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Allarme AIDS
Allarme Aids: Anlaids rivela anche in Calabria 'inconsapevoli untori’ 21/10-(servizio a cura di Martina Gatto) – Si è aperto, oggi, a Vibo Valentia il congresso sulla malattia che nel terzo millennio ha mietuto migliaia di vittime in tutto il mondo, l’ Aids. Anche nella nostra Regione, la Calabria, ci sono ''inconsapevoli untori'', chi si infetta con rapporti sessuali, non fa il test e scopre la malattia quando e' tardi. Il convegno è stato organizzato dall’ Anlaids. Nel corso di un incontro con la stampa e' emerso che il muro del silenzio sta per crollare perche', come hanno annunciato l' assessore regionale alla Sanita', Doris Lo Moro e il presidente della Commissione regionale Sanita' e Affari sociali, Piero Amato, si stanno mettendo in cantiere iniziative di informazione e di educazione.Nel quadro di revisione del Piano sanitario regionale, che dovrebbe essere programmato per settori, troveranno spazio progetti su problematiche che fino ad ora hanno trovato poca attenzione nella regione. E fra questi c' e' quello dell' educazione e dell' informazione sugli stili di vita, compresa la difesa dalle malattie sessualmente trasmesse, in particolare l' Aids. Sono previste anche iniziative nelle scuole. ''Nei prossimi giorni - ha dichiarato Amato - mi incontrero' con le Autorita' scolastiche della regione per concordare un piano mirato all' educazione dei giovani. Vedendo le cifre diffuse dall' Istituto Superiore di Sanita', mi sono reso conto che il piano di informazione deve coinvolgere tutta l' opinione pubblica poiche', a quanto risulta, non sono poche le persone che si infettano quando hanno i capelli grigi se non bianchi''. In Calabria, infatti, i pazienti con capelli grigi, ma anche con bianchi sono la maggioranza. Lo rivela uno studio condotto dal professor Vincenzo Guadagnino, della Cattedra di malattie Infettive dell' Universita' di Catanzaro, insieme all' Istituto Spallanzanidi Roma, all' Universita' La Sapienza e al Cotugno di Napoli. ''L' Aids con i primi capelli bianchi - ha detto Guadagnino - dimostra che il contagio sta decisamente virando. Ci si contagia sempre piu' con i rapporti sessuali non protetti. Ormai, ci si considera sempre giovani e si vanno a cercare sensazioni in ogni dove, soprattutto novita' a buon mercato''. Lo studio ha coinvolto a Catanzaro, Napoli e Roma 199 malati maschi e 37 femmine con un' eta' media di 58,1 anni, da un minimo di 50 a un massimo di 77. Di questi, il 60,10% e' eterosessuale; il 24,15 omosessuale; il 13,98 tossicodipendente; l' 1,69 emofilico/trasfuso. La maggior parte di questi malati aveva contratto la malattia per via eterosessuale. Gran parte di queste persone si era accorta di essere ammalata solo quando si era sentita male e aveva chiesto consiglio ad un medico. ''Purtroppo - ha aggiunto Guadagnino - aumenta il numero delle persone che adottano comportamenti di vita scriteriati e che, non avendo adottato precauzioni, come il preservativo, si sono infettati. Non sapendo di essere infetti, hanno continuato a condurre una vita normale. In pratica sono degli 'inconsapevoli untori'''. Di questi ultimi ha parlato anche Fernando Aiuti, presidente dell' Anlaids, il quale ha messo in risalto che tanti malati, soprattutto del Sud, pagano di tasca propria le medicine (non gli antivirali che sono forniti dal Servizio sanitario nazionale) e le analisi di controllo perche' non vogliono comunicare il loro stato di malattia agli impiegati della Asl che devono certificare la loro esenzione. ''C' e' tanto silenzio - ha spiegato Guadagnino - intorno all' Aids. Si fa troppo poco nell' informazione e nell' educazione della popolazione, specie quella giovanile e cosi' intere generazioni si susseguono con idee sbagliate sull' Aids, nella convinzione che ormai la malattia non faccia piu' paura. Fortunatamente l' Anlaids e' sempre in trincea, ma quella dell' Associazione e' una goccia in un mare. Ecco perche' dal Congresso di Vibo Valentia deve venire un appello a tutte le Istituzioni nazionali e regionali, compresa quella della Calabria, affinche' vengano messe in atto iniziative di sensibilizzazione e informazione. In tutta Italia si e' abbassata la guardia e cosi' l' epidemia dell'Aids e' piombata nel dimenticatoio''. Nel corso dell'incontro, i presidenti del Congresso Guadagnino e Vittoria Lofranco, presidente dell' Anlaids Calabria, hanno annunciato che l' Anlaids ha invitato gli studenti dell' istituto d' istruzione secondaria Vito Capialbi di Vibo a scrivere un tema sull' Aids. Tra i 98 elaborati realizzati dagli studenti ne sono stati selezionati cinque che verranno premiati domenica, a conclusione del Congresso. Ogni giorno si infettano di Aids duemila bambini infetti nel mondo 21/10-“ Nel mondo ogni giorno si infettano duemila bambini. Senza le cure, hanno un destino segnato. Ma il “bilancio” delle cifre e' ancor piu' drammatico. Ogni giorno nel mondo 14mila persone si infettano, nel 90 per cento in Paesi a basso reddito. Di queste, 12mila sono fra i 15 e i 40 anni, per la meta' donne e per la meta' fra i 15 e i 24 anni.” Questo il bollettino di guerra dell'Aids che ha aperto a Vibo Valentia il Congresso Nazionale dell'Anlaids. L'escalation dell'epidemia e' stata illustrata dal professor Giuseppe Ippolito dello ''Spallanzani'' di Roma citando dati di una recentissima indagine del'UNAIDS. In questa realta' drammatica si inserisce quella italiana che, come e' stato ribadito nella giornata inaugurale del Congresso dell'Anlaids, registra un infetto ogni due ore. Studiosi da tutta Italia ed esponenti del mondo etico-sociale a Vibo Valentia per fare il punto sulle ricerche nella lotta all'Aids e per disegnare nuovi modelli di azione in difesa dei diritti dei sieropositivi e dei malati di Aids. Il Congresso Nazionale dell'Anlaids, all'Hotel 501, e' stato aperto nel pomeriggio dal presidente dell'Anlaids, l'immunologo Fernando Aiuti, che ha sottolineato che bisogna attivare concrete azioni di informazione ed educazione poiche' si sta registrando un abbassamento della guardia davanti ad un'epidemia che sta sconvolgendo il mondo. Ha preso poi la parola il professor Vincendo Guadagnino, presidente del Congresso insieme a Vittoria Lofranco, che ha illustrato le finalita' della manifestazione. Sono poi intervenuti Francesco Chiodo, segretario nazionale Anlaids; Francesco Mario Sammarco, sindaco di Vibo Valentia; l'On. Piero Amato, presidente della Commissione Sanita' e Affari Sociali della Regione Calabria; Don Gaetano Curra' a nome del Vescovo di Vibo Valentia; il dottor Gerardo D'Urso, presidente dell'Ordine dei Medici della Provincia. Presente il Prefetto Mario Tafano. 21/10-La ricerca farmaceutica trova un nuovo antiretrovirale per la cura dell'Aids. Il nuovo farmaco e' entrato in ottobre nei protocolli terapeutici degli ospedali italiani: si tratta di una combinazione dei principi attivi - emtricitabina e tenofovir - di altri due farmaci ed e' frutto della ricerca biotecnologica della societa' americana Gilead Sciences di Foster City (California). In commercio è stato ribattezzato col nome di Truvada, ed è disponibile in regime di rimborsabilita' dal SSN in fascia H (uso ospedaliero). Il decreto di approvazione per il suo utilizzo era stato pubblicato in agosto sulla Gazzetta Ufficiale, a soli 12 mesi di distanza dal via libera dato dall'FDA, e dopo la necessaria sperimentazione effettuata negli ospedali San Raffaele di Milano (equipe del professor Lazzarin) e Amedeo di Savoia di Torino (equipe del prof. Di Perri). Il tenofovir e' stato scoperto da una ricerca svolta in collaborazione tra il dott. Antonin Holy, dell'Istituto di Chimica Organica e Biochimica dell'Accademia delle Scienze di Praga e il dott. Erik DeClerq dell'Universita' Cattolica di Lovanio, in Belgio. L'emtricitabina e' invece dovuta alle ricerche dei dottori Schinazi, Liotta e Choi, della Emory University americana (tutti e cinque i ricercatori, incluso l'Ente universitario, hanno deciso di destinare parte dei diritti sui farmaci, per garantire la loro distribuzione a prezzo di costo nei Paesi in via di sviluppo). Il nuovo farmaco, facile da assumere perche' in unica dose giornaliera, ha rivelato una maggiore tollerabilita' e efficacia in combinazione con altre molecole, rispetto ai regimi terapeutici oggi prescritti e in particolare garantisce una migliore redistribuzione dei grassi corporei (diminuendo il rischio del grave effetto collaterale della lipodistrofia). Inoltre, dopo 48 settimane di trattamento, nessun paziente ha sviluppato mutazioni della trascriptasi inversa (un enzima presente nei retrovirus) confermando la continuita' dell'azione del farmaco sul virus HIV. ''Questo farmaco rappresenta un importante passo in avanti nello sforzo della nostra azienda per sviluppare strumenti terapeutici che facciano progredire le cure contro l'HIV il tutto mondo'', ha spiegato John Martin, Presidente della Gilead. Farmaci come il tenofovir e l'emtricitabina, entrambi prodotti dalla Gilead Sciences, nonche', la loro associazione in dose determinata in un terzo farmaco (nome commerciale Truvada, appena entrato in distribuzione in Italia), costituiscono la componente essenziale di terapie combinate che hanno portato alla diminuzione della mortalita' dell'Aids e delle infezioni opportunistiche correlate, consentendo un incremento della sopravvivenza e un netto miglioramento della qualita' della vita delle persone colpite da HIV. Ma la malattia non e' stata purtroppo ancora sconfitta e proprio negli ultimi anni si sono manifestate affezioni inizialmente ritenute effetti collaterali dei nuovi farmaci (cosa parzialmente vera) ma la cui origine appare in realta' piu' complessa. Si tratta in particolare della lipodistrofia - un insieme di manifestazioni metaboliche e morfologiche che comportano un aumento del rischio di malattie cardiovascolari oltre che un fenomeno di alterata distribuzione del tessuto adiposo tale da provocare forti cambiamenti nell'immagine corporea dei pazienti, nonche' alterazioni del metabolismo minerale osseo (rischio osteoporosi) e numerose alterazioni endocrine. La lipodistrofia come e' risultato evidente dall'intervento presentato al Convegno Nazionale Anlaids di Vibo dalla dottoressa Rita Murri dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore di Roma in collaborazione con la Fondazione Nadir Onlus e' man mano divenuta con i suoi effetti quali la gobba di bufalo, l'ingrossamento dell'addome, lo svuotamento delle guance e degli zigomi, la principale preoccupazione di almeno 1 persona su 3 (fonte sondaggio online di Nadir Onlus) in cura con terapie antiretrovirali. Oggi, nella Cinica Metabolica dell'Universita' di Modena e Reggio Emilia, che si occupa in maniera interdisciplinare dei problemi della lipodistrofia, ''sono gia' 1500 i pazienti valutati negli ultimi 5 anni e cio' da' un'idea della problematicita' e dell'importanza che va assumendo questa patologia'', conferma l'infettivologo Giovanni Guaraldi, referente della Clinica Metabolica dell'azienda Policlinico di Modena. E' conseguente l'indirizzo della ricerca alla realizzazione di farmaci che riducano sempre di piu' l'insorgere di questa manifestazione morbosa, e in questo la Gilead Sciences, proprio con il suo ultimo farmaco a mono-somministrazione giornaliera (emtricitabina + tenofovir), in terapie combinate con altri farmaci, sembra aver raggiunto negli studi finora condotti risultati importanti con l'ottenimento di un miglior profilo lipidico a digiuno, di una minore necessita' di farmaci antilipidici e di una maggiore quantita' di massa grassa negli arti, rispetto ad altre combinazioni terapeutiche.
21/10- E' arrivato ''Lady Condom'', il contraccettivo femminile.
E' stato sperimentato nella Asl Roma in collaborazione con l' Istituto
Superiore di Sanita'. L' annuncio arriva al Congresso nazionale dell'
Anlaids in corso a Vibo Valentia, dove qualcuno lo ha gia' battezzato
''Lady Condom''. Si tratta, e' stato spiegato, di un metodo di barriera
protettivo e contraccettivo in poliuretano, molto sottile, ma piu'
resistente del lattice con cui e' confezionato il profilattico maschile.
Nello studio, si afferma che l’ anticoncezionale femminile in
Italia non e' stato mai introdotto, ''puo' rappresentare un' opzione
in piu' per le donne che vogliono gestire in prima persona la protezione
dall' infezione da Hiv e da altre malattie sessualmente trasmesse''.
Lo studio ha coinvolto 162 persone (tutte negative al test Hiv, tutti
italiani e tutti eterosessuali, nessuno dei quali dedito alla prostituzione),
il 66,7 per cento donne. L'eta' media di queste ultime era di 29,3
anni, degli uomini 31,5 anni. La quasi totalita' delle donne cui il
contraccettivo e' stato proposto ha accettato di provarlo mostrando
curiosita', interesse, sottolineando la disponibilita' ad utilizzarlo
se fosse in vendita in Italia. Ad ogni donna che ha accettato di provare
“Lady Condom”, sono stati consegnati tre profilattici
con le istruzioni per l' inserimento e l' uso. Prima dell' uso e'
stato effettuato un sondaggio fra le donne e gli uomini arruolati.
Quasi tutti non avevano avuto mai notizia di un profilattico femminile.
Lo studio e' stato coordinato da Laura Spizzichino dell' Unita' Operativa
Aids della ASL RM E in collaborazione con gli operatori del Telefono
Verde Aids dell'Istituto Superiore di Sanita'. Il profilattico femminile
ha due anelli, uno per ogni estremita' di un tubo di poliuretano che
e' chiuso ermeticamente ad una estremita'. L' anello chiuso viene
inserito nella vagina sopra la cervice mentre l' anello aperto rimane
fuori del corpo. Il contraccettivo femminile si dispone lungo le pareti
della vagina. Il profilattico femminile, come quello maschile, deve
essere inserito prima della penetrazione e deve essere usato correttamente
ogni volta che si ha un rapporto sessuale. Nello studio si afferma
che il profilattico femminile sperimentato e' un conduttore di calore
e quindi non limita la sensibilita' e non nuoce alla naturalezza del
rapporto. Non si deteriora, non da' effetti collaterali, non altera
la flora vaginale. E non provoca reazioni allergiche, al punto che
puo' essere utilizzato anche da coloro che hanno sviluppato un'allergia
al lattice. ''Il preservativo femminile - ha detto il professor Fernando
Aiuti, presidente dell' Anlaids - e' molto importante perche' rompe
un tabu'. Quando sara' introdotto in Italia, consentira' alla donna
di liberarsi dalla condizione di sudditanza nei confronti dell'uomo.
Si libera dalla volonta' egoistica del partner che spesso non vuol
usare il preservativo''. La disponibilita' ad usare il profilattico
femminile evidenziata dalle donne coinvolte nella sperimentazione,
sono le conclusioni dello studio, lascia spazio alla possibilita'
di intervenire con programmi di promozione mirati alle donne. E' indispensabile
pero' aiutare le donne a superare le iniziali barriere e, allo stesso
tempo, coinvolgere gli uomini che potrebbero influire sulla disponibilita'
all' uso nelle coppie.
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