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La Guzzanti all'Unical

La Guzzanti all’Unical: “Il giornalismo è sotto controllo” e poi nega le interviste alla stampa

11 nov 08 Aula gremita fino all’inverosimile con un migliaio di studenti presenti ed un centinaio rimasti fuori a protestare per potere entrare. Così l’incontro tra Sabina Guzzanti e gli studenti dell’Unical ha avuto inizio poco dopo le 16.30. Giunta a Cosenza per il suo spettacolo, di scena questa sera al Rendano, i ragazzi del Comitato di protesta dell’Università della Calabria l’avevano invitata via email a tenere una lezione magistrale con loro. Detto e fatto. Nell’aula consolidata di Economia sono iniziate le prime domande ma, l’esigenza di chi era rimasto fuori, ha costretto tutti i presenti a trasferirsi nella più capiente aula magna. Qui l’amplificazione non funzionava, una sorta di ‘boicottaggio’ (???) contro l’artista senza “cappello politico” che ha iniziato con un megafono la sua lezione. All’inizio poche le domande degli studenti, cosa che sembrava lasciare insoddisfatta l’artista che ha scaldato gli animi sparando ad alzo zero sulla stampa omologata, quella di regime. “Faccio subito una sorta di premessa sulla satira e la libertà di stampa” ha esordito la Guzzanti, che non ha concesso alcuna domanda ai numerosi giornalisti presenti. “Ho già incontrato gli studenti di Pisa, Firenze e Napoli, e mi sembra che le domande sui media siano le più ricorrenti. Tutti gli studenti sono scioccati e non hanno ben capito come mai le cose che succedono sono diverse da quelle che si raccontano. Il motiv e perché non c’è libertà: la democrazia nei giornali e nelle tv è pari a zero. Farsi assumere nei giornali è impossibile e se tu fai il giornalista, ha detto la Guzzanti, o scrivi ciò che ti ordinano o l’articolo lo fanno fare ad un altro”. Parole davvero forti, esagerate. Di sicuro testate nazionali controllate da partiti e TV che subiscono pressioni dai padroni del vapore che faranno pressioni esistono, ma offendere tutti indiscriminatamente, per esempio gente come Travaglio che non ci risulta essere imbavagliato o l’ultimo dei moicani come chi vi sta scrivendo questo articolo su di un giornale libero, merita il rispetto del suo lavoro di libero cronista. Fare di tutte le erbe un fascio è uguale a proporre una dittatura ad una esistente. I limiti e le negazioni sono la morte della democrazia. Fin qui nell’aula consolidata. .Avremmo voluto chiederle, dopo l’emozione di essere tornata in una terra che l’ha vista crescere piccina assieme a suo padre Polo redattore del Giornale di Calabria a Piano Lago, se avesse iniziato a metter da parte i soldi .per la querela della ministra di pari opportunità, se l’outing civile sul suo blog è solo una mossa estemporanea per promuovere il suo spettacolo, se il giro di questa estate in America con i cabarettisti di oltre oceano le avesse arricchito il suo enorme bagaglio di artista ‘contro’. Non è stato possibile. Ma va bene così. Poi la scenetta del trasferimento nell’aula magna con qualche stupido prevaricatore che ha pensato bene di mettere i bavagli alla stampa e alla Guzzanti che seguiva abbastanza inebetita ed impotente. Episodi che non fanno bene a nessuno. Anche se alla fine abbiamo ricevuto le scuse dei ragazzi del movimento. Scuse che non abbiamo mai preteso e che gli fanno onore. Vuol dire che qualcosa sta cambiando. Nel 68 e nel 77 prevaricazioni del genere hanno generato mostri che poi hanno portato allo scadimento nella violenza. Oggi speriamo che quest’Onda cresca e sia capace di continuare ad arginare la violenza sul nascere. Il passato sta bene nei libri. Il resto, dell’incontro, due o tre belle battute della brava Sabina, è nei filmati quaggiù. (Pippo Gatto)

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