Un referendum fatto di sole ombre
07/06,(S.M.)-Se dovesse essere messa ai voti la sua chiarezza di
sicuro vincerebbe il no. Il referendum che aspetta gli italiani alle
urne il 12 giugno,di certo,non è un esempio di chiarezza. Viene,anzi,il
dubbio che molte cose siano volutamente omesse o scritte esclusivamente
per gli “addetti ai lavori”.
Cosa ci nascondono realmente le 4 schede colorate che saremo chiamati
a compilare?La prima scheda,quella celeste,chiede l’abrogazione
dell’articolo 14 della legge del 19 febbraio 2004 n°40,che
vieta ai ricercatori la soppressione ed,eventualmente, il congelamento
a scopo conservativo degli embrioni che non possono essere impiantati
nella donna,ovvero la crioconservazione degli stessi. Tale articolo,inoltre,vieta
la creazione di un numero di embrioni superiore a quello strettamente
necessario,per un massimo di tre embrioni,da impiantare contemporaneamente.
I sostenitori del si criticano aspramente questi punti,in quanto considerano
il divieto di crioconservazione un ostacolo ai progressi della ricerca
scientifica:l’impossibilità di conservare gli embrioni
non impiantati impedirebbe anche l’utilizzo delle cellule staminali,essenziali,secondo
il parere degli studiosi,per curare malattie come Alzheimer,diabete
e Parkinson,che affliggono ben 12 milioni d’italiani. Ma alla
luce di nuove scoperte si alza un grido di protesta da parte di chi
si oppone alla ricerca sugli embrioni:le cellule staminali,così
preziose per lo sviluppo di nuove cure,possono essere ricavate dal
cordone ombelicale. Questa scoperta,importantissima secondo il premio
nobel Dulbecco,ha creato un polverone intorno agli esperti del settore.
Non solo viene garantita la piena compatibilità delle cellule
utilizzate (il 100% contro il 60 % delle cellule ricavate da altri
embrioni),ma in questo modo si evita anche di giocare con gli embrioni
come fossero oggetti. L’Italia,però,non ha sfruttato
appieno la possibilità di ricavare le cellule staminali dal
sangue placentare. I biologi che per primi hanno pensato di prelevare
i cordoni ombelicali dai vari ospedali d’Italia hanno dovuto
fermare le loro iniziative. Il loro era un progetto sperimentale che,in
quanto tale,richiedeva fondi. Fondi che lo stato non ha stanziato.
Così,ogni anno, circa 400.000 cordoni ombelicali vengono spediti
all’inceneritore e con loro è come se si incenerisse
anche la possibilità di salvare un’altra vita. Solo in
1/50 dei casi, in Italia,vengono comprese le straordinarie potenzialità
che questo apparentemente inutile pezzo di carne offre. Nel nostro
paese ben 376 casi sono stati portati a termine con successo:si pensi
al caso,descritto su tutti i giornali,di un bambino di Sciacca. A
venti mesi dalla nascita il bambino si ammalò di leucemia e
a salvargli la vita fu il suo stesso cordone ombelicale,che la madre
aveva fatto conservare nel Centro di Raccolta di Sciacca,considerato
il secondo al mondo per qualità. In fatto di donazioni siamo
secondi solo alla Francia,ma il cuore non basta:è necessario
raccogliere il sangue,stabilire standard di qualità,formare
le ostetriche e dotarsi di strumenti di organizzazione. Dagli Usa
arriva,però,una moda preoccupante,che fa sorgere numerosi dubbi
sui vuoti lasciati dallo stato. Laddove il pubblico lascia spazio
si insinua l’azione del privato: il Kit fai-da-te per la conservazione
del cordone ombelicale dei propri figli. In tutto 3000 euro. Carolina
Sciomer,presidente dell’Adisco,ci tiene però a precisare
che la conservazione all’estero non presenta nessuna garanzia.
Inoltre,sottolinea,”solo 7 volte su 20.000 si può avere
la necessità di usare il proprio cordone”.
La seconda scheda,quella arancione,pone l’accento sulla salute
della donna. La legge 40 impone l’utilizzo di un massimo di
tre ovuli alla volta,da impiantare contemporaneamente,a prescindere
dalle specificità dei casi singoli. In questo modo,non viene
considerata l’eventualità di parti plurigemellari o di
eventuali traumi legati a ripetuti tentativi di fecondazione. Tale
legge,inoltre,vieta alle coppie portatrici di malattie genetiche la
possibilità di analisi preimpianto.
In questo caso, i sostenitori del si difendono,in primis,i diritti
della donna e della coppia:potranno sottoporsi a fecondazione assistita
coppie affette da infertilità non documentabile (anche psicologica),quelle
che non hanno tempo di sperimentare altre cure,quelle portatrici di
malattie genetiche. L’abrogazione di tale articolo,inoltre,consente
l’impianto,non necessariamente contemporaneo,di più di
tre ovociti e nel caso in cui l’innesto fallisca potranno essere
impiantati gli altri ovociti fecondati,evitando nuove stimolazioni
ormonali. Il punto che ,però, risulta più contraddittorio
riguarda i diritti dell’embrione. Sembra quasi che madre ed
ipotetico figlio si contendano i diritti,come se darne all’uno
volesse dire toglierne all’altra. In effetti,se tale legge venisse
abrogata,la madre avrebbe libertà di rifiutare embrioni portatori
di malattie genetiche,evitando quindi un eventuale aborto terapeutico.
I fautori del no,invece,puntano ai diritti dell’embrione. Nel
caso in cui dovessero formarsi embrioni portatori di malattie genetiche,il
medico sarà obbligato ad impiantarli e la madre potrà
solo scegliere un successivo aborto terapeuti. Anche qui il punto
è molto delicato,perché entra in gioco “cosa”
siamo disposti a definire uomo. Ma può un embrione essere considerato
semplicemente come un oggetto? L’embrione,fin dal primo concepimento,è
al centro dei desideri e dell’affetto della propria “famiglia”.
Risulta difficile non considerarlo,date queste premesse,come ogni
altro essere umano,dotato di diritti. Questo punto viene approfondito
con la terza scheda,quella grigia,che si basa sui diritti del concepito.
La legge 40 prevede che un embrione goda degli stessi diritti della
madre e di ogni altra persona. Ciò vuol dire che l’embrione
è persona sin dal suo concepimento,dove “concepimento”
è la stessa fecondazione dell’ovulo ancor prima della
formazione dell’embrione. La critica del fronte si mira,soprattutto,
a salvaguardare la legge sull’aborto. Ma se questa fosse la
posizione vincente,l’embrione non verrebbe posto allo stesso
livello di ogni altra persona e i diritti della madre prevarranno,in
ogni caso. In caso di vittoria del no, invece, varrebbe l’assunto
per il quale il diritto alla salute della madre andrebbe sacrificato
al diritto all’integrità fisica dell’embrione.
L’ultima scheda,infine,fissa l’obiettivo sulla fecondazione
eterologa:la legge in vigore vieta l’accesso a tale tecnica.
Si apre, però, un’importante questione:considerando che
tale tecnica non viene impedita all’estero,e coppie più
ricche avranno la possibilità di essere sottoposte a fecondazione
assistita sotto pagamento. In questo caso vengono garantiti dei diritti
soltanto a coloro che,economicamente benestanti,hanno la possibilità
di soggiornare all’estero e di sostenere grosse spese mediche.
Aldilà di quello che sarà il risultato,tale referendum
pone l’accento sugli squarci aperti nella moralità del
sistema decisionale italiano,nonché sullo stesso significato
che l’opinione pubblica da al concetto di uomo. Qualunque decisione
sarà comunque una sconfitta,la sconfitta dell’uomo e
del suo diritto alla vita.
Sbarra: “La Cisl non da alcuna indicazione
per i referendum”
07/06 ''La Cisl non da indicazioni di voto ai propri associati per
il referendum sulla procreazione assistita. Siamo contrari a schierare
ufficialmente l' organizzazione quando non si tratta di quesiti che
riguardano questioni sindacali''. E' quanto sostiene in una nota il
segretario generale della Cisl Calabria, Luigi Sbarra, circa il referendum
sulla legge relativa alla procreazione assistita. ''Il tema della
fecondazione assistita - ha aggiunto - tocca materie delicatissime
che hanno implicazioni con i valori della vita, della bioetica che
per la loro natura coinvolgono individualmente ciascun lavoratore
e pensionato in base alle proprie convinzioni morali e sociali. Per
tali ragioni la Cisl lascia liberi i propri iscritti nell'assumere
ogni decisione piu' vicina alle proprie sensibilita'. Personalmente
non andro' a votare ma questa mia decisione non impegna l' organizzazione.
Le ragioni della mia scelta risiedono da un lato per contrastare l'uso
eccessivo e spregiudicato dell'istituto referendario che non puo',
con un 'Si' o con un 'No', far decidere i cittadini questioni importanti
e rilevanti della persona umana''. ''Dall'altro - ha concluso - per
impegnare il Parlamento e la Politica ad assumersi sino in fondo la
responsabilita' di trovare , con le mediazioni, le soluzioni equilibrate
ad argomenti cosi' importanti e delicati al di la di ogni schematismo
e speculazione di natura ideologica''.
Straface: “Le donne di AN non votino per i
referendum”
07/06 ''Le donne di An non si recheranno alle urne domenica per il
referendum sulla procreazione. Certe questioni non possono essere
dibattute a cuor leggero o decide con un semplice segno di matita
su una scheda referendaria''. E' quanto sostiene in una nota la presidente
del gruppo di An in consiglio provinciale a Cosenza, Pasqualina Straface.
''Noi non andremo a votare - ha aggiunto - e chiediamo alle nostre
elettrici e simpatizzanti di fare altrettanto - annuncia Pasqualina
Straface - Sulla vita non si vota: contrastiamo un referendum utilizzato
in modo strumentale da talune forze politiche nazionali che sfruttano
proprio il sacro valore della vita per conquistarsi le simpatie elettorali''.
Legge
40/2004: cosa si vuole cambiare, come e perché
Ecco i quesiti referendari sui
quali siamo chiamati a decidere
QUESITO
n° 1 (Scheda celeste): si parla di congelamento dell'embrione,
ricerca sugli embrioni e di clonazione terapeutica
Propone di abrogare la parte della legge che impedisce ogni
tipo di ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni e quindi
l’ uso delle cellule staminali embrionali.
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QUESITO
n° 2 (Scheda arancione): si parla di accesso alla
procreazione assistita solo per coppie sterili, dell'obbligo
di impianto di tutti gli ovuli fecondati e del congelamento
degli embrioni
Propone di eliminare l’ obbligo
di creare in vitro un numero massimo si tre embrioni per ogni
tentativo di fecondazione assistita; di abrogare il divieto
di congelare gli embrioni non utilizzati; di cancellare l’ obbligo
di trasferire tutti e tre gli embrioni nell’ utero della donna.
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QUESITO
n° 3 (scheda grigia): si parla di diritti dell'ovulo fecondato
e di accesso alla procreazione assistita solo per coppie
sterili
Ha l’ obbiettivo di abrogare integralmente l’ articolo 1 della
legge 40 che equipara i diritti dell’ em-brione a quelli delle
persone.
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QUESITO
n° 4 (scheda rosa): si parla di fecondazione eterologa
Vuole far cadere il divieto di fecondazione eterologa, cioè
di quella pratica medica nella quale
Vengono utilizzati spermatozoi o ovociti
di donatori esterni alla coppia. |
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