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Dibattito acceso sul federalismo

 

Ancora acceso il dibattito sul federalismo: Loiero “Lascerà macerie”. Magarò gli replica “E’ solo un lamento rivendicativo”

19 ago 08 "Sono convinto che il processo federalista sia per molti versi ineludibile. Ci saranno macerie, ma non si fermerà". A sostenerlo è il presidente della Giunta regionale della Calabria, Agazio Loiero, in un'intervista pubblicata stamani dal quotidiano "l'Unità". "Il federalismo - afferma Loiero - non si fermerà, come non si fermerà il processo di maggiore rigore su certi andazzi visti ovunque, ma soprattutto al sud. Sulle risorse elargite dallo Stato servono controlli più severi. Prima di attuarlo, però, bisogna valutarne i costi. La sostenibilità finanziaria non è una richiesta insensata: si parte dalle fondamenta, non dal tetto". Il Governatore si dice "favorevole al meccanismo anti-sprechi che premia gli enti virtuosi. Il discorso fatto fino a oggi consente modelli parassitari e non si può continuare su questa strada. Credo che il sud sia più dinamico di quanto si creda". Loiero, invece, esprime perplessità sulla possibilità di eliminare il Governo come tramite delle risorse da veicolare tra gli enti locali: "Non possiamo accettare che le regioni ricche del nord debbano dare fondi a quelle povere del sud bypassando lo Stato". Nell'intervista all'Unità, Loiero torna sulla classifica pubblicata ieri dal "Sole 24 Ore" sui redditi, che vede la Calabria nelle ultime posizioni. "Il divario è così ampio - afferma - che non si possono creare altre dipendenze. Non vorrei si formasse un'implicita tripartizione del territorio, diviso tra le regioni ricche del nord, le realtà a Statuto speciale, tutelate dalla Costituzione, e un piccolo Stato del sud, che sarebbe la palla al piede dell'Italia". "Stiamo facendo sforzi immani - afferma ancora Loiero - per ripianare il bilancio della Sanità. Sarà doloroso chiudere gli ospedali, ma vogliamo metterci a posto. Il Governo, però, dovrà guardare anche a noi e ascoltarci, perché rappresentiamo anche noi gli interessi del Paese. Su questo argomento si sta svegliando An, che finora non ha chiesto nulla al Governo. Speriamo che An guardi al sud, dove prende voti. Una legge ordinaria non richiede referendum, ma se non va bene ricorreremo alla Consulta". Loiero si dice favorevole alla proposta della Lega di reintrodurre l'Ici, definendola "una tassa odiosa, ma necessaria. C'é però - conclude Loiero - un'enorme contraddizione: sono stati cancellati i fondi calabresi e siciliani destinati al ponte sullo Stretto, per finanziare il taglio dell'Ici, in buona parte a favore del nord. Un fatto clamoroso di cui nessuno parla".

Magarò “Da Loiero solo lamento rivendicativo”. "Continuano a imperversare, durante il mese di agosto, le esternazioni del senatore Bossi che, tornato in gran forma, ha ripreso la sua abitudine di riempire le pagine dei giornali sotto il solleone, approfittando di un certo rilassamento da parte degli altri protagonisti del dibattito politico". Lo afferma, in una dichiarazione, il consigliere regionale Salvatore Magarò, presidente della Commissione Riforme e Decentramento. "Così - aggiunge Magarò - si parla di federalismo, ma ne parla solo lui, come se fosse una questione che riguarda solo il suo partito e non tutti gli italiani, che subiranno le conseguenze delle riforme e dei cambiamenti istituzionali che verranno decisi. E timido e incerto appare il Partito Democratico, che coltiva la speranza di usare le stravaganze di Bossi per picconare il governo, e dunque fa di tutto per non far arrabbiare il senatur, per quante cavolate egli possa pronunciare". "Ma il problema vero - secondo Magarò - è che in questo dibattito sul federalismo manca il Mezzogiorno. Come fosse rassegnato a subire decisioni che lo riguardano direttamente, ma che verranno comunque assunte da altri. Come se fosse naturale che le sorti del sud vengano decise a nord. Sono assenti soprattutto le voci dei rappresentanti istituzionali delle regioni meridionali. Cosa dice, di tutto ciò, il presidente Bassolino? Proprio non riesce ad uscire dall'intricata vicenda dei rifiuti urbani, che l'ha travolto ed in cui è parso proteso a difendere se stesso piuttosto che a pensare in termini di strategia globale? E cosa pensa il presidente della Puglia? Non riesce ad interessarsi ad altro che alla divisione in due parti uguali del suo partito? E cosa pensa il presidente della Sicilia? Gli interessa solo puntare a spuntare qualche contributo in più a Roma, dall'amico Presidente del Consiglio, senza curarsi di quello che accadrà dopo, quando tutte le regioni del sud dovranno saper essere autosufficienti? E cosa pensa il presidente della Regione Calabria? Neanche la sua voce, in questo frangente, ha saputo risuonare forte, ha saputo prescindere dal vecchio lamento rivendicativo circa i soldi del sud". "Bisogna invece - sostiene ancora Magarò - volare alto. Bisogna elaborare strategie nuove. A partire dai pensatori del Mezzogiorno. Esistono filosofi, sociologi, politologi che hanno indicato altre vie. Che hanno saputo intravedere nelle caratteristiche e nel percorso storico delle regioni meridionali degli elementi di forza, invece che delle solite debolezze. Bisogna saper valorizzare le nostre risorse, a partire da quelle umane. A partire dalle specificità del 'pensiero meridiano', dalla ricchezza della nostra cultura, dalla vivacità del nostro ingegno, dalla forza del nostro modo di intendere la vita e di guardare agli altri, alla famiglia, al lavoro, forti dei nostri valori e illuminati dal sole vivo e nitido che domina il nostro cielo". "Proviamo a ipotizzare - conclude Magarò - dei seminari di studio, dei convegni promossi dalle regioni meridionali. In cui partecipino e si confrontino sociologi, filosofi, uomini politici. E in cui si costruiscano le forme e le ragioni del nostro federalismo, del nostro protagonismo. Da contrapporre a quello di Bossi. Ma portando la forza delle nostre idee e della nostra specificità, e non le pietose lamentazioni retaggio di un infausto passato".

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