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Lettere al Direttore
Archivio 2

 

Statale 18 maledetta, anche nell’alto tirreno cosentino

Egregio Direttore sono appena rientrato a Tortora (Alto tirreno cosentino) per essere stato fuori per ragioni familiari. Ho attraversato in macchina le tre gallerie dal Vinciuolo (Praja a Mare) Castiglione (Tortora) e non immagina in che condizione è la sede stradale: PESSIMA, c’è da fare davvero il GRIDO D’ALLARME. Quella di Castiglione (l’ultima verso nord) a dir poco è disastrosa. Nonostante il limite di velocità posto a “40” orari è attraversata da mezzi pesanti che sfrecciano come bodili che ti stanno dietro e ti tartassano con il clacson e quelli in direzione opposta che ti indirizzano le luci abbaglianti a più non posso. Insomma non se ne può più. Speriamo bene, speriamo e non vorrei essere di iattura. Eppure tutti lo sanno. sindaci, amministratori comunali, consiglieri provinciali, assessore provinciale e regionale alla viabilità, presidente della comunità montana e Anas e tutti la percorrono o forse fanno altre strade alternative?
Speriamo bene. E speriamo che l’interessamento del Prefetto Lisi che ha convocato per martedì 22 aprile p.v. tutti gli enti locoli per la S.S. 18 sia finalmente risolutivo per la condizione che la statale presenta o dobbiamo veramente aspettare la sciagura e poi intervenire?
Non dimentichiamo le vicessitudini che la galleria di Castiglione (Tortora) ha avuto tre o quattro anni fa. – Per sdrammatizzare – comunque – che ben venga il prossimo giro d’Italia a maggio. Chissà forse le strade saranno asfaltate.
La ringrazio per l'ospitalità che più volte mi ha concesso.

Franco Guerrera. – Tortora

Da Cosenza a Tortora il teatrino della politica è lo stesso

L’Avv. Sammarco se ne va e per la terza volta lascia l’incarico di consigliere comunale. Perugini da Sindaco se ne rammarica, i rappresentanti del centro destra all’interno del Civico Consesso cosentino se ne preoccupano e i partiti del centro sinistra e in particolare il nuovo PD non sono affatto preoccupati?
Ma perché da Tortora, vi chiederete, io Franco Guerrera, socialista, mi chiedo questa cosa?
Me lo chiedo perché il teatrino della politica è dappertutto, come a Cosenza, a Casole Bruzio ed anche a Tortora, basta leggere, essere informati e tutti lo comprenderanno. Dopo le elezioni sicuramente se ne parlerà, invece parliamone adesso a Cosenza, a Casole Bruzio ma anche a Tortora. Una mia stima particolare va all’avv. Sammarco molto apprezzato per essere stato ottimo e imparziale Presidente del Consiglio Comunale di Cosenza. Auguri Avvocato, a Lei la scelta ma resti perché Cosenza ha bisogno di Lei per il contributo che ha saputo dare e che potrà dare, ne ha bisogno in modo particolare l’Università della Calabria dove tanti giovani, compresa mia figlia, studiano e vengono dall’estrema periferia di Tortora.

Franco Guerrera da Tortora.

Berlusconi non ha ancora vinto

Non conosco Tripodi, non conosco Crea, ma qualcuno li conosce se li ha mandati in Consiglio Regionale. Non so se sono responsabili dei casi loro imputati, giudiziariamente voglio dire, ma tutti vediamo i livelli di intrecci e di compromissione fra affari e politica. Non sono solo loro due a essere già incappati nelle maglie degli inquirenti e purtroppo, si può intuire, altri ce ne saranno. Ma Tripodi e Crea chi erano, chi sono, per essere assurti a cotanto proscenio politico? Un nuovo che avanza, professionisti prestati alla politica, gestori di pacchetti di voti, espressione di interessi e di istanze che non trovavano altrove spazio? Non risulta, infatti, una loro peculiarità, un loro modo di essere e di fare che li ponesse fra gli eletti. La prima domanda, dunque, è: ma chi c'è, oggi, che ha le antenne nella società ed esercita quella funzione che un tempo vinceva e si chiamava controllo sociale? I partiti, i gruppi di interesse, le organizzazioni cosiddette intermedie - associazioni, clero, assindustria, camera di commercio, e perchè no la stampa... -, i sindacati, tutto quanto, cioè, ha radicamento sul territorio, non sa, non dovrebbe sapere tizio e caio chi sono, che fanno, se è il caso di mandarli alla Regione, alla Provincia, al Comune... in Parlamento? Forse sanno, forse non sanno, ed è difficile dire cos'è più grave. Non sapere significa essere svuotati di ruolo e responsabilità; sapere, e tacere e avallare, vuol dire che la deriva lungo la quale siamo immersi è mostruosa. Tanto per dire: era giunta pure a me la notizia di megaprogetti d'insediamenti turistici vicino Brancaleone, altri, più vicini e con qualche titolo, s'erano posto qualche interrogativo sul chi, come, perchè? La seconda domanda: con il nuovismo, che per un pò di tempo ha imperversato, ci si è trovati ad aver a che fare in politica con una pletora di parvenu, che dovevano rappresentare il nuovo e il meglio, insieme però al trasformismo e al voltagabbana come sistema, al colletaralismo spinto col mondo degli affari e dei malaffari. Io prometto, poi dò, prendo voti e divento eletto del popolo, a prescindere da cosa farò, da cosa saprò fare per il popolo con l'eccezione dei miei amici: i metodi, la legalità, i risultati, sono optional... La terza questione: Loiero ha detto che già prima dell'arresto aveva ritirato la delega. E quindi? Per Crea ch'era succeso, per gli altri amministratori regionali cos'era accaduto? Il fatto che conta non è, piuttosto, che lui a quel mondo s'era rivolto, di quello s'era fatto forte, grazie a quello aveva avuto quella sorta di consenso, che di quel mondo lui è figlio prediletto, a prescindere da why not o meno che lo vede in campo personalmente. E certo stride sentir parlare Minniti in termini d'elogio e di soddisfazione per la brillante operazione compiuta, come se stessimo qui parlando di polizia, come se lui fosse un tecnico della politica, attento solo al governo nazionale, da Roma, e non la diretta espressione di quel territorio, soggetto eminentemente politico, come Bova che è parso di capire sta accarezzando l'idea che non ce la si fa più ed è giunta l'ora forse di staccare la spina.
Avete fatto caso che da un pò di tempo nessuno più parla di antipolitica, qualunquismo, grillismo, che pure avevano tenuto banco pesantemente fino a poco tempo fa? Ci si è resi conto, evidentemente, che la realtà è ancor più pesante delle denunce e dell'indignazione, che se non si corre ai ripari, altro che antipolitica, il rischio è quello dell'implosione. Perciò non avevano convinto le scelte di qualcuno che dalle colline universitarie s'era lanciato verso la Giunta Regionale. Perciò si era detto e scritto che aldilà dei meriti personali, la rondine di Arcavacata era ben difficile che potesse tradursi in automatica primavera. Che dire poi dei boatos ricorrenti che vorrebbero un buon esodo dalla Regione verso il Parlamento, a cominciare del Presidente... , il libro di Stella, sulla Casta, neanche a questo, era arrivato.
E mentre attendiamo l'esito di indagini su grande distribuzione, sanità, voti di scambi, eolico, rifiuti, appalti, progetti, fondi comunitari eccetera, e sulle promozioni di tanti o pochi chi siano verso la Capitale - come si trattasse d'un premio viaggio e basta, andare in Parlamento, tanto lì che c'è da fare... - ecco che corriamo verso il voto. Alleanze, composizione delle liste, programmi tengono ovviamente banco.
Alleanze: ho già detto in precedenza di Veltroni, apprezzando il suo coraggio, ma ce la fa da solo? E l'"altra" sinistra diventa area protetta, in via d'estinzione? Nessun patto, di nessun tipo con loro, così che numericamente molto si espone, Veltroni, e contemporaneamente lascia allo scoperto un'area molto vasta cui non è ben chiaro quale ruolo resterà. E i socialisti? Scompariranno? Accordi con Di Pietro sì, con altri, Arcobaleno o socialisti che siano niente. Par d'intravedere un disegno secondo il quale gli ex Ds vogliano essere i soli a esprimere la sinistra: per altri non c'è cittadinanza. Composizione delle liste: già fu detto alle precedenti elezioni, che si svolsero con lo stesso meccanismo di oggi, che il centrosinistra non poteva trincerarsi dietro un dito, nel senso che poteva benissimo mettere in posizioni di testa novità e istanze di rinnovamento. Lo stesso si può dire, si deve dire, ora: solo uscenti, solo apparato, o anche qualche, e non residuale, scelta di novità, di radicamento, di valorizzazione del merito? Un nuovo, s'intende, che dev'essere intriso di cultura politica, di moralità, di saper fare. Ma anche in questo campo sembra che la difesa degli uscenti, peraltro con molti meno posti a disposizione, sia rigidissima. Programmi: purchè non ci siano libri dei sogni generalisti, purchè ci sia un preambolo sulle scelte etiche, trasparenza, legalità, purchè la Calabria, il Mezzogiorno, appaiano non per memoria, purchè ci sia uno sguardo di fiducia verso il futuro...
Ritengo che Berlusconi non abbia vinto, ancora. Molto se non tutto dipenderà, appunto, dalle alleanze, dalle liste, dai programmi.

Massimo Veltri

L’area pedonale di Scalea

Egregio direttore,
Le scrivo questa lettera con l’intento di porre l’accento su una realtà, quella dell’area pedonale di Piazza Gregorio Caloprese a Scalea, troppo spesso sottovalutata e in certi casi descritta al pubblico, proprio da alcuni suoi colleghi, in maniera a dir poco fuorviante. Ci tengo a sottolineare che la mia lettera non vuole assolutamente interferire con quelli che sono i meccanismi della politica, ne discutere e giudicare dal punto di vista prettamente architettonico i lavori di riqualificazione urbana dell’area sopraccitata.
Capisco, infatti, che ogni qualvolta si debba effettuare un cambiamento esso non sia completamente indolore, tuttavia ritengo sia doveroso da parte di una buona Amministrazione, prima di procedere all’approvazione di un progetto e alla sua successiva messa in atto, prendere in considerazione i pareri dei cittadini poiché in fin dei conti, vista la natura di opera pubblica, l’ultima parola dovrebbe spettare proprio a loro. Questa lettera, dunque, si pone come obiettivo quello di affrontare apertamente il problema e presentarlo ai lettori dal punto di vista di un comune cittadino.
A Scalea, negli anni passati, limitatamente alle ore serali durante l’estate Via Michele Bianchi rimaneva chiusa al traffico consentendo tranquillamente ai turisti il piacere di una piacevole passeggiata tra le vetrine ed i bar della nostra via principale.
Da quest’anno invece è tutto improvvisamente cambiato.
Ritengo, infatti, che la scelta di circoscrivere l’area e di chiuderla al traffico in maniera definitiva sia inutile, vista la scarsa frequentazione nelle ore diurne e durante l’inverno, ed è inoltre da considerarsi profondamente ingiusta se si considera che i lavori della Piazza situata, come tutti sanno, nel pieno centro di Scalea ha prodotto come prima conseguenza della chiusura al traffico quella dello sconvolgimento della viabilità. Difatti numerosi sono gli svantaggi che l’opera apporta ai residenti di Via Michele Bianchi e del Centro Storico, i quali si ritrovano costretti a modificare e, in alcuni casi, a sconvolgere completamente il loro percorso di ritorno e di uscita dalle proprie abitazioni.
Un altro fattore di cui non si è tenuto conto, a mio avviso colpevolmente, è quello del rialzamento della pavimentazione che, non consentendo il transito alle auto, impedisce l'accesso all'area anche ai veicoli guidati da invalidi e ai mezzi di soccorso (ambulanza, vigili del fuoco, ecc.) come è già accaduto durante l’estate scorsa.
Tuttavia non sono questi i maggiori disagi prodotti dall’opera. Infatti è sotto gli occhi di tutti che i soggetti più profondamente colpiti sono sicuramente ed innegabilmente i commercianti o meglio quella parte di commercianti (tabacchi, edicola, farmacia, alimentari) che basava le proprie vendite sul fatto che i propri esercizi si trovassero in centro e che si sono visti di colpo sparire la clientela trovandosi da un momento all’altro in gravi difficoltà economiche. Di conseguenza si sono ritrovati successivamente a manifestare in maniera netta il proprio dissenso, dovendo necessariamente piegarsi alle imposizioni dell’amministrazione comunale e vedendosi costretti a sacrificare le loro attività nel nome della svolta verso il tanto atteso e decantato “turismo d’élite”.
Ebbene questa lettera è rivolta anche a queste persone e, nel manifestargli la mia solidarietà, colgo l’occasione per invitarli a non arrendersi, ma semmai a costituire un’associazione e se si dimostrerà necessario, passare a vie legali, proprio perché il loro futuro e quello delle loro famiglie deve essere difeso a denti stretti per far si che gli anni trascorsi e i tanti sacrifici fatti non rimangano vani.
Infine desidero rivolgermi anche all’Amministrazione comunale di Scalea, invitandola a non trascurare la situazione andando avanti a testa bassa, ma fermandosi a riflettere chiedendosi se davvero sia valsa la pena spendere oltre 437.000 euro rovinando la vita a molte famiglie.
In conclusione mi auguro che possa trovare un piccolo spazio, se lo riterrà opportuno, per pubblicare questa mia lettera tra gli altri articoli del suo giornale affinché, per una volta su questo tema sia data voce ai cittadini.

Andrea De Vito

Valorizzare il trenino della Sila

Spettabile direzione, per caso sono arrivata a visitare questo sito e non nascondo la mia curiosità essendo cosentina e residente a verona da più di quarant'anni. Ma le proprie origini non si cancellano e neppure il carattere meridionale.... Dopo 40 anni, sono tornata a visitare la mia città natale nel novembre 2006 assieme a mia sorella,e ovviamente, come ogni città l'ho trovata molto cambiata, io avevo il desiderio di ritrovare quel muretto che era accanto al negozio di abbigliamento Mazzocca (o Mazzotta) che faceva angolo con via mazzini e via arabia e sul quale ho giocato tantissimo da ragazzina, non esisteva più. Peccato. In compenso mi sono consolata perchè ho potuto constatare un restauro bellissimo del teatro rendano e delle vecchie carceri del ponte s.francesco ed altro. Complimenti all'amministrazione comunale e provinciale. Ma la cosa che mi interessa è evidenziare il fatto che ho avuto la fortuna di prendere il trenino che da cosenza porta a Camigliatello ed è stata un'esperienza bellissima per il panorama che abbiamo ammirato con attenzione e sopratutto per la cortesia e gentilezza che ci hanno riservato i conducenti di cui non conosciamo il loro nome ma che, comunque ringraziamo. Vorrei riferire all'amministrazione comunale di incentivare questo mezzo che turisticamente è un patrimonio non di poco conto. Un saluto da una Vostra concittadina

Elvira Caceffo - Verona

Disagi nelle strade di Cosenza

Questa mattina sul ponte che collega corso plebiscito all'ex stazione delle FF.SS, il comune di cosenza alle ore 08,00 di lunedi mattina ha pensato bene di chiudere la strada per effettuare lavori di manutenzione. Che bella idea, un caos indescrivibile con tutte le autovetture che si recavano a lavoro o portavano i propri figli a scuola provenienti anche dalla presila. Che persone intelligenti quelli che hanno autorizzato, nel giorno più difficile della settimana e all'orario più congestionato possibile, l'esecuzione dei lavori. In realtà meglio organizzate i lavori sulle strade principali si eseguono o di notte o fuori dagli orari di punta.E' mai possibile che un minimo di buon senso non è riscontrabile nei nostri amministratori?Dalle cose più semplici si inizia a giudicare un'amministrazione.Ma anche a queste incapacità più elementari stiamo facendo l'abitudine.

T.G. - Cosenza

Giunta Loiero, una questione di peso!

Caro Direttore, leggendo come ogni sera le notizie sul tuo giornale, una in particolare mi ha molto fatto incavolare! E' pur vero che siamo abituati da anni a digerire di tutto, però ora, con questa ultima mossa, il Governatore ha offeso la mia intelligenza (e forse anche quella di tanti altri): tante e tante volte nei giorni passati si era riempito la bocca di una frase divenuta la spiegazione del nuovo rimpasto, "sarà una giunta più snella" diceva, ma a conti fatti non mi pare mica! A meno che, il furbo Governatore non facesse riferimento ai Kg di peso dei singoli esponenti!

Luigi - Cosenza

Via Panebianco abbandonata dall’Amministrazione

E' l'ennesima volta che scrivo per segnalare lo stato di degrado in cui verte la parte iniziale di via Panebianco e, anche dopo le ripetute segnalazioni, nessuno interviene. Noi viviamo in mezzo ai topi, spazzatura e tanta altra sporcizia che poi autorizza le persone che "vivono" di notte a venire a bere alcolici, fare baccano e, quando và bene, anche lasciare ricordini, del genere escrementi umani, di fronte all'uscita di casa mia. Non ce la facciamo più.

Lettera firmata

Ohi Donà tanti auguri.

Un fatto curioso che, se il bravo e buon Direttore me lo permetterà, voglio raccontare. Questa mattina sono stato a Cosenza per presentarmi in un Ufficio Politico. Salendo dall’autostazione e percorrendo Via Alimena e poi altre traverse a destra affollatissime, continuamente sentivo dire: Ohi Donà tanti auguri!. E dopo un pò: Ohi Donà tanti auguri!. Un istante dopo: Ohi Donà tanti auguri!. E da qui, e fino a Via Brenta, Via Calabria e per susseguirsi ed arrivare a Corso Umberto 1°, ancora, per decine, anzi, centinaia di volte: Ohi Donà tanti auguri, Ohi Donà tanti auguri, Ohi Donà tanti auguri! e via di seguito. Per la verità mi sono incuriosito e guardando il calendarietto tascabile ho letto che oggi ricorre l’onomastico di “San Donato Vescovo di Fiesole” e perciò mi sono raccapezzato. Ma ancora si continuava e arrivato a Corso Umberto incuriosito ho chiesto ad un signore di mezza età (come me): ma a Cosenza si chiamano tutti Donato? E questi pronto, senza giri di parole, mi ha così risposto e spiegato: “Ohi Frà (che non sta per Franco bensì per “Fratello”) si dunani l’auguri picchì ancora festeggianu lu “partitu democraticu”. Ed io: e perché Donà. “A nu ru sapiti”, ha esclamato il signore, “Donà significa: Donato Da Dio (il partito democratico)”. Ecco spiegato. Infatti anch’io molti anni fa chiamai mia figlia: Donatella, appunto “Donata da Dio”.

Franco Guerrera da Tortora (Cosenza)

Footing pericoloso, strada non illuminata a Rende

Scrivo questa lettera sperando di evitare qualche pericoloso incidente. Ogni sera, rientrando dal lavoro, sulla strada alle spalle delle cupole geodetiche (Via S. Botticelli) che da Cosenza porta a Roges di Rende si incontrano persone che fanno footing sprovviste di giubbotto catarifrangente o di qualche altro accessorio che li renda visibili. Il problema è molto serio visto che il tratto di strada non è illuminato e si corre veramente il rischio di investire qualcuno. Spero che possiate far avere questa segnalazione a chi di competenza con l’augurio che ci si occupi al più presto di questo problema magari mettendo, sul tratto di strada sopra menzionato, dei cartelli con l’obbligo di indossare degli indumenti catarifrangenti o che vietino di fare footing in luoghi non adeguatamente illuminati.
Grazie.

MLC Rende

Ma quale aggressione alla Tartoni

Esterrefatti dal contenuto della stampa a proposito di una pretesa aggressione subita dall’Archietto Tartoni, puntualizziamo quanto segue: Siamo i tre presunti “aggressori” del presidente della I circoscrizione, il quale, volendo evidentemente strumentalizzare “un banale” scambio di opinioni sul degrado in cui versa il centro storico, si è guardata bene dal riferire, pur conoscendole, le generalità dei sottoscritti. Ciò, è evidente, per la ragione che sarebbe stata immediatamente querelata per la non rispondenza al vero di quanto da lei riferito ai quotidiani. A parte la circostanza che non è costume di chi scrive inveire con “epiteti e minacce irripetibili”, nei riguardi di una signora o chicchessia, va puntualizzato che fa parte del diritto di ogni libero cittadino esprimere, (e a chi se non al presidente di circoscrizione?) le proprie riserve sullo stato del quartiere in cui si è nati e cresciuti, e che solo il troppo affetto impedisce di abbandonare. La signora Tartoni ha riferito, in un primo momento, di esser d’accordo con gli scriventi sulle condizioni di degrado in cui vera il centro storico della città, riferendo, altresì, di non essere adeguatamente supportata dalla giunta nell’opera di riqualificazione. Allorché i sottoscritti sottolineavano come con la nuova amministrazione comunale nulla fosse cambiato rispetto al passato , ma, anzi, si sia avuta una regressione rispetto alla gestione dell’indimenticato ed indimenticabile sindaco Mancini, la dott. Tartoni ha ritenuto di dimostrare il proprio disappunto andando via di corsa, facendo addirittura “fischiare le gomme”. Laddove poi la dott. Tartoni parla di “premeditata aggressione politica”, si vuol far rilevare come nessuno degli scriventi vanti militanze o ambizioni politiche. Pertanto, dott. Tartoni, non si bei di solidarietà troppo presto espressa da chi, senza neanche essere a conoscenza degli accadimenti, parla addirittura di “vili aggressioni”. La strumentalizzazione di episodi banali, sintomo di poco rispetto dei cittadini che, evidentemente errando, hanno contribuito alla sua elezione, la dice lunga sull’interesse che si ha per il pensiero della base. Ce ne ricorderemo alle prossime elezioni

Giacinto Cinnante
Ilario Bombardieri
Giovanni Dodaro

A Scalea droga libera davanti al Sert e nessuno fa niente

Salve, sono una turista di Napoli che ogni anno viene in vacanza in Calabria. Vorrei esporre un problema che da circa due anni provoca disagio a me, alla mia famiglia e a tutti coloro che come me vivono lo stesso problema. Ho una villetta a Scalea alla Baia del Carpino, proprio di fronte all'Ospedale civile ancora in disuso; di questo ospedale è solo in funzione il SERT e questa estate ho assistito a spettacoli raccapriccianti. Persone che si recavano a prendere la loro dose di metadone e poi liberamente, fuori il cancello di casa mia, si divertivano a bere alcolici, fumare cannabis, abbassarsi i pantaloni e fare tante altre cose squallide ed oscene. Ho dei bambini piccoli e continuando così sarò costretta a vendere casa e con me tutte le persone che sopportano lo stesso spettacolo tutti i giorni.Ci siamo rivolti più di una volta sia ai carabinieri che alla polizia, ma inutilmente. Addirittura un giorno disperati dalla scena più esasperata, ovvero quella di una donna che letteralmente sniffava cocaina o chissà quale altra droga, ci siamo recati dai carabinieri spiegando l'accaduto e la loro molto simpaticamente ci hanno detto che fin quando non c'è un'aggressione loro non possono intervenire.Il tutto mi sembra davvero assurdo. Sarei lieta se questo messaggio potesse essere pubblicato al fine di sortire un effetto anche al sindaco di Scalea e di capire che tutto ciò è controproducente per lo stesso turismo del paese. Si potrebbe ovviare al tutto spostando di dieci metri l'ingresso al SERT dove appunto c'è un'altra entrata distante dalle abitazioni. Ringrazio per l'attenzione.

Fiorella A. - Nola (NA)

Non ho appiccato incendi

Spett.le direttore mi chiamo Alessio Giampietro e sono il presunto e sottolineo presunto piromane che è stato fermato dalla polizia il 31 agosto volevo fare delle precisazione a quanto riportato da i giornali. Sono stato fermato alle 23 mentre mi recavo a lavoro come potrò dimostrare al processo la polizia non mi accusa del vasto incendio di cui parlano i giornali ma solo di un focolaio che si era appena sviluppato lungo la strada provinciale 73 poco dopo il mio passaggio e l'incontro con una pattuglia della polizia che evidentemente per il troppo stress ha fantasticato un pò deducendo che ero stato io e poi comunque come risulta da verbale sono stato trovato con un pacco di sigarette e un solo accendino di marca bofil. Io ho moglie e 2 figli non ho mai bruciato niente e capisco l'allarme sociale che c'è in questo periodo ma arrestare una persona solo perchè va lavorare con un pò di fretta e possiede un accendino e un pacchetto di sigaretta e perchè come risulta da verbale della polizia un poliziotto ha avuto la percezione e sottolineo percezione che la mia macchina si mettesse in moto dal luogo del focolaio sembra eccessivo se non ingiusto e mi sa di caccia alle streghe. Comunque ho dato incarico al mio avvocato di querelare alcuni giornalisti che hanno scritto il falso sulla quantità di accendini e sull’accusa delle polizia che non mi accusa dell'incendio di cui parlano loro. Dopo il processo che credo mi veda assolto ho intenzione di denunciare anche la polizia di stato perchè non ci sono prove e indizi che possano giustificare le loro accuse a parte sigarette e 1 accendino. La ringrazio per l'attenzione distinti saluti.

Alessio Giampietro

Multe selvagge a Cosenza

E siamo a tre! Nel centrale quartiere di costruzione fascista della nostra città, ancora una volta mi sono imbattuto con il problema parcheggio. Ieri pomeriggio lascio l'auto (non sono residente in quella zona, ma vi dimoro) nel tratto finale di viale degli Alimena, sulle striscie bianche. La mia auto è la prima, fila tutto liscio. Torno a riprenderla intorno alle 21.20 e sul posto vi è una pattuglia dei vigili urbani e il mezzo dell'Amaco per la rimozione delle auto. E' vero, mi sono subito incavolato, ed i vigili mi fanno notare che hanno elevato le multe perchè <<non ha rispettato l'ordinanza 173>> per venti minuti. Chiedo lumi e dopo un po mi si comunica che si tratta della pulizia della strada. Ohibò! Non ci si può credere... per la pulizia della strada! Quando mai, in quella zona le strade vengono pulite?!? La contesto immediatamente con la motivazione che il cartello mobile era parzialmente occultato dalle fronde dell'albero (ma non si poteva pensare anche alla contestuale potatura?) ed inoltre posto in ritardo. Qual'è la beffa? Questa mattina le altre auto erano ancora lì con le multe e la pulizia della strada non è stata effettuta!!!
Adesso mi rivolgo al signor Sindaco:
Signor Sindaco,
è la terza volta nel giro di un anno che scrivo sui parcheggi in questa zona della città. Una prima volta il proprietario della biglietteria "inprimafila" si era impossessato del parcheggio dei disabili addirittura apponendo una propria targa e lo segnalai; la seconda volta parcheggiai su un "presunto passo carrabile" che vide l'intervento di vigili urbani in divisa con auto propria e due pattuglie della questura "a difesa delle ragioni" del signorotto "non sai chi sono io" di turno finita per fortuna bene per me; ora subisco una multa ingiusta con annessa beffa.
Adesso vorrei essere moralmente risarcito (io come tutta la città) del disservizio che l'amministrazione comunale produce: pagamento di straordinario ai vigili urbani ed ai dipendenti dell'Amaco, mancato incasso della multa e pagamento spese derivanti dalla contestazione al giudice di pace delle multe, mancato spazzamento della strada ed "iperattivazione" degli uffici competenti per non fare nulla. Ho controllato perfino se la comunicazione era uscita sui giornali (come alcune volte accade), nemmeno l'ombra sul "sito internet" del comune. Eppure sono convinto che l'amministrazione spenda tanti soldi per la comunicazione istituzionale...
Forse riuscirò prima a trovare un'altra abitazione fuori dalle mura di questa triste città che a vedere la "rivoluzione... dei parcheggi" che mesi fa Lei pronunciò.
Tristi saluti.

Francesco Noto (un normale cittadino)

C’è turismo e turismo

Sono appena tornato dalle vacanze in Toscana e mi è capitato di leggere la risposta data dal comune di Cariati alla lettera delle famiglie Rinaldi-Murano. Sono rimasto allibito da tanta arroganza, non riuscivo a credere che quella fosse stata la risposta ufficiale di un amministrazione. Scrivo così perchè nella stessa situazione mi sono ritrovato qualche giorno fa a San Vincenzo (LI). Io e mia moglie imbocchiamo, per sbaglio ovviamente, il lungomare da una strada che i vigili avevano dimenticato di transennare. Dopo poco ci ritroviamo sull'isola pedonale sotto lo sguardo atterrito dei passanti. Fermo la macchina e vado verso un vigile. Chiedo scusa per l'infrazione commessa e chiedo come poter uscire dallo sciame umano. Il vigile, cortesemente, mi apre un varco fino ad una traversa poco distante (circa 50m) e mi consente di lasciare la macchina lì finchè il lungomare cessa la sua isola pedonale. Quindi sono rimasto dalle 20 alle 24 in giro per questo paesino, dove volentieri ho speso circa 100€ fra cena e souvenirs. Ora inutile sottolineare che il turismo che ha San Vincenzo, Cariati se lo sogna, ma proprio perchè sono città che di turismo vivono, dovrebbero sapere che il turista, che abbia torto o ragione, paga lo stipendio del vigile e dell'assessore e non il contrario. Chi fa turismo serio da decennia sa come trattare i turisti, chi invece imporvvisa non fa altro che aumentare il divario fra la correttezza e la concretezza del nord a scapito dell'inefficenza e dell'arroganza del sud. San Vincenzo è bamdiera blu esattamente come Cirò Marina, ma che differenza nei servizi e nell'ospitalità (e nei prezzi!!!). In Calabria molti dovrebbero capire che il Medioevo è finito da un pezzo, ma ne politici ne dirigenze varie di settore arrivano a comprenderlo. Concludo esprimendo, ancora, la mia solidarietà alle due famiglie invitandoli a spendere i propri soldi in posti in cui il turista è considerato UN SIGNORE e non UN POLLO.

Faretti mal piazzati in piazza San Pio ad Andreotta

E dire che il Signor Sindaco è persona attenta a ciò che accade nel territorio comunale (così dicono molti, così propaganda Lui in tv e sui giornali)!!! Questa volta però, forse distratto dal matrimonio, attento non è stato. E' un mese e più che ai Signori Vigili Urbani e al Sindaco è stata segnalata una situazione di PERICOLO per la cittadinanza ed in particolare per i bambini. Sto parlando di quanto è ancora purtroppo presente nella piazza S.Pio di Andreotta di Castrolibero (frequentata in massima parte da ragazzini): più di un mese fa (e doveva essere per una serata, così hanno riferito i Vigili Urbani) sono stati montati dei faretti supplementari per illuminare la piazzetta e la struttura commerciale che lì si trova. Cavi senza protezione alla portata di tutti, pali di sostegno che sono legati con del filo di ferro alla recinzione di un condominio (e quindi privata), assenza di messa a terra: questo lo scenario! E se qualcuno tira via il cavo? E se il palo o la recinzione dove è fissato va sotto tensione? Per una volta, almeno per una volta, vogliamo agire in maniera preventiva e non a tragedia avvenuta? Il pericolo è reale e nulla si fa: il consiglio dei Vigili Urbani è stato di fare una denuncia ai Carabinieri (che tra l'altro dovrebbero essersi accorti della cosa, visto che la Caserma è a due passi e che comunque quella strada la percorrono tutti i giorni, più volte al giorno). Sindaco, faccia qualcosa, anzi faccia il suo dovere facendo fare il proprio dovere ai Signori Vigili: che intervengano SUBITO per sanare la situazione.

cittadino deluso

La politica non interessa ai giovani

Caro direttore, sono Roberto Aiello un giovane calabrese di 25 anni, vivo in una paese bellissimo Montalto Uffugo in provincia di Cosenza. Il motivo di questa lettera e nato spontaneamente, perché spesso mi trovo a parlare con miei coetanei è chiedere a loro cosa ne pensano delle politica? Caro direttore non stupitevi e la risposta di circa il 95% dei giovani di oggi “Non mi interessa” o “Non ci capisco niente” o “ e sporca”. La realtà è purtroppo questa: i giovani si sentono sempre meno coinvolti o forse non vogliono essere coinvolti. La situazione è indubbiamente preoccupante, visto che la nuova generazione dovrà essere in parte la nuova classe dirigente di questo paese. I giovani come noi rappresentano il futuro del nostro paese. Ma che prospettive offre loro la politica attuale? Quali valori e principi è in grado di trasmettere?
Noi, a differenza delle generazioni passate, abbiamo l’opportunità di decidere il nostro destino attraverso una scelta libera. Una scelta che, qualunque essa sia, non comporta una rinuncia ai propri valori o alla propria identità. Possediamo diritti civili e politici, diritti di cui però non siamo pienamente consapevoli.
Questo per un motivo semplicissimo: non sappiamo che cosa significhi veramente possederli, perché non ci rendiamo conto che molte persone hanno sacrificato la propria vita affinché oggi noi potessimo manifestare liberamente le nostre scelte e idee. L’ingresso dei giovani nella società quindi non è accompagnato da una vera “coscienza” politica. Anzi, addirittura non si riconosce il proprio ruolo all’interno della “macchina” di cui noi stessi siamo i legittimi proprietari. La politica si presenta come un universo a sé e spesso lontano dal mondo giovanile. Innanzitutto perché è incapace di trasmettere l’importanza della possibilità di votare. I giovani si sentono spesso quasi più “realizzati” a fare le proprie nomination, per escludere l’uno o l’altro concorrente dei reality show. Sconcertante o no è questo il paradosso che stiamo vivendo. Ma fino al momento in cui non si sentiranno parte attiva e protagonisti a tutti gli effetti della vita politica, la situazione non cambierà molto. Il loro è un disinteresse che deriva dalla delusione per una politica poco attenta alle aspettative e alle esigenze dei giovani, al punto che quasi arrivano a chiedersi: <Ma questo Stato e davvero al nostro servizio?> Penso che sia necessario attuare un cambio di rotta non indifferente. A partire da un nuovo modo di proporre la politica stessa. Risulta indispensabile proporre un rinnovamento non solo dei valori, ma anche generazionale. Ad esempio, traducendo la passione politica e sociale in una partecipazione effettiva già a livello di amministrazioni locali, dando un importante slancio a nuovi ideali e a progetti concreti. Nel periodo che precede le elezioni veniamo bombardati senza pietà dai buoni propositi espressi nei programmi dei partiti, negli scontri televisivi tra Destra e Sinistra, nei manifesti propagandistici affissi un po’ ovunque. Obiettivi e promesse tra i più disperati, che poi stentiamo a vederli, in secondo luogo, creano confusione. Così, anche il solo fatto di farsi una propria opinione, diventa una vera e propria impresa per qualsiasi giovane. Il rapporto tra giovani e politica è quindi un rapporto incrinato da tempo, che va rivisto e anche in fretta . I politici hanno il dovere di rientrare in contatto con noi giovani, misurandosi in un confronto “alla pari”, perché non si tratta più di investire per noi, bensì con noi.

Roberto Aiello – Montalto Uffugo

Strisce blu per tutti, multe per molti, favoritismi per pochi

Sono un cittadino di Cosenza, ed abito in Via Zupi nella zona di piazza Loreto da sempre. Ho la mia auto e per evitare ogni problema da 3 anni sono un cliente del parcheggio automatico in Via A. Moro oggi gestito dall'Amaco di Cosenza. Un pomeriggio di quest'ultima primavera, pioveva, ho lasciato per circa due ore ( dalle 18,00 alle 20,00)la mia macchina sulle strisce blu sotto casa senza disporre il tagliando di pagamento, avendo dimenticato il ticket per l'ingresso automatizzato del parcheggio in ufficio. La Mattina sono andato a prendere la macchina è ho trovato la multa. Meravigliato, perplesso e deluso ( è stata la prima volta che ho visto una macchina multata sotto casa mia ) ho preso è pagato la multa. Adesso vorrei sapere... alcune cose. Via Zanotti Bianco ci sonon una motofficina, una autofficina ed un supermercato. Allora la motofficina non ha neanche il passo carrabile e quotidianamente stazionano sulle strisce blue dalle 30 alle 40 motocltte. Tutti i Giorni per 6 giorni la settimana. Il titolare paga per 30-40 parcheggi? Perche i zelanti dipendenti amaco non intervengono? L'autofficina vicina alla motofficina a dire il vero ha il passo carrabile , ma le macchine vengo addirittura messi sui trppiedi sulle strisce blu dove stazionano per diversi igorni prima dell ariparazione. Il supermercato difronte ale attività, occupa i pochi spazi di parcheggio libero con scatole ed altro. Poi possiamo andare a Via giacomasntonio con elettrauto, carrozzeria etc etc . Stessa medesima cosa di via Zanotti Bianco. Sarei grato se qualcuno dell'Amaco a qualsiasi titolo potesse rispondermi, grazie

Lettera firmata

Il lungomare di Cariati è accogliente, visitato e preferito da cittadini e turisti

In merito alla Lettera Aperta delle Famiglie RINALDI – MAURANO, pubblicata sulla Vs testata, si trasmette DIRITTO DI REPLICA. La dilazione con la quale facciamo seguito alla Vostra lettera di lamentele e di censure non tutte condividibili, dilazione determinata anche da una opportuna fase di verifica interna delle circostanze denunciate, non muta di certo il tenore della nostra risposta, né le scuse che, come Amministrazione Comunale, riteniamo doveroso trasmetterVi per i disagi subiti o quanto meno avvertiti come tali. Tuttavia, riteniamo altrettanto doveroso e legittimo, per parte nostra, fornire alcune precisazioni, anche in considerazione della eco, a nostro avviso forzata, attribuita ad una riflessione soggettiva che –lo ribadiamo- non possiamo condividere in ogni sua parte, né soprattutto nell’invito, piuttosto di cattivo gusto, a non visitare la nostra cittadina, il nostro Centro Storico ed il nostro invidiabile Lungomare. Simili forme di “sciacallaggio mediatico” ci paiono strumentali e rispondenti ad altre logiche, non a quelle della collaborazione tra cittadini ed enti pubblici territoriali. La Famiglie RINALDI e MAURANO ci consentano, pertanto, di chiarire quanto segue:
1) l’unico obbiettivo perseguito, nella previsione e nella regolamentazione di aree a zona pedonale nella nostra cittadina, è quello di rendere maggiormente fruibile alcune parti della Marina o del Centro Storico, naturalmente vocate all’assenza di veicoli e di traffico e, quindi, alle passeggiate a piedi; il Lungomare, non da oggi a dire il vero, è una di quelle aree che, ovviamente d’Estate, vengono elette a zona pedonale, riservata ai turisti ed agli stessi cittadini; esattamente come avviene, a Cosenza, ad esempio, per una parte di Corso Mazzini;
2) la repressione, detto diversamente il rispetto della legge attraverso la normale punizione dei trasgressori, non è certamente prerogativa o attitudine maliziosa del Comune di Cariati o, in specie, degli organi di polizia municipale cittadina; né a Cariati vigono particolari esenzioni per determinate ed improbabili categorie di cittadini o di visitatori; del resto, sia utile informare, che nella stessa giornata in cui alle Famiglie RINALDI e MAURANO venivano contestate delle violazioni al Codice della Strada, analoghe trasgressioni (stessa ora, stessa violazione, stesso posto) venivano perseguite dalla PM rispetto a cittadini residenti; semplicemente perché la legge è uguale per tutti, anche a Cariati;
3) sia il rispetto del Codice della Strada, sia le dimensioni e la visibilità della segnaletica stradale non variano in funzione dei chilometri di distanza dal Capoluogo di Provincia; gli articoli di quel Codice, l’altezza o la grandezza dei divieti di circolazione, sono identici sul Lungomare di Cariati così come all’imbocco di Corso Mazzini a Cosenza, ragion per cui non vediamo per quale fantasiosa e capziosa motivazione il Comune di Cariati dovrebbe prevedere eccezioni in tal senso; l’attenzione richiesta all’automobilista è sempre la stessa, ovunque, soprattutto –come nel caso in questione- quando su aree pedonali, oltre a circolare, vi si sosta;
4) infine, attenzione a non voler strumentalmente confondere, la genuina tipicità autoctona, a volte anche onomatopeica e forse d’altri tempi, con forme di inciviltà o anche di accelerato abbandono delle proprie radici, cui spesso si assiste nelle grandi Città; Cariati resta un borgo marinaro, attaccato al mare, popolato (soprattutto sul Lungomare) di famiglie di pescatori da diverse generazioni, il cui approccio con lo jonio antistante le loro abitazioni non può certamente essere misurato, asetticamente, con le sole lenti del turista balneare “mordi e fuggi”; la particolarità, le peculiarità di atteggiamenti ed abitudini, pacifiche e spontanee, ancora vive ai bordi del Lungomare di Cariati, per quel che ci riguarda rappresentano una preziosa finestra sul passato, della quale non scandalizzarsi troppo, salvo altrimenti dover rinnegare parte delle proprie radici, della propria storia e di quella identità propria che –in definitiva- è il vero motore del marketing territoriale. Così come il nostro Centro Storico, anche il Lungomare è fruibile e ricercato dai turisti, calabresi e non, proprio perché accessi, soste e circolazione sono regolamentati in funzione di una migliore accoglienza dell’ospite. Nel ribadire le nostre scuse per eventuali atteggiamenti e toni non consoni, sui quali siamo già intervenuti in fase di verifica, nel ringraziare i Sigg. turisti per l’attenzione che hanno comunque riservato al nostro ente, ribadiamo alle Famiglie RINALDI – MAURANO ed tutti l’invito a voler visitare la nostra cittadina, il nostro borgo medioevale e quello marinaro, le nostre spiagge ed i nostri lidi, con la massima serenità e certi di essere accolti con garbo e professionalità, dai nostri operatori pubblici e da quelli commerciali e turistici.

Ufficio Stampa
Amministrazione Comunale di Cariati

Sul lungomare di Cariati vietato il traffico…di turisti

Una tranquilla serata d’estate imbocchiamo il lungomare di Cariati, in Provincia di Cosenza, con la nostra Multipla: due famigliole in vacanza, alla ricerca di una pizzeria.
Il bel lungomare di Cariati appare in realtà stranamente privo di traffico automobilistico, piuttosto buio e con solo qualche sparuto chiosco-bar, senza negozi e con pochi pedoni, non affollato di gente come forse meriterebbe.
Vediamo un Vigile Urbano e ci avviciniamo per avere l’informazione: “Scusi, dove possiamo trovare una pizzeria?”. “Spenga il motore e favorisca i documenti”.
Ci rivela che il lungomare è interdetto al traffico automobilistico da un segnale, piccolo e poco visibile, come poi verificheremo, posto all’imbocco del viale.
Cerchiamo di spiegargli che non siamo del posto e che non intendevamo commettere un’infrazione, ma che cercavamo solo una pizzeria; il Vigile è però irremovibile: multa e verbale.
Dal gruppo di persone che si è raccolto nei pressi della nostra autovettura si stacca una donnetta tracagnotta che si avvicina alla nostra auto e rivolta a noi grida: “Ma lu vuliti capiri che ‘ccà nun ci duviti vinire!”.
Intuiamo che dà voce al pensiero del popolo lì raccolto; detto ciò, la tracagnotta si avvicina alla porta di un appartamento posto al piano strada, prende una bottiglia d’acqua al suo interno e comincia una laboriosa e minuziosa operazione di pediluvio e pulizia interdigitale proprio lì, sul marciapiede del lungomare.
Il Vigile nel frattempo ha completato il verbale, nonostante le nostre proteste e quindi ce ne andiamo altrove, mortificati ed avviliti, con l’impressione di essere sgraditi ospiti.
Le vacanze le abbiamo trascorse a Pietrapaola, al Villaggio “Il Carlino”, a pochi chilometri di distanza da Cariati; stesso splendido mare, ma che differenza, che garbo, che umanità e disponibilità, anche nel comprendere le eventuali gaffes che può commettere chi è fuori casa propria. A Cariati non ci fermeremo più nemmeno a fare benzina.
“Calabria: gli ultimi saranno i primi”, recita la pubblicità dell’Assessorato al Turismo per l’anno in corso; ma siamo sicuri che chi istituzionalmente rappresenta la nostra Regione, anche nei più piccoli Comuni, abbia i presupposti culturali adeguati per fornire una buona accoglienza al turista?
Oppure chi è in vacanza in Calabria è considerato ancora come il “pollo” da spennare al meglio, senza nemmeno pensare di creare i presupposti per un suo eventuale ritorno?
Le Amministrazioni Comunali devono autofinanziarsi, dappertutto questo crea problemi, ma pretendere di farlo con il turista rappresenta una buona strategia per l’economia regionale?
Inviamo questa lettera per protestare per l’accaduto e perché sia spunto di riflessione per chi dà le direttive al personale che impatta con il turista; la inviamo anche via internet ad alcuni siti, perché un maggior numero di persone sappia che il lungomare di Cariati e interdetto alla circolazione e che “…’ccà nun ci duviti viniri…”.

Famiglie Rinaldi e Maurano

De Magistris for president.....

Gentile Direttore,
quando si scoperchia la "pentola" (del cui contenuto siamo, ahimè, tutti a conoscenza) delle malefatte dei politici che ci governano, il cattivo odore, il lezzo insopportabile, ci richiama alle nostre responsabilità di cittadini elettori. Mi riferisco alla gestione disinvolta, interessata, rapace, banditesca dei fondi UE. Certo, sino a quando non saranno dichiarati colpevoli nei tre gradi di giudizio, sono tutti innocenti e però c'è da fare una considerazione che ha a che fare con l'etica, parola che non rientra nel vocabolario dei politici/amministratori di cui sopra! La facciatosta non ha limite: essi manifestano indignazione e "stupore", tramite comunicati stampa, si apmplifica a loro favore lo spazio concesso ai proclami d'innocenza nei tg pubblici e privati. L'etica avrebbe imposto una solo comportamento:
DIMISSIONI!
Invece, solo lì a piagnucolare di persecuzioni. Ho da fare un ultimo e lapidario commento: VERGOGNA!
Lancio inoltre uno slogan, insieme all'idea che i Calabresi facciano come i Lucani, i quali hanno promosso una sottoscrizione per testimoniare solidarietà (contro gli attacchi degli indagati più o meno eccellenti) e stima a favore del magistrato che si occupa dell'altro verminaio che i media hanno battezzato come "Vallettopoli". Sarebbe cosa buona e giusta, se noi tutti noi cittadini/non sudditi promuovessimo, come a Potenza, una raccolta di firme ed un movimento d'opinione, perchè siamo STUFI di marciume, corruzione, "pastette" e di tutti i politicanti di mestiere che si sono riciclati, dopo la bufera di "mani pulite", ripresentandosi quali presidenti di enti vari....facendo da "cattivi maestri" ed esempi di camaleontismo/trasformismo ai "giovani" (si fa per dire) politicanti di ultima generazione....che hanno superato davvero i maestri! Il messaggio di quei "vecchi" era proprio questo: facciamo tutto, secondo i nostri interessi, tanto poi, passata la tempesta....si odranno uccelli far festa! Nel senso che ci ricicleremo facilmente, la memoria della "gente" è corta: un piccolo favore qua, un posticino là, una parole passata a chi di dovere ed il gioco di prestigio è fatto! VOILA!

LC

Che fine ha fatto piazza Molino?

Gli abitanti di via dei Mille, via P. Giglio, via f. Miceli Picardi e tutto il qurtiere ex torrealta, erano contentissimi nel sapere che finalmente al posto di quel orribile e insordante "molino bruno" finalmente nascevano nuovi palazzi , ma soprattutto come si poteva vedere benissimo nella foto digitale del cartellone esposto all'ingresso dei cantieri e ora ancora affisso alla facciata principale del nuovo palazzo, quella bellissima "piazza molino" dove giocano a palla i bambini e le signore passegiano serenamente.
Oggi i lavori sono quasi ultimati ed incredibilmente non si riesce ad intravedere alcuna piazza !......
forse l'avranno dimenticata ?......
Peccato pero' sarebbe stata troppo bella !........ma forse per alcuni un po' ingombrante....

un cittadino illuso

Ma quale squadra unica!!!

Porca miseria! Cosenza ha perso la Cassa di Risparmio che era l'unica grande azienda calabrese che fra il personale dipendente e l'indotto dava da mangiare a mezza Calabria. Ha perso lo scalo merci di Vaglio Lise altri posti di lavoroper padri di famiglia. I giovani laureati di valore devo emigrare al nord o all'estero per potersi realizzare. A nessuno frega niente di tutto questo.
Diamo solo importanza al calcio che dovrebbe essere l'unica cosa che non ha importanza. Ma vi rendete conto che a Cosenza si intitolano piazze a gente che ha fatto il tifoso del Cosenza?
Questa è una cosa grave perchè la toponomastica dovrebbe essere intitolata a persone da portare d'esempio non a capi tifosi, Cerchiamo di essere seri ed a realizzare qualcosa che serva per l'avvenire dei giovani cosentini

S. C.

Una lettera trovata in una bottiglia

Mi chiamo Alessandro e sono uno studente e quando sono nella mia città ne approffitto per andare a pesca.L'altra sera ho trovato una bottiglia contenente un messaggio e ho deciso di inviarvelo,poi valutate voi se pubblicarlo oppure no.La lettera dice questo:
Per un ragazzo di San Demetrio (CS). Sono in qui in riva al mare ha scriverti un messaggio che non leggerai mai.Non puoi capire quanta tristezza c'è in me.Nostalgia di te,di quei pochi momenti indimenticabili.Ogni volta che ti penso i miei occhi diventano lucidi,piango per te e tu non lo sai.Rincontrarti dopo di 14 anni è stato come rivedere un fulmine a ciel sereno che ha colpito la mia vita,cosi' il mio sogno è diventato realtà ed io non avrei mai valuto svegliarmi da quel sogno bellissimo.Mi hai fatto vivere nel bel mezzo di una favola,che purtroppo ha avuto un finale per me troppo sofferente.Viaggiamo su 2 strade completamente diverse.La lontananza e la mia difficile situazione ci ha divisi per sempre.Mi manchi tantissimo,per me sei indimenticabile.Hai capito che ti volevo un mondo di bene, e forse per paura ti sei allontanato.Ma non saprai mai che io ti ho amato alla follia e ti amerò per sempre.Per sempre resterai nel mio cuore e nei miei pensieri.Io non riesco a dimenticarti,dentro di me c'è un vuoto incolmabile che tu hai lasciato.Addio amore mio ti amo tantissimo.Orny.

Affinchè Rende non erediti i problemi di Cosenza

Egregio Direttore,
siamo un gruppo di cittadini rendesi da circa 15 anni,quasi tutti provenienti da Cosenza e quasi tutti residenti in Via Sironi. Negli ultimi due anni nella nostra via e un'altra arteria principale vicino alla nostra residenza (VIA ROSSINI) abbiamo iniziato a notare una serie di infrazioni sul codice civico e stradale di entita' notevole e con frequenza crescente. In particolare in Via Sironi abbiamo la seguente situazione:
a) suolo pubblico occupato arbitrariamente da Concessionarie automobilistiche o da auto o da furgoni rottamanti ed ormai abbandonati senza alcun criterio a scapito ovviamente del parcheggio per i residenti e per le persone che si recano a trovare i residenti.
b)la presenza di un esercizio commerciale di attivita' di animazione e feste per bimbi ed adolescenti (solitamente nelle ore che vanno dalle 18.00 alle 23.00)crea a noi residenti, quotidiani disagi sia
nell'accesso ai nostri parcheggi condominiali vista il "parcheggio selvaggio" che viene effettuato
dai genitori che accompagnano i figli alle feste e sia sul rumore (spari di fuochi artificiali, urla a tarda sera, clacson a ripetizione per i mini ingorghi che si creano).
In via Rossini invece grazie all'aumentare degli esercizi commerciali e grazie alla scriteriata costruzione di parcheggi "troppo corti" il fenomeno di sosta selvaggia in doppia e tripla fila specialmente nelle ore pomeridiane e' oramai diventata una prassi. Ora visto che tale problema e' stato sollevato in maniera bonaria dai nostri amministratori di condominio per le vie brevi ed in forma bonaria alle autorita' competenti ma senza il minimo riscontro, e visto che i problemi suddetti vengono vissuti quotidianamente e con un disagio crescente da chi vive nella splendida Rende, vogliamo suggerire bonariamente una semplice soluzione: una ispezione della polizia municipale nelle zone segnalate, al fine di evitare che Rende erediti i vecchi problemi di Cosenza.

Con stima
I condomini di Via Sironi

Speriamo venga la squadra unica

Sarà vera gloria? Avranno finalmente, i nostri imprenditori locali, la convinzione per uscire dai vecchi e sciocchi egoismi che tanto male anno fatto al Cosenza. Intanto, bisogna rassegnarsi al fatto che l'esperienza quadriennale del nuovo Cosenza Calcio, nato dalle ceneri del titolo sportivo del Castrovillari (a quanto pare mai saldato), è stata fallimentare. Un presidente al mese o giù di lì e un manipolo di giocatori, che non esito a definire eroici, che centrano i play off due anni di seguito non ostante le condizioni disastrose. Meglio chiudere, per carità. Per quanto riguarda i simpatici tifosi rendesi, non posso che capire la loro amarezza nel vedere scomparire il loro glorioso vessillo, ma si sà, "senza sordi un si cantanu missi". Se il progetto di squadra unica vedrà la luce - e lo spero vivamente - sarà sempre merito della gloriosa società del Rende, che resterà l'ennesimo fiore all'occhiello della fiorente cittadina post campagnano. Per i tifosi del Cosenza, la morte del 1914 è e rimane la più triste esperienza della nostra vita sportiva, dopo tanti anni di serie B. Ci auguriamo, come tifosi e come cittadini non più solo di Cosenza, ma della Grande Area Urbana che si spinge fino a Montalto, di poter veder, finalmente, un società seria che ci rappresenti con dignità così come ha fatto, per anni, il nostro Glorioso Cosenza 1914. Chiamatela come volete, Cosenza Calcio, Grande Cosenza, o giù di lì, ma vi prego, finiamola, una volta per tutte con le pagliacciate, e ricominciamo con orgoglio e dignità. Un ringraziamento, con l'occasione, voglio fare al Direttore di questo giornale on line, che è ormai un appuntamento quotidiano per tanti lettori della nostra amata Provincia.

Giovanni Caputo

Finalmente qualcosa di buono

Egregio direttore, venerdì 1 giugno in via Roma ho visto qualcosa di veramente positivo, un bel gruppo di agenti di polizia, vigili urbani, polizia provinciale!?! ed altri corpi che si davano da fare per cercare di far rispettare le regole agli indisciplinati multando chi aveva parcheggiato sulle strisce pedonali, nelle corsie preferenziali degli autobus, gli ambulanti parcheggiati con comion in divieto di sosta, e facendoli spostare. Plaudo all'iniziativa perchè solo se si è inflessibili con gli indisciplinati e i prepotenti si difendono i diritti di chi al contrario è rispettoso delle regole. Mi auguro che l'iniziativa sia protratta tutti i giorni nelle varie aree cittadine, non si deve multare solo chi ha superato di 5 minuti la sosta pagata. Vorrei inoltre sollecitare il signor sindaco e i commercianti di far tenere più pulita la zona di Corso Mazzini, troppa spazzatura e rifiuti lasciati esposti indecendemente ed ancora di limitare il transito veicolare della zona pedonale specialmente nelle ore di maggiore affollamento dai vari mezzi che la infestano inquinando l'aria di chi passeggia come vigili urbani, carabinieri, polizia, guardie giurate. Che senso ha che la vettura di una polizia privata che deve effettuare la guardia allo sportello della Banca Popolare di Crotone in piazza Kennedy per accompagnare la guardia di servizio attraversi tutto Corso Mazzini da Piazza dei Bruzi fino a Piazza Kennedy? mentre da Via XXIV Maggio potrebbe accompagnare il collega all'incrocio fra via Molinella e Corso Mazzini all'inzio della salita di Pagliaro? Il centro di Cosenza è un fazzoletto e si può benissimo percorrere a piedi. Corso mazzini è il salotto di Cosenza e non è bello che questi signori lo attraversino in orari di punta del passeggio. In ultimo proporrei se mi è permesso di cambiare la toponomastica di Piazza 11 Settembre e ritornare a Piazza Duca d'Aosta oppure cambiarla con Piazza martiri dell' 11 Settembre, l' 11 Settembre è stato il trionfo di Bin Laden e questo nome mi da un senso di plauso al terrorismo. Grazie a tutti coloro che s'impegnano per una Cosenza migliore e più vivibile e non pensiamo solo al calcio ma a cose che migliorino la qualità della vita e la dignità dei cosentini

G.S. – Cosenza

Attenti alle strisce bianche!!!

Finalmente anch'io ho contribuito a rimpinguare le casse comunali, messe a dura prova da spese per concerti, feste, consulenze ed aumenti delle indennità per i consiglieri. Sono fresco fresco di multa (36 Euro) per aver parcheggiato a Via Monte San Michele nelle strisce BIANCHE, dal momento che, qualche metro prima, ben nascosto dalle fronde di un albero c'era un cartello con l'indicazione della sosta a pagamento. Purtroppo la segnaletica verticale prevale su quella orizzontale e non ho alcun elemento per contestare questa sanzione. Auguri a chi beneficerà di questo mio obolo, sperando che lo spenda (non a medicine...) per verniciare di blu quelle ingannevoli strisce.

Matteo - Cosenza

Pagliuso riprenda in mano le redini del calcio

Egregio Direttore,
dopo diversi mesi vengo ancora a Lei e questa volta l'argomento è il Cosenza Calcio. Mi ha spinto a scrivere la presente l'articolo di oggi su NuovaCosenza.com,in merito all'incontro convocato dal Sindaco per le sorti dell'AS Cosenza,al quale il Signor Nucaro non si è presentato. Io direi che questo signore manca assolutamente di serietà. Ricordiamoci gli altisonanti proclami che fece allorquando acquisì la Società e poi......lo sfacelo. Se la squadra è giunta alla fine del torneo,il merito certamente non è del signor Nucaro,ma di tutti i giocatori e dell'allenatore che hanno dimostrato molta professionalità. Quindi sarebbe ora di finirla e cominciare seriamente a programmare il futuro. Secondo me l'unica soluzione possibile sarebbe il ritorno di Paolo Fabiano Pagliuso con la riacquisizione del titolo del Cosenza calcio 1914 acquistandolo da Marulla e soci. Almeno mi pare che tempo addietro così lessi sulla stampa. Per finire un appello proprio al signor Pagliuso se dovesse leggere la presente: "Signor Pagliuso,ritorni con passione alla guida del calcio cosentino,col vecchio Cosenza Calcio 1914 ed assorbendo nello stesso l'attuale AS Cosenza."

Brixen-Ancona

Perché gli uffici del Comune non aprono sabato e domenica?

A proposito dell'apertura domenicale dei negozi anche su corso Umberto, piazza Riforma e via Rivocati La facoltà di apertura domenicale e festiva dei negozi del centro storico, già prevista per l’area ricadente al di là dei fiumi Crati e Busento, viene estesa agli esercizi di corso Umberto, piazza Riforma e via Rivocati. Lo prevede un’ordinanza sindacale che recepisce una richiesta in tal senso avanzata da Confesercenti, e che, nella riunione del 3 maggio scorso, ha avuto i pareri positivi delle altre organizzazioni presenti nell’Osservatorio sul commercio Gli esercenti interessati avranno l’ obbligo di comunicare al Servizio delle Attività economiche e produttive del Comune il piano delle aperture. Il provvedimento, che diventerà operativo da domenica 13 maggio, è stato varato dall’Amministrazione comunale in via sperimentale fino al 31 agosto prossimo. Evviva la sperimentazione prevista dall'ordinanza sindacale !
Ma anche noi abbiamo una idea da proporre e lo facciamo sperando che venga recepita !
In qualità di segretario cittadino della Fiamma tricolore mi faccio portavoce di una richiesta pervenutami da numerosi cosentini i quali vorrebbero che il Palazzo di Città ossia il Municipio di Cosenza rimanesse aperto nei giorni di sabato e domenica per dare la possibilità ,a coloro che negli altri giorni sono impegnati in altre sedi , di potere interloquire con il Sindaco o potere richiedere eventuali certificati e perchè no , potere parlare con gli assessori e tecnici comunali .
Considerato, inoltre che il MUNICIPIO sorge nell'area compresa tra via Rivocati, Corso Umberto e piazza Riforma riteniamo che dalla sua apertura ne trarrebbero beneficio i cosentini ma soprattutto i commercianti che in via sperimentale resteranno aperti nei mesi estivi !

Marcello Morrone

Che fine ha fatto piazza Molino?

Eravamo felicissmi noi abitanti di via dei mille a Cosenza, di sapere che finalmente al posto di quel fastidioso mausoleo del "molino Bruno" sarebbero stati costruiti una serie di palazzi ma soprattutto una splendida piazza denominata appunto "piazza molino" dove come si puo' notare ancora nel manifesto affisso ai cantieri, i bambini giocano felici e le loro mamme passeggiano serene ma ainoi!!!!!!!
Che fine ha fatto la piazza ??????
Visto che come si puo' notare al suo posto sta nascendo tutt'altro?......
ci chiediamo forse quella piazza era troppo bella per essere vera!!!!!!! O sarebbe stata troppo ingombrante...... ma forse c'e la siamo semplicemente sognata!!!!!!

Lettera Firmata

Basilica San Francesco, nessuno scoop ma solo leggende

Egr. Sig. Direttore
In riferimento all’articolo a mia firma pubblicato il 1 maggio scorso su “La Provincia cosentina” spero voglia concedermi lo spazio per spiegare ai lettori le motivazioni e le intenzioni che mi hanno spinto a dare notizia di quella che da subito ho chiamato “leggenda metropolitana”.
Per una credente come me, dalla profonda fede cattolica e dalla profonda devozione verso il Santo di cui porto il nome, ascoltare da oltre una settimana parole senza senso che andavano a costruire eventi inverosimili attribuibili al nostro Taumaturgo è stata la spinta, forte quanto insopprimibile, a voler tagliare le gambe a voci che in un crescendo continuo e con versioni diverse andavano mortificando il senso religioso per ridurlo ad una poltiglia di credenze pagane. La spinta non è stata quindi quella dello “scoop”, come è stato erroneamente detto, ma culturale e religiosa.
Le mie intenzioni così come le mie parole sono state travasate. A chi ha fatto comodo? O meglio chi avrebbe guadagnato dalla costruzione di questa leggenda che non faceva altro, secondo alcuni studi di antropologia che appartengono al mio bagaglio culturale, che alimentare altri eventi per creare infine il “miracolo”? (Non bisogna dimenticare che nella “Pietra del miracolo” si intravedono le fattezze del Santo in diverse versioni).
Chi ha guidato l’interpretazione “fasulla” del mio articolo si è affidato, invece, ad una coscienza critica pressoché inesistente nella nostra regione, ad una forma di omologazione nella lettura che non riesce ad andare oltre certi canoni, ad una diffusa forma di paganesimo religioso e ad un modo di comunicare che rimane nella superficialità degli eventi. Dall’articolo e da quello successivo dovrebbero risaltare, per chi ha saputo leggere nell’ottica giusta entrambi, uno spaccato della nostra società e una sollecitazione per le nostre istituzioni e i nostri politici a recuperare il senso vero della politica, quello di dare risposte concrete ai cittadini e uno spessore etico agli interventi sul territorio.
Mi è stato chiesto perché non ho verificato le fonti. E dall’articolo sarebbe dovuto emergere con chiarezza, anche per alcuni spunti ironici, che ritenevo false le voci. Cosa avrei dovuto verificare? Che i Minimi avevano chiuso la Nuova Basilica perché credevano nella altrettanto da me ritenuta falsa profezia di Natuzza? Che Natuzza aveva ricevuto l’avvertimento di una disgrazia ad opera del nostro Santo? Che il Santo dei miracoli per antonomasia era diventato il santo delle catastrofi?
Negli effetti provocati dall’articolo “della vergogna” è emerso comunque un dato molto chiaro di cui la Chiesa locale e quella diocesana dovrebbe al più presto prendere visione per correre ai ripari: una forma alquanto diffusa di povertà religiosa che si fonda non sulla fede ma su ritualità e sentimenti che rasentano il paganesimo.
Non vorrei abusare oltre della Sua cortesia e senza tentennamenti mi dico da subito disponibile, come ho sempre fatto da catechista e volontaria, a qualsiasi iniziativa si voglia prendere a favore del recupero della fede, quella solida che per credere non ha bisogno di prove né di profezie.

Francesca Rennis

Degrado a Città 2000

In una nota di ieri, 3 maggio 2007, al Sig. Sindaco di Cosenza, abbiamo segnalato lo stato di progressivo degrado che si registra nel nostro quartiere di Città 2000, tanto da spingere un gruppo di cittadini residenti a costituire, a far tempo dal giorno 1° maggio 2007, un comitato di quartiere spontaneo. I nuovi insediamenti abitativi hanno aggravato le difficoltà dei risiedenti, già penalizzati dall’esecuzione anomala del progetto originario, determinando ulteriori guasti difficilmente recuperabili. Ad esempio, il comune ha di recente alienato un’area verde da destinare ad area parcheggi in favore di un’impresa costruttrice al fine di consentire l’aumento della volumetria del fabbricato in costruzione. Il tutto senza imbarazzo alcuno e nel silenzio colpevole dei consiglieri della Circoscrizione. L’iniziativa, già di per sé negativa, è stata aggravata dal tentativo dell’impresa di speculare su questo tentando di vendere i posti auto realizzati, determinando un inevitabile contenzioso. Conclusione, l’area è stata asfaltata e non viene utilizzata da nessuno da mesi. Un altro esempio, l’assenza di marciapiedi ed il parcheggio deregolamentato delle autovetture rendono troppo spesso impossibile finanche il normale deflusso dei cittadini dalle residenze private, tanto che è stato necessario apporre dissuasori di parcheggio nei pressi dei cancelli pedonali. Il Sig. Sindaco non potrà ancora per molto accampare scuse di bilancio; l’immobilismo non è determinato da fattori economico/finanziari, ma da altre cause che potrebbero maggiormente ricondursi a incapacità, inidoneità, ignoranza, ecc.
Ancora insoddisfatti dei danni finora provocati, i nostri amministratori si astengono da porre attenzione ai problemi, e stanno per dare attuazione ad un altro progetto di costruzione di un edificio, eliminando due campi da tennis.
VERGOGNA!
Il comitato spontaneo di quartiere nel raccogliere le istanze dei residenti, darà corso ad iniziative autonome di proposta e di protesta. Tra le prime iniziative:
- la petizione sulla viabilità, già sottoscritta centinaia di cittadini residenti, con la proposta di istallazione di segnaletica stradale (sensi unici e divieti di sosta) in punti ben individuati e la realizzazione di marciapiedi che, quantomeno, dovrebbero limitare il rischio di danni alle persone;
- la campagna di sensibilizzazione "Città pulita" per la raccolta delle deiezioni canine con distribuzione di opuscoli e locandine in tutto il quartiere.
Altre iniziative sono in preparazione per stimolare coloro che istituzionalmente dovrebbe occuparsi di affrontare e risolvere i problemi della cittadinanza.

Comitato di quartiere Città 2000 – Cosenza

Rende for "capoluogo"!!!!!

Replico al Signor Caputo, ed aggiungo considerazioni alla mia precendente in cui chiedevo asilo politico a Rende, lanciando la "campagna" Rende for "capoluogo", come simpaticamente (amaramente, ma giustamente) ha fatto il cittadino della "Bella Arintha". Cosenza è balzata agli onori (disonori) della cronaca nazionale (lungo servizio su "La7" con tanto di interviste ai miei poveri compagni di pena, i Cosentini): è la prima città italiana (abbiamo il record in negativo!) tra quelle che sprecano acqua per perdite dalla rete idrica (colabrodo), per incuria, cattiva gestione/amministrazione, scarica barile tra enti territoriali. Solo per queste negatività ci distinguiamo! CHE GIOIA! Ovviamente, anch'io sto cercando casa a Rende....e siamo in molti: esuli, transfughi, in fuga! così i Cosentini diventeranno meno di 70.000 mila, una ben triste realtà, tutti via da Cosenza, verso condizioni di vivibilità migliori, servizi più efficienti, strade, illuminazione, pulizia, cortesia, bellezza. Passando dal quartiere nei pressi di San Carlo Borromeo, vicino ai parchi fluviali, si notano eleganza, marciapiedi ben pavimentati, negozi, luoghi di ritrovo, gente che passeggia in sicurezza, piste ciclabili, per lo jogging, verde attrezzato, impianti sportivi ed è così ininterrottamente da Roges a Quattromiglia ed oltre e che dire del delizioso gioiello che è centro storico di Rende? UN bel "sogno" sarà realizzato a breve (perchè gli amministratori rendesi, illuminatim accorti, lungimiranti, li realizzano davvero i sogni) nelle zone di Santa Chiara e Santa Rosa, per le quali sono stati progettati piscine fruibili da tutti, verde, divertimenti per tutte le età, una sorta di "mare" a due passi (DUE) dalla città...di Rende ovviamente!

Lettera firmata

...ed io me ne sono scappato da Cosenza

Vorrei replicare al signore che chiede asilo politico a Rende, che, anticipando i suoi pensieri, io, nell'ormai lontano 1999, me ne fuggii da Cosenza ed emigrai a Rende. Mai emigrato fu più felice. Vidi nascere e crescere i quartieri di Rogesi e Commenda giorno dopo giorno negli anni '70 e, quando finalmente riuscii a porre dimore in essa, ne fui pienamente soddisfatto. Gli ultimi dubbi di trasferimento, mi furono fugati dalla terribile esperienza di vita nella zona adiacente il tribunale..... Al signore che chiede asilo confermo: RENDE FOR CAPOLUOG!!!!!
Cordialmente.
Giovanni Caputo

Chiediamo asilo poltico

Gentile Direttore,
la tragedia di chi viaggia un po' per l'Italia è quella di dover fare i raffronti su pulizia, servizi, cortesia, viabilità, CIVILTA', tra la nostra e le città "a misura d'uomo". Ancora più tragica è la sorte di noi che abitiamo in Bosco de Nicola: abbiamo di fronte un esempio di città bene amministrata, ben servita, strade larghe, ordine, pulizia: RENDE, A CUI CHIEDO ASILO POLITICO! Oppure, promuoviamo una sottoscrizione per "Rende Capoluogo di Provincia", con la soppressione d'ufficio di Cosenza Città! Oggi, uscita per un'urgenza alle 9, mentre a Rende vigili cortesi e già in servizio avvisavano dell'imminenza di una corsa ciclistica, con relative strade chiuse, suggerendo percorsi alternativi, a Cosenza siamo stati sequestrati da vigili urbani, arrivati per chiudere le strade SENZA PREAVVISO alcuno (niente cartelli), dieci minuti prima del passaggio della corsa. Così abbiamo scoperto che anche a
Cosenza- Bosco de Nicola passano i vigili urbani! Mai visti prima! Spiego il senso del sequestro di persona: Piazza Caduti di Via D'Amelio ha un solo accesso....che stamani era chiuso dai solerti ed isterici vigili urbani; la soluzione era elementare , bastava chiudere la corsia esterna della strada e cosentire l'accesso da quella interna alla piazza. Ma non volevano sentire ragione! Alle mie proteste, il primo ha risposto: "Che i cittadini civili....", dandomi dell'incivile e allora non ci ho visto proprio più. Con forza chiedo: RENDE CAPOLUOGO con competenza amminsitrativa su Cosenza; almeno vedremmo gli alberi potati, le buche/fosse/voragini aggiustate, le strade non franerebbero,
ci sarebbe ordine, pulizia, vigli solerti, ma cortesi, servizi degni di una"città europea" (ma non era uno slogan di altri amministratori illuminati? Questi sono al BUIO TOTALE).

Lettera firmata

Incivili!!!!

Ma ai "cittadini" che usano strade, marciapiedi e parchi come latrine per i cani non andrebbero elevate multe?! Prendersela con gli operatori ecologici, quando gli incivili sporcano è il colmo!
Nel resto d'Italia i padroni dei cani si muniscono di paletta, di buste di celophane e puliscono dove i loro amici a quattro zampe espletano i loro bisogni. Ma si sa, noi non siamo in Italia!

LC

Marciapiedi come latrine per i cani

A.A.A. operatori ecologici cercasi nel centro cittadino! Passano i giorni, le settimane ed i mesi ma, purtroppo, le cose non cambiano e le nostre strade continuano ad essere sporche, invase da residui organici senza che nessuno, sottolineiamo nessuno, pensi a rendere il tutto civile. Già nello scorso mese di dicembre fummo costretti a denunciare la situazione di degrado di via XXIV Maggio, via Molinella e via Luigi Maria Greco agli organi di stampa avendo constatato che, per le vie ufficiali, non si riusciva ad ottenere alcun risultato. Per un giorno verificammo uno spiegamento di mezzi e di uomini che rese le strade finalmente vivibili; ci illudemmo che la soluzione fosse definitiva ed invece, ahinoi, a distanza di alcuni mesi siamo punto e daccapo!
Caro Sindaco, cari signori della Vallecrati: i cittadini che pagano tasse salate per la pulizia hanno il diritto di ottenere il servizio! A questo punto siamo disposti a tutto, anche a restituire le tessere elettorali e, ultima soluzione, ad avviare una protesta fiscale verificando la possibilità di un contenzioso legale visto che non usufruiamo di un servizio che paghiamo!
Chiedere una pulizia quotidiana, un controllo costante affinché quei tanti signori che portano i loro animali domestici a spasso per le vie, rispettino la legge in termini di pulizia ed una potatura di alberi e verde è tanto in questa città? Noi pensiamo di no! Agli amministratori locali una risposta concreta e veloce. Fatti e non parole, grazie!

I cittadini di via Luigi Maria Greco, via Molinella e via XXIV Maggio

Sala Internet del Comune di Cosenza

Riprendo questo articolo apparso sulla vostra testata qualche mese addietro visto che nulla sembra ancora cambiato.
Sala Internet chiusa da oltre un anno: rimpalli
19/01 L'Assessore alle Innovazioni tecnologiche Matilde Ferraro - è scritto in una nota del Comune di Cosenza - risponde con una lettera aperta al consigliere Salvatore Dionesalvi che lamentava la chiusura da oltre un anno della sala Internet della casa delle Culture. "Caro Consigliere, come già ho avuto occasione di. dirti telefonicamente, sia dopo la tua prima lettera che nella giornata di ieri, mi sono occupata della Sala Internet della Casa delle Culture sin dai mese di settembre poiché credo fermamente che la possibilità di. utilizzare le tecnologie debba essere garantita a tutti. In particolare, ottemperando alle competenze che «i sono state attribuite con la delega all'innovazione tecnologica, ho provveduto a verificare la funzionalità dei computer e, in assenza delle risorse finanziarie necessarie, ho trovato la disponibilità di una associazione a riparare gratuitamente i pc danneggiati. A quanto mi risulta, resta però il nodo dei problemi. legati alla normativa Pisanu, che avevano portato alla chiusura dèlla Sala nel febbraio del 2006. Su questo punto, che travalica le mie competenze, ho trasmesso tutte le informazioni necessarie a quanti sono deputati alla gestione della Casa delle Culture".
Con l'entrata in vigore della legge Pisanu n. 155 e fino al 31 dicembre 2007, i gestori di postazioni internet publiche devono provvedere alla registrazione ed identificazione degli utenti per permettere poi la tracciabilità degli accessi. La registrazione avviene mediante l'acquisizione dei dati anagrafici riportati su un documento di identità dei soggetti che utilizzano postazioni pubbliche non vigilate per comunicazioni telematiche. Il contenuto del traffico internet e del traffico telefonico non potrà più essere cancellato come avveniva fino all'entrata in vigore della legge Pisanu, ma dovrà esserne effettuata l'archiviazione.
Fare funzionare la sala internet della Casa delle Culture avrebbe un costo 0 se solo si prendessero decisoni consone al traguardo che si vuole raggiungere.
L'assessore Ferraro dovrebbe, in primo luogo, fare il nome dell'associazione che si è prodigata per "aggiustare" i pc della sala (e con esso anche l'eventuale ordine/protocollo o altro documento interno che attesta tali operazioni) in modo che si possa avere una contro-prova trasparente di quanto affermato dal nostro assessore.
Successivamente dovrebbe ammettere che per risolvere il problema basta far lavorare uno dei tanti (inutili?) impiegati comunali in modo che si occupi di protocollare e trascrivere nomi ed orario degli utilizzatori dei pc della sala intenet.
Questo se il sistema informatico è, alla base, conforme alle leggi e/o norme a cui tutte le P.A. devono attenersi. Ossia sia previsto un sistema di LOG per ogni singolo pc appartenente a tutta la rete comunale. Ho avuto modo di visitare suddetta sala circa 2 anni fà, i pc erano quasi tutti spenti, già allora per utilizzarli bisognava lasciare un documento. La normativa Pisanu, se la schedatura dell'utente a quei tempi non era solo una pro-forma, non avrebbe dovuto intaccare di una virgola l'utilizzo della sala da parte dei cittadini.
L'assessore afferma che la normativa Pisanu travalica le sue competenze, ci chiediamo chi più di un assessore sia in grado di fornire queste competenze.
Caro assessore Ferraro, Lei fu presentata come uno dei più brillanti cervelli in ambito tlc che la nostra regione avesse mai visto nascere. In mesi e mesi del suo assessorato purtroppo abbiamo potuto osservarla da vicino solo alle prove, private, di Benigni al Rendano e poco altro.
Ci piacerebbe sapere, assessore Ferraro, in cosa Cosenza, la Cosenza tecnologica investita dagli scandali di Tesi e dal fallimento giornaliero di tante piccole aziende informatiche, ha davvero bisogno della sua professionalità.
Chiudiamo qui, con un ultima provocazione. Quando e come è stato deciso di affidare ad un privato, seppur, si dice, senza costo alcuno per il Comune (bisogna ammettere che il comune è bravo a trovare chi lavora gratis per lui, prima la sala internet ora il sito web...), il rifacimento del bruttissimo portale web comunale?? Vorremmo sapere quale sarà poi il modo in cui i dipendenti comunali verranno formati per utilizzare le sezioni del suddetto costruendo portale e, soprattutto, da chi. Vogliamo sperare che almeno qui il comune proceda con un regolare bando di formazione perchè se questo compito venisse poi affidato alla stessa società di cui sopra sarebbe un operazione poco chiara che meriterebbe "attenzione". Può darci un segnale di trasparenza e fornirci qualche dato a riguardo?? Grazie.

Distinti Saluti
Carmine Massimiliano Battipede
V.P. Ass. Promocalabriae

FESSO CHI LEGGE

“Demoliamo la vecchia regione, costruiamo la nuova”. Una ruspa minacciosa troneggia nel manifesto, si squarcia un muro, e intorno tanto fumo e polvere.
Sobbalzano sulla comoda sedia di pelle i giovani ex pompieri, compagni di merende presidenziali, spaventati: “Ma come, non bastavamo noi?”…
Sbarrano gli occhi le centraliniste fiorentine, passate in un sogno d’amore dall’Arno allo Stretto con un Cupìdo interinale che indicava ammicando la strada di Palazzo Campanella al loro cuore infranto da un Adone reggino…
Tranquilli, non sono arrivati i Lanzichenecchi sulle sponde dello Stretto, è solo un modo di dire: avete mai visto un potatore tagliare il ramo su cui siede comodamente?
Ed ecco che le ruspe tornano ad essere i ‘brumm brumm’ delle auto blu, e gli squarci sui muri tornano voraci morsi sui succulenti cornetti della buvette.
Rimane solo il fumo. E i boccaloni che ci hanno creduto: come alle scuole elementari, quando sui muri scrivevamo, credendoci furbi, ”Fesso chi legge”.

Cagionavo Perni

Maleducati in divisa! Non prendiamone esempio!

Caro Direttore,
ricordo una vecchia frase più che mai attuale in questi tempi moderni: Signori si nasce! Ed è propio così. Non basta infatti un nome titolato, un benessere economico o per venire all'argomento delle mia lettera una divisa per essere "Signori". Bensì credo tanta cultura, umiltà e buone maniere! L'assurdo è che proprio chi dovrebbe dare il buon esempio e dovrebbe avere un comportamento più che mai civile vive, professionalmente parlando, ignorando i più elementari principi di buona educazione. Ho accompagnato i figli a scuola questa mattina (5 Marzo 2007) in Via De Rada e come ogni mattina presenziano due vigili all'altezza però dell'ingresso della Chiesa di San Giovanni Battista. Domano al meglio la confusione che è solita crearsi per motivi ovvi nei pressi di una scuola. Dopo aver lasciato i bimbi quando in effetti ero già in macchina avverto una frenata a modo di cavallo in furia, segno evidente che il veicolo approfittando della via libera marciava a velocità abbastanza sostenuta ignorando la presenza della scuola e per evitare l'impatto ha frenato appunto come si suol dire da lasciarci le gomme. Il tutto è avvenuto però 30-40 metri più sotto della postazione dei vigili dove c'è una entrata secondaria della scuola con un cancello naturalmente aperto di cui ne usufruiscono credo il 50% di alunni e genitori. In macchinna e di spalle alla strada non ho visto nettamente la scena ma visto le circostanze ho creduto che la frenata fosse stata per evitare l'impatto con un persona, bambino o genitore che fosse. "Fortuna" invece era per evitare un veicolo. Forse un pò troppo premurosa ripercorrendo quei 30-40 metri ma sempre in macchina approfittando della presenza dei due vigili ancora sulla collinetta davanti la Chiesa e della tranquillità del momento visto che erano già le 8,35 ed i bambini era tutti entrati mi avvicino chiedendo ad uno dei due se era possibile richiedere un servizio all'altezza del cancello secondario della scuola dal momento che presuppone la stessa affluenza di utenti di quello principale, in virtù appunto della scorretteza di tanti automobilisti su quel tratto di strada. La risposta? Non c'è stata.O meglio non c'è stata una risposta vocale ma mimata, da film muto insomma, che non è stata difficile da interpretare : vattene. Il classico gesto che si fa con la mano come per dire smammma ripetuto per ben due volte con il classico si, si, di chi ti prende per il..... Mi sono sentita mortificata io per la sua inciviltà ma non tanto per non aver avuto una risposta, perchè avevo già in mente di ScriverLe Signor Direttore segnalandoLe il problema sicura come già è stato in altre occasioni che Le Sue segnalazioni arrivano, quanto per l'opposta situazione che si era creata. Io così cortese ed educata per il mio modo di fare innato, da chiamarlo persino Signor Vigile mi scusi, (scusarmi poi di chè? Per dirla tutta ho interrotto una chiacchierata relax con probabilmente un suo conoscente!ma ci poteva anche stare visto che il suo servizio magari era finito), lui l'inciviltà fatta persona. Non ha neanche aspettato che io le spiegassi la motivazioni, tanto è sicuro che lui la frenata non la sentita visto che dov'era è rimasto. A questo punto mi chiedo: E' forse una divisa che rende superbi? Che fa ignorare gli altri? Ecco perchè Signori si nasce. Il suo invece, è stato a parer mio, il classico atteggiamento Di chi si crede di essere unico, al podio, e non sa fare i conti con le esigenze di chi contribuisce a pagargli lo stipendio. E' stato un villano, a parole nostre il classico pezzente arricchisciutu, moralmente parlando ( non mi riferisco infatti alla sua posizione economica, non credo infatti che abbia uno stipendio invidiabile, quanto all'incarico assegnatoLe), da nessuno che era è passato ad avere una divisa che non dovrebbe essere quello che è unicamente per lui : la classica sitemazione bensì il senso del dovere e la responsabilità di essere un "servitore della Città" Bastava semplicemente intanto rispondermi al Buongiorno, e poi dare una risposta semplice: si, no, vedremo. Bastava solamente essere cortese.

S.C.

 

Oliviero Toscani: Lettera aperta alla Giunta Regionale

Ho appena letto sul giornale la notizia che la Regione ha commissionato una campagna pubblicitaria per la promozione dell'immagine della Calabria. Ho letto gli slogan e le valutazioni dell'Ideatore Oliviero Toscani "UNA CAMPAGNA DI PROVOCAZIONE PER VENDERE IL PRODOTTO CALABRIA". Sono saltata dalla sedia. La "provocazione" mi ha colpito molto, ma in senso negativo e grottesco. Cari Loiero e Toscani, La dignità dei Calabresi, il dolore dei Calabresi, la speranza dei Calabresi, la sensibilità dei Calabresi, NON SI VENDE A METRI, (2500 manifesti 6X3 m) non si dona a nessun altare sacrificale di nessun dio pagano, soprattutto se a questo dio si donano anche molti, ma molti, migliaia di euro. È grottesco, è allucinante, per me calabrese, vedere e subire quest'ennesimo schiaffo.
Faccio parte di quella Calabria sana, che da sempre lavora con enormi e straordinari sacrifici, di quella gente che, per scelte o per necessità, o solo perché di Calabria, è rimasta qui, investendo e costruendo le nostre realtà di professionisti, di imprenditori, o di piccoli industriali, e molto spesso da sola, fatta eccezione per qualcuno.
Negli anni passati ci siamo inventati e improvvisati costruttori del nostro futuro; dopo trent'anni - però - mi rendo conto che il nostro coraggio e la nostra volontà non sono bastati. Il presente che stiamo vivendo è quel futuro, che a noi giovani di allora, era stato promesso e non mantenuto. Questo presente non è altro che il perpetuarsi di un deprecabile metodo-sistema politico e amministrativo che non crede - sostanzialmente - nei calabresi.
Gli anni passati hanno visto una politica che ha generato la cultura dell'assistenzialismo e della superficialità, cosicché, a gran voce, si poteva gridare che c'era bisogno di leggi speciali per il mezzogiorno per avere sempre più miliardi, e selezionare solo qualcuno da portare sul carro dei "vincitori". Ancora adesso continuate a implorare per quella che voi definite "una Calabria arretrata". Ho nausea di ciò perché ho visto che non c'è stata una classe politica capace di capire la prima regola elementare dello sviluppo di qualsiasi realtà: "COLTIVARE LE FORZE LOCALI SANE"
Nel caso nostro, aiutarci a fare impresa, stabilire - ad esempio - nuove regole per il credito.
Da anni le associazioni di categoria chiedono collaborazione, chiedono di guardare in basso, dove ci sono le microimprese che hanno bisogno di essere curate.
Se non si guarda a quello che già esiste, e se non si ama e protegge quello che già abbiamo, per dargli come priorità assoluta, lavorare e produrre serenamente, che futuro potranno trovare quei ragazzi "usati" in quelle foto? Fra qualche anno quei sorrisi saranno smorfie di rabbia e delusione così come noi ragazzi e ragazze di trent'anni fa, che abbiamo visto il nostro coraggio ed entusiasmo sempre più vilipeso.
L'assurdo è che devo vedere questa tragedia oggetto e soggetto di speculazione per una campagna pubblicitaria, un prodotto che ha fatto incassare soldi al signor Toscani , che non sa ancora che possiamo essere anche poveri, ma siamo diventati tanto istruiti. Il termine TERRONE poteva essere usato cinquant'anni fa!
Si deve aggiornare il Signor Toscani!
Conosco le sue precedenti campagne, ricordo le sue foto. Quelle provocazioni allora avevano un senso, era un'altra epoca. Adesso mi dispiace ma non ha studiato il prodotto da reclamizzare. Ha fatto flop.
In quanto a Lei, Presidente Loiero, ha detto che vuole che vengano fuori i Calabresi! Si! Ha ragione! Cominci a farci lavorare e a lasciare i soldi della regione ai Calabresi, cominci a fare politica pratica. La smetta di costruire anche Lei Cattedrali nel deserto! La promozione della nostra immagine nel mondo deve essere fatta da calabresi per i calabresi, dandoci gli strumenti amministrativi per imparare e migliorare innovandoci e investendo su noi stessi .
Voi che siete quelli che dovrebbero far emergere il meglio della Calabria, vergognatevi.

Lucia Perri
Fotografa di Rende.

Centro storico nel degrado completo

Pregiatissimo Direttore,
il degrado in cui è ridotto il centro storico di Cosenza, ormai è sotto gli occhi di tutti.
Viene rabbia constatare, con amarezza, come tutti gli interventi fatti per dare lustro a questa parte della città, per l'incuria ed il malgoverno dei nostri amministratori, ha riportato la parte sntica della città, indietro di vent'anni.
L'amore di Giacomo Mancini verso Cosenza, non si è fermato nel dare alla sua città quelle grandi innfrastrutture di cui aveva bisogno, ma uno sguardo importante lo ha rivolto al recupero della città vecchia.
Oggi, sembra che con un progetto sistematico di demolizione, ogni intervento voluto ed attuato dal sindaco Mancini viene distrutto.
L'elenco delle opere, frutto dell'amore e dell'opera degli anni scorsi e' senz'altro lungo, ma à altrettanto significativo come le stesse sono oggi in uno stato di abbandono e di degrado.
La nostra analisi parte dal Parco Fluviale, che privo di ogni minima manutenzione è abbandonato a se stesso, ricettacolo di carcasse di auto abbandonate e con il selciato in piu' parti danneggiato, per non parlare dei caratteristici lampioni in piu' punti rotti e resi inutilizzati. Scempio assoluto in piazza XV Marzo, vero gioiello del centro storico divenuto un immenso parcheggio e la vicina "Dolce Villa",che dopo i lavori di ristrutturazione si presentava come un piccolo Eden, con le aiuole curate le sue belle fontane e la caratteristica cascata,e che oggi versa nel piu' completo abbandono, addirittura parcheggio anch'essa durante le rappresentazioni del Rendano, e le fontane mute e sporche.
L'analisi continua in Piazzetta Toscano, oggi vera e propria discarica ove i finestroni atti a proteggere i reperti archeologici di epoca romana sono rotti e rendono insicura l'intera area caratterizzata da buste di spazzatura che mai nessuno si preoccupa di eliminare.
Sul colle Triglio la suggestiva illuminazione notturna del settecentesco palazzo Arnone, è solo un lontano ricordo visto che da tempo il vecchi "palazzaccio" à immerso nelle tenebre piu' profonde, pur essendo uno dei piu' importanti siti culturali del Mezzogiorno.
Abbandono totale dell'Ara dei Fratelli Bandiera, completamente immersa nel degrado.
Infine il MAB, importante sito culturale della parte nuova della città, registra un ritardo nella sua realizzazione con alcuni basamenti privi di illuminazione (vedi san Giorgio ed il drago) e con le opere di piazza Bilotti immerse nel buio piu' completo e soffocate dalle auto parcheggiate intorno.
Questa è la città che ci ritroviamo, una Cosenza che dovrebbe ambire ad essere "città d'arte" e patrimonio dell'umanità. Oggi è una città allo sbando, in mano ai vandali,(e che non siano un alibi) e con amministratori che sono piu' preoccupati ad innalzarsi le loro indennità che fare il loro dovere e per il quale sono stati, ahime',eletti.
Egregio Direttore, faccio appello a tutti i cosentini che amano la città a protestare, a farsi sentire ad urlare la loro rabbia per tentare di salvare una città che sta lentamente morendo.
Oggi gli argomenti sono incentrati sulla realizzazione della cosiddetta area urbana: certamente argomenti importanti ma forse sarebbe meglio impegnarci, prima di tutto a salvaguardare l'esistente con uno sguardo particolare al nostro centro storico.

C.P.

Fischi e striscioni

Gentile Direttore,
fischi a Roma, durante il minuto di raccoglimento che ha preceduto le partite, in memoria (e per rispetto) dei morti (Raciti e Licursi); striscione al San Vito. Equiparare i fischi (vituperabili e stupidi) allo striscione, come ha fatto un TG nazionale, mi sembra assurdo, non solo, ma mi fa venire i brividi. Si sta scatenando una sorta di caccia alle streghe di maccarthyana memoria?! Lo striscione, sebbene inopportuno dato il momento, è ben lungi da essere una sorta di "istigazione a delinquere". Mai fare quelle distinzioni che contraddistinguono i discorsi di politici, gli editoriali di illustri giornalisti, il senso comune della gente, tra morti "buoni" e morti "cattivi"?! Un po' come i Curdi buoni uccisi da Saddam e quelli cattivi uccisi dai Turchi, con i quali i nostri governanti intrattengono rapporti cordiali. E che dire degli Stati "buoni" come Egitto ed Arabia Saudita, definiti moderati (ma sono delle dittatture), e degli Stati "canaglia" (anch'essi vere dittature). Una strana forma di "relativismo". Solo apparentemente i due discorsi (fischi e striscioni/politica internazionale) non sono assimilabili; quello che intendo è che bisogna essere coerenti sempre, condannare sempre, difendere valori e democrazia sempre, difendere anche un sola VITA sempre e non a seconda del "caso", dell'utilità. Le vite spezzate sono VITE che si perdono, PERSONE che avevano una famiglia, figli, erano portatori di idee, sentimenti. Ultima cosa: il senso della "Valle dell'Eden" a proposito di Caino, leggiamolo con attenzione.

LC - Cosenza

Altro che toponomastica, un disastro le vie cittadine

Leggo oggi nella cronaca di Cosenza che si riunisce questa interessante commissione avente lo scopo di trovare nuovi nomi alle vie ed alle piazze cittadine: mi chiedo, a questo punto, se questa gente non abbia veramente nulla da fare o semplicemente faccia finta di non capire niente visto che le strade cittadine sono notoriamente un percorso di guerra, sia per i pedoni ma soprattutto per chi si muove in auto e penso di cogliere il pensiero comune di molti miei concittadini suggerendo che, invece di andare in giro a cogliere con una improbabile ricognizione gli umori, le aspettative e le carenze (forse le strade ridotte a mulattiere non sono ritenute tali, dai nostri solerti amministratori?) della città, sarebbe stato preferibile darsi da fare perché chi si muove in auto non debba sentire la necessità di un 4x4 o chi si muove a piedi quando piove, non debba essere costretto a portare un gommone Zodiac in tasca, pronto da gonfiare all'uopo.
Se proprio si insiste nel voler trovare nuovi nomi propongo di pensare a qualcosa come "Piazza sgarrupata" oppure "Sagliuta d'i quinnici fosse" e giù di lì, sono convinto che molti cittadini apprezzerebbero.

Lettera firmata

A che serve chiudere gli stadi e bloccare i campionati?

Gentile Direttore,
il dibattito che si sta sviluppando in questi giorni sul mondo dello sport e sulla violenza negli stadi, all’indomani delle tragedie che hanno colpito le famiglie Licursi e Raciti, a cui esprimo la mia più incondizionata e sincera solidarietà, interpella la coscienza di ognuno di noi e, soprattutto la coscienza di chi, come il sottoscritto, svolge funzioni istituzionali, in qualità di Sindaco e di Consigliere provinciale e, allo stesso tempo, vive da sempre una forte passione per lo sport e, in particolare, per la squadra di calcio del proprio paesello.
In questo senso vorrei intervenire nel dibattito in atto, proponendo una riflessione pacata e tentando di dare un modesto, ma sincero contributo.
Dico, innanzitutto, che le risposte dettate dall’emotività del momento non sono mai servite e mai serviranno a risolvere i problemi alla radice.
E’ assurdo chiudere gli stadi e bloccare i campionati, facendo pagare le colpe di pochi delinquenti a tutti quelli che amano sinceramente questo sport, così come è altrettanto assurdo ed inutile invocare restrizioni e provvedimenti che prefigurano un clima di “altri tempi”, che non vogliamo nemmeno lontanamente immaginare.
Il discorso, se non vogliamo rimanere soltanto alla superficie delle tragedie di Catania e Luzzi, è molto più articolato e complesso di quanto appare e riguarda una società sempre più violenta, priva di prospettive e di speranze, ma soprattutto priva di modelli positivi a cui guardare.Gli unici modelli che questa società globalizzata e consumista propone a giovani e meno giovani sono i modelli di un uomo muscolare ed arrivista, forte e prepotente, che non ha “bisogno di chiedere mai”.Ognuno crede di bastare a se stesso e di potersi fare giustizia da solo.
Basta camminare sui nostri corsi, andare nei centri commerciali, girare davanti alle nostre scuole, per capire che stiamo costruendo un mondo violento, una specie di bomba ad orologeria la cui miccia è pronta ad accendersi e ad esplodere da un momento all’altro.
In questo contesto è chiaro che ogni occasione, anche una bella partita di calcio, diventa proscenio privilegiato su cui misurarsi ed esibirsi. Ogni contrasto diventa una scusa, un pretesto per scontrarsi ed esercitare la propria forza, il proprio potere sull’altro.
Tutto ciò perché sono venuti meno i luoghi dove imparare la tolleranza, l’amicizia, la solidarietà, il rispetto dell’altro come valori fondanti la propria e l’altrui esistenza.
Chiesa, scuola, famiglia, istituzioni, partiti e politica, in questo senso, devono avviare una seria e profonda autocritica, non limitandosi ad essa, ma andando oltre e tentando di trovare soluzioni e risposte immediate e concrete. A cominciare dal rapporto con il proprio vicino di casa…

Michele Ambroggio
Consigliere provinciale Ds
Sindaco di Piane Crati

Morta la vera natura sportiva del calcio

In questi giorni dopo la tragica vicenda accaduta in un campetto di calcio: "tragica vicenda in un campetto di calcio?" Spontanea è la prima reazione...incredulità, rabbia e dolore si mescolano in un cocktail perfetto; non si può nel 2007 pensare di morire in un campo di periferia per una banale, ma che dico banalissima partita di calcio; ho abbandonato l'attività calcistica da un pò per dedicarmi agli studi, ma vivo in me è il ricordo dell'entusiasmo e della gioia che provavo ogni domenica mattina prima, durante e dopo le partite; affascinato dal sorriso di mio padre sugli spalti attorniato da tanti altri genitori estasiati dalle prodezze dei loro figli....
è svanito d'improvviso quel contorno che rivestiva una partita di pallone; lo spirito sano di competizione, l'etica calcistica sono state riciclate per lasciare spazio ad un solo obiettivo: vincere, vincere, vincere in tutti i modi, con tutti i mezzi;
rimango attonito nell'osservare la sportività nei campi inglesi, gli applausi scroscianti anche dopo una sconfitta. Lì si vive di calcio, lì batte la vera natura dello sport, svegliamoci da questo incubo sperando che sia davvero l'ultimo.

Leo - CS

Dove siamo, in Africa?

Gentile Direttore,
ma non c'era bisogno delle ispezioni dei NAS, bastava ascoltare chi per sfortuna ha dovuto ricorrere all'Ospedale dell'Annunziata, o dare un'occhiata alla casella delle rimostranze, ma, si sa, chi rappresenta il Tribunale dei Diritti del malato all'interno, è esso stesso un medico del nosocomio, come potrebbe mettere il dito sulla sua stessa piaga purulenta?! Incuria, sporcizia, assoluta mancanza di professionalità, di un minimo di educazione, di correttezza, competenza e questo a tutti i livelli, TUTTI! In compenso abbonda il pressapochismo, la superficialità, l'incompetenza, l'indolenza, la mancanza di senso del dovere, di rispetto per gli ammalati e per la loro dignità, quando non si sconfina molto oltre e si violano diritti sacrosanti. Gli errori, in molti casi, sono fatali, ma non per coloro che li commettono, i quali trovano sempre la strada per cavarsela: amici, amici degli amici, amici degli amici degli amici, sono pronti a soccorrerli. Sono una casta di intoccabili,
al contrario però degli intoccabili di indiana memoria. e tradizione. Dire che siamo in Africa, significa offendere gli Africani, quindi chiedo venia per il paradosso provocatorio: siamo in Calabria! E' un vero miracolo se si entra per un unghia incarnita e si esce con le proprie gambe.

Lettera firmata, Cosenza

Volontari in ferma breve (VFB)

Il governo sta adottando una sperequazione nei confronti dei militari (VFB) i quali dopo tre anni di ferma e/o di ulteriore rafferma, non gli è consentito di partecipare ai concorsi nelle varie forze di polizia, poichè riservati solo ed esclusivamente ai Volontari in ferma prefissata di un anno e altri. Inoltre i VFB non percepiscono la tredicesima mensilità e la prestazione di lavoro straordinario viene calcolato sulla base del rapporto di tre a uno, cioè tre ore di straordinario per averne pagata una o di usufruire di un ora di riposo. Giovani partiti volontari 5 anni orsono con alle spalle missioni in Iraq e Libano ora vengono penalizzati attraverso il congedo alla fine della ferma impedendogli anche la partecipazione ai vari concorsi nelle varie forze armate.

Beghe di basso livello

Egregio Direttore,
E' mai possibile che in un periodo di crisi ai vertici delle istituzioni locali, dove servono i giornalisti di fuori regione per scrivere la verità sui fatti che realmente accadono sui nosrti territori (vedi Espresso, Corriere della Sera ecc.), ancora ci si limiti a comunicati su questa o quella nomina? I problemi seri sono altri ed i nostri cari (anzi carissimi...) rappresentanti si preoccupano di questa o quella rappresentanza politica o di stanziare i fondi per i concerti di questo o quel cantante. Di questo passo siamo destinati ancora una volta a continuare a raschiare il fondo del barile che, mai come in questi tempi, si sta sempre più assottigliando...
Pregherei che chi occupa le poltrone dei vari Enti, indipendentemente dall'appartenenza politica, scenda sulla terra e si preoccupi delle problematiche della nostra terra, sempre meno vicina all'Europa e sempre più vicina all'Africa..

Un lettore arrabbiato

Caro Sindaco di Cosenza e cara Regione !!!

Dopo aver appreso il valore del concertino di capodanno (complimenti per la scelta che rispecchia lo stato di cosenza oggi) e sopratutto dopo aver appreso che la regione e la provincia hanno stanziato più di 300.000.00 euro per uno dei concerti più deludenti e vergognosi, dei capodanni calabresi... sono davvero preoccupato... per il futuro di questa città e di questa regione che nemmeno attraverso una astuzia politica, capiscono e agiscono di conseguenza per il bene di questa terra. Chi ci guida, chi ci dirige, chi fa scelte importanti per la nostra vita è incredibilmente incompetente o truffaldino. Cosenza è diventata una città declassata, superata anche da Catanzaro, che sappiamo essere un paese, più che una città. Voi che avete voce, fatela sentire... il popolo non è stupido ma è solo senza armi (metafora) per lottare. Abbiamo una città dove la cultura è stata rasa al suolo, il degrado ormai è ovunque e ricordo con molta nostalgia, quando solo pochi anni fa... in un paese del nord italia, affermavo con orgoglio "si, sono di Cosenza" oggi, me ne vergogno!!!

L.V. - Cosenza

Il concerto con il “palco dei notabili…”

Gentile Direttore,
nel 2000, la magnifica festa in piazza ha reso "magica" l'ingresso nel nuovo millennio: fuochi fantasmagorici (vabbè un po' costosi, ma era un'occasione unica, non tutti i Capodanno scandiscono il passaggio da un millennio all'altro!),immagini da Blade Runner, film culto, proiettate sulla parete dell'ex Jolly, musiche di Vangelis, colonna sonora della stessa pellicola, rievocazione del funerale di Alarico sulla confluenza, Mancini senior che brindava con spumante e pandoro (o panettone?). Insomma, sembrava davvero che Cosenza stesse per entrare in Europa, grazie alla mente strordinariamente giovane, lungimirante, di intelligenza e levatura superiore del vecchio laeder carismatico, per cui i sogni sembravano facili da realizzare!
Ieri!!!!! Ebbene, si è toccata con mano quanto siamo provinciali nel senso deteriore del termine, laddove per "provincia" spesso si intende il meglio di tradizioni, cultura, vivibilità, insomma la "dimensione" umana dell'essere cittadini. Un megapalco per le autorità incombeva su un lato di Piazza de Bruzi, impedendo la visuale del concerto a migliaia di cittadini, pur di favorire poche decine di "vips" de noartri"!!!! Veramente squallido. Se i "vips" di cui sopra volevano avere un punto di osservazione privilegiato, sarebbe bastato sopraelevare il palco su cui si esibiva il cantante di alcuni metri. Ma si sa, le soluzioni intelligenti non sono di tutti, nemmeno quelle tecnicamente possibili.
Pazienza! Siamo tornati a casa al calduccio, dinanzi alla Tv di Stato....

Lettera firmata

Gli auguri degli ex lavoratori Telcal

A Natale si diventa tutti un po' più buoni. Ed è per questo che vorremmo formulare, in maniera bipartisan, gli auguri più sinceri ai tanti Pinocchio, politici e non, della nostra Regione. Auguri alla vecchia giunta di centro-destra con in testa l'ex presidente Chiaravalloti, per il quale eravamo dei mendicanti, ed alla nuova, si fa per dire, del presidente Loiero, grazie alla quale continuiamo a mendicare un nostro diritto: il lavoro. Auguri ai tanti Assessori, vecchi e nuovi, che in questi anni abbiamo avuto l'onore di incontrare e per i quali eravamo delle risorse indispensabili per la nostra regione, ma da tenere da parte perché nel frattempo altre erano le emergenze da affrontare e, puntualmente, da non risolvere. Auguri ai Capo di Gabinetto di allora e di oggi, a tutti i dirigenti, consulenti, segretari particolari, portaborse (ci hanno fatto incontrare anche loro), per i quali, in tutti questi anni, siamo stati un volano di sviluppo solo per i loro bilanci familiari (e scusate se è poco). Auguri ai tanti sindacalisti che in questi anni sono stati al nostro fianco, anche questo si fa per dire, ma con la mente altrove, rivolta a difendere chi il lavoro c'è l'ha già. Auguri ai consiglieri regionali di ieri e di oggi, indagati e non, di maggioranza e di opposizione, tanto fa lo stesso. Auguri alle forze dell'ordine che nei numerosi sit-in di protesta davanti il palazzo della Giunta Regionale ci hanno fatto compagnia, e che spesso ci hanno accusato di essere troppo buoni.

Gli ex lavoratori Telcal

Il concerto di Gigi D’Alessio e i miracoli

Buongiorno sono un cittadino di 25 anni e vorrei esprimere un mio pensiero riguardo al prossimo concerto di Capodanno visto che è impossibile raggiungere le istituzioni sperando in una risposta. Sono rimasto sconcertato da quando ho sentito la notizia del concerto del cantautore napoletano(che i giornali dicano sia pagato 40.000 euro);sono rimasto sconcertato perchè non sapevo che Cosenza fosse la città dei miracoli. Fino a pochi giorni prima il concerto non doveva esserci nemmeno per mancanza di fondi, ma all'improvviso si sono trovati i soldi per far venire un cantante di prima fascia.Ed è qui che la decenza impatta con la festa:in città sono ormai mesi che non ci sono fondi e sto parlando dei fondi stradali. Credo che la cittadinanza sarebbe rimasta molto più contenta se si fossero sistemate le strade e si fosse chiamato un cantante meno"caro", ma la corsa al voto e al consenso fa fare anche questo:un concerto senza senso, senza finalità, con l'unico scopo di racimolare voti e consensi.Gira voce anche che il napoletano farà un giro per la città:vorrei sentire cosa dirà quando la sua macchina verrà fatta saltellare su e giù da un manto stradale inesistente. Anzi basterà evitare corso D'Italia, l'autostazione, via torre alta e viale cosmai per evitare la figuraccia. Infine una considerazione personale:Gigi D'Alessio può piacere o non piacere. Personalmente a me non piace,ma rispetto i gusti di tutti.Ma credo anche che un capodanno,una festa per eccellenza non possa basarsi su canzoni neomelodiche e sicuramente farà rimpiangere il ritmo di Jovanotti,Roy Paci, Goran Bregovic e di tutti quelli che hanno fatto saltare la nostra amata città.

Giuseppe - Cosenza

Una multa per i volantini pubblicitari

Vorrei segnalare l'ormai diffuso malcostume di inserire ai tergicristalli delle auto materiale pubblicitario da parte di ipermercati e società finanziarie (prevalentemente). Materiale che finisce inesorabilmente per sporcare le strade poichè immediatamente eliminato a causa del fastidio che reca posizionato ai tergicristalli. Inoltre quando piove il medesimo materiale pubblicitario finisce per inzupparsi e diviene difficoltosa la sua rimozione. Chiedo al Comune di inserire una multa a chi attacca questo materiale non gradito ai tergicristalli- che personalmente ho trovato rotti per due volte ed invito i cittadini a non rimanere consenzienti a questo genere di malcostume

Lettera firmata

Campana quo vadis? Spopolamento e fuga dal paese e degrado del centro storico

Il nostro centro storico ricco di storia e degno di attenzione, ma sempre trascurato da tutte le amministrazioni, è in stato di vergognoso degrado e abbandono. Il sito è di notevole bellezza sia estetica che storica. Case signorili ottocentesche con affreschi e archi, la vecchia torre dell’orologio, la torre greco-normanna della chiesa Matrice e la sua cripta sono gli ultimi baluardi, in mezzo ad un deserto di ruderi e catapecchie in rovina. I cittadini di Campana sarebbero ben contenti se dopo decenni l’antico quartiere normanno tornasse fra gli interessi della Pubblica Amministrazione, per arrestare il vistoso ed inarrestabile processo distruttivo dell’erosione. Le antiche mura normanne con fondamenta di tempi remoti, dell’epoca dei Bruzi e Greci, hanno visto giorni migliori fino agli anni 50 dell’ultimo secolo, nonostante abbiano subito tanti terremoti. Poi man mano che la gente cominciò a spostarsi verso il bivio di Santa Croce, iniziò un nuovo processo di urbanizzazione in altre zone. E da li in poi ebbe inizio l’indifferenza, da parte delle future amministrazioni. Il centro storico invece, dovrebbe essere al centro della vita del nostro paese. Centro storico che vuol dire spazi monumentali da far rivivere e trasformare in luoghi di meta di turismo culturale, con spazi per piccoli pub sotterranei, hotel e ristoranti con terrazzi e vista panoramica sulla fiumara e sui colli del monte Calamacca. Da non dimenticare l’antica via bizantina, chiamata “romana” nel gergo dei cittadini Campanesi, perché erroneamente ritenuta tale, a causa dell’aspetto e, solo in apparenza, lastricata simile ad una via romana. Essa rappresenta già da sola un monumento storico, che meriterebbe maggiore attenzione, dato che sta andando letteralmente in pezzi e sta condividendo lo stesso destino del centro storico. Nei decenni trascorsi vi sono stati alcuni timidi tentativi di restauro di alcuni edifici più imponenti. Ma i lavori furono eseguiti senza un progetto adeguato e senza tener conto dello stile architettonico, sia ottocentesco sia medioevale e cioè di stampo greco-normanno. I criteri e la filosofia applicati in quei tempi sono ancora un mistero. Innanzitutto non furono usati dei materiali originali, bensì del cemento volgare, non molto estetico.
In alcuni casi furono distrutte le bellissime finestre con cornice di stile ottocentesco e sostituite da piastre di semplice marmo, disposte in rettangolo che ricordano l’arte del cubismo. Vi sono anche alcune facciate sulle quali, gli interventi di restauro hanno prodotto degli ibridi. Detto in termini artistici, per rendere l’idea, immaginate un dipinto composto dallo stile astratto di Pablo Picasso e fuso con quello estetico del realismo del grande Caravaggio. Lo scempio è visibile ancora oggi e l’opera “vandalo-ostrogota” dal punto di vista estetico ha fatto più danno dell’erosione stessa. Il turista che oggi va a farsi una passeggiatina nel nostro borgo antico, non sarà tanto cieco da non notare tali stranezze architettoniche. Avrà sicuramente l’impressione di trovarsi in un posto trascurato, con i lavori e i cantieri lasciati a metà e abitato da gatti e cani randagi. Risaltano molto le impalcature arrugginite e i tetti di latta degli anni 80-90. E questo non farà una buona pubblicità al nostro amato paese Campana. Se il paese vuole costruirsi una buona immagine, non basterà la promozione da sola. Bisogna attivarsi tempestivamente e soprattutto avvalendosi del supporto di uno staff di esperti in materia architettonica, storica, geologica e naturalmente in edilizia. E’ chiaro che l’umile intervento e lavoretto di “mastru Totonnu” sono fuori luogo, se si vuole fare le cose con serietà e in modo appropriato. Per queste cose ci servono gli specialisti. Bisogna ricordare che qui interveniamo su edifici e monumenti di valore storico. Bisogna coinvolgere e concentrare in un unico grande progetto tutte le risorse di Campana. Vale a dire il restauro del centro storico, il rinnovo e la realizzazione di infrastrutture, il rilancio culturale (non solo sagre) e politico del nostro paese, le sue risorse ambientali e agricole. Ed è inutile trovare anche le scuse della mancanza dei fondi. Argomento non valido signori miei! Bisogna solo sapersi attivare e contattare le istituzioni giuste, per ottenere l’assegnazione regionale di fondi dall’Unione Europea. Fondi europei, che se richiesti in tempo, daranno al comune la possibilità di elaborare nuovi progetti di rilievo. Cosi hanno già fatto tanti altri comuni nei dintorni di Campana. Valorizziamo il centro storico e tutte le altre risorse. Non concordo con chi sostiene, che il turismo a Campana è solo una favola. Bisogna crederci: Campana può diventare un modello. Ricordiamoci che non tutti i paesi limitrofi hanno un centro storico come il nostro. Alcuni sono nati in tempi più recenti e hanno meno storia da esibire. Noi Campanesi però, abbiamo un tesoro sotto gli occhi che, continuiamo a trascurare. Lo stato di degrado e abbandono sono arrivati a tali livelli, che un domani sarà troppo tardi. E’ bello che ci ricordiamo delle nostre sagre, dell’antica fiera della Ronza, delle processioni etc…ma non dobbiamo concentrarci solo su queste cose. Oltre alla promozione che ancora non è stata avviata in modo appropriato, dobbiamo ricostruire il centro storico e la via bizantina che, insieme all’elefante di Campana costituiranno la base del nostro futuro turismo. Come già accennato, e lo ripeto ancora: il centro storico dovrebbe essere al centro della vita del nostro paese. Centro storico che vuol dire spazi monumentali da far rivivere e trasformare in luoghi di meta di turismo culturale, con spazi per piccoli pub sotterranei, hotel e ristoranti con terrazzi e vista panoramica. Gli hotel saranno di vitale importanza, per trattenere la gente nel nostro paese, altrimenti questi andranno a spendere i loro soldini altrove, non avendo un posto per il pernottamento. Poi da aggiungere i bed and breakfast, i nuovi itinerari turistici per gli appassionati di storia, natura, funghi oppure la caccia. Certamente dobbiamo avvalerci della collaborazione dei tour operator. E mi chiedo ancora perché a Campana non siano sorti i locali di agriturismo? Anche in questo caso d obbiamo purtroppo prendere gli altri paesi come esempio. Accade troppo spesso che stiamo con le mani in mano a guardare come fanno gli altri. Do la massima ragione ai cittadini che fanno riferimento alla iniziative private. Me lo sto chiedendo da un po’ di tempo, perché la Cavesa non sia ancora finita in mano di qualche azienda privata o di qualche catena alberghiera, che avrebbe tutto da guadagnarci.
Per attirare questi investimenti privati, bisogna rendere il territorio abbastanza attrattivo, dal punto di vista di imposte comunali. Comunque devono essere anche Regione Calabria e la Pubblica Amministrazione ad impegnarsi, ad indicare e comunicare alle aziende, come ottenere le assegnazioni di fondi europei. Le Regioni che sembrano avere le migliori performance e che stanno facendo un buon utilizzo dei fondi europei sono la Basilicata a la Campania. Buone performance sono state registrate anche dalla Puglia e un discreto livello anche dalla Sardegna. Purtroppo la regione più indietro, e mi dispiace dirlo è la nostra Calabria, perché non ha adeguate capacità di sviluppo progettuale. E' un problema che ha molti aspetti. Il primo è la mancanza di comunicazione da parte delle Pubbliche Amministrazioni, che purtroppo in alcune Regioni d'Italia sono piuttosto inefficienti da questo punto di vista, cioè non mettono al corrente le imprese di tutte le opportunità a loro disposizione. Inoltre c’è il problema dello spopolamento che, solo con nuove iniziative può essere arrestato. Ci sono studi specifici che in base all’attuale andamento demografico, evidenziano che il problema è grave e urge di un provvedimento tempestivo. E’ lodevole l’iniziativa “SOS Salviamo Campana” che come nome ha avuto il nuovo Comitato Civico Permanente, costituito per combattere i vari problemi che affliggono Campana e che potrebbero renderlo in pochi decenni un paese fantasma. Con questa azione si vuole dare una nuova speranza ai giovani campanesi. Ora o mai più, prima che sia davvero troppo tardi. Basta con gli slogan ripetuti ogni 5 anni alle elezioni. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e fare sul serio!

Carmine F. Petrungaro

Centro cittadino nel degrado

Che la città sia in uno stato di completo abbandono, di degrado sociale, non più sicura è purtroppo sotto gli occhi di tutti ma che, in pieno centro cittadino, a pochi metri dal magnifico Cardinale di Manzù e dalle opere del maestro Consagra, si debba vivere nella sporcizia più completa non è più consentito. Nella nostra amata Cosenza accade che i cittadini debbano camminare su marciapiedi pieni di ogni genere di rifiuto (organico e non), stando attenti a non sbattere la testa contro i rami di alberi le cui foglie cadono giornalmente a terra aumentando la sporcizia e che non vengono potati da mesi. Per non parlare delle autovetture abbandonate e preda di ripetuti saccheggi, dei topi di fogna che sempre più spesso si prendono una boccata d’aria o dei cani randagi. Tutto questo accade in via Luigi Maria Greco, in parte di via XXIV Maggio e nella villetta nei cui presso si trova un asilo comunale. I cittadini di queste zone, stanchi del silenzio assordante dell’Amministrazione Comunale e della Circoscrizione più volte interessate al problema ma sempre latitanti, dicono basta ed hanno iniziato una raccolta di firme decidendo, inoltre, di costituire un comitato per la difesa dei propri diritti:”Abbiamo il massimo rispetto per i lavoratori della Vallecrati e delle cooperative ma, anche noi, siamo cittadini di Cosenza, paghiamo regolarmente le salatissime tasse e contribuiamo, con il nostro lavoro quotidiano, alla crescita della città. Per questo vogliamo che i diritti più elementari siano garantiti da chi, istituzionalmente, ha il dovere di farlo. Tra le tante frasi che ci siamo sentiti rivolgere in questi mesi, la più allucinante è venuta da uno stretto collaboratore del Sindaco che ci ha manifestato la volontà dell’Amministrazione di “non volere investire nel centro città”!. Pazzesco e non più tollerabile tanto che, se anche questa volta non dovessimo vedere risultati concreti, andremo a protestare civilmente a Palazzo dei Bruzi”.

Lettera firmata

A Cosenza troppo lavoro nero

Mi chiamo Luca sono un ragazzo cosentino di ventitre anni che vivi in Emilia Romagna e vorrei dire che i problemi nella NOSTRA città sono tanti in primis il lavoro, lo sfruttamento del lavoro, il lavoro nero,e strade che fanno schifo,e molto altro ancora, secondo il mio punto di vista invece di andare avanti andiamo sempre più indietro, un altro problema è la mentalità del cosentino che non cambierà mai....io dico questo perchè ho visto è vedo la differenza con altri cittadini di altre regioni ma sempre è comunque italiani, quindi CERCHIAMO DI CAMBIARE altrimenti i problemi non li risolveremo mai,,,quindi stare ad elencare disagi e problematiche della nostra bellissima terra non servirà a niente perchè non potremmo mai sperare di risolvere i problemi senza prima cambiare la nostra mentalità stupida e antica. Vorrei dire che questo è un mio umile parere da cosentino e da un ragazzo che nonostante la distanza la sua città la porta e la porterà sempre nel suo cuore....cerchiamo di cambiare perchè cosenza è una città con mille potenzialità da sfruttare per il bene non solo dei cosenini ma per l'italia insieme.
ciao

Luca

Contributo fitto casa 2004, che fine ha fatto?

Vorrei chiedere alla regione e al nostro sindaco Perugini che fine hanno fatto i soldi che si diceva erano stati stanziati per il pagamento del secondo scaglione del contributo fitto casa relativo all'anno 2004.Io purtroppo mi sono ritrovata nel secondo gruppo di famiglie aventi diritto e di quei soldi non ne ho visto neanche l'ombra.Per tanti anni sono stati dati a famiglie che non avevano minimamente i requisiti per poter accedere al contributo questo perchè non sono mai stati fatti dei controlli e chiunque sulle domande ha potuto scrivere quello che voleva.Proprio l'anno in cui io ho fatto la domanda sono stati fatti i controlli e la regione come si dice ha stretto la cinghia .Precisiamo per me va benissimo che si verifichi effettivamente la situazione economica e familiare per potere accedere al contributo.A settembre era uscito un articolo sulla gazzetta del sud che sarebbero arrivati al comune un milione di euro per potere pagare le restanti famiglie che erano rimaste f
uori ma che ne avevano comunque diritto ma dove sono finiti quei soldi?Per non parlare poi del nostro sindaco che in campagna elettorale e sottolineo in campagna elettorale si era impegnato personalmente a fare fronte a questa situazione e ricordo la conferenza stampa del nostro futuro sindaco con Adamo in cui rassicuravano le famiglie dicendo che avrebbero avuto il contributo nel caso fosse risultato sindaco l'avvocato Perugini e adesso? silenzio non si sa più niente tutto tace dal comune e dalla regione se io ho fatto la domanda per ricevere il contributo evidentemente ne avevo e ne ho bisogno ma credo che questo possa poco interessare al sindaco Perugini al signor Adamo e a tutti i componenti della giunta regionale che adesso si preoccupano solo di ricevere l'invito per poter assistere alle prove (ma quali prove?) dello spettacolo di Benigni loro lo hanno pagato con i soldi non so di chi e loro solamente loro hanno il diritto di potere accedere allo spettacolo .Sono vera
mente disgustata da questa situazione .Chi mi sa dire che fine hanno fatto i soldi del fitto casa?

una cosentina amareggiata

Violenza ed allarme sociale

Gentile Direttore,
ho letto la lettera del ragazzo aggredito dal branco di ubriachi nel centro storico, ex "salotto" buono della nostra piccola città. Avendo figli giovani, sono allarmata, anche se da tempo i più disertano Corso Telesio e zone limitrofe, poichè si sono resi conto che ormai il "salotto" è diventato impraticabile per vari motivi: incuria, abbandono, vandalismo, violenza (appunto). D'altro canto è stato lasciato in mano a questi soggetti, cui si strizzava l'occhio e si stringeva la mano, nei caldi periodi elettorali, in quanto procacciatori di consensi....Il punto è sempre quello e mentre aumenta l'alarme sociale, il degrado materiale ed umano fa sprofondare la città in un nuovo e buio medioevo, quando la gente si "ammasunava", al calare delle tenebre...il termine dialettale deriva,minfatti, dal francese "a la maison": sotto il dominio di Carlo V, i soldati giravano con le lanterne proprio in quei vicoli e strade, per imporre il coprifuoco e far rientrare tutti nelle case....a la maison.....

Lettera firmata

Violenza subita a Cosenza Vecchia

Caro direttore, ritorno su questo spazio per raccontare la mia di esperienza DI VIOLENZA SUBITA IN PRIMA PERSONA la notte di sabato a Cosenza Vecchio... ero tranquillo con la mia ragazza in macchina e percorrevo corso telesio tranquillamente a passo d'uomo per raggiungere il ristorante 13 canali, dopo aver superato il duomo mi trovo un gruppo di ragazzi davanti una sala giochi che si spingeva in modo scherzoso, procedo a passo lento ma uno di loro, viene spinto sulla mia macchina e inizia a prenderla a pugni, viene verso il mio sportello e lo apre, la mia ragazza in panico, io resto freddo e seduto lo guardo e mi minaccia dicendomi che lo avevo preso con la macchina, cosa falsa anche perchè è stato spinto volutamente sulla portiera, io con estrema calma, dopo aver capito con che genere di persone avevo a che fare, gli chiedo scusa ma non mi ero accorto di nulla e lui inizia a prendere a pugni la macchina, scendo e chiedo spiegazioni e vengo circondato da 5 o 6 soggetti poco raccomandabili, la mia ragazza piange e mi chiede di risalire in macchina, uno di loro mi spinge fino a farmi sedere sul sedile, cerco di stare calmo ma l oro aumentano, qualcuno mi minaccia di accoltellarmi, un altro mi dice di scende, chiudo lo sportello e vengo minacciato di aver chiuso la porta in faccia a loro, un altro soggetto cerca di afferrarmi in macchina io in panico per il numero di persone che mi aveva circondato il mezzo, individuo il più ragionevole che era meno ubriaco di tutti e gli dico cerca di darmi una mano... lui dice, vai via, dammi retta... scappa... metto la prima e tra pugni e calci vado via... arrivo ai 13 canali e ancora scosso, con la macchina nuova un po ammaccata, entro nel ristorante e il proprietario mi dice che sono sicuramente quelli della sala giochi che stanno terrorizzando il quartiere... sabato rovinato e mai più andrò al centro storico. Cario Direttore, per anni il centro storico sembrava bonificato da certi elementi, ma ora, non so cosa stia succedendo, se minimamanete avessi reagito sarebbe successo il finimondo... cosa dobbiamo fare, abbiamo paura a frequentare certi posti, siamo gent e per bene e non è questione di paura, sono persone che a tu per tu, correrebbero... ma in gruppo fanno paura perchè elementi che no hanno nulla da perdere... a differenza nostra. Chiediamo al sindaco di aiutarci, la città va a rotoli, bisogna intervenire, casi come il mio sono ormai frequenti e spesso finiscono ancora peggio, ricordo la coppia di persone anziane malmenata nel centro di corso mazzini mentre altri guardavano... BASTA. Posti di blocco, polizia di quartiere, se c'è bisogno di questo... che si faccia... a discapito della tranquillità ma così, non si può più andare avanti. Spero possa portare questa testimonianza dove merita. Grazie di cuore.

Lettera firmata

Cosenza non è piu' luogo per giovani onesti

Salve,
vi scrivo con molta amarezza, sono un giovane di 17 anni che purtroppo si è rassegnato a non uscire piu' per le vie cosentine di sabato sera, specialmente Piazza Duomo e Piazza 11 Settembre, per via dei numerosi atti di violenza gratuita che alcune gang di giovani teppisti provocano a ragazzi tranquilli, che vogliono solo divertirsi con i loro amici o con la propria ragazza.
Come me anche decine di altri ragazzi hanno deciso di spostarsi a Rende, dove la situazione non è delle migliori, ma almeno non siamo ai livelli del Duomo dove si viene aggrediti senza alcun motivo, o comunque si assistono a scene di vero vandalismo.
Spero di concludere al piu' presto i miei studi e cercare di fuggire, come hanno già fatto decine di miei amici, a città come Roma, per studiare all'Università e vivere con serenità la proprio vita privata, e poi non lamentatevi che i ragazzi se ne vanno da Cosenza, l'Università è sicuramente ottima qui, però non si vive di solo studio e quando si vuole uscire per la città si deve avere la massima serenità e sicurezza, e siccome sono sicuro che le cose non miglioreranno assolutamente ma andranno sempre piu' a peggiorare, visto che la mentalità è sbagliata, e Cosenza è malsana, preferisco andare via, in qualsiasi modo, e se io fossi un genitore, non farei mai crescere mio figlio in questa città che ormai è arrivata a livelli di micro-criminalità assurdi. Per ora posso solo evitare quei posti ed andare in locali tranquilli di Rende, che conosco e che spero non si riempiano di bulletti, quello che mi dispiace, è che altre decine e decine di ragazzi che non hanno la possibilità d
i spostarsi a Rende, per via dei genitori troppo restrittivi, o dei mezzi di trasporto, devono vivere in questa situazione vergognosa, e quello che voglio, è che i nostri politici si facciano un giro magari la sera verso le 23 al Duomo, e vedano con i propri occhi quello che succede: bottiglie tirate nella folla, schiaffi che volano, risse con decine di ragazzi, per poi non parlare dell'intolleranza che c'è per i ragazzi che magari sono "diversi" dai modelli del "cosentino tipico" e che vestono un po' larghi, o con i capelli lunghi, o che invece di ascoltare musica napoletana o house, ascoltano musica rock e metal, insomma non si è liberi nemmeno di vestirsi come si vuole, per non cadere nelle mani di questi teppisti che ti vedono diverso, è una vergogna.
Spero che la lettera venga pubblicata.

Michele – Cosenza

La violenza entra nella nostra vita

Ho letto l'articolo "La scuola che non c'è", immediatamente dopo aver visto le immagini degli atti di inaudito teppismo, vandalismo, violenza perpetrati impunemente (perchè sicuri di rimanere impuniti!!!)da parte di studenti contro oggetti, arredo, pareti di scuole e persino una pistola giocattolo puntata alla testa di un insegnante. Le immagini sono su Repubblica" on line. Ieri, durante una trasmissione televisiva, un insegnante diceva che la scuola non "produce" violenza, è la violenza che entra nella scuola, così come nella famiglia, nella vita, spesso in modo subdolo. Il branco si fa forte ed imperversa, scarica aggressività, spesso parossistica, sicuramente patologica, sulle cose. Ancora più grave, come dimostrano gli episodi balzati di recente al "disonore" della cronaca (nera), è quando violenza e sopraffazione si rivolgono agli elementi deboli, ai succubi per DNA, perchè non usi al ricorso alla violenza, per carattere, per cultura, educazione, temperamento. Sono coloro che sono dotati del dono della parola e della mente, che però non ne fanno un uso distorto, nel senso che anche la parola può ferire più di uno stiletto e le parole sono "pietre" (citazioni di cui chiedo venia), ma sono essenzialmente strumenti di dialogo, confronto civile, il mezzo più naturale per comunicare, per relazionarsi, per esprimere se stessi. Credo che i violenti siano coloro che sono regrediti, ormai in modo irreversibile, allo stato animale....che farci?! Zoo e gabbie? Un film in usci ipotizza un futuro del genere, con piccoli barlumi di speranza...

LC – Cosenza

La scuola che non c'è

Studenti dell' IPSIA di Paola, trovano il tempo per costruire un'arma micidiale. Gli studenti della 3° OM del Professionale per l'Industria e l'Artigianato di Paola hanno messo a punto e collaudato una micidiale arma, capace di sfuggire al meteor detection. L'arma si assembla con materiale povero, è sufficiente disporre di: un collo di bottiglia, un palloncino ed un pallino. L'arma è stata collaudata sugli arredi della scuola: armadi, finestre, porte, questa mattina presentavano i segni delle perforazioni dei pallettoni. La dirigenza capitanata dal prof. Aldo Mancuso informava immediatamente il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Paola per i rilievi ed individuare i responsabili. Circolano i primi nomi di alunni e la sezione è la 3° OM (Operatori Meccanici). Questi ragazzi meritano più attenzione, se hanno trovato il tempo ed il modo di costruire un'arma e distruggere l'arredo della scuola un motivo ci sarà. Qualcuno deve intervenire per ripristinare serenità e dare risposte ai molti lavoratori della conoscenza che ogni mattina fanno il proprio dovere a dispetto di molti che non fanno un c..

Paolo Apa
Docente Ipssct Paola

Teppismo a Cosenza

Cosa succede in città? Succede che nella nostra città il sabato sera i ragazzi non possano uscire se non in gruppo, altrimenti diventano preda di bande che solo per il piacere di vederli scappare impauriti, li aggrediscono prendendoli a pugni e calci. E' successo a mio figlio, succede a tanti ragazzi. Eppure, nonostante le tante segnalazioni, intere zone della città, come il centro storico, sono sotto il controllo totale e incontrastato di bande violente. La sensazione è che la città non sia governata, che le istituzioni siano assenti. Sono convinta che questa denuncia, come tante altre, cadrà nel vuoto ma non mi rassegno al silenzio. La sfiducia è infatti suffragata ad esempio, dalle tante denunce sui gravi problemi di Via De Rada: traffico caotico, sporcizia, proprietà private trasformate in discariche, erbacce, cani randagi, topi e via dicendo, e su cui si continua a non intervenire. A distanza di mesi, infatti, bisogna con dispiacere, constatare che un'Amministrazione che ha cancellato dalla sua agenda grandi eventi (Festival delle invasioni, stagione lirica, incontri con autori di fama nazionale) non è finora riuscita a risolvere i piccoli problemi che tanto incidono sulla qualità della vita e sulla fruibilità della città. Mi auguro che non si debba arrivare alla costituzione di Comitati di genitori, che il sabato sera impediscano che i propri figli siano fatti oggetto di aggressione e che muniti di ramazza puliscano e rendano vivibile il proprio quartiere.

F.R. Cosenza

Ore 13,00 Via de Rada “L’inferno”

Traffico paralizzato, polizia municipale inesistente, i camion da cantiere, carichi di terra senza le dovute protezioni o telonature, che lambiscono auto, padri, madri, nonni e bambini, i quali terrorizzati cercano scampo tra le auto parcheggiate in disordine. A quell’ora Via de Rada assume l’aspetto di un girone infernale, la scuola a quell’ora si svuota le strade diventano una sorta di incubo. Non siamo in periferia siamo in pieno centro, eppure sembra un posto dimenticato da tutti, cani randagi, residui di notti brave, bottiglie rotte, siringhe, batterie d’auto ed erbacce invadenti. Possibile che non possa essere regolamentato il traffico in concomitanza dell’uscita delle scuole? Possibile che nessuno regolamenta l’uso delle strade agli autocarri che imbrattano di fango tutto, che vanno, vengono e manovrano senza il minimo rispetto neanche della segnaletica? I palazzinari cosentini “Uber Alles”, era appena finito lo scempio ed il disagio per il palazzo in costruzione proprio davanti la scuola ed ecco aprirsi un altro cantiere, poco distante. Ma i danni sociali chi li paga? Strade dissestate, voragini aperte, fango che invade l’intero quartiere, rischi personali e di intere scolaresche. Invitiamo la Giunta comunale ed il comandante della polizia municipale a presenziare a questo orrendo spettacolo. E’ in atto in questo momento la raccolta di centinaia di firme per richiamare l’attenzione degli amministratori su questa parte della città.

Il costituendo comitato di cittadini di Via de Rada

Che fine ha fatto il supporto ai disabili nelle scuole?

Assistenti per l'autonomia e la comunicazione (assistenti ad personam - art. 42 e 44 DPR 616/77; art. 13 comma 3 Legge 104/92 - per alunni diversamente abili in situazione di gravità): sono queste le figure che dovrebbero essere assegnate alle scuole, a supporto degli alunni, per realizzare una reale integrazione. Dall'operazione "Equipe", leggo che ben 124 milioni di euro sono stati distratti o utilizzati per assumere "cuochi, autisti, addetti alle pulizie", chissà mai in base quale criterio: clientela? Amici? Parenti? Benefattori? Portatori/procacciatori di voti? la cosa grave non è tanto il danno erariale, quanto quello che è stato perpetrato nei confronti di soggetti deboli, a cui è stato negato un diritto fondamentale e la Legge 104 è LEGGE DI TUTELA DI UN DIRITTO sacrosanto.
Ricordo alcuni precedenti: persone assunte per la dispersione scolastica che hanno fatto capolino nelle scuole (specie quelle delle aree a rischio microcriminalità e del disagio economico-sociale), per poi sparire negli uffici...erano stati assunti per la "dispersione" e sono diventati dei "desaparecidos" loro stessi, almeno per le scuole!

Con la truffa alla 488 ad Amantea non c’entro niente

Sul vostro sito www.nuovacosenza.com sono apparsi, in data 4 gennaio 2006 due articoli rispettivamente titolati: "Scoperta ad Amantea dalla finanza una nuova truffa. Sequestrato un capannone deserto. Bloccati in tempo finanziamenti per 3,5 milioni di euro. Arrestate tre persone." e "Contributi per imprese fantasma. La GDF blocca in extremis ultima tranche si 3,5 mil."
Nel corpo degli articoli la mia persona è stata indicata non solo tra gli arrestati ma anche come facente parte di "una vera e propria associazione a delinquere dedita all'organizzazione di frodi ai danni dell'Erario.che si era specializzata nel settore delle truffe finalizzate a percepire indebitamente i contributi statali. nella quale ognuno rivestiva un compito specifico.il direttore della finanziaria sanmarinese, tramite operazioni finanziarie fittizie, doveva far risultare la presenza di capitali che in realtà erano solo cartolari e doveva poi far sparire, attraverso operazioni finanziarie con operatori finanziari della Repubblica di San Marino, i fondi percepiti".
Fin dall'inizio ho fermamente proclamato la mia innocenza e, in breve tempo, la Magistratura di Brescia ha potuto smantellare il castello di accuse costruito nei miei confronti dalla Procura di Paola, riconoscendo la mia assoluta estraneità a tutti i reati contestati. Già dal 14 febbraio 2006, comunque, il Tribunale del Riesame di Catanzaro, in accoglimento del mio ricorso, non solo mi ha rimesso in libertà ma ha, altresì, escluso la mia partecipazione a qualsiasi associazione per delinquere. Il processo, trasmesso nel marzo di quest'anno, alla Procura della Repubblica di Brescia, per incompetenza territoriale della Procura di Paola, è stato definito, nei miei confronti, con decreto di archiviazione emesso il 28 settembre 2006 dal Giudice delle Indagini Preliminari Dott. Pierazzi, che ha accolto in toto la richiesta di archiviazione formulata dal P.M. Dott. Reggiani.

Paolo Conti - Milano

A proposito della scuola islamica

Gentile Direttore,
senza alcun dubbio, la scuola islamica di Milano avrebbe dovuto, prima di aprire, munirsi delle necessarie autorizzazione. Sono un'addetta ai lavori (per così dire) e so bene che si richiede al Dirigente Scolastici competente per territorio un'autorizzazione, fornendo tutta la documentazione, inclusa quella del nullaosta del Comune, planimetrie, certificati d'igienicità, ecc. Ma il punto non è questo: oggi l'hanno chiusa perchè non in regola con la normativa antincendio. Se questo è il motivo, quasi tutte le scuole italine, Statali, autorizzate, parificate andrebbero chiuse, eppure continuano a funzionare regolarmente. Un solerte magistrato, emanò qualche tempo fa il dispositivo di chiusura di alcune scuole, in provincia di Reggio Calabria, e poi fu costretto a farle riaprire: dove trovare i locali idonei, gli edifici in regola per garantire il diritto all'istruzione?! Non ce ne sono o sono poche. Gli Enti locali competenti a fornire gli edifici (Comune per Scuole del I° ciclo d'istruzione, infanzia, primarie e secondarie di I grado, Province per lesecondarie di II grado) hanno ottenuto l'ennesima proroga per la messa a norma della Legge 626, che comprende l'approvazione del progetto da parte dei Vigili del Fuoco, quindi per l'antincendio. Allora è solo un escamotage, anche ingenuo, la decisione di chiudere la scuola islamica. Resta aperto il dibattito sull'integrazione tra culture, mondi, religioni, PERSONE, ma ci sono moltissime scuole cattoliche che funzionano e che tolgono il nullaosta all'insegnamento a docenti dovorziati, ad esempio. So di un'insegnante cui è stato revocato il nullaosta (mi riferisco ai docenti di religione cattolica, che senza non possono insegnare!), perchè non aveva iscritto la figlia ad una scuola cattolica, dichiarando di essere laica. Ma laica non significa "libera"?!
Credo non ci sia al mondo una parola con un significato più nobile, profondo, di valore universale. Io sono laica e proprio per questo rispetto tutte le religioni e, naturalmente, la legge italiana: la scuola islamica deve funzionare secondo regole, programmi, norme, ma i genitori dei bimbi hanno libertà di scelta, nell'ambito di regole, programmi, norme. Certo mi preoccupa la chiusura mentale, il volersi rinchiudere in un recinto, da cui escludere gli "altri". Questo discorso vale per tutti, senza "noi" e "loro". Mi fa paura l'integralismo, in cui possiamo cadere tutti, magari dinanzi all'immagine delle "torri" che crollano, le donne in bourka, le esecuzioni pubbliche, l'idea che uno stato, anche lontanissimo, sia "teocratico", quanto più lontano dal concetto di democrazia.

Loredana - Cosenza

Calcio a Cosenza: Dov'è la verità

Dov’è la verità ? Ho letto tre o quattro volte la lettera inviata da Sergio Crocco a Valter Leone per cercare di capire cosa sia successo veramente in quest’ultima estate. Purtroppo non ho molti mezzi per conoscere la verità, se non quello di usare la mia testa per leggere tra le righe, per ascoltare i silenzi, per dubitare delle evidenze. Ho da poco compiuto 44 anni e mio padre mi portava al S. Vito da quando ne avevo 5, anche se il primo campionato che ricordo, guarda caso, è quello di serie D, annata calcistica ’74-’75, quella dei Codognato, Canetti, Pantani e Villa, il campionato dei record, 17 vittorie in casa su 17 partite, miglior attacco e miglior difesa, ma anche tanti scioperi dei calciatori per ottenere le spettanze dovute, le collette dei tifosi, allora era ancora possibile con pochi spiccioli ridare serenità ai calciatori, oggi c’è invece chi pretende, solo perché si è in serie D, di poter sostenere il Cosenza con lo stipendio di impiegato statale o con gli introiti di una pizzeri a, i famosi “dirigenti tifosi”, quanta presunzione e pressappochismo.
Non sanno che dopo l’avvento del DL. 485 del 96 e di Berlusconi il calcio non si gestisce con la liquidità ma con la capacità di gestire debiti, fiducia sul mercato finanziario e vorticosi affari. Gli stessi “dirigenti tifosi” che prima pretendono una squadra “ammazzacampionato” e poi per coprire l’inadeguatezza di una loro utopistica proposta di presidenza del Cosenza, accusano Intrieri di pagare troppo i calciatori e che sarebbe meglio partire dall’eccellenza. Quanta voglia di protagonismo, quanto egocentrismo, quanta cattiveria in queste “parole, opere e omissioni”. Ho visto da allora circa 32 campionati dalla D, appunto, alla B, sfiorato la A con il palo di Lombardo, la pugnalata di Maini, l’autogol di Marino, le liti Pagliuso – Lorè, ho cercato di trovare la via maestra, ma capendo che alcune cose erano più grandi di me, altri come il mio mentore, il prof. Osvaldo Pieroni, che ha fatto la guerra in Africa, ha abbandonato la lotta perché minacciato, giornalisti come Milicchio e Carchidi hanno pagato in malo modo il loro affetto per il Cosenza.
Ma ancora qualcuno in questa città si meraviglia che possano accadere fatti così deprecabili, una città al dissesto finanziario, dove emarginazione e povertà imperano, dove dilaga la criminalità strisciante, dove comanda la massoneria di bassa lega, dove manca l’acqua da sempre, dove crollano gli stadi e le strade, “dove non sono aperti i bar di domenica” !!!
L’unica città dove lo sport non è importante, in una decina di anni abbiamo perso la B di calcio, la B di basket e pallavolo, dove per concedere un contributo alla Pallanuoto Cosenza da parte degli enti locali è dovuto intervenire il presidente della FIN, umiliandoci con il suo accorato appello, senza il quale la società, dopo anni di sacrifici, non si sarebbe potuta iscrivere all’agognato campionato di A1, ecc, ecc, ecc, per stupirsi di queste cose si deve essere cretini o collusi.
Una storia quella del Cosenza calcio, a ben vedere, con un “encefalogramma” piatto, con qualche picco in alto e in basso, ma fatta soprattutto di difficoltà finanziarie, basta leggere i libri di Vincenzo d’Atri o Federico Bria per vedere che non è passato anno in cui non si è dovuti ricorrere a stratagemmi per ripianare dai debiti le casse sociali. Se un difetto hanno i tifosi è quello della memoria corta, basta sbagliare un gol ed immediatamente le glorie diventano brocchi, allo stesso modo oggi dimenticano che non c’è stato Presidente che non sia stato contestato. Tra questi, addirittura, l’avvocato Caratelli, costretto a dimettersi perché dopo cinque giornate e prima del derby con la Reggina il Cosenza aveva solo un punto in classifica, per passare a chi ha portato al dissesto finanziario la società, così fu nel 94-95 quando al posto del Cosenza, nei calendari, comparve una fatidica e infamante X, spuntata fuori dal cilindro di una gestione irresponsabile e
fallimentare c on punte di truffa (denuncia della Figc contro il Cosenza per le false ricevute Irpef) dell’allora Presidente Lamacchia, gestione ereditata dalla proprietà precedente di Serra e co. e tamponata da quella futura di Pagliuso, “è morto il Re, viva il Re”.
Pagliuso, l’ultimo Presidente del Cosenza calcio 1914, il suo “regno” è durato 8 campionati, tra una mancata promozione in A e una retrocessione in C, tra decine di contestazioni e tentativi di ripianare i debiti, arrivati pare a 50 mld di lire, con un condono mai più sfruttato. Un rapporto di odio-amore con questo focoso Presidente accusato di crimini inauditi da una magistratura e assolto da un’altra, ma soprattutto condannato da una metà dei tifosi rossoblu. Sta di fatto che tra contestazioni, debiti, presunte minacce e truffe ecc. si arriva al fallimento del Cosenza calcio 1914, si susseguiranno decine di Presidenti tutti con il peccato originale “non sanno vincere” e con un denominatore comune, l’insoddisfazione dei tifosi. L’ultimo è Intrieri, oggetto delle mie perplessità, non tanto l’uomo, ma il rapporto instaurato con la parte “nobile” del tifo cosentino, quella parte che in questi giorni, dopo il ritorno di Pagliuso, qualcuno ha già esautorato affermando che “il tifo cosentino è stato sempre e solo quello della tribuna B”. Intrieri, è stato l’unico Presidente del Cosenza inneggiato dagli ultrà, l’unico Presidente invitato a cantare sotto la Bergamini, sembrava uno di loro. Logorroico con i suoi tifosi forse perché qualcuno si lamentava di non avere avuto contatti con le proprietà precedenti, sicuramente egocentrico, ma anche lui con il peccato originale. E si sa quando le cose vanno male si aprono facilmente battaglie tra fratelli. Piuttosto che rinsaldare le fila contro il nemico comune, si cercano le ragioni della sconfitta al proprio interno e ci si combatte l’un l’altro.
Metà tifo dalla sua parte, l’altra metà acerrimanente contro, ma più che combattere Intrieri è sembrato combattessero l’altro modo di vivere il tifo, uno scontro generazionale tra chi è legato a fantasmi del passato e chi vive il futuro come un sogno, i colori delle curve contrapposti al grigiore delle tribune, uno scontro virtuale tra sudditanza e partecipazione , tra compromesso e trasparenza, tra doppiezza e lealtà. Un Presidente cha ha separato il modo di fare giornalismo in città, da una parte giornalisti e opinionisti scrupolosi come non mai, forse se avessero avuto il coraggio di farlo prima avremmo evitato i disastri in cui siamo incappati, tanto decisi a trovare delle magagne fino ad arrivare ad inventarsele, tanto avvelenati che è veramente difficile pensare che lo facciano per salvaguardare gli interessi della squadra della città, ma piuttosto per colmare adolescenziali carenze affettive o calmare bollori da zitella inacidita. Altri cosiddetti bacchettatori, pronti sempre a salire sul carro del vincitore, a ingigantire i propri meriti e occultare le proprie topiche, altri che si nascondono dietro una prolissità incantatrice e incosciente teatralità tanto da rimanere essi stessi vittime della loro confusione mentale e costretti ad appigli vetrosi.
In base a questa “linea editoriale” molti allenatori a Cosenza sono stati sbeffeggiati sol perché rei di essere lontani anni luce sia professionalmente che intellettualmente da alcuni professionisti della penna locali, cosi Scoglio (u prufissuori), Mondonico (u mbriacuni), De Biasi. C’è chi ha avuto il coraggio di criticare Zaccheroni e Mutti e oggi Zunico, reo di essersi immolato alla causa del Cosenza, senza di lui la squadra avrebbe già dei punti di penalizzazione, ma qualcuno qui lo addita come vile traditore di non si sa quali valori morali, forse di quelli che muovono i loro biechi interessi, la panchina e la poltrona su cui avrebbero voluto sedersi. Dall’altra parte giornalisti che registrano gli accadimenti, informano, rendono conto alla città senza mai inviperirsi, voglio fare un nome su tutti, Franco Rosito, da lui sempre le giuste critiche, cosiddette costruttive, mai offensivo, ma intelligente indagatore, riflessivo commentatore, rispettoso ma pungente, ce ne fossero. In questo quadro dantesco appare tutto chiaro !!!, Intrieri è l’ennesimo Presidente che ha fallito a Cosenza, molti dicono per sua incapacità, altri per sua volontà, perché non aveva più le capacità economico-finanziarie per sostenere campionati di vertice, quali quelli che spettano di diritto ad un Cosenza in quinta serie. Io invece penso che tutto si può imputare ad Intrieri tranne di non saper fare un piano d’impresa (tradotto per alcuni, far di conto), mi sembra strano che abbia fatto notevoli investimenti per poi accorgersi d’un tratto di non avere più i soldi per sostenerli.
La storia sta per ripetersi, ma i soliti noti dimenticano sempre, siamo di nuovo alle porte di un ennesimo cambio societario, non si conosce nemmeno il nome e chissà perché tutti credono che il prossimo Presidente riuscirà a soddisfare le aspettative dei tifosi. Si dice, “sarà certo meglio di Intrieri”, e cosa ci da questa certezza ? e se arrivasse qualcuno che ha già barattato la vendita dei migliori giocatori ? ah poveri noi. Avvertiamo comunque i nuovi proprietari che se vogliono avere successo in questa città dovranno distribuire ciucciotti in larga quantità presso alcune redazioni giornalistiche, inserire in società famosi opinionisti manager che potrebbero organizzare al meglio la loro società e avvocati che conoscono sempre in precedenza come finiscono i processi e i campionati del mondo di calcio, qua e la qualche dirigente tifoso, scegliersi allenatori e direttori esclusivamente di area tecnica, spartirsi la torta con qualche boss della zona, procurarsi bavagli e cerotti in occasione di interviste televisive o radiofoniche, avere in cassa una decina di milioni di € per soddisfare la fame della piazza, perché Cosenza è una città che non crede negli abbonamenti e nelle sponsorizzazioni, che troveranno solo se pubblicizzeranno la propria azienda, “oliare” bene Pughellini se vorranno avere arbitraggi attenti e chissà, con qualche accorato appello dello stesso, avere anche qualche “soldino” dagli enti “caserecci”, e forse avremo finito di rincorrere Presidenti vincenti.
Pronti via, si riparte, “è morto il Re, viva il Re”.

Davide Franceschiello

PS:Vorrei ringraziarla per lo spazio concessomi in altre occasioni sul suo giornale, è importante avere la possibilità di dire la propria, specie per chi era abituato, come me, ad esporla, pubblicamente, in prima persona. La ringrazio anche perchè dimostra di non nascondersi dietro censure che arresterebbero il processo di divulgazione democratica dei fatti in questa città. A volte non sono tenero con alcuni giornalisti, ma viva Dio, credo che anche voi sbagliate e sia giusto potervi criticare non scadendo in offese personali e comunque assumendosi in prima persona la responsabilità di quanto viene detto.

Tristezza autunnale, anzi....perenne!

Gentile Direttore,
percorrendo il marciapiedi nei pressi della mia abitazione, riflettevo sulla lettera di Luigi: città triste, città insultata, trascurata, sporca. Delle tubature di servizi non meglio identificati fuoriuscivano dalla pavimentazione, accanto a buche lasciate aperte da anni ed anni, alberi non potati, tristemente deformi (a proposito di tristezza), letti di foglie secche che con la pioggia diventeranno uno strato scivoloso. Credo di avere visto pochissime volte nella Piazza (Caduti di Via D'Amelio) spazzini/operatori ecologici o vigili/polizia urbana. Provocatoriamente mi verrebbe di scrivere agli amministratori che, essendo dirimpettai di Rende/Roges/Parco Robinson, ci converrebbe chiedere "asilo politico" alla città limitrofa...visto che sembra non facciamo parte di Cosenza (abbandono totale: buche che sarebbe riduttivo definire "voragini", alberi, mancanza di controllo, di cura, una strada inaugurata in pompa magna che ha ceduto miseramente in pochi giorni...non è che era la stessa ditta che ha operato così bene sul Viale Mancini ex Parco ad averla realizzata?). Forse siamo una zona franca e non lo sapevamo....però se siamo "zona di confine" non riconosciuta da alcuna municipalità...come mai dobbiamo pagare ICI e quant'altro?! Dubbio amletico: "Siamo o non siamo in territorio di Cosenza? Siamo o non siamo in territorio grigio?!". Ultima considerazione amarissima (che non fa benissimo): è una questione culturale...oppure l'interesse di chi ci amministra è tutto rivolto alla cementificazione selvaggia che ricorda il film di Rosi "Mani sulla città"...cavolo?! Sono passati decenni, addirittura un secolo (più o meno, almeno culturalmente parlando) ed ancora "i sordi fannu vena a luc'i l'uacchi e ra vista ari cicati"...che però ci vedono benissimo....pecunia non olet...anzi, profuma di potere!

Lettera firmata - Cosenza

Cosenza, città triste...

Caro direttore, scrivo perchè vi reputo un megafono sulla mia cara città... sono appena rientrato dal solito giro scaccia pensieri fatto nelle viscere di Cosenza e ho notato di quanto sia diventata triste la mia città... sembrano secoli i tempi d'oro di qualche hanno fa quanto si gridava al miracolo del sud... strade piene di buche, locali chiusi, lavori incompiuti, poche attrazioni, poco lavoro, criminalità in aumento sopratutto in periferia, monumenti lasciati a se stessi... manifesti fatti in casa di gente che chiede aiuto per l'acqua... manifesti fatti dall'opposta fazione che evidenzia lo stato depressivo che sta attraversando Cosenza... la gente che cammina a testa bassa... nessuna iniziativa comunale per invasioni o altri eventi... caro direttore... le parole spostano le montagne... i fatti dimostrano di che pasta è fatta certa gente che magari si consola ingrossando il conto in banca ma alla fine, dite a questi signori... che di loro non si ricorderà nessuno... ma a certa povera gente... questo "in vita" non gli interessa, però mi piace immaginare un loro ripensamento nell'aldilà... dove si sentiranno esseri comuni, senza il loro macchinone, senza la loro mega villa e sopratutto senza che nessuno si ricordi di loro... vergognatevi... parolieri con il naso lungo... speriamo che arrivi un grande uomo che sotterri la vostra vita veniale che vi ha dato la possibilità di restare nella storia... ma non ne siete ne degni.. ne capaci...

Con affetto verso la mia città
Luigi - Cosenza

Aviosuperficie di Scalea

In merito all'aviosuperficie di Scalea, mi piacerebbe comprendere se questa sia al momento utilizzata e se, perlomeno, in prospettiva si preveda di poterla utilizzare, magari per voli charter e non solo per i chessna di qualche riccone. In caso contrario, visto che i fondi per la costruzione sono stati anche versati dagli enti pubblici, apparirebbe quanto meno strano il poter sostenere che i ritorni dell'investimento saranno cospicui per il territorio se solo in pochi potranno arrivare con l'aereo atterrando a Scalea...
Dell'aviosuperficie peraltro si fa appena cenno sul Piano provinciale dei Trasporti: mica male per un'infrastruttura di cui si parla da 20 anni...
Grazie mille,

Lettera firmata –Torino

Egregio Lettore, giriamo la sua richiesta nelle lettere al Direttore, sicuri che chi di competenza saprà rispondere.

Totale insoddisfazione dei pazienti dell’AO di Cosenza

Gentile Direttore,
in un servizio trasmesso ieri dal TGRegione, il Direttore dell'Azianda Ospedaliera di Cosenza comunicava che saranno distribuiti a 2000 utenti (pazienti o clienti, nella traduzione dall'Inglese, ma davvero ci vuole PAZIENZA!) dei questionari per misurare il grado di soddisfazione, riguardo al personale, servizi e quant'altro, di coloro che hanno fruito delle cure e prestazioni nel nosocomio cittadino(purtroppo e per loro sfortuna). Immediatamente dopo, il TG1 ha mandato un servizio analogo, ma, essendo "NAZIONALE", ha riferito di dati già acquisiti, poichè l'indagine era stata fatta sistematicamente e ripetuta per più anni.....come dire, noi arriviamo sempre in clamoroso ritardo. Se dovessi rispondere al questionario, mi dovrei allineare ai dati nazionali: al Sud la situazione è drammatica, personale, servizi, liste d'attesa che sarebbe eufemistico definire da terzo mondo. Per esperienza personale, darei uno "0", quindi, insoddisfazione totale.

L.C. – Cosenza

A Dipignano non c’è la linea ADSL

è una vergogna che a 4 km da Cosenza, precisamente a Laurignano (frazione di Dipignano) non arriva l'adsl. La linea , a molte zone lontano da Cosenza e’ arrivata. Secondo me lo fanno apposta per fare pagare bollette salate! Sono 5 anni che dicono che a giugno arriva…. ma di quale anno?

Lettera firmata - Dipignano

Trasferimenti interprovinciali insegnanti di ruolo

In Calabria - come in tutta Italia - i concorsi della pubblica istruzione avvengono regionalmente. In Calabria per il concorso a 47 posti (matematica ) sono stati immessi in ruolo 120 docenti sparsi in tutte le province. Dopo cinque anni, trasferimenti? ...solo uno.
Avviene così che i trasferimenti, secondo una norma non nota, possono avvenire solo se il posto e' libero sin dall'anno precedente. Neanche come in Trenitalia dove un passeggero scende a Napoli e a Napoli il posto e' libero per un altro viaggiatore. Nella pubblica istruzione non c'e domanda e offerta on-line. Il ministero non avrebbe il software adatto. E cosi'.come si puo' suggerire al ministro che se ne avvantaggerebbe oltre che la scuola anche le tasche di spesa del ministero e dei docenti.

Franco Lonetti - Rende

Intitolare una strada a Peppino Mazzotta

Si approssima l'anniversario della morte dell'Avv. Peppino Mazzotta ed ancora nessuna strada di Cosenza ricorda il suo nome né il suo titolo ed il prestigio che egli ha saputo rendere a quel titolo. In una città dove ormai tanti Avvocati si danno alla politica Peppino Mazzotta ha saputo dare tanto alla politica. In una città dove la politica ha troppo bisogno di Avvocati Peppino Mazzotta ha saputo essere un Avvocato facendo politica. Crediamo che un concittadino come Peppino Mazzota - unanimemente compianto per l'esempio, lo stile ed i valori che hanno distinto la sua vita e la sua attività professionale - abbia pieno titolo, se non quasi il diritto, a vedere intitolata a suo nome una strada od una piazza nei pressi del Tribunale di Cosenza continuando, anche nel ricordo toponomastico, la migliore tradizione del Foro cosentino. L'Associazione Sinistra Urbana di Cosenza, interpretando le sollecitazioni di tanti cittadini che hanno conosciuto ed apprezzato Giuseppe Mazzotta, chiede che il Consiglio Comunale, nel ricordare debitamente l'anniversario, voglia adoperarsi in tal senso certa che non mancherà l'attenzione e la sensibilità su tale richiesta.

Associazione Sinistra Urbana – Cosenza

In pensione i semafori di Piazza Cappello?

Gentile Direttore,
GRAZIE!
Qualche giorno fa Le scrissi segnalandoLe il problema dei semafori spenti e vigili assenti all'incrocio della sopraelevata, miracolo! Questa mattina due baldi vigili dirigevano il traffico proprio lì all'incrocio. Speriamo solo non sia stata una breve comparsa e che restino almeno fino al ripristino dei semafori. Non voglio approfittare di Lei ma visto che funziona chissà se il miracolo avviene pure per l'incrocio non meno caotico di P.zza Cappello (non funzionante da una vita.....)
Saluti e grazie ancora

S.C. - Cosenza

Cosenza Calcio: O si vince,o si muore.

È voce fondata che se alla 5a giornata di campionato il Cosenza non sarà primo in classifica ci sarà un'invasione di campo. L'intento è stato manifestato anche durante lo scorso incontro tra il Sindaco Perugini ed il Presidente Intrieri al cinema Italia e ribadito durante le ultime prestazioni della squadra. Intanto vorrei chiedere a coloro che hanno questo proposito che diritto hanno di negare tante giornate di sport a quanti non la pensano come loro, non sarebbe più democratico non recarsi più allo stadio? Si esprimerebbe un dissenso più condivisibile e civile e quantificando il malumore, in caso di clamorosa astensione, ottenere gli stessi risultati, dato che una squadra senza tifosi non ha motivo di esistere sul proscenio del calcio. Ma poi siamo sicuri che continuare a mantenere questo clima di tensione sui giocatori possa portare a risultati soddisfacenti per la tifoseria ? Semmai è vero che i migliori risultati sportivi si ottengono in ambienti sereni, dove tutto è programmato, dove società, istituzioni, tifosi e giornalisti remano nella stessa direzione, laddove invece regna nervosismo e pressappochismo, smania di risultati, si rimane in fondo al baratro. Forse qualcuno ha dimenticato come furono fatali, per l'esito del campionato scorso, i punti persi a tavolino per l'invasione di Eboli. Mettiamo da parte frustrazioni personali, incomprensioni e malumori e cerchiamo di vivere il calcio per quello che è, una festa, un incontro tra amici, le rivincite personali e i riscatti sociali arriveranno da soli con il tempo. Tra l'altro sarebbe inutile aspettare la fatidica 5^ giornata, perché visto il calendario che la Lega dilettanti ci ha assegnato (per chi non lo conoscesse, il Cosenza incontrerà proprio nelle prime cinque giornate le due squadre favorite, Neapolis e Siracusa, l'outsider Adrano, e avrà il derby a Castrovillari) i "lupi" difficilmente saranno in testa alla classifica in questa 1a fase del torneo. Purtroppo i nemici del Cosenza sono altrove, mentre in città continuiamo a farci male da soli. I nemici sono quelli che hanno creato un calendario ad arte per favorire, come in passato il Sorrento, il Siracusa. Non si è mai visto che una squadra testa di serie (il Cosenza nel campionato precedente è arrivato terzo, prima del Siracusa, battuto anche ai play-off) possa aprire il campionato con due scontri diretti nelle prime tre giornate e per giunta fuori casa.
Cominciamo a lottare uniti contro chi ci vuole seppellire in serie D e agli ultras dico,:"per favore non cantate più il motivetto "si nun saglimu vi minamu", anche la scaramanzia ha una sua valenza nel mondo del calcio".

Davide Franceschiello.

Semafori spenti

Percorrendo tutte le mattine il lungo tratto della sopralelevata ho notato che da diverso tempo i semafori dell'incrocio principale, della strada proveniente dalla 19bis, delle due strade a dx che portano a Via Pasquale Rossi e Piazza Europa, sono non funzionanti da diverso tempo. I vigili urbani assenti il caos delle auto all'incrocio è incontrollabile, auto che sbucano a velocità sostenuta da tutte le parti , è possibile ripristinare la funzionalità dei semafori visto che ci sono, prima che.........?

Grazie e saluti

S. C. - Cosenza

Dal Canada preoccupati per Cosenza senz’acqua

Egregio Direttore.
E` la seconda volta che mi permetto di scrivere, la prima volta circa l'atletica leggera a Cosenza. Sono stato in Italia questo anno per le vacanze estive, Luglio e Agosto, e sono stato A Cosenza per tutta la durata di Agosto. Mi vergogno di dire che sono un " Cosentino ". Con Mia moglie, a turno, ci alzavamo alle 6:00 per raccogliere un po` di acqua per poterla poi usare durante la giornata. La mia casa in Via Telesio e al terzo piano e devo dire che si facevano i salti mortali per avere un po` di acqua, la pressione non era sufficiente e spesso volte si chiedeva agli abitanti del primo e secondo piano di chiudere i loro rubinetti per farsi` che la pressione aumentasse un pochino. Siamo al 2006 e ancora la situazione penosa dell'acqua a Cosenza non si e` risolta. Quanto tempo bisogna ancora aspettare perche` Cosenza si possa mettere alla pari delle altre citta` d'Italia. Ho lasciato Cosenza il 2 Settembre con nostalgia; Mia sorella che abita a Cosenza mi dice adesso che C
osenza e` addirittura senza acqua da tre giorni e quando arriva e` per mezza ora. E parliamo del Terzo Mondo. A proposito, mia sorella mi accennava ad un fatto veramente curioso. Lo scorso Sabato a Piazza Loreto durante una manifestazione musicale si chiedevano offerte per costruire un "pozzo", ha letto bene un " pozzo" in Africa. Cose che succedono solo in Italia. Un altro motivo di questa lettera e` la presenza delle zanzare, anche di quelle del tipo " tigre ". Mia moglie e` dovuta ricorrere al dottore. Come mai non si e` disinfettato Cosenza? forse la spesa della disinttazione delle zanzare era superioe a quella dei topi che circolano liberamente a tutte le ore della giornata incluso la " zona pedonale ' di Corso Mazzini?
Come si puo` dare colpa ai " vacanzieri " se Cosenza non offre nulla? Cosentini svegliatevi, scrivete a tutti i giornali nazionali e denunciate queste carenze, ricordatevi i nomi dei politici che oggi governano e alla prossima elezione non votateli!
Spero Egregio Direttore che questa mia lamentela verra` pubblicata e che altre si aggiungeranno alla mia in modo che Cosenza possa ritornare quella di una volta: con tanta, tantissima acqua e meno zanzare.

Enrico Toscano
Toronto, Ontario Canada.

Cosenza senz'acqua??

......lo avevo detto tempo fa...invece dell'ospedale nuovo!!!! Il nuovo sindaco pensi a risolvere questo problema...invece di dare aria alla bocca per nulla!!!!!

Piero, cosentino a Modena.

La 488 ed il Difensore Civico.

Di certo l'estate calabrese non ha fatto mancare spunti sui quali confrontarsi in nome della tutela dei diritti dei cittadini e utenti. Se da un lato ricordiamo la brutta pagina della controriforma in tema di pubblicazione sul BUR Calabria degli atti amministrativi della Giunta Regionale e del suo Presidente, dall'altro abbiamo udito forte il "tintinnare di manette" in materia di legge 488, che ha risvegliato l'attenzione sul connubio perverso che da anni si è instaurato tra imprenditori nel ruolo di predatori, politici quali garanti del buon esito degli "affari", professionisti quali architetti del raggiro e la criminalità organizzata che sovrintende e non disdegna di arraffare la propria buona fetta. A ciò si aggiungano le ormai ricorrenti polemiche sul destino dell'ex Jolly Hotel, il cui abbattimento è da tempo il manifesto di amministratori comunali a corto di idee sul destino cittadino, ma lesti a montare la trita pantomima al solo scopo di distrarre i cosentini dagli annosi problemi che hanno puntualmente ritrovato al rientro dalle ferie: il traffico al collasso, il centro storico già collassato, l'acqua che scarseggia come sempre, i rifiuti che fanno bella mostra di se e che, in attesa di essere asportati, colgono l'occasione per diffondere il loro caratteristico olezzo nauseabondo. E l'elenco può essere arricchito a piacimento da quanti ancora amano la propria città! Di fronte a tanto disprezzo dell'intelligenza e dell'infinita pazienza dei cittadini calabresi e cosentini, non possiamo esimerci dall'opera di denunzia, ma ancor più di proposta. Nel corso della campagna elettorale cosentina Assoutenti Onlus ha proposto a tutti i candidati a Sindaco un programma basato sui principi di semplificazione e trasparenza dell'azione amministrativa, e di partecipazione e informazione dei cittadini implicati nella richiesta dei servizi pubblici. Tra l'altro è stata proposta anche l'attuazione dello Statuto comunale con l'elezione del Difensore Civico, la cui utilità è confermata dall'esperienza nei paesi anglosassoni - dove vanta, ormai, una presenza ultradecennale - e nelle regioni italiane in cui è stato istituito ormai da tempo. Infatti, i dati confermano che il Difensore Civico rappresenta un riferimento sempre più richiesto dai cittadini, quale strumento di mediazione tra la cieca burocrazia e le esigenze della collettività, riuscendo spesso a stroncare i conflitti sul nascere tra cittadino e Pubblica Amministrazione, risolvendoli in tempi brevi. L'elezione del Difensore Civico, in ultima analisi, oltre a costituire un atto dovuto da parte del Sindaco entro sei mesi dal suo insediamento, comporterebbe l'allargamento degli strumenti di partecipazione e di tutela nei confronti dell'amministrazione comunale, rappresentando un forte segnale di svolta nei rapporti con essa, volto a porre al centro dell'agire pubblico l'utenza e cancellando quella sensazione avvertita dai più di trovarsi nello scomodo ruolo di sudditi e non di cittadini.

avv. Pietro Romano
Presidente dell'ASSOUTENTI – ONLUS
Delegazione Provinciale di Cosenza

Cosenza e i suoi potenti... valgono meno di zero.

Come accettare ciò che ha subito il Cosenza calcio in silenzio. Come continuare ad essere umiliati ogni giorno da articoli sportivi che fanno ridere e sopratutto degni di un torneo di azione cattolica. E' palese che noi, abbiamo subito un torto... anche uno stupido capirebbe ma forse, siamo meno svegli di uno stupido e sicuramente abbiamo un esercito cosentino di potenti che badano solo ad altro, sopratutto se quest altro può dare molto... allego ciò che ancora oggi sta succedendo verso l'uomo che ci ha truffato (vedi art.) per far notare che non è ancora tardi... ancora si può far giustizia, anche se sono rassegnato... la speranza è l'ultima a morire.
<<Genova. L'ex presidente della Federcalcio Carraro e il dirigente Francesco Ghirelli (che compare in molte intercettazioni a colloquio con Luciano Moggi) sono stati indagati dalla procura di Genova. L'ipotesi avanzata nell'esposto, acquisito tra l'altro anche dalla procura di Napoli, è che Carraro e Ghirelli si siano resi responsabili di una falsa attestazione nel comunicato ufficiale della Federcalcio sulla sentenza della Caf che nell'agosto 2005 confermò la retrocessione del Genoa in C1.>>

Un soldato cosentino

Autovelox: minchia, signor Comandante!

Chi non ricorda la canzone di Giorgio Faletti: Signor Tenente, "correva" l'anno 1994.
"Ed al chilometro 41 presso la casa cantoniera
Nascosto bene la nostra auto c'asse vedesse che non c'era
E abbiam montato l'autovelox e fatto multe senza pietà
A chi passava sopra i 50 fossero pure i 50 di età
Minchia signor tenente faceva un caldo che se bruciava
La provinciale sembrava un forno"
Comune di San Lucido, Polizia Municipale. Il giorno 17.07.06 alle ore 11:54 in S.S. 107 altezza Km 7 + 600 direzione Paola ( è il punto dove la SS 107 diventa a due corsie ) il conducente del veicolo (il sottoscritto) circolava alla velocità di Km/h 61,00, superando di Km/h 1.00 la velocità massima consentita nel tratto di strada percorso ( limite di velocità Km/h 60). Minchia Signor Comandante!
La foto immortala: guidatore con cinture di sicurezza allacciate, sul lato destro nessuno e due bimbi sul sedile posteriore con cinture allacciate! Minchia!
Non farò ricorso davanti al Prefetto di Cosenza o il Giudice di Pace di Paola, porterò 4290 monetine da un centesimo al servizio tesoreria del comune di San Lucido, invito tutti i taglieggiati che hanno superato il limite di un Km/h a fare la stessa cosa.

Paolo Apa, Cosenza

Grazie per quello che fate

Egregio Direttore,
io non conosco la storia editoriale del giornale da Lei diretto, ma certamente posso trasmetterLe con forza, quanto mi abbia fatto piacere trovarlo sul web!
E' vero ci sono altri modi per raggiungere l'informazione della nostra provincia, a volte a pagamento, il che, Vuoi o non vuoi, scoraggia tanti.
Invece grazie a Dio, (e a Lei)una volta incontrato nel web, il suo giornale viene volentieri, molto volentieri sfogliato.
Sono un paolano che vive a Roseto C.S, in questo momento impegnato nella missione di pace delle Nazioni Unite in Kosovo, quindi compredera' benissimo quanto possa farmi piacere leggere le notizie della mia provincia. Ahi me' pero'!!!
E che pensava, che tutto filasse liscio.........?
Due osservazioni:
1) Poco su Paola, la mia Citta' di origine!
2) Nulla su Roseto Capo Spulico, (CS) la mia Citta' di adozione!
Preciso: " non ho controllato tutto il (GRAN) materiale presente nel sito", ma certamente sono certo che deliziera' i tanti miei concittadini (sia di origine che di adozione) concedendo piu' spazio a entrambe le realta' urbane di cui sopra.
Quindi la lascio ai Suoi certamente numerosi impegni convinto che quanto prima pensera' a me!
BUON LAVORO

Antonio Marino

Caro Antonio, fa sempre piacere ricevere lettere come le tue, ma soprattutto fa piacere conoscere uno dei tantissimi lettori che grazie al nostro giornale si tengono aggiornati sui fatti della nostra provincia e della nostra regione. Poi sapere che uno dei nostri connazionali è impegnato in una missione di pace portando con se la bandiera della Calabria è una doppia soddisfazione. Sia ben chiaro, noi non adoriamo affatto la guerra ne ogni sua forma un cui si possa esplicare, ma questo è un altro discorso. Tornando alle tue richieste vediamo, per quanto possibile (la nostra redazione, in piedi da soli due anni, è giovane ed ha bisogno di crescere) di poterle esaudire nel nostro e nell’interesse di tutti. Costruire una ragnatela di collegamenti non è semplice, ma ci stiamo provando. Intanto ti facciamo i nostri migliori auguri per il tuo lavoro. Magari al prossimo kossovaro che incontri gli dare un fiore da parte nostra in segno di pace, chissà possa esistere, con un piccolo gesto del genere, un mondo migliore. Grazie a te per la tua assiduità nel seguirci

P.G.

Città infestata dalle zanzare

Caro direttore,
scrivo in merito a un problema che riguarda la nostra città mai come quest'anno. E' scandaloso che non ci sia stato un minimo di disinfestazione contro le zanzare in quest'anno in cui sembrano si siano moltiplicate. Abito in Viale S.Cosmai nelle vicinanze del fiume Campagnano ed è praticamente impossibile uscire senza essere assediato da un mare di zanzare che puntualmente ci riducono malissimo.E' possibile che i soldi per mettere lucine e musichette ai monumenti del MAP ci siano e quelli per spruzzare un minimo di medicinale siano irrecuperabili?
A meno che il sindaco e la giunta siano in vacanza su lidi dove il problema delle zanzare non esiste...
Cordiali saluti.

Giuseppe - Cosenza

Mancano i marciapiedi davanti agli uffici ETR “Carime” di viale Crati

Siamo un gruppo di dipendenti di Banca Carime ( residenti a Cosenza ) e segnaliamo la mancanza di un idoneo marciapiedi in adiacenza ai due edifici Banca Carime - ETR di Cosenza - Viale Crati che ospitano un gran numero di dipendenti. Ormai gli alberi di grosse dimensioni ostacolano il passaggio lungo un tratto ristretto di passaggio pedonale in condizioni pessime di manutenzione oltre che privo di piastrelle, pieno di avvallamenti e pericoloso per le stesse persone che vi transitano. Basta fare un rapido sopralluogo .... o forse il problema è in corso di soluzione?

Seguono 32 firme

Gergeri è il bronx

Salve direttore volevo porre all'attenzione di molti cosentini che si collegano a questo sito molto curato la zona di Gergeri che ormai e allo sbando con i topi e la sporcizia a farla da padrone , forse paghiamo poche tasse , forse piazza Fera e le altre zone sono più importanti, certo che non si fa davvero una bella figura all'ingresso di Cosenza europea vedendo questo squallido panorama e possibile secondo lei trovare una soluzione insieme agli organi competenti se no il comune dia a noi qualche taglierba che ci pensiamo noi
grazie e arrivederci

lettera firmata

Una coop per far rinascere il Cosenza

Egregio Direttore,
ho appena letto con rammarico dell'aggressione al Presidente dell'A.S. Cosenza Gaetano Intrieri.
Indubbiamente un'aggressione vile che denota e fa chiaramente presumere che Operatori della malavita organizzata vogliono condizionare il calcio a Cosenza.
A questo punto un appello ai tifosi:A queste condizioni state lontani dalla squadra,combattete,e semmai formate una nuova Società Cooperativa che possa far rinascere il calcio a Cosenza.
L'altra cosa sarebbe quella di acquisire il vecchio marchio dai nuovi proprietari e cercare imprenditori,anche non calabresi,che vogliano investire nel calcio a Cosenza. Si potrebbe proporre l'acquisione a Presidenti di grossi club di Serie A,per es. Moratti,per fare una società satellite dalla quale lanciare i giovani nel mondo del calcio.
Certamente se va via Intrieri il calcio a Cosenza è finito,anche,se,onestamente,in questi due anni non ha fatto molto.
Un ultimo appello anche al nuovo Sindaco Perugini:salvi il calcio a Cosenza,ma con gente nuova e affidabile che onestamente possa ridare lustro al Cosenza calcio partendo magari,come detto sopra,dal titolo del vecchio Cosenza 1914.

Cosenza amara

Tassista poco onesto

Ho telefonato per un taxi da casa mia ( p.zza santa Teresa) per la Stazione di Cosenza da avere alle 5:20 del Mattino. Lo stesso taxista che nelle vacanze di Natale aveva preso il giusto compenso cioè 15 euro applicando 5 euro di tariffa notturna, mi risponde stamane: per il 3 agosto alle 5:20 - sono 20 euro, visto ch'è ferragosto!!!! Ho così chiamato ad un secondo taxista (più onesto) che ha chiesto i 15 euro. Invito altre persone a non accettare simili ricatti solo perchè è agosto, si può cercare altrove.

M.P. - Cosenza

D'accordo sulla verità ma quelle sono menzogne

Gentile direttore Gatto,
ho appena avuto modo di leggere la sua replica alla lettera del Dott. Franceschiello. In linea puramente generale, come spesso accade, mi reputo d'accordo con quanto Lei ha scritto, anche se credo che credo sia necessario sottolineare come quanto rappresentato ieri su "La provincia Cosentina" non corrisponda assolutamente a verità e sia puramente strumentale. Sono un tifoso rossoblù ed ho partecipato al faccia a faccia organizzato dagli ultrà. Proprio quell'amore per la verità mi spinge a replicare attraverso questo spazio democratico che Lei ci mette a disposizione. Innanzitutto gli ultrà hanno introdotto la serata chiarendo che quella sarebbe stata la loro serata e che non gradivano intromissioni da parte di nessuno. La presunta "aggressione" alla dott.ssa Perito si è concretizzata in un invito, seppur estremamente animato, a tacere evitando di interrompere chi stava parlando. Tali fatti e circostanze li posso tranquillamente comprovare in quanto possiedo il filmato dell'intera serata.
Alla bisogna ricordo che la deontologia professionale di un bravo giornalista dovrebbe imporgli di essere terzo rispetto a fatti e persone oggetto del proprio lavoro. Da accanito lettore dei quotidiani - locali e non - posso tranquillamente testimoniare che questo principio, soprattutto per quanto riguarda il calcio, viene spesso disatteso. Ricordo perfettamente la linea editoriale di un certo quotidiano cosentino che si spese per far rimanere a Cosenza Sossio Aruta che - "poverino" - la domenica precedente aveva mostrato i genitali al pubblico del San Vito. Ciò avvenne solo perchè il/la giornalista in questione era amico/a personale del calciatore. Caro direttore, reputa questa condotta adeguata alla professionalità di un giornalista? Non vado oltre perchè questo fatto mi sembra oltremodo rappresentativo. So' che lei è un "ficcanaso" amante della verità e per questo pubblicherà la mia lettera, che vuole solo rappresentare la verità dei fatti, in attesa di un doveroso intervento da parte degli ultrà. Prima di porgerle i miei migliori saluti, mi consentirà un doveroso forza lupi.

Davide – Cosenza

Caro Davide,
permettimi di darti del tu, Sono assolutamente convinto delle tue buone ragioni, così come sono convinto del fatto che se si continua di questo passo, e cioè cercando comunque di trovare un capro espiatorio tra chi l’ambulanza non la guida ma racconta del suo cammino, tutto e tutti diventeranno obiettivi di una battaglia senza senso. Chi fa il giornalista, e non entro nel merito dei fatti a cui ti riferisci e che menzioni nella lettera, ha il diritto dovere di fare cronaca e raccontare quello che sente e che vede. Non solo per offrire ai propri lettori la verità tanto bramata, ma più volte abilmente adattata alle circostanze, ma soprattutto per non entrare nella storia della vita che si racconta, modificandone i particolari. Tutto è partito dall’articolo di Iole che ha scritto quanto l’intervistato, il Presidente Intrieri, che se certe volte non facesse esternazioni sarebbe un presidente coi fiocchi, gli ha raccontato la sua verità in un incontro/ telefonata (non so l’intervista come sia stata svolta). A me ora non interessa analizzare quanto un giornalista o come un giornalista faccia o scelga di fare il suo racconto, ma come un fatto venga utilizzato “da ogni parte” a suo comodo. Il Presidente ha detto qualcosa che era meglio non dicesse (non è la prima volta) e Iole ha scritto quello che ha sentito, per amore della verità. Ora il problema che si pone non è come, molte volte purtroppo, la passione entra nelle cronache (sbagliatissimo, lo so, ma non siamo robot e poi non mi sembra che in questo caso abbia cambiato la realtà raccontata) , ma come il rapporto tra stampa, dirigenti del calcio, tifosi e tutto l’ambiente si animi cercando di dividersi invece di riunire. Non voglio buttare acqua sul fuoco, ne difendere, a prescindere, i giornalisti. Chi fa la cronaca racconta quello che sente e che vede, poi le interpretazioni e le opinioni, se ci stanno, saranno giuste o sbagliate a secondo del momento e di chi le legge. Certo può far male raccontare mezze verità piuttosto che dire tutte intere ma la situazione non è rosea quanto sembri. In questo momento, ogni polemica, a mio avviso, è del tutto inutile e dannosa. Sta di fatto che la reazione alla battuta di Iole in sala è stata spropositata. Il dialogo innanzi tutto. Il confronto è quello che fa crescere tutti. In questo momento di “stintini a mazzacorda” dovremmo tutti cercare di esser più freddi e sopratutto cercare di ricompattare un ambiente che giorno dopo giorno sta mordendosi la coda.
Pippo Gatto

Via Popilia a rischio incidenti

Lettera aperta al Sindaco Perugini.
Egregio Avv. Perugini, nel congratularmi e felicitarmi per la Sua elezione, voglio ricordarLe un problema gravissimo di cui già diverse volte è giunta segnalazione al Comune di Cosenza anche da fonti ben più autorevoli della mia, ma alle cui voci si è risposto con il silenzio e l'inattività. Pochi giorni fa, di fronte agli Uffici dell'Agenzia delle Entrate e del Territorio, in via Popilia angolo via Barrio, si è rinnovato l'ennesimo rito pagano del Dio automobile, che, per poco non ha avuto l'ennesimo tributo di sangue.
E' il terzo incidente in poco più di un mese, e i tre incidenti hanno avuto intensità crescente, fino all'ultimo, di pochi giorni fa, in cui una delle autovetture si è ribaltata !!!!
Non si sa come, ma non ci sono state vittime.
Poche parole, egregio sindaco, ma qualche fatto. Grazie.
Rallentatori, semafori, vigile, veda Lei cosa ci vuole, ma, possibilmente, NON ASPETTIAMO IL MORTO, per poi intervenire (via degli stadi insegna.).
La ringrazio dell'attenzione che vorrà prestare a questa mia breve, ma intensa.
Auguroni per il Suo mandato.

Giovanni Caputo
Segretario Aziendale
Confsal/Unsa/Salfi
per l'Ag. d. Entrate di CS

Per amore della verità,

invito tutti i tifosi del Cosenza presenti il 28 luglio c.a. al cinema Italia, al confronto tra il Sindaco di Cosenza Salvatore Perugini e il Presidente dell'AS Cosenza Spa Gaetano Intrieri, a protestare, con qualunque mezzo lecito, contro le dichiarazioni del Direttore della Provincia Cosentina Genevieve Makaping, la giornalista Iole Perito e tutta la redazione sportiva del giornale per il falso e ingiurioso articolo apparso sul sopra citato quotidiano in data 29 luglio 2006.
Falso perché nei confronti della giornalista Iole Perito non è stata commessa alcuna aggressione, ma solo reclamato l'invito a lasciare la sala perché rea di aver, in passato e a tutt'oggi, mistificato la realtà degli ultimi accadimenti riguardanti la squadra del Cosenza Calcio e il suo Presidente, rendendo il clima attorno agli stessi insostenibile e intollerante.
Scrivere che il Presidente Intrieri "ha seminato tensione" nella serata di venerdì è un'offesa alla verità, di quella verità più volte negata a favore di biechi interessi di mercato, nonché di antipatie personali e visioni egocentriche che nulla hanno a che vedere con l'applicazione di quella tanto decantata deontologia professionale che dovrebbe essere alla base dei comportamenti etici e morali di un giornalista.
Ci consta che il Dott. Intrieri stava replicando a quanto sostenuto dall'Avv. Perugini allorquando la signora Perito ha tentato, senza che nessuno le desse la parola e con atteggiamento anche provocatorio, di contraddire il Presidente rossoblù, allora e solo allora, quando quest'ultimo stava cercando di chiarire l'equivoco venutosi a creare con il Sindaco, che i tifosi cosentini, spontaneamente, come tra l'altro è nella loro indole di ultrà, (tranne che qualcuno ora ci voglia far credere che anche gli ultrà hanno dei padroni) stufi della presa di posizione della Perito, le hanno tolto la parola e invitata, con i cori tipici delle curve, ad uscire dal cinema.
"Iene", "codardi", (gli ultrà possono avere tanti difetti ma non certo quello di essere dei vigliacchi)"sottocultura sguaiata e aggressiva", "gente ignorante" e nel vano tentativo di affievolire i toni, ma completando il dileggio è stato aggiunto "di gente che ignora".
Così, con parole di odio e disprezzo, com'è facile trovare quando ci si rivolge a tifosi che non possono difendersi, si è voluto portare la ragione della propria parte senza minimamente pensare che in questo modo si è offesa l'intera tifoseria rossoblu, facente parte di una città, così è scritto, "che chiede un salto di categoria superiore", ma che, secondo il pensiero, non troppo implicito, della signora Makaping merita la terza categoria della civiltà.
Ancora una volta i poteri forti della città si uniscono e giudicano, da quale pulpito, chi non ha mezzi e modi di difendersi e farsi rappresentare e può usare solo la voce, magari le urla per farsi ascoltare. Urla di rabbia quando non si è liberi di gridare agli altri lo sdegno per situazioni create ad arte per irretire e soggiogare, smontare quanto di buono si cerca di creare in una città all'eterna ricerca di se stessa, della sua grandeur mai rivelata.
Nell'articolo si legge inoltre che "Iole aveva semplicemente alzato un dito per intervenire nella discussione, così come si conviene in ogni "libera" conferenza stampa", già, libertà, e i tifosi, la gente che non ha la possibilità di scrivere su un pezzo di carta, come si deve difendere dalle bugie, dalle invenzioni, dalle simulazioni ?
Magari inviando una e-mail sperando che qualcuno, per amore della verità, tralasci interessi di casta e si faccia promotore di urla di protesta scritte.

Dott. Davide Franceschiello

Pubblico la lettera per intero nonostante non fossi assolutamente daccordo con il suo contenuto. E' inutile che scendo in particolari ma è giusto sottolineare che i giornalisti sono "cronisti" e raccontano i fatti che vedono e sentono. Non è giusto però, che nessuno tocchi, o minacci solo con la voce, chi fa onestamente il proprio lavoro. La violenza non si sposa per niente con la democarzia e il confronto verbale resta sempre e solo l'unico mezzo per confrontarsi. Non entro nel merito di quanto un collega scrive. Ma è giusto che le esagerazioni abbiano un freno. Di quanto accaduto al Cinema Italia ho solo saputo dopo e me ne rammarico tantissimo. Ma non è giusto aggredire nessun in alcun modo. E non è la prima volta che ciò accade. Non esageriamo. Ma è mai possibile che i giornalisti siano sempre il capro espiatorio di ogni problema solo perchè raccontano fatti accaduti?
A Iole Perito va tutta la mia solidarietą.

Pippo Gatto

Free software e possibilità di nuovo lavoro.

Diciamo subito che il software free si presenta come un insieme molto ricco di pacchetti liberamente disponibili, ma che spesso richiedono conoscenze, competenze ed abilità non comuni per selezione, installazione, gestione e manutenzione. Lo stato dei fatti descritto brevemente sopra ha dato origine a diversi pregiudizi sul software libero; questi possono essere così riassunti: Il software libero è difficile da utilizzare, scarsamente usabile, poco intuitivo, poco adatto alle esigenze che la maggioranza di utenti incontra quotidianamente; il software libero è rischioso e poco concorrenziale da utilizzare in azienda, ente, ufficio pubblico in quanto, se pur a basso costo, di alta qualità e molto versatile, non è garantito e richiede risorse altamente specializzate destinate parzialmente o totalmente alla sua manutenzione. In realtà nelle considerazioni riportate sopra non si tiene conto del fatto che: nessun software è garantito, a meno di quelli in cui ciò viene esplicitamente dichiarato; le licenze commerciali non offrono alcuna garanzia reale contro i difetti del prodotto stesso; l'utente di software commerciale, è costretto, all'atto dell'installazione, a sottoscrivere una licenza che lo priva di qualsiasi garanzia; gli eventuali problemi che si generano durante l'uso di un prodotto software vengono, di fatto, risolti tramite un servizio di assistenza tecnica (laddove disponibile!). Detto ciò, quali sono le ricadute e come si sviluppa un progetto open source? e quali sono l'economie e il valore aggiunto)? Numerose nuove imprese sono sorte è fanno profitti offrendo dei servizi accessori agli utilizzatori del software aperto. Ovviamente trattandosi di software in uso gratuito i margini di guadagno sono molto inferiori. Altre aziende hanno visto nel software aperto una poderosa arma concorrenziale contro la Microsoft. La più decisa a cavalcare Linux è stata la Ibm e anche questo è un bel paradosso: quello che era il più aggressivo monopolista oggi spinge un prodotto aperto, in questo caso associandolo al suo hardware e ai servizi di consulenza correlati. La decisione della Ibm di adottare Linux ha avuto un potente effetto simbolico verso le aziende clienti: se la Ibm lo consiglia, allora vuol dire che è una cosa seria e che ci si può fidare. Le aziende di software che fino a ieri avevano lavorato su software proprietari sono state costrette a mettere in atto politiche di maggiore apertura. Certamente lo sta facendo la Microsoft, sempre sensibile a cogliere i segnali che le arrivano dal mercato: non solo alcuni codici di Windows ora sono disponibili, ma soprattutto scendono i prezzi dei suoi prodotti. Questa è la forza della concorrenza, che talora viene usata strumentalmente dai clienti per ottenere sconti: «Stiamo pensando di passare a Linux, ma se ci offrite delle condizioni migliori potremmo restare con voi». I produttori di computer più importanti, come Dell e Hp ormai offrono normalmente dei Pc corredati dal sistema operativo Linux. Lo fanno per raccogliere le sollecitazioni della domanda, ma anche per non essere agganciati obbligatoriamente alla sola Microsoft, la quale oltre a tutto è stata vincolata dalle cause antitrust in America e in Europa a rilasciare i suoi contratti di licenza, rendendoli meno esclusivi. La mole di software attualmente utilizzabile è tale, che basta acquisire le capacità di dominarlo, che con poca spesa iniziale si è in grado di costituire piccole società capaci di sostenersi. E' il caso delle decine di piccole imprese nate sul nostro territorio. Questi sono solo alcuni motivi per cui il software libero ha avviato una vera rivoluzione. Una migliore e diffusa qualità del lavoro, costi dei prodotti e dei servizi informatici nel complesso minori, vengono valorizzati l'acquisizione e l'uso di competenze di alta tecnologia, lo sviluppo e l'utilizzo delle risorse intellettuali locali . Mai come in questo caso contano le intelligenze e la professionalità, che sul nostro territorio si dice sono la vera ricchezza. Queste micro imprese possono dare quindi una serie di servizi, "consulenza, personalizzazione, supporto" ad un qualsiasi ente, amministrazione, privato, fornendo un buon prodotto finale, ad un prezzo minore. Non pagando le licenze, anche se si paga di più i servizi, alla fine è il sistema che ne ricava un guadagno. Le risorse investite, oltre al miglioramento dei servizi offerti, hanno ricadute positive sull'occupazione locale. Il business incentrato sul free software si propone quindi come una scelta etica, che coniuga costi contenuti e trasparenti con alta qualità, libertà di uso con elevate competenze di progettazione e sviluppo. La nostra regione ha tutte le caratteristiche per farne una eccezionale leva di sviluppo. La fiom-cgil è fortemente interessata ad arricchire questo percorso.

Giancarlo Berardi
Esecutivo Fiom-Cgil

Aggressione tigre a Ones Orfei

Egregio Direttore,
a distanza di pochi giorni Le chiedo ancora spazio quale Responsabile,stavolta,di Associazione animalista.
Ho letto nell'odierno numero del 21 luglio dell'aggressione di una tigre a Ones Orfei ed ad un suo domatore accorso in aiuto avvenuta nel Circo a Scalea dove si trova tutt'ora.
Con la presente vorrei dire che è necessario ed urgente modificare la legge 189 del 2004 sui maltrattamenti degli animali abrogando totalmente l'articolo 3 e tutte quelle parti che concedono deroghe.
L'uso di animali nei circhi VA ASSOLUTAMENTE VIETATO e lo spettacolo sarebbe comunque garantito da altri numeri.
Già in diversi Paesi esistono circhi che non fanno più uso di animali.Quindi anche in Italia dovrebbe succedere questo.
E' UNO SPETTACOLO ASSOLUTAMENTE INDECENTE.
Spero che qualche parlamentare,anche calabrese,legga la presente e mi contatti tramite la redazione di Nuova Cosenza.com per presentare subito in parlamento la modifica della suddetta Legge 189/2004.
Nel ringraziarLa nuovamente,signor Direttore,La saluto cordialmente

Antonio BRUNO
*Presidente Associazione animalista
CHICCO & FUFFI - Senigallia (AN)

Ma quale turismo…

Ma ce l'abbiamo il coraggio di dire che non siamo capaci di attrarre i turisti invece di continuare a dar la colpa alla crisi, all'euro o agli asteroidi!? (vedrete.. tra un po c'arriveremo). Vi testimonio un week end sul tirreno cosentino o ci fate voi un reportage? Il mare è quello che è.. va bene.. sporco in vari tratti ma pulito in altri. Tempo fa a Rimini il calo presenze per mucillaggine fu del 25% in due stagioni.. poi solo tanta coesione degli operatori locali, con fortissime riduzioni su tutti i servizi, hotel, discoteche, ristoranti etc.. e buona amministrazione; ora lì hanno le bandiere blu a fronte di un mare dal colore preoccupante. Noi invece vediamo galleggiare schiume preoccupanti ma manteniamo i prezzi alti (vedi ristoranti, bar e hotel a Belvedere e Diamante), i servizi offerti sono carenti (vedi cortesia nei supermercati a Cetraro o nei bar, hotel e ristoranti già citati), siamo tendenzialmente scortesi (vedi personale sottopagato e nervoso in detti posti), attiriamo turismo con propensione alla spesa medio basso (vedi Scalea e dintorni), riempiamo le spiagge di lidi privati anche dove non c'è spiaggia (vedi Sangineto), proponiamo discoteche aperte solo il fine settimana come in inverno e tariffe da costiera amalfitana in alberghi da costiera libanese. Chi deve restare si accontenta, ma non lamentiamoci!! Perchè basta mettere il naso fuori e ci si accorge che quello che qui sembra un privilegio, in molte altre regioni ed anche più a SUD, viene ormai considerato un diritto. E i turisti che girano e che spendono se ne accorgono!
Buone vacanze a tutti.

Mario – Rende (CS)

In merito al Cosenza Calcio 1914

Egregio Direttore,
come al solito Le chiedo un pò di spazio per rispondere al Sig.Corbelli in merito alla nota vicenda del Cosenza Calcio 1914.
Il sottoscritto ha già inviato due esposti:uno alla Procura della Repubblica di Napoli diretto ai Magistrati che stanno indagando su calciopoli e l'altro al Nuovo Capo dell'Ufficio Indagini della Lega Calcio Francesco Saverio Borrelli.
In detti esposti si chiede anche come risarcimento al danno subito l'ammissione alla Serie A (magari al posto della Fiorentina,aggiungo oggi io).
Infine,come pubblicato poco tempo addietro da Nuova Cosenza.com,il dr.Borrelli ha sentito anche il Sig.Pagliuso.
Per chiudere vorrei rivolgere un invito al sig.Corbelli:cerchiamo di fare insieme tutto ciò che riguarda il vecchio Cosenza,ma non solo il vecchio Cosenza guardiamo anche alla condizione in cui vivono gli animali in questa città,anche per loro DEBBONO ESISTERE I DIRITTI CIVILI.
Il Signor Corbelli può contattarmi chiedendo il mio recapito alla Direzione di Nuova Cosenza.com che è autorizzata a forniglielo.
Egregio Direttore,per il momento la ringrazio ancora una volta per l'ospitalità e La saluto cordialmente

Antonio da Ancona

A proposito del decreto Bersani…

Egregio Direttore,
sono necessarie alcune considerazioni in merito al Decreto Bersani meglio noto, impropriamente, come decreto sulle liberalizzazioni. In questi giorni c’è chi, nel tentativo di fotografare contenuti ed effetti di tal decreto, dà vita, inevitabilmente, ad analisi piuttosto fantasiose della realtà.
Non capisco a chi ci si riferisca quando si parla di gruppi di potere colpiti nei loro privilegi, a meno che non si ritengano farmacisti, tassisti, avvocati e notai come tali. Alcune di queste categorie godono sì di una posizione di rilievo nella società (farmacisti e notai) e ciò in relazione al ruolo svolto all’interno di essa. I veri gruppi di potere, a mio avviso, sono rappresentati dalle banche, le assicurazioni, le cooperative che, guarda caso, sono gli unici avvantaggiati da tale decreto. Oppure è un caso che, il giorno successivo alla sua entrata in vigore, le Coop dichiaravano di esser già pronte alla distribuzione dei farmaci c.d. da banco nei loro supermercati e, pochi giorni dopo, presentavano una petizione popolare a sostegno del Decreto Bersani? Passando alle sconsideratezze introdotte per la professione forense, anche qui troviamo spunti di notevole riflessione. L’abolizione delle tariffe minime – oltre a scatenare una concorrenza al ribasso che coinvolgerà, necessariamente, la qualità delle prestazioni – siamo certi che vada incontro ai consumatori oppure consentirà ai grandi gruppi di potere – quelli veri – di poter riconoscere onorari di fame ai professionisti cui si rivolgono? Ed ancora, l’ingresso di questi grandi gruppi nelle società di professionisti chi agevolerà, i consumatori o le stesse banche, multinazionali, etc? Per non parlare dell’abolizione del divieto di pubblicità che, oltre a mortificare la dignità ed il decoro dell’avvocatura, ricadrà, ovviamente, sul portafoglio dei clienti e non certo agevolerà i giovani, come qualcuno vuol farci credere, a meno che il giovane legale alle prime armi abbia la capacità finanziaria di comprare un paginone del Corriere della Sera o una spazio televisivo.
Infine, i passaggi di proprietà per i beni mobili registrati. Certo, togliamo qualcosina ai notai. E di questo, evidentemente, il fantomatico 99% degli italiani ne godrà fino ad impazzire. Ma siamo sicura che i diritti di segreteria di cui parla il decreto – e che, furbescamente, non quantifica – siano inferiori ai costi del notaio?
I cittadini devono sapere che dietro l’apparente liberalizzazione di queste misure si nasconde l’obolo che il governo Prodi deve pagare ai gruppi di potere per il sostegno elettorale. Perché sottrarre, maldestramente, ad alcuni per dare a pochi fortunati non significa liberalizzare. Ma non erano costoro per l’equità sociale? I cittadini in questa partita svolgono il ruolo delle comparse: appaiono nella reclame per nascondere i veri obiettivi di questo decreto.
Liberalizzare significa snellire, aprire il mercato in maniera organica, sburocratizzare la Pubblica Amministrazione, ridurre gli stipendi ai parlamentari e ridurre il numero di questi ultimi, diminuire e non aumentare ministri e sottosegretari, abolire gli enti inutili, ridurre il numero dei forestali (che in Italia sono più dei loro colleghi canadesi a fronte di un territorio 30 volte più grande), abolire le Province, etc.
Questi sono alcuni dei tanti provvedimenti che dovrebbero adottarsi per liberalizzare il Paese. Tutte cose scritte e proposte nelle aule parlamentari da decenni da deputati, senatori e pensatori Liberali.
Valerio Zicaro
Partito Liberale Italiano

Grazie per quello che fate

Caro Direttore
le scrivo per complimentarmi per il vs giornale on line ma soprattutto ringraziarla per l'ottimo strumento d'informazione che offre per chi come me ormai da anni ha lasciato la sua citta' e ne segue le vicende con affetto e trepidazione. i migliori auguri e buona continuazione

Giusy - Milano

Cosenza-Paola, gallerie senza illuminazione

Ciao Direttore ,
Ti faccio notare la scarsa manutenzione della strada Cosenza-Paola. Ma in particolare l'estremo pericolo che si ha su una strada così trafficata incontrando, accecati dal sole, gallerie buie e ancora peggio con i catarifrangenti completamente sporchi.... E che diamine un pò di coscienza... .

Lettera firmata

Pecora, Loiero, Musella, e così siamo arrivati al dunque…

Sentivo in cuor mio che prima o poi sarebbe successo, mi auguravo di sbagliare ma, ahimè, ho peccato di ottimismo.
L’unica cosa positiva è che finalmente si sta iniziando a giocare a carte scoperte e forse qualcuno dovrà assumersi delle responsabilità. (Spero di non peccare nuovamente di ottimismo).
Ho avuto modo di seguire la disputa tra Aldo Pecora ed il Presidente Agazio Loiero.
Mi ha sorpresa l’immediata replica del Presidente, che, evidentemente fuori di sè, oltre che far intendere che Aldo Pecora parlasse a nome dei Ragazzi di Locri e ne strumentalizzasse il nome, (cosa palesemente non vera, basti legge la firma del comunicato) ha tenuto a precisare che Aldo Pecora è un ragazzo isolato, precisazione che, a mio parere, ha molto di ‘pizzino’, ma non voglio entrare in merito: come vittima di mafia, ho imparato a caro prezzo la diffidenza e la lettura ‘tra le righe’
Spero che le mie restino solo supposizioni.
Del resto, sempre secondo la mia chiave di lettura, cosa simile fu lasciata intendere nei riguardi del giudice Romano De Grazia, querelato dal Presidente Loiero per direttissima senza possibilità di replica, in seguito a presunte dichiarazioni del giudice durante l’incontro di solidarietà alla famiglia Mazza il 2 giugno al ‘Valantain ’.
Anche De Grazia sarebbe dovuto apparire isolato, per fortuna non è stato e non è così… né per l’uno, né per l’altro.
Comunque, resta il fatto che il 2 giugno i rappresentanti dello Stato non c’erano, nemmeno i vice dei vice dei vice dei vice, come non c’erano al funerale del povero Fedele Scarcella, come non c’erano alla manifestazione organizzata a Gioia Tauro dai ragazzi della cooperativa “Valle del Marro”, che sta coraggiosamente gestendo e rendendo fruttuosi i terreni confiscati alle cosche…
Il che, sempre ai miei occhi critici di vittima di mafia, abbandonata per anni nel dimenticatoio delle scartoffie e delle strette di mano di rappresentanza, è tutto dire.
Noi abbiamo bisogno di una tangibile presenza delle Istituzioni, non di discorsi accorati.
Non abbiamo bisogno di esperti che si consultino, forse anche pagati profumatamente, sul problema mafia.
Abbiamo bisogno di azioni concrete, di persone che scelgano di assumersi le proprie responsabilità dando per primi esempio di limpidezza e coerenza.
Ma questo è un’ altro discorso e forse è chiedere troppo.
Tornando alla disputa.
Ciò che mi è saltato agli occhi, sin da subito, è come si sia voluto cercare di spostare l’attenzione su altro, facendo passare in sordina il problema nodale della questione, cosa che avviene spesso e volentieri quando si toccano certi temi delicati e, ahimè, poco puliti.
Aldo Pecora, e sottolineo ancora, a titolo personale e del solo movimento “Ammazzateci tutti” (basta saper e VOLER leggere), ha chiesto ufficialmente, dopo gli ultimi clamorosi sviluppi delle indagini seguite al delitto Fortugno, le dimissioni del Presidente Loiero, fornendone una motivazione di esclusivo carattere etico che partiva da un assunto dello stesso Presidente Loiero nei confronti del consigliere regionale Domenico Crea. Aldo aveva solo portato il ragionamento del presidente Loiero ad una conseguenzialità estrema.
La risposta reale, ma celata, del Presidente è stata quella di fare il possibile per tentare di ‘cambiare argomento’ e far cadere così nel ‘dimenticatoio mediatico’ le accuse che gli sono state mosse.
Ecco allora da cosa nasce l’attaccare questo ragazzo, ed il tentativo di alimentare una polemica interna tra lui e gli altri ‘ragazzi di Locri’.
E ancora su come sia possibile che la signora Musella, che asserisce di essere simbolo dell’antimafia, sia intervenuta scagliandosi proprio contro quello stesso Aldo Pecora che lei stessa, solo un mese fa, riconosceva meritevole del Premio ‘Gerbera Gialla’ per essersi distinto nella lotta alla mafia.
Come non vedere una strana ambiguità in questa cronologia?
Nella mia profonda ingenuità non avrei mai creduto possibile da parte di chi dice di rappresentare comunque l’antimafia, andare contro, con tanta veemenza, un vero simbolo dell’antimafia, forse diventato un po’ scomodo.
Abbiamo assistito a due giornate dense di comunicati stampa tra smentite di presunti ragazzi del Fo.Re.Ver. (ma chi ha inviato quel comunicato-bufala ai giornali? Chi c’era dietro?) e contro-smentite di reali ragazzi di quel forum e svariate dichiarazioni tra le parti, ma l’esito di tutto questo polverone è che l’attenzione è stata spostata dalle responsabilità e dai motivi che avrebbero dovuto indurre Loiero a dimettersi, alle presunte beghe interne ai ‘ragazzi di Locri’ (per fortuna subito smentite).
Colpaccio riuscito. Forse.
Come sempre, coscientemente o meno, siamo caduti nella trappola del 'Divide et impera'.
Andando oltre.
Giunti a questo punto, vorrei che si tornasse a ciò che ha alimentato tutto questo caos, ovvero i motivi che dovrebbero spingere Loiero a dimettersi.
Ancora una volta, come cittadina, vorrei avere delle risposte, come vittima di mafia, mi augurerei che ci fossero delle smentite.
Superando le polemiche e la confusione che è stata volutamente creata, desidererei che il Presidente Loiero replicasse con calma e ragionamento, come sa fare quando vuole, ai dubbi espressi da Aldo Pecora nel suo primo comunicato stampa, e cioè se sia etico, lasciando perdere qualsiasi altra motivazione giuridica e meno che mai personale, che la Giunta regionale che governa una regione di mafia come la Calabria possa lasciar trasparire una benché minima ombra di sospetto di aver tratto giovamento dai voti della mafia per diventare maggioranza.
E non glielo chiedo come antagonista, ma come simpatizzante di questa coalizione.
Vorrei che lui per primo, come rappresentante di questa regione martoriata e tristemente nota per il silenzio ed il buio in cui versano i palazzi del potere, desse un segno tangibile della sua limpidezza, vera o presunta.
Mai come in questo caso c’è bisogno di chiarezza.
Il silenzio e l’ambiguità portano a facili dubbi, così come le querele affrettate e le repliche che lasciano spazio alla supposizione ed all’interpretazione di messaggi trasversali.
Chiarezza, verità e responsabilità.
Questa, a questo punto, è la mia richiesta.

Rosanna Scopelliti
figlia del giudice Antonino Scopelliti, assassinato dalla mafia

Antonino Scopelliti, aveva 56 anni, quando fu ucciso.
Aveva sempre indossato la toga del pubblico ministero in processi importanti, da Milano aveva ottenuto il trasferimento a Roma per avvicinarsi alla natia Calabria.
Seguì una carriera prestigiosa, che lo portò ad essere il numero uno dei sostituti procuratori generali che sostengono l'accusa davanti alla corte suprema.
Era il magistrato nei maxi processi di mafia, camorra e terrorismo.
Quando fu ucciso stava preparando la richiesta di rigetto dei ricorsi per cassazione di pericolosi esponenti mafiosi condannati nel primo maxi-processo a Cosa Nostra.
Era il 9 agosto 1991 quando morì per mano della 'ndrangheta. Il magistrato, in villeggiatura in Calabria, fu affiancato in località Campo Piale da un commando che gli sparò con la lupara. Il giudice perse il controllo della macchina e finì sotto un ponte. Il commando volle controllare se l’uomo fosse ancora vivo e firmarono il l’omicidio con un colpo di grazia sparato con una P38.

<<Avete avuto un grande esempio in questa terra: Antonino Scopelliti, un grande magistrato. Gli ho voluto bene, conoscevo il suo impegno, la sua dedizione allo Stato. Eppure sembra che lo si voglia dimenticare, che lo si voglia rimuovere dalla coscienza. Non c’è una piazza o una via intitolate a Scopelliti, mentre sono migliaia le piazze intitolate a Borsellino e Falcone. Perché questo silenzio su Scopelliti, anche se si sa tutto sul ‘come’ e sul ‘perché’ è stato ucciso? La sentenza di morte di Scopelliti fu firmata quando accettò di sostenere l’accusa nel maxiprocesso in Cassazione contro la mafia palermitana. Era il magistrato più coraggioso, più invulnerabile. Gli furono offerti 5 miliardi perché porgesse la mano ai boss in difficoltà. Era temuto per la sua intelligenza e la sua onestà. E come si può dimenticare un sacrificio di questo genere? Come ha fatto Scopelliti, bisogna rispondere “NO!” alla mafia, per difendere la legalità, che in Calabria tarda ad affermarsi>>.

Io non ci sto!

Un gioco al massacro, velato da polemiche più o meno interessate, più o meno precostituite. Io non ci sto a sollevare un polverone sul niente e su pseudo primogeniture di antimafia. Non ci sto sopratutto quando la bandiera dell’antimafia calabrese, Adriana Musella, viene attaccata così violentemente senza alcuna forma di rispetto per quello che rappresenta e per quello che sta facendo per la Calabria. Io non ci sto al gioco al massacro alimentato da comunicati, o pseudo tali, che difendono questa o quella persone solo per partito preso. Anch’io ho partecipato ai movimenti studenteschi del 1977 credendo, ed oggi non rinnego nulla di allora, in un mondo migliore. Un periodo di proteste che mi ha fatto riflettere su come sia facile essere manipolati, da chi ha l'nteresse a cavalcare le giuste rivenidcazioni da chi, con l'inesperienza ella giovemtù, agisce senza rifelttere il dovuto. Istintivamente. Ma oggi, rivedendo all'orizzonte l'ombra di interessati manovratori, non ci sto ad alimentare inutili fuochi autolesionistici che non hanno nulla di costruttivo. Una Calabria senza mafia si costruisce con i fatti, non con le parole o le polemiche inutili. Una richeista rivolta a tutti, dalla politica al mondo civile. Per questo motivo non intendo affatto continuare a parlare del nulla o di improbabili lese maestà. Con queste parole voglio quindi significare la mia più forte solidarietà ad Adriana Muella e a tutto quanto quello che sta facendo per la nostra Calabria. Spero che il suo sia un momento di “rabbia” e possa ripensare a quanto ha deciso in queste ore.
Cara Adriana, non ci abbandonare, qui c’è bisogno di gente come te.

Pippo Gatto

A proposito di "ragazzi di Locri" con o contro Aldo Pecora.

Per chiarire un po’ le cose riportate dalla stampa…Faccio parte del forum FOREVER, ma adesso parlo anch’io “a titolo personale”. Giornalisti, politici e tutti voi che mi state leggendo: attenzione, sta scrivendo MARIA GRAZIA MESSINEO e non i RAGAZZI DI LOCRI. Non vorrei svegliarmi domattina e vedere su tutte le testate giornalistiche che i giovani di Locri hanno detto ciò che io mi sto accingendo a scrivere. Non metto in bocca a nessuno le mie parole…ci tengo a sottolinearlo, perché in tanti ieri se ne sono usciti con dichiarazioni poco veritiere riguardo l’articolo pubblicato da Aldo Pecora.
1° punto: Ho riletto e riletto l’articolo di Pecora, non so se sono affetta da cecità, ma scusatemi, non ho riscontrato alcun elemento che mi possa indurre ad accusare lo stesso di essersi permesso di parlare a nom e di tutti noi.
L’ha fatto, come ha sostenuto lo stesso portavoce del Presidente Loiero, Pantaleone Sergi, a titolo personale, non ha messo in ballo né il FOREVER, né nessun altro. Ha agito di sua spontanea volontà, avrà avuto le sue ragioni, i suoi motivi probabilmente… ciò non toglie di essersi assunto personalmente la responsabilità di farlo, senza coinvolgere il movimento dei ragazzi di Locri, semmai del Movimento “Ammazzateci tutti”. Che sia ben chiaro, se non mi credete rileggete voi stessi ciò che ha scritto, trapela qualcosa del genere? Non mi sembra…non fatevi abbindolare da chi sta cercando di mettere in mezzo noi, il forum, il movimento, facendo finta di prendere le nostre difese quando non è assolutamente necessario.
2° punto: Aldo Pecora è un ragazzo di Locri.
Ed essere "ragazzo di Locri" è l’etichetta che è stata attribuita a tutti noi giovani che da otto mesi stiamo portando avanti una strenua lotta alla ‘ndrangheta, di certo la più spontanea, l a più genuina e sana, priva di colore…pura, bianca come quel famoso striscione.
Che vuol dire che Aldo Pecora è di Polistena? Beh… io sono di Siderno, eppure rientro nella cerchia dei ragazzi di Locri. Siamo persone provenienti da tanti paesi della Locride, riconosciuti come “ragazzi di Locri” in quanto pienamente attivi nel movimento sorto all’indomani dell’omicidio Fortugno. Semmai non sono da definire “ragazzi di Locri” tutti coloro che seppur vivendo nella stessa città, non partecipano, anzi si disinteressano e criticano smisuratamente.
3° punto: Aldo Pecora non è un ragazzo isolato.
Se dovessimo isolarlo, perderemmo una di quelle che sono state le anime più attive del Movimento.
Probabilmente se tutti affermano che la voce dello stesso Pecora è quella dei ragazzi di Locri, un motivo ci sarà. Aldo Pecora ha concretizzato “qualcosa”…in tutta Italia, guarda caso “Ammazzateci tutti” è il simbolo che ci rappresenta, è diventato il nostro biglietto da vis ita. Dobbiamo riconoscerlo, senza se, senza ma.
Non isoliamo nessuno, non possiamo abbandonare chi ci mette l’anima per la legalità, come ha fatto un certo Fedele Scarcella, ingiustamente “isolato” dalle istituzioni, dallo Stato. Il vero Stato siamo NOI. Perché NOI SIAMO UN GRUPPO CHE NON DEVE ISOLARE NESSUNO, SIAMO PRONTI A STARE ACCANTO A CHI TENTA DI FARE QUALCOSA DI ONESTO, A CHI AGISCE IN MANIERA PULITA. NON POSSIAMO ISOLARE UN COMPAGNO DI BATTAGLIA…LA BATTAGLIA LA COMBATTIAMO INSIEME, SENZA DIVIDERCI, PERCHE’ IL SOGNO DI ALDO, QUELLO DI VEDERE UNA CALABRIA ONESTA NELLA QUALE UN GIORNO POTER FAR CRESCERE I PROPRI FIGLI, E’ IL SOGNO DI TUTTI NOI, E NOI A QUESTO SOGNO NON VOGLIAMO RINUNCIARE E PER EVITARLO DOBBIAMO STARE UNITI.
Se ha inveito così, è perché è stanco di accettare passivamente, di starsene con le mani in mano, di rimanere muto, pur sapendo che ha abbastanza fiato per gridare, che ha una forte voce, ma soprattutto un grandissimo coraggio: “battersi per i su oi ideali adesso, a vent’anni, perché altrimenti, come ha detto lui stesso, a quarant’anni rischierà di essere un farabutto”.
A differenza di tutti i partiti, noi non vogliamo fazioni ma coesioni, ci difendiamo a vicenda, vogliamo essere compatti e non abbandoniamo nessuno. Certamente non sempre condividiamo le stesse idee, ma le rispettiamo. E’ stato alquanto disgustoso leggere che “ i dirigenti dei cosiddetti ragazzi di Locri sono iscritti alla Margherita”. Ci risiamo? Ancora?? Devo sbraitare di nuovo come un’ossessa sul palco di piazza dei Martiri come feci in occasione del comizio sindacale del Primo maggio a Locri? L’avevo già gridato a tutta l’Italia: noi non vogliamo farci strumentalizzare da nessuno!!! Non abbiamo alcun esponente di partito che ci telecomanda!
Ma quali dirigenti della Margherita?!? Forse non si è capito che non abbiamo gerarchie, non c’è politica di vertice nel nostro movimento…la politica di ieri ha sofferto, quella di oggi altrettanto perché priva di unità e compattezza…noi vogliamo che la politica si svincoli da ogni brutto tentacolo, che sia libera, ma soprattutto sana. Ecco i due prerequisiti della politica di domani.
Non rilascio dichiarazioni in merito alle dimissioni richieste a Loiero, avremo un incontro con lo stesso, giorno 7 luglio…azzeriamo tutto per adesso, se ne riparlerà dopo il confronto con il Presidente.
Mi dispiace, ma se dite che Aldo Pecora è un ragazzo “isolato”…beh, allora dite che “siamo isolati un po’ tutti”….indirettamente è così…

Maria Grazia Messineo

Parentopoli e rifiuti

La nomina della dott.sa Bruno Bossio a nuovo Amministratore Delegato della Vallecrati s.p.a. se da un lato appare come il prosieguo della lunga e mai smessa stagione di “parentopoli”, visto il rapporto di coniugio con l’attuale vice presidente della Giunta Regionale, nonché Assessore al Bilancio e nonché (ancora) deputato dei DS Nicola Adamo, dall’altro sembrerebbe preludere ad un cambio di strategia nella gestione della perenne emergenza rifiuti che attanaglia la Città di Cosenza ormai da anni.
Di certo, agli utenti del servizio pubblico di smaltimento dei rifiuti poco interessa degli “inciuci” post-elettorali, interessati come sono a conoscere l’entità della nuova tariffa che saranno chiamati a pagare per il (dis)servizio.
Ciò che ai cittadini cosentini e calabresi interessa conoscere è che il Nuovo Codice Ambientale introduce cambiamenti relativamente alla Tarsu: scompaiono sia l’attuale tassa, sia la tariffa “Ronchi”, con l’introduzione di nuovi criteri che tengano conto del reddito del contribuente, della quantità e qualità medie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, ma soprattutto la tariffa costituirà il corrispettivo per lo svolgimento del servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Si tratta di una rivoluzione copernicana in atto, che mette al centro il costo del servizio, la quantità ed il tipo di rifiuti prodotti (chi più ne produce, più paga) e le condizioni di reddito degli utenti.
Per i cittadini utenti si apre la prospettiva di poter ottenere tariffe più vicine alla singola realtà, considerato che il criterio attualmente in uso, ossia quello della superficie dei locali occupati, comporta sperequazioni intollerabili in danno di categorie di cittadini – utenti appartenenti a categorie svantaggiate, quali gli anziani che vivono da soli.
Parentopoli e gli “inciuci” di certo mal convivono con le roboanti promesse di trasparenza, efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa, ma ai nuovi amministratori cosentini è offerta l’ennesima occasione per trasformare le parole in fatti ed atti d’incontrovertibile significato.
avv. Pietro Romano
Presidente dell’ASSOUTENTI – ONLUS
Delegazione Provinciale di Cosenza

Lettera a Padre Fedele

Gent.mo direttore le trasmetto copia della recente lettera personale da me inviata a Padre Fedele con la preghiera di renderla pubblica perchè si possano conoscere i rapporti di amicizia e di stima che intercorrono con chiunque lo conosce. MI chiamo M.L.G. ,sono una ragazza di 27 anni vivo in un paese vicino Taranto dall'età di sette anni e mezzo. Sono originaria della rep. Centrafricana sono venuta in Italia inizialmente per curare i miei esiti di Poliomelite, ora qui vivo e lavoro e non credo che altri meglio di me possano dire chi è davvero padre Fedele.
“Ciao cucciolo mio,
dopo tanti pianti e momenti di abissi d'ira che affondano il mio cuore, finalmente trovo la forza per scriverti. Come vorrei stare lì, al tuo fianco in questo momento.
Quale momento di grande idiozia attraversa la mente degli uomini! Quale speciale corso di malvagità si è aperto sulla terra? Non posso credere alle menzogne che ti piovono addosso. Nessuno di tutti i tuoi accusatori ha diritto di additarti contro, perché non sanno chi sei. Cerco di capire cosa spinge l'uomo ad essere così crudele. Forse la paura di ciò che non si conosce? Ma forse la risposta è una sola, vale a dire paura di essere travolti dalla forza d'amore travolgente che tu diffondi. Chi meglio di me può dire di conoscerti. Ho provato a difenderti ma la mia voce non è stata ascoltata da nessuno. Era come un eco nel deserto del cuore degli uomini. Prego ogni giorno per te affinché Dio sciolga il ghiaccio che gela il cuore dei nostri accusatori e che gli tolga altresì quella trave che impedisce loro di vedere cosa sei stato capace di fare, quante vite hai salvato, quanti sorrisi hai riportato sul dolce viso di ogni bambino riscaldato dal calore del tuo amore. Al mondo ci sono tante persone che deporrebbero a tuo favore in questa triste situazione se solo potessero parlare. Gente povera che tu hai arricchito del tuo amore. Farò di tutto per difenderti; ma so che nessuno mi lascerà parlare perché la paura più grande dell'uomo è la verità. Soprattutto quando non la si vuole trovare.
Tu mi conosci da quando sono venuta al mondo. Io invece ti conosco da quando avevo sette anni e mezzo, quando l'incrocio del tuo amore e della famiglia C. mi hanno cambiato la vita. Il vostro cuore mi ha permesso di camminare sulle mie gambe ( visto che il polio voleva minare la mia esistenza), il vostro amore mi ha permesso di istruirmi e oggi di essere indipendente perché lavoro. Oggi sono qualcuno grazie a voi. Varie volte mi hai salvato la vita, standomi vicino nei momenti di difficoltà Sei sempre stato il mio angelo custode, che mi ascolta in silenzio, un buon consigliere sei. Sentire la tua voce al telefono e sentirti così triste mi fa molto male. Tu sei sempre stato una roccia forte, non ti puoi abbandonare. Il vero Padre Fedele non si arrenderebbe mai per tutte quelle vite che hai salvato e per quelli che aspettano di incrociarlo nel loro cammino, perché bisognosi d'amore. Non arrenderti. Questa guerra non sei solo a combatterla, in prima linea ci sono io con te. Mi hai insegnato che il vero io è quello che si è, non quello che fanno di noi. Tentano di annientarti, ma sii forte. Ti hanno tolto la parola, ma sta tranquillo, sono qui per prestarti la mia voce. Quello che i tuoi accusatori ignorano è che sono dei deboli. Hanno perso la guerra, perché il loro coraggio si basa solo sulle loro certezze; su tutto ciò che possono manipolare. La tua anima è candida come un giglio appena sbocciato e nessuno mai potrà macchiarlo. Hai rinunciato alla tua vita, quando ancor fanciullo hai detto il tuo si a Cristo, donandoti agli ultimi: si quelli che vengono abbandonati a se stessi: Fai tuo il loro disagio, presti la tua voce a chi ormai ha perso la speranza di trovar orecchio che lo ascolti: ti fai piccolo tra i piccoli, commuovendoti per ogni sorriso che come arcobaleno nasce sul volto di ciascuno di loro. Un lebbroso considerato dagli altri un soggetto da emarginare, ai tuoi occhi è un essere umano bisognoso di aiuto e di amore. Cosa ti hanno fatto angelo mio? Chi tenta di spegnere la fiamma di speranza che rappresenti per i più deboli del mondo? Sei stato tradito da chi credevi ti amasse. Non si può predicare amore e coltivare l'odio verso il prossimo. Sono tanto triste. Confido ormai solo in Dio, affinché abbia misericordia dei tuoi nemici. Un solo desiderio ho ancora da esprimere: vorrei guardare negli occhi tutti quelli che ti accusano per fargli vedere quello che il loro odio ha ormai offuscato. Cioè un uomo che dopo una vita dedicata al prossimo, oggi viene trattato come un criminale. Non hanno diritto di calpestare il tuo onore. Lotterò per te, per non rendere vano tutto quello che hai fatto per me e per la mia gente, per ogni africano che hai salvato con la tua opera missionaria. Padre Fedele, non dimenticare questo: tu a differenza dei tuoi accusatori sei una fonte che trabocca e non una cisterna che racchiude la stessa acqua. Non mollare adesso, sii forte. Trascrivi nel tuo cuore che il tuo posto
nella mia vita è nel palmo della mia mano.
Ti dono un bacio affinché possa scaldare il tuo cuore.
Ti voglio bene.

Lidia”

Non fruibili le fermate degli autobus

Caro direttore,
se mi è possibile vorrei ringraziare il sig. Carlo Principe per essersi espresso e sicuramente resosi portavoce tramite questo giornale sulla questione traffico nella città di Cosenza, rendendosi così portavoce di un problema che sta a cuore dei cittadini onesti intellettualmente. Vorrei peraltro aggiungere che quest'anno in occasione delle amministrative non abbiamo visto il solito asfaltare delle strade cittadine, ma abbiamo potuto osservare ed ammirare le stupende pensiline che allietano il paesaggio architettonico di Cosenza. Peccato però che nulla si fa per rendere fruibili le fermate all'utenza pendolare (cittadina e non) ed ai già sfortunati e probabili diversamente abili. Giusto per restare nei paraggi dei luoghi indicati dal Sig. Principe vi segnalo la fermata di fronte la caserma dei fratelli Bandiera o quella di fronte la chiesa di S. Francesco di Paola, le macchine parcheggiano indisturbate nella striscia gialla delimitata per il "BUS". La nuova giunta saprà porre rimedio? Ringrazio per l'ospitalità.
Enrico Turco - Cosenza

Cosenza: traffico da "terzo mondo"

Pregiatissimo Direttore,
non posso che condividere la lettera di Carmine di Rende, il quale ha pienamente centrato il problema -traffico che da tempo assilla la nostra amata Cosenza.
Nell'ultima competizione amministrativa, tutti i candidati a Sindaco hanno posto al primo punto del loro programma la risoluzione del problema. Dubito che la nuova Amministrazione sia in grado di mettere in cantiere scelte coraggiose (perche' di cio' bisogna parlare) per risolvere il caos automobilistico di Cosenza.
Ed ha ragione Carmine quando afferma che proprio i nostri rappresentanti eletti a Palazzo dei Brutii sono i primi a non dare il buon esempio. E' sotto gli occhi di tutti i cittadini come non solo Piazza XV marzo ma anche le strade adiacenti il palazzo di Citta', siano invase dalle auto dei consiglieri comunali o provinciali quando a Palazzo dei Brutii si svolgono i rispettivi Consessi , eppure tali strade sono inibite al traffico ed alla sosta. Ebbene i nostri consiglieri comunali e provinciali, invece di parcheggiare le loro auto a poche decine di metri, nel grande e quasi sempre vuoto parcheggio del Centro DUE FIUMI, fermano le loro auto sotto al portone del palazzo di citta' dando un pessimo esempio e infischiandosi del rispetto delle regole. Sono le stesse persone che, pur di essere eletti, hanno invaso ogni spazio con i loro manifesti elettorali sporcando i muri, le pensiline delle fermate dei bus, le panchine, le cabine telefoniche e quant'altro .
L'educazione ed il senso civico non si acquistano al supermercato o con i voti dei cittadini, ma devono appartenere al bagaglio culturale di ognuno di noi. Qiuesta è la triste realta' in cui viviamo.
In tale contesto è quasi impossibile fare un discorso sull'uso dei mezzi pubblici, sulla creazione di zone a traffico limitato e privilegiare il trasporto pubblico nei confronti dei mezzi privati.
I soliti Comitati Spontanei si opporranno ad ogni tipo di "rivoluzione" ben supportati da questo o quel consigliere comunale il quale, eregendosi a paladino di interessi di categoria, non contribuisce alla risoluzione di problemi che investono tutta la collettivita'.
Vedremo cosi', i rossi bus dell'AMACO imbottigliati nelle strade del centro,le corsie preferenziali, protette e non invase dalle vetture private,le auto sempre in doppia e tripla fila ed i vigili impotenti che fanno finta di nulla.
Con tutto il rispetto per il continente africano, probabilmente neanche a Mogadiscio esiste una realta' così negativa.
Grazie per l'ospitalita'
Carlo Principe

Tutto il mondo è paese

Egregio Direttore,
ancora una volta Le chiedo ospitalità per dare una risposta,forse consolante,al Signor Carmine di Rende che si lamenta della cattiva educazione del cosentino medio allorquando si trova alla guida di un'auto.
Purtroppo sono note dolenti che oggi esistono in tutte le città e che nessuna,dico nessuna Amministrazione Comunale prende severi provvedimenti.Se ve ne è qualcuna è veramente una mosca bianca.
Inviterei il Signor Carmine a venire ad Ancona.Nelle ore di punta in pieno centro storico,trova le auto parcheggiate anche in seconda fila che lasciano appena il passaggio alle altre auto in transito.Spesso,nonostante la corsia riservata,i bus sono costretti a fermarsi perchè le auto invadono quasi tutta la larghezza della strada. Ed anche qui i Vigili non si vedono,tranne ogni tanto che arrivano gli ausiliari del traffico.
Come vede,sig.Carmine,tutto il mondo è Paese.Bisognerebbe cambiare la testa degli italiani,ovviamente dei meridionali ancor di più di quella dei settentrionali.
Per chiarezza dico che chi parla in questa maniera è un cosentino che veramente ha girato tutta l'Italia e negli ultimi anni,in qualsiasi posto si trova,dove più e dove meno nota sempre l'illegalità.
I Vigili Urbani che magari fingono di non vedere non sono solo a Cosenza - a parte il fatto che vi sono stato lo scorso mese di novembre ed in due giorni che ho girato la Città NON HO VISTO NEANCHE L'OMBRA DI UN VIGILE URBANO.Ma a Cosenza esistono?
La stragrande maggioranza dei cosentini credo che voglia una città bella,ordinata,pulita,amante degli animali,con i mezzi pubblici funzionanti a dovere.Ma,purtroppo,esiste quella minoranza che, come in tutte le città di questo mondo,danneggia l'immagine cittadina all'esterno.
Egregio Direttore,La ringrazio dell'ospitalità e La saluto cordialmente

Antonio da Ancona

Il malcostume dei miei concittadini

Egregio Direttore, si sente sempre parlare di servizi di trasporto inefficienti e di cittadini esasperati. Chissà mai se qualcuno si è chiesto perché i servizi, pubblici e privati, sono costantemente inadeguati e sotto utilizzati. L' unico intervento degno di nota della passata amministrazione comunale fu quello dei cordoli per sensibilizzare il "cosentino medio" ad un uso disciplinato dei propri veicoli a motore e per permettere ai Bus ed ai taxi una circolazione più fluida. Inutile sottolineare come andò a finire. Rivolte di commercianti su Via roma, p.zza loreto, via panebianco, ecc... Come nella peggior città dell'america meridionale, il cosentino medio non ha badato minimamente al valore civico dell'inziativa, ma solo ed esclusivamente al proprio interesse. E così nacquero i comitati contro, nacquero pseudo associazioni di commercianti, ecc.. tutti uniti contro i cordoli. Ora, è chiaro che il cosentino medio non è arrivato mai oltre Paola o al massimo Praia, perché in TUTTE le città con un minimo di Educazione Civica avrebbe visto che i cordoli sulle strade esistono eccome, sono in cemento (Salerno, Napoli, Bari, ecc...) e se per caso qualcuno cammina nella corsia preferenziale viene immediatamente multato. I varchi di accesso sono presididati costantemente da impianti elettronici ed i vigili non impugnano il blocchetto delle multe come sceriffi con le pistole, ma, pur multandoti in caso di effrazione, hanno sempre comunque un tono pacato e niente affatto arrogante, forte delle convinzione che una legge, per quanto "antipatica" è pur sempre una legge e va rispettata come tale. Il codice della strada proibisce il parcheggio in doppia fila (figurarsi la terza), a Cosenza il codice della strada non è quello italiano, ma quello dell'arroganza e della maleducazione di migliaia di automobilisti che non hanno nessun senso civico e nessuna forma di rispetto verso il prossimo. Quante volte state in macchina su Viale della Repubblica o su P.zza Bilotti o C.so Fera ed all'improvviso la macchina che avete di fronte si ferma in mezzo alla strada e parcheggia?? E guai a dirgli che non può comportarsi così e che è un incivile, si rischia persino di finire in ospedale perché, il solito cosentino medio, non tollera che qualcuno possa offenderlo e dirgli la verità, no. Il cosentino medio è divenuto benpensante ma poi è tranquillamente il primo fautore d' illegalità. L' illegalità non è solo la mafia, l' illegalità siamo noi, coi nostri atteggiamenti mafiosi: "va compà, camina avanti ca ca c'è du miu....", l' illegalità è vedere il cittadino che se ne frega se una st rada ENORME come via Misasi diventa addirittura ad una corsia in certe fasce orarie, con l' avallo, oltretutto, dei vigili (scuole medie/elementari Via roma). Chissà mai se il cosentino medio è stato mai a Zurigo o a Londra o anche solo a Siena o Pordenone, e se ha avuto modo di constatare come sia più fluida la circolazione o come siano certamente più disciplinati automobilisti e tutori del servizio pubblico. Purtroppo dispiace ammetterlo, ma il cosentino medio e ignorante e poco preparato alla cultura civica, il bene comune evidentemente non interessa oppure l' educazione civica non è stata mai insegnata a nessuno di noi e quindi adesso non siamo in grado di comprenderla. E badate che siamo tutti così, anche i tanti osannati e venerati uomini politici della nostra città (davanti al rendano non si può parcheggiare, ma le auto blu dei pezzi grossi sono sempre lì e nessun vigile le multa). Vorrei che si smettesse di vantarsi di avere cultura e socialismo in questa città, e si cominciasse a guardare i problemi dal lato giusto. In fondo ogni paese ha la classe dirigente che merita, se non c'è governo in grado di far rispettare le leggi è perché i governanti li abbiamo scelti proprio noi, che le leggi invece di rispettarle le "interpretiamo" a nostro piacimento.

Carmine - Rende

Per una Cosenza migliore

Salvatore Perugini è dunque il nuovo sindaco di Cosenza. Al di la' di quelle che sono le idee politiche di ognuno, tutti i cittadini di Cosenza non possono che fare gli auguri di buon lavoro all'avv. Perugini e sperare che la citta', dopo un perodo di assoluta immobilità per le note vicissitudini amministrative che hanno portato all'arrivo del Commissario Prefettizio, possa iniziare un nuovo cammino di progresso.
Il lavoro che attende Perugini non è facile, lo sappiamo tutti, ma gia' nelle sue prime dichiarazioni, possiamo affermare che è positivo il suo primo impegno istituzionale che lo portera' ad incontrare tutti i dipendenti comunali nonche' i funzionari di Palazzo dei Brutii. Si sa che per una buona amministrazione è fondamentale avere una buona "macchina" burocratica al fine do affrontare e risolvere i problemi cittadini.
Al neo Sindaco la citta' chiede di riportare Cosenza ad un livello di qualita' della vita accettabile. Deve essere un Sindaco che stia poco nelle stanze del palazzo di citta' e molto ' nelle strade, nelle piazze nei quartieri della citta' per meglio rendersi conto dei problemi quotidiani. La risoluzione di tanti piccoli problemi nel loro insieme portano l'immagine della citta' intera ad essere certamente piu' gradevole.
ad iniziare dal verde, ma non solo di quello da realizzare ma delle aree verdi gia' esistenti. La cura degli stessi deve essere costante. La villa vecchia, piazza della Vittoria piazza Giovanni xxiii, piazza Loreto, viale Mancini,il parco Fluviale, hanno bisogno di urgenti interventi di manutenzione.
E' necessario intervenire nella pulizia della citta': e' sotto gli occhi di tutti come sia sporca Cosenza, invasa da cartacce con i , cassonetti della spazzatura sempre stracolmi con le erbacce e i rifiuti che la fanno da padrona sia in centro che in periferia. Bisogna intervenire sulla VALLE CRATI affinche' la pulizia della citta' possa essere piu' puntuale ed efficiente aumentando, magari, i turni, che dovranno essere estesi anche nei giorni festivi e di domenica:
Per non parlare del traffico verso il quale bisogna guardare con impegno e con coraggio. La nostra e' una piccola citta'in cui ci si puo' spostare agevolmente a piedi o in bicicletta: In un territorio di appena 37 kmq esistono gia' 4 grandi parcheggi multipiano sottoutilizzati mentre intorno ad essi prolifera il malcostume della sosta selvaggia. Dunque piu' controllo delle strade, da parte dei dei vigili urbani, un rilancio del trasporto pubblico una organizzazione migliore del servizio taxi.
In tale contesto bisogna estendere le aree a traffico limitato soprattutto estendendo l'isola pedonale di Corso Mazzini sino a Piazza dei Brutii e nelle traverse che si affacciano su di essa e dare la possibilita' solo ai residenti del centro storico, Corso Telesio in primis, di accedere con le auto private.
Esistono varie opere in cantiere che bisogna portare a termine: il ponte di Calatrava, il Planetario, la metropolitana leggera, il recupero e la valorizzazione di numerose aree dismesse nonche' gli interventi nel centro storico.
Il cittadino di Cosenza, quello che non è legato a nessun carrozzone partitico, vuole questo tipo di citta', non ha grandi pretese ma solo un sogno: quello di vivere in una bella gradevole e civile citta'.
Buon lavoro Sig. Sindaco
Carlo Principe

Il Cosenza Calcio 1914

Egregio Direttore,
visto che in questi ultimi giorni si torna a parlare del vecchio Cosenza Calcio 1914 con le chiacchere del signor Corbelli,con la presente vorrei portare a conoscenza dei tifosi cosentini,dello stesso Corbelli,dell'on.Giacomo Mancini che anche il sottoscritto ha inviato un esposto ai giudici della Procura di Napoli sulle note vicende del Cosenza Calcio 1914.
Quanti fossero interessati a contattarmi in merito possono richiedere il mio recapito alla Direzione di Nuova Cosenza.com che è autorizzata a fornirli.
Sono certo che se si uniscono le forze,forse,si riesce a riportare nel calcio che conta il vecchio Cosenza,anche subentrando con un atto di buona volontà,all'attuale AS Cosenza.

Lettera firmata

Ma quale ospedale, senz’acqua da 39 anni

Si fanno tante parole, tante proposte su cosa è meglio per Cosenza. Ho letto anche che si vorrebbe costruire un nuovo ospedale..... Bè io dico una cosa: Nella zona di via della repubblica, si vive senz'acqua!! O meglio per poche ore al giorno!!!!! Una vergogna che dura da almeno 39 anni e cioè dalla mia nascita!!!!! Ogni volta che torno a CASA a Cosenza, bisogna fare i salti mortali per una doccia, per lavare i piatti, per fare una lavatrice!!! Vede direttore, io penso che non bisogerebbe mirare alla luna, ma più semplicemente risolvere problemi già esistenti da una vita....sarebbe un grosso passo in avanti.
La saluto cordialmente.
Piero Costabile, Modena.

Nuovo Ospedale di Cosenza

Leggo con stupore, misto ad una dose non piccola di incredulità, le sconcertanti dichiarazioni del candidato Sindaco avv. Salvatore Perugini, secondo il quale necessiterebbe realizare a Cosenza un ospedale tutto nuovo. A parte il fatto che in materia di edilizia sanitaria, e di sanità in generale, l'ente Comune ha competenze residuali, sconcerta la faciloneria con la quale si lanciano certe proposte. Probabilmente il futuro Sindaco Perugini dimentica che Cosenza un ospedale lo ha già, dimentica che è in stato molto avanzato un programma di ampliamento ed ammodernamento che dura da oltre un lustro, ma soprattutto dimentica che per i cosentini ciò che è importante non sono gli edifici, bensì la qualità delle prestazioni offerte. E su questo campo ritengo che ciascuno degli elettori cosentini abbia la propria opinione, non foss'altro per il livello scandolamente basso della qualità dei servizi offerti dagli operatori sanitari e delle prestazioni, conseguentemente, rese. L'ospedale di Cosenza soffre di una cronica carenza di professionisti preparati ad affrontare le richieste della comunità, il personale medico è stato sempre scelto più per l'appartenenza partitica, che per i meriti scientifici, il personale infermieristico ed ausiliario soffre di carenze d'organico, di preparazione e, alle volte, anche della più elementare cortesia. E che dire delle attrezzature? Mancano i mezzi diagnostici più avanzati e quei pochi che ci sono molte volte sono inutilizabili perchè difettano di manutenzione. La sanità a Cosenza è un tasto molto delicato e doloroso, che si presta facilmente a strumentalizazioni, ma l'utilizzo propagandistico per meri fini elettorali è l'ennesimo insulto rivolto ai cosentini. Ben altro spessore avrebbero avuto, invece, proposte dirette a migliorare la qualità dei servizi medici offerti agli utenti della sanità cosentina, quale, ad esempio, l'istituzione di una facoltà di medicina e chirurgia presso l'Università della Calabria. Un polo di studi universitari, così com'è accaduto in altre realtà calabresi, porterebbe ad una crescita dell'intera classe sanitaria cosentina, con un'offerta di servizi così qualificati da riuscire a rallentare l'esodo dei malati verso i centri d'eccellenza sia regionali, sia nazionali. E' importante, in altri termini, rivolgere la propria attenzione, anche per fini elettoralistici, di più agli ammalati ed alle loro necessità, che non alla realizzazione delle strutture, che soddisfano soltanto i desideri di chi li realizza, a discapito dei servizi, sottraendo risorse all'intera collettività.

Avv. Pietro Romano
Presidente della Delegazione Provinciale ASSOUTENTI ONLUS

……..Ancora Piazza Fera!

Negli ultimi due anni di “non storia “ cosentina abbiamo assistito, come cittadini e come esperti, ad un continuo rimaneggiamento della sfortunata piazza, simbolo ormai del cuore della città, punto d’incontri, smistamento delle direttrici del traffico.
Di codesti continui tentativi di “depistaggio”del “colpo di mano” più grosso, abbiamo registrato tutti i momenti più significativi, fino all’ultimo della creazione di una finta aiuola erbosa che è già una misera isola di spazzatura.
Ma il colpo di mano è stato reso noto solo due giorni fa, quando la notizia della decisione del Commissario è apparsa sulla stampa locale: a piazza Fera, dopo il flop del cosiddetto MAP (museo all’aperto), riparte l’idea di realizzare un progetto nel cassetto, ad opera di imprese private a cui verrebbe concessa l’area, un centro commerciale di grandi proporzioni.
La notizia lascia senza fiato tutti i comuni mortali.
Ci viene subito in mente un vecchio adagio calabrese: “cose alla comune jettale allu jume”.
Così fu un grande errore l’omaggio alla città di questo tormentato quanto sfortunato terreno, da parte di generosi ed ingenui proprietari!
La storia, d’altra parte si ripete: un’area dello Stato come quella della dimessa stazione di Cosenza, spostata a Vagliolise, e non si sa perché, è stata concessa in passato a imprese private che vi hanno edificato un ennesimo supermercato, mancando così un’occasione unica, tra l’altro da me segnalata, di un edificio multifunzioni, pubblico e rappresentativo delle funzioni interne e esterne della gestione cittadina. Seguiva poi una frettolosa realizzazione di Viale parco, (il verde lo vediamo solo sulle colline quando c’è), con partenza e arrivo mai definiti, senza programmi e senza espropri, alla garibaldina come suol dirsi, per poi essere subito dichiarato inagibile al traffico.
Si apre e si chiude insomma un brutto sogno, ma non vogliamo che si riapra una pagina oscura della città di Cosenza come questa di un centro commerciale a piazza L. Fera.
Non ci vogliono esperti per vedere l’inutilità e l’inopportunità di un intervento del genere, ma anche la sua impopolarità, che dimostra quanto distante sia, dal cittadino, la gestione della cosa pubblica.
Questa storia, questa brutta storia, deve essere osservata più attentamente anche dagli organi competenti per la tutela e la salvaguardia del territorio oltre che della città, che è patrimonio comune a tutti i cittadini e che non può essere libera gestione di qualsivoglia feudatario.
I cittadini tutti, ne sono convinto, ragionano con la loro testa ed operano scelte e soluzioni per il destino della loro città; per l’occasione sapranno esprimere il loro giudizio col prossimo voto per il rinnovo del consiglio comunale.
Venanzio Spada - Architetto

Rivendicazione Bruzia

Scusate se firmando farò uso di questo nick name, ma credo sia meglio. Non è importante chi scrive ma ciò che scrive. Io sono un Bruzio doc, un uomo che deve chiedere scusa alla sua città e ad i suoi amici perchè per stupidità ed egoismo ha abbandonato entrambi privandoli, anche se solo di due mani e una testa, soprattutto di un elemento che, comunque, sarebbe stato un Bruzio in più sia nei momenti di allegria che in quelli difficili.
Ho lasciato la città molti anni fa e non per cercare fortuna, ma solo per spirito d'avventura. ho lasciato la mia fortuna nella valle del Crati. Mi sono privato della fredda brezza della sila e del caldo abbraccio dei nostri mari.
Ho sempre avuto una vita di lusso ma da anni non provo il lusso di mangiare una zeppola a S.Giuseppe o di fare due chiacchiere in dialetto con i miei amici d'infanzia.
Seguo sempre la mia città e in molte occasioni ho indossato il rosso e il blù, i colori dei lupi, per affrontare eventi e imprese per offrire alla mia gente, senza che neanche ne fosse al corrente, una sconfitta o una vittoria.
Credo dipenda dal fatto che mi sento di appartenere ad un popolo, che non è ne Italiano ne Calabro è il popolo Bruzio. Io so, che questo senso di appartenenza non è solo mio, che anche se sopito, è vivo nel sangue del popolo a cui appartengo.
C'è stato un momento, negli anni ottanta, in cui mi sono reso conto che il sistema, nella sua veste politica, strumentalizzava il pensiero e le ideologie delle masse giovanili pilotandone i comportamento a scopi politici.
erano gli stessi leaders dei movimenti che vendendosi facevano da garanti fra sistema e gruppi. C'erano anche persone non in vendita e quelli venivano arrestati o costretti alla fuga. probabilmente ciò che scrivo non sarà di facile interpretazione perchè non posso fare una cronistoria dettagliata di quanto accaduto, politicamente, nella nostra città e in Italia negli ultimi 40 anni, ma sintetizzo dicendo che come unica soluzione alla sopravvivenza del mio pensiero politico decisi di rinchiuderlo dentro di me abbandonandone la condivisione con i miei compagni.
Non voglio farla lunga, ma credo che l'unica diga che abbia impedito alla nostra città di rovinare in frantumi si chiami Giacomo Mancini e questo per un semplice dato di fatto: non ci fu gesto da parte di Giacomo che non venne indirizzato prima di ogni altro alla nostra città a Cosenza. Del resto, di tutto il resto potremmo anche discutere, ma tutte quelle infrastrutture che ci permettono di decidere se andare al mare in 20 minuti o a sciare in 30 minuti, o la bellezza rivalutata del nostro antico centro storico noi la dobbiamo a Giacomo Mancini, Non ai Principi della dc o agli Antoniozzi...a Mancini, a Giacomo a nessun altro, perchè lui prima di appartenere a un partito apparteneva al suo popolo: Era un Bruzio e del suo popolo fu capo fino alla morte.
Mancini se fosse stato Fascista o democratico cristiano non avrebbe fatto nessuna differenza, lui usò la politica dello stato per difendere gli interessi del suo popolo, avrebbe fatto lo stesso dietro qualunque bandiera perchè il suo vero simbolo era l'elmo dei Bruzii. Quello che, senza riuscire a trovare la strada, mi sto sforzando di dire è che la nostra città, in questo momento, dovrebbe avere la capacità di scegliere come sindaco un leader che sia tale non necessariamente per la sua apparteneza a un movimento politico istituzionale. Le istituzioni sono a pezzi, gli schieramenti si equivalgono e sono pronti a fare una lotta cruenta sia al senato che al parlamento... ma veramente volete che anche questo avvenga a palazzo dei Bruzii? Non c'è nessuno, che sia in campagna elettorale che capisca che la mossa vincente sia approfittare della confusione che regna a Roma per far si che l'unione dei Bruzii possa rappresentare un esempio per tutti?
Io mi rivolgo al popolo, agli ultras del Cosenza calcio, alla gente del centro storico, alle famiglie di via degli stadi o di panebianco, a tutti coloro che vengono tacciati, con razzismo, di tamarraggine solo perchè gli è stata espropriata la possibilità di essere colti, di raffinarsi, di far progredire culturalmente i propri figli: Ma come disse Al Pacino in Carlitos way: Che ve lo dico a fare... già vi vedo, tutti chiusi nel vostro terrificante individualismo, pronti con due metri di lingua a slinguare il prossimo sindaco chiunque egli sia. Popolo se non ti senti tale non sei niente, sei un piccolo lurido egoista che tira a campare.
Ciao - Bruzia Libera -
Dasil-Dumar

Lo specchio della crudelta’

E’ cosi’ che tutto scivola via insieme al tempo.
Tragedie ,elezioni,campionati del mondo,arresti eccellenti…scandali.
Proprio un periodaccio per i vincitori di ieri.
Berlusconi sconfitto al fotofinish; e dopo il grande recupero di voti ancora sconfitto dai suoi alleati Casini e Fini per quanto riguarda il Quirinale.
Il vincitore Berlusca diventa umano e triste.
Gli onnipotenti del pallone,quelli intoccabili col sarcasmo in dotazione.I signori del pallone ,che ti fanno fuori e ti sorridono,come a dire :”tanto che mi fai?”I dirigenti del calcio,anche giocatori di tennis, con la puzza di aperitivo fittizio.
Quelli che fanno fuori il Cosenza 1914 per un giorno di ritardo e iscrivono la Viterbese e l’Aquila con una letterina.
Quelli che fanno fuori l’arbitro migliore della serie perche’ non sa capire i segnali di fumo di Moggi.
Questi pallonari stanno per aprire gli occhi al dolore che sovente agli altri hanno provocato.
Questi pallonari cinici oggi finalmente si rispecchiano nella loro crudelta’.
E cosi’ tutto si squaglia come il tempo,tuttavia ,un vecchio ditterio mantiene il suo valore:

“Fa bene e scordati,
fa male e pensaci”

Totonno Chiappetta

Lettera aperta al Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso

Ill.mo Procuratore Nazionale Antimafia, Dott. Piero Grasso,
dopo la tappa del "Cammino contro le mafie" a Locri tra il 30 aprile ed il 5 maggio scorsi, abbiamo visto concretamente quella realtà di contrasto netto tra legale ed illegale, tra rassegnazione e voglia di cambiamento, propria di una terra, quella della Locride e della Calabria in generale, che è piegata sotto il potere della 'ndrangheta, figlio di commistioni, convivenze e connivenze pesanti e diffuse, anche grazie ad una influente attività massonica.
La drammatica realtà della ASL di Locri testimonia il livello di infiltrazione e di "collaborazione" del potere pubblico con il potere criminale. I campi sportivi pubblici devastati accanto a quelli privati splendenti dimostra che sono le famiglie mafiose a decidere chi deve guadagnare a danno della comunità e delle nuove generazioni. La cattedrale nel deserto rappresentata dal Porto di Gioia Tauro, con quell'immenso spazio di retroporto inutilizzato, dove le poche navi che attraccano portano quasi sempre carichi di droga e contrabbando, segnano che le Istituzioni sono distanti e non impegnano coerenza ai programmi ed enunciati sullo "sviluppo" nel Mezzogiorno, quale occasione di lavoro e riscatto dei calabresi.
Ma il "Cammino" è stato anche occasione di incontro con realtà di dolore, quale quella delle famiglie oneste a cui sono stati strappati i propri cari dalla violenza, arrogante e barbara, dei mafiosi (affiliati o manovali di quella o questa 'ndrina). Morti lontano dai riflettori, decine e decine di vittime cadute sotto i colpi di assassini senza scrupoli e che hanno lasciato i propri familiari a dover ricorrere ad avvocati cari per poter sperare nella giustizia.
Non portano nomi importanti, molti di loro erano solo ragazzi che volevano continuare a lavorare e vivere la propria terra in modo onesto e libero, altri erano solo ragazzi, dei bambini. Sono morti lontano dai riflettori, senza cariche, sono morti ammazzati e meritano giustizia.
Bisogna fermare la mattanza che colpisce chiunque, che non rispetta nessuno e che decide di santificare con la morte il giorno dei defunti assassinando un ragazzo di tredici anni, unica colpa essere figlio di un rivale, basta così poco per essere uccisi in questa terra del sud. Nell'assenza di giustizia, nella lontananza delle Istituzioni, la mattanza colpisce uomini dello Stato, come gli agenti delle Forze dell'Ordine impegnati nel loro dovere e colpisce chi nello Stato ripone fiducia scegliendo di non tacere, testimoniare e collaborare per aiutare il riscatto dello Stato e dei tanti calabresi per bene.
E' dovere garantirla a ciascuno di loro, alle loro famiglie. Solo quando lo Stato riuscirà a garantire tutto questo, si darà forza alla speranza e voglia di cambiamento. La presenza forte delle Forze dell'Ordine è visibile ma non basta, non incide nella cultura, non spinge a fidarsi dello Stato.anche perché mai tutto il territorio può essere controllato e le morti continuano a venire. Un cambiamento culturale, l'incoraggiamento alla rivolta morale e civile, passa dalla mobilitazione di tutte le forze migliori, dall'indagare su ogni omicidio, non solo su quelli eclatanti o di vittime importanti.
Lo Stato deve dimostrare che i cittadini sono davvero uguali, che la vita è sacra per chiunque. E', infatti, la cultura mafiosa che sancisce ineguaglianze inaccettabili. Lo Stato deve dare il massimo del sostegno e dell'impegno per tutte le vittime e per tutelare, soprattutto, chi non ha ne nomi importanti ne cariche, ma voglia di vivere onestamente, con umiltà e coraggio.
Le chiediamo quindi di mettere la sua competenza e le sue possibilità d'ufficio, consapevoli dell'impegno che già sta portando avanti per il contrasto deciso alle organizzazioni mafiose sia al sud che al nord, per garantire che queste decine e decine di vittime innocenti, come Massimiliano Carbone, abbiano finalmente uno Stato che lavora per tutelarne memoria ed eredità morale e civile, senza abbandonare i famigliari ed i cari che il sangue ha già segnato indelebilmente. E' questo l'appello che Le portiamo e che abbiamo sentito essere l'appello e la speranza dei tanti movimenti e gruppi di ragazzi della Locride che, da semplici cittadini, vogliono continuare ad aver fiducia nello Stato e vivere nella loro bellissima e martoriata terra.
Questa prossima estate saremo di nuovo a Locri, per un campo di studio, divertimento e lavoro, dove "liberaMente", con tanti ragazzi e ragazze impegnati concretamente nel sociale, ci si potrà incontrare e percorre ancora il "cammino" lungo la strada di riscatto e liberazione di questa terra. Speriamo di poter reincontrare i volti dei famigliari delle vittime innocenti e senza fama, con un tratto di speranza ad illuminare gli occhi lucidi e rendere più salda la voce spezzata da rabbia e indignazione.

La Casa della Legalità - Osservatorio sulle Mafie - Genova

Che fine ha fatto l’atletica?

Sono un Italo-canadase e vivo a Toronto nella Provincia dell'Ontario, Canada. Seguo tutto cio` che e' `disponibile su internet sulla citta` di Cosenza in particolare e della Calabria in Generale. Quando ero ancora a Cosenza, sono espatriato nel 1966, oltre ad essere arbitro di pallacanestro ero cartellinato con la SS. San Paolo, Presidente Cav. Flavio, e si svolgevano ogni anno riunioni di atletica leggera a livello provinciale e regionali.Non leggo nessuna informazione di atletica, come mai? forse questa attivita` sportiva non e` degna per essere riportata? eppure mi ricordo che c'erano tante associazioni sportive, leggi Croce Azzurra, la Libertas, la Fiamma, la Memi Vien, ed altre. Sono a conoscenza che l'amico e avversario Enzo Ziviello e` o e` stato presidente della sezione provinciale di atletica leggera fino a pochi anni addietro. Ha mai organizzato una riunione di atletica? Oltre ad essere stato un buon calciatore Enzino era anche un ottimo atleta di fondo assieme ai vari Parise, Pellegrino, Spadafora, Porco, al fratello di Enzino (non ricordo il nome) ed altri.
Sono curioso di sapere che fine a fatto l'atletica leggera a Cosenza. Sono certo che qualcuno mi rispondera` e ringrazio in anticipo.

Saluti. Enrico Toscano - Canada

Ponte Celico superstrada Cs-Kr

Vi segnato lo stato di abbandono in cui versa il ponte di Celico sulla superstrada cs-kr che e' diventato pericolosissimo, tanto che da tempo si transita solo a senso unico alternato.
Visto dalla vecchia ss 106 che porta da Pianette di Rovito a Celico si nota ancora meglio lo stato fatiscente della arcata principale, e mi viene in mente il crollo di questa parte quando il ponte era in completamento. L'Anas aspetta un altro crollo e una tragedia per intervenire ?
un saluto carissimo

Vladimiro – Rovito (CS)

Tutelare il museo all'aperto di Cosenza

Pregiatissimo direttore. sono un cosentino che, per dirla alla Giacomo Mancini, ama profondamente Cosenza. Questa citta, dopo aver vissuta la stagione legata al modello Cosenza, da tempo soffre di una cattiva amministrazione che la rende sporca caotica e direi invivibile. In tale contesto, negli ultimi tempi l'unico sprazzo di luce è stato la continuazione dell'isola pedonale e la creazione del Museo all'aperto grazie alle donazioni di Carlo Bilotti. Tale importante avvenimento, forse non e' stato, negli ultimi tempi,particolarmente apprezzato. Basta vedere gli sfregi subiti da alcune opere d'arte ed incredibilmente trascurate dalla burocrazia comunale che, a distanza di mesi non è intervenuta per riparare i danni subiti. Bilotti, dopo l'iniziale entusiasmo, probabilmente è il primo a dispiacersi di tale situazione, tant'e' che dell'annunciata opera di Rotella "Il Lupo della Sila" si sono perse le tracce. Le opere esistenti sono ancora posizionate su basamenti provvisori di l egno e prive degli annunciati sistemi di allarme. Cosenza sta' perdendo una occasione importante per fare un salto di qualita' dal punto di vista culturale. Speriamo che il prossimo Sindaco metta in primo piano un rilancio ed una migliore conservazione del MAP e , perche' no, il prolungamento dell'isola pedonale sino a Piazza dei Brutii.

Carlo - Rende

Complimenti! Ci voleva proprio.

Finalmente un quotidiano on-line! Il mio nome è Alessandro Miceli e faccio a tutti coloro che collaborano alla realizzazione di questo nuovo strumento d'informazione i più sinceri auguri di buon lavoro e di una continua crescita professionale. Spero che sempre più persone possano leggere le pagine di questo giornale, poichè vero strumento per la realizzazione di un'informazione democratica, peraltro accessibile a molti giovani come me in maniera quasi gratuita ed immediata. Spero che questo giornale possa diventare sempre più un mezzo per una piena realizzazione del diritto di opinione anche attraverso la creazione di un'ampia comunità interattiva.

Alessandro - Carolei

Elezioni a Rende

Si è concluso finalmente, dopo settimane di contrasti e polemiche, il duro conflitto che ha opposto i partiti nel designare il candidato sindaco di Rende. Designazione faticosa e non priva d’amarezza, specie per chi aveva sperato in un candidato unico per l’unione. Purtroppo vediamo com’è finita. Alla domanda forte di partecipazione (vedi primarie per Prodi presidente), si risponde con tavoli che designano i candidati, fatti di poche anche se autorevolissime persone.
La politica diventa: esercitare il potere del comando, cercando di ridurre il numero di chi ha voce in capitolo. Emblematica la tornata ultima delle elezioni politiche, dove il popolo sovrano si riduce ad una croce su un simbolo. E’ tutta la rappresentanza di camera e senato, decisa da qualche decina di persone riunite a Roma. La democrazia e la libertà un surrogato concentrato, capace di implodere per un Mastella qualsiasi.
In periferia, si cerca di stare al passo. Le primarie vere, troppo dirompenti, per valere come regola condivisa, capaci queste si, di produrre un cambiamento di classe politica e di rinnovamento, che non tutti si possono permettere. Strumento addirittura fulminante per un ceto politico completamente autoreferenziale, perché la politica non è da tempo considerata servizio, ma occupazione stabile. Si, stiamo assistendo al disfacimento della cosa pubblica (vedi Cosenza): bisogna avere il coraggio di prendere atto di questa realtà, perché ignorarla e continuare a comportarsi come cosi non fosse non giova a nulla e allontana anzi il momento di una sua ricostruzione.
Rende è vero, rispetto a come si amministra il territorio regionale, ha rappresentato e rappresenta una realtà positiva, come però non notare alcuni segni di cedimento. Anche qui, la politica del mattone sta prendendo il sopravvento. Dalle sue colline spiccano le mille gru d’Arcavacata. Il non contenimento degli insediamenti abitativi, non primari, ma speculativi, avrà una ricaduta anche nella qualità dei servizi. Quello che mi auguro è un voto libero. Usare il proprio voto come una forma di primarie. La campagna elettorale sia il luogo dove le opinioni si confrontano. Dove l’interesse di tutta una comunità costruisce il proprio futuro, senza preclusioni e apostasie per nessuno.
p.s. dopo la stesura di questa nota, ho letto l’intervento di mimmo talarico . Molte cose da lui dette mi trovano sinceramente d’accordo.

Giancarlo Berardi DS Rende


Petizione online per il reintegro di Biagi, Santoro e Luttazzi

L'ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante una conferenza stampa tenutasi il 18 aprile 2002 presso il World Trade Center di Sofia, accusò Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi di avere fatto "un uso criminoso della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti". Berlusconi aggiunse: "Preciso dovere della nuova dirigenza RAI è di non permettere più che questo avvenga", auspicando chiaramente che i tre conduttori fossero allontanati dalla televisione pubblica. In seguito a questa dichiarazione, nota come "diktat bulgaro", il Consiglio di Amministrazione della RAI, con una lettera del 5 agosto 2002, aprì un procedimento disciplinare nei confronti di Michele Santoro e, dopo un duro confronto con il giornalista, confermò l'intenzione di non impiegarlo nel proprio palinsesto autunnale. Da allora Santoro non ha più lavorato in RAI. A partire dal mese di dicembre del 2002 anche "Il fatto" di Enzo Biagi e "Satyricon" di Daniele Luttazzi, programmi che avevano tuttavia ottenuto buoni ascolti, vennero cancellati. Biagi scontava così le sue interviste ad Indro Montanelli e Roberto Benigni mentre Luttazzi veniva punito per l'intervista a Marco Travaglio. A questo punto pare opportuno ricordare che l'articolo 21 della nostra Costituzione stabilisce che "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" e che "la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure". Per quanto riguarda Michele Santoro, inoltre, il Tribunale di Roma, con un'ordinanza emessa nel giugno 2003, impose alla RAI di risarcirlo e di affidargli la realizzazione e la conduzione di un programma "di approfondimento giornalistico a puntate collocato in prima o in seconda serata con dotazione delle risorse umane, materiali e tecniche, idonee ad assicurare la buona riuscita di esso, in misura equivalente a quella praticata per i programmi precedenti". L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, infine, richiamò la RAI "al rispetto dei principi di pluralismo, obiettività, completezza ed imparzialità". In forza di quanto fin qui esposto chiediamo ai vertici di viale Mazzini l'immediato reintegro di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi nel palinsesto RAI, alle stesse condizioni e nelle medesime collocazioni occupate prima della loro epurazione dalla televisione pubblica. Se sei d'accordo con questa richiesta, firma la petizione su http://www.petitiononline.com/rai2006/petition.html

Donne: una risorsa fondamentale!

Oggi si sente parlare molto di donne, sia come casalinghe che come showgirl, attrici, funzionari e dirigenti a qualunque livello.. Ma chi sono veramente le donne? Chi sono queste straordinarie creature mittenti ed allo stesso tempo destinatarie dei più profondi sentimenti umani?Probabilmente una risposta a denominatore comune potrebbe essere la seguente: le donne sono coloro grazie alle quali è stata possibile l'evoluzione della vita umana fin dai tempi della preistoria e non solo perché, biologicamente, non è l'uomo a partorire, ma anche e soprattutto per il contributo, che hanno dato alla società fin dalla "notte dei tempi", costituendo parte integrante dell'umanità in qualunque parte del mondo. La donna è protagonista della vita indipendentemente dal ruolo che riveste. Ed è a partire da tali presupposti che ho sviluppato questo mio intervento, volto ad analizzare, affrontare e suggerire risposte alle problematiche attuali del cosiddetto "sesso debole", ripercorrendo il percorso attraverso il quale si è realizzata la crescita culturale e sociale della donna, sempre più protagonista dei "tempi moderni". Purtroppo, ripercorrendo la storia passata, non si può fare a meno di osservare che il genere femminile è stato fin troppo spesso oggetto di discriminazione sociale e violenze fisiche e psicologiche. D'altra parte, le donne, in molti paesi del mondo, hanno saputo riscattarsi dalla condizione di subordinazione culturale e sociale, lottando contro tali ingiustizie. Ad esempio nel Nostro Paese hanno contribuito significativamente ad iniziare un processo di democratizzazione a 360°, conquistando il diritto di voto il 2 Giugno 1946, votando al Referendum che stabilì la nascita della Repubblica. Da allora si sono avvicendati veri provvedimenti legislativi volti a garantire e tutelare i diritti della donna, al pari di quelli dell'uomo. Nel 1948, tre importanti articoli della Costituzione (3-37-48) rivalutano la donna, equiparandola all'uomo (nel suo s
tatus giuridico), riconoscendole il diritto di voto e rispondendo alla necessità di offrire una maggior tutela e forme di garanzia alle donne lavoratrici. Nel 1975, il nuovo diritto di famiglia sancisce ulteriormente la PARITA' tra uomo e donna definendo uguali diritti e doveri di questi nei confronti della famiglia e dei beni acquistati durante il matrimonio. Queste sono soltanto le prime conquiste di democrazia che le donne italiane, rendendosi partecipi delle questioni d'attualità hanno ottenuto dopo molti sacrifici. Da allora ad oggi la democrazia ha permesso loro di estendere la parità ad altri aspetti della vita pubblica e sociale. Tanto per citarne uno degli ultimi. le donne oggi possono anche accedere ai concorsi pubblici per le Forze Armate, cosa che soltanto fino a qualche anno fa era consentita solo agli uomini. Tutto questo dovrebbe portarci a fare un'osservazione: le donne, nonostante i vari pregiudizi, stereotipi e mentalità retrograde, sono riuscite ad affermarsi nella società così come ha sempre fatto l'uomo. Di ciò non può che essergliene fatto un grande merito, basta pensare con quale determinazione e spirito combattivo hanno dovuto affrontare i grossi e duri ostacoli che si sono posti sul loro cammino. Purtroppo nonostante questi notevoli passi in avanti, anche oggi, le donne sono ancora vittime di una mentalità ancora eccessivamente maschilista che direttamente e/o indirettamente pone dei paletti d'arrivo alle tappe che possono raggiungere. Prendiamo in esame la cosiddetta "donna in carriera": spesso pur dimostrando di saper portare i "pantaloni" non viene ammirata per quello che dimostra di saper fare ma per l'immagine "che rende" all'ufficio che lei stessa amministra, così ogni qualvolta che impegnandosi riesce ad avere un riconoscimento, promozione, o semplicemente un complimento, questi rischiano di essere strumentalizzati come "contentini" a favore di colei che è "disposta a tutto" pur di bruciare le tappe e giungere rapidamente ai suoi scopi. In luoghi di lavoro democratici penso che non dovrebbero succedere MAI cose del genere. La cronaca attuale, purtroppo, smentisce il falso mito del lavoro come "isola felice" mettendoci a conoscenza di tutte le azioni, anche le più meschine, che a volte anche fra stesse donne vengono compiute. Ci si scandalizza quando in TV o sui giornale vediamo le donne con il "Burka". Ma ci siamo mai chiesti se in un paese civile e democraticamente avanzato, una donna che fortunatamente può mostrare il suo viso a chiunque non sia comunque discriminata? A quanto pare, visto l'enorme muro che spesso sbarra il loro cammino. sembra proprio di si! Addirittura non sono rari i casi in cui le donne "in carriera" vengono ostacolate, boicottate, frenate o semplicemente emarginate a causa del timore "conservatore" che esse riescano ad emergere, conseguendo successi anche superiori a quelli attualmente raggiunti dall'uomo. Se vogliamo essere a tutti gli effetti cittadini di un MONDO DEMOCRATICO bisogna abbattere definitivamente l'insidioso muro del pregiudizio, promuovendo e portando avanti tutte le iniziative, anche di sensibilizzazione, a favore delle donne. Peraltro, se, in ogni luogo, esse verranno definitivamente poste nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo in modo dignitoso e democratico, esprimendo al meglio le naturali potenzialità, ecco che, allora, le donne lasceranno un segno positivo ed indelebile per tutta l'umanità. La storia ne è testimone, basti pensare all'esempio di donne come Giovanna D'Arco, Marie Curie, Madre Teresa di Calcutta e Lady Diana; ma anche di tante altre "eroine" dei nostri giorni:
Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Ilda Boccassini, Giuliana Sgrena e tutte coloro che, anche lontano dalla cronaca e dai riflettori, nella riservatezza della propria vita e storia personale, lottano per affermarsi e perché sia garantita loro la possibilità di avere un ruolo attivo e produttivo nella società. Per concludere sapete cosa penso delle nostre amiche? Le donne? Una risorsa fondamentale! Come direbbe qualcuno. se non ci fossero bisognerebbe inventarle!

Nonno Furio, “mi facci il piacere…”

Caro Direttore, vorrei consigliarti di leggere, se ti è sfuggito, l'editoriale, in prima pagina, su l'Unità del 6 aprile scorso, firmato dall'ex direttore di quel giornale e attuale senatore diessino, Furio Colombo, intitolato: «Il caso del GR3, piccolo malaffare». Dove il malfattore sarei, a giudizio di Colombo, proprio io, responsabile, dal 1998, della pagina politica dell'edizione mattutina del GR3. Il mio nome non viene, esplicitamente, citato, ma ci si riferisce, chiaramente, al mio lavoro e alle mie interviste, molto ascoltate dai politici e dai giornalisti. Vengo, astiosamente, attaccato, tra l'altro, per essermi «permesso» di intervistare la azzurra on. Prestigiacomo e di non averle fatto la domanda sul famoso epiteto, pronunciato il giorno prima dal presidente Berlusconi: «Coglioni». Sono definito, dal parlamentare post-comunista, «un intervistatore un po' più schierato di Bondi» e «giornalista festosamente berlusconiano». Per chi interessa : alla Camera ho votato Boselli, scheda bianca al Senato, perchè non mi piacevano i candidati del Cavaliere nella mia regione, la Calabria.
Inoltre, Colombo mi attacca per aver intervistato, dopo la bella e brava Stefania, un deputato di Rifondazione, Franco Giordano, con il bieco fine di «mettere bene in luce il fiele, nell'Unione, dei comunisti radicali». Qui, però, l'attempato senatore si è sbagliato: Giordano non l'ho sentito io, ma una brava collega della redazione politica del Giornale Radio. Caro Direttore, i miei maestri politici, soprattutto mio padre, Giacomo Mancini, mi hanno insegnato a non essere eccessivamente serioso, a cercare, talvolta, di sorridere e di non drammatizzare, mai, gli attacchi politici e le accuse. Ma la chiusa del fondo di Colombo è molto preoccupante e minacciosa, e mi ha spinto a parlartene e a informarne i lettori del Giornale. In pratica, l'editorialista dell'Unità, con un linguaggio tortuoso e allusivo, minaccia immediate epurazioni contro i (pochi) giornalisti della Rai non allineati con Prodi e chiede ai capi del centrosinistra di «liberarci subito del conflitto di interessi», che, a suo avviso, renderebbe tanti giornalisti «succubi e pieghevoli». Non so se il mio spazio radiofonico verrà chiuso e se il diktat di Colombo verrà accolto. A Colombo, ironicamente, potrei rispondere, come fece il prof. Cacciari al mio amico De Michelis, dopo che Gianni lo aveva invitato a iscriversi al Psi di Craxi: «Grazie, compagno, ma sono ricco di famiglia!....». Anch'io mi sento ricco, non materialmente, ma intellettualmente, certo di più del giornalista Colombo, «embedded», a tempo pieno, con l'ala giustizialista e fieramente anti-berlusconiana della Quercia.
Posso, quindi, permettermi, fortunatamente, al contrario di molti miei colleghi più giovani, che in questi giorni vedo in Rai molto tesi e preoccupati, di fregarmene delle minacce e delle intimidazioni. Ma la vicenda, come tu comprenderai, va al di là della mia persona e del mio lavoro al GR3, che sinora mi è stato concesso di fare in libertà, prima da Ruffini e poi da Socillo, e con obiettività. L'attacco di Colombo investe, a mio avviso, la libertà di stampa, e quella di critica, che andrebbero garantite anche a quanti non la pensano come l'ex collaboratore dell'Avvocato Agnelli. Sei d'accordo? In ogni caso, mi premeva informare te e i lettori dell'inquietante debutto, sul fronte Rai e stampa, di un settore, spero minoritario, del centrosinistra.

Pietro Mancini

Cosenza città europea?

Gentile direttore,
è la seconda volta che le scrivo riguardo i problemi della città e a distanza di mesi purtroppo la situazione non è cambiata affatto,anzi è nettamente peggiorata.
Grazie alla bellissima isola pedonale voluta dall'ex-sindaco (non voglio nemmeno nominarla), isola pedonale che ha coinvolto oltre a corso Mazzini gran parte delle traverse non è più possibile nè circolare nè in alcun modo trovare parcheggio in quella zona(si trovano solo i vigili). Ora, con la chiusura del viale Parco(vivissimi complimenti all'amministrazione che all'epoca ha appaltato i lavori)dopo che ci hanno mangiato su un po tutti la situazione è CATASTROFICA. Per non parlare delle buche(farei meglio a chiamarli crateri)che riempiono la nostra città europea e centro di arte e cultura.........ma fatemi il piacere!!Negli ultimi anni si è solo peggiorata la situazione e la colpa a mio parere non è solo dell'ex-sindaco ma allo stesso modo è dei vari Mancini Jr-Adamo e tutta la classe dirigente che ha governato e che ha solo speculato...per non parlare di tutto il resto:lavoro,microcriminalità,degrado sociale,tutte cose di cui l'amministrazione comunale ha fatto solo finta di interessarsi troppo impegnata a cambiare nomi a piazze e vie(sarà per sempre Piazza FERA)e a inaugurare mostre e realizzare il MAP(a mio parere quando si fa una donazione non si chiede nulla in cambio, tantomeno di cambiare il nome a una piazza col proprio).
Comunque sarei contento di vedere alla guida della futura amm. comunale una persona seria, che dia voce ai cittadini e sia interessato a risolvere i problemi SERI(tantissimi) della nostra città. Ma sono sicuro che la corsa alla poltrona è gia scattata, e i nomi sono sempre gli stessi...
Mi scuso per lo sfogo e la saluto vivamente.

Michele - Cosenza

Il lavoro: il migliore antidoto alla criminalità

“Calabria Protagonista “ riprendendo le recenti dichiarazioni politiche a proposito della presenza di “figli di mafiosi” all’interno delle Cooperative della “Valle del Bonamico”, ritiene di esprimere ulteriormente ed in modo ancora più forte tutta la sua solidarietà nei confronti non solo del Presidente del consorzio “Goel”, Vincenzo Linarello ,che coordina operativamente il tessuto delle cooperative nella Locride, quanto soprattutto nei confronti di S.E Mons. Bregantini che di questo straordinario modello, tradottosi in una vera e concreta opportunità di lavoro per migliaia di giovani, è il vero ispiratore. Infatti, Calabria Protagonista, che considera fari di luce della sua azione politica e culturale proprio personalità come Mons. Bregantini e come il Presidente degli Industriali Pippo Callipo, altro straordinario modello di impegno civile e di solidarietà concreta, come testimoniano i gesti e gli appelli di questi giorni; proprio all’indomani del vile attentato mafioso ai danni delle cooperative della Valle del Bonamico, oltre ad ascoltare, con una propria delegazione, direttamente a Locri la testimonianza dello stesso Linarello e di Mons. Bregantini, ha potuto portare a questi calabresi coraggiosi , impegnati per la rinascita della propria terra, non solo la propria vicinanza quanto la condivisione per un progetto comune. Calabria Protagonista, ritiene infatti basilare, quale proposta concreta per far ripartire la Calabria, soprattutto da un punto di vista economico, proprio la “tipicità del territorio” e le sue immense risorse naturali ed “umane”, quale chiave di volta per un vero e duraturo sviluppo della nostra regione. Crediamo fermamente, in tal senso- e le cooperative della Locride ne rappresentano una testimonianza concreta e realmente operativa- che le enormi risorse e ricchezze della Calabria debbano, peraltro, essere gestite da calabresi, ricordando che proprio per le sue immense potenzialità, come sostiene lo stesso Presidente Callipo, la nostra regione, in realtà, può essere più ricca della Lombardia. Venendo quindi alle “esternazioni” dell’On.le Angela Napoli, riteniamo che tali considerazioni oltre a non cogliere la portata straordinaria del modello occupazionale proveniente della Locride, rischiano di creare ulteriori divisioni tra gli stessi calabresi, celando con “furiose e roboanti crociate antimafia” la mancanza assoluta, da parte di un’intera classe politica regionale, di risposte e di proposte concrete proprio sul fronte dell’occupazione e del lavoro, che vedono migliaia di giovani calabresi puntualmente ogni anno, costretti ad “ emigrare” dalla Calabria. In realtà, se fosse vero che tantissimi giovani e figli di mafiosi, fossero realmente impegnati e coinvolti – come sostiene Angela Napoli- a lavorare all’interno delle cooperative della “Valle del Bonamico”, ciò sarebbe una testimonianza ed un segnale straordinario, che dimostrerebbe come l’azione di Mons. Bregantini, e di tutti gli amici del consorzio “ Goel”, abbia cominciato a dare i suoi frutti , le sue “primizie”, spingendo migliaia di giovani a scegliere una strada diversa e piena di luce, rispetto a quella tetra e senza speranze intrapresa erroneamente dai loro padri. Ricordando, poi , all’On.le Napoli che la chiesa svolge missione di salvezza e non di giudizio, vogliamo , infine , sottolineare, che proprio l’unità di tutte le forze, soprattutto in un settore vitale come quello del lavoro, come dimostra la straordinaria rete di solidarietà e d’impegno concreto creatasi in questi giorni attorno alle cooperative della Valle del Buonamico, più di tante inutili quanto sterili polemiche, deve rappresentare il vero obiettivo di tutti coloro che desiderano il riscatto civile e la rinascita della nostra Calabria.

Francesco Precenzano
Coordinatore regionale CALABRIA PROTAGONISTA

Diabetologia pediatrica

Egregio Direttore,
Sono la mamma di un bimbo di nove anni, diabetico insulino dipendente dal 2004.Il diabete mellito di tipo 1 in età pediatrica è una malattia sempre più frequente, e le famiglie si ritrovano dall'esordio di fronte a enormi problemi, non solo legati alla patologia dei loro giovanissimi figli, quali adeguamenti di terapie, formazione necessaria della famiglia, adeguate informazioni, ma ora chi lotta da anni contro questa malattia subdola, si ritrova davanti un problema ancora più angosciante, l'unica, splendida dottoressa diabetologa pediatrica ha raggiunto l'età della pensione, dopo anni di duro e sacrificato lavoro. Si immagini che la stessa dottoressa non ha avuto neanche una stanza dedicata al ricevimento dei suoi piccoli pazienti, e da sola, ha curato centinaia di bambini, spesso arrivati in coma per chetoacidosi. Lei da solasi è occupata di formazione e di assistenza alle famiglie, anche se da sola doveva gestire l'urgenza, le cartelle cliniche, le degenze, i dayhospital,
le visite, la visione dei diari di terapia, l'adeguameto individuale delle dosi di farmaci. Ora la splendida dottoressa andrà via a giorni, e per 112 bambini, senza contare i ragazzi in età non più pediatrica, si pone una domanda: chi sostituirà la cara dottoressa?
Chi avrà cura dei nostri bimbi? Dovremo dunque fare anche noi i viaggi della speranza ad ogni controllo trimestrale verso città più a Nord?
Nessuna speranza per noi che vengano nominati almeno due diabetologi pediatrici all'Ospedale dell'Annunziata? Nessuna speranza per i giovani diabetici affinché venga dedicato un proprio reparto, fosse anche un ambulatorio all'interno della struttura ospedaliera, dove potere usufruire di veri servizi dedicati alla prevenzione delle complicazioni, alla formazione dei genitori e degli stessi bambini?
Perché tutto deve sempre risolversi con una scelta obbligata: andare altrove?
Chi darà noi la possibilità di vivere serenamente una malattia silenziosa e subdola, per cui i genitori, come me, finiscono con l'ammalarsi di diabete di tipo 3, quello inflitto dalla sofferenza invisibile ma reale dei propri figli.
Direttore si parla tanto di sanità, di malasanità, e ora arriviamo alla sua assenza, dove l'unica via di uscita è il " partire ".
Allora chiedo a Lei Direttore, in questo periodo di tante facili promesse, di dare voce alle nostre paure.
Siamo stati noi, genitori riuniti in associazione, a comprare grazie a donazioni, una macchina che evita ai nostri bimbi un ulteriore trauma ad ogni controllo di monitoraggio della malattia. L'abbiamo donata al reparto di pediatria, ma a chi servirà se saremo costretti a curare i nostri figli altrove?
Questa è un appello, un acorato appello alla buona volontà che rivolgo ai vertici della sanità calabrese.
Donateci la possibilità di curare i nostri bambini a Cosenza, in un vero reparto di diabetologia pediatrica. Perché purtroppo siamo tanti, e purtroppo saremo sempre più.I dati sono sconfortanti per il continuo presentarsi di nuovi casi, e se ancora non si è scoperto il perché dateci la possibilità del "come" curare al meglio questi bambini.
Questa è la mia voce, forse non molto serena, ma che chiede , contro le tante iniezioni di insulina che fanno i molti piccoli pazienti dal sangue dolce, un'iniezione sola di fiducia per il loro futuro.

Grazie direttore per questa opportunità.Nella speranza che qualcuno si interessi davvero di questo nostro problema, io porgo a Lei e alla Sua redazione i miei più cordiali saluti.

Gina - Cosenza

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