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Corteo e manifestazioni contro la Gelmini

 

Riforma Gelmini: Non si fermano i cortei. Bankitalia boccia la scuola. Manganelli “garantire diritti di tutti”. Preside aggredito a Catanzaro

25 ott 08 Con le piazze ancora invase dai cortei degli studenti che protestano contro la riforma del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, la "sgrammaticata avvocatessa bresciana" secondo i Cobas, sulla scuola piomba il monito di Bankitalia: "bisogna cambiare, il nostro sistema scolastico è inadeguato" dice via Nazionale sottolineando che la "priorità" è quella di "incentivare gli insegnanti". E mentre il capo della polizia Antonio Manganelli ribadisce la linea scelta dal Viminale per far fronte alle proteste - "garantire i diritti di tutti" - dai sindacati di base arriva un appello a genitori, insegnanti e studenti: martedì prossimo, giorno in cui al Senato si voterà la fiducia sul decreto, tutti davanti a palazzo Madama per impedire il 'Gelmini day'.
DA BOLOGNA A POTENZA, STUDENTI NON MOLLANO PIAZZE: Anche oggi migliaia di giovani sono scesi per le strade per manifestare il loro dissenso. Ad Agropoli in provincia di Salerno, gli studenti si sono incatenati e imbavagliati ai cancelli del liceo: "vogliono ridurci al silenzio, ma pur imbavagliati continueremo a far sentire le nostre ragioni". E se a Roma sono stati 2.500 i giovani che hanno percorso in corteo le strade di Centocelle, a Potenza ne sono scesi in piazza il doppio. Due cortei anche a Napoli: arrivati davanti alla sede della direzione scolastica regionale, gli studenti hanno improvvisato lezioni in piazza, uno spettacolo teatrale e un pranzo sociale. Lezione in strada anche a Bologna, nella centralissima piazza Scaravilli dove l'astrofisica Margherita Hack ha spiegato a qualche centinaio di giovani le teorie di Galileo e Einstein. E proprio dall'assemblea genitori e insegnanti di Bologna arriva una proposta per martedì sera, giorno prima del voto al Senato: genitori, insegnanti e studenti, "dalle Alpi alla Sicilia" compongano nelle piazze la scritta 'Fermatevi' con candele e lumini. E in provincia di Lecco tre comuni (Olginate, Garlate e Valgreghentino) a partire da lunedì simuleranno nelle scuole elementari l'applicazione della riforma Gelmini, organizzando le lezioni con il maestro unico. A Bracciano, invece, i consiglieri comunali del Pdl hanno consegnato ai carabinieri il copione di una recita anti-Gelmini che dovevano mettere in scena dei bambini delle elementari. "Li hanno costretti ad impararla a memoria" dicono. A Lecce, infine, si sono verificati ulteriori disordini al corteo di questa mattina, dopo che ieri erano stati compiuti atti vandalici in alcuni istituti. Tra ieri e oggi sono stati denunciati una trentina di minorenni.
BANKITALIA: SCUOLA INADEGUATA, INCENTIVARE INSEGNANTI: Sulle proteste arriva però il monito di via nazionale, secondo cui la scuola "é una priorità per il nostro paese" e, dunque, "il miglioramento della qualità del capitale umano richiede interventi importanti sulla scuola e sull'universita", fra i quali la revisione degli "incentivi che guidano l'apprendimento come l'attività di insegnamento". Ma non solo: "va apprezzato e compensato il merito - ha detto il vice direttore generale Ignazio Visco - e occorrono infrastrutture e ambienti scolastici adeguati e attraenti". "L'associazione tra un basso livello di istruzione e una bassa remunerazione della stessa - prosegue - suggerisce che anche la qualità dell'istruzione fornita dal nostro sistema scolastico è inadeguatatà". E conclude: "in Italia il livello medio di istruzione della popolazione è ancora basso, in quantità e in qualità, e inferiore a quello di quasi tutte le economie avanzate".
MANGANELLI: GARANTIRE DISSENSO COME CONSENSO: E sulle proteste è tornato anche il capo della polizia, sottolineando che le forze dell'ordine "garantiscono i diritti di tutti, sia nell'esprimere il dissenso che il consenso". "Non sono giustificabili né i blocchi stradali o ferroviari né tanto meno forme di violenza - ha aggiunto - perché il nostro dovere é quello di tutelare la legalità".

Tolta occupazione a Liceo Pitagora di Rende. Torneranno a fare lezione regolarmente da lunedì, dopo tre giorni di occupazione del loro istituto contro la riforma Gelmini, gli studenti del liceo scientifico Pitagora di Rende. "Questo non significa - hanno spiegato alcuni studenti - che smetteremo la nostra protesta contro provvedimenti che riteniamo non validi e penalizzanti. Intendiamo in ogni caso evitare le strumentalizzazioni politiche". Per dare maggiore forza alla decisione di togliere l'occupazione, gli studenti oggi hanno ripulito banchi e aule.

Preside e studente aggrediti a Catanzaro. Sono entrati in una scuola mentre si svolgeva un'assemblea per l'elezione degli organi collegiali e, dinanzi al richiamo del preside, Armando Vitale, lo hanno spintonato e poi hanno preso a schiaffi e pugni uno studente che era intervenuto. E' successo al liceo classico Galluppi di Catanzaro. Protagonisti tre ragazzi non identificati, esterni all' istituto. "Due di loro li ho riconosciuti - ha detto Vitale - e ho provveduto a segnalarli alle autorità competenti. Spero che si tratti di un episodio banale e, in ogni caso, mi auguro che serva a far prendere coscienza sulla presenza di troppi perdigiorno e provocatori che stazionano davanti alla nostra e ad altre scuole cittadine". "Non penso - ha aggiunto Vitale - che ci sia altra motivazione. Le scuole sono del resto sempre più oggetto di incursioni di esterni. Ci sono anche pusher che vengono a vendere spinelli. Ci vorrebbe maggiore vigilanza da organizzare nelle forme che le istituzioni preposte ritengono più opportune". Sull'episodio verificatosi nel liceo classico Galluppi, di cui ha scritto la Gazzetta del Sud, hanno avviato indagini i carabinieri. Il preside dell'istituto, Armando Vitale, in merito a quanto accaduto, ha riferito anche di avere avanzato richiesta al prefetto, Sandro Calvosa, di una maggiore sorveglianza da parte delle forze dell'ordine all'esterno della scuola.

In Liceo di San Giovanni campagna informativa sulla riforma. Una campagna informativa e formativa con studenti e docenti sulla riforma Gelmini. E' quanto si sta realizzando nel liceo scientifico statale di San Giovanni in Fiore. Gli studenti dell'istituto scolastico, che comprende le sezioni classico, socio psico-pedagogico e linguistico, hanno chiesto e ottenuto il blocco delle attività didattiche dal 25 al 30 ottobre per "informarsi e informare - scrivono in una nota - sui contenuti della riforma". Il programma di attività prevede per oggi un'assemblea con la presentazione di una documentazione inerente il decreto; lunedì 27 ottobre è previsto un dibattito su "Sessantotto e 2008 a confronto" partendo dal libro di Mario Capanna "Sessantotto al futuro" e la visione di un documentario su quel periodo; martedì si discuterà dell'organizzazione della manifestazione del 30 ottobre, mentre mercoledì spazio all'elezione dei rappresentanti d'istituto e di classe con incontro su storia del diritto allo studio. Previste, inoltre, attività suppletive come visione di documentari, biblioteca aperta e lettura di quotidiani.

M. Oliverio “Sono solo tagli e disagi, non una riforma”: "Scuola e Università. Contro i tagli del Governo per garantire il diritto allo studio" è il tema della manifestazione promossa dalla Provincia di Cosenza che si terrà lunedì a Cosenza. "Una mobilitazione annunciata da tempo - è scritto in una nota della Provincia - anche nel corso di incontri con docenti precari, con le sigle sindacali della scuola, che hanno condiviso le iniziative dell'ente per esprimere il netto dissenso ai provvedimenti di taglio di risorse destinate all'istruzione". L'incontro sarà introdotto dall'assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Stefania Covello e vedrà gli interventi del vicepresidente della Giunta regionale, Domenico Cersosimo, del rettore dell'Università della Calabria, Giovanni Latorre, e sarà concluso dal presidente, Mario Oliverio. "Si tenta di far passare come riforma - afferma Oliverio - il taglio di posti di lavoro, la prospettiva di gravissimi disagi alle famiglie, lo smantellamento di fatto del diritto allo studio ed alle pari opportunità di istruzione, il notevole abbassamento della qualità dell'offerta formativa quando, al contrario, in questo momento contrassegnato da una forte crisi sociale, necessario dovrebbe essere il mantenimento della scuola come caposaldo dei servizi che lo Stato deve garantire ai suoi cittadini". "Tra i ben 2.591 istituti in Italia - prosegue Oliverio - che rischiano la soppressione per effetto delle nuove disposizioni governative, se ne prospettano tanti nella provincia di Cosenza. Istituti comprensivi, di primo grado, secondari superiori che in conseguenza dei tagli potranno essere abbattuti sotto la scure del Ministro Gelmini che ha fissato una soglia minima di 500 alunni per mantenere in attività le scuole. Numeri che si commentano da soli, certamente non piccoli e che offrono la rappresentazione di un disastro. Riteniamo significante e degna di tutta la considerazione di chi governa il Paese la protesta che sta montando in Italia contro i provvedimenti, mettendo insieme studenti, docenti, famiglie". "La manifestazione promossa dalla Provincia di Cosenza - sostiene ancora Oliverio - che da mesi ha registrato il problema e preso posizione contro i tagli, registra già una larghissima adesione da parte del mondo della scuola, dell'Università, delle forze sociali, di amministratori, parlamentari che vivono e raccolgono una profonda preoccupazione per quanto sta accadendo". "Lunedì nel Teatro Italia Tieri discuteremo - conclude Oliverio - ascolteremo la voce chi si trova in una situazione difficile, determinandoci per far arrivare il netto dissenso nei confronti di norme che devono tenere in debito conto la posizione contraria di quanti sono suoi destinatari"

Tripodi (PdCI) “Battaglia sacrosanta”. "Una battaglia sacrosanta affinché la scuola pubblica non sia ridotta ad un fantasma". Lo afferma il segretario regionale del Pdci, Michelangelo Tripodi, esprimendo la sua "vicinanza e quella del partito - afferma - agli studenti, ai docenti, ai ricercatori, a tutto il personale del mondo scolastico e alle famiglie che stanno giustamente e legittimamente protestando contro la scellerata riforma messa a punto dal Ministro dell'Istruzione". Tripodi si dice anche "preoccupato per la linea dura annunciata dal premier Berlusconi contro le assemblee permanenti nei plessi scolastici e nelle università, che purtroppo ha già avuto i suoi primi effetti. Stiamo attenti perchà il clima che si respira non è dei migliori. Dopo l'infelice esternazione del presidente del Consiglio, a Milano, Firenze e in altre città sono scoppiati i primi tafferugli, i primi scontri tra forze dell'ordine e manifestanti e si contano già alcuni feriti. Il fatto è che criminalizzare ogni forma di opposizione sta diventando ormai consuetudine del governo Berlusconi e questo ci preoccupa moltò'". Secondo Tripodi, "ogni forma di protesta civile non è reato penalmente perseguibile, come invece a torto qualcuno sostiene, ma un diritto sacrosanto sancito dalla Costituzione. Una riforma condivisa non si fa sicuramente tagliando i fondi alla scuola pubblica. In Calabria, addirittura, se la riforma passerà così com'é, come ha ribadito il ministro Gelmini, si può parlare tranquillamente di vero e proprio attentato: accorpare le scuole con meno di 500 alunni, in una regione come la nostra, significa, infatti, fare sparire dalla cartina geografica dell'istruzione ben 354 Comuni. Per questo la protesta deve essere forte e democratica". "Noi, come Comunisti italiani e come calabresi - conclude Tripodi - siamo pronti a partecipare al gran completo allo sciopero generale del 30 ottobre per salvare la scuola pubblica, il diritto sacrosanto allo studio e per aprire un confronto e un dialogo positivo"

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