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Crisi Regione, Loiero replica a Minniti, aspetto il Consiglio

 

Loiero replica duro a Minniti “dopo il dibattito in Consiglio deciderò”. Lamonica (CGIL) “Legislatura consumata”. IDV "Nessuna decisione"

18/02 "Ritengo importante un confronto serrato su quanto è stato fatto e su quanto è stato programmato dal nostro insediamento a oggi. E lo faremo non appena il presidente del Consiglio regionale deciderà la data del dibattito a suo tempo da me richiesto. Sarà sulla base degli esiti di questo confronto che stabilirò, tenendo conto le convenienze dei calabresi, la durata della legislatura". Lo ha detto Agazio Loiero, presidente della Regione Calabria, che questa mattina di buon'ora è tornato al lavoro nel suo ufficio a Palazzo Alemanni. "Capisco che la responsabilità della decisione, visto che nelle Regioni non esiste un livello sovraistituzionale in grado di stabilire una data - ha aggiunto Loiero - purtroppo, dico purtroppo perché ne avverto drammaticamente il carico, pesa tutta ed esclusivamente sulle mie spalle e ciò impone una riflessione serena e scevra quanto più possibile di passioni ed emotività. Ma alla fine bisognerà pur decidere ed io avrò come unico obiettivo i vantaggi dei cittadini, che al momento non so se coincidano con lo scioglimento immediato del Consiglio, il prosieguo dell'esperienza attuale o il voto tra un anno". Secondo Loiero non è secondaria anche una riflessione politica in vista delle prossime elezioni politiche per non disperdere il patrimonio di consensi che i calabresi ci hanno affidato. "Voglio ricordare - ha detto ancora il presidente della Regione Calabria - che abbiamo vinto le elezioni regionali del 2005 con 20 punti percentuali in più sul centrodestra, che alle elezioni politiche del 2006 in Calabria, dopo un anno e qualche mese di esperienza di governo del centrosinistra, la coalizione ha mantenuto, unica regione dalla Toscana in giù, un vantaggio di 17 punti, che al referendum costituzionale del 2006 in Calabria si è registrata la più alta percentuale di no, ben l'82 per cento. E' anche tutto questo che il centrosinistra deve tenere ben chiaro in vista di una competizione assai delicata e del tutto inedita rispetto alla geografia politico-elettorale che negli ultimi giorni si va delinenando. Perciò voglio richiamare l'attenzione, specialmente della mia parte politica, il centrosinistra, sul fatto che malgrado i grandi drammi che si sono abbattuti sulle istituzioni calabresi - omicidi, arresti, indagini, in gran parte scaturenti dalla passata legislatura; i sondaggi pubblicati sabato dal Sole-24 ore e domenica dal Corriere della Sera, al Senato danno la Calabria in bilico tra centrodestra e centrosinistra. Dopo tutto quel che è avvenuto, è un dato positivo di cui tenere conto".

Lamonica (CGIL) “Legislatura consumata”. "Oramai bisogna prendere atto che la vicenda, complessa e difficile, di questo governo regionale è finita e la legislatura di fatto si è consumata". E' quanto afferma in una nota il segretario regionale della Cgil, Vera Lamonica, circa la situazione politica alla Regione. "Il sistema politico - prosegue - mostra per intero la profondità della sua crisi di legalità, di moralità e di etica pubblica e sta vivendo una caduta verticale di credibilità che, se non affrontata con decisioni chiare e forti di cambiamento, rischia di accentuare i già visibili segni di difficoltà nella tenuta istituzionale, cosa che la fragile democrazia calabrese non può assolutamente sopportare. Non da oggi affermiamo che il tema di fondo della Calabria è la legalità. E' evidente che la penetrazione della criminalità, nella politica come nell'economia e nell'amministrazione, è molto profonda e viene da lontano. Quello che è arrivato al capolinea non è solo un'esperienza di governo, che può formalmente sciogliersi subito o durare ancora qualche mese, ma tutto un modo di fare politica e di gestire l'amministrazione pubblica di cui l'intera classe politica attuale, di tutti gli schieramenti, porta la responsabilità". "Responsabilità - aggiunge Lamonica - che in parte anche la politica nazionale deve assumersi per avere, per lungo tempo, considerato la Calabria un luogo diverso dal resto dell'Italia, con la quale non sporcarsi le mani, e per non avere adeguatamente censurato il trasversalismo strutturale che ha minato fin dall'inizio questa legislatura. Sarebbe buon senso certamente definire e realizzare alcuni provvedimenti importanti prima di sciogliere il consiglio regionale, soprattutto , oltre al bilancio, il Piano Sanitario ed il Piano per il Lavoro, nonché il completamento della Programmazione dei Fondi Strutturali e l'impegno delle somme del Fse che si rischia di perdere già ora. Se questa sarà con chiarezza la decisione delle forze politiche il sindacato come sempre farà la sua parte nel sostenere l'impegno di definizione dei contenuti concreti. Del resto questi, insieme ad altri, erano i temi a base dello sciopero generale del 19 giugno scorso che propose, con la forza della mobilitazione sociale, una richiesta di svolta nei contenuti e nei metodi dell'azione di governo che la Giunta regionale non è stata in grado di cogliere". Il segretario regionale della Cgil, inoltre, evidenzia che "temiamo però che i nodi non si sciolgano e che la spinta degli interessi di parte possa determinare una situazione solo apparentemente rivolta al fare che produrrebbe non solo il prosieguo della paralisi legislativa, ma una lunghissima campagna elettorale che si giocherebbe ancora sulla pelle dei calabresi. Intanto sarà anche decisivo nel nostro giudizio il segnale che verrà dalla composizione delle liste per le elezioni politiche, liste che ci auguriamo, in tutti i partiti, libere da condizionamenti di mafie, massonerie e zone grigie. Si rischi di perdere piuttosto che praticare il voto di scambio che ha inquinato la politica, corroso la democrazia e reso troppo spesso sudditi tanti cittadini in stato di bisogno. In Calabria i partiti devono darsi un codice etico rigoroso ed impegnativo. Non si può essere ad esempio rappresentanti del popolo nelle istituzioni e contemporaneamente avere interessi diretti o indiretti in società che vivono di commesse pubbliche". "La serietà della situazione esige - conclude - un grande protagonismo della società civile, della cultura, dei giovani e delle donne, del mondo del lavoro, nel suscitare dibattito e presa di coscienza che si può essere protagonisti della costruzione di un futuro possibile e che bisogna guardare già oltre l'oggi, altrimenti si rischia che se anche si votasse domani si creino le condizioni non di un vero rinnovamento ma della rileggittimazione dello stesso ceto politico"

IDV: Nessuna decisione sulla Regione. "Non c'é affatto 'tempesta' all'interno di un Partito se proposte concrete non vengono condivise da tutti ma, al contrario, c'é soltanto dialettica positiva e, quindi, costruttiva". E' quanto afferma un comunicato di Italia dei Valori in relazione alle dichiarazioni di Giovanni Benincasa e Mario Domanico, in merito alla posizione del partito sulla Giunta regionale. "Si precisa - è scritto nella nota - che gli amici Domanico e Benincasa sono due consiglieri comunali di Santo Stefano di Rogliano, iscritti al partito Idv Calabria, ma non facenti parte ancora del coordinamento regionale. Essi sono stati proposti ad essere cooptati secondo lo statuto ma, tuttavia, non vi è stato un provvedimento formale". "Per quanto riguarda la posizione di Idv nei confronti della Giunta regionale - prosegue il comunicato del partito - la relazione del segretario Aurelio Misiti, approvata dal Direttivo e riassunta dal comunicato stampa, conteneva sia l'analisi critica che l'auspicio di elezioni anticipate nel mese di novembre o in primavera, naturalmente dopo aver varato alcune leggi essenziali per superare la pesante crisi in cui si trova la Calabria". "E' importante - conclude la nota - non prendere posizioni condizionate da interessi personali. Si ricorda, altresì, che il giorno successivo alla riunione del nostro organismo dirigente anche il Pd, nostro alleato e primo partito della maggioranza in Calabria, ha assunto analoghe posizione in merito alle elezioni regionali".
Domanico e Benincasa “Mistero sulla cooptazione”
''Delle due l'una: o l'Italia dei Valori della Calabria ha sparato una bufala dichiarando spudoratamente il falso, oppure con noi e' stata talmente sleale e scorretta da farci credere di essere stati formalmente ed ufficialmente cooptati nel Comitato Direttivo regionale di Italia dei Valori mentre, nella realta', ne siamo fuori''. E' quanto affermano in una nota Giovanni Benincasa e Mario Domanico circa una nota di Italia dei Valori sulla situazione politica regionale. ''In tal caso - proseguono - avremmo, per essere stati indotti in errore, millantato una carica che non ci apparterrebbe. Tuttavia, poiche' quanto dichiarato oggi in un comunicato a firma di una non meglio identificata 'Italia dei Valori', in cui testualmente si afferma che 'gli amici Domanico e Benincasa non fanno ancora parte del coordinamento regionale' e che 'non vi e' stato un provvedimento formale' di cooptazione, non e' suffragato dagli atti ufficiali, dobbiamo ritenere prevalente la prima delle suindicate ipotesi. Infatti, le speculative e false dichiarazioni circa la nostra non formale cooptazione nel Direttivo regionale del partito trovano la smentita, clamorosa, sia nel sito nazionale di Italia dei Valori che in quello provinciale di Catanzaro, e, ancora di piu', nel sito personale del Coordinatore regionale, che ne ha fatto il sito ufficiale del partito. Basta, infatti, cliccare su uno di questi siti - www.italiadeivalori.it, www.catanzaro.antoniodipietro.it, www.aureliomisiti.it - per avere la conferma che sia Mario Domanico sia Giovanni Benincasa risultano essere componenti a pieno titolo del Comitato direttivo di Italia dei Calabria''. ''Evidentemente - aggiungono - chi ha diffuso quella improvvida nota stampa oltre a non essere incline alla democrazia, mal sopporta la contestazione interna, anche in relazione a fatti, come quelli rispetto a cui abbiamo preso le distanze, che non hanno assolutamente trovato il conforto dell'esecutivo regionale. Ora, dopo quanto e' stato affermato in notizie di stampa, nutriamo il serio dubbio che la nostra cooptazione sia stata fatta al solo scopo di ricambiare l'appoggio che noi abbiamo dato in occasione del Congresso regionale, il quale a ragione e' stato contestato. E' legittimo, a questo punto, l'ulteriore dubbio che molti altri, che pure hanno dato l'appoggio al congresso regionale, siano stati cooptati nel direttivo regionale solo sulla carta e non anche ufficialmente. Non si spiegherebbe, altrimenti, come mai tale organismo, che per statuto dovrebbe essere composto da un numero variabile da otto a dodici, risulta essere formato, come emerge dai siti gia' citati, addirittura da circa quaranta membri. La composizione, peraltro, varia da un sito all'altro, e questo la dice lunga sulla bonta' della composizione degli organismi e sulla lealta' del coordinatore regionale''. ''Farebbe bene - concludono - l'on. Misiti, di fronte alla confusione che sta creando e alla disaffezione che sta alimentando verso il partito a cui abbiamo aderito sul convincimento che anche il partito calabrese si ispirasse concretamente al pensiero e all'azione politica del suo presidente on. Antonio Di Pietro, a rimettere il suo mandato di coordinatore regionale. Egli sa, infatti, cosi' come lo sappiamo noi, che la maggioranza, quando e' stato eletto, e' stata costruita su misura per modificare gli equilibri preesistenti nel partito''.

Tassone “Loiero sia più esplicito”. ''Il Presidente Loiero sia piu' esplicito quando parla di 'omicidi, arresti, indagini, in gran parte scaturenti dalla passata legislatura'. Altrimenti, si dimenticano gli arresti recenti, ma soprattutto l'omicidio Fortugno, che e' il 'prodotto' delle elezioni regionali calabresi 2005 con tutti gli inquietanti annessi e connessi''. E' quanto afferma in una nota il vice presidente della commissione parlamentare antimafia e vice segretario dell'Udc, Mario Tassone. ''Piuttosto, Loiero colga ora l'occasione - aggiunge - di esplicitare meglio le sue considerazioni, visto che la Commissione parlamentare antimafia sta ultimando la relazione sulla criminalita' organizzata in Calabria. Quanto alla domanda che egli si pone sulla durata della legislatura e su cosa sia piu' conveniente per i cittadini, credo che la risposta sia gia' del tutto evidente: almeno su questo punto, Loiero non dovrebbe nutrire alcuna perplessita'''

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