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Nuova dirigenza alla sanità regionale

 

La Regione nomina il nuovo direttore generale ed i dirigenti della sanità

31/01 E' Gianfranco Di Nino, professore ordinario di Anestesiologia e Rianimazione e direttore del Dipartimento Universitario di Scienze Chiururgiche e Anestesiologiche dell'Università degli Studi di Bologna, il nuovo direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria. Lo ha nominato la giunta regionale riunita oggi, sotto la presidenza di Agazio Loiero, che ha affrontato il problema della sanità in Calabria dopo le ultime vicende di cronaca e l'azzeramento dell'Assessorato alla sanità dove sono stati nominati nuovi dirigenti di settore. Questo il curriculum vitae del nuovo Direttore generale. Nato a Pescara il 19.01.1945. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato, il 22.7.1968, in Medicina e Chirurgia nell'Università degli Studi di Bologna. Dopo la laurea ha frequentato, come Assistente Volontario l'Istituto di Semeiotica Medica del Policlinico S. Orsola. Dal 1.1.1971 al 31.8.73 è stato Assistente Incaricato Ospedaliero presso la Cattedra di Anestesia e Rianimazione dell'Università degli Studi di Bologna. Dal 1.9.73 al 5.10.76 Assistente Ordinario Universitario di Anestesiologia e Rianimazione. Dal 6.10.76 al 9.10 83 Assistente Ordinario con qualifica di Aiuto. Dal 10.10.83 al 31.10.90 Professore Associato di Terapia Intensiva presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Bologna. Dal 1.11.90 al 31.10.93 Professore Straordinario di Anestesiologia. Dall' 1.11.93 a tutt'oggi Professore Ordinario di Anestesiologia e Rianimazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Bologna. Il Prof. Di Nino dal 1.11.1990 è Direttore della Unità Operativa "Anestesiologia" del Policlinico S. Orsola - Malpighi. Direttore, dal 1.11.1999 al 2005 ,della Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione dell'Università degli Studi di Bologna; scuola certificata UNI EN ISO 9002-1994 dal CERMET. Docente di "Terapia del Dolore" agli Studenti del Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia. Direttore del Master di Assistenza infermieristica - Area critica con indirizzo in Terapia, Intensiva, Chirurgia , Emergenza Sanitaria , Hospice e HomeCare. Il Prof. Di Nino dall'1.11.99 per Decreto del Ministro per gli affari regionali rappresenta il Ministro per la Funzione Pubblica nel Gruppo di Lavoro per l'espletamento delle attività istruttorie correlate all'esercizio delle competenze attribuite alla Conferenza Stato-Regioni in materia di sperimentazioni gestionali dall'art. 9 bis del D.L. 30.12.92, n. 502 come sostituito dall'art. 10 del D.L. 19.6.1999, n. 229. Il Prof. Di Nino con atto deliberativo di Giunta Regionale dell'Emilia-Romagna n. 1454 del 17.07.01 è stato nominato a far parte della equipe di esperti per il progetto speciale "Valutazione delle esperienze di collaborazione pubblico-privato" come previsto nel documento di politica economico-finanziaria 2001-2003 della Regione Emilia Romagna. Il Prof. Di Nino dal novembre 2001 ha la delega permanente del Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia a rappresentarlo alle Adunanza dei Presidi delle Facoltà Medico-Chirurgiche. Il Prof. Di Nino con atto deliberativo di Giunta Regione Emilia Romagna n. 2002/1072 del 17.06.02 è stato nominato componente esperto della Commissione Regionale per l'Educazione Continua in Medicina e per la salute (Commissione Regionale ECM). Dal 1999i prof. Di Nino collabora in qualità di consulente con l'Assessorato per l Politiche della Salute della Regione Emilia Romagna e in particolare con l'Agenzia regionale per i servizi sanitari su importanti progetti strategici. Sul piano scientifico il Prof. Di Nino è autore di oltre 200 pubblicazioni a stampa, atti di convegni e congressi nazionali e internazionali, capitoli di libri e testi. E' altresì socio di numerose società scientifiche nazionali (S.I.A.A.R.T.I., A.I.S.D, S.I.T.I.)

Nominati i nuovi dirigenti. La Giunta regionale ha assegnato i nuovi dirigenti al Dipartimento "Tutela della salute", in sostituzione di quelli trasferiti ad altri settori degli uffici regionali. Sono, ad interim, i Dirigenti generali Carmine Barbaro e Laura Mancuso, e, poi, i dirigenti Salvatore Alcaro, Gabriella Rizzo e Raffaele Niccoli, mentre resta, nello stesso Dipartimento, Rosanna Maida.

Iovene (SD) “Un organismo indipendente di controlli agli ospedali”. "E' giusta la proposta avanzata dal presidente della Commissione Sanità del Senato, Ignazio Marino, per l'istituzione di un organismo indipendente di controllo degli ospedali". E' quanto afferma, in una nota, il senatore di Sd, Nuccio Iovene. "Un organismo indipendente - prosegue Iovene - in grado di svolgere quotidianamente, e non solo in caso di emergenze, funzioni di controllo, accertamento della qualità dei servizi, delle prestazioni, della sicurezza e del rispetto delle procedure all'interno degli ospedali e dell'intero sistema sanitario nazionale. Sarebbe un esempio di buona politica intervenire su questo punto rapidamente". "Il rapporto dei Nas sulla situazione degli ospedali italiani - sostiene ancora Iovene - e quanto sta emergendo in Calabria, regione nella quale sono eletto, negli accertamenti che sta svolgendo il Prefetto Serra, ampiamente riportati dalla stampa locale e nazionale, dicono chiaramente quanto l'istituzione di questo organismo indipendente sarebbe urgente. Un modo questo per tentare di prevenire anziché intervenire a posteriori in casi analoghi a quelli di malasanità che si sono registrati negli ultimi tempi". "Un forte deterrente - conclude Iovene - affinché le strutture ospedaliere e le aziende sanitarie si dotino di strumenti idonei a promuovere, controllare e valutare la qualità e la sicurezza delle loro prestazioni. Pur in un momento così delicato per la stessa esistenza della legislatura mi auguro che la proposta del collega Marino non resti inascoltata"

Morelli (AN), Il Consiglio spezzi il legame Regione-Governo-Aziende. "Spezzare le catene che legano indissolubilmente e pervicacemente il governo della Regione con il governo delle Aziende sanitarie: se spezziamo questo legame, che finora ha provocato solo danni, forse riusciamo a riannodare quello con i cittadini". E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale di An, Franco Morelli. "Il Consiglio regionale di domani - prosegue Morelli - rappresenta una occasione, non coglierla sarebbe criminale; l'auspicio è che la politica faccia un passo indietro dalla gestione e due in avanti verso la responsabilità di programmare ed ottenere risultati. E' evidente che la nostra volontà di consiglieri d'opposizione non è mai stata quella di essere facili profeti, tanto meno profeti di sventura; tuttavia il ripetere continuo, da mesi, che la situazione della sanità calabrese era da qualificare come anticamera dello sfascio più completo non era l'esercizio polemico di chi, investito di un ruolo politico contrapposto, utilizzava argomenti più o meno apocalittici per contrastare un'azione di governo. Intanto, perché non c'era l'azione di governo e poi perché, complessivamente, i segnali che giungevano facevano facilmente intravedere la possibilità, o meglio, il rischio di uno crollo del sistema; la mancata predisposizione di un piano sanitario, il rapporto conflittuale e pregiudizialmente ostile nei confronti della sanità privata, la generale sfiducia di quanti nelle strutture sanitarie calabresi lavorano con professionalità e dedizione, erano e sono elementi che forniscono la brutta cornice nella quale, sventuratamente e tragicamente, la cronaca ha segnalato fatti di gravità inaudita". "Se a ciò aggiungiamo - sostiene ancora Morelli - la necessità ravvisata dal Governo nazionale di nominare una commissione, autorevolmente guidata dal Prefetto Serra, che verificasse i termini di quella che lo stesso ministero della salute definisce emergenza, e le risultanze emerse in queste ore dalle ispezioni dei Nas il quadro emerge in tutta la sua drammaticità. In passato, almeno per quanto ci riguarda, abbiamo segnalato la possibilità e, con ancora più forza, evidenziato la necessità di affrontare la questione sanità non con provvedimenti manifesto, vedi abolizione ticket, o ancor più gravemente assumendo decisioni repentine per attenuare lo sdegno ed il clamore dell'ennesima tragedia consumatasi in uno piuttosto che nell'altro ospedale; la tolleranza zero, di cui molto si è discettato, è forse l'espressione più mediaticamente efficace ma concretamente non la più corretta, cos'altro ci vuole se non estremo rigore per le disfunzioni che si verificano in strutture destinate a garantire il diritto alla salute, è inutile persino affermarlo, dovrebbe essere naturale e scontato". Per il consigliere regionale di An "le espressioni più corrette, invece, avrebbero dovuto essere progetto radicale, intervento condiviso, corresponsabilità politica e distinzione gestionale, verifica complessiva ed azioni risolutive; d'altro canto se un paziente inspiegabilmente muore in un reparto e si ipotizzano responsabilità soggettive e disfunzioni strutturali, i cittadini, dopo il dolore, lo sdegno e la preoccupazione, interrogano la politica nel suo complesso. E' evidente che la responsabilità immediata, se il sistema non funziona e se all'interno di esso si verificano fatti inqualificabili, ricade su chi materialmente ha la responsabilità di governo, su chi indica la guida gestionale, su chi programma investimenti e destina le risorse; ma ovviamente chi non ha dirette responsabilità di governo non può dire semplicemente, non è affar nostro perché non governiamo. L'atteggiamento di una classe dirigente, matura e responsabile, che legittimamente ambisce ad assumere la guida della regione deve essere quello di chi sa bene che se la sanità calabrese è in crisi non è un problema del presidente della giunta regionale e della maggioranza che governa, è innanzitutto ed esclusivamente un problema dei calabresi, comunque votino". "Detto questo - sostiene ancora Morelli - ritengo che il Consiglio regionale, appositamente convocato per discutere di sanità, abbia la possibilità di dare un segnale positivo, di assumersi completamente la responsabilità di essere luogo della rappresentanza, di restituire credibilità alla classe politica e fiducia ai calabresi. C'é la necessità non di un 'guizzo' o di uno scatto d'orgoglio, molto più semplicemente c'é la necessità di recuperare un po' di dignità; l'opposizione ha il dovere di contribuire non con la polemica sterile ed opportunistica, che non serve a nessuno tanto meno a noi stessi, ma con la consapevolezza di contribuire, dissentendo, criticando ma anche proponendo, al governo generale di un settore in drammatica crisi. La maggioranza ma soprattutto il governo regionale, però, non ha più lo spazio per interpretare il proprio ruolo senza l'umiltà che dovrebbe contraddistinguere che ha la certezza che quanto sin qui fatto non ha prodotto alcun risultato apprezzabile; ormai infatti è evidente che la sanità non può essere intesa come campo di battaglia per il consenso politico, non lo può più essere perché non funziona l'intero sistema e soprattutto perché sul campo di battaglia giacciono morti vere che chiedono giustizia"

Corbelli “Ignorato il pdl sul garante della salute”. "La stampa nazionale si è letteralmente scatenata contro la Calabria e la sanità di questa regione mentre si ignora volutamente di riferire che la regione, primo e unico caso in Italia, può contare sulla proposta di legge per l'istituzione del Garante della Salute". E' quanto afferma, in una nota, il leader di Diritti civili, Franco Corbelli. "Ancora un volta - prosegue Corbelli - si spara sulla Calabria, presentandola come la terra della mala (e onorata) sanità, dimenticando di dire che in questa regione si sta faticosamente cercando di portare avanti una azione di legalità, rinnovamento e moralità. Sembra che in Italia la malasanità esista solo in Calabria". "Si criminalizza questa regione - sostiene ancora Corbelli - si dà della Calabria un'immagine negativa, catastrofica e distorta, creando danni devastanti, e si nasconde il fatto nuovo, eclatante e rivoluzionario, ovvero l'istituzione del Garante della Salute, un esempio di buona sanità, destinato ad essere un modello e un riferimento non solo per la Calabria ma per l'intero Paese". "La proposta del Garante della Salute della Calabria, promossa dal leader di Diritti Civili e approvata giovedì scorso dal Consiglio Provinciale di Cosenza - conclude Corbelli - è stata subito trasmessa al presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, per diventare, così come previsto dal nuovo statuto regionale calabrese, legge dello Stato".

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