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Spettacoli
- Concerti
Mercoledì 29 dicembre ore 20
Auditorium Liceo Classico B. Telesio
“Modena City Ramblers”
in concerto
solidarietà agli imputati del processo noglobal
Presentazione dei Modena City Ramblers
“¡Viva la Vida, Muera la Muerte!”
Con questa frase i rappresentanti delle comunità
zapatiste del Chiapas chiudevano i loro formali e serissimi discorsi
pubblici di benvenuto nei nostri riguardi. Una rivendicazione che in
sé comunica già tutto: si nasce, si lavora e si lotta
per la vita. Perché essa sia soprattutto dignità, gioia,
piacere, rispetto, scelta, cooperazione, PASSIONE. Dal nostro viaggio
nelle terre dei comandanti indios dai nomi di personaggi dei fumetti
e del cinema americano e del famoso e inafferrabile sub-comandante Marcos
abbiamo innanzitutto riportato questa lezione: al di là dei discorsi,
delle professioni di militanza, delle teorie, degli slogan, delle bandiere,
contano i fatti e le utopie che hanno contribuito a realizzarli, piccoli
o grandi che essi, ed esse, siano. Solo mettendosi in gioco per migliorare
un poco la vita (propria e di chi vive con noi) si riuscirà a
“sconfiggere” la morte. Può sembrare una riflessione
retorica e un po’ scontata secondo i parametri di giudizio occidentali
ma, lontano da qui, nei poverissimi villaggi della Selva Lacandona o
nelle sterminate tendopoli Saharawi o negli oscuri ghetti delle township
sudafricane, questa affermazione suona più che mai evidente e
potente, tanto da raggiungere e valere per ogni angolo di Mondo. Noi
crediamo che solo i pazzi e i criminali possano essere così sordi
e cinici da non volerla comprendere nella sua profonda essenza.
Le canzoni di questo disco sono state composte in alcuni casi prima
del nostro viaggio di inizio 2003 nelle comunità maya di Chiapas
e Guatemala, in altri dopo. La scelta di includerle, però, è
stata guidata per tutte dall’ideale sollecitazione posta dal titolo.
Non si può parlare di concept album, ma in ogni brano si può
ritrovare questa essenza vitale che muove i sogni, gli ideali, i percorsi,
le denunce e le storie che sono state messe in musica.
La realizzazione dell’album si è sviluppata attraverso
due fasi: dapprima si è lavorato su un ampio ventaglio di nuove
canzoni, provando e sperimentando diversi arrangiamenti. Poi, dopo l’incontro
con il produttore Max Casacci ( Casasonica ), si è passati alla
scelta dei brani e all’elaborazione dei testi e degli arrangiamenti
definitivi. Grazie alla guida di C. Max, il lavoro in studio ha permesso
di sviluppare un suono e un’attitudine musicale che, proseguendo
il discorso iniziato con “Radio Rebelde” (2002), ha il senso
compiuto di una solida maturità raggiunta dalla band. Dopo mezzo
milione di dischi venduti in dieci anni, dagli esordi del 1994 di “Riportando
tutto a casa” ad oggi, decine di tour in giro per l’Italia,
l’Europa, il Sudamerica e l’Africa, i Ramblers di “¡Viva
la Vida, Muera la Muerte!” trovano il perfetto equilibrio tra
poesia e lotta, vocazione internazionalista e amore per le proprie tradizioni,
curiosità per i suoni e le canzoni di tante diverse culture e
desiderio di sperimentare e cercare nuove strade espressive. Ecco allora
che il suono “postpadano” di “Al Fiómm”
e “La Fola ed la Sira” coesiste e si innesta sul dialetto
emiliano dei propri nonni. Nel rivendicare e nel denunciare, lo spagnolo
di “Mira Niño” si associa al melting pot linguistico
“maghreb-style” di “El Presidente” e all’inglese
ed al francese del ritornello di “Altri Mondi”. “Il
Testamento di Tito” tocca il tema del rapporto tra religione istituzionalizzata
e società, celebrando il nostro omaggio al più grande
poeta di musica italiano, Fabrizio De Andrè, lucido cantore delle
ipocrisie del mondo e degli uomini che lo popolano. Questo suo accorato
testo rappresenta in pieno il nostro sentire sull’argomento. “Ebano”,
“Stelle sul Mare” e “Lontano” parlano di vite
dure, fatte di rinunce, sofferenze, emigrazione, sogni irraggiungibili,
distanze. Ma pure colme di dignità, anche nella povertà
o nel sapersi essere sfruttate, perché, comunque vada, si è
tentato qualcosa. “Lontano” è la nostra rielaborazione
di un brano registrato in origine assieme ai Landscape Prayers a Durban
in Sudafrica, due anni fa, in occasione della collaborazione al loro
album dallo stesso titolo. “I Cento Passi”, ispirata fin
dal nome al bellissimo film di Marco Tullio Giordana, parla di chi,
pur amando la vita, non ha esitato a sfidare la Mafia a rischio della
propria sorte: Peppino Impastato, del suo coraggio e della voglia di
equità e giustizia che lo guidarono. “Ramblers Blues”
(la ballata blues di speranza dei Ramblers), accompagnata da un tappeto
di suoni al contempo moderno e folk e “Viva la Vida”, dalla
tessitura ritmica rock-steady, chiosano l’essenza della frase
che dà il titolo al disco. C’è bisogno di tutta
la nostra intelligenza, come disse a suo tempo Antonio Gramsci, per
cercare di migliorare il mondo. Questo è il nostro tempo e occorre
più che mai mettersi in gioco, come individui e come parte di
una grande comunità di persone, idealmente legate tra loro: dagli
altos del Chiapas a Genova, da Porto Alegre fino a Cinisi.
Al disco hanno collaborato, oltre a C. Max e il fido tastierista e programmatore
Ale Bavo (anch’egli di Casasonica), vari ospiti. Ci sono i nostri
vecchi compagni Massimo Giuntini, alla cornamusa in un brano, e Giovanni
Rubbiani, che partecipa alla composizione del testo di “La Fola
ed la Sira”. C’è la cantante dei Caravan de Ville,
Sara Piolanti, che presta la voce in tre canzoni. C’è l’amico
Luca Lanzi, dei fratelli Casa del Vento, che partecipa alla composizione
della musica di “Altri Mondi”. C’è la voce
saharawi del poeta Dahan Abdelfatah che perora la causa del suo popolo
(da anni sosteniamo la sua lotta assieme all’associazione Saharawi
italiana). C’è l’incredibile tromba cubana di Amik
Guerra, già nei Mau Mau e nei Fratelli di Soledad. Ci sono i
musicisti sudafricani Gito Baloi, Nibs van der Spuy e Ant Cawthorn-Blazeby,
con cui collaboriamo nell’incisione di “Lontano”.
Grazie alla collaborazione intrapresa con la COOP come
testimonial di “Acqua per la Pace”, per ogni copia acquistata
del disco, a prescindere da chi l’ha venduta, la COOP destinerà
un euro (basandosi sulle cifre di vendita dichiarate dalla Universal)
nei progetti di solidarietà legati alla campagna.
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