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Cosenza-Lanciano 0-0
Cosenza: un punto è meglio di niente 27 set 09 Alla fine è proprio un punto guadagnato quello che il Cosenza oggi è riuscito a mettere in carniere dopo una prestazione chiusa tra i fischi del pubblico. I giocatori sono rimasti di sasso. La curva l’hanno salutata ma da li arrivava un “andate a lavorare”. Sotto tono e quasi senza birra in corpo il Cosenza di oggi era la brutta copia di quel Cosenza visto appena sette giorni fa, anche se sconfitto, ad Andria. L’ombra di quella squadra che a Giulianova ha cercato ed ottenuto la vittoria. Quasi una sindrome di casa. Al contrario della gara col Verona, l’ultima casalinga dei lupi, oggi il Lanciano ha mostrato quelle doti che hanno fatto la fortuna, fino ad oggi del Cosenza caterpillar di questi due ultimi anni. Cinici compatti in difesa e con un contropiede abbastanza efficace. Se la punizione di Mammarella invece di incocciare sul palo si fosse infilata dentro, saremmo qui, forse, a commentare una sconfitta. Una sorta di mini crisi. Ma il Cosenza visto oggi non è poi stato tutto da buttare. Poche idee a centrocampo e qualche buona intenzione, a cominciare dall’occasione avuta da Caccavallo al primo giro di lancette, a finire all’occasionissima di Danti avuta nella seconda metà della partita allorchè un pallone scavalcava la coriacea difesa ospite e capitata tra i piedi di un incredulo Danti che invece di provare a metterla dentro forse aspettava il fischio del fuorigioco che non c’era. A centrocampo teneva alta la bandiera rossoblu Ciccio De Rose, spaccalegna più che mai, che riusciva a catturare palloni su palloni e vista la giornata no scendeva spesso a difendere a denti stretti aiutando il reparto arretrato. Il Lanciano, e lo abbiamo detto in altre occasioni, non è compagine da turismo ma una squadra allestita per fare il grande salto con gli elementi che hanno fatto il grande salto nelle due ultime stagioni. Toscano da parte sua ai suoi aveva chiesto una vittoria per scacciare i fantasmi di crisi che danzano davanti ai Lupi negli ultimi quindi giorni. Non bastano le parole, probabilmente, ma la tensione del pericolo societario scampato martedì ha quasi afflosciato la squadra che oggi sembrava tranquilla, rilassata, quasi in ferie. Una metamorfosi inspiegabile. E’ vero che gli ultimi arrivi hanno probabilmente mosso gli equilibri che si erano formati ed avevano portato a grandi prestazioni in Coppa Italia e nelle prime gare, fino a Giulianova. Ma oggi qualcosa non ha funzionato. Biancolino in campo dal primo minuto ha fatto vedere qualcosa, ma il giocatore ha bisogno di giocare per conquistare quella tonicità necessaria per stare sulla corda tutta la gara. Cresce. Così come cresce la squadra che tra un Fiore a mezzoservizio, e un Marsili tutto da scoprire, deve credere nelle potenzialità che possiede. Mortelliti non vede l’ora di dire la sua ed oggi era troppo gasato a cercare il gol per non accorgersi di trovarsi spesso in fuorigioco. Forse perché il riferimento era anche un Caccavallo oggi decisamente sotto la sufficienza. Ma attenzione a buttare addosso la croce su tutti. Oggi in campo c’era un signor Lanciano che ha mostrato i muscoli confermando la sua illibatezza fuori casa: mai preso un gol in sei gare. Preciso nell’imbastire la manovra ha speso quasi tutto nel disegnare una ragnatela mortale nel campo che ha in pratica fermato il Cosenza. Dagli e “ri-dagli” con precise marcature e raddoppi asfissianti su chi attaccava gli ospiti hanno smontato la convinzione del Cosenza nel essere quella grande squadra che è. Una crisi di identità, probabilmente, che ha bisogno solo di pratica e della mano di un grande che la accompagni sul suo percorso. Sette punti in sei gare, non sono molti ma non sono neanche pochi. Non si tratta di giustificare la matricola Cosenza ma bisogna anche provare a stringersi attorno ad un gruppo che, sconvolto all’apice della proparazione, ha bisogno di ricrearsi una nuova identità. Compito arduo che il tecnico, però, sembra avviato a portare a compimento in breve tempo. Quello necessario per rimettere assieme i pezzi di un puzzle composto da tanti brillanti elementi che ora hanno bisogno di un collante che si chiama lavoro e tranquillità. Non sparate sul pianista per favore, che il campionato, 84 punti a disposizione, è ancora lungo. la cronaca - -> Tabellino e cronaca di Cosenza-Lanciano 0-0 I video sulla gara --> Servizio TV Rai 3 Regione (G. D'Atri) --> Capitan Porchia e Bernardi --> Risultati e classifica Applausi ai fischi
Prosegue la protesta contro la tessera del tifoso. Fuori dallo stadio continua la protesta degli ultras contro la tessera del tifoso. Anche oggi gruppi fuori dallo stadio che fanno la pari con i soli 4115 paganti (inclusa quota 2060 abbonati) che oggi erano nel catino del San Vito. Una protesta che si è allargata a tutti gli stadi d’Italia e che sta cominciando a far storcere il muso anche alle società che mal gradiscono questa situazione che la tessera del tifoso sta facendo montare. La “curva nord ultras Cosenza” a tal proposito oggi ha fatto circolare il seguente comunicato: “Leggi incostituzionali, repressione e limitazioni della libertà personale ci portano, a malincuore, fuori dagli stadi. Il gruppo Curva Nord Cosenza Ultras comunica nella sua nota che la propria battaglia contro la tessera del tifoso continuerà a tempo indeterminato. La protesta avvenuta contro il Verona e successivamente ad Andria proseguirà ad oltranza. Ci chiamiamo fuori dal gioco di potere che si è venuto a creare attorno al male assoluto chiamato: fenomeno ultras! Oggi, domenica 27 settembre, ci troviamo a seguire il basket perché non siamo solo ultras di calcio, siamo la Cosenza Ultras e non importa dove facciamo vivere i nostri ideali ma è importante come li facciamo vivere. Ci prendiamo uno spazio, e uno sport, che non ci appartengono e a cui non apparteniamo ma lo facciamo per tornare, almeno per una domenica, quelli che siamo sempre stati e che ci impediscono di essere sulla gradinate della Catena, colorati, allegri, calorosi e, soprattutto, LIBERI. Ci hanno tolto tutto nel calcio, ci hanno accusato, giudicato e condannato ma non ci potranno mai vietare di seguire le realtà cittadine. E se un giorno ci verrà vietato anche questo faremo vivere l’essere Ultras per la strada”. Curva nord vuota e sigillata
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