Statale 18 maledetta, anche nell’alto
tirreno cosentino
Egregio Direttore sono appena rientrato a Tortora
(Alto tirreno cosentino) per essere stato fuori per ragioni familiari.
Ho attraversato in macchina le tre gallerie dal Vinciuolo (Praja a
Mare) Castiglione (Tortora) e non immagina in che condizione è
la sede stradale: PESSIMA, c’è da fare davvero il GRIDO
D’ALLARME. Quella di Castiglione (l’ultima verso nord)
a dir poco è disastrosa. Nonostante il limite di velocità
posto a “40” orari è attraversata da mezzi pesanti
che sfrecciano come bodili che ti stanno dietro e ti tartassano con
il clacson e quelli in direzione opposta che ti indirizzano le luci
abbaglianti a più non posso. Insomma non se ne può più.
Speriamo bene, speriamo e non vorrei essere di iattura. Eppure tutti
lo sanno. sindaci, amministratori comunali, consiglieri provinciali,
assessore provinciale e regionale alla viabilità, presidente
della comunità montana e Anas e tutti la percorrono o forse
fanno altre strade alternative?
Speriamo bene. E speriamo che l’interessamento del Prefetto
Lisi che ha convocato per martedì 22 aprile p.v. tutti gli
enti locoli per la S.S. 18 sia finalmente risolutivo per la condizione
che la statale presenta o dobbiamo veramente aspettare la sciagura
e poi intervenire?
Non dimentichiamo le vicessitudini che la galleria di Castiglione
(Tortora) ha avuto tre o quattro anni fa. – Per sdrammatizzare
– comunque – che ben venga il prossimo giro d’Italia
a maggio. Chissà forse le strade saranno asfaltate.
La ringrazio per l'ospitalità che più volte mi ha concesso.
Franco Guerrera. – Tortora
Da Cosenza a Tortora il teatrino
della politica è lo stesso
L’Avv. Sammarco se ne va e per la terza volta
lascia l’incarico di consigliere comunale. Perugini da Sindaco
se ne rammarica, i rappresentanti del centro destra all’interno
del Civico Consesso cosentino se ne preoccupano e i partiti del centro
sinistra e in particolare il nuovo PD non sono affatto preoccupati?
Ma perché da Tortora, vi chiederete, io Franco Guerrera, socialista,
mi chiedo questa cosa?
Me lo chiedo perché il teatrino della politica è dappertutto,
come a Cosenza, a Casole Bruzio ed anche a Tortora, basta leggere,
essere informati e tutti lo comprenderanno. Dopo le elezioni sicuramente
se ne parlerà, invece parliamone adesso a Cosenza, a Casole
Bruzio ma anche a Tortora. Una mia stima particolare va all’avv.
Sammarco molto apprezzato per essere stato ottimo e imparziale Presidente
del Consiglio Comunale di Cosenza. Auguri Avvocato, a Lei la scelta
ma resti perché Cosenza ha bisogno di Lei per il contributo
che ha saputo dare e che potrà dare, ne ha bisogno in modo
particolare l’Università della Calabria dove tanti giovani,
compresa mia figlia, studiano e vengono dall’estrema periferia
di Tortora.
Franco Guerrera da Tortora.
Berlusconi non ha ancora vinto
Non conosco Tripodi, non conosco Crea, ma qualcuno
li conosce se li ha mandati in Consiglio Regionale. Non so se sono
responsabili dei casi loro imputati, giudiziariamente voglio dire,
ma tutti vediamo i livelli di intrecci e di compromissione fra affari
e politica. Non sono solo loro due a essere già incappati nelle
maglie degli inquirenti e purtroppo, si può intuire, altri
ce ne saranno. Ma Tripodi e Crea chi erano, chi sono, per essere assurti
a cotanto proscenio politico? Un nuovo che avanza, professionisti
prestati alla politica, gestori di pacchetti di voti, espressione
di interessi e di istanze che non trovavano altrove spazio? Non risulta,
infatti, una loro peculiarità, un loro modo di essere e di
fare che li ponesse fra gli eletti. La prima domanda, dunque, è:
ma chi c'è, oggi, che ha le antenne nella società ed
esercita quella funzione che un tempo vinceva e si chiamava controllo
sociale? I partiti, i gruppi di interesse, le organizzazioni cosiddette
intermedie - associazioni, clero, assindustria, camera di commercio,
e perchè no la stampa... -, i sindacati, tutto quanto, cioè,
ha radicamento sul territorio, non sa, non dovrebbe sapere tizio e
caio chi sono, che fanno, se è il caso di mandarli alla Regione,
alla Provincia, al Comune... in Parlamento? Forse sanno, forse non
sanno, ed è difficile dire cos'è più grave. Non
sapere significa essere svuotati di ruolo e responsabilità;
sapere, e tacere e avallare, vuol dire che la deriva lungo la quale
siamo immersi è mostruosa. Tanto per dire: era giunta pure
a me la notizia di megaprogetti d'insediamenti turistici vicino Brancaleone,
altri, più vicini e con qualche titolo, s'erano posto qualche
interrogativo sul chi, come, perchè? La seconda domanda: con
il nuovismo, che per un pò di tempo ha imperversato, ci si
è trovati ad aver a che fare in politica con una pletora di
parvenu, che dovevano rappresentare il nuovo e il meglio, insieme
però al trasformismo e al voltagabbana come sistema, al colletaralismo
spinto col mondo degli affari e dei malaffari. Io prometto, poi dò,
prendo voti e divento eletto del popolo, a prescindere da cosa farò,
da cosa saprò fare per il popolo con l'eccezione dei miei amici:
i metodi, la legalità, i risultati, sono optional... La terza
questione: Loiero ha detto che già prima dell'arresto aveva
ritirato la delega. E quindi? Per Crea ch'era succeso, per gli altri
amministratori regionali cos'era accaduto? Il fatto che conta non
è, piuttosto, che lui a quel mondo s'era rivolto, di quello
s'era fatto forte, grazie a quello aveva avuto quella sorta di consenso,
che di quel mondo lui è figlio prediletto, a prescindere da
why not o meno che lo vede in campo personalmente. E certo stride
sentir parlare Minniti in termini d'elogio e di soddisfazione per
la brillante operazione compiuta, come se stessimo qui parlando di
polizia, come se lui fosse un tecnico della politica, attento solo
al governo nazionale, da Roma, e non la diretta espressione di quel
territorio, soggetto eminentemente politico, come Bova che è
parso di capire sta accarezzando l'idea che non ce la si fa più
ed è giunta l'ora forse di staccare la spina.
Avete fatto caso che da un pò di tempo nessuno più parla
di antipolitica, qualunquismo, grillismo, che pure avevano tenuto
banco pesantemente fino a poco tempo fa? Ci si è resi conto,
evidentemente, che la realtà è ancor più pesante
delle denunce e dell'indignazione, che se non si corre ai ripari,
altro che antipolitica, il rischio è quello dell'implosione.
Perciò non avevano convinto le scelte di qualcuno che dalle
colline universitarie s'era lanciato verso la Giunta Regionale. Perciò
si era detto e scritto che aldilà dei meriti personali, la
rondine di Arcavacata era ben difficile che potesse tradursi in automatica
primavera. Che dire poi dei boatos ricorrenti che vorrebbero un buon
esodo dalla Regione verso il Parlamento, a cominciare del Presidente...
, il libro di Stella, sulla Casta, neanche a questo, era arrivato.
E mentre attendiamo l'esito di indagini su grande distribuzione, sanità,
voti di scambi, eolico, rifiuti, appalti, progetti, fondi comunitari
eccetera, e sulle promozioni di tanti o pochi chi siano verso la Capitale
- come si trattasse d'un premio viaggio e basta, andare in Parlamento,
tanto lì che c'è da fare... - ecco che corriamo verso
il voto. Alleanze, composizione delle liste, programmi tengono ovviamente
banco.
Alleanze: ho già detto in precedenza di Veltroni, apprezzando
il suo coraggio, ma ce la fa da solo? E l'"altra" sinistra
diventa area protetta, in via d'estinzione? Nessun patto, di nessun
tipo con loro, così che numericamente molto si espone, Veltroni,
e contemporaneamente lascia allo scoperto un'area molto vasta cui
non è ben chiaro quale ruolo resterà. E i socialisti?
Scompariranno? Accordi con Di Pietro sì, con altri, Arcobaleno
o socialisti che siano niente. Par d'intravedere un disegno secondo
il quale gli ex Ds vogliano essere i soli a esprimere la sinistra:
per altri non c'è cittadinanza. Composizione delle liste: già
fu detto alle precedenti elezioni, che si svolsero con lo stesso meccanismo
di oggi, che il centrosinistra non poteva trincerarsi dietro un dito,
nel senso che poteva benissimo mettere in posizioni di testa novità
e istanze di rinnovamento. Lo stesso si può dire, si deve dire,
ora: solo uscenti, solo apparato, o anche qualche, e non residuale,
scelta di novità, di radicamento, di valorizzazione del merito?
Un nuovo, s'intende, che dev'essere intriso di cultura politica, di
moralità, di saper fare. Ma anche in questo campo sembra che
la difesa degli uscenti, peraltro con molti meno posti a disposizione,
sia rigidissima. Programmi: purchè non ci siano libri dei sogni
generalisti, purchè ci sia un preambolo sulle scelte etiche,
trasparenza, legalità, purchè la Calabria, il Mezzogiorno,
appaiano non per memoria, purchè ci sia uno sguardo di fiducia
verso il futuro...
Ritengo che Berlusconi non abbia vinto, ancora. Molto se non tutto
dipenderà, appunto, dalle alleanze, dalle liste, dai programmi.
Massimo Veltri
L’area pedonale di Scalea
Egregio direttore,
Le scrivo questa lettera con l’intento di porre l’accento
su una realtà, quella dell’area pedonale di Piazza Gregorio
Caloprese a Scalea, troppo spesso sottovalutata e in certi casi descritta
al pubblico, proprio da alcuni suoi colleghi, in maniera a dir poco
fuorviante. Ci tengo a sottolineare che la mia lettera non vuole assolutamente
interferire con quelli che sono i meccanismi della politica, ne discutere
e giudicare dal punto di vista prettamente architettonico i lavori
di riqualificazione urbana dell’area sopraccitata.
Capisco, infatti, che ogni qualvolta si debba effettuare un cambiamento
esso non sia completamente indolore, tuttavia ritengo sia doveroso
da parte di una buona Amministrazione, prima di procedere all’approvazione
di un progetto e alla sua successiva messa in atto, prendere in considerazione
i pareri dei cittadini poiché in fin dei conti, vista la natura
di opera pubblica, l’ultima parola dovrebbe spettare proprio
a loro. Questa lettera, dunque, si pone come obiettivo quello di affrontare
apertamente il problema e presentarlo ai lettori dal punto di vista
di un comune cittadino.
A Scalea, negli anni passati, limitatamente alle ore serali durante
l’estate Via Michele Bianchi rimaneva chiusa al traffico consentendo
tranquillamente ai turisti il piacere di una piacevole passeggiata
tra le vetrine ed i bar della nostra via principale.
Da quest’anno invece è tutto improvvisamente cambiato.
Ritengo, infatti, che la scelta di circoscrivere l’area e di
chiuderla al traffico in maniera definitiva sia inutile, vista la
scarsa frequentazione nelle ore diurne e durante l’inverno,
ed è inoltre da considerarsi profondamente ingiusta se si considera
che i lavori della Piazza situata, come tutti sanno, nel pieno centro
di Scalea ha prodotto come prima conseguenza della chiusura al traffico
quella dello sconvolgimento della viabilità. Difatti numerosi
sono gli svantaggi che l’opera apporta ai residenti di Via Michele
Bianchi e del Centro Storico, i quali si ritrovano costretti a modificare
e, in alcuni casi, a sconvolgere completamente il loro percorso di
ritorno e di uscita dalle proprie abitazioni.
Un altro fattore di cui non si è tenuto conto, a mio avviso
colpevolmente, è quello del rialzamento della pavimentazione
che, non consentendo il transito alle auto, impedisce l'accesso all'area
anche ai veicoli guidati da invalidi e ai mezzi di soccorso (ambulanza,
vigili del fuoco, ecc.) come è già accaduto durante
l’estate scorsa.
Tuttavia non sono questi i maggiori disagi prodotti dall’opera.
Infatti è sotto gli occhi di tutti che i soggetti più
profondamente colpiti sono sicuramente ed innegabilmente i commercianti
o meglio quella parte di commercianti (tabacchi, edicola, farmacia,
alimentari) che basava le proprie vendite sul fatto che i propri esercizi
si trovassero in centro e che si sono visti di colpo sparire la clientela
trovandosi da un momento all’altro in gravi difficoltà
economiche. Di conseguenza si sono ritrovati successivamente a manifestare
in maniera netta il proprio dissenso, dovendo necessariamente piegarsi
alle imposizioni dell’amministrazione comunale e vedendosi costretti
a sacrificare le loro attività nel nome della svolta verso
il tanto atteso e decantato “turismo d’élite”.
Ebbene questa lettera è rivolta anche a queste persone e, nel
manifestargli la mia solidarietà, colgo l’occasione per
invitarli a non arrendersi, ma semmai a costituire un’associazione
e se si dimostrerà necessario, passare a vie legali, proprio
perché il loro futuro e quello delle loro famiglie deve essere
difeso a denti stretti per far si che gli anni trascorsi e i tanti
sacrifici fatti non rimangano vani.
Infine desidero rivolgermi anche all’Amministrazione comunale
di Scalea, invitandola a non trascurare la situazione andando avanti
a testa bassa, ma fermandosi a riflettere chiedendosi se davvero sia
valsa la pena spendere oltre 437.000 euro rovinando la vita a molte
famiglie.
In conclusione mi auguro che possa trovare un piccolo spazio, se lo
riterrà opportuno, per pubblicare questa mia lettera tra gli
altri articoli del suo giornale affinché, per una volta su
questo tema sia data voce ai cittadini.
Andrea De Vito
Valorizzare il trenino della Sila
Spettabile direzione, per caso sono arrivata a visitare
questo sito e non nascondo la mia curiosità essendo cosentina
e residente a verona da più di quarant'anni. Ma le proprie
origini non si cancellano e neppure il carattere meridionale.... Dopo
40 anni, sono tornata a visitare la mia città natale nel novembre
2006 assieme a mia sorella,e ovviamente, come ogni città l'ho
trovata molto cambiata, io avevo il desiderio di ritrovare quel muretto
che era accanto al negozio di abbigliamento Mazzocca (o Mazzotta)
che faceva angolo con via mazzini e via arabia e sul quale ho giocato
tantissimo da ragazzina, non esisteva più. Peccato. In compenso
mi sono consolata perchè ho potuto constatare un restauro bellissimo
del teatro rendano e delle vecchie carceri del ponte s.francesco ed
altro. Complimenti all'amministrazione comunale e provinciale. Ma
la cosa che mi interessa è evidenziare il fatto che ho avuto
la fortuna di prendere il trenino che da cosenza porta a Camigliatello
ed è stata un'esperienza bellissima per il panorama che abbiamo
ammirato con attenzione e sopratutto per la cortesia e gentilezza
che ci hanno riservato i conducenti di cui non conosciamo il loro
nome ma che, comunque ringraziamo. Vorrei riferire all'amministrazione
comunale di incentivare questo mezzo che turisticamente è un
patrimonio non di poco conto. Un saluto da una Vostra concittadina
Elvira Caceffo - Verona
Disagi nelle strade di Cosenza
Questa mattina sul ponte che collega corso plebiscito
all'ex stazione delle FF.SS, il comune di cosenza alle ore 08,00 di
lunedi mattina ha pensato bene di chiudere la strada per effettuare
lavori di manutenzione. Che bella idea, un caos indescrivibile con
tutte le autovetture che si recavano a lavoro o portavano i propri
figli a scuola provenienti anche dalla presila. Che persone intelligenti
quelli che hanno autorizzato, nel giorno più difficile della
settimana e all'orario più congestionato possibile, l'esecuzione
dei lavori. In realtà meglio organizzate i lavori sulle strade
principali si eseguono o di notte o fuori dagli orari di punta.E'
mai possibile che un minimo di buon senso non è riscontrabile
nei nostri amministratori?Dalle cose più semplici si inizia
a giudicare un'amministrazione.Ma anche a queste incapacità
più elementari stiamo facendo l'abitudine.
T.G. - Cosenza
Giunta Loiero, una questione di
peso!
Caro Direttore, leggendo come ogni sera le notizie
sul tuo giornale, una in particolare mi ha molto fatto incavolare!
E' pur vero che siamo abituati da anni a digerire di tutto, però
ora, con questa ultima mossa, il Governatore ha offeso la mia intelligenza
(e forse anche quella di tanti altri): tante e tante volte nei giorni
passati si era riempito la bocca di una frase divenuta la spiegazione
del nuovo rimpasto, "sarà una giunta più snella"
diceva, ma a conti fatti non mi pare mica! A meno che, il furbo Governatore
non facesse riferimento ai Kg di peso dei singoli esponenti!
Luigi - Cosenza
Via Panebianco abbandonata dall’Amministrazione
E' l'ennesima volta che scrivo per segnalare lo stato
di degrado in cui verte la parte iniziale di via Panebianco e, anche
dopo le ripetute segnalazioni, nessuno interviene. Noi viviamo in
mezzo ai topi, spazzatura e tanta altra sporcizia che poi autorizza
le persone che "vivono" di notte a venire a bere alcolici,
fare baccano e, quando và bene, anche lasciare ricordini, del
genere escrementi umani, di fronte all'uscita di casa mia. Non ce
la facciamo più.
Lettera firmata
Ohi Donà tanti auguri.
Un fatto curioso che, se il bravo e buon Direttore me lo permetterà,
voglio raccontare. Questa mattina sono stato a Cosenza per presentarmi
in un Ufficio Politico. Salendo dall’autostazione e percorrendo
Via Alimena e poi altre traverse a destra affollatissime, continuamente
sentivo dire: Ohi Donà tanti auguri!. E dopo un pò:
Ohi Donà tanti auguri!. Un istante dopo: Ohi Donà tanti
auguri!. E da qui, e fino a Via Brenta, Via Calabria e per susseguirsi
ed arrivare a Corso Umberto 1°, ancora, per decine, anzi, centinaia
di volte: Ohi Donà tanti auguri, Ohi Donà tanti auguri,
Ohi Donà tanti auguri! e via di seguito. Per la verità
mi sono incuriosito e guardando il calendarietto tascabile ho letto
che oggi ricorre l’onomastico di “San Donato Vescovo di
Fiesole” e perciò mi sono raccapezzato. Ma ancora si
continuava e arrivato a Corso Umberto incuriosito ho chiesto ad un
signore di mezza età (come me): ma a Cosenza si chiamano tutti
Donato? E questi pronto, senza giri di parole, mi ha così risposto
e spiegato: “Ohi Frà (che non sta per Franco bensì
per “Fratello”) si dunani l’auguri picchì
ancora festeggianu lu “partitu democraticu”. Ed io: e
perché Donà. “A nu ru sapiti”, ha esclamato
il signore, “Donà significa: Donato Da Dio (il partito
democratico)”. Ecco spiegato. Infatti anch’io molti anni
fa chiamai mia figlia: Donatella, appunto “Donata da Dio”.
Franco Guerrera da Tortora (Cosenza)
Footing pericoloso, strada non illuminata
a Rende
Scrivo questa lettera sperando di evitare qualche
pericoloso incidente. Ogni sera, rientrando dal lavoro, sulla strada
alle spalle delle cupole geodetiche (Via S. Botticelli) che da Cosenza
porta a Roges di Rende si incontrano persone che fanno footing sprovviste
di giubbotto catarifrangente o di qualche altro accessorio che li
renda visibili. Il problema è molto serio visto che il tratto
di strada non è illuminato e si corre veramente il rischio
di investire qualcuno. Spero che possiate far avere questa segnalazione
a chi di competenza con l’augurio che ci si occupi al più
presto di questo problema magari mettendo, sul tratto di strada sopra
menzionato, dei cartelli con l’obbligo di indossare degli indumenti
catarifrangenti o che vietino di fare footing in luoghi non adeguatamente
illuminati.
Grazie.
MLC Rende
Ma quale aggressione alla Tartoni
Esterrefatti dal contenuto della stampa a proposito di una pretesa
aggressione subita dall’Archietto Tartoni, puntualizziamo quanto
segue: Siamo i tre presunti “aggressori” del presidente
della I circoscrizione, il quale, volendo evidentemente strumentalizzare
“un banale” scambio di opinioni sul degrado in cui versa
il centro storico, si è guardata bene dal riferire, pur conoscendole,
le generalità dei sottoscritti. Ciò, è evidente,
per la ragione che sarebbe stata immediatamente querelata per la non
rispondenza al vero di quanto da lei riferito ai quotidiani. A parte
la circostanza che non è costume di chi scrive inveire con
“epiteti e minacce irripetibili”, nei riguardi di una
signora o chicchessia, va puntualizzato che fa parte del diritto di
ogni libero cittadino esprimere, (e a chi se non al presidente di
circoscrizione?) le proprie riserve sullo stato del quartiere in cui
si è nati e cresciuti, e che solo il troppo affetto impedisce
di abbandonare. La signora Tartoni ha riferito, in un primo momento,
di esser d’accordo con gli scriventi sulle condizioni di degrado
in cui vera il centro storico della città, riferendo, altresì,
di non essere adeguatamente supportata dalla giunta nell’opera
di riqualificazione. Allorché i sottoscritti sottolineavano
come con la nuova amministrazione comunale nulla fosse cambiato rispetto
al passato , ma, anzi, si sia avuta una regressione rispetto alla
gestione dell’indimenticato ed indimenticabile sindaco Mancini,
la dott. Tartoni ha ritenuto di dimostrare il proprio disappunto andando
via di corsa, facendo addirittura “fischiare le gomme”.
Laddove poi la dott. Tartoni parla di “premeditata aggressione
politica”, si vuol far rilevare come nessuno degli scriventi
vanti militanze o ambizioni politiche. Pertanto, dott. Tartoni, non
si bei di solidarietà troppo presto espressa da chi, senza
neanche essere a conoscenza degli accadimenti, parla addirittura di
“vili aggressioni”. La strumentalizzazione di episodi
banali, sintomo di poco rispetto dei cittadini che, evidentemente
errando, hanno contribuito alla sua elezione, la dice lunga sull’interesse
che si ha per il pensiero della base. Ce ne ricorderemo alle prossime
elezioni
Giacinto Cinnante
Ilario Bombardieri
Giovanni Dodaro
A Scalea droga libera davanti al
Sert e nessuno fa niente
Salve, sono una turista di Napoli che ogni anno viene in vacanza
in Calabria. Vorrei esporre un problema che da circa due anni provoca
disagio a me, alla mia famiglia e a tutti coloro che come me vivono
lo stesso problema. Ho una villetta a Scalea alla Baia del Carpino,
proprio di fronte all'Ospedale civile ancora in disuso; di questo
ospedale è solo in funzione il SERT e questa estate ho assistito
a spettacoli raccapriccianti. Persone che si recavano a prendere la
loro dose di metadone e poi liberamente, fuori il cancello di casa
mia, si divertivano a bere alcolici, fumare cannabis, abbassarsi i
pantaloni e fare tante altre cose squallide ed oscene. Ho dei bambini
piccoli e continuando così sarò costretta a vendere
casa e con me tutte le persone che sopportano lo stesso spettacolo
tutti i giorni.Ci siamo rivolti più di una volta sia ai carabinieri
che alla polizia, ma inutilmente. Addirittura un giorno disperati
dalla scena più esasperata, ovvero quella di una donna che
letteralmente sniffava cocaina o chissà quale altra droga,
ci siamo recati dai carabinieri spiegando l'accaduto e la loro molto
simpaticamente ci hanno detto che fin quando non c'è un'aggressione
loro non possono intervenire.Il tutto mi sembra davvero assurdo. Sarei
lieta se questo messaggio potesse essere pubblicato al fine di sortire
un effetto anche al sindaco di Scalea e di capire che tutto ciò
è controproducente per lo stesso turismo del paese. Si potrebbe
ovviare al tutto spostando di dieci metri l'ingresso al SERT dove
appunto c'è un'altra entrata distante dalle abitazioni. Ringrazio
per l'attenzione.
Fiorella A. - Nola (NA)
Non ho appiccato incendi
Spett.le direttore mi chiamo Alessio Giampietro e sono il presunto
e sottolineo presunto piromane che è stato fermato dalla polizia
il 31 agosto volevo fare delle precisazione a quanto riportato da
i giornali. Sono stato fermato alle 23 mentre mi recavo a lavoro come
potrò dimostrare al processo la polizia non mi accusa del vasto
incendio di cui parlano i giornali ma solo di un focolaio che si era
appena sviluppato lungo la strada provinciale 73 poco dopo il mio
passaggio e l'incontro con una pattuglia della polizia che evidentemente
per il troppo stress ha fantasticato un pò deducendo che ero
stato io e poi comunque come risulta da verbale sono stato trovato
con un pacco di sigarette e un solo accendino di marca bofil. Io ho
moglie e 2 figli non ho mai bruciato niente e capisco l'allarme sociale
che c'è in questo periodo ma arrestare una persona solo perchè
va lavorare con un pò di fretta e possiede un accendino e un
pacchetto di sigaretta e perchè come risulta da verbale della
polizia un poliziotto ha avuto la percezione e sottolineo percezione
che la mia macchina si mettesse in moto dal luogo del focolaio sembra
eccessivo se non ingiusto e mi sa di caccia alle streghe. Comunque
ho dato incarico al mio avvocato di querelare alcuni giornalisti che
hanno scritto il falso sulla quantità di accendini e sull’accusa
delle polizia che non mi accusa dell'incendio di cui parlano loro.
Dopo il processo che credo mi veda assolto ho intenzione di denunciare
anche la polizia di stato perchè non ci sono prove e indizi
che possano giustificare le loro accuse a parte sigarette e 1 accendino.
La ringrazio per l'attenzione distinti saluti.
Alessio Giampietro
Multe selvagge a Cosenza
E siamo a tre! Nel centrale quartiere di costruzione fascista della
nostra città, ancora una volta mi sono imbattuto con il problema
parcheggio. Ieri pomeriggio lascio l'auto (non sono residente in quella
zona, ma vi dimoro) nel tratto finale di viale degli Alimena, sulle
striscie bianche. La mia auto è la prima, fila tutto liscio.
Torno a riprenderla intorno alle 21.20 e sul posto vi è una
pattuglia dei vigili urbani e il mezzo dell'Amaco per la rimozione
delle auto. E' vero, mi sono subito incavolato, ed i vigili mi fanno
notare che hanno elevato le multe perchè <<non ha rispettato
l'ordinanza 173>> per venti minuti. Chiedo lumi e dopo un po
mi si comunica che si tratta della pulizia della strada. Ohibò!
Non ci si può credere... per la pulizia della strada! Quando
mai, in quella zona le strade vengono pulite?!? La contesto immediatamente
con la motivazione che il cartello mobile era parzialmente occultato
dalle fronde dell'albero (ma non si poteva pensare anche alla contestuale
potatura?) ed inoltre posto in ritardo. Qual'è la beffa? Questa
mattina le altre auto erano ancora lì con le multe e la pulizia
della strada non è stata effettuta!!!
Adesso mi rivolgo al signor Sindaco:
Signor Sindaco,
è la terza volta nel giro di un anno che scrivo sui parcheggi
in questa zona della città. Una prima volta il proprietario
della biglietteria "inprimafila" si era impossessato del
parcheggio dei disabili addirittura apponendo una propria targa e
lo segnalai; la seconda volta parcheggiai su un "presunto passo
carrabile" che vide l'intervento di vigili urbani in divisa con
auto propria e due pattuglie della questura "a difesa delle ragioni"
del signorotto "non sai chi sono io" di turno finita per
fortuna bene per me; ora subisco una multa ingiusta con annessa beffa.
Adesso vorrei essere moralmente risarcito (io come tutta la città)
del disservizio che l'amministrazione comunale produce: pagamento
di straordinario ai vigili urbani ed ai dipendenti dell'Amaco, mancato
incasso della multa e pagamento spese derivanti dalla contestazione
al giudice di pace delle multe, mancato spazzamento della strada ed
"iperattivazione" degli uffici competenti per non fare nulla.
Ho controllato perfino se la comunicazione era uscita sui giornali
(come alcune volte accade), nemmeno l'ombra sul "sito internet"
del comune. Eppure sono convinto che l'amministrazione spenda tanti
soldi per la comunicazione istituzionale...
Forse riuscirò prima a trovare un'altra abitazione fuori dalle
mura di questa triste città che a vedere la "rivoluzione...
dei parcheggi" che mesi fa Lei pronunciò.
Tristi saluti.
Francesco Noto (un normale cittadino)
C’è turismo e turismo
Sono appena tornato dalle vacanze in Toscana e mi è capitato
di leggere la risposta data dal comune di Cariati alla lettera delle
famiglie Rinaldi-Murano. Sono rimasto allibito da tanta arroganza,
non riuscivo a credere che quella fosse stata la risposta ufficiale
di un amministrazione. Scrivo così perchè nella stessa
situazione mi sono ritrovato qualche giorno fa a San Vincenzo (LI).
Io e mia moglie imbocchiamo, per sbaglio ovviamente, il lungomare
da una strada che i vigili avevano dimenticato di transennare. Dopo
poco ci ritroviamo sull'isola pedonale sotto lo sguardo atterrito
dei passanti. Fermo la macchina e vado verso un vigile. Chiedo scusa
per l'infrazione commessa e chiedo come poter uscire dallo sciame
umano. Il vigile, cortesemente, mi apre un varco fino ad una traversa
poco distante (circa 50m) e mi consente di lasciare la macchina lì
finchè il lungomare cessa la sua isola pedonale. Quindi sono
rimasto dalle 20 alle 24 in giro per questo paesino, dove volentieri
ho speso circa 100€ fra cena e souvenirs. Ora inutile sottolineare
che il turismo che ha San Vincenzo, Cariati se lo sogna, ma proprio
perchè sono città che di turismo vivono, dovrebbero
sapere che il turista, che abbia torto o ragione, paga lo stipendio
del vigile e dell'assessore e non il contrario. Chi fa turismo serio
da decennia sa come trattare i turisti, chi invece imporvvisa non
fa altro che aumentare il divario fra la correttezza e la concretezza
del nord a scapito dell'inefficenza e dell'arroganza del sud. San
Vincenzo è bamdiera blu esattamente come Cirò Marina,
ma che differenza nei servizi e nell'ospitalità (e nei prezzi!!!).
In Calabria molti dovrebbero capire che il Medioevo è finito
da un pezzo, ma ne politici ne dirigenze varie di settore arrivano
a comprenderlo. Concludo esprimendo, ancora, la mia solidarietà
alle due famiglie invitandoli a spendere i propri soldi in posti in
cui il turista è considerato UN SIGNORE e non UN POLLO.
Faretti mal piazzati in piazza San
Pio ad Andreotta
E dire che il Signor Sindaco è persona attenta a ciò
che accade nel territorio comunale (così dicono molti, così
propaganda Lui in tv e sui giornali)!!! Questa volta però,
forse distratto dal matrimonio, attento non è stato. E' un
mese e più che ai Signori Vigili Urbani e al Sindaco è
stata segnalata una situazione di PERICOLO per la cittadinanza ed
in particolare per i bambini. Sto parlando di quanto è ancora
purtroppo presente nella piazza S.Pio di Andreotta di Castrolibero
(frequentata in massima parte da ragazzini): più di un mese
fa (e doveva essere per una serata, così hanno riferito i Vigili
Urbani) sono stati montati dei faretti supplementari per illuminare
la piazzetta e la struttura commerciale che lì si trova. Cavi
senza protezione alla portata di tutti, pali di sostegno che sono
legati con del filo di ferro alla recinzione di un condominio (e quindi
privata), assenza di messa a terra: questo lo scenario! E se qualcuno
tira via il cavo? E se il palo o la recinzione dove è fissato
va sotto tensione? Per una volta, almeno per una volta, vogliamo agire
in maniera preventiva e non a tragedia avvenuta? Il pericolo è
reale e nulla si fa: il consiglio dei Vigili Urbani è stato
di fare una denuncia ai Carabinieri (che tra l'altro dovrebbero essersi
accorti della cosa, visto che la Caserma è a due passi e che
comunque quella strada la percorrono tutti i giorni, più volte
al giorno). Sindaco, faccia qualcosa, anzi faccia il suo dovere facendo
fare il proprio dovere ai Signori Vigili: che intervengano SUBITO
per sanare la situazione.
cittadino deluso
La politica non interessa ai giovani
Caro direttore, sono Roberto Aiello un giovane calabrese di 25 anni,
vivo in una paese bellissimo Montalto Uffugo in provincia di Cosenza.
Il motivo di questa lettera e nato spontaneamente, perché spesso
mi trovo a parlare con miei coetanei è chiedere a loro cosa
ne pensano delle politica? Caro direttore non stupitevi e la risposta
di circa il 95% dei giovani di oggi “Non mi interessa”
o “Non ci capisco niente” o “ e sporca”. La
realtà è purtroppo questa: i giovani si sentono sempre
meno coinvolti o forse non vogliono essere coinvolti. La situazione
è indubbiamente preoccupante, visto che la nuova generazione
dovrà essere in parte la nuova classe dirigente di questo paese.
I giovani come noi rappresentano il futuro del nostro paese. Ma che
prospettive offre loro la politica attuale? Quali valori e principi
è in grado di trasmettere?
Noi, a differenza delle generazioni passate, abbiamo l’opportunità
di decidere il nostro destino attraverso una scelta libera. Una scelta
che, qualunque essa sia, non comporta una rinuncia ai propri valori
o alla propria identità. Possediamo diritti civili e politici,
diritti di cui però non siamo pienamente consapevoli.
Questo per un motivo semplicissimo: non sappiamo che cosa significhi
veramente possederli, perché non ci rendiamo conto che molte
persone hanno sacrificato la propria vita affinché oggi noi
potessimo manifestare liberamente le nostre scelte e idee. L’ingresso
dei giovani nella società quindi non è accompagnato
da una vera “coscienza” politica. Anzi, addirittura non
si riconosce il proprio ruolo all’interno della “macchina”
di cui noi stessi siamo i legittimi proprietari. La politica si presenta
come un universo a sé e spesso lontano dal mondo giovanile.
Innanzitutto perché è incapace di trasmettere l’importanza
della possibilità di votare. I giovani si sentono spesso quasi
più “realizzati” a fare le proprie nomination,
per escludere l’uno o l’altro concorrente dei reality
show. Sconcertante o no è questo il paradosso che stiamo vivendo.
Ma fino al momento in cui non si sentiranno parte attiva e protagonisti
a tutti gli effetti della vita politica, la situazione non cambierà
molto. Il loro è un disinteresse che deriva dalla delusione
per una politica poco attenta alle aspettative e alle esigenze dei
giovani, al punto che quasi arrivano a chiedersi: <Ma questo Stato
e davvero al nostro servizio?> Penso che sia necessario attuare
un cambio di rotta non indifferente. A partire da un nuovo modo di
proporre la politica stessa. Risulta indispensabile proporre un rinnovamento
non solo dei valori, ma anche generazionale. Ad esempio, traducendo
la passione politica e sociale in una partecipazione effettiva già
a livello di amministrazioni locali, dando un importante slancio a
nuovi ideali e a progetti concreti. Nel periodo che precede le elezioni
veniamo bombardati senza pietà dai buoni propositi espressi
nei programmi dei partiti, negli scontri televisivi tra Destra e Sinistra,
nei manifesti propagandistici affissi un po’ ovunque. Obiettivi
e promesse tra i più disperati, che poi stentiamo a vederli,
in secondo luogo, creano confusione. Così, anche il solo fatto
di farsi una propria opinione, diventa una vera e propria impresa
per qualsiasi giovane. Il rapporto tra giovani e politica è
quindi un rapporto incrinato da tempo, che va rivisto e anche in fretta
. I politici hanno il dovere di rientrare in contatto con noi giovani,
misurandosi in un confronto “alla pari”, perché
non si tratta più di investire per noi, bensì con noi.
Roberto Aiello – Montalto Uffugo
Strisce blu per tutti, multe per
molti, favoritismi per pochi
Sono un cittadino di Cosenza, ed abito in Via Zupi nella zona di
piazza Loreto da sempre. Ho la mia auto e per evitare ogni problema
da 3 anni sono un cliente del parcheggio automatico in Via A. Moro
oggi gestito dall'Amaco di Cosenza. Un pomeriggio di quest'ultima
primavera, pioveva, ho lasciato per circa due ore ( dalle 18,00 alle
20,00)la mia macchina sulle strisce blu sotto casa senza disporre
il tagliando di pagamento, avendo dimenticato il ticket per l'ingresso
automatizzato del parcheggio in ufficio. La Mattina sono andato a
prendere la macchina è ho trovato la multa. Meravigliato, perplesso
e deluso ( è stata la prima volta che ho visto una macchina
multata sotto casa mia ) ho preso è pagato la multa. Adesso
vorrei sapere... alcune cose. Via Zanotti Bianco ci sonon una motofficina,
una autofficina ed un supermercato. Allora la motofficina non ha neanche
il passo carrabile e quotidianamente stazionano sulle strisce blue
dalle 30 alle 40 motocltte. Tutti i Giorni per 6 giorni la settimana.
Il titolare paga per 30-40 parcheggi? Perche i zelanti dipendenti
amaco non intervengono? L'autofficina vicina alla motofficina a dire
il vero ha il passo carrabile , ma le macchine vengo addirittura messi
sui trppiedi sulle strisce blu dove stazionano per diversi igorni
prima dell ariparazione. Il supermercato difronte ale attività,
occupa i pochi spazi di parcheggio libero con scatole ed altro. Poi
possiamo andare a Via giacomasntonio con elettrauto, carrozzeria etc
etc . Stessa medesima cosa di via Zanotti Bianco. Sarei grato se qualcuno
dell'Amaco a qualsiasi titolo potesse rispondermi, grazie
Lettera firmata
Il lungomare di Cariati è
accogliente, visitato e preferito da cittadini e turisti
In merito alla Lettera Aperta delle Famiglie RINALDI – MAURANO,
pubblicata sulla Vs testata, si trasmette DIRITTO DI REPLICA. La dilazione
con la quale facciamo seguito alla Vostra lettera di lamentele e di
censure non tutte condividibili, dilazione determinata anche da una
opportuna fase di verifica interna delle circostanze denunciate, non
muta di certo il tenore della nostra risposta, né le scuse
che, come Amministrazione Comunale, riteniamo doveroso trasmetterVi
per i disagi subiti o quanto meno avvertiti come tali. Tuttavia, riteniamo
altrettanto doveroso e legittimo, per parte nostra, fornire alcune
precisazioni, anche in considerazione della eco, a nostro avviso forzata,
attribuita ad una riflessione soggettiva che –lo ribadiamo-
non possiamo condividere in ogni sua parte, né soprattutto
nell’invito, piuttosto di cattivo gusto, a non visitare la nostra
cittadina, il nostro Centro Storico ed il nostro invidiabile Lungomare.
Simili forme di “sciacallaggio mediatico” ci paiono strumentali
e rispondenti ad altre logiche, non a quelle della collaborazione
tra cittadini ed enti pubblici territoriali. La Famiglie RINALDI e
MAURANO ci consentano, pertanto, di chiarire quanto segue:
1) l’unico obbiettivo perseguito, nella previsione e nella regolamentazione
di aree a zona pedonale nella nostra cittadina, è quello di
rendere maggiormente fruibile alcune parti della Marina o del Centro
Storico, naturalmente vocate all’assenza di veicoli e di traffico
e, quindi, alle passeggiate a piedi; il Lungomare, non da oggi a dire
il vero, è una di quelle aree che, ovviamente d’Estate,
vengono elette a zona pedonale, riservata ai turisti ed agli stessi
cittadini; esattamente come avviene, a Cosenza, ad esempio, per una
parte di Corso Mazzini;
2) la repressione, detto diversamente il rispetto della legge attraverso
la normale punizione dei trasgressori, non è certamente prerogativa
o attitudine maliziosa del Comune di Cariati o, in specie, degli organi
di polizia municipale cittadina; né a Cariati vigono particolari
esenzioni per determinate ed improbabili categorie di cittadini o
di visitatori; del resto, sia utile informare, che nella stessa giornata
in cui alle Famiglie RINALDI e MAURANO venivano contestate delle violazioni
al Codice della Strada, analoghe trasgressioni (stessa ora, stessa
violazione, stesso posto) venivano perseguite dalla PM rispetto a
cittadini residenti; semplicemente perché la legge è
uguale per tutti, anche a Cariati;
3) sia il rispetto del Codice della Strada, sia le dimensioni e la
visibilità della segnaletica stradale non variano in funzione
dei chilometri di distanza dal Capoluogo di Provincia; gli articoli
di quel Codice, l’altezza o la grandezza dei divieti di circolazione,
sono identici sul Lungomare di Cariati così come all’imbocco
di Corso Mazzini a Cosenza, ragion per cui non vediamo per quale fantasiosa
e capziosa motivazione il Comune di Cariati dovrebbe prevedere eccezioni
in tal senso; l’attenzione richiesta all’automobilista
è sempre la stessa, ovunque, soprattutto –come nel caso
in questione- quando su aree pedonali, oltre a circolare, vi si sosta;
4) infine, attenzione a non voler strumentalmente confondere, la genuina
tipicità autoctona, a volte anche onomatopeica e forse d’altri
tempi, con forme di inciviltà o anche di accelerato abbandono
delle proprie radici, cui spesso si assiste nelle grandi Città;
Cariati resta un borgo marinaro, attaccato al mare, popolato (soprattutto
sul Lungomare) di famiglie di pescatori da diverse generazioni, il
cui approccio con lo jonio antistante le loro abitazioni non può
certamente essere misurato, asetticamente, con le sole lenti del turista
balneare “mordi e fuggi”; la particolarità, le
peculiarità di atteggiamenti ed abitudini, pacifiche e spontanee,
ancora vive ai bordi del Lungomare di Cariati, per quel che ci riguarda
rappresentano una preziosa finestra sul passato, della quale non scandalizzarsi
troppo, salvo altrimenti dover rinnegare parte delle proprie radici,
della propria storia e di quella identità propria che –in
definitiva- è il vero motore del marketing territoriale. Così
come il nostro Centro Storico, anche il Lungomare è fruibile
e ricercato dai turisti, calabresi e non, proprio perché accessi,
soste e circolazione sono regolamentati in funzione di una migliore
accoglienza dell’ospite. Nel ribadire le nostre scuse per eventuali
atteggiamenti e toni non consoni, sui quali siamo già intervenuti
in fase di verifica, nel ringraziare i Sigg. turisti per l’attenzione
che hanno comunque riservato al nostro ente, ribadiamo alle Famiglie
RINALDI – MAURANO ed tutti l’invito a voler visitare la
nostra cittadina, il nostro borgo medioevale e quello marinaro, le
nostre spiagge ed i nostri lidi, con la massima serenità e
certi di essere accolti con garbo e professionalità, dai nostri
operatori pubblici e da quelli commerciali e turistici.
Ufficio Stampa
Amministrazione Comunale di Cariati
Sul lungomare di Cariati vietato
il traffico…di turisti
Una tranquilla serata d’estate imbocchiamo il lungomare di
Cariati, in Provincia di Cosenza, con la nostra Multipla: due famigliole
in vacanza, alla ricerca di una pizzeria.
Il bel lungomare di Cariati appare in realtà stranamente privo
di traffico automobilistico, piuttosto buio e con solo qualche sparuto
chiosco-bar, senza negozi e con pochi pedoni, non affollato di gente
come forse meriterebbe.
Vediamo un Vigile Urbano e ci avviciniamo per avere l’informazione:
“Scusi, dove possiamo trovare una pizzeria?”. “Spenga
il motore e favorisca i documenti”.
Ci rivela che il lungomare è interdetto al traffico automobilistico
da un segnale, piccolo e poco visibile, come poi verificheremo, posto
all’imbocco del viale.
Cerchiamo di spiegargli che non siamo del posto e che non intendevamo
commettere un’infrazione, ma che cercavamo solo una pizzeria;
il Vigile è però irremovibile: multa e verbale.
Dal gruppo di persone che si è raccolto nei pressi della nostra
autovettura si stacca una donnetta tracagnotta che si avvicina alla
nostra auto e rivolta a noi grida: “Ma lu vuliti capiri che
‘ccà nun ci duviti vinire!”.
Intuiamo che dà voce al pensiero del popolo lì raccolto;
detto ciò, la tracagnotta si avvicina alla porta di un appartamento
posto al piano strada, prende una bottiglia d’acqua al suo interno
e comincia una laboriosa e minuziosa operazione di pediluvio e pulizia
interdigitale proprio lì, sul marciapiede del lungomare.
Il Vigile nel frattempo ha completato il verbale, nonostante le nostre
proteste e quindi ce ne andiamo altrove, mortificati ed avviliti,
con l’impressione di essere sgraditi ospiti.
Le vacanze le abbiamo trascorse a Pietrapaola, al Villaggio “Il
Carlino”, a pochi chilometri di distanza da Cariati; stesso
splendido mare, ma che differenza, che garbo, che umanità e
disponibilità, anche nel comprendere le eventuali gaffes che
può commettere chi è fuori casa propria. A Cariati non
ci fermeremo più nemmeno a fare benzina.
“Calabria: gli ultimi saranno i primi”, recita la pubblicità
dell’Assessorato al Turismo per l’anno in corso; ma siamo
sicuri che chi istituzionalmente rappresenta la nostra Regione, anche
nei più piccoli Comuni, abbia i presupposti culturali adeguati
per fornire una buona accoglienza al turista?
Oppure chi è in vacanza in Calabria è considerato ancora
come il “pollo” da spennare al meglio, senza nemmeno pensare
di creare i presupposti per un suo eventuale ritorno?
Le Amministrazioni Comunali devono autofinanziarsi, dappertutto questo
crea problemi, ma pretendere di farlo con il turista rappresenta una
buona strategia per l’economia regionale?
Inviamo questa lettera per protestare per l’accaduto e perché
sia spunto di riflessione per chi dà le direttive al personale
che impatta con il turista; la inviamo anche via internet ad alcuni
siti, perché un maggior numero di persone sappia che il lungomare
di Cariati e interdetto alla circolazione e che “…’ccà
nun ci duviti viniri…”.
Famiglie Rinaldi e Maurano
De Magistris for president.....
Gentile Direttore,
quando si scoperchia la "pentola" (del cui contenuto siamo,
ahimè, tutti a conoscenza) delle malefatte dei politici che
ci governano, il cattivo odore, il lezzo insopportabile, ci richiama
alle nostre responsabilità di cittadini elettori. Mi riferisco
alla gestione disinvolta, interessata, rapace, banditesca dei fondi
UE. Certo, sino a quando non saranno dichiarati colpevoli nei tre
gradi di giudizio, sono tutti innocenti e però c'è da
fare una considerazione che ha a che fare con l'etica, parola che
non rientra nel vocabolario dei politici/amministratori di cui sopra!
La facciatosta non ha limite: essi manifestano indignazione e "stupore",
tramite comunicati stampa, si apmplifica a loro favore lo spazio concesso
ai proclami d'innocenza nei tg pubblici e privati. L'etica avrebbe
imposto una solo comportamento:
DIMISSIONI!
Invece, solo lì a piagnucolare di persecuzioni. Ho da fare
un ultimo e lapidario commento: VERGOGNA!
Lancio inoltre uno slogan, insieme all'idea che i Calabresi facciano
come i Lucani, i quali hanno promosso una sottoscrizione per testimoniare
solidarietà (contro gli attacchi degli indagati più
o meno eccellenti) e stima a favore del magistrato che si occupa dell'altro
verminaio che i media hanno battezzato come "Vallettopoli".
Sarebbe cosa buona e giusta, se noi tutti noi cittadini/non sudditi
promuovessimo, come a Potenza, una raccolta di firme ed un movimento
d'opinione, perchè siamo STUFI di marciume, corruzione, "pastette"
e di tutti i politicanti di mestiere che si sono riciclati, dopo la
bufera di "mani pulite", ripresentandosi quali presidenti
di enti vari....facendo da "cattivi maestri" ed esempi di
camaleontismo/trasformismo ai "giovani" (si fa per dire)
politicanti di ultima generazione....che hanno superato davvero i
maestri! Il messaggio di quei "vecchi" era proprio questo:
facciamo tutto, secondo i nostri interessi, tanto poi, passata la
tempesta....si odranno uccelli far festa! Nel senso che ci ricicleremo
facilmente, la memoria della "gente" è corta: un
piccolo favore qua, un posticino là, una parole passata a chi
di dovere ed il gioco di prestigio è fatto! VOILA!
LC
Che fine ha fatto piazza Molino?
Gli abitanti di via dei Mille, via P. Giglio, via f. Miceli Picardi
e tutto il qurtiere ex torrealta, erano contentissimi nel sapere che
finalmente al posto di quel orribile e insordante "molino bruno"
finalmente nascevano nuovi palazzi , ma soprattutto come si poteva
vedere benissimo nella foto digitale del cartellone esposto all'ingresso
dei cantieri e ora ancora affisso alla facciata principale del nuovo
palazzo, quella bellissima "piazza molino" dove giocano
a palla i bambini e le signore passegiano serenamente.
Oggi i lavori sono quasi ultimati ed incredibilmente non si riesce
ad intravedere alcuna piazza !......
forse l'avranno dimenticata ?......
Peccato pero' sarebbe stata troppo bella !........ma forse per alcuni
un po' ingombrante....
un cittadino illuso
Ma quale squadra unica!!!
Porca miseria! Cosenza ha perso la Cassa di Risparmio che era l'unica
grande azienda calabrese che fra il personale dipendente e l'indotto
dava da mangiare a mezza Calabria. Ha perso lo scalo merci di Vaglio
Lise altri posti di lavoroper padri di famiglia. I giovani laureati
di valore devo emigrare al nord o all'estero per potersi realizzare.
A nessuno frega niente di tutto questo.
Diamo solo importanza al calcio che dovrebbe essere l'unica cosa che
non ha importanza. Ma vi rendete conto che a Cosenza si intitolano
piazze a gente che ha fatto il tifoso del Cosenza?
Questa è una cosa grave perchè la toponomastica dovrebbe
essere intitolata a persone da portare d'esempio non a capi tifosi,
Cerchiamo di essere seri ed a realizzare qualcosa che serva per l'avvenire
dei giovani cosentini
S. C.
Una lettera trovata in una bottiglia
Mi chiamo Alessandro e sono uno studente e quando sono nella mia
città ne approffitto per andare a pesca.L'altra sera ho trovato
una bottiglia contenente un messaggio e ho deciso di inviarvelo,poi
valutate voi se pubblicarlo oppure no.La lettera dice questo:
Per un ragazzo di San Demetrio (CS). Sono in qui in riva al mare ha
scriverti un messaggio che non leggerai mai.Non puoi capire quanta
tristezza c'è in me.Nostalgia di te,di quei pochi momenti indimenticabili.Ogni
volta che ti penso i miei occhi diventano lucidi,piango per te e tu
non lo sai.Rincontrarti dopo di 14 anni è stato come rivedere
un fulmine a ciel sereno che ha colpito la mia vita,cosi' il mio sogno
è diventato realtà ed io non avrei mai valuto svegliarmi
da quel sogno bellissimo.Mi hai fatto vivere nel bel mezzo di una
favola,che purtroppo ha avuto un finale per me troppo sofferente.Viaggiamo
su 2 strade completamente diverse.La lontananza e la mia difficile
situazione ci ha divisi per sempre.Mi manchi tantissimo,per me sei
indimenticabile.Hai capito che ti volevo un mondo di bene, e forse
per paura ti sei allontanato.Ma non saprai mai che io ti ho amato
alla follia e ti amerò per sempre.Per sempre resterai nel mio
cuore e nei miei pensieri.Io non riesco a dimenticarti,dentro di me
c'è un vuoto incolmabile che tu hai lasciato.Addio amore mio
ti amo tantissimo.Orny.
Affinchè Rende non erediti
i problemi di Cosenza
Egregio Direttore,
siamo un gruppo di cittadini rendesi da circa 15 anni,quasi tutti
provenienti da Cosenza e quasi tutti residenti in Via Sironi. Negli
ultimi due anni nella nostra via e un'altra arteria principale vicino
alla nostra residenza (VIA ROSSINI) abbiamo iniziato a notare una
serie di infrazioni sul codice civico e stradale di entita' notevole
e con frequenza crescente. In particolare in Via Sironi abbiamo la
seguente situazione:
a) suolo pubblico occupato arbitrariamente da Concessionarie automobilistiche
o da auto o da furgoni rottamanti ed ormai abbandonati senza alcun
criterio a scapito ovviamente del parcheggio per i residenti e per
le persone che si recano a trovare i residenti.
b)la presenza di un esercizio commerciale di attivita' di animazione
e feste per bimbi ed adolescenti (solitamente nelle ore che vanno
dalle 18.00 alle 23.00)crea a noi residenti, quotidiani disagi sia
nell'accesso ai nostri parcheggi condominiali vista il "parcheggio
selvaggio" che viene effettuato
dai genitori che accompagnano i figli alle feste e sia sul rumore
(spari di fuochi artificiali, urla a tarda sera, clacson a ripetizione
per i mini ingorghi che si creano).
In via Rossini invece grazie all'aumentare degli esercizi commerciali
e grazie alla scriteriata costruzione di parcheggi "troppo corti"
il fenomeno di sosta selvaggia in doppia e tripla fila specialmente
nelle ore pomeridiane e' oramai diventata una prassi. Ora visto che
tale problema e' stato sollevato in maniera bonaria dai nostri amministratori
di condominio per le vie brevi ed in forma bonaria alle autorita'
competenti ma senza il minimo riscontro, e visto che i problemi suddetti
vengono vissuti quotidianamente e con un disagio crescente da chi
vive nella splendida Rende, vogliamo suggerire bonariamente una semplice
soluzione: una ispezione della polizia municipale nelle zone segnalate,
al fine di evitare che Rende erediti i vecchi problemi di Cosenza.
Con stima
I condomini di Via Sironi
Speriamo venga la squadra unica
Sarà vera gloria? Avranno finalmente, i nostri imprenditori
locali, la convinzione per uscire dai vecchi e sciocchi egoismi che
tanto male anno fatto al Cosenza. Intanto, bisogna rassegnarsi al
fatto che l'esperienza quadriennale del nuovo Cosenza Calcio, nato
dalle ceneri del titolo sportivo del Castrovillari (a quanto pare
mai saldato), è stata fallimentare. Un presidente al mese o
giù di lì e un manipolo di giocatori, che non esito
a definire eroici, che centrano i play off due anni di seguito non
ostante le condizioni disastrose. Meglio chiudere, per carità.
Per quanto riguarda i simpatici tifosi rendesi, non posso che capire
la loro amarezza nel vedere scomparire il loro glorioso vessillo,
ma si sà, "senza sordi un si cantanu missi". Se il
progetto di squadra unica vedrà la luce - e lo spero vivamente
- sarà sempre merito della gloriosa società del Rende,
che resterà l'ennesimo fiore all'occhiello della fiorente cittadina
post campagnano. Per i tifosi del Cosenza, la morte del 1914 è
e rimane la più triste esperienza della nostra vita sportiva,
dopo tanti anni di serie B. Ci auguriamo, come tifosi e come cittadini
non più solo di Cosenza, ma della Grande Area Urbana che si
spinge fino a Montalto, di poter veder, finalmente, un società
seria che ci rappresenti con dignità così come ha fatto,
per anni, il nostro Glorioso Cosenza 1914. Chiamatela come volete,
Cosenza Calcio, Grande Cosenza, o giù di lì, ma vi prego,
finiamola, una volta per tutte con le pagliacciate, e ricominciamo
con orgoglio e dignità. Un ringraziamento, con l'occasione,
voglio fare al Direttore di questo giornale on line, che è
ormai un appuntamento quotidiano per tanti lettori della nostra amata
Provincia.
Giovanni Caputo
Finalmente qualcosa di buono
Egregio direttore, venerdì 1 giugno in via Roma ho visto qualcosa
di veramente positivo, un bel gruppo di agenti di polizia, vigili
urbani, polizia provinciale!?! ed altri corpi che si davano da fare
per cercare di far rispettare le regole agli indisciplinati multando
chi aveva parcheggiato sulle strisce pedonali, nelle corsie preferenziali
degli autobus, gli ambulanti parcheggiati con comion in divieto di
sosta, e facendoli spostare. Plaudo all'iniziativa perchè solo
se si è inflessibili con gli indisciplinati e i prepotenti
si difendono i diritti di chi al contrario è rispettoso delle
regole. Mi auguro che l'iniziativa sia protratta tutti i giorni nelle
varie aree cittadine, non si deve multare solo chi ha superato di
5 minuti la sosta pagata. Vorrei inoltre sollecitare il signor sindaco
e i commercianti di far tenere più pulita la zona di Corso
Mazzini, troppa spazzatura e rifiuti lasciati esposti indecendemente
ed ancora di limitare il transito veicolare della zona pedonale specialmente
nelle ore di maggiore affollamento dai vari mezzi che la infestano
inquinando l'aria di chi passeggia come vigili urbani, carabinieri,
polizia, guardie giurate. Che senso ha che la vettura di una polizia
privata che deve effettuare la guardia allo sportello della Banca
Popolare di Crotone in piazza Kennedy per accompagnare la guardia
di servizio attraversi tutto Corso Mazzini da Piazza dei Bruzi fino
a Piazza Kennedy? mentre da Via XXIV Maggio potrebbe accompagnare
il collega all'incrocio fra via Molinella e Corso Mazzini all'inzio
della salita di Pagliaro? Il centro di Cosenza è un fazzoletto
e si può benissimo percorrere a piedi. Corso mazzini è
il salotto di Cosenza e non è bello che questi signori lo attraversino
in orari di punta del passeggio. In ultimo proporrei se mi è
permesso di cambiare la toponomastica di Piazza 11 Settembre e ritornare
a Piazza Duca d'Aosta oppure cambiarla con Piazza martiri dell' 11
Settembre, l' 11 Settembre è stato il trionfo di Bin Laden
e questo nome mi da un senso di plauso al terrorismo. Grazie a tutti
coloro che s'impegnano per una Cosenza migliore e più vivibile
e non pensiamo solo al calcio ma a cose che migliorino la qualità
della vita e la dignità dei cosentini
G.S. – Cosenza
Attenti alle strisce bianche!!!
Finalmente anch'io ho contribuito a rimpinguare le casse comunali,
messe a dura prova da spese per concerti, feste, consulenze ed aumenti
delle indennità per i consiglieri. Sono fresco fresco di multa
(36 Euro) per aver parcheggiato a Via Monte San Michele nelle strisce
BIANCHE, dal momento che, qualche metro prima, ben nascosto dalle
fronde di un albero c'era un cartello con l'indicazione della sosta
a pagamento. Purtroppo la segnaletica verticale prevale su quella
orizzontale e non ho alcun elemento per contestare questa sanzione.
Auguri a chi beneficerà di questo mio obolo, sperando che lo
spenda (non a medicine...) per verniciare di blu quelle ingannevoli
strisce.
Matteo - Cosenza
Pagliuso riprenda in mano le redini
del calcio
Egregio Direttore,
dopo diversi mesi vengo ancora a Lei e questa volta l'argomento è
il Cosenza Calcio. Mi ha spinto a scrivere la presente l'articolo
di oggi su NuovaCosenza.com,in merito all'incontro convocato dal Sindaco
per le sorti dell'AS Cosenza,al quale il Signor Nucaro non si è
presentato. Io direi che questo signore manca assolutamente di serietà.
Ricordiamoci gli altisonanti proclami che fece allorquando acquisì
la Società e poi......lo sfacelo. Se la squadra è giunta
alla fine del torneo,il merito certamente non è del signor
Nucaro,ma di tutti i giocatori e dell'allenatore che hanno dimostrato
molta professionalità. Quindi sarebbe ora di finirla e cominciare
seriamente a programmare il futuro. Secondo me l'unica soluzione possibile
sarebbe il ritorno di Paolo Fabiano Pagliuso con la riacquisizione
del titolo del Cosenza calcio 1914 acquistandolo da Marulla e soci.
Almeno mi pare che tempo addietro così lessi sulla stampa.
Per finire un appello proprio al signor Pagliuso se dovesse leggere
la presente: "Signor Pagliuso,ritorni con passione alla guida
del calcio cosentino,col vecchio Cosenza Calcio 1914 ed assorbendo
nello stesso l'attuale AS Cosenza."
Brixen-Ancona
Perché gli uffici del Comune
non aprono sabato e domenica?
A proposito dell'apertura domenicale dei negozi anche su corso Umberto,
piazza Riforma e via Rivocati La facoltà di apertura domenicale
e festiva dei negozi del centro storico, già prevista per l’area
ricadente al di là dei fiumi Crati e Busento, viene estesa
agli esercizi di corso Umberto, piazza Riforma e via Rivocati. Lo
prevede un’ordinanza sindacale che recepisce una richiesta in
tal senso avanzata da Confesercenti, e che, nella riunione del 3 maggio
scorso, ha avuto i pareri positivi delle altre organizzazioni presenti
nell’Osservatorio sul commercio Gli esercenti interessati avranno
l’ obbligo di comunicare al Servizio delle Attività economiche
e produttive del Comune il piano delle aperture. Il provvedimento,
che diventerà operativo da domenica 13 maggio, è stato
varato dall’Amministrazione comunale in via sperimentale fino
al 31 agosto prossimo. Evviva la sperimentazione prevista dall'ordinanza
sindacale !
Ma anche noi abbiamo una idea da proporre e lo facciamo sperando che
venga recepita !
In qualità di segretario cittadino della Fiamma tricolore mi
faccio portavoce di una richiesta pervenutami da numerosi cosentini
i quali vorrebbero che il Palazzo di Città ossia il Municipio
di Cosenza rimanesse aperto nei giorni di sabato e domenica per dare
la possibilità ,a coloro che negli altri giorni sono impegnati
in altre sedi , di potere interloquire con il Sindaco o potere richiedere
eventuali certificati e perchè no , potere parlare con gli
assessori e tecnici comunali .
Considerato, inoltre che il MUNICIPIO sorge nell'area compresa tra
via Rivocati, Corso Umberto e piazza Riforma riteniamo che dalla sua
apertura ne trarrebbero beneficio i cosentini ma soprattutto i commercianti
che in via sperimentale resteranno aperti nei mesi estivi !
Marcello Morrone
Che fine ha fatto piazza Molino?
Eravamo felicissmi noi abitanti di via dei mille a Cosenza, di sapere
che finalmente al posto di quel fastidioso mausoleo del "molino
Bruno" sarebbero stati costruiti una serie di palazzi ma soprattutto
una splendida piazza denominata appunto "piazza molino"
dove come si puo' notare ancora nel manifesto affisso ai cantieri,
i bambini giocano felici e le loro mamme passeggiano serene ma ainoi!!!!!!!
Che fine ha fatto la piazza ??????
Visto che come si puo' notare al suo posto sta nascendo tutt'altro?......
ci chiediamo forse quella piazza era troppo bella per essere vera!!!!!!!
O sarebbe stata troppo ingombrante...... ma forse c'e la siamo semplicemente
sognata!!!!!!
Lettera Firmata
Basilica San Francesco, nessuno
scoop ma solo leggende
Egr. Sig. Direttore
In riferimento all’articolo a mia firma pubblicato il 1 maggio
scorso su “La Provincia cosentina” spero voglia concedermi
lo spazio per spiegare ai lettori le motivazioni e le intenzioni che
mi hanno spinto a dare notizia di quella che da subito ho chiamato
“leggenda metropolitana”.
Per una credente come me, dalla profonda fede cattolica e dalla profonda
devozione verso il Santo di cui porto il nome, ascoltare da oltre
una settimana parole senza senso che andavano a costruire eventi inverosimili
attribuibili al nostro Taumaturgo è stata la spinta, forte
quanto insopprimibile, a voler tagliare le gambe a voci che in un
crescendo continuo e con versioni diverse andavano mortificando il
senso religioso per ridurlo ad una poltiglia di credenze pagane. La
spinta non è stata quindi quella dello “scoop”,
come è stato erroneamente detto, ma culturale e religiosa.
Le mie intenzioni così come le mie parole sono state travasate.
A chi ha fatto comodo? O meglio chi avrebbe guadagnato dalla costruzione
di questa leggenda che non faceva altro, secondo alcuni studi di antropologia
che appartengono al mio bagaglio culturale, che alimentare altri eventi
per creare infine il “miracolo”? (Non bisogna dimenticare
che nella “Pietra del miracolo” si intravedono le fattezze
del Santo in diverse versioni).
Chi ha guidato l’interpretazione “fasulla” del mio
articolo si è affidato, invece, ad una coscienza critica pressoché
inesistente nella nostra regione, ad una forma di omologazione nella
lettura che non riesce ad andare oltre certi canoni, ad una diffusa
forma di paganesimo religioso e ad un modo di comunicare che rimane
nella superficialità degli eventi. Dall’articolo e da
quello successivo dovrebbero risaltare, per chi ha saputo leggere
nell’ottica giusta entrambi, uno spaccato della nostra società
e una sollecitazione per le nostre istituzioni e i nostri politici
a recuperare il senso vero della politica, quello di dare risposte
concrete ai cittadini e uno spessore etico agli interventi sul territorio.
Mi è stato chiesto perché non ho verificato le fonti.
E dall’articolo sarebbe dovuto emergere con chiarezza, anche
per alcuni spunti ironici, che ritenevo false le voci. Cosa avrei
dovuto verificare? Che i Minimi avevano chiuso la Nuova Basilica perché
credevano nella altrettanto da me ritenuta falsa profezia di Natuzza?
Che Natuzza aveva ricevuto l’avvertimento di una disgrazia ad
opera del nostro Santo? Che il Santo dei miracoli per antonomasia
era diventato il santo delle catastrofi?
Negli effetti provocati dall’articolo “della vergogna”
è emerso comunque un dato molto chiaro di cui la Chiesa locale
e quella diocesana dovrebbe al più presto prendere visione
per correre ai ripari: una forma alquanto diffusa di povertà
religiosa che si fonda non sulla fede ma su ritualità e sentimenti
che rasentano il paganesimo.
Non vorrei abusare oltre della Sua cortesia e senza tentennamenti
mi dico da subito disponibile, come ho sempre fatto da catechista
e volontaria, a qualsiasi iniziativa si voglia prendere a favore del
recupero della fede, quella solida che per credere non ha bisogno
di prove né di profezie.
Francesca Rennis
Degrado a Città 2000
In una nota di ieri, 3 maggio 2007, al Sig. Sindaco di Cosenza, abbiamo
segnalato lo stato di progressivo degrado che si registra nel nostro
quartiere di Città 2000, tanto da spingere un gruppo di cittadini
residenti a costituire, a far tempo dal giorno 1° maggio 2007,
un comitato di quartiere spontaneo. I nuovi insediamenti abitativi
hanno aggravato le difficoltà dei risiedenti, già penalizzati
dall’esecuzione anomala del progetto originario, determinando
ulteriori guasti difficilmente recuperabili. Ad esempio, il comune
ha di recente alienato un’area verde da destinare ad area parcheggi
in favore di un’impresa costruttrice al fine di consentire l’aumento
della volumetria del fabbricato in costruzione. Il tutto senza imbarazzo
alcuno e nel silenzio colpevole dei consiglieri della Circoscrizione.
L’iniziativa, già di per sé negativa, è
stata aggravata dal tentativo dell’impresa di speculare su questo
tentando di vendere i posti auto realizzati, determinando un inevitabile
contenzioso. Conclusione, l’area è stata asfaltata e
non viene utilizzata da nessuno da mesi. Un altro esempio, l’assenza
di marciapiedi ed il parcheggio deregolamentato delle autovetture
rendono troppo spesso impossibile finanche il normale deflusso dei
cittadini dalle residenze private, tanto che è stato necessario
apporre dissuasori di parcheggio nei pressi dei cancelli pedonali.
Il Sig. Sindaco non potrà ancora per molto accampare scuse
di bilancio; l’immobilismo non è determinato da fattori
economico/finanziari, ma da altre cause che potrebbero maggiormente
ricondursi a incapacità, inidoneità, ignoranza, ecc.
Ancora insoddisfatti dei danni finora provocati, i nostri amministratori
si astengono da porre attenzione ai problemi, e stanno per dare attuazione
ad un altro progetto di costruzione di un edificio, eliminando due
campi da tennis.
VERGOGNA!
Il comitato spontaneo di quartiere nel raccogliere le istanze dei
residenti, darà corso ad iniziative autonome di proposta e
di protesta. Tra le prime iniziative:
- la petizione sulla viabilità, già sottoscritta centinaia
di cittadini residenti, con la proposta di istallazione di segnaletica
stradale (sensi unici e divieti di sosta) in punti ben individuati
e la realizzazione di marciapiedi che, quantomeno, dovrebbero limitare
il rischio di danni alle persone;
- la campagna di sensibilizzazione "Città pulita"
per la raccolta delle deiezioni canine con distribuzione di opuscoli
e locandine in tutto il quartiere.
Altre iniziative sono in preparazione per stimolare coloro che istituzionalmente
dovrebbe occuparsi di affrontare e risolvere i problemi della cittadinanza.
Comitato di quartiere Città 2000 – Cosenza
Rende for "capoluogo"!!!!!
Replico al Signor Caputo, ed aggiungo considerazioni alla mia precendente
in cui chiedevo asilo politico a Rende, lanciando la "campagna"
Rende for "capoluogo", come simpaticamente (amaramente,
ma giustamente) ha fatto il cittadino della "Bella Arintha".
Cosenza è balzata agli onori (disonori) della cronaca nazionale
(lungo servizio su "La7" con tanto di interviste ai miei
poveri compagni di pena, i Cosentini): è la prima città
italiana (abbiamo il record in negativo!) tra quelle che sprecano
acqua per perdite dalla rete idrica (colabrodo), per incuria, cattiva
gestione/amministrazione, scarica barile tra enti territoriali. Solo
per queste negatività ci distinguiamo! CHE GIOIA! Ovviamente,
anch'io sto cercando casa a Rende....e siamo in molti: esuli, transfughi,
in fuga! così i Cosentini diventeranno meno di 70.000 mila,
una ben triste realtà, tutti via da Cosenza, verso condizioni
di vivibilità migliori, servizi più efficienti, strade,
illuminazione, pulizia, cortesia, bellezza. Passando dal quartiere
nei pressi di San Carlo Borromeo, vicino ai parchi fluviali, si notano
eleganza, marciapiedi ben pavimentati, negozi, luoghi di ritrovo,
gente che passeggia in sicurezza, piste ciclabili, per lo jogging,
verde attrezzato, impianti sportivi ed è così ininterrottamente
da Roges a Quattromiglia ed oltre e che dire del delizioso gioiello
che è centro storico di Rende? UN bel "sogno" sarà
realizzato a breve (perchè gli amministratori rendesi, illuminatim
accorti, lungimiranti, li realizzano davvero i sogni) nelle zone di
Santa Chiara e Santa Rosa, per le quali sono stati progettati piscine
fruibili da tutti, verde, divertimenti per tutte le età, una
sorta di "mare" a due passi (DUE) dalla città...di
Rende ovviamente!
Lettera firmata
...ed io me ne sono scappato da
Cosenza
Vorrei replicare al signore che chiede asilo politico a Rende, che,
anticipando i suoi pensieri, io, nell'ormai lontano 1999, me ne fuggii
da Cosenza ed emigrai a Rende. Mai emigrato fu più felice.
Vidi nascere e crescere i quartieri di Rogesi e Commenda giorno dopo
giorno negli anni '70 e, quando finalmente riuscii a porre dimore
in essa, ne fui pienamente soddisfatto. Gli ultimi dubbi di trasferimento,
mi furono fugati dalla terribile esperienza di vita nella zona adiacente
il tribunale..... Al signore che chiede asilo confermo: RENDE FOR
CAPOLUOG!!!!!
Cordialmente.
Giovanni Caputo
Chiediamo asilo poltico
Gentile Direttore,
la tragedia di chi viaggia un po' per l'Italia è quella di
dover fare i raffronti su pulizia, servizi, cortesia, viabilità,
CIVILTA', tra la nostra e le città "a misura d'uomo".
Ancora più tragica è la sorte di noi che abitiamo in
Bosco de Nicola: abbiamo di fronte un esempio di città bene
amministrata, ben servita, strade larghe, ordine, pulizia: RENDE,
A CUI CHIEDO ASILO POLITICO! Oppure, promuoviamo una sottoscrizione
per "Rende Capoluogo di Provincia", con la soppressione
d'ufficio di Cosenza Città! Oggi, uscita per un'urgenza alle
9, mentre a Rende vigili cortesi e già in servizio avvisavano
dell'imminenza di una corsa ciclistica, con relative strade chiuse,
suggerendo percorsi alternativi, a Cosenza siamo stati sequestrati
da vigili urbani, arrivati per chiudere le strade SENZA PREAVVISO
alcuno (niente cartelli), dieci minuti prima del passaggio della corsa.
Così abbiamo scoperto che anche a
Cosenza- Bosco de Nicola passano i vigili urbani! Mai visti prima!
Spiego il senso del sequestro di persona: Piazza Caduti di Via D'Amelio
ha un solo accesso....che stamani era chiuso dai solerti ed isterici
vigili urbani; la soluzione era elementare , bastava chiudere la corsia
esterna della strada e cosentire l'accesso da quella interna alla
piazza. Ma non volevano sentire ragione! Alle mie proteste, il primo
ha risposto: "Che i cittadini civili....", dandomi dell'incivile
e allora non ci ho visto proprio più. Con forza chiedo: RENDE
CAPOLUOGO con competenza amminsitrativa su Cosenza; almeno vedremmo
gli alberi potati, le buche/fosse/voragini aggiustate, le strade non
franerebbero,
ci sarebbe ordine, pulizia, vigli solerti, ma cortesi, servizi degni
di una"città europea" (ma non era uno slogan di altri
amministratori illuminati? Questi sono al BUIO TOTALE).
Lettera firmata
Incivili!!!!
Ma ai "cittadini" che usano strade, marciapiedi e parchi
come latrine per i cani non andrebbero elevate multe?! Prendersela
con gli operatori ecologici, quando gli incivili sporcano è
il colmo!
Nel resto d'Italia i padroni dei cani si muniscono di paletta, di
buste di celophane e puliscono dove i loro amici a quattro zampe espletano
i loro bisogni. Ma si sa, noi non siamo in Italia!
LC
Marciapiedi come latrine per i cani
A.A.A. operatori ecologici cercasi nel centro cittadino! Passano
i giorni, le settimane ed i mesi ma, purtroppo, le cose non cambiano
e le nostre strade continuano ad essere sporche, invase da residui
organici senza che nessuno, sottolineiamo nessuno, pensi a rendere
il tutto civile. Già nello scorso mese di dicembre fummo costretti
a denunciare la situazione di degrado di via XXIV Maggio, via Molinella
e via Luigi Maria Greco agli organi di stampa avendo constatato che,
per le vie ufficiali, non si riusciva ad ottenere alcun risultato.
Per un giorno verificammo uno spiegamento di mezzi e di uomini che
rese le strade finalmente vivibili; ci illudemmo che la soluzione
fosse definitiva ed invece, ahinoi, a distanza di alcuni mesi siamo
punto e daccapo!
Caro Sindaco, cari signori della Vallecrati: i cittadini che pagano
tasse salate per la pulizia hanno il diritto di ottenere il servizio!
A questo punto siamo disposti a tutto, anche a restituire le tessere
elettorali e, ultima soluzione, ad avviare una protesta fiscale verificando
la possibilità di un contenzioso legale visto che non usufruiamo
di un servizio che paghiamo!
Chiedere una pulizia quotidiana, un controllo costante affinché
quei tanti signori che portano i loro animali domestici a spasso per
le vie, rispettino la legge in termini di pulizia ed una potatura
di alberi e verde è tanto in questa città? Noi pensiamo
di no! Agli amministratori locali una risposta concreta e veloce.
Fatti e non parole, grazie!
I cittadini di via Luigi Maria Greco, via Molinella e via XXIV Maggio
Sala Internet del Comune di Cosenza
Riprendo questo articolo apparso sulla vostra testata qualche mese
addietro visto che nulla sembra ancora cambiato.
Sala Internet chiusa da oltre un anno: rimpalli
19/01 L'Assessore alle Innovazioni tecnologiche Matilde Ferraro -
è scritto in una nota del Comune di Cosenza - risponde con
una lettera aperta al consigliere Salvatore Dionesalvi che lamentava
la chiusura da oltre un anno della sala Internet della casa delle
Culture. "Caro Consigliere, come già ho avuto occasione
di. dirti telefonicamente, sia dopo la tua prima lettera che nella
giornata di ieri, mi sono occupata della Sala Internet della Casa
delle Culture sin dai mese di settembre poiché credo fermamente
che la possibilità di. utilizzare le tecnologie debba essere
garantita a tutti. In particolare, ottemperando alle competenze che
«i sono state attribuite con la delega all'innovazione tecnologica,
ho provveduto a verificare la funzionalità dei computer e,
in assenza delle risorse finanziarie necessarie, ho trovato la disponibilità
di una associazione a riparare gratuitamente i pc danneggiati. A quanto
mi risulta, resta però il nodo dei problemi. legati alla normativa
Pisanu, che avevano portato alla chiusura dèlla Sala nel febbraio
del 2006. Su questo punto, che travalica le mie competenze, ho trasmesso
tutte le informazioni necessarie a quanti sono deputati alla gestione
della Casa delle Culture".
Con l'entrata in vigore della legge Pisanu
n. 155 e fino al 31 dicembre 2007, i gestori di postazioni internet
publiche devono provvedere alla registrazione ed identificazione degli
utenti per permettere poi la tracciabilità degli accessi. La
registrazione avviene mediante l'acquisizione dei dati anagrafici
riportati su un documento di identità dei soggetti che utilizzano
postazioni pubbliche non vigilate per comunicazioni telematiche. Il
contenuto del traffico internet e del traffico telefonico non potrà
più essere cancellato come avveniva fino all'entrata in vigore
della legge Pisanu, ma dovrà esserne effettuata l'archiviazione.
Fare funzionare la sala internet della Casa delle Culture avrebbe
un costo 0 se solo si prendessero decisoni consone al traguardo che
si vuole raggiungere.
L'assessore Ferraro dovrebbe, in primo luogo, fare il nome dell'associazione
che si è prodigata per "aggiustare" i pc della sala
(e con esso anche l'eventuale ordine/protocollo o altro documento
interno che attesta tali operazioni) in modo che si possa avere una
contro-prova trasparente di quanto affermato dal nostro assessore.
Successivamente dovrebbe ammettere che per risolvere il problema basta
far lavorare uno dei tanti (inutili?) impiegati comunali in modo che
si occupi di protocollare e trascrivere nomi ed orario degli utilizzatori
dei pc della sala intenet.
Questo se il sistema informatico è, alla base, conforme alle
leggi e/o norme a cui tutte le P.A. devono attenersi. Ossia sia previsto
un sistema di LOG per ogni singolo pc appartenente a tutta la rete
comunale. Ho avuto modo di visitare suddetta sala circa 2 anni fà,
i pc erano quasi tutti spenti, già allora per utilizzarli bisognava
lasciare un documento. La normativa Pisanu, se la schedatura dell'utente
a quei tempi non era solo una pro-forma, non avrebbe dovuto intaccare
di una virgola l'utilizzo della sala da parte dei cittadini.
L'assessore afferma che la normativa Pisanu travalica le sue competenze,
ci chiediamo chi più di un assessore sia in grado di fornire
queste competenze.
Caro assessore Ferraro, Lei fu presentata come uno dei più
brillanti cervelli in ambito tlc che la nostra regione avesse mai
visto nascere. In mesi e mesi del suo assessorato purtroppo abbiamo
potuto osservarla da vicino solo alle prove, private, di Benigni al
Rendano e poco altro.
Ci piacerebbe sapere, assessore Ferraro, in cosa Cosenza, la Cosenza
tecnologica investita dagli scandali di Tesi e dal fallimento giornaliero
di tante piccole aziende informatiche, ha davvero bisogno della sua
professionalità.
Chiudiamo qui, con un ultima provocazione. Quando e come è
stato deciso di affidare ad un privato, seppur, si dice, senza costo
alcuno per il Comune (bisogna ammettere che il comune è bravo
a trovare chi lavora gratis per lui, prima la sala internet ora il
sito web...), il rifacimento del bruttissimo portale web comunale??
Vorremmo sapere quale sarà poi il modo in cui i dipendenti
comunali verranno formati per utilizzare le sezioni del suddetto costruendo
portale e, soprattutto, da chi. Vogliamo sperare che almeno qui il
comune proceda con un regolare bando di formazione perchè se
questo compito venisse poi affidato alla stessa società di
cui sopra sarebbe un operazione poco chiara che meriterebbe "attenzione".
Può darci un segnale di trasparenza e fornirci qualche dato
a riguardo?? Grazie.
Distinti Saluti
Carmine Massimiliano Battipede
V.P. Ass. Promocalabriae
FESSO CHI LEGGE
“Demoliamo la vecchia regione, costruiamo la nuova”.
Una ruspa minacciosa troneggia nel manifesto, si squarcia un muro,
e intorno tanto fumo e polvere.
Sobbalzano sulla comoda sedia di pelle i giovani ex pompieri, compagni
di merende presidenziali, spaventati: “Ma come, non bastavamo
noi?”…
Sbarrano gli occhi le centraliniste fiorentine, passate in un sogno
d’amore dall’Arno allo Stretto con un Cupìdo interinale
che indicava ammicando la strada di Palazzo Campanella al loro cuore
infranto da un Adone reggino…
Tranquilli, non sono arrivati i Lanzichenecchi sulle sponde dello
Stretto, è solo un modo di dire: avete mai visto un potatore
tagliare il ramo su cui siede comodamente?
Ed ecco che le ruspe tornano ad essere i ‘brumm brumm’
delle auto blu, e gli squarci sui muri tornano voraci morsi sui succulenti
cornetti della buvette.
Rimane solo il fumo. E i boccaloni che ci hanno creduto: come alle
scuole elementari, quando sui muri scrivevamo, credendoci furbi, ”Fesso
chi legge”.
Cagionavo Perni
Maleducati in divisa! Non prendiamone
esempio!
Caro Direttore,
ricordo una vecchia frase più che mai attuale in questi tempi
moderni: Signori si nasce! Ed è propio così. Non basta
infatti un nome titolato, un benessere economico o per venire all'argomento
delle mia lettera una divisa per essere "Signori". Bensì
credo tanta cultura, umiltà e buone maniere! L'assurdo è
che proprio chi dovrebbe dare il buon esempio e dovrebbe avere un
comportamento più che mai civile vive, professionalmente parlando,
ignorando i più elementari principi di buona educazione. Ho
accompagnato i figli a scuola questa mattina (5 Marzo 2007) in Via
De Rada e come ogni mattina presenziano due vigili all'altezza però
dell'ingresso della Chiesa di San Giovanni Battista. Domano al meglio
la confusione che è solita crearsi per motivi ovvi nei pressi
di una scuola. Dopo aver lasciato i bimbi quando in effetti ero già
in macchina avverto una frenata a modo di cavallo in furia, segno
evidente che il veicolo approfittando della via libera marciava a
velocità abbastanza sostenuta ignorando la presenza della scuola
e per evitare l'impatto ha frenato appunto come si suol dire da lasciarci
le gomme. Il tutto è avvenuto però 30-40 metri più
sotto della postazione dei vigili dove c'è una entrata secondaria
della scuola con un cancello naturalmente aperto di cui ne usufruiscono
credo il 50% di alunni e genitori. In macchinna e di spalle alla strada
non ho visto nettamente la scena ma visto le circostanze ho creduto
che la frenata fosse stata per evitare l'impatto con un persona, bambino
o genitore che fosse. "Fortuna" invece era per evitare un
veicolo. Forse un pò troppo premurosa ripercorrendo quei 30-40
metri ma sempre in macchina approfittando della presenza dei due vigili
ancora sulla collinetta davanti la Chiesa e della tranquillità
del momento visto che erano già le 8,35 ed i bambini era tutti
entrati mi avvicino chiedendo ad uno dei due se era possibile richiedere
un servizio all'altezza del cancello secondario della scuola dal momento
che presuppone la stessa affluenza di utenti di quello principale,
in virtù appunto della scorretteza di tanti automobilisti su
quel tratto di strada. La risposta? Non c'è stata.O meglio
non c'è stata una risposta vocale ma mimata, da film muto insomma,
che non è stata difficile da interpretare : vattene. Il classico
gesto che si fa con la mano come per dire smammma ripetuto per ben
due volte con il classico si, si, di chi ti prende per il..... Mi
sono sentita mortificata io per la sua inciviltà ma non tanto
per non aver avuto una risposta, perchè avevo già in
mente di ScriverLe Signor Direttore segnalandoLe il problema sicura
come già è stato in altre occasioni che Le Sue segnalazioni
arrivano, quanto per l'opposta situazione che si era creata. Io così
cortese ed educata per il mio modo di fare innato, da chiamarlo persino
Signor Vigile mi scusi, (scusarmi poi di chè? Per dirla tutta
ho interrotto una chiacchierata relax con probabilmente un suo conoscente!ma
ci poteva anche stare visto che il suo servizio magari era finito),
lui l'inciviltà fatta persona. Non ha neanche aspettato che
io le spiegassi la motivazioni, tanto è sicuro che lui la frenata
non la sentita visto che dov'era è rimasto. A questo punto
mi chiedo: E' forse una divisa che rende superbi? Che fa ignorare
gli altri? Ecco perchè Signori si nasce. Il suo invece, è
stato a parer mio, il classico atteggiamento Di chi si crede di essere
unico, al podio, e non sa fare i conti con le esigenze di chi contribuisce
a pagargli lo stipendio. E' stato un villano, a parole nostre il classico
pezzente arricchisciutu, moralmente parlando ( non mi riferisco infatti
alla sua posizione economica, non credo infatti che abbia uno stipendio
invidiabile, quanto all'incarico assegnatoLe), da nessuno che era
è passato ad avere una divisa che non dovrebbe essere quello
che è unicamente per lui : la classica sitemazione bensì
il senso del dovere e la responsabilità di essere un "servitore
della Città" Bastava semplicemente intanto rispondermi
al Buongiorno, e poi dare una risposta semplice: si, no, vedremo.
Bastava solamente essere cortese.
S.C.
Oliviero Toscani: Lettera aperta
alla Giunta Regionale
Ho appena letto sul giornale la notizia che la Regione ha commissionato
una campagna pubblicitaria per la promozione dell'immagine della Calabria.
Ho letto gli slogan e le valutazioni dell'Ideatore Oliviero Toscani
"UNA CAMPAGNA DI PROVOCAZIONE PER VENDERE IL PRODOTTO CALABRIA".
Sono saltata dalla sedia. La "provocazione" mi ha colpito
molto, ma in senso negativo e grottesco. Cari Loiero e Toscani, La
dignità dei Calabresi, il dolore dei Calabresi, la speranza
dei Calabresi, la sensibilità dei Calabresi, NON SI VENDE A
METRI, (2500 manifesti 6X3 m) non si dona a nessun altare sacrificale
di nessun dio pagano, soprattutto se a questo dio si donano anche
molti, ma molti, migliaia di euro. È grottesco, è allucinante,
per me calabrese, vedere e subire quest'ennesimo schiaffo.
Faccio parte di quella Calabria sana, che da sempre lavora con enormi
e straordinari sacrifici, di quella gente che, per scelte o per necessità,
o solo perché di Calabria, è rimasta qui, investendo
e costruendo le nostre realtà di professionisti, di imprenditori,
o di piccoli industriali, e molto spesso da sola, fatta eccezione
per qualcuno.
Negli anni passati ci siamo inventati e improvvisati costruttori del
nostro futuro; dopo trent'anni - però - mi rendo conto che
il nostro coraggio e la nostra volontà non sono bastati. Il
presente che stiamo vivendo è quel futuro, che a noi giovani
di allora, era stato promesso e non mantenuto. Questo presente non
è altro che il perpetuarsi di un deprecabile metodo-sistema
politico e amministrativo che non crede - sostanzialmente - nei calabresi.
Gli anni passati hanno visto una politica che ha generato la cultura
dell'assistenzialismo e della superficialità, cosicché,
a gran voce, si poteva gridare che c'era bisogno di leggi speciali
per il mezzogiorno per avere sempre più miliardi, e selezionare
solo qualcuno da portare sul carro dei "vincitori". Ancora
adesso continuate a implorare per quella che voi definite "una
Calabria arretrata". Ho nausea di ciò perché ho
visto che non c'è stata una classe politica capace di capire
la prima regola elementare dello sviluppo di qualsiasi realtà:
"COLTIVARE LE FORZE LOCALI SANE"
Nel caso nostro, aiutarci a fare impresa, stabilire - ad esempio -
nuove regole per il credito.
Da anni le associazioni di categoria chiedono collaborazione, chiedono
di guardare in basso, dove ci sono le microimprese che hanno bisogno
di essere curate.
Se non si guarda a quello che già esiste, e se non si ama e
protegge quello che già abbiamo, per dargli come priorità
assoluta, lavorare e produrre serenamente, che futuro potranno trovare
quei ragazzi "usati" in quelle foto? Fra qualche anno quei
sorrisi saranno smorfie di rabbia e delusione così come noi
ragazzi e ragazze di trent'anni fa, che abbiamo visto il nostro coraggio
ed entusiasmo sempre più vilipeso.
L'assurdo è che devo vedere questa tragedia oggetto e soggetto
di speculazione per una campagna pubblicitaria, un prodotto che ha
fatto incassare soldi al signor Toscani , che non sa ancora che possiamo
essere anche poveri, ma siamo diventati tanto istruiti. Il termine
TERRONE poteva essere usato cinquant'anni fa!
Si deve aggiornare il Signor Toscani!
Conosco le sue precedenti campagne, ricordo le sue foto. Quelle provocazioni
allora avevano un senso, era un'altra epoca. Adesso mi dispiace ma
non ha studiato il prodotto da reclamizzare. Ha fatto flop.
In quanto a Lei, Presidente Loiero, ha detto che vuole che vengano
fuori i Calabresi! Si! Ha ragione! Cominci a farci lavorare e a lasciare
i soldi della regione ai Calabresi, cominci a fare politica pratica.
La smetta di costruire anche Lei Cattedrali nel deserto! La promozione
della nostra immagine nel mondo deve essere fatta da calabresi per
i calabresi, dandoci gli strumenti amministrativi per imparare e migliorare
innovandoci e investendo su noi stessi .
Voi che siete quelli che dovrebbero far emergere il meglio della Calabria,
vergognatevi.
Lucia Perri
Fotografa di Rende.
Centro storico nel degrado completo
Pregiatissimo Direttore,
il degrado in cui è ridotto il centro storico di Cosenza, ormai
è sotto gli occhi di tutti.
Viene rabbia constatare, con amarezza, come tutti gli interventi fatti
per dare lustro a questa parte della città, per l'incuria ed
il malgoverno dei nostri amministratori, ha riportato la parte sntica
della città, indietro di vent'anni.
L'amore di Giacomo Mancini verso Cosenza, non si è fermato
nel dare alla sua città quelle grandi innfrastrutture di cui
aveva bisogno, ma uno sguardo importante lo ha rivolto al recupero
della città vecchia.
Oggi, sembra che con un progetto sistematico di demolizione, ogni
intervento voluto ed attuato dal sindaco Mancini viene distrutto.
L'elenco delle opere, frutto dell'amore e dell'opera degli anni scorsi
e' senz'altro lungo, ma à altrettanto significativo come le
stesse sono oggi in uno stato di abbandono e di degrado.
La nostra analisi parte dal Parco Fluviale, che privo di ogni minima
manutenzione è abbandonato a se stesso, ricettacolo di carcasse
di auto abbandonate e con il selciato in piu' parti danneggiato, per
non parlare dei caratteristici lampioni in piu' punti rotti e resi
inutilizzati. Scempio assoluto in piazza XV Marzo, vero gioiello del
centro storico divenuto un immenso parcheggio e la vicina "Dolce
Villa",che dopo i lavori di ristrutturazione si presentava come
un piccolo Eden, con le aiuole curate le sue belle fontane e la caratteristica
cascata,e che oggi versa nel piu' completo abbandono, addirittura
parcheggio anch'essa durante le rappresentazioni del Rendano, e le
fontane mute e sporche.
L'analisi continua in Piazzetta Toscano, oggi vera e propria discarica
ove i finestroni atti a proteggere i reperti archeologici di epoca
romana sono rotti e rendono insicura l'intera area caratterizzata
da buste di spazzatura che mai nessuno si preoccupa di eliminare.
Sul colle Triglio la suggestiva illuminazione notturna del settecentesco
palazzo Arnone, è solo un lontano ricordo visto che da tempo
il vecchi "palazzaccio" à immerso nelle tenebre piu'
profonde, pur essendo uno dei piu' importanti siti culturali del Mezzogiorno.
Abbandono totale dell'Ara dei Fratelli Bandiera, completamente immersa
nel degrado.
Infine il MAB, importante sito culturale della parte nuova della città,
registra un ritardo nella sua realizzazione con alcuni basamenti privi
di illuminazione (vedi san Giorgio ed il drago) e con le opere di
piazza Bilotti immerse nel buio piu' completo e soffocate dalle auto
parcheggiate intorno.
Questa è la città che ci ritroviamo, una Cosenza che
dovrebbe ambire ad essere "città d'arte" e patrimonio
dell'umanità. Oggi è una città allo sbando, in
mano ai vandali,(e che non siano un alibi) e con amministratori che
sono piu' preoccupati ad innalzarsi le loro indennità che fare
il loro dovere e per il quale sono stati, ahime',eletti.
Egregio Direttore, faccio appello a tutti i cosentini che amano la
città a protestare, a farsi sentire ad urlare la loro rabbia
per tentare di salvare una città che sta lentamente morendo.
Oggi gli argomenti sono incentrati sulla realizzazione della cosiddetta
area urbana: certamente argomenti importanti ma forse sarebbe meglio
impegnarci, prima di tutto a salvaguardare l'esistente con uno sguardo
particolare al nostro centro storico.
C.P.
Fischi e striscioni
Gentile Direttore,
fischi a Roma, durante il minuto di raccoglimento che ha preceduto
le partite, in memoria (e per rispetto) dei morti (Raciti e Licursi);
striscione al San Vito. Equiparare i fischi (vituperabili e stupidi)
allo striscione, come ha fatto un TG nazionale, mi sembra assurdo,
non solo, ma mi fa venire i brividi. Si sta scatenando una sorta di
caccia alle streghe di maccarthyana memoria?! Lo striscione, sebbene
inopportuno dato il momento, è ben lungi da essere una sorta
di "istigazione a delinquere". Mai fare quelle distinzioni
che contraddistinguono i discorsi di politici, gli editoriali di illustri
giornalisti, il senso comune della gente, tra morti "buoni"
e morti "cattivi"?! Un po' come i Curdi buoni uccisi da
Saddam e quelli cattivi uccisi dai Turchi, con i quali i nostri governanti
intrattengono rapporti cordiali. E che dire degli Stati "buoni"
come Egitto ed Arabia Saudita, definiti moderati (ma sono delle dittatture),
e degli Stati "canaglia" (anch'essi vere dittature). Una
strana forma di "relativismo". Solo apparentemente i due
discorsi (fischi e striscioni/politica internazionale) non sono assimilabili;
quello che intendo è che bisogna essere coerenti sempre, condannare
sempre, difendere valori e democrazia sempre, difendere anche un sola
VITA sempre e non a seconda del "caso", dell'utilità.
Le vite spezzate sono VITE che si perdono, PERSONE che avevano una
famiglia, figli, erano portatori di idee, sentimenti. Ultima cosa:
il senso della "Valle dell'Eden" a proposito di Caino, leggiamolo
con attenzione.
LC - Cosenza
Altro che toponomastica, un disastro
le vie cittadine
Leggo oggi nella cronaca di Cosenza che si riunisce questa interessante
commissione avente lo scopo di trovare nuovi nomi alle vie ed alle
piazze cittadine: mi chiedo, a questo punto, se questa gente non abbia
veramente nulla da fare o semplicemente faccia finta di non capire
niente visto che le strade cittadine sono notoriamente un percorso
di guerra, sia per i pedoni ma soprattutto per chi si muove in auto
e penso di cogliere il pensiero comune di molti miei concittadini
suggerendo che, invece di andare in giro a cogliere con una improbabile
ricognizione gli umori, le aspettative e le carenze (forse le strade
ridotte a mulattiere non sono ritenute tali, dai nostri solerti amministratori?)
della città, sarebbe stato preferibile darsi da fare perché
chi si muove in auto non debba sentire la necessità di un 4x4
o chi si muove a piedi quando piove, non debba essere costretto a
portare un gommone Zodiac in tasca, pronto da gonfiare all'uopo.
Se proprio si insiste nel voler trovare nuovi nomi propongo di pensare
a qualcosa come "Piazza sgarrupata" oppure "Sagliuta
d'i quinnici fosse" e giù di lì, sono convinto
che molti cittadini apprezzerebbero.
Lettera firmata
A che serve chiudere gli stadi e
bloccare i campionati?
Gentile Direttore,
il dibattito che si sta sviluppando in questi giorni sul mondo dello
sport e sulla violenza negli stadi, all’indomani delle tragedie
che hanno colpito le famiglie Licursi e Raciti, a cui esprimo la mia
più incondizionata e sincera solidarietà, interpella
la coscienza di ognuno di noi e, soprattutto la coscienza di chi,
come il sottoscritto, svolge funzioni istituzionali, in qualità
di Sindaco e di Consigliere provinciale e, allo stesso tempo, vive
da sempre una forte passione per lo sport e, in particolare, per la
squadra di calcio del proprio paesello.
In questo senso vorrei intervenire nel dibattito in atto, proponendo
una riflessione pacata e tentando di dare un modesto, ma sincero contributo.
Dico, innanzitutto, che le risposte dettate dall’emotività
del momento non sono mai servite e mai serviranno a risolvere i problemi
alla radice.
E’ assurdo chiudere gli stadi e bloccare i campionati, facendo
pagare le colpe di pochi delinquenti a tutti quelli che amano sinceramente
questo sport, così come è altrettanto assurdo ed inutile
invocare restrizioni e provvedimenti che prefigurano un clima di “altri
tempi”, che non vogliamo nemmeno lontanamente immaginare.
Il discorso, se non vogliamo rimanere soltanto alla superficie delle
tragedie di Catania e Luzzi, è molto più articolato
e complesso di quanto appare e riguarda una società sempre
più violenta, priva di prospettive e di speranze, ma soprattutto
priva di modelli positivi a cui guardare.Gli unici modelli che questa
società globalizzata e consumista propone a giovani e meno
giovani sono i modelli di un uomo muscolare ed arrivista, forte e
prepotente, che non ha “bisogno di chiedere mai”.Ognuno
crede di bastare a se stesso e di potersi fare giustizia da solo.
Basta camminare sui nostri corsi, andare nei centri commerciali, girare
davanti alle nostre scuole, per capire che stiamo costruendo un mondo
violento, una specie di bomba ad orologeria la cui miccia è
pronta ad accendersi e ad esplodere da un momento all’altro.
In questo contesto è chiaro che ogni occasione, anche una bella
partita di calcio, diventa proscenio privilegiato su cui misurarsi
ed esibirsi. Ogni contrasto diventa una scusa, un pretesto per scontrarsi
ed esercitare la propria forza, il proprio potere sull’altro.
Tutto ciò perché sono venuti meno i luoghi dove imparare
la tolleranza, l’amicizia, la solidarietà, il rispetto
dell’altro come valori fondanti la propria e l’altrui
esistenza.
Chiesa, scuola, famiglia, istituzioni, partiti e politica, in questo
senso, devono avviare una seria e profonda autocritica, non limitandosi
ad essa, ma andando oltre e tentando di trovare soluzioni e risposte
immediate e concrete. A cominciare dal rapporto con il proprio vicino
di casa…
Michele Ambroggio
Consigliere provinciale Ds
Sindaco di Piane Crati
Morta la vera natura sportiva del
calcio
In questi giorni dopo la tragica vicenda accaduta in un campetto
di calcio: "tragica vicenda in un campetto di calcio?" Spontanea
è la prima reazione...incredulità, rabbia e dolore si
mescolano in un cocktail perfetto; non si può nel 2007 pensare
di morire in un campo di periferia per una banale, ma che dico banalissima
partita di calcio; ho abbandonato l'attività calcistica da
un pò per dedicarmi agli studi, ma vivo in me è il ricordo
dell'entusiasmo e della gioia che provavo ogni domenica mattina prima,
durante e dopo le partite; affascinato dal sorriso di mio padre sugli
spalti attorniato da tanti altri genitori estasiati dalle prodezze
dei loro figli....
è svanito d'improvviso quel contorno che rivestiva una partita
di pallone; lo spirito sano di competizione, l'etica calcistica sono
state riciclate per lasciare spazio ad un solo obiettivo: vincere,
vincere, vincere in tutti i modi, con tutti i mezzi;
rimango attonito nell'osservare la sportività nei campi inglesi,
gli applausi scroscianti anche dopo una sconfitta. Lì si vive
di calcio, lì batte la vera natura dello sport, svegliamoci
da questo incubo sperando che sia davvero l'ultimo.
Leo - CS
Dove siamo, in Africa?
Gentile Direttore,
ma non c'era bisogno delle ispezioni dei NAS, bastava ascoltare chi
per sfortuna ha dovuto ricorrere all'Ospedale dell'Annunziata, o dare
un'occhiata alla casella delle rimostranze, ma, si sa, chi rappresenta
il Tribunale dei Diritti del malato all'interno, è esso stesso
un medico del nosocomio, come potrebbe mettere il dito sulla sua stessa
piaga purulenta?! Incuria, sporcizia, assoluta mancanza di professionalità,
di un minimo di educazione, di correttezza, competenza e questo a
tutti i livelli, TUTTI! In compenso abbonda il pressapochismo, la
superficialità, l'incompetenza, l'indolenza, la mancanza di
senso del dovere, di rispetto per gli ammalati e per la loro dignità,
quando non si sconfina molto oltre e si violano diritti sacrosanti.
Gli errori, in molti casi, sono fatali, ma non per coloro che li commettono,
i quali trovano sempre la strada per cavarsela: amici, amici degli
amici, amici degli amici degli amici, sono pronti a soccorrerli. Sono
una casta di intoccabili,
al contrario però degli intoccabili di indiana memoria. e tradizione.
Dire che siamo in Africa, significa offendere gli Africani, quindi
chiedo venia per il paradosso provocatorio: siamo in Calabria! E'
un vero miracolo se si entra per un unghia incarnita e si esce con
le proprie gambe.
Lettera firmata, Cosenza
Volontari in ferma breve (VFB)
Il governo sta adottando una sperequazione nei confronti dei militari
(VFB) i quali dopo tre anni di ferma e/o di ulteriore rafferma, non
gli è consentito di partecipare ai concorsi nelle varie forze
di polizia, poichè riservati solo ed esclusivamente ai Volontari
in ferma prefissata di un anno e altri. Inoltre i VFB non percepiscono
la tredicesima mensilità e la prestazione di lavoro straordinario
viene calcolato sulla base del rapporto di tre a uno, cioè
tre ore di straordinario per averne pagata una o di usufruire di un
ora di riposo. Giovani partiti volontari 5 anni orsono con alle spalle
missioni in Iraq e Libano ora vengono penalizzati attraverso il congedo
alla fine della ferma impedendogli anche la partecipazione ai vari
concorsi nelle varie forze armate.
Beghe di basso livello
Egregio Direttore,
E' mai possibile che in un periodo di crisi ai vertici delle istituzioni
locali, dove servono i giornalisti di fuori regione per scrivere la
verità sui fatti che realmente accadono sui nosrti territori
(vedi Espresso, Corriere della Sera ecc.), ancora ci si limiti a comunicati
su questa o quella nomina? I problemi seri sono altri ed i nostri
cari (anzi carissimi...) rappresentanti si preoccupano di questa o
quella rappresentanza politica o di stanziare i fondi per i concerti
di questo o quel cantante. Di questo passo siamo destinati ancora
una volta a continuare a raschiare il fondo del barile che, mai come
in questi tempi, si sta sempre più assottigliando...
Pregherei che chi occupa le poltrone dei vari Enti, indipendentemente
dall'appartenenza politica, scenda sulla terra e si preoccupi delle
problematiche della nostra terra, sempre meno vicina all'Europa e
sempre più vicina all'Africa..
Un lettore arrabbiato
Caro Sindaco di Cosenza e cara Regione
!!!
Dopo aver appreso il valore del concertino di capodanno (complimenti
per la scelta che rispecchia lo stato di cosenza oggi) e sopratutto
dopo aver appreso che la regione e la provincia hanno stanziato più
di 300.000.00 euro per uno dei concerti più deludenti e vergognosi,
dei capodanni calabresi... sono davvero preoccupato... per il futuro
di questa città e di questa regione che nemmeno attraverso
una astuzia politica, capiscono e agiscono di conseguenza per il bene
di questa terra. Chi ci guida, chi ci dirige, chi fa scelte importanti
per la nostra vita è incredibilmente incompetente o truffaldino.
Cosenza è diventata una città declassata, superata anche
da Catanzaro, che sappiamo essere un paese, più che una città.
Voi che avete voce, fatela sentire... il popolo non è stupido
ma è solo senza armi (metafora) per lottare. Abbiamo una città
dove la cultura è stata rasa al suolo, il degrado ormai è
ovunque e ricordo con molta nostalgia, quando solo pochi anni fa...
in un paese del nord italia, affermavo con orgoglio "si, sono
di Cosenza" oggi, me ne vergogno!!!
L.V. - Cosenza
Il concerto con il “palco
dei notabili…”
Gentile Direttore,
nel 2000, la magnifica festa in piazza ha reso "magica"
l'ingresso nel nuovo millennio: fuochi fantasmagorici (vabbè
un po' costosi, ma era un'occasione unica, non tutti i Capodanno scandiscono
il passaggio da un millennio all'altro!),immagini da Blade Runner,
film culto, proiettate sulla parete dell'ex Jolly, musiche di Vangelis,
colonna sonora della stessa pellicola, rievocazione del funerale di
Alarico sulla confluenza, Mancini senior che brindava con spumante
e pandoro (o panettone?). Insomma, sembrava davvero che Cosenza stesse
per entrare in Europa, grazie alla mente strordinariamente giovane,
lungimirante, di intelligenza e levatura superiore del vecchio laeder
carismatico, per cui i sogni sembravano facili da realizzare!
Ieri!!!!! Ebbene, si è toccata con mano quanto siamo provinciali
nel senso deteriore del termine, laddove per "provincia"
spesso si intende il meglio di tradizioni, cultura, vivibilità,
insomma la "dimensione" umana dell'essere cittadini. Un
megapalco per le autorità incombeva su un lato di Piazza de
Bruzi, impedendo la visuale del concerto a migliaia di cittadini,
pur di favorire poche decine di "vips" de noartri"!!!!
Veramente squallido. Se i "vips" di cui sopra volevano avere
un punto di osservazione privilegiato, sarebbe bastato sopraelevare
il palco su cui si esibiva il cantante di alcuni metri. Ma si sa,
le soluzioni intelligenti non sono di tutti, nemmeno quelle tecnicamente
possibili.
Pazienza! Siamo tornati a casa al calduccio, dinanzi alla Tv di Stato....
Lettera firmata
Gli auguri degli ex lavoratori Telcal
A Natale si diventa tutti un po' più buoni. Ed è per
questo che vorremmo formulare, in maniera bipartisan, gli auguri più
sinceri ai tanti Pinocchio, politici e non, della nostra Regione.
Auguri alla vecchia giunta di centro-destra con in testa l'ex presidente
Chiaravalloti, per il quale eravamo dei mendicanti, ed alla nuova,
si fa per dire, del presidente Loiero, grazie alla quale continuiamo
a mendicare un nostro diritto: il lavoro. Auguri ai tanti Assessori,
vecchi e nuovi, che in questi anni abbiamo avuto l'onore di incontrare
e per i quali eravamo delle risorse indispensabili per la nostra regione,
ma da tenere da parte perché nel frattempo altre erano le emergenze
da affrontare e, puntualmente, da non risolvere. Auguri ai Capo di
Gabinetto di allora e di oggi, a tutti i dirigenti, consulenti, segretari
particolari, portaborse (ci hanno fatto incontrare anche loro), per
i quali, in tutti questi anni, siamo stati un volano di sviluppo solo
per i loro bilanci familiari (e scusate se è poco). Auguri
ai tanti sindacalisti che in questi anni sono stati al nostro fianco,
anche questo si fa per dire, ma con la mente altrove, rivolta a difendere
chi il lavoro c'è l'ha già. Auguri ai consiglieri regionali
di ieri e di oggi, indagati e non, di maggioranza e di opposizione,
tanto fa lo stesso. Auguri alle forze dell'ordine che nei numerosi
sit-in di protesta davanti il palazzo della Giunta Regionale ci hanno
fatto compagnia, e che spesso ci hanno accusato di essere troppo buoni.
Gli ex lavoratori Telcal
Il concerto di Gigi D’Alessio
e i miracoli
Buongiorno sono un cittadino di 25 anni e vorrei esprimere un mio
pensiero riguardo al prossimo concerto di Capodanno visto che è
impossibile raggiungere le istituzioni sperando in una risposta. Sono
rimasto sconcertato da quando ho sentito la notizia del concerto del
cantautore napoletano(che i giornali dicano sia pagato 40.000 euro);sono
rimasto sconcertato perchè non sapevo che Cosenza fosse la
città dei miracoli. Fino a pochi giorni prima il concerto non
doveva esserci nemmeno per mancanza di fondi, ma all'improvviso si
sono trovati i soldi per far venire un cantante di prima fascia.Ed
è qui che la decenza impatta con la festa:in città sono
ormai mesi che non ci sono fondi e sto parlando dei fondi stradali.
Credo che la cittadinanza sarebbe rimasta molto più contenta
se si fossero sistemate le strade e si fosse chiamato un cantante
meno"caro", ma la corsa al voto e al consenso fa fare anche
questo:un concerto senza senso, senza finalità, con l'unico
scopo di racimolare voti e consensi.Gira voce anche che il napoletano
farà un giro per la città:vorrei sentire cosa dirà
quando la sua macchina verrà fatta saltellare su e giù
da un manto stradale inesistente. Anzi basterà evitare corso
D'Italia, l'autostazione, via torre alta e viale cosmai per evitare
la figuraccia. Infine una considerazione personale:Gigi D'Alessio
può piacere o non piacere. Personalmente a me non piace,ma
rispetto i gusti di tutti.Ma credo anche che un capodanno,una festa
per eccellenza non possa basarsi su canzoni neomelodiche e sicuramente
farà rimpiangere il ritmo di Jovanotti,Roy Paci, Goran Bregovic
e di tutti quelli che hanno fatto saltare la nostra amata città.
Giuseppe - Cosenza
Una multa per i volantini pubblicitari
Vorrei segnalare l'ormai diffuso malcostume di inserire ai tergicristalli
delle auto materiale pubblicitario da parte di ipermercati e società
finanziarie (prevalentemente). Materiale che finisce inesorabilmente
per sporcare le strade poichè immediatamente eliminato a causa
del fastidio che reca posizionato ai tergicristalli. Inoltre quando
piove il medesimo materiale pubblicitario finisce per inzupparsi e
diviene difficoltosa la sua rimozione. Chiedo al Comune di inserire
una multa a chi attacca questo materiale non gradito ai tergicristalli-
che personalmente ho trovato rotti per due volte ed invito i cittadini
a non rimanere consenzienti a questo genere di malcostume
Lettera firmata
Campana quo vadis? Spopolamento
e fuga dal paese e degrado del centro storico
Il nostro centro storico ricco di storia e degno di attenzione, ma
sempre trascurato da tutte le amministrazioni, è in stato di
vergognoso degrado e abbandono. Il sito è di notevole bellezza
sia estetica che storica. Case signorili ottocentesche con affreschi
e archi, la vecchia torre dell’orologio, la torre greco-normanna
della chiesa Matrice e la sua cripta sono gli ultimi baluardi, in
mezzo ad un deserto di ruderi e catapecchie in rovina. I cittadini
di Campana sarebbero ben contenti se dopo decenni l’antico quartiere
normanno tornasse fra gli interessi della Pubblica Amministrazione,
per arrestare il vistoso ed inarrestabile processo distruttivo dell’erosione.
Le antiche mura normanne con fondamenta di tempi remoti, dell’epoca
dei Bruzi e Greci, hanno visto giorni migliori fino agli anni 50 dell’ultimo
secolo, nonostante abbiano subito tanti terremoti. Poi man mano che
la gente cominciò a spostarsi verso il bivio di Santa Croce,
iniziò un nuovo processo di urbanizzazione in altre zone. E
da li in poi ebbe inizio l’indifferenza, da parte delle future
amministrazioni. Il centro storico invece, dovrebbe essere al centro
della vita del nostro paese. Centro storico che vuol dire spazi monumentali
da far rivivere e trasformare in luoghi di meta di turismo culturale,
con spazi per piccoli pub sotterranei, hotel e ristoranti con terrazzi
e vista panoramica sulla fiumara e sui colli del monte Calamacca.
Da non dimenticare l’antica via bizantina, chiamata “romana”
nel gergo dei cittadini Campanesi, perché erroneamente ritenuta
tale, a causa dell’aspetto e, solo in apparenza, lastricata
simile ad una via romana. Essa rappresenta già da sola un monumento
storico, che meriterebbe maggiore attenzione, dato che sta andando
letteralmente in pezzi e sta condividendo lo stesso destino del centro
storico. Nei decenni trascorsi vi sono stati alcuni timidi tentativi
di restauro di alcuni edifici più imponenti. Ma i lavori furono
eseguiti senza un progetto adeguato e senza tener conto dello stile
architettonico, sia ottocentesco sia medioevale e cioè di stampo
greco-normanno. I criteri e la filosofia applicati in quei tempi sono
ancora un mistero. Innanzitutto non furono usati dei materiali originali,
bensì del cemento volgare, non molto estetico.
In alcuni casi furono distrutte le bellissime finestre con cornice
di stile ottocentesco e sostituite da piastre di semplice marmo, disposte
in rettangolo che ricordano l’arte del cubismo. Vi sono anche
alcune facciate sulle quali, gli interventi di restauro hanno prodotto
degli ibridi. Detto in termini artistici, per rendere l’idea,
immaginate un dipinto composto dallo stile astratto di Pablo Picasso
e fuso con quello estetico del realismo del grande Caravaggio. Lo
scempio è visibile ancora oggi e l’opera “vandalo-ostrogota”
dal punto di vista estetico ha fatto più danno dell’erosione
stessa. Il turista che oggi va a farsi una passeggiatina nel nostro
borgo antico, non sarà tanto cieco da non notare tali stranezze
architettoniche. Avrà sicuramente l’impressione di trovarsi
in un posto trascurato, con i lavori e i cantieri lasciati a metà
e abitato da gatti e cani randagi. Risaltano molto le impalcature
arrugginite e i tetti di latta degli anni 80-90. E questo non farà
una buona pubblicità al nostro amato paese Campana. Se il paese
vuole costruirsi una buona immagine, non basterà la promozione
da sola. Bisogna attivarsi tempestivamente e soprattutto avvalendosi
del supporto di uno staff di esperti in materia architettonica, storica,
geologica e naturalmente in edilizia. E’ chiaro che l’umile
intervento e lavoretto di “mastru Totonnu” sono fuori
luogo, se si vuole fare le cose con serietà e in modo appropriato.
Per queste cose ci servono gli specialisti. Bisogna ricordare che
qui interveniamo su edifici e monumenti di valore storico. Bisogna
coinvolgere e concentrare in un unico grande progetto tutte le risorse
di Campana. Vale a dire il restauro del centro storico, il rinnovo
e la realizzazione di infrastrutture, il rilancio culturale (non solo
sagre) e politico del nostro paese, le sue risorse ambientali e agricole.
Ed è inutile trovare anche le scuse della mancanza dei fondi.
Argomento non valido signori miei! Bisogna solo sapersi attivare e
contattare le istituzioni giuste, per ottenere l’assegnazione
regionale di fondi dall’Unione Europea. Fondi europei, che se
richiesti in tempo, daranno al comune la possibilità di elaborare
nuovi progetti di rilievo. Cosi hanno già fatto tanti altri
comuni nei dintorni di Campana. Valorizziamo il centro storico e tutte
le altre risorse. Non concordo con chi sostiene, che il turismo a
Campana è solo una favola. Bisogna crederci: Campana può
diventare un modello. Ricordiamoci che non tutti i paesi limitrofi
hanno un centro storico come il nostro. Alcuni sono nati in tempi
più recenti e hanno meno storia da esibire. Noi Campanesi però,
abbiamo un tesoro sotto gli occhi che, continuiamo a trascurare. Lo
stato di degrado e abbandono sono arrivati a tali livelli, che un
domani sarà troppo tardi. E’ bello che ci ricordiamo
delle nostre sagre, dell’antica fiera della Ronza, delle processioni
etc…ma non dobbiamo concentrarci solo su queste cose. Oltre
alla promozione che ancora non è stata avviata in modo appropriato,
dobbiamo ricostruire il centro storico e la via bizantina che, insieme
all’elefante di Campana costituiranno la base del nostro futuro
turismo. Come già accennato, e lo ripeto ancora: il centro
storico dovrebbe essere al centro della vita del nostro paese. Centro
storico che vuol dire spazi monumentali da far rivivere e trasformare
in luoghi di meta di turismo culturale, con spazi per piccoli pub
sotterranei, hotel e ristoranti con terrazzi e vista panoramica. Gli
hotel saranno di vitale importanza, per trattenere la gente nel nostro
paese, altrimenti questi andranno a spendere i loro soldini altrove,
non avendo un posto per il pernottamento. Poi da aggiungere i bed
and breakfast, i nuovi itinerari turistici per gli appassionati di
storia, natura, funghi oppure la caccia. Certamente dobbiamo avvalerci
della collaborazione dei tour operator. E mi chiedo ancora perché
a Campana non siano sorti i locali di agriturismo? Anche in questo
caso d obbiamo purtroppo prendere gli altri paesi come esempio. Accade
troppo spesso che stiamo con le mani in mano a guardare come fanno
gli altri. Do la massima ragione ai cittadini che fanno riferimento
alla iniziative private. Me lo sto chiedendo da un po’ di tempo,
perché la Cavesa non sia ancora finita in mano di qualche azienda
privata o di qualche catena alberghiera, che avrebbe tutto da guadagnarci.
Per attirare questi investimenti privati, bisogna rendere il territorio
abbastanza attrattivo, dal punto di vista di imposte comunali. Comunque
devono essere anche Regione Calabria e la Pubblica Amministrazione
ad impegnarsi, ad indicare e comunicare alle aziende, come ottenere
le assegnazioni di fondi europei. Le Regioni che sembrano avere le
migliori performance e che stanno facendo un buon utilizzo dei fondi
europei sono la Basilicata a la Campania. Buone performance sono state
registrate anche dalla Puglia e un discreto livello anche dalla Sardegna.
Purtroppo la regione più indietro, e mi dispiace dirlo è
la nostra Calabria, perché non ha adeguate capacità
di sviluppo progettuale. E' un problema che ha molti aspetti. Il primo
è la mancanza di comunicazione da parte delle Pubbliche Amministrazioni,
che purtroppo in alcune Regioni d'Italia sono piuttosto inefficienti
da questo punto di vista, cioè non mettono al corrente le imprese
di tutte le opportunità a loro disposizione. Inoltre c’è
il problema dello spopolamento che, solo con nuove iniziative può
essere arrestato. Ci sono studi specifici che in base all’attuale
andamento demografico, evidenziano che il problema è grave
e urge di un provvedimento tempestivo. E’ lodevole l’iniziativa
“SOS Salviamo Campana” che come nome ha avuto il nuovo
Comitato Civico Permanente, costituito per combattere i vari problemi
che affliggono Campana e che potrebbero renderlo in pochi decenni
un paese fantasma. Con questa azione si vuole dare una nuova speranza
ai giovani campanesi. Ora o mai più, prima che sia davvero
troppo tardi. Basta con gli slogan ripetuti ogni 5 anni alle elezioni.
Ora bisogna rimboccarsi le maniche e fare sul serio!
Carmine F. Petrungaro
Centro cittadino nel degrado
Che la città sia in uno stato di completo abbandono, di degrado
sociale, non più sicura è purtroppo sotto gli occhi
di tutti ma che, in pieno centro cittadino, a pochi metri dal magnifico
Cardinale di Manzù e dalle opere del maestro Consagra, si debba
vivere nella sporcizia più completa non è più
consentito. Nella nostra amata Cosenza accade che i cittadini debbano
camminare su marciapiedi pieni di ogni genere di rifiuto (organico
e non), stando attenti a non sbattere la testa contro i rami di alberi
le cui foglie cadono giornalmente a terra aumentando la sporcizia
e che non vengono potati da mesi. Per non parlare delle autovetture
abbandonate e preda di ripetuti saccheggi, dei topi di fogna che sempre
più spesso si prendono una boccata d’aria o dei cani
randagi. Tutto questo accade in via Luigi Maria Greco, in parte di
via XXIV Maggio e nella villetta nei cui presso si trova un asilo
comunale. I cittadini di queste zone, stanchi del silenzio assordante
dell’Amministrazione Comunale e della Circoscrizione più
volte interessate al problema ma sempre latitanti, dicono basta ed
hanno iniziato una raccolta di firme decidendo, inoltre, di costituire
un comitato per la difesa dei propri diritti:”Abbiamo il massimo
rispetto per i lavoratori della Vallecrati e delle cooperative ma,
anche noi, siamo cittadini di Cosenza, paghiamo regolarmente le salatissime
tasse e contribuiamo, con il nostro lavoro quotidiano, alla crescita
della città. Per questo vogliamo che i diritti più elementari
siano garantiti da chi, istituzionalmente, ha il dovere di farlo.
Tra le tante frasi che ci siamo sentiti rivolgere in questi mesi,
la più allucinante è venuta da uno stretto collaboratore
del Sindaco che ci ha manifestato la volontà dell’Amministrazione
di “non volere investire nel centro città”!. Pazzesco
e non più tollerabile tanto che, se anche questa volta non
dovessimo vedere risultati concreti, andremo a protestare civilmente
a Palazzo dei Bruzi”.
Lettera firmata
A Cosenza troppo lavoro nero
Mi chiamo Luca sono un ragazzo cosentino di ventitre anni che vivi
in Emilia Romagna e vorrei dire che i problemi nella NOSTRA città
sono tanti in primis il lavoro, lo sfruttamento del lavoro, il lavoro
nero,e strade che fanno schifo,e molto altro ancora, secondo il mio
punto di vista invece di andare avanti andiamo sempre più indietro,
un altro problema è la mentalità del cosentino che non
cambierà mai....io dico questo perchè ho visto è
vedo la differenza con altri cittadini di altre regioni ma sempre
è comunque italiani, quindi CERCHIAMO DI CAMBIARE altrimenti
i problemi non li risolveremo mai,,,quindi stare ad elencare disagi
e problematiche della nostra bellissima terra non servirà a
niente perchè non potremmo mai sperare di risolvere i problemi
senza prima cambiare la nostra mentalità stupida e antica.
Vorrei dire che questo è un mio umile parere da cosentino e
da un ragazzo che nonostante la distanza la sua città la porta
e la porterà sempre nel suo cuore....cerchiamo di cambiare
perchè cosenza è una città con mille potenzialità
da sfruttare per il bene non solo dei cosenini ma per l'italia insieme.
ciao
Luca
Contributo fitto casa 2004, che
fine ha fatto?
Vorrei chiedere alla regione e al nostro sindaco Perugini che fine
hanno fatto i soldi che si diceva erano stati stanziati per il pagamento
del secondo scaglione del contributo fitto casa relativo all'anno
2004.Io purtroppo mi sono ritrovata nel secondo gruppo di famiglie
aventi diritto e di quei soldi non ne ho visto neanche l'ombra.Per
tanti anni sono stati dati a famiglie che non avevano minimamente
i requisiti per poter accedere al contributo questo perchè
non sono mai stati fatti dei controlli e chiunque sulle domande ha
potuto scrivere quello che voleva.Proprio l'anno in cui io ho fatto
la domanda sono stati fatti i controlli e la regione come si dice
ha stretto la cinghia .Precisiamo per me va benissimo che si verifichi
effettivamente la situazione economica e familiare per potere accedere
al contributo.A settembre era uscito un articolo sulla gazzetta del
sud che sarebbero arrivati al comune un milione di euro per potere
pagare le restanti famiglie che erano rimaste f
uori ma che ne avevano comunque diritto ma dove sono finiti quei soldi?Per
non parlare poi del nostro sindaco che in campagna elettorale e sottolineo
in campagna elettorale si era impegnato personalmente a fare fronte
a questa situazione e ricordo la conferenza stampa del nostro futuro
sindaco con Adamo in cui rassicuravano le famiglie dicendo che avrebbero
avuto il contributo nel caso fosse risultato sindaco l'avvocato Perugini
e adesso? silenzio non si sa più niente tutto tace dal comune
e dalla regione se io ho fatto la domanda per ricevere il contributo
evidentemente ne avevo e ne ho bisogno ma credo che questo possa poco
interessare al sindaco Perugini al signor Adamo e a tutti i componenti
della giunta regionale che adesso si preoccupano solo di ricevere
l'invito per poter assistere alle prove (ma quali prove?) dello spettacolo
di Benigni loro lo hanno pagato con i soldi non so di chi e loro solamente
loro hanno il diritto di potere accedere allo spettacolo .Sono vera
mente disgustata da questa situazione .Chi mi sa dire che fine hanno
fatto i soldi del fitto casa?
una cosentina amareggiata
Violenza ed allarme sociale
Gentile Direttore,
ho letto la lettera del ragazzo aggredito dal branco di ubriachi nel
centro storico, ex "salotto" buono della nostra piccola
città. Avendo figli giovani, sono allarmata, anche se da tempo
i più disertano Corso Telesio e zone limitrofe, poichè
si sono resi conto che ormai il "salotto" è diventato
impraticabile per vari motivi: incuria, abbandono, vandalismo, violenza
(appunto). D'altro canto è stato lasciato in mano a questi
soggetti, cui si strizzava l'occhio e si stringeva la mano, nei caldi
periodi elettorali, in quanto procacciatori di consensi....Il punto
è sempre quello e mentre aumenta l'alarme sociale, il degrado
materiale ed umano fa sprofondare la città in un nuovo e buio
medioevo, quando la gente si "ammasunava", al calare delle
tenebre...il termine dialettale deriva,minfatti, dal francese "a
la maison": sotto il dominio di Carlo V, i soldati giravano con
le lanterne proprio in quei vicoli e strade, per imporre il coprifuoco
e far rientrare tutti nelle case....a la maison.....
Lettera firmata
Violenza subita a Cosenza Vecchia
Caro direttore, ritorno su questo spazio per raccontare la mia di
esperienza DI VIOLENZA SUBITA IN PRIMA PERSONA la notte di sabato
a Cosenza Vecchio... ero tranquillo con la mia ragazza in macchina
e percorrevo corso telesio tranquillamente a passo d'uomo per raggiungere
il ristorante 13 canali, dopo aver superato il duomo mi trovo un gruppo
di ragazzi davanti una sala giochi che si spingeva in modo scherzoso,
procedo a passo lento ma uno di loro, viene spinto sulla mia macchina
e inizia a prenderla a pugni, viene verso il mio sportello e lo apre,
la mia ragazza in panico, io resto freddo e seduto lo guardo e mi
minaccia dicendomi che lo avevo preso con la macchina, cosa falsa
anche perchè è stato spinto volutamente sulla portiera,
io con estrema calma, dopo aver capito con che genere di persone avevo
a che fare, gli chiedo scusa ma non mi ero accorto di nulla e lui
inizia a prendere a pugni la macchina, scendo e chiedo spiegazioni
e vengo circondato da 5 o 6 soggetti poco raccomandabili, la mia ragazza
piange e mi chiede di risalire in macchina, uno di loro mi spinge
fino a farmi sedere sul sedile, cerco di stare calmo ma l oro aumentano,
qualcuno mi minaccia di accoltellarmi, un altro mi dice di scende,
chiudo lo sportello e vengo minacciato di aver chiuso la porta in
faccia a loro, un altro soggetto cerca di afferrarmi in macchina io
in panico per il numero di persone che mi aveva circondato il mezzo,
individuo il più ragionevole che era meno ubriaco di tutti
e gli dico cerca di darmi una mano... lui dice, vai via, dammi retta...
scappa... metto la prima e tra pugni e calci vado via... arrivo ai
13 canali e ancora scosso, con la macchina nuova un po ammaccata,
entro nel ristorante e il proprietario mi dice che sono sicuramente
quelli della sala giochi che stanno terrorizzando il quartiere...
sabato rovinato e mai più andrò al centro storico. Cario
Direttore, per anni il centro storico sembrava bonificato da certi
elementi, ma ora, non so cosa stia succedendo, se minimamanete avessi
reagito sarebbe successo il finimondo... cosa dobbiamo fare, abbiamo
paura a frequentare certi posti, siamo gent e per bene e non è
questione di paura, sono persone che a tu per tu, correrebbero...
ma in gruppo fanno paura perchè elementi che no hanno nulla
da perdere... a differenza nostra. Chiediamo al sindaco di aiutarci,
la città va a rotoli, bisogna intervenire, casi come il mio
sono ormai frequenti e spesso finiscono ancora peggio, ricordo la
coppia di persone anziane malmenata nel centro di corso mazzini mentre
altri guardavano... BASTA. Posti di blocco, polizia di quartiere,
se c'è bisogno di questo... che si faccia... a discapito della
tranquillità ma così, non si può più andare
avanti. Spero possa portare questa testimonianza dove merita. Grazie
di cuore.
Lettera firmata
Cosenza non è piu' luogo
per giovani onesti
Salve,
vi scrivo con molta amarezza, sono un giovane di 17 anni che purtroppo
si è rassegnato a non uscire piu' per le vie cosentine di sabato
sera, specialmente Piazza Duomo e Piazza 11 Settembre, per via dei
numerosi atti di violenza gratuita che alcune gang di giovani teppisti
provocano a ragazzi tranquilli, che vogliono solo divertirsi con i
loro amici o con la propria ragazza.
Come me anche decine di altri ragazzi hanno deciso di spostarsi a
Rende, dove la situazione non è delle migliori, ma almeno non
siamo ai livelli del Duomo dove si viene aggrediti senza alcun motivo,
o comunque si assistono a scene di vero vandalismo.
Spero di concludere al piu' presto i miei studi e cercare di fuggire,
come hanno già fatto decine di miei amici, a città come
Roma, per studiare all'Università e vivere con serenità
la proprio vita privata, e poi non lamentatevi che i ragazzi se ne
vanno da Cosenza, l'Università è sicuramente ottima
qui, però non si vive di solo studio e quando si vuole uscire
per la città si deve avere la massima serenità e sicurezza,
e siccome sono sicuro che le cose non miglioreranno assolutamente
ma andranno sempre piu' a peggiorare, visto che la mentalità
è sbagliata, e Cosenza è malsana, preferisco andare
via, in qualsiasi modo, e se io fossi un genitore, non farei mai crescere
mio figlio in questa città che ormai è arrivata a livelli
di micro-criminalità assurdi. Per ora posso solo evitare quei
posti ed andare in locali tranquilli di Rende, che conosco e che spero
non si riempiano di bulletti, quello che mi dispiace, è che
altre decine e decine di ragazzi che non hanno la possibilità
d
i spostarsi a Rende, per via dei genitori troppo restrittivi, o dei
mezzi di trasporto, devono vivere in questa situazione vergognosa,
e quello che voglio, è che i nostri politici si facciano un
giro magari la sera verso le 23 al Duomo, e vedano con i propri occhi
quello che succede: bottiglie tirate nella folla, schiaffi che volano,
risse con decine di ragazzi, per poi non parlare dell'intolleranza
che c'è per i ragazzi che magari sono "diversi" dai
modelli del "cosentino tipico" e che vestono un po' larghi,
o con i capelli lunghi, o che invece di ascoltare musica napoletana
o house, ascoltano musica rock e metal, insomma non si è liberi
nemmeno di vestirsi come si vuole, per non cadere nelle mani di questi
teppisti che ti vedono diverso, è una vergogna.
Spero che la lettera venga pubblicata.
Michele – Cosenza
La violenza entra nella nostra vita
Ho letto l'articolo "La scuola che non c'è", immediatamente
dopo aver visto le immagini degli atti di inaudito teppismo, vandalismo,
violenza perpetrati impunemente (perchè sicuri di rimanere
impuniti!!!)da parte di studenti contro oggetti, arredo, pareti di
scuole e persino una pistola giocattolo puntata alla testa di un insegnante.
Le immagini sono su Repubblica" on line. Ieri, durante una trasmissione
televisiva, un insegnante diceva che la scuola non "produce"
violenza, è la violenza che entra nella scuola, così
come nella famiglia, nella vita, spesso in modo subdolo. Il branco
si fa forte ed imperversa, scarica aggressività, spesso parossistica,
sicuramente patologica, sulle cose. Ancora più grave, come
dimostrano gli episodi balzati di recente al "disonore"
della cronaca (nera), è quando violenza e sopraffazione si
rivolgono agli elementi deboli, ai succubi per DNA, perchè
non usi al ricorso alla violenza, per carattere, per cultura, educazione,
temperamento. Sono coloro che sono dotati del dono della parola e
della mente, che però non ne fanno un uso distorto, nel senso
che anche la parola può ferire più di uno stiletto e
le parole sono "pietre" (citazioni di cui chiedo venia),
ma sono essenzialmente strumenti di dialogo, confronto civile, il
mezzo più naturale per comunicare, per relazionarsi, per esprimere
se stessi. Credo che i violenti siano coloro che sono regrediti, ormai
in modo irreversibile, allo stato animale....che farci?! Zoo e gabbie?
Un film in usci ipotizza un futuro del genere, con piccoli barlumi
di speranza...
LC – Cosenza
La scuola che non c'è
Studenti dell' IPSIA di Paola, trovano il tempo per costruire un'arma
micidiale. Gli studenti della 3° OM del Professionale per l'Industria
e l'Artigianato di Paola hanno messo a punto e collaudato una micidiale
arma, capace di sfuggire al meteor detection. L'arma si assembla con
materiale povero, è sufficiente disporre di: un collo di bottiglia,
un palloncino ed un pallino. L'arma è stata collaudata sugli
arredi della scuola: armadi, finestre, porte, questa mattina presentavano
i segni delle perforazioni dei pallettoni. La dirigenza capitanata
dal prof. Aldo Mancuso informava immediatamente il Commissariato di
Pubblica Sicurezza di Paola per i rilievi ed individuare i responsabili.
Circolano i primi nomi di alunni e la sezione è la 3° OM
(Operatori Meccanici). Questi ragazzi meritano più attenzione,
se hanno trovato il tempo ed il modo di costruire un'arma e distruggere
l'arredo della scuola un motivo ci sarà. Qualcuno deve intervenire
per ripristinare serenità e dare risposte ai molti lavoratori
della conoscenza che ogni mattina fanno il proprio dovere a dispetto
di molti che non fanno un c..
Paolo Apa
Docente Ipssct Paola
Teppismo a Cosenza
Cosa succede in città? Succede che nella nostra città
il sabato sera i ragazzi non possano uscire se non in gruppo, altrimenti
diventano preda di bande che solo per il piacere di vederli scappare
impauriti, li aggrediscono prendendoli a pugni e calci. E' successo
a mio figlio, succede a tanti ragazzi. Eppure, nonostante le tante
segnalazioni, intere zone della città, come il centro storico,
sono sotto il controllo totale e incontrastato di bande violente.
La sensazione è che la città non sia governata, che
le istituzioni siano assenti. Sono convinta che questa denuncia, come
tante altre, cadrà nel vuoto ma non mi rassegno al silenzio.
La sfiducia è infatti suffragata ad esempio, dalle tante denunce
sui gravi problemi di Via De Rada: traffico caotico, sporcizia, proprietà
private trasformate in discariche, erbacce, cani randagi, topi e via
dicendo, e su cui si continua a non intervenire. A distanza di mesi,
infatti, bisogna con dispiacere, constatare che un'Amministrazione
che ha cancellato dalla sua agenda grandi eventi (Festival delle invasioni,
stagione lirica, incontri con autori di fama nazionale) non è
finora riuscita a risolvere i piccoli problemi che tanto incidono
sulla qualità della vita e sulla fruibilità della città.
Mi auguro che non si debba arrivare alla costituzione di Comitati
di genitori, che il sabato sera impediscano che i propri figli siano
fatti oggetto di aggressione e che muniti di ramazza puliscano e rendano
vivibile il proprio quartiere.
F.R. Cosenza
Ore 13,00 Via de Rada “L’inferno”
Traffico paralizzato, polizia municipale inesistente, i camion da
cantiere, carichi di terra senza le dovute protezioni o telonature,
che lambiscono auto, padri, madri, nonni e bambini, i quali terrorizzati
cercano scampo tra le auto parcheggiate in disordine. A quell’ora
Via de Rada assume l’aspetto di un girone infernale, la scuola
a quell’ora si svuota le strade diventano una sorta di incubo.
Non siamo in periferia siamo in pieno centro, eppure sembra un posto
dimenticato da tutti, cani randagi, residui di notti brave, bottiglie
rotte, siringhe, batterie d’auto ed erbacce invadenti. Possibile
che non possa essere regolamentato il traffico in concomitanza dell’uscita
delle scuole? Possibile che nessuno regolamenta l’uso delle
strade agli autocarri che imbrattano di fango tutto, che vanno, vengono
e manovrano senza il minimo rispetto neanche della segnaletica? I
palazzinari cosentini “Uber Alles”, era appena finito
lo scempio ed il disagio per il palazzo in costruzione proprio davanti
la scuola ed ecco aprirsi un altro cantiere, poco distante. Ma i danni
sociali chi li paga? Strade dissestate, voragini aperte, fango che
invade l’intero quartiere, rischi personali e di intere scolaresche.
Invitiamo la Giunta comunale ed il comandante della polizia municipale
a presenziare a questo orrendo spettacolo. E’ in atto in questo
momento la raccolta di centinaia di firme per richiamare l’attenzione
degli amministratori su questa parte della città.
Il costituendo comitato di cittadini di Via de Rada
Che fine ha fatto il supporto ai
disabili nelle scuole?
Assistenti per l'autonomia e la comunicazione (assistenti ad personam
- art. 42 e 44 DPR 616/77; art. 13 comma 3 Legge 104/92 - per alunni
diversamente abili in situazione di gravità): sono queste le
figure che dovrebbero essere assegnate alle scuole, a supporto degli
alunni, per realizzare una reale integrazione. Dall'operazione "Equipe",
leggo che ben 124 milioni di euro sono stati distratti o utilizzati
per assumere "cuochi, autisti, addetti alle pulizie", chissà
mai in base quale criterio: clientela? Amici? Parenti? Benefattori?
Portatori/procacciatori di voti? la cosa grave non è tanto
il danno erariale, quanto quello che è stato perpetrato nei
confronti di soggetti deboli, a cui è stato negato un diritto
fondamentale e la Legge 104 è LEGGE DI TUTELA DI UN DIRITTO
sacrosanto.
Ricordo alcuni precedenti: persone assunte per la dispersione scolastica
che hanno fatto capolino nelle scuole (specie quelle delle aree a
rischio microcriminalità e del disagio economico-sociale),
per poi sparire negli uffici...erano stati assunti per la "dispersione"
e sono diventati dei "desaparecidos" loro stessi, almeno
per le scuole!
Con la truffa alla 488 ad Amantea
non c’entro niente
Sul vostro sito www.nuovacosenza.com sono apparsi, in data 4 gennaio
2006 due articoli rispettivamente titolati: "Scoperta ad Amantea
dalla finanza una nuova truffa. Sequestrato un capannone deserto.
Bloccati in tempo finanziamenti per 3,5 milioni di euro. Arrestate
tre persone." e "Contributi per imprese fantasma. La GDF
blocca in extremis ultima tranche si 3,5 mil."
Nel corpo degli articoli la mia persona è stata indicata non
solo tra gli arrestati ma anche come facente parte di "una vera
e propria associazione a delinquere dedita all'organizzazione di frodi
ai danni dell'Erario.che si era specializzata nel settore delle truffe
finalizzate a percepire indebitamente i contributi statali. nella
quale ognuno rivestiva un compito specifico.il direttore della finanziaria
sanmarinese, tramite operazioni finanziarie fittizie, doveva far risultare
la presenza di capitali che in realtà erano solo cartolari
e doveva poi far sparire, attraverso operazioni finanziarie con operatori
finanziari della Repubblica di San Marino, i fondi percepiti".
Fin dall'inizio ho fermamente proclamato la mia innocenza e, in breve
tempo, la Magistratura di Brescia ha potuto smantellare il castello
di accuse costruito nei miei confronti dalla Procura di Paola, riconoscendo
la mia assoluta estraneità a tutti i reati contestati. Già
dal 14 febbraio 2006, comunque, il Tribunale del Riesame di Catanzaro,
in accoglimento del mio ricorso, non solo mi ha rimesso in libertà
ma ha, altresì, escluso la mia partecipazione a qualsiasi associazione
per delinquere. Il processo, trasmesso nel marzo di quest'anno, alla
Procura della Repubblica di Brescia, per incompetenza territoriale
della Procura di Paola, è stato definito, nei miei confronti,
con decreto di archiviazione emesso il 28 settembre 2006 dal Giudice
delle Indagini Preliminari Dott. Pierazzi, che ha accolto in toto
la richiesta di archiviazione formulata dal P.M. Dott. Reggiani.
Paolo Conti - Milano
A proposito della scuola islamica
Gentile Direttore,
senza alcun dubbio, la scuola islamica di Milano avrebbe dovuto, prima
di aprire, munirsi delle necessarie autorizzazione. Sono un'addetta
ai lavori (per così dire) e so bene che si richiede al Dirigente
Scolastici competente per territorio un'autorizzazione, fornendo tutta
la documentazione, inclusa quella del nullaosta del Comune, planimetrie,
certificati d'igienicità, ecc. Ma il punto non è questo:
oggi l'hanno chiusa perchè non in regola con la normativa antincendio.
Se questo è il motivo, quasi tutte le scuole italine, Statali,
autorizzate, parificate andrebbero chiuse, eppure continuano a funzionare
regolarmente. Un solerte magistrato, emanò qualche tempo fa
il dispositivo di chiusura di alcune scuole, in provincia di Reggio
Calabria, e poi fu costretto a farle riaprire: dove trovare i locali
idonei, gli edifici in regola per garantire il diritto all'istruzione?!
Non ce ne sono o sono poche. Gli Enti locali competenti a fornire
gli edifici (Comune per Scuole del I° ciclo d'istruzione, infanzia,
primarie e secondarie di I grado, Province per lesecondarie di II
grado) hanno ottenuto l'ennesima proroga per la messa a norma della
Legge 626, che comprende l'approvazione del progetto da parte dei
Vigili del Fuoco, quindi per l'antincendio. Allora è solo un
escamotage, anche ingenuo, la decisione di chiudere la scuola islamica.
Resta aperto il dibattito sull'integrazione tra culture, mondi, religioni,
PERSONE, ma ci sono moltissime scuole cattoliche che funzionano e
che tolgono il nullaosta all'insegnamento a docenti dovorziati, ad
esempio. So di un'insegnante cui è stato revocato il nullaosta
(mi riferisco ai docenti di religione cattolica, che senza non possono
insegnare!), perchè non aveva iscritto la figlia ad una scuola
cattolica, dichiarando di essere laica. Ma laica non significa "libera"?!
Credo non ci sia al mondo una parola con un significato più
nobile, profondo, di valore universale. Io sono laica e proprio per
questo rispetto tutte le religioni e, naturalmente, la legge italiana:
la scuola islamica deve funzionare secondo regole, programmi, norme,
ma i genitori dei bimbi hanno libertà di scelta, nell'ambito
di regole, programmi, norme. Certo mi preoccupa la chiusura mentale,
il volersi rinchiudere in un recinto, da cui escludere gli "altri".
Questo discorso vale per tutti, senza "noi" e "loro".
Mi fa paura l'integralismo, in cui possiamo cadere tutti, magari dinanzi
all'immagine delle "torri" che crollano, le donne in bourka,
le esecuzioni pubbliche, l'idea che uno stato, anche lontanissimo,
sia "teocratico", quanto più lontano dal concetto
di democrazia.
Loredana - Cosenza
Calcio a Cosenza: Dov'è la
verità
Dov’è la verità ? Ho letto tre o quattro volte
la lettera inviata da Sergio Crocco a Valter Leone per cercare di
capire cosa sia successo veramente in quest’ultima estate. Purtroppo
non ho molti mezzi per conoscere la verità, se non quello di
usare la mia testa per leggere tra le righe, per ascoltare i silenzi,
per dubitare delle evidenze. Ho da poco compiuto 44 anni e mio padre
mi portava al S. Vito da quando ne avevo 5, anche se il primo campionato
che ricordo, guarda caso, è quello di serie D, annata calcistica
’74-’75, quella dei Codognato, Canetti, Pantani e Villa,
il campionato dei record, 17 vittorie in casa su 17 partite, miglior
attacco e miglior difesa, ma anche tanti scioperi dei calciatori per
ottenere le spettanze dovute, le collette dei tifosi, allora era ancora
possibile con pochi spiccioli ridare serenità ai calciatori,
oggi c’è invece chi pretende, solo perché si è
in serie D, di poter sostenere il Cosenza con lo stipendio di impiegato
statale o con gli introiti di una pizzeri a, i famosi “dirigenti
tifosi”, quanta presunzione e pressappochismo.
Non sanno che dopo l’avvento del DL. 485 del 96 e di Berlusconi
il calcio non si gestisce con la liquidità ma con la capacità
di gestire debiti, fiducia sul mercato finanziario e vorticosi affari.
Gli stessi “dirigenti tifosi” che prima pretendono una
squadra “ammazzacampionato” e poi per coprire l’inadeguatezza
di una loro utopistica proposta di presidenza del Cosenza, accusano
Intrieri di pagare troppo i calciatori e che sarebbe meglio partire
dall’eccellenza. Quanta voglia di protagonismo, quanto egocentrismo,
quanta cattiveria in queste “parole, opere e omissioni”.
Ho visto da allora circa 32 campionati dalla D, appunto, alla B, sfiorato
la A con il palo di Lombardo, la pugnalata di Maini, l’autogol
di Marino, le liti Pagliuso – Lorè, ho cercato di trovare
la via maestra, ma capendo che alcune cose erano più grandi
di me, altri come il mio mentore, il prof. Osvaldo Pieroni, che ha
fatto la guerra in Africa, ha abbandonato la lotta perché minacciato,
giornalisti come Milicchio e Carchidi hanno pagato in malo modo il
loro affetto per il Cosenza.
Ma ancora qualcuno in questa città si meraviglia che possano
accadere fatti così deprecabili, una città al dissesto
finanziario, dove emarginazione e povertà imperano, dove dilaga
la criminalità strisciante, dove comanda la massoneria di bassa
lega, dove manca l’acqua da sempre, dove crollano gli stadi
e le strade, “dove non sono aperti i bar di domenica”
!!!
L’unica città dove lo sport non è importante,
in una decina di anni abbiamo perso la B di calcio, la B di basket
e pallavolo, dove per concedere un contributo alla Pallanuoto Cosenza
da parte degli enti locali è dovuto intervenire il presidente
della FIN, umiliandoci con il suo accorato appello, senza il quale
la società, dopo anni di sacrifici, non si sarebbe potuta iscrivere
all’agognato campionato di A1, ecc, ecc, ecc, per stupirsi di
queste cose si deve essere cretini o collusi.
Una storia quella del Cosenza calcio, a ben vedere, con un “encefalogramma”
piatto, con qualche picco in alto e in basso, ma fatta soprattutto
di difficoltà finanziarie, basta leggere i libri di Vincenzo
d’Atri o Federico Bria per vedere che non è passato anno
in cui non si è dovuti ricorrere a stratagemmi per ripianare
dai debiti le casse sociali. Se un difetto hanno i tifosi è
quello della memoria corta, basta sbagliare un gol ed immediatamente
le glorie diventano brocchi, allo stesso modo oggi dimenticano che
non c’è stato Presidente che non sia stato contestato.
Tra questi, addirittura, l’avvocato Caratelli, costretto a dimettersi
perché dopo cinque giornate e prima del derby con la Reggina
il Cosenza aveva solo un punto in classifica, per passare a chi ha
portato al dissesto finanziario la società, così fu
nel 94-95 quando al posto del Cosenza, nei calendari, comparve una
fatidica e infamante X, spuntata fuori dal cilindro di una gestione
irresponsabile e
fallimentare c on punte di truffa (denuncia della Figc contro il Cosenza
per le false ricevute Irpef) dell’allora Presidente Lamacchia,
gestione ereditata dalla proprietà precedente di Serra e co.
e tamponata da quella futura di Pagliuso, “è morto il
Re, viva il Re”.
Pagliuso, l’ultimo Presidente del Cosenza calcio 1914, il suo
“regno” è durato 8 campionati, tra una mancata
promozione in A e una retrocessione in C, tra decine di contestazioni
e tentativi di ripianare i debiti, arrivati pare a 50 mld di lire,
con un condono mai più sfruttato. Un rapporto di odio-amore
con questo focoso Presidente accusato di crimini inauditi da una magistratura
e assolto da un’altra, ma soprattutto condannato da una metà
dei tifosi rossoblu. Sta di fatto che tra contestazioni, debiti, presunte
minacce e truffe ecc. si arriva al fallimento del Cosenza calcio 1914,
si susseguiranno decine di Presidenti tutti con il peccato originale
“non sanno vincere” e con un denominatore comune, l’insoddisfazione
dei tifosi. L’ultimo è Intrieri, oggetto delle mie perplessità,
non tanto l’uomo, ma il rapporto instaurato con la parte “nobile”
del tifo cosentino, quella parte che in questi giorni, dopo il ritorno
di Pagliuso, qualcuno ha già esautorato affermando che “il
tifo cosentino è stato sempre e solo quello della tribuna B”.
Intrieri, è stato l’unico Presidente del Cosenza inneggiato
dagli ultrà, l’unico Presidente invitato a cantare sotto
la Bergamini, sembrava uno di loro. Logorroico con i suoi tifosi forse
perché qualcuno si lamentava di non avere avuto contatti con
le proprietà precedenti, sicuramente egocentrico, ma anche
lui con il peccato originale. E si sa quando le cose vanno male si
aprono facilmente battaglie tra fratelli. Piuttosto che rinsaldare
le fila contro il nemico comune, si cercano le ragioni della sconfitta
al proprio interno e ci si combatte l’un l’altro.
Metà tifo dalla sua parte, l’altra metà acerrimanente
contro, ma più che combattere Intrieri è sembrato combattessero
l’altro modo di vivere il tifo, uno scontro generazionale tra
chi è legato a fantasmi del passato e chi vive il futuro come
un sogno, i colori delle curve contrapposti al grigiore delle tribune,
uno scontro virtuale tra sudditanza e partecipazione , tra compromesso
e trasparenza, tra doppiezza e lealtà. Un Presidente cha ha
separato il modo di fare giornalismo in città, da una parte
giornalisti e opinionisti scrupolosi come non mai, forse se avessero
avuto il coraggio di farlo prima avremmo evitato i disastri in cui
siamo incappati, tanto decisi a trovare delle magagne fino ad arrivare
ad inventarsele, tanto avvelenati che è veramente difficile
pensare che lo facciano per salvaguardare gli interessi della squadra
della città, ma piuttosto per colmare adolescenziali carenze
affettive o calmare bollori da zitella inacidita. Altri cosiddetti
bacchettatori, pronti sempre a salire sul carro del vincitore, a ingigantire
i propri meriti e occultare le proprie topiche, altri che si nascondono
dietro una prolissità incantatrice e incosciente teatralità
tanto da rimanere essi stessi vittime della loro confusione mentale
e costretti ad appigli vetrosi.
In base a questa “linea editoriale” molti allenatori a
Cosenza sono stati sbeffeggiati sol perché rei di essere lontani
anni luce sia professionalmente che intellettualmente da alcuni professionisti
della penna locali, cosi Scoglio (u prufissuori), Mondonico (u mbriacuni),
De Biasi. C’è chi ha avuto il coraggio di criticare Zaccheroni
e Mutti e oggi Zunico, reo di essersi immolato alla causa del Cosenza,
senza di lui la squadra avrebbe già dei punti di penalizzazione,
ma qualcuno qui lo addita come vile traditore di non si sa quali valori
morali, forse di quelli che muovono i loro biechi interessi, la panchina
e la poltrona su cui avrebbero voluto sedersi. Dall’altra parte
giornalisti che registrano gli accadimenti, informano, rendono conto
alla città senza mai inviperirsi, voglio fare un nome su tutti,
Franco Rosito, da lui sempre le giuste critiche, cosiddette costruttive,
mai offensivo, ma intelligente indagatore, riflessivo commentatore,
rispettoso ma pungente, ce ne fossero. In questo quadro dantesco appare
tutto chiaro !!!, Intrieri è l’ennesimo Presidente che
ha fallito a Cosenza, molti dicono per sua incapacità, altri
per sua volontà, perché non aveva più le capacità
economico-finanziarie per sostenere campionati di vertice, quali quelli
che spettano di diritto ad un Cosenza in quinta serie. Io invece penso
che tutto si può imputare ad Intrieri tranne di non saper fare
un piano d’impresa (tradotto per alcuni, far di conto), mi sembra
strano che abbia fatto notevoli investimenti per poi accorgersi d’un
tratto di non avere più i soldi per sostenerli.
La storia sta per ripetersi, ma i soliti noti dimenticano sempre,
siamo di nuovo alle porte di un ennesimo cambio societario, non si
conosce nemmeno il nome e chissà perché tutti credono
che il prossimo Presidente riuscirà a soddisfare le aspettative
dei tifosi. Si dice, “sarà certo meglio di Intrieri”,
e cosa ci da questa certezza ? e se arrivasse qualcuno che ha già
barattato la vendita dei migliori giocatori ? ah poveri noi. Avvertiamo
comunque i nuovi proprietari che se vogliono avere successo in questa
città dovranno distribuire ciucciotti in larga quantità
presso alcune redazioni giornalistiche, inserire in società
famosi opinionisti manager che potrebbero organizzare al meglio la
loro società e avvocati che conoscono sempre in precedenza
come finiscono i processi e i campionati del mondo di calcio, qua
e la qualche dirigente tifoso, scegliersi allenatori e direttori esclusivamente
di area tecnica, spartirsi la torta con qualche boss della zona, procurarsi
bavagli e cerotti in occasione di interviste televisive o radiofoniche,
avere in cassa una decina di milioni di € per soddisfare la fame
della piazza, perché Cosenza è una città che
non crede negli abbonamenti e nelle sponsorizzazioni, che troveranno
solo se pubblicizzeranno la propria azienda, “oliare”
bene Pughellini se vorranno avere arbitraggi attenti e chissà,
con qualche accorato appello dello stesso, avere anche qualche “soldino”
dagli enti “caserecci”, e forse avremo finito di rincorrere
Presidenti vincenti.
Pronti via, si riparte, “è morto il Re, viva il Re”.
Davide Franceschiello
PS:Vorrei ringraziarla per lo spazio concessomi in altre occasioni
sul suo giornale, è importante avere la possibilità
di dire la propria, specie per chi era abituato, come me, ad esporla,
pubblicamente, in prima persona. La ringrazio anche perchè
dimostra di non nascondersi dietro censure che arresterebbero il processo
di divulgazione democratica dei fatti in questa città. A volte
non sono tenero con alcuni giornalisti, ma viva Dio, credo che anche
voi sbagliate e sia giusto potervi criticare non scadendo in offese
personali e comunque assumendosi in prima persona la responsabilità
di quanto viene detto.
Tristezza autunnale, anzi....perenne!
Gentile Direttore,
percorrendo il marciapiedi nei pressi della mia abitazione, riflettevo
sulla lettera di Luigi: città triste, città insultata,
trascurata, sporca. Delle tubature di servizi non meglio identificati
fuoriuscivano dalla pavimentazione, accanto a buche lasciate aperte
da anni ed anni, alberi non potati, tristemente deformi (a proposito
di tristezza), letti di foglie secche che con la pioggia diventeranno
uno strato scivoloso. Credo di avere visto pochissime volte nella
Piazza (Caduti di Via D'Amelio) spazzini/operatori ecologici o vigili/polizia
urbana. Provocatoriamente mi verrebbe di scrivere agli amministratori
che, essendo dirimpettai di Rende/Roges/Parco Robinson, ci converrebbe
chiedere "asilo politico" alla città limitrofa...visto
che sembra non facciamo parte di Cosenza (abbandono totale: buche
che sarebbe riduttivo definire "voragini", alberi, mancanza
di controllo, di cura, una strada inaugurata in pompa magna che ha
ceduto miseramente in pochi giorni...non è che era la stessa
ditta che ha operato così bene sul Viale Mancini ex Parco ad
averla realizzata?). Forse siamo una zona franca e non lo sapevamo....però
se siamo "zona di confine" non riconosciuta da alcuna municipalità...come
mai dobbiamo pagare ICI e quant'altro?! Dubbio amletico: "Siamo
o non siamo in territorio di Cosenza? Siamo o non siamo in territorio
grigio?!". Ultima considerazione amarissima (che non fa benissimo):
è una questione culturale...oppure l'interesse di chi ci amministra
è tutto rivolto alla cementificazione selvaggia che ricorda
il film di Rosi "Mani sulla città"...cavolo?! Sono
passati decenni, addirittura un secolo (più o meno, almeno
culturalmente parlando) ed ancora "i sordi fannu vena a luc'i
l'uacchi e ra vista ari cicati"...che però ci vedono benissimo....pecunia
non olet...anzi, profuma di potere!
Lettera firmata - Cosenza
Cosenza, città triste...
Caro direttore, scrivo perchè vi reputo un megafono sulla
mia cara città... sono appena rientrato dal solito giro scaccia
pensieri fatto nelle viscere di Cosenza e ho notato di quanto sia
diventata triste la mia città... sembrano secoli i tempi d'oro
di qualche hanno fa quanto si gridava al miracolo del sud... strade
piene di buche, locali chiusi, lavori incompiuti, poche attrazioni,
poco lavoro, criminalità in aumento sopratutto in periferia,
monumenti lasciati a se stessi... manifesti fatti in casa di gente
che chiede aiuto per l'acqua... manifesti fatti dall'opposta fazione
che evidenzia lo stato depressivo che sta attraversando Cosenza...
la gente che cammina a testa bassa... nessuna iniziativa comunale
per invasioni o altri eventi... caro direttore... le parole spostano
le montagne... i fatti dimostrano di che pasta è fatta certa
gente che magari si consola ingrossando il conto in banca ma alla
fine, dite a questi signori... che di loro non si ricorderà
nessuno... ma a certa povera gente... questo "in vita" non
gli interessa, però mi piace immaginare un loro ripensamento
nell'aldilà... dove si sentiranno esseri comuni, senza il loro
macchinone, senza la loro mega villa e sopratutto senza che nessuno
si ricordi di loro... vergognatevi... parolieri con il naso lungo...
speriamo che arrivi un grande uomo che sotterri la vostra vita veniale
che vi ha dato la possibilità di restare nella storia... ma
non ne siete ne degni.. ne capaci...
Con affetto verso la mia città
Luigi - Cosenza
Aviosuperficie di Scalea
In merito all'aviosuperficie di Scalea, mi piacerebbe comprendere
se questa sia al momento utilizzata e se, perlomeno, in prospettiva
si preveda di poterla utilizzare, magari per voli charter e non solo
per i chessna di qualche riccone. In caso contrario, visto che i fondi
per la costruzione sono stati anche versati dagli enti pubblici, apparirebbe
quanto meno strano il poter sostenere che i ritorni dell'investimento
saranno cospicui per il territorio se solo in pochi potranno arrivare
con l'aereo atterrando a Scalea...
Dell'aviosuperficie peraltro si fa appena cenno sul Piano provinciale
dei Trasporti: mica male per un'infrastruttura di cui si parla da
20 anni...
Grazie mille,
Lettera firmata –Torino
Egregio Lettore, giriamo la sua richiesta nelle lettere al Direttore,
sicuri che chi di competenza saprà rispondere.
Totale insoddisfazione dei pazienti
dell’AO di Cosenza
Gentile Direttore,
in un servizio trasmesso ieri dal TGRegione, il Direttore dell'Azianda
Ospedaliera di Cosenza comunicava che saranno distribuiti a 2000 utenti
(pazienti o clienti, nella traduzione dall'Inglese, ma davvero ci
vuole PAZIENZA!) dei questionari per misurare il grado di soddisfazione,
riguardo al personale, servizi e quant'altro, di coloro che hanno
fruito delle cure e prestazioni nel nosocomio cittadino(purtroppo
e per loro sfortuna). Immediatamente dopo, il TG1 ha mandato un servizio
analogo, ma, essendo "NAZIONALE", ha riferito di dati già
acquisiti, poichè l'indagine era stata fatta sistematicamente
e ripetuta per più anni.....come dire, noi arriviamo sempre
in clamoroso ritardo. Se dovessi rispondere al questionario, mi dovrei
allineare ai dati nazionali: al Sud la situazione è drammatica,
personale, servizi, liste d'attesa che sarebbe eufemistico definire
da terzo mondo. Per esperienza personale, darei uno "0",
quindi, insoddisfazione totale.
L.C. – Cosenza
A Dipignano non c’è
la linea ADSL
è una vergogna che a 4 km da Cosenza, precisamente a Laurignano
(frazione di Dipignano) non arriva l'adsl. La linea , a molte zone
lontano da Cosenza e’ arrivata. Secondo me lo fanno apposta
per fare pagare bollette salate! Sono 5 anni che dicono che a giugno
arriva…. ma di quale anno?
Lettera firmata - Dipignano
Trasferimenti interprovinciali insegnanti
di ruolo
In Calabria - come in tutta Italia - i concorsi della pubblica istruzione
avvengono regionalmente. In Calabria per il concorso a 47 posti (matematica
) sono stati immessi in ruolo 120 docenti sparsi in tutte le province.
Dopo cinque anni, trasferimenti? ...solo uno.
Avviene così che i trasferimenti, secondo una norma non nota,
possono avvenire solo se il posto e' libero sin dall'anno precedente.
Neanche come in Trenitalia dove un passeggero scende a Napoli e a
Napoli il posto e' libero per un altro viaggiatore. Nella pubblica
istruzione non c'e domanda e offerta on-line. Il ministero non avrebbe
il software adatto. E cosi'.come si puo' suggerire al ministro che
se ne avvantaggerebbe oltre che la scuola anche le tasche di spesa
del ministero e dei docenti.
Franco Lonetti - Rende
Intitolare una strada a Peppino
Mazzotta
Si approssima l'anniversario della morte dell'Avv. Peppino Mazzotta
ed ancora nessuna strada di Cosenza ricorda il suo nome né
il suo titolo ed il prestigio che egli ha saputo rendere a quel titolo.
In una città dove ormai tanti Avvocati si danno alla politica
Peppino Mazzotta ha saputo dare tanto alla politica. In una città
dove la politica ha troppo bisogno di Avvocati Peppino Mazzotta ha
saputo essere un Avvocato facendo politica. Crediamo che un concittadino
come Peppino Mazzota - unanimemente compianto per l'esempio, lo stile
ed i valori che hanno distinto la sua vita e la sua attività
professionale - abbia pieno titolo, se non quasi il diritto, a vedere
intitolata a suo nome una strada od una piazza nei pressi del Tribunale
di Cosenza continuando, anche nel ricordo toponomastico, la migliore
tradizione del Foro cosentino. L'Associazione Sinistra Urbana di Cosenza,
interpretando le sollecitazioni di tanti cittadini che hanno conosciuto
ed apprezzato Giuseppe Mazzotta, chiede che il Consiglio Comunale,
nel ricordare debitamente l'anniversario, voglia adoperarsi in tal
senso certa che non mancherà l'attenzione e la sensibilità
su tale richiesta.
Associazione Sinistra Urbana – Cosenza
In pensione i semafori di Piazza
Cappello?
Gentile Direttore,
GRAZIE!
Qualche giorno fa Le scrissi segnalandoLe il problema dei semafori
spenti e vigili assenti all'incrocio della sopraelevata, miracolo!
Questa mattina due baldi vigili dirigevano il traffico proprio lì
all'incrocio. Speriamo solo non sia stata una breve comparsa e che
restino almeno fino al ripristino dei semafori. Non voglio approfittare
di Lei ma visto che funziona chissà se il miracolo avviene
pure per l'incrocio non meno caotico di P.zza Cappello (non funzionante
da una vita.....)
Saluti e grazie ancora
S.C. - Cosenza
Cosenza Calcio: O si vince,o si
muore.
È voce fondata che se alla 5a giornata di campionato il Cosenza
non sarà primo in classifica ci sarà un'invasione di
campo. L'intento è stato manifestato anche durante lo scorso
incontro tra il Sindaco Perugini ed il Presidente Intrieri al cinema
Italia e ribadito durante le ultime prestazioni della squadra. Intanto
vorrei chiedere a coloro che hanno questo proposito che diritto hanno
di negare tante giornate di sport a quanti non la pensano come loro,
non sarebbe più democratico non recarsi più allo stadio?
Si esprimerebbe un dissenso più condivisibile e civile e quantificando
il malumore, in caso di clamorosa astensione, ottenere gli stessi
risultati, dato che una squadra senza tifosi non ha motivo di esistere
sul proscenio del calcio. Ma poi siamo sicuri che continuare a mantenere
questo clima di tensione sui giocatori possa portare a risultati soddisfacenti
per la tifoseria ? Semmai è vero che i migliori risultati sportivi
si ottengono in ambienti sereni, dove tutto è programmato,
dove società, istituzioni, tifosi e giornalisti remano nella
stessa direzione, laddove invece regna nervosismo e pressappochismo,
smania di risultati, si rimane in fondo al baratro. Forse qualcuno
ha dimenticato come furono fatali, per l'esito del campionato scorso,
i punti persi a tavolino per l'invasione di Eboli. Mettiamo da parte
frustrazioni personali, incomprensioni e malumori e cerchiamo di vivere
il calcio per quello che è, una festa, un incontro tra amici,
le rivincite personali e i riscatti sociali arriveranno da soli con
il tempo. Tra l'altro sarebbe inutile aspettare la fatidica 5^ giornata,
perché visto il calendario che la Lega dilettanti ci ha assegnato
(per chi non lo conoscesse, il Cosenza incontrerà proprio nelle
prime cinque giornate le due squadre favorite, Neapolis e Siracusa,
l'outsider Adrano, e avrà il derby a Castrovillari) i "lupi"
difficilmente saranno in testa alla classifica in questa 1a fase del
torneo. Purtroppo i nemici del Cosenza sono altrove, mentre in città
continuiamo a farci male da soli. I nemici sono quelli che hanno creato
un calendario ad arte per favorire, come in passato il Sorrento, il
Siracusa. Non si è mai visto che una squadra testa di serie
(il Cosenza nel campionato precedente è arrivato terzo, prima
del Siracusa, battuto anche ai play-off) possa aprire il campionato
con due scontri diretti nelle prime tre giornate e per giunta fuori
casa.
Cominciamo a lottare uniti contro chi ci vuole seppellire in serie
D e agli ultras dico,:"per favore non cantate più il motivetto
"si nun saglimu vi minamu", anche la scaramanzia ha una
sua valenza nel mondo del calcio".
Davide Franceschiello.
Semafori spenti
Percorrendo tutte le mattine il lungo tratto della sopralelevata
ho notato che da diverso tempo i semafori dell'incrocio principale,
della strada proveniente dalla 19bis, delle due strade a dx che portano
a Via Pasquale Rossi e Piazza Europa, sono non funzionanti da diverso
tempo. I vigili urbani assenti il caos delle auto all'incrocio è
incontrollabile, auto che sbucano a velocità sostenuta da tutte
le parti , è possibile ripristinare la funzionalità
dei semafori visto che ci sono, prima che.........?
Grazie e saluti
S. C. - Cosenza
Dal Canada preoccupati per Cosenza
senz’acqua
Egregio Direttore.
E` la seconda volta che mi permetto di scrivere, la prima volta circa
l'atletica leggera a Cosenza. Sono stato in Italia questo anno per
le vacanze estive, Luglio e Agosto, e sono stato A Cosenza per tutta
la durata di Agosto. Mi vergogno di dire che sono un " Cosentino
". Con Mia moglie, a turno, ci alzavamo alle 6:00 per raccogliere
un po` di acqua per poterla poi usare durante la giornata. La mia
casa in Via Telesio e al terzo piano e devo dire che si facevano i
salti mortali per avere un po` di acqua, la pressione non era sufficiente
e spesso volte si chiedeva agli abitanti del primo e secondo piano
di chiudere i loro rubinetti per farsi` che la pressione aumentasse
un pochino. Siamo al 2006 e ancora la situazione penosa dell'acqua
a Cosenza non si e` risolta. Quanto tempo bisogna ancora aspettare
perche` Cosenza si possa mettere alla pari delle altre citta` d'Italia.
Ho lasciato Cosenza il 2 Settembre con nostalgia; Mia sorella che
abita a Cosenza mi dice adesso che C
osenza e` addirittura senza acqua da tre giorni e quando arriva e`
per mezza ora. E parliamo del Terzo Mondo. A proposito, mia sorella
mi accennava ad un fatto veramente curioso. Lo scorso Sabato a Piazza
Loreto durante una manifestazione musicale si chiedevano offerte per
costruire un "pozzo", ha letto bene un " pozzo"
in Africa. Cose che succedono solo in Italia. Un altro motivo di questa
lettera e` la presenza delle zanzare, anche di quelle del tipo "
tigre ". Mia moglie e` dovuta ricorrere al dottore. Come mai
non si e` disinfettato Cosenza? forse la spesa della disinttazione
delle zanzare era superioe a quella dei topi che circolano liberamente
a tutte le ore della giornata incluso la " zona pedonale ' di
Corso Mazzini?
Come si puo` dare colpa ai " vacanzieri " se Cosenza non
offre nulla? Cosentini svegliatevi, scrivete a tutti i giornali nazionali
e denunciate queste carenze, ricordatevi i nomi dei politici che oggi
governano e alla prossima elezione non votateli!
Spero Egregio Direttore che questa mia lamentela verra` pubblicata
e che altre si aggiungeranno alla mia in modo che Cosenza possa ritornare
quella di una volta: con tanta, tantissima acqua e meno zanzare.
Enrico Toscano
Toronto, Ontario Canada.
Cosenza senz'acqua??
......lo avevo detto tempo fa...invece dell'ospedale nuovo!!!! Il
nuovo sindaco pensi a risolvere questo problema...invece di dare aria
alla bocca per nulla!!!!!
Piero, cosentino a Modena.
La 488 ed il Difensore Civico.
Di certo l'estate calabrese non ha fatto mancare spunti sui quali
confrontarsi in nome della tutela dei diritti dei cittadini e utenti.
Se da un lato ricordiamo la brutta pagina della controriforma in tema
di pubblicazione sul BUR Calabria degli atti amministrativi della
Giunta Regionale e del suo Presidente, dall'altro abbiamo udito forte
il "tintinnare di manette" in materia di legge 488, che
ha risvegliato l'attenzione sul connubio perverso che da anni si è
instaurato tra imprenditori nel ruolo di predatori, politici quali
garanti del buon esito degli "affari", professionisti quali
architetti del raggiro e la criminalità organizzata che sovrintende
e non disdegna di arraffare la propria buona fetta. A ciò si
aggiungano le ormai ricorrenti polemiche sul destino dell'ex Jolly
Hotel, il cui abbattimento è da tempo il manifesto di amministratori
comunali a corto di idee sul destino cittadino, ma lesti a montare
la trita pantomima al solo scopo di distrarre i cosentini dagli annosi
problemi che hanno puntualmente ritrovato al rientro dalle ferie:
il traffico al collasso, il centro storico già collassato,
l'acqua che scarseggia come sempre, i rifiuti che fanno bella mostra
di se e che, in attesa di essere asportati, colgono l'occasione per
diffondere il loro caratteristico olezzo nauseabondo. E l'elenco può
essere arricchito a piacimento da quanti ancora amano la propria città!
Di fronte a tanto disprezzo dell'intelligenza e dell'infinita pazienza
dei cittadini calabresi e cosentini, non possiamo esimerci dall'opera
di denunzia, ma ancor più di proposta. Nel corso della campagna
elettorale cosentina Assoutenti Onlus ha proposto a tutti i candidati
a Sindaco un programma basato sui principi di semplificazione e trasparenza
dell'azione amministrativa, e di partecipazione e informazione dei
cittadini implicati nella richiesta dei servizi pubblici. Tra l'altro
è stata proposta anche l'attuazione dello Statuto comunale
con l'elezione del Difensore Civico, la cui utilità è
confermata dall'esperienza nei paesi anglosassoni - dove vanta, ormai,
una presenza ultradecennale - e nelle regioni italiane in cui è
stato istituito ormai da tempo. Infatti, i dati confermano che il
Difensore Civico rappresenta un riferimento sempre più richiesto
dai cittadini, quale strumento di mediazione tra la cieca burocrazia
e le esigenze della collettività, riuscendo spesso a stroncare
i conflitti sul nascere tra cittadino e Pubblica Amministrazione,
risolvendoli in tempi brevi. L'elezione del Difensore Civico, in ultima
analisi, oltre a costituire un atto dovuto da parte del Sindaco entro
sei mesi dal suo insediamento, comporterebbe l'allargamento degli
strumenti di partecipazione e di tutela nei confronti dell'amministrazione
comunale, rappresentando un forte segnale di svolta nei rapporti con
essa, volto a porre al centro dell'agire pubblico l'utenza e cancellando
quella sensazione avvertita dai più di trovarsi nello scomodo
ruolo di sudditi e non di cittadini.
avv. Pietro Romano
Presidente dell'ASSOUTENTI – ONLUS
Delegazione Provinciale di Cosenza
Cosenza e i suoi potenti... valgono
meno di zero.
Come accettare ciò che ha subito il Cosenza calcio in silenzio.
Come continuare ad essere umiliati ogni giorno da articoli sportivi
che fanno ridere e sopratutto degni di un torneo di azione cattolica.
E' palese che noi, abbiamo subito un torto... anche uno stupido capirebbe
ma forse, siamo meno svegli di uno stupido e sicuramente abbiamo un
esercito cosentino di potenti che badano solo ad altro, sopratutto
se quest altro può dare molto... allego ciò che ancora
oggi sta succedendo verso l'uomo che ci ha truffato (vedi
art.) per far notare che non è ancora tardi...
ancora si può far giustizia, anche se sono rassegnato... la
speranza è l'ultima a morire.
<<Genova. L'ex presidente della Federcalcio Carraro e il dirigente
Francesco Ghirelli (che compare in molte intercettazioni a colloquio
con Luciano Moggi) sono stati indagati dalla procura di Genova. L'ipotesi
avanzata nell'esposto, acquisito tra l'altro anche dalla procura di
Napoli, è che Carraro e Ghirelli si siano resi responsabili
di una falsa attestazione nel comunicato ufficiale della Federcalcio
sulla sentenza della Caf che nell'agosto 2005 confermò la retrocessione
del Genoa in C1.>>
Un soldato cosentino
Autovelox: minchia, signor Comandante!
Chi non ricorda la canzone di Giorgio Faletti: Signor Tenente, "correva"
l'anno 1994.
"Ed al chilometro 41 presso la casa cantoniera
Nascosto bene la nostra auto c'asse vedesse che non c'era
E abbiam montato l'autovelox e fatto multe senza pietà
A chi passava sopra i 50 fossero pure i 50 di età
Minchia signor tenente faceva un caldo che se bruciava
La provinciale sembrava un forno"
Comune di San Lucido, Polizia Municipale. Il giorno 17.07.06 alle
ore 11:54 in S.S. 107 altezza Km 7 + 600 direzione Paola ( è
il punto dove la SS 107 diventa a due corsie ) il conducente del veicolo
(il sottoscritto) circolava alla velocità di Km/h 61,00, superando
di Km/h 1.00 la velocità massima consentita nel tratto di strada
percorso ( limite di velocità Km/h 60). Minchia Signor Comandante!
La foto immortala: guidatore con cinture di sicurezza allacciate,
sul lato destro nessuno e due bimbi sul sedile posteriore con cinture
allacciate! Minchia!
Non farò ricorso davanti al Prefetto di Cosenza o il Giudice
di Pace di Paola, porterò 4290 monetine da un centesimo al
servizio tesoreria del comune di San Lucido, invito tutti i taglieggiati
che hanno superato il limite di un Km/h a fare la stessa cosa.
Paolo Apa, Cosenza
Grazie per quello che fate
Egregio Direttore,
io non conosco la storia editoriale del giornale da Lei diretto, ma
certamente posso trasmetterLe con forza, quanto mi abbia fatto piacere
trovarlo sul web!
E' vero ci sono altri modi per raggiungere l'informazione della nostra
provincia, a volte a pagamento, il che, Vuoi o non vuoi, scoraggia
tanti.
Invece grazie a Dio, (e a Lei)una volta incontrato nel web, il suo
giornale viene volentieri, molto volentieri sfogliato.
Sono un paolano che vive a Roseto C.S, in questo momento impegnato
nella missione di pace delle Nazioni Unite in Kosovo, quindi compredera'
benissimo quanto possa farmi piacere leggere le notizie della mia
provincia. Ahi me' pero'!!!
E che pensava, che tutto filasse liscio.........?
Due osservazioni:
1) Poco su Paola, la mia Citta' di origine!
2) Nulla su Roseto Capo Spulico, (CS) la mia Citta' di adozione!
Preciso: " non ho controllato tutto il (GRAN) materiale presente
nel sito", ma certamente sono certo che deliziera' i tanti miei
concittadini (sia di origine che di adozione) concedendo piu' spazio
a entrambe le realta' urbane di cui sopra.
Quindi la lascio ai Suoi certamente numerosi impegni convinto che
quanto prima pensera' a me!
BUON LAVORO
Antonio Marino
Caro Antonio, fa sempre piacere ricevere lettere come le tue,
ma soprattutto fa piacere conoscere uno dei tantissimi lettori che
grazie al nostro giornale si tengono aggiornati sui fatti della nostra
provincia e della nostra regione. Poi sapere che uno dei nostri connazionali
è impegnato in una missione di pace portando con se la bandiera
della Calabria è una doppia soddisfazione. Sia ben chiaro,
noi non adoriamo affatto la guerra ne ogni sua forma un cui si possa
esplicare, ma questo è un altro discorso. Tornando alle tue
richieste vediamo, per quanto possibile (la nostra redazione, in piedi
da soli due anni, è giovane ed ha bisogno di crescere) di poterle
esaudire nel nostro e nell’interesse di tutti. Costruire una
ragnatela di collegamenti non è semplice, ma ci stiamo provando.
Intanto ti facciamo i nostri migliori auguri per il tuo lavoro. Magari
al prossimo kossovaro che incontri gli dare un fiore da parte nostra
in segno di pace, chissà possa esistere, con un piccolo gesto
del genere, un mondo migliore. Grazie a te per la tua assiduità
nel seguirci
P.G.
Città infestata dalle zanzare
Caro direttore,
scrivo in merito a un problema che riguarda la nostra città
mai come quest'anno. E' scandaloso che non ci sia stato un minimo
di disinfestazione contro le zanzare in quest'anno in cui sembrano
si siano moltiplicate. Abito in Viale S.Cosmai nelle vicinanze del
fiume Campagnano ed è praticamente impossibile uscire senza
essere assediato da un mare di zanzare che puntualmente ci riducono
malissimo.E' possibile che i soldi per mettere lucine e musichette
ai monumenti del MAP ci siano e quelli per spruzzare un minimo di
medicinale siano irrecuperabili?
A meno che il sindaco e la giunta siano in vacanza su lidi dove il
problema delle zanzare non esiste...
Cordiali saluti.
Giuseppe - Cosenza
Mancano i marciapiedi davanti agli
uffici ETR “Carime” di viale Crati
Siamo un gruppo di dipendenti di Banca Carime ( residenti a Cosenza
) e segnaliamo la mancanza di un idoneo marciapiedi in adiacenza ai
due edifici Banca Carime - ETR di Cosenza - Viale Crati che ospitano
un gran numero di dipendenti. Ormai gli alberi di grosse dimensioni
ostacolano il passaggio lungo un tratto ristretto di passaggio pedonale
in condizioni pessime di manutenzione oltre che privo di piastrelle,
pieno di avvallamenti e pericoloso per le stesse persone che vi transitano.
Basta fare un rapido sopralluogo .... o forse il problema è
in corso di soluzione?
Seguono 32 firme
Gergeri è il bronx
Salve direttore volevo porre all'attenzione di molti cosentini che
si collegano a questo sito molto curato la zona di Gergeri che ormai
e allo sbando con i topi e la sporcizia a farla da padrone , forse
paghiamo poche tasse , forse piazza Fera e le altre zone sono più
importanti, certo che non si fa davvero una bella figura all'ingresso
di Cosenza europea vedendo questo squallido panorama e possibile secondo
lei trovare una soluzione insieme agli organi competenti se no il
comune dia a noi qualche taglierba che ci pensiamo noi
grazie e arrivederci
lettera firmata
Una coop per far rinascere il Cosenza
Egregio Direttore,
ho appena letto con rammarico dell'aggressione al Presidente dell'A.S.
Cosenza Gaetano Intrieri.
Indubbiamente un'aggressione vile che denota e fa chiaramente presumere
che Operatori della malavita organizzata vogliono condizionare il
calcio a Cosenza.
A questo punto un appello ai tifosi:A queste condizioni state lontani
dalla squadra,combattete,e semmai formate una nuova Società
Cooperativa che possa far rinascere il calcio a Cosenza.
L'altra cosa sarebbe quella di acquisire il vecchio marchio dai nuovi
proprietari e cercare imprenditori,anche non calabresi,che vogliano
investire nel calcio a Cosenza. Si potrebbe proporre l'acquisione
a Presidenti di grossi club di Serie A,per es. Moratti,per fare una
società satellite dalla quale lanciare i giovani nel mondo
del calcio.
Certamente se va via Intrieri il calcio a Cosenza è finito,anche,se,onestamente,in
questi due anni non ha fatto molto.
Un ultimo appello anche al nuovo Sindaco Perugini:salvi il calcio
a Cosenza,ma con gente nuova e affidabile che onestamente possa ridare
lustro al Cosenza calcio partendo magari,come detto sopra,dal titolo
del vecchio Cosenza 1914.
Cosenza amara
Tassista poco onesto
Ho telefonato per un taxi da casa mia ( p.zza santa Teresa) per la
Stazione di Cosenza da avere alle 5:20 del Mattino. Lo stesso taxista
che nelle vacanze di Natale aveva preso il giusto compenso cioè
15 euro applicando 5 euro di tariffa notturna, mi risponde stamane:
per il 3 agosto alle 5:20 - sono 20 euro, visto ch'è ferragosto!!!!
Ho così chiamato ad un secondo taxista (più onesto)
che ha chiesto i 15 euro. Invito altre persone a non accettare simili
ricatti solo perchè è agosto, si può cercare
altrove.
M.P. - Cosenza
D'accordo sulla verità ma
quelle sono menzogne
Gentile direttore Gatto,
ho appena avuto modo di leggere la sua replica alla lettera del Dott.
Franceschiello. In linea puramente generale, come spesso accade, mi
reputo d'accordo con quanto Lei ha scritto, anche se credo che credo
sia necessario sottolineare come quanto rappresentato ieri su "La
provincia Cosentina" non corrisponda assolutamente a verità
e sia puramente strumentale. Sono un tifoso rossoblù ed ho
partecipato al faccia a faccia organizzato dagli ultrà. Proprio
quell'amore per la verità mi spinge a replicare attraverso
questo spazio democratico che Lei ci mette a disposizione. Innanzitutto
gli ultrà hanno introdotto la serata chiarendo che quella sarebbe
stata la loro serata e che non gradivano intromissioni da parte di
nessuno. La presunta "aggressione" alla dott.ssa Perito
si è concretizzata in un invito, seppur estremamente animato,
a tacere evitando di interrompere chi stava parlando. Tali fatti e
circostanze li posso tranquillamente comprovare in quanto possiedo
il filmato dell'intera serata.
Alla bisogna ricordo che la deontologia professionale di un bravo
giornalista dovrebbe imporgli di essere terzo rispetto a fatti e persone
oggetto del proprio lavoro. Da accanito lettore dei quotidiani - locali
e non - posso tranquillamente testimoniare che questo principio, soprattutto
per quanto riguarda il calcio, viene spesso disatteso. Ricordo perfettamente
la linea editoriale di un certo quotidiano cosentino che si spese
per far rimanere a Cosenza Sossio Aruta che - "poverino"
- la domenica precedente aveva mostrato i genitali al pubblico del
San Vito. Ciò avvenne solo perchè il/la giornalista
in questione era amico/a personale del calciatore. Caro direttore,
reputa questa condotta adeguata alla professionalità di un
giornalista? Non vado oltre perchè questo fatto mi sembra oltremodo
rappresentativo. So' che lei è un "ficcanaso" amante
della verità e per questo pubblicherà la mia lettera,
che vuole solo rappresentare la verità dei fatti, in attesa
di un doveroso intervento da parte degli ultrà. Prima di porgerle
i miei migliori saluti, mi consentirà un doveroso forza lupi.
Davide – Cosenza
Caro Davide,
permettimi di darti del tu, Sono assolutamente convinto delle tue
buone ragioni, così come sono convinto del fatto che se si
continua di questo passo, e cioè cercando comunque di trovare
un capro espiatorio tra chi l’ambulanza non la guida ma racconta
del suo cammino, tutto e tutti diventeranno obiettivi di una battaglia
senza senso. Chi fa il giornalista, e non entro nel merito dei fatti
a cui ti riferisci e che menzioni nella lettera, ha il diritto dovere
di fare cronaca e raccontare quello che sente e che vede. Non solo
per offrire ai propri lettori la verità tanto bramata, ma più
volte abilmente adattata alle circostanze, ma soprattutto per non
entrare nella storia della vita che si racconta, modificandone i particolari.
Tutto è partito dall’articolo di Iole che ha scritto
quanto l’intervistato, il Presidente Intrieri, che se certe
volte non facesse esternazioni sarebbe un presidente coi fiocchi,
gli ha raccontato la sua verità in un incontro/ telefonata
(non so l’intervista come sia stata svolta). A me ora non interessa
analizzare quanto un giornalista o come un giornalista faccia o scelga
di fare il suo racconto, ma come un fatto venga utilizzato “da
ogni parte” a suo comodo. Il Presidente ha detto qualcosa che
era meglio non dicesse (non è la prima volta) e Iole ha scritto
quello che ha sentito, per amore della verità. Ora il problema
che si pone non è come, molte volte purtroppo, la passione
entra nelle cronache (sbagliatissimo, lo so, ma non siamo robot e
poi non mi sembra che in questo caso abbia cambiato la realtà
raccontata) , ma come il rapporto tra stampa, dirigenti del calcio,
tifosi e tutto l’ambiente si animi cercando di dividersi invece
di riunire. Non voglio buttare acqua sul fuoco, ne difendere, a prescindere,
i giornalisti. Chi fa la cronaca racconta quello che sente e che vede,
poi le interpretazioni e le opinioni, se ci stanno, saranno giuste
o sbagliate a secondo del momento e di chi le legge. Certo può
far male raccontare mezze verità piuttosto che dire tutte intere
ma la situazione non è rosea quanto sembri. In questo momento,
ogni polemica, a mio avviso, è del tutto inutile e dannosa.
Sta di fatto che la reazione alla battuta di Iole in sala è
stata spropositata. Il dialogo innanzi tutto. Il confronto è
quello che fa crescere tutti. In questo momento di “stintini
a mazzacorda” dovremmo tutti cercare di esser più freddi
e sopratutto cercare di ricompattare un ambiente che giorno dopo giorno
sta mordendosi la coda.
Pippo Gatto
Via Popilia a rischio incidenti
Lettera aperta al Sindaco Perugini.
Egregio Avv. Perugini, nel congratularmi e felicitarmi per la Sua
elezione, voglio ricordarLe un problema gravissimo di cui già
diverse volte è giunta segnalazione al Comune di Cosenza anche
da fonti ben più autorevoli della mia, ma alle cui voci si
è risposto con il silenzio e l'inattività. Pochi giorni
fa, di fronte agli Uffici dell'Agenzia delle Entrate e del Territorio,
in via Popilia angolo via Barrio, si è rinnovato l'ennesimo
rito pagano del Dio automobile, che, per poco non ha avuto l'ennesimo
tributo di sangue.
E' il terzo incidente in poco più di un mese, e i tre incidenti
hanno avuto intensità crescente, fino all'ultimo, di pochi
giorni fa, in cui una delle autovetture si è ribaltata !!!!
Non si sa come, ma non ci sono state vittime.
Poche parole, egregio sindaco, ma qualche fatto. Grazie.
Rallentatori, semafori, vigile, veda Lei cosa ci vuole, ma, possibilmente,
NON ASPETTIAMO IL MORTO, per poi intervenire (via degli stadi insegna.).
La ringrazio dell'attenzione che vorrà prestare a questa mia
breve, ma intensa.
Auguroni per il Suo mandato.
Giovanni Caputo
Segretario Aziendale
Confsal/Unsa/Salfi
per l'Ag. d. Entrate di CS
Per amore della verità,
invito tutti i tifosi del Cosenza presenti il 28 luglio c.a. al cinema
Italia, al confronto tra il Sindaco di Cosenza Salvatore Perugini
e il Presidente dell'AS Cosenza Spa Gaetano Intrieri, a protestare,
con qualunque mezzo lecito, contro le dichiarazioni del Direttore
della Provincia Cosentina Genevieve Makaping, la giornalista Iole
Perito e tutta la redazione sportiva del giornale per il falso e ingiurioso
articolo apparso sul sopra citato quotidiano in data 29 luglio 2006.
Falso perché nei confronti della giornalista Iole Perito non
è stata commessa alcuna aggressione, ma solo reclamato l'invito
a lasciare la sala perché rea di aver, in passato e a tutt'oggi,
mistificato la realtà degli ultimi accadimenti riguardanti
la squadra del Cosenza Calcio e il suo Presidente, rendendo il clima
attorno agli stessi insostenibile e intollerante.
Scrivere che il Presidente Intrieri "ha seminato tensione"
nella serata di venerdì è un'offesa alla verità,
di quella verità più volte negata a favore di biechi
interessi di mercato, nonché di antipatie personali e visioni
egocentriche che nulla hanno a che vedere con l'applicazione di quella
tanto decantata deontologia professionale che dovrebbe essere alla
base dei comportamenti etici e morali di un giornalista.
Ci consta che il Dott. Intrieri stava replicando a quanto sostenuto
dall'Avv. Perugini allorquando la signora Perito ha tentato, senza
che nessuno le desse la parola e con atteggiamento anche provocatorio,
di contraddire il Presidente rossoblù, allora e solo allora,
quando quest'ultimo stava cercando di chiarire l'equivoco venutosi
a creare con il Sindaco, che i tifosi cosentini, spontaneamente, come
tra l'altro è nella loro indole di ultrà, (tranne che
qualcuno ora ci voglia far credere che anche gli ultrà hanno
dei padroni) stufi della presa di posizione della Perito, le hanno
tolto la parola e invitata, con i cori tipici delle curve, ad uscire
dal cinema.
"Iene", "codardi", (gli ultrà possono avere
tanti difetti ma non certo quello di essere dei vigliacchi)"sottocultura
sguaiata e aggressiva", "gente ignorante" e nel vano
tentativo di affievolire i toni, ma completando il dileggio è
stato aggiunto "di gente che ignora".
Così, con parole di odio e disprezzo, com'è facile trovare
quando ci si rivolge a tifosi che non possono difendersi, si è
voluto portare la ragione della propria parte senza minimamente pensare
che in questo modo si è offesa l'intera tifoseria rossoblu,
facente parte di una città, così è scritto, "che
chiede un salto di categoria superiore", ma che, secondo il pensiero,
non troppo implicito, della signora Makaping merita la terza categoria
della civiltà.
Ancora una volta i poteri forti della città si uniscono e giudicano,
da quale pulpito, chi non ha mezzi e modi di difendersi e farsi rappresentare
e può usare solo la voce, magari le urla per farsi ascoltare.
Urla di rabbia quando non si è liberi di gridare agli altri
lo sdegno per situazioni create ad arte per irretire e soggiogare,
smontare quanto di buono si cerca di creare in una città all'eterna
ricerca di se stessa, della sua grandeur mai rivelata.
Nell'articolo si legge inoltre che "Iole aveva semplicemente
alzato un dito per intervenire nella discussione, così come
si conviene in ogni "libera" conferenza stampa", già,
libertà, e i tifosi, la gente che non ha la possibilità
di scrivere su un pezzo di carta, come si deve difendere dalle bugie,
dalle invenzioni, dalle simulazioni ?
Magari inviando una e-mail sperando che qualcuno, per amore della
verità, tralasci interessi di casta e si faccia promotore di
urla di protesta scritte.
Dott. Davide Franceschiello
Pubblico la lettera per intero nonostante non fossi assolutamente
daccordo con il suo contenuto. E' inutile che scendo in particolari
ma è giusto sottolineare che i giornalisti sono "cronisti"
e raccontano i fatti che vedono e sentono. Non è giusto però,
che nessuno tocchi, o minacci solo con la voce, chi fa onestamente
il proprio lavoro. La violenza non si sposa per niente con la democarzia
e il confronto verbale resta sempre e solo l'unico mezzo per confrontarsi.
Non entro nel merito di quanto un collega scrive. Ma è giusto
che le esagerazioni abbiano un freno. Di quanto accaduto al Cinema
Italia ho solo saputo dopo e me ne rammarico tantissimo. Ma non è
giusto aggredire nessun in alcun modo. E non è la prima volta
che ciò accade. Non esageriamo. Ma è mai possibile che
i giornalisti siano sempre il capro espiatorio di ogni problema solo
perchè raccontano fatti accaduti?
A Iole Perito va tutta la mia solidarietą.
Pippo Gatto
Free software e possibilità
di nuovo lavoro.
Diciamo subito che il software free si presenta come un insieme molto
ricco di pacchetti liberamente disponibili, ma che spesso richiedono
conoscenze, competenze ed abilità non comuni per selezione,
installazione, gestione e manutenzione. Lo stato dei fatti descritto
brevemente sopra ha dato origine a diversi pregiudizi sul software
libero; questi possono essere così riassunti: Il software libero
è difficile da utilizzare, scarsamente usabile, poco intuitivo,
poco adatto alle esigenze che la maggioranza di utenti incontra quotidianamente;
il software libero è rischioso e poco concorrenziale da utilizzare
in azienda, ente, ufficio pubblico in quanto, se pur a basso costo,
di alta qualità e molto versatile, non è garantito e
richiede risorse altamente specializzate destinate parzialmente o
totalmente alla sua manutenzione. In realtà nelle considerazioni
riportate sopra non si tiene conto del fatto che: nessun software
è garantito, a meno di quelli in cui ciò viene esplicitamente
dichiarato; le licenze commerciali non offrono alcuna garanzia reale
contro i difetti del prodotto stesso; l'utente di software commerciale,
è costretto, all'atto dell'installazione, a sottoscrivere una
licenza che lo priva di qualsiasi garanzia; gli eventuali problemi
che si generano durante l'uso di un prodotto software vengono, di
fatto, risolti tramite un servizio di assistenza tecnica (laddove
disponibile!). Detto ciò, quali sono le ricadute e come si
sviluppa un progetto open source? e quali sono l'economie e il valore
aggiunto)? Numerose nuove imprese sono sorte è fanno profitti
offrendo dei servizi accessori agli utilizzatori del software aperto.
Ovviamente trattandosi di software in uso gratuito i margini di guadagno
sono molto inferiori. Altre aziende hanno visto nel software aperto
una poderosa arma concorrenziale contro la Microsoft. La più
decisa a cavalcare Linux è stata la Ibm e anche questo è
un bel paradosso: quello che era il più aggressivo monopolista
oggi spinge un prodotto aperto, in questo caso associandolo al suo
hardware e ai servizi di consulenza correlati. La decisione della
Ibm di adottare Linux ha avuto un potente effetto simbolico verso
le aziende clienti: se la Ibm lo consiglia, allora vuol dire che è
una cosa seria e che ci si può fidare. Le aziende di software
che fino a ieri avevano lavorato su software proprietari sono state
costrette a mettere in atto politiche di maggiore apertura. Certamente
lo sta facendo la Microsoft, sempre sensibile a cogliere i segnali
che le arrivano dal mercato: non solo alcuni codici di Windows ora
sono disponibili, ma soprattutto scendono i prezzi dei suoi prodotti.
Questa è la forza della concorrenza, che talora viene usata
strumentalmente dai clienti per ottenere sconti: «Stiamo pensando
di passare a Linux, ma se ci offrite delle condizioni migliori potremmo
restare con voi». I produttori di computer più importanti,
come Dell e Hp ormai offrono normalmente dei Pc corredati dal sistema
operativo Linux. Lo fanno per raccogliere le sollecitazioni della
domanda, ma anche per non essere agganciati obbligatoriamente alla
sola Microsoft, la quale oltre a tutto è stata vincolata dalle
cause antitrust in America e in Europa a rilasciare i suoi contratti
di licenza, rendendoli meno esclusivi. La mole di software attualmente
utilizzabile è tale, che basta acquisire le capacità
di dominarlo, che con poca spesa iniziale si è in grado di
costituire piccole società capaci di sostenersi. E' il caso
delle decine di piccole imprese nate sul nostro territorio. Questi
sono solo alcuni motivi per cui il software libero ha avviato una
vera rivoluzione. Una migliore e diffusa qualità del lavoro,
costi dei prodotti e dei servizi informatici nel complesso minori,
vengono valorizzati l'acquisizione e l'uso di competenze di alta tecnologia,
lo sviluppo e l'utilizzo delle risorse intellettuali locali . Mai
come in questo caso contano le intelligenze e la professionalità,
che sul nostro territorio si dice sono la vera ricchezza. Queste micro
imprese possono dare quindi una serie di servizi, "consulenza,
personalizzazione, supporto" ad un qualsiasi ente, amministrazione,
privato, fornendo un buon prodotto finale, ad un prezzo minore. Non
pagando le licenze, anche se si paga di più i servizi, alla
fine è il sistema che ne ricava un guadagno. Le risorse investite,
oltre al miglioramento dei servizi offerti, hanno ricadute positive
sull'occupazione locale. Il business incentrato sul free software
si propone quindi come una scelta etica, che coniuga costi contenuti
e trasparenti con alta qualità, libertà di uso con elevate
competenze di progettazione e sviluppo. La nostra regione ha tutte
le caratteristiche per farne una eccezionale leva di sviluppo. La
fiom-cgil è fortemente interessata ad arricchire questo percorso.
Giancarlo Berardi
Esecutivo Fiom-Cgil
Aggressione tigre a Ones Orfei
Egregio Direttore,
a distanza di pochi giorni Le chiedo ancora spazio quale Responsabile,stavolta,di
Associazione animalista.
Ho letto nell'odierno numero del 21 luglio dell'aggressione di una
tigre a Ones Orfei ed ad un suo domatore accorso in aiuto avvenuta
nel Circo a Scalea dove si trova tutt'ora.
Con la presente vorrei dire che è necessario ed urgente modificare
la legge 189 del 2004 sui maltrattamenti degli animali abrogando totalmente
l'articolo 3 e tutte quelle parti che concedono deroghe.
L'uso di animali nei circhi VA ASSOLUTAMENTE VIETATO e lo spettacolo
sarebbe comunque garantito da altri numeri.
Già in diversi Paesi esistono circhi che non fanno più
uso di animali.Quindi anche in Italia dovrebbe succedere questo.
E' UNO SPETTACOLO ASSOLUTAMENTE INDECENTE.
Spero che qualche parlamentare,anche calabrese,legga la presente e
mi contatti tramite la redazione di Nuova Cosenza.com per presentare
subito in parlamento la modifica della suddetta Legge 189/2004.
Nel ringraziarLa nuovamente,signor Direttore,La saluto cordialmente
Antonio BRUNO
*Presidente Associazione animalista
CHICCO & FUFFI - Senigallia (AN)
Ma quale turismo…
Ma ce l'abbiamo il coraggio di dire che non siamo capaci di attrarre
i turisti invece di continuare a dar la colpa alla crisi, all'euro
o agli asteroidi!? (vedrete.. tra un po c'arriveremo). Vi testimonio
un week end sul tirreno cosentino o ci fate voi un reportage? Il mare
è quello che è.. va bene.. sporco in vari tratti ma
pulito in altri. Tempo fa a Rimini il calo presenze per mucillaggine
fu del 25% in due stagioni.. poi solo tanta coesione degli operatori
locali, con fortissime riduzioni su tutti i servizi, hotel, discoteche,
ristoranti etc.. e buona amministrazione; ora lì hanno le bandiere
blu a fronte di un mare dal colore preoccupante. Noi invece vediamo
galleggiare schiume preoccupanti ma manteniamo i prezzi alti (vedi
ristoranti, bar e hotel a Belvedere e Diamante), i servizi offerti
sono carenti (vedi cortesia nei supermercati a Cetraro o nei bar,
hotel e ristoranti già citati), siamo tendenzialmente scortesi
(vedi personale sottopagato e nervoso in detti posti), attiriamo turismo
con propensione alla spesa medio basso (vedi Scalea e dintorni), riempiamo
le spiagge di lidi privati anche dove non c'è spiaggia (vedi
Sangineto), proponiamo discoteche aperte solo il fine settimana come
in inverno e tariffe da costiera amalfitana in alberghi da costiera
libanese. Chi deve restare si accontenta, ma non lamentiamoci!! Perchè
basta mettere il naso fuori e ci si accorge che quello che qui sembra
un privilegio, in molte altre regioni ed anche più a SUD, viene
ormai considerato un diritto. E i turisti che girano e che spendono
se ne accorgono!
Buone vacanze a tutti.
Mario – Rende (CS)
In merito al Cosenza Calcio 1914
Egregio Direttore,
come al solito Le chiedo un pò di spazio per rispondere al
Sig.Corbelli in merito alla nota vicenda del Cosenza Calcio 1914.
Il sottoscritto ha già inviato due esposti:uno alla Procura
della Repubblica di Napoli diretto ai Magistrati che stanno indagando
su calciopoli e l'altro al Nuovo Capo dell'Ufficio Indagini della
Lega Calcio Francesco Saverio Borrelli.
In detti esposti si chiede anche come risarcimento al danno subito
l'ammissione alla Serie A (magari al posto della Fiorentina,aggiungo
oggi io).
Infine,come pubblicato poco tempo addietro da Nuova Cosenza.com,il
dr.Borrelli ha sentito anche il Sig.Pagliuso.
Per chiudere vorrei rivolgere un invito al sig.Corbelli:cerchiamo
di fare insieme tutto ciò che riguarda il vecchio Cosenza,ma
non solo il vecchio Cosenza guardiamo anche alla condizione in cui
vivono gli animali in questa città,anche per loro DEBBONO ESISTERE
I DIRITTI CIVILI.
Il Signor Corbelli può contattarmi chiedendo il mio recapito
alla Direzione di Nuova Cosenza.com che è autorizzata a forniglielo.
Egregio Direttore,per il momento la ringrazio ancora una volta per
l'ospitalità e La saluto cordialmente
Antonio da Ancona
A proposito del decreto Bersani…
Egregio Direttore,
sono necessarie alcune considerazioni in merito al Decreto Bersani
meglio noto, impropriamente, come decreto sulle liberalizzazioni.
In questi giorni c’è chi, nel tentativo di fotografare
contenuti ed effetti di tal decreto, dà vita, inevitabilmente,
ad analisi piuttosto fantasiose della realtà.
Non capisco a chi ci si riferisca quando si parla di gruppi di potere
colpiti nei loro privilegi, a meno che non si ritengano farmacisti,
tassisti, avvocati e notai come tali. Alcune di queste categorie godono
sì di una posizione di rilievo nella società (farmacisti
e notai) e ciò in relazione al ruolo svolto all’interno
di essa. I veri gruppi di potere, a mio avviso, sono rappresentati
dalle banche, le assicurazioni, le cooperative che, guarda caso, sono
gli unici avvantaggiati da tale decreto. Oppure è un caso che,
il giorno successivo alla sua entrata in vigore, le Coop dichiaravano
di esser già pronte alla distribuzione dei farmaci c.d. da
banco nei loro supermercati e, pochi giorni dopo, presentavano una
petizione popolare a sostegno del Decreto Bersani? Passando alle sconsideratezze
introdotte per la professione forense, anche qui troviamo spunti di
notevole riflessione. L’abolizione delle tariffe minime –
oltre a scatenare una concorrenza al ribasso che coinvolgerà,
necessariamente, la qualità delle prestazioni – siamo
certi che vada incontro ai consumatori oppure consentirà ai
grandi gruppi di potere – quelli veri – di poter riconoscere
onorari di fame ai professionisti cui si rivolgono? Ed ancora, l’ingresso
di questi grandi gruppi nelle società di professionisti chi
agevolerà, i consumatori o le stesse banche, multinazionali,
etc? Per non parlare dell’abolizione del divieto di pubblicità
che, oltre a mortificare la dignità ed il decoro dell’avvocatura,
ricadrà, ovviamente, sul portafoglio dei clienti e non certo
agevolerà i giovani, come qualcuno vuol farci credere, a meno
che il giovane legale alle prime armi abbia la capacità finanziaria
di comprare un paginone del Corriere della Sera o una spazio televisivo.
Infine, i passaggi di proprietà per i beni mobili registrati.
Certo, togliamo qualcosina ai notai. E di questo, evidentemente, il
fantomatico 99% degli italiani ne godrà fino ad impazzire.
Ma siamo sicura che i diritti di segreteria di cui parla il decreto
– e che, furbescamente, non quantifica – siano inferiori
ai costi del notaio?
I cittadini devono sapere che dietro l’apparente liberalizzazione
di queste misure si nasconde l’obolo che il governo Prodi deve
pagare ai gruppi di potere per il sostegno elettorale. Perché
sottrarre, maldestramente, ad alcuni per dare a pochi fortunati non
significa liberalizzare. Ma non erano costoro per l’equità
sociale? I cittadini in questa partita svolgono il ruolo delle comparse:
appaiono nella reclame per nascondere i veri obiettivi di questo decreto.
Liberalizzare significa snellire, aprire il mercato in maniera organica,
sburocratizzare la Pubblica Amministrazione, ridurre gli stipendi
ai parlamentari e ridurre il numero di questi ultimi, diminuire e
non aumentare ministri e sottosegretari, abolire gli enti inutili,
ridurre il numero dei forestali (che in Italia sono più dei
loro colleghi canadesi a fronte di un territorio 30 volte più
grande), abolire le Province, etc.
Questi sono alcuni dei tanti provvedimenti che dovrebbero adottarsi
per liberalizzare il Paese. Tutte cose scritte e proposte nelle aule
parlamentari da decenni da deputati, senatori e pensatori Liberali.
Valerio Zicaro
Partito Liberale Italiano
Grazie per quello che fate
Caro Direttore
le scrivo per complimentarmi per il vs giornale on line ma soprattutto
ringraziarla per l'ottimo strumento d'informazione che offre per chi
come me ormai da anni ha lasciato la sua citta' e ne segue le vicende
con affetto e trepidazione. i migliori auguri e buona continuazione
Giusy - Milano
Cosenza-Paola, gallerie senza illuminazione
Ciao Direttore ,
Ti faccio notare la scarsa manutenzione della strada Cosenza-Paola.
Ma in particolare l'estremo pericolo che si ha su una strada così
trafficata incontrando, accecati dal sole, gallerie buie e ancora
peggio con i catarifrangenti completamente sporchi.... E che diamine
un pò di coscienza... .
Lettera firmata
Pecora, Loiero, Musella, e così
siamo arrivati al dunque…
Sentivo in cuor mio che prima o poi sarebbe successo, mi auguravo
di sbagliare ma, ahimè, ho peccato di ottimismo.
L’unica cosa positiva è che finalmente si sta iniziando
a giocare a carte scoperte e forse qualcuno dovrà assumersi
delle responsabilità. (Spero di non peccare nuovamente di ottimismo).
Ho avuto modo di seguire la disputa tra Aldo Pecora ed il Presidente
Agazio Loiero.
Mi ha sorpresa l’immediata replica del Presidente, che, evidentemente
fuori di sè, oltre che far intendere che Aldo Pecora parlasse
a nome dei Ragazzi di Locri e ne strumentalizzasse il nome, (cosa
palesemente non vera, basti legge la firma del comunicato) ha tenuto
a precisare che Aldo Pecora è un ragazzo isolato, precisazione
che, a mio parere, ha molto di ‘pizzino’, ma non voglio
entrare in merito: come vittima di mafia, ho imparato a caro prezzo
la diffidenza e la lettura ‘tra le righe’
Spero che le mie restino solo supposizioni.
Del resto, sempre secondo la mia chiave di lettura, cosa simile fu
lasciata intendere nei riguardi del giudice Romano De Grazia, querelato
dal Presidente Loiero per direttissima senza possibilità di
replica, in seguito a presunte dichiarazioni del giudice durante l’incontro
di solidarietà alla famiglia Mazza il 2 giugno al ‘Valantain
’.
Anche De Grazia sarebbe dovuto apparire isolato, per fortuna non è
stato e non è così… né per l’uno,
né per l’altro.
Comunque, resta il fatto che il 2 giugno i rappresentanti dello Stato
non c’erano, nemmeno i vice dei vice dei vice dei vice, come
non c’erano al funerale del povero Fedele Scarcella, come non
c’erano alla manifestazione organizzata a Gioia Tauro dai ragazzi
della cooperativa “Valle del Marro”, che sta coraggiosamente
gestendo e rendendo fruttuosi i terreni confiscati alle cosche…
Il che, sempre ai miei occhi critici di vittima di mafia, abbandonata
per anni nel dimenticatoio delle scartoffie e delle strette di mano
di rappresentanza, è tutto dire.
Noi abbiamo bisogno di una tangibile presenza delle Istituzioni, non
di discorsi accorati.
Non abbiamo bisogno di esperti che si consultino, forse anche pagati
profumatamente, sul problema mafia.
Abbiamo bisogno di azioni concrete, di persone che scelgano di assumersi
le proprie responsabilità dando per primi esempio di limpidezza
e coerenza.
Ma questo è un’ altro discorso e forse è chiedere
troppo.
Tornando alla disputa.
Ciò che mi è saltato agli occhi, sin da subito, è
come si sia voluto cercare di spostare l’attenzione su altro,
facendo passare in sordina il problema nodale della questione, cosa
che avviene spesso e volentieri quando si toccano certi temi delicati
e, ahimè, poco puliti.
Aldo Pecora, e sottolineo ancora, a titolo personale e del solo movimento
“Ammazzateci tutti” (basta saper e VOLER leggere), ha
chiesto ufficialmente, dopo gli ultimi clamorosi sviluppi delle indagini
seguite al delitto Fortugno, le dimissioni del Presidente Loiero,
fornendone una motivazione di esclusivo carattere etico che partiva
da un assunto dello stesso Presidente Loiero nei confronti del consigliere
regionale Domenico Crea. Aldo aveva solo portato il ragionamento del
presidente Loiero ad una conseguenzialità estrema.
La risposta reale, ma celata, del Presidente è stata quella
di fare il possibile per tentare di ‘cambiare argomento’
e far cadere così nel ‘dimenticatoio mediatico’
le accuse che gli sono state mosse.
Ecco allora da cosa nasce l’attaccare questo ragazzo, ed il
tentativo di alimentare una polemica interna tra lui e gli altri ‘ragazzi
di Locri’.
E ancora su come sia possibile che la signora Musella, che asserisce
di essere simbolo dell’antimafia, sia intervenuta scagliandosi
proprio contro quello stesso Aldo Pecora che lei stessa, solo un mese
fa, riconosceva meritevole del Premio ‘Gerbera Gialla’
per essersi distinto nella lotta alla mafia.
Come non vedere una strana ambiguità in questa cronologia?
Nella mia profonda ingenuità non avrei mai creduto possibile
da parte di chi dice di rappresentare comunque l’antimafia,
andare contro, con tanta veemenza, un vero simbolo dell’antimafia,
forse diventato un po’ scomodo.
Abbiamo assistito a due giornate dense di comunicati stampa tra smentite
di presunti ragazzi del Fo.Re.Ver. (ma chi ha inviato quel comunicato-bufala
ai giornali? Chi c’era dietro?) e contro-smentite di reali ragazzi
di quel forum e svariate dichiarazioni tra le parti, ma l’esito
di tutto questo polverone è che l’attenzione è
stata spostata dalle responsabilità e dai motivi che avrebbero
dovuto indurre Loiero a dimettersi, alle presunte beghe interne ai
‘ragazzi di Locri’ (per fortuna subito smentite).
Colpaccio riuscito. Forse.
Come sempre, coscientemente o meno, siamo caduti nella trappola del
'Divide et impera'.
Andando oltre.
Giunti a questo punto, vorrei che si tornasse a ciò che ha
alimentato tutto questo caos, ovvero i motivi che dovrebbero spingere
Loiero a dimettersi.
Ancora una volta, come cittadina, vorrei avere delle risposte, come
vittima di mafia, mi augurerei che ci fossero delle smentite.
Superando le polemiche e la confusione che è stata volutamente
creata, desidererei che il Presidente Loiero replicasse con calma
e ragionamento, come sa fare quando vuole, ai dubbi espressi da Aldo
Pecora nel suo primo comunicato stampa, e cioè se sia etico,
lasciando perdere qualsiasi altra motivazione giuridica e meno che
mai personale, che la Giunta regionale che governa una regione di
mafia come la Calabria possa lasciar trasparire una benché
minima ombra di sospetto di aver tratto giovamento dai voti della
mafia per diventare maggioranza.
E non glielo chiedo come antagonista, ma come simpatizzante di questa
coalizione.
Vorrei che lui per primo, come rappresentante di questa regione martoriata
e tristemente nota per il silenzio ed il buio in cui versano i palazzi
del potere, desse un segno tangibile della sua limpidezza, vera o
presunta.
Mai come in questo caso c’è bisogno di chiarezza.
Il silenzio e l’ambiguità portano a facili dubbi, così
come le querele affrettate e le repliche che lasciano spazio alla
supposizione ed all’interpretazione di messaggi trasversali.
Chiarezza, verità e responsabilità.
Questa, a questo punto, è la mia richiesta.
Rosanna Scopelliti
figlia del giudice Antonino Scopelliti, assassinato
dalla mafia
Antonino Scopelliti, aveva 56 anni, quando fu ucciso.
Aveva sempre indossato la toga del pubblico ministero in processi
importanti, da Milano aveva ottenuto il trasferimento a Roma per avvicinarsi
alla natia Calabria.
Seguì una carriera prestigiosa, che lo portò ad essere
il numero uno dei sostituti procuratori generali che sostengono l'accusa
davanti alla corte suprema.
Era il magistrato nei maxi processi di mafia, camorra e terrorismo.
Quando fu ucciso stava preparando la richiesta di rigetto dei ricorsi
per cassazione di pericolosi esponenti mafiosi condannati nel primo
maxi-processo a Cosa Nostra.
Era il 9 agosto 1991 quando morì per mano della 'ndrangheta.
Il magistrato, in villeggiatura in Calabria, fu affiancato in località
Campo Piale da un commando che gli sparò con la lupara. Il
giudice perse il controllo della macchina e finì sotto un ponte.
Il commando volle controllare se l’uomo fosse ancora vivo e
firmarono il l’omicidio con un colpo di grazia sparato con una
P38.
<<Avete avuto un grande esempio in questa terra: Antonino
Scopelliti, un grande magistrato. Gli ho voluto bene, conoscevo il
suo impegno, la sua dedizione allo Stato. Eppure sembra che lo si
voglia dimenticare, che lo si voglia rimuovere dalla coscienza. Non
c’è una piazza o una via intitolate a Scopelliti, mentre
sono migliaia le piazze intitolate a Borsellino e Falcone. Perché
questo silenzio su Scopelliti, anche se si sa tutto sul ‘come’
e sul ‘perché’ è stato ucciso? La sentenza
di morte di Scopelliti fu firmata quando accettò di sostenere
l’accusa nel maxiprocesso in Cassazione contro la mafia palermitana.
Era il magistrato più coraggioso, più invulnerabile.
Gli furono offerti 5 miliardi perché porgesse la mano ai boss
in difficoltà. Era temuto per la sua intelligenza e la sua
onestà. E come si può dimenticare un sacrificio di questo
genere? Come ha fatto Scopelliti, bisogna rispondere “NO!”
alla mafia, per difendere la legalità, che in Calabria tarda
ad affermarsi>>.
Io non ci sto!
Un gioco al massacro, velato da polemiche più o meno interessate,
più o meno precostituite. Io non ci sto a sollevare un polverone
sul niente e su pseudo primogeniture di antimafia. Non ci sto sopratutto
quando la bandiera dell’antimafia calabrese, Adriana Musella,
viene attaccata così violentemente senza alcuna forma di rispetto
per quello che rappresenta e per quello che sta facendo per la Calabria.
Io non ci sto al gioco al massacro alimentato da comunicati, o pseudo
tali, che difendono questa o quella persone solo per partito preso.
Anch’io ho partecipato ai movimenti studenteschi del 1977 credendo,
ed oggi non rinnego nulla di allora, in un mondo migliore. Un periodo
di proteste che mi ha fatto riflettere su come sia facile essere manipolati,
da chi ha l'nteresse a cavalcare le giuste rivenidcazioni da chi,
con l'inesperienza ella giovemtù, agisce senza rifelttere il
dovuto. Istintivamente. Ma oggi, rivedendo all'orizzonte l'ombra di
interessati manovratori, non ci sto ad alimentare inutili fuochi autolesionistici
che non hanno nulla di costruttivo. Una Calabria senza mafia si costruisce
con i fatti, non con le parole o le polemiche inutili. Una richeista
rivolta a tutti, dalla politica al mondo civile. Per questo motivo
non intendo affatto continuare a parlare del nulla o di improbabili
lese maestà. Con queste parole voglio quindi significare la
mia più forte solidarietà ad Adriana Muella e a tutto
quanto quello che sta facendo per la nostra Calabria. Spero che il
suo sia un momento di “rabbia” e possa ripensare a quanto
ha deciso in queste ore.
Cara Adriana, non ci abbandonare, qui c’è bisogno di
gente come te.
Pippo Gatto
A proposito di "ragazzi di
Locri" con o contro Aldo Pecora.
Per chiarire un po’ le cose riportate dalla stampa…Faccio
parte del forum FOREVER, ma adesso parlo anch’io “a titolo
personale”. Giornalisti, politici e tutti voi che mi state leggendo:
attenzione, sta scrivendo MARIA GRAZIA MESSINEO e non i RAGAZZI DI
LOCRI. Non vorrei svegliarmi domattina e vedere su tutte le testate
giornalistiche che i giovani di Locri hanno detto ciò che io
mi sto accingendo a scrivere. Non metto in bocca a nessuno le mie
parole…ci tengo a sottolinearlo, perché in tanti ieri
se ne sono usciti con dichiarazioni poco veritiere riguardo l’articolo
pubblicato da Aldo Pecora.
1° punto: Ho riletto e riletto l’articolo di Pecora, non
so se sono affetta da cecità, ma scusatemi, non ho riscontrato
alcun elemento che mi possa indurre ad accusare lo stesso di essersi
permesso di parlare a nom e di tutti noi.
L’ha fatto, come ha sostenuto lo stesso portavoce del Presidente
Loiero, Pantaleone Sergi, a titolo personale, non ha messo in ballo
né il FOREVER, né nessun altro. Ha agito di sua spontanea
volontà, avrà avuto le sue ragioni, i suoi motivi probabilmente…
ciò non toglie di essersi assunto personalmente la responsabilità
di farlo, senza coinvolgere il movimento dei ragazzi di Locri, semmai
del Movimento “Ammazzateci tutti”. Che sia ben chiaro,
se non mi credete rileggete voi stessi ciò che ha scritto,
trapela qualcosa del genere? Non mi sembra…non fatevi abbindolare
da chi sta cercando di mettere in mezzo noi, il forum, il movimento,
facendo finta di prendere le nostre difese quando non è assolutamente
necessario.
2° punto: Aldo Pecora è un ragazzo di Locri.
Ed essere "ragazzo di Locri" è l’etichetta
che è stata attribuita a tutti noi giovani che da otto mesi
stiamo portando avanti una strenua lotta alla ‘ndrangheta, di
certo la più spontanea, l a più genuina e sana, priva
di colore…pura, bianca come quel famoso striscione.
Che vuol dire che Aldo Pecora è di Polistena? Beh… io
sono di Siderno, eppure rientro nella cerchia dei ragazzi di Locri.
Siamo persone provenienti da tanti paesi della Locride, riconosciuti
come “ragazzi di Locri” in quanto pienamente attivi nel
movimento sorto all’indomani dell’omicidio Fortugno. Semmai
non sono da definire “ragazzi di Locri” tutti coloro che
seppur vivendo nella stessa città, non partecipano, anzi si
disinteressano e criticano smisuratamente.
3° punto: Aldo Pecora non è un ragazzo isolato.
Se dovessimo isolarlo, perderemmo una di quelle che sono state le
anime più attive del Movimento.
Probabilmente se tutti affermano che la voce dello stesso Pecora è
quella dei ragazzi di Locri, un motivo ci sarà. Aldo Pecora
ha concretizzato “qualcosa”…in tutta Italia, guarda
caso “Ammazzateci tutti” è il simbolo che ci rappresenta,
è diventato il nostro biglietto da vis ita. Dobbiamo riconoscerlo,
senza se, senza ma.
Non isoliamo nessuno, non possiamo abbandonare chi ci mette l’anima
per la legalità, come ha fatto un certo Fedele Scarcella, ingiustamente
“isolato” dalle istituzioni, dallo Stato. Il vero Stato
siamo NOI. Perché NOI SIAMO UN GRUPPO CHE NON DEVE ISOLARE
NESSUNO, SIAMO PRONTI A STARE ACCANTO A CHI TENTA DI FARE QUALCOSA
DI ONESTO, A CHI AGISCE IN MANIERA PULITA. NON POSSIAMO ISOLARE UN
COMPAGNO DI BATTAGLIA…LA BATTAGLIA LA COMBATTIAMO INSIEME, SENZA
DIVIDERCI, PERCHE’ IL SOGNO DI ALDO, QUELLO DI VEDERE UNA CALABRIA
ONESTA NELLA QUALE UN GIORNO POTER FAR CRESCERE I PROPRI FIGLI, E’
IL SOGNO DI TUTTI NOI, E NOI A QUESTO SOGNO NON VOGLIAMO RINUNCIARE
E PER EVITARLO DOBBIAMO STARE UNITI.
Se ha inveito così, è perché è stanco
di accettare passivamente, di starsene con le mani in mano, di rimanere
muto, pur sapendo che ha abbastanza fiato per gridare, che ha una
forte voce, ma soprattutto un grandissimo coraggio: “battersi
per i su oi ideali adesso, a vent’anni, perché altrimenti,
come ha detto lui stesso, a quarant’anni rischierà di
essere un farabutto”.
A differenza di tutti i partiti, noi non vogliamo fazioni ma coesioni,
ci difendiamo a vicenda, vogliamo essere compatti e non abbandoniamo
nessuno. Certamente non sempre condividiamo le stesse idee, ma le
rispettiamo. E’ stato alquanto disgustoso leggere che “
i dirigenti dei cosiddetti ragazzi di Locri sono iscritti alla Margherita”.
Ci risiamo? Ancora?? Devo sbraitare di nuovo come un’ossessa
sul palco di piazza dei Martiri come feci in occasione del comizio
sindacale del Primo maggio a Locri? L’avevo già gridato
a tutta l’Italia: noi non vogliamo farci strumentalizzare da
nessuno!!! Non abbiamo alcun esponente di partito che ci telecomanda!
Ma quali dirigenti della Margherita?!? Forse non si è capito
che non abbiamo gerarchie, non c’è politica di vertice
nel nostro movimento…la politica di ieri ha sofferto, quella
di oggi altrettanto perché priva di unità e compattezza…noi
vogliamo che la politica si svincoli da ogni brutto tentacolo, che
sia libera, ma soprattutto sana. Ecco i due prerequisiti della politica
di domani.
Non rilascio dichiarazioni in merito alle dimissioni richieste a Loiero,
avremo un incontro con lo stesso, giorno 7 luglio…azzeriamo
tutto per adesso, se ne riparlerà dopo il confronto con il
Presidente.
Mi dispiace, ma se dite che Aldo Pecora è un ragazzo “isolato”…beh,
allora dite che “siamo isolati un po’ tutti”….indirettamente
è così…
Maria Grazia Messineo
Parentopoli e rifiuti
La nomina della dott.sa Bruno Bossio a nuovo Amministratore Delegato
della Vallecrati s.p.a. se da un lato appare come il prosieguo della
lunga e mai smessa stagione di “parentopoli”, visto il
rapporto di coniugio con l’attuale vice presidente della Giunta
Regionale, nonché Assessore al Bilancio e nonché (ancora)
deputato dei DS Nicola Adamo, dall’altro sembrerebbe preludere
ad un cambio di strategia nella gestione della perenne emergenza rifiuti
che attanaglia la Città di Cosenza ormai da anni.
Di certo, agli utenti del servizio pubblico di smaltimento dei rifiuti
poco interessa degli “inciuci” post-elettorali, interessati
come sono a conoscere l’entità della nuova tariffa che
saranno chiamati a pagare per il (dis)servizio.
Ciò che ai cittadini cosentini e calabresi interessa conoscere
è che il Nuovo Codice Ambientale introduce cambiamenti relativamente
alla Tarsu: scompaiono sia l’attuale tassa, sia la tariffa “Ronchi”,
con l’introduzione di nuovi criteri che tengano conto del reddito
del contribuente, della quantità e qualità medie di
rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli
usi e alla tipologia di attività svolte, ma soprattutto la
tariffa costituirà il corrispettivo per lo svolgimento del
servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Si tratta di una rivoluzione copernicana in atto, che mette al centro
il costo del servizio, la quantità ed il tipo di rifiuti prodotti
(chi più ne produce, più paga) e le condizioni di reddito
degli utenti.
Per i cittadini utenti si apre la prospettiva di poter ottenere tariffe
più vicine alla singola realtà, considerato che il criterio
attualmente in uso, ossia quello della superficie dei locali occupati,
comporta sperequazioni intollerabili in danno di categorie di cittadini
– utenti appartenenti a categorie svantaggiate, quali gli anziani
che vivono da soli.
Parentopoli e gli “inciuci” di certo mal convivono con
le roboanti promesse di trasparenza, efficacia ed efficienza dell’azione
amministrativa, ma ai nuovi amministratori cosentini è offerta
l’ennesima occasione per trasformare le parole in fatti ed atti
d’incontrovertibile significato.
avv. Pietro Romano
Presidente dell’ASSOUTENTI – ONLUS
Delegazione Provinciale di Cosenza
Lettera a Padre Fedele
Gent.mo direttore le trasmetto copia della recente lettera personale
da me inviata a Padre Fedele con la preghiera di renderla pubblica
perchè si possano conoscere i rapporti di amicizia e di stima
che intercorrono con chiunque lo conosce. MI chiamo M.L.G. ,sono una
ragazza di 27 anni vivo in un paese vicino Taranto dall'età
di sette anni e mezzo. Sono originaria della rep. Centrafricana sono
venuta in Italia inizialmente per curare i miei esiti di Poliomelite,
ora qui vivo e lavoro e non credo che altri meglio di me possano dire
chi è davvero padre Fedele.
“Ciao cucciolo mio,
dopo tanti pianti e momenti di abissi d'ira che affondano il mio cuore,
finalmente trovo la forza per scriverti. Come vorrei stare lì,
al tuo fianco in questo momento.
Quale momento di grande idiozia attraversa la mente degli uomini!
Quale speciale corso di malvagità si è aperto sulla
terra? Non posso credere alle menzogne che ti piovono addosso. Nessuno
di tutti i tuoi accusatori ha diritto di additarti contro, perché
non sanno chi sei. Cerco di capire cosa spinge l'uomo ad essere così
crudele. Forse la paura di ciò che non si conosce? Ma forse
la risposta è una sola, vale a dire paura di essere travolti
dalla forza d'amore travolgente che tu diffondi. Chi meglio di me
può dire di conoscerti. Ho provato a difenderti ma la mia voce
non è stata ascoltata da nessuno. Era come un eco nel deserto
del cuore degli uomini. Prego ogni giorno per te affinché Dio
sciolga il ghiaccio che gela il cuore dei nostri accusatori e che
gli tolga altresì quella trave che impedisce loro di vedere
cosa sei stato capace di fare, quante vite hai salvato, quanti sorrisi
hai riportato sul dolce viso di ogni bambino riscaldato dal calore
del tuo amore. Al mondo ci sono tante persone che deporrebbero a tuo
favore in questa triste situazione se solo potessero parlare. Gente
povera che tu hai arricchito del tuo amore. Farò di tutto per
difenderti; ma so che nessuno mi lascerà parlare perché
la paura più grande dell'uomo è la verità. Soprattutto
quando non la si vuole trovare.
Tu mi conosci da quando sono venuta al mondo. Io invece ti conosco
da quando avevo sette anni e mezzo, quando l'incrocio del tuo amore
e della famiglia C. mi hanno cambiato la vita. Il vostro cuore mi
ha permesso di camminare sulle mie gambe ( visto che il polio voleva
minare la mia esistenza), il vostro amore mi ha permesso di istruirmi
e oggi di essere indipendente perché lavoro. Oggi sono qualcuno
grazie a voi. Varie volte mi hai salvato la vita, standomi vicino
nei momenti di difficoltà Sei sempre stato il mio angelo custode,
che mi ascolta in silenzio, un buon consigliere sei. Sentire la tua
voce al telefono e sentirti così triste mi fa molto male. Tu
sei sempre stato una roccia forte, non ti puoi abbandonare. Il vero
Padre Fedele non si arrenderebbe mai per tutte quelle vite che hai
salvato e per quelli che aspettano di incrociarlo nel loro cammino,
perché bisognosi d'amore. Non arrenderti. Questa guerra non
sei solo a combatterla, in prima linea ci sono io con te. Mi hai insegnato
che il vero io è quello che si è, non quello che fanno
di noi. Tentano di annientarti, ma sii forte. Ti hanno tolto la parola,
ma sta tranquillo, sono qui per prestarti la mia voce. Quello che
i tuoi accusatori ignorano è che sono dei deboli. Hanno perso
la guerra, perché il loro coraggio si basa solo sulle loro
certezze; su tutto ciò che possono manipolare. La tua anima
è candida come un giglio appena sbocciato e nessuno mai potrà
macchiarlo. Hai rinunciato alla tua vita, quando ancor fanciullo hai
detto il tuo si a Cristo, donandoti agli ultimi: si quelli che vengono
abbandonati a se stessi: Fai tuo il loro disagio, presti la tua voce
a chi ormai ha perso la speranza di trovar orecchio che lo ascolti:
ti fai piccolo tra i piccoli, commuovendoti per ogni sorriso che come
arcobaleno nasce sul volto di ciascuno di loro. Un lebbroso considerato
dagli altri un soggetto da emarginare, ai tuoi occhi è un essere
umano bisognoso di aiuto e di amore. Cosa ti hanno fatto angelo mio?
Chi tenta di spegnere la fiamma di speranza che rappresenti per i
più deboli del mondo? Sei stato tradito da chi credevi ti amasse.
Non si può predicare amore e coltivare l'odio verso il prossimo.
Sono tanto triste. Confido ormai solo in Dio, affinché abbia
misericordia dei tuoi nemici. Un solo desiderio ho ancora da esprimere:
vorrei guardare negli occhi tutti quelli che ti accusano per fargli
vedere quello che il loro odio ha ormai offuscato. Cioè un
uomo che dopo una vita dedicata al prossimo, oggi viene trattato come
un criminale. Non hanno diritto di calpestare il tuo onore. Lotterò
per te, per non rendere vano tutto quello che hai fatto per me e per
la mia gente, per ogni africano che hai salvato con la tua opera missionaria.
Padre Fedele, non dimenticare questo: tu a differenza dei tuoi accusatori
sei una fonte che trabocca e non una cisterna che racchiude la stessa
acqua. Non mollare adesso, sii forte. Trascrivi nel tuo cuore che
il tuo posto
nella mia vita è nel palmo della mia mano.
Ti dono un bacio affinché possa scaldare il tuo cuore.
Ti voglio bene.
Lidia”
Non fruibili le fermate degli autobus
Caro direttore,
se mi è possibile vorrei ringraziare il sig. Carlo Principe
per essersi espresso e sicuramente resosi portavoce tramite questo
giornale sulla questione traffico nella città di Cosenza, rendendosi
così portavoce di un problema che sta a cuore dei cittadini
onesti intellettualmente. Vorrei peraltro aggiungere che quest'anno
in occasione delle amministrative non abbiamo visto il solito asfaltare
delle strade cittadine, ma abbiamo potuto osservare ed ammirare le
stupende pensiline che allietano il paesaggio architettonico di Cosenza.
Peccato però che nulla si fa per rendere fruibili le fermate
all'utenza pendolare (cittadina e non) ed ai già sfortunati
e probabili diversamente abili. Giusto per restare nei paraggi dei
luoghi indicati dal Sig. Principe vi segnalo la fermata di fronte
la caserma dei fratelli Bandiera o quella di fronte la chiesa di S.
Francesco di Paola, le macchine parcheggiano indisturbate nella striscia
gialla delimitata per il "BUS". La nuova giunta saprà
porre rimedio? Ringrazio per l'ospitalità.
Enrico Turco - Cosenza
Cosenza: traffico da "terzo
mondo"
Pregiatissimo Direttore,
non posso che condividere la lettera di Carmine di Rende, il quale
ha pienamente centrato il problema -traffico che da tempo assilla
la nostra amata Cosenza.
Nell'ultima competizione amministrativa, tutti i candidati a Sindaco
hanno posto al primo punto del loro programma la risoluzione del problema.
Dubito che la nuova Amministrazione sia in grado di mettere in cantiere
scelte coraggiose (perche' di cio' bisogna parlare) per risolvere
il caos automobilistico di Cosenza.
Ed ha ragione Carmine quando afferma che proprio i nostri rappresentanti
eletti a Palazzo dei Brutii sono i primi a non dare il buon esempio.
E' sotto gli occhi di tutti i cittadini come non solo Piazza XV marzo
ma anche le strade adiacenti il palazzo di Citta', siano invase dalle
auto dei consiglieri comunali o provinciali quando a Palazzo dei Brutii
si svolgono i rispettivi Consessi , eppure tali strade sono inibite
al traffico ed alla sosta. Ebbene i nostri consiglieri comunali e
provinciali, invece di parcheggiare le loro auto a poche decine di
metri, nel grande e quasi sempre vuoto parcheggio del Centro DUE FIUMI,
fermano le loro auto sotto al portone del palazzo di citta' dando
un pessimo esempio e infischiandosi del rispetto delle regole. Sono
le stesse persone che, pur di essere eletti, hanno invaso ogni spazio
con i loro manifesti elettorali sporcando i muri, le pensiline delle
fermate dei bus, le panchine, le cabine telefoniche e quant'altro
.
L'educazione ed il senso civico non si acquistano al supermercato
o con i voti dei cittadini, ma devono appartenere al bagaglio culturale
di ognuno di noi. Qiuesta è la triste realta' in cui viviamo.
In tale contesto è quasi impossibile fare un discorso sull'uso
dei mezzi pubblici, sulla creazione di zone a traffico limitato e
privilegiare il trasporto pubblico nei confronti dei mezzi privati.
I soliti Comitati Spontanei si opporranno ad ogni tipo di "rivoluzione"
ben supportati da questo o quel consigliere comunale il quale, eregendosi
a paladino di interessi di categoria, non contribuisce alla risoluzione
di problemi che investono tutta la collettivita'.
Vedremo cosi', i rossi bus dell'AMACO imbottigliati nelle strade del
centro,le corsie preferenziali, protette e non invase dalle vetture
private,le auto sempre in doppia e tripla fila ed i vigili impotenti
che fanno finta di nulla.
Con tutto il rispetto per il continente africano, probabilmente neanche
a Mogadiscio esiste una realta' così negativa.
Grazie per l'ospitalita'
Carlo Principe
Tutto il mondo è paese
Egregio Direttore,
ancora una volta Le chiedo ospitalità per dare una risposta,forse
consolante,al Signor Carmine di Rende che si lamenta della cattiva
educazione del cosentino medio allorquando si trova alla guida di
un'auto.
Purtroppo sono note dolenti che oggi esistono in tutte le città
e che nessuna,dico nessuna Amministrazione Comunale prende severi
provvedimenti.Se ve ne è qualcuna è veramente una mosca
bianca.
Inviterei il Signor Carmine a venire ad Ancona.Nelle ore di punta
in pieno centro storico,trova le auto parcheggiate anche in seconda
fila che lasciano appena il passaggio alle altre auto in transito.Spesso,nonostante
la corsia riservata,i bus sono costretti a fermarsi perchè
le auto invadono quasi tutta la larghezza della strada. Ed anche qui
i Vigili non si vedono,tranne ogni tanto che arrivano gli ausiliari
del traffico.
Come vede,sig.Carmine,tutto il mondo è Paese.Bisognerebbe cambiare
la testa degli italiani,ovviamente dei meridionali ancor di più
di quella dei settentrionali.
Per chiarezza dico che chi parla in questa maniera è un cosentino
che veramente ha girato tutta l'Italia e negli ultimi anni,in qualsiasi
posto si trova,dove più e dove meno nota sempre l'illegalità.
I Vigili Urbani che magari fingono di non vedere non sono solo a Cosenza
- a parte il fatto che vi sono stato lo scorso mese di novembre ed
in due giorni che ho girato la Città NON HO VISTO NEANCHE L'OMBRA
DI UN VIGILE URBANO.Ma a Cosenza esistono?
La stragrande maggioranza dei cosentini credo che voglia una città
bella,ordinata,pulita,amante degli animali,con i mezzi pubblici funzionanti
a dovere.Ma,purtroppo,esiste quella minoranza che, come in tutte le
città di questo mondo,danneggia l'immagine cittadina all'esterno.
Egregio Direttore,La ringrazio dell'ospitalità e La saluto
cordialmente
Antonio da Ancona
Il malcostume dei miei concittadini
Egregio Direttore, si sente sempre parlare di servizi di trasporto
inefficienti e di cittadini esasperati. Chissà mai se qualcuno
si è chiesto perché i servizi, pubblici e privati, sono
costantemente inadeguati e sotto utilizzati. L' unico intervento degno
di nota della passata amministrazione comunale fu quello dei cordoli
per sensibilizzare il "cosentino medio" ad un uso disciplinato
dei propri veicoli a motore e per permettere ai Bus ed ai taxi una
circolazione più fluida. Inutile sottolineare come andò
a finire. Rivolte di commercianti su Via roma, p.zza loreto, via panebianco,
ecc... Come nella peggior città dell'america meridionale, il
cosentino medio non ha badato minimamente al valore civico dell'inziativa,
ma solo ed esclusivamente al proprio interesse. E così nacquero
i comitati contro, nacquero pseudo associazioni di commercianti, ecc..
tutti uniti contro i cordoli. Ora, è chiaro che il cosentino
medio non è arrivato mai oltre Paola o al massimo Praia, perché
in TUTTE le città con un minimo di Educazione Civica avrebbe
visto che i cordoli sulle strade esistono eccome, sono in cemento
(Salerno, Napoli, Bari, ecc...) e se per caso qualcuno cammina nella
corsia preferenziale viene immediatamente multato. I varchi di accesso
sono presididati costantemente da impianti elettronici ed i vigili
non impugnano il blocchetto delle multe come sceriffi con le pistole,
ma, pur multandoti in caso di effrazione, hanno sempre comunque un
tono pacato e niente affatto arrogante, forte delle convinzione che
una legge, per quanto "antipatica" è pur sempre una
legge e va rispettata come tale. Il codice della strada proibisce
il parcheggio in doppia fila (figurarsi la terza), a Cosenza il codice
della strada non è quello italiano, ma quello dell'arroganza
e della maleducazione di migliaia di automobilisti che non hanno nessun
senso civico e nessuna forma di rispetto verso il prossimo. Quante
volte state in macchina su Viale della Repubblica o su P.zza Bilotti
o C.so Fera ed all'improvviso la macchina che avete di fronte si ferma
in mezzo alla strada e parcheggia?? E guai a dirgli che non può
comportarsi così e che è un incivile, si rischia persino
di finire in ospedale perché, il solito cosentino medio, non
tollera che qualcuno possa offenderlo e dirgli la verità, no.
Il cosentino medio è divenuto benpensante ma poi è tranquillamente
il primo fautore d' illegalità. L' illegalità non è
solo la mafia, l' illegalità siamo noi, coi nostri atteggiamenti
mafiosi: "va compà, camina avanti ca ca c'è du
miu....", l' illegalità è vedere il cittadino che
se ne frega se una st rada ENORME come via Misasi diventa addirittura
ad una corsia in certe fasce orarie, con l' avallo, oltretutto, dei
vigili (scuole medie/elementari Via roma). Chissà mai se il
cosentino medio è stato mai a Zurigo o a Londra o anche solo
a Siena o Pordenone, e se ha avuto modo di constatare come sia più
fluida la circolazione o come siano certamente più disciplinati
automobilisti e tutori del servizio pubblico. Purtroppo dispiace ammetterlo,
ma il cosentino medio e ignorante e poco preparato alla cultura civica,
il bene comune evidentemente non interessa oppure l' educazione civica
non è stata mai insegnata a nessuno di noi e quindi adesso
non siamo in grado di comprenderla. E badate che siamo tutti così,
anche i tanti osannati e venerati uomini politici della nostra città
(davanti al rendano non si può parcheggiare, ma le auto blu
dei pezzi grossi sono sempre lì e nessun vigile le multa).
Vorrei che si smettesse di vantarsi di avere cultura e socialismo
in questa città, e si cominciasse a guardare i problemi dal
lato giusto. In fondo ogni paese ha la classe dirigente che merita,
se non c'è governo in grado di far rispettare le leggi è
perché i governanti li abbiamo scelti proprio noi, che le leggi
invece di rispettarle le "interpretiamo" a nostro piacimento.
Carmine - Rende
Per una Cosenza migliore
Salvatore Perugini è dunque il nuovo sindaco di Cosenza. Al
di la' di quelle che sono le idee politiche di ognuno, tutti i cittadini
di Cosenza non possono che fare gli auguri di buon lavoro all'avv.
Perugini e sperare che la citta', dopo un perodo di assoluta immobilità
per le note vicissitudini amministrative che hanno portato all'arrivo
del Commissario Prefettizio, possa iniziare un nuovo cammino di progresso.
Il lavoro che attende Perugini non è facile, lo sappiamo tutti,
ma gia' nelle sue prime dichiarazioni, possiamo affermare che è
positivo il suo primo impegno istituzionale che lo portera' ad incontrare
tutti i dipendenti comunali nonche' i funzionari di Palazzo dei Brutii.
Si sa che per una buona amministrazione è fondamentale avere
una buona "macchina" burocratica al fine do affrontare e
risolvere i problemi cittadini.
Al neo Sindaco la citta' chiede di riportare Cosenza ad un livello
di qualita' della vita accettabile. Deve essere un Sindaco che stia
poco nelle stanze del palazzo di citta' e molto ' nelle strade, nelle
piazze nei quartieri della citta' per meglio rendersi conto dei problemi
quotidiani. La risoluzione di tanti piccoli problemi nel loro insieme
portano l'immagine della citta' intera ad essere certamente piu' gradevole.
ad iniziare dal verde, ma non solo di quello da realizzare ma delle
aree verdi gia' esistenti. La cura degli stessi deve essere costante.
La villa vecchia, piazza della Vittoria piazza Giovanni xxiii, piazza
Loreto, viale Mancini,il parco Fluviale, hanno bisogno di urgenti
interventi di manutenzione.
E' necessario intervenire nella pulizia della citta': e' sotto gli
occhi di tutti come sia sporca Cosenza, invasa da cartacce con i ,
cassonetti della spazzatura sempre stracolmi con le erbacce e i rifiuti
che la fanno da padrona sia in centro che in periferia. Bisogna intervenire
sulla VALLE CRATI affinche' la pulizia della citta' possa essere piu'
puntuale ed efficiente aumentando, magari, i turni, che dovranno essere
estesi anche nei giorni festivi e di domenica:
Per non parlare del traffico verso il quale bisogna guardare con impegno
e con coraggio. La nostra e' una piccola citta'in cui ci si puo' spostare
agevolmente a piedi o in bicicletta: In un territorio di appena 37
kmq esistono gia' 4 grandi parcheggi multipiano sottoutilizzati mentre
intorno ad essi prolifera il malcostume della sosta selvaggia. Dunque
piu' controllo delle strade, da parte dei dei vigili urbani, un rilancio
del trasporto pubblico una organizzazione migliore del servizio taxi.
In tale contesto bisogna estendere le aree a traffico limitato soprattutto
estendendo l'isola pedonale di Corso Mazzini sino a Piazza dei Brutii
e nelle traverse che si affacciano su di essa e dare la possibilita'
solo ai residenti del centro storico, Corso Telesio in primis, di
accedere con le auto private.
Esistono varie opere in cantiere che bisogna portare a termine: il
ponte di Calatrava, il Planetario, la metropolitana leggera, il recupero
e la valorizzazione di numerose aree dismesse nonche' gli interventi
nel centro storico.
Il cittadino di Cosenza, quello che non è legato a nessun carrozzone
partitico, vuole questo tipo di citta', non ha grandi pretese ma solo
un sogno: quello di vivere in una bella gradevole e civile citta'.
Buon lavoro Sig. Sindaco
Carlo Principe
Il Cosenza Calcio 1914
Egregio Direttore,
visto che in questi ultimi giorni si torna a parlare del vecchio Cosenza
Calcio 1914 con le chiacchere del signor Corbelli,con la presente
vorrei portare a conoscenza dei tifosi cosentini,dello stesso Corbelli,dell'on.Giacomo
Mancini che anche il sottoscritto ha inviato un esposto ai giudici
della Procura di Napoli sulle note vicende del Cosenza Calcio 1914.
Quanti fossero interessati a contattarmi in merito possono richiedere
il mio recapito alla Direzione di Nuova Cosenza.com che è autorizzata
a fornirli.
Sono certo che se si uniscono le forze,forse,si riesce a riportare
nel calcio che conta il vecchio Cosenza,anche subentrando con un atto
di buona volontà,all'attuale AS Cosenza.
Lettera firmata
Ma quale ospedale, senz’acqua
da 39 anni
Si fanno tante parole, tante proposte su cosa è meglio per
Cosenza. Ho letto anche che si vorrebbe costruire un nuovo ospedale.....
Bè io dico una cosa: Nella zona di via della repubblica, si
vive senz'acqua!! O meglio per poche ore al giorno!!!!! Una vergogna
che dura da almeno 39 anni e cioè dalla mia nascita!!!!! Ogni
volta che torno a CASA a Cosenza, bisogna fare i salti mortali per
una doccia, per lavare i piatti, per fare una lavatrice!!! Vede direttore,
io penso che non bisogerebbe mirare alla luna, ma più semplicemente
risolvere problemi già esistenti da una vita....sarebbe un
grosso passo in avanti.
La saluto cordialmente.
Piero Costabile, Modena.
Nuovo Ospedale di Cosenza
Leggo con stupore, misto ad una dose non piccola di incredulità,
le sconcertanti dichiarazioni del candidato Sindaco avv. Salvatore
Perugini, secondo il quale necessiterebbe realizare a Cosenza un ospedale
tutto nuovo. A parte il fatto che in materia di edilizia sanitaria,
e di sanità in generale, l'ente Comune ha competenze residuali,
sconcerta la faciloneria con la quale si lanciano certe proposte.
Probabilmente il futuro Sindaco Perugini dimentica che Cosenza un
ospedale lo ha già, dimentica che è in stato molto avanzato
un programma di ampliamento ed ammodernamento che dura da oltre un
lustro, ma soprattutto dimentica che per i cosentini ciò che
è importante non sono gli edifici, bensì la qualità
delle prestazioni offerte. E su questo campo ritengo che ciascuno
degli elettori cosentini abbia la propria opinione, non foss'altro
per il livello scandolamente basso della qualità dei servizi
offerti dagli operatori sanitari e delle prestazioni, conseguentemente,
rese. L'ospedale di Cosenza soffre di una cronica carenza di professionisti
preparati ad affrontare le richieste della comunità, il personale
medico è stato sempre scelto più per l'appartenenza
partitica, che per i meriti scientifici, il personale infermieristico
ed ausiliario soffre di carenze d'organico, di preparazione e, alle
volte, anche della più elementare cortesia. E che dire delle
attrezzature? Mancano i mezzi diagnostici più avanzati e quei
pochi che ci sono molte volte sono inutilizabili perchè difettano
di manutenzione. La sanità a Cosenza è un tasto molto
delicato e doloroso, che si presta facilmente a strumentalizazioni,
ma l'utilizzo propagandistico per meri fini elettorali è l'ennesimo
insulto rivolto ai cosentini. Ben altro spessore avrebbero avuto,
invece, proposte dirette a migliorare la qualità dei servizi
medici offerti agli utenti della sanità cosentina, quale, ad
esempio, l'istituzione di una facoltà di medicina e chirurgia
presso l'Università della Calabria. Un polo di studi universitari,
così com'è accaduto in altre realtà calabresi,
porterebbe ad una crescita dell'intera classe sanitaria cosentina,
con un'offerta di servizi così qualificati da riuscire a rallentare
l'esodo dei malati verso i centri d'eccellenza sia regionali, sia
nazionali. E' importante, in altri termini, rivolgere la propria attenzione,
anche per fini elettoralistici, di più agli ammalati ed alle
loro necessità, che non alla realizzazione delle strutture,
che soddisfano soltanto i desideri di chi li realizza, a discapito
dei servizi, sottraendo risorse all'intera collettività.
Avv. Pietro Romano
Presidente della Delegazione Provinciale ASSOUTENTI ONLUS
……..Ancora Piazza Fera!
Negli ultimi due anni di “non storia “ cosentina abbiamo
assistito, come cittadini e come esperti, ad un continuo rimaneggiamento
della sfortunata piazza, simbolo ormai del cuore della città,
punto d’incontri, smistamento delle direttrici del traffico.
Di codesti continui tentativi di “depistaggio”del “colpo
di mano” più grosso, abbiamo registrato tutti i momenti
più significativi, fino all’ultimo della creazione di
una finta aiuola erbosa che è già una misera isola di
spazzatura.
Ma il colpo di mano è stato reso noto solo due giorni fa, quando
la notizia della decisione del Commissario è apparsa sulla
stampa locale: a piazza Fera, dopo il flop del cosiddetto MAP (museo
all’aperto), riparte l’idea di realizzare un progetto
nel cassetto, ad opera di imprese private a cui verrebbe concessa
l’area, un centro commerciale di grandi proporzioni.
La notizia lascia senza fiato tutti i comuni mortali.
Ci viene subito in mente un vecchio adagio calabrese: “cose
alla comune jettale allu jume”.
Così fu un grande errore l’omaggio alla città
di questo tormentato quanto sfortunato terreno, da parte di generosi
ed ingenui proprietari!
La storia, d’altra parte si ripete: un’area dello Stato
come quella della dimessa stazione di Cosenza, spostata a Vagliolise,
e non si sa perché, è stata concessa in passato a imprese
private che vi hanno edificato un ennesimo supermercato, mancando
così un’occasione unica, tra l’altro da me segnalata,
di un edificio multifunzioni, pubblico e rappresentativo delle funzioni
interne e esterne della gestione cittadina. Seguiva poi una frettolosa
realizzazione di Viale parco, (il verde lo vediamo solo sulle colline
quando c’è), con partenza e arrivo mai definiti, senza
programmi e senza espropri, alla garibaldina come suol dirsi, per
poi essere subito dichiarato inagibile al traffico.
Si apre e si chiude insomma un brutto sogno, ma non vogliamo che si
riapra una pagina oscura della città di Cosenza come questa
di un centro commerciale a piazza L. Fera.
Non ci vogliono esperti per vedere l’inutilità e l’inopportunità
di un intervento del genere, ma anche la sua impopolarità,
che dimostra quanto distante sia, dal cittadino, la gestione della
cosa pubblica.
Questa storia, questa brutta storia, deve essere osservata più
attentamente anche dagli organi competenti per la tutela e la salvaguardia
del territorio oltre che della città, che è patrimonio
comune a tutti i cittadini e che non può essere libera gestione
di qualsivoglia feudatario.
I cittadini tutti, ne sono convinto, ragionano con la loro testa ed
operano scelte e soluzioni per il destino della loro città;
per l’occasione sapranno esprimere il loro giudizio col prossimo
voto per il rinnovo del consiglio comunale.
Venanzio Spada - Architetto
Rivendicazione Bruzia
Scusate se firmando farò uso di questo nick name, ma credo
sia meglio. Non è importante chi scrive ma ciò che scrive.
Io sono un Bruzio doc, un uomo che deve chiedere scusa alla sua città
e ad i suoi amici perchè per stupidità ed egoismo ha
abbandonato entrambi privandoli, anche se solo di due mani e una testa,
soprattutto di un elemento che, comunque, sarebbe stato un Bruzio
in più sia nei momenti di allegria che in quelli difficili.
Ho lasciato la città molti anni fa e non per cercare fortuna,
ma solo per spirito d'avventura. ho lasciato la mia fortuna nella
valle del Crati. Mi sono privato della fredda brezza della sila e
del caldo abbraccio dei nostri mari.
Ho sempre avuto una vita di lusso ma da anni non provo il lusso di
mangiare una zeppola a S.Giuseppe o di fare due chiacchiere in dialetto
con i miei amici d'infanzia.
Seguo sempre la mia città e in molte occasioni ho indossato
il rosso e il blù, i colori dei lupi, per affrontare eventi
e imprese per offrire alla mia gente, senza che neanche ne fosse al
corrente, una sconfitta o una vittoria.
Credo dipenda dal fatto che mi sento di appartenere ad un popolo,
che non è ne Italiano ne Calabro è il popolo Bruzio.
Io so, che questo senso di appartenenza non è solo mio, che
anche se sopito, è vivo nel sangue del popolo a cui appartengo.
C'è stato un momento, negli anni ottanta, in cui mi sono reso
conto che il sistema, nella sua veste politica, strumentalizzava il
pensiero e le ideologie delle masse giovanili pilotandone i comportamento
a scopi politici.
erano gli stessi leaders dei movimenti che vendendosi facevano da
garanti fra sistema e gruppi. C'erano anche persone non in vendita
e quelli venivano arrestati o costretti alla fuga. probabilmente ciò
che scrivo non sarà di facile interpretazione perchè
non posso fare una cronistoria dettagliata di quanto accaduto, politicamente,
nella nostra città e in Italia negli ultimi 40 anni, ma sintetizzo
dicendo che come unica soluzione alla sopravvivenza del mio pensiero
politico decisi di rinchiuderlo dentro di me abbandonandone la condivisione
con i miei compagni.
Non voglio farla lunga, ma credo che l'unica diga che abbia impedito
alla nostra città di rovinare in frantumi si chiami Giacomo
Mancini e questo per un semplice dato di fatto: non ci fu gesto da
parte di Giacomo che non venne indirizzato prima di ogni altro alla
nostra città a Cosenza. Del resto, di tutto il resto potremmo
anche discutere, ma tutte quelle infrastrutture che ci permettono
di decidere se andare al mare in 20 minuti o a sciare in 30 minuti,
o la bellezza rivalutata del nostro antico centro storico noi la dobbiamo
a Giacomo Mancini, Non ai Principi della dc o agli Antoniozzi...a
Mancini, a Giacomo a nessun altro, perchè lui prima di appartenere
a un partito apparteneva al suo popolo: Era un Bruzio e del suo popolo
fu capo fino alla morte.
Mancini se fosse stato Fascista o democratico cristiano non avrebbe
fatto nessuna differenza, lui usò la politica dello stato per
difendere gli interessi del suo popolo, avrebbe fatto lo stesso dietro
qualunque bandiera perchè il suo vero simbolo era l'elmo dei
Bruzii. Quello che, senza riuscire a trovare la strada, mi sto sforzando
di dire è che la nostra città, in questo momento, dovrebbe
avere la capacità di scegliere come sindaco un leader che sia
tale non necessariamente per la sua apparteneza a un movimento politico
istituzionale. Le istituzioni sono a pezzi, gli schieramenti si equivalgono
e sono pronti a fare una lotta cruenta sia al senato che al parlamento...
ma veramente volete che anche questo avvenga a palazzo dei Bruzii?
Non c'è nessuno, che sia in campagna elettorale che capisca
che la mossa vincente sia approfittare della confusione che regna
a Roma per far si che l'unione dei Bruzii possa rappresentare un esempio
per tutti?
Io mi rivolgo al popolo, agli ultras del Cosenza calcio, alla gente
del centro storico, alle famiglie di via degli stadi o di panebianco,
a tutti coloro che vengono tacciati, con razzismo, di tamarraggine
solo perchè gli è stata espropriata la possibilità
di essere colti, di raffinarsi, di far progredire culturalmente i
propri figli: Ma come disse Al Pacino in Carlitos way: Che ve lo dico
a fare... già vi vedo, tutti chiusi nel vostro terrificante
individualismo, pronti con due metri di lingua a slinguare il prossimo
sindaco chiunque egli sia. Popolo se non ti senti tale non sei niente,
sei un piccolo lurido egoista che tira a campare.
Ciao - Bruzia Libera -
Dasil-Dumar
Lo specchio della crudelta’
E’ cosi’ che tutto scivola via insieme al tempo.
Tragedie ,elezioni,campionati del mondo,arresti eccellenti…scandali.
Proprio un periodaccio per i vincitori di ieri.
Berlusconi sconfitto al fotofinish; e dopo il grande recupero di voti
ancora sconfitto dai suoi alleati Casini e Fini per quanto riguarda
il Quirinale.
Il vincitore Berlusca diventa umano e triste.
Gli onnipotenti del pallone,quelli intoccabili col sarcasmo in dotazione.I
signori del pallone ,che ti fanno fuori e ti sorridono,come a dire
:”tanto che mi fai?”I dirigenti del calcio,anche giocatori
di tennis, con la puzza di aperitivo fittizio.
Quelli che fanno fuori il Cosenza 1914 per un giorno di ritardo e
iscrivono la Viterbese e l’Aquila con una letterina.
Quelli che fanno fuori l’arbitro migliore della serie perche’
non sa capire i segnali di fumo di Moggi.
Questi pallonari stanno per aprire gli occhi al dolore che sovente
agli altri hanno provocato.
Questi pallonari cinici oggi finalmente si rispecchiano nella loro
crudelta’.
E cosi’ tutto si squaglia come il tempo,tuttavia ,un vecchio
ditterio mantiene il suo valore:
“Fa bene e scordati,
fa male e pensaci”
Totonno Chiappetta
Lettera aperta al Procuratore nazionale
antimafia Piero Grasso
Ill.mo Procuratore Nazionale Antimafia, Dott. Piero Grasso,
dopo la tappa del "Cammino contro le mafie" a Locri tra
il 30 aprile ed il 5 maggio scorsi, abbiamo visto concretamente quella
realtà di contrasto netto tra legale ed illegale, tra rassegnazione
e voglia di cambiamento, propria di una terra, quella della Locride
e della Calabria in generale, che è piegata sotto il potere
della 'ndrangheta, figlio di commistioni, convivenze e connivenze
pesanti e diffuse, anche grazie ad una influente attività massonica.
La drammatica realtà della ASL di Locri testimonia il livello
di infiltrazione e di "collaborazione" del potere pubblico
con il potere criminale. I campi sportivi pubblici devastati accanto
a quelli privati splendenti dimostra che sono le famiglie mafiose
a decidere chi deve guadagnare a danno della comunità e delle
nuove generazioni. La cattedrale nel deserto rappresentata dal Porto
di Gioia Tauro, con quell'immenso spazio di retroporto inutilizzato,
dove le poche navi che attraccano portano quasi sempre carichi di
droga e contrabbando, segnano che le Istituzioni sono distanti e non
impegnano coerenza ai programmi ed enunciati sullo "sviluppo"
nel Mezzogiorno, quale occasione di lavoro e riscatto dei calabresi.
Ma il "Cammino" è stato anche occasione di incontro
con realtà di dolore, quale quella delle famiglie oneste a
cui sono stati strappati i propri cari dalla violenza, arrogante e
barbara, dei mafiosi (affiliati o manovali di quella o questa 'ndrina).
Morti lontano dai riflettori, decine e decine di vittime cadute sotto
i colpi di assassini senza scrupoli e che hanno lasciato i propri
familiari a dover ricorrere ad avvocati cari per poter sperare nella
giustizia.
Non portano nomi importanti, molti di loro erano solo ragazzi che
volevano continuare a lavorare e vivere la propria terra in modo onesto
e libero, altri erano solo ragazzi, dei bambini. Sono morti lontano
dai riflettori, senza cariche, sono morti ammazzati e meritano giustizia.
Bisogna fermare la mattanza che colpisce chiunque, che non rispetta
nessuno e che decide di santificare con la morte il giorno dei defunti
assassinando un ragazzo di tredici anni, unica colpa essere figlio
di un rivale, basta così poco per essere uccisi in questa terra
del sud. Nell'assenza di giustizia, nella lontananza delle Istituzioni,
la mattanza colpisce uomini dello Stato, come gli agenti delle Forze
dell'Ordine impegnati nel loro dovere e colpisce chi nello Stato ripone
fiducia scegliendo di non tacere, testimoniare e collaborare per aiutare
il riscatto dello Stato e dei tanti calabresi per bene.
E' dovere garantirla a ciascuno di loro, alle loro famiglie. Solo
quando lo Stato riuscirà a garantire tutto questo, si darà
forza alla speranza e voglia di cambiamento. La presenza forte delle
Forze dell'Ordine è visibile ma non basta, non incide nella
cultura, non spinge a fidarsi dello Stato.anche perché mai
tutto il territorio può essere controllato e le morti continuano
a venire. Un cambiamento culturale, l'incoraggiamento alla rivolta
morale e civile, passa dalla mobilitazione di tutte le forze migliori,
dall'indagare su ogni omicidio, non solo su quelli eclatanti o di
vittime importanti.
Lo Stato deve dimostrare che i cittadini sono davvero uguali, che
la vita è sacra per chiunque. E', infatti, la cultura mafiosa
che sancisce ineguaglianze inaccettabili. Lo Stato deve dare il massimo
del sostegno e dell'impegno per tutte le vittime e per tutelare, soprattutto,
chi non ha ne nomi importanti ne cariche, ma voglia di vivere onestamente,
con umiltà e coraggio.
Le chiediamo quindi di mettere la sua competenza e le sue possibilità
d'ufficio, consapevoli dell'impegno che già sta portando avanti
per il contrasto deciso alle organizzazioni mafiose sia al sud che
al nord, per garantire che queste decine e decine di vittime innocenti,
come Massimiliano Carbone, abbiano finalmente uno Stato che lavora
per tutelarne memoria ed eredità morale e civile, senza abbandonare
i famigliari ed i cari che il sangue ha già segnato indelebilmente.
E' questo l'appello che Le portiamo e che abbiamo sentito essere l'appello
e la speranza dei tanti movimenti e gruppi di ragazzi della Locride
che, da semplici cittadini, vogliono continuare ad aver fiducia nello
Stato e vivere nella loro bellissima e martoriata terra.
Questa prossima estate saremo di nuovo a Locri, per un campo di studio,
divertimento e lavoro, dove "liberaMente", con tanti ragazzi
e ragazze impegnati concretamente nel sociale, ci si potrà
incontrare e percorre ancora il "cammino" lungo la strada
di riscatto e liberazione di questa terra. Speriamo di poter reincontrare
i volti dei famigliari delle vittime innocenti e senza fama, con un
tratto di speranza ad illuminare gli occhi lucidi e rendere più
salda la voce spezzata da rabbia e indignazione.
La Casa della Legalità - Osservatorio sulle Mafie - Genova
Che fine ha fatto l’atletica?
Sono un Italo-canadase e vivo a Toronto nella Provincia dell'Ontario,
Canada. Seguo tutto cio` che e' `disponibile su internet sulla citta`
di Cosenza in particolare e della Calabria in Generale. Quando ero
ancora a Cosenza, sono espatriato nel 1966, oltre ad essere arbitro
di pallacanestro ero cartellinato con la SS. San Paolo, Presidente
Cav. Flavio, e si svolgevano ogni anno riunioni di atletica leggera
a livello provinciale e regionali.Non leggo nessuna informazione di
atletica, come mai? forse questa attivita` sportiva non e` degna per
essere riportata? eppure mi ricordo che c'erano tante associazioni
sportive, leggi Croce Azzurra, la Libertas, la Fiamma, la Memi Vien,
ed altre. Sono a conoscenza che l'amico e avversario Enzo Ziviello
e` o e` stato presidente della sezione provinciale di atletica leggera
fino a pochi anni addietro. Ha mai organizzato una riunione di atletica?
Oltre ad essere stato un buon calciatore Enzino era anche un ottimo
atleta di fondo assieme ai vari Parise, Pellegrino, Spadafora, Porco,
al fratello di Enzino (non ricordo il nome) ed altri.
Sono curioso di sapere che fine a fatto l'atletica leggera a Cosenza.
Sono certo che qualcuno mi rispondera` e ringrazio in anticipo.
Saluti. Enrico Toscano - Canada
Ponte Celico superstrada Cs-Kr
Vi segnato lo stato di abbandono in cui versa il ponte di Celico
sulla superstrada cs-kr che e' diventato pericolosissimo, tanto che
da tempo si transita solo a senso unico alternato.
Visto dalla vecchia ss 106 che porta da Pianette di Rovito a Celico
si nota ancora meglio lo stato fatiscente della arcata principale,
e mi viene in mente il crollo di questa parte quando il ponte era
in completamento. L'Anas aspetta un altro crollo e una tragedia per
intervenire ?
un saluto carissimo
Vladimiro – Rovito (CS)
Tutelare il museo all'aperto di
Cosenza
Pregiatissimo direttore. sono un cosentino che, per dirla alla Giacomo
Mancini, ama profondamente Cosenza. Questa citta, dopo aver vissuta
la stagione legata al modello Cosenza, da tempo soffre di una cattiva
amministrazione che la rende sporca caotica e direi invivibile. In
tale contesto, negli ultimi tempi l'unico sprazzo di luce è
stato la continuazione dell'isola pedonale e la creazione del Museo
all'aperto grazie alle donazioni di Carlo Bilotti. Tale importante
avvenimento, forse non e' stato, negli ultimi tempi,particolarmente
apprezzato. Basta vedere gli sfregi subiti da alcune opere d'arte
ed incredibilmente trascurate dalla burocrazia comunale che, a distanza
di mesi non è intervenuta per riparare i danni subiti. Bilotti,
dopo l'iniziale entusiasmo, probabilmente è il primo a dispiacersi
di tale situazione, tant'e' che dell'annunciata opera di Rotella "Il
Lupo della Sila" si sono perse le tracce. Le opere esistenti
sono ancora posizionate su basamenti provvisori di l egno e prive
degli annunciati sistemi di allarme. Cosenza sta' perdendo una occasione
importante per fare un salto di qualita' dal punto di vista culturale.
Speriamo che il prossimo Sindaco metta in primo piano un rilancio
ed una migliore conservazione del MAP e , perche' no, il prolungamento
dell'isola pedonale sino a Piazza dei Brutii.
Carlo - Rende
Complimenti! Ci voleva proprio.
Finalmente un quotidiano on-line! Il mio nome è Alessandro
Miceli e faccio a tutti coloro che collaborano alla realizzazione
di questo nuovo strumento d'informazione i più sinceri auguri
di buon lavoro e di una continua crescita professionale. Spero che
sempre più persone possano leggere le pagine di questo giornale,
poichè vero strumento per la realizzazione di un'informazione
democratica, peraltro accessibile a molti giovani come me in maniera
quasi gratuita ed immediata. Spero che questo giornale possa diventare
sempre più un mezzo per una piena realizzazione del diritto
di opinione anche attraverso la creazione di un'ampia comunità
interattiva.
Alessandro - Carolei
Elezioni a Rende
Si è concluso finalmente, dopo settimane di contrasti e polemiche,
il duro conflitto che ha opposto i partiti nel designare il candidato
sindaco di Rende. Designazione faticosa e non priva d’amarezza,
specie per chi aveva sperato in un candidato unico per l’unione.
Purtroppo vediamo com’è finita. Alla domanda forte di
partecipazione (vedi primarie per Prodi presidente), si risponde con
tavoli che designano i candidati, fatti di poche anche se autorevolissime
persone.
La politica diventa: esercitare il potere del comando, cercando di
ridurre il numero di chi ha voce in capitolo. Emblematica la tornata
ultima delle elezioni politiche, dove il popolo sovrano si riduce
ad una croce su un simbolo. E’ tutta la rappresentanza di camera
e senato, decisa da qualche decina di persone riunite a Roma. La democrazia
e la libertà un surrogato concentrato, capace di implodere
per un Mastella qualsiasi.
In periferia, si cerca di stare al passo. Le primarie vere, troppo
dirompenti, per valere come regola condivisa, capaci queste si, di
produrre un cambiamento di classe politica e di rinnovamento, che
non tutti si possono permettere. Strumento addirittura fulminante
per un ceto politico completamente autoreferenziale, perché
la politica non è da tempo considerata servizio, ma occupazione
stabile. Si, stiamo assistendo al disfacimento della cosa pubblica
(vedi Cosenza): bisogna avere il coraggio di prendere atto di questa
realtà, perché ignorarla e continuare a comportarsi
come cosi non fosse non giova a nulla e allontana anzi il momento
di una sua ricostruzione.
Rende è vero, rispetto a come si amministra il territorio regionale,
ha rappresentato e rappresenta una realtà positiva, come però
non notare alcuni segni di cedimento. Anche qui, la politica del mattone
sta prendendo il sopravvento. Dalle sue colline spiccano le mille
gru d’Arcavacata. Il non contenimento degli insediamenti abitativi,
non primari, ma speculativi, avrà una ricaduta anche nella
qualità dei servizi. Quello che mi auguro è un voto
libero. Usare il proprio voto come una forma di primarie. La campagna
elettorale sia il luogo dove le opinioni si confrontano. Dove l’interesse
di tutta una comunità costruisce il proprio futuro, senza preclusioni
e apostasie per nessuno.
p.s. dopo la stesura di questa nota, ho letto l’intervento di
mimmo talarico . Molte cose da lui dette mi trovano sinceramente d’accordo.
Giancarlo Berardi DS Rende
Petizione online per il reintegro
di Biagi, Santoro e Luttazzi
L'ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante una conferenza
stampa tenutasi il 18 aprile 2002 presso il World Trade Center di
Sofia, accusò Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi
di avere fatto "un uso criminoso della televisione pubblica,
pagata con i soldi di tutti". Berlusconi aggiunse: "Preciso
dovere della nuova dirigenza RAI è di non permettere più
che questo avvenga", auspicando chiaramente che i tre conduttori
fossero allontanati dalla televisione pubblica. In seguito a questa
dichiarazione, nota come "diktat bulgaro", il Consiglio
di Amministrazione della RAI, con una lettera del 5 agosto 2002, aprì
un procedimento disciplinare nei confronti di Michele Santoro e, dopo
un duro confronto con il giornalista, confermò l'intenzione
di non impiegarlo nel proprio palinsesto autunnale. Da allora Santoro
non ha più lavorato in RAI. A partire dal mese di dicembre
del 2002 anche "Il fatto" di Enzo Biagi e "Satyricon"
di Daniele Luttazzi, programmi che avevano tuttavia ottenuto buoni
ascolti, vennero cancellati. Biagi scontava così le sue interviste
ad Indro Montanelli e Roberto Benigni mentre Luttazzi veniva punito
per l'intervista a Marco Travaglio. A questo punto pare opportuno
ricordare che l'articolo 21 della nostra Costituzione stabilisce che
"tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero
con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" e
che "la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni
o censure". Per quanto riguarda Michele Santoro, inoltre, il
Tribunale di Roma, con un'ordinanza emessa nel giugno 2003, impose
alla RAI di risarcirlo e di affidargli la realizzazione e la conduzione
di un programma "di approfondimento giornalistico a puntate collocato
in prima o in seconda serata con dotazione delle risorse umane, materiali
e tecniche, idonee ad assicurare la buona riuscita di esso, in misura
equivalente a quella praticata per i programmi precedenti". L'Autorità
per le Garanzie nelle Comunicazioni, infine, richiamò la RAI
"al rispetto dei principi di pluralismo, obiettività,
completezza ed imparzialità". In forza di quanto fin qui
esposto chiediamo ai vertici di viale Mazzini l'immediato reintegro
di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi nel palinsesto RAI,
alle stesse condizioni e nelle medesime collocazioni occupate prima
della loro epurazione dalla televisione pubblica. Se sei d'accordo
con questa richiesta, firma la petizione su http://www.petitiononline.com/rai2006/petition.html
Donne: una risorsa fondamentale!
Oggi si sente parlare molto di donne, sia come casalinghe che come
showgirl, attrici, funzionari e dirigenti a qualunque livello.. Ma
chi sono veramente le donne? Chi sono queste straordinarie creature
mittenti ed allo stesso tempo destinatarie dei più profondi
sentimenti umani?Probabilmente una risposta a denominatore comune
potrebbe essere la seguente: le donne sono coloro grazie alle quali
è stata possibile l'evoluzione della vita umana fin dai tempi
della preistoria e non solo perché, biologicamente, non è
l'uomo a partorire, ma anche e soprattutto per il contributo, che
hanno dato alla società fin dalla "notte dei tempi",
costituendo parte integrante dell'umanità in qualunque parte
del mondo. La donna è protagonista della vita indipendentemente
dal ruolo che riveste. Ed è a partire da tali presupposti che
ho sviluppato questo mio intervento, volto ad analizzare, affrontare
e suggerire risposte alle problematiche attuali del cosiddetto "sesso
debole", ripercorrendo il percorso attraverso il quale si è
realizzata la crescita culturale e sociale della donna, sempre più
protagonista dei "tempi moderni". Purtroppo, ripercorrendo
la storia passata, non si può fare a meno di osservare che
il genere femminile è stato fin troppo spesso oggetto di discriminazione
sociale e violenze fisiche e psicologiche. D'altra parte, le donne,
in molti paesi del mondo, hanno saputo riscattarsi dalla condizione
di subordinazione culturale e sociale, lottando contro tali ingiustizie.
Ad esempio nel Nostro Paese hanno contribuito significativamente ad
iniziare un processo di democratizzazione a 360°, conquistando
il diritto di voto il 2 Giugno 1946, votando al Referendum che stabilì
la nascita della Repubblica. Da allora si sono avvicendati veri provvedimenti
legislativi volti a garantire e tutelare i diritti della donna, al
pari di quelli dell'uomo. Nel 1948, tre importanti articoli della
Costituzione (3-37-48) rivalutano la donna, equiparandola all'uomo
(nel suo s
tatus giuridico), riconoscendole il diritto di voto e rispondendo
alla necessità di offrire una maggior tutela e forme di garanzia
alle donne lavoratrici. Nel 1975, il nuovo diritto di famiglia sancisce
ulteriormente la PARITA' tra uomo e donna definendo uguali diritti
e doveri di questi nei confronti della famiglia e dei beni acquistati
durante il matrimonio. Queste sono soltanto le prime conquiste di
democrazia che le donne italiane, rendendosi partecipi delle questioni
d'attualità hanno ottenuto dopo molti sacrifici. Da allora
ad oggi la democrazia ha permesso loro di estendere la parità
ad altri aspetti della vita pubblica e sociale. Tanto per citarne
uno degli ultimi. le donne oggi possono anche accedere ai concorsi
pubblici per le Forze Armate, cosa che soltanto fino a qualche anno
fa era consentita solo agli uomini. Tutto questo dovrebbe portarci
a fare un'osservazione: le donne, nonostante i vari pregiudizi, stereotipi
e mentalità retrograde, sono riuscite ad affermarsi nella società
così come ha sempre fatto l'uomo. Di ciò non può
che essergliene fatto un grande merito, basta pensare con quale determinazione
e spirito combattivo hanno dovuto affrontare i grossi e duri ostacoli
che si sono posti sul loro cammino. Purtroppo nonostante questi notevoli
passi in avanti, anche oggi, le donne sono ancora vittime di una mentalità
ancora eccessivamente maschilista che direttamente e/o indirettamente
pone dei paletti d'arrivo alle tappe che possono raggiungere. Prendiamo
in esame la cosiddetta "donna in carriera": spesso pur dimostrando
di saper portare i "pantaloni" non viene ammirata per quello
che dimostra di saper fare ma per l'immagine "che rende"
all'ufficio che lei stessa amministra, così ogni qualvolta
che impegnandosi riesce ad avere un riconoscimento, promozione, o
semplicemente un complimento, questi rischiano di essere strumentalizzati
come "contentini" a favore di colei che è "disposta
a tutto" pur di bruciare le tappe e giungere rapidamente ai suoi
scopi. In luoghi di lavoro democratici penso che non dovrebbero succedere
MAI cose del genere. La cronaca attuale, purtroppo, smentisce il falso
mito del lavoro come "isola felice" mettendoci a conoscenza
di tutte le azioni, anche le più meschine, che a volte anche
fra stesse donne vengono compiute. Ci si scandalizza quando in TV
o sui giornale vediamo le donne con il "Burka". Ma ci siamo
mai chiesti se in un paese civile e democraticamente avanzato, una
donna che fortunatamente può mostrare il suo viso a chiunque
non sia comunque discriminata? A quanto pare, visto l'enorme muro
che spesso sbarra il loro cammino. sembra proprio di si! Addirittura
non sono rari i casi in cui le donne "in carriera" vengono
ostacolate, boicottate, frenate o semplicemente emarginate a causa
del timore "conservatore" che esse riescano ad emergere,
conseguendo successi anche superiori a quelli attualmente raggiunti
dall'uomo. Se vogliamo essere a tutti gli effetti cittadini di un
MONDO DEMOCRATICO bisogna abbattere definitivamente l'insidioso muro
del pregiudizio, promuovendo e portando avanti tutte le iniziative,
anche di sensibilizzazione, a favore delle donne. Peraltro, se, in
ogni luogo, esse verranno definitivamente poste nelle condizioni di
svolgere il proprio ruolo in modo dignitoso e democratico, esprimendo
al meglio le naturali potenzialità, ecco che, allora, le donne
lasceranno un segno positivo ed indelebile per tutta l'umanità.
La storia ne è testimone, basti pensare all'esempio di donne
come Giovanna D'Arco, Marie Curie, Madre Teresa di Calcutta e Lady
Diana; ma anche di tante altre "eroine" dei nostri giorni:
Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Ilda Boccassini, Giuliana Sgrena
e tutte coloro che, anche lontano dalla cronaca e dai riflettori,
nella riservatezza della propria vita e storia personale, lottano
per affermarsi e perché sia garantita loro la possibilità
di avere un ruolo attivo e produttivo nella società. Per concludere
sapete cosa penso delle nostre amiche? Le donne? Una risorsa fondamentale!
Come direbbe qualcuno. se non ci fossero bisognerebbe inventarle!
Nonno Furio, “mi facci il
piacere…”
Caro Direttore, vorrei consigliarti di leggere, se ti è sfuggito,
l'editoriale, in prima pagina, su l'Unità del 6 aprile scorso,
firmato dall'ex direttore di quel giornale e attuale senatore diessino,
Furio Colombo, intitolato: «Il caso del GR3, piccolo malaffare».
Dove il malfattore sarei, a giudizio di Colombo, proprio io, responsabile,
dal 1998, della pagina politica dell'edizione mattutina del GR3. Il
mio nome non viene, esplicitamente, citato, ma ci si riferisce, chiaramente,
al mio lavoro e alle mie interviste, molto ascoltate dai politici
e dai giornalisti. Vengo, astiosamente, attaccato, tra l'altro, per
essermi «permesso» di intervistare la azzurra on. Prestigiacomo
e di non averle fatto la domanda sul famoso epiteto, pronunciato il
giorno prima dal presidente Berlusconi: «Coglioni». Sono
definito, dal parlamentare post-comunista, «un intervistatore
un po' più schierato di Bondi» e «giornalista festosamente
berlusconiano». Per chi interessa : alla Camera ho votato Boselli,
scheda bianca al Senato, perchè non mi piacevano i candidati
del Cavaliere nella mia regione, la Calabria.
Inoltre, Colombo mi attacca per aver intervistato, dopo la bella e
brava Stefania, un deputato di Rifondazione, Franco Giordano, con
il bieco fine di «mettere bene in luce il fiele, nell'Unione,
dei comunisti radicali». Qui, però, l'attempato senatore
si è sbagliato: Giordano non l'ho sentito io, ma una brava
collega della redazione politica del Giornale Radio. Caro Direttore,
i miei maestri politici, soprattutto mio padre, Giacomo Mancini, mi
hanno insegnato a non essere eccessivamente serioso, a cercare, talvolta,
di sorridere e di non drammatizzare, mai, gli attacchi politici e
le accuse. Ma la chiusa del fondo di Colombo è molto preoccupante
e minacciosa, e mi ha spinto a parlartene e a informarne i lettori
del Giornale. In pratica, l'editorialista dell'Unità, con un
linguaggio tortuoso e allusivo, minaccia immediate epurazioni contro
i (pochi) giornalisti della Rai non allineati con Prodi e chiede ai
capi del centrosinistra di «liberarci subito del conflitto di
interessi», che, a suo avviso, renderebbe tanti giornalisti
«succubi e pieghevoli». Non so se il mio spazio radiofonico
verrà chiuso e se il diktat di Colombo verrà accolto.
A Colombo, ironicamente, potrei rispondere, come fece il prof. Cacciari
al mio amico De Michelis, dopo che Gianni lo aveva invitato a iscriversi
al Psi di Craxi: «Grazie, compagno, ma sono ricco di famiglia!....».
Anch'io mi sento ricco, non materialmente, ma intellettualmente, certo
di più del giornalista Colombo, «embedded», a tempo
pieno, con l'ala giustizialista e fieramente anti-berlusconiana della
Quercia.
Posso, quindi, permettermi, fortunatamente, al contrario di molti
miei colleghi più giovani, che in questi giorni vedo in Rai
molto tesi e preoccupati, di fregarmene delle minacce e delle intimidazioni.
Ma la vicenda, come tu comprenderai, va al di là della mia
persona e del mio lavoro al GR3, che sinora mi è stato concesso
di fare in libertà, prima da Ruffini e poi da Socillo, e con
obiettività. L'attacco di Colombo investe, a mio avviso, la
libertà di stampa, e quella di critica, che andrebbero garantite
anche a quanti non la pensano come l'ex collaboratore dell'Avvocato
Agnelli. Sei d'accordo? In ogni caso, mi premeva informare te e i
lettori dell'inquietante debutto, sul fronte Rai e stampa, di un settore,
spero minoritario, del centrosinistra.
Pietro Mancini
Cosenza città europea?
Gentile direttore,
è la seconda volta che le scrivo riguardo
i problemi della città e a distanza di mesi purtroppo la situazione
non è cambiata affatto,anzi è nettamente peggiorata.
Grazie alla bellissima isola pedonale voluta dall'ex-sindaco (non
voglio nemmeno nominarla), isola pedonale che ha coinvolto oltre a
corso Mazzini gran parte delle traverse non è più possibile
nè circolare nè in alcun modo trovare parcheggio in
quella zona(si trovano solo i vigili). Ora, con la chiusura del viale
Parco(vivissimi complimenti all'amministrazione che all'epoca ha appaltato
i lavori)dopo che ci hanno mangiato su un po tutti la situazione è
CATASTROFICA. Per non parlare delle buche(farei meglio a chiamarli
crateri)che riempiono la nostra città europea e centro di arte
e cultura.........ma fatemi il piacere!!Negli ultimi anni si è
solo peggiorata la situazione e la colpa a mio parere non è
solo dell'ex-sindaco ma allo stesso modo è dei vari Mancini
Jr-Adamo e tutta la classe dirigente che ha governato e che ha solo
speculato...per non parlare di tutto il resto:lavoro,microcriminalità,degrado
sociale,tutte cose di cui l'amministrazione comunale ha fatto solo
finta di interessarsi troppo impegnata a cambiare nomi a piazze e
vie(sarà per sempre Piazza FERA)e a inaugurare mostre e realizzare
il MAP(a mio parere quando si fa una donazione non si chiede nulla
in cambio, tantomeno di cambiare il nome a una piazza col proprio).
Comunque sarei contento di vedere alla guida della futura amm. comunale
una persona seria, che dia voce ai cittadini e sia interessato a risolvere
i problemi SERI(tantissimi) della nostra città. Ma sono sicuro
che la corsa alla poltrona è gia scattata, e i nomi sono sempre
gli stessi...
Mi scuso per lo sfogo e la saluto vivamente.
Michele - Cosenza
Il lavoro: il migliore antidoto
alla criminalità
“Calabria Protagonista “ riprendendo le recenti dichiarazioni
politiche a proposito della presenza di “figli di mafiosi”
all’interno delle Cooperative della “Valle del Bonamico”,
ritiene di esprimere ulteriormente ed in modo ancora più forte
tutta la sua solidarietà nei confronti non solo del Presidente
del consorzio “Goel”, Vincenzo Linarello ,che coordina
operativamente il tessuto delle cooperative nella Locride, quanto
soprattutto nei confronti di S.E Mons. Bregantini che di questo straordinario
modello, tradottosi in una vera e concreta opportunità di lavoro
per migliaia di giovani, è il vero ispiratore. Infatti, Calabria
Protagonista, che considera fari di luce della sua azione politica
e culturale proprio personalità come Mons. Bregantini e come
il Presidente degli Industriali Pippo Callipo, altro straordinario
modello di impegno civile e di solidarietà concreta, come testimoniano
i gesti e gli appelli di questi giorni; proprio all’indomani
del vile attentato mafioso ai danni delle cooperative della Valle
del Bonamico, oltre ad ascoltare, con una propria delegazione, direttamente
a Locri la testimonianza dello stesso Linarello e di Mons. Bregantini,
ha potuto portare a questi calabresi coraggiosi , impegnati per la
rinascita della propria terra, non solo la propria vicinanza quanto
la condivisione per un progetto comune. Calabria Protagonista, ritiene
infatti basilare, quale proposta concreta per far ripartire la Calabria,
soprattutto da un punto di vista economico, proprio la “tipicità
del territorio” e le sue immense risorse naturali ed “umane”,
quale chiave di volta per un vero e duraturo sviluppo della nostra
regione. Crediamo fermamente, in tal senso- e le cooperative della
Locride ne rappresentano una testimonianza concreta e realmente operativa-
che le enormi risorse e ricchezze della Calabria debbano, peraltro,
essere gestite da calabresi, ricordando che proprio per le sue immense
potenzialità, come sostiene lo stesso Presidente Callipo, la
nostra regione, in realtà, può essere più ricca
della Lombardia. Venendo quindi alle “esternazioni” dell’On.le
Angela Napoli, riteniamo che tali considerazioni oltre a non cogliere
la portata straordinaria del modello occupazionale proveniente della
Locride, rischiano di creare ulteriori divisioni tra gli stessi calabresi,
celando con “furiose e roboanti crociate antimafia” la
mancanza assoluta, da parte di un’intera classe politica regionale,
di risposte e di proposte concrete proprio sul fronte dell’occupazione
e del lavoro, che vedono migliaia di giovani calabresi puntualmente
ogni anno, costretti ad “ emigrare” dalla Calabria. In
realtà, se fosse vero che tantissimi giovani e figli di mafiosi,
fossero realmente impegnati e coinvolti – come sostiene Angela
Napoli- a lavorare all’interno delle cooperative della “Valle
del Bonamico”, ciò sarebbe una testimonianza ed un segnale
straordinario, che dimostrerebbe come l’azione di Mons. Bregantini,
e di tutti gli amici del consorzio “ Goel”, abbia cominciato
a dare i suoi frutti , le sue “primizie”, spingendo migliaia
di giovani a scegliere una strada diversa e piena di luce, rispetto
a quella tetra e senza speranze intrapresa erroneamente dai loro padri.
Ricordando, poi , all’On.le Napoli che la chiesa svolge missione
di salvezza e non di giudizio, vogliamo , infine , sottolineare, che
proprio l’unità di tutte le forze, soprattutto in un
settore vitale come quello del lavoro, come dimostra la straordinaria
rete di solidarietà e d’impegno concreto creatasi in
questi giorni attorno alle cooperative della Valle del Buonamico,
più di tante inutili quanto sterili polemiche, deve rappresentare
il vero obiettivo di tutti coloro che desiderano il riscatto civile
e la rinascita della nostra Calabria.
Francesco Precenzano
Coordinatore regionale CALABRIA PROTAGONISTA
Diabetologia pediatrica
Egregio Direttore,
Sono la mamma di un bimbo di nove anni, diabetico insulino dipendente
dal 2004.Il diabete mellito di tipo 1 in età pediatrica è
una malattia sempre più frequente, e le famiglie si ritrovano
dall'esordio di fronte a enormi problemi, non solo legati alla patologia
dei loro giovanissimi figli, quali adeguamenti di terapie, formazione
necessaria della famiglia, adeguate informazioni, ma ora chi lotta
da anni contro questa malattia subdola, si ritrova davanti un problema
ancora più angosciante, l'unica, splendida dottoressa diabetologa
pediatrica ha raggiunto l'età della pensione, dopo anni di
duro e sacrificato lavoro. Si immagini che la stessa dottoressa non
ha avuto neanche una stanza dedicata al ricevimento dei suoi piccoli
pazienti, e da sola, ha curato centinaia di bambini, spesso arrivati
in coma per chetoacidosi. Lei da solasi è occupata di formazione
e di assistenza alle famiglie, anche se da sola doveva gestire l'urgenza,
le cartelle cliniche, le degenze, i dayhospital,
le visite, la visione dei diari di terapia, l'adeguameto individuale
delle dosi di farmaci. Ora la splendida dottoressa andrà via
a giorni, e per 112 bambini, senza contare i ragazzi in età
non più pediatrica, si pone una domanda: chi sostituirà
la cara dottoressa?
Chi avrà cura dei nostri bimbi? Dovremo dunque fare anche noi
i viaggi della speranza ad ogni controllo trimestrale verso città
più a Nord?
Nessuna speranza per noi che vengano nominati almeno due diabetologi
pediatrici all'Ospedale dell'Annunziata? Nessuna speranza per i giovani
diabetici affinché venga dedicato un proprio reparto, fosse
anche un ambulatorio all'interno della struttura ospedaliera, dove
potere usufruire di veri servizi dedicati alla prevenzione delle complicazioni,
alla formazione dei genitori e degli stessi bambini?
Perché tutto deve sempre risolversi con una scelta obbligata:
andare altrove?
Chi darà noi la possibilità di vivere serenamente una
malattia silenziosa e subdola, per cui i genitori, come me, finiscono
con l'ammalarsi di diabete di tipo 3, quello inflitto dalla sofferenza
invisibile ma reale dei propri figli.
Direttore si parla tanto di sanità, di malasanità, e
ora arriviamo alla sua assenza, dove l'unica via di uscita è
il " partire ".
Allora chiedo a Lei Direttore, in questo periodo di tante facili promesse,
di dare voce alle nostre paure.
Siamo stati noi, genitori riuniti in associazione, a comprare grazie
a donazioni, una macchina che evita ai nostri bimbi un ulteriore trauma
ad ogni controllo di monitoraggio della malattia. L'abbiamo donata
al reparto di pediatria, ma a chi servirà se saremo costretti
a curare i nostri figli altrove?
Questa è un appello, un acorato appello alla buona volontà
che rivolgo ai vertici della sanità calabrese.
Donateci la possibilità di curare i nostri bambini a Cosenza,
in un vero reparto di diabetologia pediatrica. Perché purtroppo
siamo tanti, e purtroppo saremo sempre più.I dati sono sconfortanti
per il continuo presentarsi di nuovi casi, e se ancora non si è
scoperto il perché dateci la possibilità del "come"
curare al meglio questi bambini.
Questa è la mia voce, forse non molto serena, ma che chiede
, contro le tante iniezioni di insulina che fanno i molti piccoli
pazienti dal sangue dolce, un'iniezione sola di fiducia per il loro
futuro.
Grazie direttore per questa opportunità.Nella speranza che
qualcuno si interessi davvero di questo nostro problema, io porgo
a Lei e alla Sua redazione i miei più cordiali saluti.
Gina - Cosenza
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