è in grado di eseguire angioplastica
primaria 24 ore su 24. Il numero delle unità coronariche in
grado di eseguire procedure interventistiche 'in sede', è quindi
del tutto insufficiente. "In base alle indicazioni delle più
recenti Linee guida sul trattamento dei pazienti con infarto acuto
- prosegue Butera - ogni anno servirebbero in Calabria circa 1.500
angioplastiche primarie a fronte delle circa 120 eseguite. Mancano
dunque all' appello almeno 1.300-1.400 interventi l'anno, tenuto conto
che i pazienti che traggono benefici sicuri sono i casi più
gravi e che rappresentano oltre il 50% di tutti i pazienti che si
ricoverano per un quadro di infarto acuto. Quindi è soprattutto
in questi casi che occorre intervenire per abbattere i tempi che precedono
il ricovero in ospedale e rendere la terapia più efficace,
ponendo una diagnosi corretta e provvedendo al trasporto nel centro
cardiologico più attrezzato nel minor tempo possibile" Bocciato dai sindaci AS 5 l’atto aziendale 29/01 "Era un piano iniquo e fumoso che non teneva conto delle
reali esigenze del territorio che non poteva e non doveva essere ridimensionato,
per cui la sua bocciatura era inevitabile. Non potevamo essere messi
in ginocchio da progetti che pensavano di realizzare una sanità
inutile, così per come era stata disegnata". Si pronuncia
in questi termini il Sindaco di San Giovanni in Fiore, Antonio Nicoletti,
in merito alla bocciatura dell'atto aziendale dell'A.S.L 5 presentato
dal Direttore generale dell'azienda, Tomas Schael, e aggiunge: "La
conferenza dei Sindaci dei Comuni ricadenti nel territorio dell'A.S.L
5 e il Sindaco di San Giovanni in Fiore, non hanno fatto altro che
difendere gli interessi dei cittadini, muovendo delle doverose obiezioni
al piano previsto da Schael. Le nostre valutazioni, del resto, sono
state rafforzate dalla scelta della giunta regionale che ha espresso
parere negativo all'atto aziendale. Non cantiamo vittoria , - precisa
il Sindaco di San Giovanni in Fiore - prendiamo solo atto di ciò
che è stato, consapevoli che per noi ora arriva la parte più
difficile. Bisogna, infatti, programmare e farlo bene. Dobbiamo darci
ora degli indirizzi, tenendo conto delle line dettate dalla Regione
e dalla politica nazionale". Nell'ambito della programmazione
sanitaria a San Giovanni in Fiore proprio in questi giorni in consiglio
comunale si è discusso dell'idea di proporre alla Provincia
di Cosenza il cambio della destinazione d'uso della nuova struttura
del liceo scientifico realizzato in località Olivaro, per trasformarla
in Residenza Sanitaria per Anziani. Per mettere in pratica questa
proposta e verificarne la concretezza, il sindaco Nicoletti lancia
l'idea di una commissione formata da rappresentanti di tutti i gruppi
consiliari.. "Poiché la sanità appartiene a tutti
¿ sottolinea Nicoletti - tutti dobbiamo fare un passo indietro
per dare un servizio ai cittadini, per creare occasioni di crescita
e di sviluppo e per promuovere veri momenti di occupazione. Le strumentalizzazioni
non pagano, i censori dalla lingua facile in merito a questo argomento
devono operare un scelta di campo netta e sarebbe cosa buona abbassare
i toni ed evitare inutili polemiche e scegliere, finalmente, di mettersi
al servizio della città.. Abbiamo l'occasione di un impegno
corale ¿ conclude Nicoletti - si tratta di realizzare in tempi
brevi un' opera pubblica. La politica del sospetto non porta lontano
e soprattutto serve solo a far perdere importanti appuntamenti occupazionali
alla nostra città". Tra eutanasia ed accanimento terapeutico, ecco l’ eubiosia 25/01 “Eutanasia, accanimento terapeutico, eubiosia”
è stato il tema della coinvolgente conversazione che ieri sera
il prof. Bruno Amantea, Direttore di Cattedra e della Scuola di Specializzazione
di Anestesia e Rianimazione dell’Università Magna Grecia
di Catanzaro, ha tenuto al Rotary Club Cosenza Nord, presieduto da
Mariano Iocca. Rara forma di cardiopatia scoperta all’Annunziata. Solo 5 nel mondo 23/01 Una rara cardiopatia congenita in un neonato, finora descritta
nella letteratura scientifica internazionale solo in cinque casi in
tutto il mondo, è stata diagnosticata dall'unità operativa
complessa di neonatologia dell'ospedale Annunziata di Cosenza, diretta
dal dott. Gianfranco Scarpelli. "La cardiopatia diagnosticata
- è scritto in una nota - è una variante rarissima della
sindrome o pentalogia di Cantrell. La peculiarità del caso
è consistita nell' associazione, alla già complessa
malformazione cardiaca, di un diverticolo del ventricolo sinistro
che raggiunge, attraverso la parete addominale anteriore, il moncone
ombelicale". Grazie alla diagnosi precoce è stato possibile
effettuare gli approfondimenti diagnostici necessari e mettere in
atto le terapie finalizzate a ridurre i possibili esiti infausti.
"L' elevata professionalità ed esperienza maturata e sviluppata
in cardiologia pediatrica ed in ecografia neonatale dai professionisti
dell' unità operativa di neonatologia - ha sostenuto il direttore
generale dell'Azienda ospedaliera, Cesare Pelaia - hanno consentito
di effettuare la diagnosi di una patologia così grave e così
rara". "Il Dipartimento materno infantile, diretto dalla
dottoressa Giovanna Riccipetitoni - ha proseguito Pelaia - rappresenta
un centro di eccellenza di riferimento per tutta la regione ed anche
per utenti provenienti da regioni limitrofe ed ha consentito quasi
del tutto l'eliminazione del fenomeno migratorio, per le patologie
infantili, che tanto ha pesato sulla nostra comunità non solo
in termini di disagio economico". Scoperto il gene dell’Alzheimer. Tra i ricercatori una dottoressa di Lamezia. I complimenti di Speranza 14/01 Un'equipe internazionale di ricercatori che comprende tre gruppi
italiani ha scoperto un nuovo gene probabilmente coinvolto nella forma
di Alzheimer più comune, quella non ereditaria che insorge
quasi sempre dopo i 65 anni. La notizia è resa nota dalla rivista
Nature Genetics che pubblica domani il lavoro coordinato da Peter
George-Hyslop dell'Università di Toronto insieme alle Università
di Firenze, con Sandro Sorbi, Lamezia Terme con Amalia Bruni, Torino
con Lorenzo Pinessi e Innocenzo Rainero. Il gene, Sort1, produce una
proteina che dirige il traffico cellulare di una molecola implicata
nella malattia, la proteina beta-amiloide. Sebbene non sia ancora
stata identificata una mutazione a carico di Sort1, spiega Rainero,
lo studio su un vasto campione di individui, tra cui molti italiani,
permette di legare con buona probabilità il gene alla malattia.
Si può supporre che Sort1 sia il secondo importante fattore
di rischio genetico dopo ApoE per l'Alzheimer più comune. Ass. Lo Moro “La massima attenzione sull’istituto Papa Giovanni” 12/01 "Verso il 'Papa Giovanni XXIII' non c' è mai stata,
da parte delle istituzioni e della Regione in particolare, tanta attenzione
come in questo periodo. Paradossalmente, se ne parla più oggi,
mentre l' impegno è massimo, di quanto non se ne discutesse
in tempi passati". E' quanto afferma l' assessore regionale alla
Salute, Doris Lo Moro intervenendo sulla situazione dell' istituto
di Serra d' Aiello che, nei giorni scorsi, era stato oggetto di un
appello dell' arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Salvatore Nunnari.
"Monsignor Nunnari è una personalità autorevole
ed un osservatore attento. Sulla gestione del Papa Giovanni - sostiene
Lo Moro - è in corso un' inchiesta. Non spetta a me esprimere
giudizi su situazioni che sono al vaglio della magistratura, ma il
vescovo sa che la struttura non è stata amministrata in maniera
corretta. Questa situazione si trascina da anni; io me ne occupo dall'agosto
2005. Gli ospiti del Papa Giovanni non sono stati comunque abbandonati.
L' Azienda sanitaria di Paola si è fatta carico della vicenda
in diversi modi. Per esempio, mettendo a disposizione dell' istituto
una psichiatra di grande prestigio affinché i pazienti siano
tenuti sotto osservazione". A parere dell' assessore regionale
alla Salute "la soluzione definiva del problema passa per una
rivisitazione radicale della 'mission' dell' istituto, che dovrà
trasformarsi in struttura riabilitativa. Abbiamo affidato a 'Sviluppo
Italia' l' elaborazione di uno studio di fattibilità che ci
è stato consegnato alla fine di dicembre. Vogliamo introdurre
una discontinuità amministrativa totale, che consenta in primo
luogo di superare il problema dei debiti, che, va ricordato, sono
stati accumulati da una fondazione privata, e che pertanto non possono
essere ripianati da un ente pubblico". "Così com'
è ora, del resto, il Papa Giovanni - conclude Lo Moro - nessuno
è disposto a prenderlo. Vogliamo quindi creare un soggetto
misto pubblico-privato che recuperi la struttura prendendosi cura
dei pazienti a breve termine, in maniera alternativa rispetto al passato,
e, a media scadenza, trasformi l' istituto in una struttura di riabilitazione" Ass. Lo Moro “In Calabria situazione degli ospedali non preoccupante” 10/01 La situazione degli ospedali calabresi ''non e' complessivamente
preoccupante'': a sostenerlo e' l' assessore regionale alla Tutela
della Salute, Doris Lo Moro dopo le ispezioni dei Nas. ''In Calabria
- afferma Lo Moro - c' e' tanta buona sanita'. Il giudizio negativo,
emerso in riferimento al policlinico Umberto I di Roma, non puo' essere
generalizzato ed esteso a tutto il Paese. Criticita' anche in Calabria
non ne mancano. Ci sono situazioni da valutare con attenzione come
quelle degli ospedali di Scilla, Melito Porto Salvo, Taurianova e
per alcuni versi Cosenza. Considerato pero' che gli ospedali visitati
dai Nas sono complessivamente una ventina, l' esito non e' preoccupante''.
''Attendiamo, comunque un resoconto del ministro - prosegue l' assessore
Lo Moro - al fine di approntare un programma di interventi che comunque
non deve essere legato alla contingenza dettata dalle denunce degli
organi di informazione. Sta emergendo piu' buona che cattiva sanita'.
Mi rendo conto che destano allarme piu' le negativita' di quanto non
tranquillizzino le positivita'. E' pero' giusto che emergano anche
queste ultime. A questo proposito - conclude l' assessore - e' giusto
dire che i sopralluoghi hanno dato anche esiti soddisfacenti come
nel caso del Policlinico Mater Domini, dell' Azienda Pugliese Ciaccio,
dell' Ospedale di Lamezia Terme. Rispetto agli ultimi anni c' e' un
netto miglioramento''. Tumori e infarti le prime cause di morte 04/01 Le malattie cronico-degenerative (tumori e malattie cardiovascolari) rappresentano, come nel resto d'Italia e del mondo occidentale, le prime due cause di morte tra le persone residenti nell'area di competenza nell'Azienda sanitaria 7 di Catanzaro, costituendo, nel 2005, il 68,7% di tutte le morti nei maschi ed il 70,4% nelle femmine. Il dato emerge dall'analisi che la stessa Azienda realizza da alcuni anni. Nel 2004, al Servizio epidemiologico dell'As 7 diretto da Antonella Sutera Sardo, sede del Recam (Registro delle cause di mortalità), sono pervenute 2.074 schede di morte delle quali 1.056 (50,9%) di maschi e 1.018 (49,1%) di femmine; nel 2005 il totale è stato di 2.196 schede, di cui 1.134 (51,6 %) di maschi e 1.062 (48,4%) di femmine. "Il tasso di mortalità generale standardizzato, calcolato per l'anno 2005 - riferisce l'As 7 - è risultato 977,8, pertanto più elevato rispetto a quello calcolato nel 2004 (928,7). I tassi di mortalità specifici per gruppi di cause, nel periodo esaminato, risultano inferiori alle medie nazionali riferite all'anno 2002, fatta eccezione per le patologie dell'apparato digerente. I tumori, le malattie psichiatriche e del sistema nervoso e le malattie dell'apparato digerente, nell'As 7, risultano in eccesso rispetto ai valori calabresi". "Tra le patologie più frequentemente causa di morte nel sesso femminile - evidenzia la dottoressa Sutera Sardo nella sua analisi, pubblicata sul sito aziendale www.as7catanzaro.it - riscontriamo l'ipertensione essenziale, le malattie cerebrovascolari e il diabete; tra i tumori maligni femminili, quelli a carico della mammella causano il tasso di mortalità più elevato. Nel sesso maschile è più frequente il decesso per infarto miocardico acuto, per tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni, per tumori dello stomaco e per tumori del colon-retto e ano". "Tra i giovani - prosegue - resta sempre elevata la mortalità per cause accidentali (tra cui gli incidenti stradali), specie a carico dei maschi, anche se rispetto alla precedente analisi (anni '99-01) la distanza tra i due sessi sembra essere meno evidente. Ancora una lieve prevalenza nel sesso maschile si riscontra nei decessi per tumori nella fascia d'età adulta, inversamente a quanto accade per le malattie del sistema circolatorio negli ultrasessantaquattrenni". Il confronto dei tassi standardizzati, afferma l'analisi dell'As 7, indica che nel 2005 la mortalità per tumori tra le donne (185,2) è stata inferiore a quella maschile (269,4); al contrario di quanto è accaduto per le patologie dell'apparato circolatorio (475,4 donne; 428,9 maschi). Nello stesso periodo, tra i maschi, la mortalità per tumore del polmone costituiva il 20,7% di tutte le morti per tumore, mentre tra le femmine la mortalità per tumore della mammella rappresentava il 19,4% del totale dei tumori. La mortalità per malattie dell'apparato circolatorio nei maschi dimostra un peso pressoché uguale delle due componenti principali: malattie ischemiche del cuore (11,4% del totale) e malattie cerebrovascolari (10,9%), al contrario delle femmine in cui le patologie cerebrovascolari rappresentano il 13,4% del totale, contro il 10,6% della malattie ischemiche del cuore. "La mortalità generale nell'As 7 - conclude l'analisi - non mostra tendenze alla riduzione nel tempo, come avviene nelle regioni del nord, i tassi standardizzati calcolati dal Servizio di Epidemiologia, dall'anno '97 in poi, hanno indicato valori crescenti in entrambi i sessi; fenomeno forse riconducibile al crescente numero degli anziani nella popolazione, ma questa e' solo una ipotesi". Pierino Amato”Un impegno sul decreto per l’assunzione dei medici” 19/12 "E' ferma intenzione del presidente della Commissione
sanità del Consiglio regionale, Pierino Amato, fare tutto quanto
è suo potere per realizzare la legittima aspirazione di centinaia
dei circa mille medici inseriti nella graduatoria di indoneità
di recente pubblicazione ad essere assunti nelle Asl della regione".
E' quanto è detto in una nota diffusa dopo l'incontro che il
presidente Amato ha avuto con i vertici del Sindacato medici italiani
(Smi, ex Cumi-Aiss). Nel corso dell' incontro il segretario regionale
dello Smi, Carmine Dell'Isola, coadiuvato dal responsabile regionale
della medicina generale Francesco Esposito, ha espresso le "preoccupazioni
del sindacato per la mancata applicazione, da parte della aziende
sanitarie, del decreto del direttore generale, dott. Faillace n.12611
del 6 ottobre scorso. Da una ricognizione effettuata dal sindacato
presso le varie aziende sanitarie, al momento, il decreto risulta
inapplicato. Unica eccezione l' Azienda sanitaria di Paola, che ha
provveduto ad applicarlo anche se parzialmente". "Lo sconcerto
maggiore - si sostiene ancora nel comunicato - nasce dal riscontro
che non si è provveduto in nessuna Asl alla ricognizione dei
posti, previsti in pianta organica e disponibili, per procedere all'
assunzione dei circa 1000 medici inseriti nella graduatoria di idoneità.
Dopo anni e anni di attesa non si riesce a dare stabilità e
dignità lavorativa a centinaia di medici che operano nell'
emergenza, nella medicina dei servizi e della continuità assistenziale.
L' assessore Lo Moro e il direttore Faillace avevano dato ampie garanzie
alle organizzazioni sindacali sulla puntuale applicazione del decreto
12611. Necessita a questo punto un autorevole intervento del presidente
Amato per dare attuazione al decreto". Sanità privata a Belvedere: protesta di parlamentari e consiglieri regionali 18/12 Parlamentari e consiglieri regionali si sono uniti ai sindaci
dell'area di Belvedere Marittimo per protestare contro il mancato
pagamento degli stipendi ai lavoratori del settore della sanita' privata.
''E' ingiustificabile - sostiene la senatrice Rosa Calipari - quanto
sta accadendo a Belvedere Marittimo. Ognuno di noi e' chiamato ad
onorare il ruolo che riveste in sede istituzionale e ad agire di conseguenza.
Conosciamo bene la fattivita' e l' operosita' della sanita' privata
belvederese, con la piena utilizzazione dei posti letto e la qualita'
dei servizi che essa eroga da piu' lustri a concittadini che vengono
qui a ricoverarsi da tutta la Calabria ed addirittura da altre regioni
d'Italia''. Il consigliere regionale Mario Maiolo ha affermato che
''non possono piu' anticipare alcunche' ne' i titolari delle strutture
ne' le banche, neanche per le cessioni dei crediti in quanto non sono
stati rinnovati i contratti tra l'azienda sanitaria e le strutture
accreditate. A tutto cio' bisogna aggiungere che sono in corso le
verifiche da parte dell' As per il rinnovo dei certificati di accreditamento,
scaduti da piu' anni''. ''E' tempo - ha detto il consigliere regionale
Antonio Acri - di intervenire con forza, subito bisogna mettere le
proprieta' nelle condizioni di pagare almeno uno stipendio e la tredicesima
in uno stato democratico che si rispetti e che rispetta il lavoro
ed i lavoratori. Non chiacchiere ma fatti! Gli operatori delle strutture
private non devono essere considerati in alcun modo lavoratori di
serie B, ma equamente trattati e considerati rispetto ai lavoratori
delle strutture pubbliche; MI rendo conto che la situazione e' ormai
divenuta insostenibile. La Regione non puo' in nessun modo far finta
di non capire e di non sapere''. Il parlamentare Franco Laratta ha
evidenziato che ''e' giunto il momento di richiamare pubblicamente
quanti hanno le responsabilita' principali di questo stato di cose.
L' Azienda Sanitaria e l' assessorato Regionale alla Sanita' non possono
continuare a discriminare la sanita' pubblica da quella privata accreditata,
ne' revocare atti e deliberazioni sottoscritti tra le parti in sedi
istituzionali. E' giusto che chi lavora e produce deve essere ricompensato
in maniera equa e puntuale; Con la consapevolezza che i direttori
generali non possono arrogarsi il diritto di proporre contratti capestro
ne' tagli che penalizzerebbero il diritto di libera scelta del cittadino''.
In Calabria tre morti al giorno per infarto 15/12 Ogni giorno tre calabresi muoiono per infarto del miocardio
più di quanti ne muoiono per tumore. Il dato è stato
fornito a Roma in occasione della presentazione del 67/mo congresso
della Società italiana di cardiologia. In Calabria, secondo
dati Istat, il 4,2% degli abitanti dichiara di soffrire di una malattia
del cuore. E le malattie del sistema circolatorio in Calabria sono
la prima causa di morte. Nel 2003 hanno causato 8.601 decessi dei
quali 1.129 dovuti ad infarto del miocardio (vale a dire tre al giorno)
e sono in aumento rispetto al 2001. Nella regione sono morte più
donne per malattie cardiovascolari anche se è maggiore il numero
dei decessi per infarto del miocardio negli uomini. In Calabria, il
45% degli uomini e il 41% delle donne è iperteso; il 15% degli
uomini e il 14% delle donne, sempre in Calabria, è in una condizione
a rischio per i valori della pressione. Valori preoccupanti per la
colesterolemia: il 17% degli uomini e il 25% delle donne in Calabria
ha valori alti di colesterolo e il 36% degli uomini e il 29% delle
donne è addirittura in una situazione di rischio. Dalle statistiche
emerge che il 41% degli uomini e il 76% delle donne in Calabria non
svolge alcuna attività fisica durante il tempo libero; il 30%
degli uomini fuma in media 17 sigarette al giorno, e il 16% delle
donne ne fuma, in media al giorno, 13. Ma non solo. Il 23% degli uomini
in Calabria è obeso, così come il 34% delle donne. A
questo si aggiunge che il 6% degli uomini e l' 8% delle donne è
diabetico mentre il 6% degli uomini e il 3% donne in Calabria è
addirittura in una condizione di rischio. A incidere sono anche gli
stili di vita malgrado il tasso di familiarità per le diverse
malattie vascolari che è del 24% negli uomini e del 30% delle
donne. "Il cuore - ha detto Maria Grazia Modena, presidente della
Società italiana di cardiologia - può trasformarsi in
un killer spietato. Ma ad armarlo e ad tirare il grilletto sono soprattutto
stili di vita sbagliati, sempre più presenti anche in Calabria:
fumo, obesità, ipertensione, colesterolo, sedentarietà" Alla Calabria la maglia nera della spesa pubblica farmaceutica 11/12 Gli italiani si confermano farmaco-dipendenti, grandi consumatori di rimedi cardiovascolari e di medicine per i problemi gastrointestinali. L'identikit emerge dal rapporto Osmed (gennaio-settembre 2006) sull'utilizzo dei farmaci presentato oggi a Roma presso l'Istituto superiore di sanità. Nei primi nove mesi di quest'anno la spesa farmaceutica totale, pubblica e privata, per i farmaci erogati dalle farmacie è aumentato dello 0,4%. Il trend, quindi, si mantiene sui binari degli anni passati mentre la spesa pubblica lorda, in nove mesi, ha fatto rilevare un incremento del 3,3%, mentre quella privata una diminuzione del 5,8%. I costi a carico del Servizio Sanitario nazionale (SSN) hanno registrato un incremento dell'8,2% mentre lo sconto a carico delle farmacie e dell'industria è diminuito del bene 34,7%. Il rapporto Osmed mette, inoltre, in luce il fatto che per effetto dell'abolizione del ticket in alcune regioni la quota di compartecipazione si è ridotta del 22,8%. Tra i farmaci a carico del cittadino si evidenzia una netta flessione dell'acquisto privato degli erogabili a carico della SSN (- 28,3%) mentre si registra una diminuzione più contenuta della spesa per i farmaci di automedicazione. Il rapporto Osmed analizza, quindi, il comportamento delle singole regioni. Dall Alto Adige alla Sicilia: tutte hanno aumentato la spesa pubblica e la spesa totale. La maglia nera spetta alla Calabria (+ 15,4% della spesa netta). L'analisi dei determinanti della spesa mostra come in tutte le regioni vi sia stato un incremento delle quantità di prescritti. Calabria e Lazio rimangono le due regioni in cui questo strumento di contenimento della spesa viene meno utilizzato. In netto aumento le prescrizioni per i così detti equivalenti: la Puglia ha registrato l'incremento più elevato (+24,5% della spesa) mentre la Toscana si conferma prima.In questo settore fanalino di coda è la Campania. Analizzando i consumi per tipologia del farmaco emerge che i cardiovascolari continuano ad essere i più prescritti con una crescita sia in termini di spesa (+ 6,6%) che di quantità (+7,7%). Importanti aumenti si osservano anche per i farmaci gastrointestinali (+10%) e del sistema muscolo scheletrico (+6,1%). In netto calo di spesa, invece, gli antimicrobici (-8,0%), una variazione, questa, dovuta principalmente alla diminuzione dei prezzi. Per gli equivalenti, secondo il rapporto dell'Osmed, rispetto ai primi 9 mesi del 2005 l'uso è aumentato dell'8,5% in termini 'dosi definite die' (DDD) e dell'11,2% in termini di spesa. Su questo dato pesa il fatto che quest'anno hanno perso il brevetto diverse molecole e tutto ciò ha modificato sensibilmente lo scenario del settore. Fra le molecole l'associazione amoxicillina e acido clavulanico risulta essere il principio attivo equivalente con la maggior spesa in questo scorcio di 2006. Per quanto riguarda gli antidepressivi va notato il netto incremento dell'escitalopram (+ 25,6% delle DDD) rispetto al minor incremento nell'uso dei farmaci con brevetto scaduto di questa categoria (paroxetina, citalopram e sertalina). Infine tra i farmaci con nota si registra un aumento complessivo del 4% della spesa e del 10,7% delle quantità prescritte. In Calabria famiglie a rischio povertà per la spesa sanitaria 07/12 Cure dentistiche, farmaci, visite specialistiche e cure per
anziani e malati cronici: sono queste le spese capaci di mettere economicamente
in ginocchio una famiglia. E il fenomeno è di dimensioni tali
da essere segnalate con preoccupazione nel quarto rapporto del Ceis,
il dentro di studi della facoltà economia di Tor Vergata. In
tutto riguarda un milione e 200mila le famiglie italiane. A pagare
di più di tasca propria sono i nuclei al cui interno ci sono
anziani e le famiglie con 2 bambini. Una situazione che anche l'ultimo
rapporto del Pit Salute di Cittadinanzattiva aveva evidenziato: un
terzo delle chiamate arrivate all'associazione sono state proprio
di famiglie che segnalavano difficoltà a pagare le cure e l'assistenza,
tanto da essere costrette ad indebitarsi. Il 31%, secondo i dati di
Cittadinanzattiva, ha acquistato farmaci, quasi il 13% materiale sanitario
e uno su 4 ha sostenuto spese per avere l'assistenza di una badante.
E le spese sostenute sono state di centinaia di euro a seconda dei
casi. Gli ultimi dati 2004 dell'Istat dicono che 295.572 famiglie
(pari a circa l'1,3% della popolazione) sono scese al di sotto della
soglia di povertà a causa delle spese sanitarie sostenute.
Mentre le famiglie soggette a spese catastrofiche, sempre per ragioni
sanitarie, sono state 967.619 (pari al 4,2% della popolazione). Secondo
i calcoli del Ceis, la presenza di un over 65 in famiglia aumenta
di circa il 42% la probabilità di impoverimento; la presenza
di due o più anziani raddoppia questo rischio. A incidere di
più sono la spesa per farmaci e la specialistica, ma anche
l'odontoiatria e le cure per i malati cronici care. Colpa dell'attuale
regime di compartecipazione ed esenzioni che, secondo lo studio, non
è ben tarato. Il meccanismo della quota fissa per ricetta (in
coloro che non godono delle esenzione), pesa infatti sull'impoverimento
nelle fasce più povere. Esiste infatti una unica soglia di
reddito familiare, intorno a 36mila euro annui, che crea disparità
fra chi è di poco sopra o sotto del tetto di reddito. Una iniquità
che del resto anche il ministro della Salute Livia Turco aveva ammesso
tanto da avere annunciato una riforma del sistema delle esenzioni.
La distribuzione dei poveri è molto diversa da regione a regione:
si va dal 3,4% in Emilia Romagna e dal 3,6% in Lombardia, fino al
27,6% in Basilicata e al 29, 6% in Sicilia. La palma della Regione
con la minor presenza di 'impoveriti' va al Friuli Venezia Giulia
con solo lo 0,3%. Fanalino di coda è la Calabria, dove la percentuale
è del 2,6%. Nella classifica regionale delle famiglie che sostengono
spese catastrofiche la minor incidenza si registra nuovamente in Friuli
Venezia Giulia (1,9%) e la maggiore in Calabria (10,2%) Nella classifica
di coloro che sono più a rischio impoverimento ci sono in testa
le famiglie composte da un solo anziano o da nuclei dove ne è
presente almeno uno con più di 65 anni (insieme rappresentano
il 49,6% delle famiglie impoverite). Subito dopo si posizionano le
coppie con 2 figli (15,6% delle famiglie impoverite), seguite dalle
coppie con un figlio (8,8%) e da quelle con un solo genitore (7,4%).
Fra le spese che hanno gravato con maggiore forza sulle famiglie con
figli ci sono le cure odontoiatriche, per gli anziani i costi per
l'assistenza. Il 41% della popolazione non fa attività fisica 30/11 Il 41,1% della popolazione italiana che ha superato i tre anni
non svolge attività fisica né sportiva; si continua
a fare meno sport al Sud che al Nord (il 45,3% nel Mezzogiorno contro
il 68,1% del Nord; il Centro si attesta sul 57,7%); i giovani abbandonano
presto le discipline sportive (tra coloro che hanno tra i 18 e i 19
anni il 22,3% non fa sport e il 20% fa solo attività fisica);
fanno più sport gli uomini che le donne con un'eccezione che
riguarda la fascia di età tra i 3 e i 5 anni dove tra gli sportivi
prevalgono le bambine (18,7% contro 16,6% del totale) grazie soprattutto
al nuoto. Questa la radiografia dei praticanti sportivi fatta dall'Istat
e illustrata in occasione della prima giornata del 31 mo congresso
nazionale dei medici sportivi che si è aperto oggi a Napoli.
"Quello della sedentarietà - ha commentato il direttore
centrale dell'Istat Linda Laura Sabbadini presentando i dati - é
un dato preoccupante perché evidenzia un fattore di rischio
per la salute". Non mancano tuttavia le note positive che riguardano
soprattutto la crescita del numero di donne che fa sport, concentrata
tra le giovani, le dirigenti imprenditrici e le libere professioniste,
le single, le lavoratrici in coppia senza figli. Venendo ai dati della
ricerca nel 2006 i praticanti di sport continuativi sono il 20,5%,
i praticanti di sport saltuari si attestano al 10,3%, coloro che svolgono
solo attività fisica sono il 27,3%. Gli anziani continuano
in assoluto a fare poco sport ma quelli che si cimentano con il moto
sono in aumento: almeno il 28,2% fa una qualche attività fisica.
La differenza tra lo sport praticato al Nord rispetto a quello fatto
al Sud rimane elevata ma anche qui il dato è in diminuzione
così come la differenza tra i praticanti maschi e femmine (fa
attività fisica il 63,2% degli uomini a fronte del 53,3% tra
le donne) I giovani calabresi disinformati sull’AIDS e sulla prevenzione 29/11 In Calabria un giovane su cinque crede che si possa guarire
dall'Aids. E tre ragazzi su dieci ritengono che esiste già
un vaccino per l'Aids. Addirittura quasi un giovane su dieci ritiene
che si possa riconoscere un sieropositivo dal suo aspetto fisico.
E un giovane su dieci è convinto che basti la pillola anticoncezionale
per evitare il contagio. E' quanto emerge da un sondaggio, realizzato
attraverso un gioco on line "The Safe City", lanciato dall'Anlaids
nazionale e dall'Anlaids del Lazio, in collaborazione con le agenzie
di comunicazione Art Attack Advertising e Xister. I risultati allarmanti,
secondo l' Anlaids, sono stati illustrati in una conferenza stampa
nel corso del XX Congresso dell'Anlaids a Roma. "Sono anni -
dice il presidente dell'Associazione nazionale Lotta all'Aids, Fernando
Aiuti - che lanciamo l'allarme sulla mancata presa di coscienza da
parte dei giovani, ma anche degli adulti, dei pericoli dell'Aids.
Si è concesso di abbassare la guardia. Il danno provocato è
confermato dai risultati emersi dal gioco 'The Safe City''. Secondo
il presidente dell' Anlaids Lazio, Massimo Ghenzer "i dati emersi
da questo originale gioco, che ha registrato oltre diecimila contatti
ed al quale hanno partecipato 1500 giovani, dimostrano che c'é
ancora molto da fare. Troppi giovani, sia al di sotto dei 25 anni
che al di sopra, sono a rischio contagio perché non prendono
le dovute precauzioni nell'errata convinzione che si possa guarire
dall'Aids, oppure che basta uno sguardo per riconoscere un partner
sieropositivo e quindi evitarlo. E' sconcertante sapere che c'é
chi come barriera dal virus non usa il preservativo, ma la pillola
anticoncezionale. La valenza del gioco on line acquista un grande
significato se si tiene conto che i giovani, che sono entrati in Internet,
non avevano la sensazione di partecipare ad un sondaggio e quindi
le loro risposte sono state sincere. Quello del gioco on line è
una nuova strada che si è rivelata preziosa. C'é ancora
molto da fare. Massiccio deve essere l'impegno nella scuola e non
solo. Soprattutto con l'aiuto dei volontari". "Non bisogna
perdere tempo - spiega il vice presidente Anlaids Lazio, Vincenzo
Vullo - ed è necessario mettere in atto immediatamente una
massiccia campagna di informazione perché questi ragazzi con
le idee confuse non sono solo disinformati, ma sono probabili candidati
ad infettarsi nella sciagurata ipotesi che incontrino un partner sieropositivo
o addirittura malato". "L'Aids non fa più paura e
le persone infette hanno cambiato volto - afferma il presidente dell'Anlaids
Lombardia, Mauro Moroni - oggi non sono più solo quelle appartenenti
alle categorie cosiddette 'a rischio', ma è alto il numero
degli 'insospettabili'. E poi ci sono gli 'ignari', quelli che non
si sentono a rischio, che non pensano di aver avuto comportamenti
a rischio e che, di conseguenza, scoprono di avere l'Aids solo quando
compaiono i sintomi dell'immunodeficienza. Spesso, queste persone
scoprono la verità dopo sei-sette anni dal contagio, periodo
nel quale hanno continuano a tenere una vita normale ignari della
loro sieropositività. Una strada da percorrere è senza
dubbio quella del test. Un grande aiuto verrà dall'arrivo,
ormai prossimo, di un test dell'Hiv basato sull'analisi della saliva".
Il vice presidente dell'Anlaids nazionale, Fiore Crespi sottoinea
che "bisogna darsi molto da fare per evitare che le gocce di
solidarietà non si prosciugano nei deserti. Ci vogliono determinazione,
politiche sanitarie e progetti. Nel 2006 è scaduto un accordo
sottoscritto del 2001 nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del
commercio che consentiva ai paesi in emergenza sanitaria di produrre
farmaci anti aids senza l'obbligo di pagare le royalties alle multinazionali
farmaceutiche. E così non vengono più prodotti farmaci
a prezzi contenuti. E' facile capire le tragiche conseguenze. Ma nel
mondo si continua a fare orecchie da mercante". De Rose e Paolini “Non compromettere le strutture private di qualità” 28/11 "La crisi politica apertasi nello schieramento di maggioranza
che sostiene la giunta Loiero non incoraggia ottimismo per quanto
attiene alla crisi che ormai da mesi attraversa la sanità in
Calabria". E' quanto affermano il presidente di Confindustria
Calabria Umberto De Rose e il presidente regionale dell' Aiop Enzo
Paolini in una dichiarazione congiunta diffusa al termine di un incontro
svoltosi oggi. "L' ospedalità privata - sostengono De
Rose e Paolini - ha dimostrato la massima disponibilità per
concorrere a riportare negli argini della compatibilità col
patto di stabilità la spesa sanitaria, accettando l' adeguamento
di budget e tariffe agli obiettivi da perseguire. Ha dato disponibilità
per la riconversione dei posti letto, ha richiesto una programmazione
triennale delle prestazioni da contrattualizzare, ha sollecitato,
e sollecita, un controllo rigoroso, sull' intero sistema, dei requisiti
operativi delle strutture e della qualità delle prestazioni.
Per rendere tutto più credibile, tempestivo ed efficiente sollecitiamo
la costituzione di un ente terzo che sia in grado di sviluppare una
azione quotidiana di verifica volta, certo, al contenimento dei costi
ma anche alla tutela del diritto dei cittadini, che finanziano il
sistema con il prelievo fiscale, ad essere curati con la massima qualità
possibile. L'assessore ha dato altresì assicurazione che entro
la fine dell' anno saranno pagati i crediti pregressi accertati e
sarà varato il nuovo piano sanitario regionale. Con tutta l'
incredulità che la situazione autorizza, non rimane che attendere
ma le difficoltà create sono insostenibili". "L'
ospedalità privata, rappresentata in Calabria da Aiop e Confindustria
- sottolineano De Rose e Paolini - resta impegnata a produrre ogni
sforzo per un servizio sanitario di alta qualità, sia nel pubblico
che nel privato, in cui sia il cittadino,forte del diritto di libera
scelta, a decidere presso quale struttura farsi curare. Ma per raggiungere
un risultato così ambizioso bisogna adottare misure severe
rispetto a sprechi, costi impropri, rendite di posizione, clientelismi
elettorali e non. L' ospedalità privata vanta oggi in Calabria
punti di eccellenza, realizzati con cospicui investimenti finanziari
e l' impiego di alte professionalità. Bisogna allontanare il
rischio che quanto nel sistema sanitario è inefficiente e improduttivo
finisca per danneggiare e compromettere quanto di efficiente, produttivo
e altamente qualificato è stato prodotto in Calabria dalle
strutture a gestione imprenditoriale" Diminuiti i casi di AIDS in Calabria 28/11 Si sono ridotti, nell'ultimo anno, i casi di Aids in Calabria.
Nel periodo da dicembre 2005 a novembre di quest'anno i casi individuati
sono stati sedici mentre l'anno precedente ne erano stati 19. I dati
sono stati diffusi dal centro operativo Aids dell'Istituto superiore
di Sanità nell'ambito del congresso dell'Anlaids in corso a
Roma. In Italia nel 2006 le nuove infezioni da Hiv sono state 3500-4000,
pari ad un caso ogni due ore. La principale fonte di contagio - secondo
quanto emerso dai lavori del congresso - sono i rapporti sessuali.
Cresce l'esercito di coloro che sono sieropositivi e non lo sanno.
Sono tutti coloro che, pur avendo avuto rapporti sessuali a rischio,
non fanno il test e scoprono di essere malati solo quando compaiono
i primi sintomi di Aids in forma conclamata. E questo avviene dopo
sei-sette anni dal contagio. In Italia nei primi 11 mesi di quest'anno
(gennaio-novembre) sono stati notificati 1216 nuovi casi di Aids,
dei quali 758 si riferiscono a diagnosi effettuate nel 2006 (primi
11 mesi). I morti per Aids in questo periodo sono stati 160. La regione
che, nel periodo dicembre 2005- novembre 2006 ha fatto registrare
più casi di Aids notificati è stata la Lombardia (289),
seguita dal Lazio (138) e dall'Emilia Romagna (121). Seguono: Sicilia
(94), Toscana (81), Piemonte (66), Liguria (58), Veneto (51), Campania
(50), Puglia (47), Sardegna (35), Marche (26), Umbria (19), Abruzzo
e Calabria (16), Friuli Venezia Giulia (8), Provincia Autonoma di
Bolzano (6), Provincia Autonoma di Trento (6), Molise (5), Basilicata
(3) e Valle d'Aosta (2). "Una doccia fredda - sostiene il presidente
nazionale dell'Anlaids, Fernando Aiuti - sui troppo facili entusiasmi
che davano come sotto controllo le infezioni da Hiv nel nostro Paese.
L'abbassamento della guardia ha avuto drammatiche conseguenze: il
numero dei sieropositivi non è calato, anzi ogni anno i nuovi
contagi sono tra 3500 e 4000; dopo un calo che aveva lasciato ben
sperare c'é una ripresa delle infezioni fra gli omosessuali,
in parallelo con la crescita della prostituzione. E sempre più
extracomunitari risultano positivi ai test. C'é un altro elemento
che preoccupa: la diffusione dell'infezione fra gli "insospettabili"
e cioé coloro che non appartengono a categorie a rischio ma
contraggono il virus solo perché occasionalmente hanno avuto
rapporti non protetti, magari in un viaggio all'estero. Non sospettano
minimamente di essersi infettati e scoprono solo dopo sei-sette anni,
con i primi sintomi, di essere malati". "Davanti a questo
quadro - conclude - c'é un elemento positivo e cioé
che l'Aids, per merito dei farmaci, si sta trasformando in una malattia
cronica. A proposito di farmaci, sempre più pazienti si rivelano
resistenti alle terapie. E' un grande problema per la ricerca. Un
contributo alla soluzione lo ha dato uno studio di un mio gruppo all'Università
'La Sapienza' di Roma". Protesta dei lavoratori delle case di cura. L’ass. Lo Moro istituisce un tavolo tecnico 27/11 I dipendenti della case di cura private della Calabria hanno
attuato una manifestazione di protesta a Catanzaro organizzata da
Cgil, Cisl e Uil. L'inziativa si articola in due fasi. La prima con
un sit-in, cheé ancora in corso, davanti la sede dell'Aiop,
l'Associazione dell'ospedalità privata, in relazione allo sciopero
nazionale del comparto proclamato per chiedere il rinnovo del contratto
nazionale della sanità privata, scaduto da quasi tre anni.
In un secondo momento i lavoratori si recheranno davanti la sede dell'assessorato
regionale alla Sanità per chiedere la soluzione delle problematiche
specifiche che in Calabria riguardano in modo le case di cura per
malati neuropsichiastrici: l'aumento delle rette di degenza erogate
dalla Regione e del budget fissato per la liquidazione delle spettanze,
considerato troppo basso e in ogni caso non sufficiente per consentire
la sopravvivenza del settore. Un'altra questione ancora irrisolta
riguarda poi la riconversione delle strutture dopo la chiusura dei
manicomi e l'obbligo di trasferire i malati di mente che vi erano
ricoverati nelle strutture private. Riconversione che viene considerata
penalizzante e di difficile attuazione. In Calabria le case di cura
neuropsichiatriche sono in tutto cinque, tre a Catanzaro (Villa Puaca,
Villa Nuccia e Villa San Vincenzo) e due a Cosenza (Villa degli Oleandri
e Villa Verde), per un totale di circa cinquecento degenti. "I
problemi che riguardano le case di cura neuropsichiatriche - ha detto
Antonio Cristofaro, segretario provinciale di Catanzaro della Cisl
- devono essere risolti con la massima urgenza, pena il collasso del
settore". (ANSA). Una dieta ricca di frutta fresca e ortaggi di stagione per combattere l’influenza 27/11 Una dieta corretta ricca di frutta fresca, verdura e ortaggi
di stagione è indispensabile per aiutare a prevenire e combattere
in modo naturale e rimettere in piedi tra i tre e i cinque milioni
di persone che, secondo le previsioni, rischiano di finire a letto.
E' quanto afferma la Coldiretti dopo l arrivo dei primi due casi dell
influenza stagionale 2006-2007 entrambi causati dal virus del tipo
B nel sottolineare che a partire dalle produzioni nazionali di kiwi
e arance sono molti i frutti delle campagne in grado di contribuire
alla prevenzione della malattia grazie agli elevati contenuti in vitamina
C. Uva, peperoncini, peperoni, cavoli, spinaci, broccoli, radicchio,
pomodori, sedano, kaki, fichi d India ed anche mele sono solo alcuni
esempi di frutta e verdura di stagione che - continua la Coldiretti
- possono garantire un apporto rilevante di vitamine di fronte all
avanzare dell influenza. L'alimentazione - sottolinea la Coldiretti
- può essere un valido contributo per prevenire i sintomi influenzali
come mal di gola, febbre, disturbi intestinali, nausea e dolori muscolo-scheletrici.
Il cavolo, - rileva la Coldiretti - contiene una buona quantità
di ferro, vitamina C e preziosi sali minerali. Cotto a vapore è
molto efficace contro le affezioni delle vie respiratorie e alcuni
disturbi intestinali. Il suo succo ha proprietà antinfiammatorie
e antidolorifiche, può essere utilizzato per fare dei massaggi
e le sue foglie riscaldate e applicate sulla parte indolenzita, calmano
il dolore. La cipolla - riferisce la Coldiretti - ricca di vitamine
e sali minerali, è un antisettico naturale, è espettorante,
disinfetta l'intestino e cura i geloni. L'aglio grazie alla notevole
quantità di ferro, sali minerali e svariate vitamine (A, B1,
B2, PP e C) è molto efficace per combattere catarri bronchiali,
febbri, ed è un ottimo antisettico contro le malattie infettive.
Inoltre l'aglio - rende noto la Coldiretti - può contrastare
fastidiosi dolori alle ossa e ai muscoli, se schiacciato con olio
di oliva caldo e limone può essere utilizzato per massaggiare
la parte dolorante. Il finocchio, risulta ottimo per combattere la
nausea, la digestione difficile e la stitichezza. Le mele e le pere,
invece - continua la Coldiretti - aiutano a mantenere sani i nostri
polmoni e migliorano sensibilmente le condizioni delle nostre vie
respiratorie. In particolare, le pere espellono il catarro dissolvendolo
e se bollite e accompagnate dal miele riescono a curare perfettamente
sia l'afonia che la raucedine. La carota - suggerisce la Coldiretti
- è indicata nella cura delle malattie dell'apparato respiratorio
(dal semplice raffreddore alla più impegnativa bronchite cronica
fino all'asma) e nella prevenzione delle malattie infettive. Il sedano,
grazie alla notevole ricchezza di minerali è un drenante particolare
delle vie respiratorie. Il kiwi - prosegue la Coldiretti - è
ricco in vitamina C (85mg ogni 100 di prodotto), fosforo (70mg) e
potassio (400mg) con un contenuto calorico di circa 44 kcal per 100
grammi ed è particolarmente indicato per stimolare le difese
del sistema immunitario, prevenendo i fastidiosi raffreddori autunnali.
Le arance made in Italy - conclude la Coldiretti - aiutano il nostro
organismo ad assorbire il ferro dai vegetali e stimola le difese del
sistema immunitario, prevenendo i fastidiosi raffreddori poiché
sono ricchissime di vitamina C (50 mg per ogni 100 gr). Oltre a proteggere
dalle forme influenzali, le arance aiutano a prevenire i disturbi
cardio-vascolari e a svolgere azione antistress. Ricche anche di calcio
(49 mg ogni 100 g) sono utili nella prevenzione di fragilità
ossea e osteoporosi. Federfarma: La spesa della Calabria sui farmacia quasi il 7% in più della media nazionale 27/11 "In Calabria il dato reale della spesa farmaceutica media
pro capite, ricalcolata tenendo conto di quanto nelle varie regioni
viene contabilizzato nel capitolo 'acquisto di beni e sevizi', nel
periodo gennaio-settembre 2006 supera solo del 6,8% la spesa media
nazionale (205 euro contro 193 euro) e non del 19%, come diffuso dai
principali organi di stampa nello scorso mese di ottobre". E'
quanto è emerso da un convegno sul tema "Spesa farmaceutica
in Calabria: luci ed ombre" organizzato da Federfarma. "I
dati di spesa - è detto in una nota di Federfarma a firma del
presidente regionale dell'associazione, Alfonso Misasi - hanno messo
in rilievo come tale dato, dovuto al maggior ricorso alle prescrizioni
in regime di Servizio sanitario regionale, legato al basso reddito
degli assistiti calabresi che sono spesso costretti a ricorrere al
medico mutualistico anche quando sono in cura con farmaci che costano
pochi euro, vede comunque la Calabria spendere meno di regioni più
dotate quali il Lazio, la Sicilia, la Liguria. Questo disavanzo rispetto
alla media nazionale va letto anche in funzione del fatto che, finalmente,
in Calabria è stato eliminato il ticket che ha gravato sulle
tasche dei cittadini calabresi fino al primo settembre del 2005".
"Altro dato interessante emerso al convegno - prosegue la nota
di Federfarma - è la comparazione dell'andamento della spesa
farmaceutica nel periodo 2001-2005 rispetto alle altre spese per la
sanità: a fronte di un aumento della spesa farmaceutica pari
all'1,7%, nello stesso periodo la spesa sanitaria totale è
salita del 26,5% per un importo assoluto pari al doppio dell'intera
spesa farmaceutica. Nonostante questo, la Federfarma si è dichiarata
disponibile a lavorare di concerto con l'Assessorato regionale alla
Sanità e la Farmindustria, l' associazione che riunisce i principali
produttori di farmaci, alla realizzazione di 'Patti di stabilita'
territorialì finalizzati ad ottenere, oltre ad un notevole
risparmio, la necessaria omogeneizzazione della spesa farmaceutica
regionale che mostra ancora qualche disallineamento sul territorio". Parte l’iniziativa “Rianimazioni aperte” 22/11 Si chiama "Rianimazioni aperte" ed è l'iniziativa
lanciata dall'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, "con
l'obiettivo - è detto in una comunicato dell'assessorato -
di umanizzare il rapporto fra i pazienti e le strutture ospedaliere".
Il senso del progetto, che prevede la possibilità per i familiari
di visitare i degenti ricoverati nei reparti di rianimazione, è
spiegato in una lettera, a firma dello stesso assessore e del direttore
generale Raffaele Faillace, indirizzata ai manager delle aziende sanitarie
ed ospedaliere della Calabria. "L'umanizzazione delle cure ed
in genere dei rapporti fra operatori, utenti e familiari, - si afferma
nella missiva - rappresenta un valore ed un obiettivo del Servizio
sanitario nazionale. L'assunzione di tale obiettivo dovrà costituire
progressivamente un normale modo di essere nelle pratiche mediche
e nelle modalità di offerta dei servizi ai cittadini. Ma a
fronte della condivisione generale di tale principio, in concreto,
non è consolidata una metodologia operativa e organizzativa
conseguente. Ciò, peraltro, contrasta con acclarate evidenze
scientifiche che riconoscono un valore terapeutico non secondario,
a volte addirittura decisivo, alla partecipazione dei familiari a
specifiche fasi dell'intervento sanitario". L'Assessorato alla
Tutela della Salute, aggiungono l'assessore ed il direttore generale,
"intende promuovere la partecipazione dei familiari e delle loro
associazioni nelle attività sanitarie. In tale contesto, verranno
sviluppate diverse iniziative tese a realizzare con le famiglie e
le loro associazioni, un'alleanza terapeutica forte soprattutto attraverso
il loro coinvolgimento attivo nelle cure delle patologie croniche,
del disagio psichico e dei malati terminali. Nell'ambito del processo
di umanizzazione dell'offerta sanitaria del nostro servizio si ritiene,
per l'immediato, necessario promuovere l' iniziativa 'Rianimazioni
aperte'". Secondo l'assessorato, "la rigida pratica, assai
diffusa, di impedire il rapporto diretto fra malato ricoverato in
Rianimazione e familiari, non risponde né a criteri di efficacia
delle cure, né a quelli di umanizzazione. Si ritiene, al contrario,
che una buona organizzazione e gestione delle attività nelle
Rianimazioni possa consentire il rapporto diretto fra malato e persone
legate da vincoli affettivi, preservando condizioni di piena sicurezza.
Che il raggiungimento di tale obiettivo sia possibile è dimostrato
ampiamente nelle strutture di Rianimazione anche calabresi che già
hanno adottato tale pratica". I direttori generali delle aziende
sanitarie ed ospedaliere sono invitati, pertanto, a promuovere, nei
rispettivi ambiti, l'iniziativa responsabilizzando direttamente il
Direttore sanitario "per la predisposizione di un adeguato progetto
organizzativo che tenga conto delle specificità delle strutture".
Il piano dovrà indicare le modalità e i tempi attraverso
cui garantire un rapporto quotidiano diretto fra familiari e malato.
Gli stessi manager dovranno provvedere al più presto ad inviare
all'Assessorato il progetto con l'indicazione della data di avvio
dell'iniziativa. Farmaci senza prescrizione: in Calabria già 17 punti vendita 20/11 In Calabria sono 17 le notifiche di inizio attività
per la vendita di farmaci senza prescrizione, già attive a
partire dal 15 novembre 2006, nei piccoli punti vendita. Non si registra,
invece, nessuna notifica per la vendita dei farmaci nella media e
grande distribuzione calabrese. Il dato emerge da un'analisi realizzata
dal Ministero della Salute, in collaborazione con Federfarma e Anifa,
pubblicata oggi dal Sole 24 Ore. Lo studio effettuato, a livello nazionale,
evidenzia che a 100 giorni dalla sua approvazione, il decreto Bersani,
che ha liberalizzato la vendita, anche al di fuori delle farmacie,
dei medicinali senza obbligo di ricetta, ha già ottenuto grandi
risultati. Gli sconti medi per i medicinali nella grande distribuzione
sono del 30 per cento, raggiungendo anche il 40-50 per cento. E le
farmacie si sono adeguate aumentando la media dei ribassi del 15 per
cento. In generale sono aumentati i 'corner'(punti vendita ) nella
Grande distribuzione organizzata (Gdo) e anche gli esercizi indipendenti
per la vendita dei farmaci da banco. Ma con alcune differenze tra
Nord a Sud. Nella Gdo è il Nord a sbancare. L' Emilia Romagna
è la prima regione per numero di punti vendita Gdo già
aperti; seguita poi dalla Lombardia e dalla Puglia. Punti vendita
nella Grande distribuzione sono, invece, quasi inesistenti al Sud.
Nessun 'corner' in Calabria, Basilicata, Sardegna e Sicilia. L' approvazione
del decreto Bersani ha permesso anche l' applicazione di nuove strategie
di vendita. Nei punti vendita già notificati l' assortimento
dei farmaci è molto più limitato che nelle farmacie:
si vende il prodotto che commercialmente 'tira' di più. Gli
sconti dei medicinali variano nella piccola e grande distribuzione;
ma anche in farmacia ora iniziano gli sconti per i 'prodotti stagionali'.
Nella Grande distribuzione vengono venduti già circa 3 mila
confezioni di farmaci senza prescrizione a settimana per singolo punto
vendita. Un aumento si registra, anche, nelle assunzioni di nuovi
farmacisti. Nei supermercati sono stati già assunti 134 farmacisti.
La Gdo prevede tre farmacisti a 'corner' con contratto del commercio.
Se nel 2008 i punti vendita nella Grande distribuzione raggiungeranno
il numero di 580, i farmacisti assunti saranno 1750. L’otto per cento dei calabresi soffre di mal di schiena 13/11 Otto calabresi su cento soffrono di lombosciatalgia cronica,
e cioé, tutti i giorni hanno a che fare con dolori alla schiena.
I dati sul mal di schiena sono stati resi noti nel corso di una conferenza
stampa a margine del Congresso della Società Italiana di Ortopedia
e Traumatologia (Siot) presieduto da Carlo Logroscino e Michel Oransky
e alla presenza del presidente Siot, Alessandro Faldini. In Italia
il mal di schiena è la ragione più comune, dopo il raffreddore,
di richiesta di una visita del medico di famiglia. Inoltre, rappresenta
uno dei motivi principali di assenza dal lavoro. La lombosciatalgia
cronica, secondo i dati Istat, colpisce 8 italiani su cento e questo
accade più al Nord (8,80) rispetto al Centro (7,70) e al Mezzogiorno
(6,60). Dai dati emerge, inoltre, che la Calabria è posizionata
al settimo posto nella graduatoria delle regioni italiane con un indice
dell'8,50%. Il mal di schiena colpisce chi è troppo sedentario
ma anche chi si muove troppo. Giocare a tennis e soprattutto giocare
a calcetto - è emerso dalla conferenza stampa del Congresso
della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia - può
essere causa di insorgenza di mal di schiena perché c'é
un'abnorme sollecitazione dell'apparato muscolare e perché
si fa attività su terreni pesanti. Uno dei luoghi dove il mal
di schiena è in agguato è la palestra. Si sovraccarica
l'apparato muscolare in modo esagerato e continuo. A rischiare sono
soprattutto coloro che fanno pesi o si esercitano agli attrezzi. Rischia
molto chi fa il body building anche perché talvolta si fa aiutare
dagli additivi. Gli incidenti stradali in Italia, e in Calabria, sono
moltissimi. A rimanerne coinvolti soprattutto i ragazzi ed i giovani
adulti. Spesso la strada è l'anticamera della sala operatoria.
Nel 2004 in Calabria (ultimi dati disponibili Istat) si sono verificati
3.602 incidenti stradali che hanno provocato 155 morti e 6.196 feriti
ed hanno rappresentato il 1.6 per cento di incidenti stradali verificatisi
in Italia in quell'anno. La provincia calabra dove si è registrato
il maggior numero di incidenti è quella di Cosenza (1.211).
Nelle altre province, nel 2004, si sono registrati 268 casi a Crotone,
751 in quella di Catanzaro, 249 in quella di Vibo Valentia, 1.123
in quella di Reggio Calabria. Il mese in cui, nel 2004, si sono registrati
più incidenti in Calabria è agosto dove 362 incidenti
hanno provocato 15 morti e 625 feriti. Il danno sociale relativo a
morti e feriti da incidenti stradali in Calabria nel 2004 ammonta
a 387 milioni di euro che corrisponde a 191 euro ad abitante. In Calabria
nel 2003 (ultimo dato disponibile del Ministero della Salute) sono
state ricoverate 4.261 persone, soprattutto uomini. La fascia più
colpita è quella degli adulti: sono stati ricoverati, infatti
1.833 uomini e 939 donne tra i 15 e i 64 anni. In Calabria 60mila malati di diabete, ma 20mila non lo sanno 08/11 In Calabria ci sono 60mila malati di diabete ed altri 20mila
non sanno di esserlo. Domenica, infatti a Catanzaro si svolgerà
la giornata della prevenzione durante la quale sarà possibile
effettuare gratuitamente un esame della glicemia. Nel corso della
giornata, organizzata dall' associazione Diabete Italia, sarà
possibile anche avere notizie sulla malattia e sulla prevenzione.
A Catanzaro saranno allestiti degli stand presso la Prefettura mentre
a Marcellinara la giornata di prevenzione del Diabete si svolgerà
nei locali dell'ex scuola materna. Medici, infermieri e volontari
saranno a disposizione per distribuire materiale informativo, fornire
consulenza medica e soprattutto per sottoporre gratuitamente i cittadini
all'esame della glicemia, una semplice puntura sul dito per scoprire
il livello degli zuccheri nel sangue. Ai cittadini sarà inoltre
fatto compilare un questionario diagnostico per conoscere il proprio
rischio diabete da qui a 10 anni. "In Calabria - ha detto il
coordinatore regionale della Giornata, dottoressa Titti Irace - si
stimano 60mila diabetici conclamati e altri 20mila non sanno di esserlo.
Per questo è importante controllare periodicamente la glicemia
e prevenire la malattia facendo attività fisica regolare (almeno
mezz'ora al giorno) e mantenendo sempre il peso giusto" Gravi ritardi per l’AS di Paola 08/11 La commissione sanita' e la segreteria territoriale dei Ds
del Tirreno cosentino esprimono il proprio rammarico per il forte
ritardo con cui si sta procedendo all' adozione di quegli strumenti
normativi indispensabili al corretto funzionamento dell' Azienda Sanitaria,
come la programmazione del territorio contemplata nel piano di riordino
della rete ospedaliera. ''Da mesi - sostiene il coordinatore di zona
Battista Maulicino - e' in atto un acceso dibattito che esprime i
legittimi diversi punti di vista; ora e' giunto il momento che il
confronto, sempre utile se condotto con spirito costruttivo, approdi
finalmente alla sede istituzionalmente deputata per la definitiva
valutazione degli atti di programmazione aziendale: la Conferenza
dei Sindaci del comprensorio. Il ritardo con cui si sta procedendo
puo' produrre effetti estremamente negativi decidere e' un doveroso
atto democratico nei confronti dei cittadini. A noi preme ancora una
volta sottolineare e rimarcare quelle che ci sono sembrate le linee
essenziali del piano. Puntare per prima sugli ospedali e' stato importante
perche' restano il punto di riferimento principale per medici e pazienti,
anche se rappresentano uno dei fattori di spesa piu' rilevanti. Purtroppo
tutti i dati ci dicono che siamo i presenza di un sistema insufficiente
e improduttivo che ha bisogno immediato di essere ammodernato, razionalizzato
e reso efficiente se non vuole implodere su stesso''. ''Aumento dei
ricoveri impropri - ha aggiunto Maulicino - bassi tassi di utilizzo,
bassa produttivita', trattamento di patologie di scarso peso: elementi
che alla lunga fanno del presidio ospedaliero non un luogo dove si
coniuga il meglio della tecnologia con il meglio delle professionalita',
ma un luogo inefficiente e sempre meno sicuro per lo stesso cittadino''. Federsif “La Lo Moro mantenga gli impegni o si dimetta” 08/11 "L' assessore regionale alla Salute se non è nelle
condizioni di rispettare gli accordi sottoscritti ed approvati dalla
Giunta dovrebbe dimettersi e lasciare il campo a chi è disponibile
ad assumersi le responsabilità delle azioni che compie e degli
impegni che assume". E' quanto afferma Alfonso Sala, presidente
nazionale delle Associazioni degli informatori scientifici del farmaco
(Federisf). In una lunga nota, il presidente Sala, "rifiuta,
con sdegno, le accuse provenienti da gruppi che diffondono false notizie
ed attribuiscono strumentalmente ad organismi democraticamente eletti
posizioni mai espresse, al solo fine di creare la confusione necessaria
per condurre a termine affari poco chiari. Questi signori anonimi
- sostiene il presidente di Federisf - parlano per bocca di chi ha
interesse a ché vengano messi nuovamente i ticket sui farmaci
e che non ci siano regole nell' informazione sui farmaci e hanno deciso,
a tavolino, di usare la Calabria come terreno di scontro per ostacolare
iniziative sorte, prima che in Calabria in Piemonte, Veneto, Umbria,
Basilicata, Sicilia, Sardegna e che sono in corso di discussione in
Liguria, Molise, Lazio, Campania e Puglia". "Non risponde
a verità - prosegue Sala - che il presidente nazionale uscente
abbia attribuito alla mancata applicazione dell' accordo Regione-Sindacato
la causa della crescita della spesa farmaceutica in Calabria. E' invece
vero che Federisf è stata, al momento, la sola associazione
a contestare l' interpretazione dei dati recentemente diffusi, sostenendo,
a ragione, che chi avrebbe valutato negativamente la spesa farmaceutica
della Calabria non avrebbe, sbagliando, tenuto conto della eliminazione
del ticket, oggi a carico della Regione e prima del cittadino. Né
avrebbe tenuto conto che in Calabria non viene effettuata la distribuzione
diretta dei farmaci attraverso gli ospedali, strumento attraverso
il quale nelle altre Regioni si scarica parte della spesa farmaceutica
nei capitoli di spesa di beni e servizi, facendo apparire più
bassa una spesa farmaceutica invece più alta e meno efficiente".
"L' associazione degli informatori scientifici del farmaco e
delle associazioni degli informatori scientifici del farmaco (Federisf)
- conclude il presidente Sala - pensa che la 'querelle' in corso sia
da attribuire a comportamenti istituzionali approssimativi e contraddittori,
che in Calabria firmano accordi con i sindacati e poi a Roma li rimettono
in discussione in sedi industriali" Parte la contrattazione decentrata. Accordo Lo Moro-Sindacati 07/11 Via libera alla contrattazione decentrata sull'organizzazione
del lavoro per oltre quattromila operatori della dirigenza medica,
veterinaria, sanitaria, tecnica, professionale ed amministrativa delle
aziende del comparto sanità della Regione Calabria. L'assessore
regionale alla Salute, Doris Lo Moro, ha firmato il relativo accordo
con i rappresentanti di 24 sigle sindacali di categoria. La firma
sul documento, relativo all'articolo 9 del contratto nazionale di
lavoro, è stata apposta negli uffici dell'assessorato alla
presenza, fra gli altri, del dirigente generale, Raffaele Faillace,
e dei dirigenti di settore. "L'articolo 9 del contratto di categoria
- è detto in un comunicato - prevede il coordinamento, da parte
delle Regioni, delle aziende sanitarie ed ospedaliere mediante l'emanazione,
previo confronto con le organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti,
di linee di indirizzo su materie determinate, genericamente o specificatamente
collegate all'attività della dirigenza. Si tratta dell'utilizzo
delle risorse regionali aggiuntive e destinate alla contrattazione
integrativa anche per il raggiungimento di finalità strategiche;
delle metodologie di incremento dei fondi in conseguenza di aumenti
o riduzioni stabili della dotazione organica e dell'attuazione della
formazione continua. Le linee di indirizzo riguardano inoltre i criteri
generali per l'individuazione dei sistemi di valutazione, la definizione
di standards prestazionali, la razionalizzazione ed ottimizzazione
delle attività connesse alla continuità assistenziale;
l'inserimento nei regolamenti aziendali dell'esercizio dell'attività
libero professionale intramoenia di criteri idonei a garantirne l'attuazione
e modularla coerentemente con le liste d'attesa; l'applicazione delle
norme sulla mobilità nei casi di esubero dei dirigenti".
Nell'accordo sottoscritto fra sindacati ed assessorato è detto
che "il coordinamento regionale non afferma un terzo livello
di relazioni sindacali", ma, spiegano negli uffici dell'assessorato,
"serve a garantire l'attuazione omogenea degli istituti contrattuali
nelle diverse aziende". Per quanto concerne le modalità
del confronto fra assessorato e organizzazioni sindacali, le parti,
è scritto nel documento, "ritengono opportuno approntare
uno schema di relazioni sindacali fondato sulla reciproca conoscenza
della sfera d'azione e dell'autonomia propria di ciascuna parte, nell'intendimento
di attuare un sistema di relazioni per il positivo sviluppo del dialogo
e delle sinergie tra gli attori del sistema". L'assessore Lo
Moro, "che ha partecipato attivamente - si afferma nella nota
- alla stesura del documento", ha espresso il suo giudizio positivo.
"Sono soddisfatta - ha detto - per il contenuto dell'intesa,
ma sopratutto per il clima di serenità e di collaborazione
registrato al tavolo della trattativa con le organizzazioni sindacali".
Il contratto è stato firmato dai segretari regionali di Anaao-Assomed,
Aaroi-Umsped, Anpo-Fials, Aupi, Cimo, Civemp (Sivemp-Simet), Cisl-Medici,
Medici-Uil, Fesmed, Fp-Cgil Medici, Confedir Sanità, Sidirss,
Sinafo, Snabi. A novembre uno screening di massa per meno giovani sui problemi cardiovascolari 31/10 "La chirurgia cardiovascolare, i suoi progressi e l'importanza
della prevenzione" è stato il tema di un incontro tenuto
a Cosenza dal direttore dell' Unità di Chirurgia vascolare
dell'Azienda ospedaliera dell'Annunziata di Cosenza e docente all'Università
"La Sapienza" di Roma, Franco Intrieri. Il dottor Intrieri
ha compiuto "un excursus storico, dallo sviluppo delle protesi
vascolari a partire dal 1950, fino all'affermarsi, in anni recenti,
della chirurgia endovascolare, che prevede la ricostruzione del vaso
ostruito e danneggiato non più con un intervento invasivo dall'esterno,
ma operando dall'interno, con metodo più dolce, tanto che l'operazione
viene spesso effettuata in anestesia locale. Le nuove tecnologie offrono
ogni giorno nuove risposte non solo per intervenire efficacemente,
ma anche per prevenire, offrendo l'opportunità, ad esempio,
di scoprire in tempo utile il temibile aneurisma dell'aorta addominale".
Intrieri ha infine preannunciato "una nuova conferenza nel mese
di novembre per informare ufficialmente sull'avvio di uno screening
di massa tra la popolazione meno giovane. Il paziente potrà
avere informazioni preziose attraverso una semplice ecografia" SLF/Cobas “Poco responsabile il comportamento dell’ass. Lo Moro sui farmaci” 30/10 In una nota a firma del segretario nazionale aggiunto, Angelo
Vitale, il Sindacato dei lavoratori dell'industria farmaceutica (Slf
cobas) sottolinea "i ritardi dell'assessorato regionale alla
Salute nel rendere operativa la delibera di Giunta del 29 giugno scorso
con la quale è stato approvato il protocollo d'intesa per la
regolamentazione dell'informazione scientifica sui farmaci",
esprimendo, al contempo, "grande disappunto per il comportamento
poco responsabile di chi ha il compito di gestire la sanità
in Calabria". "Il protocollo approvato dalle associazioni
culturali degli informatori scientifici del farmaco e da Cgil, Cisl
e Uil e condiviso da Slf cobas, e quindi da tutte le rappresentanze
degli informatori, fatto mai avvenuto in precedenza, non è
gradito a talune industrie, che, oltre a produrre forti pressioni
sull'Assessorato alla Salute, sta raccogliendo attraverso dipendenti,
forse non sufficientemente indipendenti, firme di protesta da esibire
a conforto delle loro posizioni. In buona sostanza si vuole contrapporre
alle posizioni espresse dalle parti sociali e dalle associazioni culturali
le posizioni di chi ha interesse a che la spesa farmaceutica aumenti
indipendentemente dalle reali esigenze di salute dei cittadini e delle
risorse disponibili. A questo punto è necessario che l'Assessore
alla Salute dica chiaramente da quale parte sta e, più esattamente,
se intende applicare gli strumenti di contenimento della spesa farmaceutica
identificati insieme alle organizzazioni sindacali ed alle associazioni
culturali degli informatori scientifici oppure se intende assecondare
le pressioni ricevute da talune industrie che intendono incrementare
le vendite dei farmaci in Calabria". "E' necessario inoltre
- sostiene ancora il sindacato Slf cobas che l'Assessore chiarisca
perché alcune Asl hanno avviato la distribuzione dei farmaci
agli assistiti attraverso gli ospedali invece che presso le farmacie
private sotto casa o nel loro comune, creando gravi disguidi agli
ammalati e alle loro famiglie, senza produrre alcun risparmio documentabile
e violando accordi vigenti sottoscritti dal suo predecessore e dalle
organizzazioni sindacali e dalle categorie, che hanno prodotto un
risparmio di 27 milioni di euro ed un migliore servizio all'utenza.
L'Assessore alla Sanità e la Giunta regionale hanno la responsabilità
dell'assistenza farmaceutica e dei posti di lavoro di quanti operano
nel settore, entrambi messi in discussione da scelte politiche azzardate
e da industrie che usano l'occupazione come merce di scambio nei riguardi
di governi che intendono ricondurre la vendita dei farmaci entro limiti
accettabili. Auspichiamo che la Giunta regionale, invece di assecondare
industrie che mirano solo ad accrescere i loro utili, che investono
in altre regioni e non in Calabria, tuteli i lavoratori che operano
nella farmaceutica, evitando che la Regione stessa continui ad essere
trattata solo come un mercato da sfruttare. L'Assessorato alla Sanità
badi a garantire l'assistenza farmaceutica agli ammalati ed i posti
di lavoro degli informatori scientifici del farmaco (circa 1100),
smettendola di scopiazzare soluzioni applicate da chi ha altre esigenze,
altre strutture e altre risorse sulle quali contare e rinunci, inoltre,
ad accettare le lusinghe di industrie che già affermerebbero
che l'Assessorato alla Sanità avrebbe deciso di rompere i rapporti
con i sindacati e di disattendere la delibera 445 approvata della
Giunta e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione". Paolini (Aiop) “Contratto non firmato per carenze dei fondi delle regionI”. Solidarietà della conferenza delle Regioni ai lavoratori 26/10 ''E' ben noto alle parti interessate che, se fino ad oggi non
si e' potuto procedere alla firma del nuovo contratto, e' perche'
le Regioni non hanno, nonostante gli impegni assunti, dato la copertura
ai maggiori costi che vengono a gravare sulle case di cura gia' flagellate
dagli abbattimenti dei budget e delle tariffe''. E' quanto afferma
in una nota Enzo Paolini, presidente regionale dell' Aiop. ''Come
spesso succede - prosegue - le organizzazioni sindacali, in presenza
di rivendicazioni legittime, applicano strategie errate quanto fuorvianti,
ricorrendo ad informative parziali se non omissive. Come e' il caso
dell' incontro avvenuto in sede Aiop per la definizione dell' iter
della firma del nuovo contratto che interessa i lavoratori dell' ospedalita'
privata. Nonostante l' inadempienza delle Regioni, l' Aiop si e' dichiarata
disponibile a riconoscere, con decorrenza immediata, gli aumenti previsti
dal nuovo contratto mentre per le annualita' pregresse la compensazione
degli aumenti maturati va trattata, Regione per Regione, sulla base
della copertura effettivamente corrisposta dai governi regionali alle
case di cura. Ne' Aiop, quindi, ne' altri hanno mai affermato 'che
si puo' fare il contratto ma senza arretrati, facendo cosi' sparire
tre anni di salario dalle tasche dei lavoratori'''. ''Una proposta
corretta e leale da dividere - aggiunge Paolini - in due tempi: l'
applicazione immediata del nuovo contratto ed il pagamento degli aumenti
maturati, per l' ineludibile ruolo che le Regioni sono chiamate a
svolgere, viene strumentalmente travisata nella consapevolezza che,
riportandola correttamente, venivano a mancare i presupposti per inscenare
l' occupazione della sede dell' Aiop. In questo contesto si inserisce
la dichiarazione, piu' irresponsabile che provocatoria, dell' assessore
regionale alla Sanita' della Toscana, Enrico Rossi, peraltro coordinatore
di tutti gli assessori regionali nella conferenza Stato-Regioni''.
''Una sorta - conclude - di ritenuta alla fonte, in pratica, applicata
d' imperio e con la deliberata e consapevole violazione degli obblighi
contrattuali certamente non modificabili unilateralmente. Piu' opportunamente
e in sintonia con le responsabilita' affidategli, l' assessore alla
sanita' della Toscana farebbe bene, nella programmata conferenza Stato-Regioni
di domani, di chiedere conto ai colleghi delle altre Regioni che fine
hanno fatto gli impegni assunti con le case di cura per concorrere
alla copertura dei nuovi aumenti contrattuali''. A Reggio e Cosenza la campagna “Apri gli occhi” 24/10 Farà tappa da giovedì anche in Calabria, ed in
particolare a Reggio e Cosenza, la campagna di prevenzione "Apri
gli occhi" per la conoscenza e la prevenzione dei disturbi della
vista dedicata ai bambini. L'iniziativa, che in Calabria sarà
ospitata fino a sabato 4 novembre, è promossa dalla sezione
italiana dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità
(Iapb), in collaborazione con il Ministero della Salute. Vista la
grande adesione al progetto in occasione deella scorsa edizione la
campagna quest'anno porterà il tema della salvaguardia della
vista nelle scuole di 30 città in tutta Italia. A Reggio Calabria
e Cosenza "Apri gli occhi" farà tappa in numerose
scuole elementari. In ogni istituto sarà organizzato uno spettacolo
educativo-scientifico della durata di 40 minuti. Gli attori coinvolgeranno
direttamente i bambini con dimostrazioni pratiche di alcuni fenomeni
legati alla vista. Durante lo spettacolo si farà riferimento
ai personaggi di una storia contenuta nel dvd divulgativo, "Il
pipistrello Bat", che sarà distribuito a tutti i bambini.
Un divertente cartoon della durata di circa 20 minuti, in cui, in
un'inusuale cornice boschiva, Bat, un piccolo pipistrello miope, insieme
a Mr Gugù, un insegnante-gufo dal caratteristico accento inglese,
e a Foxy, una volpe-oculista, tra le dispettose incursioni dei gufetti
Gupy, Mugy, Whoopy e Nerino, parleranno della vista, dell'occhio e
del modo di conservarli in salute. Il dvd contiene al termine un questionario
interattivo che permetterà alla Iapb Italia di fare una mappatura
dei problemi più diffusi connessi alla vista e dei comportamenti
delle famiglie italiane in fatto di salute visiva. Oltre al dvd sarà
distribuito un opuscolo da leggere insieme ai genitori con alcuni
consigli per salvaguardare la vista. "Si tratta - è detto
in un comunicato - di un'iniziativa che unisce a un alto valore scientifico
un forte richiamo sociale: nel mondo vi sono circa 37 milioni di non
vedenti (un milione e 500 mila dei quali hanno meno di 15 anni) e
124 milioni di ipovedenti (coloro che hanno un visus inferiore a 3/10).
In Italia i non vedenti sono circa 350 mila e gli ipovedenti oltre
1 milione e 500 mila. La Iapb Italia, con questa campagna, coinvolgerà
più di 100 mila bambini dai 6 ai 10 anni e, naturalmente, i
loro genitori e insegnanti". L'Agenzia internazionale per la
prevenzione della cecità è un organismo non governativo
riconosciuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. I dipendenti delle case di cura di Belvedere pronti ad occupare l’AS 19/10 I circa 400 dipendenti delle case di cura di Belvedere Marittimo lamentano lo stato di crisi che ha colpito le strutture private dove prestano servizio e sono pronti a mettere in atto ogni forma di protesta per vedere tutelati i propri diritti. Qualora fallisse il tentativo dei sindaci di Belvedere Marittimo, Buonvicino, Sangineto, Bonifati, Acquappesa, Fuscaldo, Guardia Piemontese, Maiera', Santa Maria del Cedro e Belmonte Calabro, nella riunione prevista per lunedi' prossimo all'assessorato regionale alla Sanita' con Doris Lo Moro, i dipendenti delle case di cure, sostengono, stanno valutando la possibilita' di occupare la sede dell'Azienda sanitaria di Paola e, successivamente, della sede della Giunta regionale, come e' gia' avvenuto negli anni scorsi. Ass. Lo Moro “Il Papa Giovanni tra le priorità” 18/10 "Il Papa Giovanni XXIII è tra le priorità
alle quali lavoriamo. L'obiettivo principale è tutelare gli
ospiti della struttura, sia dal punto di vista sanitario che sotto
l'aspetto della loro dignità umana". E' quanto ha detto
l'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, rispondendo ad una
domanda del settimanale "Gente", in edicola oggi, circa
la vicenda della struttura sanitaria Papa Giovanni che è stata
sequestrata nei giorni scorsi. "La mole di debiti - ha aggiunto
- è tale da costituire un serio ostacolo. E' una situazione
assai complessa, perché occorre rispondere, oltre che all'interesse
dei pazienti, all'esigenza di salvaguardare i 600 posti di lavoro
finora garantiti dall'istituto. Ciò che certamente la Regione
non può fare, perché non ne ha titolo, è farsi
carico della situazione debitoria dell'ente, che è pur sempre
un soggetto privato. La Fondazione che gestisce l'istituto ha accantonato
l'ipotesi di una cessione ai privati, che non avrebbe garantito il
pieno soddisfacimento degli obiettivi. Stiamo quindi lavorando alla
costituzione di un soggetto misto pubblico-privato che permetterà
di riconvertire l'istituto in una moderna struttura riabilitativa".
"L'Asl competente, supportata dalla Regione, - ha concluso l'assessore
- ha affidato a Sviluppo Italia lo studio di fattibilità. Sono
fiduciosa nell'esito positivo". In Calabria giovani depressi e malati per colpa delle tecnologie 17/10 In Calabria nove giovani su dieci 'abusano' dei "media
elettronici", di internet, chat, blog e cellulare. E il dieci
per cento dei ragazzi, fra i 10 e i 14 anni, soffre di depressione,
ansia da confronto e fobie da mancanza d'identità. Questi dati
sono emersi nel corso del Congresso Nazionale della Società
Italiana di Psichiatria. Il 90 per cento degli under 21 usa in modo
compulsivo le nuove tecnologie. Di questi oltre 5.200, ogni anno,
sviluppano una forma di psicodipendenza più frequente nei maschi.
Questa generazione, chiamata "generazione wireless", cioé
'senza fili', è costituita da adolescenti il cui comportamento
e stile di vita è caratterizzato dall'utilizzo in modo intensivo
e compulsivo dei media digitali. Circa il 5 per cento dei 105 mila
ragazzi calabresi di età compresa tra 17 e 21 anni sono in
tutto e per tutto dipendenti dal mondo virtuale. Per loro internet,
blog, chat e telefonini sono una vera e propria droga. Ma, secondo
recenti stime degli esperti, un giovane su cinque fra i 'tecnodipendenti'
è anche affetto da un disturbo della personalità intesa
come difficoltà di relazione con se stessi e con gli altri
o da un'altra patologia mentale. "Si parla di dipendenza - spiega
il presidente della Società di Psichiatria della Calabria,
Raffaella Violetta - se il ragazzo ha sintomi di astinenza quando
è costretto a stare lontano dal computer o dal telefonino e
se ci sono segnali che indicano la perdita del contatto con la realtà.I
giovani 'intossicati' dalle tecnologie si assentano da scuola per
molti giorni senza una reale giustificazione o addirittura l'abbandonano,
perdendo contatti con il gruppo degli amici e partecipando sempre
meno alle attività familiarì. Il profilo del ragazzo
che si rifugia patologicamente nella rete è quello di un soggetto
fragile con segni di una depressione, che non riesce a contrastare
forse proprio a causa dell'incapacità di regolare le proprie
emozioni. Anche per la dipendenza da telefonino tutto fa supporre
che giovani e giovanissimi, che non riescono a staccarsi dal cellulare
per chiamate o messaggini finiscono con lo sviluppare una dipendenza
forte e patologica, associata a disturbi emozionali". Ma oltre
nove mila giovani in Calabria soffrono, anche, di depressione, ansia
da confronto e fobie da mancanza d'identità. Ma solo il 40
è in contatto con gli specialisti e meno del 30 per cento dei
casi di depressione viene diagnosticato. Solo il 15 per cento dei
giovani pazienti riceve cure adeguate, anche se solo per brevi periodi.
Dopo un anno, solo un adolescente su sei é ancora in trattamento.
I problemi più diffusi sono l'ansia del confronto e la fobia
della mancanza di identità, cioé l'incapacità
di definire la propria identità e quindi di operare delle scelte,
che riguarda il 6,5 per cento dei preadolescenti. Ma si avvertono,
anche, i disturbi del comportamento (1,2 per cento) e la depressione
che, secondo alcune stime, interessa addirittura il 15 per cento degli
adolescenti. Questi disagi sono più frequenti nelle ragazzine
(60 per cento dei casi). Il sesso femminile può essere considerato
un "fattore di rischio" per i disturbi emozionali, come
lo sono la convivenza con un solo genitore, avere una madre poco istruita
o una famiglia con basso reddito. "Nel caso della depressione
- spiega Raffaella Violetta - viene diagnosticato meno del 30 per
cento dei casi. Per di più, i ragazzini in cui è stata
riconosciuta una depressione vengono difficilmente curati in maniera
corretta. Ciò riflette quanto accade anche fra gli adulti.
La maggior parte dei pazienti con depressione interrompe il trattamento
appena inizia a sentirsi meglio, e quando i sintomi sembrano meno
gravi. Purtroppo, cure inadeguate o non protratte abbastanza a lungo
non fanno che aumentare il rischio di ricadute". Il 50 per cento
dei disturbi dell'umore si manifesta proprio durante la preadolescenza.
Il vero obiettivo è 'intercettare' i pazienti prima che sia
troppo tardi, in modo da intervenire con le cure più opportune
ed evitare le pesanti conseguenze dei disturbi mentali, come il suicidio,
l'abuso di sostanze, i disturbi del comportamento alimentare o i problemi
di adattamento sociale. "Soprattutto la famiglia e la scuola
- aggiunge Violetta - possono e devono accorgersi dei segnali di disagio
dei giovani. Purtroppo l'età che va dai 10 ai 18 anni è
molto critica per l'insorgenza dei disturbi mentali, rappresenta una
specie di "terra di nessuno". I neuropsichiatri infantili
si occupano di solito di patologie della prima infanzia, mentre gli
psichiatri curano i pazienti dopo i 18 anni; anche se di fatto non
esiste una psichiatria preadolescenziale e adolescenziale. Questa
situazione, infatti, rende ancora più difficile la prevenzione,
il monitoraggio e il trattamento dei disturbi mentali nei giovanissimi" Il 17% dei calabresi allergici sul posto di lavoro 13/10 In Calabria il 17 per cento degli allergici soffre di questa patologia sul posto di lavoro. Il dato emerge da un' indagine realizzata da Gfk-Eurisko, in collaborazione con la Fondazione Charta e la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa per conto di Schering-Plough ed e' stata presentata nel corso di una conferenza stampa a Milano. I malati chiedono di abbattere le ''barriere allergologiche'' e dopo aver reso gli uffici liberi dal fumo chiedono a datori di lavoro di renderli anche ''liberi da allergie''. I medici invitano a non sottovalutare i sintomi e a guardare con fiducia agli antistamicini di seconda generazione, come la desloratadina, che consentono di controllare i sintomi della rinite persistente senza influire sulle attivita' lavorative e sul rendimento scolastico. Il 45 per cento dei calabresi allergici intervistati dice che nel proprio ambiente di lavoro o nell'aula scolastica affronta quotidianamente almeno due-tre condizioni di rischio: la presenza di muffe (15 per cento), la condensa alle finestre (14 per cento), l'impossibilita' di aprire le finestre perche' assenti o sigillate (6 per cento), l'immissione di polveri (9 per cento), la scarsa pulizia (13 per cento), il fatto di trovarsi in un edificio storico con tutto cio' che ne consegue (21 per cento) e l'alta concentrazione di persone per metro quadro (42 per cento). Nel 60 per cento dei casi tutti i sintomi sono riconducibili ad insufficienza respiratoria causata dalla polvere. Le allergie a scuola o al lavoro sono diventate, ormai, un' emergenza sociale. Il 39 per cento degli italiani intervistati si rivela un ''forte sofferente'' perche' questo loro vivere ''senza respiro'' in ufficio o nelle aule ha un fortissimo impatto nella vita quotidiana. Tanto che lamentano un trenta per cento in meno di produttivita' che, per un terzo degli allergici, si traduce in piu' di due giornate di lavoro o di lezioni perse ogni anno. Queste allergie non conoscono stagionalita' e sono presenti, dunque, tutto l'anno. La percentuale piu' alta riguarda proprio la Calabria, con 17 allergici su 100 sul posto di lavoro. Alte percentuali si registrano anche in Liguria, Campania, Emilia Romagna, Sardegna, Sicilia, Lazio e Toscana. Per il 21 per cento degli intervistati su scala nazionale ci sono almeno quattro elementi di rischio. La situazione peggiora molto nel Lazio (si arriva al 30 per cento) e in Calabria e Basilicata (29). ''Purtroppo molti pazienti - spiega il responsabile del Centro di Allergologia pediatrica dell'Universita' di Verona e oridinario di Pediatria, Attilio Boner - non sanno di soffrire di rinite allergica persistente, ovvero di quella forma che secondo le recenti linee guida Aria si manifesta per piu' di quattro giorni la settimana e per piu' di quattro settimane l'anno. Anche perche' la patologia si presenta spesso con la sensazione di naso chiuso, che viene progressivamente considerata normale. Questo quadro va invece affrontato anche per ridurre il rischio che la rinite porti allo sviluppo di asma bronchiale. Oggi disponiamo tra l'altro di antistaminici di seconda generazione, come la desloratadina, che oltre ad essere efficaci sui sintomi non provocano sedazione e non influiscono sull'attivita' lavorativa''. Dall'indagine Gfk-Eurisko emerge anche che gli italiani mostrano scarsa attenzione verso questa patologia. Una persona su cinque non e' mai andata dal medico per questi problemi e il 27 per cento degli intervistati non prende alcuna misura terapeutica nei confronti della patologia e dei sintomi. ''Dobbiamo insegnare ai ragazzi - dice Mauro Calzolari, componente dell'Area respiratoria della Societa' italiana di Medicina generale (Simg) e presidente della sezione di Varese - che l'allergia e' una malattia cronica che ha bisogno di trattamento, sia nell'ambiente di lavoro sia con i farmaci. Il medico ha un ruolo fondamentale sia per riconoscere l'origine dei sintomi e indicare l'eventuale terapia, sia per creare una maggior consapevolezza sul ruolo dell'ambiente nella genesi di queste patologie. Come Simg ci stiamo muovendo in questa direzione''. Secondo il presidente di Federasma, Carlo Filippo Tesi ''e' fondamentale arrivare ad abbattere le 'barriere allergologiche' in modo che i pazienti con allergia respiratoria, gia' penalizzati dalla patologia, non siano trattati anche dallo Stato come cittadini di serie B. Attualmente nessun dispositivo di legge obbliga ad arredare e corredare uffici e scuole evitando l'impiego di moquette, tappeti, tendaggi, poltroncine e divani imbottiti, ovvero di arredi che possono risultare insopportabili per il soggetto allergico'' In Calabria le giornate sulla sclerosi multipla 13/10 Lo scorso anno in Calabria l'iniziativa delle giornate per
la sclerosi multipla, in programma sabato e domenica, ha consentito
la raccolta di oltre 56.500 euro, fondi che sono stati impiegati per
il 50% per l'assistenza alle persone con sclerosi multipla e il sostegno
alle loro famiglie, e per la restante parte per il finanziamento della
ricerca scientifica. Le persone con sclerosi multipla in Calabria
sono circa 1.500. Sul territorio sono presenti 5 Sezioni AISM a Catanzaro,
Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia. In Calabria le
Sezioni AISM offrono alle persone con sclerosi multipla e ai loro
familiari i seguenti servizi di assistenza: segretariato sociale,
supporto all'autonomia della persona, attivita' ricreative e di socializzazione,
telefono amico, trasporto, visite specialistiche, fisioterapia ambulatoriale
e domiciliare e attivita' di informazione, sensibilizzazione e raccolta
fondi. I soci e i sostenitori sui quali l'AISM puo' contare in questa
Regione sono circa 18.000. In un anno le ore dedicate dai volontari
della Calabria alle persone colpite da sclerosi multipla superano
le 86.000. In particolare 1.000 ore sono impegnate nella segreteria
sociale, piu' di 4.000 nell'aiuto domiciliare e 8.000 ore nell'attivita'
ricreativa e di socializzazione. Nella Sezione AISM di Reggio Calabria
e' attivo il Centro sociosanitario per le persone con sclerosi multipla
del territorio. Il Centro offre servizi di terapia riabilitativa,
ambulatoriale e domiciliare, assistenza medico specialistica, consulenza
legale, assistenza fiscale, segretariato sociale, supporto al ricovero
ospedaliero e trasporto con mezzi attrezzati. La Sezione AISM di Cosenza
offre servizi di segretariato sociale e telefono amico, servizi di
trasporto, supporto all'autonomia della persona, supporto al ricovero
ospedaliero, assistenza medico specialistica anche domiciliare e,
infine, consulenza legale. I fondi, che saranno raccolti con la prossima
edizione di ''Una Mela per la Vita'', verranno utilizzati per mantenere
e potenziare le attivita' di assistenza alle persone con sclerosi
multipla e alle loro famiglie e per finanziare le attivita' di ricerca
scientifica. Le citta' della Calabria visitate da ''Una Mela per la
Vita'' sono: Catanzaro, Cosenza, Aprigliano, Altomonte, Belsito, Casole
Bruzio, Cellara, Cariati, Castiglione, Castrovillari, Celico, Cerzeto,
Corigliano Calabro, Dipignano, Domanico, Donnici, Fagnano Castello,
Fiumefreddo, Francavilla Marittima, Fuscaldo, Laurignano, Mangone,
Mendicino, Marano Principato, Montalto Uffugo, Longo Bucco, Pedace,
Pietrapaola, Redipiano, Rende, Rocca Imperiale, Roggiano Gravina,
Rogliano, Rose, Rossano, Rovito, San Giovanni In Fiore, San Fili,
San Lucido, San Marco Argentano, San Pietro In Guarano, Spezzano Della
Sila, Villapiana , Acri, Crotone, Crucoli, Ciro', Ciro' Marina, Torre
Melissa, Rocca Di Neto, Belvedere Spinello, Umbriatico, Reggio Calabria,
Archi, Bagaladi, Bagnara, Catona, Cinquefrondi, Gioia Tauro, Lazzaro,
Pellaro, Polistena, Siderno, Vibo Valentia, Ionadi. Allarme sociale in Calabria: in aumento la dislessia 12/10 In Calabria, così come nelle altre regioni del sud,
su cento bambini che frequentano la scuola elementare, 34 hanno difficoltà
di apprendimento. Di questi, in 10 sono dislessici veri e propri;
12 sono bambini con difficoltà scolastiche legate piuttosto
ad un disagio ambientale, scolastico o familiare e 12 sono bambini
che, alla fine della seconda elementare, riescono da soli a superare
e risolvere le difficoltà. Il dato è emerso a Roma in
occasione della presentazione del Convegno sui Disturbi dell' Apprendimento
organizzato a Roma dall'Istituto di Ortofonologia il 14-15 ottobre.
"Spesso si arriva con troppa facilità alla diagnosi di
dislessia- hanno spiegato Federico Bianchi di Castelbianco e Magda
Di Renzo, psicoterapeuti dell' età evolutiva dell' Istituto
di Ortofonologia di Roma - il criterio diagnostico è basato
sulle evidenti difficoltà di apprendimento e sulla impossibilità
di attribuire questa difficoltà ad una causa. Pertanto se i
bambini presentano deficit neurologici, sensoriali o hanno subito
traumi psichici non rientrano in questa diagnosi. Ma la grande discordanza
oggi è tra chi ipotizza che alla base ci sia una causa genetica
o comunque biologica e chi, come noi dell' Istituto di Ortofonologia
di Roma, attribuisce fondamentalmente ad una non adeguata maturità
affettiva l' insufficiente espansione dell' organizzazione del pensiero
complesso". Per colpa dell’obesità, una inversione di tendenza nella longevità 10/10 Le malattie determinate all’obesità e dal soprappeso
che ormai interessa un bambino italiano su tre mettono a rischio il
primato nazionale di longevità in Europa, con la piu’
alta aspettativa di vita dopo i 65 anni, conquistato grazie soprattutto
ad una alimentazione fondata sui principi della dieta mediterranea.
E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’Obesity
day nel sottolineare la necessità di trasferire alle nuove
generazioni i principi di una corretta alimentazione fondata su cibi
come la frutta e verdura che assicurano naturalmente l’equilibrio
dietetico necessario a rimanere in forma. Pane, pasta, frutta, verdura,
extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola
in pasti regolari garantiscono agli oltre dieci milioni di italiani
over 65 una vita media di 77,4 anni per gli uomini e di 83,6 anni
per le donne, nettamente superiore alla media europea, che - sottolinea
la Coldiretti - potrebbe non essere raggiunta dai giovani. La colpa
è - sostiene la Coldiretti - dell’abbandono della tradizionale
cultura alimentare fondata sulla dieta mediterranea, con un aumento
record dei casi di obesità o soprappeso, che riguardano il
36 per cento dei ragazzi attorno ai dieci anni, il valore più
alto tra i Paesi Europei secondo una indagine Merrill Lynch. L’allarme
lanciato dal Congresso Internazionale sull’Obesità ha
messo infatti in evidenzia il rischio - riferisce la Coldiretti -
che i ragazzi di questa generazione per la prima volta nella storia
potrebbero essere i primi ad avere una vita piu’ breve dei propri
genitori per colpa delle malattie causate dall’obesità
e dal soprappeso che interessano nel mondo un miliardo di persone,
un numero superiore agli 800 milioni che soffrono di denutrizione.
Nella sola Unione Europea si stima che - precisa la Coldiretti - 400mila
ragazzi perdano ogni anno la forma fisica con oltre 14 milioni di
giovani considerati soprappeso (dei quali tre milioni obesi). Le malattie
collegate direttamente all’obesità sono responsabili
di ben il 7 per cento dei costi sanitari dell’UE poiché
l’aumento di peso è - sottolinea la Coldiretti - un importante
fattore di rischio per molte malattie come i problemi cardiocircolatori,
il diabete, l’ipertensione, l’infarto e certi tipi di
cancro. La preoccupazione che si sta diffondendo in Europa coinvolge
direttamente anche l’Italia dove - sottolinea la Coldiretti
- su 5 milioni di obesi 800mila sono affetti da obesita' grave secondo
i dati divulgati nel Congresso Nazionale di Chirurgia dell'Obesita'
dal quale è emerso anche che le spese socio-sanitarie dell'obesita'
in Italia sono stimate in circa 23 miliardi di euro annui, per piu'
del 60 per cento dovute all'incremento della spesa farmaceutica e
ai ricoveri ospedalieri. Per questo - sostiene la Coldiretti - occorre
intervenire nelle case e nelle scuole con una maggiore attenzione
ai menu’ anche delle mense dove deve essere garantita la presenza
di cibi sani come i prodotti tradizionali e la frutta e verdura locale
che troppo spesso mancano dalle tavole delle giovani generazioni.
Un obiettivo che - continua la Coldiretti - può anche essere
incentivato con l'aiuto dei nuovi distributori automatici di frutta
e verdura snack che si stanno diffondendo e dove è possibile
acquistare frutta fresca, disidratata o spremute senza aggiunte di
zuccheri o grassi come alimento rompi-digiuno per una merenda sana
alternativa al “cibo spazzatura”. Una strada che - conclude
la Coldiretti - sta per essere percorsa anche negli Stati Uniti con
l’impegno delle principali industrie multinazionali (Kraft Foods,
Mars, Campbell Soup, Danone and PepsiCo) a ridurre il contenuto di
grassi, zucchero e sale negli snacks venduti in macchinette, negozi
o bar nelle scuole americane assunto dopo la battaglia condotta dalla
William J. Clinton Foundation dell’ex Presidente USA Assemblea dei medici precari il 12 04/10 Il recente accordo di medicina generale – è detto
in una nota- pubblicato sul B.UR.C della Regione Calabria del 16/09/2006
prevede la soppressione di numerose postazioni di Guardia Medica.
Per tale motivo , i medici precari cosiddetti " trimestrali "
indicono una pubblica assemblea per giorno 12 ottobre 2006 alle ore
15,30 che si terrà presso la sede dell'Ordine dei Medici della
provincia di Cosenza alla presenza del presidente Dott. Eugenio Concioni,
viste le preoccupanti ripercussioni che tale accordo avrà sia
sulle popolazioni coinvolte, sia sul futuro occupazionale di tantissimi
medici precari Riunione dei DS sulla sanità regionale 04/10 E' durata fino a notte inoltrata la riunione del gruppo regionale
dei Ds, convocato in maniera urgente e straordinaria dal capogruppo
Franco Pacenza nella sede regionale del partito a Lamezia Terme, su
richiesta dell' assessore alla sanità, Doris Lo Moro. Tutti
presenti alla riunione, compresi il presidente del Consiglio Regionale
Peppe Bova ed il vicepresidente della Giunta, Nicola Adamo, che era
stato impegnato ieri fino a tarda sera a Catanzaro in importanti appuntamenti
legati alle nuove deleghe attribuitegli dal presidente Loiero al termine
della verifica regionale. Ma l' importanza e delicatezza della riunione
è data anche dalla presenza del segretario regionale, Carlo
Guccione. Bocche cucite al termine della lunga discussione in cui
sarebbero emerse alcune preoccupazioni legate a ritardi o rallentamenti
sull' accelerazione di percorsi di riforma ed investimenti strutturali
all' interno del sistema sanitario calabrese, tra cui alcuni atti
aziendali che la Giunta è chiamata ad approvare domani nel
corso della sua riunione ed il gruppo dei Ds nella sua interezza e
compatezza si è schierato a fianco dell' assessore Doris Lo
Moro. La discussione si è poi spostata anche su altri punti
che sono domani all' ordine del giorno dell' esecutivo. "La nuova
fase - dice oggi Pacenza in una lunga dichiarazione all' Ansa - per
i Ds significa anche questo: un lavoro di squadra tra Giunta, consiglieri
e partito che sulle questioni strategiche e di fondo oggetto anche
dell' adeguamento programmatico della maggioranza intende svolgere
fino in fondo il lavoro di stimolo e di suggerimento. Nei prossimi
giorni - prosegue Pacenza - presenterò al gruppo e al partito
una vera e propria proposta organica di lavoro, dai fatti di gestione
alle proposte legislative, che possa trovare i Ds come punto di riferimento
certo e di garanzia. Noi la sfida la vogliamo reggere e svolgere per
davvero" Ass. Lo Moro “Via libera alla stabilizzazione dei medici dell’emergenza territoriale 03/10 Via libera dall'assessorato regionale alla Salute alla soluzione
della vertenza dei medici dell'emergenza territoriale, del servizio
di guardia medica e della medicina dei servizi, finora operanti in
regime di convenzione, per i quali si apre la possibilita' della stabilizzazione.
Il direttore generale del Dipartimento, Raffaele Faillace, ha firmato
questo pomeriggio, davanti ai rappresentanti delle associazioni sindacali
di categoria, il decreto attuativo della legge regionale numero 7
approvata durante lo scorso agosto dal Consiglio regionale, che prevede
il passaggio al servizio sanitario regionale. ''I contenuti del decreto,
che pone fine ad una vertenza aperta dal 2000 | si legge in una nota
diffusa dallo staff dell'assessore Doris Lo Moro - sono stati illustrati
dallo stesso Faillace alle organizzazioni sindacali, presenti il capo
struttura Carlo Scalfaro, il dirigente di settore Rubens Curia e la
dirigente Rosanna Maida. Saranno ora le aziende sanitarie locali a
dare concreta attuazione al decreto dirigenziale attingendo alla graduatoria
dei medici da inquadrare a tempo indeterminato, secondo le loro esigenze,
nelle aree indicate: prevenzione, emergenza territoriale, area sanitaria
territoriale, servizi sociali. L'iter conclusivo della vicenda | prosegue
la nota - ha avuto un decisivo impulso il 14 marzo scorso con l'accordo
siglato fra i sindacati firmatari del contratto dei medici di medicina
generale e l'assessore Doris Lo Moro''. Positive le valutazioni dei
sindacalisti, che si sono dichiarati d'accordo all'unanimita' con
le direttive formulate dall'assessorato. In una nota, Cisl medici,
Fimmg, Fp-Cgil, Federazione medici-Uil Fpl esprimono ''viva soddisfazione
per la definizione dell'iter procedurale finalizzato all'inquadramento
nei ruoli dei dirigenza medica dei medici dell'area delle convenzioni
della medicina generale contenute del decreto dirigenziale conclusivo
dell'assessorato alla Salute''. I sindacati ''ringraziano l'assessore,
il direttore Faillace ed i funzionari del settore di medicina generale
per l'impegno profuso nel corso dell'ultimo anno, durante il quale
il confronto con i sindacati medici si e' contraddistinto per la fattiva,
partecipata e proficua collaborazione dall'inizio dell'attuale legislatura
regionale fino alla soluzione della vertenza''. I sindacati auspicano
che lo stesso impegno ''venga dedicato all'attivazione delle nuove
procedure concorsuali per i medici che nel frattempo abbiano maturato
i titoli cosi' come previsto dal decreto legislativo 229/99''. Anche
l'assessore Lo Moro esprime la sua soddisfazione. ''Sono felice |
afferma - di constatare che l'iter relativo alla stabilizzazione dei
medici sia stato completato con il pieno accordo fra l'assessorato
ed i sindacati, con soddisfazione reciproca. Il concorso positivo
dei sindacati e' stato determinante, ma questo risultato va ascritto
anche alla sensibilita' del Consiglio regionale, che ha approvato
la legge numero 7 con la quale abbiamo dato una disciplina alla materia''. I direttori del polo oncologico denunciano “Senza risorse, struttura in paralisi” 02/10 I direttori delle Unità operative del Polo oncologico
dell'Università di Catanzaro hanno scritto al presidente della
Fondazione Tommaso Campanella, Anselmo Torchia, e per conoscenza,,
tra gli altri, al presidente della Regione, Agazio Loiero, per segnalre
"lo stato di inerzia e di paralisi" in cui versa la struttura.
"Sono trascorsi oltre sette mesi - sostengono direttori nella
lettera - dall'avvenuta e tanto desiderata attivazione delle Unità
operative afferenti alla Fondazione Campanella, Polo di eccellenza
per la Diagnosi e Cura dei Tumori presso il Campus Universitario di
Germaneto, ed in tutto questo periodo di tempo il nostro impegno,
le nostre intere energie fisiche, mentali e morali sono state completamente
e continuativamente assorte dalla volontà superiore di offrire
assistenza di alto valore ai nostri pazienti nonostante le evidenti
carenze di risorse di ogni genere incontrate quotidianamente nelle
nostre corsie, nei nostri ambulatori, servizi e laboratori, nelle
nostre sale operatorie. Ci siamo più volte detti che tale situazione
fosse temporanea, che ci fosse la volontà di chi 'dirige' di
interagire operativamente con le nostre essenziali esigenze, che il
temporaneo stato di stallo amministrativo, quel muro di gomma che
si scontrava con le nostre continue richieste di aiuto e supporto,
potesse dissolversi in breve tempo anche se non in un solo giorno.
E questo nostro pensiero, o meglio questa speranza, ci ha permesso
di proseguire e di incrementare i nostri sforzi con un evidente e
manifestato apprezzamento dei malati che abbiamo avuto in cura. A
questo punto crediamo , però, che tale convinzione purtroppo
sia stata semplicemente il frutto di una semplice illusione".
Secondo i direttori delle Unità operativa, "la paralisi
offende e calpesta la dignità e la salute dei pazienti ed è
cinicamente indifferente alle sofferenze di chi purtroppo patisce
la malattia. Ci sentiamo profondamente delusi a causa di questa cronica
mancanza di risposte concrete, di azioni, di decisioni, di deliberazioni,
di prese di posizione chiare, attive e positive da parte di chi come
lei, avv. Torchia, ha il dovere di agire ed intervenire. Non siamo
più disposti a rimanere semplici spettatori di fronte a tale
paralisi amministrativa, che usa i bisogni dei pazienti per il raggiungimento
di scopi che è evidente non hanno nulla a che fare con la messa
a disposizione di servizi di eccellenza al malato oncologico, ma solo
di occupazione di spazi di potere e di gestione. E' inutile rifugiarsi
in un continuo rinvio di responsabilità ad altri. Quello che
conta è la provata incapacità della Fondazione di assicurare
il suo funzionamento nel rispetto sia delle regole sia dei pazienti.
Noi tutti abbiamo un dovere etico e morale, oltre che medico e legale,
nei confronti dei nostri pazienti e la consapevolezza del fatto che
non permetteremo ulteriori dilazioni nei tempi di intervento da parte
sua e della sua amministrazione". "Per tale motivo - conclusono
i direttori nella lettera a Torchia - le chiediamo ufficialmente di
agire, operare, assumere responsabilità e responsabilizzare,
nel rispetto alle esigenze assistenziali dei nostri malati. Di fronte
ad un'ulteriore evidente incapacità di operare (si sottolinea
infatti che il Consiglio di amministrazione della Fondazione in ben
sette mesi ha deliberato in maniera significativa una sola volta),
saremo costretti a fare tutto ciò che è in nostro potere,
compresa la sensibilizzazione delle autorità competenti, per
interrompere senza indugio tale stato di inerzia e paralisi. Il tutto
per evitare che questo immobilismo diventi uno strumento utilizzato
per fini che nulla hanno a che fare con la cura del malato oncologico
e che inevitabilmente ne determinano un grave ed imperdonabile danno". I medici dell’AS di Paola ottengono la dirigenza 28/09 "E' stato approvato il provvedimento deliberativo numero
553 del 26 settembre scorso, con il quale i medici dell'emergenza
dell'azienda sanitaria di Paola approdano alla tanto sospirata dirigenza
medica". A renderlo noto, in un comunicato, è il segretario
aziendale della Cisl medici, Gabriele Scolati. "Si corona così
- prosegue Scolati - una stagione sindacale di lotte intense che ha
visto protagonista questa organizzazione sindacale nelle varie sedi
istituzionali regionali e che, alla fine, s'é realizzata con
il disposto legislativo del 21 agosto numero 7, articolo 31. Grande
merito deve essere riconosciuto al direttore generale, Ivan Cavallo,
che, primo fra tutti i direttori generali delle aziende sanitarie
calabresi, ha inteso espletare e finalizzare tutte le procedure relative
all'inquadramento in ruolo dei medici dell'area dell'emergenze".
"La nostra richiesta - conclude Scolati - è che i direttori
delle altre aziende sanitarie calabresi si adeguino, prendendo ad
esempio la lungimiranza e l'efficenza del direttore generale dell'Asl
di Paola, e concretizzino le giuste aspettative dei medici dell'emergenza". Assistiti fanstama: "Il comportamento di Tesi è legittimo", afferma il suo legale. Tutti i dati UIL “Avviare un processo di riforma e riorganizzazione della sanità” 27/09 "Sul capitolo sanità, per l'importanza che assume
nel contesto regionale, è necessario avviare un processo di
riforme e riorganizzazioni, concertate, che puntino alla valorizzazione
delle risorse umane e professionali, alla funzionalità e qualità
del servizio pubblico, ad una revisione dei centri di accreditamento
delle strutture private, premiando le strutture efficienti e regolari
nella firma e nella conseguente applicazione dei contratti di lavoro
e penalizzando quelle che puntano a lucrare sulle spalle degli ammalati
e dei lavoratori". A sostenerlo sono il segretario generale della
Uil Calabrese, Roberto Castagna, e il segretario generale della Fpl-Uil
regionale, Raffaele Gentile, a conclusione di una Segreteria Regionale
convocata sui temi della sanità. Per Castagna e Gentile, "é
indispensabile salvaguardare i punti di eccellenza che comunque ci
sono e rivisitare le convenzioni con le strutture che non hanno i
requisiti per fare una sanità di qualità. In casi del
genere, però - aggiungono - vanno salvaguardati i posti di
lavoro e le relative professionalità prevedendo il passaggio
nelle strutture pubbliche. Una bonifica, quindi, all'insegna di una
concreta politica sanitaria che ridimensioni, fino ad eliminarli,
i fenomeni speculativi ed incoraggi quanti investono seriamente sul
versante privato. Bisogna, altresì, puntare ad una ragionevole
riduzione della spesa farmaceutica, anche attraverso un controllo
centralizzato della spesa all'interno degli ospedali, garantendo un
sistema di pagamento verso il privato più puntuale e corretto".
"Infine, sulla denuncia su presunti elenchi di assistiti non
aventi diritto - concludono Castagna e Gentile - a parere della Uil
calabrese, è necessario una verifica incrociata tra Comuni,
Aziende sanitarie e ispettori della Giunta regionale per fare definitiva
chiarezza su una questione che diversamente rischia di creare disorientamento,
in una opinione pubblica già fortemente provata da continui
messaggi di malapolitica e malaffare generalizzato". La Calabria prima regione nella spesa per i farmaci 27/09 E' del 19% l' incremento segnato in Calabria nella spesa farmaceutica
nel primo semestre del 2006. Un dato che, secondo quanto reso noto
da Federfarma, colloca la regione al primo posto su scala nazionale
nella classifica del consumo di medicinali. Da gennaio a giugno scorsi,
secondo l' associazione dei farmacisti titolari, sono le regioni del
Sud (Calabria in testa seguita dalla Puglia con 18,1% mentre la Campania
ha fatto registrare l' incremento minore 5,6%), a fare registrare
una maggiore spesa in medicinali quantificata in un più 13%
per un totale di 2.100 milioni di euro rispetto ai 6.542 milioni di
euro sborsati complessivamente in tutto il Paese. A fronte dell' aumento
considerevole nell' acquisto dei farmaci in Calabria si rileva un
calo dell' 1,5% nel numero delle ricette. Nel Meridione e quindi anche
in Calabria, sempre secondo le cifre fornite da Federfarma sulla base
dei dati dell' Agenzia italiana del farmaco (Aifa), emerge il maggiore
scostamento dai tetti fissati per la farmaceutica tanto per quella
convenzionata che per quella non convenzionata. Lo sforamento registrato
dalla regione è del 18,9% pari a 88,08 milioni rispetto agli
scostamenti molto più ampi registrati in Sicilia (323,69 milioni
pari al 20,4%); Campania (273,49 milioni pari a 19,4%) e Puglia (273,49
milioni pari al 19,2%). In Calabria e Sicilia, inoltre, si registrano
i maggiori ritardi nel rimborso dei medici erogati in regime di convenzione.
Ritardi che diventano inevitabilmente fonte di ingiunzioni di pagamento
e contenziosi. Che fare? Proprio dalla Calabria arriva una proposta
per il controllo della spesa farmaceutica che ha anche una definizione
"Budget familiare di spesa sanitaria annuale". A lanciarla
("sottoponendola ai tecnici regionali e a quanti di competenza",
dice) è un medico di base cosentino, il dottor Ernesto Paola.
"Tutto questo - spiega Paola - si dovrebbe realizzare quantizzando
la spesa globale farmaceutica relativa all' anno precedente a quello
dell' attuazione, dividendolo per la popolazione residente con l'
esclusione delle persone riconosciute invalide. Il 'budget' - prosegue
Paola - previa verifica di un' apposita commissione di esperti, dovrà
essere congruo per una assistenza di base, tenendo conto delle esigenze
medie di una 'famiglia standard', non considerando impreviste invalidità
parziali". Nel sistema pensato dal dottor Paola "la famiglia
potrà utilizzare l' intera cifra fino al suo esaurimento oppure
potrà decidere, considerate le proprie disponibilità
o altro, di attingere ad altri fondi o altre forme di assistenza autonome.
Esaurite le risorse messe a disposizione dal Servizio sanitario regionale,
bisognerà contribuire alla spesa farmaceutica gravando di 2,5
euro a confezione i farmaci di fascia e pagando per intero i farmaci
in fascia C". A parere del medico cosentino "il cittadino,
avendo a sua disposizione il budget regionale, necessariamente dovrà
tenere conto del costo del farmaco; evitare sprechi inutili, sfruttare
al massimo i farmaci in suo possesso; aggiornarsi sul prezzo dei prodotti;
lavorare in simbiosi con il proprio medico; custodire il capitale
residuo e assegnare un valore reale e commerciale ad un bene attualmente
non considerato tale". La proposta di Paola prevede anche il
riutilizzo della quota eventualmente in carico al "budget"
devolvendola in parte ad un fondo comune e in parte ai fondi pensionistici
della famiglia. La spesa farmaceutica potrebbe essere scalata acquisto
dopo acquisto utilizzando una carta sanitaria magnetica da fornire
alla famiglia o a ciascun componente della stessa alla stregua di
un "salvadanaio personale" Revocato lo stato di agitazione della clinica Sacro Cuore 26/09 La Fp-Cisl di Cosenza ha revocato lo stato di agitazione del
personale della casa di cura "Sacro Cuore". La decisione
è giunta al termine di una riunione svoltasi stamani in Prefettura
nel corso della quale, è scritto in un comunicato della stessa
Prefettura, il sindacato "ha preso atto delle confortanti notizie
comunicate dall' Amministrazione della casa di cura nonché
del prossimo pagamento della mensilità avanzata dal personale
e dell'imminente avvio del tavolo di confronto per la contrattazione
integrativa". All' incontro hanno partecipato il viceprefetto
vicario reggente, Carlo Ponte; il viceprefetto e capo di Gabinetto
Osvaldo Caccuri; l'amministratore unico della casa di cura, Maria
Quintieri, ed il segretario generale aggiunto della Fps-Cisl, Walter
Giampà. Nel corso dell' incontro, riferisce la nota della Prefettura,
l'organizzazione sindacale, "dando atto della disponibilità
al confronto sempre dimostrata dall'azienda, ha ricondotto la proclamazione
dello stato d'agitazione principalmente al contenuto di una lettera
diramata dall'Amministrazione della casa di cura con cui si preannunciava
la sospensione dell'attività e la risoluzione dei rapporti
di lavoro a causa delle forti difficoltà finanziarie che la
stessa struttura lamenta. L'Amministratore unico - prosegue la nota
- ha da parte sua confermato l'esistenza di tale pericolo per la sopravvivenza
dell'azienda, riconducendola a crediti da questa vantati nei confronti
della Regione Calabria a far data dall'anno 2001, comunicando nel
contempo che contatti informali avuti proprio con l'assessorato regionale
della Salute hanno, almeno nell'immediato, fatto rientrare il quadro
allarmante descritto nella lettera". Broccolo (Prc) “No ai tagli dei medici della Guardia medica” 25/09 "Esprimo la mia convinta solidarietà ai medici
di guardia medica di alcune Asl della nostra provincia che in queste
ore stanno manifestando la loro inquetudine rispetto alle possibili
ed irricevibili proposte di tagli draconiani delle postazioni che
giungono dall'assessorato regionale". Lo afferma, in una nota,
il segretario provinciale di Cosenza di Rifondazione comunista, Angelo
Broccolo. "Non c'é criterio, né logica aziendale
- aggiunge Broccolo - che possono mettere in discussione decine di
postazioni spesso arroccate in paesi sperduti nell'entro terra montano.
Anzi sarebbe ora che sulla base degli accordi nazionali firmati anche
dalla Regione si desse avvio ad una seria inchiesta sulle condizioni
logistiche e di agibilità di tanti locali adibiti alla bisogna
per il lavoro di professionisti mortificati nella loro umanità.
Sarebbe il caso di rivedere quante volte le prestazioni aggiuntive
sono state retribuite, quali mezzi hanno a loro disposizione ed altre
questioni. Per molti di loro il lavoro di continuità assistenziale
rimane l'unica attività, soprattutto per i trimestrali che
dovrebbero avere rassicurazioni in merito. Una forte iniziativa dei
sindaci dei territori interessati rimene al momento la prima iniziativa
da intraprendere. Inoltre, in tema di spese e risparmi, sarebbe opportuno
valutare con attenzione le varie consulenze che in tanti enti, comprese
le Asl, si aprono annualmente e verificare la loro autentica utilità.
Infine lo spirito della riforma sanitaria del 1978 che intendeva gareantire
un pezzo importante di stato sociale ai cittadini della Repubblica
è stato di recente difeso contro la devolution leghista. Sarebbbe
davvero paradossale fare rientrare dalla finestra oggi quanto abbiamo
scongiurato ieri". Lo Moro sugli assistiti “Nessuna scusa da fare. Ci sono dati contrastanti, aperta un inchiesta. Bisogna collaborare” 22/09 "Non credo che ci siano gli estremi perché io chieda
scusa e non ho nessuna intenzione di dimettermi: il punto è
che, sicuramente, c' è stata l' amplificazione di una notizia
rispetto alla quale abbiamo tutti il dovere di collaborare per arrivare
a definirla nei suoi esatti contenuti". Lo ha detto l' assessore
alla Tutela della Salute della Regione Calabria, Doris Lo Moro, ai
giornalisti convocati dopo le polemiche scaturite alla diffusione
della notizia sulla presenza di circa 400 mila assistiti inesistenti
a carico del servizio sanitario regionale. Un caso che ha spinto ieri
la Federazione calabrese dei medici di medicina generale (Fimmg),
che ne ha contestato duramente l' entità numerica, a chiedere
le dimissioni dell' assessore. "In Calabria - ha aggiunto Lo
Moro - non ha chiesto scusa nessuno, nemmeno chi la sanità
l' ha messa in queste condizioni. Le responsabilità dello sfascio
nel settore sono in capo talmente a tanti soggetti per cui o si chiede
scusa tutti in coro oppure per quanto mi riguarda, non se ne fa nulla.
Ho aperto un' inchiesta su questi dati e arriveremo fino in fondo
e vorrei coinvolgere anche i sindacati per velocizzare il processo.
Non posso essere più precisa perché questo incontro
é stato convocato all' inizio di un lavoro e non alla sua conclusione.
Non si possono pretendere da me dati finali sul numero degli utenti
che è stato ipotizzato elevatissimo. Così come non sono
nelle condizioni di contraddire con numeri altri numeri che non ci
sono. L' ipotesi di lavoro è partita da uno sbilanciamento
che è eclatante. Chiediamo e offriamo collaborazione, chiediamo
e offriamo rispetto". "Il dato dei 400 mila assistiti 'fantasma'
- ha sottolineato ancora l' assessore - emerge da un confronto tra
due elenchi ed è un dato reale; il resto è interpretazione
e su questo ci dobbiamo confrontare. Non dobbiamo smentire l' evidenza
ma dobbiamo cercare di capire se c' è qualcosa che non va,
quali sono i danni e cosa fare dopo le tante denunce che ci sono state
nel passato circa le somme erogate in più. Responsabilità?
Penso che quella maggiore stia nel fatto che la pubblica amministrazione
non si è attrezzata in questo percorso. Per questo intendo
creare un Centro informatico regionale: intanto alla scadenza del
contratto attuale non si farà più nessun appalto per
la gestione esterna dei dati informatici". "Sono qui al
mio posto - ha detto ancora Lo Moro - e credo che il compito che mi
spetta non sia quello di dispiacermi, ma di continuare a offrire e
a chiedere collaborazione. Prendo atto che c' è una categoria
che pensa che il dato diffuso abbia inciso sulla propria credibilità
e di questo mi faccio carico dicendo alla cittadinanza che invece
si tratta di una categoria di medici verso la quale esprimo il mio
appoggio incondizionato. Dopodiché questo non significa entrare
nel merito di singole posizioni o di responsabilità. I medici
di base sanno che per me e per noi è essenziale la loro figura.
Sanno che questo non significa però fermare i controlli o non
recuperare le somme versate in più. Ho escluso responsabilità
da parte loro". Medici di famiglia “Lo scandalo sui falsi assistiti è una bufala”. Chieste le dimissioni della Lo Moro che annuncia una conferenza stampa 21/09 Lo scandalo degli assistiti in Calabria "é una
bufala": lo ha detto il segretario generale della Calabria della
Federazione dei medici di medicina generale, Pasquale Gallucci, che,
a nome della sua organizzazione, ha chiesto le dimissioni dell' assessore
regionale alla Tutela della Salute, Doris Lo Moro. Il leader dei medici
di base calabresi (1.780 iscritti), che si è detto "molto
amareggiato per il meccanismo di denigrazione della categoria che
si è innescato", ha incontrato i giornalisti a Catanzaro
per chiarire la posizione della Fimmg dopo che l' assessore Lo Moro
aveva denunciato la presenza nella regione di circa 400 mila assistiti
inesistenti che gravavano per circa 30 milioni di euro. Sulla vicenda
ha aperto un' inchiesta la Procura della Repubblica di Catanzaro.
"Perché parliamo di bufala? - ha detto Gallucci distribuendo
una cartellina con i numeri forniti dagli stessi servizi informativi
regionali - Perché una cosa è l' archivio globale storico
risalente al 1984, nel quale risultano 2.396.875 assistiti, e cosa
diversa è l' archivio contabile che a luglio dava conto di
1.938.081 assistiti. Esaminando i numeri non si riesce a capire da
dove è venuto fuori il dato sbandierato dei 400 mila perché
si evince che mai la Regione Calabria ha effettuato pagamenti ai medici
superiori al dato numerico della popolazione. Anzi, i medici di base
sono stati retribuiti sempre al di sotto della reale popolazione.
La Regione percepisce le quote di ripartizione del fondo sanitario
in base alla popolazione residente e le aziende quelle relative ai
residenti nel loro territorio. Pertanto un gran numero di assistiti
non vengono mai retribuiti ai medici. La domanda è le quote
di finanziamento in eccesso, rispetto al realmente corrisposti, che
fine fanno?". Secondo Gallucci, inoltre, "ci troviamo di
fronte da una parte a funzionari regionali estremamente ignoranti
e dall' altra a una voglia, evidentemente da parte dell' assessore,
di trovare scoop per sottacere i problemi veri e i veri buchi del
bilancio che si verificano in ben altri settori. La nostra categoria
si conferma seria ed onesta oltre che libera dal punto di vista politico.
Abbiamo seri dubbi - ha detto ancora il segretario della Fimmg calabrese
- sulla correttezza dell' assessore Lo Moro e se questi sono i dati
chiediamo senza esitazione le sue dimissioni. Abbiamo grande stima,
ma pretendiamo le sue scuse se si ha in animo di ripristinare una
collaborazione che da parte nostra è stata sempre fattiva".
"Non temiamo l' inchiesta della Procura della Repubblica - ha
detto ancora Gallucci - ma anzi invitiamo i magistrati a indagare
per mettere sotto la lente d' ingrandimento i problemi reali. Così
come abbiamo più volte interessato la Corte dei conti a verificare
tutti i dati". L’AIOP respinge le proposte di budget dei direttori generali delle AS 20/09 “Si è riunita a Catanzaro, nella sede regionale
dell’AIOP, l’assemblea dei titolari delle case dei cura
con la partecipazione del presidente nazionale dell’associazione,
avv. Enzo Paolini. All’ordine del giorno la firma dei contratti
per le prestazioni 2006 ed il recupero dei crediti pregressi risalenti,
in molti casi, al 2001. Per la firma dei contratti l’assemblea
ha giudicato irricevibili le proposte di budget formulate dai direttori
generali delle AASSLL.”. E’ quanto informa una nota del
Direttore dell’AIOP, dr Bernardo Scarpino. “I titolari
delle case di cura – aggiunge Scarpino- vedono concretizzarsi
nell’abbattimento dei budget, che in alcuni casi arrivano al
40% rispetto al 2005, il disegno preordinato del governo regionale
di trasferire risorse finanziarie a vantaggio dell’ospedalità
pubblica depotenziando e penalizzando l’ospedalità privata. Domenica in Calabria visite gratis al cuore 20/09 Domenica, in Calabria, specialisti di Catanzaro e Palmi e numerosi
ospedali terrano aperte le porte delle loro strutture non solo per
dare ai cittadini informazioni sulle malattie cardiovascolari e sulla
loro prevenzione, ma anche per visitare la salute del loro cuore gratuitamente
attraverso la misurazione della pressione, l'elettrocardiogramma ed
il controllo del colesterolo. Nel corso della giornata sarà
trasmesso un filmato della Società italiana di cardiologia
dedicato all'infarto. Infatti, per il presidente della Sic, Maria
Grazia Modena, si tratta di "un'iniziativa, quella di tenere
aperte le porte delle università, voluta dalla Società
italiana di cardiologia, molto importante anche perché sono
tante le persone che spesso ignorano il proprio livello di rischio
cardiovascolare. Domenica vorremmo proprio che i calabresi si prendano
un po' più cura del loro cuore". "Quella delle università
e degli ospedali 'aperti' al servizio del cuore dei cittadini - prosegue
il comunicato - si inquadra nell'ambito delle iniziative organizzate
dalla Federazione italiana di cardiologia insieme alla Sic e all'
Associazione medici cardiologi ospedalieri per la giornata mondiale
del cuore che si terrà proprio domenica con lo slogan 'Mantieni
giovane il tuo cuore'. In Calabria le strutture messe a disposizione
gratuita dei cittadini, dalle 9 alle 17, saranno l'università
di Catanzaro; l'Istituto di cardiologia, Utic-Asl 10, di Palmi e la
Fondazione Betania Onlus di Catanzaro. Saranno aperti ai cittadini
per visite ed esami anche le cardiologie degli ospedali di Cariati,
Cetraro, Cosenza, Paola, Rogliano, Rossano, Trebisacce, Catanzaro
(azienda ospedaliera Mater Domini e ospedale Ciaccio), Lamezia Terme,
Soveria Mannelli, Melito Porto Salvo, Palmi, Scilla, Soriano Calabro
e Vibo Valentia. Insediata la commissione oncologica regionale 20/09 "Intorno all'oncologia si raccolgono molte speranze dei
calabresi. Ci sono campi di intervento in cui, d'intesa con il ministro,
il nostro assessorato intende realizzare qualcosa in più e
questo settore, insieme con quello della psichiatria, è una
delle priorità sulle quali stiamo lavorando". Lo ha detto
l'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, presiedendo a Catanzaro
la seduta d'insediamento della commissione oncologica regionale. Si
è trattato della prima riunione della Commissione dopo dieci
anni. La ricostituzione dell'organismo, composto da 22 persone, era
stata formalizzata dalla Giunta regionale il 30 gennaio scorso. Della
commissione fanno parte rappresentanti delle aziende sanitarie ed
ospedaliere, di enti ed istituzioni sanitarie, di ordini professionali
ed esperti nominati dall'assessore. Tra questi, il direttore dell'unità
operativa di endoscopia dell'Istituto nazionale per la cura e lo studio
dei tumori di Milano, Pasquale Spinelli, ed il direttore scientifico
dell'istituto Regina Elena di Roma, Francesco Cognetti, entrambi presenti
alla riunione in assessorato. "La Giunta regionale - ha detto
l'assessore Lo Moro - attribuisce grande importanza alla commissione.
Vorrei che fosse un luogo di discussione non soltanto formale, ma
capace di determinare un avanzamento della Calabria. La sanità
calabrese, pur fra problemi e ritardi può contare su molte
professionalità, anche sparse per il mondo, che spesso costituiscono
una rete di relazioni umane alla quale vogliamo affiancare una rete
di relazioni istituzionali. Possiamo vantare la presenza nella commissione
di professionalità il cui prestigio è riconosciuto a
livello nazionale. Si tratta di professionisti calabresi validi che
hanno accettato di lavorare per la loro terra". Dalla commissione,
ha poi detto l'assessore, "dovrà scaturire una linea di
programma che determinerà gli orientamenti che la sanità
calabrese seguirà nel settore dell'oncologia. Da qui la partecipazione
attiva delle aziende sanitarie ed ospedaliere al lavoro dell'organismo
i cui suggerimenti arricchiranno anche il nuovo piano sanitario. Quello
che vogliamo realizzare - ha proseguito l'assessore - è un
progetto che garantisca ai calabresi una possibilità di curarsi
nella loro regione. C'é infatti un'emigrazione alla quale guardiamo
con fastidio ed è quella che induce a curarsi altrove anche
per delle sciocchezze, ma c'é un'emigrazione che guardiamo
con preoccupazione per cui bisogna mettere a disposizione di chi vive
in Calabria gli stessi servizi esistenti altrove". E' stato poi
il dirigente generale del dipartimento, Raffaele Faillace, ad illustrare
le iniziative avviate dall'assessorato in questi mesi di lavoro. "L'oncologia
- ha detto - è uno dei punti d'impegno principali dal primo
giorno del nostro insediamento. Abbiamo avviato un'attività
sistematica finora mai attuata in Calabria, partendo dalla raccolta
dei dati epidemiologici che ci offrono un quadro dettagliato della
situazione. Ma soprattutto è stato dato avvio agli screening
sui tumori. Le 50 mila lettere inviate alle donne calabresi perché
si sottopongano a visita diventeranno presto 150 mila. Ma soprattutto
- ha aggiunto Faillace - è stato varato il progetto per l'assistenza
domiciliare, che dà priorità proprio alla cura dei pazienti
oncologici. All'origine di tutto questo c'é un filo logico
che collega i vari interventi nell'ambito di una strategia complessiva".
La commissione sarà articolata in gruppi di lavoro, ciascuno
dei quali elaborerà proposte specifiche da inserire nel piano
sanitario. I sindacati chiedono controlli sulle strutture private 19/09 Le segreterie regionali della Fp-Cgil, Fps-Cisl e Uil-Fpl hanno
indetto per dopodomani, a Catanzaro, una conferenza stampa sulla vertenza
della sanità privata gestita dalle associazioni datoriali Aiop,
Aris e Fdc Gnocchi. "La sanità privata - è detto
in un comunicato dei sindacati - eroga prestazioni sanitarie ai cittadini,
a seguito di finanziamenti provenienti dal servizio sanitario pubblico.
Tali soldi sono pagati da tutti i cittadini con la tassazione del
lavoro dipendente, delle pensioni, con l' Irap delle aziende, con
l'addizionale regionale Irpef, con l' Iva, con il bollo auto e con
altro". "Se le strutture sanitarie private sono finanziate
dalla Regione in base agli accreditamenti - si domandano Cgil Cisl
e Uil - e se i cittadini, con le loro tasse pagano il Servizio sanitario
regionale, dove fanno a finire i soldi pagati da tutti i cittadini,
avuto riguardo al fatto che la spesa per il pagamento dei lavoratori
della sanità privata incide per circa il 70% sui bilanci delle
strutture private? Come mai non viene rinnovato il contratto scaduto
da 33 mesi ai lavoratori della sanità privata?". "Queste
domande - concludono i sindacati - le facciamo al presidente della
Giunta regionale e all' Assessore alla Sanità per far capire
a tutti i cittadini che ruolo fondamentale ha la Regione per la verifica
e controllo in questo settore così importante". Assistiti inesistenti in Calabria, la Procura apre un inchiesta 18/09 La Procura della Repubblica di Catanzaro ha avviato un'inchiesta
in merito a quanto riferito venerdì scorso, in un comunicato,
dall'assessore alla Salute della Regione Calabria, Doris Lo Moro,
secondo la quale la stessa Regione ha corrisposto per anni ai medici
di base la quota per l'assistenza di circa 400 mila assistiti del
Servizio sanitario nazionale che erano in realtà inesistenti.
E questo perché, secondo quanto riferito dallo stesso assessore
Lo Moro, gli stessi assistiti o erano deceduti, o si erano trasferiti
in altre regioni o erano stati conteggiati più volte nella
rendicontazione. A detta dello stesso assessore Lo Moro, a causa del
pagamento delle quote che non avrebbero dovuto essere liquidate, c'é
stato uno spreco di risorse per circa 30 milioni di euro l'anno. Il
relativo fascicolo, che al momento è contro ignoti, è
stato aperto dal procuratore della Repubblica vicario, Salvatore Murone,
che ha anche disposto l'acquisizione presso l'assessorato regionale
alla Sanità di tutto il materiale utile per lo svolgimento
dell'inchiesta. La delega per l'acquisizione é stata affidata
alla sezione di pg della Polizia di Stato presso la Procura. Secondo
lo stesso assessore Lo Moro, inoltre, fino alla verifica fatta dagli
uffici dell'assessorato regionale alla Salute, in base alla nuova
anagrafe introdotta su iniziativa della stessa Lo Moro, il totale
delle persone per le quali la Regione pagava l'assistenza medica superava
quello degli stessi abitanti della regione, pari a poco più
di due milioni. A Catanzaro workshop sulle staminali per combattere i tumori 18/09 Un workshop internazionale sulle cellule staminali tumorali
promosso e organizzato dall' Università Magna Grecia sul tema
"Stemness: the bright and the dark side. Normal and Cancer Stem
Cells" si terrà dal 20 al 22 settembre a Montepaone Lido.
L' iniziativa, è detto in un comunicato, è stata indetta
in collaborazione con l' European Molecular Biology Organization e
l'istituto di Ricerche di Biologia Molecolare "P. Angeletti"
di Roma. L'evento è stato possibile anche grazie al supporto
dell'Assessorato regionale all' Università e alla Ricerca e
al patrocinio della Regione, della Provincia e del Comune di Catanzaro.
"Saranno più di 100 - è detto in un comunicato
- i partecipanti al simposio provenienti da ogni parte del mondo e
30 i relatori, tra i più famosi studiosi della materia a livello
internazionale. "L'esistenza di cellule staminali tumorali -
ha sostenuto il prof. Morrone, delegato del Rettore Venuta per la
Ricerca - é stata postulata per decadi, sulla base di varie
evidenze in vitro ed in vivo. Tuttavia, solo nel recente passato la
disponibilità di tecnologie adeguate ha permesso di verificare
sperimentalmente l' ipotesi che la maggior parte dei tumori possiedono
una struttura gerarchica nella quale una piccola popolazione di cellule
staminali è responsabile dello sviluppo e mantenimento della
neoplasia, e della generazione di metastasi. Queste cellule, dunque,
rappresentano il bersaglio ultimo di ogni approccio terapeutico volto
ad eradicare i tumori". "E' evidente che un forum dedicato
alla biologia delle cellule staminali neoplastiche ed al confronto
con la loro controparte normale - ha aggiunto Morrone - è di
interesse primario sia per i ricercatori impegnati nella ricerca oncologica
di base che per gli investigatori clinici impegnati nello sviluppo
di strategie innovative di prevenzione e terapia dei tumori". Gli assistiti più numerosi degli abitanti della Regione 16/09 Superava il numero degli abitanti della Calabria, pari a poco
più di 2 milioni, quello delle persone per cui la Regione pagava
l' assistenza medica fino alla verifica compiuta dagli uffici dell'
Assessorato alla Salute in base ai dati della nuova anagrafe introdotta
su iniziativa dell' assessore alla Salute Doris Lo Moro. E' quanto
si afferma in un comunicato dello staff dell' assessore. Ieri, nel
corso di una manifestazione pubblica, Lo Moro aveva reso noto che
la Regione aveva corrisposto per diversi anni i rimborsi ai medici
di base per circa 400 mila persone inesistenti, perché decedute,
non più residenti in Calabria o erroneamente conteggiate più
volte, con un aggravio per le casse regionali di circa 30 milioni
euro annui, considerato che il costo di ogni assistito è di
30-60 euro all' anno. I numeri ora in possesso dell'assessorato, prosegue
la nota, evidenziano che gli assistiti a carico del servizio sanitario
regionale erano 2.396.875 (rispetto ad una popolazione di 2 milioni),
mentre le verifiche effettuate in base al nuovo sistema informatizzato
hanno consentito di quantificare il dato reale in 1.982.045, con una
decurtazione del 17,31%. "In pratica - afferma l' assessore Lo
Moro - la vecchia anagrafe, risalente al 1984 e dunque meno efficiente
di quella da noi introdotta, non registrava i decessi, i trasferimenti,
le revoche della scelta del medico di base. La nuova anagrafe, che
coinvolge nella raccolta dei dati i 34 distretti sanitari di base
della Calabria, che abbiamo dotato di linea Adsl e computer, fa leva
su riferimenti importanti come il codice fiscale, che mette al riparo
dal rischio di conteggiare più volte la stessa persona, e gli
uffici anagrafe dei Comuni, per quanto riguarda i trasferimenti dei
cittadini ed i decessi". Per Doris Lo Moro "il risultato
è rilevante ai fini del contenimento della spesa entro i limiti
del patto di stabilità, ma lo è anche in termini di
ripristino della legalità e della correttezza amministrativa.
Non si tratta di colpire una singola categoria, in questo caso quella
dei medici di famiglia, perché sono in atto verifiche contabili
in ogni singolo ramo della spesa sanitaria. Per quanto concerne l'assistenza
di base, vogliamo coinvolgere le associazioni di categoria anche ai
fini del recupero delle somme non dovute. Intendiamo procedere di
concerto con la categoria, con la quale, del resto, è stata
avviata una proficua collaborazione con la firma del nuovo contratto,
per esempio in direzione dell'abbattimento delle liste d'attesa e
dell'appropriatezza prescrittiva dei farmaci. Emerge, in questa operazione
di verifica complessiva, anche il ruolo degli uffici dell'assessorato,
rimotivati in base alle direttive politiche ricevute". "La
Calabria - prosegue l' assessore alla Salute - intende allinearsi
alle Regioni più virtuose, attraverso un impiego appropriato
dei fondi a sua disposizione: vogliamo sapere con esattezza su quante
e quali risorse possiamo fare affidamento ai fini del miglioramento
qualitativo dei servizi che i cittadini invocano. Non intendiamo tenere
i finanziamenti nel cassetto né tantomeno sprecarli. Vogliamo
invece investirli sul territorio come abbiamo fatto per quanto riguarda
la prevenzione, dove abbiamo recuperato oltre 8 milioni di euro inutilizzati.
Un impegno, questo, che ha consentito alla Calabria di superare a
Roma l'esame del tavolo Massicci". La Lo Moro denuncia “In Calabria assistite 400 mila persone inesistenti. Uno spreco da 30 milioni l’anno” 15/09 La Regione Calabria ha corrisposto per anni il rimborso ai
medici di base per l'assistenza a circa 400.000 persone inesistenti
ai fini del servizio sanitario regionale, perche' decedute, non piu'
residenti sul territorio calabrese o conteggiate piu' volte nella
rendicontazione, con uno spreco di risorse pari a 30 milioni di euro
all'anno. Lo ha reso noto questa sera, secondo quanto riferito in
un comunicato, l'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, intervenendo
a Lamezia Terme all'assemblea generale dell'Anisap, l' associazione
nazionale delle istituzioni sanitarie ambulatoriali private. ''Il
dato - ha spiegato l'assessore - e' emerso da una verifica effettuata
dagli uffici del dipartimento alla Tutela della Salute grazie alla
nuova anagrafe informatizzata degli assistiti. Le cifre in nostro
possesso consentiranno gia' nei prossimi mesi una scrematura grazie
alla quale realizzeremo consistenti risparmi. Occorre un'inversione
di tendenza nell'impiego delle risorse disponibili e dunque la conoscenza
dei dati reali e' fondamentale. Negli ultimi 24 anni non si era mai
proceduto ad un aggiornamento della situazione e questo ha contribuito
ad un aumento abnorme della spesa. Occorre liberare risorse da investire
sul territorio, per esempio nella prevenzione, il cavallo di battaglia
che ci ha consentito di superare le verifiche contabili a livello
nazionale''. ''Fino a quando saro' assessore alla Salute della Regione
Calabria, e conto di rimanervi ancora a lungo - ha proseguito la Lo
Moro secondo quanto riferito - i dati su cui lavoreremo dovranno essere
veritieri e non basati su numeri presunti''. Un criterio che l'assessore
intende applicare nella ripartizione delle risorse destinate ai laboratori
privati, ma anche di quelle canalizzate sulle strutture pubbliche.
''Questa amministrazione regionale - ha detto a tal proposito - ha
avuto il coraggio di affermare che il pubblico avra' fondi proporzionati
a cio' che produce, abbandonando il criterio della ripartizione basata
su dati non oggettivi''. Ai titolari dei laboratori privati ha quindi
spiegato le ragioni della scelta di procedere a contratti annuali
e non piu' triennali: ''Occorrono dati certi per evitare sprechi e
contratti esorbitanti. Prima di impiegare i soldi dobbiamo sapere
dove prenderli. Vogliamo conti in equilibrio per rispettare il patto
di stabilita'. Per questo motivo non possiamo procedere alla stipula
di contratti pluriennali senza sapere quali fondi abbiamo a disposizione
in sede di ripartizione a livello nazionale''. In merito ad una serie
di problemi sollevati dall'Anisap, su richiesta dell'associazione,
e' stato concordato di aprire un tavolo tecnico che avra' luogo lunedi'
a Catanzaro, nella sede dell'assessorato. Metà dei giovani calabresi ha problemi con l’apparato sessuale 15/09 La metà dei giovani calabresi ha problemi all'apparato sessuale che, se non curati, potrebbero causare l'infertilità. E' quanto emerge dai dati di una ricerca effettuata di comune accordo dall'Asl e dal distretto scolastico di Castrovillari, resi durante i lavori del III terzo congresso nazionale di Andrologia, in corso a Villa San Giovanni, al Castello Altafiumara. Su un campione di oltre 500 giovani maschi, studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori che vivono nel territorio della Asl di Castrovillari, in provincia di Cosenza, la metà ha disturbi legati all'apparato genitale. Di questi, il 60% soffre di varicocele. Il resto, secondo i dati, fa i conti con patologie infiammatorie o con disagio sessuale in genere dovuto a difficoltà di vario tipo nel relazionarsi, mentre molti si dicono insoddisfatti dell'estetica del proprio pene. "Questi giovani rischiano sul serio di compromettere la loro capacità di concepire", spiega il dott. Nicola Ilacqua, andrologo, presidente del Congresso e direttore dell'unico centro pubblico andrologico presente in Calabria, il Centro Andros di Palmi. "Basta considerare - aggiunge - che se il varicocele, dilatazione anomala di vene nell'organo genitale maschile, non viene trattato con intervento chirurgico porta all'infertilità. E proprio il varicocele non curato è il primo responsabile dell'impossibilità di concepire negli uomini. Altri fattori, in ordine di frequenza, che rendono difficile la vita di chi vuole avere figli sono l'ipertermia, aumento della temperatura (quasi sempre provocata dal varicocele) che danneggia gli spermatozoi, patologie degenerative, esposizione a sostanze inquinanti, età, patologie infiammatorie dell'apparato genitale, fattori genetici. C'é bisogno di informare i giovani sui rischi che corrono". "Il dato emerso dallo studio effettuato nella Asl di Castrovillari - continua Ilacqua - è confermabile in scala regionale. E purtroppo in Calabria non esistono molti centri pubblici per la cura delle patologie dell'uomo che dovrebbero essere un po' come i consultori per le donne. Il Centro Andros di Palmi è l'unica Unità Operativa Multidisciplinare presente nella regione e uno dei pochi in Italia. Più volte abbiamo proposto all'Assessorato alla Sanità della Regione Calabria l'organizzazione di uno screening nelle scuole per individuare le malattie dell'apparato genitale degli uomini. Ma abbiamo avuto solo promesse". Cittadinanzaattiva “Nessun segno di discontinuità negli atti aziendali” 15/09 "Possiamo dire che con gli Atti aziendali si sta scrivendo
il nuovo Piano sanitario regionale". E' quanto si afferma in
un comunicato diffuso a conclusione dell' attivo regionale di Cittadinanzattiva,
convocato dal presidente Ludovico Criserà e al quale hanno
partecipato i responsabili delle assemblee territoriali e delle sezioni
del Tribunale per i diritti del malato. "L' incontro è
stato indetto - riporta un comunicato dell' associazione - al fine
di fare il punto della situazione sanitaria regionale, dopo l' emanazione
degli Atti aziendali da parte delle aziende sanitarie ed ospedaliere
della regione. Nel corso dei lavori è emerso un diffuso senso
si insoddisfazione perché non sarebbero stati registrati i
tanto attesi segnali di discontinuità col passato, unitamente
alla considerazione unanime della scarsa considerazione in cui il
ruolo dei cittadini organizzati è stato tenuto, salvo che in
enunciazioni formali e prive di contenuto alcuno. Nello specifico
a Crotone, ad esempio, i rappresentanti locali del Tribunale per i
diritti del malato definiscono generico l' atto aziendale, ricco di
contraddizioni, con il quale viene realizzata una sorta di programmazione
senza dati certi, laddove non sarebbero state individuate ancora le
sedi dei distretti. Tra l' altro i limiti all'interno dei quali i
direttori generali si sono mossi sarebbero, a detta dei rappresentanti
del Tdm,gli stessi fissati nelle Linee guida dettate dall'Assessorato
alla salute, per cui i margini di manovra sono risultati essere notevolmente
ristretti". "Gli atti aziendali - è detto nel comunicato
- sarebbero inoltre illegittimi per una serie di rilevanti motivi
che interessano i comuni ricadenti nei territori delle Aziende sanitarie.
Infatti, l' organizzazione e il funzionamento interno delle varie
strutture sanitarie devono essere disciplinati da appositi regolamenti,
che devono costituire parte integrante dell'atto aziendale. Le Aziende
sanitarie invece non avrebbero adottato tali regolamenti a corredo
degli atti aziendali, esponendo questi al rischio di invalidazione
non avendo, peraltro, alcuna rilevanza giuridica il proposito espresso
nelle norme finali dei direttori, che si riservano di adottare tali
regolamenti quando gli atti aziendali diventeranno esecutivi".
"Gli atti aziendali - si sottolinea nella nota di Cittadinanza
attiva - non potranno mai essere approvati dagli organismi regionali
anche perché i regolamenti non possono prescindere dalla concertazione,
contestuale sempre a quella dell' atto aziendale, con le rappresentanze
istituzionali e con le organizzazioni sindacali. Ragioni queste che
legittimano le amministrazioni comunali ad impugnare gli atti aziendali
presso l' Autorità giudiziaria,in quanto produrrebbe effetti
pregiudizievoli per le comunità locali". Cresce l’offerta di prestazioni al poliambulatorio di Montalto Uffugo 15/09 Da oggi, nel poliambulatorio di Montalto Uffugo dell' Azienda
sanitaria di Cosenza, sarà possibile effettuare l' esame anoproctologico.
Lo rende noto un comunicato dell' Azienda sanitaria n.4 nel quale
si precisa che "le prestazioni verranno effettuate dietro la
presentazione di un' impegnativa con sospetto diagnostico". L'
ampliamento dell' offerta diagnostica del poliambulatorio di Montalto
Uffugo, è precisato nella nota, rientra "nell' ambito
del potenziamento dell' attività ambulatoriale di chirurgia" Il 24 settembre cardiologie aperte in 16 ospedali 15/09 "Mantieni giovane il tuo cuore" è lo slogan
coniato per la terza edizione della giornata nazionale di "Cardiologie
Aperte", un' iniziativa ideata da Heart Care Foundation (Hcf),
fondazione promossa dall' Associazione nazionale medici cardiologi
ospedalieri (Anmco) che si terrà domenica 24 settembre. L'
iniziativa, dedicata alla promozione della salute e alla prevenzione
delle malattie cardiovascolari, coinvolgerà 16 ospedali della
regione. I cardiologi dell' Anmco saranno a disposizione dei cittadini
dalle 10 alle 18 per fornire informazioni, distribuire materiale illustrativo,
calcolare il rischio cardiovascolare e soprattutto spiegare ai cittadini
come mantenere un cuore giovane più a lungo, riducendo il rischio
di malattie cardiovascolari. Inoltre in alcune cardiologie sarà
possibile eseguire alcuni esami per valutare la salute del cuore.
"Un cuore anziano - afferma Antonio Butera, presidente dell'
Anmco Calabria - è meno elastico, poco pronto a reagire agli
sforzi e agli stimoli esterni e quindi anche più fragile se
vi sono elementi di rischio cardiovascolare. Il processo di invecchiamento
è fisiologico, ma può essere rallentato: il cuore è
un muscolo e come tale, se ben allenato, può mantenersi sano
e in forma molto a lungo. Per questo la nostra campagna si rivolge
anche e soprattutto a giovani e giovanissimi si mantiene il cuore
in forma con il passare degli anni se si è attenti alla prevenzione
fin dall'adolescenza, adottando uno stile di vita salutare. Ad esempio,
evitando la sedentarietà: il 40% dei calabresi non fa abbastanza
movimento, invece un'attività fisica regolare è un toccasana
per contrastare l'invecchiamento di cuore e vasi". Audia (Pdm) “preoccupati per l’ospedale di San Giovanni” 14/09 "Le preoccupazioni circa il futuro dell'Ospedale di San
Giovanni in Fiore, e più in generale della tutela della salute
dei cittadini del nostro distretto, impongono alle forze politiche
e sociali un atteggiamento di massima allerta per prevenire possibili
attacchi alle nostre strutture sanitarie". E' quanto scritto
in una lettera che il segretario del Partito Democratico Meridionale
di San Giovanni in Fiore, Salvatore Audia, ha inviato ai rappresentanti
sindacali Cgil,Cisl, Uil e Fis-Sanità, ai quali ha chiesto
un incontro per un esame approfondito della questione. "Comprendiamo
naturalmente - è scritto ancora nella lettera - anche le difficoltà
finanziarie regionali nonché l'esigenza non più procrastinabile
di una razionalizzazione del servizio sanitario regionale" Le strutture ambulatoriali incontrano la Lo Moro 14/09 La mancata attribuzione alla specialistica ambulatoriale pubblica
e privata del 13% del fondo sanitario regionale sarà al centro
venerdì, a Lamezia Terme, di un incontro che l' Associazione
nazionale istituzioni sanitarie accreditate private (Anisap) avrà
con l' assessore regionale alla Salute Doris Lo Moro. "L' Anisap
- è detto in un comunicato - raccoglie in tutta la regione
ben 392 strutture con 3.400 dipendenti ed ha stipulato contratti con
gli Enti per 95 milioni di euro ogni anno". "Alla riunione
- riporta ancora la nota - parteciperanno i consiglieri regionali
Naccari Carlizzi e Gianni Nucera. Potrebbe essere presente anche il
presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero". Grazie alla campagna di prevenzione per le donne scoperti cinque casi di tumori 12/09 Grazie all'attività di prevenzione condotta nel primo semestre 2006 è stato possibile individuare 18 tumori mammari e 2 tumori del collo dell'utero in donne che non sapevano di essere affette da tali patologie e che si ritenevano in perfetta salute. Ad esse è stato offerto un percorso assistenziale dedicato che in gran parte hanno scelto di seguire presso le strutture sanitarie dell'Azienda sanitaria locale di Crotone. Lo rende noto, in un comunicato, il direttore dell'Asl 5, Thomas Schael, che domani mattina terrà una conferenza stampa. Lo screening per la prevenzione dei tumori del collo dell'utero e della mammella in corso nell'Azienda Sanitaria di Crotone si rivolge a tutte le donne residenti che vengono invitate ad effettuare un Pap-test gratuito ogni 3 anni, per persone di età compresa fra 25 e 64 anni e una mammografia gratuita ogni 2 anni, per persone di età compresa tra i 50 e 69 anni e, quando l'esame evidenzi qualche lesione, ad eseguire tutti gli approfondimenti successivi fino alla diagnosi e all'eventuale trattamento. Nell'Asl di Crotone sono interessate alla campagna di screening del tumore della mammella 20.708 donne, mentre per la campagna di screening del tumore del collo dell'utero 50.980. L'obiettivo del programma di screening, informa la direzione generale dell'Asl, è l'individuazione dei tumori in fase precoce (stadio iniziale) e, per quanto riguarda il collo dell'utero, anche l'individuazione ed il trattamento delle lesioni precancerose in modo da prevenire l'insorgenza dei tumori al fine di poter realizzare una terapia efficace migliorando la prognosi e la qualità della vita. In tutti i 17 Comuni nei quali si è recato l'Ambulatorio Mobile, l'inizio delle attività di screening è stato preceduto dalla realizzazione di un incontro pubblico finalizzato a presentare l'iniziativa e sensibilizzare tutti i cittadini. Nei comuni di Crotone, Cirò Marina e S.Giovanni in Fiore sono state attivate le campagne di prevenzione che si realizzano presso le strutture ambulatoriali locali. Dall'inizio dell'attività sono state invitate ad eseguire la mammografia 3546 donne, di queste se ne sono presentate 1.398 con una adesione del 41,2 %. Sono state invitate ad eseguire il Pap-test 13.523 donne, hanno aderito al nostro invito 5.559 donne con una percentuale del 42,9%. "Questi risultati, che potranno e dovranno essere migliorati, pongono la nostra Azienda - sostiene la direzione generale dell'Asl 5 - di gran lunga al primo posto tra le Aziende Sanitarie che hanno attivato gli Screening in Calabria". Dal 18 settembre, partendo dal Comune di Cutro, riprenderà l'attività di prevenzione che ci vedrà completare la prima annualità, coinvolgendo anche le donne di Isola Capo Rizzuto, Rocca di Neto, Belvedere Spinello, Cirò, Crucoli, Roccabernarda e Petilia Policastro. Per le donne del Comune di Mesoraca le due campagne di prevenzione saranno invece attivate non appena terminati i lavori di adeguamento della struttura sanitaria di Campizzi. ASL Rossano, Caputo (AN) “Carbone si dimetta” 07/09 "Se le notizie, gravissime, riportate dalla stampa fossero
confermate dagli interessati e non altrimenti smentite, l'unico atto
dignitoso che il Direttore dell'Azienda sanitaria di Rossano, Carbone,
dovrebbe porre in essere sarebbero le dimissioni immediate dall'incarico
ricoperto". E' quanto afferma in una nota il coordinatore provinciale
di Alleanza nazionale di Cosenza, Giuseppe Caputo. "Le indiscrezioni
riportate in questi giorni - ha aggiunto - stanno infatti accreditando,
così come da tempo andiamo sostenendo, l'ipotesi di una gestione
politicizzata dell'As 3 di Rossano da parte del Direttore Giuseppe
Carbone. Da ultimo, abbiamo appreso della gravissima 'richiesta' che
Carbone avrebbe destinato all'attuale Direttore della Divisione di
Ginecologia dell'Ospedale di Rossano, Pino Sacco. Secondo quanto riportato,
a Pino Sacco sarebbe stato proposto il mantenimento della Direzione
di Dipartimento, subordinandolo tuttavia al trasferimento dello stesso
nell'Ospedale di Corigliano. In questo modo, si lascerebbe libera
la Direzione della Ginecologia di Rossano e si potrebbe "piazzare"
nella stessa un altro Primario, militante nell'Udeur. L'Udeur, partito
del Centro Sinistra, visto l'andazzo generale, "giustamente"
reclamerebbe, per se e per i suoi uomini, adeguate fette di gestione
al Direttore Generale. Sempre secondo le indiscrezioni trapelate,
se il Dott.Sacco dovesse dimostrarsi contrario alla "proposta"
del vertice AS, potrebbe certo rimanere a Rossano, ma senza direzione
di dipartimento". "E' mai possibile - ha proseguito Caputo
- che un Direttore Generale, chiamato a gestire la sanità territoriale,
invece di dare risposte adeguate agli utenti, si faccia carico delle
richieste dell'Udeur o di altri partiti? E' possibile che un Primario,
come il Dott. Sacco, possa essere umiliato a tal punto, per far posto
a qualche sedicente allievo. Sarebbe una vergogna infinita ed al Direttore
Generale non resterebbe altro che rassegnare le dimissioni immediate.
La gestione della sanità, conclude Caputo, non può passare
attraverso la contrattazione clientelare e la spartizione dei posti
tra partiti o suoi rappresentanti o referenti". "La confusione
generalizzata - ha concluso - che regna oggi sulla sanità locale,
le critiche trasversali all'atto aziendale che provengono da ogni
comune del bacino As, il silenzio di Carbone sulla vicenda, confusa
ed equivoca, dell'Ospedale Unico e sul Dea, confermano tutte le nostre
perplessità ed avvalorano le nostre censure. Restiamo in attesa
di avere conferme o smentite sul gravissimo caso di Sacco". Riparte la campagna di prevenzione sui disturbi della vista dei bambini 29/08 Riparte la campagna nazionale per la conoscenza e la prevenzione
dei disturbi della vista dedicata ai bambini 'Apri gli occhi 2006'.
La seconda edizione, promossa dalla Sezione italiana dell'Agenzia
internazionale per la prevenzione della cecita' (Iapb) in collaborazione
con il ministero della Salute, avra' inizio a ottobre e proseguira'
fino alla fine di marzo 2007. Nel mondo ci sono circa 37 milioni di
non vedenti, di cui 1 milione e 500 mila sono bambini sotto i 15 anni.
Sono invece 124 milioni gli ipovedenti. In Italia i non vedenti sono
circa 350mila e gli ipovedenti oltre 1 milione e 500 mila. Quest'anno
'Apri gli occhi' portera' il tema della salvaguardia della vista nei
teatri e nei cinema di 30 citta' in tutta Italia (Ravenna, Sassari,
Cagliari, Trapani, Agrigento, Caltagirone, Ragusa, Reggio Calabria,
Cosenza, Potenza, Matera, Bari, Lecce, Roma, Isernia, Caserta, Avellino,
Viterbo, Terni, Pescara, Ancona, Firenze, Siena,Genova, Torino, Novara,
Pavia, Brescia, Trento, Padova e Gorizia). In ognuna verra' organizzato
uno spettacolo educativo-scientifico e gli attori coinvolgeranno direttamente
i bambini con dimostrazioni pratiche di alcuni fenomeni legati alla
vista. Durante lo rappresentazione si fara' riferimento ai personaggi
di una storia contenuta nel Dvd divulgativo che verra' distribuito
a tutti i piccoli spettatori. Il Dvd contiene anche un questionario
interattivo che permettera' alla Iapb di fare una mappatura dei problemi
piu' diffusi legati alla vista e dei comportamenti delle famiglie
italiane in fatto di salute degli occhi. Rocco Trento “No allo smantellamento dell’Ospedale di Cariati” 25/08 "Le notizie relative all' approvazione dell' Atto aziendale dell' Azienda sanitaria di Rossano, con uno smantellamento dell' attuale offerta sanitaria del Presidio ospedaliero di Cariati e riconversione a semplice ospedale di lungodegenza e riabilitazione, hanno destato allarme nelle popolazioni". E' quanto afferma il presidente del Consiglio comunale di Cariati, Rocco Trento, nel testo di un telegramma inviato all' assessore regionale alla Tutela della salute, Doris Lo Moro. In particolare Trento, che è anche consigliere provinciale, chiede all' assessore Lo Moro di incontrare una delegazione di sindaci e amministratori del territorio del basso Ionio cosentino e dell' Alto crotonese. Per Trento "le decisioni dei responsabili dell'Azienda sanitaria di Rossano disattendono in modo grave la concertazione avviata nei mesi scorsi da istituzioni locali ed Azienda sanitaria di Rossano. In particolare, in più occasioni ufficiali, compreso il Consiglio comunale di Cariati del 5 luglio 2006, allargato a sindaci e del territorio e ai vertici dell'As, il direttore generale Giuseppe Carbone ha sempre rassicurato sul mantenimento del presidio ospedaliero di Cariati nella rete regionale e su una sua riconversione, con migliormaento e potenziamento dell' offerta sanitaria, da avviarsi con il coinvolgimento delle istituzioni locali". Falbo (AN) denuncia “L’Ospedale di Rogliano abbandonato a se stesso” 25/08 “L’Ospedale Santa Barbara di Rogliano è
abbandonato a sé stesso”. E’ quanto afferma in
una dichiarazione il Commissario An e Consigliere comunale di Rogliano
Ferdinando Falbo. “L’Amministrazione comunale –
prosegue Falbo- ha fatto calare il silenzio su una vertenza di vitale
importanza per il territorio, salvo qualche uscita mediatica priva
di reali contenuti di novità ad opera del sindaco, mirata più
a promuovere giornalisticamente i suoi incontri con la dirigenza della
Azienda Ospedaliera di Cosenza che non ad imporre le ragioni della
riqualificazione e del potenziamento della struttura. Qualcuno spieghi
ai nostri illuminati amministratori dell’Unione che, mentre
loro sono tutti presi dallo “Scialo d’agosto”, nelle
stanze che contano stanno programmando la progressiva distruzione
del presidio ospedaliero locale; qualcuno dica loro che il direttore
dell’A.O. di Cosenza, dr. Cesare Pelaia, dopo aver lasciato
scappare un professionista eccellente come il dr. Ermes Giuzio, indebolendo
in misura rilevantissima il nostro nosocomio, sta meditando di infliggere
nuovi colpi alla sanità roglianese. Forse il sindaco Gallo,
in questa vicenda, ha deciso di recitare la parte della bella addormentata,
ma vogliamo ricordargli che ha il dovere di presidiare il Santa Barbara
con qualsiasi mezzo, anche se sarà necessario andare contro
i manager politicamente a lui affini, poiché le istanze del
territorio hanno la priorità su qualsiasi bandiera politica.
La Fondazione Betania annuncia un nuovo centro di recupero a Catanzaro 19/08 Sorgerà a Catanzaro, su una superficie di oltre 30 mila
metri quadri, un nuovo Centro di riabilitazione della Fondazione Betania
Onlus, che è proprietaria del terreno. Il progetto - è
detto in un comunicato - è stato già preannunciato al
sindaco Rosario Olivo dal presidente della Fondazione, don Biagio
Amato, nel corso di una visita compiuta lo scorso 2 agosto. "La
struttura - è detto nel comunicato - avrà 120 posti
letto, con un day hospital ed un'attività di tipo ambulatoriale
e domiciliare. Ci saranno anche spazi dedicati alla ricerca e alla
formazione perché la Fondazione intende offrire alla Calabria
un centro di eccellenza nella riabilitazione anche per poter concorrere
a contenere la mobilità sanitaria di calabresi che si spostano
in altre regioni anche per prestazioni riabilitative, ma soprattutto
per poter garantire alta qualità che possa portare pazienti
di altre regioni del mezzogiorno e dell' area del mediterraneo a utilizzare
i dei servizi del Centro". Al lavoro per l' elaborazione del
progetto sono già alcuni tecnici della Fondazione, consulenti
scientifici ed un architetto. Il Centro dovrebbe essere pronto entro
il 2008. Sono stati già avviati i necessari e dovuti rapporti
anche con le Università calabresi e con altre strutture a livello
nazionale. Papalia (CGIL) “Positivo l’accordo integrativo per i medici” 12/08 ''Finalmente s'intravede un disegno di sanita' piu' giusta''.
E' quanto afferma Teresa Papalia, segretaria aziendale della Cgil
medici dell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza, facendo riferimento
all'approvazione da parte della Giunta regionale, su proposta dell'assessore
alla Salute, Doris Lo Moro, dell'accordo integrativo dei medici di
medicina generale. ''Diamo atto all'assessore Lo Moro ¿ afferma
Teresa Papalia ¿ di avere assunto alcuni provvedimenti che,
pur tra mille polemiche e difficolta', dimostrano che ha a cuore il
cambiamento della sanita' di casa nostra e ci auguriamo che la risposta
delle aziende sanitarie e ospedaliere sia adeguata. In un quadro di
sanita' regionale frammentata e scomposta, qual e' quella calabrese,
cominciare a dotare realmente il territorio delle necessarie risorse
assistenziali, diverse dall'ospedale, e in grado di dare risposte
24 ore su 24 ai cittadini con la costituzione delle unita' territoriali
di assistenza primaria, e' un atteso atto di civilta' e rispetto del
diritto alle cure da parte dei cittadini, per anni, invocata dagli
operatori sanitari, sindacati e dagli stessi utenti''. ''Potrebbe
essere questo - sostiene ancora la dirigente della Cgil cosentina
- l'inizio della vera svolta in tema di riordino della sanita' perche'
solo cosi potranno venire meno tanti alibi e potranno realmente emergere
i ruoli delle varie strutture di assistenza presenti a livello regionale.
Gli ospedali dovranno riprendere la loro funzione di dispensatori
naturali di cure solo per le emergenze, le alte specialita' e le patologie
acute, mentre il territorio dovra' essere messo in grado di garantire
in qualsiasi momento l'assistenza ordinaria e di supporto per le patologie
croniche, l'assistenza domiciliare, nonche' i famosi programmi prevenzione,
non piu' differibili. C'e' naturalmente anche da augurarsi che di
questo progetto di riordino tengano conto realisticamente anche i
direttori generali delle Aziende nell' elaborazione e stesura degli
atti aziendali che saranno presentati in questi giorni alla Regione''.
Papalia sostiene infine che ''e' necessario che l'assessore Lo Moro
non dimentichi l'importante contributo che la classe medica, che quotidianamente
vive da anni i piccoli e grandi problemi legati alla non efficienza
del sistema, puo' continuare a dare per l'ulteriore perfezionamento
e la messa in opera della nuova rete di assistenza''. Napoli (AN) “Insano il piano di riordino dell’AS di Palmi” 12/08 ''Pur di soddisfare le istanze provenienti da precise aree
politiche, ma incurante dell'utenza sanitaria di questo territorio,
lei sta continuando ad attuare l'insano piano di riordino sanitario''.
E' quanto scrive Angela Napoli, deputato di An, in una lettera inviata
al direttore generale dell' Azienda sanitaria 10 di Palmi, Giuseppe
Putorti'. La lettera e' stata inviata dalla parlamentare di An, per
conoscenza, anche al prefetto di Reggio Calabria, Luigi De Sena, ed
al procuratore della Repubblica di Palmi, Vincenzo Lombardo. ''E'
chiaro - aggiunge Angela Napoli - che non accettero' supinamente una
simile 'imposizione' e che, pertanto, nei prossimi giorni assumero'
iniziative consequenziali. Nel frattempo, pero', considerate le voci
insistenti che si rincorrono nella Piana di Gioia Tauro, le chiedo
se la nomina a Direttore sanitario dell' Azienda sanitaria di Palmi
del dott. Rosario Bellantonio e' dettata dai corrispondenti requisiti
previsti dalla normativa vigente in materia''. La UIL approva l’atto aziendale della Azienda Sanitaria di Castrovillari 12/08 La segreteria aziendale della Uil, dopo un confronto tra gli iscritti, ha approvato l'atto aziendale adottato dalla direzione sanitaria della azienda sanitaria di Castrovillari. ''La Uil, con grande responsabilita', - si scritto in un comunicato diffuso da Vincenzo Cirigliano, segretario aziendale della Uil-Fpl - ha condiviso le strategie e la riorganizzazione dei servizi attraverso l' atto aziendale di cui l'azienda Sanitaria di si vuole dotare. Un lavoro al servizio dei cittadini e dei dipendenti che viene compiuto in sordina e senza proclami nell'esclusivo interesse di offrire servizi sempre piu' efficaci ed efficienti al servizio degli utenti. Percio', pur rispettando la strategia della Cgil e della Cisl, apprendiamo, con soddisfazione, che anche loro sono venuti sulle nostre posizioni, gia' da tempo noi avevamo espresso parere favorevole all'atto aziendale''. Cirigliano, a nome della Uil, non comprende ''come abbia fatto la Cgil a modificare il giudizio nei confronti della Direzione Aziendale dell'As di Castrovillari se fino a ieri era estremamente negativo e senza, peraltro, che ci sia stato variazione al documento proposto dalla direzione generale''. ''La Uil - ha concluso - spera che le buone intenzioni si traducano in fatti concreti per offrire servizi sempre piu' qualificati e tempestivi, soprattutto per eliminare le lunge liste d'attesa e i viaggi della speranza''. Approvato dalla Regione il contratto integrativo per 3500 medici 11/08 Riguarda circa 3500 persone, fra medici di base, delle guardie
mediche, dell’emergenza e della medicina dei servizi, l’accordo
integrativo regionale dei medici di medicina generale, approvato dalla
Giunta su proposta dell’assessore alla Salute, Doris Lo Moro.
L’approvazione dell’accordo - si legge in una nota dell’assessorato
diffusa dall’ufficio stampa della Giunta - segna una svolta,
in Calabria, nel tipo di assistenza erogata ai cittadini ed è
il punto di snodo di una politica mirata a dare risposte esaustive
ai tradizionali e ai nuovi bisogni di salute. I profondi mutamenti
dei profili demografici ed epidemiologici della popolazione intervenuti
negli anni e caratterizzati dalla bassa natalità, dall’aumento
della vita media e dall’incremento delle malattie croniche e
degenerative impongono la necessità di adottare modelli assistenziali
che garantiscano il superamento del modello a centralità ospedaliera
e, contestualmente, il potenziamento del sistema di servizi sul territorio.
La conferenza dei Sindaci dell’AS4 approva l’atto di programmazione sanitaria 11/08
La conferenza dei sindaci dell'As 4 ha approvato all'unanimita', stamani,
l'atto aziendale di programmazione della politica sanitaria sul territorio.
Lo rendo noto il comune di Cosenza. ''La politica che mira ad instaurare
rapporti collaborativi costanti tra istituzioni, concretamente messa
in atto dal sindaco Salvatore Perugini gia' in queste prime settimane
di lavoro - e' scritto in un comunicato - ha trovato una nuova sponda
nei vertici dell'Azienda sanitaria di Cosenza. L'occasione per reciproci
impegni di collaborazione fattiva e' stata la conferenza dei sindaci
dell'As''. La riunione si e' tenuta a Palazzo dei Bruzi sotto la presidenza
di Perugini e con la partecipazione dei vertici dell'Azienda sanitaria,
il direttore generale Battista Aquino e il direttore sanitario Antonello
Scalzo, i quali hanno illustrato il documento e, a fine assemblea,
hanno espresso ''grande soddisfazione per aver trovato nei sindaci
interlocutori attenti, con i quali si sono creati i presupposti di
una positiva concertazione inter-istituzionale''. Perugini, che era
affiancato dall'assessore comunale alla Salute, Alessandra La Valle,
e' scritto nella nota, ha inizialmente ribadito come il ruolo della
conferenza dei sindaci sia fondamentale per le funzioni di indirizzo
e di controllo sulla politica sanitaria territoriale, come previsto
dalla legge. Perugini si e' rammaricato che in questa occasione sia
mancato un preventivo coinvolgimento della Conferenza, riconoscendo
pero' che il tempo a disposizione del Direttore generale e' stato
obiettivamente ristretto. Sono state, infatti, approvate solo a maggio
le linee guida della Regione, propedeutiche all'atto stesso. Il Presidente
dell'assemblea ha quindi auspicato che questa volonta' di partecipazione
alla programmazione sia tenuta presente per il futuro. ''I sindaci,
in particolare - e' scritto nella nota - ci tengono ad offrire un
loro contributo alla redazione del Piano sanitario regionale che dovra'
concretizzarsi entro il 31 dicembre prossimo''. Il Direttore generale
ed il Direttore sanitario hanno poi illustrato il documento, che traccia
l'organizzazione sanitaria e l'offerta di servizi sul territorio.
L'atto di programmazione verra' ulteriormente riempito con le indicazioni
che proverranno dalla Regione quando avra' approvato il Piano sanitario,
per il quale e' gia' stata costituita un'apposita Commissione. Pieno
accordo, infine, sulla opportunita' che siano rafforzati i rapporti
di collaborazione tra Azienda e istituzioni locali e gli organismi
specifici come la Conferenza dei sindaci. Dopo un ampio dibattito,
la votazione ha registrato l'unanimita'. Il direttore generale Aquino
si e' dichiarato molto lieto per questo esito, ''che costituisce per
noi - ha detto - un ulteriore stimolo a promuovere momenti di concertazione
nella difficile gestione della sanita' nella nostra provincia''. Soddisfatto
anche Perugini che ha trovato nell'esposizione dei due manager le
risposte che cercava. ''L'approvazione dell'atto - ha detto il Sindaco
- e' da leggere quale apprezzamento verso i vertici dell'Asl i quali
hanno espresso la volonta' di aprire un nuovo percorso di collaborazione
istituzionale nell'interesse dei cittadini, riconoscendo un ruolo
centrale alla Conferenza dei sindaci''. La conferenza dei capogruppo di Cariati boccia l’atto aziendale dell’AS3 11/08 ''La Conferenza dei capigruppo consiliari di Cariati, in un
documento condiviso e firmato all'unanimita', boccia categoricamente
l'atto aziendale unico cosi' come reso noto dal direttore generale
dell'Azienda sanitaria 3 di Rossano, Giuseppe Carbone''. Lo ha reso
noto, in un comunicato, l'ufficio stampa del capogruppo consiliare
Alfonso Cosentino. ''Alla base della ferma e ribadita contrarieta'
rispetto all'atto aziendale - e' scritto nella nota - vi e' l'equivoco
strumentalmente creato circa il presidio ospedaliero unico. A tutt'oggi,
constatato il prolungato silenzio di Carbone, non e' stata fatta la
necessaria ed indispensabile chiarezza su quale sia e su cosa effettivamente
sia questo propagandato progetto. Non e' piu' possibile tentare di
difendere l'esistente cosi' com'e', aggravando peraltro la situazione
con il progetto di un ennesimo ospedale, destinato ad essere ne' piu'
ne' meno che fotocopia degli esistenti e destinato a danneggiare l'utenza,
le professionalita' e le strutture gia' esistenti''. L’ass. Lo Moro incontra il Presidente dell’Inail per un eventuale investimento in Calabria 10/08 L'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, ha ricevuto
stamani la visita del presidente dell'Inail, Vincenzo Mungari. Il
colloquio, al quale hanno preso parte, oltre al direttore generale
del dipartimento, Raffaele Faillace, il presidente della commissione
bilancio dell'Inail, Enzo Damiano, ed il vice direttore regionale
per la Calabria, Giovanni Asaro, e' stato dedicato alle possibilita'
di investimento dell'istituto nella regione. ''In particolare, Mungari
e la delegazione dell'Inail - e' detto in un comunicato dell'assessorato
- hanno aggiornato l'assessore Lo Moro in merito ad alcuni progetti
gia' programmati dall'istituto e per i quali esiste una cospicua disponibilita'
finanziaria''. Tra gli argomenti affrontati, le possibili forme di
collaborazione fra la Regione e l'Inail in ordine al nuovo piano sanitario
ed ai progetti per il contenimento delle liste d'attesa. ''Le parti
- si afferma ancora nel comunicato - hanno concordato che a questo
primo incontro dedicato ad una ricognizione generale delle possibilita'
d'intesa fra le parti seguiranno riunioni a livello tecnico al fine
di elaborare forme d'intesa specifica''. Il presidente Mungari, che
e' originario di Crotone, ha sottolineato ''l'attenzione che l'Inail
intende riservare alla Calabria'', auspicando ''sviluppi proficui
dell'incontro di oggi''. L'assessore Lo Moro, dal canto suo, ha manifestato
l'interesse della Regione verso le proposte dell'Inail, garantendo
''la massima collaborazione degli uffici del dipartimento alla Salute''.
Aumenta lo screening del seno ma il sud rimane indietro 09/08 Sono circa sei su dieci le italiane che effettuano con regolarità
una mammografia per la prevenzione del tumore al seno. Un dato positivo,
che segna lo sviluppo dei sistemi di screening in Italia, ma che allo
stesso tempo registra una discrepanza tra il Nord e il Sud del Paese:
nel meridione solo a tre donne su dieci è data la possibilità
di effettuare una mammografia preventiva, mentre nel settentrione
questa offerta è rivolta ad oltre otto italiane su dieci. Le
cifre arrivano dallo studio PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie
per la Salute in Italia), appena pubblicato sul Bollettino Epidemiologico
Nazionale dell'Istituto Superiore di Sanità, dove gli esperti
hanno intervistato telefonicamente 15.483 persone tra i 18 e i 69
anni: di queste, 2.902 erano donne tra i 50 e i 69 anni, la stessa
fascia di età per cui le linee guida italiane ed europee raccomandano
una mammografia preventiva ogni due anni. I dati del PASSI, spiega
Marco Zappa, dell'Osservatorio Nazionale Screening (ONS) di Firenze,
contribuiscono a tracciare l' identikit della donna attenta alla salute
del proprio seno: é relativamente giovane, coniugata e con
un livello di studio elevato. Ma "la distanza fra il Centro-Nord
e Sud permane, anche se si registrano significativi miglioramenti
nelle Regioni Meridionali". In particolare i dati più
aggiornati dell'ONS (relativi al 2004) paragonano l'estensione dei
programmi di screening nelle diverse Regioni italiane, dove per 'estensione',
si legge nel rapporto ONS, "si indica generalmente la percentuale
di donne interessate da progetti di screening mammografico rispetto
alla popolazione femminile italiana nella fascia di età 50-69
anni". Mentre al Centro l'estensione arriva al 98,2% e al Nord
all'82,3%, il Sud rimane 'solo' al 30%. Più nel dettaglio,
sono parecchie le Regioni del Centro-Nord che registrano un'estensione
teorica (che rappresenta cioé la quota di popolazione residente
in zone in cui è attivo un programma di screening organizzato)
pari al 100%, come Val d'Aosta, Piemonte, Trentino Alto Adige, Emilia
Romagna, Toscana e Lazio. Al Sud, nonostante una estensione totale
per Basilicata e Molise, si registra per la Campania un 78%, mentre
la Sicilia segna il valore più basso di tutti (8,3%), e la
Calabria e la Puglia non presentano alcun programma di screening organizzato
(oppure i dati relativi a queste Regioni non sono pervenuti all'ONS).
La questione della diffusione degli screening organizzati sul territorio
non è da poco: tanto che, commenta Zappa, "l'importanza
della presenza di screening organizzati è confermata dal fatto
che, se si confrontano le coperture delle regioni dove un programma
di screening è attivo e quelle in cui non lo è, vediamo
che un'alta copertura si raggiunge soltanto laddove un programma organizzato
è presente". Senza contare che, più diffuso è
il programma di screening, più efficace può essere la
prevenzione del tumore del seno. Tra gli altri dati dello studio PASSI,
relativi all'intero territorio nazionale, si legge che il 75% delle
donne tra i 50 e i 69 anni ha eseguito almeno una mammografia a scopo
preventivo nel corso della vita; il 57% delle intervistate ha invece
riferito di aver effettuato una mammografia negli ultimi due anni,
"in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale -
si legge nel Bollettino ISS - che raccomandano la mammografia con
periodicità biennale". Il tumore alla mammella rappresenta
la neoplasia più frequente e la principale causa di morte per
tumore nelle donne: in Italia si contano infatti 32 mila nuovi casi
ogni anno, con ben 11 mila decessi. Una ricerca non conferma i dati sull’obesità dell’Istat 08/08 ''Dallo studio sull'obesita' infantile condotto dall' unita'
operativa di 'Pediatria di Comunita'' dell'Azienda sanitaria di Catanzaro,
diretta da Rossella Anfosso, con la collaborazione della cattedra
di pediatria dell'universita' Magna Grecia, emergono dati che sono
in contrasto con i dati riferiti dall'Istat nel mese di luglio''.
E' quanto riferisce una nota dell'Azienda sanitaria. ''I bambini calabresi,
secondo la nostra ricerca - e' detto nel comunicato - non sono 'i
piu' obesi d'Italia', come indica lo studio dell'Istat. Infatti, la
percentuale di obesita' in Calabria e' pari al 5,8 per cento, dato
al di sotto della media nazionale, indicata dall'Istituto nazionale
di statistica''. ''L'attendibilita' delle nostre percentuali - ha
detto Rossella Anfosso - e' documentata dalla metodologia utilizzata,
basata sulle rilevazioni (peso, altezza, stile di vita, ecc.) effettuate,
da personale specializzato, su 954 alunni di numerose scuole elementari
e medie. Lo studio e' una testimonianza dell'attivita' che a Catanzaro,
nell'Azienda sanitaria 7, si svolge da tempo ed i cui risultati sono
validi, soprattutto se si pensa che nel resto della Calabria la prevalenza
dell'obesita', dai dati in nostro possesso, risulta essere molto piu'
alta''. ''L'Azienda Sanitaria 7 - si afferma ancora nel comunicato
- affronta da tempo la tematica obesita' con il progetto 'Cibo, piacere
di conoscerti', elaborato dall' unita' operativa pediatria di comunita':
un servizio finalizzato a promuovere la prevenzione all'obesita' nelle
scuole. Nel precedente triennio scolastico, il progetto di educazione
alimentare e' stato realizzato in 64 classi, con circa 1500 studenti.
Gli interventi sono avvenuti nelle singole aule dove specialisti hanno
lavorato con gli alunni alla presenza degli insegnanti, che hanno
condiviso il progetto in ogni sua fase in modo collaborativo''. Ass. Lo Moro: “Un fatto di civiltà la riduzione dei tempi d’attesa” 07/08 ''Mi sembra un fatto di civilta' che in una societa' moderna
i pazienti, soprattutto quando sono affetti da patologie gravi, non
debbano sopportare il disagio ulteriore di dover attendere, talvolta
indefinitamente, la disponibilita' delle strutture sanitarie per essere
adeguatamente assistiti''. L'assessore Doris Lo Moro commenta cosi'
l'approvazione, da parte della Giunta regionale, del piano per il
contenimento dei tempi di attesa, elaborato dal dipartimento per la
Tutela della Salute e da lei stessa portato all'attenzione dell'esecutivo.
L'introduzione di un termine massimo di attesa per una serie di prestazioni
prioritarie; il potenziamento dei centri unici di prenotazione a livello
aziendale e regionale; il coinvolgimento dei medici di base in un
sistema ''a rete'' per la prenotazione diretta delle prestazioni sono
i capisaldi del progetto. ''Vogliamo stravolgere l'attuale rapporto
tra il servizio sanitario ed i cittadini a tutto vantaggio di questi
ultimi - afferma l'assessore in un comunicato - e questa e' una riforma
destinata ad incidere profondamente su uno dei punti piu' critici
del sistema: le lunghe attese alle quali gli utenti sono costretti
per poter fruire dei servizi. So che le liste d'attesa rappresentano
uno dei punti critici della sanita' calabrese, tanto piu' considerando
che il problema riguarda in particolare chi ha minori possibilita'
economiche e non puo' sopportare le spese che consentono a chi ha
piu' risorse di ottenere rapidamente le prestazioni rivolgendosi allo
specialista privato. E sappiamo bene quanto una diagnosi tempestiva
possa aumentare le possibilita' di sopravvivenza. A tal fine - fa
rilevare l'assessore - la Giunta regionale ha gia' provveduto, con
diversi provvedimenti, a dare le disposizioni opportune alle aziende
sanitarie. In primo luogo, indicando obiettivi specifici per la riduzione
delle liste d'attesa nei contratti dei direttori generali, poi con
l'adozione della delibera di riparto dei fondi, che prevede la formulazione
dei piani attuativi aziendali nei quali dovranno essere comprese attivita'
specifiche in ordine alle prestazioni di ricovero e specialistica
ambulatoriale ed allo sviluppo della massima capacita' produttiva
in regime di massima appropriatezza per le attivita' di ricovero e
di assistenza specialistica ambulatoriale, residenziale e semi residenziale
delle strutture aziendali a gestione diretta''. Il piano, previsto
dall'intesa Stato-Regioni del 28 marzo 2006, ha dunque l'obiettivo
generale di soddisfare la richiesta di prestazioni, garantendo risposte
adeguate ai bisogni di salute dei cittadini. ''Per questo motivo -
spiega Doris Lo Moro - occorre governare la domanda degli utenti,
garantendo un ricorso appropriato alle attivita' del servizio sanitario
regionale, anche attraverso criteri di priorita' nell'accesso''. All'origine
del piano, e' scritto in una nota, c'e' l'esigenza di gestire razionalmente
il sistema degli accessi, tramite una riorganizzazione del sistema
delle prenotazioni (Cup) che consenta di collegare in maniera ottimale
l'offerta e la richiesta di prestazioni, differenziando queste ultime
per tipologia e criticita' al fine di individuare i percorsi diagnostico-terapeutici
prioritari e definire le modalita' di gestione. I tempi massimi di
attesa previsti sono: 20 giorni per la prima visita specialistica;
60 per le prestazioni diagnostiche, 15 giorni per la prima visita
oncologica. ''Le aziende che non saranno in grado di rispettare i
tempi indicati - spiega la nota dell'assessorato - dovranno motivare
adeguatamente le ragioni, indicando le misure che intendono adottare
per il loro rispetto. Lo stesso piano comprende un primo programma
con i tempi massimi di attesa relativi a 33 prestazioni, cosi' come
concordato con la Commissione Nazionale Salute (il cui elenco ne include
in tutto 100), rinviando alla conclusione di un'attivita' di monitoraggio
coordinata a livello nazionale con l'Agenzia per i servizi sanitari
regionali l'inserimento delle altre nel piano attuativo regionale.
Con il piano, inoltre, tutte le Aziende sanitarie della Calabria dovranno
attivare un Centro unico di prenotazione (Cup) nel caso ne fossero
sprovviste, o dovranno riorganizzarli se gia' attivati, in modo da
comprendervi le liste di prenotazione relative sia all'utenza che
si rivolge alle strutture pubbliche sia a quelle che si rivolgono
alle strutture private accreditate. La Regione promuovera', inoltre,
l'attivazione di un Cup integrato allo scopo di realizzare un sistema
di prenotazione regionale coordinato. Per la realizzazione del progetto
la Regione ha anche promosso un progetto specifico: la 'Rete dei medici
di medicina generale e dei pediatri di libera scelta' che comporta
un investimento pari a 6 milioni di euro la cui gara e' in fase di
espletamento. L'obiettivo e' realizzare sperimentalmente in sei aziende
il collegamento fra i medici di medicina generale e i pediatri di
libera scelta ed i Cup aziendali per garantire la prenotazione diretta
delle prestazioni''. Loiero e Gentile “Il Ministro Bindi ci ripensi su Cognetti” 04/08 "Mi auguro che il ministro Turco ci ripensi e torni sulla
sua decisione di rimuovere Franco Cognetti dalla guida dell'Istituto
italiano dei tumori Regina Elena". Lo afferma, in una dichiarazione,
il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero. "Qui lo
spoil system - aggiunge Loiero - non c'entra niente. Parliamo di salute,
parliamo di cancro. E poi chi l'ha detto che Franco Cognetti dev'essere
per forza attribuito alla destra? Per avviare il centro di eccellenza
regionale di terapia contro i tumori io l'ho nominato mio consulente.
Perché Cognetti è uno scienziato, un medico coscienzioso
e un oncologo capace. E solo per questo deve essere valutato. In casi
come questo non ci si può nascondere dietro il paravento dello
spoil system, che è giusto e necessario per governare ma non
per altro. La terapia e la ricerca non sono attività di governo.
E Franco Cognetti ha dato e continua a dare lustro alla ricerca e
alla cura dei tumori. Se devo essere sincero fino in fondo la rimozione
di Cognetti dal Regina Elena non solo azzoppa la struttura alla quale
aveva dato dignità internazionale, ma costituisce un brutto
segnale in un settore così delicato, quello che riguarda la
salute dei cittadini, che non ha niente a che fare con gli schieramenti
politici". L’Ass. Lo Moro illustra il programma dell’assistenza domiciliare regionale 03/08 Prestare aiuto in casa ad almeno 10.800 persone, di cui l'80%
anziani, in tutta la Calabria, nel volgere di un triennio. E' l'ambizioso
obiettivo del programma di assistenza domiciliare approvato dalla
Giunta regionale su proposta dell'assessore alla Salute, Doris Lo
Moro. "Siamo consapevoli del fatto - ha detto l'assessore Lo
Moro - che, con l'aumento delle aspettative di vita, gli anziani tendono
a costituire una fascia sempre più significativa della popolazione.
Gli ultrasessantacinquenni sono oggi circa il 18% della popolazione
residente nella nostra regione, che supera di poco i due milioni di
unità. Un servizio sanitario efficiente deve garantire assistenza
fin dalla nascita al cittadino che non può essere abbandonato
in età avanzata. Il potenziamento dell'assistenza domiciliare
è uno dei capisaldi delle politiche dell'assessorato. L'obiettivo
è deospedalizzare il più possibile ed offrire, allo
stesso tempo, il massimo sostegno alle persone ed alle famiglie attraverso
l'assistenza domiciliare integrata nelle loro abitazioni, laddove
si intraveda questa necessità. Vogliamo ridurre al minimo il
disagio che la presenza di una persona non autosufficiente può,
in alcune circostanze, comportare per i congiunti, garantendo la migliore
assistenza a chi ne ha particolarmente bisogno". Non è
questo però l'unico scopo del programma. L'assessore aggiunge
che "l'assistenza domiciliare non può limitarsi alla presa
in carico delle persone non autosufficienti, obiettivo che resta prioritario,
ma deve essere finalizzata pure al miglioramento delle condizioni
di vita degli anziani con ancora un buon grado di autonomia, consentendo
loro di restare a casa con la consapevolezza di essere un po' meno
soli soli. E' una scelta politica impegnativa quella di impegnare
al meglio le risorse disponibili ai fini del potenziamento dei servizi
di interesse sociale". Con la delibera approvata dalla Giunta
regionale, è scritto in una nota diffusa dallo staff dell'assessore,
"s'intende attivare un modello organizzativo omogeneo su tutto
il territorio regionale che, nell'arco di un triennio, consentirà
di raggiungere come obiettivo l'allineamento della Calabria alla media
nazionale dell'assistenza domiciliare che è stata nel 2003
pari al 23,9 per 1.000 assistiti, contro il 5,8 di assistiti in assistenza
domiciliare integrata (Adi) nella regione". Il modello organizzativo
proposto prevede l'attivazione un ogni singolo distretto di un punto
Adi che, spiega l'assessorato, "rappresenta la porta d'ingresso
al sistema di offerta distrettuale e costituisce per il cittadino
il riferimento nelle situazioni di bisogno in cui verranno gestiti
tutti gli adempimenti burocratici connessi. E' prevista inoltre l
istituzione in ogni distretto dell'unità di valutazione territoriale
(Uvt). Si tratta di un'equipe polispecialistica transdisciplinare,
composta dal responsabile medico del punto Adi, dal medico di medicina
generale del paziente interessato, da un infermiere professionale,
da un assistente sociale. L'Uvt si integra con componenti "a
chiamata", in coerenza con il fabbisogno assistenziale dei singoli
utenti: medico specialista (o geriatra per i pazienti ultrasessantacinquenni),
terapista della riabilitazione, ostetrica, rappresentante della componente
socio - assistenziale. Attraverso l'elaborazione, da parte delle aziende
sanitarie, di piani assistenziali che saranno valutati dal Dipartimento
alla Tutela della salute, dovranno essere garantite l'assistenza domiciliare
integrata; l'assistenza domiciliare programmata nei confronti dei
pazienti non ambulabili e l'assistenza domiciliare nei confronti di
pazienti ospiti in residenze protette e collettività. L'assistenza
domiciliare dovrà consentire, secondo gli orientamenti dell'assessorato,
"di garantire un intervento qualificato e coerente con i bisogni
di salute del cittadino; migliorare la qualità della vita del
paziente, fornendo risposte globali e continuative basate sull'integrazione
dei servizi sanitari e socio-assistenziali da realizzarsi con il supporto
degli operatori socio-sanitari del distretto, dei medici di medicina
generale e dei pediatri di libera scelta cui rimane ascritta la responsabilità
clinica dei singoli pazienti, dei medici specialisti e del volontariato;
mantenere, per quanto è possibile il paziente nel suo ambiente
familiare e sociale, evitandone o ritardandone il ricovero in strutture
specializzate; evitare o ridurre i rischi di emarginazione sociale;
favorire la deospedalizzazione evitando i ricoveri inappropriati;
assicurare continuità terapeutica nel momento delle dimissioni
ospedaliere, favorendo inoltre le dimissioni protette; promuovere
l'istituzione della figura del tutor per l'anziano solo autosufficiente".
Il progetto dell'assessorato alla Salute ha fra i suoi pilastri organizzativi
lo sviluppo dell'integrazione socio sanitaria. Sono infatti previste
sinergie "di responsabilità e di risorse umane ed economiche
a diversi livelli con l'obiettivo di ottimizzarne l'impiego e garantire
una risposta efficace ai bisogni di salute". Gli strumenti giuridici
individuati per l'integrazione istituzionale sono le convenzioni e
gli accordi di programma. La struttura operativa indicata al fine
di governare i processi integrati fra istituzioni è il distretto,
che dovrà anche assicurare l'integrazione istituzionale concertata
dei servizi socio sanitari nell'ambito della quale il comitato dei
sindaci approva il programma delle attività territoriali. "Nel
distretto, pertanto, - si afferma nella delibera di Giunta - dovrà
essere previsto uno sportello sanitario-socio-assistenziale che costituisce
il punto d'arrivo di un processo di integrazione e di raccordo fra
servizi, enti, agenzie pubbliche e private che forniscono risposte
unitarie ai pazienti". Parte il nuovo piano sanitario regionale 01/08 Parte formalmente l'iter del nuovo piano sanitario della Calabria.
La Giunta regionale, nel corso della seduta di ieri, ha approvato
la costituzione del gruppo di lavoro preposto allo studio ed alla
predisposizione dell'ipotesi di piano per il triennio 2007-2009. Dell'organismo
fanno parte quattro esperti esterni di comprovata esperienza: Ennio
Apicella, avvocato dello Stato, esperto giuridico e docente universitario,
che ne sarà il coordinatore; Pier Natale Mengozzi, vice presidente
vicario di Federsanità-Anci nazionale; Mario Romeri, commissario
dell'agenzia regionale di sanità della Toscana, ed Emilio Rocca,
medico chirurgo. Le proposte di Piano sanitario e delle relative leggi
dovranno essere elaborate entro il 31 dicembre, "salvo proroga
da stabilirsi con specifico provvedimento". Nella delibera adottata
dalla Giunta si fa riferimento all'esigenza di promuovere, nella fase
di predisposizione della proposta di piano, "un vasto processo
di partecipazione delle istituzioni locali, degli operatori delle
diverse specialità, delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni
si rappresentanza dei cittadini". "L'approvazione del nuovo
piano sanitario - è detto in un comunicato dell'assessorato
- è uno degli atti più qualificanti previsti dal programma
di governo regionale e rientra fra gli impegni assunti dall'assessore
alla Salute, Doris Lo Moro, soddisfatta anche per il gran numero di
provvedimenti varati su sua proposta dal governo regionale".
"Il piano sanitario ¿ spiega l'assessore Lo Moro - sarà
il compendio dell'attività di programmazione svolta in questo
primo anno e mezzo di lavoro. Molte scelte sono già delineate
negli obiettivi consegnati ai manager e nelle linee guida dell'atto
aziendale. Il servizio sanitario regionale ¿ continua Doris
Lo Moro - necessita di cambiamenti profondi, sul piano strutturale
ed organizzativo. Sprechi, inefficienze ed inappropriatezze rischiano
di vanificare il raggiungimento del nostro obiettivo, che è
quello di garantire l'equità e la qualità nell'offerta
dei servizi, contestualmente alla salvaguardia dell'equilibrio economico
complessivo". Il servizio sanitario regionale, secondo l'assessore
regionale alla Salute, "dovrà garantire il maggior numero
possibile di prestazioni. Occorre in primo luogo qualificare quelle
ordinarie. Troppo spesso, infatti, i calabresi si spingono fuori dai
confini regionali per curarsi, fruendo in altre regioni di servizi
e cure che la Calabria può già garantire". In merito
alla filosofia che dovrà ispirare il nuovo piano sanitario,
l'assessore parla dell'esigenza di "scelte coraggiose. Sarà
il gruppo di esperti a individuare le soluzioni tecniche più
appropriate anche alla luce del lavoro di analisi svolto in questi
mesi sulle carenze, ma anche sui punti di qualità della sanità
calabrese, ma alcune linee di fondo sono già tracciate. Indubbiamente
¿ spiega ancora l'assessore Lo Moro ¿ si rende necessario
un maggiore coordinamento fra i diversi presidii aziendali ed anche
a livello interaziendale, come del resto già stabilito con
le linee guida dell'atto aziendale. I calabresi dovranno avere a loro
disposizione tutte le prestazioni previste dal servizio sanitario
regionale ma sulla base del principio che occorre eliminare duplicazioni
e sovrapposizioni che sottraggono risorse senza portare vantaggi sul
piano qualitativo". Tra le aspettative legate al nuovo piano,
c'é l'abbattimento delle liste d'attesa. "Anche in questo
caso ¿ commenta l'assessore - il piano è in qualche
modo anticipato dal piano regionale per il contenimento dei tempi
di attesa, varato dalla Giunta, che introduce le misure necessarie
ed indica tempi certi per l'erogazione delle prestazioni a beneficio
dei pazienti, prevedendo un'organizzazione più appropriata
e funzionale di quella attuale". AIOP: Avviata la procedura per la cassa integrazione ai dipendenti delle case di cura 31/07 Si è riunita a Catanzaro l'Assemblea regionale dei titolari
delle case di cura aderenti all'Associazione italiana ospedalità
privata (Aiop) alla quale ha partecipato anche il Presidente nazionale,
avv. Enzo Paolini. "L'assemblea - è detto in una nota
a firma del direttore regionale dell'Aiop, Bernardino Scarpino - ha
affrontato i problemi che attraversa in Calabria il settore sanità
in generale e, più in particolare, lo stato di crisi finanziaria
e gestionale che ormai da mesi tiene in difficoltà l'ospedalità
privata. L'analisi e la discussione hanno fatto riferimento allo scenario
nazionale, nella consapevolezza che lo stato in cui versano i conti
pubblici impongono restrizioni al Sistema sanitario, e cioé
ad una delle quattro aree di spesa che incidono maggiormente sul bilancio
dello Stato e delle singole Regioni. Dal Governo centrale il problema
si trasferisce automaticamente alle realtà regionali e la Calabria,
pur non rientrando fra le sei Regioni maggiormente esposte per i disavanzi
accumulati nella spesa sanitaria, si trova in un contesto di difficoltà
politiche e finanziarie che ricadono sull'ospedalità pubblica
e privata. Per le case di cura il mancato rispetto degli obblighi
contrattuali e del pagamento dei crediti maturati ha reso la situazione
ormai insostenibile. A tutt'oggi le Asl non hanno ancora provveduto
a liquidare crediti per prestazioni erogate a partire dal 2001 né,
al riguardo, indicano soluzioni credibili. Per le prestazioni erogate
nel 2006 le case di cura hanno avuto soltanto degli acconti insignificanti
e, comunque, non sufficienti per coprire spese primarie, come le retribuzioni
dei dipendenti. Anche il processo di ridefinizione e razionalizzazione
della spesa sanitaria regionale, avviato dall'assessorato alla Sanità,
si è bloccato in conseguenza della crisi politica apertasi
all'interno della maggioranza che governa la Regione. L'Aiop - prosegue
la nota - ha già denunciato che il diritto alla salute del
cittadino non può essere messo in discussione da manovre politiche
che nascono nei partiti e che si proiettano sugli assetti di potere
all'interno del governo regionale. La lottizzazione politica delle
nomine dei Direttori generali non giustifica di per sé il blocco
in Commissione Sanità del Progetto di legge di iniziativa del
Governo che ha il merito di offrire una soluzione ai tanti problemi
lasciati per tanti anni irrisolti". "L'assemblea dei titolari
delle case di cura aderenti all'Aiop - prosegue la nota -, preso atto
della situazione venutasi a creare a livello di governo regionale
e con il venir meno di ogni fondata speranza di soluzioni concrete
per le urgenze incombenti, ha deliberato di ufficializzare lo stato
di crisi in cui versano le case di cura determinandosi conseguentemente
a chiedere, così come avvenuto nella Regione Campania, il ricorso
alla Cassa integrazione per i dipendenti delle nei confronti dei quali
si è costretti ad attivare le procedure di licenziamento. In
tal senso nei prossimi giorni i dipendenti delle case di cura riceveranno
la comunicazione di rito. Di tale grave determinazione l'Aiop informerà
anche i sindacati confederali per concordare, di fronte a decisioni
così gravi quanto ineludibili, eventuali iniziative in difesa
del posto di lavoro. Di fronte ad una situazione così drammatica
l'auspicio dell'Aiop è che partiti politici, maggioranza di
governo e forze di opposizione avvertano la gravità del momento
e facciano prevalere il diritto alla salute dei cittadini sui conflitti
che, determinando un quadro politico instabile, impediscono - di fatto
- qualsiasi seria decisione che affronti in termini risolutivi i grandi
e gravi problemi della sanità calabrese". Ass. lo Moro “A breve una verifica sulle relazioni delle Aziende Sanitarie” 31/07 L' assessorato regionale alla Salute procederà in tempi rapidi ad un monitoraggio sullo stato delle relazioni sindacali nelle aziende sanitarie ed ospedaliere. Lo ha reso noto l' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, rivolgendosi ai sindacati che "avevano lamentato situazioni di profonda sofferenza in merito al rispetto del criterio della concertazione, riaffermato nel protocollo sulle relazioni sindacali firmato di recente. "In particolare - è scritto in un comunicato dell' assessorato - i sindacati hanno fatto rilevare che, nella fase della redazione degli atti aziendali nelle singole aziende calabresi, è assente o del tutto inadeguato il confronto con i sindacati sulle istanze ed i contributi che le rappresentanze dei lavoratori possono apportare per lo strumento, che disegna l'organizzazione e la funzionalità dell' ente territoriale". "Ho più volte ribadito - ha detto l' assessore Lo Moro - che considero rilevante il confronto con i rappresentanti dei lavoratori. Se ci sono situazioni in cui il sistema della concertazione non ha funzionato voglio conoscerne le ragioni. Procederò ad una rapida verifica della situazione, chiedendo ai direttori generali di allegare i verbali relativi al confronto con i sindacati all'atto aziendale. Il rispetto della concertazione è uno degli elementi di valutazione in sede di verifica dell' attività dei manager". L’assessorato alla sanità replica all’Avis “Interlocuzione costante” 31/07 "L' interlocuzione con l'Avis é stata costante.
Stupisce quanto dichiarato alla stampa dal presidente regionale dell'
Associazione, Salvatore Barbieri, che proprio oggi ha avuto un incontro
in assessorato con il dirigente di settore, fissato prima della pubblicazione
delle sue dichiarazioni, sulle questioni che stanno a cuore all' Avis".
Lo rende noto la segreteria dell' assessore regionale alla Salute
in riferimento ad alcune riflessioni del responsabile regionale dell'Avis
su presunte difficoltà di comunicazione con l'assessorato.
"Il 20 luglio scorso - è scritto in un comunicato - la
segreteria ha ricevuto un promemoria relativo all'attività
svolta dall'associazione in ambito regionale, che è stato opportunamente
valutato. Su sollecitazione della segreteria dell'assessore, proprio
per affrontare le tematiche esposte nel documento, il dirigente di
settore ha convocato il presidente Barbieri. Ad ulteriore conferma
della sensibilità che l'assessorato regionale alla Salute riserva
alle tematiche trattate dall'Avis e dalle altre associazioni di settore,
il 15 giugno scorso si è provveduto ad impegnare la somma di
250 mila euro per l'assegnazione di contributi per il 2005 alle associazioni
ed alle federazioni dei donatori volontari di sangue. Sempre su sollecitazione
della segreteria dell' assessore l'azienda ospedaliera di Cosenza
ha provveduto alla liquidazione 17.602 euro in favore dell' Avis provinciale
come compenso dell' attività svolta". Il Sindaco Mundo contrario a nuovi ospedali 31/07 Il sindaco di Trebisacce, Antonio Mundo, è intervenuto
al direttivo regionale dello Sdi per esprimere la propria contrarietà
alla costruzione dei nuovi ospedali allo studio delle varie aziende
sanitarie. Mundo si è detto convinto che "c'é già
- è scritto in una nota - chi pensa di potersi aggiudicare
le ricche convenzioni all'orizzonte. Ma questi ospedali hanno un unico
scopo: chiudere quelli di minore dimensioni presenti sul territorio.
E' lecito chiedersi dove si dovrebbero prendere i soldi per tali opere
faraoniche" Greco (Sdi/RNP) “Non chiudere il Mariano Santo” 31/07 A margine del direttivo regionale dello Sdi, Saverio Greco,
Presidente del Gruppo della Grande Alleanza al Comune di Cosenza,
ha dichiarato: "Ascoltando l'intervento di Antonio Mundo sull'ospedale
dello Jonio, mi viene il dubbio che il nuovo ospedale di Cosenza nasca
dalla volontà di chiudere quelli di Acri e San Marco, e magari
pure il Mariano Santo. Spero che l'Amministrazione comunale di Cosenza
non si presti ad un disegno tanto azzardato, che creerebbe gravi incomprensioni
con aree territoriali tradizionalmente vicine alla nostra città." Magarò (RNP) “Prima di iniziare un nuovo ospedale serve finire i lavori all’Annunziata” 27/07 “In queste ultime settimane si discute a Cosenza intorno
alla proposta di costruzione di un nuovo ospedale cittadino. Ritengo
che prima di affrontare il tema della realizzazione di un altro nosocomio,
dalle non meglio specificate finalità, sia urgente completare
i lavori di ampliamento da tempo avviati dall'Azienda Ospedaliera
di Cosenza sia all'interno dell'area nella quale sorge storicamente
il presidio dell'Annunziata, sia nelle immediate adiacenze della zona,
in cui l'Azienda Ospedaliera ha costruito un altro edificio collegato
con un sottopassaggio al gruppo principale, sia presso i presidi ospedalieri
del Mariano Santo e del Santa Barbara di Rogliano”. Ad affermarlo
è il consigliere regionale della ros nel Pugno, Salvatore Magarò.
“Si tratta di interventi strutturali di rilievo, che hanno comportato
l'investimento di ingenti risorse finanziarie, finalizzati ad aumentare
e migliorare in maniera sensibile l'offerta dei servizi sanitari sul
territorio e a mettere il personale medico e parasanitario nelle condizioni
di poter esprimere con maggiore efficacia le proprie professionalità.
Relativamente alle strutture pertinenti all'Ospedale dell'Annunziata,
ci sembra che i tempi di consegna previsti nel capitolato d'appalto
siano ormai abbondantemente trascorsi. Ritengo che il completamento
dell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza debba rappresentare una priorità
dell'agenda politica del Governo Regionale. Ed è per questo
che ho chiesto all'Assessore regionale alla Sanità di attivare
ogni iniziativa utile e opportuna, di concerto con il direttore generale
dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza, volta a superare ogni ostacolo
di tipo burocratico e finanziario che impedisce la prosecuzione ed
il completamento dell'opera e di fissare un crono programma dei lavori
così da garantire tempi certi nella ultimazione e apertura
dei nuovi spazi alla fruizione dei cittadini”. Sindacati “L’AS di Palmi la più disastrata” 21/07 "Abbiamo letto in questi giorni sui giornali locali e
dalle dichiarazioni della Direzione Strategica dell' Asl n.10, nonché
da parte di qualche interessato Sindaco, di strombazzanti elogi alla
nuova gestione dell' As di Palmi, di accordi maturati con la stragrande
maggioranza delle organizzazioni sindacali e delle Rsu. As di Palmi,
la più disastrata d' Italia, le cose non solo non cambiano,
ma vanno di male in peggio, perdurando in piena continuità
con il passato pressapochismi, clientele politiche, lobbie e, soprattutto,
mancanza di considerazione per il ruolo propositivo del sindacato
e delle Rsu che rappresentano gli interessi dei 2.000 lavoratori e
dell' utenza". A sostenerlo, in una nota congiunta, sono i sindacati
Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Ugl, Fsi, Anpo. "Il direttore generale
Putortì - prosegue la nota - ha partorito un Piano per affrontare
l' emergenza estiva presentandolo alla discussione dei sindacati e
delle Rsu quando già una buona parte era stato eseguito. Abbiamo
proposto di affrontare immediatamente l' organizzazione complessiva
dell' Azienda, in quanto la direzione aveva l' obbligo di presentare
entro la metà di agosto il Piano aziendale alla Regione e quindi
di non sprecare tempo con provvedimenti tampone. La consultazione-burla
si è conclusa con qualche sigla sindacale ballerina e compiacente
dichiaratasi favorevole ed estasiata dal nuovo corso e con il parere
negativo delle altre e della Rsu. Successivamente, il 15 luglio, la
Rsu, nella totalità delle sue componenti ha presentato un pesante
documento di critica al Piano di emergenza chiedendo un urgente incontro
prima del 20 luglio. Il documento porta le firme di tutte le componenti
sindacali all' interno delle Rsu: Ugl (Chemi), Fsi (Legato), Fials
(Tripodi), Uil (Coluccio), Cisl Fp (Politane) e la 'ballerina' Cgil
(Gentile). Putortì invece di rispondere alla richiesta di convocazione
di sindacati e Rsu oggi ci ha convocato per una pre-informazione sul
Piano aziendale. Siamo a 23 giorni dalla scadenza per la presentazione
dei Piani alla Regione, in ottemperanza alle linee guida dell' Assessorato
e Lui ci convoca per una pre-informazione. Ribadiamo al direttore
generale che alle pastette non ci stiamo, alle soluzioni provvisorie
siamo abituati e non ci stiamo, della mancanza di programmazione sanitaria
sia per la rete ospedaliera, sia per la territorialità, sia
per la domiciliare siamo arcistufi". "Il risanamento della
sanità - conclude la nota - può riuscire solo con la
concorrenza di due fattori: il consenso e la pace sociale e il coraggio,
anche di scontentare qualche potentato politico e campanilista. Se
non si ha il coraggio, si abbia il buon senso di ammetterlo e dimettersi". La Calabria regione con la più alta percentuale di bimbi obesi 18/07 La Calabria è la regione italiana in cui l' obesità
è più diffusa ed in cui si registra la più alta
percentuale di bambini obesi o in sovrappeso, con un dato pari al
27,2 per cento rispetto alla media nazionale del 24,2 per cento. Lo
rende noto un comunicato dell' assessorato regionale alla Sanità.
Allo stesso tempo, è scritto nel comunicato, si registra la
più bassa percentuale di persone che svolgono attività
sportive in modo sistematico. Parte da questi dati il Progetto regionale
per la prevenzione del sovrappeso e dell' obesità infantile,
approvato dalla Giunta regionale su proposta dell' assessore alla
Salute, Doris Lo Moro. Il progetto si svilupperà in un triennio
e si pone come obiettivo prioritario la riduzione del sovrappeso e
dell'obesità dei bambini, promuovendo, nelle famiglie, stili
di vita più adeguati ed orientati alla prevenzione delle patologie
correlate. Ma l' iniziativa si rivolge anche agli operatori della
Sanità. L' intento, prosegue il comunicato, è contribuire
a diffondere nei medici di medicina generale, nei pediatri, negli
operatori dei servizi e nutrizione (Sian), negli operatori dei consultori
e negli specialisti, le conoscenze delle problematiche sull' obesità,
al fine di attivare iniziative finalizzate a favorire il rischio di
sovrappeso e di obesità nella popolazione in generale ed in
particolare nelle donne in età fertile e nella popolazione
in età pediatrica. Il piano della Regione si propone di intervenire
in particolare nelle fasi della gravidanza e nei primi anni di vita
del bambino che costituiscono, per la famiglia, un momento di particolare
sensibilità per la promozione di stili di vita corretti. Verranno
sviluppati momenti di sensibilizzazione sull' argomento attraverso
la promozione di un'alimentazione sana ed un incremento delle attività
motorie; la formazione degli operatori sanitari relativamente alla
loro capacità di promozione di programmi specifici per la corretta
alimentazione; l' attuazione di programmi di formazione da condurre
insieme alle istituzioni scolastiche, agli imprenditori sui luoghi
di lavoro, all' industria agroalimentare ed al settore commerciale.
Si provvederà, anche, all' attivazione di un sistema di sorveglianza
sul sovrappeso e l' obesità; alla promozione dell' allattamento
al seno, all' avvio di forme di collaborazione con le autorità
scolastiche nei percorsi formativi al fine di fornire informazioni
relative alla nutrizione, con particolare attenzione ai cibi consumati
nelle mense scolastiche e sviluppando le attività motorie.
"Il progetto - sostiene l' assessorato regionale alla Sanità
- privilegia due tipi di strategie: una individuale e l' altra rivolta
alla popolazione. Nella prima un ruolo fondamentale è svolto
dai medici e dai pediatri che sono in grado di classificare lo stato
nutrizionale dei loro assistiti, nei vari contesti professionali,
dalla medicina di attesa a quella di opportunità ed a quella
attiva. La Regione Calabria vuole aggregare il maggior numero di medici
convenzionati, del servizio sanitario e di ostetriche, per un' azione
sinergica e concordata di valutazione dello stato nutrizionale della
popolazione di età pediatrica ed adulta, seguita da interventi
di correzione negli apporti nutrizionali. Nella strategia di popolazione
un ruolo importante sarà svolto dal personale dei servizi e
nutrizione delle Aziende sanitarie che potrà agire in collaborazione
con il volontariato e gli operatori degli enti locali". "Una
corretta alimentazione - afferma l' assessore Lo Moro - é il
fondamento della prevenzione. Il fatto che la Calabria sia la regione
più esposta al problema dell'obesità, che non è
solo un fattore di disturbo estetico, ma causa potenziale di gravi
patologie, impone correttivi sulle abitudini alimentari.La nostra
regione, abbandonando la cultura gastronomica lasciata in eredità
dalla civiltà contadina, ha assimilato stili di vita che hanno
determinato riflessi da non trascurare sulle scelte nutrizionali.
Si tratta di un problema di salute pubblica, emergente ormai in gran
parte dei paesi del mondo industrializzato e a cui la Calabria non
sfugge. Con questo progetto vogliamo sensibilizzare la popolazione
calabrese su tale aspetto fino a questo momento un po' trascurato.
E vogliamo farlo partendo dalla famiglia, senza dimenticare la scuola
ed i medici che seguono il bambino nel suo percorso evolutivo e gli
adulti nella fase successiva" CGIL “Positivo il progetto regionale sulla medicina regionale” 18/07 "Nella scorsa settimana sono riprese positivamente le
trattative per il rinnovo dell' accordo integrativo regionale della
medicina generale, con la firma della pre-intesa sull' assistenza
primaria (medicina di base o di famiglia) da parte di tutte le organizzazioni
sindacali di categoria alla diretta presenza dell' assessore alla
Sanità, Doris Lo Moro. Condividiamo il metodo d' aver trattato
la medicina generale partendo da un progetto regionale complessivo
che coinvolgerà unitariamente tutte le figure professionali
in essa presenti". A sostenerlo sono stati Piero Piersante, Francesco
Masotti e Valerio Formisani, dell' esecutivo regionale della Fp Cgil
Medici. "Aspetto particolarmente qualificante - è scritto
in un comunicato congiunto - è l' attivazione delle Utap (unità
territoriali di assistenza primaria) in tutte le As calabresi, con
modalità organizzative da definire entro tre mesi dalla pubblicazione
dell' accordo e con fondi aggiuntivi rispetto a quelli previsti per
la sola medicina generale. A questo proposito noi abbiamo avanzato
una proposta sulla loro organizzazione territoriale, formalizzata
nell' ambito del comitato consultivo regionale per la medicina generale,
compatibile con un nuovo modello del sistema territoriale delle cure
primarie. Secondo questo modello, l' Utap è il luogo fisico
dove centralizzare le attività sanitarie di primo livello,
generaliste e specialistiche, collocate in un ambulatorio di distretto
a gestione esclusivamente di parte pubblica. Superato questo scoglio,
ci auguriamo che sia rilanciata la proposta di legge regionale predisposta
dall' assessore Lo Moro 'Disposizioni in materia sanitaria e di servizi
alla persona' che ha subito varie valutazioni, ed altre ne subirà,
dentro e fuori le commissioni consiliari". "A nessuno -
prosegue la nota - sfugge la complessità delle diverse materie
in essa trattate e la delicatezza dei provvedimenti adottati. Non
vogliamo invadere il campo della politica, ma siamo costretti ad intervenire
per l' ennesima volta a proposito della questione relativa al passaggio
alla dirigenza di centinaia di medici convenzionati calabresi. Questi
medici svolgono da tempo un lavoro che di fatto ha tutte le caratteristiche
del rapporto di dipendenza e, per effetto di una previsione legislativa
nazionale degli anni '90, oggi aspettano ancora di essere inquadrati
a tutti gli effetti nei 'limiti delle dotazioni organiché.
A questo punto confidiamo in un rapido iter legislativo da parte dell'
aula consiliare che ponga fine a quello che è ormai diventato
il calvario dei medici convenzionati calabresi, anche ricorrendo allo
stralcio della parte che li interessa. Ricordiamo che il 14 marzo
scorso nelle stanze dell' assessorato regionale alla Sanità
fu firmata un' intesa su questo specifico punto con le organizzazioni
sindacali maggiormente rappresentative della medicina generale fra
cui la Fp Cgil medici, alla presenza dell' assessore Lo Moro e del
presidente della terza commissione consiliare Amato. Se quella intesa
non venisse rispettata dalla parte pubblica saremo costretti a trarne
le dovute conseguenze". "Sempre sul terreno dell' assistenza
territoriale - conclude la nota - abbiamo accolto con favore l' ennesimo
intervento della Corte dei Conti, a proposito dello stato di finanziamento,
di realizzazione e di utilizzazione delle strutture sanitarie pubbliche.
Chiederemo all' assessore di conoscere direttamente il lavoro di ricognizione
svolto dall' organo di controllo contabile, ma in attesa la invitiamo
a impartire precise indicazioni ai manager sanitari perché
sappiano fare buon uso delle strutture già consegnate e portino
a buon fine quelle in itinere. Si tratta di presidi indispensabili
per la popolazione anziana e disabile, anche in presenza di una forte
offerta del privato imprenditoriale in questo settore, che potranno
orientare meglio la cosiddetta 'libera scelta del cittadino'".
La Regione vara il piano per la sicurezza alimentare 17/07 Ridurre l' incidenza delle malattie causate da alimenti contaminati
"attraverso una programmazione coordinata in tutte le aziende
sanitarie" finalizzata ad una "sorveglianza continua ed
attiva". E' l' obiettivo del piano per la sicurezza alimentare
2006, approvato dalla Giunta regionale su proposta dell' assessore
alla Salute, Doris Lo Moro. "Il Piano - è scritto in un
comunicato dell' assessorato - prevede una serie di controlli su campioni
di matrici alimentari, già previste da norme o piani di monitoraggio
nazionali, da raccomandazioni e regolamenti dell' Ue, integrati da
altre attività di interesse regionale". Il dipartimento
tutela della Salute, in particolare, "al fine di garantire la
salubrità degli alimenti rispetto alla possibile presenza di
contaminanti di varia natura, impegna i servizi delle aziende sanitarie
ad attivare una sorveglianza attiva e continua tramite il prelievo
e l'analisi di un numero di campioni superiori a quelli richiesti
dalle normative nazionali e comunitarie". Il piano indica una
serie di obiettivi: ricerca dei residui di sostanze attive dei presidi
sanitari tollerate su e nei prodotti; ricerca della presenza di antiparassitari
nei cereali ed in alcuni prodotti di origine vegetale; ricerca sulla
presenza di Listeria monocytegenes per la sicurezza batteriologica
di insalate miste; ricerca su Nitrato a Patulina per la sicurezza
di alimenti destinati a lattanti e bambini; ricerca relativa a Sudan
I, II , III e IV e coloranti non consentiti in vari prodotti alimentari
derivanti dal peperoncino, curcuma, curry, olio vergine di palma;
tenore di benzo(a) pirene nelle derrate alimentari. E' inoltre prevista
una serie di verifiche sull' etichettatura degli integratori alimentari
e delle acque minerali; sulle acque potabili, su campioni di alimenti
di origine "etnica" nei ristorante negli esercizi della
pasticceria. Controlli microbiologici, biologici e chimici sono disposti
su campioni di paste alimentari e nei prodotti di pasticceria e biscotteria,
oltre che su campioni di preparazioni gastronomiche alla vendita,
al dettaglio ed alla somministrazione nell'ambito di mense, self-service,
snack-bar, rosticcerie e similari. Il dipartimento, secondo quanto
riferito, ha già coordinato riunioni specifiche con i responsabili
dei Sian (Servizi igiene alimenti e nutrizione) dei dipartimenti di
prevenzionale aziendali, specificando le necessità ritenute
prioritarie e concordando un piano di interventi e di controlli in
grado di essere avviato subito sul territorio regionale, riservandosi
la realizzazione di un piano più ampiamente delineato per il
periodo 2007-2009". L'assessore Doris Lo Moro sottolinea che
l' attuazione del piano per il 2006 "era un atto non più
procrastinabile. Il livello di controllo, in questo settore, era estremamente
carente ed alcuni tipi di controllo non erano mai stati attivati.
Questa delibera - aggiunge - risponde, oltre che alla necessità
di adempiere disposizioni nazionali ed europee, all' esigenza primaria
di tutelare la salute della popolazione mediante la prevenzione, un'
attività a cui l' assessorato sta dedicando grande attenzione.
La garanzia di prodotti alimentari garantiti da fattori di contaminazione
credo sia una delle esigenze più avvertite dalle famiglie.
A questo bisogno - conclude l' assessore - la sanità calabrese
risponde attivando una costante ed estesa attività di controllo
su tutta la filiera alimentare". Il Comune di Cassano chiede il ritorno della guardia medica estiva a Marina di SIbari 14/07 L' Amministrazione comunale di Cassano allo Ionio chiede il
ritorno del servizio di guardia medica estiva nel villaggio turistico
di Marina di Sibari. "L' Amministrazione comunale - è
scritto in una nota - vuole rendere più sicura e serena la
vacanza di migliaia di turisti, tra cui molti anziani e bambini, che
annualmente scelgono la costa sibarita per le loro vacanze".
Per il sindaco di Cassano, Gianluca Gallo e per l' assessore comunale
alla Sanità, Cecilia Renne "un'area come quella di Sibari
che, con le sue strutture turistiche di eccellenza, nel periodo estivo
fa registrare la presenza di migliaia di vacanzieri, non può
essere abbandonata". Il sindaco Gallo e l'assessore Renne, invitano
la dirigenza dell'Azienda sanitaria di Rossano "affinché,
nell'ambito della propria competenza, provveda a ripristinare il servizio
di Guardia medica a Marina di Sibari". Sottoscritto l’accordo integrativo che riguarda 1.700 medici di base. Lo Moro: "Raggiunti gli obiettivi" 13/07 E' stato sottoscritto tra l' assessore regionale alla Tutela
della Salute e le organizzazioni sindacali di categoria dei medici
l' accordo regionale, ad integrazione dell' accordo collettivo nazionale,
per la medicina generale che riguarda 1.700 medici di base. L' intesa
ha come obiettivo l' assistenza agli utenti 24 ore su 24 attraverso
l'incentivazione di forme associative fra medici; l' appropriatezza
prescrittiva dei farmaci, con l' introduzione dei budget, come contributo
al contenimento della spesa sanitaria; lo sviluppo della prevenzione
e dell' assistenza domiciliare; la riduzione delle liste d' attesa
anche attraverso l'impiego di nuove tecnologie; la riduzione dei ricoveri
e del ricorso al pronto soccorso per alcuni tipi di patologie. "Il
contratto - è scritto in una nota dell' assessorato - é
stato firmato dall'assessore Doris Lo Moro e dal dirigente generale
Raffaele Faillace con i rappresentanti della Federazione dei Medici,
del Simet Sumai Cisl, della Fp-Cgil e della Fimmg e comporterà
un onere di oltre 7 milioni di euro per la Regione, rispetto ai circa
5, 6 milioni previsti dall'accordo precedente ad integrazione del
contratto nazionale, il cui valore è pari a 109 milioni".
"Mi riconosco pienamente in questo contratto - ha sostenuto l'
assessore Lo Moro - non soltanto perché configura un accordo
economico equilibrato, ma anche perché coincide nelle sue linee
con obiettivi di politica sanitaria. Non è un contratto qualsiasi,
in quanto sposa una progettualità che non è tipicamente
contrattualistica ma attiene a scelte di governo. Non è un
libro dei sogni, ma punta su cose possibili, come la scelta di privilegiare
l' aspetto della prevenzione rispetto alla quale i medici di base
sono i nostri principali alleati. Credo, insomma, che accanto al riconoscimento
economico del lavoro, che è già un valore, ci sia l'
obiettivo più alto di rispondere a esigenze della collettività.
C' è stata una convergenza a vantaggio della sanità
pubblica, sempre nel rispetto della diversità dei ruoli".
Di "grande disponibilità a fare gioco di squadra"
da parte delle organizzazioni dei medici ha parlato il direttore generale
Raffaele Faillace. "C' è stata - ha spiegato Faillace
- una consapevolezza delle difficoltà che ha portato le parti
a introdurre elementi di novità all' avanguardia attraverso
la sperimentazione di modelli nuovi. La prenotazione in rete con i
Cup è un' opportunità unica che apre scenari futuri
come quelli legati alla telemedicina". Parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni per il decreto sulla ricerca sanitaria. La Conferenza Stato-Regioni ha espresso parere favorevole al Decreto del ministro della Salute Livia Turco con il quale vengono stanziati 100 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca nel campo della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dell' innovazione tecnologica, con particolare riferimento all' oncologia e alle patologie al centro di interventi riabilitativi complessi. Con questo Decreto è stato revocato il precedente provvedimento emanato dal ministro Storace nel febbraio scorso, avviando nuovo modalità agli stanziamenti attraverso appositi bandi pubblici per l' erogazione di 70 milioni di euro cui potranno partecipare enti ed istituti di ricerca pubblici e privati e riservando i rimanenti 30 milioni di euro all' 'alleanza contro il cancro', con il coordinamento dell' istituto Superiore di Sanità, sempre attraverso una selezione per bando pubblico. "Abbiamo scelto la via della trasparenza e del confronto con le Regioni - ha affermato il ministro della Salute Livia Turco - superando logiche di assegnazione non concordate che avevano caratterizzato il precedente decreto. Con questo provvedimento sarà possibile ad un più vasto concerto di istituti di ricerca concorrere al finanziamento pubblico con propri progetti, anche in collaborazione con istituti internazionali e con grande attenzione alle realtà del Mezzogiorno. E' un primo significativo passo verso quella logica di rete e di programmazione nazionale che intendiamo intraprendere nel delineare le nuove strategie di ricerca scientifica nel Paese, fino alla definizione di un grande Piano nazionale triennale per la ricerca capace di offrire risposte alle esigenze di innovazione legate anche all' evoluzione dei bisogni sanitari della popolazione". Cuore: calabresi a rischio. Il 45% degli uomini e il 41% delle donne è iperteso 06/07 In Calabria il 45 per cento degli uomini e il 41 per cento
delle donne è iperteso; il 15 per cento degli uomini e il 14
per cento delle donne è in una condizione di rischio per i
valori della pressione. E' quanto emerge dal "Progetto Cuore"
dell' Istituto Superiore di Sanità. Sabato 8 luglio i cardiologi
di Calabria, Basilicata e Puglia, si ritroveranno al Campus del' Università
di Catanzaro su invito della società italiana di cardiologia
con il patrocinio del Ministero della Salute per discutere di interventistica
coronarica ipercutanea, una metodica che con l' uso di un pallone
speciale salva dall' infarto e dall' angina pectoris. Secondo l' indagine
"valori preoccupanti si registrano anche per quanto riguarda
la colesterolemia e cioé alti livelli di colesterolo: il 17%
degli uomini e il 25% delle donne in Calabria ha un' ipercolesterolemia
e il 36% degli uomini e il 29% delle donne è addirittura in
una situazione di rischio. Il quadro peggiora se si cercano le motivazioni
di questi fattori di rischio. Il 41% degli uomini e il 76% delle donne
in Calabria non svolge alcuna attività fisica durante il tempo
libero; il 30% degli uomini fuma in media 17 sigarette al giorno e
il 16% delle donne ne fuma, in media al giorno, 13. Ma non solo. Il
23% degli uomini in Calabria è obeso, così come il 34%
delle donne. A questo si aggiunge che il 6% degli uomini e l' 8% delle
donne è diabetico mentre il 6% degli uomini e il 3% donne in
Calabria è addirittura in una condizione di rischio. Fattori
di rischio spesso innescati, o comunque aggravati, da cattivi stili
di vita portati avanti a volte a dispetto persino di un tasso di familiarità
per le diverse malattie cardiovascolari che, nel Sud e nelle Isole,
è del 24% negli uomini e del 30% nelle donne. Dai fattori di
rischio alla comparsa delle malattie cardiovascolari il passo è
molto più breve di quanto gli stessi italiani - e i calabresi
- non pensino. Nel Sud, e quindi anche in Calabria, sempre secondo
il "Progetto Cuore" dell' Istituto Superiore di Sanità,
la prevalenza di infarto è dell' 1,7% negli uomini e dello
0,6% nelle donne; dell' 1,4 per cento negli uomini per quanto riguarda
l'ictus e dello 0,9 per cento nelle donne. La prevalenza di angina
pectoris è del 3,2% negli uomini e del 4,5% nelle donne. Per
limitarsi a queste tre diffusissime malattie cardiovascolari. A Catanzaro
il 47% degli uomini è iperteso e il 12% in una condizione di
rischio; il 18% ha un'ipercolesterolemia e il 34% é in una
condizione di rischio. E' diabetico il 5% degli uomini e 10% sono
in una condizione di rischio. Non pratica alcuna attività fisica
il 30% degli uomini e il 25% è obeso. Sono 14 le sigarette
che, in media, accende il 25 per cento degli uomini Sempre nel capoluogo,
sono ipertese 35 donne su cento e 14 su cento sono in una condizione
di rischio. L' ipercolesterolemia interessa il 23% delle donne mentre
il 28% è in una condizione di rischio. Soffrono di diabete
6 donne su cento e il 2% è in una situazione di rischio. Non
pratica alcuna attività fisica nel tempo libero il 57% delle
donne di Catanzaro e l'obesità colpisce il 31%. Poco sport
ma tante sigarette visto che il 15% delle donne ne fuma, in media,
ogni giorno 13. A Reggio, il 40% degli uomini e il 38% delle donne
a Reggio Calabria - secondo il "Progetto Cuore" dell'Istituto
Superiore di Sanità - è iperteso mentre il 12 per cento
degli uomini e il 15 per cento delle donne è in una condizione
di rischio. Per quanto riguarda la colesterolemia, il 18% degli uomini
di Reggio e il 24% delle donne ha una ipercolesterolemia mentre il
39% degli uomini e il 34% delle donne è in una condizione di
rischio. Il 50% degli uomini fa una vita troppo sedentaria e ancora
di più le donne che per l' 81% non svolge alcuna attività
fisica durante il tempo libero. Sedentarietà ed obesità
sono figlie delle stesse cattive abitudini: e così il 16 per
cento degli uomini e il 36 per cento delle donne di Reggio sono obesi.
Troppe le sigarette accese: in media 17 al giorno per il 32% degli
uomini e 17 per il 16 per cento delle donne. Ma a far preoccupare
è anche il diabete: l' 8% degli uomini e il 13% delle donne
è diabetico e, addirittura, il 3% degli uomini e il 5% delle
donne è in una condizione di rischio. L’Anaste proclama lo stato di agitazione 26/06 L'Anaste Calabria, l'Associazione che rappresenta la quasi
totalita' delle Residenze Sanitarie Assistenziali, delle Case Protette,
nonche' delle strutture che erogano prestazioni di riabilitazione
estensiva a ciclo continuativo, ha proclamato lo stato di agitazione
del settore. Le strutture in Calabria ospitano oltre 3000 malati e
danno lavoro stabile ad oltre 3500 persone. Lo stato di agitazione
e' stato annunciato stamane dal presidente dell'Anaste Calabria Michele
Garo nel corso di una conferenza che si e' svolta a Lamezia. La prima
azione di protesta verra' effettuata venerdi' 30 giugno in occasione
del Consiglio regionale, dove tutti i rappresentanti delle strutture
sanitarie calabresi saranno presenti con i loro dipendenti per manifestare
contro i gravi problemi che stanno minando l'esistenza stessa delle
strutture. ''Lo stato di agitazione - e' scritto in una nota dell'Anaste
- riguarda, in particolare, le rette corrisposte alle strutture sanitarie
per l'erogazione delle prestazioni, assolutamente inadeguate a coprire
i costi di gestione e ferme in alcuni casi (Case Protette) all'anno
1997 senza che sia stato loro riconosciuto neppure l'adeguamento Istat,
per non parlare dei ritardi (circa 10-15 mesi) con i quali avvengono
i pagamenti delle stesse. Addirittura, per quanto riguarda le strutture
di riabilitazione estensiva si e' arrivati all'assurdo: e' stata emanata
recentemente la delibera della Giunta regionale n. 332/06 che determina
la retta da corrispondere tenendo in considerazione i vecchi e non
piu' vigenti Ccnl di categoria valevoli fino all'anno 2001 e, addirittura,
non prevede la figura di un responsabile amministrativo e quella di
almeno un medico. In tali condizioni - prosegue la nota - appare difficile
garantire un servizio efficiente e d'alta qualita', eppure, il Piano
sanitario regionale obbliga le strutture ad avere la rigorosa certificazione
di qualita' Iso 9000. Se la linea politica perseguita dall'on.le Lo
Moro prevede la chiusura delle suddette strutture, appare necessario
che lo stesso assessore lo dica in maniera chiara ai gestori delle
stesse e, sopra tutto, ai migliaia di lavoratori e le famiglie che
quotidianamente si rivolgono a queste strutture sanitarie''. ''Piu'
volte - ha detto il presidente dell'Anaste, Michele Garo - si e' cercato
il dialogo con l'assessore alla Sanita' Doris Lo Moro. abbiamo chiesto
l'istituzione di un tavolo tecnico per valutare tutte le problematiche,
ma non siamo mai stati ascoltati. Addirittura l'assessorato ha promosso
l'emanazione di delibere poi giudicate illegittime dal competente
Tar di Catanzaro. Quello che non si vuole capire e' che il servizio
di queste strutture sanitarie e' in alternativa a quello pubblico,
in quanto erogano prestazioni per conto del servizio sanitario regionale
garantendo, non solo occupazione stabile a circa 3500 unita', ma operando
in aree periferiche della Calabria, mettendo in condizione la Regione
di trasformare un costo di un servizio ricevuto in investimento pubblico''.
''Infatti, esso permette all'Ente, non solo di dare - ha concluso
Garo - assistenza ai cittadini calabresi necessitati tramite le strutture
stesse, ma di raggiungere altri risultati istituzionali: dare certezze
occupazionali a quei residenti, frenando l'esodo demografico che rode
da tempo quelle zone e che fa registrare quello spopolamento causa,
soprattutto, di cedimenti e di bradisismi che determinano a valle
ulteriori costi per le casse regionali''. Incontro congiunto tra i DG di Cosenza, Catanzaro e Reggio 23/06 I direttori generali delle Aziende ospedaliere di Reggio Calabria,
Leone Pangallo, di Catanzaro, Antonio Palumbo e di Cosenza, Cesare
Pelaia, si sono incontrati a Lamezia Terme per "confrontare le
reciproche esperienze e creare le necessarie sinergie sui più
urgenti problemi di gestione delle aziende". "I recenti
atti di programmazione regionale - è scritto in un comunicato
- e quelli in fase di emanazione devono essere letti come un impulso
decisivo alle scelte di innovazione nella gestione del sistema sanitario
calabrese.Alle Aziende ospedaliere, in stretto rapporto con le aziende
territoriali, spetta un ruolo decisivo nel potenziare e qualificare
l' offerta sanitaria e ridurre le liste di attesa". I tre direttori
hanno deciso di "coordinare ed uniformare alcuni indirizzi e
metodi di gestione, rendendo efficienti le strutture amministrative
ed i dipartimenti sanitari; di individuare i criteri per garantire
l' appropriatezza delle prestazioni in rapporto con la funzione strategica
dei medici di base, delle strutture territoriali e delle attività
di urgenza ed accettazione, e le politiche per il personale da assumere
al fine di potenziare la produttività; soprattutto realizzando
una gestione consorziata di alcuni servizi per abbattere i costi e
razionalizzare la spesa. E' opportuno approfondire queste linee guida
e promuovere periodici incontri nelle tre sedi ospedaliere, anche
alla presenza dei propri collaboratori". Il 12% della popolazione calabrese soffre di cefalea 23/06 "La cefalea: patologia d' impatto sociale in Calabria" è il tema di un incontro promosso per domani dal Coordinamento regionale della Società italiana studio cefalea (Sisc) in collaborazione con l'Università "Magna Graecia" di Catanzaro e Pfizer Italia. L' iniziativa, è detto in un comunicato, si pone l' obiettivo di fotografare lo stato dell' arte sulla gestione della cefalea, una patologia che in Calabria colpisce il 12% della popolazione. La cefalea primaria non è pericolosa per la vita ma ne compromette la qualità. E' questa la connotazione meglio indicata a descrivere la sindrome cefalalgica, una malattia il cui profilo epidemiologico lascia intuire che i casi diagnosticati correttamente sono soltanto la punta di un iceberg. Un dato ampiamente confermato da un lavoro scientifico, realizzato in Calabria e pubblicato sulla rivista internazionale Cephalalgia. Il gruppo di ricerca calabrese, composto da medici ricercatori ospedalieri e ricercatori della cattedra d' Igiene dell' Università Magna Graecia di Catanzaro, ha evidenziato come il 36% della popolazione calabrese di età compresa tra 18-65 anni segnala di avere più di 3 attacchi emicranici nell' arco di un anno, con una durata che varia da qualche ora fino a tre giorni. Spesso d' intensità talmente elevata da generare un impatto devastante in termini di disabilità sociale temporanea e cronica. Nonostante l' incidenza elevata, solo una minoranza dei pazienti (26%) consulta uno specialista nella nostra regione, circa il 70% si rivolge al medico di medicina generale, mentre il 21% chiede aiuto alle strutture sanitarie specialistiche fuori regione, con un conseguente incremento della spesa sanitaria regionale. "Per far fronte a queste criticità - sottolinea Rosario Iannacchero, coordinatore regionale della Società italiana studio cefalea - il coordinamento regionale della Sisc ha elaborato un progetto per migliorare l' assistenza al malato cefalalgico calabrese, attraverso un' azione mirata e qualificata sul territorio. Le varie fasi del progetto prevedono il potenziamento di un centro di ricerca, la formazione e l'aggiornamento sulle cefalee presso l'Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, la realizzazione di una rete ambulatoriale nelle varie aziende sanitarie calabresi, la creazione di un network di centri per la cura delle cefalee". Premio al centro Neurogenica di Lamezia 16/06 Incassa un altro importante premio il Centro regionale di Neurogenica
di Lamezia Terme. La dottoressa Maura Gallo, biologa contrattista
al laboratorio di genetica formale e molecolare del Crn lametino,
è andato infatti il "Premio Bracco al migliore Abstract"
nell’ambito della sessione poster promosso dall’Italian
Interdisciplinary Network on Alzheimer Disease ovvero il primo network
italiano multidisciplinare sulla malattia d'Alzheimer. La giovane
biologa, appena 26 anni, è stata premiata in occasione della
decima edizione del congresso, che si è svolta a Roma dall’8
all’11 giugno, ed il suo lavoro è stato scelto tra oltre
30 poster concorrenti provenienti da tutto il mondo. E anche in questa
occasione il Centro Regionale di Neurogenetica ha dato il suo contributo
con la presentazione di due importanti lavori. In particolare, la
giovane biologa ha presentato una nuova e sconosciuta mutazione (alterazione
del Dna) responsabile probabilmente della demenza frontotemporale,
una patologia neurodegenerativa seconda per frequenza alla malattia
di Alzheimer. La novità assoluta di questo lavoro risiede nel
fatto che la mutazione identificata si trova su un gene che è
quello candidato per antonomasia nello sviluppo della malattia di
Alzheimer familiare. “Come sia possibile che un gene candidato
nella malattia di Alzheimer, se mutato, sia anche responsabile di
un’altra patologia diversa sul profilo clinico, è tuttora
oggetto di discussione e studio – ha spiegato la giovane ricercatrice
– la risposta molecolare non è stata ancora identificata,
quello che si può dire a tutt’oggi è che le malattie
neurodegenerative come l’Alzheimer e la demenza frontotemporale
sono malattie multifattoriali, per le quali l’identificazione
di una sola causa (genetica e/o ambientale) non è sufficiente
e quindi lo stesso meccanismo neurodegenerativo (o parte di questo)
potrebbe essere condiviso da più patologie. Tutto ciò
apre interessanti prospettive per gli studi e le ricerche future”. Servizio scolastico nell’Ospedale di Cetraro 13/06 Istituire il servizio scolastico all' interno delle strutture
ospedaliere per garantire il diritto allo studio del bambino con patologie
gravi croniche e acute, assolvendo ad una funzione di sostegno rispetto
al suo percorso di vita, favorendo una sensazione non preminente della
malattia e dell' ospedalizzazione. E' questo il tema della conferenza
stampa sul progetto "Scuola in ospedale" che si svolgerà
domani nella direzione generale dell' Ufficio scolastico regionale
a Catanzaro Lido. L' attuazione del progetto partirà da Cetraro
ed a tale proposito domani, a Catanzaro, è prevista la conferenza
stampa che sarà tenuta dal direttore regionale dell' Ufficio
scolastico, Francesco Mercurio; dalla dirigente scolastica della direzione
didattica del centro del cosentino e dal rappresentante dell' Azienda
ospedaliera ed in occasione della quale sarà siglato un protocollo
d' intesa che istituisce il servizio scolastico all' interno della
struttura ospedaliera di Cetraro. "Particolare attenzione - spiega
Mercurio - viene diretta all' attuazione di un lavoro interistituzionale,
finalizzato a rendere migliori le condizioni per lo sviluppo di competenze
e capacità del minore ospedalizzato in modo da aiutare e consentire
il superamento della sua condizione di rischio senza soccombere ad
essa. Questo intervento accresce la rete già operativa a livello
regionale, che coinvolge sette Istituzioni operanti all' interno di
ospedali calabresi". "Si tratta - sostiene il dirigente
alle politiche giovanili dell' Ufficio scolastico regionale, Giacomo
Cartella - di un ulteriore passo in avanti, per migliorare continuamente
nei metodi e nei contenuti. E' l' unico strumento per garantire e
accrescere il livello di qualità della scuola calabrese". Progetto regionale triennale sulla prevenzione cardio-cerebrovascolare 08/06 Avrà una durata di tre anni e comporterà una
spesa di un milione e 210 mila euro il "Progetto regionale per
la prevenzione attiva delle recidive degli eventi cardio e cerebrovascolari",
approvato dalla Giunta regionale, nel corso di una delle ultime sedute,
su proposta dell' assessore alla Salute, Doris Lo Moro. Scopo del
progetto, da inquadrare fra gli obiettivi indicati dal Piano nazionale
della prevenzione 2005-2007 e nell' intesa scaturita dalla conferenza
Stato-Regioni del 23 marzo 2005, secondo quanto comunica l' assessorato
regionale alla Salute, è la riduzione dei tassi di mortalità
dovuti alla cardiopatia ischemica ed all' ictus, che costituiscono
le più importanti manifestazioni delle malattie cardiovascolari
e sono le due principali cause di morte in Italia. "La riduzione
dei tassi di mortalità per queste malattie osservata negli
anni '80 - e' scritto nella nota - è attribuibile soltanto
per un terzo al miglioramento delle terapie, mentre per due terzi
è dovuta alle misure di prevenzione, sia primarie, cioé
rivolte a soggetti che non hanno malattie cardiovascolari, che secondarie,
cioé destinate a pazienti che hanno già avuto un evento
cardiovascolare. In questi ultimi l' obiettivo della prevenzione è
la riduzione della progressione della malattia e la prevenzione delle
recidive. Queste ultime - fa sapere il dipartimento regionale per
la Tutela della Salute - infatti sono eventi frequenti che contribuiscono
notevolmente alla mortalità". Le finalità generali
del progetto regionale di prevenzione attiva delle recidive, indicate
nella delibera approvata dalla giunta, sono: "Stratificare il
rischio cardiovascolare nel post infarto nei residenti di età
dai 35 ai 74 anni ricoverati per la patologia di interesse; diffondere
presso il personale sanitario dell' assistenza primaria e della specialistica
di riferimento per il rischio cardiovascolare le competenze per la
gestione del rischio cardiovascolare nel post-infarto in termini di
terapia educazionale per gli stili di vita e l'aderenza alla terapia
farmacologica e il monitoraggio del rischio nel tempo". Più
nello specifico il progetto indica come obiettivi la conoscenza del
rischio cardiovascolare nel post-infarto "nei residenti di età
dai 35 ai 74 anni ricoverati per la patologia di interesse";
il coinvolgimento del maggior numero di medici di medicina generale
e di specialisti collegati alla valutazione del rischio cardiovascolare
in programma di formazione "per la valutazione del rischio cardiovascolare
nel post-infarto e la terapia educazionale che la sua gestione comporta".
Un ruolo fondamentale è assegnato ai medici di medicina generale
"che possono attivare nei confronti dei loro assistiti interventi
adeguati di correzione del rischio, laddove necessari, sia di tipo
farmacologico che attraverso la terapia educazionale degli stili di
vita". Ogni paziente infartuato, inoltre, riceverà, nel
momento della dimissione, una "valutazione del rischio di recidive"
indirizzata al medico curante. Vi saranno segnalati il rischio di
recidive, indicazioni sulla correzione dei fattori di rischio, indicazioni
sulla terapia, indicazioni sulla riabilitazione, indicazioni sui controlli
periodici da eseguire. Il progetto prevede la nomina di un comitato
di coordinamento per lo sviluppo ed il monitoraggio del piano. Ne
faranno parte dirigenti e funzionari regionali del settore della prevenzione,
dell' epidemiologia, del sistema informativo sanitario, della promozione
della salute e della formazione, oltre che un referente per ognuna
delle 11 As e delle 4 aziende ospedaliere della Calabria, con l' eventuale
supporto di esperti su argomenti specifici. Il comitato, attraverso
riunioni periodiche, dovrà "predisporre, monitorare e
valutare le fasi attuative del piano". Tra gli adempimenti previsti,
l' attivazione di un registro degli eventi cardio e cerebrovascolari
mediante l' identificazione dei ricoveri ospedalieri di residenti
d' età compresa fra i 35 ed i 74 anni. Per l' attuazione del
piano, è stato dato mandato alle aziende sanitarie di predisporre
i conseguenti "Progetti aziendali". Gallo “Convocare la conferenza dei sindaci ASL di Rossano” 08/06 Una riunione urgente della conferenza dei sindaci dell'Azienda
sanitaria 3 di Rossano è stata chiesta dal sindaco di Cassano
allo Ionio, Gianluca Gallo. Il sindaco, nella richiesta inoltrata
al presidente della conferenza Luigi Bria, ha evidenziato che in un
recente incontro avuto con il direttore generale dell'Azienda sanitaria
rossanese, Giuseppe Carbone, è emersa "la volontà
della azienda, al fine di migliorare l'offerta sanitaria nel vasto
territorio della piana di Sibari, di realizzare un ospedale unico
regionale nel comprensorio della Sibaritide". Gallo dopo aver
informato il presidente Bria che il progetto della struttura sanitaria
"é stato già fatto elaborare dall'As e che la regione
Calabria ha manifestato la volontà di finanziare l'elaborato
tecnico dell'opera", ha posto l'esigenza di esaminare, in via
preliminare, in un'apposita conferenza dei sindaci l'ipotesi dello
ospedale unico regionale della Sibaritide. A Soveria Mannelli mancano i medici e l’ASL chiude l’Ospedale 07/06 Il personale va in ferie, e nel frattempo l'intero reparto
chiude: succede a Soveria Mannelli, centro presilano del catanzarese,
dove da alcuni giorni e' stato chiuso il reparto di Ginecologia e
ostetricia, uno dei reparti piu' all'avanguardia e attivi dell'intera
Calabria, per il semplice fatto che per il periodo estivo il servizio
non poteva essere garantito. Un vero e proprio disservizio, soprattutto
per chi da mesi si trova in cura dai medici dell'ospedale montano
che serve un territorio vasto che va anche oltre quello dell'Asl lametina.
La carenza di medici, che non puo' garantire il funzionamento del
presidio 24 ore su 24, ha portato la direzione generale a sospendere
momentaneamente la struttura. Cosi' come e' stato chiuso il centralino
dello stesso ospedale di Soveria per carenza di personale. La decisione
ha sollevato una vera e propria rivolta tra i cittadini dei comuni
del Reventino, tant'e' che il presidente del comitato di rappresentanza
della conferenza dei sindaci dell'azienda sanitaria n.6, Gianni Speranza,
ha indetto per domani alle 16 il comitato di rappresentanza della
conferenza dei sindaci, allargato ai sindaci dei comuni ricadenti
nel distretto del Reventino, con all'ordine del giorno la situazione
dell'ospedale di Soveria Mannelli. Intanto, il Consiglio comunale
di Soveria ha votato all'unanimita' un ordine del giorno in merito
all'improvvisa sospensione del servizio di ginecologia e ostetricia
nel locale ospedale, nel quale sono espresse forti critiche nei confronti
della direzione dell'Asl di Lamezia. "L'accaduto - ha detto il
sindaco Leonardo Sirianni - costituisce un serio pericolo per la vasta
popolazione assistita, tanto da legittimare il sospetto che si possano
creare tra la collettivita' amministrata serie turbative per l'ordine
pubblico, delle quali il civico consesso ha ritenuto informare i Prefetti
di Catanzaro e Cosenza, atteso il fatto che l'utenza che accede al
nosocomio, per la grande qualita' dei servizi resi, proviene da entrambe
le province. Proprio nell'interruzione di un servizio pubblico a cosi'
elevata domanda risiedono le grandi responsabilita' del management
della competente Asl, a proposito delle quali si chiede un accertamento".
L'ospedale di Soveria Mannelli e' comunque tutelato dal Piano regionale
per la salute proprio perche' posto in zona montana. "Finche'
questo Piano restera' in vigore - ha sottolineato Sirianni - l'ospedale,
che non e' affatto inefficiente ne' ridondante, che eroga anzi servizi
essenziali alcuni dei quali di grande qualita', e che presenta bilanci
annuali sempre in pareggio, rappresentando un punto di forza per l'economia
dell'intera Azienda sanitaria 6, deve godere della salvaguardia in
esso prevista". È stato creato anche un comitato di agitazione
permanente, composto di cittadini, associazioni e sindacati, che ha
il compito di monitorare l'evoluzione del problema. Giovedì 8 giornata nazionale della lotta alla sordità 06/06 Sono cinque gli ospedali calabresi che parteciperanno l' 8
giugno prossimo alla Giornata per la lotta alla sordità promossa
dall' Associazione italiana per la ricerca sulla sordità (Airs).
Le strutture sanitarie che metteranno a disposizione il personale
medico e paramedico per una valutazione clinica gratuita dell' udito
sono quelle di Catanzaro (Policlinico universitario); Cosenza (Ospedale
civile dell' Annunziata); Crotone (Ospedale San Giovanni di Dio);
Lamezia Terme (Ospedale civile) e Reggio (Ospedali Riuniti). Secondo
i dati forniti dall' Airs, "il 12% degli italiani, circa sette
milioni di persone, sono colpiti da disturbi uditivi mentre le invalidità
civili da sordità sono al secondo posto dopo le disabilità
motorie. "La Giornata nazionale Airs - è detto in una
nota - è stata organizzata per aumentare il livello di conoscenza
delle opportunità di prevenzione e per sensibilizzare l' opinione
pubblica. L' iniziativa ha coinvolto 200 ospedali distribuiti su tutto
il territorio nazionale". CISL “Dopo 30 mesi nuovo contratto di lavoro per la sanità” 05/06 ''Dopo 30 mesi, a quadriennio contrattuale gia' scaduto, e' stato sottoscritto in via definitiva il Ccnl del personale del comparto Sanita'. Anche questo rinnovo e' stato difficile e complicato, ma e' un risultato che e' stato raggiunto grazie all' impegno di tutti i lavoratori della Sanita' che hanno sostenuto e partecipato alle innumerevoli azioni di lotta, scioperi e presidi programmati dal sindacato per superare i continui ostacoli''. A sostenerlo sono stati Domenico Cubello, segretario generale della Cisl Fp Calabria, e Rosario Portulesi, segretario regionale della Cisl Fp Calabria. ''Le ultime resistenze messe in atto dalle Regioni e dal Comitato di Settore - hanno aggiunto i due sindacalisti - sono state contrastate dalla forte azione messa in campo dalle organizzazioni sindacali confederali che, come a dicembre 2005, si sono mobilitate per rimuovere le azioni dilatorie dei tempi del rinnovo contrattuale e trattare sulla pelle dei lavoratori una partita politico-finanziaria con il Governo. In tale logica la messa in discussione del Contratto nazionale e della garanzia dei Lea in tutto il territorio nazionale erano gli obiettivi nascosti che con l' azione pressante di mantenimento degli elementi unificanti (Ccnl e Lea) il Servizio sanitario nazionale il sindacato confederale unitario ha raggiunto con il risultato odierno. Il contratto sottoscritto da risposte non solo economiche rispetto all' inflazione e al mantenimento del potere di acquisto degli stipendi, ma anche e soprattutto alle alte professionalita' degli operatori del settore che e' possibile apprezzare rispetto all' impegno, alla qualita' e produttivita' delle prestazioni erogate attraverso strumenti economici e di riconoscimento di carriera ottenibili con la Contrattazione Decentrata Aziendale. Questo della contrattazione decentrata aziendale e' l' altro elemento fondamentale da utilizzare per le giuste, corrette, trasparenti e premianti risposte ai lavoratori ma, anche e soprattutto per attivare le necessarie flessiblita' nella stessa organizzazione del lavoro e nelle scelte di natura organizzatoria diverse ed adeguate alla peculiarita' delle Aziende sanitarie e ospedaliere''. ''Oggi quindi - hanno concluso Cubello e Portulesi - rispetto alla esigibilita' del Ccnl, chiederemo l' impegno puntuale dell' assessore regionale alla Salute perche' in ogni Azienda si liquidino le spettanze economiche arretrate con la mensilita' del mese di giugno 2006. Come organizzazione sindacale nei prossimi giorni saremo mobilitati con assemblee sui posti di lavoro per dare la corretta ed esaustiva informazione sul rinnovo contrattuale e sulle scelte di programmazione sanitaria regionale che e' ormai tempo di portare al dibattito politico dopo l'anno sabbatico che la nuova Giunta Regionale ha avuto a disposizione per l' esame dello stato della sanita' calabrese''. Revocato lo sciopero delle farmacie 01/06 Non ci sara' la serrata delle farmacie indetta per lunedi'
prossimo dalla Federfarma. L' assessorato regionale alla Salute, quello
al Bilancio e l' associazione dei farmacisti hanno raggiunto, nella
serata di oggi, un accordo che definisce le modalita' di pagamento,
in tempi certi, delle somme dovute dalle aziende sanitarie alle farmacie
calabresi. ''L' intesa ¿ e' scritto in un comunicato dell'
assessorato alla Salute ¿ e' stata sottoscritta dal dirigente
regionale del dipartimento alla Sanita', Raffaele Faillace, coadiuvato
dal dirigente di settore Giuseppe Biamonte; dal dirigente generale
del dipartimento Bilancio, Mauro Pantaleo e, per la Federfarma, dal
segretario regionale, Alfonso Misasi. Conseguentemente all' accordo,
la Federfarma ha comunicato che l' agitazione in programma per lunedi'
prossimo, 5 giugno, e' revocata''. ''L' intesa raggiunta questa sera
¿ prosegue il comunicato dell' assessorato alla Salute - e'
il frutto del lavoro svolto in queste settimane con l' obiettivo di
risolvere il problema sopperendo alla carenza di liquidita' delle
aziende sanitaria''. Filcem/CGIL “Errata la notizia sullo sperpero nella spesa dei farmaci” 01/06 La Filcem-Cgil e la Uilcem-Uil della Regione Calabria, che
rappresentano gli addetti all' informazione scientifica sui farmaci
denunciano all' opinione pubblica e alle istituzioni la diffusione
di notizie scandalistiche di ipotetici sperperi nell' assistenza farmaceutica,
derivanti dall' incuria e dalla mancata applicazione della legge regionale
29 del 2002, effettuata attraverso notizie errate provenienti da quanti
hanno interesse a gestire l' assistenza farmaceutica ed il flusso
dei farmaci in Calabria. Lo rendono noto la Filcem-Cgil e la Uilcem-Uil.
''Non e' vero - e' scritto in una comunicato - che quando le aziende
sanitarie acquistano direttamente i farmaci dalle industrie farmaceutiche,
per procedere poi ad una distribuzione diretta agli assistiti, godono
di uno sconto minimo previsto per legge tra il 40 ed il 50 % rispetto
al prezzo al pubblico. Solo una parte dei farmaci, peraltro i meno
costosi, devono praticare all' ospedale uno sconto di almeno il 50%
rispetto al prezzo riportato sulla confezione, mentre la quasi totalita'
dei farmaci innovativi e piu' costosi con registrazione ex factory
non sono soggetti allo sconto obbligatorio del 50% e pertanto vengono
ceduti dalle aziende agli ospedali senza alcuno sconto. Non e' assolutamente
vero che i medicinali che non vengono distribuiti direttamente costano
alle aziende sanitarie, e quindi alla Regione, almeno il doppio di
quelli dati dalle strutture pubbliche.Non e' vero che la Regione Calabria
sia, relativamente alla spesa farmaceutica, tra le 'Regioni meno virtuose
d' Italia'.Se dalla spesa farmaceutica della Calabria viene correttamente
sottratta la spesa dei farmaci che le altre Regioni escludono dalla
loro spesa avremo una spesa inferiore alle Regioni proposte come 'virtuose'.
Non e' vero che non e' stato fatto nulla dal 2002 ad oggi per contenere
la spesa farmaceutica. L' assessorato regionale alla Sanita' ha effettuato
nel mese di settembre 2002 un' analisi approfondita dalla quale e'
emerso che i presidi ospedalieri regionali non sarebbero stati in
grado di effettuare la distribuzione diretta dei farmaci, perche'
non provvisti di strutture e professionalita' numericamente adeguate''.
''La Filcem-Cgil e la Uilcem-Uil - prosegue il comunicato - informano
i cittadini e le istituzioni che l' erogazione dei farmaci effettuata
dagli ospedali ha un costo piu' elevato per le Aziende sanitarie e
comporta gravi disagi per gli ammalati che devono recarsi alle farmacie
degli ospedali per ritirare i farmaci di cui hanno bisogno. La Filcem-Cgil
e la Uilcem-Uil sostengono da anni e con la nuova Giunta dal suo insediamento
che la riduzione della spesa sanitaria debba iniziare con l' abbattimento
dei ricoveri impropri o a rischio di inappropriatezza e dei viaggi
della salute o della emigrazione sanitaria. I sindacati hanno presentato
insieme ad altre rappresentanze sindacali delle proposte di contenimento
della spesa farmaceutica sin dal mese di giugno 2005, del quale ancora
si attende il parere delle parti ed hanno sottoscritto un protocollo
di intesa di regolamentazione dell' informazione scientifica del farmaco,
che ha come principale finalita' il controllo ed il contenimento della
spesa farmaceutica''. Scienza e Vita ribadisce il suo no all’uso delle staminali embrionali 01/06 L' associazione ''Scienza e vita'' ribadisce il suo 'no' all' utilizzo delle cellule staminali da embrioni, in qualsiasi modo prodotti, anche se soprannumerari rispetto a pratiche di fecondazione assistita e in stato di abbandono''. Cosi' l' associazione ''Scienza e vita'' di Lamezia Terme attraverso il il presidente,Vincenzo Massara, risponde all' annuncio, dato a Bruxelles, ''del ritiro della firma italiana dalla 'Dichiarazione etica' che sanciva la contrarieta' dell' Italia all' uso delle staminali embrionali nel quadro del programma di ricerca europeo FP7''. ''La nostra posizione - spiega l' associazione - e' dovuta al fatto che il prelievo delle staminali distrugge l' embrione. Inoltre non si vede per quale ragione si debba continuare il filone di ricerca sulle staminali embrionali, quando gli unici risultati attendibili sono venuti dall' utilizzo di quelle adulte o da sangue di cordone ombelicale. Si tratta di risultati terapeutici sperimentati ogni anno su decine di migliaia di casi''. ''La riduzione delle tutele etiche - conclude il presidente di Scienza e vita - non e' indubbiamente un fattore di civilta' e progresso.E' possibile che dopo una legge costata anni di lavoro parlamentare, un referendum fallito e autorevoli pareri del comitato di bioetica, si debba sempre tornare sulla questione e non si trovino problemi piu' urgenti da risolvere per il Paese?'' Per le notizie dal 30 novembre al 30 maggio premi qui | dal 7 luglio al 30 novembre premi qui | dal 12 febbraio al 7 luglio premi qui | dal 3 novembre/04 al 10 febbraio/05 premi qui | dal 7 maggio al 2 novembre premi qui
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