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Notizie dalla Regione

 

La Regione fa ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto taglia ICI

05 ago 08 La Giunta regionale della Calabria, su proposta del presidente Agazio Loiero, ha autorizzato, nel corso della seduta di ieri, la proposizione del ricorso, in via principale, davanti alla Corte Costituzionale per l'impugnazione della legge di conversione del decreto "taglia Ici". Permangono, infatti, è scritto in un comunicato, "le ragioni già esposte nella delibera del 3 giugno scorso e che hanno imposto l'iniziativa della Regione contro il decreto legge". La Regione censura il provvedimento legislativo "per violazione del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, principio riconosciuto dall'articolo 120, ultimo comma, della Costituzione, in quanto la Regione ha riposto legittimo affidamento negli stanziamenti già assegnati e poi notevolmente ridotti". In particolare, la riduzione della spesa è avvenuta in maniera generalizzata e "lineare" senza considerare il metodo di concertazione per "patti" e degli accordi già sottoscritti tra Governo e Regioni. Ne è un esempio, prosegue la nota, "il taglio delle risorse per il Fondo per la promozione e il sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico locale (353 milioni di euro nel triennio 2008-2010) e dell'Osservatorio nazionale sulle politiche del grande trasporto pubblico locale (5 milioni di euro nel triennio 2008-2010), stanziamenti definiti nell'ambito dell'accordo Governo-Regioni sul trasporto pubblico locale sottoscritto dal Governo nello scorso mese di dicembre, trasformato in parte in legge con la Finanziaria 2008". Il provvedimento del Governo, secondo la Regione, "si pone ancora in contrasto con la ratio dell'articolo 119, in quanto lo Stato non può introdurre una disciplina normativa che, nel sospendere il potere delle Regioni di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote, ovvero delle maggiorazioni di aliquote di tributi ad essi attribuiti con legge (articolo 1, comma 7 della legge 93/08) restringe i confini di autonomia finanziaria regionale, delineati dall'articolo 119. Come è noto, infatti, il Governo nazionale, al fine di finanziare i tagli dell'Ici sulla prima casa, ha definanziato una serie di misure volte a favorire soprattutto lo sviluppo economico e le reti infrastrutturali del Meridione. In particolare, tra l'altro, ha tagliato i fondi destinati alla promozione e al sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico, agli interventi per il miglioramento del servizio di trasporto e di sicurezza in Calabria e nello Stretto di Messina, il contributo a favore di attività socialmente utili, l'istituzione del Commissario delegato alla gestione del Piano di sviluppo di Gioia Tauro, l'incremento delle risorse per le aree sottoutilizzate per lo sviluppo della larga banda nel Mezzogiorno, il finanziamento di nuove aree marine protette".

Accordo sul porto di Gioia sul piano regolatore portuale

05 ago 08 “C’è l’accordo sul porto di Gioia Tauro. Il contenzioso tra Asi e Autorità portuale è superato. Adesso si può guardare avanti con rinnovata fiducia, puntando verso nuove occasioni di sviluppo con il Piano regolatore portuale che sarà sottoscritto ufficialmente il 29 agosto prossimo a Gioia Tauro”. È più che soddisfatto il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero che questo pomeriggio ha presieduto un vertice con il presidente dell’Autorità portuale, Giovanni Grimaldi, il direttore generale dell’Asi, Francesco Casentino, il commissario straordinario per il Porto, Rodolfo De Dominicis, e con i sindacalisti Luigi Sbarra (segretario regionale Cisl), Roberto Castagna (segretario regionale Uil), Pasquale La Rosa (segretario comprensorio Gioia Tauro Ggil).
“La definizione del protocollo d’intesa tra l’Asi e l’Autorità portuale - ha affermato Loiero - è un fatto di portata eccezionale che arriva in un momento di particolare apprensione sul destino della Calabria”. Momento che il presidente Loiero giudica “tra i più difficili e complicati che la Calabria abbia mai vissuto”. “Corrispondono a circa 4 miliardi di euro i tagli fatti da questo governo nazionale alla nostra Regione, con una procedura - ha sottolineato il presidente - che definirei inedita nella storia della Repubblica e forse anche del dettato costituzionale. C’è stata una forte slealtà istituzionale soprattutto verso le Regioni del Mezzogiorno. Le conseguenze sulla Calabria sono a dir poco drammatiche”. Loiero si è soffermato anche sulla questione del Federalismo fiscale “che ci porterà - ha detto - all’Italia delle Regioni”. Su questi temi ha chiesto ai sindacalisti di fare una battaglia unitaria: “io mi espongo. Naturalmente ne pago un prezzo. Ma, in questo delicato momento, sarebbe necessario non rimanere da soli”.
Il presidente Loiero ha poi focalizzato il suo intervento sul tema oggetto della riunione. Ha ricordato anche le principali iniziative messe in atto dalla Regione attraverso un Piano di sviluppo strategico per l’area di Gioa Tauro che ha ricevuto il placet del Ministero dei Trasporti e sulla base del quale è stata siglata, nel mese di aprile 2008, un’intesa tra il Governo nazionale e la Regione Calabria.
“Con l’accordo di oggi sul Piano regolatore portuale, con gli investimenti già programmati, con il gateway e il rigassificatore – ha concluso il presidente Loiero – si può puntare con fiducia verso il futuro”.
I rappresentanti sindacale hanno espresso apprezzamento al presidente Loiero su tutti i temi affrontati. Riconoscimenti sono stati manifestati anche sul metodo di lavoro e sui risultati raggiunti in merito al rigassificatore e al Piano regolatore portuale di Gioia Tauro. Sbarra ha riconosciuto a Loiero la capacità di “parlare” con le altre Regioni e anche con la Sicilia. Castagna ha parlato di “prese di posizioni forti” da parte del presidente sul Federalismo, sui tagli delle risorse e sullo sviluppo del porto Gioia Tauro. La Rosa si è detto consapevole che “si sta facendo di tutto per affrontare questioni delicati”. Tutti si sono dichiarati convinti che il cammino deve essere unitario “per dare un’unica voce alla Calabria”.

Approvato dalla Giunta il Regolamento delle procedure di valutazione per l’impatto ambientale

05 ago 08 La Giunta regionale ha approvato, su proposta del presidente Loiero, il Regolamento regionale delle procedure di Valutazione di impatto ambientale, di Valutazione ambientale strategica e delle procedure di rilascio delle autorizzazioni integrate ambientali. Il Regolamento - è scritto in una nota dell'ufficio stampa della giunta - disciplina la procedura di valutazione di impatto ambientale relativa agli impianti nell'ambito dei progetti di competenza regionale, la procedura di valutazione ambientale strategica di piani e programmi di cui ai commi 1, 2, 3 e 4 dell'articolo 6 del decreto legislativo 152/2006 e successive modifiche e integrazioni, l'approvazione della quale compete alla Regione o agli enti locali, e le procedure di rilascio, rinnovo e riesame dell'autorizzazione integrata ambientale degli impianti secondo il decreto legislativo 59/2005, nonché le modalità di esercizio degli stessi impianti. La valutazione ambientale di piani, programmi e progetti ha la finalità di assicurare che l'attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un'equa distribuzione dei vantaggi connessi all'attività economica. Per mezzo della stessa - prosegue la nota - si affronta la determinazione della valutazione preventiva integrata degli impatti ambientali nello svolgimento delle attività normative e amministrative, di informazione ambientale, di pianificazione e programmazione. In tale ambito, la valutazione ambientale di piani e programmi che possono avere un impatto significativo sull'ambiente ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e contribuire all'integrazione di considerazione ambientali all'atto dell'elaborazione, dell'adozione e approvazione dei piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile. La valutazione ambientale dei progetti ha la finalità di proteggere la salute umana, di contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, di provvedere al mantenimento della specie e di conservare la capacità di riproduzione dell'ecosistema in quanto risorsa essenziale per la vita. A questo scopo, essa individua, descrive e valuta, in modo appropriato, per ciascun caso particolare e secondo le disposizioni del regolamento, gli impatti diretti e indiretti di un progetto su fattori che riguardano l'uomo, la fauna e la flora; il suolo, l'acqua, l'aria e il clima; i beni materiali e il patrimonio culturale. La prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento - conclude la nota - hanno lo scopo di evitare, oppure, qualora non sia possibile, di ridurre le emissioni nell'aria, nell'acqua e nel suolo, i rifiuti e il consumo delle risorse al fine di conseguire un elevato livello di protezione della salute umana e dell'ambiente nel suo complesso.

Maroni promette, da settembre 100 mln di euro ai sindaci per la sicurezza. Entro dicembre la 2a tranche dell'ICI

05 ago 08 Cento milioni di euro a disposizione dei sindaci da investire per la sicurezza urbana. La somma, come ha sottolineato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, sarà messa a disposizione dei primi cittadini a settembre quando verrà siglata una intesa con i comuni su come utilizzare al meglio i fondi. Peraltro si tratta di una delle richieste che erano state avanzate al titolare del Viminale dall'Anci, l'associazione nazionale dei comuni italiani, insieme alla possibilità di un monitoraggio delle iniziative. Il nuovo ruolo di primi responsabili della sicurezza, hanno osservato i sindaci, impone di investire in risorse umane e finanziarie per poter agire meglio. E questo in pratica significa avere a disposizione somme per poter potenziare, ad esempio, la polizia locale, o investire in attrezzature tecniche per poter controllare al meglio il territorio.
Entro il 15 dicembre verrà restituita la seconda e conclusiva tranche relativa all'Ici non riscossa dai comuni italiani. Lo ha reso noto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, nel corso della presentazione del Decreto sulla sicurezza per l'incolumità pubblica e delle aree urbane. Questa seconda tranche, ha spiegato Maroni, è riferita ai 2 milioni 600 mila euro che erano stati stanziati dal governo per la copertura dell'abolizione dell'Ici. Con questa tranche, ha spiegato, "restituiremo il cento per cento ai Comuni con meno di 5.00 abitanti e penalizzeremo (-4%) i Comuni non virtuosi, quelli cioé che non hanno rispettato il patto per la stabilità e che allo stesso tempo hanno fatto emergere una eccessiva differenza tra l'Ici accertata e l'Ici incassata". Entro aprile, ha aggiunto il titolare del Viminale, "incontreremo i Comuni per verificare eventuali ammanchi sulla restituzione dell'Ici prima casa". Positivo il giudizio del sottosegretario all'Interno Michelino Davico: "questa restituzione segna un passaggio importante per premiare i comuni più virtuosi". Una prima tranche, pari al 50%, dell'Ici non riscossa è stata restituita ai comuni a fine giugno.

Perugini “Il Governo ha accolto l’emendamento ANCI sulla sicurezza”

05 ago 08 "Il Governo ha accolto la quasi totalità degli emendamenti e delle raccomandazioni che l'Anci ha formulato". A sostenerlo è stato il vice presidente dell'Anci, Salvatore Perugini, sindaco di Cosenza, al termine della riunione della Conferenza Stato-Città e Autonomie locali presieduta dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. "Di particolare rilievo - ha aggiunto - è il fondo di cento milioni di euro per il 2009 finalizzato a sostenere l'azione che i sindaci sono chiamati a svolgere sul terreno della sicurezza e del degrado urbano. Maroni ha, tra l'altro, assunto l'impegno di sottoscrivere con l'Anci un protocollo d'intesa per individuare i criteri di ripartizione del fondo, che sarà previsto e, se necessario, incrementato anche negli anni successivi". "L'Anci - ha sostenuto Perugini - si è impegnata a formare una banca dati di tutte le ordinanze che saranno emanate dai Sindaci ed insieme al Governo svolgerà azione di monitoraggio per una verifica dei livelli di attuazione delle nuove norme. A settembre si avvierà concretamente il cammino per la riforma del Codice delle Autonomie nonché per un riordino ed una nuova regolamentazione dei sistemi di polizia locale". "Anche sulle questioni relative ai rimborsi dell'Ici - ha concluso Perugini - l'Anci ha espresso parere favorevole in considerazione del fatto che sono stati accolti a livello politico gli emendamenti proposti"

Sindaco Vallone “Crotone prima nella valutazione delle Zone Franche”

05 ago 08 "Crotone e' prima nella valutazione tecnica che la Regione ha dato alle proposte delle zone franche urbane pervenute a seguito della delibera Cipe 5/2008. Con diciannove punti di valutazione complessiva precede Lamezia Terme e Rossano. Crotone, dunque, e' in pratica zona franca in quanto la valutazione tecnica della Regione, che ha comunicato al Comune di Crotone la notizia, piu' che indicativa e' vincolante per il Cipe come da fonte regionale si afferma". Lo afferma il sindaco della citta' ionica, Peppino vallone, il quale aggiunge: "Siamo soddisfatti perche' vediamo premiato l'impegno per il lavoro prodotto. E' un risultato che dobbiamo all'impegno dell'amministrazione - continua il Sindaco - della Giunta, del Consiglio. Tutti insieme abbiamo inseguito con tenacia questo traguardo". Analoga soddisfazione esprime l'assessore alle attivita' produttive, Cesare Spano' che ha personalmente seguito l'iter progettuale. "Sono contento - afferma Spano' - soprattutto per l'impulso che dalla zona franca urbana verra' per le imprese del territorio che godranno di sgravi fiscali. L'economia del nostro territorio con le potenzialita' offerte dalla zona franca - aggiunge Spano' - si puo' rimettere in moto". Lo scorso 21 luglio in linea con quanto previsto dalla delibera CIPE 5/2008 e dalla Circolare MISE n° 14180 del 26/06/2008, il Comune di Crotone ha presentato al Dipartimento delle Attivita' Produttive della Regione Calabria la proposta progettuale per l'istituzione di una Zona Franca Urbana". Il via libera alla proposta del Comune di Crotone, che si classifica primo su sette proposte pervenute (le altre sono di Lamezia, Rossano, Vibo Valentia, Cosenza, Corigliano e Reggio Calabria) e' arrivato con la delibera di Giunta regionale che ha approvato la relazione tecnica e individuazione delle proposte di Zone franche urbane di interesse prioritario in applicazione della delibera del Cipe 5/2008; Il provvedimento con la valutazione regionale sara' trasmesso a cura della Regione Calabria al Cipe per la definitiva assegnazione della zona franca a Crotone. . L'Amministrazione Comunale di Crotone - si fa rilevare - ha individuato quale area beneficiaria il cosiddetto "Retroporto", costituito da aree/quartieri caratterizzati da particolari situazioni di disagio socio-economico e bisognosi di interventi per lo sviluppo produttivo e l'occupazione, da riqualificare attraverso l'incentivazione, il rafforzamento, la regolarizzazione di attivita' imprenditoriali, la realizzazione di interventi socio-assistenziali volti a ridurre le condizioni di disagio della popolazione ivi residente. Il perimetro della Zona Franca Urbana racchiude le seguenti aree: il quartiere Marinella; il centro storico; il quartiere Fondo Gesu'; il quartiere San Francesco; la zona della stazione ferroviaria; la zona antistante il porto; l'ara industriale in via di dismissione interessata dalla bonifica; la costa a Sud (fino all'irto che porta a Capocolonna). L'area individuata ha una dimensione di circa 10,2 Kmq e ha una dimensione demografica di 16.017 abitanti, valore pari al 26,69% della popolazione e compreso i valori minimo e massimo di 7.500 abitanti e di 25.000 abitanti stabiliti dalla normativa. L'area e' caratterizzata da un alto Indice di Disagio Socioeconomico e da un elevato tasso di disoccupazione, pari al 31,36% e superiore di 1,3 punti percentuali rispetto al tasso di disoccupazione dell'intero territorio comunale.

Vertice alla CamCom di Vibo sul dopo alluvione

05 ago 08 Alla Camera di commercio di Vibo Valentia continuano i confronti sulle prospettive di sviluppo territoriale dell'area industriale di Vibo Marina colpita dall'alluvione del 2006. Il Commissario dell'Ente Michele Lico, dopo l'incontro con le aziende direttamente coinvolte, stamattina ha incontrato le Organizzazioni sindacali e le Associazioni di categoria. Per le parti sociali sociali, erano presenti i segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil Donatella Bruni, Sergio Pititto e Luciano Prestia -, Giuseppe Conocchiella per la Femca ed anche in rappresentanza della Fegica, Stefano Venier per la Ulcem. Il dibattito ha fatto emergere dei punti fermi su cui c'e' stato pieno accordo: la delocalizzazione delle piccole e medie imprese interessate all'azione di delocalizzazione e individuate nel programma predisposto dal Camilab nelle aree convenzionalmente definite Vittoria, Eni Gas, Eni Petroli, Area Pubblica, ex Saima, ex Gaslini, Basalti e' un primo passo per la riqualificazione della fascia costiera del Comune capoluogo che coinvolge interessi generali e non solo quelli economici e produttivi delle imprese. Proprio per questo, si e' auspicato che il provvedimento di delocalizzazione possa essere esteso anche ai depositi costieri e ad altre aziende attualmente non comprese nell'Ordinanza commissariale. Tutto questo, ovviamente ribadendo l'importanza e la necessita' che queste realta' produttive assolutamente rimangano insediate sul territorio vibonese e in aree appositamente individuate, anche a seconda delle esigenze di ciascuna, e tali da asservire eventuali politiche aziendali di ampliamento e sviluppo. A questo proposito i rappresentanti sindacali sono stati categorici nel richiamare l'Amministrazione Comunale al senso di responsabilita' e alla coerenza, la stessa amministrazione comunale che - a loro dire- dovrebbe attivarsi spontaneamente e celermente all'individuazione e all'indicazione di aree disponibili e idonee alla delocalizzazione, tanto piu' che queste dovrebbero rimanere circoscritte per la maggior parte, per ragioni do convenienza logistica ed economica, al territorio di sua competenza. E sono ancora i sindacati a reclamare dall'Amministrazione Comunale un ruolo piu' attivo presso le istituzioni competenti per assicurare che quota parte delle accise versate dalle imprese ritorni in termini di investimento sul territorio. Oggi infatti dei 500 milioni di euro versati annualmente in accise dalle imprese in questione allo Stato, la Regione Calabria percepisce un quota pari al 10% e, tra l'altro, senza nessuna ricaduta diretta per la nostra provincia. "Se, comunque, della quota di accise attualmente girata alla Regione - ha detto il commissario della Camera di commercio - ogni anno un quinto fosse destinato al territorio, potremmo usufruire periodicamente in media di circa 10 milioni di euro in piu' da destinare stabilmente a programmi di investimento quali, ad esempio nello specifico, la riqualificazione ambientale e l'idonea infrastrutturazione e messa in sicurezza proprio delle nuove aree destinate alla delocalizzazione. E' un'idea - ha proseguito - un percorso da considerare per l'approvvigionamento di risorse finanziarie utili a creare un circuito virtuoso di sviluppo e occupazione. Ora non e' piu' giustificabile alcuna inerzia o disattenzione; cominciano ad essere operativi contestualmente e su piu' fronti, strumenti che consentono la riqualificazione e il rilancio del territorio, e soprattutto della fascia costiera del centro capoluogo, che reclama da tempo giustificata attenzione e azione".

Fiom “Si torni alle trattative per i lavoratori di Tesi”

05 ago 08 "Con la lettera di revoca dei licenziamenti si e' conclusa la procedura che consente ai lavoratori di Tesi SpA di usufruire di una proroga, di sei mesi in deroga, alla cassa integrazione. Tale procedura, firmata con un accordo tra regione; nella figura del vice presidente Prof. Mimmo Cersosimo cui va riconosciuto sensibilita' ed impegno e sindacato, permette di non sciogliere il vincolo di questi lavoratori con la societa', ed avere altri sei mesi, fino al 31 di dicembre 2008, per risolvere in maniera stabile e definitiva la situazione occupazionale creatasi per i suddetti lavoratori". Lo dichiarano Mario Sinopoli, segretario generale della Fiom-Cgil Calabria, ed Antonio Dieni, segretario generale della Fiom-Cgil di Cosenza. "E' evidente - continuano - come questi lavoratori si trovino ad un passo dall'uscita dal mondo del lavoro per l'incapacita' di gestire uno strumento dalle caratteristiche dirompenti, per l'opportunita' corrette che conferiva a tutte le parti in causa (Amministrazioni pubbliche, soci privati e lavoratori). Il fallimento di questo progetto non puo' ricadere in termini cosi' duri ed amari solo sui lavoratori. Per il sindacato e per la Fiom-Cgil in particolare, - si legge inoltre - la difesa del lavoro e dei lavoratori, di tutti i lavoratori, rimane una missione inderogabile e centrale. In questo periodo si parla molto di Why Not e di Sviluppo Italia, situazioni altrettanto dirompenti e delicate cui va dato uno sbocco ed una soluzione. Quello che si chiede alla Regione, ed alle altre amministrazioni pubbliche, e' d'avere contezza delle responsabilita' e delle successioni in tutte le vicende, e considerare quali sono le priorita' delle risposte da dare. Chiediamo - concludono - che nel mese di settembre si ritorni al tavolo della vertenza, per chiuderla in maniera positiva per i lavoratori".

CISL “Consiglio regionale tappa fondamentale per i lavoratori Why Not”

05 lug 08 "La seduta del Consiglio regionale di giovedì prossimo rappresenta una tappa fondamentale per quanto riguarda la soluzione della vertenza dei lavoratori Why not". Ad affermarlo sono il segretario nazionale, Rosetta Raso, ed il segretario regionale, Gianluca Campolongo, della Fisascat-Cisl. Secondo i sindacalisti "é ormai arrivato il momento delle scelte chiare e definitive su una vicenda che sta andando avanti in un clima di incertezza e confusione, con gravi ripercussioni sulle centinaia di lavoratori interessati". A giudizio della Fisascat Cisl, è scritto in una nota, "le attività svolte in questi anni con grande impegno e professionalità da parte di tutto il personale preposto, dimostra che le attività e i servizi effettuati a favore di tutta la collettività Calabrese non possono essere cancellate con un colpo di spugna. Per questi motivi l'assise regionale di giovedì prossimo dovrà determinarsi, si spera in modo bipartisan, decidendo con chiarezza quale dovrà essere il futuro di questi lavoratori, prescindendo dalle formulazioni tecniche che si vorranno adottare". "Per la Cisl - affermano i sindacalisti - non è questo il momento delle polemiche di schieramento e degli inutili campanilismi, poiché la posta in gioco è veramente alta riguardando il futuro lavorativo di ben 600 addetti che, è bene ricordarlo, dal 2000 stanno portando avanti la loro opera presso la Regione Calabria in settori estremamente delicati ed impegnativi, tanto da aver maturato una esperienza specifica difficilmente sostituibile. La Cisl non è contraria ad ipotesi di collocazione in Enti strumentali, a condizione che non si tratti di aree di parcheggio ma che invece il tutto si inquadri in un percorso di crescita professionale e di stabilizzazione occupazionale". "Per questi motivi - conclude la nota - considerata l'importanza della seduta del Consiglio regionale del 7 agosto, la Cisl preannuncia fin da adesso che sarà a fianco dei lavoratori che in questa circostanza si ritroveranno in massa a Reggio Calabria per rivendicare democraticamente il diritto al lavoro e per una prospettiva di certezza professionale ed occupazionale che non può più essere mortificata e delusa"

Abramo “Paradossale la vicenda Sorical”

05 ago 08 "E' semplicemente paradossale che i calabresi debbano leggere, sullo stesso quotidiano e nello stesso giorno, l'annuncio del prossimo aumento di capitale della Sorical, previsto per l'ultima seduta di Giunta regionale prima delle ferie e poche pagine più avanti, l'ennesima denuncia di un sindaco, ultimo di una lunga serie della quale evidentemente l'Anci non si è accorta, costretto suo malgrado a fronteggiare l'assedio di residenti e turisti, inviperiti per la carenza idrica, non imputabile all'amministrazione comunale". A sostenerlo è il consigliere regionale Sergio Abramo. "E' questa - aggiunge in una nota - la fotografia più emblematica di ciò che accade nella nostra regione. Da una parte una società mista per la gestione delle risorse idriche, che non fa altro che magnificare la robustezza della sua situazione economico finanziaria, cui peraltro contribuisce per il 51% il socio di parte pubblica, la Regione e cioé i cittadini calabresi e dall'altra parte quegli stessi cittadini, che pagano, e pagano due volte, sia per la fiscalità generale sia per le tariffe, ricevendo in cambio poco o nulla; nulla sanno di come quella società mista utilizza i loro soldi; nulla sanno di come, e soprattutto quando, verranno realizzati quegli investimenti che dovrebbero garantire servizi efficienti ed efficaci, come ci si aspetterebbe in una terra sicuramente ricca di acqua e che invece, incredibilmente, ha spesso e volentieri i rubinetti a secco". "Ecco perché - sostiene Abramo ritengo che non siano più tollerabili i silenzi, le omissioni, l'indifferenza, se non addirittura la complicità di certa politica e dell'amministrazione regionale rispetto al problema della gestione delle risorse idriche in Calabria. Non è più tollerabile che la Regione rinunci, come di fatto è stato finora, al suo diritto/dovere di controllo sulla Sorical, senza che il governo regionale e il presidente Loiero, già abbastanza inconcludenti su altre questioni cruciali come la sanità, ancora priva di un piano o il turismo, la cui legge di riordino é stata impugnata dal governo nazionale, diano uno straccio di risposta a chi ha sollevato più volte la questione. Non è più tollerabile che, in Consiglio regionale, giaccia inevasa e ignorata da quasi due anni una proposta di legge per l'istituzione di una commissione di indagine sulla stessa Sorical: un fatto che è molto grave sul piano istituzionale e sul quale sarebbe auspicabile che il presidente Bova desse un segnale quantomeno 'politico', nella sua qualità di presidente dell'assemblea". "Le motivazioni con cui venne accompagnata a suo tempo quella proposta di legge - prosegue Abramo - furono motivazioni pesanti, che tali sono rimaste e che anzi, a distanza di tempo, sono diventate addirittura inquietanti alla luce di metodi e atteggiamenti quantomeno disinvolti, che si sono man mano consolidati: continuiamo infatti a trovarci di fronte a una società mista in cui la Regione, socio di maggioranza, finanzia ciò che non gestisce, visto che il consiglio di amministrazione appare di fatto svuotato di ogni competenza, mentre il socio privato di minoranza gode dei più ampi poteri attraverso l'amministratore delegato. Non è un caso che la commissione avrebbe dovuto svolgere la sua indagine su tutta la vicenda Sorical, proprio a partire dagli atti costitutivi per giungere all'attività societaria, in ordine ai modelli organizzativi e gestionali, ai rapporti con gli enti locali, agli investimenti, alle tariffe, ai risultati raggiunti, nonché sul rispetto delle leggi vigenti". "Questa iniziativa di 'buona politica' - conclude Abramo - si è però scontrata con il famigerato muro di gomma, del quale comunque continueremo a chiedere conto a quella politica cui, evidentemente, questo stato di cose fa comodo. Continueremo a farlo anche a costo di battere ostinatamente sempre sullo stesso tasto ma con lo scopo di mettere in evidenza quelle zone d'ombra che pesano come macigni sulla Calabria e di lasciare una testimonianza di impegno leale verso i cittadini"

Pizzini (Fi) “L’Udc non può stare a destra e a sinistra”

05 ago 08 "L'Udc non può più continuare nelle acrobazie in quanto deve chiarire subito a tutti i consiglieri regionali ed a tutti i calabresi con chi intende stringere, oggi e domani, i suoi rapporti politici". E' quanto sostiene, in una nota, il consigliere regionale di Forza Italia Antonio Pizzini facendo riferimento all'elezione di Francescantonio Stillitani a vicepresidente del Consiglio regionale. "Pur rendendomi conto che l'Udc, a livello regionale - aggiunge Pizzini - cerchi di valorizzare e patrimonializzare al massimo possibile la sua rappresentanza elettiva, lanciando mezzi segnali a destra e mezzi a sinistra pensando di far credere a tutti che è pronto per il grande abbraccio, c'é da prendere atto oggi che questo suo equilibrismo lo ha posto apertamente a sinistra". "E' stato un errore del centrodestra - si chiede Pizzini - non aver accettato sin dall'inizio quella designazione o è stato più bravo il centrosinistra ad ammaliare l'Udc a tal punto da far dichiarare al capogruppo dei Ds in Consiglio regionale la legittimità dell'azione della sua parte politica e l'apertura di nuovi scenari in vista delle regionali del 2010? Sicuramente il Pd ha elaborato e sta attuando una lucida e lungimirante strategia politica che, piaccia o non piaccia, fa guadagnare terreno rispetto alle minoranze consiliari, le quali non riescono a tutt'oggi ad avere la benché minima visibilità, e tanto meno riescono a dimostrare che potranno diventare validamente la prossima classe dirigente. Dipenderà in buona parte dalla chiarezza delle sue eventualmente nuove posizioni l'entrata o meno in Giunta di Rifondazione comunista e, quindi, della tenuta stessa di questa consiliatura fino alla normale conclusione". Secondo Pizzini, "l'estro del capogruppo dell'Udc in Consiglio non può comunque essere sottaciuto quando ha ringraziato il centrosinistra per la posizione responsabile assunta e quando ha spiegato che la frattura con il Pdl non può essere considerata sanata per l'assenso dell'ultima ora alla candidatura di Stillitani, per cui, anche se in agosto di solito tutto si ferma, e pure la politica, l'on. Michele Trematerra o il segretario regionale, on. Francesco Talarico, dovranno sobbarcarsi di chiarire, a caldo in tutti i sensi, dove stanno e dove vogliono andare". "E' finito il tempo - conclude Pizzini - delle convergenze parallele, della doppia morale, del doppio forno, del prendere oggi quel che è incerto domani. Si sappia apertamente da quale parte si sta e con chi si intende percorrere una comune strategia politica, ben sapendo ciascuno di noi che tutti sono utili ma nessuno è indispensabile".

Trematerra (Udc) “Pizzini interviene fuori tempo massimo”

05 ago 08 “Dopo una lunga gestazione dell’elezione della Vicepresidenza del Consiglio, conclusa nella seduta del Consiglio regionale del 1 agosto, credevamo che non ci fosse altro da aggiungere”. E’ quanto ha dichiarato il consigliere regionale Michele Trematerra, capogruppo dell’Udc intervenuto dopo l’intervento di Pizzini, e aggiunge: “ Su questa vicenda c’è stato un confronto plurale, accurato, pubblico e persino un dibattito in Aula. Ora, siccome il Vicepresidente del Consiglio è stato ormai eletto, evidentemente il polemico intervento dell’on. Pizzini fuori tempo massimo, senz’altro è riferito ad altro. Riguarda forse la collocazione dell’Udc nello scacchiere politico nazionale e regionale? Se cosi è, allora, due sono le cose che è opportuno rimarcare: 1) la collocazione nazionale del partito è definita dal nostro leader ed è quella che tutti conosciamo; 2) la Calabria è cosi malmessa oggi, specie se guardiamo ai temi economici e sociali, che ai consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione, è richiesto non un attardarsi su questioni meramente istituzionali o peggio di formule politiche che alla gente interessano davvero poco, ma un impegno, ciascuno per la propria parte naturalmente, per affrontare e risolvere i tanti problemi dei calabresi”

Ferrero (Prc) “Mi batto per non entrare in Giunta”

05 ago 08 "Io mi sto battendo per non entrare nella giunta calabra di centrosinistra dove ci sono problemi legati ad esponenti politici inquisiti: c'é una questione morale". Lo ha detto Paolo Ferrero a margine del suo intervento alla Festa di Liberazione di San Miniato. In quanto alla permanenza del Prc nelle giunte regionali Ferrero ha detto: "Non stiamo dentro o fuori a prescindere. La verifica si fa situazione per situazione sui contenuti".

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