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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Sport: Calcio
Serie A Nella giornata degli errori arbitrali, Inter e Roma in fuga 03/12 E' una domenica di Seria A senza i suoi attori principali,
Inter e Roma, che la loro parte da protagonisti l'anno già
recitata ieri. Quella di oggi è una 14/a giornata di campionato
orfana dei gol di Totti e dei guizzi di Crespo, segnata dai due
pareggi fuori casa di Milan e Palermo che continuano a stentare
e dal gol fantasma di Torino-Empoli dell'azzurro Matteini non visto
dal guardalinee Ivaldi. Dopo le vittorie nei due anticipi le squadre
di Mancini e Spalletti hanno fatto il vuoto: il Palermo visto a
Parma conferma il suo momento difficile e non riesce a tenere il
passo delle grandi. Non basta il forcing finale degli avanti palermitani
per andare oltre il pareggio e riprendere la corsa verso la testa
della classifica. Milan-Cagliari è un match contrassegnato
dagli errori arbitrali (vantaggio di Gilardino in sospetto fuorigioco
e rigore dubbio per i rossoblu) con i rossoneri che confermano i
loro limiti in campionato e solo grazie ad una grande prestazione
di Borriello riescono a limitare i danni. Partita destinata a far
parlare di se più per gli errori arbitrali che per le prodezze
viste in campo è Torino-Empoli vinta dai granata grazie ad
un eurogol di Comotto. Il tecnico empolese Gigi Cagni getta però
acqua sul fuoco delle polemiche e con molta sportività non
getta la croce addosso al guardalinee Ivaldi. Match divertente che
non tradisce le attese della vigilia quello allo stadio Artemio
Franchi di Firenze dove i viola battono di misura una Lazio mai
doma che mantiene intatti i sogni di Champions. Rialza la testa
la Sampdoria che dopo la batosta di Marassi con la Roma e i gol
spettacolo di Totti rivede protagonista il suo gioiellino Quagliarella
che a Messina firma il definitivo 2-0. Comincia a carburare anche
il Chievo di Delneri che si impone a Livorno grazie alla doppietta
del funambolo Obinna che si scatena nella ripresa. A salvare l'Udinese
di Galeone (panchina sempre in bilico) ci pensa il campione del
Mondo Vincenzo Iaquinta: i friulani sotto in casa per buona parte
della partita contro la Reggina (grazie all'ottavo gol del giovane
Bianchi) non vanno oltre il pareggio. Mancini “Inter e Roma allo stesso livello” 03/12 Non vede la sua squadra più favorita della Roma per
la conquista dello scudetto Roberto Mancini che, del duello tra
nerazzurri e giallorossi, ha parlato stasera in un confronto a distanza
con Christian Panucci su Sky. Ed ha anticipato che, per quanto lo
riguarda, Buffon resterà alla Juve . "Noi abbiamo Julio
Cesar e siamo contenti di Julio Cesar e poi c'é anche Toldo
che quando è stato chiamato ha fatto bene". Ma il tecnico
nerazzurro innanzitutto si difende dall'accusa di far fare ai suoi
un gioco 'meno bello' rispetto ai rivali. "Le partite giocate
fino ad oggi contro le grandi hanno fatto vedere un'Inter quasi
perfetta - sottolinea Mancini - abbiamo invece trovato più
difficoltà con quelle più deboli sulla carta e credo
si spieghi col pensiero dei giocatori di poter risolvere la partita
in qualsiasi momento, un'idea che forse gli fa dare meno di quel
che darebbero contro la Roma o il Palermo". "L'Inter nello
scontro diretto ci è stata superiore - ha riconosciuto Panucci
- la vera differenza in classifica la fa finora il risultato di
quella partita, perché malgrado la crisetta se non avessimo
perso saremmo a un solo punto. Nella giornata giusta comunque siamo
capaci di vincere anche a Milano. Intanto cerchiamo di guardare
avanti ma con un occhio anche dietro. L'Inter secondo me è
la favorita, la Roma proverà a darle fastidio. Questo era
il pronostico della vigilia e questo per ora si sta avverando".
Da parte sua Mancini ricorda che l'Inter ha avuto un momento di
difficoltà nelle prime due partite di Champions League. "La
'crisetta' (come quella della Roma che ha perso punti in casa contro
Chievo e Ascoli, ndr) speriamo però che per noi arrivi il
più tardi possibile". Una rosa, quella dell'Inter che
sembra più importante, mentre la Roma è praticamente
costretta a giocare sempre con gli stessi. "E' un modulo sul
quale abbiamo fiducia - afferma Panucci - ma Montella resta uno
che ha sempre fatto tanti gol. Ieri il merito delle nostre difficoltà
è stato dell'Atalanta, non certo demerito dell'attaccante".
Mancini non crede che la Roma giochi senza punte. "Totti è
capace di fare tutto, la punta, la mezza punta e il regista - sostiene
l'allenatore interista - solo che da attaccante si diverte di più,
Mancini non è un terzino, è una punta e anche Taddei
lo è. Sono tutti giocatori che arrivano al gol facilmente.
E poi credo che la rosa sia complessivamente ottima e credo che
Spalletti abbia tutto quello che serve per giocarsela con noi fino
in fondo". "Forse il loro organico è superiore
- è invece il giudizio di Panucci - hanno qualcosa in più
perché sono tutti campioni". E' un'Inter che sta cominciando
a collezionare record, ma Mancini non si fa impressionare. "Undici
vittorie consecutive - dice - sono importanti per arrivare agli
obiettivi finali, altrimenti se ne dimenticano tutti. Vogliamo lo
scudetto perché questo che ci è stato assegnato dopo
la fine io lo sento mio e credo sia giusto, ma è sicuro che
è bello vincerlo partita dopo partita, perché sono
le emozioni vissute man mano che danno sapore". Infine un pensierino
per il Milan. "L'handicap è il grande problema - sostiene
Mancini - mi spiace per Ancelotti che viene criticato, ma a volte
le cose devono andare così e non c'é niente da fare".
"Se è finito un ciclo non lo so - afferma Panucci che
dei rossoneri è un grande ex - quello che so di sicuro è
che ne apriranno un altro". Ad Udine parte l’esperimento sul gol fantasma 03/12 E' la domenica della supermoviola, del primo esperimento
ufficiale di caccia al gol fantasma: a Udine quattro telecamere
posizionate lungo l' asse delle linea di porta hanno trasmesso a
un 'centro', che li ha elaborati in tempo reale, 200 fotogrammi
al secondo. Per oggi i dati si sono fermati li e le decisioni in
campo sono rimaste di esclusiva competenza dell' arbitro Bertini.
Che, d'altra parte, oggi non avrebbe avuto bisogno di particolare
assistenza visto che l'episodio più vicino a quelli su cui
deve intervenire la supermoviola è stato un salvataggio di
Tedesco su tiro di Zapata nel secondo tempo con palla che ha battuto
sulla parte interna della traversa tornando poi in campo. L' apparecchiatura
tecnologica messa a punto dal Consiglio nazionale delle ricerche
(Cnr) di Bari è stata sperimentata in Udinese-Reggina con
il beneplacito della Fifa e la supervisione della Federazione. E
Luigi Agnolin, rappresentante della Figc, lo ha detto chiaramente
prima della partita. "E' una sperimentazione che non influirà
assolutamente sulle decisioni dell' arbitro in campo. Il nostro
obiettivo però - ha aggiunto - è quello di addivenire
a un sistema che sia in grado di interagire con l' arbitro in tempo
reale, senza 'buchi neri', in modo che il direttore di gara possa
prendere decisioni giuste e rapide". Giampaolo Pozzo, patron
dell' Udinese - che dal 2001 studia il sistema - ha spiegato chiaramente
la filosofia del progetto. "Chi ama il calcio come noi non
può essere insensibile alle innovazioni. Sappiamo che la
Fifa è un organismo conservatore. In 120 anni nel calcio
non è cambiato nulla. Ma nel XXI secolo - ha aggiunto il
patron dell' Udinese - è tempo che l' innovazione incominci
ad entrare anche nel nostro mondo". Il sistema sperimentato
oggi allo stadio Friuli è di per sé molto semplice.
Quattro 'occhi' supertecnologici osservano la linea di porta e,
quindi, trasmettono ad un 'centro' tutte le informazioni relative
al 'gol fantasma'. E il centro è in grado di elaborare il
tutto e inviare all' arbitro il risultato. Ma oggi allo stadio Friuli
sono state posizionate altre 14 telecamere "perché -
ha spiegato Agnolin - si parte dal 'gol fantasma' ma si punta a
giungere a un sistema in grado di impedire i gol in fuorigioco e
le situazioni delicate nelle rispettive aree di rigore. Ma è
troppo presto per parlare di queste cose. Un passo alla volta. Oggi
sperimentiamo il gol fantasma - ha aggiunto - e andiamo avanti con
questo progetto. Il resto arriverà". Agnolin non ha
voluto dire in quali altri stadi d' Italia la 'supermoviola' oggi
entrata in azione al Friuli di Udine sarà installata ("Lasciatemi
un doveroso riserbo"), ma ha ribadito che "questo sistema
dovrebbe entrare in funzione, cioé essere operativò
nel 2007. Lavoriamo per questo". Arcangelo Distante, funzionario
del Cnr di Bari, si è limitato a dire quali debbono essere
i requisiti del sistema. "Deve costare poco, essere veloce,
infallibile e affidabile in tutte le situazioni di gioco ed atmosferiche.
E soprattutto - ha aggiunto - non deve lasciare adito a interpretazioni
dubbie. Insomma deve essere un sistema infallibile". Distante
ha confermato che il Cnr di Bari sta studiano sistemi per impedire
i gol in fuorigioco e le situazioni difficili in area di rigore
(comportamenti non regolamentari durante i rigori, i falli al limite,
ecc), ma la loro sperimentazione non è stata ancora decisa. Arbitri nel mirino: quanti errori. Ivaldi recidivo 03/11 Martedì prossimo il nuovo governo arbitrale si insedierà
ufficialmente con la prima convocazione del Consiglio nazionale
eletto nell'assemblea Aia di Tivoli lo scorso 25 novembre. Sul tavolo
degli otto membri e del presidente Cesare Gussoni anche l'ennesima
domenica di errori arbitrali: subito dopo essere stato eletto il
neo capo dell'Aia difese a spada tratta Rosetti dopo Palermo-Inter,
attaccando il presidente dei rosanero Zamparini per le sue critiche
post partita, definite 'pericolose'. Successivamente Zamparini è
stato deferito. Il 7 dicembre poi si terrà la Consulta per
rimettere le mani al nuovo regolamento, ma nel frattempo Gussoni
avrà il compito di 'proteggere' ancora i giovani arbitri
messi in campo dal designatore Tedeschi dopo la bufera estiva. E
a proposito di bufera, ecco in giornata l'intervista di Bergamo:
l'ex designatore ha detto che 'nel calcio italiano c'é un
grande vecchiò. La squadra di Tedeschi è giovane e
Gussoni ha chiesto clemenza e pazienza, ma anche questa domenica
però molti allenatori si sono lamentati delle decisioni dei
direttori di gara, tra i quali spicca l'errore del guardalinee Ivaldi
in Torino-Empoli. L'assistente, già collaboratore di Collina,
non ha visto la palla oltrepassare la linea di porta dopo un tiro
di Marianini: oltre la linea bianca è intervenuto il granata
Barone, ma le immagini hanno dimostrato ampiamente che era gol.
Per Ivaldi si tratta del quarto errore del genere nella sua carriera:
nel 1997 non vide la palla passare la linea in un Juventus-Udinese.
Fu Ferrara a intervenire su un pallonetto di Bierhoff, ma la sfera
era entrata. Lo stesso infortunio è capitato in un'Atalanta-Inter,
la palla di Sala era dentro e Toldo intervenne dopo, e in un Verona-Lazio,
quando non vide un gol uguale di Camoranesi. Dopo questo episodio
Marco Ivaldi fu sospeso: stessa sanzione che gli fu comminata dopo
aver segnalato un fallo di mano di Galante in area in un Livorno-Messina,
mentre il difensore aveva toccato abbondantemente fuori. Ivaldi
è finito nell'inchiesta della Procura di Napoli come indagato.
Errori anche in Cagliari-Milan. Brighi non ha visto il fuorigioco
di Gilardino in occasione del vantaggio rossonero, così come
non è sembrato rigore il penalty fischiato a Suazo. Si è
molto lamentato anche Colantuono per Roma-Atalanta, anche se i rigori
per i giallorossi c'erano tutti e Pizarro in occasione del presunto
fallo su Rivalta prima tocca il pallone. Non ha digerito il gol
di Iaquinta neanche il tecnico della Reggina Mazzarri: quando il
friulano viene servito in aerea è al di là dei difensori
in fuorigioco. In serie B ecco le lamentele della Juventus per il
rigore che Farina ha fischiato al Genoa, poi fallito da Adailton,
e il Napoli che ha lamentato due penalty contro il Frosinone. Buffon
a fine partita si è scagliato contro l'internazionale Farina:
"Va bene che dobbiamo espiare delle colpe ma non si fa giustizia
con i torti a carico della Juventus", ha detto il vicepallone
d'oro. Bottiglia incendiaria sull’auto della polizia a Firenze: 4 arresti 03/12 E' stata una bottiglia contenente liquido infiammabile, innescata
con un petardo, a provocare l'incendio che ha distrutto un'auto
della polizia, poco prima dell'inizio di Fiorentina-Lazio, vicino
allo stadio Franchi. I due poliziotti che erano a bordo dell'auto,
usciti illesi dall' incendio, sono stati poi aggrediti da tifosi
laziali mentre cercavano di prestare soccorso ad un sostenitore
viola accerchiato dagli ultras avversari. I due poliziotti hanno
avuto una ventina di giorni di prognosi ciascuno per contusioni
varie. Quattro i laziali poi arrestati mentre un quinto è
stato denunciato. E' quanto si spiega dalla questura di Firenze.
In base a quanto ricostruito, mentre i tifosi della Lazio venivano
scortati allo stadio, un gruppo di una settantina di persone si
è staccato dal corteo e ha cercato di raggiungere l'area
della curva Fiesole, dove è ospitato il pubblico viola. L'auto
della polizia, notato che un gruppo di laziali aveva accerchiato
un sostenitore della Fiorentina, si è mossa per andare in
soccorso. E' stato allora che è stata lanciata la bottiglia
incendiaria. Poi i due agenti sono stati aggrediti. Tra le due tifoserie
successivamente c'é stato anche un lancio di oggetti, con
un sostenitore ospite ferito leggermente. Julio Cesar “Su Buffon cambieranno idea” 03/11 Buffon all'Inter? "Se continuerò così credo che potrò togliere questa idea alla società". Oggi alla Pinetina la ribalta è toccata a Julio Cesar, protagonista della vittoria di ieri contro il Siena con il rigore parato e leader di una difesa che non subisce gol a San Siro da 470'. E il portiere brasiliano ha dimostrato di saperci fare anche coi microfoni, proprio quando ha commentato l'interesse dell' Inter per Gigi Buffon: "L'Inter è una grande società - ha detto - ha la forza economica per comprare i grandi campioni, e io la rispetto. Come rispetto Buffon per tutto quello che ha fatto quest'anno, ha vinto il Mondiale e sta facendo benissimo anche ora con la Juventus in B. Però credo in me stesso, so di avere le qualità per aiutare l'Inter e so che Mancini ha grande fiducia nel mio lavoro. Quindi devo solo cercare di fare bene sino alla fine della stagione, sperando di vincere lo scudetto. Se continuerò così credo che potrò togliere questa idea alla società". Julio Cesar si gode il buon momento personale e quello della sua squadra: "Per me questo è sicuramente il miglior momento da quando sono in Italia: sento fiducia da parte di tutti. E comunque non è solo il mio momento, è soprattutto quello dell' Inter. Stiamo passando un periodo bellissimo insieme, sono contentissimo e speriamo di continuare così sino alla fine della stagione". Senza scegliere tra gli obiettivi: possibilmente, Julio Cesar vorrebbe stravincere. "Voglio vincere scudetto e coppa dei Campioni - dice - Chi gioca nell'Inter non deve scegliere mai, deve sempre giocare per vincere tutto". Julio Cesar poi è in lotta anche per il posto da titolare in Nazionale, dopo essere scivolato in terza posizione al Mondiale, alle spalle di Dida e Rogerio Ceni: "Ai Mondiali, Parreira ha scelto Rogerio Ceni come secondo dopo Dida perché aveva più esperienza. Ora devo lavorare per partecipare ai Mondiali del 2010, giocarli e vincerli. Però a quell'appuntamento manca tanto... adesso devo stare concentrato sull'Inter". Sulle ali dell'entusiasmo per l'undicesima vittoria consecutiva, l'Inter si prepara per la trasferta di Monaco. Obiettivo: la testa della classifica anche nel girone di Champions League. Roberto Mancini e la squadra partiranno domani mattina alla volta della Germania: alla spedizione tedesca non prenderà parte Adriano e probabilmente neanche Cordoba. L'attaccante brasiliano è ancora alle prese con il mal di schiena (oggi ha fatto solo cyclette), mentre il difensore colombiano ha quasi del tutto smaltito il lieve stiramento ai flessori ma, vista l'abbondanza di centrali e la buonissima vena di Burdisso, Mancini può permettersi di farlo recuperare con calma. Risultati della 14/a giornata di serie A Ascoli-Catania 2-2 giocata alle 20,30 Classifica di serie A dopo la 14/a giornata
Penalizzazioni: Siena -1, Lazio -3, Milan -8, Reggina e Fiorentina
-15. Prossimo Turno 15a giornata domenica 10 dicembre alle 15: Atalanta-Messina Marcatori Classifica dei marcatori del campionato di serie A dopo la 14/a
giornata (questa sera alle 20,30 si gioca Ascoli-Catania): Il Catania rimonta due reti all’Ascoli e sogna la Champions 03/12 L’Ascoli spreca l occasione di vincere la sua prima
partita in campionato e, in vantaggio per 2-0 all intervallo grazie
alla doppietta di Bjelanovic, si fa raggiungere nella ripresa dalle
reti del Catania firmate da Stovini e Spinesi. Un tempo per uno,
ma la differenza la fanno i cambi. Perdenti gli ingressi di Giampà
e Pecchia nell Ascoli, vincente l entrata di Millesi fra i siciliani.
Per il Catania è un punto prezioso che consente all undici
di Marino di agganciare al quarto posto a quota 20 il Livorno, in
piena zona Champions. Un vero miracolo per i neopromossi siciliani.
Non bastasse una classifica deficitaria, anche i risultati del pomeriggio
avevano reso ancora più impellente per l Ascoli conquistare
i tre punti. Sonetti deve rinunciare in difesa a Pesce e Lukovic
e allora inventa a sinistra Minieri con Cudini terzino destro. Non
ci sono l infortunato Galloppa e Delvecchio che Sonetti ha detto
che non convocherà finché non starà in forma.
Fontana opera in cabina di regia sulla linea dei centrocampisti
e non in posizione arretrata come domenica scorsa e così
lo schema bianconero è 4-5-1 con Bjelanovic unica punta di
ruolo. Lunga la lista degli assenti fra i siciliani fra i quali
spiccano Corona, Falsini e Vargas. C è in difesa Lucenti,
mentre in prima linea Del Core vince il ballottaggio con Millesi.
Dopo una fase di studio al 9 la partita si scuote. Pieri assegna
un calcio di rigore all Ascoli per un evidente, quanto ingenuo,
fallo di mano di Silvestri. Pantanelli para alla sua sinistra il
rigore battuto da Fontana. Sul successivo angolo di Fini, Pantanelli
smanaccia, tocca Pecorari e Bjelanovic sotto porta all 11 segna
l 1-0. Protestano i catanesi per una posizione di fuorigioco del
croato quando riceve palla, anche perché il portiere è
fuori porta e c è solo un giocatore, Edusei, fra Bjelanovic
e la linea di porta. Diventa spigolosa la partita e Pieri, che non
sembra in grande serata come i suoi collaboratori, ammonisce Lucenti
che reclama un calcio di rigore per un contatto con Pecorari. Non
inquadra di testa la porta al 25 Del Core su cross di Baiocco. La
reazione catanese non è determinata e l Ascoli lotta su ogni
pallone chiudendo gli spazi nel folto centrocampo. La manovra dei
siciliani passa per i piedi di Baiocco che soffre la gabbia formata
da Fontana e Zanetti e le chiusure di Nastase che scala sul rossoblu
quando si spinge in avanti superando la linea dei centrocampisti.
Inutile la presenza in avanti di tre punte nell undici di Marino.
Il Catania non punge e l Ascoli al 39 raddoppia ancora con Bjelanovic
che mette di testa in rete un cross dalla destra di Zanetti. Per
il croato è la quinta rete in campionato. Squadre al riposo
con i padroni di casa avanti di 2-0. Alla ripresa resta negli spogliatoi
l infortunato Guberti, Sonetti piazza il nuovo entrato Giampà
a destra e riporta Fini a sinistra. Stesso undici per il mister
catanese Marino. All 8 si riapre la partita grazie a un cross di
Baiocco dalla destra che Pagliuca non trattiene, arriva Stovini
che fa gol di piede. Pagliuca si oppone al 16 a Del Core, ma ora
è il Catania a fare la partita coi bianconeri che faticano
a uscire dalla propria metà campo. La squadra di Sonetti
ricorre per altro molto spesso al fallo tattico. Baiocco e Edusei
migliorano alla distanza e Pecchia, subentrato a Zanetti, soffre
le loro sortite. Marino però al 27 tira fuori il ghanese
e butta dentro Millesi. Sarà la mossa decisiva. Spezza il
ritmo l Ascoli al 28 con un destro di Boudianski che Pantanelli
si allunga a deviare in angolo. Al 34 il Catania pareggia. Dalla
destra Millesi fa partire un bel cross che Spinesi, incredibilmente
lasciato solo da Pecorari, mette in rete di testa per il 2-2. Ascoli
in difficoltà e al 38 Millesi di sinistro sfiora il palo
con Pagliuca battuto. Finisce 2-2 coi cori dei tifosi dell Ascoli
contro il presidente bianconero Benigni. Vola al quarto posto il
Catania, vera rivelazione del campionato di serie A. Ascoli - Catania 2-2 (2-0) Le reti Il Milan deve accontentarsi del pari 03/12 Un Cagliari specialista in pareggi (nove con questo) ha ancora
frenato un Milan che ha avuto da ridire sul rigore del pareggio
della squadra sarda e sull'espulsione di Pirlo. La verita' e' che
i sardi hanno avuto un Suazo irresistibile, i rossoneri si sono
svegliati nella ripresa grazie alla fresca verve di Borriello, ottenendo
il pareggio pur essendo rimasti in dieci nel finale. La partita
e' stata mediocre nel primo tempo (due occasioni di Suazo) e molto
combattuta nella ripresa: Gilardino e' tornato al gol (anche se
su un offside difficile da individuare), Borriello si e' fatto vedere
bene, ma la difesa rossonera e' sembrata in difficolta' nel duello
con la freccia nera Suazo. I sardi possono esser contenti per aver
messo in difficolta' le milanesi e battuto il Palermo: buona squadra,
quella di Giampaolo, come complesso, ma forse troppo Suazo-dipendente.
I rossoneri comunque continuano ad attraversare un momento difficile:
alla lunga lista degli infortunati si e' aggiunto pure Kaka' alla
vigilia e Brocchi nella partita di Cagliari. I sardi hanno dovuto
fare a meno invece di Chimenti (bene Fortin) e Biondini. I rossoneri
hanno giocato al piccolo trotto e sono apparsi lenti e prevedibili
all'inizio. L'assenza di un creatore di gioco come Kaka' si e' sentita.Con
Brocchi non al meglio fisicamente (e' poi uscito), il Milan ha cercato
di intessere il gioco con una lunga serie di passaggi senza sbocchi
efficaci. Qualche tiro di Seedorf, sempre fuori bersaglio, qualche
tentativo di Gourcuff e Pirlo poco precisi o efficaci e poi un lento
tran-tran che i sardi han ben controllato. La squadra di Giampaolo
ha avuto due impennate, frutto degli scatti del formidabile velocista
Suazo: al 14' l'attaccante e' andato via a Kaladze sul centro-destra,
poi ha dato dall'altra parte a D'Agostino, lasciato solo da Bonera:
piattone destro in diagonale e palla fuori; al 30' Suazo ha bruciato
Kaladze e Maldini e poi ha sparato da destra in diagonale, Kalac
in tuffo sulla sua destra ha deviato. Per i rossoneri un altro momento
di scarsa incisivita' in fase offensiva, per il Cagliari una tattica
attendistica con qualche proiezione in avanti. In ogni caso un primo
tempo che certamente ha deluso un po' tutti, al contrario della
ripresa. Con l'ingresso di Borriello infatti il Milan e' riuscito
a vivacizzare la partita con le sue proiezioni offensive. E' stato
tuttavia Gilardino (in offside) ad aprire le marcature su imbeccata
di Gourcuff da sinistra. Il Milan pero' ha avuto costantemente la
spina di Suazo nel fianco e infatti subito dopo la punta rossoblu
ha ricevuto da Lopez davanti a Kalac; in recupero Kaladze e' entrato
in scivolata e ha sbilanciato Suazo. Brighi ha fischia Suazo ha
tirato forte alla destra di Kalac che non ha avuto scampo. Il Cagliari
ha tratto una spinta vitale dal pareggio ed e' andato addirittura
in vantaggio: il solito Suazo ha aggirato l'immobile Maldini e ha
tirato; il portiere ha salvato, ma sul suo rinvio Capone di testa
ha messo nella porta vuota. Partita effervescente nella ripresa,
come detto, e infatti il Milan e' andato al pareggio: su angolo
di Gourcuff, ping pong sulle teste di Kaladze e poi di Gilardino,
palla a Borriello che ha controllato di petto e in rovesciata ha
insaccato. Ma le emozioni non sono finite li', perche' l'arbitro
Brighi ha espulso Pirlo per un fallo da dietro sull'imprendibile
Suazo. Pure in dieci il Milan ha sfiorato il gol con Borriello due
volte, la prima in maniera incredibile. Insomma, un secondo tempo
molto bello e un pareggio, al di la' degli episodi, abbastanza giusto,
anche se non ha soddisfatto forse il Milan. Cagliari - Milan 2-2 (0-0) Le reti Ai Viola basta un solo gol di Tony per battere la Lazio 03/12 Dopo tre vittorie di fila e una classifica che aveva portato
molti a parlare già di Europa la Lazio è caduta oggi
a Firenze (1-0). Per la formazione di Delio Rossi una prova piuttosto
deludente, specie nel primo tempo in cui è apparsa la controfigura
della squadra vivace e arrembante ammirata negli ultimi tempi, incapace
stavolta di reagire al gol segnato al 15' da Luca Toni. Il gol dell'attaccante,
ancora visibilmente sofferente al piede sinistro, è bastato
alla Fiorentina ben diretta dall'atteso ex Liverani (per lui qualche
fischio e molta indifferenza da parte dei tifosi laziali) per riuscire
in un colpo solo a conquistare tre punti preziosi in chiave-salvezza,
ad aggiudicarsi la sfida fra penalizzate da Calciopoli e sfatare
un tabù che durava dal 10 maggio 1998 quando i viola superarono
la Lazio all'Olimpico per 4-1. Da allora 9 sconfitte e tre pareggi,
addirittura al Franchi la Fiorentina non superava i biancocelesti
dal '95. Dunque una vittoria importante per i viola benche' sofferta,
con un finale di gara in cui la Lazio dopo la molle performance
del primo tempo s'é scossa sfiorando il pari in almeno tre
occasioni. La Fiorentina di contro è eccessivamente arretrata
per stanchezza e paura di non farcela ma alla fine ha meritato i
tre punti in virtù di un buon primo tempo (da applausi i
primi 15'), di numerose palle-gol e della capacità, nei momenti
di sofferenza, di stringere i denti e gettare il cuore oltre l'ostacolo.
La Lazio, forse per la bella classifica e la striscia di cinque
risultati utili (l'ultimo ko risaliva al 25 ottobre, 2-0 con la
Samp) si è un po' troppo specchiata e quando s'é trovata
in svantaggio non ha saputo reagire complici anche la brutta giornata
di Ledesma e Pandev e la scarsa vena di Foggia inserito al posto
dello squalificato Mauri. E le occasioni avute nella ripresa (neutralizzate
da un Frey superlativo) non hanno fatto che aumentare i rimpianti.
Fra i cori dei tifosi laziali inneggianti al duce e continui sfottò
con i sostenitori viola, la gara è entrata subito nel vivo:
nella Fiorentina Dainelli di nuovo titolare e Pazienza preferito
a Blasi, nella Lazio Stendardo anziché Siviglia. Dopo soli
3' Peruzzi protagonista su Mutu, viola sicuramente più intraprendenti
e determinati premiati al 15' col gol di Toni, assist di testa di
Ujfalusi e palla arpionata dall'attaccante. Un gol che ha fatto
arrabbiare il clan laziale (a fine gara Rossi polemizzerà).
Il vantaggio ha dato ulteriore spinta a Mutu e compagni che hanno
continuato a macinare gioco e palle gol contro una Lazio molle,
lenta, smarrita, che ha chiuso il primo tempo senza impegnare Frey.
Nella ripresa biancocelesti senza Oddo lasciato fuori per scelta
tecnica, decisione affatto gradita dal capitano. Una punizione di
Foggia alta di poco è stata il segnale di un certo risveglio
ma ancora la Fiorentina ha sfiorato il raddoppio con Mutu e Toni
poi sostituito con Pazzini. Al 20' la prima autentica occasione
per la Lazio: difesa viola in ritardo, contropiede di Rocchi e assist
per il neo entrato Makinwa il cui tiro è stato miracolosamente
parato da Frey di piede, sulla respinta Foggia ha sciupato tutto
sparando alto. Ancora un grande Frey al 26' su Foggia mentre la
Fiorentina appariva in affanno, quindi al 42' su un forte tiro dalla
distanza di Mutarelli. Alla fine però i viola sono riusciti
a resistere e a prendersi i tre punti: la classifica resta delicata
ma il quart'ultimo posto (dove staziona il Parma a quota 9) adesso
dista appena di un punto. Per la Lazio un ko che dovrà far
riflettere ma potrà servire di lezione. Fiorentina - Lazio 1-0 (1-0) Le reti Le pagelle LAZIO Per il Livorno prima sconfitta casalinga ad opera del Chievo 03/12 Il Livorno incassa i primi gol del campionato in casa e perde
la partita della possibile svolta, come l' aveva definita lo stesso
tecnico amaranto Daniele Arrigoni, alla vigilia. Ma il Chievo ha
vinto con merito, mostrandosi superiore ai toscani soprattutto sotto
il profilo atletico, con Obina killer spietato. L' allenatore livornese
cambia pelle alla squadra ma non ottiene il risultato sperato, mentre
Del Neri azzecca i cambi e mette in campo una formazione che ha
spesso messo in difficoltà gli amaranto. Vigiani, schierato
da Arrigoni a supporto delle due punte Bakayoko e Lucarelli, non
si vede praticamente mai e non riesce a creare la superiorità
numerica a centrocampo, dove il Chievo regge bene il colpo mantenendo
sempre coperta la difesa nella quale Mandelli non sbaglia nulla
e gli altri neutralizzano le offensive sterili dei padroni di casa.
Lucarelli non trova palloni giocabili e allora sono gli ospiti a
meritarsi applausi. Con Obinna che scalda le mani ad Amelia al 5'
del primo tempo. Il nigeriano è ancora più pericoloso
all' 8' quando dai venti metri scaglia un sinistro potente che il
portiere livornese devia provvidenzialmente in corner. Cossato non
si rende pericoloso e quando il Chievo rallenta nella seconda metà
del primo temo, il centravanti clivense fatica a tenere la squadra
alta. Il Livorno guadagna metri di campo e crea anche qualche pericolo
soprattutto con gli inserimenti di Pfertzel e Morrone, che però
non arrivano alla conclusione e falliscono l' ultimo passaggio.
Allo scadere il Livorno però reclama per un calcio di rigore:
Pfertzel crossa dalla destra e il braccio di D' Anna, dentro l'
area devia la traiettoria del pallone tagliando fuori Lucarelli.
Tagliavento e il suo assiStente giudicano l' intervento involontario
e lasciano correre mandando su tute le furie squadra e panchina
amaranto. Nella ripresa, il Livorno parte meglio e Del Neri lascia
negli spogliatoi Kosowski, inserendo Marcolini e spostando a sinistra
Sammarco. La mossa è giusta perché irrobustice la
linea mediana e permette al Chievo di diventare pericoloso sulle
fasce. Il Livorno, invece, senza il fosforo di Passoni, assente
per squalifica e sostituito da un generoso Filippini (che però
non ha né i tempi né i piedi del playmaker), non riesce
a proporre trame offensive adeguate e la difesa veneta ha buon gioco
sulle continue palle lunghe destinate a Lucarelli e Bakayoko, entrambi
apparsi piuttosto appannati. Con il passare dei minuti, la supremazia
territoriale del Livorno va spegnendosi e il Chievo ne approfitta
per assestare i colpi del ko: al 26' Obinna conquista un rilancio
lungo e si invola verso la porta avversaria, Amelia indugia nell'
uscita e l' attaccante lo batte con un preciso diagonale rasoterra.
Cinque minuti dopo lo stesso nigeriano chiude i conti approfittando
di un errore di Grandoni che tocca di testa, senza liberare l' area
e lasciando così buon gioco all' attaccante che supera con
un preciso pallonetto l' incolpevole Amelia. Il Chievo vince e allontana
la zona calda, mentre nonostante la sconfitta il Livorno resiste
in quarta posizione aspettando buone notizie dal posticipo tra Ascoli
e Catania. Chievo - Livorno 0-2 (0-0) Le reti Messina in crisi battuta in casa dalla Samp 03/12 Sconfitta magari immeritata ma indiscutibile per il Messina
che ha smarrito da tempo la strada maestra dando vita all'ennesima
brutta prestazione. La Sampdoria incamera tre punti senza aver fatto
nulla di speciale ma "soltanto" due gol, frutto anche
di una evidente distrazione della retroguardia di Giordano sul primo
angolo della partita per gli ospiti e in un contropiede nel finale.
Adesso per la squadra giallorosa, chiamata a due trasferte consecutive
in Lombardia (Atalanta e Inter), si prospetta un futuro buio e la
società dovrà certamente ricorrere al mercato di gennaio
per rinforzare un organico inadeguato soprattutto a centrocampo
dove il dominio di tutte le squadre sui giallorossi é evidente.
Non può sorridere nemmeno Novellino in quanto la sua Sampdoria
è apparsa poca cosa, con costanti amnesie dalla lunga durata
in momenti in cui bisognava invece affondare i colpi e chiudere
la partita. L'assenza del capitano Volpi si è sentita più
del dovuto. In uno stadio sempre più deserto nonostante la
giornata di sole, Giordano si affida alla formazione migliore rimandando
in panchina il discusso Coppola e in tribuna Di Napoli fermato da
uno stiramento. Novellino ribadisce la formazione vincente in Coppa
Italia a Palermo con l'unica variante di Bonazzoli al posto del
dolorante Bazzani. Messina più pericoloso nella prima frazione
di gara con Floccari e Riganò in buona vena ma nessun serio
pericolo per Berti. E al 20', al primo angolo la Samp passa con
Franceschini lasciato solo a deviare di testa sottomisura. Pronta
la reazione giallorosa ma sul colpo di testa di Floccari è
pronto Berti. Grande mischia al 32' ma né Floccari né
Cordova riescono a trovare il varco giusto. Pareggia Riganò
ma quando colpisce di testa è in fuorigioco. Poi il bomber
si ripete di testa al 35' ma trova pronto Berti alla grande parata.
Poi Olivera scarta tutti in velocità e sull'uscita di Storari
mette a lato. Secondo tempo senza acuti per venti minuti poi Giordano
prova a cambiare mettendo dentro Coppola e Iliev per gli spenti
Alvarez; Novellino si tutela con Maggio per Olivera. La gara però
si spegne, il Messina ha tanta buona volontà ma poca lucidità,
la Samp bada soprattutto a contenere. Ci prova Coppola da fuori
ma per due volte la mira non è perfetta. Insiste il Messina
nonostante l'inferiorità numerica (espulso giustamente Zanchi)
ma al secondo minuto di recupero Maggio parte in contropiede, approfitta
della prateria che ha davanti e appoggia a Quagliarella: facile
il sinistro da pochi passi. Si finisce con la contestazione dei
tifosi messinesi alla propria squadra. MESSINA-SAMPDORIA 0-2 (0-1) Le reti Pari inutile tra Parma e Palermo 03/12 Tra due squadre depresse dai rispettivi filotti di sconfitte
consecutive (tre in campionato per il Parma, due per il Palermo
che però ha perso anche nelle Coppe), esce il classico pareggio
in bianco che una volta si chiamava 'brodino'. E' il primo casalingo
per i crociati, il primo in assoluto per i rosanero. Le rispettive
classifiche continuano a piangere, perché il Parma nelle
retrovie è stato scavalcato dal Chievo e perché il
Palermo cede altri due punti a Roma e Inter, ma almeno riprendono
a muoversi. Ed entrambe le squadre possono, a scelta, rammaricarsi
un po' per la mancata vittoria oppure tirare un sospiro di sollievo
per non aver perso di nuovo. Partendo dal finale, dovrebbe essere
questo l'atteggiamento del Parma perché Bucci, ormai promosso
titolare al posto di De Lucia, ha tolto dall'incrocio dei pali una
punizione del neo-entrato Caracciolo al minuto 91'. E sul corner
seguente il centravanti rosanero ha sfiorato il palo di testa. Pioli,
però, può complimentarsi con se stesso per come ha
impostato tatticamente la partita contro un'avversaria ben più
quotata, nel giorno in cui gli mancavano Grella, Morfeo e Budan,
cioé la colonna vertebrale della formazione. La fiducia finalmente
concessa a Cigarini, soprattutto, è stata ben ripagata dal
giovane centrocampista, che ha dato ordine e compattezza a reparti
tendenti sempre a sfilacciarsi troppo, prendendosi anche l'onere
di ergersi a incontrista e di cercare il gol con un gran tiro da
fuori (6' st). Sull'altro fronte, Guidolin aveva pure assenze pesanti
(Biava, Guana e Diana su tutti), ma il suo Palermo pur sotto ritmo
ha sempre tenuto il pallino del gioco, come sempre calamitato dai
piedi di Corini, e in difesa ha rischiato pochissimo, se non quando
al 12' pt Dessena, ben servito da Gasbarroni, ha impattato male
il pallone spendendolo alto a pochi passi da Fontana. Il problema
del Palermo di oggi era la scarsa vena dei due ex Simplicio e Bresciano,
peraltro accolti da grandi applausi, e delle due punte, Di Michele
e Amauri, il primo capace di 'telefonare' a Bucci una conclusione
da buona posizione al 30', e il secondo autore di un solo acuto
(un'incornata sventata prodigiosamente dall'esperto portiere crociato
al 9' st), ma anche di un madornale errore pochi minuti prima quando
invece Bucci si era fatto sfuggire un innocuo pallone in uscita
e il brasiliano non ha saputo approfittarne. Ben più incisivo
è stato Caracciolo nello scampolo di partita giocato, quando
Pioli aveva inserito il rientrante Paci per dare più centimetri
alla difesa, passando al 3-5-2 con Paponi accanto a Muslimovic.
Tra le note di cronaca da segnalare anche un gol di testa annullato
a Couto al 13' st: sulla punizione dalla trequarti di Cigarini,
il portoghese - prim'ancora di commettere probabilmente fallo su
Barzagli - era in fuorigioco. La partita è stata tutt'altro
che spettacolare, con il Palermo a sfoggiare possesso di palla e
il Parma più bravo nelle ripartenze - specie con gli 'strappi'
di Gasbarroni - che nella manovra elaborata spesso zavorrata dai
limiti tecnici di alcuni elementi. Con il rientro dei suoi 'big'
la squadra crociata proverà ora a risalire la china mentre
il Palermo, forse, senza pensare più allo scudetto ritroverà
la serenità e le bollicine del suo attacco, oggi assolutamente
svaporato contro la peggior difesa delle serie A. Parma e Palermo 0-0 I cento anni del Torino festeggiati dall’arbitro Ivaldi che regala la vittoria ai granata 03/12 Festa doveva essere e festa è stata, per il Torino
centenario. Ma senza un invitato speciale, la dea bendata, i granata
non sarebbero riusciti a battere l'Empoli, che oltretutto reclama
per un gol clamororosamente non concesso a Marianini, con la palla
entrata di almeno venti centimetri, ma battezzata fuori dal guardalinee
Ivaldi, prima che venisse ricacciata fuori da Barone. Era solo il
12' della ripresa, per l'Empoli ci sarebbe stato tutto il tempo
di impostare la partita in contropiede e sfruttare gli spazi. Il
Toro ha mostrato i soliti limiti di costruzione ma soprattutto di
conclusione, anche se nel primo tempo i granata avevano acquisito
un credito con la buon a sorte per un palo sbucciato da Stellone
a portiere battuto. Morale: i granata si prendono tre punti preziosissimi
e non meritati, che fanno fieno in cascina nella speranza che Zaccheroni,
in tempi brevi, riesca a dare una manovra d'attacco decente alla
squadra. Oggi, con il solito schema dei due esterni larghi e di
Stellone unica punta, il Toro non ha mai trovato sbocchi decenti
e anche il celebrato Rosina è andato a imbottigliarsi spesso
in zone chiuse. L'Empoli, con una punta sola, ha agevolmente controllato
la pressione granata nel primo tempo, non riuscendo però
mai a impensierire nei rari contrattacchi a difesa granata, l'unico
reparto che sembra essersi assestato. A inizio ripresa, il giallo
del gol non visto, che poteva cambiare totalmente la partita. Poi
l'Empoli ha avuto il torto di non insistere e il Toro scombiccherato
e senza idee, almeno, ci ha creduto, prima inserendo la seconda
punta, Abbruscato, che almeno si è visto in due conclusioni
pericolose e poi osando, con Comotto, che non è certo un
goleador, la conclusione dal limite. E' andata bene, il destino
si è ricordato che oggi era una giornata tutta dipinta di
granata. Ancora scarse, però, le indicazioni che possano
portare all'ottimismo: deludenti Lazetic e Barone, il gioco non
decolla e si snoda sempre in modo macchinoso. Una delle poche armi
offensive efficaci, per i granata, è quella del gioco aereo,
ma i vari Cioffi e Franceschini quando vengono in avanti sui calci
piazzati, non sono mai sorretti da uno schema. L'ex mantovano nel
primo tempo si è reso pericoloso due volte su corner, ma
la palla è uscita di un soffio. L'Empoli, che a inizio ripresa
aveva cambiato i terzini per dare più spinta alla manovra,
aveva capito che il Toro sterile di oggi non poteva creargli problemi
e ha cercato di affondare, ma mai con la convinzione giusta. Il
risultato più esatto (gol valido non concesso a parte) era
certamente un pari, ma se il Torino porta a casa molto più
di quanto meritasse, sa benissimo che la strada della salvezza sarà
durissima, soprattutto se si hanno così grandi difficoltà
a trovare la via della rete. Oltre al guardalinee, un ulteriore
aiutino a vincere glielo ha dato lo stesso Cagni, inserendo una
punta, Matteini, a dieci minuti dalla fine, per tentare di vincere.
E invece le mossa è servita soltanto a liberare Comotto sulla
fascia, che poi, nella giornata più speciale, si é
scoperto erede di Leo Junior, uno dei grandi del passato che oggi
lo hanno applaudito. Torino - Empoli 1-0 (0-0) Le reti La Reggina in dieci subisce il pareggio con un gol in fuorigioco 03/12 Udinese incapace di vincere. Nemmeno contro la Reggina in
dieci per l' espulsione, al 9' del secondo tempo, di Lanzaro, la
squadra di Galeone è riuscita a fare sua la partita. Evidentemente
ha ragione il tecnico bianconero: qualche cosa si è rotto
nel bel meccanismo di qualche mese fa e la squadra friulana appare
come contratta. Dopo la sconfitta di Verona, quindi, non sono arrivati
i tre punti sperati, ma solo un pareggio che esalta solamente le
qualità della squadra di Mazzarri. In verità l' Udinese
ha cercato i tre punti, soprattutto nella ripresa, ma dopo il gol
del pareggio di Iaquinta, la squadra ha perso la lucidità
necessaria. Ha attaccato a testa bassa, raccogliendo calci d' angolo,
ma Pelizzoli non ha dovuto sudare più di tanto. Di Natale
è stato più impreciso del solito, mentre Iaquinta
è stato servito poco e male. E anche quando l' Udinese ha
occupato le fasce, Dossena sulla sinistra e D' Agostino sulla destra
non sono mai riusciti a incidere. Per contro la squadra dello stretto
ha fatto la propria parte. Nel senso che si è difesa bene
e con ordine. Nel primo tempo aspettando i friulani sulla trequarti,
nella ripresa cercando il contropiede. Ma un uomo in meno si sente
e così alla fine Marrazzi ha fatto di necessità virtù
cerando di limitare i danni. Riuscendoci. L' Udinese è quella
annunciata con una leggerissima variante tattica, Di Natale un po'
arretrato rispetto al duo Iaquinta- Asamoah. Mazzarri risponde con
una vera e propria diga a centrocampo e con il solo Bianchi in attacco,
spalleggiato però da Leon e Amoruso. I padroni di casa partono
forte. Al 4' e al 6' prima Natali di testa e poi Iaquinta di destro
creano scompiglio in area. Pelizzoli si salva in angolo. Poi però
la spinta propulsiva dei friulani si esaurisce ed esce, piano piano,
la squadra calabra. Non che ci sia granché da segnalare,
ma al primo vero affondo, al 35', Bianchi, solo in area, di testa
mette dentro su invito di Modesto dalla sinistra. Fuorigioco? La
supermoviola ancora non può nulla in questi casi ma per Bertini,
dopo rapido consulto visivo con il guardialinee Alessandroni, non
ci sono dubbi. E sul Friuli scendono il gelo e i fischi dei tifosi.
Dov' è l' Udinese che in questo campionato non è mai
riuscita a recuperare quando è andata in svantaggio? Non
si vede anche se una minima reazione si percepisce. Natali, di testa,
al 37', esalta Pellizzoli, mentre Iaquinta, al 43', imita il difensore
centrale bianconero. C' è ancora tempo per un colpo di testa
di Asamoah che illude i tifosi, ma che si spegne invece sull' esterno
della rete difesa da Pellizzoli. La ripresa vede in campo Dossena
per Felipe. E l' Udinese sembra voler fare in fretta. Al 9' Zapata
colpisce sicuro, ma sulla linea Tedesco dice di no a portiere battuto.
Poi la Reggina resta in dieci per l' espulsione di Lanzaro. Mazzarri
corre ai ripari e toglie l' ottimo Bianche per inserire un difensore
in più, Giosa, e lasciare Amoruso unica punta. Ma le cose
in campo cambiano e l' Udinese incomincia a raccogliere angoli su
angoli. La retroguardia calabra cede al 24'. Iaquinta sfrutta al
meglio un invito di Di Natale e solo davanti a Pelizzoli non sbaglia.
Fuorigioco? Vedere al gol del primo tempo. Per Bertini non ci sono
problemi. L' Udinese a questo punto cerca l' intera posta. Ma la
squadra è disordinata e Muntari spreca occasioni su occasioni
calciando da fuori area inutilmente. Fino alla fine, quindi, la
diga della Reggina resiste anche se con qualche affanno. Udinese e Reggina 1-1 (0-1) Le reti Serie B Napoli in attesa della stangata 03/12 La stangata è vicina. Il conto alla rovescia è
partito e, mentre in questura si continua a visionare i filmati
e le fotografie del sabato nero allo stadio San Paolo, Napoli, dopo
il lancio di petardi che ha indotto a sospendere l'incontro con
il Frosinone per ben due volte, attende l'amaro verdetto. Al momento
nessuna indiscrezione trapela dalla giustizia sportiva: certo è
che lo stadio partenopeo, impianto già diffidato per episodi
analoghi del passato, potrebbe essere squalificato per più
giornate. Gli azzurri, nonostante il primato in classifica, potrebbero
essere costretti a giocare le prossime partite casalinghe in campo
neutro, oppure a porte chiuse. Ieri, il giorno della vergogna: in
cui una minoranza di teppisti ha tenuto in scacco uno stadio, una
squadra, una società sportiva, un' intera città, costringendo
l'arbitro Orsato di Schio a sospendere per ben due volte l'incontro,
a causa del lancio da parte dei tifosi di alcuni petardi. Dalla
società nessun nuovo commento, sono eloquenti però
le immagini del presidente Aurelio de Laurentiis, sceso in campo
per parlare con l'arbitro insieme con il direttore Pierpaolo Marino.
Quel "non possiamo darla vinta a quattro scalmanati",
pronunciato dal patron partenopeo alla giacchetta nera nei minuti
durante i quali l'incontro veniva sospeso per la seconda volta,
dice tutto. A fine gara, dal produttore cinematografico solo poche
parole: "Mi sono complimentato con la squadra, non c'é
nient'altro da dire, non fatemi dire cose ovvie". Mentre per
Marino quello di ieri, come ribadito nel post partita, "é
stato un pomeriggio amaro, di grandi tensioni. Io credo che la totalità
del pubblico napoletano ed Aurelio De Laurentiis non meritino di
vivere giornate mortificanti come queste. Il presidente è
sceso in campo perché il suo progetto Napoli non venisse
messo a rischio". Il direttore si è inoltre detto "sbalordito"
perché i lanci "provenivano da un settore, i 'distinti',
solitamente tranquillo". "Non faccio dietrologia - ha
proseguito - mi auguro solo che si possano individuare i responsabili
e si possa capire questo disagio di queste persone. La stragrande
maggioranza dello stadio disapprova questi atteggiamenti".
Zeman “Le telecamere sono utili solo se gli errori sono voluti” 03/12 Il Lecce affronterà domani sera il posticipo col Brescia
cercando di allontanarsi dalla zona play off in cui si trova invischiato.
"Preferisco non guardare la classifica -dice l'allenatore,
Zdenek Zeman - anche i risultati di sabato hanno confermato l' equilibrio
che vi è in vetta ed in coda. Ecco perché insisto
col dire che se giochiamo bene, possiamo affrontare qualsiasi squadra.
Il gruppo comunque è motivato, sa di dovere e poter migliorare
e si applica. Certo qualche problema lo abbiamo, ma sappiamo di
poterlo risolvere". I giocatori del Brescia, che ebbero l'anno
scorso Zeman alla loro guida lo hanno criticato per alcune dichiarazioni
che il tecnico fece sui giornali. Zeman replica: "Ho trovato
un gruppo abituato a lavorare in un certo modo: è normale
che il mio arrivo, con i miei metodi, abbia mutato gli equilibri.
La squadra ha provato ad ottenere dei risultati e, quando ha visto
che non venivano, ha mollato, non ci ha più creduto. Le cose
che ho dette sui giornali, e di cui si sono lamentati, le avevo
detto più volte nello spogliatoio". Zeman ha anche parlato
dell' esperimento telecamere davanti alle porte e delle lamentele
della Juve per gli arbitraggi. Sulle telecamere, il boemo ha detto:
"Il calcio è bello anche quando convive con l'imprevedibilità
dell'errore umano. Se c'é un'azione dubbia ogni due-tre mesi
è inutile introdurre questi sistemi, perché l'errore
ci può essere. Insomma, se c'é onestà da parte
di tutti non vi è alcun problema. Se invece si pensa ad errori
clamorosi o voluti, il discorso cambia". Quanto alle lamentele
della Juve: "Forse si lamenta pensando al trattamento che riceveva
prima ed ora si considera vittima. Comunque gli errori li subiscono
tutti. E' capitato a noi la scorsa settimana quando Diamoutene ha
commesso due falli in più di un'ora, ha subito due ammonizioni
ed è stato espulso; giocatori bianconeri hanno commesso 6
falli, e non sono stati ammoniti. Non avrebbe più motivo
di lamentarsi la Triestina per il gol ingiustamente annullato proprio
contro i bianconeri? La Juventus ha pronto un dossier sui torti
arbitrali subiti? Non vorrei che si puntasse ad influenzare federazione
e arbitri". Se imbocchiamo questa strada peraltro tutte le
società avrebbero argomenti per presentare un loro dossie".
Infine, a proposito del timore del presidente del Palermo, Zamparini,
secondo cui 'Calciopoli' non sia stata ancora debellata, commenta:
"Se c'era un sistema, non basta avere eliminato solo due sole
persone, perché in due non si fa sistema. Può darsi
che quel sistema non sia stato eliminato". Serie C Serie C1 Girone A:Cremonese-Massese 3-0 Classifica: Monza e Sassuolo 26 punti; Venezia 25; Lucchese 22; Pro Sesto e Pisa 21; Cittadella 19; Pistoiese e Padova 18; Novara e Grosseto 17; Cremonese e Sangiovannese 15; Ivrea, Massese, Pro Patria e Pavia 14; Pizzighettone 12. Monza e Sassuolo una gara in meno. Prossimo turno (domenica 10 dicembre ore 14.30): Cavese-Juve Stabia domani ore 14.30 Classifica: Avellino, Foggia e Ravenna 29 punti; Taranto 25; Gallipoli
e Salernitana 21; Cavese e Lanciano, 20; Perugia 19; Ternana, Manfredonia
e Teramo 18; Juve Stabia 17; Sambenedettese 16; Ancona 15; San Marino
12; Martina 9; Giulianova 5. Cavese e Juve Stabia una gara in meno. Prossimo turno (domenica 10 dicembre ore 14.30): GIULIANOVA-ANCONA 1-0 LANCIANO-TERAMO 2-1 MANFREDONIA-PERUGIA 1-0 RAVENNA-GALLIPOLI 1-2 SAMBENEDETTESE-MARTINA 3-1 SAN MARINO-AVELLINO 1-2 TARANTO-SALERNITANA 2-1 TERNANA-FOGGIA 1-0 Serie C2/C Girone A: Bassano-Varese 2-1 Classifica: Nuorese 28 punti, Pro Vercelli 27, Bassano 26, Legnano
25, Lumezzane 24, Sud Tirol 21, Lecco 20, Valenzana 19, Carpenedolo,
Portogruaro, Cuneo e Varese 18, Olbia e Pergocrema 17, Sassari Torres
16, Montichiari 12, Sanremese 10, Biellese 5. Prossimo turno (domenica 10 dicembre ore 14.30): Biellese-Legnano Girone B: Carrarese-Sansovino 2-1 Classifica: Spal 29 punti, Rovigo 28, Cisco Roma 24, Foligno,
Viterbese, Reggiana e Paganese 21, Gubbio e Castelnuovo 20, Carrarese
19, Prato 18, Cuoio Cappiano 16, Bellaria e Boca S.Lazzaro 15, Poggibonsi
e Sansovino 12, Rieti 11, Giugliano 10. Prossimo turno (domenica 10 dicembre ore 14.30): Bellaria-Prato Girone C: Andria BAT-Gela 2-0 Prossimo turno (domenica 10 dicembre ore 14.30): Cassino-Melfi ANDRIA BAT - GELA 2-0 Tabellini Girone C BENEVENTO-CATANZARO 1-0 CELANO-RENDE 3-2 IGEA VIRTUS-CASSINO 1-2 NOCERINA-MONOPOLI 0-0 MELFI-VIGOR LAMEZIA 0-4 PRO VASTO-POTENZA 0-1 SORRENTO-VAL DI SANGRO 4-0 VIBONESE-REAL MARCIANISE 2-0 Serie D Girone A: Canavese-Borgomanero 5-2 Girone B: Arzachena-Como 3-1 Girone C: Jesolo-Itala S. Marco 0-0 Girone D: Castel S.Pietro-Castellana 0-1 Girone E: Cascina-Aglianese 2-0 Girone F: Fano-Sangiustese 2-0 Girone G: Anziolavinio-Venafro 2-1 Girone H: Bitonto-Brindisi 0-2 Girone I: Acicatena - Rossanese 1-0 CLASSIFICA: Sangiuseppese 30 punti; Angri, Savoia 26; Casttrovillari 23; Siracusa 22; Ragusa 21; Pomigliano 19; Adrano, Giarre 18; Comiso 17; Cosenza, Licata 16; Acicatena 14; Paterno' 13; Campobello 11; Rossanese 9; Paolana, Sapri 6. Prossimo Turno – 14a Giornata 10/12 - Ore 14.30 Adrano - Paterno' Tabellini Girone I Acicatena-Rossanese 1-0 (0-0) Angri-Licata 4-2 (3-0) Campobello-Comiso 0-0 Giarre-Adrano 0-0 Paolana-Siracusa 1-5 (1-3) Paternò-Sangiuseppese 3-4 (1-2) Pomigliano-Cosenza 1-1 (1-0) Ragusa-Savoia 1-1 (0-0) Sapri-Castrovillari 0-1 (0-0)
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del 28/01/2004
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