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Notizie dalla Regione

 

I genitori delle vittime di sanità chiedono l’istituzione del garante della salute

21 apr 08 Giuseppe Monteleone e Maria Sorrentino, la ragazza di 16 anni morta lo scorso anno dopo essere stata sottoposta ad intervento chirurgico di appendicectomia nell'ospedale di Vibo Valentia, hanno diffuso un comunicato in cui chiedono l'istituzione in Calabria del Garante della salute sostenendo la proposta in tal senso fatta dal leader del movimento Diritti civili, Franco Corbelli. Nel comunicato, reso noto da Corbelli, i genitori di Federica Monteleone sostengono che "dopo i tanti casi di malasanità, la morte di Federica, di Eva Ruscio, del giovane della provincia di Reggio Calabria Flavio Scutellà, del piccolo Andrea Bonanno, il bambino di Amantea, della giovane donna di Cinquefrondi e alla luce delle numerose denunce sui casi di cattiva sanità, diventa importante e urgente, soprattutto in Calabria, l'istituzione della figura del Garante della Salute, proprio per difendere e garantire i diritti di tutti i cittadini, in particolare di quelli più poveri, deboli ed emarginati. Per questo - affermano Maria Sorrentino e Giuseppe Monteleone - condividiamo e sosteniamo l'iniziativa del Movimento Diritti Civili per l'istituzione del Garante della Salute della Calabria". "La proposta, come è stato più volte spiegato - affermano ancora Giuseppe Monteleone e Maria Sorrentino - servirà a dotare la Regione Calabria della struttura del Garante della Salute per monitorare costantemente la situazione negli ospedali e nelle strutture sanitarie della regione; verificare eventuali disservizi, casi di disorganizzazione, violazioni dei diritti dei malati, coordinare in collaborazione con le diverse autorità preposte gli interventi per casi urgenti e drammatici. Il Garante, attraverso una centrale operativa telematica avrà in tempo reale l'aggiornamento e la disponibilità di tutte le strutture ospedaliere e sanitarie della regione e degli operatori e mezzi di pronto intervento. La struttura del Garante della Salute raccoglierà, attraverso un numero verde, operativo 24 ore, le segnalazioni e le denunce dei cittadini sui casi di malasanità; provvederà quindi ad effettuare le verifiche e i relativi controlli. Il Garante è una figura istituzionale autorizzata ad avere accesso in qualsiasi struttura sanitaria pubblica della Regione, chiedere e ottenere tutte le notizie utili alle indagini da esperire, naturalmente nel rispetto della privacy della persona. Il Garante della Salute sarà al fianco di chi come noi e altre famiglie combatte per avere verità e giustizia per Federica e i propri congiunti, deceduti per colpa della malasanità. La Calabria, come ha detto il Movimento Diritti Civili, sarà la prima regione italiana a dotarsi di questa struttura, che certamente rappresenterà una garanzia per tutti i cittadini che servirà non solo a denunciare casi di disorganizzazione ma, ci auguriamo, ad evitare episodi di malasanità e scongiurare nuove tragedie". "Per questo - concludono i genitori di Federica Monteleone - chiediamo al presidente del Consiglio regionale di mettere all'ordine del giorno questa proposta e di approvarla al più presto. Siamo accanto a Corbelli dei Diritti Civili, a cui abbiamo telefonato dopo la sua protesta di Reggio Calabria di venerdì scorso, davanti alla sede del Consiglio Regionale per il mancato inserimento, a distanza di tre mesi dalla presentazione, della sua proposta di legge approvata il 17 gennaio scorso dal Consiglio provinciale di Cosenza, e sosteniamo insieme a lui e al suo Movimento questa giusta e importante battaglia per l'istituzione del Garante della Salute della Calabria".

Il 29 conferenza delle Regioni per la valutazione del voto

21 apr 08 Le prime valutazioni dopo le elezioni politiche e amministrative del 13 e 14 aprile, e le iniziative da assumere, saranno al centro della Conferenza monografica straordinaria delle Regioni e delle Province autonome che il presidente Vasco Errani ha convocato per martedì 29 aprile alle ore 10.30 presso la segreteria della Conferenza in via Parigi, 11 a Roma. Altro punto all'ordine del giorno della Conferenza, sarà il riparto tra le Regioni delle risorse finanziarie del Fondo Europeo pesca 2008/2013.

Moria delle api, incontro in Regione

21 apr 08 La moria delle api che sta causando difficoltà organizzative ed economiche agli apicoltori é stata al centro di un incontro svoltosi all'assessorato regionale all'Agricoltura. L'assessore Mario Pirillo, è scritto in un comunicato, "ha prontamente accolto la sollecitazione della Coldiretti affinché si costituisse un tavolo di lavoro per fare il punto della situazione e contemporaneamente si approntasse una linea di intervento presso il ministero delle Politiche agricole". Domani, prosegue la nota, "al di là degli interventi di prevenzione e monitoraggio che saranno previsti dall'assessorato, la Regione sarà presente ad un incontro convocato presso il Ministero insieme ad altre regioni che hanno la medesima problematica. Si apre quindi uno spiraglio per gli oltre 500 apicoltori calabresi professionali iscritti all'albo con 80 mila alveari e tanti altri operatori hobbistici, con un valore alla produzione di oltre 14 milioni di euro". La Coldiretti, prosegue la nota, continuerà a seguire da vicino la vicenda che interessa una produzione, il miele, che si produce in particolare nelle zone interne della Calabria e che attende il riconoscimento della Denominazione di origine Protetta. Il Tavolo di lavoro ha affrontato anche la vicenda relativa al decreto siccità del 2007 emesso dal ministero e relativo al riconoscimento dello stato di calamità su tutto il territorio regionale che ha escluso i danni subiti dal settore apistico riguardanti la liquefazione delle cere e del miele e moria delle api. La Coldiretti ha reso noto di aver scritto una lettera ai Presidenti delle Amministrazioni provinciali calabresi in virtù della loro competenza in materia. In sostanza, rileva la Coldiretti nella missiva, "anche se i danni sono stati segnalati dalle aziende su tutto il territorio regionale, la Coldiretti segnala che nelle declaratorie rilasciate dai Servizi provinciali incaricati, non viene indicato alcun riferimento ai notevoli danni che si sono manifestati nel settore apistico". Pertanto l'organizzazione, per bocca del presidente Molinaro, chiede che le relazioni declaratorie vengano, con urgenza, sottoposte a revisione, mediante l'integrazione del riconoscimento dei danni al settore in interesse, così vitale per numerose aziende e occupati. "Inoltre - è scritto nella nota - questa omissione, unita alla gravissima crisi crescente a livello nazionale sulla strage delle api che ha ridotto dal 30 al 50% il patrimonio apistico nazionale (sindrome da collasso e spopolamento degli alveari), acuisce le precarie condizioni in cui versa l'economia di questi allevamenti, oltretutto così importanti per la salute e l'ambiente. Si chiede alle Amministrazioni provinciali calabresi che per le loro competenze e responsabilità istituzionali, di attivarsi affinché nei vari territori di pertinenza colpiti da tale avversità sia, con appendice integrativa, dichiarato e riconosciuto lo stato di calamità anche per il settore apistico".

IDV accusa, Loiero lasciato solo

21 apr 08 Il Presidente della Regione Calabria "é stato lasciato solo, senza un sostegno convinto della maggioranza, tanto che ha deciso di formare un proprio personale partito politico; ciò ha determinato una situazione di instabilità e di insicurezza tra i cittadini, in cui il centrodestra, che in passato ha commesso errori anche più gravi, senza proporre un progetto diverso ha potuto incunearsi". E' quanto sostiene un documento approvato all'unanimità dal Comitato direttivo regionale di Idv che si è riunito per un esame del voto alle ultime politiche. "Per superare lo stato di fatto sopra delineato e recuperare il consenso della pubblica opinione calabrese - prosegue il documento - occorre avviare una profonda riflessione che porti ad un percorso comune del Presidente e dei partiti che lo appoggiano, fondato su un programma di fine legislatura, foriero di risultati tangibili e misurabili dai cittadini". "La vittoria del Pdl nelle Regioni del Mezzogiorno - è scritto nel documento - è stata anche favorita dagli errori delle classi dirigenti regionali del centrosinistra, come dimostrano soprattutto i casi della Campania e della Sicilia. La Regione Calabria è stata 'violentata' per mesi dai media nazionali e internazionali, che l'hanno descritta come la Regione più disastrata d'Italia. D'altra parte, in tre anni di amministrazione del centrosinistra non è stato possibile approvare un piano sanitario; non si sono fatti passi avanti nelle politiche ambientali, come dimostrano, da una parte la crisi della depurazione delle acque e dei rifiuti e dall'altra l'ambiguità della politica energetica che, mentre assume la scelta dell'impiantistica solare di avanguardia, attua l'assurda disseminazione di parchi eolici su tutto il territorio. L'opinione pubblica non ha percepito ancora nemmeno l'ombra di una politica finalizzata allo sviluppo economico e alla realizzazione delle principali infrastrutture regionali. L'emigrazione intellettuale dei giovani continua e la disoccupazione femminile cresce ancora. Sullo sfondo hanno fatto da cornice gli arresti eccellenti di politici e amministratori, che hanno caratterizzato purtroppo un periodo nero della vita regionale". "Il Comitato direttivo regionale - è scritto, ancora, nel documento - esprime grande soddisfazione per i successi ottenuti in Italia e in Calabria ed approva la relazione del segretario regionale Aurelio Misiti e le conclusioni del senatore Luigi Li Gotti. L'elezione di 29 deputati e di 14 senatori, nonostante la vittoria del PdL, rappresenta un avvenimento storico molto positivo per il Partito. Nel dibattito è stato espresso pieno sostegno alla politica del Partito nazionale, che ha consentito a Idv di rafforzarsi, mentre partiti di lunga storia non sono riusciti nemmeno ad essere rappresentati in Parlamento. La riduzione da oltre quaranta sigle a soli cinque partiti è merito della scelta coraggiosa di Veltroni e di Di Pietro, tesa a limitare l'influenza dei gruppi politici più estremisti, che oggettivamente hanno contribuito alla caduta del Governo Prodi".

Sul depuratore di Lamezia interviene la Provincia di Catanzaro

21 apr 08 La materia che ha impegnato maggiormente l'azione dell'organo commissariale alla Provincia di Catanzaro in questi ultimi 40 giorni, è stata quella ambientale e, in particolare, quella afferente alla depurazione. Lo rendo noto un comunicato dell'Ente. I primi colloqui conoscitivi intrattenuti dal momento dell'insediamento con il settore ambiente e protezione civile della Provincia stessa, con l'Ufficio del commissario delegato per l'ambiente, nonché con diversi sindaci, prosegue la nota, "hanno dato la fotografia dell'esistenza di una situazione complessivamente critica e di particolare sofferenza degli impianti di depurazione insistenti in provincia, nei quali risultavano depositati consistenti quantità di fanghi di risulta, ad impedimento di un ottimale funzionamento degli stessi depuratori; tra tutti, le condizioni più difficili riguardavano l'impianto di Lamezia Terme". "La mission dell'organo commissariale - è scritto nella nota - si delineava allora come segue: velocizzare il più possibile il momento conoscitivo del problema; intricatissimo ed incancrenito nell'ultimo decennio, con la breve parentesi positiva, anno 2007, dell'ultimo Commissario delegato per l'emergenza ambientale; individuare le priorità e, tra queste, appunto, le emergenze su cui intervenire immediatamente; attivarsi per offrire, seppur nell'estrema limitatezza temporale del mandato commissariale, un contributo per tentare di individuare una linea positiva di azione che fosse di ausilio alla nuova Amministrazione provinciale, per iniziare a lavorare su una situazione oggettiva almeno migliore di quella ereditata dal Commissario. L'attività conoscitivo-operativa è partita subito". "Tralasciando le numerose iniziative di monitoraggio su tutti i depuratori della provincia - prosegue la nota - nello specifico della situazione del depuratore di Lamezia Terme si evidenzia in sintesi l'attività posta in essere. Il sindaco di Lamezia Terme è stato ricevuto più volte in Provincia; il Comune è stato altresì invitato a tutti i vertici sul punto organizzati e si è tenuto anche un tavolo tecnico esclusivamente dedicato al territorio lametino. Nell'immediato é stato subito disposto che la ditta di gestione provvedesse ad eseguire le lavorazioni preliminari di smaltimento dei fanghi accumulatisi nel depuratore. La Sto-Ato stendeva quindi verbale di somma urgenza e venivano affidati i lavori, che iniziavano il giorno successivo, imprimendo un'ulteriore accelerazione ai lavori preliminari effettuati dalla ditta già operante. Ad oggi l'attività prosegue in via ininterrotta e, da relazione tecnica aggiornata alla data del 18 aprile, risultano effettuati interventi sulle nastropresse; sul sollevamento iniziale; sul comparto ossidazione; sul ricircolo fanghi; sull'inserimento di due elettropompe". La segreteria tecnica dell'Ato, prosegue la nota, ha rappresentato che "tra circa tre settimane saranno terminate tutte le lavorazioni di somma urgenza programmate. Sul depuratore di Lamezia Terme si condivide quindi la necessità di mantenere alta l'attenzione, così come sostenuto dal sindaco di Lamezia Terme; ma si sottolinea che la positività di tale attività in somma urgenza - che ha consentito di diminuire la criticità 'ereditata' - non deve essere vanificata, essendo essenziale continuare un'idonea opera di gestione dell'impianto stesso. Sempre in tema di depurazione, visto che il trasferimento di funzioni da parte della Regione non è stato accompagnato dal trasferimento di risorse economiche all'uopo destinate, è stato già richiesto formalmente (mese di marzo) da questa Provincia alla Regione Calabria di valutare la possibilità dell'erogazione di un contributo utile all'eliminazione ed allo smaltimento di parte dei fanghi di risulta accumulati nei depuratori. La proposta è in sede di valutazione, stante la disponibilità manifestata dalla Regione; si è già intanto provveduto all'aggiudicazione della gara per il gestore unico in materia di depurazione in provincia di Catanzaro; è già peraltro in atto il passaggio dell'attività di gestione degli impianti esistenti nella provincia dalla vecchia alla nuova ditta. E' stato avviato a soluzione anche il problema dei debiti Enel contratti dai comuni che 'scaricano' nel depuratore consortile di Soverato, debiti che avrebbero potuto portare ad un'interruzione della somministrazione dell'energia elettrica per le pompe di sollevamento. E' stato parimenti avviato a soluzione, d'intesa con le organizzazioni sindacali anche il problema delle spettanze arretrate ai lavoratori del comparto"

Feraudo (Idv) “Il Consiglio intervenga sulle comunità montane”

21 apr 08 "Non nascondo la mia preoccupazione per i tempi ormai stretti per il riordino della disciplina delle Comunità Montane. Non è più tempo di tergiversare su una questione così delicata ed importante per alcuni Comuni indiscutibilmente montani che, come quello di Acri, per il solo criterio del numero degli abitanti, corrono il concreto rischio di rimanerne esclusi". E' quanto sostiene il capogruppo di Italia dei Valori al consiglio regionale, Maurizio Feraudo. "E' necessario - ha aggiunto Feraudo - e di ciò me ne farò carico, che il Consiglio regionale intervenga, senza indugio, affinché, nel sopprimere quelle Comunità Montane che poco o nulla hanno a che spartire con la montagna, vengano salvaguardate quegli enti montani, e quindi quei Comuni che ne fanno parte anche se con popolazione superiore ai 20.000 abitanti, che sono situate al di sopra della soglia di altitudine fissata dall'art. 13 dell'ultima Legge Finanziaria. La normativa in vigore prevede, infatti, che le Regioni, al fine di concorrere agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della norma, e dunque entro fine giugno, provvedano ad emanare nuove leggi di riordino della disciplina delle Comunità Montane per la razionalizzarne e contenerne i costi". "La stessa legge finanziaria - ha proseguito l'esponente di Idv - dispone che le leggi regionali debbano, entro il prossimo giugno, ridurre il numero complessivo delle Comunità montane, sulla base di indicatori fisico-geografici, demografici, socio-economici, con particolare attenzione alla dimensione territoriale, allo sviluppo demografico, all'indice di vecchiaia, al reddito medio pro-capite, alla forte pendenza delle montagne. Tra i Comuni capoluogo di provincia, i Comuni costieri, sempre quelli con le montagne a strapiombo sul mare, ma con quota altimetrica di 500 metri sopra il livello del mare, ed i Comuni con più di 20.000 abitanti, saranno soppresse quelle Comunità Montane che risultano costituite da meno di cinque Comuni, fatte salve quelle Comunità che per conformazione e caratteristiche del territorio non possono costituirsi con almeno cinque comuni. Se le Regioni non dovessero provvedere entro il termine assegnato, sarebbero automaticamente soppresse quelle Comunità Montane nelle quali più della metà dei Comuni non siano situati per almeno l'80% della loro superficie al disopra di 500 metri sopra il livello del mare ovvero non siano Comuni situati per almeno il 50% della loro superficie al di sopra di 500 metri di altitudine sul livello del mare e nei quali il dislivello tra la quota altimetrica inferiore e la superiore non è minore di 500 metri. Anche i Comuni, sebbene montani, con popolazione superiore ai 20.000 abitanti resterebbero esclusi dalle Comunità Montane". "Per Acri - ha sostenuto Feraudo - il rischio è, dunque, reale e concreto. Ecco, dunque, la necessità di coniugare la razionalizzazione e il contenimento dei costi delle Comunità Montane con la salvaguardia di quelle realtà territoriali che, seppur con popolazione superiore al limite stabilito dalla Finanziaria, vedrebbero irrimediabilmente compromesso il loro sviluppo, strettamente connesso alla risorsa della montagna. Il necessario ed ineludibile ridimensionamento delle Comunità Montane dovrà consentire l'auspicato notevole risparmio economico, con l'abolizione di costosi e inutili organismi politici, ma non potrà penalizzare lo sviluppo di quei Comuni e territori che della montagna ne fanno la loro ragion d'essere".
Soddisfatto per la riapertura dello Stombi. "Positiva la riapertura del canale di Stombi". A sostenerlo è stato il capogruppo regionale di IdV, Maurizio Feraudo, in merito alla vicenda dei Laghi di Sibari. Il 31 marzo scorso, Feraudo, aveva scritto una lettera aperta al presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, affinché lo stesso Ente si facesse carico del problema dei Laghi di Sibari. "Situazione - è scritto in una nota - che oggi sembra finalmente avviarsi verso una concreta e celere soluzione". "La riapertura a breve, del canale di Stombi grazie all'interessamento dell'Amministrazione Provinciale di Cosenza - ha sostenuto Feraudo - è una notizia che non può che lasciare soddisfatti quanti, come il sottoscritto, sin da tempi non sospetti, avevano lanciato più di un 's.o.s.' sulla situazione di quella che era, e che dovrà ritornare ad essere, una ridente località turistica. La riapertura del canale prima dell'inizio della prossima stagione estiva rappresenta la giusta risposta alle istanze di quanti hanno a cuore le sorti del villaggio sibarita e la sua riqualificazione affinché l'intera regione ne possa trarre i relativi benefici". "L'attuale situazione dei Laghi di Sibari, per tanti anni indiscutibile perla dello Joniò, non poteva essere - ha aggiunto - ulteriormente sottovalutata. Quella che, in prospettiva, potrebbe rivelarsi come la chiave di volta dello sviluppo di tutto un territorio che va da Trebisacce a Rossano, é stata sino ad oggi sistematicamente mortificata da una disattenzione da parte degli enti istituzionali. La questione, decisamente complessa, coinvolge responsabilità diverse a vari livelli di istituzioni differenti, ma un rilancio doveva necessariamente esserci. Non c'é dubbio che anche la Regione Calabria abbia le proprie responsabilità e, per quanto mi riguarda, come consigliere regionale, non mancherò di attivarmi, non solo in sede legislativa, per far si che si possa fare tutto quanto il possibile per risolvere il problema una volta per tutte. Ma è altrettanto chiaro che devono essere gli enti territoriali più vicini concretamente ai problemi, come il Comune e la Provincia, che possono e devono intervenire con tutti i mezzi a loro disposizione per risolvere o quanto meno attenuare le difficoltà operative registrate". "Ecco perché - ha concluso Feraudo - saluto con soddisfazione l'intervento dell'Amministrazione provinciale e del presidente Oliverio in primo luogo, che ringrazio per la sensibilità mostrata anche in questa circostanza, e mi auguro che questo sia solo il primo atto di una serie di iniziative istituzionali finalizzate a restituire ai Laghi di Sibari la centralità che gli stessi meritano"

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