La procura di Palmi apre un inchiesta
sugli ospedali della Piana
24/08 La Procura della Repubblica di Palmi sta conducendo un' inchiesta
per accertare presunti illeciti nella gestione dei servizi di pronto
soccorso dei sette ospedali della Piana di Gioia Tauro. L' inchiesta
ha registrato un ulteriore impulso dopo la morte nei giorni scorsi
di Vincenzo Gallo, di 40 anni, deceduto nell' ospedale di Palmi dove
era in attesa, dopo un primo ricovero nella struttura di Gioia Tauro,
di ricevere le cure mediche per le ferite riportate in un incidente
stradale. La Procura, nell' ambito dell' inchiesta, ha gia' sentito
una decina di persone tra medici, dirigenti sanitari ed amministratori
dell' Asl di Palmi. Dall' inchiesta, secondo quanto si e' appreso,
sta emergendo una situazione di criticita' cronica nell' organizzazione
dei servizi di pronto soccorso, con conseguenti disagi e difficolta'
per l' utenza e ritardi nell' espletamento delle attivita'. All' attenzione
dei magistrati, coordinati dal procuratore, Vincenzo Lombardo, c'
e' l' intera organizzazione sanitaria nei sette ospedali della Piana
in relazione anche alla distribuzione del personale medico ed infermieristico.
Oggi, intanto, il sostituto procuratore Giuseppe Tedesco ha sentito,
come persona informata sui fatti, il direttore sanitario dell' ospedale
di Palmi, Loredana Carrera, in relazione all' organizzazione ed al
funzionamento dei servizi di emergenza e di urgenza del nosocomio.
Ass. Lo Moro: “A Gioia non ci sono più
alibi per nessuno”. Amarezza per la morte di Gallo
24/08 Sincera amarezza è stata espressa dall’assessore
regionale alla Sanità, Doris Lo Moro, per la morte di Vincenzo
Gallo, vittima di un incidente stradale avvenuto lunedì mattina
sulla strada provinciale Taurianova-Gioia Tauro. I familiari dell’uomo
si sono rivolti alla magistratura lamentando ritardi e carenze nei
soccorsi da parte del personale sanitario del pronto soccorso di Gioia
e dell’ospedale di Palmi. “La necessità di rivedere
radicalmente l’assistenza ospedaliera nell’area di Gioia
Tauro - ha affermato l’assessore Lo Moro - è emersa con
evidenza nel corso della visita da me effettuata su quel territorio.
In maniera altrettanto eclatante è emerso nel periodo estivo
che l’organizzazione del soccorso non è adeguata su scala
regionale”. “Nella Piana di Gioia Tauro - ha aggiunto
Doris Lo Moro - non ci sono più alibi per nessuno, né
per l’assessorato né per chi opera sul territorio. Bisogna
incidere sui servizi, ma anche sull’impiego delle risorse umane.
E’ forse il caso di ricordare che si è proceduto al commissariamento
di quell’Asl nell’immediatezza del sequestro di vari reparti
di un ospedale e che, per il pronto soccorso di un’altra struttura,
gli operatori nello stesso periodo hanno fatto ricorso allo sciopero
della fame. La verità è che intervenire in un sistema
fatiscente non è facile e può richiedere tempi diversi
da quelli che tutti auspicheremmo. I prossimi mesi saranno decisivi
per l’organizzazione del soccorso sull’intero territorio
regionale, a cui stiamo lavorando come priorità assoluta”.
“Nel frattempo, senza entrare nel merito della vicenda, mi sento
vicina alla famiglia Gallo - ha detto infine l’assessore regionale
alla Sanità - e mi sento impegnata a costruire un futuro in
cui si possa avere la tranquillità di avere lavorato tutti
per prestare soccorso a che ne ha bisogno e magari riuscire a salvargli
la vita”
PdCI Reggio: “La tragedia
del decesso dopo il ricovero, all’asl 10 di Palmi, si poteva
evitare. Fare chiarezza”
24/08 “Il caso di malasanità avvenuto in questi giorni
nella Piana è un fatto tragico che rattrista e allarma perché
ha portato alla perdita di una vita umana, dimostrando purtroppo la
gravità dei mali causati dalla cattiva gestione della sanità
negli ultimi 10 anni.” Ad affermarlo in una nota è la
segreteria Provinciale di Reggio calabria del Partito dei Comunisti
Italiani. “Vincenzo Gallo –prosegue la nota- ha pagato
con la vita, a causa dei disservizi e della disorganizzazione che
sono il lascito delle passate amministrazioni sanitarie che, preoccupate
ad assecondare politiche clientelari di ogni genere, senza porre i
medici nelle condizioni di offrire risposte di livello, hanno affossato
il sistema. Associandoci al dolore dei famigliari, chiediamo che venga
fatta luce sul caso e si individuino, a tutti livelli, i responsabili.
Bisogna evitare che questo caso così delicato venga utilizzata
strumentalmente per riproporre l’obiettivo dell’ospedale
unico che diventa l’alibi per tentare di nascondere le responsabilità
gravi, pesanti e inammissibili che sono alla base della condizione
drammatica in cui si trova l’Asl 10.
La tristissima sorte toccata al nostro concittadino, semmai, conferma
che nessuno può attardardarsi nelle dispute antiche - poiché
è ormai ampiamente avvertita tra i cittadini l’esigenza
di vera modernità - e che non c’è più tempo
da perdere per ottenere qui e ora il potenziamento del sistema sanitario,
attraverso la difesa e la riqualificazione delle strutture sanitarie
presenti sul territorio e degli ospedali.
Il problema principale della sanità nella Piana è la
disorganizzazione delle strutture, delle risorse e del personale,
frutto della pessima gestione degli ultimi anni, cui adesso bisogna
porre rimedio attraverso scelte politiche che rimettano al centro
di ogni azione l’effettivo diritto alla salute dei cittadini.
A nulla cioè vale rianimare l’illogico dibattito sull’ospedale
unico della Piana, perché i cittadini non possono subire nuovi
rinvii del rilancio del sistema e non possono rischiare continuamente
la morte, per colpa di un fantasmagorico progetto che non si materializzerà
mai. Il progetto di chiudere gli ospedali e accorpare in un'unica
struttura tutti i servizi, quindi, è diventato soltanto una
sorta di specchietto delle allodole che viene utilizzato di tanto
in tanto, con l’effetto di distrarre l’opinione pubblica
rispetto alle reali questioni che riguardano il futuro del sistema.
Nel passato questa modalità perversa ha funzionato, per colpa
anche di amministratori compiacenti e per le pressioni di qualche
lobbies, e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti proprio perché
si è creato una sorta di alibi generale, che ha fatto da sfondo
al ridimensionamento degli ospedali, che non hanno potuto contare
sulle risorse dell’ex articolo 20 inutilmente accantonate proprio
per l’ospedale unico.
L’emozione suscitata da questa morte evitabilissima non deve
farci perdere di vista la reale situazione, la cui comprensione non
deve essere inficiata dalla cattiva informazione che in qualche caso
viene offerta ai cittadini.
Nella Piana sono cinque, e non sette, gli ospedali attivi. Si tratta
di un dato analogo a quello degli ospedali della provincia di Vibo,
che ha un numero di abitanti pari a quello della Piana. All’origine
dell’odierno cattivo funzionamento del nostro sistema, quindi,
non è giusto porre la quantità delle strutture, bensì
la qualità dell’offerta complessiva dei servizi, che
rimane a livelli bassissimi. Lo stesso caso di malasanità nell’ospedale
di Gioia Tauro, che purtroppo non è l’unico in questo
territorio, dimostra che non è possibile dare risposte sanitarie
efficaci ai cittadini quando non si investe per l’acquisto delle
apparecchiature e quando non si organizza il personale in modo da
evitare che i reparti rimangano senza medici o che i servizi di supporto
vengano disabilitati. Il sistema sanitario della Piana, quindi, non
è afflitto da “nanismo” delle strutture, anzi pensiamo
che esistono ospedali che hanno enormi potenzialità che fin
qui non sono state sfruttate appieno. Se questa è la situazione,
non sono affatto credibili le denuncie politiche e le prese di posizione
di coloro che in questi anni hanno avallato l’azione di depotenziamento
del sistema sanitario della Piana. Come Comunisti Italiani, nel ribadire
la nostra contrarietà alla proposta dell’ospedale unico,
rilanciamo la richiesta di un investimento straordinario di risorse
da parte della Regione per fare fronte a questa situazione di emergenza,
nonché l’elaborazione di un piano di razionalizzazione
delle strutture, attraverso l’utilizzazione dei 70 miliardi
di vecchie lire dell’ex articolo 20; inoltre, occorre utilizzare
pienamente tutte le risorse umane disponibili e cambiare i metodi
di gestione dell’Asl, depotenziando coloro i quali a vari livelli
si sono resi responsabili del dissesto; infine, bisogna riorganizzare
la rete ospedaliera, recuperando i piani e le proposte positive che
già in passato sono state e che sono state messe da parte.
Fedele: Maturi i tempi per la realizzazione
di un ospedale nel centro della Piana”
24/08 ''Credo che veramente sia giunto il momento delle decisioni
serie e definitive e non delle solite ''toppe'' che negli anni hanno
creato solo disservizi''. E' quanto sostiene il consigliere regionale
di Forza Italia, Luigi Fedele. ''Partiamo quindi subito - ha aggiunto
- con quanto prevede il Piano sanitario regionale:la realizzazione
di un nuovo ospedale al centro della Piana. E' importante la certezza
e la rapidita' dei tempi di realizzazione, che va concordata con i
sindaci del territorio, ma in modo particolare rispondendo alle esigenze
dei cittadini tenendo presente, inoltre, che ci sono nella Piana,
e non solo, professionalita' elevate che vogliono essere messe in
condizioni di poter operare. Se necessario, credo che gia' nella prossima
finanziaria regionale la Giunta ed il Consiglio stesso possano e debbano
reperire i fondi per la realizzazione di questa opera. Nel frattempo
si potenzino i servizi di pronto soccorso ed emergenza su tutto il
territorio e nei vari ospedali, si responsabilizzino i medici ed il
personale tutto, ci sia veramente una volonta' di cambiamento e di
maggiore attenzione verso il malato. La Giunta regionale nomini immediatamente
un direttore generale, e non un commissario, che possa affrontare
con determinazione queste problematiche, confermando, se lo ritiene,
anche il Prof. Mazzu', persona sicuramente di grandi qualita'''. ''Come
era prevedibile - ha proseguito Fedele - dopo la morte di Vincenzo
Gallo sono scoppiate le polemiche ed i rimpalli di responsabilita'.
L'unica certezza e' che un giovane padre di famiglia e' morto mentre
lo si sarebbe potuto salvare. Rispettiamo, intanto, il dolore della
famiglia e facciamo si' almeno che questo ennesimo sacrificio non
sia stato inutile, come sostengono del resto anche i parenti. E' bene
dire subito che per quanto riguarda la sanita' nella Piana le responsabilita'
sono di tutti: di noi politici, perche' bisognava e bisogna avere
il coraggio di fare scelte impopolari, di alcuni sindaci che guardano
piu' al campanile senza pensare ad una strategia comune, dei vari
direttori generali, che spesso presi dall'emergenza sono piu' attenti
ai bilanci che all'assistenza, arrivando a compiere a volte tagli
inopportuni, degli stessi medici, primari e non, che tendono a difendere
spesso il proprio orticello e non accettano nessun cambiamento ed,
infine, del personale in genere che non sempre e' responsabile come
dovrebbe''. ''Allora trovo giusta - ha concluso - l'indignazione del
sindaco di Gioia Tauro per la chiusura dell'ospedale di una citta'
che, con il suo porto, necessita certamente di un presidio sanitario
adeguato, ma trovo altrettanto giusta l'indignazione dei cittadini
che reclamano, a ragione, il diritto alla salute''.
Il Sindaco di Gioia pronto ad incatenarsi
davanti al Ministero della Salute per l’Ospedale
24/08-(G.C.)- Il sindaco di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione, s'
incatenerà davanti alla sede del Ministero della Salute se
non saranno attuati entro 24 ore gli interventi necessari per rendere
pienamente funzionale l' ospedale cittadino, caratterizzato da gravi
carenze di personale e di apparecchiature. La protesta vuole sensibilizzare
tutta la Regione contro la chiusura del nosocomio della Piana. Anche
i cittadini che hanno partecipato all' assemblea e hanno minacciato
azioni di protesta clamorose nel caso in cui non venga ripristinata
la normale situazione gestionale dell' ospedale, con il blocco eventuale
del porto di Gioia Tauro, dell' autostrada e della linea ferroviaria.
Nel corso dell' assemblea, convocata dal sindaco Dal Torrione, e'
stato rilevato come l' ospedale, a causa della carenza di personale
medico, in particolare di anestesisti e cardiologi, ed infermieristico,
funzioni a mezzo servizio, con reparti aperti soltanto dodici ore
che non assicurano le urgenze. E' stato riferito che il reparto di
chirurgia effettua soltanto gli interventi programmati, ''non garantendo
quelle emergenze, che qualsiasi ospedale assicura''.