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Consiglio regionale

 

Il Consiglio regionale continua per la sua strada, nessuno scioglimento, il Governatore “Una nuova fase”. Il dibattito

28/02 ''Sono soddisfatto del contenuto del dibattito odierno per la partecipazione estesa e corale della maggioranza dei consiglieri intervenuti. Da oggi inizia davvero una fase nuova che ci spinge a lavorare meglio ed a puntualizzare alcune parti del programma con un confronto aperto alla minoranza, di cui registriamo una disponibilita' attenta''. Lo ha detto il presidente della Regione, Agazio Loiero, nell'intervento con cui ha concluso la seduta del Consiglio sul futuro della legislatura. ''Oggi - ha proseguito Loiero - ho potuto constatare una diffusa consapevolezza delle nostre difficolta'. Siamo in una fase in cui alla politica si chiede maggiore capacita' di decisione, e io vi chiedo: senza il presidenzialismo come sarebbero andati questi tre anni di legislatura? Saremmo riusciti a fare quelle poche cose dinanzi alla situazioni che abbiamo vissuto? Sciogliere l'Assemblea, dunque, sarebbe stato un fatto drammatico ancora peggiore per la Calabria''. ''Se il centrodestra vincera' le elezioni politiche - ha detto ancora Loiero - il primo provvedimento sara' il federalismo fiscale, che rendera' la nostra situazione regionale piu' difficile e precaria. Noi crediamo che la fiducia riposta dai cittadini e' ancora viva e non e' del tutto scemata. Da oggi, quindi, ci sono tutte le condizioni per una spinta nuova capace di far recuperare alla Calabria i ritardi accumulati in questi anni''. Il Consiglio regionale, infine, ha approvato le modifiche alla normativa della Stazione unica appaltante ed ha deciso di aumentare da 250 a 500 le borse di studio per i giovani calabresi piu' meritevoli''. E' stato anche approvato un ordine del giorno di adesione alla manifestazione antimafia del primo marzo a Locri.

Loiero “L’assemblea dica cosa vuol fare”. ''Non voglio sottrarmi ad alcuna questione, ma mai avrei pensato di dovermi trovare, al momento della mia elezione, nella situazione attuale. A chiunque mi avrebbe detto di tale situazione, lo avrei tacciato di follia''. Cosi', il Presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, ha aperto il suo intervento dinanzi al Consiglio regionale, presente per l'occasione in tutta la sua interezza. ''In questo momento cosi' complesso - ha detto Loiero - bisogna far coincidere i fatti con la verita' . Questo momento e' unico finanche rispetto al passato - ha sottolineato il Presidente della Regione - ed in questi tre anni di mio governo, il crescendo di critiche per la Calabria e' stato tremendo, sorprendente e senza distinguo per nessuno. Sparare sulla Calabria e' diventata la cosa piu' semplice, ma anche, devo ammettere, quanto si sia dimostrato difficile attuare il cambiamento: troppe le incrostazioni, le collusioni, la `graniticita'' di certa burocrazia, l'infiltrazione della criminalita' organizzata''. Loiero, inoltre, ha rivolto critiche ai ''mass media, che non mi hanno perdonato nulla: ricordate i quindici giornalisti assunti? Erano solo cinque. E che dire delle consulenze? Ne ho mantenute sempre e soltanto tre. Eppure nessuna operazione di verita' e' emersa e si e' lasciata l'impressione che talune imprecisioni fossero diventati fatti. E ancora, la tragedia di Vibo, le inchieste sui depuratori, il bacino del Menta, tutte questioni che ci sono state addossate, mentre sono fatti che arrivano da molto tempo prima''. Il presidente della Regione, nel prosieguo del suo intervento, ha detto che ''sono stati tre anni passati a discutere di inchieste giudiziarie piu' che di sviluppo, con la Regione rivoltata come un calzino dagli organi inquirenti e mi preoccupa, molto, l'idea che qualcuno sia dichiarato innocente quando forse sara' troppo tardi''. Loiero, poi, rivolgendo l'augurio ''ai due colleghi arrestati di dimostrare molto presto la loro estraneita' ai fatti contestatigli'', si e' rivolto all'intero Consiglio regionale:''Mi direte voi, destra e sinistra, se questa esperienza deve concludersi in maniera traumatica, se deve restare ancora in vita dopo i macigni che ci sono piovuti addosso. La questione dello scioglimento anticipato la dovra' assumere per intero tutta l'Assemblea''. Loiero ha anche invocato ''norme che postulano estremo rigore anche per l'imputato, fosse anche il piu' acerrimo dei nemici, perche' il danno giudiziario, come nel caso di Franco Pacenza, e' sempre irrisarcibile. Io dico: per i politici, inaspriamo le pene, le aggravanti, ma non facciamo processi per un avviso di garanzia. Eppure tanti, a livello nazionale, di destra e di sinistra, spingono per lo scioglimento del Consiglio per problemi di Giustizia. Ecco perche' ho scelto oggi di decidere il nostro futuro con voi, sapendo che molti, associazioni e semplici cittadini mi dicono di non mollare. E se ci sciogliamo oggi, chi prendera' il nostro posto? Quali forze oscure prenderanno il comando? Sono certo che finora ho svolto un lavoro certosino, ho seminato molto, forse non saro' io a raccoglierne i frutti, ma mi auguro che chi verra' dopo di noi sappia veramente riporli nei granai di tutti i calabresi''.

Il dibattito in aula. ''La nostra uscita dalla maggioranza coincide solo temporalmente con le vicende giudiziarie poiche' il nostro e' un giudizio squisitamente politico ed e' esteso all'operato dell'intera maggioranza''. Lo ha detto il capogruppo del Prc nel Consiglio regionale, Damiano Guagliardi, aprendo il dibattito sul futuro della legislatura. ''In Calabria - ha aggiunto Guagliardi - sta avvenendo uno scontro di potere di cui non si intravedono perfettamente i contorni: da una parte il vecchio sistema di potere, anche massonico, insediatosi nella pubblica amministrazione, nella magistratura e nella sanita', e dall'altro, i poteri emergenti nuovi, con la mafia che tenta di entrare in politica direttamente, ed il segmento di politica che tenta di gestire le ingenti risorse comunitarie. In questa democrazia malata, quale quella calabrese, l'unico presidio che puo' difendere la Calabria e' la piena legittimazione del Consiglio regionale. Per questo siamo contro lo scioglimento del Consiglio regionale, che potrebbe trasformarsi in un salto nel buio. Chiediamo pero' l'assunzione di alcuni provvedimenti importanti: chi diventa consigliere regionale, per esempio, e mantiene interessi diretti in attivita' private o concessionarie della Regione deve dichiararsi incompatibile con la carica; definire, infine, lo stato del presidenzialismo, essendo questo un aborto istituzionale, e quindi, varare una legge elettorale piu' rappresentativa delle istanze politiche e dei cittadini e meno legata alle sorti della figura presidenziale''. Sergio Abramo, del gruppo Misto, ha detto che ''l'opposizione non e' mai intervenuta in Consiglio sulle vicende giudiziarie. Capisco lo stato di smarrimento del presidente Loiero, ma questo non puo' farci tacere sul fatto che questa maggioranza non abbia mai prodotto un piano di sviluppo per questa regione, malgrado le ampie disponibilita' sempre offerte dalla minoranza sui temi fondamentali della Calabria. Questa seduta e' fatta solo di belle parole che non porteranno a nulla''. Francesco Galati, del Nuovo Psi, ha reclamato le dimissioni del presidente della Giunta regionale ''non per ragioni giudiziarie, ma per il mancato sviluppo e per il lavoro che non c'e'. Se davvero vuole dare un senso al suo messaggio - ha detto Galati - il presidente Loiero, con le sue dimissioni, consenta alla Calabria di aprire una pagina nuova''.
''La proposta di Minniti e' una risposta al dilemma che lo stesso presidente Loiero ha posto stasera al dibattito del Consiglio regionale: proseguire o meno questa esperienza''. E' quanto ha detto il capogruppo del PD, Nicola Adamo intervenendo al dibattito sul futuro della legislatura. ''La proposta che il Partito Democratico avanza allo stesso presidente della Regione, ai gruppi consiliari di maggioranza ed anche a quelli di opposizione - ha aggiunto Adamo - e' un atto di responsabilita' e di distensione. Responsabilita', perche' e' una indicazione alternativa a quanti, per ragioni strumentali o di propaganda politica avrebbero voluto l'immediato scioglimento del Consiglio regionale. Infatti, sarebbe una vera e propria avventura se oggi si dovesse interrompere traumaticamente la legislatura senza creare le premesse per una condizione di normalita' democratica nella nostra regione. Si sarebbe potuto determinare un vuoto che potrebbe essere riempito dal prevalere delle forze peggiori che operano nella palude della illegalita' in una societa' sempre piu' fragile e dipendente''. Per Adamo ''indicare il tempo di un anno, e quindi la scadenza di votare nel 2009, consente di portare a compimento riforme strutturali che potranno permettere a qualsiasi governo scelto dai calabresi, sia di destra che di sinistra, di lavorare in una condizione di piu' efficace agibilita' democratica e di proseguire nel solco di un nuovo inizio della storia del regionalismo calabrese. Il tempo di affrontare le emergenze prioritarie (sanita', rifiuti, programmazione comunitaria, gestione appalti) e quelle istituzionali (Statuto, legge elettorale, codice etico per le candidature) e' ragionevole e consente di sciogliere nodi strutturali di una crisi di gravi dimensioni che investe prima di tutto il sistema istituzionale calabrese''. ''Il dibattito che e' seguito alla proposta di Minniti - ha proseguito il capogruppo del PD - ha avuto per questo il merito di dinamizzare il confronto politico-istituzionale e tirarlo fuori dalle secche della ritualita' e della sterile propaganda. Mettiamo, dunque, questa proposta a disposizione delle forze del Consiglio regionale e di tutte le forze sociali e democratiche perche' non si abbassi la tensione politica e culturale al fine di fronteggiare la crisi calabrese anche con una maggiore consapevolezza e presa di coscienza generalizzate. Finora, anche da questa Aula, siamo andati avanti nella routine e nella ordinarieta'. Bisogna guardare in faccia quella realta' che via via e' venuta emergendo dal giorno dopo del delitto Fortugno''. ''Il tema di un 'Consiglio regionale di indagati' che si agita come argomento di permanente delegittimazione istituzionale - ha sostenuto Adamo - e' divenuto, malgrado il riconoscimento della autonomia della iniziava della magistratura, o l'approvazione di un rigoroso codice etico, prevalente sui temi della responsabilita' istituzionale rispetto alle questioni dello sviluppo, della crescita e della democrazia calabrese. Insomma, sarebbe stato sbagliato se Loiero e tutti noi avessimo continuato come se nulla fosse. Grazie alla proposta del Pd, gia' da stasera nel dibattito in corso in questa Aula, registriamo significative novita' politiche a cominciare dal fatto che le stesse forze di opposizione hanno abbandonato la linea propagandistica del tanto peggio tanto meglio. Ora si passi ad una coerente azione amministrativa e legislativa. In fondo, la vera sfida che sottintende la proposta di Minniti e' quella di mettere al centro della nostra azione gli interessi generali di una Calabria che vuole cambiare e riprendere fiducia''
Domenico Tallini(Udeur), nel suo intervento, ha ''espresso la sua solidarieta' umana e politica al consigliere Pasquale Tripodi'', ed ha criticato le dichiarazioni successive al suo arresto del presidente Loiero e di Mastella. ''Pur apprezzando l'onesta' dell'intervento del Presidente della Giunta - ha aggiunto Tallini - devo dire che Loiero e' stato incapace di arginare la burocrazia che rappresenta il vero dramma per la regione ed altrettanto incapace di difendere nelle sedi opportune l'Istituzione dagli attacchi dei mass media''. Secondo Tallini, inoltre, ''le richieste di scioglimento del Consiglio porterebbero, se accolte, a conseguenze disastrose''. Il consigliere dell'Udeur ha espresso, comunque, la sua fiducia a Loiero, dicendosi ''certo che, attraverso uno scatto di orgoglio, continuera' a lavorare nell'interesse dell'intera regione''. Il vicepresidente del Consiglio regionale, Antonio Borrello, ha detto che ''abbiamo la responsabilita' di rappresentare la Calabria che pulsa e che ha sostanza, sangue e odori, volti reali e fatica, insoddisfazione e anche soddisfazione per cio' che fa. E' in atto il tentativo, artificiale ed antidemocratico, di costruire una immagine della Calabria posticcia, fasulla, preda di un giustizialismo truculento e premoderno, strumentalizzata da poteri occulti o palesi, governata dalla demagogia dell'antipolitica, che intenderebbe sovrapporsi alla Calabria reale e quindi alle sua istituzioni democratiche. Abbiamo dignita' a sufficienza per essere culturalmente e intellettualmente ben al di sopra delle mistificazioni e dell'ironia a buon mercato di chi ritiene che il motore che spinge i nostri sentimenti sia quello di una meschina e squallida conservazione del posto. Siamo invece convinti - ha concluso Borrello - che questo Consiglio regionale possiede la capacita', l'intelligenza e l'autorevolezza per adempiere al compito affidato''. Secondo Francesco Talarico, dell'Udc, ''il consiglio regionale di oggi assume un significato fondamentale per la continuazione della legislatura, che non puo' e non deve esaurirsi nella ritualita' delle posizioni di facciata. Ogni forza politica di maggioranza e di opposizione deve parlare il linguaggio della chiarezza, e assumersi fino in fondo le proprie responsabilita', nell'esercizio delle funzioni istituzionali e di rappresentanza, che esercitiamo ricordo a tutti su mandato del popolo calabrese. Non si puo', pero', analizzare in maniera efficace l'attuale condizione regionale senza aver evidenziato i limiti dell'azione di governo dell'attuale Giunta regionale e le responsabilita' della maggioranza che 1'ha sostenuta. Un'azione di governo, alla quale i calabresi avevano affidato le loro aspirazioni di cambiamento, dando un forte mandato popolare. Ma nel corso della legislatura non e' mai riuscita a concretizzarsi l'ansia di svolta e di cambiamento dei cittadini calabresi''. Talarico ha parlato di ''liti, divisioni e lotte interne al centrosinistra che hanno rallentato e in alcuni casi bloccato la Calabria''. Talarico, inoltre, si e' detto ''dispiaciuto di non aver trovato disponibilita' nei nostri partner dell'opposizione, per raggiungere le firme minime necessarie alla presentazione di una mozione di sfiducia alla Giunta regionale. Non si puo' negare, infatti, che, mai come in questa legislatura, l'istituzione regionale e' stata esposta ad un pericoloso deficit di credibilita' e di prestigio a causa di una serie di vicende giudiziarie. Una questione morale, sempre piu' rilevante che investe la politica e, piu' direttamente, la massima Assemblea regionale''. ''Per quanto riguarda l'Udc - ha detto ancora Talarico - non abbiamo mai strumentalizzato queste vicende. Siamo stati in maniera convinta garantisti, e non ad intermittenza, sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Se al governo ci fosse stato il centro destra, non so se sarebbe stata la stessa cosa. Se abbiamo chiesto lo scioglimento del consiglio e il ritorno alle urne lo abbiamo fatto esclusivamente per incapacita' amministrative. Abbiamo grande fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine e diciamo che non ci deve essere un'area protetta per la politica. In Calabria, proprio per la grave realta' fotografata dall'Antimafia, servono comportamenti responsabili e determinati da parte di tutti, nessuno escluso, in primo luogo da parte della politica che deve costruire concrete occasioni di sviluppo ed occupazione piuttosto che distinguersi, cosi' come e' avvenuto negli ultimi anni, nel fare a gara di chi e' piu' contro la mafia''.

Bova “Non si abdichi a proprie prerogative”. Signori Consiglieri, prima che prenda la parola il Presidente della Regione, vorrei anch'io porre a voi e a lui una domanda, proprio sulle prospettive della legislatura.Mi chiedo e vi chiedo: è possibile che questa Assemblea legislativa abdichi unilateralmente dalle proprie prerogative e dalle proprie responsabilità?". Inizia così l'intervento del presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Bova, ad inizio dei lavori dell'Assemblea. "Se così fosse, diventerebbe - ha proseguito Bova - allora un destino ineludibile, per la Calabria, l'affidare le proprie sorti a poteri speciali e monocratici esterni alla Regione. So bene anch'io che la situazione che si è venuta determinando è estremamente seria. Le recenti vicende giudiziarie che, a vario titolo, hanno visto coinvolti alcuni consiglieri regionali pongono questioni pesanti come macigni.Ma non è forse vero che proprio noi, sin dall'inizio della legislatura e poi, con ancora maggiore determinazione, dopo il delitto del Vicepresidente del Consiglio regionale Franco Fortugno, abbiamo chiesto a gran voce l'affermazione piena del principio di legalità? Abbiamo sottolineato all'unisono che le indagini dovessero andare avanti senza riguardi per nessuno; senza fermarsi di fronte ad alcun potere, in particolare al cosiddetto 'potere politico'. Troppo grave era la situazione calabrese, troppe vicende erano rimaste oscure e per troppi anni le indagini sulle consorterie `ndranghetiste e sui rapporti tra queste, la politica e le classi dirigenti calabresi arrancavano e non arrivavano ad alcuna conclusione. Una cosa sola, con chiarezza, aggiungiamo quest'oggi.Alla Magistratura chiediamo, così come sostenuto dal Procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Catanzaro, dott. Enzo Jannelli, nel suo intervento durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2008, che si proceda con responsabilità e professionalità, attraverso procedimenti che tendano ad accertare fatti specifici e concreti, suffragati dai necessari riscontri e nel rispetto dei principi costituzionali del giusto processo". "Perché, lo voglio ricordare in quest'Aula, un errore giudiziario come quello che ha visto coinvolto Franco Pacenza è già troppo pesante. Due diventerebbero insopportabili per chiunque, visto che oltre il danno dovremmo subire ancora la gravissima ingiuria sul 'Consiglio marcio' che deve andare a casa subito.Più in generale, al prossimo Parlamento bisognerà chiedere che metta la parola fine all'attuale sistema processuale penale e che doti la Repubblica di regole più moderne, nel solco del modello europeo, che garantiscano celerità, salvaguardia della dignità delle persone e certezza del diritto e della pena. Questo a partire da regole precise e rigorose sulla questione cruciale delle propalazione di intercettazioni telefoniche, troppo spesso utilizzate sino ad oggi al fuori del processo con fini spesso solo demolitori o peggio di lotta politica. Ai media chiediamo che facciano un'informazione davvero libera e veritiera, anche quando questa rivendica rispetto per le Istituzioni democratiche. Non possono singole vicende giudiziarie che, tra l'altro, non si riferiscono in alcun modo a leggi o atti assunti in questa Legislatura, divenire fonte continua di delegittimazione dell'intera Istituzione regionale.In questo modo, a perderci non sarebbe solo la credibilità di intere classi dirigenti, ma ancora di più l'immagine e le ambizioni di futuro della Calabria. Comunque, lo voglio ribadire, l'affermazione del principio di legalità è condizione prima per andare avanti. Ma proprio noi che abbiamo invocato l'applicazione di questo principio, oggi, con pari nettezza, intendiamo riaffermare l'autonomia piena dell'Istituzione regionale nell'esercizio delle proprie prerogative. Dicendo questo non s'intende affatto che si possa andare avanti come se nulla fosse accaduto, come se le vicende giudiziarie non abbiano posto con drammaticità la questione del 'che fare', del come e fino a quando farlo. Proprio a questo proposito, però, penso che la risposta più sbagliata sia quella di staccare la spina, finendo per un verso con l'attribuire a questa Assemblea colpe infamanti che non ha e, per l'altro, non affrontando le questioni istituzionali e politiche che, in maniera oramai drammatica ed indifferibile, si pongono come assolute priorità. E' sotto gli occhi di tutti che l'attuale modello di regionalismo conosce una crisi probabilmente irreversibile. E se questo è vero, che senso avrebbe allora tornare alle urne senza avere affrontato una rivisitazione compiuta dello Statuto regionale e della legge elettorale? Ci sono questioni che non possono più attendere, come quella di prevedere un maggiore rigore nella selezione degli eletti, promuovendo una legislazione più severa nel campo della ineleggibilità e della stessa incandidabilità alla carica di consigliere regionale. Per i reati più gravi, quale quello - ad esempio - di associazione di tipo mafioso, anche una condanna in primo grado deve diventare un limite invalicabile per chi intenda rivestire un ruolo politico-elettivo. Al contempo, dovrà trovare una risposta positiva l'esigenza di una maggiore presenza di assessori esterni nell'Esecutivo regionale, al fine di garantire un più alto tasso di competenza tecnica e professionalità nel Governo della Regione. Dentro questo quadro riformatore, anche la scelta dei candidati alla Presidenza della Giunta regionale dovrà avere una regolamentazione legislativa che affermi pienamente, attraverso elezioni primarie, la sovranità dei cittadini. "Per questa via - ha aggiunto Bova - avrebbe un suo naturale compimento lo sforzo che il Consiglio ha già intrapreso sin dall'avvio di questa legislatura. Infatti, l'Assemblea calabrese, unica in Italia, ha già da tempo approvato un'integrazione al Regolamento consiliare che prevede la decadenza automatica da tutti gli incarichi assembleari anche in caso di semplice rinvio a giudizio per il reato di associazione di tipo mafioso. Sul terreno della riduzione dei costi della politica, sono state tagliate del dieci per cento le indennità dei componenti dell'Assemblea e si è vietato per legge che parenti ed affini sino al terzo grado siano utilizzati nelle strutture speciali dei Consiglieri e dei direttori generali. Nel contempo, si è drasticamente ridotto il costo delle strutture speciali, devolvendo il ricavato a favore dei giovani laureati più meritevoli che potranno accedere a stage biennali retribuiti nelle pubbliche amministrazioni calabresi. Si è avviata, inoltre, un'opera di rottamazione di vecchi "carrozzoni" e si é radicalmente ridotta la struttura burocratica apicale del Consiglio, riducendo i direttori generali da cinque ad uno. Certo, occorre avere piena consapevolezza che la prova da affrontare è assai ardua. Ci accompagnerà, lo sappiamo bene, un pregiudizio di fondo secondo il quale la Calabria sarebbe oramai una "regione persa". Noi dovremo essere capaci di sorprendere tutti - giorno dopo giorno - a partire da questioni vitali come quelle ambientali e della salute. Dovremo approvare piani e inverarli in progetti efficaci e servizi efficienti. Dovremo agire per riavvicinare i cittadini alle istituzioni, proseguendo nell'opera di decentramento di funzioni e competenze alle Province e agli enti locali, nel rispetto del principio di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione e leale collaborazione. Il tutto liberando la politica dai "peccati mortali" della clientela e dell'arbitrio, e promuovendo il merito e la professionalità. A tal fine, al termine della discussione sono emblematicamente posti all'ordine del giorno per essere approvati, due provvedimenti di altissimo valore quali le integrazioni alla legge istitutiva della Stazione Unica Appaltante, nel rispetto delle osservazioni sollevate dal Governo, e la norma che raddoppia le risorse destinate agli stage per i giovani laureati meritevoli: i posti disponibili passeranno così da 250 a 500.L'auspicio, in conclusione, è che l'Assemblea sappia affrontare questo difficile momento: tutti noi possiamo trovare forza, determinazione e ancoraggio sicuro nei principi cristiani che ci ispirano, nei valori di eguaglianza, di solidarietà e di libertà che animano la nostra Carta Costituzionale e in quel senso profondo di responsabilità che deve alimentare e far vivere l'autonomia e l'autogoverno dei calabresi.E con questo augurio, cedo la parola al Presidente della Regione, On.le Agazio Loiero".

Giamborino “Condivido proposta Minniti e Loiero”: ''Il mio 'silenzio' all'incontro politico di ieri a Lamezia Terme dove si e' discusso sull'attuale linea politica della maggioranza in Calabria soprattutto alla luce di quanto sta accadendo sul piano della piu' complessiva attivita' alla Regione, non ha inteso significare, per come qualcuno ha voluto interpretare,una posizione contraria alla mozione proposta da Nicola Adamo e Marco Minniti''. E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale del PD, Pietro Giamborino. ''Tutt'altro - aggiunge Giamborino - Il mio 'non intervento' e', invece, dovuto alla piena condivisione della proposta di Adamo e Minniti che ho accolto pienamente perche' rappresenta un positivo punto d'incontro con la tesi sostenuta dal presidente della giunta regionale, Agazio Loiero. In realta' l'analisi della precarieta' dell'attuale momento politico regionale, esposta nelle sue linee essenziali e mirate dal capogruppo Nicola Adamo, prende atto della inderogabile necessita' di affrontare e superare la gravita' della situazione che si e' venuta a determinare ma nel contempo indica alcune priorita' che costituiscono il cammino ideale per riprendere con serenita' e responsabilita' il confronto politico piu' utile per dare risposte alle attese della popolazione''. ''Da qui - conclude Giamborino - la mia decisione di non prendere la parola al dibattito, pur partecipando''.

Ammazzateci Tutti “Seduta a porte Chiuse?”. ''Ad una decina di persone del movimento 'Ammazzateci tutti' e' stato di fatto impedito di poter assistere ai lavori del Consiglio regionale in programma nel pomeriggio''. A denunciarlo e' il portavoce Aldo Pecora a Reggio con alcuni appartenenti al movimento. ''Siamo qui con una delegazione del nostro movimento - sostiene Pecora - per assistere alla seduta, ma non potremo assistere al dibattito perche' ad impedircelo e' una modifica delle procedure di accesso in base alla quale per assicurarsi un posto bisognava ottenere uno dei 70 permessi disponibili. Modifica della quale, a quanto ci risulta, non e' stata data alcuna comunicazione. Avremmo voluto assistere ai lavori del Consiglio regionale dopo tutto quello che e' successo in Calabria, invece ci siamo trovati dinanzi una misura ai limiti della Costituzione. Non sapevamo che le sedute dovessero essere a porte chiuse''. Per Pecora ''e' incredibile che cio' possa accadere dal momento che dovunque ai lavori di un'assemblea pubblica si puo' assistere direttamente in aula, ma anche attraverso sistemi di trasmissione attraverso monitor. Abbiamo persino scoperto qui che, all'ingresso, si debbono anche consegnare i cellulari. Francamente ci sembra di avere a che fare con misure troppo restrittive delle quali tutti i cittadini dovevano essere messi al corrente''.

Segretariato generale: Sala piena. ''Come avviene dappertutto, in occasione delle riunioni delle diverse assemblee elettive locali, regionali o nazionali, chi vi ha interesse puo', nel rispetto delle regole date, partecipare e seguire personalmente la seduta''. E' quanto afferma in una nota il segretario generale del consiglio regionale della Calabria, Giulio Carpentieri, replicando alle dichiarazioni del Movimento 'Adesso ammazzateci tutti'. ''Questo, come sempre, vale anche in Consiglio regionale - aggiunge - con le ordinarie cautele tese a garantire l'ordinato svolgimento dei lavori e a salvaguardare la sicurezza pubblica. Tuttavia, in aula sono disponibili solo 72 posti a sedere. Un numero in genere sufficiente a contenere adeguatamente il pubblico che intende assistere ai lavori del Consiglio, ma che in occasioni come quella odierna si sono rivelati del tutto insufficienti a soddisfare il desiderio dei cittadini di seguire di persona un dibattito cosi' importante per le sorti della Calabria''. ''Per questa ragione - conclude Carpentieri - la Conferenza dei Gruppi, riunitasi alla vigilia dell'Assemblea, ha deciso di disporre la registrazione della seduta e la trasmissione televisiva in formato integrale, oltre all'ordinaria diretta on line via internet''.

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