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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Cosenza in ritiro
Il Cosenza, in ritiro a Roma, annuncia il silenzio stampa 09 mar 10 Tutti in silenzio. Questo è l’ordine imposto dalla società a staff e giocatori in ritiro da questa mattina a Roma presso il centro dell’hotel Parco della Borghesiana. Un decisione che penalizza di fatto soltanto tifosi e stampa che così non potranno più leggere i diversi, e lo sottolineiamo, diversi, reportage dei cronisti che puntualmente raccontano solo la verità di quanto sta accadendo. Troppo ficcanaso? E’ il nostro mestiere. Raccontare quello che succede e capire perché se da Roma a Milano c’è un autostrada dritta, si preferisce girare per Rimini. L’esempio geografico non è dei più lampanti ma da il senso di quanto sta accedendo in questi giorni. Bocche cucite. Mezze verità. Accuse pesanti. Prestazioni deludenti. Che ci sia qualcosa che non funziona, lo si era capito da una settimana. Ma da qui a chiudere la bocca ai calciatori portandoli in ritiro ce ne corre. E poi che senso ha il ritiro in questo momento se l’andamento del campionato è così altalenante? La società ufficialmente precisa che “La decisione si rende necessaria per favorire un clima di rinnovata concentrazione all’indomani delle polemiche scaturite dal risultato dell’ultima gara casalinga con il Potenza, e per evitare d’incorrere in ulteriori fraintendimenti fra squadra e ambiente. Questa dirigenza tiene a precisare che il provvedimento non è da riferirsi in alcun modo a contrasti con gli organi d’informazione o con la tifoseria, ma solo alla volontà di proseguire il campionato attraverso un lavoro che sia svolto in una ritrovata tranquillità”. Machiavelli non avrebbe scritto di meglio. Ma allora perché ritiro e silenzio stampa contemporaneamente? Abbiamo preferito in questa stagione tenere un profilo basso sugli accadimenti societari, per il bene comune, per l’obiettivo comune che è giusto raggiungere all’unisono. Ma evidentemente quando si racconta la verità le cose non girano più bene come dovrebbero. Ce ne dispiace. E’ un passo indietro di tutto quanto di buono fatto sino ad oggi. Intanto l’ambiente è a dir poco “incavolato”. Proteste e tessere strappate sono un cattivo segnale. Significa che si è rotto qualcosa. Significa che viene meno quel rapporto di fiducia instaurato ad inizio stagione. Inutile fare la psicologia delle intenzioni. Sta di fatto che gli ultimi avvenimenti hanno fatto perdere la testa a più di uno. Da una parte e dall'altra. E questo non è bene. In questi momenti bisogna avere stomaco forte e andatura dritta senza tentennamenti. Bisogna prendere decisioni e non frasi del male da soli. Movimenti di panchina a otto giornate dalla fine,poi, non sono la soluzione. Bisognava intervenire sul mercato a tempo debito perché le nozze con i fichi secchi non escono mai bene. Per dirla tutta. Se ci sono problemi, sono evidenti a tutti. Il risultato del campo è quello che è e non bastano prestazioni super in alcune partite per dire siamo bravi. Bisogna dare continuità alle prestazioni. Chiamiamola crisi, allora, che è meglio. Ma evitiamo le sceneggiate roboanti. Seguiamo da qualche anno il calcio e qualcosa lo abbiamo imparato. Quando si nasconde troppo la polvere sotto il tappeto, poi, alla fine, la polvere scappa fuori da sola. A buon intenditor… Taccuino: la squadra si è allenata a Roma. Allenamento tecnico tattico. Scarico per chi ha giocato e allenamento con la palla 5 contro 5 per gli altri. Al termine partitella. Differenziato per Scotto e Biancolino. Domani doppia seduta.
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