ARCHIVIO
La via ria
Ho grande rispetto e nutro grande amore
per le mie figlie e per la mia signora .
A loro dedico tutta la mia esistenza
ma alcune volte ci vuol tanta pazienza.
Tre donne in casa , non è certo una festa
spesso mi provocano un grande mal di testa
Grida la madre , rispondon le figliole
....tanto riposo è quel che mi ci vuole!
Ed è perciò che ho comprato casa al mare
dove vado i fine settimana a riposare
Per godermi il bel sole e il suo tramonto
l'ho comperata ed in banca .....ho estinto il conto
E accanto casa ,in quel di Cittadella,
ci ho liberato qualche gallinella.
Coccodè, coccodè , che melodie
eran quei canti per le orecchie mie
che quando in casa c'era gran vociare
io andavo tra le galline a ...comandare !
Quel che non riesco a far con moglie e prole
mi riesce bene con le ...ovaiole.
In quel gallinaio io mi sentivo un re
tra un chicchirichì e qualche coccodè
ma oggi che c'è in giro l'aviaria
lo scettro ho perso e addio ...castelli in aria!
La vita è corta e sporca come la scaletta
di quel gallinaio oramai vuoto e muto
credi di comandar ma che disdetta
con l'influenza il sogno va perduto !
Quello che anche io cullavo è già svanito
ritornerò a fare il padre ed il marito
lascio le abitudini nuove e torno alle vecchie...
ho procurato i tappi per le orecchie .
Quel detto antico allor non è sbagliato
"u cani muzzica sempri aru ...strazzatu "
delmo
Legittima difesa: difendersi non
può essere reato!
Ritorno al Far West? Giustizia fai da te? Licenza d'uccidere? Per
niente affatto. Metterla in questi termini non aiuta a capire nella
sostanza il buon senso della legge appena approvata dal Parlamento.
A mio avviso si sta facendo troppo terrorismo psicologico inutile.
Le energie di coloro che fanno queste critiche dovrebbero invece concentrarsi
ad andare a fondo nella questione, ad esempio si potrebbe analizzare
il fatto che in passato troppe volte tante persone hanno subito processi
ingiusti (che durano anni e quindi ti portano via la salute oltre
che denaro...) benchè loro abbiano reagito come hanno potuto
in una situazione che di certo non potevano prevedere (è ovvio
che se uno sapesse a priori quando viene il ladro farebbe trovare
con la polizia nascosta dentro casa). Nello specifico sembra non si
voglia comprendere un dato di fatto evidentissimo: il delinquente
da parte sua ha il vantaggio che ti coglie sprovvisto ed in quel momento
il panico, la paura, la rabbia sono elementi predominanti che non
si accompagnano facilmente alla migliore delle soluzioni del tipo
"calma e sangue freddo" ma alla necessità di neutralizzare
l'aggressore rendendolo inoffensivo. E' per questi motivi che nell'eventuale
colluttazione nel tentativo di difendersi non si sa mai come può
andare a finire. Ad ogni modo la modifica alla legge di fatto introduce
più diritti e maggiore tutela per coloro che si ritroveranno
per causa di forza maggiore ad affrontare processi assurdi come è
stato finora. Sicuramente parlare di "far west" come fa
certa sinistra ostruzionista non aiuta la gente a comprendere i miglioramenti
della legge ma al contrario porta a pensare, in modo stupido, che
sia più facile la "corsa ad armarsi"... quando invece
le norme per il rilascio del porto d'armi non sono cambiate affatto.
Anch'io ho alcuni dubbi su questa legge però bisogna anche
ammettere che, ad ogni modo, prima sembrava fosse chi subiva una violazione
ad esser meno tutelato di chi la commetteva a danno di altri. Il problema,
secondo me, è che la difesa dovrebbe essere sempre proporzionata
all'offesa, ma a volte (e la cronaca ne è testimone) chi ti
"offende" mira ad annientarti pur di rubarti anche semplicemente
un portafoglio e se ne frega altamente delle reazioni lecite o anche
illecite che il danneggiato potrebbe avere. Bisognerebbe fare in modo
che chi subisce abbia più garanzie e non passi da "impiccato"
ad "assassino". Inoltre penso che la legge dovrebbe prevedere
anche la tutela di chi si ritrova ad essere offeso anche per strada
e non solo nell'ambito della proprietà privata visto che molti
balordi aggrediscono in gruppi ragazze ed anziani indifesi a volte
non limitandosi a rubare ma provocando danni fisici e psicologici
(vedi casi di violenza sessuale e maltrattamenti), in questi casi
è giusto parlare di "eccesso di difesa"?!?! Spero
che grazie a questa nuova normativa i malintenzionati ci pensino due
volte prima di violare i diritti degli altri. Se in passato vi sono
state reazioni estreme da parte degli aggrediti è pur sempre
per colpa degli aggressori, il cui scopo è sempre e comunque
di danneggiare il malcapitato, quindi a mio parere la giustizia dovrebbe
sempre mirare a tutelare chi subisce ed alzare il tiro contro chi
è fuorilegge.
GC - Caltanissetta
Malasanita' a chi rivolgersi?
Il rispetto per chì soffre. Nessuno risponde, nessuno ti ascolta!
Denunciamo il menefreghismo dei dottori e iniziamo a dare ai malati
un pò di rispetto. Il direttore dell’azienda sanitaria
Calabrese in una sua missiva risponde: mi dispiace ma sappiamo che
la struttura ospedaliera di Cariati e carente............,
perché non fare qualcosa per migliorare (penso io)
tanto in dialisi … non c'è mica Lui!
Lettera firmata
Una petizione on line per la Riviera
dei Cedri
"Oggi è iniziata la raccolta online di firme per chiedere
l'istituzione della Riserva marina "Riviera dei Cedri" (Calabria
da Tortora ad Amantea) in modo da proteggere la natura di quei luoghi
che amiamo così tanto (ma da troppo tempo offesi col cemento...è
il momento per noi di fare qualcosa per il nostro mare e la nostra
riviera!) e promuovere lo sviluppo finalmente sostenibile dell'area.
Firmate anche voi , se come spero vi interesserà 'argomento,
e fate firmare... diffondete insomma la notizia tra chi sapete potrebbe
aderire. Potrebbe essere una chance unica per la Riviera ed un'iniziativa
da imitare per altri luoghi (con iniziative che anche io sosterrei).
Potrebbe non servire a nulla, qualcuno potrebbe pensare...ma dopo
tutto non costa molto provare...e noi ci proviamo!!
Ecco la petizione: http://diamanteonline.altervista.org/petizioneparcoriviera/pet2.php
Giovanni – Aversa (CE)
Corbelli si interessi anche degli
animali randagi
Egregio Direttore,
dopo qualche tempo Le chiedo ancora ospitalità e questa volta
per parlare del Presidente dell'Associazione Diritti Civili Franco
Corbelli.
In questi giorni si sta interessando attivamente di Padre Fedele Bisceglia,che
ho avuto modo di conoscere ed apprezzare per le sue opere caritative
a Cosenza e CHE PERSONALMENTE CREDO INNOCENTE NELL'ATTUALE VICENDA
GIUDIZIARIA.
Fin quì penso che sia giusto l'operato di Franco Corbelli.
Però un uomo che si occupa di vicende umanitarie,MI MERAVIGLIA
COME SIA CONTRO ALTRI ESSERI VIVENTI:GLI ANIMALI RANDAGI,sopratutto
i cani,che vagano liberamente per tutta la città e potrebbero
costituire un pericolo per gli umani se affamati e assetati.E visto
che le Associazioni animaliste cosentine fingono di non vedere, il
Signor Corbelli,SE VERAMENTE DICHIARA DI DIFENDERE I DIRITTI CIVILI,dovrebbe
difendere e battersi anche per una giustizia animalista così
come si batte per una giustizia umana.
ANCHE GLI ANIMALI HANNO GLI STESSI DIRITTI DEGLI UMANI.
Mi auguro che il Signor Corbelli legga questa mia e si ricordi che
una sola volta che l'avevo contattato per sapere qualcosa di più
sulla sua Associazione e sulla proposta di portarla anche nelle Marche,la
risposta è stata palesemente negativa.
Antonio Bruno
presidente Assoc.animalista CHICCO & FUFFI- Ancona
Agricoltura, a rischio oltre 100
aziende.
Era il 2002 quando nell’ambito del Piano Operativo Regionale,
venivano presentati, decine di Progetti Integrati di Filiera, i cosiddetti
PIF. Era un modo nuovo di affrontare i problemi del settore in Calabria,
cercare di mettere insieme uomini, mezzi ed aziende per realizzare
delle vere e proprie filiere produttive, dalla produzione alla commercializzazione.
Dal 2002 ad oggi solo una parte dei progetti presentati, sono stati
realizzati, molti altri languono per inadeguatezza degli apparati
regionali o per zoppia della normativa resa operativa. In realtà
non tutte le misure del POR sono state attivate, considerato che molte
di esse sono interdipendenti il risultato pratico è la solita
grande confusione. Certo non tutte le colpe sono addebitabili all´amministrazione
regionale, la situazione del credito ed il rapporto banche-impresa,
in Calabria è anomalo rispetto al resto del contesto Europeo,
ma abbiamo anche il dovere di dire che la classe imprenditoriale regionale,
stessa, è il più delle volte, impreparata a gestire
i finanziamenti ed i processi di sviluppo ed innovazione. Certo in
tutto questo la classe politica regionale ha le sue responsabilità,
nell’accelerare o frenare, in relazione o in corrispondenza
degli appuntamenti elettorali, un malcostume che affonda le sue radici
fin dalla nascita della Repubblica, i tempi poi della burocrazia fanno
il resto, La Calabria è una delle poche regioni italiane, che
ha un’operatività degli uffici finanziari di 4/5 mesi
reali, a parte il lungo black-out Dicembre-Marzo poi ci sono i mesi
estivi, Giugno-Settembre, quando poi ci sono appuntamenti elettorali,
tutto fermo. In questo non idilliaco quadro generale si muovono gli
imprenditori e le loro imprese, che hanno modi e tempi completamente
diversi rispetto a quelli del contesto amministrativo regionale, nel
quale ambito sono costrette a muoversi. Alcuni PIF, in particolare,
che coinvolgono centinaia di aziende, sono in una sorta di incomprensibile
"stand-by", da tempo, aziende che operano in settori importanti
dell’agricoltura e della zootecnia calabrese, come le carni
di qualità certificata, oppure della produzione e lavorazione
dei fichi secchi, che soprattutto nella provincia cosentina rappresenta
una fonte importante di reddito per le famiglie, nonché la
storia di Cosenza stessa, sono in attesa dei decreti di ammissione
ai benefici delle varie misure del POR Calabria. Le strategie politiche
e le lungaggini burocratiche rischiano di creare un danno rilevante
all’economia già debole delle aziende agricole, ma in
alcuni casi potrebbero, addirittura, arrecare danni ingentissimi ed
irreparabili, come nel caso delle oltre 160.000 piantine di fico dottato,
riprodotte e certificate con il supporto dell’ARSSA rilevandone
il DNA, che sono in attesa di essere trapiantate nelle 130 di produzione
che fanno riferimento a 15 aziende di trasformazione tra cui le più
storiche del settore, piantine già pronte e che rischiano di
esser perse se non messe a dimora entro il mese di Marzo 2006. A proposito
proprio del PIF Fico Essiccato del Cosentino a detta del Direttore
Tecnico del Consorzio di gestione del PIF, Dott. Giuseppe Perri, da
contatti avuti con l’Assessore Pirillo, lo stesso conferma la
volontà della struttura regionale di dar seguito all’emissione
dei tanto attesi ed agognati decreti d’impegno per fine mese
di Gennaio in modo da poter affrontare gli investimenti e mettere
in moto la macchina della produzione. Ci ricorda lo stesso direttore
quanto importante sia in termini numerici e storici la produzione
di fichi nella provincia di Cosenza, unica al mondo per qualità.
Ci sono processi aziendali nel manifatturiero ma soprattutto nell’agricoltura
che il trascorrere del tempo rappresenta occasione irripetibile ed
in quando tale cruciale per la vita dell’azienda stessa. Immaginiamo
che nel giro di 2/3 anni una pianta o un animale inizia il suo ciclo
produttivo, un ritardo di pari durata provoca conseguenze inimmaginabili
a tutto il tessuto produttivo, già debole del sistema agricolo
regionale, alcune volte sembra riaffiorare dal passato il fantasma
della legge regionale 2 del 1988, che diventò un vero e proprio
girone infernale per migliaia di giovani Calabresi, e che ha trovato
sbocco solo dopo oltre 12 anni, con una sua ricaduta su un residuo,
sparuto drappello di giovani tenaci e combattivi ma comunque provati
dall’infernale meccanismo politico-burocratico della Regione
Calabria, il ripetersi di situazioni analoghe sarebbe oggi intollerabile,
nessuno pensi di sottrarsi alle responsabilità, dategli da
un ampio mandato popolare.
Giorgio Durante Presidente Calabrialibre e Responsabile CICAS Provincia
di Cosenza
Via Pomponio Leto, un quartiere
senza voce
Gentilissima redazione,
mi rivolgo al vostro giornale per dare voce ad un quartiere di Cosenza
abbandonato da tutti e dalla 6circoscrizione. Il quartiere in questione
è Via Pomponio Leto-Via Tommaso Telesio, un quartiere dove
gli operatori ecologici non lavorano, dove c'è una fogna a
cielo aperto da15giorni ma non si trova soluzione perchè i
condomini litigano, dove c'è un piccolo giardinetto che per
far pulire bisogna tempestare la circoscrizione di telefonate, c'è
un rigoglioso canneto che aspetta la promessa del presidente della
6 di far estirpare le canne definitivamente da1anno, dove c'è
una cabina dell'enel(che affaccia su via degli stadi) il cui cancello,
nonostante le mie migliaia di tel,è sempre spalancato dando
vita ad un bagno pubblico all'aperto e ad un cassonetto dei rifiuti,la
strada è tutta rovinata, i tombini che fungono da canale di
scolo per l'acqua piovana otturati da erba e terra,ci sono due automobili
parcheggiate, di cui non si consoce il proprietario,da un paio d'anni
che attendono le promesse dei vigili da1anno di venirle a ritirare...i
dissuasori che la circoscrizione ha fatto installare all'entrata del
giardinetto attende da1anno il segnale di divieto di sosta perchè
è l'entrata per i disabili ma puntualmente le persone che parcheggiano
la mattina per andare a Catanzaro bloccano il passaggio...è
mai possibile che in una zona compresa tra Piazza Europa e l'uscita
autostradale Cosenza sud esista questo degrado?si stanno e si sono
spesi milioni di euro per rinnovare Cosenza e noi ancora viviamo come
nella vecchio quartiere Gergeri...
grazie in anticipo se pubblicherete la mia lettera
s.a. - Cosenza
Alberelli di Natale a Piazza Bilotti
(Piazza Fera)
Egregio Direttore
Le invio questo mail per segnalare ciò che a me personalmente,
ma non solo, sembra davvero l'ennesimo sperpero di denaro pubblico
nella città di Cosenza. Si tratta di Piazza Carlo Bilotti,
ma non per ciò che riguarda il suo restyling, frutto di una
scelta che può essere condivisa o meno, ma del fatto che nonostante
il periodo di festività sia trascorso ormai da un pezzo, continua
ad avere gli alberelli illuminati come se fosse ancora Natale. Questo,
almeno, fino a venerdì sera. Non è una ricerca di colpevoli
( in questo momento sarebbe come sparare sulla Croce Rossa), ma almeno
ci vorrebbe la decenza di rendersi conto che siamo al 23 di Gennaio.
Grazie
Lettera firmata
Vorrei una campagna elettorale con
la gente, con i cittadini.
Dalla campagna elettorale in corso è sparita la vita della
gente, In Italia la vittima della politica in questo momento è
la verità quotidiana di milioni di persone, con i loro problemi,
e bisogni. Nel gran calderone di veleni, inchieste, accuse, sospetti,
non c'è tempo e la voglia considerare i problemi dei cittadini
italiani, che devono mandare i figli a scuola, anziani con pensioni
sempre più assottigliate e sempre più soli, lavoratori
dipendenti sempre più in difficoltà, sempre più
precari, milioni di cittadini che non c'è la fanno più
ad arrivare alla fine del mese. Certo il centrodestra, siccome non
ha saputo mantenere le promesse fatte agli italiani, e che la situazione
in questi 5 anni di governo del centrodestra, è peggiorato
quasi tutto, dai servizi, alla sanità, all'assistenza, alla
scuola, alle pensioni, agli stipendi dei lavoratori, ai trasporti
ferroviari, alle poste, all'economia, hanno tutto l'interesse a trascinare
lo scontro politico ed elettorale, al di fuori dei problemi reali
della gente. Rivolgo un sentito e forte appello ai D.S., al centrosinistra,
all'unione, ad uscire in fretta dal quel gioco velenoso e penoso,
che siete stati trascinati, ve lo chiedo per bene d'Italia, per il
bene della gente, per il bene di tutti i cittadini. La campagna elettorale
dovrebbe essere fatta con grande intelligenza e rispetto, in mezzo
alla gente e con la gente, su temi concreti, dal fisco, per portarlo
più equo e per pagare meno e pagare tutti, ci sono troppi evasori,
troppo lavoro sommerso, troppa illegalità, dalle pensioni,
per renderle più dignitose, che si possa arrivare a fine mese,dalla
sanità, per abolire gli odiosi tickes sulle prestazioni, e
superare le liste di attesa, rendere la una sanità migliore,
e che il diritto alla salute sia garantito a tutti i cittadini in
uguale misura, all' assistenza, perché sia istituita quella
rete di servizi sul territorio che la legge prevede, a favore delle
persone più bisognose, anziani, disabili, handicappati, bambini,
per una scuola più qualificata, più efficiente, e che
il diritto allo studio sia garantito a tutti i cittadini, trasporto
ferroviario che è diventato un vero disastro, incidenti, ritardi,
sporcizia, va urgentemente migliorato, per il lavoro insicuro, precario,
che ormai non se ne può più, per i giovani e anche per
i meno giovani, diventa tutto precario, perfino farsi un minimo progetto
di futuro per la propria vita, la sicurezza sui posti di lavoro, va
fatto molto di più per prevenire gli infortuni. Certo anche
l'illegalità diffusa , la corruzione, è un grosso problema
italiano, ma lasciamo che siano le forse dell'ordine, la magistratura,a
svolgere il loro compito, il loro dovere, e la gente onesta e per
bene come i D.S. non devono avere nulla da temere. Il voto è
un grande evento democratico, fate in modo che la gente, arrivi al
voto serena, informata correttamente dei programmi, arrivi preparata
e libera. Allora cari D.S. cara unione, abbiate più coraggio,
date il buon esempio, andate in mezzo alla gente e con la gente, a
fare la politica,a fare la campagna elettorale, assieme alla società
civile, al volontariato, alle associazioni, fate la vostra parte,
il vostro dovere, andate sui posti di lavoro a sentire gli operai,
negli ospedali a sentire gli ammalati, nelle università a sentire
gli studenti universitari e professori, nelle scuole di ogni ordine
e grado per sentire gli studenti e insegnanti, nelle case di riposo
a sentire gli anziani e il personale, nei mercati e supermercati a
sentire la gente come deve fare la spesa, sui treni a sentire i viaggiatori
i pendolari e il personale, andate nelle piazze, in ogni luogo dove
ci sia un cittadino da ascoltare, con problemi e bisognoso. Se farete
questo renderete alta la politica, alta la democrazia , alta la nostra
civiltà, alta la nostra libertà, nell'interesse generale
di tutti i cittadini italiani e del paese, e renderete onore alla
nostra bella Italia, la gente sicuramente vi premierà.
Francesco Lena - Cenate Sopra (Bergamo)
Circoscrizione San Vito, lascia
o raddoppia?
Nella serata di sabato un nuovo triste primato per la VI Circoscrizione,
la rapina doppia. Due esercizi commerciali contigui ed isolati su
viale Marconi (ex-SS 19 bis) assaltati contemporaneamente nell'incuranza
delle decine di clienti presenti. Negozi isolati, come isolati vivono
gli abitanti dei quartieri che li circondano, e che per strada commentano
a caldo: "magari domani leggiamo che aumentano i poliziotti di
quartiere dentro Cosenza"; dicono da sempre "dentro Cosenza",
magari riferendosi al "salotto buono" del MAP, quasi a voler
esprimere a parole la coscienza del fatto che i loro quartieri sono
"off", fuori dalla città. Una cosa è certa,
la Circoscrizione San Vito si sta svuotando. Basandosi sul dato statistico
universale e quindi incontrovertibile, cioè confrontando gli
ultimi due censimenti della popolazione, scopriamo che in 10 anni
i residenti della Circoscrizione San Vito sono diminuiti del 27%,
a fronte di un calo del 16% di tutta la città. Per capirsi,
se tutta Cosenza avesse seguito il trend della sua VI Circoscrizione,
la popolazione legale odierna sarebbe di oltre 10.000 abitanti in
meno! Ma c'è altro. Chi resta, è sempre più vecchio
e si trova sempre più a vivere in un quartiere dormitorio,
degradato urbanisticamente e socialmente. Perché da anni qui,
da parte delle amministrazioni, non si spende un soldo, e chi rimane,
salvo rare eccezioni, è giusto perché non può
permettersi di andare via. Quindi, c'è una specie di selezione
sociale delle classi più disagiate. Inutile dire che il disagio
è compagno di strada della devianza. Fatti: considerando solo
la parte alta di via degli stadi (dove esiste ancora un gruppo di
vetrine commerciali non sparse), solamente dalla fine dell'estate
abbiamo visto chiudere bar, fioraio ed ortofrutta. Una popolazione
che vive in quartieri nati in blocco e privi di servizi, vede scomparire
anche quei pochi aperti. Il quadro in prospettiva è quello
di un quartiere di pensionati che non potranno andare nemmeno a fare
la spesa sotto casa. Il contratto di quartiere II, presentato come
la futura svolta è uno di quei progetti che, come la storia
delle opere pubbliche in Calabria ci insegna, o si incarnano nelle
realtà socio-economiche reali del territorio o probabilmente
servono più a chi li realizza che ai destinatari. È
su queste ragioni che chi gioca sulla pelle della città deve
riflettere, per poi prendere formalmente atto del fatto che c'è
una parte di questa città del tutto ignorata negli ultimi anni
e che non può più permettersi di aspettare. Ci deve
essere un impegno solenne e pubblico seguito da fatti. La situazione
ha superato i livelli di guardia. Vogliamo politiche etiche di sviluppo
delle periferie, e per la Circoscrizione San Vito fra tutte. Politiche
fatte di opere concrete e tangibili, con investimenti di risorse finanziare
e culturali adeguate ad avere quartieri non migliori degli altri,
ma in condizioni di vivibilità pari a quelle degli altri. Vogliamo
uscire dalle nostre case per "essere a Cosenza" e non dover
"andare a Cosenza", e che si spenda per noi tanto quanto
è stato speso in altre zone della città.
Movimento Risveglio Popolare – Quartiere San Vito - Cosenza
La Polti e i posti di lavoro in
provincia di Cosenza
Leggo la notizia della chiusura della Polti di Figline Vegliaturo
e mi dispiace tanto per chi perde il lavoro. Ma voglio far notare
ai politici calabresi ed ai cittadini che la più grande ed
importante azienda di Cosenza e della Calabria, La Cassa di Risparmio
che ha dato lavoro a generazioni di calabresi da quasi 150 anni per
latitanza politica e inettitudine sindacale è stata rubata
a Cosenza da Bari. Il fù compagno Demattè allora presidente
di Carical e di Caripuglia per salvare la Caripuglia ha fuso in CARIME
le Casse di Cosenza, Bari e Salerno. Oggi a Cosenza non resta più
niente anche se la sede legale è qui gli uffici di direzione
sono a Bari.
Lettera Firmata - Cosenza
Sicurezza dell'Ufficio dove hanno
sede le Agenzie delle Entrate e del Territorio
Nel corso degli incontri tra Organizzazioni Sindacali e Parte Pubblica
che si sta svolgendo presso il ns. Ufficio e che ha per oggetto la
disciplina dell'orario di lavoro e di servizio in occasione dell'entrata
in funzione della rilevazione elettronica delle presenze, è
emerso una problematica relativa all'eventuale apertura e chiusura
dell'Ufficio.
Mi spiego meglio: nel caso si dovesse attuare - come mi auspico si
attui - l'orario flessibile - peraltro grande conquista del lavoratore
- si porrebbe il problema di come aprire l'ufficio la mattina presto
(alle 7,00 oppure 7,30) e come chiuderlo la sera (alle 18,30 oppure
19,00), in quanto l'Agenzia delle Entrate non ha né un custode
né, pare sia possibile - per quanto affermato dalla parte pubblica
- adottare un sistema di vigilanza per mancanza di fondi destinati
a tale scopo.
A questo si aggiunga la pericolosità assoluta di una strada
- via Popilia - che per i più sembra essere una filiale dell'autodromo
di Monza, per cui, attraversare - non ostante le vistosissime strisce
pedonali bianche e rosse - diventa un'avventura sia per gli impiegati
che per il contribuente.
Risultato: chi dovesse adottare l'orario flessibile e trovarsi ad
uscire entro le 18,30 o entro le 19,00 - cosa consentita dal ns. CCNL
- si troverebbe in una situazione di scarsa sicurezza, vuoi per l'assenza
di una qualsiasi forma di sorveglianza, vuoi per i suddetti rischi
di attraversamento pedonale.
E questo, non ostante che, appena aperto il nuovo ufficio, nel marzo
del 2004, la sorveglianza era presente. Adesso, che l'ufficio lavora
a pieno regime, a quanto pare, la sorveglianza se la devono fare da
sola gli stessi impiegati.
Affermare, che "non ci sono i soldi" per un custode o per
una sorveglianza, evince una conduzione politico-amministrativa, che
parte dall'alto, totalmente irrispettosa nei confronti dei lavoratori,
il cui valore viene ormai misurato come "risorsa", al pari
di una qualsiasi materia prima di natura estrattiva (leggi ad es.,
petrolio o carbone).
Cosa aspettiamo? Che qualche collega venga aggredita da uno dei tanti
balordi che girano, o che al front-office qualche utente esasperato
lanci bottiglie al vetriolo sui lavoratori? O che qualche aspirante
Shumacher ponga fine alle sofferenze di qualche lavoratore-contribuente
mentre si reca a fare fotocopie all'edicola di fronte l'Ufficio?
Ai Dirigenti delle Agenzie delle Entrate e del Territorio non si può
che segnalare l'urgenza di adottare un valido sistema di sorveglianza,
sollecitando, chi di dovere, a stanziare i fondi necessari.
Alle Autorità Locali non si può che segnalare l'esigenza
improcrastinabile di dotare la zona di una segnaletica adeguata (semafori,
rallentatori e quant'altro).
Nella speranza che quanto ho testè segnalato venga recepito,
e nella speranza che, per recepirlo, non si debba attendere qualche
infortunio e la conseguente inchiesta e poi si debba dire: "ve
l'avevamo detto!!".
Buon anno a tutti.
Firmato:
IL SEGRETARIO DELLA SEZIONE AZIENDALE SALFI DELL'AGENZIA
DELLE ENTRATE DI COSENZA
Giovanni Caputo
A proposito di false promozioni
Il giorno 04/01/06 mi sono recata all'ipermercato sito in Cda Pantoni
Montalto uffugo (cs)e ho acquistato due lenzuola di sotto e due coppie
di federe allettata dall'invitante cartello di promozione recante
la scritta "Più acquisti Più risparmi" indicante
lenzuolo euro 6,90 cadauno, lenzuolo euro 5,45 cadauno per l'acquisto
di due, lenzuolo euro ... cadauno per l'acquisto di tre, lo stesso
per le federe si indicava euro 3,90 cadauno per l'acquisto di una
coppia ed euro 3,25 per due coppie. Alla cassa invece alla merce acquistata
non è stato praticato lo sconto dichiarato dal cartello della
promozione, benchè lo avessi fatto presente ,così pur
avendo acquistato due lezuola di sotto le ho pagate al prezzo di euro
6,90 cadauno anzichè 5,45 cadauno e così per le federe.
Faccio presente tale fatto non per l'esigua somma pagata ed il relativo
risparmio ma per essere tutelata come consumatore .
Distinti saluti
Rosetta Felicetti - Rossano
PS: Sono in possesso dello scontrino fiscale.
Cosa succede all’acqua a Cosenza?
Vorrei sapere cosa sta succedendo alla rete di distribuzione dell'acqua.
In poche settimane continuamente viene sospesa l'erogazione, improvvisamente
e senza che nessun sistema di trasmissione delle informazioni ne faccia
partecipi i cittadini. Non in ultimo il 31 di dicembre è mancata
per tutto il giorno ed è arrivata alla mezzanotte. Gradirei
avere ulteriori delucidazioni. Grazie
F.A. – Via Popilia – Cosenza
Cara Lettrice,
è una domanda che ci siamo posti anche noi e che giriamo volentieri
all’Amministrazione comunale che, ad onor del vero, sta chiedendo
lumi alla Regione. Anche qui un nuovo teatrino? Speriamo di no. L’acqua
è un bene primario prezioso, ma mai come in questi tempi a
Cosenza sta accadendo di tutto e di più. Speriamo nel buon
senso degli Amministratori.
Procal, il solito bidone?
Ormai siamo abituati, la maggior parte degli investimenti finanziati
in Calabria, sono dei veri e propri bidoni, dei pacchi, come era uso
fare a Napoli nel primo dopoguerra. Ma, attenzione il pacco non è
fatto alle istituzioni, come generalizzando ci si vorrebbe far credere,
ma soprattutto alla gente di Calabria, ai disoccupati e ai pochi seri
imprenditori. Le istituzioni sono spesso colpevolmente distratte e
forse pure colluse, a tutti i livelli, da chi istruisce le pratiche,
ai valutatori ministeriali o di importanti istituti bancari, agli
organi di polizia e di controllo, spesso troppo impegnate a braccare
le piccole attività commerciali, per poi calarsi grosse fette
di prosciutto sugli occhi davanti ai grandi investimenti, spesso truffaldini.
La storia proprio dei grossi investimenti in Calabria è una
sequenza impressionante di truffe, dall´Isotta Fraschini alle
Ferrari. Capannoni vuoti o pieni di attrezzature ricondizionate pagate
per nuove a conniventi aziende del nord, beni di investimento oggetto
di diversi contributi, sovrafatturazioni ecc. ecc. la casistica è
impressionante per numero e per fantasia criminale. E’ molto
facile in questo humus, che si inseriscano attività di pura
criminalità, come pure coacervi fatti da professionisti, politici,
faccendieri e pezzi dello stato altrettanto criminali. Certo di tutto
questo non ne beneficiano la maggior parte dei poveri Calabresi, ma
pochi appartenenti ad un mondo associativo tutto da leggere ed interpretare.
Noi di Calabrialibre ci interroghiamo sgomenti, aspettando risposte
serie dalle istituzioni, ma una domanda su tutte ci tormenta: come
sia possibile che mentre su uno stesso territorio alcune aziende insediate
con contributi pubblici, che operano in un settore innovativo stanno
per essere liquidate, senza aver mai prodotto nulla o quasi, altre
stanno per partire, con gli stessi imprenditori e operanti nello stesso
settore e pure con nomi assonanti ed affini. Gli organi di controllo
che sappiamo hanno varcato le soglie di queste aziende fantasma, hanno
accertato che tutto fosse in regola? La magistratura ha dato uno sguardo
alle carte, o meglio ancora alle strutture? Ma nessuno si è
chiesto come mai un´azienda chiude mettendo in mezzo ad una
strada decine di giovani Calabresi, mentre un’altra rinasce
a poche decine di metri, sempre con fondi pubblici, con sempre gli
stessi personaggi dentro o con prestanomi. Il buonsenso ci dice che
qualcosa non quadra, ma possibile che non quadra solo a noi? ai politici
che hanno sponsorizzato Procal, quadrava? agli istruttori, ai valutatori,
agli organi di controllo quadrava tutto? Nessuno è così
ingenuo da crederci, proprio nessuno. E´ venuto il momento di
scoprire le carte, che come al solito sono tre, questo è l´unico
gioco che un certo mondo professionale, imprenditoriale e politico
ormai fa da 50 anni, impuniti, tanto il gioco delle tre carte è
solo un gioco, ma purtroppo, non per le vittime. E tra le vittime
la prima a cadere è la legalità, poi tutti i Calabresi
onesti, basta con le illusioni, questa politica ha portato la Calabria
sull’orlo del baratro, allineata con le regioni più povere
del Mediterraneo, con un’altissima percentuale di famiglie sulla
strada della povertà, molte altre per ora si salvano solo grazie
alle pensioni dei nonni. Un meccanismo, quello del sostegno comunitario
che ha arricchito solo pochi, e che ha invece depauperato i più,
il bilancio di oltre 50 anni di questa gestione, al di là del
colore politico è una regione, ultima per gestione dell’ambiente,
ultima per reddito, ultima per i servizi pubblici e sanitari, ultima
ancora per numero di occupati, e prima solo per numero di analfabeti,
ci saranno dei responsabili di tanto sfascio, non sono forse gli stessi
che consentono le allegre iniziative economiche oggetto dell’articolo?
Calabrialibre propone un workshop al quale sono invitati tutti i politici,
vecchi e nuovi per fare un bilancio degli ultimi 35 anni di amministrazione
regionale e valutare la ricaduta in termini di rapporto costo-benefici
di 35 anni di aiuti governativi e comunitari.
Giorgio Durante Presidente Calabrialibre
Lettera aperta al Sindaco di Cosenza
Cara Sindaca,
in merito a diverse situazioni incresciose che si stanno verificando
nella nostra città e non avendo ricevuto risposta dai suoi
collaboratori, Le scrivo.
Parto dal MAP (o Mab???), che non è l'oggetto della discussione,
ma che tiene legati i diversi "oggetti" delle mie osservazioni.
Vengo al dunque.
Da quando il museo all'aperto sta occupando troppe pagine dei giornali,
lo stesso è diventato inviso a molti cittadini. Il primo "oggetto"
è la video sorveglianza. Capisco la necessità di salvaguardare
le opere, ma non capisco come una telecamera possa evitare che una
statua possa essere imbrattata, rovinata o peggio ancora agghindata
da qualche buontempone. Non credo che un occhio elettronico possa
risolvere i problemi, anche di ordine pubblico, il problema si risolve
inondando di persone le strade, creando coscienza, iniziative... Non
sarebbe forse il caso che quelle centinaia di migliaia di euro fossero
utilizzate per creare occupazione "intorno" al Map?
Un'altra situazione che il Map si trascina dietro è la scelta
di associare l'inaugurazione della seconda parte del museo ad un evento
"culturale" molto discutibile. Come già in molti
sanno il 29 dicembre passerà anche a Cosenza la fiamma olimpica,
simbolo di pace, tolleranza, giustizia, libertà, solidarietà
e uguaglianza tra i popoli e gli individui, in vista delle olimpiadi
invernali di Torino. Più che chiamarla olimpica, mi viene di
chiamarla ossidrica, leggendo tutto il fardello che il fiaccolone
si trascina dietro. Si va dallo sponsor macchiato di sangue, alla
distruzione ambientale, alla collusione mafiosa legata ai diversi
soggetti che promuovono i Giochi in Italia. Spero che queste cose
non le abbia letto solo io. Le Olimpiadi sono strettamente legate
ad una incantevole ma alquanto agitata valle, quella di Susa, protagonista
in questi mesi per la straordinaria mobilitazione popolare (come quella
di Cosenza nel novembre del 2002) per impedire la realizzazione di
un'inutile e dannosa opera, il TAV. Come il TAV, il ponte sullo stretto.
E noi siamo contro la realizzazione del ponte sullo stretto, oh no?
Un'altra questione, indirettamente legata al Map, è l'inqualificabile
azione della mostruosa macchina amministrativa comunale che ultimamente
ingurgita tutto ciò che è possibile fagocitare. Mi riferisco
alla concessione di uno spazio pubblico indispensabile per le attività
sociali che si svolgono nella nostra città ad una società
privata. L'ex deposito ferroviario è l'unico spazio della città
veramente polivalente e soprattutto al coperto, in quei 360 metri
quadrati sono state svolte un'infinità di iniziative: concerti,
convegni, dibattiti, scambi, incontri... Mi rattrista vedere che quest'anno
il pranzo di Natale non si possa fare in quei locali, la struttura
di Padre Fedele sarà sicuramente più attrezzata ma così
facendo a mio modesto modo di vedere, l'iniziativa si raggomitola
su se stessa, si chiude a riccio. Mi rammarica ancor di più
sapere che non potrò dare una mano nell'organizzazione di "Fiera
inMensa", che vede migliaia di pasti e calore umano scambiati
nel periodo della fiera di San Giuseppe. Le molteplici richieste di
spazi provenienti dai migranti non sono state prese in considerazione,
allora è vero che i migranti non hanno diritti, neanche nella
"citta' dei diritti umani"!?! Spero di essere smentito.
Tutto questo per che cosa? Lungi da me dal criticare l'iniziativa
di un caffè letterario, ma se la società deve pagare
1.260 euro al mese, anche questo spazio sarà "privatizzato".
E noi siamo contro la privatizzazione, oh no?
Se queste sono le politiche culturali della nostra città, allora
mi sento di criticarle per migliorarle e penso/spero che oltre me
tanti altri.
Saluti.
Francesco Noto
Mafia e " doppiopesismo "
: ma quel pentito è il Vangelo, o un volgare calunniatore ?
Caro Direttore, può lo stesso pentito essere presentato come
la bocca della verità, il Vangelo, quando contribuisce a infangare
la reputazione di politici del centro- destra ed essere squalificato
come un volgare calunniatore, allorchè " canta ",
alla Fiorani, contro deputati progressisti ed editori di giornali
di sinistra ?
La stessa, doverosa cautela, che il deputato dei DS di Palermo, Lumia,
giustamente, chiede alla stampa e ai politici nei confronti delle
accuse mitragliate contro di lui dal pentito Campanella, non dovrebbe
essere estesa alle bordate contro tutti coloro, da Totò Cuffaro
in giù, che vengono, in modo generico, " mascariati "
dai collaboratori di giustizia? E, invece, i giornali vicini all'
Ulivo hanno sparato titoli e articoloni sulle " confessioni ",
che incastrerebbero l' attuale governatore , casiniano, della Sicilia,
ignorando o minimizzando le esternazioni di Campanella contro Lumia
e contro il principe Carlo Caracciolo, l' editore dell' " Espresso
", per la vicenda relativa alla progettazione di un centro commerciale
a Villabate, il paese del boss Provenzano.Oppure, dalle parti dell'
Unione, si intende teorizzare una sorta di " doppiopesismo "
nei confronti delle accuse e delle propalazioni dei collaboratori
di giustizia, a seconda, cioè, del colore politico dei personaggi
chiamati in causa ?
E' molto importante che, alla luce della recente bufera su Lumia,
si affermi, anche in Sicilia, l' esigenza che la distruzione della
credibilità di un politico non arrivi, come accadeva in passato,
dopo il solito pistolotto, a orologeria, del pentito di turno e l'
immancabile avviso di garanzia per " concorso esterno "
in associazione mafiosa. Non ci si può, tuttavia, ribellare
alle presunte ingiustizie e chiedere la doverosa cancellazione del
" concorso esterno " , il " reato di chiacchiera ",
come lo ha battezzato, efficacemente, Giulianone Ferrara, unicamente
quando vengono colpiti gli amici e i compagni di partito. E, al contrario,
tacere, gelidamente, oppure compiacersi - come quasi quotidianamente
fa, sulle colonne dell' " Unità ", il documentato
e incisivo Marco Travaglio- quando i sospetti coinvolgono gli avversari
politici dell' alleanza prodiana. Il garantismo non dovrebbe essere
invocato a corrente alternata. Altrimenti, rischierebbe di somigliare,
molto da vicino, al " doppiopesismo ". Grazie, saluti
Pietro Mancini
Venticinque anni dopo il terremoto
in Irpinia
Ventitré novembre 1980
Quel tragico ventitrè novembre
correndo e scherzando per le strade,
una bella giornata di festa
avvolta dentro un tiepido sole.
Pensavo fra un mese è Natale
e quanti ricordi di amici e miei cari lontani,
vola il mio pensiero tra loro
rincorrendosi con la luce, il mio cuore palpita e mi dice,
questo giorno non finisce mai.
Vai speranza corri anche tu tra loro
non chiudere mai il tramonto,
e non fermarti a guardare,
fai che la notte non insegua più il giorno
e fermi il vento che mi porta il pianto,
e le grida di aiuto di quella povera gente.
Michele Bortone - Lugano
Smottamento di terreno a contrada
Ruggiero e nessuno fa niente da 9 mesi
Egregio Direttore,
sono un Suo lettore e Vorrei segnalarLe un grosso problema che è
presente nella mia zona da circa un anno. Si tratta di uno smottamento
di terreno che ha portato via un tratto di carreggiata della strada
che da Portapiana arriva fino al Bivio di Donnici e precisamente nella
zona di C/da Ruggiero che è una frazione di Cosenza é
fa parte della prima Circoscrizione. Lo smottamento di terreno si
è verificato all'inizio dello scorso mese di marzo a seguito
delle piogge cadute in quel periodo è subito ha portato via
una carreggiata delle strada creando notevoli problemi alla circolazione
sia delle vetture e soprattutto a mezzi più "ingombranti"
che vi transitano, maggiormente i bus AMACO e soprattutto gli scuolabus
che viaggiano con molti bambini a bordo. Per ben due volte sono state
installate delle transenne per segnalare l'area pericolosa ed entrambe
le volte sono state rubate da ignoti; altre due volte è stato
installato del nastro bianco/rosso, su dei paletti in ferro, che puntualmente
è scomparso anche per le intemperie e sono rimasti i soli paletti
che rappresentano un ulteriore pericolo per la viabilità. Dopo
circa due mesi il Sindaco, dott.ssa Catizone, si è recata sul
posto accompagnata da altri funzionari comunali ed ha preso visione
delle reale situazione di pericolo ed ha assicurato i presenti circa
un veloce inizio dei lavori e che sicuramente il problema sarebbe
stato risolto prima dell'inverno. E' passata l'estate, è passato
l'autunno ed è arrivato nuovamente l'inverno con le piogge
che aumentano le preoccupazioni di noi residenti perché sulla
stessa strada esiste un'altra frana in C/da Tenimento che ha interessato
la sede stradale e quindi rischiamo di rimanere isolati nel poter
raggiungere la S.S. 19. Ritornando alla frana di C/da Ruggiero mi
chiedo come nel 2005 un'amministrazione comunale non sia in grado
di effettuare un simile intervento tenendo presente che non si è
nemmeno effettuata la cosa più urgente per assicurare i residenti:
la messa in sicurezza. Ho scattato delle foto che sono a Sua disposizione,
nell'eventualità le ritenga utili, nelle quali oltre alla situazione
di pericolo compare, purtroppo, anche del materiale di risulta buttato
da qualche residente che ironia della sorte ha portato un senso di
sicurezza negli automobilisti perché ha delimitato la carreggiata
e ha limitato alla vista il burrone creatosi. Spero in una Sua fattiva
collaborazione per sollecitare l'amministrazione comunale su un problema
molto serio in una frazione che dista solo 7 km dal centro città
e da zone nelle quali si stanno investendo migliaia e migliaia di
Euro per opere sicuramente necessarie ma non urgentissime.
Cordiali saluti
Maurizio Filice
Internet: Il grande “PACCO”
dell´ADSL
Non abbiamo riscontri di come vadano le cose in altra parte d´Italia,
ma in Calabria le cose, dal punto di vista della comunicazione ed
in particolare di Internet veloce, molto male. Una misurazione che
abbiamo effettuato mentre si redige questo articolo (Domenica 4 Dicembre
2005 ore 18.00, centro città di Cosenza, parla di 40 Kbps,
il dato preso con il copia ed incolla, la dice lunga sulla qualità
del servizio. Per non entrare nel tecnico, dobbiamo considerare che
il vecchio collegamento senza ADSL, con il doppino di rame e la classica
presa a tre poli viaggiava a 56,6 Kbps. E allora che accade? tutti
con l´ADSL? Le offerte sono sempre più incoraggianti
ma il servizio peggiora sempre più, una vera e propria truffa.
La nostra associazione Calabrialibre insieme ad importanti associazioni
di categoria si faranno portavoce di questa battaglia che è
anche una battaglia di civiltà. Siamo certi che ciò
che accade in Calabria non si ripete in altre regioni più fortunate
d´Italia, dove esistono altre reti come ad esempio Fastweb eppure
la Sip ora Telecom ha drenato nella nostra regione, ingenti risorse
provenienti dalla comunità Europea. Gran parte degli investimenti
hanno visto la luce grazie all´intervento dei fondi Strutturali
comunitari. Il risultato è veramente deludente, è inutile
promuovere continue campagne di promozione del servizio ADSL quando
alla fine dei conti il risultato è peggiore di un collegamento
normale di 10 anni fa, con quello che si paga e con quello che abbiamo
pagato in termini di mancato impiego di risorse comunitarie in altri
settori, avremmo diritto a ben altro servizio. Tutti i gestori, pur
facendo la guerra dei prezzi, non riescono a fornire un servizio adeguato,
per non parlare poi dei servizi alle aziende, dove abbiamo scoperto,
che condividono con l´utenza privata le connessioni, pagando
peraltro cifre completamente diverse. Capita quindi che al mattino
quando la maggior parte della gente è al lavoro la velocità
di connessione raggiunge i livelli standard di circa 2000 Kbps per
scendere poi nelle ore pomeridiane a livelli del telegrafo di Marconi,
in concomitanza con il ritorno a casa sopratutto degli studenti. Tecnici
dei gestori, ci hanno confermato che in realtà il problema
si pone, perchè il flusso di dati che può trasportare
il cablaggio esistente non può reggere la quantità di
dati richiesti dagli utenti. In pratica è come far uscire da
uno stadio gremito, le persone da un´unica piccola porticina,
si crea la ressa ed il conseguente ingorgo. In pratica hanno messo
su una vera e propria truffa, hanno venduto lo stesso biglietto a
migliaia di persone che non trovano però le poltrone e neppure
le sedie. Siamo peraltro certi che in qualche clausola vessatoria,
di cui sono pieni zeppi i moduli dei gestori della telefonia italiana,
ci sarà scritto che loro non garantiscono l´ampiezza
della banda, anche se nelle campagne di promozione ci bombardano con
numeri roboanti da 640 Kbps a 12000 Kbps numeri sempre più
grandi per un servizio sempre più scadente. Se l´Enel,
gestore della fornitura di energia elettrica, dovesse prendere ad
esempio, ciò che avviene nella telefonia potrebbe capitare
che accendendo una sola lampadina il contatore scatta. Perchè
non fornire all´utente di Internet un servizio adeguato a quando
promesso e pagato? Allora ci viene spontanea un´altra considerazione,
ma i fondi comunitari allora a cosa sono serviti? hanno preso forse
la strada che normalmente prendono i finanziamenti in Calabria? Capannoni
vuoti, attrezzature inesistenti e niente assunzioni? E tutte le risorse
fagocitate dal Piano Telematico regionale, (TELCAL) gestito per anni
dalle stesse persone che oggi si candidano a gestire l´innovazione
tecnologica nella nostra regione, sono forse servite a migliorare
la diffusione dei flussi d´informazione in Calabria? Anche in
quel caso quasi 500 Mld di vecchie lire, che non hanno portato alcun
beneficio. Per non parlare poi di tutto il polo informatico Calabrese,
un fallimento e non solo per modo di dire. A proposito a fine articolo
la velocità di trasferimento dati misurata dal sito ufficiale
del gestore Telecom visualizzava 85.8 Kbps, è come nell´epoca
dell´aviazione moderna attraversare l´oceano a vela, ma
forse, è per questo che si dice navigare in Internet?
Giorgio Durante Presidente Calabrialibre
Presidente Provinciale CICAS (Confederazione Artigiani, Commercianti)
Brutte abitudini dei docenti Unical
Salve sono un ex-studente di ingegneria laureato a Cosenza, vorrei
raccontarvi quello che succede ed è successo in prima persona
alla mia ragazza iscritta al vecchio ordinamento di lettere moderne.
Ormai da anni prova a superare l'esame di letteratura latina con il
prof. Salemme ma niente da fare eppure è una ragazza che ha
sostenuto al posto dei soliti 24 esami previsti dal suo piano di studi
ben 31 esami portandosi la media del 28 su 30.
Come dicevo ormai da anni tenta e ritenta l'esame di Salemme senza
avere risultati, esame ormai diventato quasi insostenibile sembra
quasi che la facoltà spinga i ragazzi a passare al nuovo ordinamento,
dico questo perchè ormai quei ragazzi iscritti al vecchio ordinamento
non vengono considerati e quando si degnano di dargli qualche esame
gli tagliano le gambe, ma cosa ancora + sconvolgente e che i docenti
danno la possibilità di fare l'esame ma solo se è l'ultimo
esame da sostenere (come è stato il caso di oggi 27/11/05 letteratura
latina vecchio ordinamento).
Oggi vi scrivo perché il professor Salemme non è stato
presente in questi giorni di esame ma comunque i suoi assistenti hanno
continuato a sostenere esami prendendosi la libertà di promuovere
o bocciare senza, e lo dico ad alta voce, nessun diritto, perchè
da che mondo è mondo un assistente, ricercatore o dottorando
che sia non ha possibilità di sostenere esami dato che non
ha corsi. Ora posso capire la bravura di questo prof. Salemme che
alla veneranda età di 80anni ritiene opportuno dover tormentare
gli studenti, ma non concepisco che uno studente venga bocciato da
un suo assistente che per farsi bello agli occhi del docente falcia
le gambe a tutti senza distinzione e senza criterio alcuno. Queste
mie parole possono benissimo essere verificate all'interno dell'università
perchè nessuno studente all'interno della facoltà di
lettere è in grado di spendere delle parole di elogio verso
questo "prof.". Comunque io vi scrivo questa email per un
semplice motivo, all'interno dell'università nessun docente
si sente in grado o non vuole mettere parola su questa drammatica
situazione quindi non resta che far interessare i giornali forse rimasti
gli unici super parte, facendo presente che una sessione di esame
senza il docente non ha senso è non ha motivo di esistere anche
perchè questi assistenti firmano i libretti e fanno firmare
i registri, e appena il prof. Salemme è disponibile gli fanno
firmare il registro. Spero tanto di essere stato chiaro e che le cosa
da dire sono tante e spesso riuscire a raccontare tutto e far capire
il problema in poche parole diventa difficile, io cmq rimango a vostra
completa disposizione e disponibile a qualsiasi chiarimento, e con
la speranza che almeno voi rispetto al rettore, al preside di facoltà,
al preside di dipartimento, al ministero della pubblica istruzione
mi dite risposta colgo l'occasione per porgere
F.C. Cosenza
Animali e servizi pubblici a Cosenza
Egregio Direttore,
profitto ancora una volta della Sua ospitalità per parlare
di una Cosenza a tre dimensioni.
Dopo circa vent'anni sono ritornato nella città dove ho vissuto
la mia infanzia e,con molta amarezza ho dovuto constatare che esiste
una Cosenza a tre dimensioni,delle quali,solo una leggermente positiva.
Cominciamo dalle NEGATIVITA':
01.- TRASPORTO PUBBLICO: Esiste un'autostazione che tale non può
chiamarsi;infatti non vi sono tabelle orarie,biglietteria chiusa nei
giorni festivi,SPORCIZIA E IMBRATTAMENTI,tanto da contrastare il nuovo
parco bus circolante sia per il Consorzio Autolinee che per l'AMACO.
I disservizi a terra non si contano.
ALTRA PECORA NERA DEL TRASPORTO PUBBLICO DELLA REGIONE:LE FERROVIE
DELLA CALABRIA.Il giorno 12 novembre ho fatto un viaggio hobbistico
sulla Cosenza-Catanzaro Città.Già il viaggio iniziava
negativamente con l'arrivo in Stazione a Vaglio Lise e biglietteria
IMPRESENZIATA,tanto che il biglietto l'ho dovuto fare in treno.Poi
automotrici vecchie e inquinanti oltre che sporchissime ed interamente
grafitate.Insomma UNA VERGOGNA.
Altrettanto si può dire del Trasporto Regionale di Trenitalia:treni
talmente sporchi che stando all'interno delle carrozze non si riesce
a vedere al di fuori,non solo per l'imbrattamento da graffiti,ma anche
perchè sui vetri esterni dei finestrini la polvere è
talmente spessa che forma una coltre.
Addirittura anche i nuovi Minuetto comprati dalla Regione Calabria
stanno per ridursi alle stesse condizioni.
Mi chiedo come mai nessuno degli Amministratori intervenga contro
questo scempio e mi meraviglio anche come gli utenti NON PROTESTINO
presso le Aziende responsabili di questo scempio.
In questo campo una stella,seppure anche lei con qualche oscuramento,è
l'AMACO.Ben organizzata nell'informazione all'utenza anche con un
sito efficiente.
ALTRA NEGATIVITA':GLI ANIMALI.
Certemente i cosentini non vanno d'accordo con gli animali,visto il
gran numero di cani e gatti randagi,soprattutto nel Centro Storico.Mi
chiedo cosa faccia l'Amministrazione Comunale per queste povere creature
abbandonate.Sarei felice di far vivere la signora Catizone e tutti
gli Amministratori cosentini in quelle condizioni.Poi,FORSE,si ricrederebbero.
I cani,anche se appaiono mansueti,in branco possono creare problemi
per le persone.
Per essere breve un'ultima negatività: la Cosenza storica che
sta letteralmente morendo.Un Centro Storico che potrebbe essere un
vero patrimonio dell'UNESCO lo si sta lasciando alla deriva.
Altra cosa GRAVISSIMA l'indisciplina degli automobilisti cosentini
STRAFOTTENTI(mi scusi il termine)ED INDISCIPLINATI più di quelli
di altre città, che parcheggiano addirittura in terza fila.
Mi chiedo anche se a Cosenza esistano i Vigili Urbani,visto che in
quattro giorni che ho girato e rigirato Cosenza non ne ho visto neanche
l'ombra.
Per chiudere: la cosa leggermente
positiva: La zona pedonale di corso Mazzini ed i lavori di miglioramento
fatti nella zona della vecchia stazione con la nascita del Centro
Commerciale i due Fiumi.
"Un cosentino addolorato"
Nuova toponomastica? Ci sentiamo
come degli apolidi.
Abito in via Roma da una vita i miei figli ci sono nati e cresciuti,
vorrei dire al signori della giunta comunale che ci sentiamo apolidi
nella nostra citta, e nazione, grazie per questo sgradito regalo che
rimandiamo al mittente, dicendovi: perchè cambiare via Roma
quando ci sono nelle vicinanze della casa del defunto on.Misasi vie
appartenenti al primo conflitto mondiale 15/18,tipo via Fiume, Pola,
Zara Diaz.ecc,ecc? Spero ci ripensiate nell'interesse della città
tutta.
GS - Cosenza
L’elettrodotto non s’ha
da fare
Caro Direttore ti porgo il mio affettuoso, come sempre, saluto e
consentimi di porgerti i miei migliori auguri e complimenti per il
tuo giornale online, "con un pizzico di rammarico per non averti
potuto aiutare nella sua realizzazione". Ti scrivo, anche, perché
ho saputo che il tuo giornale ospita una lettera in merito all'elettrodotto
e poiché io me ne sto occupando da mesi, praticamente da solo,
esponendomi in prima persona fino ad essere stato minacciato e maltrattato
anche fisicamente, vorrei che tu dessi il giusto e veritiero taglio
a questa tragedia che nel giro di breve tempo distruggerà la
Calabria, senza lasciarci prendere dal politicuccio di turno che una
tantum si getta nell'argomento per ovvi scopi pubblicitari. Il problema
è serio e va affrontato con la presenza fisica non a chiacchere
( delibera, opposizione, conferenza) tutte cose belle ed efficaci,
se solo fossero vere. Quando era il momento nessuno ha fatto niente,
questa è la verità. E' ancora il momento ma ancora nessuno
fa niente. Il Comitato per la salvaguardia della Valle del Gruccione
sta lottando da mesi, organizzando sit-in, convegni, manifestazioni,
proteste, incontri, comunicati dal presidente della repubblica al
presidente della regione e a tutti : ZERO. Non solo fanno finta di
non sapere nulla e di non considerarci ma non capiscono che chi ne
subirà le conseguenze sono i cittadini che li hanno votati,
chi gli stà chiedendo aiuto per la Calabria sono i calabresi
(ORMAI ESASPERATI). Carissimo Direttore il futuro della Calabria dipende
moltissimo da come si procederà in merito all'abbattimento
di questo mostro inutile per i calabresi ma è ora che si cominci
a prenderne in modo serio coscienza e ciascuno e tutti si adoperino
per la soluzione definitiva del problema: non c'é più
tempo per dire "ormai, noi abbiamo fatto, non si può fare
più niente, " o ancora peggio" rimanere nascosti
nei palazzi".
BISOGNA AGIRE!
Ti saluto e ti ringrazio. Se ti fa piacere, fammelo sapere, quanto
prima ti invio altre notizie.
Grazie
Franco S. Pascale.
Quanto prima
Caro Franco, come vedi basta solo spedirli gli articoli e i materiali.
NuovaCosenza.com è un giornale libero ed è una voce
di un sud sempre più lasciato solo che offre il suo spazio
alla costruzione di una Nuova Cosenza e di una Nuova Calabria.
Quando vuoi…
No all’elettrodotto Laino-Rizziconi
“C’era una volta la mia valle verde ed ora non c’è
più. Un elettrodotto di 380Kv l’attraversa partendo da
lontano: da Laino Borgo per arrivare a Feroleto – Rizziconi,
quale strumento, dicono, portatore di sviluppo. Ma intanto la mia
valle verde viene deturpata ed inquinata, quasi tagliata, da un tracciato
aereo di cavi elettrici i cui riflessi solari lasciano il segno creando
uno stato di sofferenza per una modificazione irreale del bello, che
va ad incidere sul sistema psico – fisico di quelle persone
sensibili e attenti, portate ad apprezzare ciò che la natura
e il buon Dio ci ha dato, quale condizione integrata per un sistema
di vita di alta qualità e serenità”.
Con la realizzazione di questo elettrodotto c’è un problema
di deturpazione dell’ambiente e c’è un problema
di difesa della salute che nella condizione di attraversamento del
territorio del Comune di San Vincenzo La Costa presenta una sua caratteristica
ai fini di una regolamentazione normativa di legge non rispettata
e che ogni cittadino, ivi residente, è tenuto a denunciarla
quale condizione e presupposto essenziale che va nella direzione di
tutela del proprio stato di salute.
Anzitutto è il caso di evidenziare che il Comune di San Vincenzo
La Costa fin dalla Conferenza dei Servizi del 2001, forte di un deliberato
del proprio consiglio comunale, ha notificato il dissenso contrario
al suo passaggio sul proprio territorio e, pertanto, non può
essere presa in considerazione la norma di legge del “silenzio
– assenso”, come è accaduto con le altre amministrazioni
comunali coinvolte, ben 59 distribuite su quattro province: 31 nel
casentino, 11 nel catanzarese, 5 nel reggino e 12 nel vibonese.
C’è poi la situazione creatasi sul tracciato della strada
provinciale Settimo di Montalto Uffugo – San Vincenzo La Costa,
i cui cavi creano una situazione di attraversamento riteniamo pericolosa
per tutti coloro che giornalmente per ragioni di lavoro e altro sono
costretti a percorrere in quanto troppo bassi rispetto all’asse
stradale.
Si verificherebbe una esposizione a campi magnetici molto alti; è
come sottoporsi a delle risonanze magnetiche nucleari con una durata
di pochi secondi necessari ad attraversare i cento metri interessati
dalla sua influenza . Può essere considerato il “tunnel
del rischio dello stato di salute”, soprattutto per coloro che
sono costretti a percorrere questa strada per un minimo di quattro
volte al giorno. E’ una denuncia pubblica che si pone in forma
di prevenzione sia alla Grtn, responsabile della progettazione, che
alla Terna, affidataria dell’impianto, come pure alle autorità
giudiziarie e governative del paese preposte alla tutela e alla difesa
dei diritti dei cittadini.
Soprattutto nel caso in cui ci si dovesse trovare in futuro di fronte
a casi e situazioni di malessere fisico da parte dei cittadini residenti
nel Comune di San Vincenzo La Costa, in virtù del fatto che
l’Amministrazione Comunale ha detto e manifestato il suo “no”
fin dalla prima Conferenza dei Servizi del 2001.
Franco Bartucci
Solidarietà al Sindaco di
Sinopoli
Caro direttore,
perché non invitare tutti i lettori, e quante più persone
ancora si possano coinvolgere grazie ai potenti mezzi della rete,
ad inviare una lettera comune di sostegno al sindaco di Sinopoli,
e per conoscenza alle istituzioni regionali e nazionali (pres. repubblica,
pres. consiglio, pres. camera deputati, pres. senato, segretari di
partito)?
Io già l'ho fatto in privato, ma mi piacerebbe una reazione
forte, direi urlata, che solo una iniziativa di carattere collettivo
potrebbe significativamente esprimere.
La ringrazio.
Lettera Firmata – Cerchiara
Gentile lettrice, è stato attivato un blog in modo da
poter comunicare immediatamente e direttamente tra i lettori tutte
le sensazioni e la solidarietà. SI potrebbe crivere ed abbozzare
anche una eventuale lettera collegialmente. Lo spazio è aperto
ed è chiamato provocatoriamente con lo slogan dei ragazzi di
Locri: “e adesso ammazzateci tutti”. Per scrivere basta
premere qui.
Nello stesso forum è anche attivata una sezione per la solidarietà
al Sindaco di Sinopoli. Premendo
invece qui.
Parcheggi a pagamento ricettacoli
di immondizie
Vorrei segnalare lo stato in cui versa il parcheggio a pagamento
di piazza Bilotti. Infatti, per una inadeguata pulizia della piazza,
tutta l'area destinata a parcheggio e' un'immensa distesa di rifiuti
di ogni genere. Le opere di Consagra, fanno da cornice alle cartacce
che da tempo non vengono rimosse. A contribuire a tale degrado, oltre
all'inciviltà di molti cittadini, anche il cosiddetto volantinaggio
selvaggio che trova ospitalita' nei tergicristalli delle auto parcheggiate.
Anche tale forma di pubblicità dovrebbe essere meglio controllata
essendo la prima fonte di sporcizia della nostra citta'. Le osservazioni
di cui sopra riguardano, inoltre, anche il parcheggio posto tra il
Viale Mancini e la stazione degli autobus: Infatti la zona in questione,
delimitata da via Quintieri, è un autentico immondezzaio a
cui si aggiungono le erbacce che fanno da contorno all'area di parcheggio.
C.P. – Rende
Chiusura dell’acqua nei condomini
Metropolis
Vorrei segnalare il fatto scandaloso che l'amministrazione comunale
ha deciso di chiudere l'acqua senza alcun preavviso a tutti i condomini
del metropolis. Ormai è una settimana quasi che non c'è
una gocci d'aqcua. Se veramente, come dicono, non sono stati pagati
90000 euro di acqua perche non denunciare l'amministratore del condominio
piuttosto che privare di un servizio essenziale più di mille
persone? E' evidente che il buon senso non è di casa...
Lettera firmata – Decollatura (CZ)
A proposito della BAU
Egregio Direttore,
sono un iscritto (vecchio ordinamento) alla facoltà di Lettere
all'Unical e, dopo aver letto le due missive dei colleghi relativamente
ai disservizi della Biblioteca di Area Umanistica, colgo l'occasione
per inserirmi in questa querelle. Premesso che sono diversi anni che
frequento l'Università e la suddetta biblioteca, mi trovo in
totale disaccordo con quanto scrivono i miei colleghi per i motivi
che vado ad esplicarLe. Intanto comincio con il fare riferimento alla
lettera relativa alle carenze igieniche; queste carenze, ahimè,
sono purtroppo presenti in tutta l'Università, in tutti i Dipartimenti
ed in tutte le strutture nelle quali esiste un accesso al pubblico
o agli studenti, carenze che sicuramente sono da addebitare alla struttura
per quanto riguarda il numero ridotto di bagni a disposizione, ma
in egual misura anche a noi studenti. Più volte, recandomi
nelle sale della biblioteca trovo sui tavoli fazzoletti di carta usati,
lattine di bevande, bottiglie d'acqua vuote che sicuramente non lasciano
gli impiegati ma che siamo proprio noi a depositare come se il tavolo
fosse un cestino di rifiuti; e non solo, nei bagni ormai succede di
tutto, da chi fuma a chi si permette di fare "altro" ed
in alcune occasioni sono stato anche maltrattato per aver interrotto
le effusioni di una coppia di colleghi. Per non parlare del continuo
squillare di telefonini al quale seguono lunghe ed animate discussioni
senza il benché minimo rispetto di noi che siamo seduti ai
tavoli cercando un po' di concentrazione. Per quanto riguarda poi,
il discorso relativo agli impiegati voglio dire soltanto che frequento
questa biblioteca da qualche tempo e, personalmente, non ho mai avuto
modo da ridire sul loro comportamento. Malgrado le continue ed a volte
ridicole richieste che provengono da noi stessi, si sono sempre dimostrati
cortesi, disponibili e preparati aiutandomi a superare diversi ostacoli
con bravura e perizia e, se qualcuno può lamentare "scarsa
gentilezza" non credo sia giusto e corretto tacciare le persone
di "inettitudine", affermazione grave, inopportuna ed anche
gratuita.
Detto questo, egregio Direttore, spero di aver dato il mio contributo,
con l'auspicio che, chi scrive, si faccia prima un bell'esame di coscienza.
Cordialmente
Giovanni da Cosenza
In questo coro di pianto io non
ci canto
Non ci sono soltanto isole di famosi di Lapo, di Calissano, di Maratona,
ma pure isole di nomi ignoti, sconosciuti, disperse in un oceano di
solitudine, in un mare di indifferenza che lasciano i loro messaggi,
rinchiusi in una bottiglia, alla deriva…
Naufraghi di sogni e ubriachi di bisogni
Siamo tutti una grande famiglia,
Amore passami la bottiglia.
Provochiamoci nuove emozioni
Distogliamo le nostre reazioni,
Non ci vuole mica coraggio
Imbavagliamo quel mostro saggio
E nel silenzio di una notte scura
Regaliamo ad altri la nostra paura.
Cercavamo Alice, quella del paese delle meraviglie, ma è scappata,
si sarà persa…Nel bosco, ma non è lì che
si aggirava il lupo di Cappuccetto Rosso… Che pasticcio le favole!
Surrogati di dolcezza, come casette di marzapane che non hanno bisogno
neppure della chiave. Entri bambino, esci ti guardi allo specchio
e poi ti ritrovi già grande.
Una clessidra di sabbia e un moto di rabbia.
Soggetti a interminabili attese
Eppur le avanziamo le nostre pretese
Ognuno in fila sulla propria corsia
Ma c’è chi resta e chi va via.
Ti do io la chiave giusta
Apri la lettera, strappa la busta.
Non voltarti indietro
Il ricordo taglia più d’un vetro
E se fa ribrezzo quella faccia
Mettici il trucco perché piaccia
Non ti inchinare alla disperazione
Solo così sarai un campione
Schiva quell’orrido barbone
Che si ripara con un cartone
Non accudir promesse
Son ruote di carri… dimesse.
Ognuno è libero di coltivare i propri desideri, di soccombere
ai propri incubi, di annegare nelle proprie paure, salire sul treno
dei diritti anche senza biglietto. Solo la vita paga in fondo, alla
fine della corsa.
In questo coro di pianto io non ci canto.
Chiudi la gabbia
Respira la nebbia
Sciogli paure inconfessate
In quelle vene bucate.
Ci son mani tremanti che senza carezza
Hanno trovato una nuova ebbrezza
Ho incrociato sguardi muti
Si sono dileguati quegli sconosciuti
Ho soffocato il pianto nel cuscino
Non l’hai sentito? Eppure ero vicino
Sfiniti su un letto disfatto di libertà intatte
Sudati di piaceri inviolati.
(Modesta Cosentia)
Considerazioni di un vecchio scrutatore
alle primarie dell’Unione.
E’
ancora vivo il ricordo del giorno, credo nel marzo 2004, in cui, insieme
con un’agguerrita delegazione, presentammo negli uffici del
consiglio regionale, una proposta di legge d’iniziativa popolare,
per istituire in maniera formale in Calabria l’istituto delle
primarie. Non se ne fece nulla, non riuscendo a raccogliere le cinquemila
firme che servivano per far discutere la proposta al consiglio regionale.
Eravamo convinti, che la partecipazione dal basso nelle scelte dei
candidati era la maniera giusta per colmare un vuoto diventato negli
anni incolmabile, tra cittadino e classe politica. Pensavo di sacrificare
una bella giornata festiva, piena di sole, a parlare con il mio presidente
di seggio e qualche compagno di sventura, del più e del meno,
in un seggio desolato e periferico di Rende. Per fortuna non è
stato cosi. La gente è venuta a votare, chiedendoci di farlo
anche nel prossimo futuro, segno che la voglia c’è, va
solo organizzata ed estesa. La volontà politica del prof. Prodi
e di tutti i partiti dell’unione hanno messo in moto un meccanismo
tale, che sarà difficile fermare, senza pagarne un prezzo molto
alto. Ecco, la posta in gioco fondamentale è proprio questa,
avvicinare la politica e per quanto possibile i partiti politici alla
comunità al territorio ai cittadini. Dopo l’ultimo fatto
di sangue, l’omicidio di Francesco Fortugno, serve il contributo
di tutti se si vuole realmente risalire la china. Non basta il lavoro
di pochi, anche se capaci e portati, anzi sfortunata la terra che
ha bisogno d’eroi. Serve la condivisione, la partecipazione,
l’onestà e la generosità.
P.S.: Per la scelta del sindaco di Rende, la prova è andata
bene, perché non fare una replica mentre si sente ancora lo
scrosciare degli applausi?
Giancarlo Berardi DS RENDE
Infrastruttura strategica il Ponte
sullo stretto di Messina
Caro Direttore,
Nonostante sia stato individuato il General Contractor, nella Società
Impregilo, che dovrà realizzare l’opera, continuano le
sterili discussioni ed anche le polemiche che hanno come oggetto la
fattibilità o meno del Ponte sullo Stretto di Messina.
Perché, invece, non parlare degli aspetti concreti? Perchè
non indicare le ricadute che una siffatta struttura avrebbe sul tessuto
socio-economico delle regioni, storicamente in deficit di sviluppo,
affacciate sullo Stretto? Ritengo che questi siano i veri argomenti
che possano interessare la pubblica opinione e non le antitetiche
diatribe della diverse appartenenze partitiche.
Personalmente, sono favorevole alla costruzione del Ponte perché
ritengo possa rappresentare una grand’occasione di crescita
e di rilancio per l’intero Mezzogiorno (ed in particolare per
la Sicilia e la Calabria).
L’opera, per la sua valenza, sarà il fiore all’occhiello
nel settore delle infrastrutture del nostro paese al cospetto del
mondo intero. Ma il Ponte rappresenta anche il millenario desiderio
di avvicinare la Sicilia al resto d'Italia.
Le origini di questo progetto si perdono nella notte dei tempi. Nel
corso della storia, tra Scilla e Cariddi, diverse personalità
hanno immaginato e sognato un ponte che unisse le due rive dello Stretto.Sono
celebri i tentativi dei Romani di costruire ponti di barche per l'attraversamento
degli eserciti durante le guerre puniche. Persino l'imperatore Carlo
Magno (il primo, dopo gli antichi romani, a sognare un Europa Unita)
nel IX secolo giunto in Calabria, notando quanto le due sponde fossero
vicine, decise di realizzare una sequenza di ponti sul mare.
Ruggero II (Re di Sicilia dal 1140) fece compiere delle esplorazioni
nello Stretto per studiare le correnti e la fattibilità di
un ponte tra le due rive. Allora, perché chiudersi a riccio?
Perché non seguire il corso della storia?
Grato dell’attenzione, invio molti cordiali saluti.
Enzo Pianelli - Cosenza
16 Ottobre 2005
Carenze igieniche alla biblioteca
BAU
Salve,
segue con molto interesse il vostro quotidiano online, mi fa purtroppo
piacere, leggere le lamentela riguardo la biblioteca Bau, della nostra
bella Università. Purtroppo sono un Utente come il lettore
precedente, oltre a ravvisare i problemi già evidenziati (scarsa
gentilezza, inettitudine ecc..) vorrei segnalare, anche il fatto che
in una struttura cosi grande, con due piani , dove passano centinaia
di persone al giorno, siano dotati di 2 bagni per piano, 1 maschile
e 1 femminile il più delle volte chiusi o non funzionanti,per
non parlare delle condizioni igienico sanitarie. Purtroppo le diverse
segnalazioni al personale sono cadute nell'indifferenza generale.
Eppure luoghi di cultura, del genere dovrebbero essere un esempio
per le nuove leve dirigenziali della nostra regione, ma purtroppo
gli esempi sono veramente negativi, grazie del vostro spazio, e continuate
cosi.
Lettera Firmata - Cosenza
Bene ha fatto il Sindaco a levare
i manifesti
Sono d'accordo sulle motivazione che hanno spinto il sindaco a fare
pulizia delle brutture affisse in ogni angolo della città.
Ancora meglio sarebbe in questa ottica procedere nell'immediato ridimensionamento
di tutta la cartellonistica pubblicitaria che, nati come funghi dimensione
6x3, stanno affogando la città, sono un vero obbrobbio. Signora
Sindaco la prego non dia più licenze per la costruzione di
questi manufatti, inno al consumismo ed alla maniera meno nobile di
caratterizzare una città che si vuole europea.
GB Cosenza
Poca cortesia alla biblioteca BAU
dell’Unical
Salve, vorrei dare una testimonianza sulla vita dell'ateneo di Cosenza
la famosa funzionale Unical, sono uno studente di questa Università,
da molto tempo quindi ho avuto modo di notare nel corso di questi
ultimi anni dei seri miglioramenti su trasporti, offerta didattica,
le infrastrutture, l'apertura di nuovi corsi, quindi vi è un
crescente miglioramento dei servizi e delle offerte.
Ma insieme a tutti i miglioramenti, c'è una cosa che non va
purtroppo il personale di servizio, spesso non è idoneo o sufficientemente
preparato per le richieste di studenti e visitatori, come il caso
della biblioteca di Area umanistica (BAU), dove i servizi offerti
sono lasciati il più delle volte alla solidarieta tra studenti,
ad esempio ricercare un libro, avere assistenza per il collegamento
a internet, ma la cosa che più fa indignare molti studenti
sono gli atteggiamenti non molto gentili del personale.
Certi di una vostra segnalazione, vi porgo distinti saluti
Giorgio da Cosenza
La stoffa del sindaco!
In un elegante negozio di corso Mazzini
ha comprato della stoffa l'Evelina
per farsi cucire un bel vestito su misura
degno di un sindaco della sua "statura" .
Ma quella bella stoffa fine e colorata ,
è oramai da un po' di tempo ... logorata
che nei supporter di ieri c'è tanta delusione
nel veder come amministra ... Catizone
A Cosenza ,città dai nobili passati,
ci sono vie e quartieri degradati
Questa Giunta è stata proprio un fallimento
e per promuoverla non basta un monumento
Non basta un "Giano" e manco "una bagnante"
per cancellar quel suo tono arrogante
Non basterà il Planetario o il ponte di Calatrava
per poter dire : in fondo è stata brava !
Non è brava neanche a fare un' addizione
la nostra (vostra) sindachessa Catizone
è convinta che 19 + uno può bastare
perchè il bilancio si possa approvare .
Voleva essere il nuovo che avanza
ma ormai ha perso anche la maggioranza
Per Cosenza la fine ingloriosa è già vicina
se non si dimette la sinnaca Evelina
Delmo
L’On.le Giacomo Mancini meritava
la designazione a Senatore a Vita
Caro Direttore,
anch’io sto con l’amico Pietro Mancini, figlio del compianto
leader del vecchio PSI e artefice della nascita in Calabria del PSE,
On.le Giacomo Mancini, riguardo alla recente riflessione che tocca
l’Alto Colle, con riferimento ai criteri della designazione
dei candidati al laticlavio senatoriale. Pietro Mancini, giustamente,
s’interroga sul fatto: “Perché il Presidente della
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che bocciò Giacomo Mancini,
non nomina mai senatori a vita personalità socialiste e radicali
?”
Personalmente, ero fervente e convinto sostenitore, negli anni in
cui un consistente movimento d’estimatori, d’intellettuali,
politici, esponenti delle istituzioni ed uomini di cultura, impegnati
a livello nazionale, avanzarono la proposta per il laticlavio a vita,
quale meritato riconoscimento alla carriera, alla longevità
e lungimiranza politica ed al peculiare impegno, riconducibile alla
personalità e statura morale dell’On.le Giacomo Mancini.
L’anziano leader, già provato dai malanni ed ancor più
dai lunghi ed assurdi assilli psico-fisici, derivanti da farraginosi
ed angustianti processi giudiziari che, poi, si sono sono terminati
con la piena assoluzione dai fatti contestatigli, trovava la forza,
l’intelligenza, la costanza e la puntualità di guardare
ai fatti nazionali ed al futuro della Città Cosenza. Non è
azzardato affermare che, sotto la sua direzione, la Città di
Telesio è risorta e fatta emergere a nuova luce.
Ed era primo cittadino di Cosenza quando il Capo dello Stato gli fece
visita in una fase del viaggio presidenziale in Calabria. In quel
momento il Presidente Ciampi s’è reso personalmente conto
dell’attaccamento, nonostante la veneranda età dell’On.le
Mancini, alle istituzioni ed anche del sacrificio umano dell’anziano
ex parlamentare, dedito, per diverse ore della giornata, a dare risposte
confortanti e serie ai casentini.
Un primo cittadino non comune, insomma, che il giovane Carlo Azeglio
Ciampi aveva conosciuto già ai tempi della Resistenza.
Certamente, l’On.le Giacomo Mancini poteva occupare degnamente
lo scranno senatoriale,soprattutto per gli inconfutabili meriti politico-istituzionali,
quale ex statista, più volte ministro della Repubblica, leader
riconosciuto di un partito nazionale, il PSI, meridionalista convinto,
decisivo nelle scelte, politico pragmatico ed illuminato, riformista
della prima ora. Insomma, un calabrese illustre che, certamente, avrebbe
portato nuova luce e nuovo decoro politico-istituzionale fra gli scranni,
spesso polverosi, del laticlavio senatoriale della Repubblica Italiana.
Non so se, post - mortem, per uomini di questa portata è possibile
“ riparare” in qualche modo. E’ opportuno farlo
per i familiari, per la comunità nazionale, che molto ha apprezzato
l’impegno originale di Giacomo Mancini, per i tanti socialisti
e non che ancora oggi lo ricordano con adamantina stima e molto rimpianto.
Grato dell’attenzione, porgo molti cordiali saluti.
Cosenza, 28 Settembre 2005
- Enzo Pianelli -
I boschi del Pollino in pericolo
23/09 Vorrei proporre all'attenzione della Vostra rivista e dei suoi
lettori gli articoli apparsi su BasilicataNews del 21
settembre e su NuovaCosenza del 10
maggio e . Tali articoli riguardano il possibile
disboscamento di aree all'interno del Parco del Pollino (tra cui anche
i comuni calabresi di Papasidero, Mormanno e Laino Borgo come si evince
dal secondo articolo) mettendolo in connessione con la temuta entrata
in funzione della Centrale Enel del Mercure a Laino Borgo. Insomma
qualcuno con la scusa di far rispettare all'Italia il protocollo di
Kyoto (e proprio all'interno di un Parco Naturale dove già
la natura regna suprema e incontrastata da sempre) potrebbe privare
il Pollino e la valle del Lao nella fattispecie del verde dei boschi,
dell'aria pulita e dell'acqua pura del Lao. E i problemi ambientali
non seguirebbero certo i confini territoriali tra i vari comuni che
tramite accordi con l'Enel hanno messo "a disposizione"
il proprio patrimonio boschivo né si fermerebbero all'acqua
del tratto settentrionale del Lao, dove cioè si chiama Mercure,
risparmiando il mare della Riviera dei Cedri dove si trova la foce
di questo importante fiume. Sono stanco di chiedere spiegazioni al
Parco del Pollino dove molte volte mi hanno fatto sentire la persona
più informata su queste tematiche ambientali che interessano
però aree per la cui tutela queste persone percepiscono i loro
stipendi. Se non si è in grado di portare sviluppo ecosostenibile
in un Parco, non rovinare quello che c'è è già
molto, senza doversi vendere alla prima compagnia che offre in cambio
della natura che Dio ci ha dato non si sa cosa e a chi. Spero che
qualcuno di quanti hanno l'autorità e soprattutto le competenze
adeguate a riguardo di tali delicate tematiche ambientali possa fornire
ai cittadini in agitazione spiegazioni e rassicurazioni convincenti.
Svegliamoci tutti per favore.
Dr. Giovanni N. Roviello
Che il verdetto del Giudice Sportivo
sia equo
Egregio Direttore,
già altre volte mi ha ospitato e da cosentino ormai lontano
da decenni dalla città,mi ha fatto molto male e meravigliato
il comportamento di ALCUNI PSEUDOTIFOSI ROSSOBLU,COME L'AGGRESSORE
DEL PORTIERE DELL'EBOLITANA,nella partita di domenica scorsa 18 settembre
durata solo due minuti.
La sola speranza è quella che il Giudice Sportivo SIA VERAMENTE
EQUO.
E' giusto dare gara persa a tavolino al Cosenza,MA SAREBBE ANCHE GIUSTO
NON DARLA VINTA ALL'EBOLITANA PENALIZZANDOLA MAGARI DI 3 PUNTI ED
UNA LUNGA SQUALIFICA DEL CAMPO.
Il sottoscritto,probabilmente,inoltrerà anche un esposto al
Ministro Pisanu sul perchè il campo dell'Ebolitana non è
stato dichiarato inagibile,come altri della serie D,mentre al solo
Cosenza,IN TUTTA FRETTA,è stato imposto il rispetto della legge.La
legge è uguale per tutti,ma così non sembra.
Con la presente vorrei esprimere anche PIENA SOLIDARIETA' E L'INVITO
A CONTINUARE PER RIPORTARE IN ALTO IL COSENZA al Presidente Intrieri
ed a tutta la squadra,allenatore compreso,sperando che leggano questo
messaggio.
Su quanto detto da qualcuno che dietro la sommossa di Eboli ci possa
essere UNA REGIA che vuole il calcio cosentino cancellato,personalmente,penso
che ci possa essere qualcosa di vero.
Egregio Direttore,nel ringraziarLa ancora una volta per l'ospitalità
La saluto distintamente
Antonio da Ancona
Ed è subito ...iella !
"Questa amministrazione è a voi vicina"
così ha esordito la sinnaca Evelina
parlando ai tifosi e alla dirigenza
della squadra di calcio del Cosenza!
"Ohi cchi sciuddru ,cchi ruvina
n'atra vota l'Evelina?"
Ha ricominciato a parlare del pallone?
Ed anche stavolta ... addio promozione !
E' possibile che il recente passato
proprio nulla le ha insegnato?
Vi ricordate quando la sinnaca della città
prendeva posto in curva con gli ultrà?
Ogni partita una grande delusione
quannu c'era aru SAN VITU a Catizone
ca a gente i Panijancu ,i santu Vitu e di Casali
dicìanu in coro: ma chissa porta mali?
Ancora deve tornar a parlare del Cosenza
e già amu persu tri punti in partenza !
tempo fa Le dissi :cara Evelina
statti ara casa e pulizzati a cucina
Ci vengon tolti i 3 punti,sprofonda il viale
unn'è ca ppè daveru porta male?
E voi cosa ne pensate se le diamo il consiglio
di restarsene a casa a crescersi il figlio?
Parli di antifascismo , parli della resistenza
ma per cortesia non parli del Cosenza
Delmo
E sotto l'asfalto di tutto e di
più ! W l'ingegneria moderna
Da sotto l'asfalto di viale Mancini
esce " l' uovo di Pasqua " per i cosentini.
Nei tratti venuti giù come fosser cartoni
si ritrova di tutto anche i ... copertoni.
Che grande lavoro , che moderna ingegneria
che è stata sperimentata lungo quella via
Una medaglia propongo per chi ha fatto i lavori
per quei grandi tecnici ..sicuramente i migliori.
Un bitume particolare è stato sperimentato
per fare l'asfalto ... un gran ritrovato
Prodotti eccezionali , davvero eccellenti
di cui bastano 5 cm invece che ... venti (20).
E le pietre di fiume per il sottostrato?
Signori , vi prego ...è un sistema antiquato
La nostra parola d'ordine è ECONOMIA ,
così si è costruito questo gioiello di via .
Il cedimento c'è stato non lo si può negare
ma solo perchè abbiam voluto risparmiare
Abbiamo risparmiato un po qua un poco là
per non fare spendere assai soldi alla comunità
-Ora un dubbio mi assale, mi arrovella la mente
per cui vorrei guardarci ... personalmente.
Chissà che scavando , tra una bottiglia e un copertone
non si trovi anche la moneta rubata a Villa Catizone
Ormai siamo sicuri : quella strada sprofonda
succedeva nella Prima Repubblica,accade ancor nella Seconda
Non sarò stato bravo a scrivere in rima
ma una cosa è sicura : oji si mangia cchiù di prima
!
Delmo
A proposito di Bevitori allo stadio
e di morti sul lavoro in Calabria
In riferimento alla lettera al direttore che parla dei bevitori allo
stadio San Vito vorrei sapere se la polizia ed i vigili urbani faranno
i controlli con l'etilometro quelle sere nei pressi dello stadio per
proteggere da possibili incidenti gli automobilisti, visto che si
appostano sulle strade di campagna con l'autovelox dopo aver messo
il cartello del limite di 40Km orari.
Per i morti sul lavoro in Calabria voglio ricordare al nostro amatissimo
presidente Loiero che questo è compito suo e non serve andare
a Marcinelle dopo 60 anni per piangere quei morti ma bisogna fare
in modo che queste tragedie non succedano più e che non serve
che i consiglieri ed assessori regionali calabresi vadano al festival
del cinema di Venezia ma che pensino alla pulizia dei mari e spiagge
di Calabria ed alla moralità degli operatori turistici calabresi
per fare in modo che i Villeggianti vengano a trascorrere le ferie
in Calabria.
Qui si fa troppa demagogia, chiacchiere e nessun fatto concreto
Angelo da Cosenza
Più alcool, più azzardo,
più emarginazione! Dalle Invasioni alle slot-machine.
Davvero una gran bella iniziativa quella del "Festival Drink",
che si terrà nella nostra città dal 16 settembre e per
tre serate di fila all'interno dello stadio San Vito, oltretutto costretto
a subire le ingiurie dei potenti. Il Festival Drink è una tre
giorni all'insegna della musica, del divertimento e del "bere".
Un comunicato stampa dell'organizzazione del mese di luglio declamava
la presenza di grandi artisti sui <>, tra i quali addirittura
Francesco Baccini.
Adesso spendiamo due parole per far comprendere a tutti, pubblici
oratori compresi, cosa sia questa iniziativa. Per poter entrare nel
grande tempio abbisognano 20 euro a serata o comunque, un "vantaggioso"
abbonamento permetterà di risparmiare qualcosa, 5 euro. Gli
annunciati stand dell'acqua e del latte magicamente scompaiono, per
dar più spazio a quelli della <> o del <>, oppure
ancora al gran tendone del Casinò in cui saranno ammessi solo
i bevitori. Ogni dieci euro di alcool verrà consegnato un buono
da giocare alla slot-machine o alla roulette. Insomma più bevi,
più giochi, più ti diverti! Senza musica, dato che i
grandi mancheranno. Una cosa è certa: all'uscita ci troveremo
con le tasche vuote e magari anche qualche debito verso qualche "buon
amicone" apparso d'improvviso al nostro fianco, "un angelo
dagli interessi d'oro".
Ops, quasi dimenticavamo! L'iniziativa è patrocinata dal Comune
di Cosenza. Per una triste coincidenza, lo stesso giorno (il 20 luglio),
la Prefettura di Cosenza diramava le istruzioni per la vendemmia del
buon vino e il Comune di Cosenza presentava il Centro di formazione
giovanile calabrese. Insomma d'ingiuria non viene colpito solo lo
"sventurato" San Vito, ma anche tutti gli abitanti della
città, che dai pubblici oratori non si aspettavano di certo
l'avallo di una insulsa iniziativa quale quella del "Festival
Drink".
Un gruppo di cittadini.
Tre cuccioli cercano padrone
ROSSANO (CS) Da circa 2 mesi hanno abbandonato una cagnolina tenerissima,
già abituata a non sporcare e che non mangia se non la si coccola
prima...non so se sia di razza, somiglia tanto ad un Jack Russell,
ha circa 20 mesi, ha partorito da poco 7 cuccioli vivi per miracolo
scampati da un incendio...la madre ha avuto problemi ad allattare
e se continua a restare fuori e rimane di nuovo incinta è possibile
che non ce la faccia ad affrontare un'altra gravidanza.se vi possono
interessare lei o uno dei suoi 3 cuccioli rimasti da dare (due maschi
e una femmina) contattatemi al mio indirizzo e-mail: sissy_11081999@libero.it
oppure al num. 3208443459... ho anche delle foto di lei e dei suoi
cuccioli... grazie per l'attenzione!
Serena
Rischio di Epidemia Aviaria in Calabria.
Perché non Abolire anche la Caccia ai Volatili ?
Caro Direttore,
ho letto con molto interesse, visto che è un argomento di
strettissima attualità che interessa tutti, la riflessione
del responsabile dell’Associazione Vas-Calabria, Emilio Quintieri,
riguardo alla possibilità che “anche in Calabria potrebbe
verificarsi l’epidemia di influenza aviaria attraverso l’importazione
di animali cosiddetti da ripopolamento liberati come prede per i cacciatori.
Il pericolo si avvicina ancor più direttamente alle nostre
case – ha rilevato la Vas - tramite i passeri importati dalla
Cina''.
Dobbiamo evitare - ha proseguito Quintieri - che un divertimento sanguinoso
e stupido di pochi come la caccia mettano a rischio tante vite umane.
E’ ormai scientificamente confermato, infatti, il salto intraspecie
del virus dell’influenza aviaria ed il rischio latente è
quello di una pandemia, come la ‘spagnola‘' che uccise,
negli anni '20, milioni di cittadini europei''.
Concordo pienamente su alcuni aspetti della presa di posizione della
Vas, che ritengo opportuna ed importante in questo particolare momento,
soprattutto per il caso sospetto d’influenza aviaria su un gabbiano
contagiato in Finlandia. Un caso che è rimbalzato nel nostro
Paese, con tutto il suo carico di problematicità, proprio nel
giorno in cui il Ministero della Sanità s’apprestava
a varare i provvedimenti del Governo per contrastare l’influenza
dei polli.
Bene il richiamo alla ‘spagnola’ che uccise oltre 40 milioni
di persone e si ricorda, ancora oggi, come l’influenza più
devastante della storia. Per l' Associazione Vas Calabria, inoltre,
sono '' inutili i provvedimenti annunciati dal Ministro della Salute,
Francesco Storace, se non saranno attuati provvedimenti immediati
di blocco delle importazioni d'animali selvatici vivi e morti d’origine
selvatica da tutto l' Est europeo e dalla Cina''. Sono personalmente
convinto che l’importazione di animali ad uso ripopolamento
faunistico da paesi già fortemente a rischio influenza aviaria
è un atto sconsiderato.
Non sono, invece, del tutto inutili i contenuti del “ Piano”
della Sanità, perché alcune cose importanti li ha previste,
quali:l’impegno di spesa per i farmaci antivirali ( 36 milioni
di dosi di vaccino entro dicembre del 2010); l’acquisizione
di cicli terapeutici per le situazioni d’emergenza; l’etichettatura
obbligatoria delle carni fresche di pollame, con l’indicazione
d’origine, allevamento di provenienza, data e lotto dello stabilimento
di macellazione, così com’è già avvenuto
per i bovini; controlli alle frontiere sui bagagli dei passeggeri;
quarantena obbligatoria per uova e pulcini importanti; l’obbligo
di registrazione per le aziende di volatili, verifiche serrate sugli
animali vivi e sugli alimenti d’importazione, controlli a tappeto
dei Carabinieri dei Nas; il progetto di un Centro nazionale per il
coordinamento delle crisi in materia di sanità animale, etc.
Quintieri ha poi criticato la Giunta regionale ''per aver approvato
il calendario venatorio 2005-2006, così come l’ aveva
elaborato l’ Esecutivo Chiaravalloti”.
Il calendario venatorio calabrese - ha aggiunto il responsabile della
Vas – così com’è stato varato è illegittimo
e incostituzionale proprio perchè la Regione non ha nessun
potere per farlo. Quintieri ha concluso chiedendo al Presidente della
Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, di ''vietare la liberazione
di fauna importata dall' Est europeo”.
Osservazione giustissima per un’operazione che non è
più procrastinabile, perché non compatibile, sia per
ragioni ambientali, sia per le motivazioni di natura sanitaria.
La mia personale convinzione è questa. Il rischio, reale, Pandemia
che potrebbe provocare l’influenza aviaria ( i veterinari inglesi
ne sono più che convinti, n.d.c.) al quale è esposta
anche l’Europa, dovrebbe suggerire ai nostri governanti di vietare,
a scopo preventivo, la caccia agli ambìti pennuti selvatici,
così com’è già avvenuto in Russia, al fine
di evitare la diffusione del virus.
E’ ormai da qualche tempo arcinoto che l’influenza dei
polli è una malattia infettiva che colpisce diverse specie
di uccelli ( com’è avvenuto, appunto, per il gabbiano
contagiato in Finlandia); allora perché non pensare di assumere
un simile provvedimento inibitorio dell’attività venatoria
anche in Italia ? Ritengo che questo nuovo provvedimento possa meglio
completare il “Piano” del Ministero della Sanità,
per contrastare il rischio di contagio del virus dei polli nel nostro
paese. Uno Strumento, che fa sicuramente tesoro delle linee guida
dell’OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità) sulla
specifica e complessa materia.
Grato dell’attenzione, porgo cordiali saluti.
27 Agosto 2005
Enzo Pianelli
All’Unical scadenze senza
preavviso e senza comunicazione preventiva
Egregio Direttore,
leggo oggi, sulle pagine del Suo quotidiano, una notizia che mi colpisce
come uno schiaffo in pieno volto, perché aggiunge la beffa
a un danno che ritengo di avere ingiustamente subito.
Testualmente:
"25/08-(G.C.)- L’Università della Calabria rende
noto che sono state pubblicate negli albi del centro residenziale
le graduatorie provvisorie per l’assegnazione delle borse di
studio per i servizi del Centro Residenziale agli studenti iscritti
agli anni di corso successivi al primo..."
Da quando mio figlio si è iscritto all’Università,
lo scorso anno, QUOTIDIANAMENTE consulto il portale UNICAL, il sito
della Facoltà di Ingegneria, le pagine del Suo giornale (come
Lei già sa) dedicate all’Università, per essere
informato in tempo di tutto ciò che possa riguardarlo, e non
solo (anche per un po’ di nostalgia di ex studente dell’Ateneo
ed oggi Ingegnere d’Argento). Nonostante tutto, giorno 8 agosto
mi collego per caso (“per caso”, giacché ritenevo
che prima di settembre, tempo di iscrizioni e – credevo - relative
altre scadenze, non ci fosse nulla che potesse riguardare mio figlio)
al sito del Centro Residenziale, e scopro con raccapricciante sorpresa
che i termini per la presentazione della domanda di borsa di studio
per gli anni successivi al primo sono scaduti la settimana prima.
Lo stesso giorno corro all’Università, ma ovviamente
non c’è più nulla da fare. L’impiegato allo
sportello mi fa gentilmente notare i manifesti ancora appesi fuori
(nell’area del Centro Residenziale), ed alla mia obiezione che
mio figlio, frequentando Ingegneria e usufruendo dell’altra
mensa, non aveva nessuna possibilità di vedere quei manifesti,
mi risponde che loro i manifesti, alle facoltà, li mandano,
e non possono farci niente se lì non li espongono. Subito corro
alla Presidenza di Ingegneria, dove trovo avvisi scaduti ed ingialliti
da tempo, ma niente che riguardi la presentazione delle domande per
la borsa di studio. Niente avvisi scritti, nessun avviso sul Portale
o sul sito della Facoltà, dove pure sono pubblicate informazioni
di genere più disparato, nessuna notizia sul Suo giornale,
che pure oggi pubblica, invece, “25/08-(G.C.)- L’Università
della Calabria rende noto che sono state pubblicate…”.
Se uno studente non è già informato delle scadenze (e
quindi SA quando collegarsi al sito del Centro Residenziale) o non
“bazzica” la zona del Centro, non ha alcun modo di essere
al corrente, e così tutti gli sforzi fatti per rientrare nelle
condizioni di diritto (leggi: superare in tempo abbastanza esami –
cosa non semplicissima in generale ed ancor meno in Ingegneria in
particolare) vanno a farsi benedire per una stupidissima stupidaggine.
Soldi, data la sua posizione in graduatoria, non ne avrebbe visto
comunque, come non ne ha visto al primo anno, ma ora viene anche a
perdere l’agevolazione di non pagare le tasse (mica poche!)
e di usufruire a tariffa ridotta dei servizi mensa: soldi che escono
dalle nostre tasche, ed entrano in quelle del Centro Residenziale
e dell’Università. Questo, alla faccia della cortese
e amichevole accoglienza del primo anno a base di informativa a largo
raggio, servizi di orientamento, lettere di incoraggiamento del preside
di facoltà, precorsi, tutoraggi ecc. Così viene spontaneo
pensare che questa carenza di informazione non sia tanto da addebitare
a mancanze nostre (chi diavolo va a consultare tutti i giorni il sito
del Centro Residenziale, perfettamente privo di qualsiasi utilità
al di fuori di certe scadenze?), ma ad interessi poco corretti di
un’Università che ci accoglie a braccia aperte solo il
tempo necessario per guadagnare nuove iscrizioni.
La presente viene inviata, per conoscenza, al Preside di Ingegneria,
al Presidente del Centro Residenziale ed all'ufficio stampa dell'Università
(visto che il Magnifico Rettore non ha un indirizzo email). Non so
a cosa possa servire, ma il rospo, a suo tempo, lo avevo ingoiato
e zitto. La inconsueta diffusione di questa nuova notizia, riguardante
la pubblicazione della graduatoria, me lo ha fatto rigurgitare.
Ferie e zanzare
Scappano ,van via tutti, ai monti oppure al mare
chi va per divertirsi ,chi va per riposare.
Fugge via il politici e l'amministratore
non si trova un idraulico, è partito anche il dottore.
Non è aperto un meccanico,non c'è neanche un gommista
non si trova un muratore o un elettricista
In questo periodo estivo partono tutti quanti
e partono tanti appelli.... diretti ai commercianti:
-Nella nostra città arriveranno tanti visitatori-
questo dicono in coro la sinnaca e gli assessori
-facciamo che i negozi aperti sian davvero tanti
bar,alimentari , FIORI , trattorie e ristoranti-
-Un piccolo sacrificio a voi tutti chiediamo
mentre , laggiù al mare noi le ... spalle ci sciacquiamo
Dalla città resteremo un poco fuori-
ci dicono all'unisono questi amministratori
RISPONDONO I COMMERCIANTI
Ma se restiamo in città mentre voi siete al mare
ci fate almeno il piacere di cacciare ... le zanzare?
Ce n' era una qui , ora non so più dov'è
"chi granni dispettusu ch'avia d'essa Noè!
Ci assaltano con ferocia , ci seguono in ogni stanza .
Noi in città a soffrire e loro ...vanno in vacanza ?
Ma prima di andare in ferie l' Evelina Catizone
non poteva ordinare una ...disinfestazione?
Zanzare e insetti vari hanno invaso la città
ce ne son davvero tanti in grande quantità.
Ma di tutto questo il Sindaco non si cura
ha fatto la valigia ed è andata in villeggiatura!
Delmo
Perché non installare tensostrutture
per evitare i sassi dai cavalcavia?
“Cosa aspettano a installare delle tensostrutture con reti
di acciaio sotto le spalle dei viadotti , sospese sulle carreggiate
per evitare la follia dei sassi gettati da sconsiderati?”.A
scriverlo è, in una lettera inviata alla nostra Redazione,
Gaetano La Manna di Trebisacce che con questa geniale idea propone
alle autorità competenti una valida soluzione al problema dei
massi lanciati dai cavalcavia.
Selezione pubblica per titoli di
100 laureati alla Regione
SPETT.LE Direttore
Buon giorno, sono la dott.ssa Marcella Nucifora, candidata della selezione
pubblica per n. 100 laureati presso la Regione Calabria, catanzaro,
e in particolare per n. 20 laureati del settore cultura. Avendo ricevuto
convocazione per il colloquio della suddetta selezione per novembre,
avrei bisogno che qualcuno mi spiegasse, come mai ho letto, all'interno
della vostra rubrica on-line, che è stato sospeso a maggio,
davanti alla presentazione di alcuni candidati. Ma io non ero stata
convocata per maggio. Forse mi sfugge qualche passaggio ed avrei bisogno
di sapere con chi dovrei parlare per saperne di più. Colgo
l'occasione per ringraziarla anticipatamente.
distinti saluti
dott.ssa Marcella Nucifora (CT)
Gentile dott.ssa Nucifora,
purtroppo le notizie che siamo riusciti ad avere sono frammentarie
e sicuramente, sembra, si riferiscono a situazioni diverse. Come lei
avrà potuto constatare consultando il sito della Regione Calabria,
l'informazione istituzionale, eccetto l'ottimo servizio dell'Ufficio
stampa con le comunicazioni degli Amministratori e dei componenti
il Consiglio, è ancora molto confusa, se non del tutto assente,
e non ha alcuna interfaccia semplice da consultare per gli utenti.
Molte volte è da interpretare, se non da scoprire o da decifrare
del tutto. Figuriamoci poi quando ci sono di mezzo assunzioni di 100
persone. Probabilmente l'enorme numero di candidati ha dilazionato
nel tempo i colloqui. Ma comunque noi cercheremo di indagare in questa
direzione per avere più chiarezza e per dare una informazione
più corretta ai nostri lettori.
Continua la perdita di liquami alle
case minime
Da più giorni una copiosa perdita di materiale liquido sta
inondando il tratto di strada all'incrocio tra via Sambiase e viale
della Repubblica ! E sono diversi giorni che gli abitanti della zona
hanno avvertito la sensibilità di telefonare a vari uffici
comunali ,compreso il Comando dei Vigili Urbani , per segnalare quanto
si sta verificando e per sollecitare l' intervento dei tecnici e delle
maestranze comunali. Alla sensibilità dei cittadini non c'è
stato , da parte degli interpellati , una risposta altrettanto sensibile
e sollecita. Potrebbe trattarsi della rottura di un tubo dell'acqua
ma in alcuni momenti il liquido che sgorga dal terreno è accompagnato
da cattivo odore e da acqua scura e i pedoni che attraversano quel
tratto ,inevitabilmente rischiano di essere "schizzati"
dalle auto in transito. Se si tratta di acqua è un peccato
perdere così tanto prezioso liquido senza intervenire . Se
invece è liquido da fogna sarebbe doppiamente utile intervenire
subito per ovvi motivi facilmente intuibili ! Alla luce di questa
ennesima deficienza amministrativa una domanda sorge spontanea : perchè
mentre si impiegano in massa con una certa celerità e solerzia
, mezzi e personale del Comune di Cosenza per trasportare attrezzature
che servono ad allestire il Festival dell'Unità di Potame,
non si ha la stessa celerità e lo stesso interesse per risolvere
i problemi che quotidianamente affliggono il territorio cittadino?
Marcello Morrone - Cosenza
Ad Arcavacata senza acqua di giorno
Sono un cittadino che risiede a Rende (Arcavacata) zona universitaria.
Esercito un lavoro che mi consente di viaggiare spesso e confrontarmi
con diverse realtà e con diversi professionisti. Ho sempre
esaltato le qualità, il modo di agire e la cultura che regna
al "nord" della Calabria. Devo però,segnalare anche
alcune banali inefficienze relative alla scarsa gestione della rete
idrica. Ho notato, nella piccola cittadina di Arcavacata, la mancata
erogazione dell'acqua nelle ore diurne creando notevoli disservizi
alla cittadinanza, ma la cosa che mi fa andar fuori di testa è
dovuta al fatto che in quelle poche ore in cui questa naturale risorsa
è presente si notano, a causa di rotture della rete di conduzione,
fiumi di acqua potabile invadere le nostre strade. Tutto ciò
e causa di enormi sprechi di risorse ed in alcuni isolati casi di
danni a beni immobili generando malcontenti alla popolazione e agli
ospiti della piccola frazione. Il tutto è stato abbondantemente
segnalato presso gli enti locali (Comune di Rende ed Italgas) che
non fanno altro che dare delle banali motivazione e delle false promesse
di interventi è proprio il caso di dire che "si stanno
perdendo in un bicchiere di acqua".
Lettera Firmata - Rende
Raccolta differenziata a Castrolibero
...E' una vergogna. Le cose prima andavano molto meglio. Voglio fare
i complimenti alla "persona" che ha pensato di togliere
gli utilissimi cassonetti per la raccolta differenziata (carta-plastica
ecc.), e di sostituirli con quella porcheria di cassonetti arancione
che servono solo a raccogliere i rifiuti organici (forse sarebbe meglio
riempirli di un altro tipo di"rifiuto organico"e buttarlo
sulla testa di chi ha avuto questa idea), penalizzando un utile servizio
che forse stava iniziando a decollare, ed al quale hanno spezzato
le ali per favorire chissa' quale politico (che a sua volta ha dovuto
favorire il solito amico di turno nella fornitura di questi obrobriosi
cassonetti arancione che bisogna tenere nel cortile di casa propria,
respirando il fetore che emenano e togliendoli fuori solo determinati
giorni per la raccolta differenziata). Gli altri rifiuti riciclabili,
poi, bisogna toglierli fuori solo in determinati giorni della settimana,
tenendoseli in casa. Da cittadino volenteroso di avvicinarsi alle
civili abitudini nordiste (vedi Venezia, Bologna, Varese ecc...) non
era piu' semplice lasciare i tre vecchi cassonetti per la raccolta
differenziata (il sottoscritto era fra i primi ad usarli) anziche'
complicare la vita alle persone che lavorano, e che devono ricordarsi
di lasciare solo in determinati giorni della settimana le buste con
la carta, la plastica ecc. depositati vicino ai cassonetti della normale
nettezza urbana?
Spero che questo mio messaggio sia passato al sindaco di Castrolibero,
facendomi portavoce di quanti la pensano come me'.
Lettera firmata
Già in abbandono la nuova
cascata della villa vecchia
Me
ne andavo un mattino a passeggiare
ma m’imbattei in sorprese amare…..
Giovedì 28 agosto decido di fare un bel giro in città.Parto
alle 10 e 30 destinazione Villa Vecchia.
Qui troverò frescura e un meraviglioso riparo dalla calura!
Credo che sia uno dei posti più belli e suggestivi della città,
tra le verdi fronde degli alberi si possono scorgere bellissimi scorci
panoramici in più bisogna riconoscere che i nuovi interventi
danno a questo posto un tocco in più. La sinfonia dei giochi
d’acqua, i bei passaggi in legno…
C’era ancora qualche traccia d’invasioni
Che non turbarono però le mie emozioni
Ma ahi quando giunsi a quei vetri infranti
Quasi ebbi paura ad andare avanti!
Le vetrate della struttura sottostante alla cascata sono praticamente
“trivellate” di colpi. Sono le due antine di accesso ai
margini del semicerchio che forma il piccolo teatro. Pare che qualcuno
abbia tentato di vedere cosa ci sta dietro la scena!…..(vedi
foto)
Retrocedo da questo spettacolo vile
E mi inerpico sulla roccaforte antica
Punto dritta al Castello e al suo cortile
Ma l’alta meta non ripagò la fatica!
Sono arriva su in cima alle 11 e 50 e… Sorpresa il cancello
era chiuso Come si spiega questo fatto? Forse gli operatori sono in
ferie? Ma il mio sconcerto era praticamente nullo di fronte a quello
di alcuni visitatori (che non erano del posto!) e avrebbero voluto
fare un giro un all’interno e si son dovuti accontentare di
una sbirciata dall’inferriata del cancello.
Trovate le vie di contanta cultura
Non è detto che riusciate ad aprir la serratura.
Turisti per caso o per professione
Lanciate il vostro appello a Eva Catizone!
(Modesta Cosentia)
Via Minzoni disastrata
Sono ormai anni che via Giovanni Minzoni, nel cuore della città,traversa
di via 24 Maggio, sulla quale si affaccia anche l'Hotel Centrale,
versa in condizioni a dir poco vergognose.Buche,anzi, crateri enormi,erba
alta ai bordi della strada, strada attraversata quotidianamente da
centinaia di macchine. Tutto ciò a due passi da Corso Mazzini
e dall'isola pedonale.La situazione è questa da anni e l'amministrazione
comunale non se ne è mai interessata, forse troppo impegnata
ad inaugurare piazze monumenti per la città.
VERGOGNA
Lettera firmata
Arrivano i catamarani “spazzamare”
lungo le coste della Calabria
Caro Direttore,
finalmente una bella notizia. Anche nel bistrattato territorio costiero
del Mare nostrum arriveranno i “battelli spazzamare”.
Il servizio è stato attivato con un atto istituzionale inderogabile
dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria,
d’intesa con le Autorità competenti, le Capitanerie di
Porto ed il Ministero dell’Ambiente, che recentemente ha acquisito
nella flotta blu altre 30 unità costiere litoranee che s’uniranno
alle 71 imbarcazioni già in opera nelle zone costiere del nostro
Paese.
C’è viva attesa, dunque, per questo fondamentale intervento.
Lungo le coste calabresi, quelle del Tirreno in particolare, dove
da qualche tempo la maggior parte delle spiagge sono catalogabili
con la bandiera nera, arrivano i battelli “mangiasporco”.
Quest’evento, per la verità molto atteso dai vacanzieri,
dai villeggianti e dai turisti, oltre che dalle comunità rivierasche,
è scritto in una nota ufficiale dell’Assessore al ramo,
“entra nel vivo con l’imminente attuazione del Piano messo
a punto per fronteggiare l’Emergenza Mare 2005 . Altra informazione
edificante riguarda i lavori per il completamento e la rimessa in
funzione d’alcuni impianti di depurazione dimessi da anni, come
il depuratore di Longobardi – Fiumefreddo (CS), recentemente
riattivato”. Speriamo che sia la volta buona! Auspichiamo che
i nostri siti marini siano restituiti alla loro naturale funzione.
C’è viva attesa, ed anche soddisfazione, per vedere in
azione di pattugliamento, nei tratti di mare antistanti i litorali
delle coste calabresi, i potenti catamarani della lunghezza di sei
e nove metri attrezzati per raccogliere macroinquinanti, rifiuti solidi
e aspirare le chiazze marroni, sottocosta, anche in prossimità
della battigia. A questa piccola flotta si dovrebbero aggregare almeno
altri due mezzi navali spazzamare del Ministero dell’Ambiente,
da utilizzare prevalentemente nelle aree marine protette della regione.
E così che potrà ritornare la fiducia in tantissimi
amanti del mare, già da anni delusi dalle pessime condizioni
di balneazione delle acque. “I battelli “puliscimare”
– secondo fonti dell’Assessorato all’Ambiente –
pattuglieranno le coste per tutta la durata della stagione estiva,
in special modo nei giorni di maggiore affluenza turistica, ma il
Piano “Emergenza mare 2005”, per quanto è dato
sapere, comprende anche azioni d’intervento a più ampio
raggio, volte oltre che al disinquinamento marino, anche alla pulizia
delle spiagge e azioni di sensibilizzazione dei cittadini ( avanti,
decisi, con la civicrazia!!!), riguardo alla salvaguardia ambientale
e alla tutela delle risorse. Il Piano d’ intervento dell’Assessorato
– si legge ancora del documento – ha sancito la piena
volontà di “istaurare un rapporto di collaborazione sinergica
con le Capitanerie” che lungo le coste svolgono funzioni di
prevenzione e di tutela della sicurezza dei bagnanti. Nello stesso
strumento non mancano le azioni prioritarie, legate alla difesa dell’ambiente
marino e costiero, che nel prossimo futuro il Dipartimento porrà
in essere. Ampia disponibilità è stata espressa dai
rappresentanti delle Capitanerie di Porto che spesso nella loro attività
di prevenzione e controllo della sicurezza in mare, sono costretti
a registrare segnalazioni d’ inquinamento marino e criticità
ambientali da parte dei cittadini e dei bagnanti. “ Una risposta
alle lamentele dei turisti e alle segnalazioni che giungono alle Istituzioni
– conclude la nota dell’Assessorato - potrà adesso
arrivare dai battelli “puliscimare” che all’occorrenza,
su segnalazione delle Capitanerie, si sposteranno sui tratti di mare
inquinati”. Il Servizio di pattugliamento dei catamarani, porrà
particolare attenzione al disinquinamento delle acque, con la dovuta
attenzione alle aree marine protette e alle acque marine adiacenti;
attuerà interventi per la difesa del mare e delle zone costiere,
mediante la rimozione meccanica e/o l’abbattimento fisico degli
inquinanti solidi e liquidi; raccolta in mare, stoccaggio, conferimento,
trasporto e smaltimento di materiali, sia liquidi sia solidi; pronto
intervento per l’assistenza e il salvataggio di mammiferi marini
e tartarughe; addestramento, promozione e divulgazione d’attività
finalizzate alla tutela dell’ambiente marino. C’è,
infine, un atavico quanto insidioso aspetto che riguarda le prossimità
degli sbocchi fluviali, che risultano essere tra i punti più
inquinati e che necessitano di un’urgente bonifica integrale.
E gli scarichi abusivi d’ogni sorta? E le deprecabili azioni
d’imbruttimento sistematico delle aree costiere? E l’incivile
atteggiamento di quanti sporcano, impunemente, luoghi litoranei ameni,
che sono patrimonio di tutti ? C’è tanto da fare ancora!
Ma è necessario non lasciare sole le Istituzioni che possono
meglio agire se corroborate dall’impegno costante e consapevole
proveniente dalle comunità, dal Volontariato intelligente e
dai singoli cittadini.
Grato dell’Attenzione, invio molti Cordiali saluti.
24 luglio 2005 Enzo Pianelli
A proposito del rito funebre negato
a Marcellinara !
Pensavo che in tanti avrebbero avuto qualcosa da scrivere e da dire
sulla decisione del parroco di Marcellinara ,don Giuseppe Mazzotta
, che non ha ritenuto opportuno celebrare i funerali di una giovane
donna "rea"di convivere con un uomo separato!
Pensavo che tra tanti personaggi autorevoli , di quelli che magari
sono a favore dell'unione fra omosessuali con conseguente adozione
di figli, qualcuno avrebbe voluto esprimere un parere sulla questione
"incresciosa". Su questa storia di altri tempi che ha lasciato
increduli e costernati i familiari della povera Maria Francesca !
Questa vicenda cozza pesantemente con l'umana bontà predicata
dal pulpito . Perchè negare una messa funebre ad una giovane
donna che ha avuto la sola colpa di amare una persona separata? Quanti
funerali vengono celebrati a persone ,donne e uomini che siano non
importa, che hanno un amante stabile e vivono con il proprio marito
o la propria moglie ed i propri figli?
Quanti funerali vengono, e sono stati , celebrati a boss mafiosi dal
grilletto facile che però erano presenti in prima fila nelle
processioni religiose del Santo protettore del paese?
Quanti, donne o uomini , personaggi importanti e non , sposati e poi
separati convivono assieme a nuove compagne e frequentano la chiesa
?
Quante e quanti si prendono i mariti e le mogli di altri , ci fanno
figli, pubblicamente lo dicono ma poi vengono accolti/e in pompa magna
dai Vescovi (giustamente) senza che alcuno si scandalizzi?
Anche nella Chiesa la legge viene interpretata in base a chi è
il "peccatore"?
Anche nella Chiesa per i potenti si interpreta e per la gente comune
si applica ?
Ed è normale che in un paese si applica mentre in quello vicino
si fa finta di niente?
Ed è colpa innamorarsi di una persona e crescere con affetto
la figlia che questi ha avuto dal matrimonio fallito e finito?A leggere
le cronache sembra che la povera Maria Francesca sia stata alquanto
sfortunata nella vita. Una grave malattia ne ha determinato la prematura
scomparsa. E se nel momento della sua dipartita si fosse pentita del
suo "peccato"?
Noi diremo una preghiera affinchè si aprano a Lei le porte
del Paradiso e perchè siamo fermamente convinti che :ciò
che viene fatto per amore accade sempre al di là del bene e
del male!
Marcello Morrone
Autovelox sistematico sulla riva
est del Crati
Vorrei segnalare a tutti gli automobilisti che percorrono la strada
che da Castiglione Cosentino, costeggiando la riva est del Crati,
arriva a Cosenza nel rione Gergeri, che su detta strada prevalentemente
nelle ore pomeridiane, i vigili di Castiglione con atto di vero e
proprio brigantaggio piazzano sistematicamente un autovelox all'interno
di una macchina "trappola" koreana di piccola cilindrata,
azzurra, parcheggiata dietro il guard-rail sul lato sinistro della
sede stradale per chi va verso Castiglione.
L'autovelox dovrebbe sempre essere ben in vista e servire da deterrente
per gli Schumacher locali, non fungere da nascosta e subdola macchinetta
frega soldi per risanare i disastrosi bilanci ottenuti dagli amministratori
locali. Meditate e non fatevi fregare...
M.F. - Rende
Una pedana per la spiaggia di Fiumefreddo
Da circa 30 anni andiamo in vacanza a Fiumefreddo Bruzio,perchè
non è mai stata messa una pedana per la discesa a mare? Anche
i meno abili potrebbero usufruire del mare!!!!
grazie
lettera firmata - Roma
L’autovelox a San Fili
I vigili urbani di San Fili, a mo di briganti, si appostano sulla
Cosenza Paola prima o dopo la galleria in doppia curva per multare
gli incauti automobilisti di passaggio e rinpinguare le casse del
cumune di San Fili con proventi forniti non da sanfilesi ma da cittadini
di altri comuni. La Stada statale Paola Crotone è una strada
di grande comunicazione e traffico e non è onesto che i vigli
di San Fili invece di controllare il traffico del loro cumune vadano
a pescare in acque di competenza ANAS distraendo gli automobilisti
di passaggio e causando pericolo per eventuali frenate improvvise
di chi al momento viaggia a più di 70 Kmh.In Italia si reprimono
gli incauti ed ingenui cittadini mentre sfaccendati da tutto il mondo
possono importunare tutti ai semafori sfruttando anche minorenni
a.c.
Il Ponte sullo Stretto di Messina,
una Chiacchiera” o una “Grande e Moderna Infrastruttura
Strategica” ?
Caro Direttore,
a questo punto, anch’io, che i temi dell’ Ambientalismo
militante ho sempre accolto di buon grado, condividendone spesso la
portata, gli obiettivi sociali e l’azione culturale, incomincio
ad avere qualche perplessità nello schierarmi apertamente contro
la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Parliamo di un’opera
infrastrutturale di grande portata che, probabilmente, rappresenta
il più perfetto laboratorio per misurare il grado di capacità
realizzatrice ed il pragmatismo reale della classe dirigente nazionale
del momento.
Si, provo sempre più difficoltà a sostenere l’inutilità
dell’ Opera, allorquando leggo e ascolto le posizioni “pro
e contro” la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
Non c’è dubbio alcuno che siamo di fronte ad una storia
infinita, una gran metafora all’italiana, un sogno antichissimo
di grandezza che ha coinvolto, da sempre, monarchi, imperatori, conquistatori
e governanti. Una questione complessa e controversa che, seppur trasversale,
ha diviso la classe politica e sindacale ed anche la pubblica opinione.
Prendo spunto proprio da alcune recenti iniziative, organizzate per
discutere del Ponte, per chiederLe se è giunto il momento di
dare credito alla Società Stretto di Messina S.p.A., che è
la Concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del
collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente, che tramite l’A.D.,
Dott. Pietro Ciucci, ha sostenuto che i lavori inizieranno il prossimo
anno 2006 ( ma non dovevano già iniziare nell’anno 2004
?). Il Ponte, quindi, sarà una realtà, cioè:
“un’infrastruttura moderna e strategica per lo sviluppo,
un’opera di grande civiltà”?
Recentemente, però, i Verdi, con in testa l’On.le Alfonso
Pecoraio Scanio e tutto lo stato maggiore del Partito calabrese, hanno
sostenuto l’esatto contrario di quanto ha dichiarato il Dott.
Ciucci, “ che il Ponte sullo Stretto di Messina è solo
una presa in giro per i siciliani ed i calabresi, che l’opera
è un autentico bluff, che mai e poi mai il Ponte sarà
costruito…”. Ed ancora, che l’attuale Governo regionale
non “ parlerà del Ponte…”, etc.
Le dichiarazioni dell’autorevole esponente dei Verdi ed ex ministro
della Repubblica, in realtà, punterebbero a vanificare anche
l’azione della Società Stretto di Messina S.p.A
( precipuamente costituita per la realizzazione dell’ imponente
Infrastruttura, n.d.c) che, com’è noto, è disciplinata
dal Decreto Legislativo n° 114 del 24 aprile 2003 che ha, inoltre,
confermato la Società quale Organismo di Diritto Pubblico.
Status, questo, che comporta, tra l'altro, l'obbligatorietà
di affidare attraverso gare ad evidenza pubblica tutte le attività
inerenti la costruzione ed in futuro la gestione dell'Opera.
Personalmente, per quanto può valere la personale convinzione,
pur condividendo le attuali preoccupazioni ed i rischi di diversa
natura, che la realizzazione dell’Opera può determinare
ed alimentare ( comprese le interferenze del malaffare ), ritengo
che alla fine il Progetto del Ponte sullo Stretto di Messina sarà
portato a termine. Non si tornerà indietro.
Diversamente, significa anche non dare credito alla Scienza, alla
storia della Modernità, all’esigenza di “ rompere”
l’epocale isolamento tra la bella terra di Sicilia ed il resto
del Continente. Il Ponte, spesso pensiamo dentro di noi, certamente
agevolerà il turismo internazionale, il traffico delle merci
ed il movimento delle persone. Anche il neo delle paventate catastrofi
ambientali, in concreto, sarà rigorosamente ridimensionato,
con l’apporto delle tecnologie più avanzate. Questo è
l’auspicio di tutti.
Fermamente consapevole che sulla questione Ponte sullo Stretto influisce
un’opinione pubblica mondiale, complessivamente non ostile all’Opera;
che le carenze oggettive di sviluppo ed i problemi atavici e mai risolti
delle due regioni vicine, spingeranno alla realizzazione del Ponte;
che l’avveniristica Infrastruttura sarà costruita per
garantire ampia sicurezza a tutti, sicuramente impostata con il rigore
ed il metro della sostenibilità ambientale. E questo soprattutto
grazie alle appassionate battaglie dei movimenti, dei Verdi e soprattutto
dei cittadini delle due regioni confinanti che, anch’esse divise
sul “ pro e contro” il Ponte, finalmente si potranno incontrare
e meglio integrare nello spazio di pochi minuti.
Ed ecco che, finalmente, la leggendaria e sempre agognata unione tra…”
Scilla e Cariddi” diventa concreta realtà.
Grato dell’attenzione, invio cordiali saluti.
- Enzo Pianelli -
Brutte analogie
Nei giorni scorsi sono arrivati a Cosenza i primi autobus a metano
destinati a rinnovare il parco mezzi dell'Amaco . Ad inaugurare le
nuove vetture c'era il Sindaco Catione che ha scelto personalmente
il colore rosso londinese che caratterizzerà i nuovi autobus
cosentini. Sono passati pochi giorni e Londra è stata colpita
al cuore da un attacco terroristico che ha provocato tante vittime
!
Uno degli obiettivi dei terroristi?
Un autobus rosso !
Brutta analogia !
Cambiamo colore o cambiamo Sindaco ?
d.m.
Il calcio che conta.........
Caro Direttore, finalmente in questa meravigliosa città si
respira aria di uno sport che da alcuni anni è stata frustrata
da vicissitudini che tutti conosciamo. Il calcio. Grazie al Presidente
Intrieri, oggi possiamo essere fiduciosi delle sue iniziative per
il bene del Cosenza Calcio. Finalmente si è messo in moto un
qualcosa che conta, Grazie. Ma bisogna ricordargli al sig.Presidente
Intrieri che il San Paolo di Napoli ogni cancello verso l'ingresso
dello stadio è aperto ad una città che in 70.000 è
vogliosa di vedere giocare la propria squadra. A Cosenza è
del tutto inutile aprire entrambi i settori delle curve qundo si gioca
in serie "D".
Non serve a nulla disperdere quei pochi tifosi o spettatori,quando
si possono raggruppare in una sola curva. Signor Direttore, il San
Vito per la nostra Serie "D" è immenso. Sarebbe opportuno
concentrare la tifoseria tra la tribuna "A" e la curva "sud"
per far sentire la voce del tifo in una situazione di distanza che
sussiste tra il campo di gioco e le tribune.Gli dia un consiglio spasimato
al Presidente Intrieri, per il bene di tutti i tifosi e per la città
stessa che da anni vive nella sofferenza e nella speranza che sia
l'annata buona. Grazie. Un tifoso.
Sanità a Cosenza
Nella Città dei Bruzi abbiamo un Ospedale
dove poche cose funzionano e molte vanno male
Ha una parte nuova un'altra è un po' antiquata
possiede un nome mistico ,si chiama l'Annunziata
Se ci cammini dentro e lo guardi un poco a fondo
ti sembrerà di essere già quasi moribondo
Forse codesto nome apposta l'han coniato
da lì non esci vivo se non sei miracolato
Quello che vedi là dentro ti fa rabbrividire
non ti spieghi i motivi, non riesci a capire
ci sono molte cose che mettono ribrezzo
se vedi quello schifo e senti quell'olezzo
Se sei amico degli amici, non so se l'ho già detto
riuscirai a trovare almeno un posto letto
Se sei proprio grave e arrivi in emergenza
vedrai che in corridoio farai la tua degenza
Se tu là ci entri sana ne puoi uscir malata
forse per stò motivo lo chiaman l'Annunziata
Se ci si entra malate se ne può uscire morte
e la colpa sarà data alla tua cattiva sorte
Se poi dalla Città ci spostiam non di tanto
in men che non si dica c'è il Mariano Santo
e qui con qualche Prece e qualche Padre Nostro
avremo la fortuna di trovare almeno un posto
Se poi nella dispensa girano i topolini
a me ritorna in mente Duilio Poggiolini
ma forse a quel signore è meglio se non penso
se no mi torna in mente persino Di Lorenzo
Io allora mi incazzavo, i nervi mi prendevan
quando quei lestofanti il sangue si vendevan
Vendevano sangue infetto quei due mascalzoni
e non avean pietà di chi facea le trasfusioni
Ma mò dall'argomento non voglio andare lontano
perciò ritorno in tema ...spostiamoci a Rogliano
entro in quel paesotto,c'è una strada lì che sale
lo vedo in lontananza ...è quello l'Ospedale
Ospedale Santa Barbara si chiama questo plesso
ed io per mia fortuna qui non ci vengo spesso
Do solo una sbirciatina senza guardare a fondo
e mi sembra di essere davvero al terzo mondo
i nostri governanti pensan solo a spartire
e negli ospedali calabri si rischia di morire
nominano direttori e primari tra parenti ed amici
cosicchè in futuro ne avranno benefici
non nominano per meriti e per capacità
pensan sempre a lottizzare ...anche la sanità.
Intanto nei nosocomi non c'è manco un cerotto
e se ne trovi uno hai vinto un terno al lotto
manca cotone , alcol e molte medicine
son proprio tempi brutti per i malati cosentini
ora un appello faccio :vi prego, per pietà
non fatemi morire per malasanità
Vorrei viver molti anni ,non certo centinaia
ma lasciatemi morire ....soltanto di vecchiaia!
Delmo
L'euro funesto e la lira rimpianta
!
Nel mezzo del cammin di nostra vita
la cara e vecchia lira ci ha lasciato
ha preso un treno in corsa ed è partita
di lei solo il ricordo ci è restato !
Cara liruzza mia perchè l' hai fatto?
Con te arrivavo quasi a fine mese
ora sto diventando mezzo matto
mi devo limitare... con le spese !
Se entro da un fruttivendolo qua in città
e compro un po' di frutta e un'insalata
"quannu vaju ara cassa ppè paga'
mi fannu na rapina... a mano armata!"
Con l' euro siamo proprio rovinati
son aumentate le tasse e le bollette
i prezzi sono più che raddoppiati,
ahi voglia di aspettare ...il ventisette
Vado girando un po' rincitrullito
tra i banchi pieni di un supermercato
vi giuro che ancora io non ho capito
quanto è che costa un etto d' affettato.
Con quanta nostalgia ora ricordo
quel Caravaggio e il magico Bernini
le mani ,se ci penso, già mi mordo...
come era bello averli a me vicini!
Cara liruzza ti invio ora un messaggio
che recita un famoso e vecchio adagio,
lo affido al vento così lo riceverai
"il primo amore non si scorda mai"!
Delmo
Quanto vale quel viale ?
Da quando sullo scranno più elevato
ha posto il suo seder la Catizone
pure il viale da poco inaugurato
crolla come se fosse fatto di cartone
Sprofonda oramai da qualche mese,
si apron buche enormi in quantità,
sembra il viottolo di un piccolo paese
e non la strada di una grande città !
Geologi , ingegneri e costruttori
professionisti colti e illuminati
architetti e direttori dei lavori...
che opera "maestosa " hanno creato.
E pensare che dalla Calabria in val Padana
ancora oggi ammiriamo monumenti
che resistono dall'epoca romana
quando non c'eran mezzi e né cementi
Cosenza è città dal nobile passato
e viale Parco è il suo... fiore all'occhiello
ma quel fiore appena nato e già " ammusciato "
mentre poteva essere vivo e bello.
Anche il più distratto oramai se n'è accorto
viale Mancini è proprio un mezzo ...aborto .
La strada è chiusa ,quel fiore s'è appassito
vi mando un gran saluto... ed ho finito !
Delmo
Il silenzio della stampa locale.
Grazie signor Direttore. Il suo giornale, è stato l'unico
ad ospitare la notizia della scomparsa del dr Vittorio Russo per "opera"
di un anonimo funzionario di Private Banker CARIME. Il silenzio di
questi giorni sulla stampa locale, totale, negando la notizia è
inquietante. Come inquietante è stato il silenzio dei vertici
CARIME alle lettere del dr. Russo che in questi ultimi mesi sono partite
numerose dal suo computer. La dipartita ci fa sentire più poveri
perché era una persona speciale come poche. Grazie ancora.
Paolo Apa, Cosenza
Vittorio se n’è andato
con la schiena dritta
Cosenza 10 giugno 2005 ore 14:30
Nell'area Private Banker della BANCA CARIME di C.so Mazzini Cosenza,
hanno eliminato con la nota di merito con data 29 aprile 2005 "appena
adeguato" il Dr Vittorio Russo. Vittorio è stato colto
da malore non appena il superiore ha consegnato la nota. Soccorso
da colleghi e portato al pronto soccorso dell'ospedale dell'Annunziata
di Cosenza, ha lottato tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione.
Il dirigente CARIME, latore della nota di merito si è reso
subito irreperibile partendo immediatamente per Lamezia e poi per
Milano. Vittorio non mollare.
Cosenza 11 giugno ore 11:45
Il Dottor Vittorio Russo è stato dichiarato clinicamente morto.
Vittorio se n’è andato “tenendo la schiena dritta”.
Paolo Apa Cosenza
Diritto alla vita per le persone
con gravi disabilità
Intervengo sul tema del diritto alla vita e alla salute delle persone
con gravi patologie, a titolo personale, in qualità di padre
di un ragazzo con disabilità.
Con l’occasione del referendum è aumentata finalmente
l’attenzione dell’opinione pubblica sullo stato di milioni
di persone in difficoltà estrema, spesso invisibili ai più,
per la cura delle quali si potrebbero ora utilizzare cellule staminali
embrionali.
Secondo il rapporto stilato dalla commissione di studio nominata nel
2000 dal ministro Veronesi e presieduta dal premio Nobel Dulbecco
è possibile stimare, sebbene in via del tutto preliminare,
che l’utilizzo di cellule staminali possa portare a sviluppare
metodiche cliniche per il trattamento di numerosi pazienti che, tenendo
conto anche delle patologie di origine cardiovascolare, si avvicina
ai 10 milioni di individui.
D’altra parte le sole persone con disabilità, secondo
una indagine dell’Istat, rappresentano circa il 5% della popolazione
italiana.
Per chi vive giornalmente il dramma della disabilità è
difficile pensare che si possano mettere sullo stesso piano i diritti
di persone con gravissime patologie e i diritti di embrioni soprannumerari,
conservati nei centri per la fecondazione assistita e destinati comunque
ad essere eliminati.
Da sottolineare che in base all’art. 32 della nostra Costituzione,
la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo
e interesse della collettività.
L’equiparazione di un ovulo fecondato con la persona d’altra
parte è in contrasto con numerosi principi affermati nel nostro
ordinamento:
- Secondo il nostro codice civile la capacità giuridica, cioè
l’idoneità ad essere titolare di diritti e di obblighi,
si acquista soltanto con la nascita;
- La legge n.194 del 1978 consente l’interruzione della gravidanza
fino al 3° mese. Pertanto oggi in Italia ha più diritti
l’ovulo appena fecondato in provetta, non ancora impiantato
nell’utero, quindi ancora al di fuori dell’unico contesto
in cui può svilupparsi, di un feto a stadi ben più avanzati
di sviluppo;
- La nostra legge consente l’uso della spirale e della pillola
del giorno dopo, che impediscono all’ovulo fecondato di impiantarsi
nell’utero, provocandone l’espulsione;
- Il criterio per determinare la fine della vita umana è la
morte cerebrale, cioè la cessazione delle funzioni del sistema
nervoso centrale. L’embrione allo stadio di sviluppo nel quale
viene utilizzato per la ricerca, entro i primi 14 giorni, non ha ancora
traccia di un sistema nervoso centrale.
E’ da sottolineare che la ricerca sulle cellule staminali embrionali
è permessa in 32 paesi del mondo, pur con notevoli vincoli
e bandendo in ogni caso la clonazione riproduttiva, finalizzata a
far nascere individui con lo stesso patrimonio genetico di un altro.
Oltre a paesi asiatici come la Cina e la Corea, anche alcuni paesi
occidentali hanno di recente autorizzato ricerche sulle staminali.
In Svizzera, ad esempio, la legge fissa precisi limiti alla ricerca
e prevede un'autorizzazione preventiva da parte delle autorità
e, soprattutto, il consenso delle coppie interessate.
In California il referendum approvato lo scorso 2 novembre permette
di destinare alla ricerca con le staminali 300 miliardi di dollari
dello Stato in 10 anni. La città di Los Angeles ha promosso
la costituzione di un Parco Biomedico e Tecnologico, prevedendo un
investimento di 500 milioni di dollari, che potrebbe generare oltre
8.000 posti di lavoro.
In Inghilterra la legge che regolamenta la ricerca scientifica con
le staminali embrionali e che permette la clonazione terapeutica e'
del 2001. La prima autorizzazione a condurre esperimenti di questo
genere e' stata però rilasciata nell'agosto del 2004, per la
cura del diabete. Nel febbraio 2005 è stata ottenuta la seconda
autorizzazione per contrastare le malattie che colpiscono i motoneuroni.
In Spagna, in attesa di una nuova legge sulla ricerca biomedica, annunciata
entro il 2005, è stato approvato dal Consiglio dei ministri
un decreto legge dell’ottobre 2004, che consente ai genitori
di donare per finalità scientifiche gli embrioni creati prima
del novembre 2003. Intanto il Centro di Medicina Rigenerativa di Barcellona
sta per presentare un progetto di ricerca con le cellule staminali
embrionali per riparare il cuore.
In Francia la legge approvata la scorsa estate autorizza per cinque
anni la ricerca sulle cellule staminali e la loro creazione a partire
da embrioni congelati (pari a 120.000 in Francia).
Se in questi paesi si dovessero individuare cure in grado di far camminare
persone paralizzate, di riparare lesioni cerebrali o di ridare la
vista ai non vedenti, c’è da chiedersi se in Italia sarebbe
ancora in discussione l’uso delle cellule staminali.
E’ necessario, pertanto, aumentare gli investimenti in ricerca
anche nel nostro paese, non solo per accrescere la competitività
delle imprese, ma anche per migliorare la qualità della vita
delle persone più in difficoltà.
E fin quando la ricerca non avrà dato i risultati sperati,
bisogna evitare che per effetto della crisi economica si rimettano
in discussione nel nostro paese i diritti delle persone con disabilità,
tagliando ulteriormente i fondi a loro riservati, come se si spendesse
già troppo per queste persone.
E’ da sottolineare, al riguardo, che la nostra Costituzione,
all’art. 3, prevede che tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale ed è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli,
che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
Vincenzo Gallo
Lettera Aperta Contro la Chiusura
dell’ Unità Operativa di Terapia Antalgica INRCA - Cosenza
La penosa quanto controversa vicenda riferita all’annunciata
chiusura dell’Unità Operativa di Terapia Antalgica dell’INRCA
di Cosenza ( Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico di
valenza nazionale), ha prodotto largo sgomento e tanto malessere,
in primo luogo tra gli sfortunati ospiti della peculiare struttura
sanitaria bruzia, costretti a sottoposti alla terapia contro il dolore,
derivante da neoplasie in stato avanzato.
Il disagio per il quasi smantellamento della predetta Struttura ha
determinato viva preoccupazione nella parte più attenta e sensibile
della pubblica opinione, del mondo dell’informazione, di ambienti
sanitari e d’amministratori locali.
Mi compiaccio per la coerente e saggia presa di posizione dell’assessore
alla Sanità di Palazzo dei Bruzi, Dott. Roberto D’Alessandro
che, per primo, da sanitario attento prestato al pubblico mandato,
ha lanciato un accorato appello per evitare il peggio e per consentire
l’apertura di un dialogo-trattativa con i responsabili nazionali
dell’INRCA.
Un dialogo, si spera, che dovrà essere corroborato da azioni
sinergiche ti tipo istituzionale e sostenuto dalle attive Associazioni
ed Organismi che operano nel campo della Prevenzione e Cura delle
neoplasie, atto a far recedere dalla drastica decisione i vertici
dell’importante Istituto Sanitario di Ricerca. Una realtà
che da sempre ha costituito un punto di riferimento d’eccellenza
per le particolari prestazioni sanitaria su tutto il territorio nazionale.
La brutta notizia, relativa al pesante ridimensionamento della speciale
struttura contro il dolore, ha fatto subito pensare all’organizzazione
sanitaria cosentina dei primi anni Ottanta, quando i malati terminali
dovevano, poveri cristi, compiere tra malessere fisico e psicologico,
oltre ai disagi di tipo organizzativo, i cosiddetti “ viaggi
della speranza”, sballottati in altri Presidi sanitari del Centro
e Nord d’Italia e, spesso, anche all’estero. In quegli
anni nasceva a Cosenza, per volontà e piena disponibilità
di un drappello di cittadini, desiderosi d’impegnarsi nel Volontariato
intelligente, puro, di tipo socio- assistenziale e culturale, la sezione
cosentina della Lega Italiana contro i Tumori, sorta con quel punto
di riferimento entusiasmante nella persona del Presidente storico,
Avv. Francesco Martire. Quante battaglie ed iniziative, ricordo, sono
state portate avanti anche per perorare la causa dell’ istituzione
a Cosenza di Unità di Terapia Antalgica, per “ l’umanizzazione
delle strutture sanitarie pubbliche”, per far avanzare la cultura
della prevenzione sanitaria nelle Scuole, sul posto di lavoro, nelle
famiglie, etc.
Ma la notizia è ancor più raccapricciante per una strana
coincidenza.
La pesante decisione del ridimensionamento della predetta Struttura
INRCA è coincisa con il periodo in cui gli Ospedali offrono
ampia consulenza sul problema della terapia del dolore. Da qualche
anno, infatti, a fine maggio, si celebra in Italia la “ Giornata
nazionale del Sollievo”, ideata dal Prof. Umberto Veronesi (
quando era Ministro) e dedicata ad aiutare chi soffre a combattere
e sconfiggere il dolore. L’iniziativa si tiene sotto il patrocinio
del Ministero della Salute, d’intesa con le Regioni, Province
e l’Associazione nazionale “ Gigi Ghirotti”. Quest’anno
la manifestazione è stata incentrata sul rapporto ‘medico-paziente‘.
Mi dichiaro anch’io contrario, per quello che un semplice ma
convinto pensiero e un più che decennale bagaglio di militanza
attiva possono valere per la causa, alla chiusura della vitale e strategica
struttura sanitaria dell’INRCA. In quest’occasione, rivolgo
un appello forte delle Istituzioni regionali (tutte) per un organico
e consapevole intervento teso ad evitare che si consumi, sbrigativamente,
un salto nel buio nella Sanità calabrese.
Grato dell’attenzione, porgo cordiali saluti.
Cosenza, 29 Maggio 2005
- Enzo Pianelli –
Socio Fondatore e già membro del Direttivo della
Sezione di Cosenza della Lega Italiana contro i Tumori
Poveri ma non troppo !
E' di questi giorni la notizia che la Guardia di Finanza avrebbe
denunciato un centinaio di persone che avrebbe usufruito dei "buono
fitto" ,ossia di aiuti economici erogati dalla Regione e distribuiti
dal Comune alle famiglie in difficoltà. Più volte negli
anni scorsi ci siamo interessati a questo fenomeno abbastanza diffuso
,più volte abbiamo invitato il Comune a rendere noto il criterio
con cui venivano erogati questi contributi e chi ne beneficiava. Più
volte abbiamo criticato questa amministrazione comunale per il suo
comportamento intollerante verso famiglie costrette ad occupare qualche
alloggio comunale o verso coloro,per ultima la famiglia Iuso ,che
chiede un aiuto per potere vivere in una abitazione decente . E' evidente
allora che quello che si può chiedere ed ottenere senza alcun
controllo comunale viene negato a chi palesemente ma onestamente e
dignitosamente si vede costretto a ricorrere alla stampa per ottenere
il diritto alla casa .Ed arrivano gli elogi dell'amministrazione comunale
alla Guardia di Finanza per avere scoperchiato il pentolone dei falsi
poveri. Ma il Comune non dovrebbe fare qualcosa in più prima
di erogare questi fondi? Basta dichiarare di stare in affitto ed avere
un reddito basso per usufruire dei buoni fitto? Troppo semplice e
si sa che l'occasione fa l'uomo .... povero!
Marcello Morrone
Il calcio a Cosenza
Egregio Direttore,
anche il Campionato di Serie D è finito ed i due Cosenza si
sono salvati,ma ora cosa succederà?Il calcio a Cosenza continuerà
su questa squallida via dove ognuno vuole prevalere sull'altro A DANNO
DELLO SPORT?
I proclami osannanti del signor Chiappetta che addirittura voleva
la Serie A in pochi anni,dove sono finiti?
E' chiaro,che anche quelli del signor Chiappetta,non erano proclami
di chi vuole veramente bene ad una squadra di calcio e vuole veramente
farla risorgere.
Ora il titolo sportivo del glorioso Cosenza 1914,morirà per
sempre o andrà per un pugno di spiccioli a qualcuno come il
signor Intrieri che col FC è stata una sola questione d'interessi.
Perchè allora non ha fatto l'allenza col Chiappetta allorquando
questi lo chiedeva?
Insomma,ci sono parecchi interrogativi da sciogliere,sperando che
vadana sciolti positivamente ed in fretta.
Purtroppo per Cosenza non ci sono uomini come Gaucci che per avere
il Napoli avrebbe fatto follie. Mi chiedo perchè Gaucci non
si compri il Cosenza e lo porti in Serie A,visto che Cosenza è
anche una città delle dimensioni di Perugia,all'incirca.
Certamente chiunque comprerà il titolo,si spera sia una persona
ambiziosa e l'augurio che io faccio è quello che al timone
della squadra possa ritornare una persona che in passato ha già
guidato la Società facendogli raggiungere anche la Serie B:Antonio
SERRA.
Anzi attraverso Nuova Cosenza.com un appello:Signor Serra vogliamo
riportare questo Cosenza ai tempi in cui Ella è stato Presidente?
Si ricorda i nostri colloqui telefonici allorquando c'era da scegliere
ogni anno l'allenatore? Allora vivevo in Emilia ed oggi nelle Marche.
Grazie Signor Serra per ciò che vorrà e potrà
fare per ridare una grande squadra alla nostra città.
Antonio BRUNO da Ancona
La Costituzione minacciata da una
maggioranza senza principi
Celebriamo quest'anno il sessantesimo anniversario del 25 aprile.
Questa data che precede di pochi giorni altre due date basilari per
la democrazia italiana, quella del Primo maggio, festa del lavoro,
e quella del Due Giugno, festa della Repubblica ha assunto nel nostro
Paese un valore profondo.
La Costituzione, compimento di quelle gloriose giornate, espressione
dei valori democratici ed antifascisti, patto di cittadinanza fondato
sul lavoro, sul ripudio della guerra, sull'equilibrio dei poteri e
sulla garanzia di una vita civile e politica, é oggi seriamente
minacciata da una maggioranza senza principi.
Il presidente Scalfaro, all'uscita dalle consultazioni per il nuovo
Governo, si é autorevolmente e fermamente richiamato a questi
valori. E Giorgio Bocca, in un suo articolo, giorni fa: « la
celebrazione del 25 aprile può avere quest'anno un unico senso,
quello del '45: rimettere in piedi il Paese. Se siamo ancora in tempo.».
Il popolo italiano, da Sud a Nord, nelle elezioni regionali ha reagito,
infliggendo alla destra una sconfitta di proporzioni vistose. Si è
finalmente innescato un meccanismo di disincanto dal populismo berlusconiano
e si aprono ora grandi responsabilità.
L'attenzione e l'attesa sono molto forti, bisogna creare o ricreare
nuove forme di convivenza attraverso una grande coesione sociale.
I passi futuri sono molto delicati; sarebbe sbagliato se si giudicasse
consolidata la vittoria elettorale, perché tra Berlusconi ed
il suo elettorato si é instaurato in questi anni un rapporto
devozionale più che un rapporto politico ed è reale
il pericolo che l'abbandono di oggi non rappresenti ancora abiura
e ripudio definitivi di quel rapporto.
Se questo vale in generale, ancor di più vale nella nostra
regione. Qui, più che altrove, il sistema di potere si fonda
sulla grande personalizzazione della politica.
Quando l'economia va male c'é bisogno di ritornare alla politica,
ma mai come in questi momenti i partiti devono essere riportati a
sedi di discussione e analisi, di acquisizione attenta della domanda
che proviene dal basso per riproporla nelle sedi istituzionali di
governo.
La nuova maggioranza regionale è attesa ad un severo banco
di prova: saper coniugare l'efficacia delle politiche con la scelta
delle priorità, avvicinare le istituzioni al territorio, aumentare
la fiducia amministrativa, dotarsi di strutture autonome di conoscenza
per evitare o ridurre al minimo indispensabile le consulenze, altro
scandalo del passato che non deve diventare tentazione per il futuro,
controllare trasparenza e legalità.
I brutti ricordi non sono purtroppo svaniti. Sono quanto meno sgradevoli,
per fermarci alle decisioni più eclatanti del quinquennio decorso,
il ricordo dei monogruppi consiliari, del concorsone, dell'aumento
delle indennità ai consiglieri regionali ormai negletta. La
scelta dei componenti della nuova Giunta diventa allora essenziale
per la credibilità futura dell'alleanza.
Infine il rapporto con l'Università, che rimane di primaria
importanza, non risolutivo -però- né di delega assoluta.
L'Università è cosa seria, è patrimonio di tutti
i calabresi, non può essere usata, come purtroppo appare oggi,
per la carriera politica di nessuno.
Cambiare quindi profondamente lo stile e la sostanza della politica
per consolidare la vittoria elettorale. Dopo sessantanni è
il "vento del Sud" a soffiare contro l'asse del Nord della
cosiddetta Casa delle libertà.
Incrociamo le dita e speriamo ardentemente che la classe politica
che ha vinto le elezioni, nel Paese e in Calabria, si dimostri all'altezza
dell'arduo compito di "vincere" la vittoria.
Edoardo Simonetti
Le potenzialità della Calabria
Caro Direttore,
Vorrei evidenziare, ad ogni buon fine, le rilevanti ed esclusive potenzialità
della Terra di Calabria, l'antica terra Bruzia, per una seria riflessione
su direttrici inconfutabili di sviluppo che potrebbero determinare
un modello sostenibile nei processi economici del territorio che,
nel rispetto dell'ambiente e delle storiche direttrici dell’economia
rurale, alimenta reale valore aggiunto e fattore di benessere per
le popolazioni locali.
Partiamo "dall'industria del Sole": l'ecoturismo marino
e costiero ( la Calabria è titolare di oltre 700 km di costa,
dove si possono svolgere attività ecocompatibili, quali: la
pescaturismo e l'ittiturismo e le attività legate alla marinicoltura),
quello delle aree interne e montane, molto ricercate per i giacimenti
eno-gastronomici e per scoprire le radici della cultura materiale.
E' un mondo tutto da riscoprire, in termini di sviluppo eco-sostenibile
e produttivo. Il Boscoturismo", è un'altra componente
da sviluppare in una Regione a giusta ragione considerata il Gran
Bosco d’Italia. Che dire, anche, dell’Agriturismo che
occorre meglio organizzare e valorizzare e delle nuove opportunità
scaturenti dal Bed and Breakfast.
Questa pratica, potrebbe rappresentare la fortuna d’intere comunità
montane della mia regione che, con circa 600 mila ettari di bosco
misto, guardando alla multifunzionalità di questa notevole
risorsa, ne indicano una delle regioni forestali più importanti
d'Europa. Senza considerare il turismo scientifico, culturale, religioso
e termale, di cui la punta estrema dello Stivale, ma cuore e culla
del Mediterraneo, è particolarmente predisposta. Ed il turismo
strettamente connesso alle peculiari risorse naturali ed ambientalì
?
E' tutto da realizzare, con ben tre Parchi nazionali ( Sila, Pollino
e Aspromonte) e decine di Riserve naturali integrali e biogenetiche,
che custodiscono rarità botaniche, microfauna e specie animali
rarissime. Nel ricco e variegato Mosaico di risorse da valorizzare
di questa bella ( ma scarsamente considerata) Terra è incastonato
un tassello altrettanto raro e particolare: il paniere dell'agroalimentare
d'eccellenza, che evidenziano la Calabria quale punta di diamante
delle produzioni tipiche, di nicchia, Dop, Doc e Igt nei diversi segmenti
produttivi dell'agro-zootecnia regionale.
Naturalmente, questo che ho voluto tracciare è solo un "
Mosaico" approssimativo delle ingenti risorse naturali e territoriali
di una Terra che, oggi, nell'era del liberismo sfrenato e della globalizzazione,
che tutto tenta di omogeneizzare, potrà autorevolmente concorrere
a far diventare il Bel Paese, con le sue inespresse e sottoutilizzate
risorse eno-gastronomiche, storico-culturali e ambientali, una meta
ambita per un turismo moderno, intelligente e sostenibile.
Con un’organica pianificazione d'interventi su queste direttrici
di sviluppo, equanimemente distribuite sul territorio nazionale, si
potrà tentare di riequilibrare i gap di sviluppo che all'attualità
esistono tra le diverse regioni d'Italia.
La nostra Terra, che non è seconda a nessun'altra realtà
per peso ed influenza storica ( è stata la Patria di Campanella,
Mattia Preti, Telesio, Alvaro, Seminara, Cilea, ma anche di Repaci
e La Cava, tanto per indicare alcune delle figure più eminenti
di calabresi, non può continuare a restare ultima in tutto
e derelitta cenerentola tra le Regioni del Sud Europa. Ricordiamoci,
infine, che la risorsa più importante di questa terra è
quella umana, i giovani in primo luogo, tutta da valorizzare nell’interesse
della crescita moderna di un’entità geografica che occorre
riscattare da tante ingiustizie al più presto.
Grato dell’ attenzione invio cordiali saluti.
- Enzo Pianelli -
Che confusione a Cosenza
La cultura del " lasciar fare" non giova ad una città
come Cosenza, divenuta, negli ultimi tempi, teatro di innovazioni
minimaliste come quelle di piazza Luigi Fera. Infatti, il posizionamento
di quattro sculture, di un dubbio valore artistico, su prismi luminosi
di foggia " monumentale ", non capite dalla gran parte della
popolazione e, forse, neanche da coloro che ivi le hanno collocate,
ha sottratto un notevole numero di posti macchina al parcheggio libero.
La cittadinanza, indifferente, ha lasciato fare, ed hanno lasciato
fare anche le istituzioni come la V Circoscrizione preposta a tutela
dei diritti dei cittadini.
Come se non bastasse, al primo intervento è seguito il secondo:
negli ultimi giorni è stata infatti modificata una corsia di
uscita per il parcheggio a pagamento, con il solo risultato di sottrarre
ulteriormente n° 8 posti macchina; e poi mercoledì il terzo,
con la trasformazione in linee blu delle poche soste libere di via
Rodotà.
I cittadini residenti si chiedono ora: cosa succederà ancora
attorno a questa sfortunata piazza, dedicata con tanto di targa ad
un sedicente "mecenate" della nuova storia cosentina.
Forse è proprio vero: quì si fa confusione tra civiltà
e progresso.
Lettera firmata
Lettera aperta a S.E. il Prefetto
Ill.mo Signor Prefetto
87100 Cosenza
e p c
Spett/le Municipio
Alla c.a. del Sindaco
87030 San Vincenzo la Costa
Spett/le ANMIC
Spett/le Redazione disabili.com
Spett/le La Famiglia Cristiana
Spett/le Gazzetta del Sud
Spett/le Il Quotidiano
Spett/le La Provincia
Spett/le Striscia la notizia
Spett/le Mi manda Rai 3
Spett/le Club San Vincenzo la Costa
Toronto - Canada
Spett/le NuovaCosenza.com
Oggetto: Atto di specificazione ex L. 241/90.
Ill.mo Signor Prefetto,
Le voglio raccontare la mia storia, ferita dalla irresponsabilità
e dalla inefficienza del comune di San Vincenzo la Costa (CS). Sono
un cittadino di anni 54 che, da tre anni, a seguito di un ictus cerebrale,
non può svolgere le normali funzioni quotidiane in ambito motorio
e fisico, previa commissione medica Asl e Tesoro, dichiarato invalido
con accompagnamento.
Il 14 febbraio scorso, a seguito di un articolo pubblicato dalla Gazzetta
del Sud in data 01/02/2005 (allego copia), mia figlia si recò
c/o gli uffici comunali, per avere chiarimenti in merito al servizio
offerto, aggiungendo la disponibilità di un eventuale contributo
economico.
Il funzionario preposto le suggerì di redigere corretta domanda
al fine di usufruire del servizio gratuito, perché io fossi
accompagnato c/o la struttura dell'Asl sita in c/da Serra Spiga di
Cosenza, per usufruire di cicli di fisioterapia specifica; nella domanda
dovevano essere specificati i giorni e le ore esatte del servizio.
La richiesta fu regolarmente presentata e accettata dall'assessore
preposto.
Dopo pochissimi giorni il servizio non fu fatto secondo il programma
stabilito per le seguenti motivazioni: rottura dell'automezzo, cause
meteorologiche dovute a neve, servizio improvviso offerto ad altre
persone. e tutto senza alcuna comunicazione, a tempo debito, per poter
supplire alle impossibilità del Comune.
La persona preposta - professionalmente e umanamente irreprensibile
- più volte non poté arrivare in orario stabilito in
quanto non le era stato preventivamente firmato l'ordine di servizio,
oppure a causa del mezzo di trasporto privo di carburante.
Un altro motivo - per me ancora incredibile - fu il gesto dell'assessore
al bilancio, che pur presente una mattina al Comune, si rifiutò
di firmare l'ordine di servizio, indispensabile per uso dello stesso.
Non riesco a capire la perplessità dell'assessore, visto che
tutta la Giunta Comunale promuove il suddetto servizio: altrimenti
perché farlo pubblicare?
Nella mia umiliazione mi chiedo: - Perché il Sindaco sospese
il servizio, senza avvisarne l'assessore preposto che alle mie lamentele
è rimasto stupefatto di quanto accaduto, soltanto per il mio
caso? Come mai non ho ricevuto la minima comunicazione né scritta
né verbale?
La sospensione del servizio da parte del Comune - da me personalmente
continuato con mezzi occasionali - mi ha causato danni psicologici
rilevanti riscontrati dall'equipe dei terapisti fin dal primo incontro
avvenuto dopo la negatività del servizio pubblico.
Nel 2005 dopo la costituzione della Carta dei Diritti in ambito Europeo
- chiede come possano verificarsi episodi così mortificanti
per la dignità di un padre, che lotta quotidianamente nello
stile dei valori che fanno della sofferenza fisica un mezzo per testimoniare
la sublimità e la grandezza dello spirito umano.
Con espressa istanza, quindi, di provvedere al ripristino del servizio
di cui devo fruire, poiché, in caso contrario siffatta discriminazione
verrà perseguita a norma di legge.
Il sottoscritto chiede l'autorevole intervento di Sua Eccellenza,
con il Sindaco di San Vincenzo la Costa, affinché, risolva
il più presto possibile questo problema, per me e la mia famiglia,
diventato gravoso.
Con osservanza.
P.A.C.
Non una rondine in cielo per questa
primavera !
Inizia per Cosenza una nuova primavera
con l'arrivo delle statue in quel di piazza Fera
Cosenza città europea?E' ormai cosa antiquata
oggi siam città d'arte ! ...o è tutta na "stronzata"?
Con questa novità davvero eccezionale
la città dei Bruzi diventa...mondiale
Un museo all'aperto è davvero grande evento
...tra marmitte rumorose, clacson e inquinamento
Si preparino i cosentini all'arrivo di turisti
che saran numerosi come non si è mai visti
ci son tante prenotazioni e nei prossimi mesi
giungeran "paulitani, rositani e rendesi"
Ma chi dobbiamo ringraziare per la grande operazione
se non Carlo Bilotti ed Evelina Catizone?
Disse il mecenate alla bionda ragazza
<<se io ti do le statue mi intitoli quella piazza?>>
<<Io quei monumenti li sogno tutte le notti
cosìcchè piazza Fera diventerà piazza Bilotti>>
Non è quindi un regalo alla nostra città
ma solo un baratto per ... l'immortalità!
Per alcuni ora siamo "Cosenza la dotta"
per tanti altri invece "Cosenza mignotta"
Non c'è rondine in cielo ad annunciar la primavera
per chi ha cancellato per sempre PIAZZA FERA
delmo
Il podestà e il burani procaccino
In un lancio d'agenzia il senatore Gentile così si esprime:
"Ho fiducia nell'onorevole Burani Procaccino - conclude Gentile
- che da straordinario presidente della commissione infanzia ed adolescenza
sta svolgendo un ruolo di mediazione con la societa' civile: sono
certo che sapra' guidarci alla definizione di un testo ancora migliore''.
Secondo il senatore Gentile, inoltre, nella Legge dell'Affidamento
Condiviso bisognerebbe inserire Perdita Podesta' per Gravi Reati.
L'onorevole Gentile non sa che ormai da tempo la potestà genitoriale
viene chiamata responsabilità? Del podestà procaccini
o procaccino invece non si sente alcuna nostalgia, sarebbe bene cancellarlo
e farne a meno.
Paola Pedrotti - Bolzano
Lettera aperta a Carlo F. Bilotti
Gentile Sig. Bilotti,
sono un emigrante cosentino del terzo millennio. Ho un'istruzione
universitaria e possibilità di lavoro in Calabria. Tuttavia,
ho scelto di andare all'estero per migliorare le mie competenze. Spero
così di tornare presto in Calabria e aiutare la mia regione
a "crescere" trasmettendo le mie conoscenze ad altre persone.
Amo la mia regione e la mia terra e per lei sono pronto a questi quotidiani
(piccoli) sacrifici. Ho seguito da lontano la vicenda delle sue magnifiche
"donazioni" alla città di Cosenza. Non mi pareva
vero che qualcuno amasse così tanto la propria terra da diventarne
Mecenate...
Una caustica poesia di Marziale definiva ironicamente un suo personale
mecenate come capace di "un grande atto d'amore". Mi piace,
romanticamente, pensare che il mecenatismo possa invece essere realmente
così. Amare la propria terra, donare una parte della propria
vita per migliorarla. I valori che i miei nonni mi hanno insegnato
forse esistono ancora...
Scopro invece che nel terzo millennio gli emigrati "di ritorno"
arrivano per "donare" in cambio di qualcosa...qualcosa che
forse non conoscono più: la Storia.
Un atto d'amore è per definizione GRATUITO...mai un ricatto.
Mai un figlio aiuterebbe un genitore solo dietro compenso...il genitore
forse non leggerà il nome del figlio su alcuna targa in nessuna
piazza, ma ne serberà sempre nel cuore l'ammirazione e l'orgoglio!
Non vedo l'ora di poter ammirare le opere di Consagra, è vero.
E le ammirerò in PIAZZA FERA. Perchè per noi cosentini
quella rimarrà sempre e solo il luogo che ci cullava quand'eravamo
ragazzini.
E poi penserò a lei...e penserò che se lo avesse fatto
davvero di cuore sarebbe diventato la persona più amata e stimata
della città. La città aveva bisogno di un gesto d'onore,
di un esempio vero per i vari profittatori di turno ed i loro viscidi
tentacoli.
Un atto d'amore non si dimentica...non servono scritte su un muro
per ricordarlo...tutti si sarebbero ricordati di lei, benedicendola.
Ma mi dispiace, ha perso una grande occasione di dimostrare quanto
amore davvero abbia per questa città.
sinceramente,
Angelo
Toponimi: Lettera aperta al Sindaco
Egregio signor Sindaco,
le scrivo su sollecitazione di molti cittadini che mi chiedono le
ragioni per le quali a Cosenza vengono repentinamente cambiati i nomi
a Piazze e strade senza consultare quantomeno i consiglieri comunali,se
non i residenti.
Piazza Fera viene cambiata in Piazza Bilotti,Corso d'Italia in Corso
Luigi Fera,Viale Trieste in Via non ricordo cosa,e così di
seguito.
Ritengo doveroso ricordarle che qualche mese fa il Prefetto le ha
inviato una lettera nella quale le consigliava di non creare ai cittadini
disagi e disservizi attraverso cambiamenti dei nomi strorici di strade
e piazze,che,secondo una legge in vigore,possono essere cambiati solo
previo parere del Ministrero degli Interni e della Soprintendenza
ai Beni culturali.
Il Sindaco di una Città capoluogo non può infischiarsene
delle leggi e degli interessi dei cittadini,sacrificandoli ad una
sorta di baratto seppure per ottenere importanti monumenti.
Siamo stati d'accordo nella operazione di ubicazione delle statue,anche
se sarebbe stato più opportuno adeguare i luoghi predisponendone
il miglioramento,prima della installazione dei monumenti.
Quello che però è insopportabile è il cambio
di denominazione di luoghi che rientrano nella memoria storica dei
cosentini.
Piazza Fera continuerà a chiamarsi così nonostante sia
stato cambiato il nome forzatamente.
Per il resto vedremo chi ha ragione e chi ha torto in questa amara
vicenda.
Sarà il TAR della Calabria a stabilirlo con una sentenza!
Fabrizio Falvo Consigliere Comunale di Cosenza
Il Consigliere Provinciale Barile
e Paolo Di Canio
Egregio Direttore,
leggo con molto sgomento ed anche scandalo,la nota con la quale l'Assessore
Provinciale Barile si schiera con Paolo di Canio per la multa avuta
in seguito al gestaccio ed al saluto romano,vicenda nota a tutti.
E' scandaloso quanto l'Assessore dichiara che ormai non c'è
libertà d'espressione e che poi ai no-global si concede tutto.
Non voglio scendere sul discorso politico altrimenti dovrei dire cose
che probabilmente sarebbero censurate sul comportamento della CDL
in Italia e nelle varie regioni.
Ormai il calcio e' uno sport che dovrebbe essere abolito,anche perche'
ci sono troppe persone che si dichiarano tifosi ed osannano in continuazione
i vari Paolo di Canio che ci sono sulle scene calcistiche. senza queste
persone, tutti i calciatori "griffati", finirebbero per
chiedere l'elemosina.
Comunque,l'ultima cosa,ancora piu' scandalosa e' quella con la quale
l'assessore si dichiara disposto a pagare o a contribuire al pagamento
della multa di Paolo di Canio. evidentemente l'assessore e' un benestante
per pagare le multe di chi in un anno guadagna forse e piu' di quanto
incassano tutti i lavoratori della regione calabria. si guardi indietro
l'assessore e se proprio vuole tirare di tasca dei soldi aiuti tanti
poveri e tanti bisognosi,oltre che animali abbandonati nei gattili
e nei canili,bisognosi di cure e di cibo.
Nel ringraziarLa Le porgo distinti saluti
Lettera firmata
Inefficienze per la raccolta differenziata
nel centro storico
Neanche pochi metri da dove è stata presentata la Mostra della
Collezione Bilotti si è levata una educata protesta nei confronti
del problema rifiuti che attanaglia il centro storico. Non si sa per
quale motivo, la raccolta differenziata non ha i relativi bidoni raccoglitori
distribuiti adeguatamente nel centro storico. Di questo se ne lamenta
una nostra lettrice che ci scrive: “Da anni cerco di fare la
raccolta differenziata, ma da quando abito al centro storico di Cosenza,
precisamente nel rione "Massa" Sant’Agostino, sono
costretta a cercare nei posti più lontani i rispettivi bidoni
per i rifiuti. Mi rivolgo al vostro giornale direttamente per risolvere
questo problema che osservo di grande segno di civiltà. Pure
pagando puntualmente le dovute tasse (salatissime e assurde comparandosi
alle città del nord che spendono molto meno e hanno la raccolta
dei rifiuti efficace) per la spazzatura mi vedo costretta a spostarmi
lontano per trovare i valorosi bidoni per la raccolta. Cosa devo fare
come cittadina per avere questo servizio? Vi assicuro che lo spazio
per la disposizione di bidoni sono idonei, sarebbe un beneficio per
tutta la comunità, poiché siamo serviti di farmacia,
negozi commerciali e scuole, ma con semplici bidoni di raccolta mista.”.
La parola, ora, all'Amministrazione comunale.
Lettera firmata
Fonti energetiche alternative: Occorre
una svolta
Caro Direttore,
seguo da tempo, sulla stampa, l’interessante quanto vivace dibattito,
sui pro e i contro l‘utilizzo delle fonti energetiche alternative
da preferire rispetto a quelle tradizionali. Faccio riferimento, in
particolare, al possibile sviluppo delle centrali eoliche, fotovoltaiche
ed idroelettriche – è stata eslcusa dalla discussione
la straordinaria potenzialità delle biomasse - che seppur trovando
puntuale riscontro nella predisposizione oro-geografica e idro-territoriale
dell’Italia, da più parti sono considerate non compatibili
con l’estetica del paesaggio e con la tutela dell’ambiente.
In proposito, intendo fare specifico riferimento alla nostra regione,
che presenta un’invidiabile, perché costituisce un’eccezione,
configurazione geografica nel bacino del Mediterraneo, essendo titolare
di circa 800 km di coste, racchiuse tra due mari; d’ampie zone
collinari e montane; di un Gran Bosco tra i più importanti
d’Europa, con i suoi circa 600 mila ettari di vegetazione superiore
e ben tre Parchi nazionali (Aspromonte, Sila e Pollino); di una cospicua
rete di bacini idrografici e di laghi artificiali, etc.
Nonostante tutto questo gran patrimonio di risorse naturali, la Calabria
presenta rilevanti gag di sviluppo proprio in settori strategici dell’economia
regionale, nel caso specifico si registra la mancanza di una moderna
politica energetica.
Sono a conoscenza che i relativi impianti di centrali eoliche, fotovoltaiche,
idroelettriche e quelli per le biomasse sono realizzati secondo un
protocollo ed una tecnologia avanzatissime che tengono conto, prima
di tutto, del VIA
( Valutazione Impatto Ambientale).
Inoltre, tutta la programmazione degli interventi risponde, rigorosamente,
alla programmazione di uno sviluppo sostenibile. Ecco perché
non sono d’accordo con quanti, sbrigativamente, si pongono su
posizioni ostili alla diffusione di queste nuove fonti energetiche,
favorendo la stagnazione di un processo che è bene che vada
avanti, nell’interesse dell’economia e delle popolazioni.
In conclusione. Ben vengano queste innovazioni nel Mezzogiorno ed
in Calabria, poichè altre storiche iniziative-panacea (si pensi
alla puntuale chimera dell’ industrializzazione ) o non attecchiscono
o, una volta realizzate, dopo qualche anno, puntualmente, se ne registra
lo smantellamento.
Il trincerarsi, spesso, su posizioni precostituite di un ambientalismo
estremo – ne sono convinto da ambientalista – il più
delle volte non agevolano la soluzione degli annosi problemi, soprattutto
delle aree in difetto di sviluppo del nostro paese, che in Calabria
sono, ancora, tantissimi.
Grato dell’attenzione e molti cordiali saluti.
10 Marzo 2005
Enzo Pianelli
Cosenza
città europea ?
Me ne andavo un mattino a lavorare
quando ho sentito un tizio bestemmiare
bestemmiava con tanta foga e dalla cadenza
ho capito ch'era uno di Cosenza
Avia scassciatu a machina , u cristianu
dintra a na buca vicinu a Portachjianu,
c'era finitu ccuri roti davanti
e moni jiestimava ...tutti i santi.
Un prete che si trovava da li a passare
gli disse :<<vi volete confessare?>>
<<padre mi autoconfesserò questa sera
che vado a letto e dico una preghiera>>
-Da quando sullo scranno più elevato
ha posto il suo sedere l'Evelina
in questa città dal nobile passato
pure le strade vanno alla rovina
ohi quante buche, Madonna quante fosse,
ce ne sono a volontà ... piccole e grosse
Da viale del Re al viale MANCINI
ce ne son certe ca... paranu piscini
Ci sono buche che sembrano crateri,
in una ci son finito oggi e in un'altra ieri,
non si preoccupa nessuno "di 'ntippà"
ohi cumu è cumminata mali sa città!
Con questa amministrazione comunale
le cose vanno sempre e ancor più male
e io gli dico in faccia chiaro e tondo
Città europea o da ...terzo mondo ?-
fiamma tricolore –Cosenza
Lettera aperta a Monsignor Salvatore
Nunnari.
Monsignor Nunnari,
al Suo arrivo nella nostra città ha trovato ad accoglierLa una
grande folla.Tanti fedeli e tante personalità. Volutamente cito
per prima i fedeli e ancor più volutamente li differenzio dalle
autorità. I fedeli erano lì ad attenderLa perchè
avevano il desiderio sincero di vederLa , conoscerLA e darLe il benvenuto
nella città dei Bruzi e nella Sua nuova Diocesi. Tante autorità
erano invece lì perchè... dovevano esserci. In tutti i
casi , comunque, si è trattato di una bella accoglienza.Da quel
giorno Lei con la Sua semplicità , ha già "catturato"
le simpatie dei cosentini . Da subito è intervenuto in dibattiti
pubblici su questioni delicate quali la violenza e l'usura. Temi sicuramente
importanti da cui la Chiesa non può esimersi di intervenire per
fare sentire la Sua autorevole voce. Anche Monsignor Agostino ,nel corso
del suo mandato è spesso intervenuto in dibattiti su argomenti
scottanti ma mai ,nonostante i nostri ripetuti inviti , ha inteso dire
una parola su un'altra questione che noi riteniamo delicata :le aperture
domenicali delle attività commerciali a Cosenza . Da più
tempo la Fiamma tricolore ha intrapreso una "crociata" contro
gli ipermercati e contro le aperture dei negozi nei giorni festivi,
auspicando un ritorno all'antica nel senso che vorremmo che le domeniche
ritornassero a diventare giorni festivi e di riposo,da dedicare a Dio
ed alla famiglia. Purtroppo , oggi , dall'arrivo degli Ipermercati nella
nostra Provincia tutto questo non è più possibile. Il
consumismo sfrenato genera sfruttatori e dove ci sono sfruttatori è
chiaro che si generano sfruttati .Tante famiglie non si trovano riunite
nemmeno nei giorni di festa .I genitori che lavorano in questi category
Killer , ed hanno figli che vanno a scuola,non riescono a trascorrere
assieme a loro neanche la domenica . A loro , in cambio del misero stipendio
, viene negata questa gioia.E le famiglie si sfaldano !
Don Nunnari, non pretendiamo che Lei risolva questo delicato problema,
non è compito Suo !
Ma sarebbe per noi cosa gradita sapere il Suo pensiero su ciò.
Padre Agostino (non ne abbiamo mai capito il motivo) non è mai
intervenuto su questo argomento anche se più volte da noi sollecitato
a farlo!
Lei , monsignor Nunnari , cosa ne pensa delle aperture domenicali dei
negozi e degli Ipermercati?
Grazie per la risposta !
Francesco Di Donato
"Che disastro le strade di Cosenza
Cosenza città europea? Le aspirazione non sempre
corrispondono a realtà, anzi, per dirla tutta, talvolta la realtà
tradisce la fantasia.
La strada è lunga, tortuosa e soprattutto “piena di buche”.
Certo ai più sembrerà che stia usurpando un argomento
già abusato in questi giorni. Eppure è inevitabile come
le voragini che mi vedo costretta a dribblare ogni mattina quando percorro
le strade cittadine. Non c’è via che non abbia qualche
falla e, di volta in volta ci si trova di fronte un triplice problema:
salvaguardare in qualche modo il proprio veicolo, la propria incolumità
ed evitare di scontrarsi con altri automobilisti. Se poi piove, e i
crateri diventano pozzanghere, capita pure di fare la doccia ai pedoni.
Una sorta di “benedizione” che viene subito ricambiata!
Ora se non si provvede a ripristinare il manto stradale per i cittadini,
lo si faccia almeno per quei nomi illustri a cui le strade sono dedicate
e intitolate (oggi per esempio si è voluto rendere omaggio a
Paul Harris, fondatore del Rotary International). Il rispetto dei luoghi
dovrebbero essere indice anche del rispetto per la memoria…. Su
viale parco Giacomo Mancini è da tempo che si sono formati diversi
stagni e piccoli fiumi a regime torrentizio. Non si starà esagerando
a dare mano libera alla natura?
Ma forse in questo periodo si è troppo impegnati ad ultimare
l’isola pedonale su corso Mazzini. Speriamo soltanto che quando
l’opera sarà terminata i pedoni non saranno costretti a
raggiungere l’isola sulle gondole!
Cosenza 23 febbraio 2005
Lettera Firmata
I figli di
Totò Riina...
Episodio gravissimo quello che ci è accaduto
questa mattina in Tribunale, all'ingresso nell'aula della Corte d'Appello,
dove si svolgeva il processo “No Global”. Siamo stati richiamati
e invitati, da un agente di pubblica sicurezza a rilasciare un documento
d'identità, per la schedatura che siamo costretti a subire ogni
volta che c'è l'udienza. All'atto della copiatura dei documenti,
nel corridoio del Tribunale, siamo stati seguiti da un agente di polizia,
che farfugliava qualcosa nei nostri confronti. Quel qualcosa rispondeva
a: “Chi vi credete di essere? I figli di Totò Riina?”.
Ripresi i documenti per rientrare in aula, senza rispondere alla provocazione,
siamo stati aggrediti fisicamente dall'agente per ben due volte. Il
tutto si è svolto davanti allo sproporzionato numero di poliziotti,
carabinieri e digos presenti. Non sembrava vero, sembrava l'episodio
di un film. Eppure nessuno di loro ha visto niente! Oltre al cospicuo
numero di forze dell'ordine, c'erano anche dei “civili”
(in tutti i sensi), che avendo assistito all'abuso, sia fisico che verbale,
sono intervenuti per chiedere il motivo di tale irruenza. La “lista
dei civili”, per fortuna, era composta anche dagli avvocati del
collegio difensivo dei tredici imputati, che sono intervenuti per tutelarci
suggerendo anche le vie legali.A freddo, pensiamo di poter dire di essere
stati coinvolti da quel clima provocatorio ed intimidatorio, che comunque
era già palpabile nelle precedenti udienze e che avevamo osservato
con stupore. A questo punto alcune considerazioni sono quantomeno d'obbligo.Ci
sembra veramente eccessivo, nei numeri e nell'arroganza, la presenza
di forze dell'ordine, il cui numero non si registra nemmeno nei processi
di mafia e corruzione. Tanto che, in uno dei più grossi svoltisi
a Cosenza, e per giunta in un'aula bunker, è stata persino possibile
la fuga di un imputato già agli arresti. Sarebbe quindi più
opportuno che tali dispiegamenti vengano utilizzati in situazioni ben
più “impegnative” di un processo i cui gli imputati
sono rei di dare voce a quanti nella nostra società vivono ai
margini e senza una prospettiva di vita migliore. A questo punto ci
pare che l'azione di questa mattina, metta in luce il tentativo sistematico
e subdolo di criminalizzare la gente, non solo per reati inesistenti,
seguiti da motivazioni accusatorie che fanno sorridere anche la magistratura,
ma anche per la semplice solidarietà che viene portata a persone,
con cui condividiamo le stesse speranze di una società basata
sulle fondamenta dell'uguaglianza, della democrazia e della pace fra
i popoli.
Cosenza 23 febbraio 2005
Christian Tucci e Francesco Noto
Per una Città più Ordinata
Caro Direttore,
Le scrivo perché, da più tempo, ho maturato la convinzione
che la nostra Città stia ripiombando nel caos. Mi limito, solamente,
ad evidenziare il disordine che caratterizza il traffico urbano, la
cui mobilità, spesso, è messa a dura prova dai soliti
comportamenti egoistici degli utenti della strada che, con l’utilitaria,
quasi, quasi, vorrebbero accedere nel salone del barbiere, nel supermercato,
nel negozio d’abbigliamento… Non parlo delle doppie e delle
terze file per l’auto in sosta e per quelle che sono lasciate
in barba al seppur minimo rispetto del Codice della circolazione.
Il continuo rimaneggiamento della geografia del traffico urbano, poi,
riferito agli accessi ed ai divieti delle arterie urbane, che cambiano
continuamente, unitamente ai lavori interminabili ( cantieri aperti
da sempre), su bretelle importanti di raccordo con le aree periurbane
( vedi il Lungo Crati), non fanno altro che rendere più difficile
la vita a quanti devono giornalmente confrontarsi, per necessità
ed altro, con la città capoluogo.
A me appare sempre più un’altra dimensione urbana, la Città
cui molto ha cercato di realizzare, negli anni recenti, il compianto
Sindaco Giacomo Mancini, anche in termini di vivibilità ed opere
di civiltà.
Sembra che sulla città non ci sia più un occhio vigile,
un’attenzione diuturna sulle problematiche d’ordinaria gestione.
Chi interviene, ad esempio, sul caotico e diffuso ambulantato d’ogni
sorta, condotto senza alcun criterio igienico-sanitario ? Dove stanno
le autorità locali ? Chi vigila per assicurare tutela e garanzia
per i consumatori che, pare, hanno tanta smania di rifornirsi sui marciapiedi
?
Ma la nota dolente che intendo segnalarLe più di tutte, caro
Direttore, è la progressiva precarietà e pericolosità
di molte sedi stradali di Cosenza.
Non è azzardato definire la città di Telesio, come la
“ città – gruviera”. Una sorta di rete stradale-colabrodo,
sempre più insidiosa, dove, giornalmente, poveri cristi d’automobilisti
rovinano le proprie autovetture e molti indifesi pedoni ricevono addosso
schizzi maleodoranti d’acqua sporca. Non c’è posto
salvo, ormai, e le buche minacciose sono sempre più profonde,
soprattutto nelle zone dove il traffico è più sostenuto.
Ma è possibile che non si può intervenire su quest’indecenza?
Non percorrono la città gli Amministratori di Palazzo dei Bruzi
e le altre autorità presenti in Città ? Non è che,
com’è consolidata tradizione, l’operazione della
riparazione delle buche viene riservata, con l’intento di voler
apparire efficienti, nell’imminenza delle prossime elezioni amministrative
regionali ?
Come cittadino, come utente e come operatore dell’informazione
non posso che essere indignato e fortemente deluso per l’acuirsi
della peggiore indifferenza su una Città che, per altri Settori
d’attività, ha raggiunto importanti standard europei di
civiltà e modernità !
Grato dell’attenzione, invio molti cordiali saluti.
Lettera firmata
Troppe buche a Cosenza
Egregio direttore,
pare proprio che l'amministrazione comunale di Cosenza sia molto interessata
all'apparire come città d'arte e di cultura: una pretesa alquanto
legittima, se non fosse che, oltre a questo, anzi, prima di questo,
andrebbero curati anche aspetti legati a situazioni di minore valenza
artistica e culturale, ma non per questo meno importanti e urgenti.
Mi riferisco allo stato pietoso in cui versano alcune strade della città
(per esempio la zona di Bosco De Nicola), del tutto prive di un assetto
asfaltato omogeneo e sempre più ospitali verso buche piccole
e grandi.
Occorre attendere l'ennesimo incidente, o, peggio, la prossima disgrazia?
Lettera firmata
Disagi causati dalla neve, le responsabilità
sono dell'Anas
Egregio Direttore,
innanzitutto apro questa mia con una semplice risposta al lettore che
si rammaricava che la coincidenza per Cosenza non ha atteso l'Eurostar,nonostante
che i viaggiatori diretti Cosenza avessero avuto assicurazione dal Capo
che la detta coincidenza avrebbe aspettato.
Evidentemente,il lettore non è al corrente,che da quanto le FS
sono state divisionalizzate,la regolamentazione della circolazione è
di esclusiva competenza di RFI e non di Trenitalia ed io che sono il
responsabile provinciale di un'associazione di utenti nelle Marche è
dovuto battagliare parecchio per ottenere che nella Stazione di Falconara
Marittima alcuni interregionali o regionali diretti verso Pesaro-Bologna
attendessero l'arrivo dell'Eurostar o degli interregionali provenienti
da Roma se questi viaggiavano con pochi minuti di ritardo.Questo,perchè
molto spesso,si verificava ADDIRITTURA che mentre l'Eurostar entrava
in Stazione o mentre i viaggiatori ne stavano scendendo, l'altro treno
partiva.Quindi le lamentele vanno fatte e vibratamente ai Responsabili
della Stazione di Paola di RFI.
L'altra cosa riguarda il maltempo di questi giorni e gli automobilisti
e camionisti rimasti bloccati per tre giorni sull'A3.
Qui devo dire che noi meridionali abbiamo il culto dell'improvvisazione,sopratutto
dalla Campania in giù.Perchè non è assolutamente
possibile che con queste condizioni atmosferiche ci si metta in viaggio
senza catene e senza gomme da neve.A parte il fatto che sono giorni
che si dovrebbe stare solo in casa SE NON VI SONO EMERGENZE IN ASSOLUTO.Il
riferimento va anche ai viaggiatori che in pullman erano diretti Roma.Dico
io,per queste persone erano necessario avventurarsi? Non potevano aspettare
il miglioramento del tempo o anzichè il bus usare il treno senz'altro
più sicuro?Anche se per le linee ferroviarie vi sono stati ugualmente
disagi,ma i treni hanno circolato.
Per finire in questo caso ritengo che la responsabilità dei mancati
soccorsi SIA DA ATTRIBUIRE SOLAMENTE ALL'ANAS e bene è stato
fatto a chiedere le dimissioni del Responsabile ANAS nazionale,MA SOPRATUTTO
DI QUELLO PER LA BASILICATA E CALABRIA.
Qui mi fermo è la ringrazio ancora una volta per l'ospitalità
che vorrà concedermi.
A.B. Ancona
Continuano i disservizi per i viaggiatori
FS alla stazione di Paola
Egregio Direttore,
desidero far presente un episodio accaduto mercoledì sera, che
è testimone ancora una volta della situazione di assoluta illogicità
che regna in Trenitalia, per la gestione del tratto Paola-Cosenza. Il
treno Eurostar 9377 di mercoledì 26/1/2005 è partito da
Roma con 30 minuti di ritardo (18.15 anziché 17.45), e lungo
il tragitto il ritardo accumulato è cresciuto, fino a toccare
la punta di un'ora: fin qui, nulla di strano, perché, si sa,
sono cose che possono capitare, per una serie di ragioni, tra cui il
maltempo, non imputabili a Trenitalia. Per chi, come me, doveva arrivare
a Cosenza, c'era l'incognita sulla coincidenza da prendere a Paola,
che sarebbe dovuta partire alle 23, quindi fuori tempo utile per il
nostro arrivo (l'Eurostar doveva arrivare alle 22.09, per cui, con il
ritardo di un'ora, sarebbe arrivato alle 23.09). Poco dopo Belvedere,
però, veniamo avvertiti dall'altoparlante in treno che la coincidenza
per Cosenza avrebbe atteso il nostro arrivo e sarebbe partita non appena
il treno fosse arrivato a Paola: tutti i cosentini presenti, allora,
compreso il sottoscritto, hanno avvertito i propri familiari pregandoli
di non muoversi da casa, anche a causa del maltempo e della tempesta
di neve che impazzava sulla Crocetta. Alle 23.10, l'Eurostar è
giunto alla stazione di Paola. Ma qui, ecco la beffa, l'ennesima per
chi viaggia abitualmente su queste tratte: il treno per Cosenza, che
avrebbe dovuto aspettarci, in realtà era già partito,
non alle 23, ma alle 23.05, e molto probabilmente vuoto. A noi, non
restava che attendere la corsa successiva, a mezzanotte, quindi quasi
un'ora dopo. Qualche protesta e molti mugugni, anche a fronte dell'assoluta
assenza di interlocutori locali di Trenitalia: quelli che erano scesi
dal nostro treno erano più allibiti di noi viaggiatori, poiché
chi aveva dato l'avviso sull'Eurostar sosteneva di aver avuto conferma
da Paola che il treno per Cosenza avrebbe atteso i viaggiatori dell'Eurostar.
Ad ogni modo, la situazione non è degenerata, sicuramente per
l'educazione dei presenti e per l'ennesima (conseguente ma utile?) tolleranza
verso quello che è un assoluto disservizio. A questo punto, credo
sia lecita la domanda: "Ma la logica abita ancora nella Stazione
di Paola?". Mi pare infatti assurdo far partire un treno vuoto
invece di aspettare un minuto in più per evitare che un centinaio
di viaggiatori, già reduci da un ritardo di un'ora, debbano attendere
ancora, con le condizioni atmosferiche di mercoledì sera (vento,
pioggia e grandine, e temperatura poco sopra lo zero) un treno-navetta
che li porti a destinazione: e non nel paesello sperduto, ma nella città
capoluogo. I politici che intendono chiedere un consenso ai cosentini
per le prossime elezioni regionali riflettano seriamente anche su questa
assurda situazione.
F.C.
Rassegnamoci, il calcio a Cosenza
è morto.
Egregio Direttore,
leggo l'articolo,senza firma o meglio "lettera firmata" che
parla del Cosenza FC ed in generale del calcio a Cosenza suppongo del
22.01.2005.
Chi scrive è un cosentino lontano da moltissimi anni dalla città
di origine e rimasto legato solo alla squadra di calcio.Ma purtroppo
anche questa E' STATA DISTRUTTA. BISOGNA RINGRAZIARE IL SIGNOR PAGLIUSO
- ED ANCHE CARRARO - DELLA FINE DEL CALCIO A COSENZA.
Il vecchio Cosenza 1914 NON HA TROVATO NESSUNO DISPOSTO AD ACQUISTARLO
PER POI RILANCIARLO NEL CALCIO CHE CONTA.Ormai il calcio a Cosenza E'
MORTO E SOLO UN MIRACOLO POTREBBE FARLO RITORNARE IN VITA.MA,purtroppo,i
miracoli non sono così frequenti.A COSENZA CI VORREBBE UN GAUCCI,ma
il Luciano PENSA SOLO AL NAPOLI. Ma se ci fosse qualcuno che gli farebbe
l'offerta chissà!!
Certamente neanche Padre Fedele,come Presidente,SI E' DIMOSTRATO ALL'ALTEZZA
DI RISOLLEVARE LE SORTI DEL 1914. Io NON SONO NESSUNO,SONO UN SEMPLICE
PENSIONATO CHE COMUNQUE AVEVO LANCIATO AL SIGNOR PAGLIUSO LA PROPOSTA
DI GUIDARE UN NUOVO COSENZA,MA NON HO AVUTO MAI RISPOSTA.Ho lottato
anche da solo con la Magistratura inviando esposti contro Carraro e
portandoli a conoscenza anche degli avvocati Lubrano,ma pure qui SILENZIO
ASSOLUTO.
Allora viene proprio da pensare che il calcio a Cosenza in modo particolare
E' SOLO UNA QUESTIONE D'INTERESSI PERSONALI.
Mi dispiace per i tifosi,ma è meglio che anche loro facciano
come me mettendosi cuore e anima in pace,perchè anche se si dovesse
trovare un grande e serio imprenditore,tipo Gaucci,ci vorranno molti
anni per risalire la china.
Per chiudere dico a tutti i tifosi:RASSEGNIAMOCI:IL COSENZA ED IL CALCIO
A COSENZA E' PURTROPPO MORTO.
Un tifoso dalle Marche
Fortitudo Cosenza S.r.l.: una luce
in fondo al tunnel?
Sembra essere passato un secolo dall’estate
del 2003 quando, a seguito della nascita del Cosenza FC, il tifo rossoblu
si ricompattò e si schierò dietro quell’ormai famoso
striscione: “MEGLIO LIBERI ALL’INFERNO CHE SCHIAVI IN PARADISO”.
Tutto ciò, mentre in un angolo, dimenticato da quasi tutti, si
consumava la tragedia del glorioso Cosenza Calcio, vittima degli intrighi
del mondo pallonaro e di tanto altro.
Spirito di rinascita, voglia di riscatto e desiderio di affrancare la
propria fede calcistica dall’odiato padre-padrone, fecero sì
che i Cosentini riversassero tutto il loro amore sulla neonata squadra.
Un entusiasmo immenso, pervase la città: il fuoco che ormai da
anni covava sotto la cenere, si riaccese e tornò ad illuminare
e riscaldare la Città dei Bruzi. Quanti sogni, quante speranze
in quel periodo! Ben presto, però, tutte le aspettative andarono
deluse: nessuna promessa di chiarezza, trasparenza e pulizia venne mantenuta.
Anzi! In questo anno e mezzo di vita in seno al Cosenza FC se ne sono
viste di tutti i colori: via vai di giocatori, dirigenti, allenatori,
direttori sportivi e chi più ne ha più ne metta. Intrallazzi
politici, giochi di potere, incompetenza, interessi economici hanno
frenato la crescita del Giovane Lupo ed hanno fatto perdere alla gente
quell’entusiasmo che aveva riportato allo stadio 10.000 persone.
In un così breve lasso di tempo se ne sono combinate più
in seno a questa società che in 90 anni di storia del Vecchio
Lupo il quale, nel frattempo, è ritornato a vivere, anche se
non si sa bene a che fine e con quali aspettative.
E così, come se non bastasse quello che era già successo,
ci si è ritrovati con due squadre a militare nello stesso girone
della serie D, e con pochissime persone che hanno ancora la forza e
la voglia (forse, sarebbe meglio dire il coraggio) di parlare di calcio.
La gente, stanca di illusioni ed umiliazioni, disorientata dalla presenza
di due compagini che portano lo stesso nome, gli stessi colori sociali,
nella quasi totalità, ha deciso di farsi da parte. Del resto,
come dar torto a chi ha deciso di starsene a casa? Da una parte e dall’altra
si gioca a chi sbaglia di più; in entrambi i casi si vive alla
giornata, commettendo errori ed orrori senza soluzione di continuità:
di chiarezza e programmi? Nemmeno a parlarne.
Adesso, dopo un anno e mezzo di tira e molla, si è finalmente
riusciti nell’intento di trasformare l’AS COSENZA FC in
FORTITUDO COSENZA S.r.l.
Si è trattato di un parto lungo, travagliato, reso difficile
dalle diatribe interne alla società stessa e, sicuramente, ostacolato
in mille modi da chi aveva (e, magari, ha ancora) mire diverse ed obiettivi
personali da raggiungere. Perchè, diciamolo chiaramente, non
tutto quello che è accaduto (e che ci si augura non accada più)
all’interno dell’Effeccì è frutto dell’ingenua
incompetenza dei dirigenti. Riesce, peraltro, difficile vedere degli
affermati imprenditori nei panni degli scemi del villaggio che, abbagliati,
almeno inizialmente, dalla prospettiva di costruire la fantomatica Cittadella
dello Sport, hanno buttato via denaro a piene mani, circondandosi di
cortigiani infidi e traditori, pronti ad abbindolarli e circuirli.
Sicuramente, l’inesperienza e l’improvvisazione sono stati
pagati a carissimo prezzo, ma non bastano queste soltanto a giustificare
tutto ciò che è accaduto.
Sotto c'è tanto altro, anche se è difficile, se non addirittura
impossibile, discernere cosa sia realmente successo: ognuno ha la sua
verità, i suoi colpevoli da additare.
Certo, è indubitabile che alla base di tutto ci sia il fatto
che il Cosenza FC è un boccone appetibile ed appetito da molti
che, pur di impossessarsene, magari a costo zero, non hanno lesinato
colpi bassi ed intrallazzi, infischiandosene altamente di danneggiare
l’immagine della città e di ferire i sentimenti di tante
persone. A ciò si aggiungano gli innumerevoli “errori interni”
ed il quadro prende forma o, meglio, la frittata è fatta.
Adesso, con la costituzione della S.r.l. e l’ingresso di “nuovi”
soci, si intravede una luce in fondo al tunnel: che sia l’alba
di un nuovo giorno o un fuoco fatuo ancora è presto per dirlo.
Comunque, i dirigenti vecchi e nuovi della Fortitudo Cosenza S.r.l.
si mettano ben in testa una cosa: CCA’ NISCIUNO E’ FESSO!
Se vogliono la fiducia, la stima e l’affetto del POPOLO ROSSOBLU
dovranno guadagnarselo ponendosi ed attuando programmi seri. Non basta
cambiare denominazione, bisogna che cambi da subito quel modo di agire
confusionario che ha contraddistinto finora la breve esistenza di questa
società. Se è arrivato veramente il momento della tanto
auspicata svolta LO DIMOSTRINO CON I FATTI, iniziando col fare pulizia
in casa propria, eliminando le mele marce e dimostrando a tutti che,
stavolta, l’obiettivo è davvero quello di riportarci dove
ci compete.
FORZA LUPI!
-Lettera firmata-
La nomina del ministro leghista Calderoli
poco credibile ed impropria
Caro Direttore
Si sta esagerando e non poco con le prese di posizione e le assurde
polemiche, spesso orientate contro i lavoratori idraulico-forestali
di Calabria, una forza lavoro di ben 11 mila unità, il cui destino,
com’è noto, è stato affidato dall’Esecutivo
nazionale nelle mani di un ministro-commissario della Repubblica, il
leghista Calderoli. Un autorevole esponente della Lega Nord chiamato
a “ rimettere ordine nel settore Forestale “ ? E’
una scelta poco credibile, soprattutto perché “ impropria”
perché “scippata” al titolare del MiPAF che è
il Dicastero competente, retto dal ministro Gianni Alemanno, che in
Calabria è presente e che ben conosce i complessi problemi di
questa martoriata regione del Mezzogiorno d’Italia. Una realtà
tra le più importanti d’Europa per copertura, qualità
delle essenze forestali ed ampiezza del Gran Bosco d’Italia, con
i suoi circa 600 mila ettari di estensione che sono un sicuro ombrello
protettivo per una terra che vanta anche oltre 700 km di coste, una
terra fortemente interessata all’insidioso processo della salinizzazione
dei suoli e,quindi, della desertificazione.
Mi considero tra quelli che giudicano questi bistrattati lavoratoti
di Calabria una vera ed autentica risorsa umana e professionale e non
come spesso si sente dire “ un peso sociale “ , “
fonte di sprechi”, cui spesso si associano dichiarazioni del tipo:
“ l’inutilità dei lavoratori forestali calabresi,
tacciati semplicisticamente di parassitismo, etc,”.
Coloro i quali tutto questo affermano rinnegano un capitolo importante
della storia socio-economica di una regione, antica terra degli Enotri
e della Selva Brutia, che oggi, proprio grazie all’azione ed alla
presenza costante dei forestali sul territorio, è meritatamente
definita “ giardino d’Europa nel Mediterraneo”.
Anch’io sono fermamente convinto che queste “ sentinelle
dei boschi” potrebbero fare molto di più per la cura del
verde e dei bacini idrografici, ma è la classe dirigente politica,
tutta, che andrebbe solennemente posta sotto un severo e ferreo giudizio
della pubblica opinione. Interrogarli sul perché, in tempo utile,
non sono stati approntati ed approvati adeguati piani- programmi di
riordino forestale, sull’assenza di progetti avanzati per la valorizzazione
del bosco ai fini d’incoraggiare il turismo ambientale ed il “
bosco-turismo”, sulle azioni rivolte alla difesa della biodiversità
della foresta e sull’incentivazione dell’utilizzo delle
masse legnose ai fini di produrre energia pulita.
Questi sono i veri nodi del non decollo della filiera del legno in Calabria
e non “ il peso dei forestali” , una forza viva e coinvolgente,
sempre pronta alla sfida per concorrere a realizzare una Calabria produttiva
e non assistita.
Grato dell’attenzione e molti cordiali saluti.
- Enzo Pianelli –
Affidamento Condiviso per la salute
dei Figli dei genitori separati
Spett.le Redazione,
dopo aver letto alcuni articoli apparsi pochi giorni fa su alcune riviste,
riguardanti possibili dubbi sull'esigenza dell'approvazione e dell'applicazione
della nuova proposta di Legge, più nota come P.d.L. 66, sull'Affido
Condiviso dei figli nelle cause di separazione giudiziale e non, vorrei
avere la possibilità di esporre la mia posizione, sia personale
che come referente del Ge.Fi.S. - Genitori di Figli Sequestrati - Comitato
Senza Scopo di Lucro, il quale da anni si batte per il rispetto dei
Diritti di entrambi i Genitori nei casi di separazione e affido dei
minori, la cui attività è visionabileall'indirizzo internet:
http://xoomer.virgilio.it/geni_e_figli .
Innanzi tutto occorre precisare che, allo stato attuale, l'affidamento
dei figli è concesso ad un solo genitore (in genere alla madre)
nel 90% dei casi di separazione, nonostante le innumerevoli, e sempre
crescenti, richieste dei padri ad avere almeno l'affidamento congiunto.
E' oltremodo vero che, allo stato attuale, l'Affidamento Congiunto è
previsto dalla Legislazione italiana, ma di fatto esso non è
quasi mai applicato, nonostante venga sempre più richiesto dai
padri nelle cause di separazione.
Già questo fatto di per se stesso rappresenta una presa di posizione
ingiusta nei confronti di uno dei due genitori, ma peggio ancora nei
confronti dei figli, coinvolti loro malgrado nella separazione. Infatti
non bisogna mai dimenticare che i figli sono di entrambi i genitori
ed essi vogliono bene ad entrambi, senza distinguere chi paga regolarmente
l'assegno di mantenimento o chi perde la casa.
La differenza nei loro confronti la fanno quei genitori che, attraverso
le loro affermazioni, sminuiscono il genitore non affidatario soltanto
perchè non paga regolarmente l'assegno di mantenimento o perchè
è andato a vivere dalla loro nonna, dato che non ha nemmeno i
soldi per permettersi un'altra casa in affitto, o perchè convive
con un'altra donna che gli vuole magari più bene di quella che
lo ha cacciato di casa.
QUESTE sono le affermazioni che convincono i figli a non voler più
avere a che fare con i padri, e di questi casi ne abbiamo una notevole
varietà, tutti documentati e dei quali potrete prenderne visione
nel suddetto nostro sito internet.
Per ciò che riguarda la psicologia, che ultimamente sembra essere
tanto in voga e che in effetti stà rovistando, a volte anche
troppo pesantemente, nei rapporti familiari, è univoca nel precisare
che i rapporti tra i figli ed entrambi i genitori devono essere paritari,
soprattutto per il fatto che i figli, indipendentemente dal loro sesso,
hanno bisogno di entrambe le figure genitoriali, dato che è dalla
presenza costante di entrambe che formeranno il loro carattere.
E' scientificamente provato infatti che, seppure in tenera età,
i figli apprendono da entrambe le figure genitoriali e si forgiano il
loro carattere anche con la vicinanza del padre, il quale rappresenta
per loro la sicurezza, così come la vicinanza della madre.
Allora perchè non si deve applicare l'affido Condiviso ?
Quanti sono oggi i padri che curano i propri figli facendogli il bagnetto,
cambiandogli il pannolino, vestendoli, dando loro da mangiare e curando
il loro ombelico appena nati o seguendoli durante i compiti scolastici
e gli impegni sportivi?
Sono moltissimi.
Allora perchè, se le donne hanno raggiunto la parità dei
diritti nell'ambiente lavorativo, politico, religioso e sociale, i padri
non possono avere un pari trattamento nei casi di separazione ed affido
dei minori?
Tanto più che la realtà della condizione femminile in
Italia, come nel resto del mondo occidentale, è divenuta quella
della donna/lavoratrice/madre, ovvero uguale a quella dell'uomo/lavoratore/padre.
Allora dove stà la differenza ?
Forse la differenza si trova nel fatto che oggi si vuole far pagare
alla figura maschile i secoli di sottomissione da parte dell'altrosesso
?
Allora dove sono finite le lotte femministe per la parità dei
Diritti tra Uomo e Donna?
Proprio per supportare ulteriormente quest'ultima considerazione vorremmo
portare a conoscenza dei lettori e delle lettrici che una famosissima
femminista americana Wendy Mc Elroy si è apertamente schierata
a favore dei movimenti per la pari genitorialità al fianco degli
innumerevoli movimenti maschili che stanno denunciando il non rispetto
dei Diritti dell'Uomo, come si può agevolmente leggere nel nostro
archivio dedicato alla Stampa Internazionale.
Come è successo in passato per le Donne, le quali hanno, giustamente,
manifestato un loro disagio, nonostante tutti pensassero che andava
tutto bene per quei tempi, se ora ci sono dei Padri che si lamentano
attraverso continue manifestazioni, articoli di giornale, trasmissioni
dedicate all'argomento "Disparità di trattamento nelle cause
di separazione ed affido minori", qualche ingiustizia e disagio
sociale ci sarà veramente !!
Perchè fare della filosofia spicciola, minimizzare, chiudere
gli occhi e le orecchie ed aprirle soltanto quando si hanno fatti di
sangue dove la madre uccide i figli con i sistemi più barbari,
come metterli in lavatrice, strangolarli, affogarli, accoltellarli,
buttarli dal terrazzo ed altri ben archiviati nella nostra raccolta
di articoli di giornale dedicati all'argomento "Separazioni"
e liberamente consultabile nel nostro sito internet.
E' anche giusto affermare che gli uomini in alcuni casi uccidono le
donne a seguito delle separazioni ed affido dei minori, ma lo fanno
perchè sono estasiati dalle lungaggini burocratiche delle cause
di separazione e soprattutto dal fatto che tanto sono ben consapevoli
che quando compariranno davanti al Giudice, quest'ultimo nel 90% dei
casi deciderà a favore della madre e l'uomo/padre diverrà
soltanto una macchina da soldi con, nella realtà dei fatti, più
nessun diritto sull'educazione dei figli.
E diverrà per giunta un "Senza Casa".
Occorre infatti far notare che tutti gli "Uomini/Mostri",
, che hanno messo in atto l'omicidio nei confronti della ex coniuge,
e più raramente nei confronti dei figli, prima della separazione
erano rispettabilissimi cittadini/lavoratori/amici/padri attaccati ai
figli ed alla Famiglia.
Ovviamente ad esclusione di coloro che soffrivano già di conclamati
problemi di salute mentale e per questo erano in "osservazione"
da parte delle Istituzioni preposte.
Non è inasprendo ulteriormente le pene per i coinvolti che si
eviteranno questi fatti di sangue, e neppure aumentando la presenza
di Istituzioni che si intromettono all'interno dei nuclei familiari
e delle scuole, che si otterranno migliori risultati.
I problemi, in questo caso, vanno affrontati alla base, ristabilendo
cioè le parità dei Diritti tra i Genitori, anche se non
più coniugi, per il bene dei loro figli e, di conseguenza, della
futura società, indipendentemente dalle ideologie politiche di
coloro che sono chiamati, per volontà del popolo sovrano, a legiferare.
L'affidamento Condiviso tende a ristabilire le funzioni genitoriali
responsabilizzando entrambi i genitori, e soprattutto ridando le figure
genitoriali ai figli onde evitare che, appena raggiunta l'età
di 10-13 anni, gli stessi cadano nella depressione e nella sfiducia
verso il prossimo, che l'affidamento monogenitoriale ha loro trasmesso.
Ricordiamoci sempre che aldilà delle belle parole, che spesso
riempiono la bocca degli "addetti ai lavori" che le pronunciano,
nonchè le affermazioni che, secondo alcuni, dovrebbero essere
prese per oro colato, soltanto perchè chi le ha pronunciate,
magari, ha una Funzione Pubblica di notevole potere, c'è il futuro
dei Figli.
I Figli rappresentano il Futuro della nostra società italiana.
Distruggendo la sicurezza della Famiglia e dei Figli verrà distrutto
il futuro della società, e di questo già ne stiamo avendo
le prove tangibili.
Con la speranza di aver potuto chiarire la posizione dei Genitori non
affidatari italiani e, soprattutto, dei loro Figli porgo i miei più
distinti saluti.
Fausto Paesani - cell. 3478473605 - Ge.Fi.S. - Genitori di Figli Sequestrati-
Comitato Senza Scopo di Lucro
http://xoomer.virgilio.it/geni_e_figli
Perchè soltanto attraverso l'Informazione si
combatte l'Ingiustizia!!
Confusione sull’affidamento
condiviso
Gentile direttore,
nell'area "attività" del sito dell'on. diessina Beatrice
Magnolfi,
link
al sito leggiamo un comunicato, firmato dalla stessa assieme
all'on. Marcella Lucidi, che vuole essere una sentenza contro il testo
di legge 66 "dell'affidamento condiviso".
Le due motivano la suddetta opposizione partendo dalla seguente considerazione:
"Il testo modifica alcuni articoli del codice civile e del codice
di procedura civile, prevedendo il modello del cosiddetto "affidamento
condiviso" in sostituzione di tutte le altre soluzioni attualmente
contemplate dall'ordinamento (affidamento monogenitoriale, alternato
o congiunto)".
Niente di più inesatto.
Il progetto di legge 66 infatti non sostituisce le odierne forme di
affido congiunto e alternato con alcunchè, ma aggiunge ad esse
un nuovo modello di tipo bigenitoriale: il cosiddetto affido condiviso.
Inoltre l'affidamento monogenitoriale non viene escluso ma delimitato
al caso che sia stata accertata l'inidoneità di un genitore con
un provvedimento ai sensi degli articoli 330 e 333 del Codice Civile.
Ci si chiede che valore possa avere un documento che parte da considerazioni
completamente inesatte?
Zero o .. zero?
Giuseppina C.
Turismo in Calabria?
No grazie, il pedaggio è troppo costoso
Spett.le Redazione,mi chiamo Fabrizio, vi scrivo anche
a nome di amici per un piccolo sfogo. Noi non siamo Calabresi ma almeno
due volte l'anno ci piace visitare la vostra bella regione per fare
turismo in moto e questo è il quinto anno ormai. Normalmente
non si viaggia da soli siamo sempre non meno di tre moto. La nostra
domanda è: possibile che ogni volta che ci si muove sulla famigerata
ss106 si debba subire agguati dagli autovelox perfettamente occultati?
L'ultimo è stato dalla Polizia Municipale di Amendolara per fortuna
solo a due di noi che viaggiavano alla "folle" velocità
di 74 km/h. La sanzione? 144 euro e due punti in meno sulla patente
(ovviamente a moto). Possibile che sia stata reinserita la tassa di
transito per ogni comune che si attraversa? E quanto dobbiamo mettere
in preventivo per venire due volte l'anno? Spiacenti ma a queste condizioni
conviene andare all'estero, almeno anche se si spende uguale non si
perdono i punti...
Grazie.
Lettera firmata
Smaltimento dei rifiuti e non aumento
delle discariche
Caro Direttore,
trasmetto nota sulla questione rifiuti in Calabria redatta sulla base
dei dati agli atti della Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo
dei rifiuti e dell'Ordinanza del marzo 2004 n.2873 del Commissario Delegato
pe l'emergenza ambientale pubblicata dal BUR del 16.04.2004.
La stessa nota trae spunto dagli interrogativi al centro del convegno
svoltosi di recente nel comune di Pianopoli dove la società ECOINERTI
s.r.l. di Vercelli intende costruire una discarica di rifiuti speciali.
Mario Pileggi, geologo.
INTERVENTI PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI E NON L'AUMENTO DELLE 696
DISCARICHE PER LA VALORIZZAZIONE DEL PREZIOSO PATRIMONIO DI RISORSE
NATURALI E GEOAMBIENTALI DELLA CALABRIA
Il convegno e gli interrogativi sulla recente autorizzazione
ad una società di Vercelli di aprire una discarica di 500 mila
metri cubi nel centro della regione e nel contesto di un territorio
ad alto pregio geoambientale nel comune di Pianopoli della provincia
di Catanzaro, richiamano all'attenzione la questione più complessiva
dei rifiuti in Calabria.
In tale contesto appare evidente come la realizzazione di una discarica
di dimensioni paragonabili ad una collina artificiale, alta 50 metri
ed estesa dalla base alla vetta dieci mila metri quadrati, di rifiuti
speciali provenienti da fuori regione assuma una rilevanza non limitata
nei confini comunali.
L'idea del contesto si ottiene tenendo conto sia della realtà
geoambientale e della localizzazione delle preziosissime e specifiche
risorse naturali disponibili nella regione, sia dei dati agli atti della
Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Dati come
quelli contenuti nella Relazione approvata dalla stessa Commissione
nella seduta del dicembre scorso, e dove, tra l'altro, si legge: "Nei
409 Comuni calabresi sono stati censiti ben 696 siti potenzialmente
inquinati di rifiuti con volumi superiori ai 250 mc.. Le discariche
dotate delle opere necessarie a prevenire l'inquinamento sono appena
39 (5,6%) e il 63% delle discariche è ubicato a meno di 150 metri
dai corsi d'acqua. Dati allarmanti soprattutto per il grave inquinamento
del suolo e delle acque sotterranee e del concreto pericolo, sotto l'aspetto
sanitario, per le comunità interessate.
Si riscontrano nella regione un elevato numero di siti utilizzati per
lo smaltimento dei rifiuti, spropositato rispetto alla popolazione residente
- una discarica ogni 2974 abitanti - il che induce ad ipotizzare possibili
coinvolgimenti, nel passato, di smaltimento di rifiuti pericolosi provenienti
anche da altre regioni o dall'estero con l'inserimento della criminalità
organizzata, sempre tempestiva nell'utilizzare tutte le opportunità
per diversificare i propri illeciti interessi.
Le situazioni di degrado ambientale, riconducibili al disinteresse di
molte delle amministrazioni locali, hanno favorito, certamente in passato,
ma sussistono tuttora i rischi, le ecomafie e le attività di
operatori senza scrupoli, che hanno inquinato terreni e canali con i
residui delle proprie attività (settori agroalimentari, frantoi
ed edilizia), come è stato ampiamente relazionato dal Corpo Regionale
della Forestale e dalla Capitaneria di Porto di Gioia Tauro."
Nella citata relazione si legge anche che "il Commissario delegato
ha approvato un piano di bonifiche per le discariche, prevedendo una
classificazione dei 696 siti censiti per tipologia dei rifiuti smaltiti
e per pericolosità. Delle 696 discariche del piano bonifiche,
redatto dalla struttura commissariale, 58 risultano attive, 636 dismesse,
17 in costruzione."
In base al rischio sono stati classificati:37 siti a rischio marginale;
261 siti a rischio basso; 40 siti a rischio medio. I siti ad alto rischio
sono aree con enormi volumi di rifiuti, costituiti da grosse discariche
dismesse, per lo più a ridosso di corsi d'acqua ed a breve distanza
dalle foci di fiumi e canali, con danno ambientale in atto ed elevato
rischio per la salute delle popolazioni interessate. In particolare:
240 discariche sono utilizzate solo per R.S.U. (non viene esclusa però
la presenza di rifiuti urbani pericolosi); 4 discariche sono costituite
da rifiuti speciali pericolosi; 5 discariche sono costituite da rifiuti
ingombranti; 4 discariche di inerti e materiale da demolizione. Il resto
è rappresentato da discariche utilizzate per smaltire R.S.U.,
rifiuti ingombranti, materiale da demolizione. Due delle quattro discariche
utilizzate per smaltire rifiuti speciali pericolosi sono abusive. L'amianto
è molto diffuso sul territorio ed in forme non molto concentrate;
i tempi per un adeguato intervento di bonifica saranno pertanto inevitabilmente
lunghi e costosi.
La relazione sottolinea come non sono da trascurare i comportamenti
incivili di molti abitanti che hanno disseminato sul territorio materiale
di ogni tipo, soprattutto inerti ed amianto, derivanti da demolizioni
e dall'attività di ristrutturazione edilizia. E che l'utilizzazione
di aree non idonee alla localizzazione delle discariche, anche a ridosso
di canali, torrenti o ai margini di alvei fluviali, in terreni senza
recinzione ed impermeabilizzazione del sottofondo, privi di impianti
di canalizzazione delle acque piovane e della raccolta del percolato,
hanno provocato gravi ripercussioni sotto l'aspetto ambientale ed igienico-sanitario.
Le discariche abusive si trovano soprattutto sul territorio pianeggiante,
e cioè nella ristretta fascia delle pianure costiere e nelle
vallate fluviali che separano le catene montuose principali.
Sempre nell'ambito dell'attività della commissione bicamerale
sul ciclo dei rifiuti, il 20 novembre scorso, nell'audizione del commissario
delegato per l'emergenza rifiuti in Calabria, Giuseppe Chiaravalloti,
e del responsabile unico del procedimento per l'emergenza rifiuti in
Calabria, Giovan Battista Papello quest'ultimo ha dichiarato: ":
" Con riferimento ai rifiuti speciali preciso che da noi non c'è
una grandissima produzione di questo tipo di rifiuti e ci sono alcuni
impianti di trattamento." Per uno di questi impianto abbiamo un
problema, che stiamo affrontando con risorse regionali, nel comune di
Locri, dove una vecchia fabbrica di trattamento di rifiuti speciali
è fallita: siamo andati sul posto e abbiamo trovato di tutto;
quindi c'è stata necessità di un intervento urgente di
bonifica. Ci sono alcuni impianti per il trattamento di rifiuti speciali
o discariche di categoria 2B o 2C; non c'è in Calabria una grandissima
produzione. C'è stato qualche problema con alcune aziende, a
volte sottoposte a misure da parte delle forze dell'ordine o delle procure,
ma le notizie che abbiamo noi (che sono, però, di natura prettamente
amministrativa, non avendo capacità di incidere dal punto di
vista dell'indagine penale) sono abbastanza tranquillizzanti. "In
generale, dai dati di cui disponiamo risulta che siamo importatori di
rifiuti speciali che vengo trattati, più che produttori di rifiuti
speciali che vengono esportati".
L'inesistenza di necessità e urgenza a realizzare discariche
in particolare nei territori del settore centrale della regione, viene
ribadito più volte nella citata relazione del luglio 2003 dove
si afferma: "Le motivazioni che inducono a ritenere ormai conclusa
e non più prorogabile l'esperienza del Commissariato straordinario
e dei poteri delegati per la gestione del ciclo dei rifiuti in Calabria
sono riconducibili alle seguenti considerazioni: .Il sistema Calabria
centro è stato già ultimato ed è in funzione"
La mancanza di necessità ed urgenza di discariche appare più
evidente se la situazione calabrese è inquadrata nel contesto
nazionale. Infatti, il numero di discariche censite in Italia è
di 6.286:se questo numero viene diviso per il numero delle regioni si
ottiene circa 315, il numero di discariche che ogni regione avrebbe
se il totale fosse ripartito in parti uguali. Ma la distribuzione delle
discariche, come la distribuzione di tanti altri indicatori, è
a svantaggio della Calabria dove di discariche ne sono state censite
696, più del doppio della teorica ed equa ripartizione.
Va precisato che non si può fare come la Regione Veneto che ha
tentato di dotarsi di una legge per impedire di far entrare rifiuti
da fuori della stessa regione.
Va tuttavia considerato che i dati sulla quantità e localizzazione
delle discariche non sono separabili dai fenomeni d'inquinamento delle
acque ed in particolare di quelle marine. In proposito va evidenziato
il rilevante aumento dei divieti di balneazione che, rispetto all'inizio
di maggio, si è registrato alla fine della stagione balneare
2004. Va tenuta presente lanche a fonte degli stessi, e questo anche
in considerazione del fatto che c'è sempre qualche amministratore
comunale o regionale distratto che, dopo la pubblicazione del nostro
rapporto sullo stato di salute del mare predisposto sulla base dell'esame
dei dati ufficiali della regione si affretta a dichiarare l'inesistenza
o l'irrilevanza dell'inquinamento, lasciando intendere, a qualche lettore
pure distratto, che la nostra analisi dei dati di fonte regionale sia
un commento a risultati di altre analisi delle acque, diverse da quelle
ufficiali.
Così come va considerato che l'area dove la società di
Vercelli vuole depositare una collina di rifiuti speciali oltre che
ben visibile dal finestrino degli aerei che atterrano all'aeroporto
di Lamezia Terme è un'area posta al centro della Calabria in
un contesto geoambientale unico in tutta la catena appenninica, tra
i due mari che bagnano i golfi di Sant'Eufemia e di Squillace separati
dal più stretto lembo di rocce con impressi i segni che testimoniano
nascita ed evoluzione di tutta la storia geologica d'Italia.
È un'area di un contesto ambientale sempre abitato dall'uomo
con testimonianze archeologiche di tutte le età ed a partire
dal Paleolitico: nella zona centrale del territorio di Italo che ha
dato il nome a tutta la Nazione, e, secondo il prof. Armin Wolf dell'Università
di Francoforte, nella zona centrale del ricco territorio dell'evoluto
popolo dei Feaci descritto da Omero.
È un'area al centro della regione con la più alta disponibilità
di sorgenti naturali e falde idriche con acqua potabile d'ottima qualità
e tra le migliori d'Europa.
Considerare tutto ciò, la sismicità e le caratteristiche
idrogeologiche dei terreni che caratterizzano l'area è doveroso
ed utile per evitare interventi dannosi e favorire la valorizzazione
del territorio al fine di migliorare la qualità della vita di
chi ci vive. Per tal fine occorre tener conto anche delle più
realistiche ed avanzate indicazioni per risolvere il problema dei rifiuti
come , ad esempio, i dai dati contenuti nel Sustainable Use of Resources
in Europe a cura del Coordinamento Europeo degli Amici della Terra con
il Patrocinio della DG XI dell'Unione Europea; ed in particolare i dati
contenuti nel "Rapporto Italia" che, tra l'altro, evidenzia
come: "L'aumento della quantità di rifiuti prodotti dalla
moderna civiltà dei consumi è dovuto principalmente a
metodi di produzione inefficienti e ad un abuso di energia e di materiali.
Un forte impegno nella prevenzione, un elevato rendimento del recupero
e del riciclaggio, l'affermarsi di un mercato dove le materie recuperate
si integrino di nuovo nel ciclo produttivo sono azioni che riducono
i rifiuti e, contemporaneamente, il prelievo di risorse naturali; un
elemento, questo, molto importante per l'Europa e particolarmente per
l'Italia, che è povera di materie prime. Il metodo dello Spazio
Ambientale, che fissa precisi obiettivi per la riduzione dell'impiego
di materie prime nei paesi industrializzati in periodi determinati,
rappresenta uno strumento efficace per una politica di riduzione dei
rifiuti, inserita in uno scenario di sviluppo sostenibile. Applicando
il metodo dello Spazio Ambientale, gli Amici della Terra hanno calcolato
che uno sviluppo sostenibile del sistema economico italiano comporterebbe,
entro il 2010, una riduzione del fabbisogno di materiali del 25%.
Le politiche ambientali del nostro paese stentano ad integrare la gestione
dei rifiuti con l'uso razionale delle risorse e con sviluppo sostenibile.
Certamente, un governo settoriale può essere più agevole
e meno impegnativo in termini di rispetto degli obiettivi fissati. Ma
in questo modo si priva la politica dello sviluppo di elementi essenziali
di innovazione di sistema e non si danno indicazioni valide per orientare
in modo eco-efficiente gli investimenti.
La speranza che le iniziative più avanzate già adottate
in molti altri paesi europei costringeranno l'Italia ad accodarsi, sia
pure in un secondo tempo, non è consolante. Anche perché
è prevedibile che, ancora per lungo tempo, occorrerà fronteggiare
le emergenze, pagando un alto prezzo in termini di degrado ambientale,
di costi sociali, di riduzione della qualità della vita e di
perdita di competitività del sistema produttivo in uno scenario
di crescente mondializzazione dei mercati."
Ignorare tutti questi dati e continuare a fare come gli struzzi favorendo
l'aumento delle discariche può portare gli stessi "struzzi
di Calabria" ad infilare la testa non più nella preziosa
terra della regione ma nei rifiuti speciali provenienti da fuori regione.
Geologo Mario Pileggi presidente Amici della Terra
Lamezia Terme
Nessuna polemica tra Rende e Cosenza
Caro direttore,
apprendiamo da organi di stampa del clima che si respira nelle due città,
dove sta crescendo una impensabile e incredibile lotta tra rendesi e
cosentini. Come discendenti di Virgilio e Paucezio ci sentiamo in dovere
di difendere lo spirito di appartenenza alla nostra città.
Il tutto nasce da una rivalità calcistica.
Il Rende dopo anni di anonimato nel calcio dilettantistico ritorna a
pieno titolo nei campionato professionistici, il Cosenza Calcio, invece,
anche con i suoi 90 anni di storia, si ritrova, a torto o a ragione,
nei campionati dilettantistici. Bisogna dire che questo sta nelle regole
del gioco.
Quello che non riesco a capire è il perché si vuole svilire
una storia millenaria come quella della gloriosa Arintha, solo per dare
risalta alla figura della storica Cosenza.
Come rendesi, e come associazione la quale porta il nome Rende, desideriamo
far capire che dire “Rende è Cosenza” è profondamente
sbagliato, per due motivi.
In primo luogo l’Area Urbana è una cosa, l’unione
è un’altra.
I cittadini rendesi e cosentini lavorano insieme, parlano insieme, mangiano
insieme nei ristornati rendesi e poi trascorrono il resto della serata
nel centro storico cosentino, ma questo non vuol dire che siamo in presenza
di una città unica. Se dicessimo questo peccheremmo di scarsa
riflessione, e si arriverebbe ad una sorta di cretinismo che vuole che
il pesce grande mangi quello piccolo.
In secondo luogo così si arriverebbe a distruggere il lavoro
condotto da uomini che hanno amato e continuano ad amare Rende, sempre
e contro tutto.
Ritornando al principio della nostra discussione, crediamo che il Rende
Calcio sia un patrimonio della rendesità, che i cittadini rendesi
porteranno avanti sempre e con coraggio.
In queste ultime settimane, contro la tifoseria e la società
di C.Menotti si sta disputando un vero e proprio gioco al massacro da
parte di giornalisti che vorrebbero le fusioni delle società
perché il Cosenza è il Cosenza.
Io rispondo a questo dicendo che Rende è Rende, e che il Rende
è il Rende.
Signori giornalisti chiedo di non alimentare questo fuoco distruttivo
tra due cittadine che devono collaborare e crescere insieme, ma non
lottare l’una contro l’altra.
Rende 26 ottobre 2004
Luca Lombardo, Presidente dell’Associazione
“Rende Giovani”
Al Teatro Rendano succede che ……
Come faccio da oltre 20 anni mi sono recata al Botteghino
del Teatro Rendano per il rinnovo, per me e per la mia famiglia, degli
abbonamenti per la prossima Stagione Lirica 2004.
A parte ogni e qualsiasi considerazione sulla circostanza per cui si
va a rinnovare un abbonamento completamente “Al buio” nel
senso che non è dato conoscere il cast di ogni rappresentazione
( dal Direttore di Orchestra, all’Orchestra, ai Cantanti, al Regista,
allo Scenografo etc.) dal momento che ad oggi si è sforniti del
cartellone, fatto molto grave se si pensa che dopo l’incendio
del Petruzzelli a Bari, il nostro Teatro di Tradizione è uno
se non il più antico del Meridione, ma il fatto più grave
è stato quello del momento del pagamento.
Infatti, al botteghino, dove, nell’era della comunicazione mediale
mancava anche un computer con un programma consono alla visualizzazione
della pianta del Teatro ed alla verifica dei posti dei vecchi abbonati,
mi sono sentita dire che potevano accettare il pagamento in contanti
o con assegno tratto sulla Banca CARIME.
Avendo sempre pagato con assegno della mia Banca, in assenza di un posse
per la Carta di credito o similari, ho chiesto di parlare con Direttore,
Dott. Annarita Callari, la quale in presenza di testimoni, mi comunicava
che il Direttore della Carime di Via XXIV Maggio, dove, per chi non
lo sapesse, ha sede la Tesoreria dell’Ente – Comune di Cosenza,
le avrebbe comunicato che per l’accredito di ogni assegno di Banca
diversa dalla Carime, il Comune si sarebbe dovuto fare carico di una
spesa di € 25,00!
Ora va bene che gli Istituti bancari non sanno più come oberare
i correntisti, ma questo è veramente troppo soprattutto perché
la gente, per giunta qualificata parla con troppa facilità non
pensando che chi ha di fronte è titolare di conto corrente né
più e né meno del Comune di Cosenza!
In questo modo se veramente le Banche arrivassero a tanto non sarebbe
meglio ritornare ai tempi del Baratto?
Ovviamente il mio amore per la lirica in particolare e per il teatro
in generale mi hanno fatto sottostare, e recatami nuovamente il giorno
dopo ho pagato in contanti, ma ancora più meravigliata mi sono
sentita dire che mi avrebbero rilasciato una ricevuta e che avrei dovuto
provvedere al ritiro degli abbonamenti dopo il 22 ottobre prossimo!
Il mio senso civico, il mio spirito campanilistico e soprattutto l’amore
che nutro per la mia città natale mi hanno spinto a scrivere,
aggiungo solo che non vorrei essere mai smentita dal direttore della
Carime, mentre alla Dirigenza del Teatro Rendano suggerisco: “Ha
nelle mani l’amministrazione di un bene prezioso, non renda i
pochi piaceri della vita dei dispiaceri, o meglio delle cose spiacevoli
“.
Cosenza 11 ottobre 2004
Avv. Daniela Mascaro
Nella foschia.
E' quando c'è foschia, cala la nebbia, quando
il silenzio rimbomba, che si attivano i manovratori nei palazzi per
progettare la violenza sul territorio, cementificando ulteriormente
la nostra città. Viale Mancini ha mutato la geometria della città,
però il cemento e i cartelloni pubblicitari spuntano come i funghi.
Gli interessi dei gruppi di potere di sempre! Ci sono solo loro, o quasi,
nella programmazione triennale, da 361 milioni di euro, della città
che sta cambiando volto. Fino ad oggi non c'è stato alcun caso,
nella nostra area urbana, di riconversione di strutture preesistenti
in spazi pubblici liberamente fruibili dai cittadini; solo la Casa delle
Culture ed un timido recupero dei locali dell'ex stazione ferroviaria,
al momento però non inserita in un programma chiaro a tutti (anche
alla luce del ticket). E pensare che si ipotizza la costruzione di un
grattacielo tipo "pirellone" ai piedi del futuro ponte di
Calatrava! Non è accettabile, non è possibile sempre e
solo abbattere, demolire e innalzare nuovi edifici fatti di tondini,
cemento, sabbia e sfruttamento della manodopera. E la sostenibilità
di cui tanto si parla, di cui anche la nostra amministrazione è
promotrice, che fine ha fatto? Il messaggio che deve passare è
"no alla cementificazione, sì alla riconversione".
Beninteso, se c'è da utilizzare il cemento che lo si utilizzi,
ma con parsimonia! Considerando il problema del degrado e abbandono
dell'area, l'occupazione pacifica che noi precari sociali di questa
città stiamo mettendo in atto oggi, non deve essere considerata
un'azione illegale, bensì fondamentale per sottrarla alla speculazione
edilizia e restituirla alla collettività. La nostra azione vuole
riportare il dibattito pubblico su temi concreti: la qualità
della vita, la lotta alla cementificazione, l'urgenza di rimuovere l'amianto
che provoca il cancro ai polmoni. Non possiamo permettere che questioni
come il nome da dare a piazza Fera, o il trasferimento delle "aquile"
di piazza Kennedy, dirottino l'attenzione generale dei cosentini. Chiediamo
che in questa, come in altre aree, siano previsti spazi di uso sociale
e collettivo. Rilanciamo progetti di gestione partecipativa della città,
che vadano al di là delle chiacchiere. Costruire la nuova officina
sociale della città, questo è l'obiettivo. Una struttura
viva in cui non si facciano solo concerti di musica per "gente
strana", da mettere a disposizione della gente del quartiere, dei
lavoratori, dei disoccupati, degli studenti, dei migranti, dei giovani,
dei pensionati per ritrovarsi, discutere insieme dei propri problemi,
socializzare, creare, suonare, mangiare, ridere, organizzarsi e lottare
in difesa dei propri bisogni e delle proprie condizioni di vita.
Cosenza 9 ottobre 2004
FEDERAZIONE DEI SENZA NOME
Lettera aperta al Sindaco sui mille
problemi dell’ultimo lotto di via Popilia
Lettera aperta
Il sindaco di Cosenza non finisce di stupire quando afferma che “l’episodio
di martedì ci dà l’esatta misura di come si sia
superato il livello di guardia e genera uno stato di tensione e di allarme
di fronte al quale tutti, istituzioni in testa, dobbiamo reagire energicamente”.
Stupisce poiché è puntualissima nel prendere le distanze
da fatti criminosi ma nell’agire pratico nulla fa se non invocare
pateticamente una ‘reazione energica’ da parte di quelle
istituzioni di cui ella stessa fa parte.
Oltre due anni fa invitavo con due lettere l’attuale sindaco a
monitorare lo stato di abbandono e di abusivismo in cui versa l’ultimo
lotto di via Popilia, dandole “l’esatta misura” della
vulnerabilità di questo popoloso quartiere e descrivendo dettagliatamente
le aree a rischio: aree in cui le aiuole pubbliche sono state arbitrariamente
recintate e di fatto diventate proprietà privata dei rom, ma
anche degli alloggi Aterp deturpate dalle baraccopoli e da lavori esterni
mai autorizzati. Per non parlare di una scarsissima attenzione rispetto
al territorio dove oltre ai pusher impazzano le auto ad alta velocità
e gli schiamazzi pomeridiani e notturni della cosiddetta “famazza
urbana”. Lettera morta; da allora nulla è successo se non
quel oggi è desolatamente sotto i nostri occhi: via Popilia è
diventata terra di nessuno dove regnano incontrastati i rom ospitati
con la premessa che dovevano integrarsi e che non si sono mai integrati.
Non è sufficiente togliere dall’isolamento urbanistico
un quartiere se poi non si è capaci di porre rimedio all’isolamento
morale.
Sappia il sindaco, giacché non s’è accorta, ma lo
sappia anche il prefetto, qualora non vi sia stato nessuno ad informarlo,
che il livello di guardia in via Popilia è stato ampiamente superato,
che il controllo del territorio da parte delle istituzioni avviene in
e da siffatti contesti. I crimini che si sono consumati negli ultimi
tempi sono anche, anzi, direi soprattutto, il frutto della inadempienza
istituzionale. Via Popilia non è stata mai un isola felice, ma
non vi si trovano solo delinquenti arroganti e trafficanti di droga.
In via Popilia vi abitano anche famiglie e persone per bene, dignitose
e per questo degne di rispetto; vi sono giovani che si guadagnano da
vivere onestamente e che nonostante le mille difficoltà quotidiane,
frequentano con profitto le scuole e l’università, gente
insomma che nella cosiddetta società civilizzata ha fatto una
scelta di campo. Di giudizio. Ha fatto una distinzione tra il bene e
il male. E invece per tutta risposta siamo spesso costretti a serrare
i nostri figli in casa per timore delle contaminazioni.
Reagisca energicamente il sindaco, trovi il coraggio e ritagli un po’
del suo prezioso tempo per dedicare attenzione in via Popilia, cominciando
a spazzare quei contesti di abusivismo e di illegalità, ma senza
convocare tavoli sulla sicurezza di cui tutti siamo stufi.
Non ci vuole “la zingara” per sapere che il problema dell’illegalità
diffusa esiste e va affrontato. Affrontato di petto e autorità,
certamente insieme alle forze dell’Ordine, che espletano il loro
dovere, di già, con diligenza e ottimo spirito di servizio, talvolta
rischiando la vita, come è accaduto al giovane carabiniere. Anche
i pattugliamenti sono da potenziare e non di poco, magari introducendo
i poliziotti di quartiere. E' risaputo che non è sufficiente
invocare la presenza dello Stato se alle parole poi non seguono i fatti.
Al costo di intimorire. Al costo di vedersi sotto pressione. L’educazione
alla legalità comincia col far rispettare i diritti più
elementari. Ecco le risposte concrete che i cittadini aspettano.
Questo è un appello nella speranza che stavolta non rimanga lettera
morta.
Federica
(La lettera aperta è stata inviata a: Al Signor Sindaco di Cosenza
dr.ssa Eva Catizone e Al Prefetto di Cosenza Dott. Diego D’Amico
e per conoscenza
Al Signor Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Al Ministro
dell’Interno On. Giuseppe Pisanu, Ai Membri della Commissione
Parlamentare Antimafia On. Angela Napoli, On. Antonio Gentile, Al Procuratore
della Repubblica di Cosenza Dott. Alfredo Serafini, Alla Direzione Distrettuale
Antimafia Dott. Eugenio Facciola, Ai Consiglieri Comunali di Cosenza,
Ai Consiglieri Provinciali di Cosenza, Ai Consiglieri Circoscrizionali
di Cosenza, Al mondo politico tutto Ai Cittadini, Ai Mass Media con
la preghiera di voler tenere viva l’attenzione)
Con le colombe spostato un simbolo
della città
Che tristezza vedere le colombe di Piazza Kennedy imbracate
e pronte per essere, oramai, portate via dal loro luogo naturale. Prende
il volo un simbolo della nostra città, un monumento che ha scandito
per decenni la vita di Cosenza e sotto il quale si sono intrecciate
migliaia e migliaia di storie: appuntamenti, discussioni, amori, confidenze
di generazioni e generazioni di cosentini. “Ci vediamo a Kennedy”,
“Piazza Kennedy? Quella con le colombe”: quante volte, tutti
noi, abbiamo pronunciato queste frasi a volere identificare un punto
di riferimento. Dopo il mitico Manna (ma quello è un discorso
legato all’economia), va via anche l’altro simbolo di una
piazza per decenni punto di aggregazione della città, dove noi
giovani parlavamo con gli amici dei nostri problemi, delle nostre ansie,
dei nostri progetti; dove si parlava di tutto e si ci confrontava in
un’epoca in cui, ancora, la tecnologia non aveva stravolto abitudini
e ritmi. Le colombe vanno via non per essere sottoposte ad un restilyng
e poi tornare ma, ahimè, per una decisione unitaria, dittatoriale,
del Sindaco che, non curante delle lamentele e delle proteste di un’intera
città, tira diritta per la sua strada non pensando che, scelte
palesemente impopolari come questa, rimangono ben impresse nella mente
dei cittadini i quali (questa si che è democrazia!), hanno dalla
loro il diritto-dovere del libero voto. Volano via le colombe di Kennedy,
verrano posizionate all’inizio di viale Giacomo Mancini (che errore
l’indicazione del suo successore!) perché così vuole
il Sindaco! Lasciano in tutti noi un vuoto che non è solo fisico
e visivo ma, soprattutto, affettivo e di ricordi. Ma in questa città,
purtroppo, c’è chi a queste cose non guarda suscitando,
personalmente, grande compassione.
Cosenza 25 agosto 2004
ROBERTO BARBAROSSA
Incredibili politiche vessatorie della
Telecom
Caro Direttore,
vorrei con la presente segnalare quanto accaduto ad un’anziana
signora di Dipignano, N.I., che da quasi due anni sta combattendo una
dura e lunga battaglia legale contro il gestore della telefonia fissa
italiana. La storia mi è stata riportata, con dovizia di particolari
e documenti, da un amico avvocato al quale la signora si è rivolta
dopo che, da quasi due anni, si vede praticamente vessata e chiamata
più volte a dovere pagare una bolletta esorbitante ma, soprattutto,
non relativa alla sua, effettiva, utenza telefonica. Ad inizio del 2003,
la simpatica vecchietta, trova nella sua cassetta postale la consueta
bolletta che, però, riserva un’inattesa quanto spiacevole
sorpresa: pur essendo a lei intestata, si riferisce ad un numero non
suo presentando un importo da pagare di gran lunga superiore a quello
abituale ed agli effettivi consumi della signora. Iniziano le proteste
nei confronti dell’operatore che, nonostante ripetute assicurazioni,
disattiva l’utenza. Dopo qualche mese, finalmente, la questione
si ricompone e l’anziana signora può riprendere ad utilizzare
il telefono per lei molto importante vista l’età avanzata.
Quando tutto sembra essersi definitivamente risolto, nel mese di febbraio
di quest’anno, la storia si ripete con le stesse, precise, modalità.
Ecco che, N.I., decide di rivolgersi ad un legale per fare valere i
suoi diritti e potere, nuovamente, utilizzare la linea telefonica. La
battaglia (perché di questo si tratta) sta ancora andando avanti
con tutto ciò che ne consegue. Può capitare anche questo
nella nostra Italia: vedersi addebitati dei consumi non propri e doversi
affidare ad un valente avvocato per vedersi riconosciuto un sacrosanto
diritto.
Cosenza 22 luglio 2004
Lettera firmata