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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Il PD apre a Callipo
Il PD conferma le primarie e apre a Callipo 06 feb 10 Il Pd calabrese conferma le primarie del 14 febbraio con Agazio Loiero, Giuseppe Bova e Bruno Censore candidati e chiede all'imprenditore Pippo Callipo, gia' in campo con Idv ed alcune associazioni, di partecipare. "Le primarie - ha detto il segretario del Pd Carlo Guccione nel corso di una conferenza stampa, presenti anche i tre candidati del partito - sono uno straordinario strumento politico. Callipo si convinca che una sua partecipazione è un grande segnale per la democrazia". Guccione, poi, non ha escluso novita' politiche in alcuni settore del centro, nei prossimi giorni, alla luce di quanto successo ieri sera nel corso della riunione del Consiglio regionale in cui, tra l'altro, e' stato abolito il listino. Callipo: no grazie! All’invito a partecipare alle primarie del Pd, Callipo risponde: “No, grazie. Noi andiamo avanti con lo stesso obiettivo ufficializzato ad agosto a Soverato e segnando una orgogliosa distanza da questa politica obsoleta, che parla solo di posti da assegnare per comprare la libertà delle persone e mai di sviluppo, ricerca, innovazione. Abbiamo visto, in questi cinque anni, il peggio del regionalismo calabrese, dappertutto; e la sanità - carica di circa 3 miliardi di debiti e dequalificata - è lo specchio più drammatico di come questa politica non abbia alcun senso delle Istituzioni e nessun rispetto per i cittadini. Come potrei sedermi allo stesso tavolo con chi non ha saputo garantire ai calabresi neppure il diritto alla salute e un minimo di stato sociale? Noi abbiamo assunto un impegno: dare un’occasione alla Calabria migliore, a quella che vuole davvero spezzare il nodo che ci opprime e che è fatto di malaffare/politicanti/criminalità. Vogliamo dare risposte ai giovani calabresi che non ne possono più di assistenzialismo, clientelismo, giovani laureati e bravi, costretti a chiedere favori a politicanti che usano la Regione come fosse una loro proprietà , risposte a quella Calabria che, come dice il neo presidente dei giovani industriali Caffo, è convinta che fare impresa in Calabria sia possibile e che sia un diritto da salvaguardare, non un affare da condividere con politici arruffoni e burocrati incolti. Non me ne frega nulla, se nel Pd due o tre persone comandano a bacchetta tutto il resto che segue senza fiatare, non è affar mio se Roma è impotente, persino in questa difficile situazione e con questa politica ormai impresentabile, a voltare pagina nelle regioni del Sud dove la questione morale è un problema grande quanto un grattacielo. Non è affar mio contestare accordi di potere spietati in casa d’altri: una ricandidatura alla Presidenza in cambio del via libera alla candidatura a Consiglieri regionali che occupano le poltrone da venti e più anni, il tutto ora imbellettato con le primarie. Ma quante primarie si debbono fare, o solo annunciare e non fare, per farci capire che questa politica ci prende in giro, ci vuole mettere nel sacco, vuole ancora una volta spegnere le voci libere, il desiderio di costruire una Regione di vetro, amministrata da competenti, capace di fare politiche pubbliche dignitose per riconquistarsi il rispetto dell’Italia? Io credo che la Calabria non ne possa più di “caste” , arroganze politiche, accordi sottobanco, ubbidienze ai potenti. Fatti loro se non intendono rinnovare, immettere energie nuove, donne, giovani, competenze che pure ci sono anche se restano in silenzio. L’impegno di ridare fiducia e speranza a una Calabria che sta spegnendosi io non lo tradirò. Ognuno, quindi, giochi le sue carte e si assuma liberamente ed apertamente le proprie responsabilità . I calabresi stiano sicuri, molti mi chiamano per raccomandarmi di “non fare sciocchezze” e di stare “lontano da Loiero e soci”. A loro dico, con molta serenità : tranquilli, io nel mazzo di altri non entrerò mai. Specie se il mazzo è quello che la Calabria delle persone per bene teme di più, in cui ci sono carte vecchie, da trent’anni, sempre là, sempre a occupare assessorati importanti che invece di sviluppo producono dipendenza. Io parlo alla Calabria che conosco, che non sta nei Palazzi, nelle segreterie politiche, negli Enti inutili, nella sanità parassitaria. La mia Calabria è fatta di gente comune che vuole liberare la Regione dalle catene di questa politica assistenziale che ha ridotto la Calabria ad essere la Cenerentola d’Europa. Non sono un politico e non lo diventerò perchè ho un altro mestiere da fare. Il mio desiderio, se la Calabria lo vorrà , è quello di governare per soli cinque anni questa terra ingiuriata, vilipesa, maltrattata, far vedere che un’altra Calabria è possibile e poi tornarmene alle mie Aziende, lasciando al timone nuove leve, volti nuovi, facce fresche e innamorate della Calabria. La mia decisione di candidarmi è dovuta non al desiderio di occupare uno spazio di potere regionale, ma all’indignazione verso questa brutta politica che mi auguro, insieme a chi lo vorrà, di mandare a casa”.
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