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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Sport: Calcio
Serie A L’Inter come un treno allunga a +7. Roma sconfitta pesante. Milan in piena crisi. Sorpresa Catania al quarto posto 10/12 La corazzata nerazzurra non si ferma neanche ad Empoli (3-0)
e aspetta la risposta della Roma impegnata nel derby serale: ottava
vittoria consecutiva per l'Inter in campionato, superato l'ostacolo
più insidioso - quella di Cagni era la prima difesa del campionato
- dopo aver gestito il primo tempo e castigato gli avversari nella
ripresa. E' il solito Crespo a raccogliere da vero opportunista
un colpo di testa di Ibrahimovic finito sulla traversa e a sbloccare
il risultato, poi ecco lo stesso Ibra e Samuel per un 3-0 rotondo
ma lottato. Al settimo cielo, ossia al quarto posto e in piena zona
Champions League il Catania che si sbarazza dell'Udinese con un
gol di Spinesi: per la punta rossazzurra è l'ottavo gol nella
stagione. Marino intanto continua a professare umiltà e a
pensare alla slavezza. Ma senza la penalizzazione al quarto posto
ci sarebbe la Fiorentina con 26 punti: a secco Toni, i viola sbancano
Verona sponda Chievo con un gol sul filo del fuorigioco di Mutu,
al settimo sigillo stagionale. Ma comunque un risultato la squadra
di Prandelli l'ha raggiunto: con la vittoria del Bentegodi e gli
11 punti i viola sono per la prima volta nella stagione al di fuori
della lotta per la salvezza. Per Delneri si tratta di uno stop che
arriva dopo due vittorie. Tra le penalizzate continua il momento
no del Milan: a S.Siro Gilardino ha fallito un calcio di rigore
e il Toro ha colpito qualche legno. Troppe le assenze per Ancelotti,
ma la squadra di Zaccheroni sta trovando una sua dimensione: nelle
ultime 10 giornate ha perso una sola volta, un mese fa a Palermo.
Ma lo 0-0 tra Milan e Torino non è l'unico della giornata,
15/a dove non si è segnato moltissimo - 16 compresi i gol
degli anticipi - ma soprattutto poco nei primi tempi. A reti inviolate
sono finite anche Cagliari-Parma e Sampdoria-Siena (ma i blucerchiati
reclamano per l'annullamento di un gol di Flachi sembrato regolare).
La gara con più gol è intanto la rocambolesca Atalanta-Messina:
dal 3-0, al 3-2 finale. Primi gol stagionali per Bombardini e l'esterno
brasiliano Ferreira Pinto, ma anche per Arturo Di Napoli. Per i
siciliani si tratta della quarta sconfitta consecutiva, ma i bergamaschi
ora sono quinti, hanno raggiunto il Livorno e sognano l'Europa.
Mancini “Come la Juve di Capello? Dominiamo” 12/10 "E' stata una vittoria importantissima su un campo difficile
e contro la miglior difesa del campionato. Credo che poche squadre
riusciranno a fare tre gol all' Empoli. La rete nella ripresa ha
cambiato la partita". A fine gara, l'allenatore dell'Inter
Roberto Mancini analizza la gara ed esalta il secondo tempo neroazzurro.
"Anche se - prosegue - nel primo tempo siamo stati molto attenti
in difesa e non abbiamo mai rischiato niente, creando qualche occasione
in contropiede. Nella ripresa, invece, abbiamo cercato la vittoria
con più insistenza e siamo stati premiati, riuscendo a chiudere
definitivamente il match". L'ottava vittoria consecutiva dell'
Inter, rappresenta anche il record assoluto di successi eguagliato,
nella storia del club neroazzurro. "Questa serie di successi
ci inorgoglisce - continua Mancini - ma alla fine vuol dire poco.
L'importante, invece, sarà vincere alla fine del campionato".
L' Inter assomiglia sempre più alla Juve di Capello e Mancini
accetta il paragone: "Dominiamo come faceva la Juve, ma alla
fine tutte le squadre che giocano con questo atteggiamento si assomigliano".
Poi il pensiero va a Stankovic, schierato titolare, nonostante un
problema muscolare. "Non era in perfette condizioni e almeno
inizialmente - prosegue Mancini - ho deciso di non proporlo come
regista di centrocampo, ma in posizione arretrata vicino a Cambiasso
e con Zanetti davanti alla difesa per limitare Vannucchi. Non accusando
problemi fisici, ho deciso di invertirlo con Solari riportandolo
nella classica posizione di regista avanzato. Nonostante qualche
acciacco, però, la risposta è stata ottima".
Infine il pensiero torna alla gara di Monaco di Champions League.
"In molti - conclude - ci hanno accusato di essere andati a
giocare contro il Bayern Monaco senza la cattiveria e la voglia
di fare un risultato pieno, schierando le seconde linee. Credo che
oggi tutte queste critiche possano essere fugate: la squadra ha
dimostrato di essere un grande gruppo, dove non ci sono né
titolari, né riserve. I ragazzi che hanno preso parte ad
entrambe le gare, poi, sono stati eccezionali". Autore del
gol del raddoppio, Ibrahimovic è critico con l'approccio
alla gara della squadra. "Probabilmente - spiega l'attaccante
- nel primo tempo non eravamo così concentrati, come abbiamo
fatto nel secondo. Credo che l'Inter possa vincere tutte le partite
restanti fino a Natale. Gli scudetti si vincono soprattutto attraverso
affermazioni in campi difficili come Empoli". Adriano? "Possiamo
permetterci di aspettarlo".Zanetti, parla, invece, del record
ottenuto dalla squadra. "E' un grandissimo traguardo - afferma
il centrocampista argentino - ma a questo punto non possiamo fermarci
e dobbiamo continuare a vincere. E la vittoria odierna non è
stata una passeggiata".Dello stesso avviso anche Materazzi.
"L'importante - osserva - é proseguire su questa strada.
Sono tre punti fondamentali che danno continuità e serenità.
Ora è importante pensare alla prossima gara. Questo successo
è una tappa importante di avvicinamento al nostro obiettivo.
Per quanto riguarda la prova di Adriano, beh, credo che sia necessario
dargli ancora tempo". Infine l'autore del gol del vantaggio
neroazzurro, Crespo. "Avevo chiesto il cambio poco prima di
segnare - spiega l' attaccante - e fortunatamente sono riuscito
a trovare la rete che ha sbloccato la partita. Una gara complessa,
in cui segnare non è stato facile. Nel primo tempo abbiamo
risentito un po' dell'impegno e del viaggio di ritorno da Monaco
in Champions e abbiamo sbagliato troppo spesso l'ultimo tocco. Per
quanto riguarda la mia rete, sono felice: un attaccante vive per
il gol, li cerca sempre, ma soprattutto ci pensa continuamente".
Il Palermo alla brasiliana aspetta il Celta Vigo e poi la Roma 10/12
Nessun riposo per il Palermo 'brasiliano', dopo lo squillante e
spettacolare 3-0 inflitto al Livorno, nell'anticipo di ieri. Il
Celta Vigo, ospite mercoledì sera nello stadio Barbera (con
inizio alle 20,45) e la Roma, avversaria domenica prossima all'Olimpico,
incombono. Per questo l'allenatore Francesco Guidolin ha preferito
tenere il suo gruppo unito. La squadra stamattina è tornata
nuovamente in campo per il consueto lavoro defaticante, mentre a
chi ieri sera non ha giocato è stata riservata una porzione
di pesante lavoro atletico. Nella squadra, che vola con i suoi brasiliani
doc Amauri e Simplicio, c'é una nuova consapevolezza: quella
di poter riacciuffare il secondo posto alle spalle dell'Inter, ma
anche di poter proseguire il cammino in Coppa Uefa. "Inter
e Roma sono più forti di noi - spiega l'allenatore Francesco
Guidolin - però noi siamo riusciti a fare 31 punti in 15
partite. Non è poco". E il brasiliano Fabio Simplicio,
che ieri sera è stato fra i protagonisti assoluti del 3-0
inflitto al Livorno, realizzando una doppietta, aggiunge: "Stiamo
cercando di diventare una grande squadra, ma Inter e Roma già
lo sono. Era comunque importante rimettersi in carreggiata, ritrovare
l'entusiasmo giusto, in modo da affrontare con serenità e
consapevolezza dei propri mezzi i due prossimi impegni contro Celta
Vigo e Roma". Il Palermo, che è tornato quasi al completo,
dopo le numerose defezioni fatte registrare nell'ultimo mese, è
apparso in grado di potersela giocare contro chiunque. "E'
vero - spiega il centravanti Amauri, autore di una rovesciata da
standing ovation contro il Livorno (al suo gesto atletico, il pubblico
palermitano ha voluto tributare un applauso di oltre 1') - Se in
forma, questo Palermo può fare faville. Contro il Livorno
non era una partita facile, ma siamo riusciti a vincere nettamente,
offrendo una grande prova di forza. Questo Palermo può far
bene, il nostro obiettivo è quello di qualificarci per la
Champions League, cercheremo di riuscirci fino alla fine".
Guidolin lo ha paragonato a Didier Drogba, centravanti ivoriano
del Chelsea Londra. Amauri ringrazia: "Se lo dice il tecnico...
Io, comunque, mi sento lusingato da questo accostamento. Drogba
è un grande campione, non lo scopro certo io". Oriali smentisce l’arrivo di Beckam all'Inter 10 /12 Il presidente Moratti regalerà David Beckham all'
Inter? "Leggiamo, ma noi siamo contenti dei giocatori che abbiamo.
Difficilmente l'Inter a gennaio interverrà sul mercato".
Parola di Lele Oriali, consulente di mercato dell' Inter che, ai
microfoni di Italia 1 dopo il rotondo successo di Empoli, affronta
l'argomento contratto di Mancini. "Esperienze all' estero?
A chi non piacerebbe farne? Ma si sta bene qui all'Inter e credo
che il futuro sarà con Mancini in panchina". Prima di
parlare della squadra e della vittoria, Oriali ha ricordato il giornalista
Alberto D'Aguanno morto ieri, "un amico, un grande e serio
professionista" Risultati della 15/a giornata di serie A Atalanta-Messina 3-2
Penalizzazioni: Siena -1, Lazio -3, Milan -8, Reggina e Fiorentina -15. Classifica dei marcatori di serie A alla 15/a giornata 9 reti: Riganò (2 rigori-Messina); Totti (2 rigori-Roma). Prossimo turno della serie A 16/a giornata in programma domenica 17 dicembre alle 15.00. Ascoli-Torino
Il Messina si sveglia tardi dopo essere stata sotto di tre gol 10/12 Prima l'Atalanta fa un'esibizione da calcio-spettacolo che
la porta sul 3-0. Poi incappa in una amnesia collettiva e il Messina
nel giro di un quarto d'ora arriva al 3-2 finale. Questo è
stata Atalanta-Messina, gara dominata per 75' dai bergamaschi, capaci
di esibire un grande Doni e un Ferreira Pinto che con un gol ha
festeggiato al meglio il suo 27/mo compleanno. Ma nell'ultimo quarto
d'ora i siciliani sono prima riusciti a trovare la via del 3-1 con
una splendida punizione di Cordova. Poi sono arrivati a ridurre
ulteriormente le distanze con Di Napoli. Ma era ormai troppo tardi.
La squadra di Colantuono ha meritato la vittoria perché tra
le due è stata quella che ha messo in mostra il miglior calcio.
Ben preparata fisicamente, e con un Doni davvero ispirato in cabina
di regia, l'Atalanta pur faticando a trovare il gol del vantaggio
ha dato l'impressione fin dal primo minuto che il gol sarebbe arrivato
da un momento all'altro. Così è stato: al 28' su traversone
di Ferreira Pinto è stato il 32/nne Bombardini (alla sua
prima rete in serie A) a infilare per la prima volta il portiere
Storari. Vantaggio indiscutibile: troppo superiore fino a quel momento
la prestazione dei bergamaschi rispetto a quella degli avversari.
Continuando a giocare bene l'Atalanta ha prima sfiorato il 2-0 al
40' (errore sottoporta di Zampagna), poi lo ha raggiunto al 12'
del secondo tempo, quando su lancio di Bernardini Ferreira Pinto
ha calciato in diagonale, per il più bel regalo di compleanno
che potesse farsi, Il tentativo di reazione dei siciliani si è
esaurito nel giro di pochi minuti (tiro dalla distanza di Coppola)
perché l'Atalanta ha continuato a mantenere il controllo
della gara arrivando ancora al gol al 21': Ferreira Pinto, ancora
lui, crossa verso il centro e Doni regala ai tifosi un gol-capolavoro,
stop di petto e rovesciata a seguire, per il 3-0 che, oltre a meritargli
una 'standing ovation', avrebbe anche dovuto chiudere definitivamente
la gara. Non era così perché è stato nei minuti
finali che il Messina ha finalmente avuto uno scatto d'orgoglio,
soprattutto grazie al gol del 3-1 siglato da Coppola (30'). Di Napoli,
mandato in campo da Giordano in sostituzione di Alvarez, al 39'
ha poi portato a due le reti dei siciliani. Ma per loro era ormai
troppo tardi. Atalanta - Messina 3-2 (1-0) Le reti Pari da fischi tra Cagliari e Parma 10/12 Il Cagliari non sa più vincere. Contro un Parma ben
disposto in campo da Pioli, che si è difeso in maniera ordinata
per tutta la partita, la squadra di Giampaolo non è andata
oltre lo 0-0, secondo pareggio consecutivo in casa e decimo stagionale.
E' stata una brutta partita, controllata sì dai padroni di
casa, capaci, però, solo di un possesso di palla sterile
e di un dominio territoriale che quasi mai ha impensierito Bucci
e compagni. Il Parma, reduce dal passaggio del turno in Coppa Italia,
esce indenne anche dal Sant'Elia e compie un piccolo ma importante
passo in avanti in classifica. Buona la prestazione degli emiliani,
capaci anche di rendersi pericolosi in contropiede e che possono
recriminare per un gol annullato a Budan. Non ci sono sorprese,
rispetto alla vigilia, nelle formazioni che scendono in campo. Giampaolo
conferma la squadra che sette giorni fa aveva bloccato il Milan,
con Capone alle spalle di Suazo e gli esterni Esposito e D'Agostino
molto defilati sulle fasce, e spedendo Langella in tribuna. Una
mossa, questa, che il presidente Cellino, di ritorno da Miami, ha
condiviso. L'attaccante rossoblu non è mai stato nelle grazie
dell'allenatore e stavolta la rottura sembra insanabile: probabile
una cessione a gennaio. Ma alla luce dello scialbo pareggio a reti
inviolate, un giocatore delle caratteristiche di "Arrogu totu"
(in sardo spacco tutto, come lo chiamano i tifosi) sarebbe proprio
servito. Male Esposito, un fantasma; malino Capone (che non è
riuscito a bissare l'ottima prestazione fornita con il Milan); così
così Suazo, che quando parte in velocità è
sempre lui, ma oggi è sembrato meno in palla del solito ed
è stato tenuto a bada da un superlativo Couto. Pioli, dal
canto suo, manda in campo una formazione tutta nuova rispetto a
quella che tre giorni fa aveva superato il Napoli in Coppa Italia,
cambiando 11 giocatori su 11. Una squadra fresca, dunque, che si
difende bene, pronta a ripartire e cercare il gol in contropiede.
La cronaca segnala, infatti, ben due occasioni nitide per gli ospiti
nel primo tempo. Al 34', quando un retropassaggio errato di Bianco
libera Budan solo davanti a Fortin. Il vice di Chimenti, è
bravo nella scelta del tempo dell'uscita, e anticipa con una prodezza
l'attaccante croato. Al 38' l'episodio del go annullato: punizione-cross
di Gasbarroni, tocco al volo di Couto, respinta in tuffo di Fortin,
sulla quale s'avventa Budan che insacca, forse di mano. Ma l'arbitro
aveva già fischiato in quanto l'assistente aveva segnalato
una posizione di fuorigioco del difensore portoghese. Il Cagliari,
in precedenza, aveva sciupato un'occasione d'oro con D'Agostino,
al 22', servito con un tocco pregevole da Suazo, ma la conclusione
dell'ex atalantino è debole e centrale. Al 26' ci prova Suazo,
tiro debole parato da Bucci. Nella ripresa il Cagliari preme sempre
più sull'acceleratore alla ricerca del vantaggio. Giampaolo
tenta la carta Pepe, così come era successo col Palermo,
ma stavolta il gol al 90' non arriva. I sardi tengono palla, costringono
gli ospiti sulla loro metà campo, ma sono attacchi sterili,
senza mai un guizzo vincente. A destra Esposito è nullo,
al centro Suazo sbatte sovente contro Couto, il migliore in campo,
e anche a sinistra Pepe non sfonda. Ci prova allora l'altro neo
entrato, Budel, con alcune conclusioni dal limite, ma è il
Parma a sfiorare addirittura la beffa, su contropiede, quando Ciaramitaro,
solo davanti a Fortin, spreca calciando fuori. Cagliari - Parma 0-0 Un Catania stellare rimanda battuta l’Udinese e si piazza al quarto posto 12/10 Il Catania vola con il suo gabbiano. L'ottava rete stagionale
permette a Gionatha Spinesi di vincere il duello a distanza con
Iaquinta lanciando i compagni verso il quarto posto in beata solitudine.
Il successo casalingo sull'Udinese regala alla formazione allenata
da Marino la zona Champions e fa scoppiare la festa del "Massimino",
dove la matricola catanese continua a stupire. Vittoria sofferta,
quella contro i friulani, che fanno meglio nel primo tempo e anche
nella ripresa reagiscono con vigore alla rete dei locali. Le prodezze
di Pantanelli, altro protagonista del successo rossazzurro, frustrano
però le speranze degli uomini di Galeone, che costruiscono
molto, ma non trovano mai il guizzo giusto. Marino conferma l'undici
di Ascoli impiegando Lucenti a sinistra e preferendo Del Core a
Millesi nel tridente. Galeone rimpiazza De Sanctis con Paoletti
tra i pali e, complice l'assenza di Asamoah, opta per il 4-4-2 con
Iaquinta e Di Natale in attacco. Bisogna attendere venti minuti
per assistere al primo tentativo in avanti. E' Iaquinta a girare
a lato di testa un cross di Muntari. Il Catania non trova profondità
nel gioco, le fasce vengono bloccate bene dagli ospiti e per i padroni
di casa non è semplice affacciarsi dalle parti di Paolucci.
Serve un calcio piazzato per vedere gli etnei pericolosi: Del Core
arriva in acrobazia su una punizione calciata da Colucci, ma non
trova la porta da pochi metri. Il Catania ci riprova con Lucenti,
autore di un tiro deviato da De Martino che per poco non beffa Paoletti,
ma il finale del primo tempo è tutto di marca friulana. Negli
ultimi dieci minuti l'undici di Galeone accelera mettendo sotto
pressione la difesa catanese. I locali se la cavano grazie a due
buoni interventi di Pantanelli, bravo a deviare in angolo un colpo
di testa di Di Natale e nell'opporsi a una girata da pochi metri
di Iaquinta, e con un pizzico di buona sorte al 42', quando Muntari
chiude una combinazione Di Natale-Zapata con un'elegante rovesciata
che scheggia la traversa. La ripresa comincia con l'Udinese che
prova a insistere con un paio di sortite di Iaquinta e Di Natale,
che trova pure il diagonale vincente, ma in posizione di fuorigioco.
Il Catania affida la sua replica a Caserta, abile nel farsi luce
al limite dell'area e nell'impegnare Paoletti con un destro angolato.
Dopo un tentativo dalla distanza di Di Natale, la partita si sblocca.
Merito di Spinesi, che di testa devia in rete un cross di Colucci,
ben attivato da un recupero di Baiocco. Galeone prova a dare maggiore
peso in attacco alla sua squadra inserendo Barreto, Marino inserisce
Izco al posto di Del Core per aumentare il filtro a centrocampo.
L'Udinese preme, cerca il tiro dalla distanza e al 38' va vicino
al pari con Di Natale, il cui destro dal limite viene respinto a
pugni chiusi da Pantanelli. I friulani hanno un'altra buona occasione
per riequilibrare i conti al 44': il fuorigioco rossazzurro non
scatta, Iaquinta è libero di tirare da ottima posizione,
ma il suo diagonale si perde sul fondo. L'ultima palla gol è
per Obodo, ma in mischia il colpo di testa del centrocampista bianconero
viene bloccato da Pantanelli. Catania-Udinese 1-0 (0-0) Le reti La Fiorentina vince di misura a Verona con il Chievo 10/12 Il colpo di genio di Riccardo Montolivo e una zampata di
Adrian Mutu decidono la sfida tra Chievo e Fiorentina con una vittoria
della squadra di Prandelli che per la prima volta quest'anno porta
i viola fuori dalla zona retrocessione. Una gara combattuta, agonisticamente
accesa che i viola vincono grazie ad una condizione fisica apparentemente
migliore dei gialloblù. Match giocato alla pari, pressing
continuo, marcature strette e attente. A rompere l'equilibrio il
quarto d'ora finale, quando le due squadre si allungano pericolosamente.
E qui forse il Chievo di Del Neri è anche sfortunato. Perché
i veneti perdono subito Brighi e quando il tecnico friulano inserisce
Pellissier al posto di un Cossato costretto ad alzare bandiera bianca
per infortunio, è la mossa di Prandelli a risultare vincente.
L'ex fantasista dell'Atalanta prende il posto di uno spento Jorgensen
e rovescia la partita. Il Chievo, nonostante l'impegno delle punte,
tiene meno palla in attacco, la Fiorentina dispone di un giocatore
in mezzo al campo in grado non solo di alleviare il gioco di Liverani,
ma che ha nei piedi la misura del passaggio per una difesa del Chievo
colpevolmente in affanno. I centrocampisti gialloblù non
riescono più a pressare con quella maniacale continuità
con cui avevano spento il gioco della Fiorentina a lungo e ci vuole
qualche segnalazione dubbia dell'assistente Giordano a bloccare
i viola, soprattutto un Toni tutto solo davanti a Sicignano partito
chiaramente in posizione regolare. Fatto è che l'ennesimo
suggerimento di Montolivo trova Mutu tutto solo. Lanna tarda a salire
e il romeno ha buon gioco nel superare Sicignano anche se in maniera
fortunosa, visto che il sinistro dell'attaccante viola passa sotto
le gambe dell'estremo gialloblù. Una rete che premia la maggior
lucidità della squadra di Prandelli, molto abile a sfruttare
l'evidente calo fisico del Chievo. Una Fiorentina che trova nella
panchina la chiave di lettura per il successo. L'inserimento di
Montolivo obbliga Mutu e Toni a giocare più vicini e i due
dimostrano di integrarsi. E' sull'asse tra il romeno e l'azzurro
che giungono le occasioni migliori per i viola. Ci mette una pezza
Sicignano, qualche volta sbaglia la mira Toni, ma quando Montolivo
può innescare i due per il Chievo è notte fonda. La
squadra di Del Neri arriva alla fine in apnea, non riesce più
a essere corta così come era accaduto nella prima frazione
con Obinna appannato rispetto alle ultime due prestazioni. Chievo-Fiorentina 0-1 (0-0) Le reti L’Inter di Mancini vola nella storia. Tre reti all’Empoli per l’ottava vittoria consecutiva 10/12
Mancini inserisce Recoba e scrive una nuova pagina degli annali
nerazzurri.E così il tecnico, al 12' della ripresa, toglie
Solari, un fantasma fino a quel momento, per far posto alla classe
di Recoba. Per l' Inter è l' ottava vittoria consecutiva
con tre gol all' Empoli. Il successo é un messaggio chiaro
al campionato. Una vittoria rotonda, quella dell' Inter, contro
la squadra che aveva la miglior difesa del torneo. Un successo importante,
che arriva in una gara difficile, in cui la squadra di Cagni per
un' ora toglie il fiato ai nerazzurri. Segnano Crespo, Ibrahimovic
e Samuel e nei primi due gol è decisiva la presenza di Recoba.
Già, Recoba. Quello che aspettano e che non arriva quasi
mai, ma quando c'é lascia il segno. Non è casuale
che l' Inter passi alla prima vera palla gol e la crea Recoba: un
guizzo a centrocampo, Tosto lo stende e per l' Empoli è notte.
La punizione del Chino è una pennellata da artista, Ibrahimovic,
con i suoi centimetri, va alto, stacca di testa e colpisce la traversa:
sulla ribattuta Crespo trova il guizzo del felino e la mette dentro.
Recoba era entrato da appena tre minuti. La chiave della partita
è qui. E la palla arcuata dell' uruguagio può segnare
la storia di questo campionato, oltre a quella dell' Inter che ora
ha Mancini con Cargnelli (stagione 39-40), Herrera (64-65), Trapattoni
(88-89) tra i tecnici capaci di vincere otto gare consecutive. Il
gol costruito dal trio Recoba-Ibrahimovic-Crespo è una liberazione.
L' Inter fino a quel momento soffre il tatticismo dell' Empoli.
Cagni infoltisce il centrocampo: due mediani bassi, due un po' più
alti, Vannucchi pronto a dare una mano, i due esterni difensivi
che salgono molto. Squadra aggressiva, che morde, e difesa attenta.
Così il rombo dell' Inter, con Zanetti al debutto nel ruolo
di mediano davanti alla difesa (é bravo a limitare Vannucchi),
fatica a fare gioco. Solari non c'é, Stankovic è acciaccato,
Cambiasso è ordinario e in questa situazione le punte non
hanno palle pericolose da spingere in porta. Nonostante tutto l'
Inter tiene sempre la partita in mano perché l' Empoli pensa
solo a non prendere gol. Nel primo tempo la squadra di Cagni si
vede solo con un tiro da fuori di Almiron che Julio Cesar respinge.
Ibra danza con il pallone tra i piedi e prova a far male, Crespo
gira a largo per cercare palloni giocabili: l' Empoli soffoca i
nerazzurri e la squadra di Mancini, senza accelerazioni e verticalizzazioni,
non riesce a pungere. Sarebbe continuato così per tutta la
gara se Mancini non avesse avuto l' idea Recoba. Con lui è
tutta un' altra storia: arriva il gol, Ibra sfiora il raddoppio
(17' st Balli respinge), ma sono episodi che svegliano anche l'
Empoli. I toscani, fino allora votati solo alla difensiva, si spingono
in avanti e minacciano la porta di Julio Cesar in un paio di occasioni.
Prima è una punizione di Vannucchi a sfiorare la traversa,
poi una triangolazione Saudati-Vannucchi porta il centrocampista
alla conclusione, ma il tiro non è efficace. L' Inter non
si scompone, mostra - come ormai da tempo - nervi saldi e concretezza.
Risponde con piglio e passa ancora. E il 2-0 (33' st) arriva di
nuovo con la complicità di Recoba che va a contendere una
palla a centrocampo a Vannucchi costringendo il capitano azzurro
ad un rinvio maldestro che è un assist per Ibra che questa
volta la mette dentro. L' Empoli finisce qui. Fallisce Vannucchi,
fallisce Almiron: loro sono gli uomini di maggior talento di questa
squadra e quando loro non girano, recuperare è difficile.
Il tecnico empolese ci prova mettendo anche Pozzi accanto a Saudati
e Gasparetto, che aveva preso il posto di Almiron. Nulla cambia
per i toscani. La strategia di Cagni, vincente per un'ora, salta
davanti alla spinta dei campioni nerazzurri: Recoba rivitalizza
la squadra, Crespo e Ibrahimovic la portano in alto. C'é
anche Adriano a partecipare alla festa, ma lui fa ancora la comparsa.
Scorre il tempo e arriva anche la terza rete, quella di Samuel (42'),
con un colpo di testa su assist di Burdisso. La miglior difesa del
campionato é sgretolata, l' ottava vittoria consecutiva è
centrata: messaggi importanti che arrivano da un campo difficile
in una gara non semplice. Le imprese si costruiscono anche così. Empoli - Inter 0-3 (0-0) Le reti Le pagelle di Empoli Inter. Empoli. Inter. La Lazio strapazza la Roma con tre gol 10/12 Una Lazio motivata, raccolta, concentrata, umile e rabbiosa
prende le misure alla Roma per poi darle una lezione che il popolo
laziale attendeva da anni. Un tiro a effetto di Ledesma, un rigore
di Oddo dopo una grigia da arrossire di Mexes, un gol di rapina
di Mutarelli confezionano una sconfitta esemplare che la Roma di
Spalletti si va caparbiamente a cercare con una condotta supponente,
inferiore di gran lunga ai suoi standard. ma quello che sorprende
è l'incapacità di reagire: dopo il 2-0 c'erano 40'
per cambiare volto alla gara. La Roma non riesce ad organizzarsi,
a cercare nuovi sbocchi, anche giocatori esperti come De Rossi e
Pizarro si lasciano trascinare nel grigiore generale. Totti, nervoso,
dà un calcio a Zauri a terra, non forte ma vendicativo. E
in occasione del rigore ci poteva stare pure l'espulsione di Doni.
I tanti ex laziali dell'Inter possono mandare pensieri affettuosi
a Rossi e compagni: ora il divario in classifica si fa netto, Mancini
comincia a pensare concretamente allo scudetto e la Roma deve anche
pensare che alle sue spalle incombe il Palermo, avversario tra una
settimana all'Olimpico. E Delio Rossi impartisce una dura lezione
a Spalletti. La Lazio costruisce il suo trionfo con una gara accorta,
anche rinunciataria nel primo tempo. Ma Oddo e Cribari tengono salda
la difesa con Peruzzi attentissimo, Ledesma e Mutarelli si mettono
sulle tracce degli avversari con abile opera di contenimento, poi
quando la Roma si arrende Mauri fa vedere la sua classe, Rocchi
crea varchi per gli inserimenti. E la Roma va ko. La umile Lazio
operaia di Delio Rossi va in paradiso e ha intenzione di restarci.
L'Europa è vicina e vincere così un derby contro una
Roma strafavorita consente alla Rossi-band di campare a lungo di
rendita nella particolare atmosfera capitolina. Il derby in notturna
raccoglie una folla da pienone, inusuale ormai negli stadi. I giocatori
osservano un minuto di silenzio in memoria del giornalista di Mediaset
Alberto D'Aguanno, morto l'altra notte e tutto il pubblico partecipa
compatto. E' una partita a scacchi: la Lazio intimorita si muove
con circospezione. La prima occasione è un gioco ad effetto
di Totti: al 22' vede Peruzzi avanzato e cerca la conclusione da
standing ovation con una conclusione da molto lontano. ma il portiere
in qualche modo riesce ad arrivarci. Al 28' la Roma comincia a manovrare
con passaggi di prima, ma la botta di Perotta viene respinta. Poi
un tiro di Totti al 38' viene parato. A quel punto la Roma fa un
po' di accademia in attesa della fine del tempo e la Lazio sfoga
la rabbia lungamente accumulato con 40' in sofferenza psicologica
con un doppio colpo micidiale. Al 43' su angolo Cribari si alza
bene di testa, il pallone viene sottratto alla destinazione finale
da uno scatto di reni di Doni che allunga la palla sulla trasferta.
Sul successivo angolo tiro da lontano estemporaneo ma micidiale
di Ledesma: il pallone prende una traiettoria maligna per Doni che
neanche si muove. Palla in rete, fine del primo tempo e facce sconvolte
del gruppo Spalletti. La Roma tenta rabbiosamente la rimonta e dopo
20" della ripresa un tiro di De Rossi di perde a lato. Ma Mexes
combina un impiccio imperdonabile dopo 4': si fa togliere il pallone
in area da Pandev costringendo Doni all'atterramento. Rosetti prima
non crede all'impatto, poi si fa convincere dal segnalinee. Prima
estrae il rosso poi dirotta sul giallo ma il rigore è ineccepibile
. E Oddo non dà scampo a Peruzzi. La partita diventa aspra
salita per i giallorossi. Totti ha un gesto di insofferenza dando
un calcetto a Zauri e se la cava con un giallo. La Lazio supera
ogni complesso e si getta in avanti: al 13' un tiro di Mauri si
perde di poco a lato, Doni al 15' esce a valanga su Rocchi lanciato.
Poi Totti scodella un pallone d'oro al 20' per Vucinic, subentrato
a Tonetto, ma la punta sbaglia goffamente il controllo. E la Lazio
gioca sul velluta, in poco tempo le condizioni della gara si sono
completamente ribaltate. E la Roma non esce dallo stato di incoscienza.
I tentativi di rientrare in gara evaporano e il contropiede apre
praterie ai laziali ormai al settimo cielo. Al 28' Rocchi apre coi
tempi giusti a Mauri che coglie la traversa sull'uscita di Doni.
Il pallone arriva a Mutarelli per la più facile delle trasformazioni.
Poi è caos Roma e azioni di alleggerimento laziali per il
trionfo finale. La Roma è lontana dalla corsa scudetto e
per i tifosi laziali questo vale più di questo 3-0 da tramandare
ai nipoti. Lazio - Roma 3-0 (1-0) Le reti Il Milan non sa più vincere. Ennesimo pari con il Toro 10/12 Non serve a granché la novità del tridente,
non basta neanche un rigore perché Gilardino lo calcia sul
palo: il Milan non sa più vincere e fa una fatica tremenda
a segnare e, alla fine, può tenersi stretto il pareggio ottenuto
contro il Torino, visto che Muzzi nei minuti finali prende traversa
e palo nella stessa azione. Finisce 0-0 ma se ne va senza contestare
il pubblico rossonero, consapevole ormai che da questa stagione
è meglio non aspettarsi nulla, almeno in campionato. Festeggiano,
invece, le migliaia di tifosi granata al Meazza dopo un altro risultato
positivo della squadra di Zaccheroni che ha conquistato 10 punti
nelle ultime quattro partite e adesso può tranquillamente
guardare con ottimismo al suo futuro. Il Torino ha ritrovato finalmente
un suo assetto e una sua identità e, con un po' di coraggio
in più, forse avrebbe anche potuto proseguire la sua striscia
di vittorie. Il Milan, infatti, è in uno dei periodi più
bui della sua storia recente, con la rosa dimezzata dagli infortuni
e un gioco lento e prevedibile che Ancelotti ha provato a cambiare
oggi senza troppo successo. Per la prima volta, infatti, ha schierato
un tridente composto da Oliveira, Gilardino e Borriello, ma il numero
degli attaccanti non è stato direttamente proporzionale alle
occasioni create e, nel primo tempo, Abbiati ha dovuto compiere
una sola parata su tiro di Seedorf al 17'. Gourcuff ha fatto troppo
poco e solo il grande cuore di Maldini ha dato qualche scossa a
una manovra piatta e monotona, con palloni buttati in mezzo facile
preda di Cioffi e Franceschini. Il Torino ha fatto come molti altri
avversari arrivati al Meazza, e cioé ha giocato un primo
tempo di totale attesa, prudente e coperto per non offrire spazi
a Milan che ora però non è più lo stesso. Nell'intervallo,
Zaccheroni ha detto ai suoi di giocare più alti e Rosina
nei primi 5' della ripresa ha fatto impazzire la difesa rossonera:
prima Maldini lo ha chiuso bene, poi un suo cross è finito
sui piedi di Comotto che ha calciato di un pelo a lato e poi Kalac
ha dovuto compiere la parata più difficile del suo pomeriggio,
deviando in angolo un suo tiro. Dal tridente di Ancelotti, non è
praticamente arrivato alcun pericolo per il Torino, a parte un colpo
di testa di Oliveira ben controllato da Abbiati. L'ingresso di Inzaghi
al 26' ha dato un po' di vivacità al gioco rossonero e, dai
suoi piedi, è partito il pallone per Gilardino, steso in
area da Cioffi al 34'. Nessun dubbio per l'incerto Girardi e calcio
di rigore: assenti Kakà e Pirlo, è stato proprio Gilardino
a presentarsi sul dischetto, ma il suo destro è finito sul
palo (il 14/o della stagione del Milan) e la sua ribattuta di sinistro
fuori di un soffio con la porta spalancata. C'é stato però
poco tempo per prendersela con la fortuna, perché Muzzi al
44' ha preso prima la traversa e poi il palo nella stessa azione.
Sarà per questo che alla fine nessuno ha avuto la forza di
fischiare. Ma il quarto posto è a 10 punti di distanza, per
raggiungerlo ci vorrà un altro Milan. Milan - Torino 0-0 La Samp dorme e il pari va bene al Siena 10/12 La Samp si sveglia troppo tardi e spreca l'occasione per
decollare, lasciando al Siena tutte le soddisfazioni per un pareggio
che premia forse oltre misura gli ospiti. La squadra blucerchiata
ha pagato l'approccio sbagliato alla gara, con una impostazione
tattica che Novellino ha voluto bloccata sul classico 4-4-2 con
l'inserimento di Olivera sulla fascia destra a supporto di un centrocampo
con Volpi, Delvecchio e Franceschini. E proprio il modulo preferito
dal tecnico sampdoriano ha penalizzato il gioco dei padroni di casa,
vuoi per la non sempre lucida regia del capitano, debilitato da
una notte di febbre alta, vuoi per la scarsissima vena dell' uruguaiano,
oggi forse più portato al gioco degli scacchi, considerata
la sua propensione contemplativa. Il Siena ha avuto così
buon gioco per tutti i primi 45', il tempo necessario a Novellino
per accorgersi che le cose non andavano come sperato e modificare
in corsa con l'inserimento di Quagliarella prima al posto di Olivera
e di Palombo (reduce da un infortunio) poi per Franceschini. Il
modulo tattico ha rappresentato anche per il Siena la chiave di
volta della partita. Beretta ha infatti dapprima optato per un 4-3-1-2
con Locatelli a supporto delle punte Chiesa (un ex ancora molto
amato a Genova e a lungo applaudito dal pubblico quando è
stato sostituito) e Bogdani. Ma l'infortunio del trequartista (problemi
ad un ginocchio) ha obbligato il tecnico toscano a rivedere le mosse
e ritornare al vecchio schema con quattro centrocampisti. La bontà
delle scelte di Beretta e gli errori iniziali di Novellino sono
confermati dal predominio senese nel primo tempo, con i bianconeri
padroni del campo anche se mai pericolosi in avanti. Il grande demerito
dei toscani è stato proprio quello di non essere mai riusciti
ad impegnare il portiere Berti, di fatto inoperoso per tutta la
partita. La Samp ha annaspato con scarso costrutto e poca lucidità
per 45', infiammandosi poi ad inizio ripresa con 15' pirotecnici.
Ha costruito quattro palle gol abbastanza limpide (al 1' con Quagliarella,
al 7' con Zenoni, al 9' con Franceschini, al 10' con Flachi) e ha
continuato a spingere sull'acceleratore fino alla fine, obbligando
il Siena a subire senza la possibilità di qualche, seppur
timida, risposta. Tanto più che sul finire gli ospiti sono
stati costretti all' inferiorità numerica dall'espulsione
del giovane francese Konko, talentuoso ma ancora acerbo. I blucerchiati
sono anche riusciti ad andare in gol al 42' con un tiro di Flachi
dopo una corta respinta della difesa. Ma l'arbitro Squillace ha
imputato a Bonazzoli un intervento falloso su Rinaudo che ai più
è parso opera del portiere Manninger. Sampdoria e Siena 0-0 Serie B Per la Juve primato e rientro di Del Piero 12/10 Juventus e Del Piero, Del Piero e Juventus. Tutti e due dalla quindicesima giornata di campionato (Juve-Verona 1-0) hanno di che trarre ottimi auspici. I bianconeri per una vittoria che li proietta in testa alla classifica (aspettando che domani il Napoli dica la sua sull' insidioso terreno del Cesena) e Del Piero per l' ottimo rientro in campo (anche se solo per mezz' ora) dopo un mese di stop causa infortunio. Come sempre il destino della Juventus e del suo "cavaliere" sono strettamente legati. Anche se con il Verona i bianconeri potevano sicuramente offrire qualcosa di più che uno striminzito 1-0 (ma hanno costruito molto e non bisogna dimenticare i meriti del portiere veronese Pegolo), la loro corsa verso la A sembra irrefrenabile. Le prossime due giornate saranno comunque assai importanti per gli uomini di Deschamps che in nove giorni saranno impegnati prima col Cesena, in casa, e poi a Bologna, dove dovranno dimostrare se sono veramente i dominatori incontrastati di questo torneo cadetto. Certo la squadra di Deschamps sta superando alla meglio un periodo difficilissimo, martoriata da infortuni e squalifiche pesantissime come quella di 5 giornate a Nedved. La notizia che Del Piero non solo è guarito, ma non ha nemmeno perso lo smalto in seguito alla lunga assenza dal terreno di gioco è dunque doppiamente importante per Deschamps. "Dopo un mese di stop sono molto contento di essere rientrato in campo nell'ultima mezz'ora della partita", scrive Del Piero sul suo sito, e c' è da crederci. Nel match vinto con il primo gol stagionale di Camoranesi, il capitano ha sfiorato tre volte la rete, una volta tirando di testa, due di piede: tre azioni che se si fossero trasformate in altrettante segnature sarebbero state dei gioielli. Sempre dal suo sito Del Piero fa le condoglianze alla famiglia di Alberto D'Aguanno, il giornalista di Mediaset, prematuramente scomparso ieri (anche la squadra bianconera ieri lo ha ricordato sul sito) Dal match con Verona è venuta anche la conferma del notevole potenziale di giocatori esperti e giovani promesse in mano a Deschamps, nonostante le cessioni estive di pedine fondamentali. La musica ormai e sempre la stessa: la squadra vince anche se i personaggi in campo cambiano. E il gol dell' italo-argentino campione del mondo rafforza questa convinzione. "Nonostante gli infortuni, chi è subentrato ha giocato molto bene: è questo lo spirito vincente della nostra squadra. Vogliamo tornare in A il più presto possibile", ha sottolineato Camoranesi che sul futuro in maglia bianconera rimane sempre sul vago. A chi gli continua a chiedere se le sue intenzioni siano quelle di restare con la Juventus, ha risposto: "Per un giocatore quello che importa è fare gol e farlo con una grande squadra, se sarà la Juve meglio, se sarà con un' altra vedremo". Il Napoli a Cesena per rimanere in vetta 10/12 Conquistare tre punti per mantenere il primato in classifica.
E' questa la missione a cui è chiamato il Napoli che domani
sera alle 20.45, affronterà, nel posticipo della quindicesima
giornata di serie B, il Cesena in trasferta. Gli azzurri, a 26 punti
in classifica assieme al Rimini, ma con una partita in meno rispetto
alle altre squadre, affronteranno gli uomini di mister Fabrizio
Castori con la consapevolezza che un passo falso potrebbe costare
molto caro, specialmente se si guarda al cammino della Juventus
che, con 28 punti, insieme con il Bologna, guida, anche se temporaneamente,
la classifica del campionato di serie B. La vittoria degli uomini
di mister Edy Reja, porterebbe la squadra a 29 punti, consentendole
così di mantenere il primato, anche se ravvicinato, in classifica,
mentre una sconfitta consentirebbe proprio al Cesena l'aggancio.
La partita di domani allo stadio Dino Manuzzi sarà anche
l'occasione per cancellare la brutta prestazione del Tardini dove
i partenopei hanno detto addio al passaggio del turno in Coppa Italia.
Reja, contro il Cesena, punterà sul 3-4-1-2 con Bogliacino
alle spalle delle due punte Pià e Calaiò. Tra gli
azzurri assente per squalifica Ruben Maldonado. Anche Roberto De
Zerbi non sarà della partita: non ha recuperato infatti da
quando ha avuto l'infortunio al dito del piede destro. In campo
il tecnico goriziano, da tre giorni in ritiro con la squadra ad
Imola, dovrebbe schierare Iezzo tra i pali, Cannavaro, Giubilato
e Domizzi in difesa, Trotta, Amodio, Dalla Bona e Grava a centrocampo,
e Mariano Bogliacino alle spalle dei due attaccanti. Sono oltre
1300 i tifosi che seguiranno gli azzurri a Cesena, 500 i tagliandi
venduti a Napoli mentre 800 sono stati venduti nella cittadina dell'Emilia
Romagna. Serie C1 Risultati della 15/a giornata di serie C1. Girone A: Cittadella-Pistoiese 3-0 Prossimo turno (domenica 17 dicembre ore 14.30): Girone B: Ancona-Taranto 1-1 Classifica: Avellino 32 punti, Foggia 30, Ravenna 29, Taranto
26, Gallipoli e Salernitana 24, Cavese 23, Perugia 22, Teramo e
Lanciano 21, Juve Stabia 20, Ternana e Manfredonia 18, Ancona e
Sambenedettese 16, San Marino 15, Martina 9, Giulianova 5. Prossimo turno (domenica 17 dicembre ore 14.30): I tabellini ANCONA-TARANTO 1-1 AVELLINO-SAMBENEDETTESE 3-0 FOGGIA-LANCIANO 1-1 GALLIPOLI-MANFREDONIA 2-1 JUVE STABIA-RAVENNA 2-1 MARTINA-SAN MARINO 1-2 PERUGIA-TERNANA 2-1 SALERNITANA-GIULIANOVA 2-1 TERAMO-CAVESE 2-1
Serie C2 Risultati della 15/a giornata di serie C2. Girone A: Biellese-Legnano 1-1 Classifica: Nuorese 29 punti, Pro Vercelli 28, Bassano 27, Legnano
26, Lumezzane 24, Sud Tirol 22, Cuneo, Carpenedolo e Lecco 21, Olbia
20, Sassari Torres, Varese e Valenzana 19, Portogruaro e Pergocrema
18, Montichiari 12, Sanremese 11, Biellese 6. Lecco e Biellese una
gara in meno. Prossimo turno (domenica 17 dicembre ore 14.30): Girone B: Bellaria-Prato 2-3 Classifica: Rovigo 31 punti, Spal 30, Paganese, Foligno e Cisco
Roma 24, Reggiana 22, Prato, Castelnuovo e Viterbese 21, Gubbio
20, Carrarese 19, Cuoio Cappiano 17, Sansovino, Bellaria e Boca
S.Lazzaro 15, Rieti 14, Poggibonsi 13, Giugliano 11. Prossimo turno (domenica 17 dicembre ore 14.30): Girone C: Cassino-Melfi 0-0 Classifica: Sorrento 32 punti, Gela, Monopoli e Vigor Lamezia
27, Potenza 26, Benevento 24, Andria BAT 23, Vibonese, Cassino e
Real Marcianise 21, Val di Sangro 20, Igea Virtus 18, Catanzaro
17, Nocerina 15, Melfi e Celano 13, Pro Vasto 12, Rende 10. Prossimo turno (domenica 17 dicembre ore 14.30): Tabellini CASSINO-MELFI 0-0 CATANZARO-NOCERINA 2-1 MONOPOLI-SORRENTO 2-1 GELA-PRO VASTO 2-1 POTENZA-CELANO 2-0 REAL MARCIANISE-IGEA VIRTUS 1-1 RENDE-VIBONESE 2-1 VAL DI SANGRO-BENEVENTO 1-0 VIGOR LAMEZIA-ANDRIA BAT 1-0 Serie D Scontri tra polizia e tifosi in Alessandria-Savona 10/12 Scontri fra tifosi e forze dell' ordine pochi minuti prima
dell'inizio della partita tra Alessandria e Savona (serie D) all'estero
dello stadio Giuseppe Moccagatta di Alessandria. Tre agenti sono
rimasti feriti dopo il lancio di alcune bombe carta da parte dei
tifosi del Savona. Un tifoso biancoblù di circa 60 anni è
stato trasferito all'ospedale di Alessandria per una ferita alla
testa. Salvo complicazioni guarirà in sette giorni. Un altro
giovane supporter savonese è stato soccorso sul posto dai
militi e dal 118 di Alessandria. Al termine della partita, conclusasi
0 a 0, i pullman dei savonesi sono stati scortati così come
i tifosi che sono rientrati a Savona in treno. Secondo quanto si
è appreso il pullman dei tifosi del Savona una volta arrivato
ad Alessandria avrebbe fatto scendere i sostenitori. Qualcuno di
questi ha provato a forzare l'ingresso, stanco della lunga attesa,
quando ad un certo punto, intorno alle 14, 15, sono iniziati le
prime parole tra i supporter savonesi e le forze dell'ordine, sfociati
poi in una carica della polizia. Girone A: Girone B: Girone C: Girone D: Girone E: Girone F: Girone G: Girone H: Adrano - Paterno' 1 - 2 Classifica: Neapolis Sangiuseppese 31, Savoia 29 , Angri 1927 27
, Siracusa 25, Ragusa 24 , Castrovillari 23, Pomigliano 22, Comiso
20 , Adrano 18, Giarre 18, Cosenza 17, Licata 17 , Paterno' 16 ,
Acicatena 15 , Campobello 12, Rossanese 9 , Sapri 6 , Paolana 6
Prossimo Turno Acicatena - Adrano I Tabellini Adrano-Paternò 1-2 (1-0) Castrovillari-Ragusa 0-1 (0-0) Comiso-Sapri 3-1 (1-0) Cosenza-Angri 0-0 Licata-Campobello 0-0 Rossanese-Pomigliano 1-2 (1-2) Sangiuseppese-Acicatena 3-3 (0-2) Savoia-Paolana 2-0 (1-0) Siracusa-Giarre 3-0 (1-0)
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