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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Referendum
Referendum: Azione Giovani per il SI rifondazione per il NO 17 giu 09 "Semplificazione della politica, riduzione dei partiti, maggiore governabilità del Paese e incisività reale dell'elettore nelle scelte determinanti per il futuro della nazione". Questi i motivi per cui Azione giovani-Giovani Pdl dichiarano di sostenere il "sì" ai tre quesiti referendari e "invitano i militanti e la cittadinanza tutta a recarsi alle urne per dare al Paese una nuova legge elettorale e restituire l'ultima parola agli elettori". Dell'argomento referendum si è discusso a Reggio Calabria. All'incontro ha partecipato il presidente provinciale di Azione giovani e dei Giovani del Pdl, Francesco Spanò. "Questa scelta - ha detto Spanò - è la logica conseguenza dell'impegno profuso dal movimento nella raccolta delle firme a sostegno del referendum su tutto il territorio provinciale. Dire sì ai primi due quesiti significa garantire all'Italia un futuro bipartitico e dunque di governi stabili e decisionisti, sottratti al continuo ricatto di cespugli e partiti a mera rilevanza regionale. Un'Italia a due partiti è il miglior viatico ad una riforma presidenzialista della repubblica". Il coordinatore cittadino di Azione giovani, Antonio Sgrò, ha incentrato il suo intervento sul terzo quesito. "Dire sì all'abolizione delle candidature multiple - ha detto Sgrò - significa mettere fine all'usanza di lasciare al cosiddetto capolista il compito di decidere chi possa sedere in parlamento e chi no, e tutto questo all'indomani del voto. Se il sistema delle liste bloccate in alcune regioni del sud ha volutamente contribuito a eliminare fenomeni di voto di scambio e clientelismo, ciò non significa che il medesimo sistema debba dare vita alla pratica abusata dell'acchiappavoti". Il coordinatore regionale di Azione giovani e presidente regionale dei Giovani del Pdl, Daniele Romeo, ha concluso l'incontro ricordando che "come dimostrato anche dall'elezione di Sergio Silvestris alle ultime europee, i giovani di destra non temono il confronto a suon di preferenze, ma ciò non toglie che a livello regionale il meccanismo delle liste bloccate potrebbe essere un'ottima scelta, soprattutto dopo lo scempio del consiglio regionale più inquisito d'Italia. Un sistema elettorale del genere in vigore anche solo per una o due tornate elettorali darebbe ai partiti la massima responsabilità nella selezione della propria classe dirigente, favorendone il ricambio e ringiovanimento" Rifondazione “Non votare o votare no”. "Il 21 giugno diciamo 'no' ai referendum elettorali rifiutando di parteciparvi e chiamando al rispetto del pluralismo democratico tutti i cittadini di buona volontà". Così, in una nota, il segretario provinciale del Prc di Reggio Calabria, Antonio Larosa, il quale rende noto che nei giorni scorsi si è riunito il comitato provinciale "per discutere dell'esito del voto del 6 e 7 giugno scorsi". "La democrazia italiana - prosegue il comunicato - non può e non deve ridursi ad un sondaggio fra Berlusconi (che con il 'si' al referendum diventerebbe pressoché imbattibile) e un Pd onnivoro che monopolizzi l'opposizione e cancelli definitivamente la sinistra italiana". "La nostra avversione - aggiunge - ai quesiti referendari nasce da ragioni politico-istituzionali estremamente serie: infatti, se dovesse vincere il 'si', la conseguenza non sarà il superamento dell'orrenda legge elettorale attualmente in vigore (il cosiddetto 'Porcellum') bensì il riconoscimento di un premio di maggioranza assoluta alla lista (non ad una coalizione di liste) che otterrà la maggioranza relativa dei voti (qualunque essa sia)". Nel corso della riunione del comitato provinciale, "la discussione ha spaziato - è detto nella nota - sulle dinamiche elettorali delle europee appena passate, dall'insuccesso della Lista Comunista su scala nazionale (3,4% e nessun parlamentare europeo eletto) alla splendida affermazione ottenuta invece a livello provinciale e regionale (rispettivamente, 8,1% e 6,7%, i dati migliori di tutt'Italia)". "Due - aggiunge il comunicato - sono state le indicazioni unanimi della discussione: l'importanza di un partito e di candidature radicati territorialmente, capaci di parlare ad ampi settori della società e di produrre iniziativa sociale a stretto contatto con i bisogni dei cittadini; la necessità di proseguire con l'esperienza della Lista Comunista, creando un coordinamento stabile Prc-Pdci-Socialismo2000 e aprendo ad un dialogo unitario con tutte le altre forze della sinistra alternativa politica e sociale (da 'Sinistra e Liberta'' di Vendola al Pcl di Ferrando, dalla sinistra Cgil al sindacalismo di base, dall'associazionismo democratico a singoli intellettuali, ecc.)". "Al termine della riunione - conclude la nota - è stato approvato un ordine del giorno in cui si manifesta il 'no' al referendum elettorale del 21 giugno, con l'impegno per i circoli e i militanti del Prc a non partecipare alla votazione e l'invito ai militanti del Pd di non seguire le direttive nazionali e di contribuire anche loro al fallimento del referendum"
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del 28/01/2004
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