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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Sport: Calcio
Moggi in TV “Non ho sbagliato”, scoppiano le polemiche 10/09 "Mi sento come se mi fosse caduto un macigno in testa,
dopo ho capito la situazione e mi sono fatto interrogare. Ho capito
certe cose ma hanno capito in tanto, quasi tutti". Luciano
Moggi e' un fiume in piena. L'ex direttore generale dlela Juventus,
ha risposto in diretta alle domande di Simona Ventura, nel corso
della seconda puntata di "Quelli che..." su Raidue. Moggi
e' tornato a commentare le sentenze di calciopoli che hanno portato
alla retrocessione della Juventus nel campionato di serie B. "Non
ho capito perche' mi e' successo tutto questo - ha aggiunto Moggi
- ma intuisco qualcosa, in pratica e' venuto fuori, sono venuto
fuori queste intercettazioni. Bisogna farlo a 360 gradi, farlo con
tutti i dirigenti del calcio. Nonostante questo sono venute fuori
tantissime intercettazioni e solo un giornale ha cercato di fare
in maniera che la mia persona fosse danneggiata. La prima settimana
mi vergognavo a girare poi ho capito che la gente mi vuole bene
e che ha capito che non ho fatto niente di male. Chi vuole esagerare
fa un di piu' che ti porta a diventare antipatico. Come si costruisce
una squadra forte? Non e' semplice farla: bisogna vivere di calcio
e portare i migliori giocatori o distruggere una squadra forte come
la Juventus prendendo i migliori giocatori e con l'aiuto di qualche
giornale di parte". Moggi rincara la dose e tiene a precisare:
"Io deluso dalla Juventus? sono stato assunto dal Dottor Agnelli
che non c'e' piu' e se ci fosse stato queste cose non sarebbero
successe. Ho chiesto a tutti: Di che cosa abbiamo colpa? E' cominciato
praticamente il processo sportivo, ho dato le dimissioni per difendere
meglio la Juventus, sapevo che il processo non avrebbe ammesso testimoni,
le sentenze erano gia' fatte. Ho cercato di difendere l'onore della
Juve con la giustizia ordinaria e cosi' come faro' perche' andro'
avanti. E' successo un po' qualcosa che ha impedito al sottoscritto
di non partecipare al processo, ero il giocattolo che poteva stare
in mezzo. Poi e' arrivato l'infortunio dell'avvocato: mentre tutti
si stavano difendendo, la Juve ha chiesto la seire B con penalizzazione
e nessuno ha potuto chiedere nulla. L'avvocato e' andato forse in
difficolta'. La Corte d'Appello e' venuta fuori in una maniera particolare.
Il professor Sandulli ha detto che la juve non ha commesso illecitl
quindi Moggi e Giraudo? In quel momento la Juve ha agito di forza
ed ha fatto ricorso al Tar dove pubblicamente ha detto di non aver
fatto nulla e Moggi e Giraudo senza illeciti. Poi qualcosa di diverso
e si e' ritirata dal Tar. La cupola ora e' sparita? E' rimasta una
nuvoletta. Io corrompevo Giraudo e vicevera ma non va bane. Noi
siamo stati corruttori di gente non corrotta, condizionatori di
partie non condizionate. Dite cosa e' stato fatto? In quel momento
pagheremo". "Il sistema Moggi? Ho passato un mese bruttissimo
ora sono quasi un eroe popolare, la gente e' con me. Chi ha osservato
i Mondiali sa che c'era una parte di Juventus italiana e parte di
Juve francese. Un allenatore grande come che ha fatto bene. C'era
solo Juve, poi e' salito sul carro dei vincitori gente che non sapeva
nulla di calcio. Chiedo agli italiani: perche' veniva intercettata
una persona e non altre? Non figurano le telefonate di altri? C'era
uno spionaggio industriale...". Moggi si rivolge poi direttamente
alla Ventura e chiede: "Sarebbe oppurtuno che tu avessi la
bonta' di telefonare e di far venire il dedignatore Bergamo o Pairetto.
Se l'Inter non telefonava una o due volte al giorno a Bergamo o
agli assistenti. Nella mia telefonata parlavo di cinque arbitri,
e non c'era De Santis, perche' c'era la garanzia che le partite
andassero nel modo migliore. Mi sono limitato a chiedere che le
partite andassero in porto nel modo migliore. Che ci fossero i migliori
arbitri. Ho sbagliato per due motivi: ho creduto nelle persone e
ho avuto l'idea di proteggere una squadra che era debole, ma nella
maniera lecita. Abbiamo sbagliato? Abbiamo telefonato. Io non mi
sento di avere sbagliato niente. Conosco il calcio. La juve per
9 anni non ha vinto niente per determinati comportamenti, ora tornera'
a non vincere niente. Prima c'era una cupola, che adesso ritornera'.
La cupola e' diventata una nuvoletta, sono stati assolti tutti.
Il sistema eravamo io e Giraudo? Con chi lo facevamo il sistema.
Hanno dimostrato proprio nei processi che il sistema non esisteva,
assolvendo tutti". Del Piero “Per la Juve diversità di giudizio” e attacca Capello 10/09 E' un Alessandro Del Piero a tutto campo quelle che sceglie
la ribalta televisiva di Sky Sport per parlare del suo futuro e
dell' esordio della squadra bianconera nel torneo cadetto. "Per
il futuro - ha subito messo le cose in chiaro - voglio pensare ancora
un po' a giocare, non al resto. Poi vedremo". L' attaccante
bianconero si è subito calato nel nuovo ruolo dopo le vicende
di calciopoli, anche se non dimentica i torti subiti dalla sua Juventus.
"La sensazione di tutti, compresa la mia - ha detto - è
quella che ci sia stata una diversità di giudizio. Ora noi
siamo in serie B e andiamo avanti con questa nuova avventura. Io
posso parlare solo di sensazioni - ha precisato - non posso parlare
di termini giudiziari. Ed è un po' quello che ha detto Totti
qualche giorno fa e un po' pensano tutti. Poi i fatti tecnici li
sanno gli avvocati, la gente che ci lavora dentro. Non voglio mettere
bocca dove non conosco". A chi gli chiedeva se si sentiva tradito
dal comportamento della cosiddetta "Triade" (Moggi, Giraudo
e Bettega), il bianconero non ha voluto sbilanciarsi più
di tanto. "Non lo so - ha risposto - perché io ho lavorato
bene con questi dirigenti con cui abbiamo costruito tante belle
cose insieme. Non mi sento di colpevolizzarli in maniera esagerata.
D' altra parte con tutto quello che è accaduto questo mese
c'é ancora un pizzico di confusione. Tutti siamo coscienti
- ha ribadito - che alla fine la Juventus è stata la squadra
che ha pagato sicuramente più di altre, anche se non l' unica.
Voglio tenere la parte buona di quello che è successo in
tanti anni con loro". A chi gli chiedeva invece se non gli
fosse mai venuto il dubbio che avesse ragione il tecnico Fabio Capello
nei giudizi critici su di lui, Del Piero ha risposto "assolutamente
no". "In due anni alla Juve - ha detto - penso di avere
fatto tanti momenti di panchina o di essere stato sostituito in
momenti dove non meritavo. Da qui, e sotto altri aspetti, nasce
il mio disappunto nei confronti dell' allenatore. Non ne ho parlato
prima perché le mie uscite o disappunti non avrebbero giovato
a me e all' ambiente in cui ero. Se quest' anno fosse rimasto Capello
io sarei andato via. La sostituzione di ieri a Rimini - ha aggiunto
- è stato un episodio abbastanza giusto perché io
ad un certo punto ero molto stanco". Del Piero ha infine parlato
di Zinedine Zidane, sottolineando che è "un ragazzo
stupendo, al di là del fatto che nella finale mondiale e
in altre due situazioni, una con noi e l' altra nel mondiale del
'98, ha avuto tre scatti d' ira", e che chi ha lasciato la
Juventus per altre squadre di rango "non è da colpevolizzare".
"Quando si fa sport - ha detto rispondendo ad una domanda che
faceva riferimento al trasferimento in Spagna di Zambrotta e Cannavaro
- si compete e quando competi devi cercare di farlo ai massimi livelli
e di vincere. Non è facile accettare uno o due gradini più
in basso in confronto ad una grande squadre. Per questo - ha precisato
- Nedved, Buffon e tanti altri miei compagni, che potevano avere
delle situazioni migliori sotto il profilo della squadra, hanno
fatto una grandissima scelta e per questo vanno applauditi ogni
oltre misura". Lotito, abbiamo pagato troppo 10/09 Claudio Lotito, presidente della Lazio, e' intervenuto ai
microfoni di Sky Sport prima della gara con il Milan, esordio ufficiale
in campionato. Lotito e' tornato a parlare di calciopoli e sulla
penalita' inflitta alla squadra capitolina. "A mio parere la
Lazio ha pagato troppo. Speriamo di venir fuori da questa situazione.
Voglio fare un paragone con la Reggina - precisa Lotito - che con
quattro 'articoli 1' ha avuto solo 15 punti di penalizzazione, mentre
la Lazio sempre per quattro 'articoli 1' ha avuto la penalizzazione
di -30 per la passata stagione e -11 per questa e la perdita della
coppa Uefa. Insomma, c'e' stata una sperequazione. Abbiamo pagato
piu' di quanto avremmo dovuto". Serie A Brindano le siciliane, il Milan inizia la rimonta 10/09 Inzaghi-Oliveira, e il Milan si butta alle spalle i primi
tre punti di penalizzazione. La prima di campionato sorride ai rossoneri
che sono gli unici ad aver recuperato spazio in avanti tra le squadre
penalizzate dal ciclone calciopoli: ko la Fiorentina in casa con
l'Inter nell'anticipo di ieri sera, sconfitta la Reggina a Palermo,
respinta la Lazio a S.Siro. Ma le buone notizie per Carlo Ancelotti
non si fermano qui: in rete oltre allo scatenato SuperPippo va anche
il neo acquisto brasiliano Oliveira, che non solo segna, ma gioca
bene e solo Peruzzi gli nega la doppietta. La Lazio comunque non
è stata a guardare, anzi: i biancazzurri hanno tenuto testa
al Milan e per lunghi tratti la partita è stata in equilibrio.
Il distacco tra Milan e Roma-Inter è sempre di 8 punti, ma
la rincorsa è partita e già dal prossimo turno i rossoneri
saranno attesi da un'altra partita delicata come la trasferta di
Parma. Tutte vittoriose le squadre siciliane che dopo novanta minuti
si godono la testa della classifica: prodezze per i debuttanti Giordano
e Marino. Il Messina manda al tappeto l'Udinese con un gol di Zanchi,
il Catania espugna il S.Elia con un gol di Corona. Per i rossoazzurri
è un ritorno scoppiettante in serie A dopo 22 anni. Palermo
dai due volti: primo tempo 'superbo' come ha detto lo stesso Guidolin,
con un ottimo 3-0 alla Reggina, poi i rosanero si sono convinti
di aver già vinto e i calabresi con la tripletta di Bianchi
si sono fatti minacciosi. Nel Palermo subito in gol al debutto anche
il neo acquisto Amauri. Tra gli attaccanti, gran giornata anche
per Nicola Ventola: doppietta per lui e rete anche del collega di
reparto Zampagna nella vittoria casalinga dell'Atalanta contro l'Ascoli.
I due attaccanti atalantini hanno così risposto allo 'spettro'
Vieri. Risultato a sorpresa anche a Verona, grazie ad una prodezza
direttamente da calcio d'angolo di Chiesa: il Siena inaspettatamente
ha conquistato i tre punti col Chievo, mai convincente. Blanc non fa drammi 10/09 La delusione è tanta. Altro che riscossa Juventus:
contro il Rimini, i tifosi bianconeri hanno dovuto ingoiare l' ennesimo
boccone amaro di quest' estate. Una mazzata ancora più dura
delle sentenze di calciopoli e dell' arrendevolezza della società,
perché questa volta a 'tradirli' sono stati i giocatori a
cui avevano affidato tutte le speranze di rivalsa. Dopo il pareggio
contro il Rimini, le parole di sconforto dei tifosi riempiono il
silenzio del giorno di riposo concesso da Deschamps alla squadra.
"Formazione sbagliata, i centrali hanno fatto schifo e Zalayeta
non ha mai visto palla", commenta Maury sul forum www.drughi.com.
"Se perdiamo punti adesso - è la sua analisi - non arriveremo
mai tra le prime sei". "Il punto è che - continua
Tommy - non possiamo permetterci di fare due lisci difensivi a 10
minuti dalla fine. E, soprattutto, quando la palla era in nostro
possesso. Sarebbe bello, invece, vedere una squadra che entra e
fa la partita con sicurezza. Siamo la Juve, ma oggi non lo sembrava
affatto". Ancora più duro il commento di un altro tifoso,
nome in codice 'ghost1': "Siamo la squadra più forte?
Ma guardate la classifica - è la sua considerazione - e ringraziate
Cobolli Gigli che c'ha distrutto". "Adesso non incominciamo
con gli isterismi - è la voce fuori dal coro di un certo
'TheMonio' - nessuno avrebbe detto che sarebbe stato facile. E poi
è solo la prima giornata...". Tra tutti i partecipanti
al forum, però, quest' ultimo bianconero è l' unico
a vedere il bicchiere mezzo pieno. Anche a cambiare indirizzo, infatti,
le riflessioni tendono infatti al nero più cupo. "Qui
le cose stanno veramente peggio di quanto potessi immaginare",
scrive un anonimo sul portale del tifo bianconero (www.juventus1897.it).
"Questa è una squadra che non lotta come si dovrebbe
fare in serie B - prosegue - ma cerca di fare accademia". La
stessa accusa che subito dopo la partita, ieri pomeriggio, hanno
espresso sia Didier Deschamps che i nuovi dirigenti. "Mi chiedo
come il consiglio d' amministrazione si sia lasciato scappare un
allenatore come Zaccheroni", si chiede ancora guardando con
invidia ai cugini granata che stasera debuttano in serie A con l'
ex tecnico di Milan e Inter in panchina. E' la conferma della rivoluzione
copernicana che negli ultimi mesi ha investito il calcio torinese,
sovvertendo tutte le gerarchie. "Era solo la prima partita,
ora occorre guardare avanti", ribadisce l' amministratore delegato
bianconero, Jean Claude Blanc. "Dobbiamo prendere ancora le
misure alla serie B - aggiunge - sappiamo che è un campionato
difficile, da affrontare con il massimo impegno". Il tempo
non manca, visto che ci sono ancora 41 partite da giocare, ma i
punti di penalizzazione non ammettono altri passi falsi. "Siamo
la Juve - conclude un tifoso con un colpo di reni d' orgoglio -
dimostriamo di cosa siamo capaci" Della Valle “Con l’Inter è andata male” 10/09 "Di Guido Rossi non parlo più. L'avvocato mi
ha consigliato questa linea". Così il patron della Fiorentina,
Diego Della Valle, al termine della gara fra Fiorentina e Inter,
ha parlato della vicenda 'calciopoli' che anche questa sera ha fatto
parlare di sé le opposte tifoserie, con sfottò da
entrambe le parti. Il commissario della Figc è stato anche
oggetto di cori da parte della tifoseria viola. "Ora spero
nell'arbitrato - ha detto Della Valle - per trovare giustizia".
Sulla partita l'imprenditore ha detto: "E' andata male ma c'era
da aspettarselo contro una grande Inter". Della Valle ha anche
espresso giudizi lusinghieri su Toni, che si è presentato
con una doppietta: "Toni è un campione e sono molto
felice di averlo trattenuto". Risultati Atalanta-Ascoli 3-1 Classifica
Cannonieri - 3 reti: Bianchi (1 rigore-Reggina) Zampagna e Ventola fanno grande l’atalanta sotto gli occhi di Vieri 10/09 L'Atalanta festeggia il suo ritorno in serie A con un successo
strameritato sull'Ascoli ipotecato nel primo tempo chiuso sul 3-0
grazie ai molti errori della difesa marchigiana. I nerazzurri hanno
sfiorato ripetutamente il vantaggio e poi hanno sfruttato un errore
dell'assistente che al 30' non ha segnalato la posizione irregolare
di Zampagna su un passaggio abbastanza fortunoso di Ferreira Pinto.
Il bomber atalantino ha esitato un attimo poi ha battuto l'incolpevole
Pagliuca. Sei minuti dopo è stato invece Boudianski a farsi
togliere dai piedi da Adriano una palla sulla linea di fondo e Ventola
dall'area piccola non ha potuto far altro che collocare la palla
in rete. La pronta reazione degli ascolani ha visto un tentativo
di conclusione da parte di Pecchia sul quale è intervenuto
Migliaccio ma, per completare la sagra degli errori ascolani, ci
ha pensato Cudini che al 42' pur essendo in possesso di palla è
arrivato quasi sulla linea di fondo, se l'é fatta togliere
da Ventola il quale entrato in area di rigore non ha avuto difficoltà
a infilare Pagliuca. Nella ripresa, l'Ascoli ha alzato la sua linea
offensiva, ha avuto una buona occasione al primo minuto con Bjelanovic
che ha tirato sopra la traversa ma al 5' è stato Ventola
a calciare malamente una palla che doveva solo essere depositata
in rete mentre il tiro fiacco dell'atalantino ha consentito all'estremo
difensore marchigiano di deviare in angolo. L'Ascoli ha insistito
in attacco e l'ingresso di Paolucci al posto di un Pecchia ormai
sfinito ha creato qualche problema ai nerazzurri. Al 14' il colpo
di testa vincente di Bjelanovic in apparenza ha rimesso in bilico
il risultato e la partita si sarebbe davvero riaperta senza il grande
intervento di Calderoni sulla conclusione pericolosa di Fini al
26'. Ci ha provato anche Paolucci al 36' ma ha tirato fuori di poco
ed al 41' è stato il palo a respingere la conclusione di
Tissone con ormai Pagliuca fuori causa. Alla fine è arrivato
un meritato successo per l'Atalanta al termine di una gara giocata
con grande intensità dai nerazzurri nella prima parte con
i due attaccanti Zampagna e Ventola pronti ad approfittare degli
errori difensivi di un Ascoli dalla retroguardia imbarazzante. A
centrocampo nell'Atalanta hanno giocato bene Donati, ma in particolare
Migliaccio, mentre Ferreira Pinto ha fatto delle cose molto belle
ma è mancato in fase conclusiva. Della difesa il migliore
nerazzurro è risultato Rivalta. Nell'Ascoli qualche cosa
di positivo lo hanno fatto in difesa Pecorari e l'esterno sinistro
Lukovic, a centrocampo hanno lavorato molto sia Zanetti che Boudianski
con pochi risultati, mentre Bjelanovic unica punta non saputo approfittare
degli errori difensivi dell'Atalanta. Atalanta - Ascoli 3-1 (3-0) Le reti: Corona regala la vittoria al Catania in A dopo 23 anni 10/09 Il Catania, grazie ad uno splendido tiro al volo di Corona
e alle parate di un super Pantanelli, espugna il Sant'Elia e festeggia
nel migliore dei modi il ritorno in serie A dopo 23 anni. Va alla
neo promossa squadra siciliana il derby delle Isole, al termine
di una partita bella e combattuta, giocata a viso aperto da entrambe
le contendenti. Ha vinto il Catania, ma taccuino alla mano, poteva
vincere il Cagliari, che ha costruito - e sprecato - quattro nitide
occasioni da gol con Suazo ed Esposito (due volte) - imperdonabili
i loro errori sotto porta - e Pepe, che ha colpito il palo con un
colpo di testa. Esordio amaro, dunque, per Marco Giampaolo, il più
giovane allenatore della serie A con i suoi 39 anni compiuti ad
agosto. Alla fine si è 'piegato' al volere di società
e giocatori, optando per il tanto caro - da queste parti - 4-3-3
e lasciando da parte il 4-4-2 provato e riprovato per tutta l'estate.
Esposito, che non gradiva il nuovo ruolo di esterno di centrocampo
a sinistra, alla fine è stato accontentato, e ha potuto così
giostrare come predilige sulla destra nel tridente completato da
Suazo, al centro, e Pepe, a sinistra. Ma proprio Esposito è
stato il peggiore in campo. Mai uno spunto sulla destra, ben controllato
da Falsini e soprattutto due occasionissime sciupate, entrambe nella
ripresa: all'8', poco prima del vantaggio catanese, da due passi
ha mandato alto un pallone che chiedeva solo di essere spinto in
rete; al 46', in pieno forcing finale, si è trovato solo
davanti a Pantanelli ma ha calciato addosso al portiere ex di turno.
E così il Catania, ben messo in campo da Marino, ha portato
a casa l'intera posta in palio grazie al potente e preciso destro
al volo di Corona, al 10' della ripresa, che ha beffato un Chimenti
già provvidenziale in altre occasioni. Non ha rubato nulla
il Catania, anzi, questa è una squadra che farà parlare
molto di sé, perché gioca un bel calcio, a viso aperto,
con tre punte sempre in movimento e pericolose come Corona, appunto,
Spinesi e l'ottimo Mascara, vera spina nel fianco per tutta la gara
della difesa cagliaritana. E il Cagliari? E' sembrato lo stesso
di un anno fa. La mano di Giampaolo, per il momento, non si è
vista. Ha patito in difesa, a centrocampo bene solo il neo acquisto
Biondini, mentre in attacco il solo Pepe è sembrato avere
lo spirito giusto, anche se ha sbagliato molto. E se Suazo non gira,
come è accaduto questo pomeriggio, non si possono dare tutte
le colpe all'allenatore. Dopo il vantaggio di Corona, il Cagliari
ha avuto diverse occasioni per pareggiare, ma non le ha sfruttate,
vuoi per le prodezze di Pantanelli (che si è preso la sua
bella rivincita con la sua ex società che due anni fa gli
aveva preferito il carneade Katergiannakis), vuoi per l'imprecisione
degli attaccanti. Giampaolo ha giocato anche la carta Capone, e
il numero 10 rossoblu, appena entrato, ha fornito un assist d'oro
a Suazo che, al 23', solo davanti a Pantanelli si è fatto
respingere la conclusione. Al 45', su punizione-cross sempre di
Capone, Pepe è saltato più alto in tutti, ma il suo
colpo di testa si è stampato sul palo. Cagliari - Catania - 0-1 (0-0). Le reti Il Chievo fa harakiri e lascia i tre punti al Siena 10/09 Un Chievo inguardabile si 'suicida' dal corner e lascia i
tre punti al Siena, decoroso solo quando Beretta si decide a mandare
in campo Enrico Chiesa. Pesano come macigni soprattutto i due incredibili
svarioni difensivi che hanno dato le due reti ai bianconeri. Due
gol pressoché in fotocopia con Chiesa abile a scagliare nel
cuore dell'area due palloni velenosi, ma non impossibili, sui quali
a dir poco impreparati sono sembrati i difensori giallobù.
Una partita che in pochi, tra i protagonisti, hanno capito essere
l'avvio della nuova stagione. Il ritmo per larga parte del primo
tempo sembrava quello di una gara di fine stagione e non d'esordio.
A svegliare il 'Bentegodi' e soprattutto un Chievo impacciato è
stato il gol di Pellissier, il ventinovesimo dell'attaccante valdostano
in serie A (miglior cannoniere gialloblù nella massima Serie).
Un gol propiziato anche da un sostanzioso aiuto da parte della terna
arbitrale che non s'é accorta della posizione irregolare
di Pellissier sul lancio di Marcolini. Un Chievo che poi è
rimasto in balia del Siena per tutta la mezz'ora iniziale fino al
gol arrivato al 30'. Non che la squadra di Beretta abbia fatto faville,
anzi; ma il pallino è stato saldamente nelle mani del Siena
per lunghissimo tempo. I centrocampisti di Beretta sono stati bravi
sia nella fase d'impostazione sia in quella di contenimento; con
Bogdani che dava fastidio alle torri centrali e il movimento di
Frick che metteva in soggezione la difesa gialloblù. A togliere
le castagne dal fuoco la giocata del duo Marcolini-Pellissier che
ha dato, sorprendentemente, il vantaggio al Chievo. Il Siena, sostenuto
soprattutto dalla forza di Candela, abbozzava una reazione, ma il
primo tempo si chiudeva con il vantaggio dei padroni di casa. C'era
forse da attendersi un Siena aggressivo e caparbio, ma Beretta non
ha cambiato l'undici iniziale, lasciando ancora Chiesa in panchina.
Il Chievo si è limitato allora a controllare, senza strafare
fino ai calci d'angolo di Chiesa che cambiano il volto della partita.
Sul primo è stato Brevi a trovare il tocco vincente, sul
secondo una incredibile sequenza di errori affossa il Chievo, con
Cossato prima e poi Zanchetta che mancano la palla e infine Sicignano
che smanaccia il pallone sul fondoschiena dello stesso Zanchetta
appostato sul palo e con la palla che scivola in porta. Forse un
pareggio avrebbe rispecchiato meglio l'andamento dell'incontro,
ma il Chievo è apparso troppo debole in difesa e svogliato
anche in attacco: per Pillon ci sarà da lavorare davvero
molto. Chievo – Siena 1-2 (0-1). Le reti Il Milan batte la Lazio 10/09 Esordio migliore non poteva proprio esserci, eppure Riccardo
Oliveira fa professione di modestia. "Non cerco nessuna rivincita
- dice in spagnolo a fine partita il nuovo bomber rossonero - Voglio
solo lavorare, lavorare bene e conquistarmi piano piano spazio nel
Milan per essere utile alla squadra e ai compagni". Il brasiliano
rifiuta ogni accostamento con Andriy Shevchenko: "Il confronto
con lui non esiste, perché lui è la storia del Milan,
come Van Basten o altri grandi campioni. Io sono qui per dimostrare
il mio valore". La voglia di inserirsi al meglio e di integrarsi
al più presto nella nuova realtà rossonera si capisce
anche dalla dedica del gol. "Lo dedico a tutti i compagni di
squadra che mi sono stati vicini e che mi hanno aiutato in questo
periodo", dice Oliveira. Infine, una curiosità: a Milanello
tutti chiamano il nuovo bomber brasiliano non con il suo nome di
battesimo, Ricardo, ma con il diminutivo, Olly. "C'é
Kakà a chiamarsi Ricardo - spiega lui - e quindi tutti, mister
Ancelotti in testa, mi chiamano Olly". Ovviamente soddisfatto
dell'esordio di Oliveira Carlo Ancelotti. "Sono contento per
lui, sapevamo che era un buon giocatore. Però deve crescere
ancora come condizione e migliorare. Lui parte da lontano, come
caratteristiche assomiglia Shevchenko". Nonostante l'esordio,
è difficile ipotizzare per Oliveira un impiego da titolare
mercoledì sera contro l'Aek di Atene. Ancelotti difende a
spada tratta Gilardino. "Lui - sostiene il tecnico rossonero
- ci mette sempre un po' di tempo a inizio stagione ad entrare in
forma, e poi aveva giocato in settimana con la nazionale. Sono sicuro
che ritroverà al più presto la condizione migliore".
Nella difesa di Gilardino si cimenta anche Pippo Inzaghi che, forte
del suo momento d'oro, ha parole di miele per il suo compagno di
reparto: "Lasciamolo tranquillo. Anzi, io sono convinto che
segnerà già mercoledì". Inzaghi si lascia
poi andare all'ennesima dichiarazione d'amore nei confronti del
Milan. "Io spero - annuncia Filippo - che questa possa essere
la squadra nella quale a fine carriera avrò segnato di più".
E con il gol di oggi è arrivato a quota 74 in rossonero.
Per quanto riguarda la partita di oggi, l'analisi dei rossoneri
è unanime. "Abbiamo giocato un'ottima partita - riassume
per tutti Ancelotti -, abbiamo solo avuto qualche difficoltà
perché facevamo fatica ad accompagnare le azioni offensive
e loro sono bravi a ribaltare l'azione". Ancelotti confessa
poi che "la penalizzazione pesa moltissimo, anche se - precisa
- la nostra volontà è quella di recuperare i punti
svantaggio". Sull'ipotesi di un eventuale sconto alla penalizzazione
del Milan Ancelotti taglia corto: "Tutto quanto dovesse arrivare
è guadagnato". A preoccupare il tecnico rossonero è
anche la forma dell'Inter. "Ieri hanno giocato molto bene,
in questa condizione diventa ancora più difficile. Però
noi vogliamo recuperare a tutti i costi". Soddisfatto a metà
il tecnico laziale Delio Rossi. "Sono contento per come i ragazzi
hanno affrontato la partita - dichiara -. Però rimango convinto
che, con un po' più di cattiveria, determinazione e cinismo,
avremmo potuto fare risultato". Rossi si lamenta soprattutto
"per le tre occasioni solari sprecate nel primo tempo",
anche se si consola nel considerare che la sua Lazio "é
stata in partita fino alla fine". Il rammarico del tecnico
è legato anche al fatto di avere avuto a disposizione una
squadra con troppi elementi ancora fuori forma. Per esempio, Pandev
"rientrato solo venerdì dall'impegno della sua nazionale".
L'auspicio del tecnico laziale è comunque uno solo: "Trovare
la cattiveria agonistica che la nostra classifica ad handicap ci
impone". Milan - Lazio 2-1 (1-0). Le reti Le pagelle di Milan-Lazio: MILAN: LAZIO: Messina tranquillo batte l’Udinese in una gara senza emozioni 10/09 Vittoria per il Messina al San Filippo, che inaugura nel
migliore dei modi il suo terzo campionato consecutivo in A, dopo
che le vicende di calciopoli hanno riportato la squadra nella massima
Serie. La partita è sembrata quasi un incontro di fine stagione,
con poca voglia di farsi male da parte di peloritani e friulani.
Ma alla fine i concreti siciliani hanno meritato il successo. Le
fiammate iniziali durano molto poco con rapidi capovolgimenti di
fronte, ma le due squadre non riescono a confezionare occasioni
preziose. Al 2' punizione di Cordova dalla destra, e Obodo salva
in angolo. Sul corner De Sanctis esce a vuoto e si scontra con Zanchi,
che rimane a terra per qualche minuto: l'arbitro assegna la punizione
all'Udinese. Al 3' Iaquinta dopo una discesa sulla destra mette
al centro un pallone che nessuno dei suoi compagni sfrutta per il
tempestivo intervento di Zanchi. Un minuto dopo splendida 'palombella'
di Cordova che pesca Di Napoli tutto solo: 'Re Artu'' gonfia la
rete ma l'arbitro annulla per fuorigioco. Al 9' errore di Parisi
che in pratica consegna la palla a Iaquinta, il campione del mondo
però spreca un'occasionissima facendosi anticipare dal gran
recupero di Zanchi. Per un buon quarto d'ora l'Udinese riesce a
pressare il Messina nella sua metà campo, poi su un capovolgimento
di fronte i giallorossi arrivano sottoporta: passaggio filtrante
di De Vezze ma un solitario Riganò viene fermato davanti
al portiere bianconero per fuorigioco. Al 16' fallo di Zapata su
Di Napoli a cinque metri dall'area, e la successiva punizione di
Di Napoli non spaventa De Sanctis: la palla si perde di un paio
di metri sopra la traversa. Tre minuti dopo un'altra disattenzione
di Parisi che poteva costar casa ai peloritani percussione sulla
fascia destra di Natali che scodella a centro area un prezioso pallone,
Storari anticipa con una uscita tempestiva il colpo di testa di
Iaquinta. Poi la partita scorre via senza grandi sussulti e diventa
anche noiosa dopo il 20', con le due squadre che stazionano prevalentemente
a centrocampo e di tanto in tanto provano ad affondare i colpi senza
troppa convinzione. Alla mezz'ora due fiammate del Messina. Al 31'
l'occasionissima per i giallorossi e anche la prima vera palla gol
della partita: lancio di Parisi, sponda di testa di Riganò
per Cordova, che non tira subito ma aggira il difensore e batte
a colpo sicuro. De Sanctis è strepitoso e para col corpo
in uscita, sulla ribattuta Cordova insiste ma tira altro sulla traversa.
Al 33' l'altra grande opportunità per i peloritani: a sorpresa
da 35 metri Cordova tira direttamente in porta, respinge corto De
Sanctis e Di Napoli a due passi spara alto. La partita poi si addormenta
di nuovo fino al 44', quando Obodo pesca Iaquinta in posizione favorevole
sulla destra: il suo forte tiro è respinto a pugni chiusi
da Storari. Altra grande occasione per i giallorossi sul finire
del primo tempo: al 46' Parisi crossa finalmente alla sua maniera,
poi intelligente appoggio di testa di Riganò a De Vezze che
ha il tempo di aggiustarsi il pallone e tira a botta sicura, ma
non fa i conti con la giornata di grazia di De Sancits, che con
la punta delle dita riesce a deviare in calcio d'angolo. L'arbitro
non lo fa nemmeno battere e manda tutti negli spogliatoi. Stesso
copione soporifero ad avvio della ripresa. Al 20' passaggio smarcante
di Coppola per Masiello, ma la testa di Zenoni arriva prima e De
Sancits si ritrova la palla tra le braccia. Al 21' Felipe trova
con un cross la testa di Asamoah, che viene contrastato da Parisi
colpisce debolmente. Al 23' gran discesa Siqueira che si beve tre
avversari e poi smarca sulla destra dell'area Asamoah, provvidenziale
l'intervento di piede di Iuliano. Sul calcio d'angolo Eremenko scodella
in area per Natali gira per Iaquinta che incredibilmente a pochi
passi dalla porta manda fuori graziando Storari. Al 28' della ripresa
la svolta: dopo un brutto fallo di Felipe su Alvarez, sulla fascia
destra, Cordova batte la punizione pennellando perfettamente per
la testa di Zanchi che tutto solo insacca senza problemi. Undici
minuti dopo Montiel, al primo pallone toccato, si beve tre avversari
e tira con convinzione, Storari non trattiene e provoca un angolo.
Altra occasione d'oro per il Messina a 4 minuti dal termine, con
lo stesso copione del gol: questa volta è Rea che spara alto
da posizione favorevolissima. La partita si chiude con una cavalcata
solitaria di De Vezze che dall'area peloritana percorre tutto il
campo e poi spreca tutto cercando di aggirare il portiere invece
di passare a Di Napoli, che era tutto solo. Messina - Udinese 1-0 (0-0). Le reti Reggina in dieci sconfitto a Palermo, ma esce a testa alta 10/09 Gol, prodezze individuali, emozioni e spettacolo nello stadio
'Barbera', dove il Palermo apre con un successo il suo terzo campionato
di Serie A consecutivo, il quarto dell'era Zamparini. C'é
tutto, anzi di più, nella vittoria della squadra allenata
da Francesco Guidolin: sette gol, due pali (uno per parte), diverse
parate dei portieri, due rigori (uno per parte). Non poteva cominciare
meglio il campionato del Palermo, ma anche la Reggina può
consolarsi: se giocherà sempre con lo stesso piglio, la compagine
guidata da Walter Mazzarri potrà sicuramente sperare nella
salvezza. I calabresi non hanno mai mollato e, pur giocando quasi
tutto il secondo tempo con un uomo in meno, sono riusciti a tenere
aperta una partita che, dopo soli 26', sembrava chiusa, con il Palermo
avanti di tre gol e la Reggina letteralmente a pezzi. Con il passare
dei minuti, anche per effetto del gol nel finale del primo tempo
di Bianchi, gli ospiti prendono coraggio e tengono in ansia il Palermo,
che spreca, subisce e a tratti appare troppo svagato. L'inizio è
al piccolo trotto: finché il ritmo si mantiene entro certi
limiti, la Reggina dimostra di essere competitiva. Non appena i
rosanero accelerano, però, la squadra ospite va in affanno,
soffre e non riesce ad arginare le iniziative degli uomini di Guidolin.
La partita vive sulle accelerazioni di Diana da una parte e di Bresciano
dall'altra, ma è sui calci piazzati che il Palermo costruisce
il suo successo, oltre che sulle prodezze in acrobazia di due 'inspospettabili'
come Bresciano e Biava. I primi due gol sono straordinari nell'esecuzione,
poi ci pensa capitan Corini a mettere il punto esclamativo su un
primo tempo nel quale il Palermo ha ottenuto più del massimo
e lo ha fatto giocando senza eccessivi sforzi. Questione di uomini.
Un esempio? I padroni di casa si permettono il lusso di rinunciare
a gente come Di Michele e Caracciolo, per fare posto a Brienza e
Amauri; la Reggina invece, non ha cambi adeguati. Prima del riposo,
tuttavia, gli ospiti riescono ad accendere un lumicino di speranza,
centrando la porta con Rolando Bianchi, ma è troppo poco:
tornano negli spogliatoi con un bottino deprimente, fatto di tre
ammoniti e altrettanti gol al passivo, che si aggiungono ai 15 punti
di penalizzazione subiti nelle scorse settimane dalla giustizia
sportiva. E dire che la Reggina era partita bene, costringendo Agliardi
a un intervento in uscita sul difensore Lanzaro (uno dei tanti ex
in campo), proiettato in area; dopo avere subito a lungo, la squadra
di Mazzarri è brava a risollevarsi e a riaprire la partita,
complice un vistoso calo del Palermo, che nella ripresa sembra avere
perso mordente e lucidità. I rosanero colpiscono una traversa
esterna con Corini su punizione, ma si rilassano un po' troppo in
difesa e alla fine rischiano di essere clamorosamente raggiunti
da un'avversaria che, per per persa, ha il pregio di non smettere
mai di crederci. E non lo ha fatto nemmeno quando era sotto di tre
gol. I calabresi subiscono una pesante mazzata subito dopo il quarto
d'ora, allorché l'arbitro spedisce negli spogliatoi Aronica,
palermitano d'origine, che atterra Corini con una spallata. Il difensore
della Reggina era già ammonito e pertanto finisce anzitempo
la partita. Nonostante l'inferiorità numerica, gli ospiti
non mollano, dimostrando grande carattere, grinta e determinazione
da vendere, come testimonia il palo colpito su punizione da Leon,
con Agliardi battuto. Bianchi tiene a galla i suoi, ma non basta
per alleviare la penalizzazione che rimane angosciante e azzerra
quasi ogni speranza dei tifosi amaranto. Palermo - Reggina 4-3 (3-1). Le reti La Samp sbaglia tutto e l’Empoli porta via i tre punti. Novellino se la prende con l’arbitro 10/09 Si comincia da dove si era finito. Una Samp in confusione,
pasticciona, sfilacciata, si fa superare meritatamente davanti al
proprio pubblico da un Empoli più quadrato, ordinato, puntiglioso.
E' la vittoria, quella toscana, della squadra, ma anche dell'allenatore,
un ex, che ha saputo imbrigliare perfettamente i padroni di casa
con una formazione prudente ma mai rinunciataria e motivando al
meglio i suoi uomini. Su posizioni esattamente opposte Novellino,
che probabilmente non ha saputo valutare al meglio la condizioni
dei suoi giocatori ed ha puntato sul vecchio schema con Falcone
e Sala difensori centrali, Volpi e Palombo a centrocampo e la coppia
Flachi-Bonazzoli in attacco. Le previsioni della vigilia sono state
tutte capovolte, vuoi per l'ottima prova dei toscani, vuoi per il
"tradimento" consumato dagli uomini più significativi
della Samp, a cominciare da capitan Volpi, svagato ed impreciso,
e dall'idolo di casa Flachi, volenteroso ma niente di più.
E pensare che per i colori blucerchiati la gara si era messa subito
in discesa grazie al gol messo a segno dopo appena 10' da Bonazzoli,
su assist di Flachi. Tutto come previsto? Neppure per idea. La Samp,
forse cullandosi sul vantaggio, ha cominciato ad allungarsi ed a
mettere in mostra tutti i suoi limiti. Con un centrocampo costantemente
in inferiorità numerica e una difesa pasticciona, i blucerchiati
hanno cominciato a 'ballare' dalla cintola in giù, regalando
poi agli avversari l'occasione del pareggio. E' stato a questo punto
che l'Empoli ha cambiato marcia, ha serrato le fila, ha occupato
gli spazi ed ha costretto i sampdoriani a scervellarsi per trovare
le giuste contromisure. I toscani, bravissimi nel pressare i portatori
di palla, hanno imposto il loro gioco obbligando Flachi &Co
a giocare di prima ed in velocità, due elementi che spesso
non si abbinano alla precisione. Approfittando delle disattenzioni
dei blucerchiati, gli empolesi hanno alzato il loro baricentro,
costruendo la più limpida occasione da rete in chiusura di
primo tempo, con una girata di testa di Lucchini che si è
stampata sul palo. Il secondo tempo ha ricordato più una
sceneggiatura di un thrilling che una partita di calcio. Ancora
un pasticciaccio brutto della difesa sampdoriana al 5', che ha originato
il rigore che ha deciso l'incontro e la prima espulsione, e poi
tanto nervosismo, con interruzioni continue del gioco e gli animi
sempre più surriscaldati. Al di là del tiro dal dischetto,
il tabellino riporta solo una conclusione, altissima, di Parola
al 30'. Novellino ha cercato di rimescolare le carte arretrando
Palombo nel ruolo di difensore centrale (e proprio questo sembra
il suo futuro) ed inserendo Delvecchio prima e Bonanni poi a centrocampo.
Il secondo è risultato ininfluente ed il primo è riuscito
a rimediare due 'stupide' ammonizioni (per proteste e per un fallo
di mano volontario) che lo hanno portato negli spogliatoi anzitempo.
L'Empoli si è limitata a controllare le confuse sfuriate
dei padroni di casa con lucidità, calma, concretezza, portando
alla fine in porto un successo che, visto l'andamento della partita,
non ha proprio nulla di clamoroso. Per la Samp cambia campionato
ma non il copione: quasi sette mesi senza una vittoria. Sampdoria-Empoli 1-2 (1-1). Le reti Stellone salva il Toro nel finale 10/09 Torino e Parma si dividono i punti in palio nel primo posticipo
serale della serie A. Accade tutto nel secondo tempo: al vantaggio
iniziale degli emiliani con Budan (9') replica a tempo scaduto Stellone
(45'), evitando cosi' una sconfitta al ritorno dei granata nel ristrutturato
stadio comunale, che i tifosi battezzano con uno striscione ''Il
tempio della storia'. E' una serata speciale: in un colpo solo debuttano
infatti una squadra, due allenatori e, appunto, uno stadio. Dopo
tre lunghe stagioni di B, il Toro ritrova il massimo campionato.
Alla sua guida Alberto Zaccheroni, da due anni senza panchina e
subentrato tre giorni fa all'esonerato Gianni De Biasi. Incrocia
le armi con Stefano Pioli, all'esordio in A, in uno stadio restituito
al calcio dopo sedici anni di abbandono. L'aria e' quasi primaverile.
C'e' tutto, insomma, per fare del primo posticipo dell'anno una
partita-evento, che le due formazioni giocano a buon ritmo, nonostante
le gambe siano ancora imballate per la preparazione estiva. L'inizio
di gara e' emiliano: i gialloblu si trovano meglio sul campo e arrivano
piu' facilmente al tiro. Bello il pallonetto di Budan, al 9', che
finisce poco sopra la traversa. I granata reduci da soli tre allenamenti
con miste Zac, si fanno vedere davanti alla porta di De Lucia al
14', con un tiro dalla distanza di Konan, che finisce fuori. L'ivoriano,
preferito a Stellone, si muove sulla destra, formando con Rosina
e Fiore un terzetto a sostegno dell'unica punta, Abbruscato. Proprio
da una loro combinazione arriva la prima palla gol dei padroni di
casa, al 22', che Rosina stampa sulla traversa a portiere battuto.
Il Parma e' piu' ordinato, ma Morfeo e' lento a verticalizzare le
azioni per l'unica punta, Budan, e Gasbarroni e' ben controllato
da Comotto. Il Torino cresce alla distanza e al 26' e' di nuovo
pericoloso con Rosina. Il suo tiro, centrale, finisce fra le braccia
del portiere. Il primo tempo finisce con un'altra occasione granata,
quando Abbruscato (43') di testa spara fra le braccia del numero
uno emiliano, un cross preciso di Konan. Formazioni invariate in
avvio di ripresa e Torino subito pericoloso. Una serpentina di Rosina,
al 4', termina con un suo tiro, che scuote l'esterno della rete.
Due minuti dopo Grella cerca il colpo alla Maradona e da centrocampo
fa partire un pallonetto, che sorprende Abbiati fuori dai pali.
La palla si stampa sulla traversa. Lo stadio, tutto granata, si
zittisce di nuovo poco dopo, al vantaggio del Parma (9'): errore
in disimpegno di Rosina, Morfeo serve Budan sul filo del fuorigioco
e l'attaccante insacca un perfetto diagonale. Il Torino potrebbe
pareggiare all'11', ma Konan di testa non inquadra lo specchio della
porta. Zaccheroni e Pioli adottano le prime contromosse al quarto
d'ora: fra i granata Lazetic prende il posto di Fiore, mentre nel
Parma Kutozov rileva Gasbarroni. Poi entrano Stellone, fra i padroni
di casa, e Muslimovic, tra gli ospiti. Il Toro si riversa nella
meta' campo avversaria e si rende pericoloso per ben due volte.
In entrambe, pero', Abbruscato si fa ipnotizzare dal portiere. L'ultima
carta per raddrizzare un risultato eccessivamente severo per i granata
e' Oguro. Il nazionale giapponese, al debutto in Italia, entra al
35', mettendo la sua velocita' al servizio della squadra. Il Parma
si difende con ordine e non rinuncia a qualche incursione in avanti,
ma quando la partita sembra ormai finita arriva il pareggio di Stellone.
L'attaccante si arrampica in cielo per colpire di testa un bel cross
di Lazetic. E l' 1-1 finale. Torino e Parma 1-1 (0-0) Torino (4-2-3-1): Abbiati 5,5, Comotto 6, Franceschini 6,5, Di
Loreto 6, Pancaro 6, Barone 6, De Ascentis 6,5, Konan 6 (24' st
Stennone 6,5), Rosina 5,5 (35' st Oguro sv), Fiore 6, (16' st Lazetic
6), Abbruscato 5. (1 Taibi, 55 Orfei, 3 Balestri, 5 Gallo). All.:
Zaccheroni 6,5. Le reti Serie C1 Lucchese e Taranto spiccano il volo 10/09 Tre squadre a punteggio pieno nel girone A della C1 dopo la seconda giornata. Partenza scoppiettante per il Monza di Giuliano Sonzogni che realizza nove gol in sole due giornate. Senza discussioni il 5-0 ottenuto sul terreno della Pro Patria. Un gol per Beretta,gia' a quota 4 e due per Egbedi, uno che spesso mette la sua firma. Sembra fare sul serio anche la Lucchese di Gigi Simoni che dopo il brillante esordio contro il Novara si impone anche sul campo del Cittadella con una rete di Masini e Girali. E se il Sassuolo aveva sorpreso battendo sette giorni fa la Cremonese, questa volta e' stato corsaro a Novara vincendo per 2-1. La quarta affermazione odierna in campo esterno e' quella della Massese che ha battuto 2-1 la Sangiovannese. Un avvio in salita per l'undici di Indiani, che lo scorso anno ha disputato i play-off, e che si trova ancora a quota zero. Le uniche partite che si sono concluse senza reti sono i derby, quello toscano tra Pisa e Grosseto (per i nerazzurri e' il secondo), e quello veneto tra Venezia e Padova. Il fattore campo ha avuto la meglio solamente in tre occasioni: la Cremonese si riscatta allo Zini grazie a Stendardo contro la Pistoiese; il Pavia con una doppietta di De Martin regola la pratica Ivrea (2-1) e la Pro Sesto ieri nell'anticipo aveva battuto il Pizzighettone (2-1). Restano in tre al comando anche nel girone B, dove si e' vista
un'ampia selezione considerato che nella prima giornata nessuno
aveva pareggiato. Foggia, Taranto e Teramo sono sulla pista di decollo.
Preziosissime le affermazioni esterne delle due pugliesi. Il Taranto,
grazie a un gol dell'ultimo colpo di mercato, Cammarata, vince sul
non facile campo della Sambenedettese; mentre i rossoneri di Cuoghi
superano il Martina grazie a un gol di Cardinale. Conferme arrivano
dal Teramo che con un gol del ritrovato Myrtaj affonda la Juve stabia.
Le delusioni della seconda giornata si chiamano Perugia e Avellino,
due pretendenti alla promozione, cadute in trasferta. A condannare
gli umbri un gol nel recupero di Morello, oltre alla doppietta di
Giglio. Il Perugia non riesce proprio a guarire dall'incubo da trasferta.
L'Avellino subisce una pioggia di gol a Ravenna: finisce 5-2 e gli
irpini si devono accontentare della doppietta di Evacuo. Due gol
anche per Chianese. Recupera terreno l'Ancona, che si fa perdonare
della sconfitta interna di domenica scorsa battendo la Ternana sul
neutro di Pistoia (1-2). All'iniziale gol di Taccola, risponde Docente
con una doppietta. Severa battuta d'arresto della Salernitana che
subisce ben quattro reti a San Marino. La Cavese con un classico
2-0 batte il Lanciano, mentre l'unico pareggio in due giornate e'
quello tra Manfredonia e Giulianova (1-1). In pieno recupero il
prezioso gol della giovane squadre di Giorgini.
Girone A: Cittadella-Lucchese 0-2 Classifica: Monza, Lucchese e Sassuolo 6 punti; Pavia, Venezia e Grosseto 4; Massese, Pro Sesto, Cremonese, Cittadella e Pistoiese 3; Pisa e Padova 2; Pizzighettone 1; Pro Patria, Novara, Sangiovannese, Ivrea 0. Prossimo turno (domenica 17 settembre): Girone B: Classifica: Foggia, Taranto e Teramo 6 punti; Ancona, Ternana, Avellino, Juve Stabia, Salernitana, Lanciano, Perugia, Cavese, San Marino, Ravenna, Gallipoli 3; Giulianova e Manfredonia 1; Sambenedettese e Martina 0. Prossimo turno (domenica 17 settembre): Marcatori C1/B 3 MARCATORI: Evacuo (1 rig) (Avellino) C1/B Tabellini CAVESE-LANCIANO 2-0 (2-0) GALLIPOLI-PERUGIA 3-2 (2-0) MANFREDONIA-GIULIANOVA 1-1 (1-0) MARTINA-FOGGIA 0-1 (0-1) RAVENNA-AVELLINO 5-2 SAMBENEDETTESE-TARANTO 0-1 (0-0) SAN MARINO-SALERNITANA 4-0 TERAMO-JUVE STABIA 1-0 (0-0) TERNANA-ANCONA 1-2 (0-0) Serie C2 Vibonese, una sopresa, non vanno Rende e Catanzaro. 10/09 Nella serie C2, nel girone A una sola squadra al comando ed e' l'Alto Adige che stacca le altre cinque formazioni che avevano vinto all'esordio. Netta la vittoria per 4-1 contro il Portogruaro. Tris della Nuorese sul terreno della Biellese (doppietta di Oliveira). Si riscatta la Torres con un rotondo 3-0 sul Montichiari. Unico pareggio 0-0 tra Varese e Cuneo. Anche nel girone B una sola squadra al comando, ovvero il Foligno dopo il successo contro la Cisco Roma (3-2) di Di Canio. Falsa partenza per i romani dopo il pareggio internodella scorsa settimana. Rallentano Reggiana e Spal, bloccate entrambe sull'1-1 contro Boca San Lazzaro e Prato. Vittoria esterna per il Poggibonsi a Carrara (0-1). Nel girone C, infine, Benevento, Real Marcianise e Potenza restano
a punteggio pieno: tris dei giallorossi, con doppietta di Marasco,
alla Pro Vasto; vince 3-1 a Melfi il Real Marcianise, mentre il
Potenza da' il secondo dispiacere al Catanzaro vincendo al Ceravolo
per 3-2. Doppietta di Nole'. In settimana due punti di penalizzazione
dalla disciplinare per l'Igea Virtus per via della posizione irregolare
del calciatore Mauro in coppa Italia. La reazione e' il pareggio
spettacolo (3-3) con il Monopoli. Annulla invece la penalizzazione
e va a +1 il Lamezia, vittoiosa sul Rende. In pieno recupero la
Nocerina fa sua la gara con il Gela (2-1).
Girone A: Biellese-Nuorese 0-3 Classifica: Sud Tirol 6 punti; Cuneo, Lumezzane, Pro Vercelli, Nuorese e Legnano 4; Carpenedolo, Portogruaro, Valenzana, Sassari Torres, Bassano, Pergocrema e Sanremese 3; Varese 2; Lecco 1; Biellese, Montichiari e Olbia 0. Prossimo turno (domenica 17 settembre): Girone B: Carrarese-Poggibonsi 0-1 Classifica: Foligno 6 punti; Spal e Reggiana 4; Poggibonsi, Cuoiopelli, Castelnuovo, Gubbio, Viterbese, Rovigo, Paganese e Sansovino 3; Giugliano e Prato 2; Carrarese, Bellaria, Cisco Roma, Boca S.Lazzaro e Rieti 1. Giugliano penalizzato di 2 punti. Prossimo turno (domenica 17 settembre): Girone C: Andria-Celano 0-0 Classifica: Potenza, Real Marcianise e Benevento 6 punti; Sorrento, Vibonese e Monopoli 4; Nocerina, Melfi, Val di Sangro e Gela 3; Igea Virtus e Andria 2; Vigor Lamezia e Celano 1; Catanzaro, Pro Vasto, Rende e Cassino 0. Vigor Lamezia penalizzato di 2 punti. Prossimo turno (domenica 17 settembre): Marcatori C2/C 4 MARCATORI: Nole' (Potenza). C2/C Tabellini ANDRIA-CELANO 0-0 BENEVENTO-PRO VASTO 3-0 CASSINO-SORRENTO 0-1 CATANZARO-POTENZA 2-3 (0-2) IGEA VIRTUS-MONOPOLI 3-3 (1-3) MELFI-REAL MARCIANISE 1-3 (1-1) NOCERINA-GELA 2-1 (0-0) VAL DI SANGRO-VIBONESE 1-2 (0-2) VIGOR LAMEZIA-RENDE 2-1 (1-0) Serie D: Convocati per la rappresentativa Portieri: Giacomo Poluzzi (Carpi Mo), Massimo Schena (Castelfidardo
An). Difensori: Filippo Baldassarri (Deruta Pg), Alessandro Cherchi
(Asseminese Ca), Giacomo Di Donato
(Cosenza), Gabriele Eretta (Vado Sv), Davide Fioretti
(Pontevecchio Pg), Fabio Lisi (Cynthia), Flavio Vivarini (Seregno
Mi).
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