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Elezioni il 13 e 14 aprile

 

Loiero non presenta il suo simbolo. Riammessa “la destra”. Il Governatore “minniti sapeva dei miei candidati”

06 mar 08 Il simbolo de "La Destra-Fiamma Tricolore", è stato riammesso dal Viminale in vista delle elezioni del 13 e del 14 aprile. Rispetto al precedente simbolo, del quale il ministero dell'Interno aveva chiesto la sostituzione, il nuovo ha lo sfondo completamente azzurro, compare il nome di "Santanché presidente" e l'icona della Fiamma Tricolore è stata spostata sopra la scritta "La Destra". Oltre al simbolo di Francesco Storace e della Santanché, sono stati riammessi altri nove, sui 21 per i quali era stata chiesta la sostituzione. Tra gli altri: "No euro-Lista del Grillo"; "I Socialisti", "Unione Cattolica Italiana", "Alternanza Popolare" e, ultimo nell'elenco, "Italia Popolare". Gli altri simboli finora ammessi dal Viminale per le prossime elezioni politiche sono: "Sacro Romano Impero Liberale Cattolico", "Giuristi del Sacro Romano Impero Cattolico - Movimento Europeo Liberal Cristiano Giustizia e Libertà"; "Unione Democratica per i Consumatori"; "Movimento Nazionale Delfino"; "Nel Nome della Donna Lista Stefania Ariosto Partito Democratico Donne". I contrassegni senza effetto che, quindi, sono completamente decaduti erano stati in tutto nove: "Movimento per la Rinascita della Montagna", "Partì Demucratec Padan", "Italia Opera", "Libertà e Progresso", "La Guida Italiana", "Agora Liberale"; e tre dedicati ai pensionati, "Pensioni e Lavoro", "Partito Pensionati" oltre al "F.I.P.U. Pensionati Uniti"

Il PDM non presenta ricorso per il simbolo. A poche ore dalla scadenza fissata dal Viminale, le 16 di oggi, si apprende che non sarà presentato alcun ricorso e non ci sarà alcuna integrazione a rilievi del Ministero dell'Interno dopo la ricusazione del simbolo del Partito democratico meridionale. Ieri sera i principali esponenti del partito fondato dal presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, che ha poi aderito con le primarie di ottobre al PD di Veltroni, si sono ritrovati a Catanzaro per una discussione amplissima. Vi ha partecipato lo stesso Loiero. E', comunque, l'amarezza il sentimento prevalente che si coglie negli ambienti dei presentatori del simbolo del Pdm dopo le ultime vicende con il mancato inserimento nelle liste del PD di esponenti del partito. Amarezza, si fa sapere dalle stesse fonti, ma anche consapevolezza della portata della sconfitta politica incassata. La reazione, però, - concludono - non potrà essere quella di mollare, anzi si punta a rilanciare sul piano della politica operando per rendere il Pd autenticamente federale.

Undici non ripresentano il nuovo logo. Scadute le 48 ore, sono 11 i partiti ancora ricusati che non hanno ripresentato un nuovo simbolo. Fra questi spicca il simbolo dei "Democratici di sinistra", del "Movimento sociale italiano-Destra nazionale nuovo MSI", della "Democrazia cristiana (Giuseppe Pizza)", della "Democrazia cristiana (Angelo Sandri)", seguito da quello della "Lega Padana Lombardia". Gli altri simboli per i quali non è stata fatta la sostituzione richiesta dal Viminale sono: "Disoccupati uniti", "Lega per l'autonomia alleanza lombarda", "S.O.S. Italia", "Club Forza Italia Pianeta 2000", "Forza Grillo", "Partito democratico meridionale"

Loiero a Ten “Minniti sapeva dei miei candidati”. "Questa vicenda delle liste non è andata come io mi aspettavo e come tante persone si aspettavano. C'é malcontento in più territori e in più ambienti che avevano guardato al Pd come ad una vera straordinaria risorsa di autonomia e federalismo". Lo ha detto il presidente della Regione Agazio Loiero in una intervista rilasciata oggi al direttore di Teleuropa Network Attilio Sabato, che ne ha anticipato alcuni brani. "Si era pensato visto che le liste sono bloccate - ha aggiunto il governatore nel corso dell'intervista in programma questa sera alle 23.00 - che ci potesse essere una consultazione più ampia e che ognuno potesse scegliere da sé i propri rappresentanti". "Minniti - ha detto ancora Loiero - sapeva da due anni chi erano i miei candidati. Forse li hanno considerati vecchi ed eliminati. E' un errore perché le liste devono essere miste. La novità si coniuga con l'esperienza in modo da trovare sul territorio consensi da provenienze le più disparate. Perché è questo che fa un partito grande". " Ho sempre pensato - ha precisato- che parlamentari di esperienza come potevano essere Ottavio Bruni e Mario Pirillo, avrebbero potuto darmi una grande mano nei momenti topici in cui il lavoro del parlamento si coniuga con quello di una regione difficile come la nostra. Sono stato sempre contrario ad immaginare la mia terra come terra di luogotenenza, luogo in cui non risiede stabilmente un sovrano. Una tendenza continuata con la Repubblica perché i grandi partiti, il leader nazionale tendeva sempre a disfarsi del territorio e nominare un luogotenente. Ricorda quanti luogotenenti nominò Craxi per fare la guerra a Giacomo Mancini? Quanti ne furono nominati dalla dc di volta in volta? Ho l'impressione che la storia si ripeta" In merito all'esclusione dalle liste del Pd Loiero ha affermato: " La tentazione di fare un colpo di testa ha attraversato molti amici. L'ho avuta anch'io. Però lo spartiacque importante è il messaggio rivolto ai calabresi e la conseguente rivolta del consiglio". "Spero - ha detto infine Loiero - di poter dare un buon contributo al Pd attraverso l'impegno istituzionale in questa regione".

Boselli “Larizza nostro capolista”. Enrico Boselli ha proposto a Pietro Larizza, che ha accettato, di guidare la lista del Partito socialista al Senato in Calabria e in altre regioni del Mezzogiorno, dopo la decisione dell'ex segretario generale della Uil attualmente senatore di rifiutare la candidatura nelle liste del Pd. ''Ho proposto a Piero sulla base della lunga storia socialista che lo contraddistingue - ha detto Enrico Boselli - di guidare le liste del Ps al Senato nella sua regione, la Calabria. Sono lieto di annunciare che Larizza ha accettato''.

Mancini “Più facile che la Reggina vinca lo scudetto più che Veltroni le elezioni”. "Ci sono più probabilità che la Reggina conquisti quest'anno lo scudetto che Veltroni vinca le elezioni". Lo sostiene, in una dichiarazione, Giacomo Mancini, deputato del Partito Socialista. "Per quanti sondaggi taroccati Veltroni faccia circolare - continua il deputato socialista- per quante ospitate in televisione dai servizievoli Floris e Santoro possa organizzare, alla favola della sua rimonta miracolosa non crede nessun italiano. L'unico miracolo che Veltroni e il Pd sono stati capaci di fare è quello di riconsegnare l'Italia a Berlusconi".

Galati “No a provocazione sulle lotte interne del partito”. ''Ogni scelta, sia essa personale che politica, anche se umanamente sofferta, una volta intrapresa e' irrevocabile''. A sostenerlo, in una nota, e' il deputato Giuseppe Galati, ex Udc passato da poco al Pdl, a proposito di indiscrezioni che vorrebbero una sorta di patto di desistenza con l'Udc in Calabria e il suo successivo rientro nel partito di Casini. ''Non accetto percio' - prosegue Galati - provocazioni ne' insinuazioni su notizie che riguardano le lotte intestine all'interno dell'Udc. E' questo uno dei motivi che mi ha portato a maturare la decisione di lasciare il partito per approdare in un movimento nuovo, popolare, europeo e fondato sulle liberta' che sono nel partito del presidente Silvio Berlusconi''. ''Per quanto mi riguarda - sostiene ancora Galati - l'Udc e' libera di candidare i suoi deputati e consiglieri regionali di tutta la Calabria. I miei amici, in tutto il territorio regionale, che mi hanno accompagnato in questi anni con sacrifici e successi, hanno gia' deciso con piena consapevolezza di seguirmi nell'entusiasmante esperienza del Pdl. Chi mi conosce da vent'anni in Calabria sa che indietro non torno mai''.

La Intrieri scrive alla Bindi “Candidatura lombarda in Calabria?”. Lettera aperta a Rosy Bindi e a Goffredo Bettini da parte di 150 aderenti a varie associazioni sulla lista del Pd e sulla mancata riconferma dell'on.Marilina Intrieri. "Cara Bindi - è scritto nella lettera - candidi in Calabria una tua persona, lombarda e fortemente radicata nel suo territorio d'origine.Certo sarà capace e valida, ma difficilmente potrà lavorare per una terra impregnata da problematiche di una tale specificità da renderne impossibile la rapida comprensione e tanto meno la soluzione, a chi non ne ha una diretta conoscenza. Noi come calabresi, abbiamo creduto nella tua storia, nella tua passione, nella tua sincerità, ma più di ogni cosa nella tua fede di cattolica che è la nostra e quella delle nostre famiglie. Ti abbiamo seguito e sostenuto fino a luoghi lontani. Un'intera città, Crotone, ti ha accolto con una vera e propria ovazione. Non hai esitato ad attribuirci buona parte del merito del tuo successo alle Primarie di Ottobre. Tu stessa hai sin dall'inizio riconosciuto in Marilina Intrieri la giusta rappresentanza parlamentare radicata nel territorio, per la sua storia politica, per la sua competenza, per la sua credibilità ed il suo impegno quotidiano tra la gente riconosciuto dalla più larga fascia del nostro territorio". "Per queste ragioni - è detto ancora nella lettera - non possiamo oggi credere che proprio tu sia protagonista di un'operazione truffaldina e piratesca e noi un buffo popolo di gonzi e creduloni.La nostra povera Regione soffre per le troppe piaghe che un destino carnefice giorno dopo giorno le infligge e nel tempo abbiamo assistito a tradimenti ed abbandoni, non ultima quella di Mastella nel 2006 di optare per la Calabria ai danni dell'eletto locale; ben diverso il comportamento di Pannella a sostegno dei propri candidati. Rosy Bindi annulla questa tragica operazione di un innesto che non potrà mai attecchire se non come una ulteriore spina nelle nostre già difficili vite. Ci verrebbe da dire: 'Non esser Mastella e fatti Pannella'. Naturalmente col rispetto dei citati e sottolineando i riflessi paradossali di una Bindi Pannellata. Ma certo una Bindi che si fa Pannella sarà sempre meno paradossale di una Lombarda deputata a risolvere i problemi della Calabria".

Bevacqua “Sto nel PD”. "Qualificati osservatori ritengono che anch'io, al pari di Intrieri, Pirillo e Bruni sia stato ostracizzato ma nel mio caso solo per il sospetto, per essere stato sfiorato dall'unzione di Loiero": è quanto tra l'altro scrive, in una lettera aperta a Walter Veltroni e Agazio Loiero, Antonio Bevacqua, componente l'esecutivo provinciale di Catanzaro del Pd, contestando la sua estromissione dalle liste del Pd al Parlamento. Bevacqua, nella lunga lettera, ricorda tra l'altro di essere stato il primo dei non eletti nella scorsa legislatura e rileva come nonostante sia stato tra i primi nel corso delle "primariette" svoltesi nelle scorse settimane, non gli sia stata offerta una candidatura che non fosse di sola presenza. Bevacqua parla di "cinico accanimento nei confronti della mia persona" e di non comprendere perché non si fosse tenuto conto del risultato ottenuto dall'Ulivo alla Camera a Catanzaro nel 2006. L'esponente politico conclude la sua lettera con queste affermazioni: "Bevacqua non sta con nessuno che lo costringa a stare con qualcuno. Sta nel Pd fino a quando non lo cacceranno o fino a quando non lo deciderà lui. Ma ci starà senza più concedere sconti a nessuno, che si chiami Veltroni o pinco pallino"

Minniti “Amendola una risorsa”. "Nel corso di un incontro col segretario regionale del Pd, Marco Minniti, l'on. Franco Amendola ha confermato il suo impegno ed il suo contributo all'iniziativa del partito nel ruolo e nella collocazione politica che si riterrà più opportuna". E' quanto si afferma in un comunicato del Pd della Calabria. "Marco Minniti - prosegue la nota - dopo aver espresso apprezzamento per la qualità del lavoro svolto in Parlamento dall'on. Amendola, ha sottolineato il grande disinteresse personale ed il ruolo positivo che Amendola ha svolto in una fase così delicata e difficile. Il segretario del Partito Democratico calabrese ha, infine, espresso un grande ringraziamento per il contributo che Franco Amendola, che è una grande risorsa per il partito e per la Calabria, svolgerà nella campagna elettorale e nel lavoro di direzione del Partito democratico".

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