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Notizie dalla Regione

 

Borrello lascia la vicepresidenza e l’Udeur

08/02 "Ho difficoltà a far conciliare questa grande dicotomia: stare a Roma con il centrodestra e in Calabria con il centrosinistra". Antonio Borrello, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, si dice rammaricato mentre preannuncia l'abbandono dei Popolari Udeur, alla vigilia del consiglio nazionale del partito. "Domattina - afferma - farò pervenire a Mastella una lettera in cui spiego il senso della mia decisione. Mi dispiace. E' con rammarico che lascio il partito e Mastella che stimo. Tuttavia, per quanto mi riguarda ho militato con grande lealtà e qualche risultato lo abbiamo ottenuto. Quello che non si può fare, comunque, è andare contro le proprie idee e la propria storia". "Del resto - conclude Borrello - nemmeno Mastella potrà dirsi sorpreso di questa mia scelta. Da quando l'ho conosciuto gli ho detto che la mia scelta all'interno dell'Udeur era legata all'appartenenza al centrosinistra". Nella regione dove Mastella è stato eletto e dove l'Udeur ha percentuali ragguardevoli il clima è d'attesa. A Benevento ci sarà il commissario regionale del partito, il deputato Ennio Morrone. "Le alleanze locali? Abbiamo preso - dice - degli impegni con gli elettori e gli orientamenti sono per mantenerli. Anche dove siamo determinanti non porremo problemi. E' prematuro anticipare alcunché ma l'umore del corpo del partito calabrese, al di là di qualche prevedibile defezione, è quello di non abbandonare". Anche l'assessore regionale al Turismo Pasquale Tripodi parteciperà al Consiglio nazionale dell'Udeur. "Il principio - spiega - è quello di capire le motivazioni del passaggio da una parte all'altra. Il problema è squisitamente politico: non si tratta di rimanere o meno in giunta, quello è il meno. Voglio capire il percorso e la direzione: che senso avrebbe politicamente stare in due coalizioni diverse". "Non potrò essere presente ma sarò comunque in costante contatto", assicura il consigliere regionale Domenico Tallini. "La scelta di collocarsi nel centrodestra è, per me, un fatto positivo. In Calabria non ritengo possa essere definito uno scandalo rimanere nella maggioranza che abbiamo contribuito a far vincere. Noi, come ci ha già detto Mastella, non lo metteremo in discussione a meno che il problema non lo pongano altri". E' sospeso dal partito perché coinvolto in due inchieste della Dda di Catanzaro Franco La Rupa, anche lui consigliere regionale. "Non sarò lì ma sono molto interessato - dice - a conoscere quale sarà la linea del presidente Mastella. Solo dopo mi regolerò". Chi è invece già approdato ad altri lidi, l' Idv, è l'europarlamentare Armando Veneto, mentre è incertissimo il clima in comuni e province della Calabria dove l'Udeur è in maggioranza con assessori e vicesindaci in giunte di centrosinistra.

Coldiretti “Dare regole per i centri commerciali”

08/02 "E' necessario inaugurare una stagione di regole certe e condivise che devono andare nella prospettiva di creare sviluppo e benessere diffuso per cominciare a creare il 'sistema Calabria'". E' quanto si afferma in una nota della Coldiretti. "Avevamo apprezzato e sostenuto - prosegue la nota - l'iniziativa della seconda Commissione del Consiglio Regionale che nella seduta del 13 marzo scorso aveva approvato all'unanimità un emendamento teso ad abrogare il secondo comma dell'art. 29 della Legge regionale 1/06, Collegato alla manovra finanziaria regionale 2006, che di fatto autorizzava l'apertura di altri centri commerciali nella Regione senza alcuna analisi della situazione e con un provvedimento, come denunciato dalle organizzazioni dei commercianti, calato dall'alto". "Una norma che, per addolcire la pillola - prosegue la nota di Coldiretti - era passata con la motivazione di favorire e incentivare la riqualificazione di aree urbane degradate o aree con attività dimesse da riconvertire. Forse la Legge di iniziativa popolare, 18mila firme di cittadini calabresi, presentata a dicembre 2006 in Consiglio regionale sul consumo dei prodotti calabresi, che prevede tra l'altro, norme che i centri commerciali devono rispettare non viene portata all'esame dell'Assemblea forse perché crea problemi alle lobbies interessate". "La Coldiretti - conclude la nota - ritiene che è necessario far conoscere le peculiarità dei prodotti locali e sostenerne il consumo anche attraverso la rete commerciale operante nell'ambito della Regione e per questo, collegare le eventuali licenze anche di ampliamento di centri commerciali e grandi strutture di commercializzazione a mettere in vendita una determinata percentuale di prodotti agroalimentari regionali".

Il PD a sostegno della Giunta regionale

08/02 Si è riunito oggi il Comitato politico del Pd calabrese. Sulla base di una relazione del Segretario regionale Marco Minniti si è discusso della fase politica che porterà alle elezioni del 13 aprile. La scelta di andare al voto con una legge elettorale da tutti considerata sbagliata e definita una "porcata" dagli stessi che l'hanno scritta e votata rischia di essere l'ennesima occasione persa della Politica italiana. Il Pd, ha detto Minniti, non si rassegna a riproporre un bipolarismo rissoso con alleanze costruite esclusivamente "contro" e poi non in grado di governare con la necessaria coesione. Il rischio, poi, che si riproponga al Senato una situazione di instabilità è altissima. Il sistema politico italiano rischia di implodere nella sua incapacità di decidere e di impantanarsi nella lentezza delle sue procedure e dei suoi regolamenti parlamentari. Minniti ha sottolineato come la proposta del Pd di presentarsi agli italiani con il proprio simbolo ed il proprio programma, corrisponda ad una scelta strategica. Il fatto che il solo annuncio abbia determinato nella coalizione di centro-destra un sommovimento i cui esiti, in queste ore, non sono prevedibili, testimonia della validità di questa impostazione e di quanto corrisponda al sentire degli italiani. In questo quadro il Pd si pone come l'unica alternativa alla crisi del sistema politico italiano. Il Paese ha bisogno di una nuova politica che rompa con la frammentazione e i veti incrociati e che si candidi a guidare il paese e ad attuare le riforme che sono ormai indispensabili. La partita è aperta, ha sottolineato Minniti, il Paese capirà, per questo il partito democratico si candida per vincere. L'ampio dibattito che ha seguito la relazione ha registrato una convergenza ampia e convinta. Nel corso della riunione è venuta la forte esigenza di sostenere l'esperienza regionale ed insieme di tendere sempre di più "l'arco riformatore" anche con scelte di radicale innovazione. In questa direzione ci si è già mossi con l'azzeramento dei vertici dell'assessorato alla Sanità. Si tratta, dunque, di affrontare un doppio livello di iniziativa. Sul terreno del Governo, con l'approvazione del Piano Sanitario, del Piano dei rifiuti. Rendendo, inoltre, immediatamente operativa la Stazione Unica Appaltante (aprendo - nel frattempo - un confronto con il governo per superare le osservazioni della impugnativa che, in ogni caso, è bene ricordarlo, non sospende la efficacia della legge). Sul piano più propriamente istituzionale, è necessario aprire una sessione costituente del Consiglio regionale per affrontare rapidamente la riforma dello Statuto e la riforma della legge elettorale regionale. Si è infine deciso di portare avanti il processo di costruzione del partito accompagnandolo al più largo coinvolgimento nella formazione delle liste del Pd calabrese. Una nuova fase di partecipazione e protagonismo dei calabresi è indispensabile in una battaglia difficile ma aperta ed esaltante.

Feraudo “Serve impegno comune per la sicurezza”

08/02 "Esiste un'emergenza in più nella Sibaritide. L'ordine pubblico mette i brividi alla gente del territorio". A sostenerlo, in una nota, è il capogruppo di Italia dei Valori alla Regione, Maurizio Feraudo. "Da Corigliano e dalla Piana di Sibari nel suo complesso - prosegue Feraudo - mi giungono di continuo numerose richieste di aiuto. Ciò accade soprattutto negli ultimi tempi e mi mette non poca ansia addosso. Nella fattispecie, si tratta di gente perbene che vive male la sua esistenza da queste parti e chiede che lo Stato sia meno pigro. Vogliono, insomma, più postazioni di Polizia e giudici più sul campo, più presenti e vicini. Non hanno torto a esigere tanto". "A loro, però, - sostiene ancora il capogruppo di Idv alla Regione - spesso replico che non basta lo Stato per sconfiggere il malaffare. Che lo Stato siamo davvero noi, tutti, che bisogna rimboccarsi le maniche e combattere in prima persona. Che non si può sempre e soltanto avere paura, pure se è comprensibile averne e tanta da noi. Dico, in pratica, che i calabresi hanno ormai l'onere di non delegare e basta. Che devono essere protagonisti della propria storia. Che l'omertà deve essere un ricordo". "Non è facile, lo so - prosegue Feraudo - me lo spiegano gli amici della Piana di Sibari e io non posso dare loro torto. Ma deve essere un motivo per combattere con più forza e anche rabbia, questa consapevolezza. Non certo la motivazione dell'ulteriore e fatale resa. Piano piano ci possiamo riuscire. Cominciando a fidarci dello Stato che esigiamo. E di noi stessi. La Piana di Sibari ha valori alti da sfruttare. E' un potenziale che la mafia ci uccide. Non permettiamolo più. Tutti assieme alziamo la testa. Non sarà una passeggiata. Ma dobbiamo farlo. Per noi. Per un futuro meno disgraziato del presente e del passato"

Il PdCI a Maiolo “Realizzare il piano sociale”

08/02 Una richiesta all'assessore regionali alle Politiche sociali, Mario Maiolo, ''di compiere uno sforzo ulteriore, di richiamare al senso di responsabilita' comune e dare alla Calabria, finalmente, il Piano Sociale Regionale'' e' stata avanzata'' e' stata fatta dal responsabile regionale Politiche sociali del Pdci della Calabria, Pasquale Neri. Si tratta, ha aggiunto, di ''un punto di arrivo di un percorso lungo e travagliato, un punto di partenza per cominciare a dare altri sensi e significati alla domanda di diritti che si leva dalla gran parte dei calabresi''. ''Molti mesi, troppi - ha sostenuto Neri - sono passati dalla presentazione del Piano sociale al Centro agroalimentare di Lamezia, troppi mesi che hanno visto il popolo del terzo settore e il mondo degli esclusi della nostra regione attendere invano. Prima una crisi ai limiti del comprensibile, poi le dimissioni dell'assessore alle Politiche sociali ora le deleghe 'in comproprieta'' fra presidente e vicepresidente della Giunta. Per noi Comunisti italiani e' arrivato il momento di mettere fine all'odissea del Piano sociale regionale, dare una accelerata decisiva alle audizioni delle Commissioni consiliari, finalmente messe in condizioni di lavorare e arrivare ad una sua approvazione la piu' celere possibile''. ''Certo - ha proseguito - qualche miglioramento sarebbe ancora possibile, l'integrazione con il Piano sanitario regionale per esempio, ma il testo che ha raccolto la maggioranza dei consensi nell'assemblea di Lamezia, da' gia' sufficienti indicazioni per una inversione di tendenza culturale e organizzativa al sistema delle politiche e dei servizi sociali calabrese. Uno fra tutti: la sostituzione delle prestazioni economiche con l'erogazione dei servizi. Questo sarebbe un primo passo per arrivare ad un uso completo ed efficace delle risorse che altrimenti rischiano di essere sempre insufficienti. Si darebbe avvio alla fase di ideazione e costruzione dei Piani di Zona, strumenti per una effettiva partecipazione delle comunita' territoriali al governo delle politiche sociali''. ''Si tratta, nel concreto - ha sostenuto Neri - di cominciare a dare risposte alla domanda posta da uno dei relatori ad un recente convegno di presentazione di una ricerca sulle poverta', condotta da Caritas italiana e Fondazione Zancan: come mai i politici e la Chiesa non pongono l'accento sui problemi della poverta'? Le ipotesi di risposta affidate alla riflessione dei numerosi presenti furono quattro: esiste un problema di redistribuzione di risorse che non si vuole affrontare; si e' accettata l'idea che le regole intrinseche del mercato potessero rispondere a questo problema; si e' pensato che la solidarieta' spontanea potesse bastare per affrontarlo; si e' caduti nell'errore di considerare la poverta' un dato ineliminabile del sistema economico, una sorta di tributo, i poveri appunto. Come Comunisti italiani non solo condividiamo queste riflessioni, ma affermiamo che altro non siano che un modo per esplicitare i principi contenuti nell'articolo 3 comma 2 della Costituzione Italiana di cui ricorre il 60/mo anniversario''.

 

 

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