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Caso De Magistris, messo su un grande fratello globale

 

Caso De Magistris, un “Grande Fratello Globale” durante le inchieste Poseidone e Why Not. Notificati a Procura Catanzaro atti CSM

22 gen 09 C'é dentro di tutto, una mole enorme di intercettazioni, una sorta di grande fratello che ha controllato migliaia e migliaia di persone, parlamentari senza distinzioni di partito, capi dei servizi segreti e delle forze armate ma non solo. Il caso del cosidetto 'archivio Genchi', dell'ex consulente tecnico della procura di Catanzaro, frutto di oltre un milione di conversazioni telefoniche, è arrivato oggi sul tavolo del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che ha come scopo quello di monitorare l'attività di intelligence italiana. Una riunione fiume a San Macuto, dove il Comitato, presieduto da Francesco Rutelli e composto da altri nove, tra deputati e senatori di maggioranza e opposizione, ha esaminato le prime informazioni e le modalità di analisi di alcuni atti processuali e documenti relativi alle inchieste cosiddette 'Why not' e 'Poseidone' pervenuti al Comitato, su sua richiesta, dalla Procura generale di Catanzaro. "Abbiamo visto cose molto, molto rilevanti - ha detto Rutelli nel corso della trasmissione Porta a Porta. Le dobbiamo esaminare con estrema accuratezza". Rutelli ha ribadito che si tratta di notizie coperte dal segreto, ma ha sottolineato che l'organismo parlamentare sta, in particolare, verificando se esistano intercettazioni che riguardino i funzionari dei servizi di sicurezza: "E' indispensabile verificare se ci sono state deviazioni. Bisogna però tutelare la sicurezza della nostra intelligence, perché i nostri addetti non possono essere intercettati". Il Copasir riceverà "ulteriore documentazione dalla Procura generale di Catanzaro" e il prossimo 30 gennaio svolgerà le audizioni dei "soggetti interessati". Il Comitato ha quindi "stabilito all'unanimità di approfondire innanzitutto i profili, sicuramente di propria competenza, riguardanti le implicazioni sui Servizi di informazione e sicurezza. Le notizie di stampa su tali possibili implicazioni, nonché alcune interrogazioni parlamentari cui il Governo ha dato risposta nella seduta dell'8 gennaio sono state infatti alla base della richiesta del Comitato all'Autorità giudiziaria". "Nella documentazione pervenuta - conclude il Copasir - si riferisce anche di attività riguardanti i dati telefonici di uomini politici del Governo, del Parlamento e delle istituzioni locali, nonché di magistrati e di appartenenti alle forze dell'ordine. Il Comitato, che riferirà sulla questione ai Presidenti della Camera e del Senato, si è riservato di approfondire tali aspetti in relazione alle proprie competenze". Si tratta, trapela,"di qualcosa dalle proporzioni devastanti" (600 le pagine impiegate per raccogliere il materiale). "Di una mole di lavoro enorme che va oltre qualsiasi aspettativa", uno "scandalo che rischia di avere un effetto domino". L'archivio del consulente dell'ex pm De Magistris, Gioacchino Genchi, è costituto da 578mila record anagrafici, 1.402 tabulati utilizzati nell'ambito dei procedimenti 'Why Not' e 'Poseidon', e da un milione di contatti telefonici, tra i quali anche quelli di parlamentari, magistrati, esponenti dei servizi segreti e di altre istituzioni. Si tratta di materiale per il quale il Comitato aveva richiesto informazioni relativamente a un eventuale coinvolgimento di personale dei servizi. Nella documentazione pervenuta al Copasir risulterebbe che De Magistris avrebbe chiesto tabulati di traffico telefonico di alti funzionari dei servizi e avrebbe inoltre effettuato perquisizioni negli uffici di alcuni di essi. Non si tratterebbe, comunque, solo di materiale relativo ad intercettazioni svolte su funzionari dei servizi, ma anche su parlamentari (intercettazioni indirette), magistrati e alti ranghi delle forze dell'ordine e militari .


Nuovi atti dall’archivio Genchi.
Il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), che ha acquisito atti e documenti del cosiddetto 'archivio Genchi', riceverà "ulteriore documentazione dalla Procura generale di Catanzaro" e il prossimo venerdì 30 gennaio svolgerà le audizioni dei "soggetti interessati". E' quanto si legge in una nota dello stesso Copasir, riunitosi oggi. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, nella seduta odierna "ha deciso, sulla base di una relazione del Presidente Rutelli - si legge in una nota - le modalità di esame di alcuni atti processuali e documenti relativi alle inchieste cosiddette 'Why not' e "Poseidone" pervenuti al Comitato, su sua richiesta, dalla Procura generale di Catanzaro". Il Copasir ha quindi "stabilito all'unanimità di approfondire innanzitutto i profili, sicuramente di propria competenza, riguardanti le implicazioni sui Servizi di informazione e sicurezza. Le notizie di stampa su tali possibili implicazioni, nonché alcune interrogazioni parlamentari cui il Governo ha dato risposta nella seduta dell'8 gennaio - è detto ancora nel comunicato - sono state infatti alla base della richiesta del Comitato all'Autorità giudiziaria". "Nella documentazione pervenuta - conclude il Copasir - si riferisce anche di attività riguardanti i dati telefonici di uomini politici del Governo, del Parlamento e delle istituzioni locali, nonché di magistrati e di appartenenti alle forze dell'ordine. Il Comitato, che riferirà sulla questione ai Presidenti della Camera e del Senato, si è riservato di approfondire tali aspetti in relazione alle proprie competenze".

Notificati gli atti del CSM a Jannelli e Garbati. E' stato notificato oggi al procuratore generale di Catanzaro Enzo Jannelli ed al sostituto pg Alfredo Garbati, il dispositivo del provvedimento con il quale il Csm ha disposto il loro trasferimento di sede e funzioni nell'ambito della vicenda dello scontro tra le Procure di Catanzaro e Salerno sull'inchiesta Why not. I due magistrati, secondo quanto si è appreso in ambienti giudiziari, dovranno presentarsi alla terza commissione del Csm, quella che stabilisce i trasferimenti, per avere assegnata una nuova sede ed un nuovo incarico. Anche oggi Jannelli, rimasto nel suo ufficio per tutta la mattinata, ha incontrato alcuni magistrati della Procura generale tra i quali Garbati e Domenico De Lorenzo, il sostituto procuratore generale "assolto" dal Csm. L'altro magistrato del pool che ha condotto l'inchiesta Why not, il sostituto procuratore della Repubblica Salvatore Curcio, attualmente è fuori Catanzaro. Nessun contatto, invece, con i giornalisti.

La Nuzzi lascia l’ANM: ci avete oltraggiato. Dopo il procuratore di Salerno Luigi Apicella , anche il suo sostituto Gabriella Nuzzi ha lasciato l'Associazione nazionale magistrati, in polemica con le prese di posizione del sindacato delle toghe e soprattutto del suo presidente Luca Palamara sulla loro vicenda, dopo le sanzioni inflitte loro dalla sezione disciplinare del Csm. "Il plauso da Lei pubblicamente reso all'ingiustizia subita, per mano politica, da noi Magistrati della Procura della Repubblica di Salerno è per me insopportabilmente oltraggioso, per la mia dignità di Persona e di essere Magistrato", ha scritto Nuzzi a Palamara (la lettera di dimissioni è pubblicata sul sito di magistrati "Uguale per tutti"). "Sono stata, nel generale vile silenzio pubblicamente ingiuriata; incolpata di ignoranza, negligenza, spregiudicatezza, assenza del senso delle istituzioni; infine, allontanata dalla mia sede e privata delle funzioni inquirenti, così, in un battito di ciglia, sulla base del nulla giuridico e di un processo sommario", lamenta Nuzzi. E spiega che la sua unica "colpa" è stata "avere accertato una sconcertante realtà che, però, doveva rimanere occultata". Il pm ricorda che Palamara commentò la notizia della loro condanna dicendo che "il sistema dimostra di avere gli anticorpi". E dice: "Mi chiedo a quale sistema Lei faccia riferimento. Un 'sistema' asservito agli interessi del potere, nel quale è più conveniente rinchiudere la verità in polverosi cassetti". "Qui sono in gioco i principi dell'autonomia e dell'indipendenza della Giurisdizione. Non gli orticelli privati", scrive ancora Nuzzi, assicurando che continuerà a fare il magistrato "nel rispetto" del principio che "la Legge deve essere eguale per deboli e potenti".

Rutelli su intercettazioni “Verificare se ci sono state deviazioni”. "Abbiamo viste delle cose molto rilevanti". Con queste parole Francesco Rutelli, presidente del Copasir, ha risposto a Bruno Vespa, che, nel corso della registrazione di Porta a porta, gli chiedeva quali "scoperte" il comitato stia facendo con il suo lavoro sul cosiddetto 'archivio Genchi', l'insieme dei tabulati e delle intercettazioni raccolti durante le inchieste svolte dal pm De Magistris durante le inchieste Why not e Poseidone. Rutelli ha ribadito che si tratta di notizie coperte dal segreto, ma ha sottolineato che l'organismo parlamentare sta, in particolare, verificando se esistano intercettazioni che riguardino i funzionari dei servizi di sicurezza:: "E' indispensabile - ha proseguito - verificare se ci sono state deviazioni. Bisogna però tutelare la sicurezza della nostra intelligence, perché i nostri addetti non possono essere intercettati".

Gasparri “Scandalo sconcertante”. "Con il vergognoso caso Genchi sta emergendo uno dei più gravi e sconcertanti scandali della storia repubblicana. Un fiume di vergogna rischia di sommergere interi settori dello Stato che hanno commesso abusi inauditi. Andremo fino in fondo, senza esitazione, nei confronti di chi ha stravolto le regole del diritto e della democrazia. Certi personaggi meriterebbero la corte marziale". Lo dichiara il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

Precedenti

Caso De Magistris, il Copasir esamina gli atti: oltre un milione di intercettazioni

 

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